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P E R ‘ ,
D. Mic bale Panna
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D. Antonio Germ: Fzlgdejré.

IN NAPOL!
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RETEN DE I). Michele Panno, che
1 debba la Regia Giunta del tabac
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:Zé ‘ co condannare D. Antonio Gomes
Figucjrò a pagargli duc.2oooo.coll-’
intereſse decorſo , e c0’ danni pati
ti: e giuſtamente il pretende, ſecon
dochè mi ſtudierò io di brevemente moſtrare.
Nell’anno 1750. fece penſiero D.Antoni0 Figuejrò
di torre a fitto dal R. Fiſco il ju: proibiti-uo del
tabacco della Città e del Regno _per lo ſpazio
di 4.. anni. Era egli un huomo ſtraniero, e nulla
di ſuo avea nel Regno: il perchè difficilíffimo
gli dovea riuſcire di dare al Fiſco la ſicurtà di
due. 50000. almeno , di quanti data l’ aveva il
ſuo predeceſſore. Ma gliel reſe agevole l’oneſtifii
mo mercadante D. Michele Panno, che laſciandoſi
vincere dalle ſorti preghiere, e dalle larghe pro
meſſe del Fi uejrò, nel d`1 zo. del meſe di Ot
tobre del ſuddetto anno gli promiſe in iſcritto
di aflècurarla Per due. rzooo. ra” :ma o più bi
z gli-6F_
.
". . .
.. .I IV. i
glie”; a ſodisfizione della R.Corte. S’ inſer‘x coteſtl
obbligo in -un albarano del medeſimo dì, ch’ è
la ſcrittura, donde naſce l’azione del Panno (a) .
, Dichiarò quivi il Figuejrò, che intendea di com
Î -' . Penſare .1’ aleggia, che gli avrebbe rimeſſo il Pan
— ~ \ no, e la buona corriſpondenza , colla quale e”
‘ ſèmPre orrore con lui: ſeguentementc ſi obbligò
di ſhbaäìtmr‘glì il ju: Probibendi della Provincia
di Calabria ultra Per tutto il temPo corri/Pandemia‘
, al generale affitto Per due. 15000., minorando l’e
..ſi . ’ fiflglio del .*piede
ra ſituata e di dinon18000., in cui trova-vaſi
mai rimo-verlo allo—
Per qualſifizz
ammonta di eſtaglio , o di condizione e di patti ,
tango ſe gli offeriffero Per atto Privato, quanto
in Pubblica ſolenne ſizáaſtflzione: e che occorrcna'o
’ di dover/Z Precfſhmente filed/Zare [letta Provincia
’ '_' o Per ſentimento de’ ſòcií , c/Je *volcſſero con lui
v r accomPagnflr/í , o Per concorſo d’ oblatori , o per ,
I f iſtflnza del R..Fiſco, o decreto della SPL-”abile Sign.
i . ll Delegato, e R: Giunta, in tali cflfi :lo-ve e il Pan
' ' no licitrrre e concorrere in qualſzfia gra o, e ſOPra
imponere qual/?fin maggior ſhmma, daPoic/Jè ogni
maggiore aumento, e 'variazione, o alterazione di
ñ, Patti ſtzrebbe cozſſh uſim ſolo danno, e fl- ne avreb
L' ~ lie qſſolutflmeníe flſſunto egli il Peſh ſenza obbligare
` il Panno a maggior ſumma de’ duc. 15000: e ,final
- mente aggiunſe le ſeguenti parole, Anziccnè ove
' occur-real’, che Per mio ſentimento, o Per Providen
za

fa) E’ core/io all-:rana negli am' a carte I:. 13.e I4..


[ V. .
”za ſuperiore alcuna novità,]flſtema , o condizione
s’ introduce/ſe nelle Provincie, le quali conduce-:ſero
al di loro aumento, e meliorazione, quella novità,
e regolamento dove/je goderlo d. Sig. Panno , come
vorranno goderlo le altre Provincie ſenza gravezza
maggiore delli due. 15000. , nè alterare l’ (aj/Preſſî)
di ſ0 ra, per eflere l’ unica deliberazione- di darli lo
ſuba tra per li due.15000. indrizzata a comPen
ſare l’ alaggio, che mi 'rimetterci, e la buona corri/l
Pondenza, ’con la quale _fi e‘- ſemPre Portata meco.,
e Per cui vorrà mo/irarji condejcendenre alla richie
`ſia di detta a ecurazione di duc- 15000. Di ſat
'to diè- 'fuori il Panno un ſuo biglietto per ducati
5000., e due altri pe’ reſtanti ducaoooo. ne fe~
ce dar fuori dal Baron Donnaperna , in di cui
benefizio e’ ſ1 obbligò con due pubblici ſtrumenti
del d`1 2. e del d`1 3. del meſe di Marzo dell’anz
no 1751. per la indennità, per l’alaggio del' 3.
per 100.', e, caſo che veniſſe aſtretto dal R. Fi
ſco a pagare, dell’8.per IOO: e troppo è noro,
quanto danno ritraſse poi il povero Panno da co
teſt’ obbligo contratto col Baron Donnapema.
Fatto il contratto dal Figuejrò col R. Fiſco,_voleva
il Panno ſubaffittare la ſua Provincia di Calabria.
ultra: e ci è pruova negli atti, che gli furono
offerti due. 195-00. (offerta molto verifimile, giacñ~ _
chè prima trovavaſijituata nel Piede di due-18000,
come fi confeſsa nell’ albarano) , e che ’l -Figuejrò
nel rimoſſe dicendogli, che quel ſubaffitto ſareb
be riuſcito dannoſo’ al ſubaffitto dell’ altra Provinñ _
. ,
d
. A cia
f VL]
. cia di Calabria cirra: ’e che ſubaffittandoſi unite
molto maggior lucro ſe ne ſarebbe ritratto. Così
per albarano del d‘i 9. del meſe di Novembre "
dell’anno 1751. ſi contraſſe per riſpetto del ſub-
affitto di quelle due Provincie una ſocietà tra i
ſuddetti Figuejrò, e Panno, e D. Teodoro Davel,
e D. Criſtoſaro Spinelli Quivi tra le altre coſe
*— —`ñ`_.`—4ñ_~_ó —_ó`ffi_
convennefi , che in re/Za del ‘flìlo Panno dovcſſè
formar i il contratto del ſiibaffltta col Pagamento
dell’ annuo eſtaglio di due. 30000. a favore dell’ap—
Paldo generale, cioè di due. Ioooo. Per la Provincia
di Calabria citra, e di duc.zoooo.per quella di Ca
labria ultra; ma. che doveſſe quel ſubaffitto correre
a benefizio e danno comune.
Meſſi inſieme i due albarani del d`1 20. del meſe di
Ottobre dell’ anno 1750., e del di 9. del meſe
di Novembre dell’anno 1751. giuſh'ſſima ſi cono
ſce la pretenſione del Panno. In virtù del primo
doveva il Panno pagare per lo ſub-affitto della
Provincia di Calabria ultra ſoli duc. 15000. l’an
no, e qualunque maggior ſumma doveaſi al Pan
no.. In virtù del ſecondo l’aumento per lo ſpa
zio di 4. anni ſu di duc. 5000. l’anno. Dunque
dal Figuejrò li debbono al Panno duc- zoooo. coll’
intereſse, e co’danni patiti.
Ma dice il Figuejrò, che per lo ſecondo albarano
ſi eſtinſe in virtù di legal novazione l’obbligo da Mñó—-ñflr
lui contratto nel primo. ,
Si '
(a) E` cate/ia albarano negli am' a carte 2. e 3.
[ VII. ]
Si riſponde , che al primo albarano eſpreſſo patto
fi appoſe , che Per qualunque arto, cbe in aPPrcflb
'occorreſſe di far i, non s’ intendeſſe alterata , mu
tata, o navata la Promeſſa, che quivi faceaſi, e
che ſoſſe obbligato il Figuejrò fimpreed in ogni
uturo tempo di addofflzre a ſuo carico ed intereſſ'e
tutto il di più delli due. 15000. in avanti (a).
Si riſponde ancora, che quando anche aLprimo al#
barano non ſi foſſe appoſto codeſto eſpreſſo patto,
ur non ci ſarebbe luogo a novazione , 'perchè
`nel ſecondo eſpreſſamente non fi convenire, che
`s’ intendeſſe *no-vata la- prima obbligazione: la qual
’coſa era ſecondo le Leggi aſſolutamente neceſſa
rio che fi ſaceſſe. So, che prima dell’Imp.Giu~
ſtiniano induceaſi ,la novazione per congetture : 'ma
piacque poi a quel Principe, che non s’induceſl
ſe altrimente, che per volonta 'de’contraenti chia
`tamente eſpreſſa per le parole del contratto’. Vo-`
lunrare, dice l’ Imperadore (b), non Lega novan
dum ,L O‘, ſi non verbi: exprimatur, ſine novarione
maſſa proceda; . Dunque dove- manchi l’ eſpreſſa
. vo ont’a , il primo obbligo non ſi toglie per la
ſecondo, e ’l ſecondo ſ1 -ha‘, come un acceſſorio
del primo. Sancimus, dice il‘ medeſimo `Impera—
dore, nibil penitu.»` Priori: cantelae i’nnovari , ſtzl
anteriora ſtare, O' Per Pcſteriora incrementum illis
accedere. Non oſtante coteſta chiariffima Cóſtitu
' e . - Zion
1.‘

(a) Fo!. 14. loc. ſigna '~ ~ t


(b) In L. ult. C. de nova!,
[ VIII. ‘j
Zion di Giuſtiniano alcuni Dottori han creduto,~ o
oterſi la novazione indurre per congetture, quan- `
-dochè però fieno vebementes, ſhu per-ſpicuae, co—
me parla il noſtro -de Luca (a), quali ſon quel
le, che, _al dire del dotto Ulrico Ubero (b), lì
~prendono e” ipſa negatii natura, donde Palam con
flat, aliam rem geri: e recano l’eſempio del ſe
-condo contratto, che ſia incompatibile col primo: ~.
donde poi ricavano la ſeguente regola , .Quando
flcundus contraffus eſt incompatibili; cum Primo ,
boc caſu per fecundum dicitur egi- recefl‘um a pri
mo, atque ita flzéîa novatio . . . . . . ita econtra
quando contraflus ſunt compatibiles, non diritur fa
Ha novatio (e) . Ma ci ſon DOttorì , che più
dirittamente ragionando , qualunque congettura
eſcludono, tu-ttochè chiara e veemente. E di V61
r0 come può ſarſi luogo a congettura, ſe_ l’Imp.
Giuſtiniano correggendo il jus antico, che le am-J
metteva, tutte l’ eſcluſe’. Ecco come nelle Iſti-Î
tuta interpetra egli la ſua Coſtituzione, Sed
quoniam boe idem inter veteres con/lab”, tum fieri
”ovation-em, quum novandi animo in ſecundam obli-…
garionem itumfirerat.- per boe autem aubium erat,
quando novandi ani-mo videretur boc fieri ; O' qua/L.`
'H. .Jv-
dam de boc Praeſumriones alii in alii: cajibus in
-. tro- `

(a) Ad de Francb. deciſ.15. n.2.


(b) In ?inInfl-quib.mod.toll.obl.n.7. ._
(c) Rice. ad de ’Francb. d. deciſ. 15. , :S 7 . .z .L1 ,
(d) 1” brit-$31. . .s _ .i ;."L y.)
[ IX.
mducebanr ; idea noſtra Prociſſt Conſtitutio, quae
”Pertiſſíme definivit, tum jblum novationem Priori:
obligationis fieri, quoties boe ipſum inter contraben—
tes exprfflum uerit, quod propter novationem prio
ris obligationis convenerunt . Congetture e preſun
zioni ammetteano gli antichi Giurisconſulti :
preſunzioni e congetture ammettono gli autori
della prima ſentenza ; ma coteſto appunto ,allÎ
[mperador Giuſtiniano diſpiacque Dunque ſe ſi
poteſſero ammettere congetture, ſi tornerebbe' al
a incertezza del jus antico, che volle torre Giu
ìiniano , e la coſtui Legge ſi diſtruggerebbe del
tutto. Non poſſo ſare a meno di non recare in
mezzo un bel luogo del giudizioſi‘fiimo Giovan
ni Parladoro (a). Coſtui traſcritte le ultime pa
role dell’ Imperadore dice , Haec Imperatoris ſe
q declarantis ſunt verba, O' adbuc eſt q…“ 17“'
tet , novarionem Praeſumttonibus fieri ? Cedo an
non clariffima voce ſuſtinianus dcj‘init , non argu
ment'is, non PraeſumPtionibus bodie ”ovationem ` e
' 'ri, ſed dumtaxat quando exPrrſſim diffum fiierit a
contrabentibus, novare ſe voluiſſe? ,Qua fronte igi
‘tur interPretes contrarium docent P .Qua fiorite ab
*aPertiſſima ImPeratoris definitione deſciſtunt? .Quid
boc rei eſt? Legumne dir-’finitionibus obtemperandum
nobis e/Ì, an contra illis negleé't'is Pro mſtra libidine
` nova; l-icet in ju; introducere opiniones? Venendo
poi
- ſi al 'caſo della incompatibilità
B de’ contratti,è’lch’

(a‘ 7".er. quot. lib. 2. cap.fin. Part. I. S. I 2.71.46.


[ x-Ì
è’l ſolo caſo, in cui ſembra, potere ammetterſi la
novazione, ſoggiunge , At dixerit aliquis, .Quo Paffo
ergo,quumſecuuda obligatio Priori obligatiani contraria
eſt,ſtare ſimul obligationes ambae Poterunt? Plane eo
raſu Poſterior obligatio Priori accedit,uti ſuſtinianur i”
diffa ſua Conſtitutione definit. Itaque in poteſtate
ipſms creditori: paſrtum eſt, utra malit obligatione
uti. Stant igitur alternative ambae, ita ut alterius
ſòlutione, quam ſcilicet creditor elegerit , liberetur
debitor, _ſicuri manifeſto appare-t e” illa Lege fina
li C. de no-oat. Non altrimente inſegnano i più
dOttì ſpofitori del ius Civile.
Ma ſia. pur vera l’ opinione , che nel caſo della
*incompetibilitiì s’ induca tacitamente, e per pote*
ſia di Legge la novazione. Ciò poſto ſi vuol uo
tare, che può coteſta opinione aver luogo, quan
do l’ incompatibili-*a riguardi la ſuſtanza de’ due
'con-tratti,- ſìcchè ſe l’uno ſi, ponga, l' altro neceſ
ſariamente ſi- tolga; non quando riguardi il mo-.
do della eſecuzione dell’ uno ,. o dell’ altro; poi
chè ’l mode, qual mero accidente, non ſiatten
de, ſecond-oche giudizioſamente diſtingue il Card.
de Luca Q‘ qual’ inmpatibilita ſuſtanziale
trova nella cauſa preſènte il mio dotto Contrad
dittore? Ninna. .La ſoſtanza del contratto del dì
20. del meſe di Ottobre dell’ anno 1750. era po
fla- in ciò, che ſi doveſſe dal Figuejrò‘ ſubaffitta-‘
re al Panno il proibitivo nella”l’rovincia di
Ca
_I

(a) DG credi!. dij-Co i” fl”. .


[ XI. ]
Calabria ult'ra , e che qualunque ſum-ma mag
giore degli annui duc. 15000;. ceder doveſſe` in
prò del ſolo Panno. Con coteſto contratto ſareb
be nella ſuſtanza incompatibile la ſocieta del d‘i
9. del meſe di Novembre' dell’anno 1751., ſe po
ſto il ſecondo contratto non porca ſubaffittarfi al
'Panno il ius proibitivo in quella Provincia, nè
cedere in di lui prò la ſumma maggiore degli
annui duc. 15000. Ma coteſta bimmparibilità non
ci ſu di certo . In virtù del primo coatratto il
Figuejrò ſar dovea la figura di ſublocarm, il Pan
no quella di ſubcoaduttore: e ſubaffittandoſi, il
'jus proibitivo in quella Provincia per annui du—
cati 20000., ne dovea pagare il Panno al Figuej
',rò ſoli 15000., e ritenea preſſo di ſe come un
lucro' i reſtanti 5000. In virtùdel ſecondo con—
tratto avvenne in ſuſtanza lo ſteſſo. Fece il Fi~
guejrò la figura di ſublocatore conſiderato come
rrrendator enerale , tuttochè come ſocio faceſſe
- mcor quel a di ſubcanduttore, concioſiachè non ſi
ſubiti , che ammetton le Leggi nel medeſimo
"‘uggetto la` ltiralihi delle perſone: e fece per
‘ contrario il anno-la ſola figura di ſhbmnduttore,
' ch’era quella, che ſi ebbe in mente' nel tempo
del primo contratto . Il fitto del .jus proibitivo
in quella Provincia- ſi ſtabil‘r nella ſumma di du
, cati 20000. Ciaſcun de’ 4. ſoci pagar ne dovea
' 3000. Il Figuejrò per la doppia perſona, che ſo
ienea, pagava, come ſocio, e ſiibconduttore du
‘~ :ati 5000. , egli' efigeva eſſo medeſimo, come
a. B -2 . ar
f XII. ]
arrendator generale, e ſublocatore, col qual carat
tere eſigeva ancora dagli altri 3. ſoci, e ſubcan~
duttori altri duc. 15000. Or qual differenza è po
ſia tra gli effetti del primo, e gli effetti del ſecondo
contratto? Eccola. A tenor del primo eſigeva il
Figuejrò dal ſolo Panno tutto il fitto ſino alla
ſumma di ducati 15000., e qualunque maggior
ſumma cedeva in prò del Panno . A tenor del
ſecondo e'ſigeva i duc.15000.da tuttii ſoci, Ma
coteſta è differenza accidentale, non di ſuſtanza:
ſeguentemente non contiene quella incompatibili
tà, per cui s’ induce la novazione. L’ incompati
bilità ſuſtanziale ſarebbe ſolamente nel lucro, che
porca ritrarfi dal ſubaflitto ſopra l’ eſtaglio , per
chè giuſta ’l primo contratto ſarebbe ſtato tutto
del ſolo Panno: giuſta ’l ſecondo dovea partirſi
tra’ſocj, richiedendo così la natura della ſocieta.
Ma chiede oggi il Panno quella parte d'eſtaglio,
ch’ eccede i due. 15000., non quel lucro, che ſo
pra l’eſtaglio dovea ſpettargli intero in virtù del
primo contratto. v
Eſſendoſi moſtrato compatibile col primo il ſecon
do contratto , e trovandoſi eſpreſſamente conve
nuto ncl primo, che per qualunque arto, cbe in
'aPPreſſo occorrefflz di farſi , non s’intendeſſe nova
ra la promeffa, che quivi ſaceaſi; non veggio, co
me poſſa il Figuejrò non pagare i duc.zoooo.
Si aggiunge, che , perchè col ſecondo contratto ſi
nova/ſe l’ obbligazione gia nata dal primo , era
neceſſario, che ’l Figuejrò …poteſſe farlo, e’l Pan
" no
ſ XIII. ]
'no il voleſſe . Ma ’l Figuejrò nol potea fare
ſenza che’l voleſſe il Panno, cui ſi era acquiſta
ta ragione per lo primo contratto; e ’l Panno
di certo nol volle. In virtù del ſecondo contrat
to pari era la condizione del Panno , che del
Davel, dello Spinelli, e del medeſimo Figuejrò.
E ſarà chi creda, che ’l Panno, il quale aveva
in grazia del Figuejrò (ſato fuori un biglietto di
duc.zooo. rimettendogli l’alaggio, e ne avea ſat—
to dar fuori dal Baron Donnaperna due altri di
duczl-oooo. obbligandogliſi con due pubblici ſtru—
menti per la indennità, e per l’alaggio; e’l qua
le ne avea col primo‘contratto ricevuto il com
penſo; ſ1 foſſe poi contentato , che diveniſſe la
ſua condizione pari alla condizione dello Spinel
li, e del Davel, che nulla avean dato, e nulla
avean promeſſo , e pari alla condizione del Fi
guejrò, che molto avea ricevuto da lui, e non
era più tenuto di dargli quel, che gli avea pro
meſſo? E qual maggior prò ritraeva il Panno
dal ſecondo contratto, onde ſi poteſſe. indurre a
non curarſi di quello, che potea ritrarre dal Pri
mo? Era forſe il dover pagare di fitto ſoli zooo.
duc. l’ anno , quandochè ne avrebbe dovuto pa
gare 13000? ,Ma s’ e’ pagava la ſola quarta par
te del fitto, la ſola quarta parte prendea del lu
cro, come ciaſcuno de’ ſoci, che non aveano al
cun diritto acquiſtato per altro contratto: e per
deva intanto ſecondo- la prima ſituazione della
Provinciadi Calabria ultra, due. zooo. l’anno, e
ſe
ſecondo l’ultima,‘sooo. Sarebbe da 'dire, o che’l
Panno aveſſe avuto l’animo di donare: e ciò
non fi preſume (a), ſpezialmenre in un merca
dante, qual era il Panno: o che ’l Panno foſſe
diffennato del tutto: e ciò nè men ſi preſume, e
quando foſſe così , non ſ1 dovrebbe 'eſeguire la
.convenzione d’ un matto.
Ma che dirà l’Avverſario, ſe io li moſtro; che’l
Panno, e ’l Figuejrò , quando ecero il ſecondo
contratto , ebbero l’ :mimo di eſeguire anche il
primo: tanto è lontano , che l’ aveſſero voluto
.diſtomare il alcun modo? Nel contratto della
~ſocìet`a ſ1 convenne eſpreſſamente, che intcſta del
ſblo Panno do-veſſe firma-rl; il. fibaflîno. Se quel
-lo era. un contratto di ſocietà , e pari eſſer do—
vea la condizione di tutti i ſoci; perchè ſi vol
le, che la figura princi ale di ſttóaffittfltare ſ1 fa
ceſſc dal Panno? Se’l ne de’ contraenti ſ1 cono
ſce per le coſe antecedenti , è neceſſariamente
da dire, che ſ1 volle così, perchè ſ1 eſcguiſſe il
primo contratto, in virtù di cui dovea la Pro-vin
.cia di Calabria ultra fiabaffiitrmffi al Panno. Oltre
a ciò ſ1 convenne , ‘che la Provincia di Calabria
ultra s’intendeflè ſubaffi'tta'ta per duc. 20000., e
-la Provincia di Calabria cina per ,10000. Il ſub
affitto comprendea tutte e due le Provincie di
Calabria, anzi per tutte e due fi era pattuito un
ſolo eflagliò di due, 30000., ſicché parea ch; cele
~ rar

. (a) Lguum da indebita 25. de probar.


i XV- ]
brar -fi volefl'e .una ſola locazione giuſta l’inſegna
mento del giurìſhonſulto Africano E perchè ſi
fece immediatamente la diſtinzione de’ due eſta—
gli dicendoſi, cioè di due. 10000. Per la. Provincia
di Calabria citra, e di due. 20000. Per quella di
Calabria ultra, come ſe due foſſero le locazioni?
' Coteſta diſtinzione era. inutile del tutto. »Ciaſcun
ſocio dovea pagare egual quantita, o uno foſſe, o
più foſſer gli eſtagli: e pari eſſer dovea la. arte
del-danno, e del lucro. Ma ſe inutile era di
ſtinzion degli cf/?agli per riſpetto del Figuejrò ,
dello Spinelli, e del Davel, inutile non era per
riſpetto del Panno, edel Figuejrò, tra’ quali eraſi
fatta la convenzione, che la parte dell’ eſtaglio ec—
cedente i duc. 15000. ceder doveſſe in benefizio
del Panno . Perchè dunque ſi ſapeſſe nel tempo
avvenire, quanto dal Figueirò ſ1 doveſſe pagare
al Panno ſopra iduc. 15000., feceſi quella diſtin
zione di çflagli . Altra ragione non ſe ne potra
mai aſſegnare . Se coteſta ragione non fi am
metteſſe, nulla opererebbono quelle parole, cioè
di ducati Ioooo. Per la Provincia di Calabria
cifra, e di ducati 20000.,Per quella di Calabria
ultra , contr’ a ciò , che da’ Dottori s’ inſegna ,
e nominatamente dal Mantica, colle cui parole
piacemì di por fine a queſta breve Scrittura (b),
Hoc quidem generaliter receptum eſt , ut -verba
' 72””

(a) In L. quum ejuſdem 34. de Edilit. Edit?,


(b) Dc con/'e52‘. al!. vol. lib. 3. tir. 6. a. I. `
[ XVI. ]
maquam intelligantur ſuperflua, fi paffim‘ ”tipa
ra alíum ſaaum intalleéîum . ~ . . . O* nullum *ver~
bum etiam minimum debe; eſſì- ſKPerfluum , aut
otioſum . . . . imc ”ac ſillaóa, ſi fieri Poffìr, de
be; eſſe ſuperflua.

Di Caſa' il dì u. del meſe di Decembre


dell’anno 1761.

GI O c*

- (MI/A! .

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