Relazione finale dellattivit di tirocinio, svolto presso il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dellAci, dal 16.07.2012 al 27.07.2012. Larea archeologica di Santa Venera al Pozzo, oggi nel territorio comunale di Aci Catena, sin estende su un ampio terrazzamento, posto a circa m 100 sul livello del mare, chiuso ad ovest da una collinetta che raggiunge m 125 di altitudine. Posta a km 4 dal mare, nellentroterra di Capo Mulini, Santa Venera al Pozzo era costituita sino ad alcuni anni fa da una piccola area demaniale. Larea archeologica, oggi posta sotto il direttore del Parco della valle dellAci, arch. Carmelo Distefano, vanta una continuit di insediamenti umani, dalla met del III millennio a. C. ( seconda et del Rame) sino allet greca arcaica a testimonianza delle propriet terapeutiche delle acque che in questo luogo scorrevano e della fertilit della terra che conferirono al luogo una valenza sacrale. Tuttoggi presente una sorgente dacqua sulfurea nellarea archeologica che viene captata per essere convogliata al moderno centro termale di Acireale. Anche le terme tardo antiche e il complesso abitativo del I sec. d. C. testimoniano la frequentazione del luogo. Nel XV sec larea fu sede di una fiera franca che divenne meta di pellegrini per la presenza della sorgente di acqua curativa e della chiesa che attesta lantico culto per Santa Venera che qui sarebbe stata martirizzata. Il suo corpo gettato nel pozzo avrebbe reso lacqua miracolosa. Accanto agli ambienti termali romani fu impiantato lo Spedale di Santa Venera dove si recavano i malati che necessitavano di bagni terapeutici. Il Principe Biscari scrive nel suo Viaggio per tutte le antichit di Sicilia (1781) che le terme furono oggetto di interesse di viaggiatori e di studiosi nel XVII e nel XIX secolo. Dopo alcune brevi campagne di scavo condotte negli anni 80 del Novecento alla Soprintendenza Archeologica di Siracusa (allora era soprintendente il dott. G. Voza) e dirette dal dott. U. Spigo, le ricerche sono riprese a partire dal 1987 sotto la direzione del Servizio Archeologico della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Catania. Negli anni 1999 2000 e 2004 2008 stata acquisita unarea, mediante espropriazione, dal Dipartimento dei Beni Culturali e
Ambientali e dellEducazione Permanente dellAssessorato Regionale dei
Beni Culturali ed Ambientali. Lesproprio ha permesso, grazie ai fondi P.O.R. dellUnione Europea, lindagine di aree mai sistematicamente esplorate con nuove campagne di scavo. Fu cos portata alla luce la cosiddetta casa del pithos edificio di et greca costruita nel IV secolo a. C. alle pendici orientali della collinetta che delimita a ovest il pianoro. In questo edificio fu rinvenuto un pithos a corpo ovoidale in cui si raccoglieva lacqua che veniva captata dal vicino torrente. Nella campagna di scavi che va dal 2004 al 2008 fu rinvenuto nella parte settentrionale dellarea un complesso abitativo vicino ad un corso dacqua, costituito da numerosi vani distribuiti intorno ad una grande corte interna. Ledificio fu costruito nel I sec. d. C., ma allinizio del IV sec. d. C. sui ruderi del primo edificio si impiant una fabbrica di laterizi che produceva anche anfore e vasellame comune da mensa e da dispensa. Gli ambienti residenziali furono adattati alla nuova funzione e lassetto complessivo delledificio fu modificato per la costruzione di 3 fornaci circolari a tiraggio verticale e dei relativi ambienti di servizio. Lofficina di laterizi fu abbandonata nella seconda met del V sec. d. C. Il tirocinio svolto insieme ad altri colleghi sotto la supervisione della dott.ssa Susanna Amari ha interessato in modo particolare la zona del complesso termale, il quale si trova nella statio Acium (la zona archeologica di Santa Venera per lappunto), citata nell Itinerarium Antonini, sulla strada che collegava Catania a Messina. Il complesso termale si estende su unarea di m 40x60 circa ed ha uno sviluppo planimetrico che indica lesistenza di almeno due fasi edilizie distinte. Alla fase pi recente ed estesa del complesso appartengono 3 vani contigui a pianta rettangolare, due dei quali ( gli ambienti dei calidaria), conservano tuttoggi gli elevati e le coperture, ed un gruppo di 6 vani, ad est dei precedenti, con medesimo orientamento, dei quale sopravvive la parte inferiore dei muri perimetrali, mentre una poderosa struttura da molti interpretata come il podio di un piccolo tempio. Laria calda generata nel praefurnium, circolava nellipocausto dove si allineavano le file di pilastrini di mattoni anulari posti a sostegno del soprastante pavimento; il vapore si diffondeva risalendo in condotti incassati nelle pareti. Nel corso del tirocinio, lattivit di scavo si concentrata nellarea a nord delle terme, in modo particolare nella fascia L che si tratta di un
residuo di testimone di uno scavo degli anni 80 avvenuto sotto la
direzione di Umberto Spigo. Questa fascia L non fu pi indagata dopo lo scavo di Spigo, ma durante gli scavi del 2004 2008 furono sradicati degli ulivi piantati alla fine del secolo scorso che, col passare del tempo, a causa delle radici, avrebbero alterato ovvero falsato la situazione stratigrafica. Dopo aver organizzato il cantiere e selezionato gli strumenti per lindagine, abbiamo proseguito con la pulitura superficiale quindi con lo scavo archeologico dellUS 250 che si protratto per quasi tutta la durata del tirocinio. Abbiamo classificato i materiali recuperati sistemandoli nelle relative cassette in attesa di pulirli. Poi si proceduto con lanalisi dellUS 250 (fig.1), la schedatura (fig.2), lisolamento e schedatura dei reperti speciali (fig.3) e lassemblaggio di alcuni frammenti. Nel corso della seconda settimana abbiamo iniziato a pulire e lavare i materiali recuperati nel corso della pulitura superficiale e poi dellUS 250. Infine dopo aver tracciato la sezione verticale della fascia L e dopo aver individuato i capisaldi per il rilievo topografico (fatto in scala 1:50), abbiamo compilato le schede di cassetta e quindi abbiamo riconosciuto le classi di materiali. Nel corso delle due settimane di tirocinio, oltre allattivit di scavo precedentemente descritta, abbiamo seguito anche delle visite nelle zone limitrofe con la collaborazione dellarchitetto Distefano, direttore del Parco delle Valli delle Aci, del dott. Urso e della dott. ssa Amari. In modo particolare nel corso del primo giorno abbiamo visitato tutto il sito archeologico di Santa Venera e poi nel corso delle due settimane abbiamo visitato la torre di Casalotto, area limitrofa allarea archeologica che sempre sotto la giurisdizione del parco archeologico. Poi dopo aver visitato le due sorgenti termali da cui sgorga lacqua sulfurea quindi il dott. Urso ci ha introdotto la geologia del versante acese e dei comuni limitrofi. Con la visita allantiquarium del parco si concluso in tirocinio.
P. Biagi, E. Starnini (eds) 2018- Gli scavi all'Arma dell'Aquila (Finale Ligure, Savona): Le ricerche e i materiali degli scavi del novecento.Società per la Preistoria e Protostoria della Regione Friuli-Venezia Giulia, Quaderno XV. 296 pp.
Supplemento Al N. 37 - MONETE E MEDAGLIE. Scritti Di Francesco - Roma 2004 A Cura Di Giuseppina Pisani Sartorio Vol - II - Dal Tardo Antico All'Età Moderna
Cronologia civile e ecclesiastica di Piazza e dintorni: Palazzi, chiese, conventi, ordini religiosi, confraternite, alberi genealogici, uomini illustri e avvenimenti memorabili di una delle più belle cittadine del centro Sicilia