Você está na página 1de 75

Ci risiamo.

A distanza di un anno, ricompare il Tavolo per la Prevenzione e


Sicurezza nellarea della Salute Mentale. Questo mentre lASL Citt di
Milano, nella sua relazione annuale, sottolinea come problema maggiore la
carenza di organici dei CPS e linsufficienza degli interventi a livello
territoriale.
E mentre la Regione Lombardia, dal canto suo, ribadisce che compito delle
Aziende Ospedaliere Cittadine saranno solo le funzioni sanitarie che
sono loro proprie, ovvero funzioni di prevenzione, cura e riabilitazione dei
disturbi psichiatrici, in unottica di tutela delle persone sofferenti e delle loro
famiglie, e con un approccio orientato alla diagnosi e allintervento precoce e
allintegrazione dei diversi soggetti, istituzionali e non, impegnati sul territorio
sui temi della salute mentale.
E dunque solo il Comune di Milano a privilegiare nuovamente lapproccio
teso alla prevenzione della pericolosit sociale, istituendo un tavolo i cui
protagonisti saranno, tra gli altri, la Polizia di Stato (Questura), lArma dei
Carabinieri, la Polizia Locale.

PROGRAMMA


Ore 9.30
Presentazione

Patrizia Quartieri

consigliere Comune Milano

Saluto

Manfredi Palmeri

presidente Consiglio comunale

Ore 9.45 Introduzione


Massimo Cirri

Lanno scorso un vasto movimento di forze (Consiglieri comunali di entrambi


gli schieramenti, rappresentanze degli utenti, associazioni, tra cui il Forum
per la Salute Mentale) riuscirono a disinnescare il Tavolo: riproponiamo lo
stesso obiettivo, a partire da questo Convegno, rilanciando invece su
maggiori investimenti e maggiori risorse a tutela dei servizi per la salute
mentale.

giornalista

Ore 10.00 - Relazioni


Ernesto Muggia

presidente onorario UNASAM

Valerio Canzian

presidente URASAM

Luigi Benevelli

psichiatra

0re 11.00 - Interventi


Angelo Barbato

psichiatra

Aldo Brandirali

consigliere Comune Milano

Luigi Colajanni

sociologo

Don V. Colmegna

Casa della carit

Chiara Cremonesi

consigliere Regione Lombardia

Gianfranco Pittini

psichiatra

Ore 12.00 - Tavola Rotonda


Giampaolo Landi

assessore Comune Milano

Walter Locatelli

direttore generale ASL Milano

Carlo Lucchina

direttore generale Sanit Regione Lombardia

Coordina Giuseppe Landonio

consigliere Comune Milano

Cura non custodia


Non c
c salute
senza salute mentale

Introduzione di Patrizia Quartieri


Convegno
sulla sofferenza psichica a Milano
7 maggio 2010

La situazione a Milano
Di quasi 1 milione e 300 mila soggetti iscritti al

SSR a Milano, oltre 300000 soffrono di disturbi


dansia: di questi il 65% sono donne
0scillano tra 22000 e 55000 le persone che
soffrono di crisi di panico, e il 70% sono donne
I disturbi dansia si presentano insieme ad
abuso di farmaci (27%), a dipendenza
alcoolica (38%), ad altri disturbi psichici (62%
depressione)

E ancora
Circa 80000 soggetti hanno almeno una
prescrizione di psicofarmaci/anno
(rapporto donna/uomo 2:1)

17500 sono seguiti dai servizi psichiatrici

territoriali di cui almeno 5000 gravi


Le donne rappresentano il 63% dei casi
Il maggior ricorso alle cure si ha dopo i 40 anni
Il 30% ha pi di 65 anni

Altri dati di partenza


Quasi il 60% dei pazienti seguito solo da
un punto di vista farmacologico
Solo il 13% riceve terapie integrate
Allinterno delle strutture residenziali
stanno oltre 1200 soggetti
Di questi quasi 300 superano i 65 anni

Qualche problema
La sofferenza legata al degrado abitativo
Leccesso di trattamenti sanitari obbligatori
Il tavolo di prevenzione e sicurezza
nellambito della salute mentale
Il tema della residenzialit leggera,
soprattutto per le persone anziane
Il disagio dei migranti e dei carcerati
I rischi di revisione della legge 180

Il tavolo per la prevenzione e


la sicurezza nellarea della
salute mentale

Viene riproposto a distanza di un anno da quello

sulla pericolosit sociale


Gli obiettivi sono sostanzialmente analoghi, e
analoghi i soggetti che ne fanno parte
Oltre il Comune e lASL citt di Milano, le sei
aziende ospedaliere, il SSUEM 118 e le forze
dellordine: la Polizia di Stato (Questura), lArma
dei Carabinieri, la Polizia Locale

La regione Lombardia dice che


compito delle Aziende Ospedaliere

Cittadinesaranno solo le funzioni sanitarie che


sono loro proprie, ovvero funzioni di
prevenzione, cura e riabilitazione dei disturbi
psichiatrici, in unottica di tutela delle persone
sofferenti e delle loro famiglie, e con un
approccio orientato alla diagnosi e allintervento
precoce e allintegrazione dei diversi soggetti,
istituzionali e non, impegnati sul territorio sui
temi della salute mentale

e lASL citt di Milano


lASL citt di Milano, oltre a condividere il
parere della Regione, nella sua relazione
annuale, ribadisce che il problema
maggiore della realt milanese
rappresentato dalla carenza di organici
dei CPS, e dalla insufficienza degli
interventi a livello territoriale.

I rischi del Tavolo


Si privilegia laspetto della sicurezza

rispetto a quelli della cura e della


prevenzione
Si coinvolgono le forze dellordine in un
ruolo potenzialmente clinico che non
loro proprio
Si rischia di autorizzare uno stigma difficile
poi da rimuovere

Inoltre
Direttamente o indirettamente lobiettivo sembra

quello di rimettere in discussione la legge


Basaglia, sia per quanto riguarda le misure di
sorveglianza, sia per quanto riguarda
linterpretazione dei TSO (trattamenti sanitari
obbligatori)
Il rischio vero quello di tornare a una visione
pre-riforma, nonostante lesperienza di questi
trenta anni abbia testimoniato la bont
sostanziale di quellimpianto

I limiti nella applicazione


della riforma
Se problemi si sono manifestati perch
perch alla salute

mentale non sono state garantite le risorse giudicate


necessarie dalla stessa legge di riforma sanitaria (il 5%
dei bilanci regionali) e non sono state predisposte tutte
le misure alternative al ricovero (comunit
(comunit residenziali o
semiresidenziali) e di prevenzione.
In particolare poi, nella nostra Regione, prevalsa una
visione ospedaleospedale-centrica dei servizi territoriali (oggi in
carico alle aziende ospedaliere, e non alle ASL, come
sarebbe stato pi
pi logico e conseguente), e questo ha
provocato ricadute negative sugli organici dei CPS oggi,
soprattutto a Milano, carenti rispetto all
allutenza in carico
o potenziale.

MacArthur Study
Accedere al concetto della pericolosit
pericolosit sociale
sociale dei

malati psichici vuol dire arretrare rispetto a studi


accreditati, come il MacArthur Study, che ha confermato
che i soggetti con questi problemi non delinquono in
maniera superiore rispetto ai soggetti normali
normali (con
esclusione degli alcolisti e dei tossicodipendenti), e sono
anzi pi
pi spesso oggetto di violenze che attori di violenze.
Le cronache di questi giorni sono ricche di episodi
criminali, spesso efferati, compiuti da persone in
apparenza normali
normali, per ragioni per lo pi
pi passionali o
patrimoniali. Concentrare llattenzione solo sulla salute
mentale non pu che essere fuorviante e richiamare lo
stigma.

Il ruolo delle forze dellordine


il coinvolgimento delle forze dell
dellordine per favorire una

loro crescita culturale attorno a questo problema


senz
senzaltro auspicabile
altra cosa assegnare loro un compito di
riconoscimento dei cittadini affetti da disturbi mentali
nelle situazioni di emergenza e la scelta del percorso da
seguire
seguire
Questo vorrebbe dire confondere il ruolo di tutela
dell
dellordine con un ruolo eminentemente clinico che, non
a caso, le Associazioni dei familiari per la Salute Mentale
hanno rispedito al mittente

Le nostre iniziative
Abbiamo cercato di depotenziare il ruolo del

tavolo in sede di discussione di bilancio


Abbiamo ottenuto solo un rimando a quanto
contenuto nel Piano di Zona, precisando
limpegno verso il recupero dei persi di vista e
nella definizione di protocolli per lemergenza
Abbiamo infine ottenuto risorse aggiuntive per la
salute mentale per 100000 + 100000 euro

Conclusioni
Vogliamo continuare un cammino gi avviato in

due convegni Cos uguali cos diversi e nel


convegno Milano citt sana dello scorso anno
Interrogarci sul ruolo del Comune di Milano
rispetto sia ai servizi, che devono essere
implementati, sia al Tavolo, cos concepito, che
non condividiamo
Battere infine un colpo in difesa della 180: una
buona legge, non abbastanza applicata, anche in
Regione Lombardia

U.N.A.SA.M onlus
Unione Nazionale delle Associazioni
per la Salute Mentale
Sede Legale c/o Istituzione G.F.Minguzzi
Via SantIsaia, 90 40123 Bologna
tel. 051/5288526/11 fax 051/521268
C.F. : 96256330588

forum regionale lombardo

ERNESTO MUGGIA

Stigma, prevenzione, pericolosit sociale


Vorrei iniziare questo intervento con un invito, che spero non venga male interpretato: un
invito a rivolgere un pensiero alla memoria di persone che non sono pi in vita.
Sono i morti bruciati di San Gregorio Magno, quelli dilaniati dai cani randagi di Guidonia, quelli
scomparsi di Serra dAiello: tutti loro, e chiss quanti altri ancora, colpevoli soltanto di essere matti,
e quindi segregati e dimenticati da una societ che non vuol sapere, non vuol vedere e... paga, paga
anche molto. Ma poi non controlla. Sono tanti quelli che sono al corrente, operatori, amministratori,
familiari, sindacalisti e semplici cittadini: tutti stanno zitti, a tutti va bene cos perch potrebbe
andare peggio. Gli interessati, i sofferenti, non hanno la parola, non hanno diritti, non possono
difendersi: in altre parole sono invisibili allopinione pubblica, come se non esistessero.
Questo che vi ho detto il risultato di tante cause, ma certo una delle pi importanti la pesante
cappa di pregiudizio che grava sulla malattia mentale, su chi ne soffre e sulla sua famiglia. Si tratta
dello stigma che colpisce pazienti e familiari, reinnestando un circolo vizioso che si aggrava sempre
pi, confermando a posteriori ci che lo stigma stesso ha causato, producendo solitudine e
abbandono, alimentando paure ed inquietudini, inducendo segregazione.
Nel recente rapporto dellOMS sulla salute mentale nel mondo, Gro Harlem Bruntland, ex Direttore
Generale, sostiene che vi una sola strada: assicurare che la nostra sia lultima generazione a
permettere che la vergogna e lo stigma regnino al di sopra della scienza e della ragione.
Qualche numero per chiarire lentit del problema: i sofferenti di disturbi psichici gravi sono
almeno l1% della popolazione, in Italia come in tutto il mondo; lincidenza di circa l1 per anno
per 10.000, cio 6.000 nuovi malati/anno in Italia, 1.000 in Lombardia, 150 a Milano.

Come accennavo sopra, lostacolo principale che ci troviamo davanti in questo settore il
pregiudizio e la conseguente discriminazione delle persone con disturbi mentali e dei loro familiari.
Il pregiudizio estremizza, generalizza, rifiuta lanalisi; d un senso immediato di sicurezza perch
rende pi semplici realt complesse e poco conosciute. La sofferenza mentale un campo scomodo,
su cui si cerca di tacere sia con gli altri sia con noi stessi, anche per la paura che in genere si ha nel
riconoscere le zone oscure che tutti portiamo dentro di noi.
Fra i tanti pregiudizi che gravano sulla sofferenza psichica, spesso appesantiti dal silenzio generale,
i pi pericolosi per le conseguenze devastanti che ne derivano sono due: lincurabilit e la
pericolosit. Tralasciamo in questa sede gli altri come la vergogna, la colpa, lincomprensibilit, la
necessit di interventi magici o di esorcismi, ecc
E veramente difficile dipanare il groviglio di paure genuine e di timore, che alimenta il pregiudizio
della pericolosit nei confronti di chi affetto da disturbi mentali. Non c dubbio che sussistano
casi di alterazione mentale che portano ad atteggiamenti aggressivi e alla violenza. Non va
dimenticato per quante volte coloro che sono soggetti a stati di alterazione psichica, sono stati
sottoposti allinganno e alla violenza. Laggressivit, in tutti questi casi, la reazione a stati di
paura, di sofferenza, di tensioni insopportabili: proprio per questo pu essere opportunamente
prevenuta e gestita quando il soggetto seguito con continuit e competenza dallquipe curante. I
dati statistici smentiscono e ribaltano il luogo comune del matto violento: aggressioni, lesioni,
omicidi, sono presenti in egual misura nella cosiddetta popolazione normale e in quella dei pazienti
psichiatrici.
Nessuno pu pensare di affrontare o peggio risolvere questi problemi col ricorso alla pratica del
TSO, sia pure prolungato come da pi parti si sta chiedendo: lo testimoniano gli oltre 800
TSO/anno di Milano, contro i circa 2.000 di tutta la Lombardia o i meno di 10 di una citt come
Trieste. Questi dati, confermati dallassenza di prevenzione e dalla bassa spesa per interventi
domiciliari, stanno a dimostrare che il numero dei TSO un ottimo indice della qualit dei servizi di
salute mentale e del loro radicamento nel territorio.
Quello dellincurabilit certamente il pregiudizio pi dannoso. C poco da fare, non possono
guarire una forma di inutile commiserazione e disimpegno, che si trova perfino in alcuni
operatori. Cos si toglie a chi lo manifesta, come a chi lo subisce, la speranza, e con essa liniziativa
e la tenacia necessarie ad ogni cammino di ripresa. Rafforza questo pregiudizio il fatto che chi,
parente o conoscente, si trova a contatto con colui che sta male con la mente, avverte un senso di
impotenza: non trova il modo di aiutarlo concretamente, non vede miglioramenti, assiste a
periodiche ricadute. Inoltre, il senso comune e la memoria collettiva mantengono ancora
limmagine tradizionale del sofferente internato nel manicomio: unistituzione che non solo non era
curativa, ma - dietro lapparenza di assistenza globale e protettiva reprimeva e occultava i
disturbi, distruggeva la vita psichica e faceva regredire il ricoverato. Il manicomio rendeva cronica
la sofferenza temporanea, vero luogo di non ritorno, rendeva chi vi entrava segnato per la vita e
sanciva, agli occhi propri e a quelli altrui, lattributo di incurabile. Viceversa nessuna base
scientifica giustifica lidea che gli stati di alterazione mentale siano in quanto tali irreversibili.
Infatti i dati dellOMS ci dicono che una presa in carico precoce e una terapia corretta e tempestiva
sui diversi fronti, psicologico, farmacologico e sociale, garantisce oggi ai sofferenti di disturbi
psichici un terzo di guarigioni complete, un terzo di cosiddette guarigioni sociali ( quindi persone
consapevoli di una loro fragilit ma in grado di vivere a pieno nella societ), evidenziando solo
un terzo di non guarigioni, di persone cio che hanno bisogno di supporto per tutta la vita. Sono
numeri confortanti che si commentano da soli.
Lanno mondiale del malato di mente era sotto linsegna del motto Stop exclusion, dare to care,
Serve la cura e prendersene cura era stata la nostra versione italiana.
Il Progetto Obiettivo per la tutela della salute mentale, tuttora valido in regime di prorogatio, fra gli
interventi prioritari per i servizi di salute mentale pone: Leffettuazione di iniziative di

informazione, rivolte alla popolazione generale, sui disturbi mentali gravi, con lo scopo di
diminuire i pregiudizi e diffondere atteggiamenti di maggiore solidariet; ci aumenterebbe, fra
laltro la possibilit di indirizzare i malati gravi ai servizi di salute mentale.
Le forze della conservazione anche in questo settore oppongono notevoli resistenze, la
politicizzazione dei problemi produce solo danni, strumentalizzando unopinione pubblica ignorante
e pregiudizialmente ostile, le Universit continuano a sfornare giovani psichiatri secondo modelli
ormai desueti e le nuove figure professionali esperte di tecniche riabilitative scarseggiano; i politici
e gli amministratori locali, messi di fronte a questi difficili problemi, tendono a temporeggiare e a
non assumersi responsabilit.... Allora forse necessario muoversi alla rovescia, partire con azioni
di prevenzione e di sensibilizzazione dellopinione pubblica, perch faccia pressione sui politici e
gli amministratori e questi a loro volta smuovano le resistenze dei potentati universitari ed
ospedalieri.
Ci troviamo ora di fronte nel nostro Paese ad una rinnovata offensiva contro una riforma che,
lungi dal necessitare revisioni o modifiche, deve soltanto essere applicata fino in fondo per mostrare
la sua validit: la diffusione dei servizi di salute mentale in tutto il Paese quasi completa, anche se
restano ombre sulla loro effettiva efficacia. Non mancano daltra parte esempi di buone, e anche
ottime pratiche in molte regioni.
Oggi noi sappiamo che esiste un grave pericolo, sono stati depositati tre progetti di legge - un altro
mi risulta che sia in arrivo - i cui presentatori non sanno nulla di malattia mentale, ma vanno in
unaltra direzione, una direzione che non quella della cura, della riabilitazione, della ripresa,: no,
locchio del proponente, locchio di alcune forze politiche (che non sto l ad indicarvi perch le
conoscete) volto alla protezione della citt, del Paese, dellambiente dal pericolo sociale
rappresentato dai portatori di disturbi psichici. Quindi torniamo a un discorso che stato quello
allorigine dei manicomi: non si guarda alla persona che sta male, non si cerca di aiutare quella
persona, ma si pretende di proteggere la cittadinanza. Proteggere da cosa? Da una paura? Ma questa
paura vera o piuttosto coltivata, ingigantita, fecondata da iniezioni di malcostume mediatico,
come vorrei chiamarlo, cio da giornalisti indecenti, non rispettosi di nessun discorso di etica
professionale, che spargono a piene mani il letame della paura? Ora, quando si diffusa e venduta
paura a piene mani, molto facile proporre il rimedio sicurezza, unoperazione di marketing.
Quindi, se la paura non vera ma inventata, anche il discorso sicurezza inventato: basta
guardare lultima campagna elettorale. Ma io voglio aggiungere una cosa: oltre ad autorevolmente
reclamizzare questi progetti di legge, una persona civilissima, Senatore della Repubblica eccetera,
che ha una cultura che spazia fino alle indagini sulla Commissione Mitrokin, - il senatore Guzzanti,
tanto per essere chiari - si permette anche di scrivere che c un grande giro daffari mosso dalla
legge 180, che impedisce lonesto lavoro di revisione della stessa, che la legge 180 ha dei martiri,
che ogni giorno muoiono persone, che ci sono stati in questi ventanni (sono sue parole testuali)
3.500 persone assassinate in nome dellutopia basagliana. Ora, come definire una persona che
scrive scusate queste boiate ? Io non ho parole: come si permette a uno cos di parlare, senza
sapere nulla, semplicemente perch pagato per scrivere cose di questo genere?
Concludo, dicendo che un problema di cultura, che lopinione pubblica immersa in un secolare,
millenario pregiudizio nei confronti di chi soffre di disturbi mentali, pregiudizio che contiene ogni
genere di disastri come la segregazione, limpossibilit di trovare lavoro. Si pu benissimo lavorare
avendo disturbi psichici, noi lo sappiamo bene, sono infiniti i casi: Clara Sereni ha scritto un libro
che diceva si pu, io personalmente ho intitolato la prima, e purtroppo unica, conferenza
nazionale sulla salute mentale se si pu, si deve. Invece, niente da fare: se voi andate a chiedere a
un datore di lavoro qualunque di prendere una persona, giustamente accompagnata come la sua
diagnosi pu richiedere, ma che bravissima nel lavorare al computer pur soffrendo di disturbi
mentali, costui se ne guarda bene dal prenderla. Quindi, questo pregiudizio nei confronti del diverso

perch, diciamo pure, che chi soffre di disturbi psichici diverso dalla media degli altri uomini e
donne - quindi il pregiudizio del diverso c sempre.
Non esiste un contesto neutro, indifferente. Il contesto agisce un ruolo sia nei processi di
esclusione che in quelli di inclusione: per questa ragione anche verso il contesto sono necessari
interventi che ne favoriscano la terapeuticit ( G.Rossi )
Se invece lopinione pubblica accettasse una lezione di chiarezza, di onest, di disponibilit ad
accogliere, se ci fosse una comunit che accoglie invece di respingere, credo che persone come
Guzzanti e progetti di legge come quello che abbiamo respinto della Burani Procaccini cinque anni
fa e come gli attuali, non passerebbero oppure passerebbero in forma completamente annacquata.
Con un opinione pubblica pi preparata, pi colta, pi accettante queste cose non succederebbero,
perch la strada giusta quella dellaccoglienza, della riabilitazione e della ripresa che porta nella
societ persone che, invece di essere un peso passivo, diventano persone attive, persone che
contribuiscono, come dicono gli americani persone che lavorano e pagano le tasse , invece di
costare alla societ.
Sulla questione della cultura, con cui vorrei concludere, ritorno ad un documento orribile che
quello del recentissimo accordo relativo allistituzione di un Tavolo per la prevenzione della
pericolosit sociale del Comune di Milano con aziende ospedaliere, Regione, Comandante della
Polizia, Comandante dei Carabinieri, Comandante dei Vigili della citt di Milano, tutti insieme per
assicurare la tranquillit dei cittadini: preparano un Tavolo che si propone schedature e quindi
violazione di ogni privacy, di ogni diritto di persone sofferenti di disturbi psichici. Questo Tavolo
istituisce la figura dello psichiatra poliziotto, fa venire i brividi: a questo Tavolo noi ci
opponiamo. Abbiamo fatto uninterrogazione nei Consigli comunale e regionale, adesso lo
manderemo in giro tra gli operatori, perch non possono pi stare zitti, si deve pur dire che cos non
va bene.
Per, siccome Milano docet, io ho paura che questo modello al primo evento tragico di sangue,
suicidio o qualcosa che capita, arrivi in altre regioni e in altre citt: diceva giustamente Carlo
Rosselli oggi in Spagna domani in Italia. Era il 1936, ci risiamo.
Grazie.

Milano, 28 marzo 2009

VIOLENCE ET TROUBLES MENTAUX:


ALERTE ET RALIT
Angelo Barbato
Association Mondiale pour la Rhabilitation Psychosociale
Unit di Epidemiologia e Psichiatria Sociale
Istituto Mario Negri
Milano, Italie
BRUXELLES, 5 Octobre 2009

Questions gnantes
Les troubles mentaux lvent la probabilit des conduites violentes ?
Les troubles mentaux lvent le risque dtre victime
de violence ?
Y-a-t-il violence dans les services psychiatriques ?

Est-il dangereux travailler dans les services psychiatriques ?


Risque relatif
Risque absolu
Risque attribuable

Tabac et risque de tumeur pulmonaire


(n=464.000)

Risque relatif
10 cigarettes par jour

20,7

40 cigarettes par jour

Risque absolu

Risque attribuable

54,9

1,3%
90%

Freedman et al. , Lancet Oncology, 2008: 639

Incidence annuelle des conduites violentes


tude rtrospective USA
(n=5.865)
Risque absolu Risque relatif
Pas de trouble mental

1,9%

Tout trouble mental

3,4%

1,79

Anxit gnralise

4,2%

2,12

Dpression majeure

4,6%

2,41

Trouble panique

6%

3,12

Trouble affectif
bipolaire

11,8%

6,15

Troubles psychotiques

11,9%

6,19

Incidence triennale des conduites violents


tude prospective en deux phases USA
(n=34.653)
Analyse bivarie
Risque absolu Risque relatif
Dpression majeure

2,1%

0,72

Trouble affectif
bipolaire

4%

1,44

Troubles psychotiques 6,1%

2,17

Incidence triennale des conduites violentes


tude prospective en deux phases USA
(n=34.653)
Analyse bivarie
Risque absolu Risque relatif
Dtention en jeune ge

14,5%

6,11

Maltraitance dans
lenfance

10,9%

4,31

Divorce/Sparation

10,1%

4,23

Chmage

9%

4,03

Licenciement

8,3%

3,42

Incidence triennale des conduites violents


tude prospective en deux phases USA
(n=34.653)
Analyse multivarie
Facteurs de risque
Risque relatif
Jeune ge

3,60

Prcdents de violence

2,99

Dtention en jeune ge

2,05

Divorce/Sparation

2,04

Facteurs de protection
Sexe fminin

0,43

Revenu lev

0,58

Impact sur la population de la violence associe aux troubles


mentaux

Impact sur la population de la violence associe aux troubles mentaux


Pays

Auteur

Priode

Sude

Fazel et Grann, 2006

1988-2000 5,2%

USA

Corrigan et Watson,
2005

1990-1992 2%

Angleterre Coid et al., 2006

2000

Risque attribuable

1,2%

Incidence de violence subie


par personnes avec troubles mentaux
Incidence de violence subie
par personnes avec troubles mentaux
Pays

Auteur

Risque absolu

Risque relatif

USA

Brekke et al., 2001

17,7%

USA

White et al., 2006

25,6%

10,3

USA

Goodman et al., 2001 36,7%

10

USA

Hiday et al., 1999

22,4%

USA

Teplin et al., 2005

25,3%

11,8

Finlande

Honkonen et al., 2004 5,6%

3,3

Angleterre

Walsh et al., 2003

2,3

Australie

Fitzgerald et al., 2005 4,3%

Australie

Chapple et al., 2004

3,5

16%

17,9%

Conduites violentes dans les services


psychiatriques hospitaliers
Conduites violentes dans les services
psychiatriques hospitaliers
Lieu

Auteur

Priode

% patients violents

Suisse
allemande

Aberhalden et al.,
2007

Rome

Raja et Azzoni, 2005 6 annes

3 mois

13
3

Saronno/Busto Bolongaro et al., 2007 1 anne

Italie
(74 services)

Biancosino et al.,
2009

2 semaines

Ferrare

Grassi et al., 2006

7 annes

Incidence dans la vie de violence subie


par les patients en milieu psychiatrique
chantillon randomis USA
(n=142)
Incidence dans la vie de violence subie
par les patients en milieu psychiatrique
chantillon randomis USA
(n=142)
Type de violence

Incidence

tre menott

65%

Placement en isolement

59%

Contention physique

34%

Harclement sexuel

18%

Violence physique

13%

Accidents du travail dans les services psychiatriques


Secteur de Milan Garbagnate - 2008
Accidents du travail dans les services psychiatriques
Secteur de Milan Garbagnate - 2008

Taux accidents/
N
N accidents
100
professionnels
professionnels
Services de mdecine

138

1342

10,3

Services de chirurgie

49

425

11,5

Laboratoires

14

185

7,6

Anesthsie/Ranimation 8

130

6,2

Dispensaires

14

113

12,4

Psychiatrie

35

365

9,6

3830

10,2

TOUS LES SERVICES 390

Conclusions - 1

Les troubles mentaux lvent lgrement la probabilit des conduites violentes


La probabilit est plus leve pour certains groupes diagnostiques
La probabilit est plus leve en association avec labus de drogues
La probabilit plus leve associe aux troubles mentaux dpend de facteurs de risque
sociaux

Conclusions - 2
La grande majorit des personnes avec troubles mentaux nont jamais des conduites
violentes
Le diagnostic psychiatrique en soi nest pas un facteur de risque pour les conduites
violentes
Lapport des personnes avec troubles mentaux au taux de violence dans la societ est
ngligeable
Le possibilit de prvoir sur la base des indicateurs psychiatriques les graves conduites
violentes est limite cause du taux lev des faux positifs

Conclusions - 3

Les personnes avec troubles mentaux prsentent un risque lev de subir la violence en
gnral et mme dans les services psychiatriques
En Italie le niveau du taux de violence dans les services psychiatriques est bas par rapport
aux autres pays europens
Le travail dans les services psychiatriques est associ un risque gal ou infrieur celui
dautres services sanitaires
Le risque associ laggressivit est nanmoins un risque spcifique du travail en

psychiatrie quon doit considrer dans la formation des professionnels

CURA, NON CUSTODIA 7 maggio 2010, Palazzo Marino. (G.Pittini)


Mi sono domandato che cosa sta chiedendo in questi anni la societ alla psichiatria.
Ma quale societ? La politica ufficiale va chiedendo sicuramente degli interventi in linea con una
logica securitaria: eliminare tutti i rischi, eliminare le grane, rendere invisibili le persone che
creano problemi e le situazioni disturbanti , fonte di possibili imprevisti, movimenti aggressivi,
comportamenti imprevedibili. La parola dordine nel nostro Paese, da 15 anni, : niente problemi e
niente grane, o anche: alle grane ci pensi qualcun altro. Cio il qualunquismo.
E luomo della strada? Ovviamente, fa eco a queste parole dordine (diffuse dai politici, dagli
amministratori, dai media). Perch il senso comune significa la banalizzazione di tutte le
questioni, la scelta delle risposte pi semplici e apparentemente pi ovvie, la morale del bar. Il buon
senso gi qualcosa di diverso; ma per il buon senso occorre riflessione, tempo per capire il
problema, impegno a rifletterci almeno un po. Per questo per ci vuole la societ civile, cio quelle
articolazioni sociali un po pi complesse, un po pi disponibili, un po pi impegnate delluomo
della strada; queste articolazioni si sono enormemente ridotte e impoverite, ma esistono ancora, ed
su di loro che occorre far conto e lavorare.
Ad esempio, si fa oggi un gran parlare di PREVENZIONE, da parte dei pubblici amministratori di
questo Comune. Ma che cosa intendono per prevenzione? Chi di noi se n occupato in anni lontani
sa che prevenzione significa anzitutto: lavorare perch le condizioni generali siano pi favorevoli, e
non si creino situazioni a rischio o di pre-malattia. Cos, in pneumologia prevenzione significa:
migliorare la qualit dellaria; non fumare; usare la maschera se proprio si devono svolgere attivit
a rischio (in miniera, nelle vasche di sedimentazione)
E in psichiatria? Significa fare in modo che le condizioni di vita della popolazione generale, di una
popolazione specifica o di un individuo abbiano garantiti dei diritti di base (abitazione,
alimentazione, salario, istruzione, espressione delle proprie opinioni, un livello tollerabile di
conflittualit, una competitivit non esasperata, ecc.) Quanto poi al singolo, si tratter di cogliere
segni precoci di disagio, ma di valorizzare soprattutto le risorse, e di cercare risposte agli eventuali
punti di debolezza. Qui invece, per PREVENZIONE si intende sostanzialmente REPRESSIONE
PREVENTIVA, interessata solo ad eventuali problemi di ordine pubblico; e non a caso si studia il
modo di rendere pi facile o pi prolungato il TSO.
Occorre che noi operatori psichiatrici riusciamo a spiegare (almeno a chi ci ascolta, a chi desidera
capire) che non possiamo essere curanti e poliziotti allo stesso tempo; che un atteggiamento
inquisitorio- criminologico non pu stare insieme a diagnosi-cura e riabilitazione.
Per ora. La legge non cambiata. E la sua applicazione? Ci occuperemo diffusamente di questo nel
Seminario che si terr in data 8.6.2010 alla Bicocca, La posizione di garanzia degli operatori
psichiatrici. Ci sono alcune recenti sentenze che sembrano pi sensibili alle richieste dei politici,
insomma a richiedere allo psichiatra unottica criminologia. Fortunatamente, la giurisprudenza
prevalente di segno opposto.
Unultima parola sul clima delle Aziende Ospedaliere. Ultimamente, esse assumono giovani
psichiatri con contratto libero-professionale, anche per svolgere (o soprattutto per svolgere) attivit
in Pronto Soccorso, che la pi rischiosa da ogni punto di vista. Queste persone devono autotutelarsi anche sotto il profilo assicurativo; oltre ad essere pagate poco, lavorano in situazione di
precariet, potendo perdere il posto alla scadenza del contratto, e quindi sono assillate dalla paura di
commettere errori o di subire incidenti di ogni tipo. Come pensate che possano lavorare? Cio,
come potranno occuparsi serenamente e bene del loro paziente, se devono anzitutto preoccuparsi di
tutelare se stesse?

Il consenso informato

della psichiatria

PER IL CAMBIAMENTO DELLA MATRICE


ORGANIZZATIVA DEI SERVIZI DI SALUTE
MENTALE

Luigi Colaianni
1

Che cosa ne sarebbe della psichiatria se le


diagnosi psichiatriche non richieste, i ricoveri e
le cure fossero aboliti?
La psichiatria diventerebbe, in questo caso, neisuoi principi, pi simile alle altre specialit
dellamedicina [...] che vengono praticate solo supazienti volontari. Pi in generale, diventerebbe
come tutte le altre professioni [...] che offrono invendita determinati servizi e prodotti acompratori
informati, e in un mercato libero. Inpratica, la psichiatria dovrebbe identificare e
definire come non mai stata costretta a fare
i servizi che offre in vendita.
Thomas Szasz (1975, 439)
2

Psichiatria e informazione

per il consenso
Cosa avviene in ambito psichiatrico circa
linformazione e il consenso?
Quali sono le criticit che si evidenziano?
A cosa sono dovute?

possibile gestirle in modo trasformativo?


Per dare risposta a tali interrogativi si
esamineranno i vari aspetti che la psichiatria del
consenso informato pone.

Informazione per il
consenso

Diritto alla scelta del trattamento:


informazioni circa la prognosi;

informazioni circa le possibili opzionidisponibili e la loro efficacia;


informazioni circa i costi/benefici delle
singole opzioni terapeutiche.
4

Comma 22

Articolo 12, Comma 21 Lunico motivo


valido per chiedere il congedo dal fronte la pazzia.
Articolo 12, Comma 22 Chiunque
chieda il congedo dal fronte non
pazzo.
5

Il Comma 22 della
psichiatria

Tutti cittadini con diagnosi psichiatricahanno diritto al consenso informato,


ma in quanto soggetti a diagnosipsichiatrica non sono ritenuti in gradodi comprendere e/o di
esprimere ilconsenso al trattamento.
6

Condizioni per il
consenso valido

Competenze per la comprensione delle


informazione ricevute;
competenze per la valutazione delle diverse
opzioni;
competenze per decidere;
competenze per comunicare la scelta fatta.
7

Informazioni circa la
prognosi

La psichiatria non in grado di formulare


una prognosi in quanto sconosciutaleziopatogenesi del disturbo.
Pertanto tale criticit viene giustificata con ilpessimismo kraepeliniano, ovvero con lapresunzione
di inguaribilit.
8

Formulazione della
diagnosi

Nella bio-medicina il processo diagnostico si basa sullacorrelazione di tre elementi:

sintomi (soggettivi, ci che narra il paziente);


segni (oggettivi, sono elementi empirico-fattualisoggetti al rigore della misura, rilevati in virt
dellateoria e indipendenti dalle categorie conoscitive
dellosservatore);
formulazione della congettura che sottoposta aconfutazione (realismo ipotetico popperiano).
9

Diagnosi psichiatrica

La psichiatria dispone altres di:


sintomi, ma non di segni empiricamente rilevabili(indipendenti dalle modalit conoscitive
dellosservatore);
ci comporta che non sia disponibile lelementoempirico-fattuale passibile di misurazione;
pertanto le ipotesi non sono falsificabili e quindinon rispondono ai criteri di scientificit
(vediRosenhan, 1973).
Ci si trova pertanto alla presenza di mere
costruzioni retoriche-discorsive.
10

Informazioni circa le possibili opzioni


disponibili e la loro efficacia

In virt di quanto esposto, non possibile


dare al paziente informazioni circa possibiliopzioni terapeutiche differenti e la loroefficacia, in
quanto si tratta di terapie exadiuvantibus, ovvero che non intervengonosulla causa, essendo questa
sconosciuta.
11

Informazioni su costi/
benefici

In virt degli effetti collaterali che la maggior parte


dei farmaci impiegati in psichiatria pu produrre (maanche degli effetti iatrogeni e disabilitativi di
unariabilitazione quasi mai valutata), tanto pidobbligo fornire informazioni tali da permettere
allapersona una scelta ponderata.
Cos non avviene: se la persona, dopo tale
informazione, non aderisse alla cura, la psichiatriautilizzerebbe letichetta linguistica del non
hacoscienza di malattia, rendendo cos inutile ogniragionamento sul consenso informato.
12

Valutazione e AUDIT

I trattamenti psichiatrici non vengono valutati, se


non nel mero aspetto clinico dal curante (illusionedel clinico).
Quanto non sarebbe accettabile per un reparto dicardiologia o di altra specialit, si verifica ed
silenziosamente accettato nella praticapsichiatrica. Se ne tace perch altrimenti se ne
dovrebbero mettere in discussione i fondamenti,
sia biologici, sia relativi alla psicologia clinica e allapsicopatologia su cui viene affermato di
fondarsi.
13

Uno scarto di paradigma

Quanto esposto colloca anche le pratiche


psichiatriche in un ambito meramente
discorsivo, piuttosto che biomedico, inquanto gli aspetti incidenti sono i discorsiche si generano
nei contesti ditrattamento, ovvero i resoconti dei pazientie le narrazioni che li riguardano (familiari,
operatori), e quindi le configurazioni direalt che questi permettono di anticipare
(Ciompi, Dauwalder e Auge 1987).
14

Una strategia per il


cambiamento

In virt di quanto esposto, appare ancora pichiaramente come anche nei contesti di salute
mentale sia oltremodo importante linformazione
per il consenso, non solo dal punto di vista
deontologico, ma in quanto uno degli aspetti che
possono generare discorsivamente repertoridellazione e della risoluzione, dellazione e
dellobiettivo, piuttosto che quelli della malattia,
collocando il paziente al centro dellinterlocuzionee nel processo di attivazione (recovery) e
ricapacitazione delle proprie competenze
(empowerment).
15

Una modalit conoscitiva


differente

Tuttavia la psichiatria sociale, come scrive Larsen(2003), pur distogliendosi dal modello medico,
non harisolto la criticit della definizione di un modo di
conoscere (paradigma) e di un fondamento scientifico-cosa si conosce (teoria e modello) -propri;
come commenta Larsen, la psichiatria sociale non
psichiatria, e tuttavia non ha una teoria di base sucui fondare la propria prassi.
16

Le fallacie della psichiatria

A fronte di quanto emerso dalle ricerche che possibile


offrire alla considerazione della comunit scientifica e
professionale (Rosenhan 1973; Turchi e Perno 2002; Turchi e
Della Torre 2007), si conclude come la prassi diagnosticapsichiatrica risulti irrilevante sotto il
profilo terapeutico e
prognostico, ovvero in termini di validit pragmatica di quantomesso in atto,
ma sia invece assolutamente rilevante sotto il punto di vista
degli errori metodologici e delle inadeguatezze
epistemologiche che comporta e rispetto al perseguimento diobiettivi di promozione della salute,
poich si muove nelladirezione opposta attraverso il generare discorsivamente lamalattia, laddove
un medico non rileverebbe malattiaalcuna, ovvero laddove essa non c.
17

Natura retorica della


psichiatria

La prospettiva offerta dal posizionamento deltema nellalveo dei paradigmi discorsivi, che
appaiono adeguati alla natura delloggetto distudio, permette di focalizzare lattenzione
alle pratiche discorsive della psichiatria nellaloro natura meramente retorica e quindi apre
alla stipulazione di un differente assetto tratutti gli attori coinvolti (comunit dei parlanti,
Wittgenstein).
18

UNA PROPOSTA PER IL


CAMBIAMENTO

Generare un processo partecipativo che miri aridefinire in modo condiviso (quindi descrivibile,
valutabile e tale che implementi processiorganizzativi):

gli obiettivi operativi dellintervento in salute


mentale;
le strategie per raggiungerli;
le metodologie per valutare i risultati (efficacia)
e il processo (efficienza).
19

Per una Consensus

Conference della psichiatra

Si offerta una prospettiva che, rispondendoalle criticit illustrate, pu indicare unamodalit


conoscitiva altra in cui la praticapsichiatrica possa ridefinire in modo condivisoi propri obiettivi,
le proprie strategie e azionie un sistema di valutazione scientificamente
fondato, e con tali presupposti, possa aprire
spazi di concordance con i suoi utenti basata
sullinformazione e quindi sullalleanza con ilpaziente.
20

Modificando i presupposti di base (in terminidi riferimenti teoricoepistemologici)


possibile infatti una ridefinizione non soltantodegli obiettivi e delle strategie, ma anche deiruoli
preposti allintervento stesso (matrice
organizzativa), cos da generare
unarchitettura dei servizi diversa rispetto aquella data, che coerente con ladozione diriferimenti
conoscitivooperativi appartenential modello medico e al modello biopsico
sociale.
21

Per concludere

Si rileva come in assenza dellattivazione di un


processo quale quello illustrato, la psichiatria siaostaggio del senso comune, piuttosto che del
sensoscientifico (senza una teoria scientificamente fondatanon possibile generare prassi, ma solo
pratiche
orientate dal mero senso comune).
Ci espone le pratiche di salute mentale al richiamodi derive autoritarie, senza possibilit di
vederle,
n quindi di contrastarle.
Per cui quali migliori parole di quelle di Hans Albert,
per cui
non c nulla di pi pratico di una buona teoria?
22

Riferimenti bibliografici

Quanto esposto
trattato e
argomentatoapprofonditamente neltesto:

L. Colaianni 2009,
Per incapacit di
intendere e
volere. Il
consenso informato
della psichiatria,
Roma: ARACNE.
23

Cura, non custodia


Non c salute senza salute mentale
Convegno, venerd 7 maggio 2010
Come familiari ci saremmo aspettati che il comune di Milano, nel formulare la richiesta di istituire un
Tavolo prevenzione e sicurezza nellarea della Salute Mentale in cui ci chiama a collaborare,
arrivasse, finalmente, con una proposta di miglioramento delle attivit di cura nei servizi.
Per noi familiari, cos sempre speranzosi di prospettive di una migliore presa in carico, questa
chiamata al lavoro da parte del comune con un tavolo prevenzione e sicurezza si era subito riempita
di nuove attese. Finalmente, forse la volta buona, abbiamo pensato. Pur se, con qualche sospetto.
Invece no, ci eravamo illusi ancora una volta. Il Comune prende la questione alla larga evocando le
questioni di pericolosit sociale dei malati psichici, sia pur per dire che non sono pericolosi. Per
questo cita le ricerche di MacArtur Study, Choe e collaboratori che evidenziano come le persone con
una sofferenza psichica pi che agire comportamenti aggressivi e violenti sono pi frequentemente
vittime di molestie, aggressioni e violenze, malversazioni, con un rapporto tra essere vittime ed essere
autore di aggressione/violenza di 6 a 1.
Poi si continua con il mettere sulla carta gli obiettivi:
- ridurre il pi possibile il fenomeno dei persi di vista,
- prevedere programmi specifici di recupero dei pazienti che non si presentano agli appuntamenti
- prevedere programmi specifici a maggior intensit di cura per quelle situazioni psicopatologiche
che presentano manifestazioni comportamentali a maggior rischio di passaggio allatto.
Perch affermare che occorrono programmi specifici per prendere in carico le situazioni di
sofferenza grave quando i Dipartimenti di Salute Mentale sono preposti proprio per far fronte alle
situazioni di sofferenza grave ?
Dopo premesse di riconoscimento di non pericolosit dei sofferenti psichici e della necessit di una
migliore presa in carico, il Comune invece di promuovere la soggettivit, tanto pi necessaria quanto
maggiormente i soggetti sono fragili ed in un periodo storico difficile come quello attuale, con un
salto logico passa allintroduzione di un nuovo soggetto nella cura, proprio le Forze dellOrdine.
Secondo la vecchia tradizione che vede labbraccio mortifero della Psichiatria con la Pubblica
Sicurezza, coalizzate nel sostenere processi di normalizzazione.
Viene privilegiata la preoccupazione della pericolosit sociale, invece della cura delle persone, come
se le due cose non fossero legate tra di loro. E con migliori cure che si previene il disagio e si
migliora la sicurezza, non con la chiamata delle Forze dellOrdine.
La chiamata in causa delle Forze dellOrdine, cui nessun progetto obiettivo si mai sognato di fare
appello, fuori luogo e pericolosa: invece di diluire il conflitto lo va ad alimentare, oltre che
incrementare lo stigma che gi grava sui malati, sui familiari e sullaccesso ai servizi.
Non questo il sogno dei familiari, non di avere le forze dellordine al posto degli psichiatri, ma di
avere migliori servizi, migliori prese in carico, delle cure pi umane con meno contenzione, meno
controllo, meno farmaci, pi accoglienza, pi ascolto, pi diritti esigibili: labitare, il lavoro, luoghi di
frequentazione attraenti, pi integrazione nella citt, pi cittadinanza. Vogliamo cure per i nostri
congiunti e cure dei luoghi di cura.
Il modello lombardo
Non siamo contenti dei servizi di psichiatria a Milano e nella Lombardia. Il modello lombardo tanto
decantato si presenta poco efficace e poco efficiente. Del resto la Regione stessa ad affermarlo.
Nella Monografia Il Sistema di Salute Mentale di Regione Lombardia sono evidenziati diversi punti
di criticit:
1

- lincapacit del sistema di favorire laccesso ai servizi alle persone giovani ed ai soggetti pi fragili
ed emarginati. I CPS, porta daccesso alle unit operative, per la caratteristica dellofferta, orari e
spazi, sono meno in grado di attrarre le persone giovani.
E evidenziata inoltre la scarsa attivit domiciliare (solo 1 decimo delle persone trattate ne
usufruiscono) e di riabilitazione psicosociale nel territorio (solo il 5 per cento delle attivit dei CPS ha
carattere riabilitative).
Abbiamo il 56% delle risorse assorbite dalla residenzialit, (aumento del 62% in cinque anni delle
giornate di degenza erogate), dedite prevalentemente a custodia, contenimento, se va bene
intrattenimento.
La critica, evidenziata nella monografia, postulata nello stesso tempo come sfida da vincere.
Ci interroghiamo circa la coerenza della proposta del Comune di Milano con gli auspici formulati
dalla Regione stessa. Si va in una direzione opposta. Cosa si sta facendo? Si dice che non ci sono
risorse. N, non vero, di risorse ne vengono spese molte, solo che sono malamente indirizzate.
Se facciamo un confronto con i dati nazionali, troviamo che la Lombardia persino sotto la media
nazionale, che pure non tanto alta:
Interventi extra CPS :
Lombardia 18%, FVG 74%, Media 24%
Pazienti visitati nella sede dei CPS:
Lombardia 82%, FVG 26%
Operatori:
Lombardia 17 per 100.000,
FVG 49 per 100.000,

- 50 rispetto i Progetti Obiettivo Nazionali


- 18

Abbiamo riempito le comunit dove spesso, facendo girare i malati da una comunit allaltra, la
permanenza diventa perenne, e dove di riabilitazione non se ne fa. Non abbiamo personale che esce e
che va a trovare le persone nelle proprie case per visite domiciliari, a trovare, appunto, i persi di
vista. Non solo c poco personale ma c personale precario che cambia in continuazione,
sottopagato, che non pu garantire una continuit terapeutica. I CPS sottodimensionati rispetto alla
media lombarda non trovano psichiatri perch le A.A.O.O. offrono contratti non strutturati a 19 euro
allora che risultano non appetibili per uno psichiatra.
Noi familiari
Come familiari, non possiamo accettare che il destino e il percorso da seguire dei nostri congiunti,
madri, padri, fratelli, sorelle, figli, figlie, nipoti, amici, sia tracciato dalla non competenza clinica delle
Forze dellOrdine. Non possiamo accettare che i nostri congiunti siano calpestati nei loro diritti,
colpiti nella dignit, ridotti a stigmate della contenzione fisica e farmacologia e talvolta delle percosse.
Si sa dalle statistiche che laspettativa di vita per i malati psichici di circa 20 anni in meno rispetto
alle altre persone.
A stigma si verrebbe aggiungere altro stigma. Al bisogno di accoglienza e di promozione della
fragilit, al bisogno di legame sociale, integrazione nella citt si offre obbligatoriet di cura con
reclusione, custodia, contenzione farmacologia e fisica.
Si dice nel documento che , appunto, per i casi gravi, i dispersi, i violenti, per proteggerli dalla loro
auto aggressivit e per proteggere i cittadini dalle possibili violenze e passaggi allatto dei malati
psichici. E evocata la presunzione di pericolosit, la stessa su cui si basava la legge manicomiale del
1904. A riunioni istituzionali tra addetti ai lavori succede, infatti, di sentire riferimenti a quelli che
2

proprio hanno la violenza nel loro dna, per loro c solo la contenzione, con loro non si pu fare
diversamente,.
Nessuna scienza ha mai dimostrato che esiste la persona violenta per natura, come del resto anche le
neuroscienze prospettano. Tanto meno si possano a priori preventivare gli agiti. Certo in conseguenza
di incurie e vessazioni, possibile ipotizzare che per reazione vi possano essere agiti. Il destino di
ciascuno, sano o malato, segnato da ci che incontra nella propria vita, dallofferta fatta da parte di
chi se ne prende cura, dalla capacit di accoglienza, di sostegno, di inclusione nel legame.
Certo occorre un Altro che creda nella forza della parola, dellaccoglienza, dellincontro, della
relazione ed in coerenza a ci prospetti le proprie strategie di recupero, a partire dalla centralit della
persona che precede la malattia stessa. Pur in una logica di diritti e doveri. Le buone pratiche, anche di
noi familiari, anche di fronte a situazioni di violenza ne sono una testimonianza.
Non con la restrizione della libert altrui che difendiano la nostra incolumit, che ci proteggiamo
dalla nostre angosce e paure. La diversit dellaltro, il matto, il diverso, il tossicodipendente, il
violento sono cartine di tornasole che rivelano le nostre angosce e paure di fronte allincertezza, alle
preoccupazioni e alla precariet del vivere quotidiano. Lantidoto passa dal favorire lespressione
nostra e altrui, dallincontro, dalla relazione, dallarricchimento portato dalle reciproche diversit,
dalla promozione delle singolarit.
Sono questi i compiti etici della psichiatria sanciti dalla Legge 180.
Considerazioni
Noi familiari siamo qui ad affermare il diritto alla cura in difesa della fragilit dei nostri cari, con la
consapevolezza che prima della scienza viene lessere umano con le sue attese, paure, desideri,
fragilit che non necessariamente vanno rubricate tutte nel registro della malattia della quale i
tecnici simpossessano espropriandoci della nostra umanit.
Basaglia tutto ci lo aveva capito e per questo aveva postulato di mettere tra parentesi la malattia, non
per negarla, ma per porre come condizione preliminare ad ogni possibile cura, la restituzione della
libert e della cittadinanza alle persone. Non esiste la malattia, non esiste la schizofrenia, ma esiste
il malato, lo schizofrenico, una persona con delle difficolt che va aiutato.
Non dobbiamo assoggettarci al sapere di quei psichiatri, oggi sempre pi sono di ritorno, che pensano
che esista, perch dimostrato scientificamente secondo loro, il deficit cognitivo, la malattia cronica
gi a ventanni, con lunica possibilit della contenzione farmacologia, fisica e dellelettroshoc e che
esiste il germe della violenza.
I farmaci sono certo necessari, la questione in quali dosi e cosa daltro dovrebbe essere proposto
insieme
La scienza deve essere al servizio delluomo e non viceversa. Di scientifico sulla malattia mentale non
si sa niente, nemmeno le immagini del cervello aggiungono molto, evidenziano solo degli effetti,
registrano uno stato, dicono poco o nulla sulle prospettive, sulle evoluzioni. Su questo dice molto di
pi la relazione, anche sul delirio. Non c corrispondenza tra cervello e mente, tra i due c un salto
che la scienza non spiega. Il cervello un organo come altri, la mente riguarda quella dimensione che
chiamiamo psiche, anima, intelligenza, spirito, che potremmo riassumere nella parola relazione:
relazione del soggetto con il proprio corpo, con gli altri, con il mondo, con le istituzioni, quella che
chiamiamo la dimensione simbolica.
Abbiamo come familiari un ruolo fondamentale per i destini dei servizi della salute mentale.
Dobbiamo evitare che tra psichiatria e politica si stabilisca, o ritorni, lo storico rapporto di complicit
perversa e mortifera, che li vede entrambi coalizzati a rispondere di pi ai bisogni di sicurezza che ai
bisogni di cura e prevenzione.
Siamo sensibili ai bisogni di sicurezza dei cittadini quanto lo siamo per i bisogni di cura dei nostri
congiunti, ma non siamo disponibili ad attribuire i problemi della sicurezza a categorie particolari
3

come quelle della diversit, siano esse gli stranieri, i rom, i tossicodipendenti o i malati mentali i quali,
come ben dimostrano le statistiche, pi che commettere violenza la subiscono o la commettono
maggiormente quando sono lasciati in stato di abbandono, quando i servizi li hanno disabbonati o
lasciati disabbonare alle cure. I dispersi vanno cercati con le buone pratiche come da altre parti si fa e
vanno accompagnati ad acconsentire ad un percorso di cura individualizzato.
I risultati di ricercatori americani sugli homeless, i senza fissa dimora, che hanno come modello di
offrire una casa e poi un lavoro con risultati positivi a breve termine, ma negativi dopo a medio e
lungo termine, comparate con le sperimentazioni fatte a Milano, che invece partono dalla costruzione
della relazione come lavoro preliminare prima di offrire la casa e il lavoro, con risultati positivi
duraturi nel tempo, dimostrano quanto sia fondamentale il lavoro sulla relazione.
La violenza si combatte con i servizi e con le buone pratiche e non con lo stato di necessit e le cure
coatte e custodialistiche. Per questo ci preoccupano anche le proposte di modifica della L 180 in
discussione in Parlamento che prospettano, maggiore contenzione, TSO prolungati, reclusione in
comunit o cliniche private. Non siamo disponibili a scorciatoie che non risolvendo i problemi
aggravano lo stigma e la condizione di vita di chi ha bisogno di cure, di essere accolto e aiutato a
inserirsi nel legame sociale.
Siamo talvolta chiamati sia dai politici, sia dalla psichiatria a collaborare, ed buona cosa e anche
nostro compito dare tutta la nostra collaborazione, a condizione che gli obiettivi su cui siamo
chiamati in causa siano congrui con la nostra missione di promuovere la salute e la dignit delle
persone di cui ci occupiamo. S a collaborare, no a lasciarci usare e strumentalizzare per fini che
esulano dalle buone pratiche sanitarie e sociali.
Valerio Canzian
Urasam Lombardia
Tel. 347 7035105

Convegno

CURA, NON CUSTODIA


non c salute senza salute mentale

INTERVENTO di Chiara CREMONESI


Milano, 7 maggio 2010

SALUTE MENTALE E
REGIONE LOMBARDIA
DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI
PERSONALE

NON SI HANNO DATI RECENTI


(2005)
IL PERSONALE NELLE
STRUTTURE PUBBLICHE DAL 1999
AL 2005 E COMPLESSIVAMENTE
LO STESSO.
AUMENTANO GLI EDUCATORI E
AUSILIARI E DIMINUISCONO GLI
INFERMIERI
NEL SETTORE PRIVATO SI NOTI
LA DIFFERENTE COMPOSIZIONE
PERCENTUALE DEL PERSONALE:
MENO MEDICI ,PSICOLOGI.
INFERMIERI E IL 60% DEL
PERSONALE IMPIEGATO E
COMPOSTO DA AUSILIARI ED
EDUCATORI

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

Il numero degli utenti trattati nei Dipartimenti


di Salute Mentale e nelle Strutture Private
accreditate andato crescendo negli ultimi
sette anni, in misura pi vivace fino al 2002 e
pi lenta negli anni successivi. Nel 2005 in
Lombardia un cittadino su settanta ha avuto
almeno un contatto nellanno con i servizi
psichiatrici, mentre nel 1999 era in contatto
un cittadino su novanta.
Dal punto di vista demografico gli utenti sono
prevalentemente di sesso femminile, mentre
la
composizione
per
et
riflette
linvecchiamento della popolazione generale,
con unampia percentuale di pazienti al di
sopra dei 45 anni. La ridotta accessibilit dei
Dipartimenti di Salute Mentale alle fasce pi
giovani di popolazione testimoniata dal
minore incremento dei soggetti con meno di
35 anni. Questo dato dovrebbe indurre a
riflettere su quanto queste strutture siano
ancora percepite come stigmatizzanti dalle
persone giovani, nonostante le indagini di
popolazione, condotte anche recentemente in
Italia, confermino una significativa presenza
di disturbi mentali in et giovanile e quindi un
bisogno di cure non soddisfatto.

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

Aumento dei posti letto nelle


comunit protette
60% privati !

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

+ Attivit
riabilitative
- Attivit di
risocializzazione

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

Le attivit
terapeutiche
e di cura
sono circa il
10%

DATI E

PRIME CONSIDERAZIONI

SALUTE MENTALE E REGIONE LOMBARDIA


CENTRIDIURNI

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

Numeropazientirilevati

2.840

3.151

3.640

4.010

4.122

4.145

4.341

Numerointerventirilevati

146.839

171.934

203.890

241.981

261.333

280.927

289.739

SERVIZIPSICHIATRICIDI
DIAGNOSIECURA

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

Numeropazientirilevati

11.269

11.929

12.617

13.449

13.344

13.974

13.977

NumeroricoveriSPDCrilevati

21.095

21.535

21.188

22.369

21.416

22.463

22.141

NumeroggddSPDCrilevate

240.825

250.676

257.224

276.364

264.686

291.923

313.732

CENTRIRESIDENZIALIDI
TERAPIEPSICHIATRICHE

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

Numeropazientirilevati

1.044

1.243

1.370

1.471

1.584

1.713

1.781

NumeroricoveriCRTrilevati

2.601

3.132

3.577

3.122

3.265

3.591

3.602

NumeroggddCRTrilevate

156.393

175.029

200.123

222.859

246.454

252.784

261.436

COMUNITA'PROTETTE

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

Numeropazientirilevati

984

1.186

1.635

2.164

2.526

2.489

2.970

NumeroricoveriCPrilevati

1.886

2.141

2.674

3.769

4.275

4.326

5.022

NumeroggddCPrilevate

217.760

303.225

376.093

525.563

618.284

625.038

762.799

Quindi sulla Pericolosit sociale


si pu affermare che:

.
.

Non esista la figura del pericoloso sociale


E una figura che ha creato la comunit
Meglio dire una situazione che pu rendere pericolosa una persona con
disturbi di comportamento
Molto spesso uno sbaglio della societ a far questo. (es, porto darmi)
Non si deve dare il messaggio che chi malato pericoloso, cos lo si
allontana lo si isola , lo si criminalizza. Vediamo appunto che nel Tavolo
voluto dal Comune di Milano si consegna ai vigili urbani, ai carabinieri il
compito di controllare;di segnalarli.
Quindi un ritorno indietro: non si investe nella cura, ma nella custodia.
Il vero problema quindi la comunit: dove sono le reti solitariet?
Viviamo in una realt politica che scaricare sui pi deboli, come immigrati e
persone con disagio psichico i probelmi della societ: non ha funzioni di
governo e di garanzia di diritti uguali per tutti!

Che cosa deve cambiare?

Il Ruolo dei CPS


Deve esserci un diverso approccio.
Non si migliora il servizio solo aumentando il numero di
personale medico- infermieristico.
Si deve invece cambiare STILE di lavoro, ci deve essere
un progetto nel quale entrino in modo attivo sia
personale sanitario sia il familiare .
Per fare questo si deve definire qual obiettivo dei Piani
per la salute mentale e si deve investire nella
formazione del personale.
Non si deve pensare alla custodia, ma alla cura, alla
prevenzione, alla presa in carico: questo il punto da cui
partire!

Salute mentale ed Europa


In relazione all'obiettivo riconoscimento di diritti l'Anno europeo
dovrebbe:
far s che il pubblico riconosca i diritti fondamentali e i bisogni delle
persone in condizioni di povert;
correggere gli attuali stereotipi legati alle persone in condizioni di
povert e di esclusione mediante campagne informative, copertura sui
mass media e finanziamento di progetti da inserire in programmi culturali
generali;
aiutare le persone che vivono in condizioni di povert ad avere maggiore
fiducia in se stesse dando loro accesso a un reddito dignitoso e a servizi
d'interesse generale.

DOMANDE
Come mai il Comune di Milano - che guarda sempre allEuropa decide, tramite il proprio Assessorato alla Salute, di istituire il Tavolo
per la Prevenzione e Sicurezza nellarea della Salute Mentale,
proprio quando lEuropa ha dichiarato il 2010 lanno per combattere
la povert e lesclusione sociale ?
Qual la motivazione/finalit che spinge a giustificare listituzione
con la partecipazione al Tavolo tra laltro della Polizia di
Stato(Questura), dellArma dei Carabinieri e della Polizia Locale,
visto che i dati - anche qui esposti - n ci fanno vedere un aumento
esponenziale di questi cittadini con diagnosi di disturbi mentali, n ci
fanno osservare unaumentata pericolosit sociale?
Perch la Regione Lombardia nella sua visione ospedalocentrica ha pensato di dare la risposta a questo tema ancora una volta negli
ospedali depotenziando le struttire territoriali?
Cosa ne pensano gli psichiatri milanesi?
Cosa ne pensa il personale socio-sanitario?
Quali risposte siamo in grado di dare ai familiari/parenti?

Conclusioni
Questo convegno per me il punto di partenza
per un percorso da fare assieme in diverse
istanze.
Da parte mia mi impegner a livello regionale:
A) presentando un odg sul tema di oggi;
B) impegnandomi nel sostenere le istanze della
salute mentale allinterno della terza
Commissione consiliare regionale;
C) preparando in autunno un convegno che
coinvolga attori diversi: politici, sindacato,
operatori sanitari, associazioni, familiari.

Você também pode gostar