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ARBORICOLTURA LAGENTE FUNGINO SPHAEROPSIS SAPINEA SU PINUS PINEA

Lento declino
adeguate per le esigenze agronomiche della
specie che prospera in particolare nei terreni
sciolti, sabbiosi e freschi (3).

Testo e foto di Maria Cristina Comisini,


Gea - Gestioni ecologiche ambientali,
Pordenone, Mauro Zambon, Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia, Servizio
fitosanitario regionale, Ufficio periferico
di Pordenone

Foto grande in alto, presenza di picnidi


di Sphaeropsis sapinea su strobili
di Pinus pinea; foto piccola sopra,
uno dei viali infettati dal fungo.
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ridosso degli argini del fiume


Noncello, nellarea Sud della citt di
Pordenone che si pu identificare
con la zona golenale, si snodano alcuni viali
alberati di Pinus pinea L.. Si tratta di un
popolamento coetaneo, realizzato negli anni
40, composto da 186 esemplari, caratterizzati da unaltezza media di 10 m, da una
circonferenza media di 110 cm e da una
distanza interfilare di 10 m.
Buona parte dei soggetti arborei collocata in aiuole continue discretamente ampie,
prive di impianto di irrigazione e riempite
con terreno di riporto compatto. Le caratteristiche dellimpianto non sono certamente

I viali sono stati oggetto di monitoraggio nel


1996, nel 2003 e nel 2004. Nel 1996 e nel 2003
si trattato di censimenti del verde pubblico,
comprensivi di viali e aree verdi, finalizzati alla
redazione di un piano di gestione. Tra gli aspetti considerati si valutato lo stato vegetativo dei
singoli esemplari, effettuando, nel caso dei filari di Pinus pinea L. una sola lettura della chioma, durante la stagione estiva.
Nellestate del 2004 si eseguito eccezionalmente un altro monitoraggio dello stato
vegetativo limitatamente ai filari di Pinus
pinea L., al fine di poter descrivere il vistoso
e repentino deperimento verificatosi dopo
unintensa grandinata. Le osservazioni effettuate in campo per descrivere lo stato delle
chiome hanno riguardato: la densit della
chioma, il colore degli aghi e la presenza di
eventuali disseccamenti. A ogni esemplare
stato attribuito un valore globale in riferimento ai criteri di seguito indicati.
Stato ottimale: chioma densa e compatta,
esente da clorosi, disseccamenti compresi
tra 0% e 10%.
Stato buono: chioma densa anche se non
perfettamente compatta, clorosi da as-

I filari di Pinus pinea


di Pordenone hanno subto
un forte attacco da parte
del fungo Sphaeropsis sapinea
dopo una grandinata estiva,
che ha favorito la diffusione
del patogeno a seguito delle
lesioni provocate dai chicchi.
Un caso esemplificativo
di come evolve la malattia,
delle caratteristiche dellagente
eziologico e delle misure
dintervento per il contenimento
dellinfezione

Il censimento dei viali

ARBORICOLTURA

sente a modesta, disseccamenti compresi


tra 10% e 25%.
Stato mediocre: chioma mediamente densa,
ma con zone diradate, clorosi pronunciata,
disseccamenti compresi tra 25% e 50%.
Stato precario: chioma rada, clorosi manifesta, marcati disseccamenti compresi tra
50% e 75%.
Stato pessimo: disseccamento completo o
quasi, compreso tra 75% e 100%.

Levento atmosferico
Nella serata del 19 giugno 2004, unampia
fascia della pianura pordenonese stata investita da una forte grandinata. Nellarco di dieci
giorni si notato un vistoso deperimento dei
pini, consistente in un veloce disseccamento
degli aghi e degli apici dei germogli, con il
conseguente arrossamento di ampie porzioni
delle chiome. In sede di sopralluogo sono state
effettuate alcune sezioni trasversali di rametti
seccaginosi e si potuto notare lazzurramento del legno, alterazione causata molto spesso
da funghi cromogeni (1).
Sono quindi stati prelevati campioni di

rametti parzialmente disseccati, aghi e strobili


al fine di identificare lagente eziologico.

La diagnosi
e lagente eziologico
Dal materiale campionato, dopo incubazione in camera umida, si potuto osservare che
i conidi, liberati dai picnidi nerastri erompenti
dallepidermide degli aghi e dalle scaglie degli
strobili, risultavano per forma, colore e dimensioni caratteristici del genere Sphaeropsis Sacc.
Essi, infatti, erano di colore bruno, di forma
ellittica allungata, di dimensioni variabili,
comprese tra 30-46 x 10-18 m, perlopi
unicellulari. Sono inoltre stati osservati conidi bicellulari, con evidente setto trasversale.
Questultima caratteristica differenzia Sphaeropsis sapinea (Fr.) Dyco et Sutton da altre
specie congeneri e in passato fu alla base
dellattribuzione del sinonimo Diplodia pinea
(Desm.) Kickx (4).
Parallelamente, lisolamento in vitro partendo da legno azzurrato ha permesso lo sviluppo di un micelio che per caratteri biometrici
risultato ascrivibile a Sphaeropsis sapinea

Da sinistra a destra, conidi unicellulari


del fungo al microscopio ottico;
azzurramento del legno, presenza
diffusa di picnidi sugli aghi.

(Fr.) Dyco et Sutton (5). Questa specie fungina


riconosciuta come patogeno di debolezza di
diverse conifere e pu essere presente in fase
asintomatica, quindi latente, in piante apparentemente sane; pu invece manifestarsi vistosamente e rapidamente su piante in stato di deperimento, in presenza di inoculo e a seguito di
eventi scatenanti (2).

Lindagine e i risultati
I dati raccolti evidenziano che in nessun
rilievo compaiono esemplari in stato ottimale
e che le condizioni vegetative peggiorano
moderatamente dal 1996 al 2003 per precipitare nel 2004. La percentuale dei pini in
stato buono diminuisce dal 1996 al 2003
dell8,2%, mentre le percentuali dello stato
mediocre e precario aumentano rispettivamente del 6,9% e dell1,3%.
Tra i fattori che possono aver contribuito al

VALUTAZIONE DELLO STATO VEGETATIVO DEI PINUS PINEA IN FUNZIONE DELLA CONDIZIONE DI SALUTE DELLE CHIOME

Ottimale

Buono

Mediocre

Precario

Pessimo

Stato vegetativo

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ARBORICOLTURA

STATO VEGETATIVO NEL 2004

STATO VEGETATIVO NEL 2003

STATO VEGETATIVO NEL 1996

0,0 %

1,1 %

0,0 %
7,1%

22,4%

23,7%

38,3%

30,1%
42,9%
39,3%

48,9%

46,2%

Secco

Discreto

Secco

Discreto

Secco

Discreto

Precario

Buono

Precario

Buono

Precario

Buono

discreto peggioramento delle condizioni vegetative del popolamento in sette anni si possono
menzionare: le condizioni stazionali inadeguate per le esigenze agronomiche della specie e
lalluvione dellautunno 2001 che ha interessato la zona golenale. La mancanza di impianto di irrigazione ha predisposto i filari allo stress
idrico e il terreno compatto ha favorito condizioni di asfissia radicale. Lalluvione del
novembre 2001 ha aggravato questultime,
visto che parte del fusto e le radici sono stati
sommersi per quattro giorni.
Dal 2003 al 2004 si riscontrato un consistente peggioramento dello stato vegetativo. La
percentuale degli individui in stato mediocre
aumentata in un anno del 25,2% e compare
anche la classe dello stato pessimo, anche se
rappresentata solo da due esemplari.
I fattori predisponenti al repentino e vistoso
peggioramento sono stati: lestate particolarmente calda e siccitosa del 2003, che ha aggravato le condizioni di stress idrico dei filari, e
labbondanza dinoculo dellagente fungino
Sphaeropsis sapinea (Fr.) Dyco et Sutton che,
favorito dal preesistente stato di sofferenza

generale delle alberature e dalle lesioni provocate dalla grandine nei tessuti corticali dei rami
e degli apici vegetativi, ha manifestato unimprovvisa aggressivit.

Gli interventi possibili


I dati raccolti nei tre monitoraggi hanno
permesso di formulare alcuni possibili interventi per contrastare il progredire dellinfezione. Innanzitutto si possono applicare pratiche
agronomiche finalizzate al contenimento della
quantit di inoculo mediante leliminazione
delle piante in stato pessimo o in stato precario
e la rimonda del secco di soggetti in condizioni discrete (2). Siccome le fruttificazioni del
fungo sono presenti sugli aghi e sulle scaglie
degli strobili, la pulizia al suolo unaltra operazione utile e praticabile nei viali urbani per il
contenimento dellinfezione.
I dati raccolti nellultimo censimento, tuttavia, evidenziano che il 92,9% non in buone
condizioni e che pertanto i filari di Pinus pinea
L. non sono pi in grado di assolvere alla
funzione estetica e di arredo urbano, esigenza
di primaria importanza per il verde pubblico.

EVOLUZIONE DELLO STATO VEGETATIVO DEI PINUS PINEA ESAMINATI

0,6

1996
2003
2004

0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
Ottimale

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Buono

Mediocre
Precario
Stato vegetativo

Pessimo

Per queste ragioni si ritiene opportuno provvedere al rinnovo delle alberate, utilizzando
specie che si adattino maggiormente al contesto del parco fluviale e realizzando i nuovi filari secondo criteri mirati alla prevenzione delle
situazioni di stress, fattore che predispone le
piante a un inesorabile deperimento (2).

Bibliografia
1) ANSELMI A., GOVI G., 1996. Patologia del
legno. Edagricole, Bologna, 77: 85-89.
2) FECI E., 2004. Indagini su aspetti eziologici di Sphaeropsis sapinea in provincia
di Bolzano. Forest Observer 2004, vol.
1/2004, pp. 26-36.
3) F ENAROLI L., G AMBI G., 1976. Alberi,
baume arbres drevesa. Dendroflora italica. Museo Tridentino di Scienze Naturali, Trento, 128.
4) GOIDANICH G.,1990. Manuale di patologia vegetale. Edagricole, Bologna, pp.
938-941.
5) PALMER M., Stewart E., WINGFIELD M.,
1987. Variation among isolates of
Sphaeropsis sapinea in the North Central United States. Phytopathology
77:944-948.

Abstract
Slow decline
Rows of Pinus pinea in Pordenone,
already severely tested, were subject to a
heavy attack by the Sphaeropsis sapinea
fungus after a summer hailstorm which
encouraged this pathogen to spread as a
result of the damage caused by the hail
stones. The article describes an example of
how the disease develops, the features of the
aetiological agent and the actions to limit the
infection. A full analysis of the fungus
rounds off the description.

ARBORICOLTURA

LAPPROFONDIMENTO
Sphaeropsis sapinea: patogeno
cosmopolita di successo

ra le malattie che colpiscono gli alberi, recentemente hanno assunto


rilevanza quelle nella cui eziologia sono
coinvolti patogeni definiti secondari o di
debolezza oppure ancora opportunisti. Sempre pi spesso si assiste allinsorgenza di fenomeni gravi di deperimento in cui detti patogeni contribuiscono attivamente ad accelerare il declino
vegetativo delle piante rendendone irreversibile il decorso. La crescente diffusione di questi fenomeni motivo di
preoccupazione anche perch sussistono difficolt nel definire e applicare misure di prevenzione efficaci.
Tra i patogeni opportunisti si annovera il
fungo Deuteromicete Sphaeropsis sapinea Dyko & Sutton in Sutton, che da molti anni causa danni sulle conifere di tutti e
cinque i continenti. Il fungo ampiamente
presente anche in Italia.

Caratteristiche macro
e microscopiche del fungo
S. sapinea appartiene alla divisione
Deuteromycota, classe Coelomycetes,
ordine Sphaeropsidales , famiglia
Sphaeropsidaceae. La classe Coelomycetes comprende tutti quei funghi imperfetti in cui i conidi iniziano la loro formazione entro cavit di tipo stromatico,
nei tessuti dellospite.
Sphaeropsis un genere ricco di specie
(circa 200) moltissime delle quali vivono
saprofiticamente (4). Il fungo ha, da oltre
150 anni, acquisito 23 sinonimi (12, 11) tra
i quali il pi ricorrente stato Diplodia
pinea (Desm.) Kickx., binomio utilizzato
fino al 1980, quando venne proposta da
Sutton (10) la nuova denominazione attualmente in uso (5).
Sphaeropsis fruttifica facilmente su tutti
gli organi dellospite colpiti (radici, fusti,
foglie e strobili). Pu svilupparsi e fruttificare anche su organi morti e caduti a terra (strobili, foglie, rametti). I picnidi di S.
sapinea, di colore variabile dal grigio-bru-

nastro al nerastro, hanno forma ovoidale o


pseudo-sferica, possono essere isolati o
gregari, dapprima sottoepidermici e poi
erompenti. I picnidi contengono un numero elevato di conidi scuri, oblunghi o clavati, con lapice arrotondato e la base tronca,
misuranti 30-45 m di lunghezza e 10-17
m di larghezza, in genere unicellulari, raramente bicellulari (9, 10, 8).
I conidi bicellulari possono essere considerati come uno stadio di sviluppo delle
forme morfologicamente mature e sono
pi o meno numerosi in rapporto al tipo di
matrice: talvolta la loro percentuale supera il 50% giustificando cos la denominazione Diplodia pinea (4, 8).

Caratteristiche morfologiche
ed ecologiche del fungo
Per quanto attiene le caratteristiche di S.
sapinea osservate, sono stati distinti quattro morfotipi, indicati con le lettere A, B, C
e I, sulla base dellaspetto delle colonie e
delle dimensioni dei conidi (5).
Palmer et al. (6) hanno distinto isolati ottenuti da varie specie di Pinus e originari del Nord America, in due morfotipi: gli
isolati con morfotipo A crescevano pi
rapidamente di quelli con morfotipo B e
producevano abbondante micelio aereo
di colore variabile tra bianco e grigioverde. Il micelio prodotto dagli isolati
con morfotipo B risultava di colore grigio
scuro e fortemente appressato alla superficie del substrato.
Nel 1997 Smith e Stanosz hanno dimostrato la persistenza del fungo sulla superficie esterna e nei tessuti interni di Pinus resinosa. In seguito a queste indagini stata riconsiderata la natura delle
interazioni ospite-patogeno ed stato
dato rilievo alla possibilit che S. sapinea persista come endofita allinterno
dellospite senza causare sintomi evidenti, ma si comporti anche da patogeno in ospiti che vegetano in condizioni di
stress (Smith e Stanosz in Mannoni (5)).

TABELLA 1 - SPECIE SULLE QUALI STATA


SEGNALATA LA PRESENZA DI S. SAPINEA

Abies concolor Lindley


Abies procera Rehder
Araucaria cunninghamii Aiton ex D. Don
Chamaecyparis lawsoniana Parlatore
Cedrus deodara G. Don f.
Cupressus sempervirens L.
Cupressus macrocarpa Hartweg
Cupressus lusitanica Miller
Cupressus arizonica Greene
Juniperus spp. L.
Larix decidua Miller
Picea abies Karstens
Picea glauca (Moench) Voss
Picea mariana Miller
Pinus banksiana Lamb.
Pinus canariensis Sweet
Pinus caribaea Morelet
Pinus coulteri D. Don
Pinus elliotii Engelm. et Vasey
Pinus halepensis Miller
Pinus heldreichii Christ
Pinus kesiya Royle ex Gord
Pinus nigra Arnold
Pinus monticola Douglas
Pinus mugho Turra
Pinus palustris Miller
Pinus patula Schlect. et Cham.
Pinus pinaster Aiton
Pinus pinea L.
Pinus ponderosa Douglas
Pinus radiata D. Don
Pinus resinosa Aiton
Pinus strobus L.
Pinus sylvestris L.
Pinus taeda L.
Pinus thunbergiana
Pinus jeffreyi Grev. et Balf.
Pseudotsuga menziesii Franco
Pseudotsuga taxifolia Britton
Thuja occidentalis L.
Thuja orientalis L.

TABELLA 2 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI PRODOTTI IMPIEGATI NELLA SPERIMENTAZIONE

Principio attivo

Classe di appartenenza

Nome commerciale
del formulato

Percentuale
di p.a. nel formulato (%)

Tipo di azione

Iprodione

Dicarbossimidico

Rovral

50

Contatto

Thiram

Alchilditiocarbammato

Pomarsol

81

Contatto

Pyrimethanil

Anilopirimidina

Scala

37,4

Citotropica

Azoxystrobin

Strobilurina

Quadris

22,9

Sistemica

Propiconazole

Inibitore della biosintesi degli steroli (IBS)

Tilt 10 EC

10

Sistemica

Carbendazim

Benzimidazolo

Policritt

50

Sistemica

ACER 2/2007 50

ARBORICOLTURA

Ospiti del fungo


S. sapinea una specie cosmopolita, segnalata in tutti e cinque i continenti nei
due emisferi tra le latitudini 30 e 50 (1, 12),
capace di arrecare danni a un numero rilevante di conifere (tabella 1).
Le specie pi frequenti sono Pinus nigra
Arnold, P. sylvestris L., P. resinosa , P.
banksiana, P. ponderosa Dougl. e P. radiata D. Don. In Italia negli ultimi anni S.
sapinea ha particolarmente infierito, in
pianura soprattutto nei parchi urbani, su
Pinus nigricans ssp. austriaca (5).

Sintomi
I sintomi della malattia sono molto tipici:
curvatura, arrossamento e morte della
porzione terminale dei getti. comunque losservazione delle fruttificazioni
picnidiche sui getti o sugli strobili, lelemento fondamentale per una sicura e
inequivocabile diagnosi. Ripetute infezioni riducono lo sviluppo, deformano la
pianta e talvolta la uccidono.
Il disseccamento dei getti dellanno il
sintomo pi frequente. Linfezione dei
germogli inizia precocemente, prima
della fuoriuscita completa degli aghi. Il
germoglio infettato geme resina e dissecca gli aghi infettati che rimangono
pi corti. Il getto risulta nanificato e pu
apparire ripiegato e contorto (8).
S. sapinea colonizza abbondantemente
anche le scaglie degli strobili di due anni
di et. Linfezione degli strobili non interessa direttamente la salute della pianta, ma una fase molto importante del
ciclo della malattia: gli strobili giocano
un ruolo importante come sorgente di
inoculo, perch liberano i conidi che
diffonderanno la malattia in altre parti
della pianta o nelle piante vicine.
Sul tronco e sui rami di pi di un anno di
et S. sapinea provoca necrosi pi o meno importanti che possono cerchiare lorgano attaccato fino a comportarne il disseccamento completo. A questo livello, i
tessuti della corteccia diventano da bruni
a violetto intenso formando una macchia
dapprima umida poi secca che assume
allora una colorazione pi scura.
S. sapinea pu anche comportarsi da
saprofita causando lazzurramento dellalburno del legname.

Aspetti biologici
ed epidemiologici
I conidi del fungo sono disseminati per
mezzo dellacqua e del vento durante
tutta la stagione vegetativa, da marzo a
ottobre, con un periodo ottimale da aprile a giugno durante la crescita dei getti
(6, 8, 2)
. I picchi di disseminazione corrispondono sempre ai periodi piovosi, soprattutto quando le piogge sono concentrate nel periodo caldo (13).
S. sapinea considerato un fungo di debolezza legato a condizioni di stress idrico e di deperimento degli ospiti nonch a

51 ACER 2/2007

sfavorevoli condizioni edafiche o climatiche, eccessiva densit dimpianto, precedenti attacchi parassitari. Linfezione in
genere pu realizzarsi in modo naturale,
cos come attraverso i tessuti vivi in seguito a ferite, a danni da grandine, da
gelo e da insetti (9, 7, 2).

centrazioni. Carbendazim e propiconazole sono i principi attivi che hanno maggiormente inibito laccrescimento del fungo; linibizione attuata da carbendazim
maggiore alle concentrazioni di 1 e 10
mg/l. I sei fungicidi hanno inibito la germinazione dei conidi in modo significativo rispetto ai controlli.

Lotta
La lotta a S. sapinea piuttosto difficile,
poich il fungo pu sopravvivere per
molti anni negli aghi, nei getti e negli
strobili che rimangono sullalbero, cos
come a terra. Tentativi di profilassi e cura
possono essere messi in atto per la difesa dei vivai e del verde urbano (2), sia attraverso misure di lotta colturale, sia mediante la lotta chimica.
Lotta colturale. Nei vivai bene evitare
limpiego di semi provenienti da zone infette. Sono preferibili sesti dimpianto larghi per un buon arieggiamento e uno sviluppo adeguato delle chiome (3). bene
distruggere tutte le piantine malate. Su
piante ornamentali bene intervenire con
potature del secco finalizzate ad abbattere la pressione dinoculo del patogeno, riducendo cos il rischio di nuove infezioni
nella primavera successiva e migliorando
anche le condizioni microclimatiche della
chioma con un migliore arieggiamento. Si
consiglia di disinfettare le attrezzature per
la potatura, almeno tra una pianta e laltra,
con etanolo 60%.
Lotta chimica. S. sapinea su pino nero
pu essere limitata con due applicazioni
a poca distanza luna dallaltra di poltiglia
bordolese. Le applicazioni del fungicida,
efficaci nel prevenire le infezioni dei germogli, non sono per efficaci nei confronti dellinfezione degli strobili del secondo anno (7).
Lefficacia di benomyl nella lotta chimica
contro S. sapinea stata in passato largamente studiata. Luso del benomyl
vietato in ambiente urbano ai sensi della
legislazione vigente che proibisce limpiego, in tale contesto, dei fitofarmaci
appartenenti alle vecchie prima e seconda classe tossicologica (2).
Molto efficace risultato essere il
thiophanato di metile, con inizio delle
applicazioni dopo la prima pioggia primaverile infettante. Questo principio attivo non vietato, anche registrato per
luso sul verde urbano ma non ha registrazione specifica per uso su pino e
contro la S. sapinea.
Prove dinibizione dellaccrescimento miceliare e della germinazione dei conidi in
vitro su substrati avvelenati, sono state
condotte presso i laboratori di Patologia
vegetale dellUniversit di Torino, utilizzando i principi attivi riportati in tabella 2,
a diverse concentrazioni (da 100 a
25.000 ppm). Iprodione, carbendazim e
propiconazole hanno indotto un accrescimento miceliare significativamente inferiore rispetto ai controlli, a tutte le con-

Giovanni Nicolotti
Universit di Torino - DI.VA.P.R.A. Patologia vegetale

Bibliografia
1) BOLAY A., 1991. Un important dprissement des Pins caus par le champignon Sphaeropsis sapinea. Station
fdrale de recherches agronomiques
de Changins. Bulletin dinformation
phytosanitaire n. 6.
2) CRAVERO S., MORONE, C., 1995. Disseccamento del Pino nero. LInformatore
Agrario 33, 71-73.
3) GALLENBERG D., CHASE T., 1992. Diplodia shoot blight of Pines. South Dakota
State University/U.S. Dept. of Agricolture. http://plantsci.sdstate.edu.
4) GOIDANICH G., 1978. Manuale di patologia vegetale. Edizioni Agricole, Bologna.
5) MANNONI M.A., 2002. Caratterizzazione
morfofisiologica di Sphaeropsis spp. e
loro interazione con le piante ospiti. Tesi di dottorato di ricerca in patologia
vegetale-Universit degli Studi di Sassari, pp. 107.
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tree nurseries . Phytopathology 78,
831-835.
7) PETERSON G.W., 1977. Infection, epidemiology and control of Diplodia blight
of Austrian, Ponderosa and Scots Pines . Phytopathology 67, 511-514.
8) PIOU D., CHANDELIER P., MORELET M.,
1991. Sphaeropsis sapinea, un nuoveau problme sanitaire des Pins en
France? Rew. For. Fr. XLIII 3, 203-213.
9) P UNITHALINGAM E., WATERSTON J.M.,
1970. Diplodia pinea. Descriptions of
pathogenic fungi and bacteria n. 273.
10) SUTTON B.C., DYKO B.J., 1989. Revision of Hendersonula . Mycol. Res.
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11) SWART W.J., WINGFIELD M.J., GRANT
W.S., 1993. Comparison of Sphaeropsis sapinea and Sphaeropsis sapinea f. sp. cupressi. Mycol. Res . 97,
1253-1260.
12) SWART W.J., WINGFIELD M.J., 1991.
Biology and control of Sphaeropsis sapinea on Pinus species . Plant Dis.
75, 761- 766.
13) SWART W. J., WINGFIELD M.J., KNOX-DAVIES P.S., 1987. Conidial dispersal of
Sphaeropsis sapinea in three climatic
regions of South Africa. Plant Dis. 71,
1038-1040.

Rametto di pino
nero dAustria:
disseccamento
dei getti
dellanno.
Gli aghi
arrossati sono
pi corti di
quelli verdi.
Strobilo di pino
nero dAustria:
sulle scaglie
sono evidenti
i picnidi
di S. sapinea
che appaiono
come piccoli
punti.

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