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Lento declino
adeguate per le esigenze agronomiche della
specie che prospera in particolare nei terreni
sciolti, sabbiosi e freschi (3).
ARBORICOLTURA
Levento atmosferico
Nella serata del 19 giugno 2004, unampia
fascia della pianura pordenonese stata investita da una forte grandinata. Nellarco di dieci
giorni si notato un vistoso deperimento dei
pini, consistente in un veloce disseccamento
degli aghi e degli apici dei germogli, con il
conseguente arrossamento di ampie porzioni
delle chiome. In sede di sopralluogo sono state
effettuate alcune sezioni trasversali di rametti
seccaginosi e si potuto notare lazzurramento del legno, alterazione causata molto spesso
da funghi cromogeni (1).
Sono quindi stati prelevati campioni di
La diagnosi
e lagente eziologico
Dal materiale campionato, dopo incubazione in camera umida, si potuto osservare che
i conidi, liberati dai picnidi nerastri erompenti
dallepidermide degli aghi e dalle scaglie degli
strobili, risultavano per forma, colore e dimensioni caratteristici del genere Sphaeropsis Sacc.
Essi, infatti, erano di colore bruno, di forma
ellittica allungata, di dimensioni variabili,
comprese tra 30-46 x 10-18 m, perlopi
unicellulari. Sono inoltre stati osservati conidi bicellulari, con evidente setto trasversale.
Questultima caratteristica differenzia Sphaeropsis sapinea (Fr.) Dyco et Sutton da altre
specie congeneri e in passato fu alla base
dellattribuzione del sinonimo Diplodia pinea
(Desm.) Kickx (4).
Parallelamente, lisolamento in vitro partendo da legno azzurrato ha permesso lo sviluppo di un micelio che per caratteri biometrici
risultato ascrivibile a Sphaeropsis sapinea
Lindagine e i risultati
I dati raccolti evidenziano che in nessun
rilievo compaiono esemplari in stato ottimale
e che le condizioni vegetative peggiorano
moderatamente dal 1996 al 2003 per precipitare nel 2004. La percentuale dei pini in
stato buono diminuisce dal 1996 al 2003
dell8,2%, mentre le percentuali dello stato
mediocre e precario aumentano rispettivamente del 6,9% e dell1,3%.
Tra i fattori che possono aver contribuito al
VALUTAZIONE DELLO STATO VEGETATIVO DEI PINUS PINEA IN FUNZIONE DELLA CONDIZIONE DI SALUTE DELLE CHIOME
Ottimale
Buono
Mediocre
Precario
Pessimo
Stato vegetativo
ACER 2/2007 48
ARBORICOLTURA
0,0 %
1,1 %
0,0 %
7,1%
22,4%
23,7%
38,3%
30,1%
42,9%
39,3%
48,9%
46,2%
Secco
Discreto
Secco
Discreto
Secco
Discreto
Precario
Buono
Precario
Buono
Precario
Buono
discreto peggioramento delle condizioni vegetative del popolamento in sette anni si possono
menzionare: le condizioni stazionali inadeguate per le esigenze agronomiche della specie e
lalluvione dellautunno 2001 che ha interessato la zona golenale. La mancanza di impianto di irrigazione ha predisposto i filari allo stress
idrico e il terreno compatto ha favorito condizioni di asfissia radicale. Lalluvione del
novembre 2001 ha aggravato questultime,
visto che parte del fusto e le radici sono stati
sommersi per quattro giorni.
Dal 2003 al 2004 si riscontrato un consistente peggioramento dello stato vegetativo. La
percentuale degli individui in stato mediocre
aumentata in un anno del 25,2% e compare
anche la classe dello stato pessimo, anche se
rappresentata solo da due esemplari.
I fattori predisponenti al repentino e vistoso
peggioramento sono stati: lestate particolarmente calda e siccitosa del 2003, che ha aggravato le condizioni di stress idrico dei filari, e
labbondanza dinoculo dellagente fungino
Sphaeropsis sapinea (Fr.) Dyco et Sutton che,
favorito dal preesistente stato di sofferenza
generale delle alberature e dalle lesioni provocate dalla grandine nei tessuti corticali dei rami
e degli apici vegetativi, ha manifestato unimprovvisa aggressivit.
0,6
1996
2003
2004
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
Ottimale
49 ACER 2/2007
Buono
Mediocre
Precario
Stato vegetativo
Pessimo
Per queste ragioni si ritiene opportuno provvedere al rinnovo delle alberate, utilizzando
specie che si adattino maggiormente al contesto del parco fluviale e realizzando i nuovi filari secondo criteri mirati alla prevenzione delle
situazioni di stress, fattore che predispone le
piante a un inesorabile deperimento (2).
Bibliografia
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4) GOIDANICH G.,1990. Manuale di patologia vegetale. Edagricole, Bologna, pp.
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5) PALMER M., Stewart E., WINGFIELD M.,
1987. Variation among isolates of
Sphaeropsis sapinea in the North Central United States. Phytopathology
77:944-948.
Abstract
Slow decline
Rows of Pinus pinea in Pordenone,
already severely tested, were subject to a
heavy attack by the Sphaeropsis sapinea
fungus after a summer hailstorm which
encouraged this pathogen to spread as a
result of the damage caused by the hail
stones. The article describes an example of
how the disease develops, the features of the
aetiological agent and the actions to limit the
infection. A full analysis of the fungus
rounds off the description.
ARBORICOLTURA
LAPPROFONDIMENTO
Sphaeropsis sapinea: patogeno
cosmopolita di successo
Caratteristiche macro
e microscopiche del fungo
S. sapinea appartiene alla divisione
Deuteromycota, classe Coelomycetes,
ordine Sphaeropsidales , famiglia
Sphaeropsidaceae. La classe Coelomycetes comprende tutti quei funghi imperfetti in cui i conidi iniziano la loro formazione entro cavit di tipo stromatico,
nei tessuti dellospite.
Sphaeropsis un genere ricco di specie
(circa 200) moltissime delle quali vivono
saprofiticamente (4). Il fungo ha, da oltre
150 anni, acquisito 23 sinonimi (12, 11) tra
i quali il pi ricorrente stato Diplodia
pinea (Desm.) Kickx., binomio utilizzato
fino al 1980, quando venne proposta da
Sutton (10) la nuova denominazione attualmente in uso (5).
Sphaeropsis fruttifica facilmente su tutti
gli organi dellospite colpiti (radici, fusti,
foglie e strobili). Pu svilupparsi e fruttificare anche su organi morti e caduti a terra (strobili, foglie, rametti). I picnidi di S.
sapinea, di colore variabile dal grigio-bru-
Caratteristiche morfologiche
ed ecologiche del fungo
Per quanto attiene le caratteristiche di S.
sapinea osservate, sono stati distinti quattro morfotipi, indicati con le lettere A, B, C
e I, sulla base dellaspetto delle colonie e
delle dimensioni dei conidi (5).
Palmer et al. (6) hanno distinto isolati ottenuti da varie specie di Pinus e originari del Nord America, in due morfotipi: gli
isolati con morfotipo A crescevano pi
rapidamente di quelli con morfotipo B e
producevano abbondante micelio aereo
di colore variabile tra bianco e grigioverde. Il micelio prodotto dagli isolati
con morfotipo B risultava di colore grigio
scuro e fortemente appressato alla superficie del substrato.
Nel 1997 Smith e Stanosz hanno dimostrato la persistenza del fungo sulla superficie esterna e nei tessuti interni di Pinus resinosa. In seguito a queste indagini stata riconsiderata la natura delle
interazioni ospite-patogeno ed stato
dato rilievo alla possibilit che S. sapinea persista come endofita allinterno
dellospite senza causare sintomi evidenti, ma si comporti anche da patogeno in ospiti che vegetano in condizioni di
stress (Smith e Stanosz in Mannoni (5)).
Principio attivo
Classe di appartenenza
Nome commerciale
del formulato
Percentuale
di p.a. nel formulato (%)
Tipo di azione
Iprodione
Dicarbossimidico
Rovral
50
Contatto
Thiram
Alchilditiocarbammato
Pomarsol
81
Contatto
Pyrimethanil
Anilopirimidina
Scala
37,4
Citotropica
Azoxystrobin
Strobilurina
Quadris
22,9
Sistemica
Propiconazole
Tilt 10 EC
10
Sistemica
Carbendazim
Benzimidazolo
Policritt
50
Sistemica
ACER 2/2007 50
ARBORICOLTURA
Sintomi
I sintomi della malattia sono molto tipici:
curvatura, arrossamento e morte della
porzione terminale dei getti. comunque losservazione delle fruttificazioni
picnidiche sui getti o sugli strobili, lelemento fondamentale per una sicura e
inequivocabile diagnosi. Ripetute infezioni riducono lo sviluppo, deformano la
pianta e talvolta la uccidono.
Il disseccamento dei getti dellanno il
sintomo pi frequente. Linfezione dei
germogli inizia precocemente, prima
della fuoriuscita completa degli aghi. Il
germoglio infettato geme resina e dissecca gli aghi infettati che rimangono
pi corti. Il getto risulta nanificato e pu
apparire ripiegato e contorto (8).
S. sapinea colonizza abbondantemente
anche le scaglie degli strobili di due anni
di et. Linfezione degli strobili non interessa direttamente la salute della pianta, ma una fase molto importante del
ciclo della malattia: gli strobili giocano
un ruolo importante come sorgente di
inoculo, perch liberano i conidi che
diffonderanno la malattia in altre parti
della pianta o nelle piante vicine.
Sul tronco e sui rami di pi di un anno di
et S. sapinea provoca necrosi pi o meno importanti che possono cerchiare lorgano attaccato fino a comportarne il disseccamento completo. A questo livello, i
tessuti della corteccia diventano da bruni
a violetto intenso formando una macchia
dapprima umida poi secca che assume
allora una colorazione pi scura.
S. sapinea pu anche comportarsi da
saprofita causando lazzurramento dellalburno del legname.
Aspetti biologici
ed epidemiologici
I conidi del fungo sono disseminati per
mezzo dellacqua e del vento durante
tutta la stagione vegetativa, da marzo a
ottobre, con un periodo ottimale da aprile a giugno durante la crescita dei getti
(6, 8, 2)
. I picchi di disseminazione corrispondono sempre ai periodi piovosi, soprattutto quando le piogge sono concentrate nel periodo caldo (13).
S. sapinea considerato un fungo di debolezza legato a condizioni di stress idrico e di deperimento degli ospiti nonch a
51 ACER 2/2007
sfavorevoli condizioni edafiche o climatiche, eccessiva densit dimpianto, precedenti attacchi parassitari. Linfezione in
genere pu realizzarsi in modo naturale,
cos come attraverso i tessuti vivi in seguito a ferite, a danni da grandine, da
gelo e da insetti (9, 7, 2).
centrazioni. Carbendazim e propiconazole sono i principi attivi che hanno maggiormente inibito laccrescimento del fungo; linibizione attuata da carbendazim
maggiore alle concentrazioni di 1 e 10
mg/l. I sei fungicidi hanno inibito la germinazione dei conidi in modo significativo rispetto ai controlli.
Lotta
La lotta a S. sapinea piuttosto difficile,
poich il fungo pu sopravvivere per
molti anni negli aghi, nei getti e negli
strobili che rimangono sullalbero, cos
come a terra. Tentativi di profilassi e cura
possono essere messi in atto per la difesa dei vivai e del verde urbano (2), sia attraverso misure di lotta colturale, sia mediante la lotta chimica.
Lotta colturale. Nei vivai bene evitare
limpiego di semi provenienti da zone infette. Sono preferibili sesti dimpianto larghi per un buon arieggiamento e uno sviluppo adeguato delle chiome (3). bene
distruggere tutte le piantine malate. Su
piante ornamentali bene intervenire con
potature del secco finalizzate ad abbattere la pressione dinoculo del patogeno, riducendo cos il rischio di nuove infezioni
nella primavera successiva e migliorando
anche le condizioni microclimatiche della
chioma con un migliore arieggiamento. Si
consiglia di disinfettare le attrezzature per
la potatura, almeno tra una pianta e laltra,
con etanolo 60%.
Lotta chimica. S. sapinea su pino nero
pu essere limitata con due applicazioni
a poca distanza luna dallaltra di poltiglia
bordolese. Le applicazioni del fungicida,
efficaci nel prevenire le infezioni dei germogli, non sono per efficaci nei confronti dellinfezione degli strobili del secondo anno (7).
Lefficacia di benomyl nella lotta chimica
contro S. sapinea stata in passato largamente studiata. Luso del benomyl
vietato in ambiente urbano ai sensi della
legislazione vigente che proibisce limpiego, in tale contesto, dei fitofarmaci
appartenenti alle vecchie prima e seconda classe tossicologica (2).
Molto efficace risultato essere il
thiophanato di metile, con inizio delle
applicazioni dopo la prima pioggia primaverile infettante. Questo principio attivo non vietato, anche registrato per
luso sul verde urbano ma non ha registrazione specifica per uso su pino e
contro la S. sapinea.
Prove dinibizione dellaccrescimento miceliare e della germinazione dei conidi in
vitro su substrati avvelenati, sono state
condotte presso i laboratori di Patologia
vegetale dellUniversit di Torino, utilizzando i principi attivi riportati in tabella 2,
a diverse concentrazioni (da 100 a
25.000 ppm). Iprodione, carbendazim e
propiconazole hanno indotto un accrescimento miceliare significativamente inferiore rispetto ai controlli, a tutte le con-
Giovanni Nicolotti
Universit di Torino - DI.VA.P.R.A. Patologia vegetale
Bibliografia
1) BOLAY A., 1991. Un important dprissement des Pins caus par le champignon Sphaeropsis sapinea. Station
fdrale de recherches agronomiques
de Changins. Bulletin dinformation
phytosanitaire n. 6.
2) CRAVERO S., MORONE, C., 1995. Disseccamento del Pino nero. LInformatore
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12) SWART W.J., WINGFIELD M.J., 1991.
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13) SWART W. J., WINGFIELD M.J., KNOX-DAVIES P.S., 1987. Conidial dispersal of
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1038-1040.
Rametto di pino
nero dAustria:
disseccamento
dei getti
dellanno.
Gli aghi
arrossati sono
pi corti di
quelli verdi.
Strobilo di pino
nero dAustria:
sulle scaglie
sono evidenti
i picnidi
di S. sapinea
che appaiono
come piccoli
punti.
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