tuendis maxime cernitur; pertinet igitur ad societatem segue.
Ma l'azione pratica si esplica soprattutto nella difesa
generis humani; ergo haec cognitioni anteponenda est. dei beni comuni a tutti gli uomini; riguarda, dunque, la convivenza del genere umano. L'azione, pertanto, da anteporre alla scelta. [154] Atque id optimus quisque re ipsa ostendit et 154 Ogni uomo perbene pensa cos dimostra col fatto. Chi iudicat. Quis enim est tam cupidus in perspicienda infatti cosi innamorato dello studio della natura che, cognoscendaque rerum natura, ut, si ei tractanti annunziandogli, mentre intento a studiare cose contemplantique res cognitione dignissimas subito sit importantissime, che un gravissimo pericolo minaccia la allatum periculum discrimenque patriae, cui subvenire patria, alla quale egli pu portare soccorso, non trascuri a opitularique possit, non illa omnia relinquat atque abbandoni ogni cosa, anche se pensi di poter numerare tutte abiciat, etiamsi dinumerare se stellas aut metiri mundi le stelle a misurare la grandezza della terra? Ed altrettanto magnitudinem posse arbitretur? atque hoc idem in sarebbe, trattandosi del1'interesse o del pericolo del padre parentis, in amici re aut periculo fecerit. suo, o di un amico. [155] Quibus rebus intellegitur, studiis officiisque 155 Da tutto ci si comprende che agli studi e ai doveri della scientiae praeponenda esse officia iustitiae, quae scienza si devono anteporre i doveri della giustizia, i quali pertinent ad hominum utilitatem, qua nihil homini esse hanno per fine la fratellanza umana, che dev'essere il debet antiquius. Atque illi ipsi, quorum studia vitaque supremo ideale dell'uomo. Nemmeno coloro the dedicarono omnis in rerum cognitione versata est, tamen ab la vita a gli studi alla scienza si disinteressarono della utilit a augendis hominum utilitatibus et commodis non della felicit degli uomini; poich insegnarono a molti a recesserunt. Nam et erudierunt multos, quo meliores divenire cittadini migliori a pi utili alla patria, come il cives utilioresque rebus suis publicis essent, ut pitagorico Liside al tebano Epaminonda, Platone a Dione di Thebanum Epaminondam Lysis Pythagoreus, Siracusa e cos molti altri; quanto a me, tutto il contributo the Syracosium Dionem Plato multique multos, nosque io ho recato allo stato, qualunque esso sia, dovuto all'essere ipsi, quicquid ad rem publicam attulimus, si modo io entrato nella vita politica, indirizzato a preparato da dei aliquid attulimus, a doctoribus atque doctrina instructi maestri a dal loro insegnamento. ad eam et ornati accessimus. 156 E questi uomini, non solo finch son vivi e presenti, [156] Neque solum vivi atque praesentes studiosos istruiscono e ammaestrano gli spiriti avidi di sapere, ma discendi erudiunt atque docent, sed hoc idem etiam anche dopo morti ottengono il medesimo effetto con le loro post mortem monumentis litterarum assequuntur. Nec immortali scritture. E invero essi non tralasciarono nessuna enim locus ullus est praetermissus ab iis, qui ad leges, questione che riguardasse le leggi, la morale, il buon governo qui ad mores, qui ad disciplinam rei publicae dello Stato, s che pu dirsi che consacrarono i loro studi pertineret, ut otium suum ad nostrum negotium privati al bene della nostra vita pubblica. Cos anche quei contulisse videantur. Ita illi ipsi doctrinae studiis et sapienti, dediti agli studi scientifici e filosofici, arrecano sapientiae dediti ad hominum utilitatem suam principalmente al bene comune il contributo del loro ingegno intelligentiam prudentiamque potissimum conferunt; e della loro saggezza. E per la stessa ragione, anche ob eamque etiam causam eloqui copiose, modo l'eloquenza, purch illuminata dal pensiero, val pi di una prudenter, melius est quam vel acutissime sine speculazione quanto mai acuta, ma che non sa esprimersi; eloquentia cogitare, quod cogitatio in se ipsa vertitur, perch la speculazione si chiude in se stessa, mentre eloquentia complectitur eos, quibuscum communitate l'eloquenza abbraccia tutti coloro che un comune vincolo iuncti sumus. unisce e affratella. [157] Atque ut apium examina non fingendorum 157 E come gli sciami delle api non si uniscono fra loro per favorum causa congregantur, sed cum congregabilia formare favi, ma li costruiscono perch sono per natura natura sint, fingunt favos, sic homines, ac multo etiam portati a radunarsi, cos gli uomini, e a maggior ragione, magis, natura congregati adhibent agendi cogitandique riuniti per natura con vincoli socievoli, impiegano la loro sollertiam. Itaque, nisi ea virtus, quae constat ex ingegnosit di pensiero a di azione. La conoscenza quindi, se hominibus tuendis, id est ex societate generis humani, non congiunta alla virt costituita dall'obbligo di attingat cognitionem rerum, solivaga cognitio et ieiuna proteggere gli uomini, cio da quella the risulta dalla socialit videatur, itemque magnitudo animi remota del genere umano, sar cosa povera a fine a se stessa; allo communitate coniunctioneque humana feritas sit stesso modo che la grandezza d'animo, che non si proponga il quaedam et immanitas. Ita fit, ut vincat cognitionis bene dell'umanit, sembra quasi bestialit a mostruosit. Cos studium consociatio hominum atque communitas. avviene che i doveri verso la societ umana sono superiori all'amore del sapere. [158] Nec verum est quod dicitur a quibusdam propter necessitatem vitae, quod ea, quae natura desideraret, consequi sine aliis atque efficere non possemus, idcirco initam esse cum hominibus communitatem et societatem; quodsi omnia nobis, quae ad victum cultumque pertinent, quasi virgula divina, ut aiunt, suppeditarentur, tum optimo quisque ingenio negotiis 2
158 E non vero quel che dicono certi filosofi: La societ
umana ha avuto origine dalle necessit della vita, perch noi, senza l'aiuto degli altri, non potremmo n ottenere n provvedere quel che la natura richiede. E se, come suol dirsi, una bacchetta magica ci procurasse tutte quelle cose che servono ai bisogni e agli agi della vita, ogni uomo di pi felice ingegno lascerebbe da parte ogni altro affare per