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ottobre-dicembre 2008
Avventure
estetiche
Riccardo Bedrone
Direttore
MIAAO
Aurlien Police, Lle des morts, 2005, stampa fine art da file digitale su carta cotone in esemplare unico, 60x90 cm, Collezione SSAA, Torino
Babele e
Gerusalemme
Il sogno dellarchitetto
AfterVille
landing strip
Daniela Formento
I curatori di AfterVille
Pierre Clayette, de la suite Babel, Babel mordore, 1982, olio su tela, 74x100 cm (particolare)
Collezione SSAA, Torino, foto Studioelle
gi passato un anno, da quando iniziammo, con lAstronave Torino, partendo qui dal MIAAO, il nostro viaggio verso
lAfterVille, ora giunto alla fine, descritta in
questo ultimo numero del suo giornale di
bordo. Che necessariamente, con il suo
titolo Dalle citt dellAldil, doveva avere
un po il sapore di una cerimonia degli
addii (almeno agli eventi del programma
culturale collaterale al XXIII Congresso
mondiale degli Architetti UIA, celebrato
questestate al Lingotto). Abbiamo cos
deciso di rendere omaggio a Toni Cordero, Sir Simon Marsden, Pierre Clayette, Aurlien Police, quattro fantastici
creatori di visioni urbane ultraterrene
nellambito delle rispettive discipline:
larchitettura e la fotografia, la pittura e la
grafica. Non a caso abbiamo virgolettato alcuni termini nella frase precedente:
ogni arte fantastica e visionaria sempre di difficile definizione e valutazione,
sovente di controversa reputazione.
Grandissimi studiosi si sono provati in
passato nellelaborazione di teorie del
fantastico e del visionario, che utilizzeremo anche per illustrare alcuni aspetti
delle opere dei nostri ospiti donore.
Opere accomunate da forti interferenze
formali e tematiche, come quelle di moltissimi visionari. A esempio, principiando
un po traumaticamente, e citando Henri
Focillon, potremmo dire che la luce che
splende nelle loro opere, la folgore o
il sole dei morti (H. Focillon, Estetica
dei visionari, Abscondita, Milano 2006).
Fingendo di non vedere il gesto propiziatorio e molto fisico dei nostri pochi
lettori, passiamo, sempre sotto la guida
di Focillon, a un argomento cruciale,
che ha sempre crucciato anche i nostri
autori. Infatti, questi artisti compaiono
come accidenti, come scorie () li si
isola come dei casi. stato il destino, in
vita, di Toni Cordero e Pierre Clayette, e
che tuttora affligge, si fa per dire, Simon
Marsden e Aurlien Police. Eppure, essi
sono stati e sono tra i pi grandi innovatori formali, sovente cultori del delirio
della prospettiva, ed evocatori del potere della vertigine (si guardi, nelle pagine
successive e in mostra, alle echappes,
alle fughe prospettiche, ai ribaltamenti
della visione, insomma a prospettive tutte, seppur diversamente, depravate).
Attenzione per: non si tratta solo di
virtuosistica spericolatezza formale, ma
di una sorta di trascendenza spirituale
della prospettiva, secondo la felice definizione del curatore di una bella mostra
dedicata alle architetture fantastiche
(Karsten Harries, Les Arquitectures Fantstiques I La Transcenndncis Espiritual
de La Perspectiva, in La Ciutat Que Mai
No Exist. Arquitectures fantstiques en
lart occidental, catalogo mostra Centre
de Cultura Contempornia de Barcelona; Museo de Bellas Artes de Bilbao,
23 ottobre 2003-1 febbraio 2004). Infine
li si direbbe, ancora una volta tutti, a
disagio nei limiti dello spazio e del tempo. Difatti sono affatturati dal passato,
da un patrimonio storico-architettonico
segue in ultima
Sommario
rappresentazioni fantastiche
01
rappresentazioni fotografiche
02-03
rappresentazioni pittoriche
04-05
rappresentazioni multimediali
06-07
rappresentazioni terminali
08
ottobre-dicembre 2008
La citt
di Dioce
Toni Cordero
architetto e compagnon
Il tempio
ceramico
Luisa Perlo
Toni Cordero e Bruno Munari, dal progetto Dioce: Liconostasi iconoclasta, 1993
installazione nellOratorio del Complesso Monumentale di San Filippo Neri in Torino
Archivio SSAA, Torino
in alto Toni Cordero, dal progetto Dioce: Ecbatana, Calligrafie, 1993
installazione nella Chiesa Maggiore del Complesso Monumentale di San Filippo Neri in Torino
foto Pino DellAquila, Archivio SSAA, Torino
Lofficina torinese
di Cordero
del design ha coniugato le tradizionali capacit meccaniche, da califfo
dofficina torinese, con larte decorativa di Guarini e Juvarra, e con lamor
estremo orientale (come nei pali e nei
puntali del Vocabolario redatto per
Sawaya e Moroni, ispirati agli Urga
mongoli, i bastoni sventolanti che segnalavano il territorio dellamore). Una
sintesi che si ritrova anche quando
si confrontato, da mistico nascosto qual era, con il tema del Sacro.
Ad esempio nel restauro della Chiesa
delle Suore di Clausura del Cottolengo di Biella, opera straordinaria mai
divulgata, gli arredi in legno massello,
caratterizzati da mistilinee barocche,
sono poi sedotti da movenze organiche austroungariche. Nella rassegne
di mostre allestite a partire dal 1992 in
San Filippo Neri a Torino il legno grezzo delle assi da ponteggio costretto
alla pompa barocca, in contrappunto
ad austeri candelieri in ferro brunito,
realizzati con soli tre punti di saldatura. Cos, riusciva a dare dignit spirituale a poveri materiali, anche nel
caso dellallestimento di Mater Materia a Matera, punteggiando di lucine
cinesi da albero di Natale strutture a
punto asola, in lamierino, delle stagere da cantina Allinverso, riusciva a
rendere materiale da costruzione la
luce, o il fumo dincenso, come avvenne di nuovo a Matera, e pi volte a Torino. Toni Cordero non amava affatto
spiegarci le sue intuizioni progettuali e
il suo ductus, ma invitarci al sacrificio
e alla perseveranza: lezione da vero
buon maestro, altrimenti inimitabile.
Toni Cordero, dal progetto Dioce: Concentrazione, 1992, installazione nella Chiesa Maggiore del
Complesso Monumentale di San Filippo Neri in Torino, foto Pino DellAquila, Archivio SSAA, Torino
Mater Materia
Luisa Perlo
Nel 1999 a Matera si discute sullo
stato delle arti applicate. Lo scenario Mater Materia, la I Biennale
Internazionale a esse dedicata in
Italia. Uno scenario eccezionale dal
punto di vista architettonico, come
unica la controffensiva culturale
a favore di discipline da tempo neglette. Un simile progetto richiede,
passi il gioco di parole, notevole
applicazione. Accanto al curatore
Enzo Biffi Gentili non pu mancare
Toni Cordero, da sempre compagno di ardimentose imprese espositive. Nella Chiesa degli Artieri,
sui Sassi, Cordero crea unarchitettura di luce ispirata alle luminarie che vestono a festa i paesi
del Sud, qui a fianco illustrata nel
sontuoso bianco e nero di un illustre materano dadozione, Mario
Cresci. Larchitetto de-localizza
la luminaria, nata per gli esterni,
e la ingabbia in strutture ortogonali, canzonando il minimalismo
allora imperante nel disegno degli
interni. La mostra unilluminante
riflessione per quadri liturgici sulla
condizione agonica della disciplina, che va oltre lallusione ai temi e
alle suppellettili sacre che ornano
il contesto: un profetico de profundis, dal momento che la biennale
materana rester un unicum. Ne
sono testimonianza il reliquiario
di Jean Michel Doix, le mammelle
mutilate della SantAgata ceramica di Elica, e due memento mori
-opportunamente in tema con
questa pubblicazione- di Bertozzi
e Casoni: il mucchio dossa ora
conservato nel Sepolcreto sotterraneo di San Filippo Neri, e Scegli il Paradiso, mirabile Madonna
mortifera in maiolica esposta per
la seconda volta questestate nel
Gran Teatro Ceramico al MIAAO,
dove, mentre Matera si affida al
franchising progettuale delle archistar, la resistenza continua.
03
Teterrimo
baronetto
Valrie Zuddas
Sir Simon Neville Llewelyn Marsden, quarto Baronetto di Grimsby, nasce nel 1948 a Lincoln,
nel Lincolnshire, dove vive in
un antico presbiterio. Si forma
allAmpleforth College nel North
Yorkshire e poi allUniversit della Sorbona a Parigi. Dal 1969
lavora come fotografo professionista, collaborando con numerose riviste. In seguito a borse
di studio assegnategli dallArts
Council of Great Britain nel
1975 e nel 1976 viaggia in Europa, Medio Oriente e negli Stati
Uniti. Si specializza in fotografia
darchitettura e di paesaggio,
rinnovando la tradizione del
pittoresco nellaccezione anglosassone del termine: rovine,
chiese e abbazie, cimiteri, edifici
misteriosi, decadenti e auratici
divengono i temi preferiti delle
sue riprese. Tecnicamente, leffetto ultraterreno e inquietante
delle sue immagini intensificato dalluso di filtri infrarossi e da
raffinati procedimenti di stampa
su carte metallescenti. Ha prodotto molti album fotografici di
gran successo. Le sue opere
sono state esposte in importanti musei come il J. Paul Getty
Museum di Los Angeles, la Bibliothque Nationale de France
di Parigi, il Victoria and Albert
Museum di Londra. In Italia, con
Dalle citt dellAldil al MIAAO,
si manifesta la sua prima apparizione in una mostra.
Un po di Poe
hanno portato allelaborazione dei progetti. Ma c anche chi lavora sulle presenze per scongiurare la paura dellignoto, inteso non solo come invisibile, ma
anche come inammissibile. Basti pensare
alla serie By Proxy del 1999 di Anna Gaskell -ispirata alla storia vera di una pediatra americana che uccideva i suoi piccoli
pazienti- in cui tante bambine vestite da
infermiere vengono ritratte su sfondi di cieli
cupi, con inquadrature e tagli deformanti
che provocano un senso di disagio e inquietudine: la messa in scena di un incubo. La violenza e linfanzia -gi di per s
elemento perturbante- sono anche i temi
preferiti da Christopher Coppola, che in
set in miniatura da lui stesso costruiti, in
cui aleggiano bagliori sinistri e atmosfere
noir, inscena omicidi sanguinosi compiuti da bambolotti (vedi la serie I am my
Fathers Son del 1998). Anche Gregory
Crewdson, celeberrimo fotografo americano, professore di fotografia a Yale, allestisce veri e propri set, ma questa volta
in scala 1:1, usando come interpreti star
della statura di Julienne Moore e Gwy-
a sinistra
Simon Marsden, San Michele Cemetery, Venice, Italy, The Island of the Dead, 2000
fotografia a infrarossi, Collezione SSAA, Torino
Simon Marsden, Statues, Brompton Cemetery, London, England, 1983
fotografia a infrarossi, Collezione SSAA, Torino
Simon Marsden, Belgian Cemetery, Houthulst, Ypres, Belgium, 1999
fotografia a infrarossi, Collezione SSAA, Torino
sotto Simon Marsden, Church of St Andrew, Covehithe, Suffolk, England, 2006
fotografia a infrarossi
Luisa Perlo
Simon Marsden lo annovera tra i numi
tutelari. I suoi neri racconti di dimore
in decadenza e abbazie illuminate dalla
luna, scrive, sembravano in qualche
modo rispecchiare la mia ossessione per i fantasmi che li infestavano.
Per un adolescente di tendenza dark,
Edgar Allan Poe ancora oggi un fascinoso dispensatore di arcane paure.
Se poi questo teenager cresce -a qualcuno capita- in due antiche hounted
houses del remoto Lincolnshire, e
l, anzich darsela a gambe, matura
uninclinazione artistica verso il mistero e il soprannaturale, come nel caso
di Marsden, succede che, Leica alla
mano, queste paure possano diventare immagini di straordinaria potenza
evocativa. Talento visionario e romantico, autore secondo D.H. Lawrence
di terribili storie dellanima in corso
di disintegrazione, Poe ha affascinato
generazioni di pittori, incisori, cineasti,
fumettisti, musicisti. Nato a Boston
nel 1809, e cresciuto a Richmond, in
Virginia, sotto legida severa della famiglia Allan, avrebbe vissuto una vita
randagia di soli quarantanni, segnata
dalla tragedia familiare, dalla cronica
penuria economica e dai funesti effetti dellalcool. Genio singolare e
meraviglioso ciarlatano per Charles
Baudelaire, che in Francia lo tradusse
e chios, accanto a Mallarm, garantendogli da morto la fama faticosamente rincorsa in vita, questo formidabile narratore di spettri che albergano
nella mente si sarebbe trovato a suo
agio nel secolo breve, a cui avrebbe
fornito pi duna fonte dispirazione.
Pi che allinventore del romanzo poliziesco (recentemente Julian Schnabel
ha intitolato un suo quadro No Poe No
Hitchcock), o allo scrittore di racconti il
cui significato sarebbe andato ben oltre le intenzioni -bastino le letture che
de Luomo della folla e della Lettera
rubata hanno dato Walter Benjamin e
Jacques Lacan- pensiamo allinsuperato artefice di incubi visivi. Allautore
dei Tales of the Grotesque and Arabesque, che pare alludere al linguaggio
delle arti decorative, al teorico del landscape gardening del Possedimento
di Arnheim e del Villino di Landor, al
meno conosciuto filosofo del furniture,
al minuzioso illustratore di interni e di
architetture tra il gotico e il saraceno
a sua volta illustrato da storici maestri
come Aubrey Beardsley, Gustave Dor,
Maledetto
architetto
Luisa Perlo
Franco Fanelli, Tsalal, Hommage Edgar Allan Poe, 1987, acquaforte e puntasecca su
rame, 14,5x13,4 cm
ottobre-dicembre 2008
Il membro
ritrovato
Una figura
teatrale
Elisa Facchin
Elisa Facchin
Un anno fa, sul numero 0 di questo giornale, avevamo dedicato quattro pagine
alle vicende della rivista Plante e della sua edizione italiana pubblicata qui a
Torino, Pianeta, promossa dalle Edizioni dellAlbero di Piero Femore e Vittorio
Viarengo. E ne avevamo approfondito,
unici in Italia, gli aspetti grafici e artistici.
Per quanto riguarda questi ultimi, nel rammentare il tentativo di una traduzione in
pittura del Ralisme fantastique di Louis
Pauwels e Jacques Bergier, elaborata
a Parigi alla galleria Dulac nel 1963 con
lesposizione dei quadri di quattro artisti,
Pierre Clayette, Monasterio, Jean Triffez e
Verlinde, avevamo, di nuovo per la prima
volta in Europa dopo pi di un ventennio,
ricostruito la notevole opera spazialista
del belga Triffez. Avremmo voluto trattare anche di Pierre Clayette -gli altri due
membri dellequipaggio destavano, ai fini
della missione spaziale di AfterVille,
poco interesse- un artista rilevante proprio per la sua specializzazione in pittura
di architettura, fantastica. Non ci eravamo riusciti. Il motivo presto detto: Clayette (Parigi 1930-Colombes 2005) era
morto, e dimenticato, da eredi e mercato.
Tant che nel luglio di questanno, allHotel Drouot di Parigi, il suo atelier completo
stato disperso in asta, e il suo lavoro
sbranato dagli astanti, quasi tutti mercanti, in tre ore e a poco prezzo. Il che ha
consentito persino a noi, gatti randagi,
di ricomporne una significativa parte del
corpus, che ora esponiamo, e commemoriamo. Eppure Pierre Clayette fu personaggio di spicco sulla scena artistica,
teatrale ed editoriale parigina, pur con una
certa discontinuit qualitativa (a esempio,
non era indimenticabile, rispetto alla sua
pittura di architettura, quella di figura,
anche in questo nei secoli fedele alla memoria del suo modello Piranesi, che secondo Gianni Contessi rivelava qualche
sciatteria nella resa delle figure umane,
non adeguate nella loro rappresentazione
a quella delle architetture). Probabilmente,
sulla sua reputazione grav la pratica continua di arti applicate come la scenografia
e lillustrazione. Ma proprio a proposito di
questultima, e per evitare quellaccusa
di letterariet che si potrebbe estendere a tutti i protagonisti di questo numero
di AfterVille, utilissimo trascrivere una
dichiarazione di Clayette resa in occasione di una delle sue ultime mostre, allestita
alla Galerie Proscenium di Parigi nel 1986,
con trenta quadri rimbaudiani, ma successivi alla sue illustrazioni di unedizione
nazionale delle opere del pote maudit,
della quale parliamo nella prossima pagina: Je pensai que mieux valait peindre
ma propre motion que de prtendre
vouloir expliquer un gnie. Cest alors que
la magie de Rimbaud opra: ivre de trac
au dpart, craignant comme un funanbule de ne point parvenir au bout du fil, je
maperus, le livre termin, que Rimbaud
ne me tenait pas quitte pour autant: je dus
continuer peindre sous sa dicte car ses
mirages toujours renouvels se multiplient
linfini. quanto gli accadr anche nei
confronti di altri grandi scrittori, da Shakespeare a Hugo, da Borges a Caillois.
Pierre Clayette, Le songe des apparences, 1965, olio su tela, 84x100 cm, Collezione SSAA, Torino, foto Studioelle
Il cugino
transalpino
Gianni Contessi, nel suo Il Saggio.
Larchitettura e le arti (Campanotto Editore, Udine 1997) dichiara
che una attitudine al disegno di
architettura sistematica e consapevole, culturalmente agguerrita,
rimane cosa eminentemente italiana. Affermato questo primato
nazionale, ci avverte che bisogner pur dire che ci sono situa-
Chiara Bardassa
Piranesiana
Enzo Biffi Gentili
Un po enfatici lo sono sempre, i francesi. A esempio Jean-Claude Guilbert,
che fu redattore capo di Plante, non
prova imbarazzo a registrare, e sostanzialmente a condividere, lesclamazione di alcuni dei primi amatori
dellartista al quale dedichiamo queste
pagine: Pierre Clayette, cest Piranse!. Cercando poi di argomentare un
po pi razionalmente: Si les comparaisons sont souvent suspectes, celle
l ne peut amoindrir lunivers fabuleux
que cra Clayette. Ne dit-on pas du
grand matre italien quil fit autant appel limagination qu larchologie.
De meme, la representation de perspectives colossales sur lesquelles
plane le mystre sapparente loeuvre
de Clayette. Cration pour cration,
construction pour construction, Clayette est de ces artistes btisseurs de
lieux (J.C. Guilbert, Le ralisme fantastique, Opta, Parigi 1972). Proviamo
a raffreddare ulteriormente questi entusiasmi, tuttavia rilevando alcuni indubbi
influssi dellopera dellarchitetto veneziano, ricorrendo a unacuta analisi di
Gianni Contessi (Scritture disegnate.
Arte, architettura e didattica da Piranesi a Ruskin, Edizioni Dedalo, Bari 2000)
sul lavoro del pittore francese. In primo
luogo, se vero che proprio la forte impronta scenografica a costituire
il marchio dellesordio piranesiano,
evidente che scenografi professionisti come Clayette -e Fabrizio Clerici,
al quale accenniamo a fianco- riconoscano e dichiarino quellaltissima
fonte. Cos come, nel loro indubbio
virtuosismo si propongano di emulare
lefferata attitudine grafica del Maestro, che peraltro anche exemplum
per le prove, magistrali sino allesibizionismo, di un pi giovane e celebrato grafico francese, Eric Desmazires.
Ma, oltre le discipline e le tecniche,
entrando pi specificatamente nelle
tematiche, nellarcheologia trasfigurata, di fantasia di Clayette, ancora
una volta legittimo supporre lin-
05
Illuminazioni metropolitane
Le ultime stelle
Maurice Lesna
Elisa Facchin
Roger Caillois Nel cuore del fantastico contesta laccusa rivolta a ogni arte
fantastica, quindi anche a certa architettura dipinta: Questo tipo di pittura
necessariamente discorsiva o, come si
dice, letteraria, nel senso che si propone
visibilmente di narrare qualcosa. Glielo
si rimprovera, senza peraltro rendersi
conto che la tendenza a lanciare un
messaggio attraverso figure si concilia con qualit propriamente pittoriche
quanto un racconto simbolico con
qualit stilistiche. Poi afferma che Bellini non pittore meno grande nelle sue
allegorie, cos come Kafka non si perde
come scrittore nei meandri del suo Castello. Neppure, aggiungiamo, Rimbaud
meno poeta quando nelle Illuminations
crea le simboliche visioni di Villes, Les
Ponts, Promontoire Torniamo al proposito a Pierre Clayette: nel 1986 gli vengono affidate le illuminations (nel significato inglese del termine) di una raffinata
edizione dellopera di Rimbaud (Arthur
Rimbaud, Oeuvres potiques, a cura di
Cecil Arthur Hackett, Lettres Franaises,
Collection de lImprimerie Nationale, Paris 1986). Scelta per certi versi sapiente,
per la necessit di restituzione di quel
Geometrie
Babeliche
Maurice Lesna
Luisa Perlo
La Biblioteca
una sfera
il cui centro esatto
qualsiasi esagono
e la cui circonferenza
inaccessibile
Undesign
La spregiudicatezza intellettuale
del milieu riunito intorno alla rivista Plante era straordinaria, ed
era dimostrata anche dal fatto di
non essersi mai esercitato in quel
vecchio, insopportabile paragone tra le arti, gerarchizzante e discriminatorio, che in nuove forme
tuttora pateticamente praticato.
Cos, quando si tratt di comporre un elenco ufficiale di pittori
dellimmaginario agli inizi degli anni
settanta, Jean-Claude Guilbert non
esit a iscrivere tra gli altri accanto a Max Ernst, Delvaux, Magritte,
Dal, uno tra i partecipanti alla prima mostra del ralisme fantastique
alla Galleria Dulac di Parigi del 1963
Distopia
Steampunk
Urbanisme et dcadence
Tommaso Delmastro
Dandy
Police
Elisa Facchin
Aurlien Police, IncastleDus, 2004, stampa fine art da file digitale su carta cotone
in esemplare unico, 60x40 cm, Collezione SSAA, Torino
Aurlien Police, Urbs, 2003, stampa fine art da file digitale su carta cotone
in esemplare unico, 45x80 cm, Collezione SSAA, Torino
Lindustria terrifica
Alessandra Paracchi
Il mondo sempre stato diviso a met,
nord e sud, ricchi e poveri, sopra e sotto, pro e contro. Anche la societ inglese di fine Ottocento, vista attraverso
gli occhi di Herbert George Wells ne La
macchina del tempo, era divisa in due:
da un lato gli Eloi, fragili esseri con una
vita di loisir; dallaltro i Morlock, dannati
che abitano le viscere della terra, bestie
da macello, fuori dalle tane solo la notte. Questo per Wells fu linizio, reale e
figurato, della doppia umanit dellera
vittoriana, et di autodisciplina e culto
del lavoro che produceva per limmagine specchiata di una societ oscura,
relegata in architetture enormi, disumane: fauci aperte pronte a inghiottirla. Le
citt diventarono presto immagini di una
sola Coketown. Citt di macchinari e
di alte ciminiere; dalle quali interminabili
serpenti di fumo si susseguivano senza interruzione, citt abitate da persone tutte uguali e simili luna allaltra
che uscivano e rientravano alla stessa
ora con lo stesso suono, sugli stessi
marciapiedi per fare lo stesso lavoro e
per le quali tutti i giorni erano come ieri
e domani ed ogni anno la copia dello
scorso e del prossimo (C. Dickens,
Tempi difficili, Einaudi, Torino 2006).
E Dickens ne restitu lequivocit: sia
formidabile motore del progresso, sia
terribile apparato famelico, delluomo
e della natura. Lesaltazione positivista era fronteggiata da una forte critica
estetica, politica e, grazie a un lucido
e profetico William Morris, ecologica.
Si deve accumulare denaro? E allora
tagliate i begli alberi in mezzo alle case,
abbattete antichi e venerandi edifici
ottobre-dicembre 2008
07
rappresentazioni multimediali
Pogo Okefenokee
Bellissimo, Tavola dallintroduzione visiva alla zona 6 della guida Torino Tour
Edizioni Teknemedia, Torino 2005, Ad Arte, Torino 2008, Courtesy FOAT, CCIAA
Milo Manara, Lisola dei morti, tavola tratta dallalbum A riveder le stelle
Mondadori, Milano 2002
Limmaginario Steampunk per un torinese ha qualcosa di familiare. Saranno gli scheletri delle fabbriche dismesse, reliquie storiche della citt,
che occhieggiano tra i palazzi delle
periferie. Sar il tempo sovente grigio
e piovoso, o la nebbia autunnale di
certe mattine fumiganti in riva al Po.
Non stupisce quindi la scelta dei giovani dello studio grafico Bellissimo di
utilizzare, per il settore urbano a loro
affidato -sede anche del maggior cimitero cittadino- della guida Torino
Tour, iscrizioni lapidarie. Significativa
la scelta dei font utilizzati: per i titoli
spiccano alte e solenni lettere capitali
riprese dalla lapide commemorativa
della squadra di calcio del Grande
Torino posta sulla collina di Superga, teatro della disgrazia aerea del
1949. I testi sono invece composti
nel lapidario Augustea, creato proprio a Torino nel 1951 da Alessandro
Butti e Aldo Novarese per la Nebiolo,
come richiamo allarea immensa e silente del Cimitero Monumentale, con
la sua coorte di botteghe per lincisione di pietre tombali, che pullulano
nelle vie attigue. Una scelta che pu
rimandare alla figura, maiuscola anche
nella storia delle arti grafiche, di William Morris, precursore della filosofia steampunk nel suo ribellarsi alla
violenza della grande industria e dei
suoi prodotti, volgari rispetto alla sincera bellezza di quelli artigianali, che
fond, tra altri forti per questa guerra, la casa editrice Kelmscott Press,
nellambito della quale cre caratteri
tipografici neo-medievalisti come
il Chaucer, ma anche ridiede nuovo
appeal alla lettera capitale quadrata
lapidaria, le cui forme geometriche,
graziate e chiaroscurate campeggiavano sulle moli dellImpero romano, e
sui monumenti funebri. Lamore per
la tipografia classica alla base di
altri due giovani progetti piemontesi:
uno artistico-industriale, quello della
Stamperia Artigianale Laborabosco
dellartista Piera Luisolo, situata in Val
di Susa, specializzata nellutilizzo di
torchi antichi e di caratteri mobili; laltro
grafico-architettonico, quello dellerezione, ad Abitare il Tempo a Verona,
da parte dello Studio Kha, di un tempio di tolleranza sul cui frontone compare liscrizione Materia Mistica, composta in Meridien: altra dichiarazione
assolutamente lapidaria.
Gothic Lolite?
Carlotta Petracci
Merletti, ricami, fiocchetti bianchi. Camicie a collo alto con maniche a sbuffo. Sottovesti di pizzo, e vere e proprie
crinoline. Gonnelline e abitini da Alice
nel paese delle meraviglie. Cuffiette,
grembiulini, golette, ombrellini parasole, un po Candy Candy e un po Georgie. Divise che ricordano Lady Oscar,
contaminate da piercing e borchie da
ribelli anni settanta. Non siamo nella
Londra tardo ottocentesca, quella dei
romanzi di Charles Dickens o di Anthony Trollope, n a una sfilata parigina di
John Galliano, bens siamo a Tokyo, in
pieno entusiasmo postmodern e techno-digitale; pi o meno centanni dopo
le magnifiche sorti e progressive e
appena qualche anno prima del ritorno
audace del rosso Cina. Aggirandosi nei
quartieri pi alla moda della metropoli
Retrodesign
Massimo Teghille
Quando si arriva al fondo, si continua
a scavare? No, pi sovente si torna indietro. Forse uno dei motivi per cui
nato lo Steampunk. Il debutto letterario avviene con il romanzo La notte
dei Morlock di K.W. Jeter del 1979,
un alternativa alla pi nota narrativa Cyberpunk. Naturalmente le teorie
precedono di gran lunga le pratiche e
gli artisti vedono pi lontano rispetto
ai comuni mortali. Infatti questa sorta
di modernariato tecnologico riappare
oggi, quando nanotecnologie sempre
pi avanzate, teorizzate sinora solo dai
cyberpunk, sono applicate alla medicina e quindi entrano nel corpo, oltre che
nella mente, delle gente. Tutti i nuovi
fenomeni creano reazioni, pi o meno
positive. Nel design, o meglio nelle
arti applicate, lo Steampunk riferisce
di un gusto dandistico per tecnologie
meccaniche ed elettriche esauste. In
unepoca nella quale il secondo principio delle termodinamica viene eluso dallinformatica e dalle centraline,
lo Steampunk quasi un sollievo per
lanima: la sua artigianalit, lontana da
ogni serialit, sempre banale, trasfigura anche oggetti ipertecnologici attraverso unestetica da brocanteur o
Steamsound
La stessa stanza
Robi Basme
terribile femminilit.
Ogni cosa
aveva un aspetto
di morbido umidore...
La gonfia fila di cuscini
appoggiati allo schienale
di una chaise longue
vittoriana...
P.D. James
Morte di un medico legale, 1977
da sopravvissuti stile Mad Max. Percussioni marziali e dirigibili allorizzonte, immaginario condiviso dai Vernian
Process, fautori di un cabaret modernista (sui lati del palco, tracce di Dresden
Dolls e Marilyn Manson) nato a San
Francisco e diretto verso i sotterranei
del Louvre. Pi eterei e horrorifici, gli
inglesi Attrition hanno dedicato il loro
album All Mine Enemys Whispers a
Mary Ann Cotton, serial killer vittoriana
impiccata nel 1873 e specializzata in
arsenico (per la cronaca, le prime 1000
copie del cd contenevano riproduzioni di etichette per bottiglie di veleno
dellepoca!). Sospiri e archi, con il contributo di Erika Mulkey delle Rasputina, violoncelliste in balconata donore
Steampunk. Nella formazione originale
anche Julia Kent, ora coi Larsen e nei
Johnsons di Antony, e Melora Creager,
spesso al fianco dei Nirvana. Un orologio antiorario, come quello dei Clock
di Saint Etienne, vaudeville cosmico
illustrato da Aurlien Police, o del folk
annegato ventimila leghe sotto i mari
dei canadesi Johnny Hollow. Jules
Verne, applaude.
rappresentazioni terminali
Babele e
Gerusalemme
Padre Giuseppe Goi d.O.
ottobre-dicembre 2008
Carlotta Petracci, Ritratto dei curatori della rassegna AfterVille (da sinistra) Michele Bortolami, Tommaso Delmastro, Fabrizio Accatino
Massimo Teghille, con il direttore del MIAAO (al centro) Enzo Biffi Gentili, Torino 2008
in basso Enzo Biffi Gentili e Studio Kha, Materia Mistica, 2008, installazione ad Abitare il Tempo, Verona, opere di Bernard Dejonghe
Marcello Morandini con Claudio Bongiovanni (particolare), foto Johnny DellOrto
numero 5
DALLE CITT DELLALDIL
divine design tra realismo
fantastico e steampunk
ultimo numero della prima serie
ottobre-dicembre 2008
direttore
Enzo Biffi Gentili
condirettore responsabile
Pier Paolo Benedetto
caporedattore
Luisa Perlo
redazione
Elisa Facchin
Liana Pastorin/FOAT
assistente
Valrie Zuddas
art direction
Undesign
Michele Bortolami
Tommaso Delmastro
impaginazione elettronica
Paolo Anselmetti
Dario Aschero
Marco Nicastro
DALLE CITT DELLALDIL
mostra nella Galleria Soprana
del MIAAO
4 ottobre-31 dicembre 2008
curatori
Enzo Biffi Gentili
Elisa Facchin
Luisa Perlo
Undesign
grafica
Bellissimo
Undesign
progetto allestimento
Studio Kha
allestimento
Arteinmovimento
assicurazioni
Arte Sicura
trasporti
Gondrand
MIAAO
Museo Internazionale
delle Arti Applicate Oggi
via Maria Vittoria 5, 10123 Torino
T 0039 011 0702350 | 0702351
F 0039 011 0702352
argh@miaao.org; neh@miaao.net
Avventure estetiche
Enzo Biffi Gentili
continua dalla prima
al quale tuttavia non si ispirano in spirito
di sola conservazione, o imitazione, ma
di trasfigurazione, sino alla sua reinvenzione. Insomma rappresentano una vera
e propria famiglia intellettuale, un po
speciale. Ma lapparentamento ulteriormente verificabile anche attraverso
altre comuni stimmate. Quella impressa
dallamour des lettres, virt giudicata un
vizio nella nostra cultura plastico-visiva. E
quella prodotta dal dandysmo, o esplicito come nei casi di Sir Simon Marsden,
quarto baronetto di Grimsby, e di Aurlien Police, o comunque inequivocabile
come in Toni Cordero e Pierre Clayette. Il
che potrebbe far sospettare un loro carattere un po decadente e rtro, se non
reazionario, anche per alcune loro auctoritates dichiarate, come quelle di Ezra
Lyle Rowell/Mutoid Waste Company, Letto di morte, 2005, installazione nella Galleria
Sottana del MIAAO (particolare), foto Francesco Radino
a sinistra Tiziana Bendall Brunello, Familys Ghost, 2004, abitino in porcellana levitante nel
Battistero di San Filippo Neri, Collezione SSAA, Torino, foto Enrico Frignani
a destra Catherine David, Cross light, 2004, croce in Plexiglas nel Sepolcreto di San Filippo
Neri, Collezione SSAA, Torino, foto Enrico Frignani
ATTORI e AUTORI
Fabrizio Accatino
Giancarlo Alessandrini
Chiara Bardassa
Robi Basme
Riccardo Bedrone
Bellissimo
Tiziana Bendal Brunello
Enzo Biffi Gentili
Chiara Blatta
Thierry Borie
Michele Bortolami
Gianluca Castagno
Pierre Chapelot
Pierre Clayette
Fabrizio Clerici
Clock
Toni Cordero
Mario Cresci
Catherine David
Pino DellAquila
Tommaso Delmastro
Elisa Facchin
Franco Fanelli
Marco Fragomeni
Enrico Frignani
Tommaso Garattoni
Maurice Lesna
Herv Lewandowski
Milo Manara
Sir Simon Marsden
Edgardo Michelotti
Bruno Munari
Emanuela Oddenino
Pogo Okefenokee
Padre Valerio Ferrua O.P.
Padre Giuseppe Goi d.O.
Alessandra Paracchi
Liana Pastorin
Benot Peeters
Luisa Perlo
Carlotta Petracci
Giovanni Battista Piranesi
Aurlien Police
Alberto Pozzallo
Francesco Radino
Gaston Redon
Lyle Rowell
Lucio Saffaro
Franois Schuiter
Giuseppe Maria Scotese
Massimo Teghille
Santo Tomaino
Tumi Turbi
Stefano Vellano
Barbara Zandrino
Valrie Zuddas