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UN’INTERPRETAZIONE COGNITIVA
DELL’ETICA E DELL’ECONOMIA
CONSIDERAZIONI VITALI E GLOBALI
ALESSANDRO BERTIROTTI
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I
l comportamento etico dell’umanità dipende dal comportamento sociale delle popo-
lazioni di neuroni. Nel nostro cervello sono scritti i progetti etici dell’intera umanità
ed è necessario comprenderli, per meglio assecondare la natura etica dell’uomo.
L’attività cerebrale è data dalle variazioni di stato degli attrattori puntiformi, i quali
determinano i processi cognitivi, per mezzo degli attrattori a ciclo limite (Freeman W.J.,
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ibidem). Questi ultimi corrispondono alle situazioni in cui gli attrattori puntiformi ven-
gono ignorati (sono cioè in stato di apparente silenzio) e si verifica un apprendimento.
Quando il rapporto fra lo stato di partenza (attrattore puntiforme) e lo stato di attività
(attrattori a ciclo limite) supera una determinata soglia, il sistema non può più tornare
indietro, ed è costretto a trovare un nuovo valore di stabilità. Sempre in riferimento
all’esempio precedente, se i messaggi che riceve sono 20 rispetto a quelli che trasmette
che rimangono 10, quella popolazione di neuroni deve adattarsi ad un nuovo equilibrio
cercando di trasmettere all’esterno ancora 10 messaggi in più. In questo caso, con
l’aggiunta iniziale e finale di 20 messaggi totali (10 in entrata e 10 in uscita per adat-
tarsi) si verifica un apprendimento, ossia una conoscenza nuova.
Il termine economia deriva dal latino eco nomos, ossia regole dell’ambiente, oppure
norme dell’ambiente. Le configurazioni di AM sono metaforicamente simili alle relazioni
economiche che gli esseri umani (e le culture) stabiliscono fra loro, e la differenza di
modulazione economica (i messaggi in entrata rispetto a quelli in uscita, circa la pro-
duzione, il valore, le merci, etc., di un qualsiasi mercato) stabilisce la formazione di
una mentalità economica condivisa. È proprio questa condivisione concreta delle regole
del mercato che veicolano la formazione di una mentalità corrispondente, come è lecito
supporre che il cambiamento di alcune caratteristiche concrete rappresentate da que-
sta mentalità possano veicolare la formazione di ulteriori idee economiche collocabili
però nel tempo, ossia soggette ad un rapporto costante fra passato e futuro.
In effetti, l’importanza di queste configurazioni è che esse sono alla base della co-
struzione del significato, che non nasce direttamente dal mondo esterno, poiché il cer-
vello utilizza precedenti elementi per costruire i significati. Il cervello non riceve tra-
scrizioni dirette del mondo che lo circonda, ma ne crea al suo interno un’immagine che
dipende dalla sua storia personale.
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La costruzione di un significato etico-economico avviene attraverso la formazione
dell’intenzionalità. Essa è un processo che permette agli uomini (e ad altri animali) di
agire in relazione ad un obiettivo futuro. Le azioni che caratterizzano la nostra vita
quotidiana emergono lungo una sequenza che si può suddividere in tre stadi. Ad un
primo stadio, emergono nel cervello gli obiettivi verso cui indirizzare le azioni. Nel se-
condo stadio, si agisce e si costruiscono significati dopo aver ricevuto a livello senso-
riale le conseguenze delle proprie azioni. Infine, nel terzo stadio l’apprendimento modi-
fica topologicamente le configurazioni delle reti neuronali del cervello. L’insieme di que-
sti tre stadi è accompagnato da svariati processi dinamici che preparano il corpo
all’azione, e ciò che si percepisce della preparazione ad essa sono le emozioni. Tutti i
comportamenti intenzionali sono emotivi, e nascono dall’auto-organizzazione
dell’attività neurale, grazie all’azione del sistema limbico, nel quale si evidenziano con-
figurazioni di AM emotivamente rilevanti.
Ogni essere umano si rende conto dei propri significati per mezzo di consapevolezza
e coscienza. La consapevolezza è un’esperienza elaborata neurologicamente che si pro-
duce nel nostro cervello. La coscienza è quel processo che permette alla successione
degli stati di consapevolezza di avere significato per l’individuo.
Come sono collegate esperienza e coscienza nel cervello e dunque nei processi men-
tali? Con l’invenzione della causalità, grazie alla quale il cervello pone il relazione un
precedente (causa) con un conseguente (effetto). Si tratta di una spiegazione ottenuta,
elaborata o individuata in termini statistici, perché si cerca di capire quante possibilità
vi sono che un’azione (soprattutto di carattere economico, dunque necessariamente
anche etico) determini un particolare risultato.
L’esperienza soggettiva, quella riferibile alle azioni consapevoli, è vissuta come una
catena di causalità lineare. La nostra intenzione ad agire è la causa di quello che si ve-
rificherà. In questo modo gli individui si spiegano le dinamiche delle interazioni sociali,
anche in riferimento alle condotte eticamente ed economicamente rilevanti. Le nostre
scelte etiche ed economiche dipendono dunque da quanto il cervello modificherà le
proprie configurazioni di AM, affinché si possano ipotizzare azioni probabili in grado di
ottenere un equilibrio cognitivo fra la sicurezza di rimanere in vita ed il desiderio di li-
bertà. La soluzione fra questi due antipodi culturali è la ricerca del più giusto nel mo-
mento migliore, in grado di equilibrare le configurazioni perturbate di nuovi dati raccol-
ti. In questo modo il comportamento etico umano si presenta come il risultato di un
calcolo probabilistico che va dal particolare al generale, utilizzando un percorso cogni-
tivo che lega la necessità di mantenersi in vita come singolo e mantenersi utile come cul-
tura. Così si formano anche i significati personali, culturali perché anche etico-
economici, durante la più importante attività cognitiva, quella adattativa.
È dunque l’azione che origina il pensiero, ossia la conoscenza, proprio perché la co-
noscenza stessa è di tipo evoluzionistico, ossia, popperianamente parlando, esercita e
costituisce un controllo costante delle elaborazioni mentali in un ambiente (economia).
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fondamento tanto dell’etica quanto dell’economa e dunque di un ben-essere generaliz-
zato legato alla qualità della vita.
Di fronte a tutto ciò che ci circonda, il nostro cervello opera continue attribuzioni di
senso, grazie alle quali si spiegano cause e motivi di ciò che ci accade. Come abbiamo
detto, la causalità, che è una configurazione di AM presente nel cervello (piuttosto che
negli eventi), si manifesta con l’espressione contemporanea di due flussi di attività:
quella del neurone che influisce sulla popolazione di appartenenza, e quella della po-
polazione sul singolo neurone, esattamente come accade nella società, dove il singolo
influisce sul globale e questo sul singolo.
Il vincolo micro-macro limita la libertà degli elementi impedendo che l’attività del sin-
golo determini azioni indipendentemente dall’intervento degli altri. Il ruolo della con-
sapevolezza è quello di agire come un veicolo per raggiungere l’ordine globale, inte-
grando fra loro le attività che derivano dai vari componenti. La coscienza si inserisce in
questo meccanismo con la funzione di creare una sequenza di stati globali e vitali di
consapevolezza.
L’ordine globale permette un’assimilazione nei confronti del mondo, e quelli che
l’individuo elabora rispetto ad esso sono gli obiettivi e le motivazioni. Le nostre azioni
sono viste dagli altri, ma anche da noi stessi, come un mezzo per raggiungere uno
scopo, o come l’espressione dei significati personali, tanto etici quanto economici. La
coscienza permette all’organismo di percepire il mondo ed agire in modo razionale al
suo interno. In altre parole, il sistema nervoso crea una configurazione di attività che
permette la rappresentazione del mondo e l’azione che ne consegue, ed il significato
emerge dalle AM. Ogni apprendimento modifica questa situazione, la quale sorge dal
mondo in termini di consapevolezza e coscienza, creando una naturale propensione
per il verosimilmente giusto e migliore per l’adattamento del singolo e del gruppo, che
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definiamo in ottica culturale globale etica.
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