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PROGRAMMA
Ore 9.30
Presentazione
Patrizia Quartieri
Saluto
Manfredi Palmeri
giornalista
Valerio Canzian
presidente URASAM
Luigi Benevelli
psichiatra
psichiatra
Aldo Brandirali
Luigi Colajanni
sociologo
Don V. Colmegna
Chiara Cremonesi
Gianfranco Pittini
psichiatra
Walter Locatelli
Carlo Lucchina
La situazione a Milano
Di quasi 1 milione e 300 mila soggetti iscritti al
E ancora
Circa 80000 soggetti hanno almeno una
prescrizione di psicofarmaci/anno
(rapporto donna/uomo 2:1)
Qualche problema
La sofferenza legata al degrado abitativo
Leccesso di trattamenti sanitari obbligatori
Il tavolo di prevenzione e sicurezza
nellambito della salute mentale
Il tema della residenzialit leggera,
soprattutto per le persone anziane
Il disagio dei migranti e dei carcerati
I rischi di revisione della legge 180
Inoltre
Direttamente o indirettamente lobiettivo sembra
MacArthur Study
Accedere al concetto della pericolosit
pericolosit sociale
sociale dei
Le nostre iniziative
Abbiamo cercato di depotenziare il ruolo del
Conclusioni
Vogliamo continuare un cammino gi avviato in
U.N.A.SA.M onlus
Unione Nazionale delle Associazioni
per la Salute Mentale
Sede Legale c/o Istituzione G.F.Minguzzi
Via SantIsaia, 90 40123 Bologna
tel. 051/5288526/11 fax 051/521268
C.F. : 96256330588
ERNESTO MUGGIA
Come accennavo sopra, lostacolo principale che ci troviamo davanti in questo settore il
pregiudizio e la conseguente discriminazione delle persone con disturbi mentali e dei loro familiari.
Il pregiudizio estremizza, generalizza, rifiuta lanalisi; d un senso immediato di sicurezza perch
rende pi semplici realt complesse e poco conosciute. La sofferenza mentale un campo scomodo,
su cui si cerca di tacere sia con gli altri sia con noi stessi, anche per la paura che in genere si ha nel
riconoscere le zone oscure che tutti portiamo dentro di noi.
Fra i tanti pregiudizi che gravano sulla sofferenza psichica, spesso appesantiti dal silenzio generale,
i pi pericolosi per le conseguenze devastanti che ne derivano sono due: lincurabilit e la
pericolosit. Tralasciamo in questa sede gli altri come la vergogna, la colpa, lincomprensibilit, la
necessit di interventi magici o di esorcismi, ecc
E veramente difficile dipanare il groviglio di paure genuine e di timore, che alimenta il pregiudizio
della pericolosit nei confronti di chi affetto da disturbi mentali. Non c dubbio che sussistano
casi di alterazione mentale che portano ad atteggiamenti aggressivi e alla violenza. Non va
dimenticato per quante volte coloro che sono soggetti a stati di alterazione psichica, sono stati
sottoposti allinganno e alla violenza. Laggressivit, in tutti questi casi, la reazione a stati di
paura, di sofferenza, di tensioni insopportabili: proprio per questo pu essere opportunamente
prevenuta e gestita quando il soggetto seguito con continuit e competenza dallquipe curante. I
dati statistici smentiscono e ribaltano il luogo comune del matto violento: aggressioni, lesioni,
omicidi, sono presenti in egual misura nella cosiddetta popolazione normale e in quella dei pazienti
psichiatrici.
Nessuno pu pensare di affrontare o peggio risolvere questi problemi col ricorso alla pratica del
TSO, sia pure prolungato come da pi parti si sta chiedendo: lo testimoniano gli oltre 800
TSO/anno di Milano, contro i circa 2.000 di tutta la Lombardia o i meno di 10 di una citt come
Trieste. Questi dati, confermati dallassenza di prevenzione e dalla bassa spesa per interventi
domiciliari, stanno a dimostrare che il numero dei TSO un ottimo indice della qualit dei servizi di
salute mentale e del loro radicamento nel territorio.
Quello dellincurabilit certamente il pregiudizio pi dannoso. C poco da fare, non possono
guarire una forma di inutile commiserazione e disimpegno, che si trova perfino in alcuni
operatori. Cos si toglie a chi lo manifesta, come a chi lo subisce, la speranza, e con essa liniziativa
e la tenacia necessarie ad ogni cammino di ripresa. Rafforza questo pregiudizio il fatto che chi,
parente o conoscente, si trova a contatto con colui che sta male con la mente, avverte un senso di
impotenza: non trova il modo di aiutarlo concretamente, non vede miglioramenti, assiste a
periodiche ricadute. Inoltre, il senso comune e la memoria collettiva mantengono ancora
limmagine tradizionale del sofferente internato nel manicomio: unistituzione che non solo non era
curativa, ma - dietro lapparenza di assistenza globale e protettiva reprimeva e occultava i
disturbi, distruggeva la vita psichica e faceva regredire il ricoverato. Il manicomio rendeva cronica
la sofferenza temporanea, vero luogo di non ritorno, rendeva chi vi entrava segnato per la vita e
sanciva, agli occhi propri e a quelli altrui, lattributo di incurabile. Viceversa nessuna base
scientifica giustifica lidea che gli stati di alterazione mentale siano in quanto tali irreversibili.
Infatti i dati dellOMS ci dicono che una presa in carico precoce e una terapia corretta e tempestiva
sui diversi fronti, psicologico, farmacologico e sociale, garantisce oggi ai sofferenti di disturbi
psichici un terzo di guarigioni complete, un terzo di cosiddette guarigioni sociali ( quindi persone
consapevoli di una loro fragilit ma in grado di vivere a pieno nella societ), evidenziando solo
un terzo di non guarigioni, di persone cio che hanno bisogno di supporto per tutta la vita. Sono
numeri confortanti che si commentano da soli.
Lanno mondiale del malato di mente era sotto linsegna del motto Stop exclusion, dare to care,
Serve la cura e prendersene cura era stata la nostra versione italiana.
Il Progetto Obiettivo per la tutela della salute mentale, tuttora valido in regime di prorogatio, fra gli
interventi prioritari per i servizi di salute mentale pone: Leffettuazione di iniziative di
informazione, rivolte alla popolazione generale, sui disturbi mentali gravi, con lo scopo di
diminuire i pregiudizi e diffondere atteggiamenti di maggiore solidariet; ci aumenterebbe, fra
laltro la possibilit di indirizzare i malati gravi ai servizi di salute mentale.
Le forze della conservazione anche in questo settore oppongono notevoli resistenze, la
politicizzazione dei problemi produce solo danni, strumentalizzando unopinione pubblica ignorante
e pregiudizialmente ostile, le Universit continuano a sfornare giovani psichiatri secondo modelli
ormai desueti e le nuove figure professionali esperte di tecniche riabilitative scarseggiano; i politici
e gli amministratori locali, messi di fronte a questi difficili problemi, tendono a temporeggiare e a
non assumersi responsabilit.... Allora forse necessario muoversi alla rovescia, partire con azioni
di prevenzione e di sensibilizzazione dellopinione pubblica, perch faccia pressione sui politici e
gli amministratori e questi a loro volta smuovano le resistenze dei potentati universitari ed
ospedalieri.
Ci troviamo ora di fronte nel nostro Paese ad una rinnovata offensiva contro una riforma che,
lungi dal necessitare revisioni o modifiche, deve soltanto essere applicata fino in fondo per mostrare
la sua validit: la diffusione dei servizi di salute mentale in tutto il Paese quasi completa, anche se
restano ombre sulla loro effettiva efficacia. Non mancano daltra parte esempi di buone, e anche
ottime pratiche in molte regioni.
Oggi noi sappiamo che esiste un grave pericolo, sono stati depositati tre progetti di legge - un altro
mi risulta che sia in arrivo - i cui presentatori non sanno nulla di malattia mentale, ma vanno in
unaltra direzione, una direzione che non quella della cura, della riabilitazione, della ripresa,: no,
locchio del proponente, locchio di alcune forze politiche (che non sto l ad indicarvi perch le
conoscete) volto alla protezione della citt, del Paese, dellambiente dal pericolo sociale
rappresentato dai portatori di disturbi psichici. Quindi torniamo a un discorso che stato quello
allorigine dei manicomi: non si guarda alla persona che sta male, non si cerca di aiutare quella
persona, ma si pretende di proteggere la cittadinanza. Proteggere da cosa? Da una paura? Ma questa
paura vera o piuttosto coltivata, ingigantita, fecondata da iniezioni di malcostume mediatico,
come vorrei chiamarlo, cio da giornalisti indecenti, non rispettosi di nessun discorso di etica
professionale, che spargono a piene mani il letame della paura? Ora, quando si diffusa e venduta
paura a piene mani, molto facile proporre il rimedio sicurezza, unoperazione di marketing.
Quindi, se la paura non vera ma inventata, anche il discorso sicurezza inventato: basta
guardare lultima campagna elettorale. Ma io voglio aggiungere una cosa: oltre ad autorevolmente
reclamizzare questi progetti di legge, una persona civilissima, Senatore della Repubblica eccetera,
che ha una cultura che spazia fino alle indagini sulla Commissione Mitrokin, - il senatore Guzzanti,
tanto per essere chiari - si permette anche di scrivere che c un grande giro daffari mosso dalla
legge 180, che impedisce lonesto lavoro di revisione della stessa, che la legge 180 ha dei martiri,
che ogni giorno muoiono persone, che ci sono stati in questi ventanni (sono sue parole testuali)
3.500 persone assassinate in nome dellutopia basagliana. Ora, come definire una persona che
scrive scusate queste boiate ? Io non ho parole: come si permette a uno cos di parlare, senza
sapere nulla, semplicemente perch pagato per scrivere cose di questo genere?
Concludo, dicendo che un problema di cultura, che lopinione pubblica immersa in un secolare,
millenario pregiudizio nei confronti di chi soffre di disturbi mentali, pregiudizio che contiene ogni
genere di disastri come la segregazione, limpossibilit di trovare lavoro. Si pu benissimo lavorare
avendo disturbi psichici, noi lo sappiamo bene, sono infiniti i casi: Clara Sereni ha scritto un libro
che diceva si pu, io personalmente ho intitolato la prima, e purtroppo unica, conferenza
nazionale sulla salute mentale se si pu, si deve. Invece, niente da fare: se voi andate a chiedere a
un datore di lavoro qualunque di prendere una persona, giustamente accompagnata come la sua
diagnosi pu richiedere, ma che bravissima nel lavorare al computer pur soffrendo di disturbi
mentali, costui se ne guarda bene dal prenderla. Quindi, questo pregiudizio nei confronti del diverso
perch, diciamo pure, che chi soffre di disturbi psichici diverso dalla media degli altri uomini e
donne - quindi il pregiudizio del diverso c sempre.
Non esiste un contesto neutro, indifferente. Il contesto agisce un ruolo sia nei processi di
esclusione che in quelli di inclusione: per questa ragione anche verso il contesto sono necessari
interventi che ne favoriscano la terapeuticit ( G.Rossi )
Se invece lopinione pubblica accettasse una lezione di chiarezza, di onest, di disponibilit ad
accogliere, se ci fosse una comunit che accoglie invece di respingere, credo che persone come
Guzzanti e progetti di legge come quello che abbiamo respinto della Burani Procaccini cinque anni
fa e come gli attuali, non passerebbero oppure passerebbero in forma completamente annacquata.
Con un opinione pubblica pi preparata, pi colta, pi accettante queste cose non succederebbero,
perch la strada giusta quella dellaccoglienza, della riabilitazione e della ripresa che porta nella
societ persone che, invece di essere un peso passivo, diventano persone attive, persone che
contribuiscono, come dicono gli americani persone che lavorano e pagano le tasse , invece di
costare alla societ.
Sulla questione della cultura, con cui vorrei concludere, ritorno ad un documento orribile che
quello del recentissimo accordo relativo allistituzione di un Tavolo per la prevenzione della
pericolosit sociale del Comune di Milano con aziende ospedaliere, Regione, Comandante della
Polizia, Comandante dei Carabinieri, Comandante dei Vigili della citt di Milano, tutti insieme per
assicurare la tranquillit dei cittadini: preparano un Tavolo che si propone schedature e quindi
violazione di ogni privacy, di ogni diritto di persone sofferenti di disturbi psichici. Questo Tavolo
istituisce la figura dello psichiatra poliziotto, fa venire i brividi: a questo Tavolo noi ci
opponiamo. Abbiamo fatto uninterrogazione nei Consigli comunale e regionale, adesso lo
manderemo in giro tra gli operatori, perch non possono pi stare zitti, si deve pur dire che cos non
va bene.
Per, siccome Milano docet, io ho paura che questo modello al primo evento tragico di sangue,
suicidio o qualcosa che capita, arrivi in altre regioni e in altre citt: diceva giustamente Carlo
Rosselli oggi in Spagna domani in Italia. Era il 1936, ci risiamo.
Grazie.
Questions gnantes
Les troubles mentaux lvent la probabilit des conduites violentes ?
Les troubles mentaux lvent le risque dtre victime
de violence ?
Y-a-t-il violence dans les services psychiatriques ?
Risque relatif
10 cigarettes par jour
20,7
Risque absolu
Risque attribuable
54,9
1,3%
90%
1,9%
3,4%
1,79
Anxit gnralise
4,2%
2,12
Dpression majeure
4,6%
2,41
Trouble panique
6%
3,12
Trouble affectif
bipolaire
11,8%
6,15
Troubles psychotiques
11,9%
6,19
2,1%
0,72
Trouble affectif
bipolaire
4%
1,44
2,17
14,5%
6,11
Maltraitance dans
lenfance
10,9%
4,31
Divorce/Sparation
10,1%
4,23
Chmage
9%
4,03
Licenciement
8,3%
3,42
3,60
Prcdents de violence
2,99
Dtention en jeune ge
2,05
Divorce/Sparation
2,04
Facteurs de protection
Sexe fminin
0,43
Revenu lev
0,58
Auteur
Priode
Sude
1988-2000 5,2%
USA
Corrigan et Watson,
2005
1990-1992 2%
2000
Risque attribuable
1,2%
Auteur
Risque absolu
Risque relatif
USA
17,7%
USA
25,6%
10,3
USA
10
USA
22,4%
USA
25,3%
11,8
Finlande
3,3
Angleterre
2,3
Australie
Australie
3,5
16%
17,9%
Auteur
Priode
% patients violents
Suisse
allemande
Aberhalden et al.,
2007
Rome
3 mois
13
3
Italie
(74 services)
Biancosino et al.,
2009
2 semaines
Ferrare
7 annes
Incidence
tre menott
65%
Placement en isolement
59%
Contention physique
34%
Harclement sexuel
18%
Violence physique
13%
Taux accidents/
N
N accidents
100
professionnels
professionnels
Services de mdecine
138
1342
10,3
Services de chirurgie
49
425
11,5
Laboratoires
14
185
7,6
Anesthsie/Ranimation 8
130
6,2
Dispensaires
14
113
12,4
Psychiatrie
35
365
9,6
3830
10,2
Conclusions - 1
Conclusions - 2
La grande majorit des personnes avec troubles mentaux nont jamais des conduites
violentes
Le diagnostic psychiatrique en soi nest pas un facteur de risque pour les conduites
violentes
Lapport des personnes avec troubles mentaux au taux de violence dans la societ est
ngligeable
Le possibilit de prvoir sur la base des indicateurs psychiatriques les graves conduites
violentes est limite cause du taux lev des faux positifs
Conclusions - 3
Les personnes avec troubles mentaux prsentent un risque lev de subir la violence en
gnral et mme dans les services psychiatriques
En Italie le niveau du taux de violence dans les services psychiatriques est bas par rapport
aux autres pays europens
Le travail dans les services psychiatriques est associ un risque gal ou infrieur celui
dautres services sanitaires
Le risque associ laggressivit est nanmoins un risque spcifique du travail en
Il consenso informato
della psichiatria
Luigi Colaianni
1
Psichiatria e informazione
per il consenso
Cosa avviene in ambito psichiatrico circa
linformazione e il consenso?
Quali sono le criticit che si evidenziano?
A cosa sono dovute?
Informazione per il
consenso
Comma 22
Il Comma 22 della
psichiatria
Condizioni per il
consenso valido
Informazioni circa la
prognosi
Formulazione della
diagnosi
Diagnosi psichiatrica
Informazioni su costi/
benefici
Valutazione e AUDIT
In virt di quanto esposto, appare ancora pichiaramente come anche nei contesti di salute
mentale sia oltremodo importante linformazione
per il consenso, non solo dal punto di vista
deontologico, ma in quanto uno degli aspetti che
possono generare discorsivamente repertoridellazione e della risoluzione, dellazione e
dellobiettivo, piuttosto che quelli della malattia,
collocando il paziente al centro dellinterlocuzionee nel processo di attivazione (recovery) e
ricapacitazione delle proprie competenze
(empowerment).
15
Tuttavia la psichiatria sociale, come scrive Larsen(2003), pur distogliendosi dal modello medico,
non harisolto la criticit della definizione di un modo di
conoscere (paradigma) e di un fondamento scientifico-cosa si conosce (teoria e modello) -propri;
come commenta Larsen, la psichiatria sociale non
psichiatria, e tuttavia non ha una teoria di base sucui fondare la propria prassi.
16
La prospettiva offerta dal posizionamento deltema nellalveo dei paradigmi discorsivi, che
appaiono adeguati alla natura delloggetto distudio, permette di focalizzare lattenzione
alle pratiche discorsive della psichiatria nellaloro natura meramente retorica e quindi apre
alla stipulazione di un differente assetto tratutti gli attori coinvolti (comunit dei parlanti,
Wittgenstein).
18
Generare un processo partecipativo che miri aridefinire in modo condiviso (quindi descrivibile,
valutabile e tale che implementi processiorganizzativi):
Per concludere
Riferimenti bibliografici
Quanto esposto
trattato e
argomentatoapprofonditamente neltesto:
L. Colaianni 2009,
Per incapacit di
intendere e
volere. Il
consenso informato
della psichiatria,
Roma: ARACNE.
23
- lincapacit del sistema di favorire laccesso ai servizi alle persone giovani ed ai soggetti pi fragili
ed emarginati. I CPS, porta daccesso alle unit operative, per la caratteristica dellofferta, orari e
spazi, sono meno in grado di attrarre le persone giovani.
E evidenziata inoltre la scarsa attivit domiciliare (solo 1 decimo delle persone trattate ne
usufruiscono) e di riabilitazione psicosociale nel territorio (solo il 5 per cento delle attivit dei CPS ha
carattere riabilitative).
Abbiamo il 56% delle risorse assorbite dalla residenzialit, (aumento del 62% in cinque anni delle
giornate di degenza erogate), dedite prevalentemente a custodia, contenimento, se va bene
intrattenimento.
La critica, evidenziata nella monografia, postulata nello stesso tempo come sfida da vincere.
Ci interroghiamo circa la coerenza della proposta del Comune di Milano con gli auspici formulati
dalla Regione stessa. Si va in una direzione opposta. Cosa si sta facendo? Si dice che non ci sono
risorse. N, non vero, di risorse ne vengono spese molte, solo che sono malamente indirizzate.
Se facciamo un confronto con i dati nazionali, troviamo che la Lombardia persino sotto la media
nazionale, che pure non tanto alta:
Interventi extra CPS :
Lombardia 18%, FVG 74%, Media 24%
Pazienti visitati nella sede dei CPS:
Lombardia 82%, FVG 26%
Operatori:
Lombardia 17 per 100.000,
FVG 49 per 100.000,
Abbiamo riempito le comunit dove spesso, facendo girare i malati da una comunit allaltra, la
permanenza diventa perenne, e dove di riabilitazione non se ne fa. Non abbiamo personale che esce e
che va a trovare le persone nelle proprie case per visite domiciliari, a trovare, appunto, i persi di
vista. Non solo c poco personale ma c personale precario che cambia in continuazione,
sottopagato, che non pu garantire una continuit terapeutica. I CPS sottodimensionati rispetto alla
media lombarda non trovano psichiatri perch le A.A.O.O. offrono contratti non strutturati a 19 euro
allora che risultano non appetibili per uno psichiatra.
Noi familiari
Come familiari, non possiamo accettare che il destino e il percorso da seguire dei nostri congiunti,
madri, padri, fratelli, sorelle, figli, figlie, nipoti, amici, sia tracciato dalla non competenza clinica delle
Forze dellOrdine. Non possiamo accettare che i nostri congiunti siano calpestati nei loro diritti,
colpiti nella dignit, ridotti a stigmate della contenzione fisica e farmacologia e talvolta delle percosse.
Si sa dalle statistiche che laspettativa di vita per i malati psichici di circa 20 anni in meno rispetto
alle altre persone.
A stigma si verrebbe aggiungere altro stigma. Al bisogno di accoglienza e di promozione della
fragilit, al bisogno di legame sociale, integrazione nella citt si offre obbligatoriet di cura con
reclusione, custodia, contenzione farmacologia e fisica.
Si dice nel documento che , appunto, per i casi gravi, i dispersi, i violenti, per proteggerli dalla loro
auto aggressivit e per proteggere i cittadini dalle possibili violenze e passaggi allatto dei malati
psichici. E evocata la presunzione di pericolosit, la stessa su cui si basava la legge manicomiale del
1904. A riunioni istituzionali tra addetti ai lavori succede, infatti, di sentire riferimenti a quelli che
2
proprio hanno la violenza nel loro dna, per loro c solo la contenzione, con loro non si pu fare
diversamente,.
Nessuna scienza ha mai dimostrato che esiste la persona violenta per natura, come del resto anche le
neuroscienze prospettano. Tanto meno si possano a priori preventivare gli agiti. Certo in conseguenza
di incurie e vessazioni, possibile ipotizzare che per reazione vi possano essere agiti. Il destino di
ciascuno, sano o malato, segnato da ci che incontra nella propria vita, dallofferta fatta da parte di
chi se ne prende cura, dalla capacit di accoglienza, di sostegno, di inclusione nel legame.
Certo occorre un Altro che creda nella forza della parola, dellaccoglienza, dellincontro, della
relazione ed in coerenza a ci prospetti le proprie strategie di recupero, a partire dalla centralit della
persona che precede la malattia stessa. Pur in una logica di diritti e doveri. Le buone pratiche, anche di
noi familiari, anche di fronte a situazioni di violenza ne sono una testimonianza.
Non con la restrizione della libert altrui che difendiano la nostra incolumit, che ci proteggiamo
dalla nostre angosce e paure. La diversit dellaltro, il matto, il diverso, il tossicodipendente, il
violento sono cartine di tornasole che rivelano le nostre angosce e paure di fronte allincertezza, alle
preoccupazioni e alla precariet del vivere quotidiano. Lantidoto passa dal favorire lespressione
nostra e altrui, dallincontro, dalla relazione, dallarricchimento portato dalle reciproche diversit,
dalla promozione delle singolarit.
Sono questi i compiti etici della psichiatria sanciti dalla Legge 180.
Considerazioni
Noi familiari siamo qui ad affermare il diritto alla cura in difesa della fragilit dei nostri cari, con la
consapevolezza che prima della scienza viene lessere umano con le sue attese, paure, desideri,
fragilit che non necessariamente vanno rubricate tutte nel registro della malattia della quale i
tecnici simpossessano espropriandoci della nostra umanit.
Basaglia tutto ci lo aveva capito e per questo aveva postulato di mettere tra parentesi la malattia, non
per negarla, ma per porre come condizione preliminare ad ogni possibile cura, la restituzione della
libert e della cittadinanza alle persone. Non esiste la malattia, non esiste la schizofrenia, ma esiste
il malato, lo schizofrenico, una persona con delle difficolt che va aiutato.
Non dobbiamo assoggettarci al sapere di quei psichiatri, oggi sempre pi sono di ritorno, che pensano
che esista, perch dimostrato scientificamente secondo loro, il deficit cognitivo, la malattia cronica
gi a ventanni, con lunica possibilit della contenzione farmacologia, fisica e dellelettroshoc e che
esiste il germe della violenza.
I farmaci sono certo necessari, la questione in quali dosi e cosa daltro dovrebbe essere proposto
insieme
La scienza deve essere al servizio delluomo e non viceversa. Di scientifico sulla malattia mentale non
si sa niente, nemmeno le immagini del cervello aggiungono molto, evidenziano solo degli effetti,
registrano uno stato, dicono poco o nulla sulle prospettive, sulle evoluzioni. Su questo dice molto di
pi la relazione, anche sul delirio. Non c corrispondenza tra cervello e mente, tra i due c un salto
che la scienza non spiega. Il cervello un organo come altri, la mente riguarda quella dimensione che
chiamiamo psiche, anima, intelligenza, spirito, che potremmo riassumere nella parola relazione:
relazione del soggetto con il proprio corpo, con gli altri, con il mondo, con le istituzioni, quella che
chiamiamo la dimensione simbolica.
Abbiamo come familiari un ruolo fondamentale per i destini dei servizi della salute mentale.
Dobbiamo evitare che tra psichiatria e politica si stabilisca, o ritorni, lo storico rapporto di complicit
perversa e mortifera, che li vede entrambi coalizzati a rispondere di pi ai bisogni di sicurezza che ai
bisogni di cura e prevenzione.
Siamo sensibili ai bisogni di sicurezza dei cittadini quanto lo siamo per i bisogni di cura dei nostri
congiunti, ma non siamo disponibili ad attribuire i problemi della sicurezza a categorie particolari
3
come quelle della diversit, siano esse gli stranieri, i rom, i tossicodipendenti o i malati mentali i quali,
come ben dimostrano le statistiche, pi che commettere violenza la subiscono o la commettono
maggiormente quando sono lasciati in stato di abbandono, quando i servizi li hanno disabbonati o
lasciati disabbonare alle cure. I dispersi vanno cercati con le buone pratiche come da altre parti si fa e
vanno accompagnati ad acconsentire ad un percorso di cura individualizzato.
I risultati di ricercatori americani sugli homeless, i senza fissa dimora, che hanno come modello di
offrire una casa e poi un lavoro con risultati positivi a breve termine, ma negativi dopo a medio e
lungo termine, comparate con le sperimentazioni fatte a Milano, che invece partono dalla costruzione
della relazione come lavoro preliminare prima di offrire la casa e il lavoro, con risultati positivi
duraturi nel tempo, dimostrano quanto sia fondamentale il lavoro sulla relazione.
La violenza si combatte con i servizi e con le buone pratiche e non con lo stato di necessit e le cure
coatte e custodialistiche. Per questo ci preoccupano anche le proposte di modifica della L 180 in
discussione in Parlamento che prospettano, maggiore contenzione, TSO prolungati, reclusione in
comunit o cliniche private. Non siamo disponibili a scorciatoie che non risolvendo i problemi
aggravano lo stigma e la condizione di vita di chi ha bisogno di cure, di essere accolto e aiutato a
inserirsi nel legame sociale.
Siamo talvolta chiamati sia dai politici, sia dalla psichiatria a collaborare, ed buona cosa e anche
nostro compito dare tutta la nostra collaborazione, a condizione che gli obiettivi su cui siamo
chiamati in causa siano congrui con la nostra missione di promuovere la salute e la dignit delle
persone di cui ci occupiamo. S a collaborare, no a lasciarci usare e strumentalizzare per fini che
esulano dalle buone pratiche sanitarie e sociali.
Valerio Canzian
Urasam Lombardia
Tel. 347 7035105
Convegno
SALUTE MENTALE E
REGIONE LOMBARDIA
DATI E
PRIME CONSIDERAZIONI
PRIME CONSIDERAZIONI
PERSONALE
PRIME CONSIDERAZIONI
PRIME CONSIDERAZIONI
PRIME CONSIDERAZIONI
PRIME CONSIDERAZIONI
PRIME CONSIDERAZIONI
PRIME CONSIDERAZIONI
PRIME CONSIDERAZIONI
PRIME CONSIDERAZIONI
+ Attivit
riabilitative
- Attivit di
risocializzazione
PRIME CONSIDERAZIONI
Le attivit
terapeutiche
e di cura
sono circa il
10%
DATI E
PRIME CONSIDERAZIONI
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Numeropazientirilevati
2.840
3.151
3.640
4.010
4.122
4.145
4.341
Numerointerventirilevati
146.839
171.934
203.890
241.981
261.333
280.927
289.739
SERVIZIPSICHIATRICIDI
DIAGNOSIECURA
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Numeropazientirilevati
11.269
11.929
12.617
13.449
13.344
13.974
13.977
NumeroricoveriSPDCrilevati
21.095
21.535
21.188
22.369
21.416
22.463
22.141
NumeroggddSPDCrilevate
240.825
250.676
257.224
276.364
264.686
291.923
313.732
CENTRIRESIDENZIALIDI
TERAPIEPSICHIATRICHE
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Numeropazientirilevati
1.044
1.243
1.370
1.471
1.584
1.713
1.781
NumeroricoveriCRTrilevati
2.601
3.132
3.577
3.122
3.265
3.591
3.602
NumeroggddCRTrilevate
156.393
175.029
200.123
222.859
246.454
252.784
261.436
COMUNITA'PROTETTE
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Numeropazientirilevati
984
1.186
1.635
2.164
2.526
2.489
2.970
NumeroricoveriCPrilevati
1.886
2.141
2.674
3.769
4.275
4.326
5.022
NumeroggddCPrilevate
217.760
303.225
376.093
525.563
618.284
625.038
762.799
.
.
DOMANDE
Come mai il Comune di Milano - che guarda sempre allEuropa decide, tramite il proprio Assessorato alla Salute, di istituire il Tavolo
per la Prevenzione e Sicurezza nellarea della Salute Mentale,
proprio quando lEuropa ha dichiarato il 2010 lanno per combattere
la povert e lesclusione sociale ?
Qual la motivazione/finalit che spinge a giustificare listituzione
con la partecipazione al Tavolo tra laltro della Polizia di
Stato(Questura), dellArma dei Carabinieri e della Polizia Locale,
visto che i dati - anche qui esposti - n ci fanno vedere un aumento
esponenziale di questi cittadini con diagnosi di disturbi mentali, n ci
fanno osservare unaumentata pericolosit sociale?
Perch la Regione Lombardia nella sua visione ospedalocentrica ha pensato di dare la risposta a questo tema ancora una volta negli
ospedali depotenziando le struttire territoriali?
Cosa ne pensano gli psichiatri milanesi?
Cosa ne pensa il personale socio-sanitario?
Quali risposte siamo in grado di dare ai familiari/parenti?
Conclusioni
Questo convegno per me il punto di partenza
per un percorso da fare assieme in diverse
istanze.
Da parte mia mi impegner a livello regionale:
A) presentando un odg sul tema di oggi;
B) impegnandomi nel sostenere le istanze della
salute mentale allinterno della terza
Commissione consiliare regionale;
C) preparando in autunno un convegno che
coinvolga attori diversi: politici, sindacato,
operatori sanitari, associazioni, familiari.