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Fabiola Gianotti, Direttrice del CERN, Io, tra Dio e il Big Bang. Intervista pubblicata da
Repubblica 28.12.14
Ripeto anche a voi quanto ho detto nella scorsa Veglia di Pentecoste ai Movimenti
ecclesiali: Il valore della Chiesa, fondamentalmente, vivere il Vangelo e dare
testimonianza della nostra fede. La Chiesa sale della terra, luce del mondo,
chiamata a rendere presente nella societ il lievito del Regno di Dio e lo fa prima di
tutto con la sua testimonianza, la testimonianza dellamore fraterno, della
solidariet, della condivisione (18 maggio 2013).
Vocazione allora vuol dire lesperienza di sentirsi guardati con predilezione, amati
personalmente, chiamati per nome proprio ed inviati con la sua autorit. Non
siete voi ad avere scelto me, ma io che ho scelto voi (Gv 15,16). LAmore dunque
il punto di partenza, il cammino da percorrere, e la meta da raggiungere.
Questa comprensione della vocazione, non come un mero progetto personale ma
come un sogno di Dio su di noi, ci libera di molte tentazioni: di viverla
temporaneamente, di realizzarla part-time, di interpretarla alle nostre luci, con i
nostri tempi e scadenze.
Se allinizio, come primo Amore, c Dio, normale e doveroso che dobbiamo
tornarci una ed altra volta al primo amore, nellintimit, per familiarizzarci con
Lui, per condividere la sua amicizia, per imparare i segreti del Regno e la
grammatica del Vangelo, per trasformare la nostra mente rovesciando tutti i
nostri valori per far emergere e assimilare i valori del Regno, e, soprattutto, per
pensare, sentire, amare, reagire come Lui, con il cuore del Buon Pastore, con le
viscere piene di misericordia dinanzi alla immane sofferenza dei nostri fratelli e
sorelle, per entrare nella logica della croce.
Allora riusciamo a vedere lunit inscindibile tra il primato di Dio, la fraternit e
la missione. Allora trovano senso linvito di Papa Francesco a scoprire e
assaporare la dolcezza di sostare davanti a un crocifisso o in ginocchio davanti al
Santissimo e semplicemente stare davanti ai suoi occhi! (EG 264); la sfida di
scoprire trasmettere la mistica del vivere insieme, di prenderci in braccio, di
appoggiarci, di partecipare a questa marea un po caotica che pu trasformarsi in
una vera esperienza di fraternit, in una carovana solidale, in un santo
pellegrinaggio (EG 87); lesortazione a sviluppare il gusto spirituale di rimanere
vicini alla vita della gente, fino al punto di scoprire che ci diventa fonte di una
gioia superiore (EG 268), fino ad arrivare a questa espressione suprema: la
missione al cuore del popolo non una parte della mia vita, o un ornamento che
mi posso togliere, non un appendice, o un momento tra tanti dellesistenza.
qualcosa che non posso sradicare dal mio essere se non voglio distruggermi. Io
sono una missione su questa terra, e per questo mi trovo in questo mondo. (EG
273).
Ecco quanto Papa Francesco intende dire quando ci invita a riscoprire la bellezza
della vita consacrata! Non un sentimento estetico n una mossa ingenua del
cuore. Si tratta di una immensa passione per Ges e, al tempo stesso, di una
passione per il suo popolo. (cfr. EG 268).
molto illuminante costatare come in questo vulcano di idee e di parole, che
cercano di infiammare il cuore dei discepoli missionari di Cristo, Francesco
molto incline a usare il termine mistico, tanto se applicato alla comunit cristiana
descritta attraverso le relazioni nuove generate dalla fede in Cristo Ges: Oggi
BELLEZZA E VALIDIT DELLA VITA CONSACRATA OGGI!
perch, alla luce della passione per Dio e passione per lUomo abbiamo voluto
definire la vita consacrata come una vita samaritana.
La connotazione samaritana
Ovviamente definire la vita consacrata come una vita samaritana implica non
solo di guardare allitinerario spirituale percorso dalla samaritana e dal buon
samaritano, ma anche di assumere e fare propria la condizione sociale di un
gruppo, come lo erano i samaritani ai tempi di Ges, che vive ai margini della
societ e della Chiesa.
Diventare samaritani, sotto questo profilo, vuol dire per noi accettare il rifiuto del
mondo e della societ; comporta di rinunciare ai privilegi di cui come consacrati
abbiamo goduto fino a pochi anni fa, e non soltanto a livello sociale ma anche
ecclesiale, dove i nuovi movimenti sembrano avere oggi la parte migliore anche a
livello vocazionale. Vuol dire sposarci con la povert, intesa anche come scarsit
di mezzi economici, ma soprattutto come mancanza di potere e di privilegi, e
camminare nella vita con maggiore semplicit ed umilt, diventando oggetto di
pregiudizio da coloro che hanno una immagine diversa della vita religiosa.
Per secoli la vita consacrata stata il fiore allocchiello della Chiesa; il suo ruolo
sociale nellevangelizzazione e nella promozione umana stato insostituibile nei
diversi ambiti dellagricoltura, delleducazione, della salute, dellattenzione ai pi
poveri, , cos come continua ad esserlo in America Latina, Asia, Africa. La sua
presenza in campo sociale, con un ruolo di supplenza dello Stato, stata cos
grande da correre il rischio di adulterare la sua missione, che non
semplicemente quella di fare delle opere con efficacia e gratuit, ma di diventare
una metafora di Dio, un segno della sua presenza tenera e salvifica nel mondo.
Assetati di Dio (Gv 4,1-42)
Il racconto di Giovanni ci presenta un Ges stanco ed assetato, che si reca al
pozzo di Giacobbe, dove giunge anche una donna samaritana, alla quale egli
chiede da bere. Sorprende che il bisogno fisico porti Ges a rompere le barriere
etniche e culturali. In questo contesto di marginalit infranta, Ges si presenta
come dono di Dio, come la sorgente di acqua viva.
Ges il dono della vita eterna per chi crede in Lui. Egli meglio di nessun altro
conosce i bisogni pi profondi degli uomini, la loro sete immensa di senso, di
felicit e di salvezza. Ges risveglia nella samaritana il desiderio della sorgente
dellacqua viva da Lui offerta. appunto lanelito di felicit ci che ha portato la
donna samaritana a cercare un appagamento, senza successo, passando da una
esperienza ad unaltra.
BELLEZZA E VALIDIT DELLA VITA CONSACRATA OGGI!
Alla luce di questo testo, la vita consacrata ha bisogno di fare una seria revisione,
per rendersi conto, con onest e coraggio, anche se con sofferenza ed umiliazione,
delle mancanze di fedelt al suo Signore, della sua ricerca di sicurezza talvolta a
prezzo di perdere identit e rilevanza. Forse bisognerebbe identificare i nomi e i
volti dei successivi mariti, con i quali la vita consacrata ha perso la gioia,
lincanto, la passione. Dove ha cercato di appagare la sua sete? A quali acque?
Come la donna samaritana la vita consacrata pu sentirsi insoddisfatta e vuota,
senza gioia e senza entusiasmo, senza dinamismo e senza passione, senza
bellezza e forza di attrazione. Come la donna samaritana essa deve incontrare
Ges, sorgente di acqua viva, per ritrovare il senso, la gioia e la passione della
vita, per essere credibile ed attraente; deve ripartire da Cristo con uno slancio
evangelizzatore per ritornare significativa e feconda. La nuova evangelizzazione
ha bisogno di nuovi evangelizzatori, che parlino di Dio non per sentito dire, ma
perch Lo hanno incontrato, e che quindi non possono tacere lesperienza di
questo incontro e sentono lurgenza di comunicarlo.
Non basta lavorare per il Regno o per i valori del Regno; necessario riconoscerci
al servizio del Re, sentirci servi dellunico Signore. Solo Ges pu essere
fondamento della nostra vita. Solo Ges merita tutto il nostro amore. Solo Ges
d ragione di ci che siamo e di ci che facciamo.
Solidali con lumanit (Lc 10,25-37)
In Luca il buon samaritano non una persona reale, ma un personaggio di
una parabola, per mezzo della quale Ges risponde ad un maestro della legge che
lo ha messo alla prova. Lo scriba, essendo disposto ad adempiere il precetto
divino, vuole identificare chi deve amare. Ges, da buon pedagogo, risponde in
modo che lo scriba stesso dica quanto gi sa; difatti, vedendo la risposta corretta,
Ges gli dice: Fa questo e vivrai. La vita eterna non si raggiunge attraverso una
scienza rivelata cui abbiamo accesso un gruppo di eletti, bens attraverso il
dinamismo trasformatore e divinizzatore dellAmore (cf. 1Cor 13).
Alla vita consacrata pu capitare ci che capitato allo scriba, di avere cio solo
una conoscenza teorica di Dio e di Ges. Essa pu pensare infatti che tale
conoscenza basti per ottenere la salvezza, senza rendersi conto - o non voler
accettare - che la salvezza non una realt estrinseca, come se fosse il premio per
le nostre scelte o la ricompensa per le nostre rinunce o la retribuzione per il
nostro adempimento formale della legge; la salvezza invece realt intrinseca,
vale a dire, la trasformazione che lamore opera in noi. Anche a noi il Signore oggi
ripete: Fa questo e vivrai.
3. A modo di conclusione
Sono convinto che la vita consacrata rappresenta una vera terapia per la nostra
societ e un dono alla Chiesa, a condizione che essa sia un segno visibile e
credibile della presenza e dellamore di Dio (mistica), che sia unistanza critica
nei confronti di tutto quanto attenta alla persona umana, intesa secondo il
disegno di Dio (profezia), e che sia solidale con lumanit, specialmente la pi
povera, bisognosa, esclusa o messa in disparte (diaconia).
La vita consacrata torner ad essere bella, luminosa, irradiante, affascinante se
torner pi decisamente a Dio e alluomo come i due poli attorno ai quali gira la
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sua vita: Dio come fonte e culmine del nostro essere e del nostro operare e luomo
bisognoso come destinatario e luogo del nostro culto a Dio. Sembra che oggi pi
che mai ci che ci viene chiesto sia di ascoltare lo Spirito e lasciarci guidare da
Lui.
Con e come Papa Francesco dobbiamo avere il coraggio di sognare una scelta
missionaria capace di trasformare ogni cosa, perch le consuetudini, gli stili, gli
orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per
levangelizzazione del mondo attuale, pi che per lautopreservazione. La riforma
delle strutture, che esige la conversione pastorale, si pu intendere solo in questo
senso: fare in modo che esse diventino tutte pi missionarie, che la pastorale
ordinaria in tutte le sue istanze sia pi espansiva e aperta, che ponga gli agenti
pastorali in costante atteggiamento di uscita e favorisca cos la risposta positiva
di tutti coloro ai quali Ges offre la sua amicizia. (EG 27)
Dobbiamo essere capaci di sognare una Vita Consacrata saldamente centrata nel
Signore Ges, totalmente consegnata al Regno, con un profondo senso di Chiesa
e in cammino allincontro dei pi poveri ed emarginati, gli ultimi della societ.
Linsistenza sulla gioia con cui Papa Francesco si espresso nella Esortazione
Apostolica, Evangelii Gaudium, il termine ricorre 59 volte ha il carattere del
lieto annuncio che costituisce il Vangelo, che d vita alla Chiesa e rappresenta il
contenuto di ogni azione evangelizzatrice (vecchia o nuova).
Intende cio riconnettere la Chiesa con lesperienza fondamentale da cui ha
origine, quella della Pasqua. Se difficile immaginare una comunit in uno
smarrimento pi profondo di quello dei discepoli di Emmaus due giorni dopo la
morte di Ges in croce, impossibile immaginare una gioia pi grande di
scoprirlo risorto.
Se non si riprende oggi contatto con questa esperienza sorgiva e non se ne apre
laccesso a coloro a cui ci si rivolge, qualunque iniziativa di evangelizzazione e di
rinnovamento della vita consacrata rimarr nellambito delle tecniche di
comunicazione pastorale o dei fuochi di artificio, ma senza riuscire a incidere
davvero nella vita delle persone.
Certo, la Chiesa tutta intera si fonda sullesperienza pasquale, ma un conto
saperlo, un conto metterlo in pratica. quindi particolarmente efficace che
Francesco indichi la gioia del Vangelo come criterio di verifica di ogni autentica
vita cristiana, di ogni autentica evangelizzazione, e di una vita consacrata
credibile.
Nel CG 27, Testimoni della radicalit evangelica, i Salesiani abbiamo voluto
entrare decisamente in questo progetto pastorale di Papa Francesco e riscoprire e
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testimoniare la bellezza della vita consacrata. Licona della vite e i tralci sintetizza
assai bene il programma di vita con linvito a essere radicati profondamente in
Cristo, a rimanere uniti a Lui, a dare frutto ed essere gioiosi. E i tre nuclei che
tracciano il profilo del Salesiano oggi mistico profeta servo, da una parte,
sono inseparabilmente uniti perch corrispondono ai tre elementi essenziali della
nostra consacrazione apostolica: consigli evangelici comunit fraterna
missione apostolica; e, dallaltra parte ci domandano una triplice conversione:
spirituale fraterna pastorale, che si concretizza nella centralit di della nostra
vita in Dio, nella profezia della nostra fraternit, nellassoluta disponibilit al
servizio dei giovani, specialmente i pi poveri ed esclusi.
Nel Capitolo Generale XXIII, le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno preso come tema
Essere oggi con i giovani casa che evangelizza che hanno tradotto in tre scelte
chiare in chiave di conversione pastorale. Esse sono state formulate tenendo
conto delle parole chiave del tema del Capitolo: a) Trasformate dallincontro. b)
Insieme con i giovani. c) Missionarie di speranza e di gioia. Ad ogni scelta fanno
seguito delle linnee di azione allinsegna della concretezza.
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