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unintroduzione
oSIAMO NANI
SULLE SPALLE
DI GIGANTI
Agostino (354-430)
o Al centro della sua ricerca lio nella
sua irripetibile singolarit e nella sua
apertura a Dio
o Da qui il carattere esistenziale della
sua filosofia: il problema teologico il
problema delluomo Agostino, della
sua inquietudine e della sua ansia di
redenzione (le Confessioni)
Agostino (354-430)
o La sua ricerca filosofica deve
rispondere a queste sue inquietudini,
e raggiungere la chiarezza su di s e
sul proprio destino
o La sua prima lettura filosofica
Cicerone che teorizzava il modello
ellenistico della filosofia come via alla
saggezza e alla serenit
Agostino (354-430)
o Lesigenza della ricerca si radica nella
religione.
o Scopo della sua ricerca: lanima
(uomo interiore) e Dio, lessere
trascendente senza il quale non
possibile la Verit.
o Dio la guida della ricerca umana sia
come speculazione (fede) sia come
azione (grazia).
Agostino (354-430)
o Nello sforzo verso Dio che caratterizza tutta
la nostra esistenza, fede e ragione
collaborano:
o crede ut intelligas: credi per capire
o intellige ut credas: capisci per credere
o Rifiuto del fideismo (solo la fede) e del
razionalismo (solo la ragione)
o Per capire indispensabile credere, cio
possedere la fede che ci indica il cammino
da seguire.
o Per avere una fede salda indispensabile
comprendere, cio filosofare.
Contro lo scetticismo
o si fallor, sum: se mi inganno, esisto
o per dubitare della verit si deve
comunque essere nella verit
o pur essendo nella verit luomo non
lui stesso la verit
o La Verit non pu essere che Dio
Teoria dellilluminazione
o Presupposto filosofico: la teoria
platonica della conoscenza
o lanima il luogo della vera
conoscenza
o lirradiarsi della parola divina
illuminazione a consentire la
conoscenza oggettiva
o Il mio pensiero la mia luce ma non
sono io lorigine del mio lume
1) Ragione e fede
3. Il metodo scolastico
o Nel suo periodo di maggiore sviluppo
(XI-XV secolo) la filosofia medievale
filosofia scolastica, cio filosofia che
nasce nelle scuole e nelle universit,
dalla prassi e dalle forme
dellinsegnamento
o Per questo motivo, conoscere quella
prassi e quelle forme essenziale per
capire la filosofia medievale
3. Il metodo scolastico
o Levoluzione delle scuole e la nascita
delluniversit
n Fino allXI secolo: scuole monastiche
n XI-XII secolo: la rivoluzione comunale e
le scuole cattedrali
n XII secolo: la figura del maestro
(scolasticus) e la diffusione degli studia
n Luniversitas scholarium et magistrorum
n dal XIII secolo: le universit come
istituzione
3. Il metodo scolastico
o Il funzionamento delluniversit
n Le quattro facolt principali: arti,
teologia, diritto, medicina
n Lorganizzazione in nazioni
n Un iter di studi lungo ma che comincia
presto (attorno ai 14-15 anni)
n Lo studio delle arti precede quello della
teologia
3. Il metodo scolastico
o Forme dellinsegnamento, forme dei
testi
n letture e commenti
n La quaestio: innovazione pedagogica e
nuovo genere letterario (il modello delle
Sentenze di Pietro Lombardo, ca. 1155)
n Le quaestiones disputatae e la disputatio
n Le quaestiones quodlibetales
n I sophismata e le obligationes
n Le summae
Nel 1207 il vescovo di Parigi aveva proibito la lettura di Aristotele agli studenti
dell'universit. Poi ci fu un fatto alquanto contraddittorio: la chiesa da un lato era
contro la lettura delle opere di Aristotele, dall'altro il Papa diede l'incarico a dei
teologi di tradurle.
Al tempo, per, Aristotele fu mal compreso, perch i suoi scritti erano stati
tradotti dal greco all'arabo e dall'arabo al latino. Avicenna, un teologo e filosofo
che comment Aristotele, lo interpretava con un sfondo platonico e quindi ci
cre confusione. Perci prima del XIII secolo Aristotele era mal conosciuto. Con
Alberto Magno si ha un cambiamento: sostiene la tesi che l'aristotelismo meglio
del platonismo per sistemare, spiegare le verit cristiane in maniera razionale
Le facolt universitarie
o Una facolt inferiore o preparatoria: le Arti
Medicina
Diritto
Teologia
o Ciascuna facolt si caratterizza per un insieme di fonti (testi
autorevoli) che i maestri sanno spiegare traendo da essi una
dottrina coerente
Retorica
Diritto
Quadrivio
Logica
Medicina
Aritmetica
Geometria
Musica
Arti meccaniche
Astronomia
LA PROVA A PRIORI
Proslogion [o Colloquio] (1077) di Anselmo dAosta
Ipotesi: ci di cui non si pu pensare niente di pi grande esiste
solo nellintelletto
Svolgimento: posso pensare che ci di cui non si pu pensare
niente di pi grande esista nella realt
Cio: posso pensare qualcosa di pi grande di ci di cui non si
pu pensare niente di pi grande
CONTRADDIZIONE! Dunque lipotesi falsa
La prova a priori
o In sintesi: se Dio lessere di cui nulla pi
grande, non possibile che esista solo nel
pensiero e non nella realt (non sarebbe il pi
grande).
o Anselmo traduce in conclusioni di ragione la
diffusa accettazione della fede cristiana
o Critica di Gaunilone: isola perfetta...
o Contro-replica di Anselmo: lisola perfetta
rispetto alle altre isole, ma Dio lessere
perfetto in assoluto
o Tommaso e Kant vs Cartesio e Leibniz
Tommaso dAquino
Ragione e Rivelazione
o La filosofia di Tommaso una cattedrale
del pensiero, cio una ricerca che
conduce ad una visione sistematica e
complessiva del mondo in cui si
indagano le sue ragioni e si
ricostruiscono le sue strutture.
o Nondimeno la disciplina filosofica per
Tommaso non autosufficiente ma
poggia sul fondamento della Rivelazione.
Aristotelismo medievale
o
o
o
La risposta di Abelardo
Per me lamore che ci avviluppava entrambi, nelle catene del peccato, era soltanto concupiscenza, e non merita il nome di amore. Soddisfare
su di te la mia miserabile passione; ecco tutto quello che amavo.
Tu dici di aver sofferto per me; pu essere vero, ma sarebbe pi giusto dire che io ho sofferto, e mio malgrado, per te. Ho sofferto non per
amore tuo ma per la violenza esercitata contro di me, non per la tua salvezza ma per la tua disperazione.
E per la tua salvezza invece, e in piena libert che Ges Cristo ha sofferto per te, Ges le cui sofferenze guariscono ogni malattia ,
cancellano ogni dolore. Volgi dunque verso di lui, te ne scongiuro tutta la tua comprensione e la tua compunzione.
Quella che segue la risposta che Eloisa d a una lettera di Abelardo in cui egli manifesta il desiderio di essere seppellito nel cimitero del
convento che la ospita.
"...Il solo pensiero della tua morte gia una sorta di morte per noi. E la tua morte, la tua morte vera, allora, se ci trover in vita, che cosa
sar? No, Dio non pu permettere che noi ti sopravviviamo per renderti questo estremo dovere, per prestarti quell'assistenza che invece ci
aspettiamo da te. Io prego il cielo che anche in questo io ti possa precedere, non seguire Risparmiaci, ti supplico; risparmia almeno colei che
vive solo per te; non dire pi cose del genere, che ci trafiggono il cuore come spade di morte e ci rendono ancor pi penoso della morte
questo poco tempo che ci rimane da vivere.
Me infelice e disgraziata, pi infelice e pi disgraziata di chiunque altra! Tu mi hai sollevata al di sopra di tutte le donne solo perch io debba
patire quello che nessun'altra ha mai patito, quello che tanto doloroso per te come per me?
E pare inoltre che, a complicare le cose, [ ... ] si sia verificato un vero e proprio capovolgimento dei valori consueti. Mentre infatti ci
abbandonavamo paghi delle gioie dell'amore o, per usare una parole pi volgare ma pi espressiva, alla lussuria, la severit divina ci ha
risparmiati. Ma appena legittimammo la nostra situazione, appena con il matrimonio cancellammo la vergogna del nostro illecito rapporto, la
collera del Signore ci colp in pieno e non risparmi neanche per un momento quel letto, ormai purificato dal sacro vincolo matrimoniale, che
pure aveva cos a lungo sopportato quando lo sconciavamo in tutti i modi. Il castigo che tu hai subito sarebbe stato la giusta punizione per
qualsiasi uomo colto in flagrante adulterio: ma tu non te lo sei meritato per esserti macchiato di una tale colpa, bens per esserti sposato, per
aver fatto ci che, secondo le tue intenzioni, avrebbe dovuto cancellare ogni torto.
Hai patito per causa delle tua legittima sposa quella che di solito la conseguenza di un amore illecito con un'amante, con un'adultera. E l'hai
patito non quando ci lasciavamo andare ai piaceri ma quando, gi momentaneamente separati, vivevamo ormai castamente, tu a Parigi, a
capo della tua scuola, io, secondo i tuoi ordini, ad Argenteuil, in mezzo alle monache; quando ormai eravamo lontani l'una dall'altro, per poter
attendere con pi zelo e con pi libert tu alla scuola, io alla preghiera e alla meditazione dei sacri testi. Eppure proprio allora, mentre
conducevamo questa vita che era tanto pi santa quanto pi casta, proprio allora tu hai pagato nel tuo corpo per tutti e due. A peccare
eravamo stati in due, ma tu solo hai pagato: e ha pagato colui che era il meno colpevole, perch tu ormai ti eri umiliato per me e avevi posto
ampiamente riparo alla faccenda, onorando me e tutta la mia famiglia."
Abelardo e Eloisa, Lettere d'amore, a cura di E Roncoroni, Rusconi, Milano, 19711 pp. 180-187.