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LE ORIGINI
Le origini della letteratura non coincidono con quelle delle forme comunicative in cui
una cultura trova espressione.
Sin dal VII secolo a.C. gli abitanti del Lazio affidavano alla scrittura la registrazione di
messaggi molto semplici (un invito a bere, la firma di un artigiano)
QUINDI
la scrittura era legata a momenti pratici della vita.
La presenza di queste iscrizioni di tipo strumentale sembra provare che gi
nella Roma + arcaica era diffusa una certa capacit di scrivere anche tra persone di
media condizione luso della scrittura indispensabile per una serie di funzioni
pubbliche (conservazione di oracoli, statuti, leggi, trattati, liste di magistrati e
sacerdoti )
I primi libri di cui abbiamo conoscenza, i libri Sibyllini, avevano scopo religioso ed
erano scritti in greco.
Nella Roma medio-repubblicana una fascia abbastanza larga di cittadini usa tenere
documentazioni scritte delle proprie attivit: i commentarii.
Nel III secolo ormai riconosciuta pubblicamente una corporazione di scrivani (gli
scribae).
Forme non letterarie:
Trattati, patti, leggi
Di trattati abbiamo solo testimonianze indirette, nessun frammento. Abbiamo per
tracce di remotissime leges regiae, che risalirebbero alla fase monarchica. Esse erano
dominate da unimpostazione sacrale. Il diritto + antico si basava invece su norme
consuetudinarie. QUINDI sono molto importanti le leggi delle 12 tavole (scritte da
unapposita commissione tra il 451 e il 450).
Calendari
Essi erano sanciti dalle autorit religiose; i giorni erano divisi in fasti e nefasti. Il
termine fasti ben presto design anche le liste dei magistrati nominati anno x anno
(fasti consulares) e la registrazione dei trionfi militari riportati dai magistrati in carica
(fasti triumphales).
Annales
Si tratta di registrazioni ufficiali, basate sullo schema anno x anno, che permettono
la narrazione della storia di Roma QUINDI hanno contribuito notevolmente allo
sviluppo della storiografia letteraria romana.
Commentarii
Il termine indica appunti, memorie, osservazioni di carattere privato; si tratta di opere
di attentissima cura letteraria e meditata impostazione politica. QUINDI si presentano
come opere non professionali, caratterizzate da un apporto di memorie ed
osservazioni personali. I pontefici curavano documentazioni delle proprie attivit nei
libri pontificum.
Gli albori delloratoria
Prima della decisiva grecizzazione il saper parlare era ritenuto molto + importante del
saper scrivere i romani consideravano labilit oratoria come una forma di potere e
una fonte di successo. QUINDI lattivit oratoria lunica attivit intellettuale
considerata veramente degna di un cittadino di condizione elevata la capacit di
convincere era alla base necessaria di una carriera politica DI CONSEGUENZA
loratoria considerata parte integrante e indispensabile della vita attiva.
Uno dei primi oratori di cui abbiamo memoria Appio Claudio Cieco, ricordato per la
sua efficacia e abilit oratoria. Egli fu anche esperto di diritto e si occup di questioni
linguistiche ed erudite (cfr rotacismo). A suo nome circolava una raccolta di massime
APPIO
CLAUDIO CIECO
Carmen de sententiis, raccolta di massime in saturni
Orazioni
Civile ius, formule di procedura civile attraverso le quali il cittadino
poteva ricorrere alle leggi.
LIVIO ANDRONICO
Nato a Taranto, portato schiavo a Roma nel 272 a.C. da Livio Salinatore e poi
liberato. bilingue
240 inizia attivit teatrale
Direttore del Collegium scribarum histrionumque, corporazione degli scrittori e
degli attori
Grammatico (insegnante di lingua e letteratura)
ODUSIA (30 frammenti)
Traduzione dellOdissea, cio libero adattamento caratterizzato da un
tentativo di romanizzazione. in saturni
Usa procedimenti stilistici tipici dei carmina (allitterazioni, parallelismi,
ridondanza espressiva) e conferisce allopera la solennit e la patina
arcaica tipiche dellepica
Gli serviva come testo da commentare e confrontare con il greco durante
le sue lezioni.
TEATRO ( 50 frammenti): 8 tragedie, 3 commedie
NEVIO
ENNIO
Nasce a Rudiae in Puglia nel 239. Nel 204 giunge a Roma al seguito di Catone.
Nel 189 segue Marco Fulvio Nobiliore nella guerra contro gli Etoli. Nel 184
ottiene la cittadinanza romana. Muore nel 169.
Amico di Scipione lAfricano e vicino agli ambienti filellenici
ANNALES (18 libri, di cui rimangono 600 versi)
Poema epico storico, il titolo rimanda alla tradizione annalistica e indica
che lopera parler di tutta la storia romana (dalla guerra di Troia al 171
a.C.) e che seguir la divisione cronologica degli annales maximi.
Segue la tradizione epica greca (uso dellesametro, invocazione delle
Muse)
Sono presenti due proemi. Nel primo Ennio, in base alla teoria della
metempsicosi, afferma di essere lalter Homerus e quindi lerede della
tradizione epica greca. Nel II (VII libro) Ennio afferma di essere superiore
PLAUTO
Nasce nel 250 a.C. a Sarsina e muore nel 184 a.C. Abbiamo due date certe di
commedie (200 Stichus, 191 Pseudolus, date riferite dalle didascalie) e due
presunte (nella Cistellaria ci sono riferimenti alla II guerra punica (218-202),
mentre nella Casina si fa riferimento al divieto del 186 di celebrare riti bacchici)
COMMEDIE (ce ne rimangono 21)
Trame ripetitive, complicate, derivate dalla commedia nuova greca
(schema tipico: lamore di un adulescens ostacolato. Il ragazzo,
aiutato, riesce a raggirare e a ingannare lantagonista e si arriva al lieto
fine).
Commedia di carattere: la comicit scaturisce dallaccentuazione di
determinati vizi e caratteri umani
Espedienti comici: riconoscimento (agnizione), servus callidus, beffa
(comicit farsesca), equivoci (scambi di persona), rottura dellillusione
scenica (dialogo con il pubblico, metateatro, elementi romani in
ambientazione greca). Plauto usa la rottura dellillusione perch vuole
che il pubblico sia cosciente della finzione teatrale, non cerca di farlo
immedesimare nella scena
Plauto non vuole ammaestrare o comunicare un messaggio di qualche
tipo al pubblico, ma solo divertire. Per questo motivo, situazioni come
lattacco ai greci o il rovesciamento delle gerarchie di potere non sono
da prendere come delle idee dellautore, ma come espedienti comici. Per
divertire il pubblico, Plauto si fa di volta in volta assertore di varie
opinioni, spesso in maniera caricaturale.
Rapporto con i modelli greci ( Menandro, Filemone, Difilo, Demofilo)
Vortere barbare: mantiene lambientazione greca e la trama, inserendo
per modifiche per accontentare il pubblico
Contaminazione: inserimento in una commedia tratta da un modello di
elementi di altre commedie
Comicit pi buffonesca, sia perch il pubblico era pi vasto e meno
colto, sia per influssi italici
Rispetto a Menandro c unattenzione minore per la verosimiglianza a
vantaggio della comicit
I personaggi sono meno analizzati psicologicamente, sono tipi
caricaturali ( lenone, parassita, senex, cuoco, servus, adulescens, )
Spazio pi ampio concesso alla musica (recitativi e cantica)
Lo stile si basa sul sermo familiaris. Partendo da qui Plauto crea uno stile
artefatto, brillante e vario enfatizzandolo, utilizzando un lessico ampio, usando
innovazioni e figure retoriche
TERENZIO
Nato a Cartagine (185 a.C. ?), schiavo a Roma di Terenzio Lucano, che lo
istruisce e lo affranca. Amico di Lucio Emilio Paolo, di Scipione Emiliano e di
Gaio Lelio (il cosiddetto circolo degli Scipioni). La prima commedia (Andria)
del 166, lultima (Adelphoe) del 160. Muore nel 159.
Lopera di Terenzio sembra essere emanazione delle idee sullhumanitas del
circolo, che per si svilupparono con lapporto di Panezio, che arriv a Roma
dopo linizio dellattivit di Terenzio. Le idee di Terenzio quindi anticipano e
ispirano il circolo.
COMMEDIE (6 di ambientazione greca)
Usa schemi tipici della commedia nuova. Le trame sono intricate ma
verosimili. Non c il prologo espositivo, quindi lo spettatore deve stare
attento, e in questo modo pu acquisire facilmente la morale.
Elimina gli espedienti di rottura della finzione scenica. Il pubblico si
immedesima nellazione, la commedia, che non pi trattata come un
gioco, diventa un mondo a s stante dove lo spettatore pu entrare
Personaggi non pi caricaturali, ma caratterizzati psicologicamente.
Terenzio rifiuta schemi morali imposti dallalto, la moralit di unazione
valutata in base allindividuo e alle circostanze.
Diminuisce limportanza del servi, aumenta quella del padre e del figlio.
Terenzio riflette sul contrasto generazionale che nasce nel momento in
cui i giovani, sposandosi, passano allet adulta (contrasto attenuato, in
quanto padre e figlio, nonostante i dissidi, si vogliono bene)
Amore e rispetto verso gli altri dettato dalla consapevolezza dei mutamenti della
sorte e della fallibilit umana non limitato alla famiglia
Basata sulla comprensione. Terenzio invita ad andare oltre le apparenze. Ad
ammettere i propri limiti e a essere indulgente verso quelli degli altri.
Grazie a essa luomo pu stabilire dei buoni rapporti con gli altri e superare le
difficolt
Dal punto di vista pratico ed esteriore espressa con la gentilezza e le buone
maniere.
Rapporto con modelli greci (Apollodoro di Caristo per il Phormio e la Hecyra,
Menandro per le altre) e con Plauto
Terenzio pi fedele ai modelli rispetto a Plauto, in quanto il suo
pubblico era ormai pi grecizzato. I titoli sono traslitterati. Non usa
i cantica ma usa la contaminatio
LA TRAGEDIA
CATONE
Nasce a Tuscolo nel 234 a.C. e passa la giovinezza a lavorare la terra del padre.
Nel 195 console, nel 184 censore. Famosa la sua ostilit verso gli Scipioni
filelleni (riusc a spingere Scipione lAfricano allesilio volontario) e verso i greci
(nel 161 riesce a espellere i filosofi e i retori greci, mentre al 155 risale
lepisodio dellambasceria di Carneade). Muore nel 149, quando scoppi la III
guerra punica, da lui fortemente voluta.
ORATORIA E RETORICA
3 TIPI DI ORAZIONE
GIUDIZIARIA : discorso usato per vincere un processo
DELIBERATIVA (: discorso usato ovunque bisogna prendere
una decisione
EPIDITTICA (: discorso usato per finalit non pratiche (svago,
erudizione, elogio)
TABELLA DI RONALD BARTHES
uditorio
finalit
oggetto
tempo
ragioname
nto
giudiziario giudici
difendere/ giusto/
passato
sillogismo
accusare
ingiusto
deliberati
assemble
consigliar utile/
futuro
exempla
inutile
vo
a
e/
sconsiglia
re
epidittico
spettatori lodare/
bello/
presente
biasimare
brutto
FASI DELLORAZIONE
Inventio: trovare gli argomenti
Dispositio: ordinare gli argomenti
Elocutio: trovare le parole adatte per esporli
Memoria: il discorso va imparato a memoria
Actio: gestualit
ORAZIONE GIUDIZIARIA
Proemio (preambolo)
Propositio (presentazione argomento)
Narratio (narrazione dei fatti)
Argumentatio (dimostrazione tesi)/refutatio (confutazione tesi)
Peroratio (sintesi finale, in cui viene chiesta la condanna o lassoluzione)
RHETORICA AD HERENNIUM (trattato di retorica in 4 libri, scritto pochi anni dopo l86
a.C. non si sa da chi)
Lautore era probabilmente del partito popolare (come gli Erenni) e uno dei
rhetores latini, che allinizio del I secolo a.C. aprirono una scuola di retorica in
latino, per permettere anche ai figli di famiglie meno abbienti che non
conoscevano il greco di apprendere questars.
Scritta sul modello delle artes greche, quindi con finalit pratiche e in forma
semplice e piana.
Argomenti
1. Tipi di orazione
2. Fasi dellorazione
3. IV libro: elocutio. Si parla dello stile oratorio e dei tria generi dicendi
(figura gravis, alta; figura mediocris, media; figura extenuata, bassa)
4. Eccessi degli stili (figura sufflata, gonfia; figura exile, arida; genus
dissolutum, slegato)
5. Alla fine del IV libro parla dei pregi dello stile oratorio ed esemplifica 64
figure di parola e di pensiero.
LUCILIO
Caratteristiche di Lucilio:
Attacco personale (i viziosi vengono chiamati per nome)
Parodia letteraria
Soggettivit: il poeta, spettatore e narratore dei fatti, parla in I persona
Usa meccanismi comici (la poesia un ludus)
Poetica
Lucilio si rivolge a un pubblico medio, di lettori n troppo colti n troppo
ignoranti
Dichiara la superiorit della scelta intellettuale rispetto ad altre
occupazioni pi lucrose
Attacca dal punto di vista stilistico e dei contenuti i generi tragici ed epici,
troppo lontani dalla realt a differenza della satira. Lucilio cerca il verum,
e quindi elimina tutti i contenuti mitologici e fantastici. La novit della
satira sta proprio nel dare spazio a tutto ci che avviene nella vita
quotidiana, nella sua adesione alla realt dei fatti
Lingua
Stile medio, colloquiale (sermo). Fa uso di grecismi e di tecnicismi.
Grande attenzione per particolari stilistici, grammaticali, letterari.
LA STORIOGRAFIA
La storiografia latina si sviluppa partendo dagli annales ma con linflusso greco.
FABIO PITTORE (III sec. a.C.).
Scrisse gli Annales (dalle origini alla II guerra punica). Lattenzione
rivolta soprattutto alle origini e ai fatti pi recenti. C una grande
attenzione per la cronologia e le cifre. Sono presenti ricordi autobiografici.
Limpronta filo-patrizia
Scrive in greco per 2 motivi:
1. Doveva controbattere a storici greci filocartaginesi e difendere la
politica estera romana
2. Vuole avvicinarsi alla tradizione storiografica greca, nonostante
limpostazione annalistica. Sempre per questo motivo non si ferma
allesposizione cronologica ma tenta anche di individuare le cause.
CINCIO ALIMENTO (III secolo a.C.): scrisse in greco unopera dalle origini alla
contemporaneit, usando anche ricordi autobiografici, di cui ci rimangono
pochissimi frammenti.
CELIO ANTIPATRO (II sec. a.C.): inaugura la monografia (scrisse unopera sulla II
guerra punica in sette libri di cui ci rimangono 60 frammenti), tralasciando gli
eventi pi antichi per concentrarsi su un unico evento recente. Cura molto
laspetto formale. Inserisce discorsi interamente inventati (come i greci) ed
excursus.
SEMPRONIO ASELLIONE (II sec. a.C.)
1. Scrisse una monografia sulla guerra di Numanzia (134-133 a.C.) a cui
aveva partecipato
2. Individua una differenza tra chi scrive annales e chi scrive res gestae (o
historiae). Questi ultimi devono anche indagare le cause ed evidenziare i
legami tra gli eventi (influsso di Polibio). La storiografia inoltre non deve
dilettare, ma deve essere uno stimolo morale e ad rem publicam
defendendam
LUCIO CORNELIO SISENNA (I sec. a.C.): oltre alla traduzione delle fabulae
milesiae da Aristide di Mileto, scrisse delle opere storiche sulla guerra sociale e
sulla guerra tra Mario e Silla con unimpostazione drammatica, cio trasforma la
storia in un romanzo ed esalta le grandi personalit
Nasce a Roma nel 100 a.C. Intraprende lattivit forense dopo la morte di Silla
(78 a.C.). nel 68 questore, nel 65 edile, nel 62 pretore in Spagna e nel 63
pontefice massimo. Nel 60 stipula con Pompeo e Crasso un patto di
collaborazione politica (I triumvirato) e nel 59 console. Dal 58 la 50 (con una
proroga nel 56) proconsole in Gallia, regione che conquista interamente (5852). Intanto il senato, impaurito per la potenza di Cesare e spinto da Pompeo, gli
intima nel 49 di congedare lesercito. Cesare rifiuta e d inizio alla guerra civile,
che si concluder nel 48 con la sconfitta e morte di Pompeo. Dopo aver sconfitto
i pompeiani in Africa e in Spagna, torna a Roma, e, diventato dittatore a vita,
intraprende una serie di riforme. Nel 44 assassinato in una congiura ideata
dalla nobilitas senatoria.
OPERE PERDUTE
Orazioni: Cesare presenta uno stile atticista, caratterizzato da purismo
lessicale, sobriet e chiarezza
De analogia: lanalogia una teoria secondo cui la lingua si evolve
secondo determinate regole e non casualmente
Anticatones: risposta allelogio ciceroniano di Catone lUticense.
Scrisse dei commentarii
Possono essere: resoconti dei generali inviati al senato; appunti,
materiale non elaborato precedente alla narrazione storiografica
Manca la prefazione, ci sono digressioni e pochi discorsi diretti
Lautore protagonista dellazione narrata (filone memorialistico).
Lopera di Cesare presenta da una parte la ricerca delloggettivit (usa la
III persona), dallaltra vuole esaltare e giustificare se stesso
Racconto attendibile, in quanto Cesare non poteva alterare fatti
conosciuti da tutti.
Lingua e stile caratterizzati da pura et inlustris brevitas. La lingua
selezionata secondo norme ben precise, chiare e logiche, e si rifiutano
termini troppo alti o troppo bassi. La sintassi semplice e logica, il ritmo
veloce e incalzante, il contenuto e lornatus quasi assente.
DE BELLO GALLICO
Guerra gallica (58 52, 1 libro = i anno)
Lintento dellopera autocelebrativo, vuole dare di s il ritratto del
grande generale la cui gloria coincide con quella di Roma. La guerra,
presentata come difensiva, nonostante le accuse di violazione dello ius
belli, non doveva essere giustificata, in quanto vittoriosa e condotta
contro un nemico descritto come pericoloso
DE BELLO CIVILI
Primi due anni della guerra civile (49-48). incompiuto
Lintento auto-apologetico. Cesare vuole difendersi dallaccusa di aver
iniziato la guerra, descrivendo la sua volont di pace, la sua clemenza
verso i suoi nemici, che sono suoi concittadini, e denigrando i suoi nemici,
egoisti, corrotti, avidi, vili e traditori. Sono loro ad aver iniziato la guerra,
mentre lui non la voleva.
SALLUSTIO
LUCREZIO
Pochissime e incerte notizie sulla vita. La nascita secondo San Gerolamo, che si
basa sul De poetis di Svetonio da collocarsi nel 94 a.C., mentre pi
probabilmente nel 98. La morte secondo Donato risale al 55 a.C. I
contemporanei non ne parlano.
San Gerolamo ci dice che Lucrezio impazz per un filtro damore e mor suicida.
Questa notizia, probabilmente inventata per denigrare il poeta, che portava
avanti idee epicuree contrarie al Cristianesimo, prende spunto dallostilit di
Lucrezio per lamore. Alcuni studiosi affermano di aver individuato nellopera
dei passi che testimonierebbero i problemi mentali del poeta, ma sono indagini
di scarso valore scientifico, in quanto partono da una petizione di principio.
DE RERUM NATURA: poema epico-didascalico in 6 libri
Libri:
1. Invocazione di Venere (personificazione dellamore come forza
generativa della natura e come voluptas), elogio di Epicuro che
libera dalla superstizione religiosa, fisica: atomi
2. Fisica: klinamen, evoluzione dei mondi
3. Elogio di Epicuro che libera dalla paura della morte, uomo: anima
(principio vitale) e animus (mente), morte
4. Uomo: sensazioni (teoria dei simulacra), sogni, amore
5. Elogio di Epicuro che elimina tutte le paure, cosmologia: universo,
terra, evoluzione umana
6. Elogio di Atene, cosmologia: fenomeni celesti, epidemie, peste di
Atene
Titolo: calco di nome di varie opere filosofiche greche, tra cui
una perduta di Epicuro
Precedenti: Epicuro (contenuti); Esiodo, Empedocle, Arato, Nicandro
(poema didascalico); Ennio (poema epico latino)
Poetica: Epicuro riteneva la poesia futile e nociva, in quanto falsa e
passionale. Lucrezio afferma di aver voluto scrivere in poesia per due
motivi: 1. Primus ego ( il primo a Roma a scrivere un poema di
argomento filosofico). 2. Secondo Lucrezio la poesia rende pi dolci e
comprensibili con la sua grazia (lepos) argomenti difficili.
Figura del poeta: Lucrezio sente di avere un compito importante, cio
liberare lumanit dalle paure trasmettendo la dottrina epicurea. Il poeta
diventa cosi poeta vates
Ideologia
Lobbiettivo delluomo il piacere catastematico , cio latarassia, la
mancanza di turbamento (stabile), e non quello cinetico,
cio effimero. Per arrivare allatarassia bisogna liberarsi dalle
preoccupazioni (politica, guerra, paure) e dalle passioni (di cui la pi
nociva lamore) usando la ragione per arrivare alla verit delle cose. Il
conoscere come stanno realmente le cose libera dalle paure.
CATULLO
Secondo San Gerolamo nacque a Verona nell87 a.C. e mor nel 57. Tuttavia ci
sono poesie che si riferiscono a eventi del 55-54, quindi meglio posticipare la
nascita all84 e la morte al 54.
Fa parte dei poetae novi (neoteroi), entrambi appellativi dati da Cicerone in
modo sprezzante. Sono giovani poeti (Elvio Cinna, Valerio Catone, Furio
Bibaculo, Varrone Atacino, Licinio Calvo) che vogliono distaccarsi dalla poesia
tradizionale seguendo la poetica callimachea:
Brevitas: rifiuto della poesia epica
Elaborazione formale e piacevole (lepos, venustas, labor limae)
Poesia come ludus, che si collega a una concezione di vita basata
sullotium e sul rifiuto dellattivit politica
Doctrina: fanno uso della loro grande erudizione
Nugae: argomenti leggeri, soggettivi, non impegnati
Il liber catulliano composto da 116 componimenti (1-60 metri vari; 61-68
carmina docta, pi lunghi e in metri vari; 69-116 distici elegiaci). Non c
divisione cronologica o di contenuti. Il primo e terzo gruppo sono le nugae
NUGAE
Temi: attacchi contro politici (si basano su concezioni etico-morali, non su
ideali politici); poesia doccasione (prende spunto dalla sua intensa vita
mondana); scherno, derisione, presa in giro; poesie oscene; poesie
CICERONE
Nasce nel 106 a.C. ad Arpino. Nell81 si esibisce nella sua prima orazione (Pro
Quinctio), seguita nell80 dalla Pro Sextio Roscio Amerino. Dal 79 al 77 studia in
Grecia. Nel 75 questore in Sicilia, e nel 74 pu entrare in senato. Nel 70 si
tiene il processo contro Verre. Nel 69 edile, nel 66 pretore e nel 63 console. Da
console sventa la congiura di Catilina. Nel 60 viene creato il I triumvirato, e nel
58 Cicerone esiliato in Grecia da Clodio. Nel 57 richiamato a Roma da
Pompeo e si allinea con i triumviri. Nel 52 perde il processo in difesa di Milone,
che aveva ucciso Clodio. Nel 51 proconsole in Cilicia. Dopo aver sostenuto
Pompeo nella guerra civile si riconcilia con Cesare, ma alla sua morte appoggia i
cesaricidi. Dopo la loro sconfitta si schiera a fianco di Augusto, sperando di
influenzarlo politicamente, e nel 44 si scaglia contro Antonio nelle Filippiche.
Tuttavia nel 43, quando venne istituito il II triumvirato, Augusto non impedisce
ad Antonio di far uccidere Cicerone, che muore nella sua villa di Formia.
ORAZIONI: ne abbiamo 58. Furono pubblicate da lui per 3 motivi: 1 propaganda
politica; 2 difesa di se stesso; 3 desiderio di gloria
Giudiziarie
Verrinae (70 a.C.). Sono sette orazioni, di cui solo due pronunciate,
divise in Divinatio in Caecilium (per ottenere il diritto di difendere i
siciliani), actio prima in Verrem, actio secunda in Verrem.
Pro Archia (62 a.C.). Contiene unesaltazione dellarte e si parla
dellhumanitas.
Pro Sestio (56 a.C.). Si afferma che i programmi sovversivi dei
populares rendono necessario lutilizzo di mezzi illegali. Si auspica
il consensus omnium bonorum per la salvaguardia degli interessi
comuni
Pro Caelio (56 a.C.). Attacca Clodia e indirettamente Clodio
Pro Milone (52 a.C.)
Deliberative
Pro lege Manilia (66 a.C.). Appoggia Pompeo, in cui vede le qualit
del summus imperator
Catilinariae (63 a.C.)
De lege agraria. Si schiera a difesa degli interessi degli optimates
contro le rivendicazioni dei populares
De provinciis consularibus (56 a.C.). Appoggia Cesare
Philippicae (44-43 a.C.)
Cicerone assolve pienamente i tre compiti delloratore:
1. Docere: le sue orazioni hanno una grande chiarezza espositiva,
abilit dialettica e una logica stringente
2. Delectare: la narrazioni sono vivaci, fa ampio uso di ritratti ed
exempla dotti, spesso ironico
3. Movere: fa un abile uso di tutti i mezzi emozionali
Stile multiforme, che va dalla magniloquenza alla stringatezza (come
Demostene). Il periodo ampio, ricco di subordinate, ma organizzato in
modo equilibrato e simmetrico (concinnitas). Usa figure di ripetizione,
parallelismi, nessi sinonimici e introduce lequivalenza fonico-ritmica dei
membri.
TIBULLO
Nacque probabilmente nel 50 a.C. a Pedum o a Gabii, presso Roma. Entra nel
circolo di Messalla Corvino, che segue nel 30 a.C. in Gallia e nel 28 a.C. in Asia
Minore. Il primo libro di elegie successivo al 27, anno del trionfo di Messalla
citato nella VII elegia. Il secondo successivo. Sappiamo che mor giovane,
poco dopo Virgilio, tra il 19 e il 18 a.C.
PROPERZIO
Nasce forse nel 50 a.C. ad Assisi. Tra il 29 e il 28 pubblica il primo libro di elegie
OVIDIO
LIVIO
ELEGIE DELLESILIO
Tristia (5 libri)
Epistulae ex Ponto (4 libri. Essendo epistole sono presenti i destinatari)
Tema: lamento generato dallinfelice situazione.
Le opere sono appesantite dalla monotonia tematica, dal grande
apparato retorico e storico-mitologico e dallenfasi dellelogio ad Augusto
e ai potenti e dellauto-commiserazione
Documento di un dramma umano: la poesia lunica ragione di vita di
Ovidio, che le affida le sue speranze e che in essa trova sfogo e
consolazione
Nasce nel 59 a.C. a Padova da una famiglia agiata (di conseguenza non ebbe
mai protettori). Nel 30/29 si reca per la prima volta a Roma e nel 27-25 scrive il
primo libro. Muore a Padova nel 17 d.C., dopo aver raggiunto una grandissima
fama
Quintiliano ci dice che Asinio Pollione rilevava in Livio una certa patavinitas, che
pu essere intesa o come una patina linguistica o con una tendenza moralistica
e conservatrice tipica di Padova
Rapporti con Augusto:
I due erano amici (nonostante Livio esaltasse la repubblica e criticasse
Cesare) e Livio rimase a lungo nellambito della corte, tanto che si dice
che il giovane Claudio fu incoraggiato a occuparsi di storia da Livio stesso
Lopera di Livio fu apprezzata dal princeps, che voleva presentarsi come
il continuatore della tradizione politica e morale della repubblica. Livio
in sintonia con il programma augusteo di recupero della tradizione e di
stabilimento della pace
Non si sa come Livio valutasse i fatti contemporanei (i libri che
trattavano di questo periodo sono perduti), anche se il pessimismo
manifestato allinizio dellopera ci induce a pensare che non reputasse il
principato come il necessario e felice sviluppo della res publica
AB URBE CONDITA LIBRI: 142 libri dalle origini al 9 a.C.
A causa della grandezza dellopera ci restano i libri I-X e XXI-XLV, mentre
il resto ci giunto sotto forma di riassunti (Periochae)
Impianto annalistico, che si sovrappone alla divisione in blocchi di libri in
base alla pubblicazione. Come gli annalisti no ha una progetto iniziale,
ma procede per accumulo di fatti, e di conseguenza la narrazione si
amplia man mano che si arriva a tempi pi recenti
I: monarchia (vengono evidenziati gli aspetti negativi del regnum)
II-X: dal 509 a.C. allinvasione di Brenno (II-V); dalla ricostruzione di Roma
alla terza guerra sannitica (VI-X). Ammirazione verso lo sviluppo di Roma,
le cui virt (esemplificate da personaggi) sono messe alla prova dalle
continue difficolt secondo un disegno provvidenziale
XI-XX: guerra contro Pirro, I guerra punica
XXI-XXX: II guerra punica. Il destino di Cartagine profondamente
connesso a quello di Annibale. A questo si oppone il popolo romano.
presente il contrasto tra Annibale (caratterizzato da inhumana crudelitas,
perfidia, impietas e che crede nella capricciosa e Scipione
(caratterizzato da clementia, fides, pietas e che crede nella fortuna, che
premia chi se lo merita per la virtus)
XXXI-XLV: guerre in oriente fino a Pidna (167 a.C.). sono guerre
imperialistiche, le cui giustificazioni sono presentate per bocca dei
personaggi, non di Livio. In questa parte gli eroi sono meno esemplari, la
VIRGILIO
Nasce nel 70 a.C. ad Andes, presso Mantova. Era figlio di un proprietario terriero
e ricevette uneducazione completa a Cremona, Milano e Roma. In seguito si
trasferisce a Napoli per studiare presso lepicureo Sirone. Tra il 43 e il 39 a.C.
scrive le Bucoliche. Nel 42 iniziano le confische di terreni per i veterani della
guerra civile, e Virgilio perde i suoi possedimenti. Dal 38/37 al 30 a.C. scrive le
Georgiche, dedicate al suo protettore Mecenate. Dal 30 al 19 a.C. scrive
lEneide. A causa della morte dellautore nel 19 in seguito a un viaggio in
Grecia, lopera non ricever lultima rifinitura.
BUCOLICHE: 10 ecloghe (le dispari sono mimiche, cio dialogate, le pari sono
narrative) in esametri.
Titolo: Bucolica carmina, canti di pastori (da , derivato di
, pastore). Altro titolo: Ecloghe, poemetti scelti (da ,
derivato da , scegliere)
Ambientazione: campagna idealizzata, descritta con i tratti del locus
amoenus, in cui i pastori conducono una vita tranquilla a contatto con la
natura incontaminata. Gli ambienti possono essere identificati di volta in
volta con la Sicilia (patria di Teocrito), con la pianura Padana o con
lArcadia ( regione greca citata di sfuggita da Teocrito, collegata alla
poesia bucolica da una tradizione che non conosciamo)
Modello: Teocrito (ambientazione agreste, situazioni, temi motivi utilizzati
con libert, secondo il criterio dellemulatio); altri autori come i neoteroi
(poesia leggera come ludus, mito, erudizione)
I ecloga: espropriazioni dei terreni a favore dei veterani. Titiro esprime la
gratitudine di Virgilio per Augusto (chiamato ora iuven ora deus) che gli
ha restituito le terre; Melibeo esprime lamarezza di coloro che hanno
perso i terreni. Anche la IX tratta lo stesso argomento. Menalca, che
aveva sperato di tenersi i terreni grazie alla sua poesia, ha dovuto
comunque cedere il suo podere. Questecloga posteriore alla I, e riflette
una nuova delusione di Virgilio, che deve aver visto di nuovo insidiate le
sue terre, nonostante il precedente aiuto di Augusto.
II-X: trattano dellamore, che in questi componimenti sempre non
corrisposto e infelice. Lamore visto come una follia, una forza
irrazionale che travolge luomo irresistibilmente e dolorosamente. Nella II
i personaggi sono Coridone e Alessi, nella X sono il poeta Cornelio Gallo
(che si cela dietro il personaggio teocriteo di Dafni) e lamata Licoride.
III-VII-VIII: gare poetiche tra pastori. La III un amebeo (lintervento dei
contendenti di due versi); nella VII lintervento di 4 versi (in queste
due ecloghe si procede per botta e risposta); nellVIII (il cui tema
linfelicit amorosa) ciascuno si esibisce in un canto unico.
V: compianto (Mopso) e apoteosi (Menalca) di Dafni. La morte di Dafni
(eroe pastorale siciliano e prototipo del poeta-pastore) narrata nel I
idillio di Teocrito
IV: lascia da parte i temi agresti e profetizza limminente inizio di una
nuova et delloro collegato alla nascita di un puer. Sullidentit del puer
ci sono varie ipotesi: figlio del console Asinio Pollione; figlio di Ottaviano;
figlio di Antonio e Ottavia; Ottaviano; semplicemente simbolo di
rigenerazione. Al di l della ipotesi, questa ecloga esprime la speranza di
Virgilio (e di tutta Roma) che le guerre civili cessino e inizi unet di pace,
giustizia e benessere
VI: valore e importanza della poesia. presente un omaggio a Cornelio
Gallo e una dichiarazione di poetica, che contiene una recusatio: il poeta
non in grado di cimentarsi nellepica e preferisce una poesia fine e
tenue di tipo alessandrino
Temi
Idealizzazione della campagna, intesa come luogo pacifico, in cui
vivere nellotium lontani dagli affanni dati dalla guerra e
dallamore. C identit tra stato danimo e natura
Poesia come piacere e conforto
GEORGICHE: poema epico-didascalico in quattro libri sulla coltivazione dei
campi e sullallevamento del bestiame.
I: teodicea del lavoro: Giove ha posto difficolt nella coltivazione per far
progredire lumanit nel tentativo di superare le difficolt (idea contraria
a quella espressa da Esiodo nelle Opere e giorni). Si parla poi della
coltivazione dei cereali, delle stagioni e dei segni del cielo (riguardo
questi, Virgilio introduce una digressione sui presagi della morte di
Cesare, per poi invocare la protezione divina su Augusto)
II: coltivazione delle piante. Elogio dellItalia (terra superiore alle altre, e
soprattutto alloriente corrotto, per fertilit, clima, abbondanza di risorse,
assenza di flagelli naturali, opere superbe di uomini e popoli illustri).
Elogio della vita agreste, che viene idealizzata. La campagna il luogo
della pace, della giustizia e della virt, in opposizione alla citt, luogo
corrotto e violento per la brama di ricchezze e potere
III: allevamento. Parlando di animali, il poeta constata come la morte
sovrasti sia uomini che animali (in proposito introduce una digressione
sulla peste dei bovini del Norico, in cui prevale la compassione e la
constatazione dellinutilit del lavoro di fronte alla morte). presente
ancora una digressione sullamore, inteso come follia che conduce alla
rovina sia uomini che animali
IV: apicoltura. La societ delle api, ben organizzata e basata sul lavoro,
vista come societ ideale. Le api inoltre, nascendo grazie alla bugonia,
non sono soggette per la riproduzione allamore. Per spiegare la bugonia,
Virgilio inserisce il racconto del pastore Aristeo, in cui a sua volta
inserita la storia di Orfeo e Euridice
Modelli
Esiodo, Arato di Soli, Nicandro di Colofone (, Lucrezio
Mentre per gli ellenistici latteggiamento didascalico era solo una
convenzione del genere letterario, per Virgilio, come per Esiodo e
per Lucrezio, il poema didascalico un importante strumento
educativo
Riguardo Lucrezio, di cui Virgilio riprende la seriet, il tecnicismo e
la raffinatezza, il poeta nellelogio a Lucrezio del II libro ammette di
sentirsi inadeguato per un poema filosofico, ma afferma la validit
della sua scelta poetica alessandrina
Rapporti con il potere
Non unopera di propaganda (Augusto non era ancora al potere)
dedicata a Mecenate. Nel proemio del III libro Virgilio promette di
dedicarsi in seguito alla poesia alta per celebrare Augusto. Per ora
per deve finire le Georgiche per assolvere gli haud mollia iussa di
Temi:
ORAZIO
Nasce a Venosa nel 65 a.C. Il padre era un liberto agiato. Studia a Roma e ad
Atene. Nel 42 a.C. partecipa alla battaglia di Filippi militando sotto Bruto. Nel 38
Virgilio e Vario lo presentano a Mecenate, che lo ammette nel suo circolo. Nel 17
a.C. compone il Carmen Saeculare, inno agli dei protettori di Roma con intento
propagandistico filo-augusteo. Muore nell8 a.C.
SATIRE (I libro: 35-33 a.C.; II libro : 30 a.C.)
Riflessione sul genere
Individua Lucilio come iniziatore, ma cerca di nobilitare il genere
ricollegandolo alla commedia greca antica, con cui accomunata
dal tono scherzoso e leggero per temi moralmente impegnati
(come anche nelle diatriba stoico-cinica) e dall,
cio il deridere chiamando per nome, lattacco diretto e personale.
Da qui deriva il moralismo delle Satire e limpostazione soggettiva
(lautore esprime i suoi pensieri e giudizi). La satira si differenzia
dalla commedia per il verso.
La satira definita da Orazio sermo. La parola, ripresa da Lucilio,
che aveva chiamato i suoi componimenti sermones, indica che gli
argomenti sono presi dalla vita quotidiana, che lo stile
colloquiale, medio (come nella commedia) e che vengono rifiutati i
modi della letteratura sublime.
I componimenti sono destinati a pochi intimi, a un pubblico
ristretto di amici e uomini di cultura.
A differenza di Lucilio sottolinea limportanza dellelaborazione
stilistica (labor limae)
I libro (10 satire)
I: incontentabilit umana (discorsiva)
II: etica sessuale (discorsiva)
III: ineluttabile imperfezione umana, esorta alla comprensione e
allindulgenza (discorsiva)
IV: poetica, educazione ricevuta dal padre (discorsiva)
V: iter brundisinum (narrativa)
VI: superiorit del merito sulle nobilt di nascita, follia
dellambizione, accettazione della propria condizione di vita
(discorsiva)
VII: processo; VIII: stregoneria; IX: seccatore; X: poetica (tranne
lultima sono tutte narrative
II libro (8 satire)
La VI lunica a monologo. molto soggettiva e parla del contrasto
tra la vita cittadina affannosa e la serena vita dei campi basata
sullinteriore
Tutte le altre sono dialoghi in cui il poeta non occupa pi il primo
piano
Caratteri
Parte da spunti autobiografici per allargarsi a riflessioni pi ampie.
Impegno morale: lattenzione non tanto sui viziosi quanto sui vizi
Tono ironico e arguto
Argomenti vari
Due tipi di satira: narrativa e discorsiva (serie di argomentazioni e
riflessioni). Questultima presenta analogie con la diatriba stoicocinica (, andamento tipico della conversazione, uso di
exempla, aneddoti, favole)
Messaggio
Contenuti:
Filone religioso: questo filone ben si adatta al concetto di poeta
vate. costituito da preghiere, inni, non solo a dei ma anche a
oggetti. Tra questi c il carmen saeculare, in cui la religione
unita a temi civili
Filone erotico: non descrivano ununica storia damore, ogni carme
una vicenda conclusa e perfetta. La figura femminile si realizza
nello spazio di una carme. La passione contemplata, trattata con
distacco e ironia, si evita il vero coinvolgimento emotivo.
Filone conviviale: il simposio greco romanizzato nella cena.
Vengono trattati temi erotici o moraleggianti
Filone gnomico: tratta diversi temi: 1 incertezza del futuro e invito
a sopportare le avversit; 2 necessit di usufruire pienamente del
tempo concesso (carpe diem: la felicit ve cercata nel presente,
non in un ipotetico futuro); 3 e (aurea
mediocritas)
Filone civile: prende spunto da Alceo, ma a differenza di questo
Orazio non attivo politicamente. Essendo poeta vate, Orazio pu
permettersi di esortare o ammonire i concittadini. Vengono
esecrate le guerre civili ed esaltati Roma e Augusto (la gratitudine
verso il princeps, che ha pacificato Roma e ha reso possibile
lotium letterario, sincera). A questo filone appartengono le odi
romane (III, 16), in cui sono condannati i vizi contemporanei ed
esaltati, oltre Augusto, i tempi antichi. Lelevatezza dei temi
implica un tono sublime, come Pindaro
Stile: la variet di temi implica la variet di registri. Le parole sono
disposte in modo sapiente per valorizzarle. Rinuncia al superfluo,
alleccessivo e ricerca lessenzialit. Vengono sfruttate pienamente le
possibilit date dallaccostamento accorto di elementi semplici. Tutti
questi elementi rendono lo stile di Orazio magnificamente armonioso
EPISTOLE (I libro 23-20 a.C.; II libro 19-13 a.C.)
Sono in esametri. Si colloca sul piano delle Satire, ma utilizza lo schema
epistolare, che implica un destinatario preciso, e quindi un orientamento
pi rigido delle Satire e una preferenza per contenuti non generali ma
ben circostanziati (componimenti doccasione). Dalle Satire riprende la
vena moralistica e soggettiva e la tematica letteraria
I libro: ricerca della divina sapienza, cio di un miglioramento interiore,
ricerca che parte da una situazione di insoddisfazione per la propria
condizione morale, in quanto ritiene che finora nella vita ha solo giocato.
Prende precetti di filosofie diverse : dallepicureismo il il vivi
nascosto; dallo stoicismo lnella sfera individuale (bisogno di
indipendenza) e la nei rapporti sociali. Altro tema del libro la
fugacit del tempo unita alla consapevolezza di non aver ben sfruttato il
passato. Questi elementi generano inquietudine e insoddisfazione,
unalternanza tra serenit ed equilibrio e insoddisfazione e accidia
SENECA PADRE
Nasce nel 58/55 a.C. a Cordoba e muore nel 37/41 d.C. conosciuto anche
come Seneca Retore, ma non fu mai insegnante di retorica.
ORATORUM ET RHETORUM SENTENTIAE DIVISIONES COLORES
I parte: controversiae (orazioni giudiziarie fittizie)
II parte: suasoriae (orazioni volte a convincere un personaggio
storico/mitologico a fare/non fare qualcosa).
Erano orazioni fittizie, originariamente esercizi delle scuole di retorica.
Nel I sec. d.C., dato che lattivit politica non esiste pi, in crisi. Di
conseguenza oratori e uomini di cultura si esibiscono in recitationes,
momenti di incontro in cui recitavano le loro orazioni
Non hanno nessun contatto con la realt politica e sociale, sono
completamente astratte.
Ripetizione di temi variati puntando alloriginalit e alla sorpresa
(emulatio). Con lastrattezza e loriginalit loratore pu dar prova della
sua abilit e dimostrare la sua fiducia nella potenza della parola, che
pu far valere anche le tesi pi inverosimili.
Per quanto riguarda le discussioni sullo stile, lopera ci testimonia
tramite esempi il fenomeno delle sententiae. La sententia una frase a
effetto, mirante alla massima concentrazione espressiva e ornata con
figure retoriche. Lo stile sentenzioso concettoso, ricercato, ritmato,
spezzato, ricco di figure retoriche. Fa parte dellasianesimo, che lo
stile prevalente nel I sec. d.C.
Seneca evidenzia come loratoria latina sia entrata in crisi dopo la
morte di Cicerone e individua 4 cause:
1. Moralistica (decadenza e rilassatezza dei costumi)
2. Culturale (leloquenza non pi ritenuta importante)
3. Naturalistica (ogni cosa raggiunto lapice decade)
4. Storico-politica (le guerre civili e la morte di Cicerone, emblema
della libertas, hanno reso muta la voce pubblica)
scrisse favole, utilizzate come libri di testo nelle scuole per apprendere la
lingua. Fu perseguitato sotto Tiberio da Seiano, che lo fece condannare per delle
favole satiriche. Le sue favole non ebbero molto successo al suo tempo, e
Seneca lo ignora in quanto in una lettera afferma che la favola un genere
ancora intentato a Roma.
5 LIBRI DI FAVOLE in senari giambici (100 componimenti)
Favola: il primo autore Esopo (VI sec. a.C.), che raccoglie le favole
greche, fino ad allora orali, e le mette per iscritto in prosa. La favola un
breve racconto di fantasia con significato pedagogico e morale, che
unisce la saggezza popolare a spunti di critica sociale. Una forma
importante di favola lapologo animalesco, in cui i protagonisti sono
animali parlanti, personificazioni di caratteri umani.
In poesia la favola viene usata da Ennio, Lucilio e Orazio nelle satire.
A differenza dei satirici, Fedro non usa lesametro ma il senario giambico,
il metro della commedia. La favola ha altri punti in comune con la
commedia: lintento comico, le situazioni realistiche e umili, landamento
dialogato e drammatico
Lintento di Fedro divertire + monere. Vuole correggere i vizi, non
attaccare determinati personaggi. La morale esprime una visione della
vita dal punto di vista degli umili. La favola il genere che d voce alle
opinioni degli umili. La libert intesa come il bene pi grande.
La visione della vita di Fedro condizionata da una forte pessimismo. La
legge del pi forte domina il mondo, non si possono contrastare i potenti,
che fanno uso della forza, e lumile per salvarsi deve stare al suo posto,
cercando di schivare le angustie con la prudenza e lastuzia.
Varietas: Fedro riprende le favole di Esopo, ma ne inserisce di nuove. Le
favole inoltre non sono tutte apologhi animaleschi, ma da dopo il I libro
compaiono anche personaggi mitologici o storici.
Lo stile non elevato, semplice ma curato. caratterizzato dalla
brevitas, in quanto ogni componimento breve e conciso, i contenuti
narrativi e linsegnamento sono condensati in pochi versi.
LA STORIOGRAFIA
LA PROSA TECNICA
LUCANO
Nasce nel 39 d.C. a Cordoba da Marco Anneo Mela, fratello di Seneca. Educato a
Roma, fu allievo dello stoico Anneo Cornuto. Entra nella cohors amicorum di
Nerone. Nel 60 canata durante i Neronia le Laudes Neronis. In seguito per
cadde in disgrazia. Le spiegazioni sono varie: gelosia poetica di Nerone; poema
troppo filo-repubblicano; forse fu spinto dal ritiro a vita privata di Seneca nel 62.
Nel 65 aderisce alla congiura dei Pisoni, e una volta che questa fu sventata fu
costretto al suicidio.
BELLUM CIVILE (PHARSALIA): poema epico-storico in 10 libri sulla guerra tra
Cesare e Pompeo
Incompiuto: si conclude con la fuga di Cesare da Alessandria, evento
poco rilevante. Probabilmente mancano due libri (cos ne avrebbe avuti
12 come lEneide) che arrivavano o fino alla morte di Catone o fino alle Idi
di Marzo.
Fonti: Livio, Asinio Pollione, Seneca Padre. Questi ultimi narrarono la
guerra con una prospettiva filo-repubblicana
Religiosit: il mito, caratteristico dellepica, totalmente assente, come
lelemento divino. Lelemento meraviglioso recuperato attraverso sogni,
visioni, profezie e magia.
Tema storico: i poeti epico-storici precedenti esaltavano Roma nelle loro
opere. Lopera di Lucano invece non esalta Roma, ma descrive la sua
rovina, derivata dalla fine della libertas repubblicana. Gli eventi narrati
non sono esaltati, ma biasimati.
Elogio di Nerone (I libro): non si sa perch lo scrisse. 3 ipotesi: influenza
del quinquennium; fu scritto per far accettare lopera; ironico
Sublimit: non deriva pi dallelevatezza dellargomento, ma ricercata
nella grandiosit, nelleccesso, in situazioni eccezionali, ricche di tensione
e di , tragiche. Questa sublimit influenza anche i personaggi, che
assumono atteggiamenti enfatici ed eccessivi. Non presente un
personaggio positivo.
Caesar: lantagonista. guidato da una furia che lo spinge a sovvertire
le leggi umane e divine per raggiungere i suoi scopi. Il furor e lenergia
rivolta al male lo accostano alla figura del sovversivo sallustiano, mentre
lira, la crudelt, la superbia e larroganza alla figura del tiranno.
caratterizzato anche da empiet verso la patria e gli dei
Magnus: manca di una statura eroica, un eroe in declino, debole,
passivo, incerto. La sua causa, votata alla sconfitta, si identifica con
quella della res publica, e verso la fine Pompeo, conscio della sua fine,
assume una dimensione tragica. Non un personaggio del tutto positivo,
in quanto in causa di vittoria non avrebbe esitato ad appropriarsi del
potere
Catone: personaggio positivo, ma poco presente, anche a causa
dellincompiutezza dellopera. Ha una grande statura morale ed il
difensore della res publica. lincarnazione del saggio stoico, che ritiene
la virtus il bene maggiore, sopporta il fato avverso e predica la dedizione
totale al bene comune
Struttura: narrazione asimmetrica e selettiva, composta da una serie di
episodi pi o meno lunghi. Lucano preferisce quelli pi patetici e
drammatici. La struttura statica, in quanto prevale lesigenza di
commentare. I discorsi sono dilatati per accrescere la tensione e il .
Gli excursus sono unoccasione per far sfoggio di erudizione.
Ideologia repubblicana: Lucano pensa che il principato non sia il bene
maggiore per Roma. Lideologia improntata allo stoicismo, tuttavia
nega lidea di provvidenza. Gli eventi sono governati dal fato, che per
PERSIO
CALPURNIO SICULO
SENECA
Nasce a Cordoba da una famiglia di rango equestre nel 4 a.C. figlio di Seneca
Padre e zio di Lucano. Studia a Roma con il retore e filosofo Papirio Fabiano, con
lo stoico Attalo e con il neopitagorico Sozione. Riveste la questura e ha un
grande successo come oratore. Nel 41 d.C. viene esiliato in Corsica da Claudio,
istigato da Messalina, con laccusa di adulterio con Giulia Livilla. Nel 49 torna a
Roma. Agrippina lo sceglie come precettore di Nerone. Nel 54 Nerone diventa
imperatore e Seneca il suo consigliere principale, e tenta di fare di Nerone un
sovrano esemplare. Nel 59 Nerone, probabilmente con la complicit di Seneca,
fa assassinare la madre Agrippina. Nel 62 Seneca si ritira a vita privata,
probabilmente spinto dallostilit del nuovo prefetto del pretorio, Tigellino. Nel
65 viene considerato fra i complici di Gaio Calpurnio Pisone e costretto al
suicidio.
DIALOGI: 10 testi di argomento filosofico
Non sono come quelli di Platone o Cicerone. Non hanno una cornice
drammatica n un dialogo tra due protagonisti. Lautore parla sempre in
prima persona rivolgendosi al destinatario dellopera.
Influsso della diatriba stoico-cinica: impostazione discorsiva; discussione
rivolta direttamente al destinatario; introduzione di domande e obiezioni
di un interlocutore fittizio, non sempre identificato con il destinatario.
Dialoghi consolatori
PETRONIO
Lidentificazione del Petronius Arbiter tramandato come autore nei codici del
Satyricon ha suscitato molti problemi. Ci sono due correnti:
1. Unionisti: identificano lautore con il Petronio di cui parla Tacito in
Annales, XVI, 18-19 per vari elementi dellopera che rimanderebbero
allepoca di Nerone: lussi di corte; riferimenti ad attori, cantanti e
gladiatori di quellepoca; presenza di discussioni letterarie coeve
(decadenza oratoria, poema epico tradizionale, rappresentato da Nerone,
vs innovatori come Lucano); parodia della Troiae Halosis di Nerone;
affinit con lApokolokyntosis, importanza dei liberti.
2. Separatisti: collocano Petronio dopo let neroniana per vari motivi: Tacito
non cita il romanzo (ma Tacito probabilmente dava per scontato che il
pubblico conoscesse lopera); tessuto linguistico pi simile al II che al I
secolo (ma Petronio fa largo uso del lessico parlato); presenza di
testimonianze del Satyricon solo dopo il III secolo.
SATYRICON. Lopera frammentaria (abbiamo solo i libri XV-XVI. Il protagonista
il giovane squattrinato Encolpio, accompagnato dallamato Gitone e dal suo
rivale Ascilto. Pu essere divisa in 4 blocchi:
1. Graeca urbs: Encolpio incontra il retore Agamennone che parla della
decadenza delleloquenza, criticando il distacco dalla realt delle lezioni
di retorica e individuando una causa moralistica e culturale. I tre vivono di
espedienti nei bassifondi della citt. La maga e prostituta Quartilla li
accusa di aver interrotto i riti in onore di Priapo e li costringe a tre giorni
di sevizie erotiche
2. Coena Trimalchionis: una volta liberati, si recano a casa del ricco liberto
Trimalchione, che tiene una cena allinsegna delleccesso e del cattivo
gusto. Si raccontano novelle e Trimalchione scrive per scherzo il suo
testamento. Giungono infine dei pompieri per spegnere un incendio
inesistente e i tre si dileguano
3. Gitone sceglie Ascilto. Encolpio, disperato, incontra in una pinacoteca il
vecchio letterato Eumolpo, che parla della decadenza delle arti, racconta
novelle e alla fine fa una parodia della Troiae Halosis accolta a sassate.
Encolpio si imbarca con Eumolpo e Gitone, mentre Ascilto scompare dalla
scena
4. Dopo una traversata burrascosa, un naufragio e una parodia della
Pharsalia ad opera di Eumolpo i tre giungono a Crotone. Qui Eumolpo si
finge un vecchio ricco e gli altri i suoi servitori, in modo da ricevere doni
da parte dei cacciatori di eredit. Encolpio reso impotente da Priapo e
non soddisfa la sua amante Circe. Alla fine il problema risolto da
MARZIALE
Nacque a Bilbilis, in Spagna, nel 40 d.C. Nel 64 si trasferisce a Roma, dove vive
esercitando lattivit di poeta. Nelle sue poesie spesso si presenta come cliente.
Nel 96, grazie allaiuto economico di Plinio in Giovane, torna in Spagna, dove
trascorre gli ultimi anni provando spesso nostalgia per il fervido ambiente
culturale di Roma. Muore tra il 102 e il 104 d.C.
Poetica.
QUINTILIANO
PLINIO IL VECCHIO
Nacque a Como nel 23/24 d.C. Partecip alle spedizioni in Germania sotto
Claudio e Tito e in Giudea. Sotto i Flavi fu procuratore imperiale in Gallia e
Spagna. A Roma divent uno dei collaboratori pi stretti di Vespasiano. In
seguito gli fu affidato il comando della flotta a Miseno. Mentre si trovava qui, nel
79, fu sorpreso dalleruzione del Vesuvio che seppell Pompei. Imbarcatosi per
prestare soccorso e osservare il fenomeno, mor a Stabia secondo Plinio il
Giovane per asfissia, pi probabilmente per collasso cardiaco. Tra le opere
perdute conosciamo unopera in 20 libri sulle guerre contro i Germani e una
trattazione di storia contemporanea in 31 libri che si riallacciava a quella di
Aufidio Basso. Queste opere furono tra le fonti di Tacito
NATURALIS HISTORIA
unopera enciclopedica di argomento scientifico di carattere soprattutto
compilatorio in 37 libri. Plinio si vantava di aver raccolto ventimila dati
tratti da duemila volumi per noi perduti. quindi una fonte
importantissima per conoscere il livello di conoscenze scientifiche del
tempo e per avere notizie degli autori di cui non abbiamo niente. Plinio
definiva i suoi libri thesauri, magazzini
Plinio ammassa dati su dati, a volte elencandoli in infinite enumerazioni.
Non fa ci del tutto acriticamente, in quanto spesso discute le
informazioni di cui in possesso, rigetta ci che gli pare assurdo o
inverosimile, citandolo solo per amore di completezza
La sua preoccupazione non indagare le cause, che ritiene
imperscrutabili, ma inserire quanti pi dati pu, spinto da una grande
curiosit e dal criterio dellutilit pratica. Offre ampio spazio ai mirabilia,
ai fatti incredibili e straordinari
Plinio convinto che la vita umana debba essere migliorata con la ricerca
scientifica, ma ritiene anche che questa debba avere certi limiti.
Soprattutto, Plinio deplora lapplicazione pratica delle scoperte
scientifiche con lo scopo di aumentare le ricchezze o il lusso e il piacere.
Lo stile vario e discontinuo: nelle digressioni, nelle prefazioni e nei passi
celebrativi si fa artificioso e declamatorio, mentre nellesposizione arido
e tecnico. Plinio stesso afferma che lopera non si presta allelaborazione
formale in quanto presuppone luso di termini tecnici spesso stranieri.
I POETAE NOVELLI
PLINIO IL GIOVANE
Nacque nel 61/62 d.C. a Como. Orfano di padre, fu adottato dallo zio Plinio il Vecchio,
che alla morte gli lasci un cospicua eredit. A Roma fu allievo di Quintiliano. Fece una
brillante carriera politica culminata con il consolato nel 100 sotto Traiano. Fu amico
dell'imperatore, che nel 110/111lo nomin legato in Bitinia, dove mor nel 112/113.
Scrisse molte orazioni che non ci sono pervenute.
PANEGIRICO DI TRAIANO
Discorso di ringraziamento in occasione della nomina a console. Si tratta di
un vero e proprio panegirico in onore dell'imperatore, presentato come un
dono voluto dalla divinit per il bene di Roma dotato di qualit che lo
rendono simile a un dio. Viene esaltato il meccanismo del principato adottivo,
che permette di scegliere i migliori e i pi adatti a reggere l'impero tra i
cittadini.
Sottolinea i buoni rapporti con il senato, incoraggiando una politica filosenatoria. Tuttavia Plinio riconosce a Traiano il diritto di esercitare un potere
assoluto. La libertas, che Traiano aveva ristabilito, per un dono del
princeps, frutto solo della sua volont e generosit.
Stile ampio, sublime, magniloquente, enfatico, iperbolico
EPISTULARUM LIBRI X
dell'autore, sia nei suoi aspetti positivi ( onest, cultura, buon gusto, humanitas,
generosit, mecenatismo) sia in quelli negativi ( vanit, ottimismo ingenuo, che lo
porta a compiacersi dell'abbondanza di recitationes)
Lo stile limpido, conciso ,elegante, colloquiale, ma anche ricco di figure
retoriche, sentenze, battute, citazioni ed espressioni greche.
SVETONIO
TACITO
L'opera una biografia del suocero di Tacito, Giulio Agricola, console nel
77. Dal 78 all'85 detiene il comando della Britannia, che assoggetta
completamente. I successi militari suscitano la gelosia di Domiziano. Tacito
presenta dei rumores che incolpano l'imperatore della morte di Agricola
(94). Bench specifichi che sono solo voci, Tacito le presenta in modo da
far ricadere seri sospetti su Domiziano.
Agricola un personaggio che ha saputo farsi strada nella vita con
l'obsequium ( obbedienza) e modestia (disciplina),collaborando con il
potere senza protestare in modo a volte quasi opportunistico. Per togliere
questo sospetto da Agricola, Tacito per prima cosa lo presenta come una
delle vittime di Domiziano. In seguito afferma che pi utile per il bene
dello stato accettare di collaborare piuttosto che ostinarsi nell'opposizione
fino al suicidio, inutile ostentazione di libert.
L'opera una biografia insolita. Tacito si concentra esclusivamente
sull'aspetto pubblico del personaggio, tralasciando i pettegolezzi e le
notizie di vita privata. Il ritratto fisico e appena accennato. Inoltre gli
excursus geografici ed etnografici, i discorsi di Agricola e Calgaco ( capo
britannico che si scaglia contro l'imperialismo romano) e la narrazione
selettiva rendono l'opera pi simile a una monografia storica.
Lo stile vario: nella narrazione il modello Sallustio ( infiniti storici,
ellissi, andamento rapido e conciso); nei due discorsi il modello Livio; i
capitoli finali, che presentano un bilancio complessivo e una commossa
apostrofe al morto, hanno un tono oratorio e presentano una struttura e un
ritmo ciceroniani.
GERMANIA
un trattato etnografico sulla Germania. L'argomento era di grande
( Traiano si trovava sul Reno) e di grande interesse
attualit al momento
per Tacito, che anche nelle opere successive presto attenzione alla
questione germanica.
L'opera divisa in due parti. Nella prima si descrive in generale la
Germania e i suoi abitanti, la loro origine e i loro mores. Nella seconda si
prende in considerazione ciascuna trib, parlando dei loro usi e istituzioni.
Le fonti sono il De bello gallico di Cesare, l'opera di Plinio il Vecchio sulle
guerre germaniche e probabilmente fonti orali.
L'opera non dimostra un vero interesse per l'argomento etnografico da
parte dell'autore. Il punto di riferimento sempre Roma. Innanzitutto
Tacito guarda con ammirazione ai costumi ancora incorrotti dei Germani, in
confronto con la corrotta societ romana, e al fatto che il loro sistema
politico sia basato sulla libertas. Nonostante a volte assuma un
atteggiamento di superiorit verso comportamenti ancora primitivi, il
quadro tracciato nel complesso positivo. D'altro canto Tacito si accorge
che i Germani saranno presto il problema principale di Roma, ed esprime
felicit per il fatto che la grande libertas impedisca loro di unirsi e anzi li
porti spesso a combattersi tra loro.
DIALOGUS DE ORATORIBUS
un dialogo sulla decadenza dell'eloquenza. ambientato nel 75 d.C.
nella villa di Curiazio Materno, ex-oratore diventato poi poeta tragico. Con
lui dialogano due avvocati, Marco Apro e Giulio Secondo. La scelta del
dialogo permette all'autore di esporre pi tesi.
Il primo argomento affrontato il confronto tra poesia e oratoria. Apro
rimprovera Materno per aver abbandonato un'occupazione redditizia come
l'oratoria a favore di una inutile come la poesia. Materno controbatte
sottolineando la mancanza di moralit dell'avvocatura.
APULEIO
Agli inizi della sua storia, la lingua del cristianesimo era il greco, sia perch nel I
secolo la nuova religione era ancora praticata solo da gente orientale, sia
perch in greco erano i testi sacri. Anche quando poi usci dalle comunit
orientali, soprattutto giudaiche, il cristianesimo continu a usare il greco. La
letteratura cristiana in latino nasce intorno alla met del II secolo, quando il
cristianesimo inizi a trovare adepti anche in ambienti dove il greco non era
conosciuto bene, e quindi allinizio essa fu una letteratura di traduzione.
Le prime versioni bibliche sono conosciute attraverso manoscritti contenenti
vari passi e citazioni. Questo insieme disomogeneo era raggruppato in passato
sotto il nome di Vetus Latina, come se si trattasse di un gruppo unitario, ed era
poi a sua volta diviso in due sottogruppi, Itala e Afra. Erano traduzioni dal greco,
e nel caso del Vecchio Testamento erano traduzioni di traduzioni, in quanto
loriginale era in ebraico. Per il Vecchio Testamento era usata la traduzione dei
Settanta (III sec. a.C.). Ai tempi di Agostino si sentiva la necessit di una
revisione di queste traduzioni (di cui poi si occup Gerolamo) sia perch spesso
non corrispondevano alloriginale sia perch erano scritti in una lingua rozza e
non pura.
LET DEI SEVERI E LA CRISI DEL III SECOLO (192 d.C. 284
d.C.)
LA LETTERATURA PAGANA
POESIA: la poesia del III secolo non presenta alcun autore di rilievo.
caratterizzata dalla ripresa stanca di modelli classici sia dal punto di vista della
forma sia da quello dei contenuti. Si diffonde il fenomeno dei centones,
componimenti realizzati con versi e parti di versi desunti da Virgilio. Virgilio
appunto lautore pi ripreso, soprattutto per la sua poesia bucolica. Gran parte
dei componimenti sono noti attraverso lAnthologia Latina, che nel suo nucleo
principale risale a una silloge africana del V-VI sec. In essa vi il Pervigilium
Veneris, inno a Venere noto per le sue doti stilistiche.
PROSA: ancora pi insignificanti sono le testimonianze della prosa. Gli autori
principali furono grammatici o eruditi che scrissero opere di tipo enciclopedico.
LA LETTERATURA CRISTIANA
CIPRIANO
Nacque a Cartagine agli inizi del III secolo da ricca famiglia pagana.
Ricevette una buona educazione retorica e fu un uomo di successo (non
si sa se per lavvocatura o linsegnamento). Nel 245 si convert, divent
prete e nel 249 divent vescovo di Cartagine per acclamazione popolare.
cultura classica per una nuova concezione della vita, passato da cui invece
Ausonio non riesce a distaccarsi
SIMMACO
Nacque verso il 340 a Roma da una famiglia dell'aristocrazia senatoria. Nel 369370 fu a Treviri come inviato del senato presso Valentiniano I. L conobbe
Ausonio. In seguito fu proconsole d'Africa nel 373, prefetto di Roma nel 384385, console nel 391. Probabilmente mor nel 402.
Simmaco e un esponente dell'intellettualit pagana, che si impegna nel
tentativo di restaurare la tradizione classica. Sotto quest'ottica e importante la
questione dell'altare della Vittoria. Nel 382 Graziano abol i privilegi finanziari
dei sacerdoti pagani e fece rimuovere dalla Curia romana, sede del senato, la
statua della Vittoria l posta da Augusto dopo Azio, simbolo dell'antica
grandezza di Roma e del legame con la tradizione. I pagani protestarono
vivamente, e inviarono una delegazione a Graziano, che, spinto dal vescovo di
Milano Ambrogio, non la ricevette. Nel 384 Simmaco pot tenere il suo discorso
davanti all'imperatore Valentiniano II, ma Ambrogio intervenne ancora,
ribattendo punto per punto e ottenendo che l'ambasceria fosse rimandata a
mani vuote.
Il discorso di Simmaco un'appassionata difesa della tradizione, che per il
bene dello stato non deve essere abbandonata. Propugna inoltre il
principio della libert religiosa, affermando che esiste un'unica divinit
interpretata e venerata dagli uomini in modo diverso.
La risposta di Ambrogio, contenuta nell'epistola 17, afferma invece che la
salvezza pu essere assicurata solo il Dio cristiano, che l'unico e vero
dio.
Le due posizioni sono inconciliabili: Simmaco, secondo la mentalit
tradizionale, concepisce la religione come un insieme di culti rivolti a una
divinit indefinita, e quindi sostiene un relativismo e un pluralismo venati
di scetticismo; Ambrogio invece ha una forte fede in quella che per lui, in
base agli insegnamenti cristiani, l'unica verit accettabile.
Di Simmaco abbiamo otto orazioni, di cui tre sono panegirici e uno un
discorso di ringraziamento per il consolato del padre, lo stile quello
magniloquente e ampolloso tipico dell'oratoria encomiastica.
Abbiamo anche un epistolario in dieci libri di cui l'ultimo presenta lettere
ufficiali (relationes), con uno schema simile all'epistolario di Plinio. fortemente
letterario, presenta situazioni convenzionali che lasciano trasparire ben poco
riguardo l'ambiente in cui viveva l'autore. L'epistola stilizzata fino a essere
ridotta a puro gioco letterario, in cui quello che veramente conta
l'elaborazione stilistica. Lo stile, pur fingendo la spontaneit che si addice al
genere, ricercato e prezioso,cricco di rimandi ai classici.
I PANEGYRICI LATINI
GIOVENCO: scrive una parafrasi in esametri in quattro libri dei Vangeli. L'intento
contrapporre alle grandi opere classiche, che per raccontano cose false,
un'opera che tratti la vita edificante di Ges. Contemporaneamente vuole
inserire il messaggio della Bibbia in un genere a cui i dotti pagani sono abituati.
Giovenco dovette modificare il registro elevato epico per far fronte a un altro
tipo di grandezza che si basava sulla semplicit. Lo fa con una grande abilit
tecnica e adattando schemi epici alla narrazione evangelica, che rispetta
fedelmente
LATTANZIO: nacque in Africa da famiglia pagana. Fu retore e allievo di Arnobio.
Dal 316 visse in Gallia, dove fu precettore di Crispo, figlio di Costantino.
DIVINAE ISTITUTIONES: un trattato in 7 libri composto tra il 304 e il
313/314. I primi tre libri vengono confutati gli errori e le assurdit della
religione pagana e delle teorie filosofiche. Negli ultimi quattro si parla della
dottrina cristiana. La giustizia posseduta solo dai cristiani in quanto essa
connessa con il culto dell'unico vero Dio. Fin dall'inizio Lattanzio afferma
il carattere didascalico della sua opera e di volersi rivolgere sia ai docti sia
agli indocti. Contro i pagani non assume il tono dell'invettiva ma quello del
dialogo. Il tono e lo stile sono pacati e misurati, semplici ma non privi di
eleganza.
DE MORTIBUS PERSECUTORUM: un'operetta composta nel 314-315 in
cui si afferma che la punizione divina ha colpito tutti gli imperatori che
hanno perseguitato i cristiani, da Nerone fino agli ultimi, Massimiano,
Galerio e Massimino. Esalta poi Costantino e Licinio e al libert di culto
finalmente concessa. L'opera contiene notizie importanti sull'ultimo
periodo di persecuzioni (303-313). A lungo si discusso sull'autenticit
dell'opera, soprattutto per il tono spesso polemico. Oggi ritenuta
autentica.
Altre opere sono il De opificio Dei (303-304), in cui la descrizione
dell'anatomia umana e presa come prova della sapienza e della bont di
Dio, il De ira Dei, in cui ira sta per giustizia divina, e il poemetto De ave
phoenice, che riprende il mito pagano della fenice, che diventa simbolo
dell'immortalit dell'anima.
FIRMICO MATERNO: di origini siciliane, scrisse opere sia mentre era pagano sia
mentre era cristiano. La sua conversione sembra basata pi su convenienza
che su convinzione. Nella sua opera apologetica De errore profanarum
religionum attacca con grande violenza la religione pagana e dimostra con
rimandi alla Bibbia che i riti pagani sono deformazioni delle verit del
cristianesimo. Invita poi i pagani a convertirsi e gli imperatori ad abolire i culti
pagani. Fa un uso abbondante di espedienti retorici e di citazioni, ma la
struttura argomentativa risulta debole.
MARIO VITTORINO: grammatico e filosofo, si convert in tarda et dopo un
percorso interiore e personale. Tent di conciliare le tesi neoplatoniche con la
dottrina cristiana. Fu uno dei primi a inserire consapevolmente lo Spirito Santo
nella Trinit.
ILARIO DI POITIERS: vescovo di Poitiers, nel 356 fu esiliato in oriente
dall'imperatore Costanzo II per le sue posizioni anti-ariane. In oriente entr in
contatto con la patristica orientale. Rientr a Poitiers nel 360 e qui mor sette
anni dopo.
De mysteriis: un manuale pratico di esegesi biblica destinato ai sacerdoti
e ai predicatori. Ilario, pur non trascurando la dimensione storica della
Bibbia, convinto che esista oltre il significato letterale un altro significato
pi profondo e importante, in quanto fa riferimento a realt spirituali e
future. Questa convinzione rinsaldata dalla conoscenza del metodo
allegorico della scuola di Alessandria. Concilia quindi i metodi della
tradizione ecclesiastica occidentale con quelli allegorici orientali.
De trinitate: un'opera dottrinale che ha con obbiettivo polemico le teorie
ariane. Intende affrontare la problematica trinitaria in tutti i suoi aspetti
con tutti i mezzi a sua disposizione, che vanno dalle opere in latino a
quelle in greco, dalle Sacre Scritture alla dialettica. L'introduzione presenta
una confessione del suo percorso spirituale, contrassegnato dal desiderio
di scoprire la verit e dalla gioia della scoperta. Tutta l'opera pervasa dal
desiderio di impegnare ogni parte del suo essere per diffondere il
messaggio di Dio con entusiasmo.
AMBROGIO
Nacque da famiglia di origine romana a Treviri (sede del prefetto del pretorio,
carica ricoperta allora dal padre di Ambrogio) fra il 333 e il 340. Fu educato a
Roma, e nel 370 fu nominato governatore di Liguria ed Emilia, la cui sede era a
Milano. Qui, nel 374, mentre cercava di sedare i contrasti tra cattolici e ariani
per l'elezione del vescovo, fu unanimemente eletto dalla folla. Dopo un attimo
di esitazione, accett l'incarico e ricevette i sacramenti. Si impegn nello studio
della teologia e nell'amministrazione della comunit, presiedendo alle
cerimonie e aiutando i bisognosi. D'altra parte, i suoi trascorsi politici lo
portarono a occuparsi anche di politica, sia ecclesiastica, dove combatt ogni
forma di eresia, sia civile, dove si impegn per eliminare ogni forma di
ingerenza da parte del potere negli affari della Chiesa. Si impegn anche nella
lotta contro il paganesimo, come dimostra la questione della statua della
Vittoria. Ebbe stretti rapporti con la corte e fu sempre fedele a Roma. Cerc
sempre di favorire la Chiesa cattolica, e questo gli riusc sotto Teodosio, con il
quale il cattolicesimo divent la religione ufficiale dell'impero, mentre furono
banditi arianesimo e paganesimo. Ci furono anche momenti di attrito, come la
CLAUDIANO
Nacque ad Alessandria e conosceva bene sia il greco sia il latino. Nel 394/395
giunse a Roma, per poi spostarsi alla corte di Onorio a Milano. Dopo il 404 non
abbiamo pi sue notizie.
Scrive soprattutto poesie d'occasione brevi. Sono per lo pi carmi descrittivi o
elogiativi. Ci sono giunti anche un buon numero di panegirici in onore di
personaggi importanti della corte, soprattutto del generale Stilicone. Questi
panegirici, in esametri, riprendono gli schemi del panegirico in prosa. Tuttavia
Claudiano introduce anche elementi presi dall'epos, come discorsi, descrizioni,
cataloghi, prodigi, presagi, concili di dei. In uno di essi presente un elogio di
Roma, che, nonostante il suo declino, vista come un elemento unificante per
i popoli, garante di organizzazione e di cultura.
Ci sono giunte due invettive in esametri contro avversari di Stilicone ( In
Rufinum, In Eutropium). Scrisse anche due poemetti epico-storici, il De bello
Gildonico e il De bello Getico. Questi componimenti tuttavia non hanno
l'ampiezza e l'intreccio ampio tipici dell'epica. L'aspetto narrativo subordinato
a quello celebrativo, e l'epicit ripresa tramite l'utilizzo di una serie di .
DE RAPTU PROSERPINAE: un poema epico in tre libri incompiuto. Questa volta
dotato di un impianto narrativo, ma i segmenti dedicati al racconto sono uno
schema per sorreggere brani dedicati allo sviluppo di epici. La narrazione
procede lenta, in quanto si fissa in momenti statici che vengono utilizzati o per
dare spazio all'enfasi e al tramite discorsi che delineano i sentimenti dei
personaggi, o per descrizioni, che si sviluppano in quadri con un grande gusto
pittorico e attenzione verso il particolare. Il poema si basa sul meraviglioso e
sulla ricerca di una raffinata perfezione. Il lessico elevato, lo stile elaborato e
ricco di figure, amante delle iperboli e della sentenziosit.
RUTILIO NAMAZIANO
Originario della Gallia. Comp un'ottima carriera politica culminata con la carica
di prefetto di Roma nel 414. Faceva parte dell'aristocrazia pagana legata al
culto delle gloriose tradizioni di Roma.
DE REDITU SUO: poema in distici elegiaci in due libri, di cui si sono conservati il
primo e parte del secondo.
Narra il viaggio di ritorno compiuto dal poeta da Roma alla Gallia nel
415/417. Il viaggio si svolse in mare, tuttavia il poeta fece numerose soste
per salutare degli amici o per tempeste. Il poema si configura quindi come
un diario di viaggio in cui il poeta descrive i luoghi in cui si ferma o vicino
ai quali passa. Il poema si interrompe per noi con la sosta a Luni, in
Liguria.
Il racconto di viaggio era presente nella poesia classica soprattutto nella
satira (Iter Siculum di Lucilio, Iter Brundisinum di Orazio). Tuttavia, mentre
i satirici si soffermavano su aneddoti curiosi o su elementi umili per
intrattenere il lettore, il tono di Rutilio si mantiene alto. Egli inserisce
narrazioni di episodi, descrizioni, encomi, invettive, riflessioni moraliste.
Inoltre sfrutta il motivo del viaggio per far sfoggio di cultura letteraria.
All'inizio del poema presente un'appassionata esaltazione di Roma.
Nonostante siano passati pochi anni dal sacco di Alarico, Rutilio afferma la
sua fede nell'eternit dell'urbe e la sua missione provvidenziale di
unificazione e civilizzazione per tutti i popoli. Di conseguenza, numerose
sono le invettive contro i nemici di Roma, che Rutilio individua nei barbari
e nei cristiani. Non potendo per scagliarsi scontro la religione ufficiale,
Rutilio rivolge le sue invettive contro i Giudei e contro i monaci, colpevoli
di fuggire con la vita ascetica i doveri del buon cittadino.
Il poema un'espressione di amore per il passato e del rimpianto per la
grandezza della patria romana, di cui ormai si intravede la fine. Questo
amore espresso anche dallo stile, formato su modelli classici.
GEROLAMO
dove ricevette il battesimo, dal 359 al 367. Nel 347 giunse ad Antiochia, e
l'anno seguente decise di intraprendere una vita ascetica nel deserto, presso
un monastero fondato dal prete siriano Malco. Qui studia l'ebraico e il greco.
Nel 377 fu ordinato prete. Nel 382, in occasione di un concilio, si rec a Roma,
dove il papa Damaso lo scelse come suo segretario. Dopo la morte di Damaso,
nel 384, torn in oriente, a Betlemme, dove fond un monastero maschile e
uno femminile. Gli ultimi anni furono occupati da infinite controversie
teologiche soprattutto in opposizione a Origene e da un'incessante attivit
esegetica. Afflitto da numerose infermit fisiche, mor nel 419/420.
VULGATA: l'attivit di traduttore e revisore dei testi biblici inizi a Roma, dove
Damaso gli affid la revisione dei testi evangelici per eliminare tutti gli errori
derivati dalle precedenti traduzioni e copiature. Dal 389 al 405 tradusse
direttamente dall'ebraico l'Antico Testamento. Questa traduzione, che si diffuse
velocemente e divent la traduzione universalmente accettata, fu conosciuta in
seguito come Vulgata editio. caratterizzata da una grande chiarezza e fedelt
all'originale ebraico, nonostante siano presenti degli errori derivati da fretta,
lezioni errate contenute nei manoscritti o errori di interpretazione legati allo
stato degli studi filologici del tempo. Il traduttore per Gerolamo deve rimanere
fedele al testo, ma non fare una traduzione pedissequamente letteraria, in
quanto tradirebbe l'originale. Scrisse anche dei commenti alla Bibbia, prima
caratterizzati dal metodo allegorico di Origene, mentre dal 393 segue un
metodo proprio, che prevede anche riflessioni storiche, linguistiche e
filologiche.
EPISTOLARIO: sono 117 lettere. Alcune sono personali, altre sono trattatelli
teologici o esegetici, altre sono elogia funebri, che uniscono tradizionali a
una sincera commozione, altre esprimono riflessioni sul l'attivit di esegeta e
traduttore. Molto significative sono quelle in cui denuncia la malignit e
l'ipocrisia umana, che vengono espresse attraverso quadretti satirici. Sono
espresse anche l'amore per la cultura, l'importanza che per Gerolamo ha una
sincera amicizia, il turbamento e lo smarrimento che deriva dalla triste e
drammatica situazione dell'impero romano.
Gerolamo scrisse anche molte opere polemiche e dottrinali. Particolare
importanza ha la polemica origeniana. Origene scrisse in greco opere in cui
affermava ipotesi come l'eternit del mondo o la salvezza finale destinata a
tutti, demonio compreso, che avevano suscitato numerose critiche. Gerolamo,
in un primo momento favorevole a Origene, di cui apprezzava il grande
ingegno, a partire dal 393 inizi a denunciare l 'eterodossia delle sue teorie, pur
continuando a ritenerlo una persona di grande intelligenza. Questa controversia
lo port a interrompere i rapporti con il suo amico Rufino, contro cui scrisse
un'opera molto accesa e violenta.
Gerolamo scrisse alcune agiografie, caratterizzate da una dimensione
meravigliosa e dall'esaltazione della vita ascetica e monastica. Scrisse anche il
De viris illustribus, in cui tracciava brevi biografie dia autori cristiani greci o
latini da Pietro fino a lui stesso. L'opera vuole dimostrare ai pagani l'importanza
dell'attivit letteraria cristiana, e quindi spesso non obbiettiva. Sono anche
inseriti autori non cristiani: Filone Alessandrino, Giuseppe Flavio e Seneca.
AGOSTINO
persiana che presentava la realt come contrasto tra bene e male e in cui
Agostino sperava di trovare risposta ai dubbi che lo assillavano, e per il fatto
che conviveva con una donna da cui aveva avuto un figlio. Insegn quindi a
Cartagine, per poi passare a Roma e a Milano, dove ebbe successo come
oratore. Il successo tuttavia non gli procur la felicit che sperava e non
riusciva pi a vedere nel manicheismo una via per la verit. Dopo essersi
accostato allo scetticismo della Nuova Accademia, a Milano, attraverso le
prediche di Ambrogio, la filosofia neoplatonica e la lettura della Scritture, si
comp il processo di avvicinamento al cristianesimo. Nel 386, dopo esser stato
abbandonato dalla sua compagna e dopo aver rinunciato alla carriera, si ritir
con la madre, il figlio, il fratello e alcuni amici a Cassiciacum. Nel 387 fu
battezzato a Milano da Ambrogio con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Dopo la
morte di Monica a Ostia, Agostino torn a Tagaste nel 388, per dedicarsi a una
vita di riflessione. Nel 391, mentre si trovava a Ippona, dato che il vescovo
Valerio aveva bisogno di un assistente che lo aiutasse nella vecchiaia, fu
acclamato prete dalla folla. Alla morte di Valerio, nel 396, divent vescovo,
impegnandosi a fondo nella gestione della comunit. Nel 428 i Vandali, guidati
da Genserico, invasero l'Africa. Agostino si adoper, nonostante la malattia, per
stare vicino ai fedeli terrorizzati anche durante l'assedio di Ippona. Mor nel
430, pochi mesi prima della caduta di Ippona.
I primi scritti di Agostino risalgono al periodo d i meditazione a Cassiciacum. Nel
Contra Academicos polemizza contro lo scetticismo, affermando che non pu
essere il punto di arrivo ma quello di partenza nella ricerca della verit. Nel De
beata vita afferma che la felicit e pienamente realizzabile solo da chi ha
trovato Dio.
CONFESSIONES
Opera in 13 libri scritta tra il 397 e il 398. Con Confessioni non si intende
un'opera di tipo autobiografica come di solito la intendiamo, ma una
proclamazione della propria fede. quindi un'autobiografia della propria
evoluzione spirituale che ha portato l'autore ad aderire al cristianesimo.
L'opera va dall'infanzia fino alla morte di Monica nel 387. Il libro X contiene
una riflessione sulla memoria, l'XI sulla creazione e sul tempo. Il XII inizia
un'esegesi della Genesi che prosegue nel XIII libro.
Il carattere dell'opera di edificazione religiosa. Agostino vuole fornire
una testimonianza della sua fede e riconoscere la grandezza di Dio.
All'autore non interessano le sue vicende personali, che infatti negli ultimi
quattro libri sono messe da parte, ma mostrare la presenza di Dio che si
concreta in esse. sbagliato quindi leggere le Confessiones cercando sol
odi penetrare nell'animo di un uomo illustre.
L'autore fa grande uso del lessico e delle immagini bibliche, a cui unisce
la lingua letteraria. Per esprimere la sua deludente vita senza Dio ricorre a
uno stile con anafore, enumerazioni, ossimori, contrapposizioni. Per
esprimere la felicit di aver trovato Dio usa il parallelismo, la paratassi, le
anafore. L'introspezione resa con esclamazioni e interrogazioni, che
vogliono rendere i sentimenti dell'autore. Lo stile caratterizzato
dall'alternanza di tempi e ritmi, che esprimono la mutevolezza delle
commozioni dell'animo di Agostino. Usa molto giochi ritmici o fonici.
DE DOCTRINA CHRISTIANA: per doctrina si intende sia dottrina sia cultura e
insegnamento. un'opera in quattro libri per preparare alla lettura e al
commento della Scrittura. Nel IV libro Agostino difende la retorica volta
all'affermazione della verit e lamenta lo scarso interesse di certi ambienti
cristiani per la cultura. Afferma poi che la letteratura deve essere impegnata e
che lo scrittore ha come fine l'affermazione della verit.
THE END