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Dario Flaccovio:

http://magazine.darioflaccovio.it/2012/06/08/il-metodo-fem-per-la-scelta-del-modello-di-palo-prima-parte/

APPLICAZIONE DEL METODO DEGLI ELEMENTI FINITI NELLA SCELTA DEL MODELLO DI PALO
- PARTE I -
Romolo Di Francesco
www.romolodifrancesco.it


I pali di fondazione rappresentano, in generale, una soluzione progettuale alla quale ricorrere:
1.
2.
3.
4.

in caso di stratificazioni complesse, con variazione delle caratteristiche meccaniche tali da


rendere inadeguata la risposta delle fondazioni superficiali nei confronti dei cedimenti
differenziali;
in presenza di terreni compressibili di superficie;
in presenza di elevati carichi concentrati;
per incrementare la velocit di esecuzione conducendo, talora, anche ad una riduzione dei costi
rispetto alle fondazioni superficiali.
Occorre nel contempo evidenziare che la
loro progettazione comunque pi
complessa rispetto alle fondazioni
superficiali, tanto che anche le nuove
Norme Tecniche sulle Costruzioni (DM
14.01.2008) impongono che siano svolte le
seguenti verifiche agli Stati Limiti di tipo
Geo:
a)
collasso per carico limite nei
riguardi dei carichi assiali di compressione;
b)
collasso per carico limite nei
riguardi dei carichi traversali;
c)
collasso per carico limite di
sfilamento nei riguardi dei carichi assiali di trazione.

Appare evidente, allora, che il progetto di un palo dipende da molteplici fattori tra i quali assumono
particolare rilievo la stratificazione del terreno con i relativi parametri meccanici, la geometria
espressa in termini di lunghezza (L) e di diametro
(D) ovvero di rapporto di snellezza (L/D o D/L), le
condizioni di carico espresse in termini di carico
assiale (N), trasversale (V) e di momento flettente
(M) e non ultimo le condizioni di vincolo in testa (in
genere libera o incastrata, raramente incernierata)
e alla base (cerniera o incastro).
Riunendo tali elementi in un unico assioma risulta
che le modalit di analisi di un palo dipendono
dalla rigidezza relativa rispetto al terreno che ha
condotto, nel solo caso di azione di un carico
trasversale e di un momento flettente, alla
costruzione di 16 modelli implementati in Analisi
geotecniche di fondazioni superficiali e pali, ai
quali vanno aggiunti quelli per lo studio
dellinfluenza delle cerniere o degli incastri alla
punta e del comportamento dei gruppi connessi
con plinti rigidi.
Daltra parte, la sola differenza tra palo rigido e
palo flessibile conduce a una risposta meccanica
notevolmente differente, influenzata dallo sviluppo
di una cerniera plastica lungo il fusto che modifica
drasticamente il comportamento dellelemento di
fondazione (figura a fianco).

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Al fine di trovare una linea guida che consenta di definire la rigidezza del palo (e di conseguenza di
definire quale modello adottare per le verifiche SLU/SLE) stata svolta unanalisi parametrica
condotta mediante il modello a macroelementi che, sviluppato in originale, stato implementato nei
fogli Excel allegati al libro Introduzione al metodo degli elementi finiti.



Quindi, con riferimento alla figura in alto, stato analizzato un palo verticale di lunghezza costante L =
8 metri - sollecitato con un carico orizzontale V = 300 kN ed un momento flettente M = 150 kNm
applicati in testa al variare del diametro (D = 0,6 1,0 2,0 metri) e della costante di Winkler
orizzontale (kh = 50.000, 500.000, 1.000 kN/m3), ottenendo differenti deformate e differenti valori del
parametro :
k !D









(1)
!=4 h
4 ! E ! Iz
essendo E = 30.000 MPa il modulo elastico del calcestruzzo ed Iz il momento dinerzia della sezione
circolare:
! ! D4










(2)
Iz =
64
Analizzando nel dettaglio i grafici si scopre che tutte le configurazioni, tranne lultima in basso a
destra, conducono ad un comportamento di palo flessibile per il quale il superamento delle resistenza
della sezione armata conduce alla formazione di una cerniera plastica: una condizione marcatamente
evidente per le configurazioni centrali caratterizzate da elevati valori della costante di Winkler.
Al contrario, solo per lultima configurazione il palo pu essere considerato davvero rigido,
corrispondente ad un valore molto piccolo di che assume il ruolo di parametro discriminatore.
In pratica, risultano valere le seguenti condizioni di estremit:
"
! !L <
" ! ! L < 0, 785 (palo rigido)
4




(3)
! ! L > " " ! ! L > 3,14
(palo flessibile)

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Notare, con riferimento alla figura in alto relativa allandamento dei momenti flettenti, che la rigidezza
di palo influenza non solo il modello di palo da adottare ma anche larmatura dello stesso.
Concludendo, al fine di cercare una definizione formale della rigidezza del palo, possibile riferirsi alla
figura seguente nella quale sono stati graficizzati i valori del prodotto L per ognuna delle
configurazioni analizzate.



In definitiva risulta che, approssimando le curve con funzioni potenza, solo per valori molto piccoli del
prodotto L (tipicamente minori di 0,785) un palo pu essere considerato rigido mentre in tutti gli
altri casi, costituenti la normalit nella prassi professionale, i pali devono essere considerati
flessibili.
Nella seconda parte dellarticolo sar analizzata, sempre con il metodo degli elementi finiti, la risposta
dei pali al variare della rigidezza dei terreni attraversati.

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