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LA FORMA DELLA
TESTIMONIANZA
Appunti dalla sintesi di Julin Carrn
allAssemblea internazionale responsabili di Comunione e Liberazione
Cervinia, 29 agosto 2016
Navarro Arteaga, Il figlio prodigo, Cappella Penitenziale del Santuario della Vergine del Roco. Almonte, Spagna.
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1. Il definirsi della testimonianza

da unaltra cosa, da unaltra appartenenza. La verifica di


Le circostanze per cui Dio ci fa passare sono fattore
ci a cui apparteniamo , allora, il nostro modo di stare
essenziale e non secondario della nostra vocazione, delnel reale.
la missione a cui ci chiama. Se il cristianesimo annunAbbiamo ripetuto tante volte questa frase, ma come
cio del fatto che il Mistero si incarnato in un uomo, se non finissimo mai di penetrarne la portata, di capirne
la circostanza in cui uno prende posizione su questo, il significato, perch le circostanze ci provocano senza
di fronte a tutto il mondo, importante per il definirsi
tregua, si rivelano ogni giorno pi decisive e ci chiedono
stesso della testimonianza (L. Giussani, Luomo e il suo
una mossa, per comprendere sempre di pi che cosa
destino, Marietti, Milano 1999, p. 63).
la fede, che cosa significa vivere la fede, quale esperienza facciamo noi della fede in questa circostanza storica,
Ciascuno di noi pu giudicare se la modalit con cui ci
in rapporto alla quale si definisce la testimonianza, la
siamo testimoniati il nostro tentativo di vivere e comunicare il cristianesimo, nella circostanza storica in cui
forma della testimonianza. Non possiamo, infatti, vivere la fede fuori dalla storia, non possiamo immaginare
ci troviamo, stata adeguata o meno. La prima verifica
della forma della nostra testimonianza la facciamo noi, una testimonianza che sia astorica. Noi non viviamo
per aria, viviamo nelle circostanze, davanti alle sfide, in
per noi stessi. Se non compiamo questa verifica, anche
un momento concreto del tempo: per questo la forma
se poi ripetiamo le parole che ci siamo detti, sar tutto
della testimonianza pu essere diversa, perch si deterastratto. Infatti, se quello di cui parliamo e che riceviamo non prende e non coinvolge innanzitutmina in rapporto alle circostanze storiche.
to noi, sar inutile anche per gli altri: se non
Questo non significa rinunciare allorigine
passa attraverso di noi, se non si incarna in
della nostra esperienza, ma che questa origine si incarna nelle circostanze storiche, in
noi, se non ci penetra fino alle viscere, che
ci a cui
cosa comunichiamo? Parole, parole, parole.
apparteniamo, a modo tale che possiamo verificare se essa
resiste allevolvere dei tempi, alla pressione
Per questo non c unaltra modalit per tirare le fila di tutto quanto abbiamo detto, se cui partecipiamo, dei cambiamenti.
che definisce
non lesperienza presente.
2. Un cambiamento depoca
Dunque, che cosa abbiamo visto? Quale
la nostra
Abbiamo definito la circostanza storica
esperienza ci hanno fatto compiere le cose
espressione
attuale con lespressione di papa Francesco:
che abbiamo visto e vissuto? E, in secondo
culturale
Oggi non viviamo unepoca di cambialuogo, siamo disponibili a seguire e assecondare quello che abbiamo visto accadere
mento quanto un cambiamento depoca
in noi in questi giorni? La nostra obbedien(Discorso allincontro con i rappresentanza a Colui che allopera in quanto accaduto in noi e
ti del V Convegno nazionale della Chiesa italiana, Firenze, 10 novembre 2015). Un cambiamento depoca!
attorno a noi, se abbiamo avuto un minimo di tenerezza
Che disponibilit occorre a noi e a tutta la Chiesa, per
verso noi stessi, un minimo di amore a noi stessi, alla
accettare la sfida che questo cambiamento depoca rapnostra vita, al nostro compimento, per riconoscerlo. E
presenta per la nostra fede! Tutta la Chiesa, tutti noi ci
se non accaduto nulla, meglio andarcene, chiudiamo
troviamo davanti a questa sfida e abbiamo un compito
la porta e buttiamo la chiave nel cestino.
a cui non possiamo sottrarci. Ma per non sottrarci ad
Continuava la frase di don Giussani: Da come si ottiene questa posizione [la forma della testimonianza] in
esso occorre lasciarci provocare, lasciarci chiamare dalle
noi si capisce se e quanto viviamo lappartenenza, che
circostanze in cui siamo, per trovare la forma pi adeguata di testimonianza della fede nellattuale momento
radice profonda di tutta lespressione culturale. Infatti, una espressione culturale nasce da unappartenenza, storico. per questo che da anni ci domandiamo: che
scaturisce da ci a cui si appartiene. Non detto che ne
cosa significa essere una presenza ora? Che cosa stiamo
abbiamo una coscienza anche teoricamente formulata, a fare al mondo?
possiamo non averne coscienza adeguata, ma di fatto
La Chiesa, in quanto vive nella storia, chiamata costantemente a leggere i segni dei tempi, come diceva
ci a cui apparteniamo che decide della nostra espressione culturale (Ivi). ci a cui apparteniamo, a cui
Benedetto XVI nel testo che abbiamo citato agli Esercizi della Fraternit (cfr. Ti ho amato di un amore eterno,
partecipiamo, che definisce la nostra espressione culturale. Perci, se non abbiamo fatto esperienza dellapho avuto piet del tuo niente, suppl. a Tracce, n. 6/2016,
partenenza allavvenimento che ci capitato, la nostra
pp. 10-11), per identificare la forma adeguata della testimonianza. Non solo unurgenza di adesso, ma una
espressione culturale sar necessariamente determinata
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costante nella storia della Chiesa e nella nostra storia, dellinsicurezza, intervista a cura di D. Casati, Corriere
della Sera, 26 luglio 2016, p. 7).
come ben documentato dal volume di Marta Busani
sostanzialmente la stessa diagnosi che don Giussasulla nascita di Giovent Studentesca (Giovent Studentesca. Storia di un movimento cattolico dalla ricostruzione
ni formulava pi di ventanni fa e in maniera ancora
alla contestazione, Studium, Roma 2016). Noi siamo nati
pi radicale. Quello che caratterizza luomo oggi []
allinterno del tentativo fatto dalla Chiesa ambrosiana
il dubbio sullesistenza, la paura dellesistere, la fragilit del vivere, linconsistenza di se stessi, il terrore
per rispondere al disinteresse crescente dei giovani verso
dellimpossibilit; lorrore della sproporzione tra s e
la proposta cristiana, sempre pi avvertita come formale e inincidente sulla vita. Cos, arrivando a Milano nel
lideale. E continuava: Questo il fondo della questione e da qui si riparte per una cultura nuova, per una
1955, Giovanni Battista Montini esprime il suo desiderio di trovare un cristianesimo moderno, vivo, nuovo, criticit nuova. infatti questo bisogno delluomo di
da dare alle generazioni che verranno (M. Busani, Giooggi - cio di ciascuno di noi - il punto di partenza e il
vent Studentesca..., op. cit., p. 14). Con il suo tentativo
termine con cui qualsiasi tentativo di risposta chiamato a paragonarsi. Ogni tentativo fa la verifica della
pastorale il nuovo Arcivescovo cercava di rispondere al
sua pertinenza in rapporto a questa situazione umana,
formalismo che sembrava dominare nel modo di vivere la fede e ai sintomi gi visibili di allontanamento dei
a questo oggi delluomo. Se non risponde a questo
giovani, e invitava tutti ad aiutarlo. Si potrebbe dire che
bisogno, non interesser alluomo, non interesser a
Giussani abbia risposto in pieno proprio a
noi. Il mondo di oggi riportato a livello
questo appello del suo Vescovo.
della miseria evangelica; al tempo di Ges
Il movimento, insomma, una forma, un
il problema era come fare a vivere e non chi
modo attraverso cui don Giussani, con tutavesse ragione (Corresponsabilit, LitteIl movimento
ta la sensibilit di cui era capace, ha cercarae
Communionis-CL, n.11/1991).
la forma,
to di dare testimonianza a Cristo in quella
la modalit
3. Tentativi di risposta
particolare circostanza storica. Il movimenattraverso
to la forma, la modalit attraverso la quale
inevitabile che, davanti a questa situazione,
da cui non si pu non partire, apCristo ci ha raggiunto, ci ha affascinato, ci
la quale Cristo
ha preso, il modo in cui il cristianesimo ci ha raggiunto, paiano diversi tentativi di risposta, diverse
culture, che indicano posizioni di fondo.
diventato interessante per noi, in cui Cristo
ci ha preso
Sono consapevole che nella vita persona diventato una presenza reale nella nostra
le e sociale ci sono tante altre dimensioni,
vita. E noi lo abbiamo scoperto attraverso
che la rendono veramente complessa. Ma
lesperienza, per la Sua capacit di attrarci,
voglio soffermarmi sui due atteggiamenti che oggi mi
di affascinarci e, nellappartenenza, di cambiare la nostra vita.
sembrano prevalere.
Ma questa dinamica non si ferma mai, perch le circostanze cambiano costantemente. Per questo la Chiea) Muri
sa ha sempre bisogno di scrutare i segni dei tempi per
Possiamo indicare il primo con una parola: muri.
cercare la forma adeguata della testimonianza. Quali
Questa posizione di fondo propone di creare dei muri
sono i segni di questo cambiamento epocale? Li posper difendere in qualche modo quello che ancora resta,
siamo indicare facendo riferimento a persone che non
per cercare insomma di proteggerci. Ce lha ricordata
appartengono alla Chiesa, ma che hanno la semplicit
spesso papa Francesco. Nellevidenziare questo atteggiamento non si vogliono, ovviamente, sottovalutare o
di sguardo necessaria per cogliere quello che sta capitando (insicurezza e paura) e identificarne la radice. escludere le misure di sicurezza e le leggi necessarie per
Le radici dellinsicurezza - ha detto di recente il noto
prevenire qualsiasi violenza e difenderci adeguatamensociologo Zygmunt Bauman - sono molto profonde. te da eventuali aggressioni. Ma bastano? Soprattutto,
bastano rispetto alla profondit del problema che ci
Affondano nel nostro modo di vivere, sono segnate
troviamo ad affrontare? Sempre Bauman, con la sua
dallindebolimento dei legami [...], dallo sgretolamento delle comunit, dalla sostituzione della solidarieacutezza, ci sfida: Una volta che nuovi muri sarant umana con la competizione. E aggiungeva che da
no stati eretti e pi forze armate messe in campo negli aeroporti e negli spazi pubblici; una volta che a chi
questa mancanza di legami viene la paura: La paura
chiede asilo da guerre e distruzioni questa misura sar
generata da questa situazione di insicurezza [...] si diffonde su tutti gli aspetti delle nostre vite (Alle radici
rifiutata, e che pi migranti verranno rimpatriati,
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diventer evidente come tutto questo sia irrilevan-

rentemente molto lontane, ma alle quali ci accomunate per risolvere le cause reali dellincertezza (Alle rano le stesse domande. Pur venendo da storie o percorsi
dici dellinsicurezza, cit.). Lo ha sottolineato anche il
assolutamente diversi, lontani mille miglia, come se
Papa mesi fa: Io ho sempre detto che fare muri non
- paradossalmente - la situazione odierna ci rendesse
una soluzione: ne abbiamo visto cadere uno, nel secolo
tutti dei compagni di strada pi disponibili ad ascoltarci. Noi non siamo estranei alla sfida di trovare risposte
scorso. Non risolve niente (Conferenza stampa durante
adeguate, e dobbiamo verificare se siamo disponibili a
il volo di ritorno da Lesbo, Grecia, 16 aprile 2016). Analogamente le contrapposizioni ideologiche, che sono
considerare quello che, nel dialogo, gli altri ci offrono
forme diverse di costruzione di muri, saranno irrilee se ci che possiamo condividere della nostra espevanti per risolvere le cause reali dellincertezza, perch
rienza ha valore anche per loro. Ha pertanto ragione
il problema non chi ha ragione, ma come si fa a viil cardinale Tauran, che, proprio in una situazione in
vere in questa situazione. Linsicurezza e la paura non
cui verrebbe da pensare a forme di risposta diverse, pi
si superano con i muri, hanno radici cos profonde in
rigide, non si stanca di insistere sulla inevitabilit di un
noi che, come dice Benedetto XVI, non si possono ridialogo disarmato: La risposta sempre e comunque
solvere semplicemente dallesterno: Luomo non pu
il dialogo, lincontro, [...] lunica strada percorribile
mai essere redento semplicemente dallesterno (Lettequella del dialogo disarmato. In sostanza, a mio avvira enciclica Spe salvi, 25).
so, dialogare significa andare allincontro con laltro
Quando abbiamo costruito i muri, lindisarmati, con una concezione non aggrescertezza forse venuta meno, stata vinsiva della propria verit, e tuttavia non dita, stata sconfitta? Pensiamo a certi muri
sorientati. Non c unaltra strada, gli domanda lintervistatore? Assolutamente no.
reali costruiti qua e l nel mondo: divenIl problema
tato pi sicuro vivere? Pensiamo a quanSiamo condannati al dialogo (Un altro
non chi
do ci chiudiamo dentro il nostro orto per
passo verso labisso ma il sangue si pu ferha ragione,
mare con il coraggio del dialogo, intervista
difendere gli spazi che ancora ci restano.
ma come
a cura di P. Rodari, la Repubblica, 27 luglio
vinta lincertezza? Solo in apparenza, poich il virus resta anche dentro le fortezze.
si fa a vivere 2016, p. 8).
Il problema, infatti, non sono innanzitutto
in questa
4. Il dialogo vita
i rischi che possono venire dallesterno, ma
situazione
La parola dialogo occupa significatila paura del vivere, linsicurezza esistenziale, il dubbio sullesistenza che ci portiamo
vamente una posizione centrale allorigine dellesperienza di GS proposta da don
addosso. Per questo, anche se costruiamo
Giussani. Quando nel 1959, in Giovent studentesca.
dei muri, continuava Bauman, i demoni che ci perseguitano [...] non evaporeranno, n scompariranno. Riflessioni sopra unesperienza, descrive il raggio, il
A quel punto potremmo risvegliarci, e sviluppare gli
primo gesto che segnava la partecipazione a GS, don
anticorpi (Alle radici dellinsicurezza, cit.) adeguati, Giussani afferma che fare il raggio significa dialogare. Dialogo comunicare la propria vita personale
se ne saremo in grado. un problema di tempo, non di
ad altre vite personali: dialogo condividere lesistenza
discussioni. Prima o poi arriveremo al dunque.
degli altri nella propria esistenza. Questa era la prima
b) Dialogo
forma che don Giussani proponeva ai giovani studenti
Al tentativo di innalzare muri si pu contrapporre
liceali con cui aveva a che fare. E per chiarire la natura
un secondo atteggiamento, che possiamo descrivedel dialogo da lui proposto, lo metteva in contrasto
re con unaltra parola: dialogo. Tanti uomini di oggi, con unaltra nota accezione che la parola aveva assunto
come abbiamo visto in numerose occasioni questannel dibattito del tempo relativo alla scuola, cio quella
no, sono sinceramente alla ricerca di una risposta adedi dialettica: evidente che tale dialogo ben longuata ai bisogni propri e altrui, dopo le tante sconfitte
tano dalla concezione razionalistica, che lo vede come
ideologiche, e ce li troviamo perci come compagni di
dialettica, come scontro pi o meno lucido di idee e
strada. Lo abbiamo visto negli interlocutori che abbiadi misure mentali. Il nostro dialogo mutuo comunimo incontrato presentando La bellezza disarmata (J. care se stessi attraverso i segni delle parole, dei gesti,
Carrn, La bellezza disarmata, Rizzoli, Milano 2015). dellatteggiamento: laccento non sulle idee, ma sulla persona come tale, sulla libert. Il nostro dialogo
La storia recente ci ha reso tutti meno presuntuosi e
vita, di cui le idee sono una espressione (L. Giussani, Il
pi disponibili a un dialogo, anche con persone appaIV

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cammino al vero unesperienza, Rizzoli, Milano 2006,


Come successo a met degli anni Sessanta, lepoca a
pp. 58-59).
cui don Giussani fa risalire linizio della crisi di GS che
Pochi anni dopo, nel 1964, in Appunti di metodo criculminer nel Sessantotto: Coloro, che poi avrebbero
stiano, don Giussani utilizza la categoria di dialogo
lasciato GS, ponevano laccento su una concezione secondo cui il cristianesimo veniva in pratica inteso come
per identificare la missione, la presenza nellambiente
una forma di impegno morale e sociale. Cos facendo,
dei giovani giessini. Strumento della convivenza con
essi perdevano di vista la stessa natura specifica del fattutta la realt umana fatta da Dio il dialogo. Perci
to cristiano, e quindi finivano inevitabilmente per riil dialogo lo strumento della missione. Possiamo
porre la loro speranza nellazione e nellorganizzazione
affermare che la storia della Chiesa storia della costruzione dellunit, fatta di capacit di valorizzazione
delluomo, e non nel gesto gratuito con cui Dio ha scelto
del positivo, di dialogo. Basti pensare allincontro fra il
di entrare nella storia. A mio avviso, in queste persone
cristianesimo e le varie civilt. Come il dialogo detale atteggiamento non era allora consapevole, n criscritto da don Giussani? Il dialogo proposta allaltro
ticamente teorizzato, ma in pratica ispirava la loro vita
di quello che io vivo e attenzione a quello che laltro
di ogni giorno. Si determin quindi un conflitto che
vive, per una stima della sua umanit e per un amosi pu schematizzare cos: secondo me e altri, la realt
re allaltro che non implica affatto un dubbio di me. che salva luomo e il mondo sono Cristo e la Chiesa,
Laltro essenziale perch la mia esistenza si svilupdi cui lunit dei credenti (tra di loro e con lautorit)
pi, perch quello che io sono sia dinami espressione suprema e segno nella storia.
smo e vita. Dialogo questo rapporto con
[...] Laltro gruppo, invece - mettendo innanzitutto laccento sullimpegno pratico
laltro, chiunque o comunque sia (ibidem, pp. 187, 193-194).
e organizzativo nonch su un affronto dei
Il dialogo
Dialogo o dialettica. impressionante riproblemi sociali ispirato prioritariamente a
esprime
leggere queste cose alla luce di quanto diceesigenze di ordine morale - poneva appunvamo allinizio: Da come si ottiene questa costitutivamente to ogni speranza nellintraprendenza delle
lesperienza
posizione in noi si capisce se e quanto viiniziative delluomo e nella sua capacit
viamo lappartenenza, che radice profondazione, in fondo non riconoscendo altri
cristiana,
da di tutta lespressione culturale. Infatti,
valori se non quelli che a ci si potessero
vissuta
una espressione culturale nasce da unapricondurre. La crisi, da cui fummo cos dunella sua verit ramente travagliati, verso la fine del 1965
partenenza (L. Giussani, Luomo e il suo
destino, op. cit., p. 63). Qualunque espresera dunque gi in atto (L. Giussani, Il mosione culturale nasce da unappartenenza.
vimento di Comunione e Liberazione. 1954Lo scontro, la dialettica, la contrapposizione hanno la
1986. Conversazioni con Robi Ronza, Bur, Milano 2014,
loro origine in una concezione ideologica, qualunque
pp. 62-63).
ne sia la matrice. Il dialogo, invece, esprime costitutiLa nostra storia talmente ricca di vite e di esperienze
vamente lesperienza cristiana, vissuta nella sua verit:
da fornirci tutti gli elementi per vedere fino a che punto
essendo il cristianesimo una grazia, un dono ricevuto
vero quello che dice don Giussani, non solo perch lo
gratuitamente attraverso un incontro, che cosa possiadice lui, ma perch landamento delle cose lo attesta.
mo fare se non condividere nellincontro e nel dialogo
Se, infatti, a un certo momento cambia lappartenenza,
instancabile con gli altri quello che ci stato donato?
perch si fa unesperienza diversa del vivere, sar diversa anche lespressione culturale. Perci ciascuno di noi,
Non c altra modalit di renderli partecipi della verit
nel suo modo di porsi con una certa espressione cultuche abbiamo ricevuto che non sia il condividerla, comunicarla loro attraverso la vita; appunto, attraverso la
rale, esprime di fatto la sua appartenenza.
testimonianza. Ma questo atteggiamento lo possiamo
5. Lorigine della espressione culturale
trovare ugualmente in chi, avendo scoperto qualcosa di
Qual dunque lorigine del nostro modo di porci
decisivo per s in unaltra esperienza, lo vuole condividere con altri.
nel reale? Solo se noi identifichiamo lorigine della nostra espressione culturale, lorigine dei nostri tentativi
Dunque, ciascuna delle nostre espressioni culturali
di risposta, possiamo avere la chiarezza della strada e
un test della nostra appartenenza. Lo vediamo anche
lasciarci riprendere quando ci perdiamo. Qual loriin questi tempi: a volte ci si trova pi vicini a persone
che per anni sono state lontane che ad alcuni di casa. gine dei muri, della dialettica, della contrapposizione?
E qual lorigine del dialogo come condivisione,
Perch la vita non fa sconti.
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come comunicazione di noi stessi e non come mero


confronto di idee?

quanto vero? (A. Savorana,Vita di don Giussani, Bur,


Milano 2014, p. 391). Questo giudizio ce lo porteremo
nella tomba! Generoso non equivale a vero. Il nostro impeto ideale e il nostro desiderio di esprimere la
fede per rispondere alle sfide del vivere non ci liberano
automaticamente dal rischio che il nostro atteggiamento nasca da una insicurezza esistenziale; esso , infatti,
sempre in agguato e pu generare un modo di porsi nel
reale - cio una cultura - non adeguato a rispondere
alla situazione delluomo. Non si riusc, in quella occasione, come disse don Giussani nel 1972, a culturalizzare il [nostro] discorso, a portare la propria esperienza
cristiana fino al livello in cui essa diventa giudizio sistematico e critico, e quindi suggerimento di modalit
dazione (La lunga marcia della maturit,Tracce, n.
3/2008, p. 63). In quella occasione non fummo in grado di dare valore culturale alla nostra posizione, e non
sempre abbiamo saputo esprimere una posizione culturale originale allaltezza dellesperienza che abbiamo incontrato.

a) Insicurezza esistenziale
Anche qui, come sempre, la storia ci viene in aiuto.
Per me stato molto illuminante (ve ne ho gi parlato
in altre occasioni) vedere come si sviluppato il tentativo di risposta al Sessantotto. Coloro che erano rimasti
nel movimento cercarono di affrontare le sfide poste
dal Sessantotto, come facciamo noi adesso di fronte
alle attuali circostanze. inevitabile, davanti a una sfida non si pu non cercare di rispondere, quanto pi
vogliamo verificare se la fede ha a che vedere con tutto.
In riferimento ai vari nostri tentativi degli inizi degli
anni Settanta, don Giussani, nellagosto del 1982, parlando ai responsabili degli universitari e riprendendo
losservazione di uno dei presenti, scorge la radice da
cui proveniva quellespressione culturale: la
identifica in una insicurezza esistenziale.
una insicurezza esistenziale, cio [...] una
paura profonda, che fa cercare lappoggio
Uno che
b) Certezza
in proprie espressioni. Questa osservazioha una paura
Qual il contrario di questa insicurezza
ne [...] di capitale importanza. Uno che
e unansia
esistenziale? La certezza. Da dove nasce la
pieno di insicurezza, o che ha una paura e
esistenziale
capacit di dialogo, la capacit di incontrare
unansia esistenziale al fondo, dominante,
laltro, la capacit di condividere la nostra
cerca la sicurezza in cose che lui fa: la cultucerca
ra e lorganizzazione [...]. una insicurezla sicurezza in esistenza con lesistenza dellaltro? Da una
za esistenziale, una paura di fondo, che fa
certezza. Mi stupisce sempre pensare a don
cose che lui fa Giussani: da dove gli veniva questo sguardo
concepire come proprio punto dappoggio,
come ragione della propria consistenza, le
sulla realt? Che cosa viveva lui, per potersi
cose che si fanno culturalmente o organizrendere conto dellequivoco di fondo che si
zativamente (L. Giussani, Uomini senza patria. 1982era insinuato nel tentativo di rispondere alle provocazioni del Sessantotto? questa la grazia che ci ha dato
1983, Bur, Milano 2008, pp. 96-97).
Dio: un uomo che, a un certo punto, ci ha fatto scoMa la cosa pi terribile, per me, ci che osserva
prire lorigine di quel nostro tentativo, smascherando
subito dopo: Cos tutta lattivit culturale e tutta lattivit organizzativa non diventano espressione di una
un equivoco che si annidava in esso. Per questo, siamo
fisionomia nuova, di un uomo nuovo. La ragione
potuti sempre ripartire dalle nostre ceneri. Allora, che
ovvia: esse sono segni della nostra insicurezza esistendon Giussani ci abbia instancabilmente rimproverato e
ziale. Infatti, prosegue, se fossero lespressione di un
ripreso una disgrazia o la documentazione della misericordia di Cristo, la testimonianza di Cristo che acuomo nuovo, potrebbero anche non esserci, quando le
cade davanti ai nostri occhi per non lasciarci finire nel
circostanze non lo permettessero, ma quelluomo starebbe in piedi. Mentre, invece, tanta nostra gente qui
nulla? Che certezza doveva avere don Giussani per non
presente, se non ci fossero queste cose, non starebbe
soccombere alla insicurezza esistenziale! Tutti infatti
in piedi, non saprebbe per che cosa qui, non saprebavevano la fede: nel 1982 non stava parlando di coloro
be a che cosa aderisce: non sta, non consiste, perch la
che se ne erano andati dal movimento; no, si riferiva a
consistenza della mia persona la presenza di un Alquelli che erano rimasti e che vi appartenevano. Ma lui
tro (ibidem, p. 97). Per questo, proprio allinizio della
non si stancava di avvertirci del rischio di agire mossi da
contestazione studentesca, nel novembre 1967, diceva
una insicurezza esistenziale, affinch anche in noi, come
degli universitari del movimento presenti ad una delle
in lui, la posizione culturale e lazione scaturissero dalla
prime manifestazioni nellUniversit Cattolica di Micertezza generata dalla fede.
lano: lo sforzo di rispondere stato cos generoso, ma
Con questo Giussani ci stava dicendo che c un modo
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di intendere e vivere la fede che pu non sconfiggere


anche Lui allatteggiamento di Pietro.
linsicurezza esistenziale. E ci ha come conseguenza
Dunque, il Vangelo ci mette costantemente davanti
un modo di stare nel reale che pu essere generoso: ma
(lo abbiamo citato in altri momenti) due diversi modi
quanto vero? Come rispose a un Consiglio Nazionale
di stare nel reale, quello di Ges e quello di coloro che
del 1981, subito dopo il referendum sullaborto, a chi
stavano con Lui. Sono due atteggiamenti che, in un
aveva la giusta preoccupazione che la fede assumesse
senso analogico, abbiamo visto documentati anche nei
la dignit della cultura: Io vi chiedo se il problema di
protagonisti del capolavoro di Victor Hugo, I miserabili: Javert e Jean Valjean. Tutti e due hanno in un certo
una fede che diventi cultura, capacit di cultura, non
senso la fede, vi fanno riferimento; tutti e due vogliono
stia molto di pi nella certezza della fede, che neanche
esserne allaltezza, ma in loro si generano due atteggianella scaltrezza del passaggio alla cultura (Fraternit
menti diversi. interessante il monologo di Javert dopo
di Comunione e Liberazione, Documentazione audiovisiva, Consiglio nazionale di CL, Milano, 30-31 maggio
aver letto la Bibbia; mi riferisco alla bella sceneggiatura
1981). impressionante, perch tra le due affermazioni
del musical in versione cinematografica. La sua riflessione questa: L, nelloscurit, un evaso in fuga lonsul rischio della mancanza di una posizione culturale
tano da Dio, lontano dalla Grazia. Dio mi testimone
originale ci sono di mezzo quasi dieci anni (dal 1972
non ceder mai. [...] Signore, fa che io lo trovi, che io
al 1981), ma don Giussani non si sposta, non cambia il
possa vederlo al sicuro dietro alle sbarre! Non avr pace
suo giudizio. talmente radicato in lui come convinzione che lo ripete dieci anni dopo, quando
fino ad allora! [cio fino a quando non sia
erano cambiati i protagonisti, ma anchessi
riuscito a mettere ordine] Lo giuro. Lo giuro sulle stelle! (Les Misrables, regia di Tom
si erano spostati di nuovo: il problema della
Hooper, Usa-Uk 2012).
cultura il problema della fede. questa la
Cristo
Questa una modalit di concepire il
testimonianza della permanenza di Cristo
ci testimonia
compito che nasce dalla fede: mettere ornella storia: Cristo ci testimonia nella storia,
nella storia,
dine nella realt. Invece latteggiamento di
in un uomo, la vittoria sul nulla, sullinsicuin un uomo,
rezza, sulla confusione.
Jean Valjean, che nasce da unaltra esperienza di fede, suscitata dal gesto assolutamenSe vogliamo risalire agli inizi del cristiala vittoria
nesimo, anche il Vangelo ci offre una origite gratuito di misericordia, sconvolgente,
sul nulla,
naria documentazione di quello che stiamo
del Vescovo di Digne, quello di un uomo
sullinsicurezza che pensa che il suo compito sia, a partire
dicendo in rapporto ai discepoli: quasi non
vi una sua pagina in cui non si vedano due
da questa esperienza, testimoniare la misericordia di cui stato oggetto. Ci troviamo
posizioni diverse davanti alla realt, quella di
davanti a due situazioni: lapplicazione implacabile della
Ges e quella di coloro che Lo seguivano; non di coloro
legge per mettere ordine secondo la propria immagine
che non Lo seguivano, ma di coloro che appartenevano
del disegno di Dio; oppure una familiarit con lespe- per cos dire - alla stessa storia, vale a dire dei Suoi. Lo
rienza umana, che rende la cosa pi complessa, per cui
vediamo nelle loro reazioni quando domandano a Ges
di fare cadere il fuoco sui samaritani; oppure in Pietro, Jean Valjean si rende conto che la modalit adeguata di
rapporto con tutti solo quella di cui lui stato oggetto,
che pure aveva visto tutto quello che era accaduto, negli
e perci che si tratta unicamente di condividere con gli
anni vissuti con Ges, giorno dopo giorno, con tutta la
altri quel gesto di misericordia che Dio ha compiuto nei
sterminata ricchezza di segni: in tante occasioni lo vediamo reagire non a partire dalla certezza del rapporto
suoi confronti attraverso il monsignore.
con Lui, ma in preda alla sua insicurezza, prigioniero
6. La strada della certezza
delle sue misure. Cos estrae la spada nellorto degli uli.
vi e Ges gli dice: Rimetti la tua spada al suo posto
Allora, se lespressione culturale ha come punto dap[...]. Credi che io non possa pregare il Padre mio, che
poggio, come punto sorgivo la certezza, la questione che
metterebbe subito a mia disposizione pi di dodici leabbiamo davanti, amici, quale sia la strada per raggioni di angeli? (Mt 26,52-53). Da dove viene a Ges
giungere la certezza che ci pu collocare disarmati nella
la certezza necessaria per non reagire dialetticamente?
realt, davanti alle circostanze storiche attuali.
Che percezione del reale deve avere! Il calice che il PaE qui, di nuovo, se ci rifacciamo allorigine della nodre mi ha dato, non dovr berlo? (Gv 18,11). Ci che
stra storia, vediamo come, in un testo del 1955 destinato
rende Ges quello che , il Suo dialogo col Padre, il
ai responsabili dellAzione Cattolica milanese, Risposte
Suo legame con il Padre. Senza questo avrebbe ceduto
cristiane ai problemi dei giovani, don Giussani scri-
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VII

PAGINAUNO LA FORMA DELLA TESTIMONIANZA

ve che il compito dei cristiani non direttamente

a disposizione per renderci conto di quello che siamo!


cambiare la faccia al mondo risolvendone i problemi, Leggendo il Salmo 62: O Dio, Tu sei il mio Dio, / allaurora ti cerco, di Te / ha sete lanima mia. Che cosa
ma portare Cristo, cio mettere nel mondo il seme della
questa sete, se non il desiderio? La sete! A Te anela la
soluzione (Risposte cristiane ai problemi dei giovani ora
mia carne, / come terra deserta, arida, / senzacqua. /
in Realt e giovinezza. La sfida, SEI, Torino 1995, p. 144)
Cos [...] Ti ho cercato. Solo un uomo che ha questa
dei problemi. E che cosa vuol dire questo? In un testo
sete pu rendersi conto del valore di ci che gli capitadi poco precedente, del 1954, troviamo la risposta: La
to, cio che la Tua grazia vale / pi della vita (Salmo
realt del Regno di Dio non pu essere misurata dalla
62, Lodi mattutine del luned,inIl libro delle ore, Jaca
quantit di persone che riempiono le Chiese in determinate feste o circostanze, o dagli oratori gremiti di spettaBook, Milano 2006, p. 72). La sete e la grazia. Il desiderio
tori giovanili per qualche interessante torneo di calcio, o
e la presenza che risponde ad esso.
dalle sale cinematografiche parrocchiali a grande incasDa questa profonda centratura sulla persona, sullio,
so, ma misurata solo dalla sua capacit di creare pernon si mai spostato nel corso degli anni, consentendo
sonalit cristiane autentiche (L. Giussani - C. Oggioni, a noi di recuperare costantemente la strada. Lo conferma un testo del 1998 (quello precedente era del 1955,
Conquiste fondamentali per la vita e la presenza cristiana
questo del 1998!). Durante unEquipe degli universinel mondo, Presidenza diocesana milanese della Giovent Italiana di Azione Cattolica, Milano 1954, pp. 20-21). tari a chi domandava: Perch un movimento come il
E come nasce una personalit cristiana aunostro insiste cos tanto sullio, e perch solo
tentica? Anzitutto occorre notare che nella
adesso questa insistenza?, Giussani risponde: Mi fai reagire un po immediatamente
proposta di don Giussani vi una potente
quando mi dici solo adesso: perch linizio
centratura sulla persona, sullio, sul senso
Il desiderio
del movimento era dominato dal problema
cristiano dellio, come insister dallinizio
in ultima
della persona! E la persona un singolo,
di GS fino al termine della sua vita. A doanalisi incarna la persona un singolo che dice io [...].
cumentazione di ci, nel citato libretto del
1955, Risposte cristiane ai problemi dei giova- quella attrattiva Comunque, i primi anni, la prima decina
ni, don Giussani mette in evidenza il fenodanni, prima che il 68 portasse una granprofonda con
meno del desiderio, come dimensione costide sommossa mettendo a tema affannosacui Dio ci
tutiva delluomo, del soggetto, della persona:
mente non tanto lio, quanto la sua azione
chiama a s
esso definisce originariamente lio. In questo
nella societ, la conquista del potere [questo
si segnala una novit della sua impostazione:
stato lo spostamento] [...], prima del 68,
il desiderio, infatti, era guardato con una cerdicevo, il tema con cui iniziavo sempre gli
ta cautela, se non con sospetto, in tanti ambienti cattolici
Esercizi, i Ritiri, era costituito da una frase di Ges [...]:
dellepoca e in altrettante connesse prospettive di riflesMa che importa se prendete tutto il mondo e perdete
sione. Nella sottolineatura del desiderio si esprime la
voi stessi?. Anzi, Lui dice letteralmente: Che importa
profonda centratura sullio, sulla persona, colta nella sua
alluomo se prende tutto il mondo e perde se stesso? O
concretezza e originalit, che caratterizza la proposta di
che dar luomo in cambio di s? [...]. Questo spiega
don Giussani. Egli scrive: Ma soprattutto un fenomeno
perch il nostro dire, il contenuto della nostra conversasottende larco vibrante della vita umana -un fenomeno, zione, sempre centrato sullumanit, sul valore umano delle cose; e il valore umano non dellumanit,
soprattutto, lanima comune dogni interesse umano ma del singolo, della persona. E continua: La frase di
un fenomeno la molla dogni problema: il fenomeno
Ges che allora dicevo tantissime volte, come un refrain
del desiderio. Il desiderio che ci spinge alla soluzione dei
continuo, dal 68 in poi un po diminuita, ma adesproblemi - il desiderio, che lespressione della nostra
so labbiamo ripresa, perch lesito della politica o della
vita di uomini, in ultima analisi incarna quella attrattiva
rivoluzione ha fatto vedere le estreme conseguenze di
profonda con cui Dio ci chiama a s (L. Giussani, Risposte cristiane ai problemi dei giovani, in Realt e giovinezza.
una mancanza di coscienza, di autocoscienza dellio. E
La sfida, op. cit., p. 127).
adesso appare pi chiaro quello che ci diceva nel 1998:
Che differenza nel modo di considerare il desiderio!
Nel tempo che viviamo siamo giunti come alla sponda sabbiosa di unaridit, di un deserto umano, dove il
Per don Giussani esso incarna lattrattiva profonda con
soggetto della pena lio: non la societ, ma lio, perch
cui Dio ci chiama a s.
per la societ si ammazzano anche tutti gli io possibili
Che consolazione avremmo tutti i giorni se prendessimo in considerazione tutti gli strumenti che abbiamo
e immaginabili. Mentre per noi la societ nasce dalleVIII

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sistenza dellio. [...] Comunque, adesso, lo sviluppo del


Impressiona vedere dove don Giussani pone la speranza! Quanto pi i tempi sono duri, tanto pi il
movimento, la dinamica del movimento giunta a un
soggetto che conta [...]. Quello che conta il soggetto,
punto da cui si capisce [...] che lunica risorsa per frenare linvadenza del potere in quel vertice del cosmo che
ma il soggetto [...] la consapevolezza di un avvenimento, lavvenimento di Cristo, che diventato storia
lio, ed la libert [impressionante!] [...]. Lunica risorsa che ci resta una ripresa potente del senso cristiano
per te attraverso un incontro, e tu lhai riconosciuto.
dellio. [...] Linsistenza sul valore dellio si sviluppata
Dobbiamo collaborare, aiutarci allinsorgere di soggetti nuovi, cio di gente consapevole di un avvenimento
dunque dallinizio, cos come le circostanze lo chiedevano - perch sempre stata una nostra preoccupazione
che diventa storia per loro, altrimenti possiamo creare
rispondere ai problemi partendo dalle circostanze in
reti organizzative, ma non costruiamo nulla, non diamo niente di nuovo al mondo. Per questo ci che misucui si vive [...]. La sottolineatura del valore dellio stata non solo la ragione di un approfondimento, di uno
ra lincremento del movimento leducazione alla fede
sviluppo della religiosit come categoria fondamentale
della persona: riconoscimento di un avvenimento che
dellio, ma anche lorigine affascinante del rapporto con
diventato storia. Cristo diventato storia per te [...]
tutti i livelli della conoscenza (L. Giussani, In cammino.
dentro il tuo essere (L. Giussani, Un evento reale nella
1992-1998, Bur, Milano 2014, pp. 337-343).
vita delluomo. 1990-1991, Bur, Milano 2013, p. 39).
La sottolineatura del valore dellio quindi uno sviluppo della religiosit, del senso del Miste7. Lesperienza della verifica della fede
ro. A partire da essa, don Giussani ci assegna
Se noi vogliamo raggiungere quella certezza che ci rende soggetti nuovi, non c
anche il compito: La frase che vi ho citato
altra possibilit che rifare noi oggi la stessa
di Ges tragica, ma tragico anche il fatto
Solo
che io non labbia sentita, se non qualche
il compimento strada che ci stata proposta fin dallinizio.
Non si tratta di discutere, ma di rifare noi
rara volta, citare da altri, perch per noi, agli
del cuore
lesperienza della verifica della fede come
inizi, stata proprio il punto di riferimento.
la risposta
risposta al nostro desiderio, alle nostre esiPerci, compitela voi, compite voi tutta la
genze umane. Davanti alla samaritana Ges
dinamica, sviluppate anche voi la dinamica,
al nulla: non
si rivolge al desiderio, alla sete di quella
che abbiamo inoltrato per anni, della rai muri, n la
gione principale della nostra amicizia, della
donna, non ai tentativi maldestri che lei
dialettica
nostra compagnia e della nostra amicizia:
aveva fatto per soddisfarla, perch se anche
che il compimento del cuore, delle esigenavesse identificato gli errori ma non avesse
ze del cuore, senza del quale il nichilismo
risposto alla sua sete, quella donna li avrebsarebbe lunica conseguenza possibile (ibidem, p. 344). be commessi ancora. Perch non appena unaffermazione, ma unesperienza, una storia particolare, ci
Non sono cose di poco conto. O percorriamo questa
che cambia la mentalit: unesperienza personale che,
strada o finiremo nel nichilismo. Perci ci incoraggiava a percorrerla: Compite [e] [...] sviluppate [...] voi
proprio perch compie il nostro desiderio, ci consente
[tutta] la dinamica [...] della ragione [...] della nostra
di introdurci nella realt secondo un modo di guardare
amicizia: che il compimento del cuore. Solo il come un modo di trattare diversi. Per questo don Giussani
pimento del cuore la risposta al nulla: non i muri n
fin dallinizio mette a tema lesperienza, la questione
la dialettica, ma unesperienza in noi, nella quale vedellesperienza. Adesso possiamo capirne di pi tutta la
diamo vinto il nichilismo, una vittoria sul nichilismo
portata. In una lettera a Montini del 1962, tesa a chiarire
proprio in forza dellesperienza che facciamo. Il compila sua insistenza sulla esperienza, sottolinea che normento del cuore la verifica della fede. E solo da questa
malmente alle parole cristiane non corrispondeva
verifica della fede, solo da questo compimento, solo da
nella coscienza dei ragazzi alcun richiamo concreto.
questa certezza potr venire unespressione culturale
Gli studenti sentivano la dottrina cristiana astratta e
adeguata alle circostanze in cui siamo chiamati a vivere, senza significato per la loro esistenza. Lesperienza era
secondo tutte le dimensioni del reale. Per questo don
dunque necessaria perch si potessero capire e vivere le
Giussani ci invita alla personalizzazione della fede, di
idee che intellettualmente esprimono la realt cristiana.
cui parlava fin dallinizio, cos come fin dallinizio delProprio lesperienza personale rendeva perci possibile
la storia del movimento dominava la parola verifica, una riscoperta profonda dellinsegnamento della Chiesa (cfr. M. Busani, Giovent Studentesca..., op. cit., pp.
perch la generazione del soggetto la questione, allora
484, 231). Se anche noi non facciamo questo lavoro,
come oggi.
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anche in noi le parole si svuoteranno di significato,

ci viene dato, che diverso dal ripetere le parole.


Da che cosa si vede se facciamo o no esperienza, se
ci scivoleranno via dalle mani.
compiamo o no la verifica? Dal fatto che partiamo dalla
Per questo lesperienza cruciale: lesperienza di ciascuno di noi. Ma essa, come ci ha sempre insegnato
certezza o dalla insicurezza. Perch la ripetizione delle
don Giussani, ha bisogno di un criterio di verifica, che
parole non vince linsicurezza. Solo lesperienza e la verifica della fede vincono linsicurezza, lincertezza. Per
identificato con il senso religioso, cio con quelle domande ultime della ragione, con quel complesso
questo il problema non chi dice di avere ragione, ma
di esigenze e di evidenze elementari con cui luomo
se alla fin fine emerge davanti a te uno certo oppure no,
proiettato dentro il confronto con tutto ci che esiste, e lo si riconosce da come vive, da come sta nel reale. Sapete qual il sintomo? La certezza di essere amato mi
che Giussani aveva messo in primo piano cogliendo e
consente di abbracciare la realt, ha detto uno di voi. A
sviluppando il tema lanciato da Montini nella lettera
conferma di questo, ascoltiamo queste stupende parole
pastorale del 1957. Il senso religioso diventa cos il criterio di verifica della validit del cristianesimo, della
di don Giussani, durante una Equipe degli universitari
tradizione che i ragazzi di GS avevano ricevuto.
del 1980: Il sintomo della certezza che si ha simpatia
La parola verifica una delle pi usate nella vita
con tutto quello che si incontra. Infatti, la simpatia con
di GS nei primi anni. La vita stessa di GS considerata
tutto quello che si incontra solo data dalla presenuna verifica, una sfida a verificare lannuncio cristiano, za in noi della certezza del destino. Senza certezza non
vi possibilit di simpatia, se non formacio se e come Cristo risponde al desiderio
le, con chi ripete le nostre cose e con chi
delluomo. Afferma don Giussani parlando
daccordo con noi [cerchiamo quelli che
degli inizi di GS: Quasi subito dopo linizio
sono daccordo] [...]. Quanto pi una persorse un problema: E adesso che ci troviaIl sintomo
mo in dieci, venti, trenta, che cosa facciadella certezza sona potente, come certezza di coscienza,
mo?, domandavo. Dapprima si discuteva,
tanto pi il suo sguardo, anche nel modo
che si ha
come normalmente avveniva dovunque;
abituale di andare per la strada, abbraccia
simpatia
ma io sentivo lurgenza che limpeto gioiotutto, valorizza tutto, e non gli scappa nienso e certo di quel contenuto di annuncio si
te. Vede anche la foglia gialla in mezzo alla
con tutto
sviluppasse. Ha preso corpo allora quellatpianta verde. Possiamo facilmente scopriquello che
teggiamento programmatico che abbiamo
re e distinguere chi ha questa certezza, chi
si incontra
chiamato verifica. Se Cristo veramente la
costruisce muri o chi abbraccia tutto, chi
risposta alla vita, questo in qualche modo si
dialettico o chi dialoga, chi discute sempre su come dovrebbero essere le cose o chi
deve vedere (L. Giussani,Un avvenimento di vita, cio una storia, EDIT-Il Sabato, Roma-Milano
racconta la propria esperienza e condivide con laltro
1993, p. 341). E in Appunti di metodo cristiano scrive:
quello che vive, abbracciando tutto, valorizzando tutto,
Un incontro che non fosse richiamo e proposta da vesenza che gli sfugga niente, neanche la foglia gialla in
rificare sarebbe talmente vuoto che la memoria non lo
mezzo alla pianta verde. solo la certezza del significato ultimo che fa sentire, come fossimo un detector,
ricorderebbe neanche come incontro; sarebbe un avvenimento talmente inutile da non appartenere neanche
la pi lontana limatura di verit che sta nelle tasche di
alla storia (Il cammino al vero, op. cit., pp. 146-147). ognuno [il detector che individua perfino quello che
Abbiamo qualcosa di pi attuale da dire che questo?
laltro ha nelle tasche!]. E non necessario, per essere
Questa osservazione ci invita a una attenzione contiamico di un altro, che lui scopra che quello che dici tu
nua, a prendere sul serio il monito di don Giussani, ri vero e venga con te [non necessario che coloro che
portato da Savorana nel suo libro: Si pu diventare
abbiamo incontrato nelle presentazioni de La bellezza
fedelissimi nellusare un metodo come formula e tradisarmata vengano con noi]. Non necessario, vado io
mandarlo, accettarlo, senza che questo metodo continui
con lui, per quel tanto di limatura di vero che ha (L.
a essere ispiratore di uno sviluppo: un metodo che non
Giussani, Certi di alcune grandi cose. 1979-1981, Bur,
sviluppi una vita un metodo sepolcrale, silicizzazioMilano 2007, pp. 155-156). E ancora, come ci siamo
ne (pietrificazione) (Vita di don Giussani, op. cit., p. ricordati tante volte in questi tempi: Si sottolinea il
254). Possiamo evitare il rischio di finire, con le stesse
positivo, pur nel suo limite, e si abbandona tutto il resto
parole, nella pietrificazione del metodo, se non ci limialla misericordia del Padre (L. Giussani - S. Alberto - J.
tiamo a ripetere le parole - esperienza, verifica -, ma facPrades, Generare tracce nella storia del mondo, Rizzoli,
ciamo veramente lesperienza e la verifica di quello che
Milano 1998, p. 159).
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LA FORMA DELLA TESTIMONIANZA

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8. Come si definisce la forma della testimonianza? parte della testimonianza, ma non la cosa decisiva. La
La scoperta della forma della testimonianza pu testimonianza innanzitutto di Cristo in me, la teemergere solo dallinterno di un cammino come quello stimonianza che Cristo d in noi, attraverso il cambiadelineato. Nei nostri dialoghi emerge spesso il rischio mento che provoca nella nostra vita e a cui io acconsendi ridurre la testimonianza a una strategia. Noi, infatti, to liberamente. Lo dice san Paolo: Noi per abbiamo
cerchiamo sempre di risparmiarci il cammino. La testi- questo tesoro in vasi di creta, affinch appaia che questa
monianza non una strategia da immaginare, da pro- straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da
grammare a tavolino, e neppure la nuova parola dordi- noi (2Cor 4,7). Perci lincontro con Cristo descritto
ne da ripetere. un modo diverso di stare nel reale che da don Giussani come limbattersi in una realt umanasce dalla verifica della fede: ci sorprendiamo diversi na diversa. Ti imbatti in una realt umana che ha una
nel modo di affrontare la vita. Essendo stati investiti differenza qualitativa, [...] una differenza di vita che
dalla certezza di Cristo, sperimentando una altrimenti tu percepisci. [...] Quante volte, quanti fra noi si sono
impossibile pienezza affettiva, possiamo guardare tutto sentiti dire: Tu sei diverso dagli altri, c qualcosa di
in modo diverso, pi vero, pi libero: noi siamo i primi diverso. Ecco, lincontro limbattersi in una diffea rimanere sorpresi dal fatto che guardiamo il reale in renza qualitativa o [...] in una diversit: limbattersi
un modo diverso. una sorpresa. Il frutto cristiano in una diversit che ti attrae. in una diversit che ti
una sorpresa del cammino dellappartenenza a Cristo. attrae adesso - ti attrae la diversit che tu vedi in uno - la
modalit con cui Cristo si rende presente
Non solo una sorpresa per gli altri, una
agli uomini. E ti attrae nella misura in cui
sorpresa innanzitutto per noi: io mi trovo
passa attraverso il filtro del paragone e del
addosso dinamismi che non sono miei,
modi di agire che sono diversi da quelli di La testimonianza lavoro del giudizio. Tu scoprirai che una
prima.
di Cristo in noi, diversit ti attrae perch corrisponde di pi
al tuo cuore, ti attrae perch pi bella. Ti
La forma della testimonianza non va
Cristo che
attrae ed pi bella perch pi vera, ch
confusa, dunque, con una strategia, ma
nemmeno va ridotta a buon esempio, a d testimonianza il bello lo splendore del vero. E per questo non pu essere che disarmato. Perci,
una nostra adeguatezza, come mi ha detto
di S
una diversit pi bella perch pi vera,
qualcuno di voi: Io faccio fatica con queattraverso
sta espressione, forma della testimonianche ti corrisponde di pi, ti attrae, cio ti
la nostra vita
za, perch se penso alla mia testimonianza
corrisponde di pi. Insiste: pi bella
vedo tutta la mia inadeguatezza.
perch pi vera, perch il criterio del vero
A questo proposito, una delle cose che
il cuore (L. Giussani, Ci che abbiamo di
pi colpiscono del modo in cui Dio fa le cose, dove si pi caro. 1988-1989, Bur, Milano 2011, p. 72).
dimostra come Dio non sia assolutamente bloccato dalQuesto percorso non meccanico, non pu accadere
la nostra inadeguatezza, che quando vuole mostrare senza di noi, tutto passa attraverso la nostra disponibiche Lui allopera sceglie linadeguatezza pi assoluta: lit. Beata colei che ha creduto nelladempimento di
la sterilit. Per comunicare a tutti che Lui a compiere, ci che il Signore le ha detto (Lc 1,45). Beata tu, Maria,
fa partorire una donna sterile; pensiamo alle figure bi- che ti sei fidata della parola di Dio e lhai verificata. Per
bliche di Sara, Anna, Elisabetta. Allora la testimonianza questo le parole di Elisabetta sono il riconoscimento di
non un problema di adeguatezza, ma dipende dal fat- ci che ha visto accadere in lei quando apparsa dato che uno si ritrova addosso qualcosa che non poteva vanti ai suoi occhi la Madonna: il sussulto del bambino
generare da s e proprio per questo d testimonianza a che portava in grembo, la sua vibrazione. Ecco, appeColui che ha reso possibile il miracolo in lui. La testi- na il tuo saluto giunto ai miei orecchi, il bambino ha
monianza di Cristo in noi, Cristo che d testimo- sussultato di gioia nel mio grembo (Lc 1,44). Analonianza di S attraverso la nostra vita. In questo senso, gamente, questa disponibilit a lasciarci generare da
impossibile ridurre la testimonianza a buon esempio. un Altro documenta la nostra appartenenza. Solo una
La sterile, infatti, non genera un figlio perch pi buo- persona veramente certa pu accettare la sfida rapprena: se lei, sterile, partorisce un figlio perch un Altro sentata dalla coscienza che la Chiesa ha raggiunto nel
che opera. Quel fatto d testimonianza di Cristo, che lo Concilio Vaticano II che non esiste unaltra modalit di
fa accadere. Dobbiamo superare, dunque, la preoccu- comunicazione della verit se non quella che passa atpazione dellinadeguatezza, che appartiene a una ridu- traverso la libert. La Chiesa, perci il cristiano, non ha
zione della testimonianza a buon esempio, che s una bisogno di imporre nulla. La verit non si impone
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XI

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che per la forza della verit stessa (Concilio Vati-

grado tutto quello che abbiamo visto? Il cristianesimo


cano II, Dichiarazione sulla libert religiosa Dignitatis
una presenza presente e tutto il passato, tutto ci che
Humanae, Proemio, 1). Alla radice, la pienezza di Dio, abbiamo vissuto, la verit di tutto quello che abbiamo
la pienezza che vive Dio che crea lo spazio della libervissuto, messa alla prova, sotto esame nel presente,
t. Ricordo ancora come rimasi colpito quando seppi
nel modo con cui affrontiamo il presente. Il pianto di
che nelle religioni mesopotamiche la ragione per cui
Maria Maddalena rimarr davanti a tutti noi, perch se
gli uomini erano stati creati era per liberare gli dei dal
Lui non rimane presente, tutto il passato non sufficiente a togliere il pianto.
peso del lavoro. Invece, il Dio di Abramo, che in Cristo
Invece quando presente rigenera le nostre comunit.
si rivela come Trinit, vive nella comunione trinitaria
Al termine di una vacanza al mare passata in un gruppo
una tale pienezza da generare una creatura libera con
la quale condividere liberamente questa Sua pienezza. di sedici famiglie di amici di Varese e Friburgo (Svizzera),
in modo tuttaltro che formale - scrivono alcuni nostri
Per questo Dio non si spaventa della libert umana, ha
amici - nato in noi il desiderio di raccogliere unofferta
creato Lui luomo libero, perch preferisce essere riconosciuto e amato liberamente, da un io libero, come
libera da versare alla Fraternit. Questo per lo stupore e
ci ricorda Pguy: A questa libert [...] ho sacrificato
la gratitudine dei giorni passati insieme durante i quali,
tutto, dice Dio, / Al gusto che ho di essere amato da uoanche grazie al lavoro fatto insieme sugli Esercizi e sul
mini liberi, / Liberamente (Il mistero dei santi innotesto dellincontro con i nuovi iscritti alla Fraternit, abcenti, inI Misteri, Jaca Book, Milano 1997,
biamo fatto esperienza di una vera amicizia
p. 343).
in Cristo e di come la strada del movimento
Per questo il compito nostro non came lappartenenza ad esso dentro la Fraternibiare direttamente la faccia del mondo rit sia veramente per un di pi nelle nostre
Il compito
solvendo i problemi, ma portare Cristo, che
vite.
nostro
il seme della soluzione dei problemi.
Solo facendo esperienza di questa rige portare
nerazione delle nostre comunit, possiamo
Cristo,
9. Il compito
rispondere allinvito che ci ha rivolto papa
Allora, qual lo scopo del movimento?
Francesco: Alla rinascita di unEuropa affache il seme
Generare un adulto certo, un adulto che della soluzione ticata, ma ancora ricca di energie e di potenzialit, pu e deve contribuire la Chiesa. Il
abbia una tale certezza da introdurre nel
dei problemi
suo compito coincide con la sua missione:
mondo una posizione originale davanti a
lannuncio del Vangelo, che oggi pi che mai
ogni dimensione della vita umana, personale e sociale. La posizione originale ha a
si traduce soprattutto nellandare incontro alle ferite delluomo, portando la presenza forte e
che vedere con lautocoscienza, con la coscienza piena
semplice di Ges, la sua misericordia consolante e incodella fede, con quella coscienza di fede che d una autentica certezza: occorre questa certezza che nasce dalla
raggiante. Dio desidera abitare tra gli uomini, ma pu
fede per poter stare nel reale, per poter avere lo sguardo
farlo solo attraverso uomini e donne che, come i grandi
giusto, senza il quale partiremmo da unaltra posizione
evangelizzatori del continente, siano toccati da Lui e vivano il Vangelo, senza cercare altro [gente che Lo cerchi
(per il semplice fatto che non possiamo non partire da
giorno e notte, ci diceva don Giussani nel Sessantotto].
una qualche posizione). Come capitato a Maria Maddalena davanti al sepolcro vuoto: dopo tutti i miracoli
Solo una Chiesa ricca di testimoni potr ridare lacqua
che aveva visto non poteva non piangere, perch i fatti
pura del Vangelo alle radici dellEuropa [e del mondo;
passati non le davano la certezza necessaria per potere
in un mondo globale il problema lo stesso]. In questo, il cammino dei cristiani verso la piena unit un
stare davanti alla morte. Non si vive di un devoto ricordo, non si vive dellavere mangiato e bevuto con Lui, grande segno dei tempi [come noi possiamo vedere in
ma si vive di qualcosa che sta accadendo ora. Occorre
tanti amici ortodossi o anche non cristiani], ma anche
una presenza. Il Maria! (cfr. Gv 20,11-18) di Ges lesigenza urgente di rispondere allappello del Signore
che era come dirle: Non piangere! - ha a che vedere
perch tutti siano una sola cosa (Discorso per il conferimento del Premio Carlo Magno, 6 maggio 2016).
con la fede. Di quale tipo di fede abbiamo dunque bisogno? Di quale tipo di certezza? Quale tipo di presenCe lo ha testimoniato don Giussani: Il mondo staza di Cristo occorre nella nostra vita perch non siano
to conquistato al cristianesimo ultimamente da questa
il pianto, linsicurezza e la paura a dominare la nostra
parola riassuntiva: misericordia (Generare tracce nella
T
posizione nella realt, perch non siamo sconfitti malstoria del mondo, op. cit.,p. 159).
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