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LETTERATURA LATINA

LE ORIGINI
Le origini della letteratura non coincidono con quelle delle forme comunicative in cui
una cultura trova espressione.
Sin dal VII secolo a.C. gli abitanti del Lazio affidavano alla scrittura la registrazione di
messaggi molto semplici (un invito a bere, la firma di un artigiano)
QUINDI
la scrittura era legata a momenti pratici della vita.
La presenza di queste iscrizioni di tipo strumentale sembra provare che gi
nella Roma + arcaica era diffusa una certa capacit di scrivere anche tra persone di
media condizione luso della scrittura indispensabile per una serie di funzioni
pubbliche (conservazione di oracoli, statuti, leggi, trattati, liste di magistrati e
sacerdoti )
I primi libri di cui abbiamo conoscenza, i libri Sibyllini, avevano scopo religioso ed
erano scritti in greco.
Nella Roma medio-repubblicana una fascia abbastanza larga di cittadini usa tenere
documentazioni scritte delle proprie attivit: i commentarii.
Nel III secolo ormai riconosciuta pubblicamente una corporazione di scrivani (gli
scribae).
Forme non letterarie:
Trattati, patti, leggi
Di trattati abbiamo solo testimonianze indirette, nessun frammento. Abbiamo per
tracce di remotissime leges regiae, che risalirebbero alla fase monarchica. Esse erano
dominate da unimpostazione sacrale. Il diritto + antico si basava invece su norme
consuetudinarie. QUINDI sono molto importanti le leggi delle 12 tavole (scritte da
unapposita commissione tra il 451 e il 450).
Calendari
Essi erano sanciti dalle autorit religiose; i giorni erano divisi in fasti e nefasti. Il
termine fasti ben presto design anche le liste dei magistrati nominati anno x anno
(fasti consulares) e la registrazione dei trionfi militari riportati dai magistrati in carica
(fasti triumphales).
Annales
Si tratta di registrazioni ufficiali, basate sullo schema anno x anno, che permettono
la narrazione della storia di Roma QUINDI hanno contribuito notevolmente allo
sviluppo della storiografia letteraria romana.
Commentarii
Il termine indica appunti, memorie, osservazioni di carattere privato; si tratta di opere
di attentissima cura letteraria e meditata impostazione politica. QUINDI si presentano
come opere non professionali, caratterizzate da un apporto di memorie ed
osservazioni personali. I pontefici curavano documentazioni delle proprie attivit nei
libri pontificum.
Gli albori delloratoria
Prima della decisiva grecizzazione il saper parlare era ritenuto molto + importante del
saper scrivere i romani consideravano labilit oratoria come una forma di potere e
una fonte di successo. QUINDI lattivit oratoria lunica attivit intellettuale
considerata veramente degna di un cittadino di condizione elevata la capacit di
convincere era alla base necessaria di una carriera politica DI CONSEGUENZA
loratoria considerata parte integrante e indispensabile della vita attiva.
Uno dei primi oratori di cui abbiamo memoria Appio Claudio Cieco, ricordato per la
sua efficacia e abilit oratoria. Egli fu anche esperto di diritto e si occup di questioni
linguistiche ed erudite (cfr rotacismo). A suo nome circolava una raccolta di massime

(Sententiae) a carattere moraleggiante e filosofeggiante; non sappiamo per se le sue


capacit espressive fossero gi nutrite da rapporti con la cultura ellenistica.
I carmina
Il significato + usuale poesia, ma lo stesso Ennio non sembra amare molto questo
termine e definisce il suo lavoro con una parola greca: poema carmen significa +
che versi o poesia. La stessa parola infatti veniva utilizzata x indicare giuramenti,
preghiere, profezie, leggi, cantilene infantili La distinzione tra prosa e poesia non
esisteva, o comunque era molto meno marcata di adesso.
La tradizione stilistica dei carmina il + potente tratto di continuit che unisce il
periodo delle origini alla storia letteraria romana. Essa non sparisce mai del tutto: un
modo di scrivere che non pratica nette distinzioni tra versi e prosa, ma si oppone allo
stile casuale e informale della conversazione quotidiana.
Le + antiche forme di carmina riguardano una produzione a carattere religioso e
rituale. Le testimonianze + importanti sono rappresentate da due carmina rituali: il
Saliare e lArvale. Il primo era il canto di un collegio sacerdotale, i Salii, che sarebbe
stato istituito dal re Numa Pompilio (che doveva proteggere i dodici scudi sacri); il
secondo invece era proprio di un collegio sacerdotale voluto da Romolo (che implorava
la protezione di Marte e dei Lares e pregava per la purificazione dei campi), opera di
un artista vero e proprio, un vate non digiuno di letteratura e di cultura greca.
Un altro esempio di carmina composto dalla poesia popolare: proverbi,
maledizioni, scongiuri Le testimonianze + consistenti riguardano una produzione
che aveva caratteri di motteggio e comicit: i Fescennini versus (il termine avrebbe
origine etrusca o sarebbe collegata con una funzione apotropaica). La sede + propria
dei Fescennini furono le feste rurali (e i trionfi cfr carmina triumphalia-).
Ultimo esempio di carmina sono i cosiddetti canti eroici: essi avevano funzione
celebrativa ed elogiativa e narravano imprese eroiche. Questi carmina erano eseguiti
in riunioni private, come feste e banchetti, e sono quindi chiamati carmina convivalia.
Tuttavia non rimasta nessuna testimonianza di questi componimenti e neanche
nessuna traccia di cantori professionali, anche se chiaro che questo tipo di
letteratura ha certamente influenzato quella successiva.
Il saturnio
Il saturnio il metro con cui sono scritte le prime opere romane: lOdissea di Livio
Andronico e il Bellum Poenicum di Nevio. Letimologia del termine fa pensare a
qualcosa di indigeno, di puramente italico, come il dio Saturno, ma tutte le attestazioni
ci parlano di unepoca gi imbevuta di cultura greca, anche se la sua struttura non si
lascia ricondurre a nessun verso canonico della poesia greca.
Comunque, il saturno rimane lunico contributo davvero originale dei romani nel
campo delle forme metriche anche se probabilmente proprio a causa della sua vistosa
irregolarit fin per scomparire.
Esiste tuttavia una forma metrica che, pur rifacendosi ad un modello greco, sembra
godere di una sua autonomia: il caso del versus quadratus .

IL TEATRO ROMANO ARCAICO


Tutti i principali generi teatrali romani sono dei prodotti di importazione; di origine
greca sono infatti:

la palliata (commedia), cos chiamata da pallio, tipico


abbigliamento dei greci; autori di palliate sono Plauto, Cecilio
Stazio e Terenzio.
la coturnata (tragedia), i coturni infatti sono i calzari degli attori
greci.
gli autori di palliate e coturnate presentano le loro opere non solo come ambientate in
Grecia, ma anche derivate da precisi e conosciuti modelli greci.
Non in contraddizione con questa tendenza lo sviluppo di una commedia e di una
tragedia romana: la togata e la praetexta.
I termini tecnici della drammaturgia sono per tutti di origine greca o etrusca.
Listituzione di pubblici spettacoli organizzati dallo stato romano fu un passo molto
importante: loccasione era contrassegnata da cerimonie religiose la sede regolare
del teatro latino sar rappresentata, in tutta let repubblicana, dal ricorrere di feste e
solennit religiose (come la tragedia attica). Sembra per che a Roma il legame fosse
+ istituzionale: le feste erano sicuramente un momento di aggregazione, ma non
sembra che il teatro latino abbia al suo interno una forte presenza di tematiche
connesse alla sensibilit religiosa.
La + antica ricorrenza teatrale quella legata alla celebrazione dei ludi Romani in
onore di Giove Ottimo Massimo (fu in questo contesto che nel 240 Livio Andronico
mise in scena il primo testo drammatico latino). Altre celebrazioni collegate con il
teatro (anche se comprendevano anche giochi gladiatori) erano: i ludi Magalenses, i
ludi Apollinares e i ludi plebeii.
Il carattere statale e ufficiale dellorganizzazione ha due conseguenze:
1) i committenti delle opere teatrali sidentificano con le autorit (di conseguenza
la scelta degli argomenti verter soprattutto sullesaltazione di imprese passate
per opera di antenati illustri di certe casate);
2) la commedia non comprende forme di critica sociale o morale; tanto meno sono
consentiti attacchi personali ed espliciti o prese di posizioni politiche. QUINDI la
commedia non ha punti di contatto con lattualit politica.
Unaltra data importante il 207, anno in cui fu fondata la confraternita degli autori e
degli attori, collegium scribarum histrionumque. Per anche se queste attivit furono
socialmente riconosciute, questo riconoscimento fu abbastanza limitato
gli scrittori sono assimilati agli attori, lavoro che nessun romano libero avrebbe
intrapreso e non si usa il termine poeta, ma scriba, cio scrivano.
Lazione si svolgeva sempre in esterni, di fronte a due o tre case, collocate su una
strada che portava da un lato alla citt e dallaltro alla campagna circostante o verso il
porto. Un aspetto fondamentale della messa in scena era luso delle maschere: esse
erano fisse per determinati tipi di personaggi che ritornavano in ogni dramma. La loro
funzione era quindi quella di far riconoscere quale fosse il personaggio in scena oltre al
fatto che permettevano ad un attore di poter interpretare + personaggi.

ET REPUBBLICANA (240-78 a.C.)


FORME PRELETTERARIE ORALI

CARMEN : in et classica il testo poetico, mentre in et arcaica indica anche testi in


prosa ritmati. Erano recitati in occasione di importanti eventi sociali, politici, religiosi.
Erano quindi lespressione della comunit, e per questo sono anonimi.
SATURNIO verso italico composto di due cola (di cui il I pi lungo) divisi da
una pausa.

CARMINA RELIGIOSI : in unottica religiosa utilitaristica e formalistica, i carmina,


come i sacrifici e i riti, servivano a placare e a ingraziarsi le entit divine.
Carmen arvale : cantato dai Fratres Arvales durante cerimonie di
purificazione dei campi (ambarvalia)
Carmina saliaria : cantato dai Salii (da salio, saltare) nelle cerimonie di
apertura e chiusura delle campagne militari (marzo e ottobre)
Carmen lustrale : cantato dal pater familias durante la processione
espiatoria intorno a un terreno
LAUDATIONES FUNEBRES : sono declamate dal figlio del defunto ed elogiano il
morto e la sua gens, spesso alterando la realt dei fatti. Sono le prime forme di
eloquenza.
CARMINA CONVIVALIA: son cantati durante i convivi. Sono lespressione
dellideologia di un gruppo e spesso esaltano gli antenati.
CARMINA TRIUMPHALIA: sono cantati dai soldati durante il trionfo. Sono
caratterizzati dallesaltazione del generale ma anche dalla sua derisione.
FORME TEATRALI
Fescennini: etimologia incerta (forse da Fescennium, citt etrusca).
Spettacoli legati a feste contadine e caratterizzati da improvvisazioni, uso
di maschere, battute salaci e facezie.
Satura: nata dallunione dei fescennini e dei ludi scaenici (spettacoli di
musica e danza etruschi, a Roma dal 364 a.C.). Inizialmente avevano
versi rozzi (iocularia), in seguito assunse una metrica complessa e
melodie fisse
Fabula atellana: derivazione osca. caratterizzata da improvvisazione
basata su un canovaccio fisso e dalluso di maschere fisse.

FORME PRELETTERARIE SCRITTE

PRIME ISCRIZIONI (VII-VI sec. a.C.) hanno carattere soprattutto pratico


Cippo sotto il Lapis niger del Foro di Roma (VI sec.)
Vaso di Dueno (VI sec.)
Cista Ficoroni
ELOGIUM: iscrizione sepolcrale in cui erano riportati il nome, le cariche, le virt
e le imprese (anche della gens). I pi antichi ritrovati sono quelli degli Scipioni.
ANNALES MAXIMI
Compilazione annuale cronachistica redatta dal pontifex maximus su
tabula dealbata posta fuori dalla regia (casa del pontifex). Era
contrassegnata dallindicazione cronologica (nomi dei consoli) e a fine
anno era riposta nel tablinum (archivio)
Erano riportati eventi naturali, informazioni sui raccolti, prodigi, res
gestae e avvenimenti politici. Le informazioni erano spesso tendenziose (i
sacerdoti erano patrizi) e superstiziose.
2 scopi: 1 informazione pubblica, 2 tramandare la memoria
Cessano nel II secolo. Publio Mucio Scevola li raccoglie in 80 libri.
XII TAVOLE
Compilate nel 451-450 a.C. sotto pressione della plebe dai decemviri
legibus scribundis e appese nel foro.
Le leggi prima erano tramandate oralmente dai patrizi. Venendo scritte si
liberano dallarbitrio dei nobili e dallaspetto sacrale, rendendo la giustizia
pi equa. Livio dice che lo scopo era aequare leges omnibus, mettere
tutti in condizione di parit di fronte alla legge.
Leggi dure, derivate dallambiente contadino, scritte in stile essenziale
con qualche accorgimento retorico.

APPIO

CLAUDIO CIECO
Carmen de sententiis, raccolta di massime in saturni
Orazioni
Civile ius, formule di procedura civile attraverso le quali il cittadino
poteva ricorrere alle leggi.

LIVIO ANDRONICO

Nato a Taranto, portato schiavo a Roma nel 272 a.C. da Livio Salinatore e poi
liberato. bilingue
240 inizia attivit teatrale
Direttore del Collegium scribarum histrionumque, corporazione degli scrittori e
degli attori
Grammatico (insegnante di lingua e letteratura)
ODUSIA (30 frammenti)
Traduzione dellOdissea, cio libero adattamento caratterizzato da un
tentativo di romanizzazione. in saturni
Usa procedimenti stilistici tipici dei carmina (allitterazioni, parallelismi,
ridondanza espressiva) e conferisce allopera la solennit e la patina
arcaica tipiche dellepica
Gli serviva come testo da commentare e confrontare con il greco durante
le sue lezioni.
TEATRO ( 50 frammenti): 8 tragedie, 3 commedie

NEVIO

Cittadino romano nato in Campania. Partecipa alla I guerra punica (264-241


a.C.) e segue durante la II Scipione in Africa, dove muore (204/201 a.C.). Nel
235 inizia lattivit teatrale. Fu molto ostile alla famiglia dei Metelli, e per questo
incarcerato
TEATRO
6 tragedie di argomento greco (Lucurgus su culto bacchico, diffusosi a
Roma e vietato nel 186 a.C.)
2 praetextae, tragedie di argomento romano di cui il primo autore e che
esaltano la grandezza di Roma
35 commedie, caratterizzate dalla satira politica
BELLUM POENICUM (non prima del 220/210 a.C., 60 frammenti)
Poema epico storico sulla I guerra punica in saturni
Il mito unito alla storia. Viene inserita in un excursus larcheologia
(origini leggendarie di Roma), che presenta analogie con lEneide
Celebra la grandezza e i valori romani
Stile conciso

ENNIO
Nasce a Rudiae in Puglia nel 239. Nel 204 giunge a Roma al seguito di Catone.

Nel 189 segue Marco Fulvio Nobiliore nella guerra contro gli Etoli. Nel 184
ottiene la cittadinanza romana. Muore nel 169.
Amico di Scipione lAfricano e vicino agli ambienti filellenici
ANNALES (18 libri, di cui rimangono 600 versi)
Poema epico storico, il titolo rimanda alla tradizione annalistica e indica
che lopera parler di tutta la storia romana (dalla guerra di Troia al 171
a.C.) e che seguir la divisione cronologica degli annales maximi.
Segue la tradizione epica greca (uso dellesametro, invocazione delle
Muse)
Sono presenti due proemi. Nel primo Ennio, in base alla teoria della
metempsicosi, afferma di essere lalter Homerus e quindi lerede della
tradizione epica greca. Nel II (VII libro) Ennio afferma di essere superiore

agli epici precedenti in quanto usavano il saturnio e di essere dicti


studiosus (calco di quindi dotato di unottima preparazione
linguistica e letteraria.
Celebra la grandezza di Roma. Lespansionismo romano giustificato dai
valori di cui i romani erano portavoce. Esaltazione di grandi personaggi
(storia individualistica)
Stile elevato, arcaizzante, ricco, con numerosi figure di suono ed effetti
insoliti
TEATRO
Commedie (2 titoli, 5 versi)
Tragedie (20 titoli, di cui 2 praetextae, 200 frammenti, 400 versi).
Il modello delle tragedie Euripide. Lo stile sublime, ricco di artifici
retorici usati per suscitare emozioni. Spesso usa sentenze.
Riflette su argomenti religiosi, sociali o politici. Prende spunto dagli autori
greci in cui questi temi sono presenti. Non conosciamo il grado di
romanizzazione dei modelli
SATIRE : parlano di argomenti vari. Manca laggressivit e lattacco personale

PLAUTO

Nasce nel 250 a.C. a Sarsina e muore nel 184 a.C. Abbiamo due date certe di
commedie (200 Stichus, 191 Pseudolus, date riferite dalle didascalie) e due
presunte (nella Cistellaria ci sono riferimenti alla II guerra punica (218-202),
mentre nella Casina si fa riferimento al divieto del 186 di celebrare riti bacchici)
COMMEDIE (ce ne rimangono 21)
Trame ripetitive, complicate, derivate dalla commedia nuova greca
(schema tipico: lamore di un adulescens ostacolato. Il ragazzo,
aiutato, riesce a raggirare e a ingannare lantagonista e si arriva al lieto
fine).
Commedia di carattere: la comicit scaturisce dallaccentuazione di
determinati vizi e caratteri umani
Espedienti comici: riconoscimento (agnizione), servus callidus, beffa
(comicit farsesca), equivoci (scambi di persona), rottura dellillusione
scenica (dialogo con il pubblico, metateatro, elementi romani in
ambientazione greca). Plauto usa la rottura dellillusione perch vuole
che il pubblico sia cosciente della finzione teatrale, non cerca di farlo
immedesimare nella scena
Plauto non vuole ammaestrare o comunicare un messaggio di qualche
tipo al pubblico, ma solo divertire. Per questo motivo, situazioni come
lattacco ai greci o il rovesciamento delle gerarchie di potere non sono
da prendere come delle idee dellautore, ma come espedienti comici. Per
divertire il pubblico, Plauto si fa di volta in volta assertore di varie
opinioni, spesso in maniera caricaturale.
Rapporto con i modelli greci ( Menandro, Filemone, Difilo, Demofilo)
Vortere barbare: mantiene lambientazione greca e la trama, inserendo
per modifiche per accontentare il pubblico
Contaminazione: inserimento in una commedia tratta da un modello di
elementi di altre commedie
Comicit pi buffonesca, sia perch il pubblico era pi vasto e meno
colto, sia per influssi italici
Rispetto a Menandro c unattenzione minore per la verosimiglianza a
vantaggio della comicit
I personaggi sono meno analizzati psicologicamente, sono tipi
caricaturali ( lenone, parassita, senex, cuoco, servus, adulescens, )
Spazio pi ampio concesso alla musica (recitativi e cantica)

Lo stile si basa sul sermo familiaris. Partendo da qui Plauto crea uno stile
artefatto, brillante e vario enfatizzandolo, utilizzando un lessico ampio, usando
innovazioni e figure retoriche

TERENZIO

Nato a Cartagine (185 a.C. ?), schiavo a Roma di Terenzio Lucano, che lo
istruisce e lo affranca. Amico di Lucio Emilio Paolo, di Scipione Emiliano e di
Gaio Lelio (il cosiddetto circolo degli Scipioni). La prima commedia (Andria)
del 166, lultima (Adelphoe) del 160. Muore nel 159.
Lopera di Terenzio sembra essere emanazione delle idee sullhumanitas del
circolo, che per si svilupparono con lapporto di Panezio, che arriv a Roma
dopo linizio dellattivit di Terenzio. Le idee di Terenzio quindi anticipano e
ispirano il circolo.
COMMEDIE (6 di ambientazione greca)
Usa schemi tipici della commedia nuova. Le trame sono intricate ma
verosimili. Non c il prologo espositivo, quindi lo spettatore deve stare
attento, e in questo modo pu acquisire facilmente la morale.
Elimina gli espedienti di rottura della finzione scenica. Il pubblico si
immedesima nellazione, la commedia, che non pi trattata come un
gioco, diventa un mondo a s stante dove lo spettatore pu entrare
Personaggi non pi caricaturali, ma caratterizzati psicologicamente.
Terenzio rifiuta schemi morali imposti dallalto, la moralit di unazione
valutata in base allindividuo e alle circostanze.
Diminuisce limportanza del servi, aumenta quella del padre e del figlio.
Terenzio riflette sul contrasto generazionale che nasce nel momento in
cui i giovani, sposandosi, passano allet adulta (contrasto attenuato, in
quanto padre e figlio, nonostante i dissidi, si vogliono bene)

PROBLEMA DELLEDUCAZIONE: Terenzio riflette sulla crisi del modello educativo


patriarcale duro e repressivo, presentando un nuovo modello di rapporti basato
sullamore e sulla comprensione. Le tradizioni non sono messe in discussione,
ma non devono neanche essere accettate acriticamente.

Idea derivata da Menandro

Amore e rispetto verso gli altri dettato dalla consapevolezza dei mutamenti della
sorte e della fallibilit umana non limitato alla famiglia
Basata sulla comprensione. Terenzio invita ad andare oltre le apparenze. Ad
ammettere i propri limiti e a essere indulgente verso quelli degli altri.
Grazie a essa luomo pu stabilire dei buoni rapporti con gli altri e superare le
difficolt
Dal punto di vista pratico ed esteriore espressa con la gentilezza e le buone
maniere.
Rapporto con modelli greci (Apollodoro di Caristo per il Phormio e la Hecyra,
Menandro per le altre) e con Plauto
Terenzio pi fedele ai modelli rispetto a Plauto, in quanto il suo
pubblico era ormai pi grecizzato. I titoli sono traslitterati. Non usa
i cantica ma usa la contaminatio

Non usa il prologo informativo ma un prologo poetico, dove parla


del suo modo di scrivere e risponde ai detrattori. Il prologo
informativo era usato sia dai greci sia da Plauto
Da Menandro deriva la sua comicit misurata, elegante e di buon
gusto.
Stile medio, pacato, elegante, sobrio e misurato ma un po uniforme. un
modello di latinitas, in quanto usa un linguaggio semplice, naturale, rispettoso
delle regole e del buon gusto. Elimina tratti farseschi a favore di un umorismo
sottile. A volte i monologhi sono patetici, probabilmente per limmedesimazione
dellautore.

LA TRAGEDIA

PACUVIO (Brindisi 220 a.C. - Taranto 130 a.C.)


12 tragedie greche (modelli: Eschilo, Sofocle, Euripide), 1 praetexta, 400
versi rimasti
Ricerca del e della sublimit. Privilegia lo strano, leccezionale e
accentua le emozioni. Insiste su particolari macabri
Stile caratterizzato dalluso di sententiae e da sperimentazioni
linguistiche
ACCIO (Pesaro 184 a.C. Roma 85 a.C.)
45 tragedie greche, 2 praetextae, 750 versi rimasti.
Ricerca della sublimit, grandiosit, enfasi retorica, patetismo,
sentenziosit, gusto dellorrido
Fa una traduzione artistica dei modelli greci
DECLINO DELLA TRAGEDIA
Dopo Accio non ci sono pi autori degni di nota. Si svilupparono esibizioni
di attori che recitano o cantano brani di varie opere (esecuzioni
antologiche). Si continuano a rappresentare opere di autori precedenti,
puntando sul virtuosismo interpretativo e sulla spettacolarit degli
allestimenti
Cause: 1. La tragedia un genere fisso che poco si presta alle
innovazioni; 2. La tragedia un genere colto ed elitario, non gradito dalla
massa, e quindi verr continuata solo da pochi raffinati intenditori

SVILUPPI DELLA COMMEDIA

Commedia di tipo greco in crisi dopo Terenzio, in quanto genere dimportazione


e basata su modelli gi ampiamente sfruttati
Nuovi tipi
COMMEDIA TOGATA: ambientazione romana, trame simili alla palliata
ATELLANA LETTERARIA: ripresa dellatellana (maschere fisse, carattere
buffonesco, canovaccio sostituito da copioni)
MIMO: introdotto nel III secolo a.C. come intermezzo comico, poi inserito
nei ludi Florales, incontra un grande successo di pubblico, diventando il
genere teatrale dominante nel I sec. a.C. e nellet imperiale. composto
da canzoni, balli, numeri dattrazione, scenette comiche recitate da attori
e attrici che improvvisano momenti di vita quotidiana, soprattutto
situazioni licenziose.

CATONE

Nasce a Tuscolo nel 234 a.C. e passa la giovinezza a lavorare la terra del padre.
Nel 195 console, nel 184 censore. Famosa la sua ostilit verso gli Scipioni
filelleni (riusc a spingere Scipione lAfricano allesilio volontario) e verso i greci
(nel 161 riesce a espellere i filosofi e i retori greci, mentre al 155 risale
lepisodio dellambasceria di Carneade). Muore nel 149, quando scoppi la III
guerra punica, da lui fortemente voluta.

un accanito difensore del mos maiorum, del costume tradizionale romano


contro le tendenze ellenizzanti, da lui considerate dannose per la societ
romana.
ORIGINES (opera storica in 7 libri dalle origini di Roma fino al 151 a.C.)
Contiene un excursus etnografico sugli antichi popoli dellItalia. Le origini
di Roma sono inserite in un contesto etnografico e geografico pi ampio.
Storia non individualistica, non incoraggia il culto delle grandi personalit
(a differenza dellepica e della storia annalistica). Il protagonista il
popolo romano, artefice della grandezza di Roma, con la cui sorte si
intrecciano le sorti di tutti i popoli italici.
il primo storico a scrivere in latino, in quanto Roma, ormai padrona del
Mediterraneo, non ha pi bisogno di giustificare la sua politica estera
dalle accuse di storiografi stranieri.
ostile alla storiografia annalistica, troppo attenta a particolari futili.
Lopera si ripropone di celebrare Roma e il mos maiorum romano.
ORAZIONI (ci rimangono 80 titoli e frammenti).
Oratore = vir bonus (impegnato nella politica non per il proprio interesse
ma per quello della comunit) dicendi peritus (capace di esprimersi
efficacemente). Viene istituito il nesso tra oratoria e politica.
Esprimono un insieme di valori, tra cui la dedizione alla patria, il rispetto
delle tradizioni, la morigeratezza nel vivere (abstinentia)
Stile molto solenne, con periodi ampi, parallelismi, nessi sinonimici. Rem
tene, verba sequentur (il contenuto, che deve essere solido e
convincente, pi importante della forma)
LIBRI AD MARCUM FILIUM: enciclopedia delle artes di carattere pratico, artes
che erano uno strumento da mettere al servizio dello stato. Catone vuole quindi
formare il buon cittadino attivo nel e per lo stato. I precetti sono basati sulla
morale contadina e sono riportati in modo sentenzioso.
DE AGRI CULTURA (giunta intera)
Precetti pratici ispirati allesperienza personale per gestire unazienda
agricola in vista del profitto nellambito di uneconomia di mercato.
Prevale il tema dellutile, e quindi molto importante il risparmio. Si
rivolge al ceto agrario conservatore
Lagricoltura lunica attivit moralmente degna della classe senatoria,
in quanto produce il profitto pi onesto e stabile.
Stile paratattico, ricco di imperativi, senza ricerca di bellezza formale.

ORATORIA E RETORICA
3 TIPI DI ORAZIONE
GIUDIZIARIA : discorso usato per vincere un processo
DELIBERATIVA (: discorso usato ovunque bisogna prendere
una decisione
EPIDITTICA (: discorso usato per finalit non pratiche (svago,
erudizione, elogio)
TABELLA DI RONALD BARTHES
uditorio
finalit
oggetto
tempo
ragioname
nto
giudiziario giudici
difendere/ giusto/
passato
sillogismo
accusare
ingiusto
deliberati
assemble
consigliar utile/
futuro
exempla
inutile
vo
a
e/
sconsiglia
re
epidittico
spettatori lodare/
bello/
presente

biasimare

brutto

FASI DELLORAZIONE
Inventio: trovare gli argomenti
Dispositio: ordinare gli argomenti
Elocutio: trovare le parole adatte per esporli
Memoria: il discorso va imparato a memoria
Actio: gestualit
ORAZIONE GIUDIZIARIA
Proemio (preambolo)
Propositio (presentazione argomento)
Narratio (narrazione dei fatti)
Argumentatio (dimostrazione tesi)/refutatio (confutazione tesi)
Peroratio (sintesi finale, in cui viene chiesta la condanna o lassoluzione)
RHETORICA AD HERENNIUM (trattato di retorica in 4 libri, scritto pochi anni dopo l86
a.C. non si sa da chi)
Lautore era probabilmente del partito popolare (come gli Erenni) e uno dei
rhetores latini, che allinizio del I secolo a.C. aprirono una scuola di retorica in
latino, per permettere anche ai figli di famiglie meno abbienti che non
conoscevano il greco di apprendere questars.
Scritta sul modello delle artes greche, quindi con finalit pratiche e in forma
semplice e piana.
Argomenti
1. Tipi di orazione
2. Fasi dellorazione
3. IV libro: elocutio. Si parla dello stile oratorio e dei tria generi dicendi
(figura gravis, alta; figura mediocris, media; figura extenuata, bassa)
4. Eccessi degli stili (figura sufflata, gonfia; figura exile, arida; genus
dissolutum, slegato)
5. Alla fine del IV libro parla dei pregi dello stile oratorio ed esemplifica 64
figure di parola e di pensiero.

LUCILIO

Nasce a Suessa Aurunca secondo S. Gerolamo nel 148 a.C. pi probabilmente


nel 180 o nel 168. Muore nel 102 a.C. amico degli Scipioni. Fu un ricco signore
che invece di dedicarsi alla politica si dedica alla letteratura
Scrisse 30 libri di satire (I-XXI libri pi nuovi in esametri, XXI-XXX libri pi antichi
in metri vari), di cui ci rimangono 1370 versi in frammenti. I precedenti di
Lucilio erano la satura teatrale e le satire enniane
SATIRA: genere solo latino. Etimologia:
da
Satyri,
Satiri
aspetto burlesco
da satura lanx (piatto di primizie varie offerte agli dei)
da
satura
(ripieno
con
vari
ingredienti)
aspetto composito
lex
satura
(legge
con
vari
provvedimenti)
del genere satirico
Temi: lattenzione rivolta in modo divertito e spiritoso a tutti gli aspetti della
vita quotidiana (amore, banchetti, cronaca), da cui Lucilio prende spunto per
riflessioni moralistiche

Caratteristiche di Lucilio:
Attacco personale (i viziosi vengono chiamati per nome)

Parodia letteraria
Soggettivit: il poeta, spettatore e narratore dei fatti, parla in I persona
Usa meccanismi comici (la poesia un ludus)
Poetica
Lucilio si rivolge a un pubblico medio, di lettori n troppo colti n troppo
ignoranti
Dichiara la superiorit della scelta intellettuale rispetto ad altre
occupazioni pi lucrose
Attacca dal punto di vista stilistico e dei contenuti i generi tragici ed epici,
troppo lontani dalla realt a differenza della satira. Lucilio cerca il verum,
e quindi elimina tutti i contenuti mitologici e fantastici. La novit della
satira sta proprio nel dare spazio a tutto ci che avviene nella vita
quotidiana, nella sua adesione alla realt dei fatti
Lingua
Stile medio, colloquiale (sermo). Fa uso di grecismi e di tecnicismi.
Grande attenzione per particolari stilistici, grammaticali, letterari.

LA STORIOGRAFIA
La storiografia latina si sviluppa partendo dagli annales ma con linflusso greco.
FABIO PITTORE (III sec. a.C.).
Scrisse gli Annales (dalle origini alla II guerra punica). Lattenzione
rivolta soprattutto alle origini e ai fatti pi recenti. C una grande
attenzione per la cronologia e le cifre. Sono presenti ricordi autobiografici.
Limpronta filo-patrizia
Scrive in greco per 2 motivi:
1. Doveva controbattere a storici greci filocartaginesi e difendere la
politica estera romana
2. Vuole avvicinarsi alla tradizione storiografica greca, nonostante
limpostazione annalistica. Sempre per questo motivo non si ferma
allesposizione cronologica ma tenta anche di individuare le cause.
CINCIO ALIMENTO (III secolo a.C.): scrisse in greco unopera dalle origini alla
contemporaneit, usando anche ricordi autobiografici, di cui ci rimangono
pochissimi frammenti.
CELIO ANTIPATRO (II sec. a.C.): inaugura la monografia (scrisse unopera sulla II
guerra punica in sette libri di cui ci rimangono 60 frammenti), tralasciando gli
eventi pi antichi per concentrarsi su un unico evento recente. Cura molto
laspetto formale. Inserisce discorsi interamente inventati (come i greci) ed
excursus.
SEMPRONIO ASELLIONE (II sec. a.C.)
1. Scrisse una monografia sulla guerra di Numanzia (134-133 a.C.) a cui
aveva partecipato
2. Individua una differenza tra chi scrive annales e chi scrive res gestae (o
historiae). Questi ultimi devono anche indagare le cause ed evidenziare i
legami tra gli eventi (influsso di Polibio). La storiografia inoltre non deve
dilettare, ma deve essere uno stimolo morale e ad rem publicam
defendendam
LUCIO CORNELIO SISENNA (I sec. a.C.): oltre alla traduzione delle fabulae
milesiae da Aristide di Mileto, scrisse delle opere storiche sulla guerra sociale e
sulla guerra tra Mario e Silla con unimpostazione drammatica, cio trasforma la
storia in un romanzo ed esalta le grandi personalit

ET CESARIANA (78 44 a.C.)


CESARE

Nasce a Roma nel 100 a.C. Intraprende lattivit forense dopo la morte di Silla
(78 a.C.). nel 68 questore, nel 65 edile, nel 62 pretore in Spagna e nel 63
pontefice massimo. Nel 60 stipula con Pompeo e Crasso un patto di
collaborazione politica (I triumvirato) e nel 59 console. Dal 58 la 50 (con una
proroga nel 56) proconsole in Gallia, regione che conquista interamente (5852). Intanto il senato, impaurito per la potenza di Cesare e spinto da Pompeo, gli
intima nel 49 di congedare lesercito. Cesare rifiuta e d inizio alla guerra civile,
che si concluder nel 48 con la sconfitta e morte di Pompeo. Dopo aver sconfitto
i pompeiani in Africa e in Spagna, torna a Roma, e, diventato dittatore a vita,
intraprende una serie di riforme. Nel 44 assassinato in una congiura ideata
dalla nobilitas senatoria.
OPERE PERDUTE
Orazioni: Cesare presenta uno stile atticista, caratterizzato da purismo
lessicale, sobriet e chiarezza
De analogia: lanalogia una teoria secondo cui la lingua si evolve
secondo determinate regole e non casualmente
Anticatones: risposta allelogio ciceroniano di Catone lUticense.
Scrisse dei commentarii
Possono essere: resoconti dei generali inviati al senato; appunti,
materiale non elaborato precedente alla narrazione storiografica
Manca la prefazione, ci sono digressioni e pochi discorsi diretti
Lautore protagonista dellazione narrata (filone memorialistico).
Lopera di Cesare presenta da una parte la ricerca delloggettivit (usa la
III persona), dallaltra vuole esaltare e giustificare se stesso
Racconto attendibile, in quanto Cesare non poteva alterare fatti
conosciuti da tutti.
Lingua e stile caratterizzati da pura et inlustris brevitas. La lingua
selezionata secondo norme ben precise, chiare e logiche, e si rifiutano
termini troppo alti o troppo bassi. La sintassi semplice e logica, il ritmo
veloce e incalzante, il contenuto e lornatus quasi assente.
DE BELLO GALLICO
Guerra gallica (58 52, 1 libro = i anno)
Lintento dellopera autocelebrativo, vuole dare di s il ritratto del
grande generale la cui gloria coincide con quella di Roma. La guerra,
presentata come difensiva, nonostante le accuse di violazione dello ius
belli, non doveva essere giustificata, in quanto vittoriosa e condotta
contro un nemico descritto come pericoloso
DE BELLO CIVILI
Primi due anni della guerra civile (49-48). incompiuto
Lintento auto-apologetico. Cesare vuole difendersi dallaccusa di aver
iniziato la guerra, descrivendo la sua volont di pace, la sua clemenza
verso i suoi nemici, che sono suoi concittadini, e denigrando i suoi nemici,
egoisti, corrotti, avidi, vili e traditori. Sono loro ad aver iniziato la guerra,
mentre lui non la voleva.

SALLUSTIO

Nasce nell86 a.C. ad Amiterno da una famiglia di origine plebea. Intraprende la


carriera politica come homo novus. Nel 50 espulso dal senato con laccusa di
probrum, e viene reintegrato lanno dopo grazie a Cesare. Nel 46 governatore
dellAfrica Nova, e torna a Roma enormemente arricchito. Per questo nel 45
viene accusato di concussione e di nuovo salvato da Cesare. Nel 44 si ritira dalla
vita politica. Muore nel 35.

Scrisse opere storiche.


Legittimazione della storiografia: a Roma chi si ritirava dalla politica per
al letteratura era visto male. Sallustio risponde che la storiografia, per il
suo enorme valore sociale e culturale, la naturale prosecuzione e il
sostituto ideale della vita politica, ormai impossibile per la corruzione
dilagante.
Sallustio si presenta come un uomo che, disgustato dalla politica, si
ritirato a vita privata. Si crea cos una figura moralmente autorevole.
Imparzialit: nonostante le sue simpatie per Cesare e i populares, non si
preoccupa di criticarli per amore del vero.
I fatti storici sono inseriti in una visione pi ampia basata sullidea della
crisi della res publica. Sallustio non cerca le cause di ci nei rapporti di
forza, ma nella condizione etico-sociale, dando cos unimpostazione
moralistica alla sua storiografia.
DE CATILINAE CONIURATIONE
Monografia sui fatti dal 64 al 62 a.C. Sallustio vuole descrivere solo i fatti
pi significativi della storia romana, ma inserendoli in una prospettiva pi
ampia espressa negli excursus morali, in cui viene tracciata la storia
morale di Roma (antichit idealizzata in cui sono rispettati i mores >
distruzione di Cartagine > sicurezza e prosperit > brama di potere e
ricchezze > attuale situazione di corruzione e decadenza dei mores). Gli
episodi scelti da Sallustio sono quindi quelli pi emblematici allinterno di
questo processo.
La narrazione asimmetrica e selettiva, e in essa sono inseriti excursus
e segmenti drammatici, in cui i personaggi prendono la parola. I
personaggi sono descritti in ritratti pi morali che fisici
Personaggi. 1 CATILINA: personaggio malvagio, non subisce cambiamenti
durante la narrazione, il frutto della degenerazione dei costumi e non di
una particolare tendenza politica o partito; 2 CICERONE: antagonista,
anche se il suo punto di vista non mai espresso, quindi non si riesce a
fare un paragone con Catilina; CESARE CATONE: nei loro discorsi sono
delineate le principali tendenze politiche dellepoca (innovazione
tradizione).
DE BELLO IUGHURTINO
Guerra contro Giugurta (111-105)
Negli excursus approfondisce la riflessione morale. La rilassatezza dei
costumi e la discordia interna derivano dalla scomparsa del metus
hostilis, che teneva unito lo stato, dopo la III guerra punica. I romani,
senza pi un nemico da combattere, si mettono a combattersi tra di loro
per ottenere ricchezze e potere.
La narrazione selettiva, sono presenti segmenti drammatici ed
excursus etnografici
Personaggi. 1 GIUGURTA: personaggi oche si evolve durante la
narrazione (giovane energico > maestro dellintrigo > nemico astuto e
ostinato). Nellultima parte assume una dimensione tragica ( assillato
dal dubbio, se compiere una determinata azione o non compierla per
paura delle conseguenze). Alla fine diventa la figura del perdente che si
oppone strenuamente ma inutilmente alla sconfitta. 2 NEMICI: sono tutti i
romani con le loro diverse caratteristiche (corrotti e incompetenti come
alcun nobili, nobili capaci ma superbi come Metello, homines novi
efficienti ma ambiziosi come Mario)
HISTORIAE
Narrazione annalistica dal 78 a.C. (dove aveva finito Sisenna) al 67 a.C.
Lopera frammentaria

Usa le tecniche della narrazione monografica ( narrazione selettiva,


discorsi, ritratti)
Riflessione morale pi pessimista: la corruzione e il declino dei costumi
gi presente prima della II guerra punica, lantichit non pi idealizzata.
Stile
Patina arcaica (come Catone)
Brevitas: concisione + pregnanza, narrazione spezzata e paratattica
Variatio: rifiuti di esiti scontati e di armonia prevedibile
Prosa veloce, densa, brusca, con soluzioni insolite e difficili.

LUCREZIO

Pochissime e incerte notizie sulla vita. La nascita secondo San Gerolamo, che si
basa sul De poetis di Svetonio da collocarsi nel 94 a.C., mentre pi
probabilmente nel 98. La morte secondo Donato risale al 55 a.C. I
contemporanei non ne parlano.
San Gerolamo ci dice che Lucrezio impazz per un filtro damore e mor suicida.
Questa notizia, probabilmente inventata per denigrare il poeta, che portava
avanti idee epicuree contrarie al Cristianesimo, prende spunto dallostilit di
Lucrezio per lamore. Alcuni studiosi affermano di aver individuato nellopera
dei passi che testimonierebbero i problemi mentali del poeta, ma sono indagini
di scarso valore scientifico, in quanto partono da una petizione di principio.
DE RERUM NATURA: poema epico-didascalico in 6 libri
Libri:
1. Invocazione di Venere (personificazione dellamore come forza
generativa della natura e come voluptas), elogio di Epicuro che
libera dalla superstizione religiosa, fisica: atomi
2. Fisica: klinamen, evoluzione dei mondi
3. Elogio di Epicuro che libera dalla paura della morte, uomo: anima
(principio vitale) e animus (mente), morte
4. Uomo: sensazioni (teoria dei simulacra), sogni, amore
5. Elogio di Epicuro che elimina tutte le paure, cosmologia: universo,
terra, evoluzione umana
6. Elogio di Atene, cosmologia: fenomeni celesti, epidemie, peste di
Atene
Titolo: calco di nome di varie opere filosofiche greche, tra cui
una perduta di Epicuro
Precedenti: Epicuro (contenuti); Esiodo, Empedocle, Arato, Nicandro
(poema didascalico); Ennio (poema epico latino)
Poetica: Epicuro riteneva la poesia futile e nociva, in quanto falsa e
passionale. Lucrezio afferma di aver voluto scrivere in poesia per due
motivi: 1. Primus ego ( il primo a Roma a scrivere un poema di
argomento filosofico). 2. Secondo Lucrezio la poesia rende pi dolci e
comprensibili con la sua grazia (lepos) argomenti difficili.
Figura del poeta: Lucrezio sente di avere un compito importante, cio
liberare lumanit dalle paure trasmettendo la dottrina epicurea. Il poeta
diventa cosi poeta vates
Ideologia
Lobbiettivo delluomo il piacere catastematico , cio latarassia, la
mancanza di turbamento (stabile), e non quello cinetico,
cio effimero. Per arrivare allatarassia bisogna liberarsi dalle
preoccupazioni (politica, guerra, paure) e dalle passioni (di cui la pi
nociva lamore) usando la ragione per arrivare alla verit delle cose. Il
conoscere come stanno realmente le cose libera dalle paure.

La teoria epicurea prevede il secondo il quale non bisogna


aver paura degli dei in quanto vivono negli intermundia e sono a noi
indifferenti; non bisogna avere paura della morte, in quanto quando c la
morte non ci siamo noi e quando ci siamo noi non c la morte; non
bisogna aver paura del dolore, in quanto se tollerabile passa, altrimenti
sopraggiunge la morte; non bisogna aver paura di non raggiungere la
felicit, in quanto basta usare la ragione
Epicuro distingue in piaceri naturali e necessari, naturali e non necessari,
non naturali e non necessari.
Assenza di finalit: il mondo non stato creato da una mente superiore
per un obbiettivo, ma dalla casuale aggregazione degli atomi. Il fatto che
il mondo non stato creato per luomo testimoniato dalle continue
difficolt che assillano il genere umano.
Il quadro desolante della condizione umana proposto nel poema ha spinto
molti studiosi a parlare di pessimismo lucreziano. Tuttavia scorretto
parlare di pessimismo in riferimento a un autore che propone un modo
per superare le difficolt e arrivare alla felicit. La teoria del pessimismo
sembra essere suffragata dalla chiusa del poema, che descrive la peste di
Atene. Di questo passo sono state date diverse interpretazioni: 1 Lopera
incompiuta; 2 Lucrezio era pazzo; 3 un esempio di come ogni cosa
decada; 4 una rappresentazione metaforica della vita non epicurea, in
cui trionfano morte e angoscia, in opposizione allesaltazione di Atene
allinizio dello stesso libro o agli elogi di Epicuro
Stile: 3 livelli linguistici
1. Livello filosofico: Lucrezio forgia il lessico filosofico latino soprattutto con
calchi dal greco (vd. atomo: primordia, principia, ) e usa un andamento
argomentativo (apostrofi al destinatario, ampio uso di ripetizioni e di
nessi logici)
2. Tradizione latina: arcaismi, tono epico, stile ricercato, austero, solido,
solenne, esuberante e a volte duro o sublime
3. Ripresa ellenismo e neoteroi: primus ego, poesia faticosa e piacevole,
incastri e digressioni, teoria del lepos

CATULLO

Secondo San Gerolamo nacque a Verona nell87 a.C. e mor nel 57. Tuttavia ci
sono poesie che si riferiscono a eventi del 55-54, quindi meglio posticipare la
nascita all84 e la morte al 54.
Fa parte dei poetae novi (neoteroi), entrambi appellativi dati da Cicerone in
modo sprezzante. Sono giovani poeti (Elvio Cinna, Valerio Catone, Furio
Bibaculo, Varrone Atacino, Licinio Calvo) che vogliono distaccarsi dalla poesia
tradizionale seguendo la poetica callimachea:
Brevitas: rifiuto della poesia epica
Elaborazione formale e piacevole (lepos, venustas, labor limae)
Poesia come ludus, che si collega a una concezione di vita basata
sullotium e sul rifiuto dellattivit politica
Doctrina: fanno uso della loro grande erudizione
Nugae: argomenti leggeri, soggettivi, non impegnati
Il liber catulliano composto da 116 componimenti (1-60 metri vari; 61-68
carmina docta, pi lunghi e in metri vari; 69-116 distici elegiaci). Non c
divisione cronologica o di contenuti. Il primo e terzo gruppo sono le nugae
NUGAE
Temi: attacchi contro politici (si basano su concezioni etico-morali, non su
ideali politici); poesia doccasione (prende spunto dalla sua intensa vita
mondana); scherno, derisione, presa in giro; poesie oscene; poesie

damore per Giovenco (un ragazzo); aneddoti; autoironia; amicizia


(soprattutto verso gli altri neoteroi), riflessione malinconia
Amore per Lesbia (inizio: carme 51, fine: carme 11. Sono le uniche odi
saffiche). Non narrato, ma presentato attraverso la descrizione dei
sentimenti di Catullo. Lamore sentito come elemento insostituibile
della vita umana. un amore non moralmente accettabile, in quanto
adultero, ma per Catullo assume lo stesso valore del matrimonio.
Catullo reinterpreta in modo soggettivo il mos maiorum. Il suo legame
con Lesbia, non sancito da vincolo matrimoniale, si basa sulla fides
reciproca (la fides era un elemento importante del mos) trasferita dal
livello sociale a quello sentimentale, in modo da dare vita a un foedus
accettato da entrambi
Lesbia per non si dimostra fedele. Ci genera in Catullo amarezza,
disperazione, rancore e la coincidentia oppositorum (odi et amo). Catullo
lacerato da un dissidio interiore tra lamore e il desiderio per Lesbia da
una parte e il disprezzo dallaltra. Non pu smettere di amare, ma non
pu pi bene velle.
CARMINA DOCTA
Pi lunghi, eruditi ed elaborati stilisticamente. Sono epitalami, imenei,
epilli ed elegie. Lerudizione sottile e legata soprattutto al mito. Grande
influenza della poesia alessandrina.
Il carme 66 la traduzione della Chioma di Berenice callimachea. La
traduzione di Catullo molto fedele alloriginale greco.
Emergono spunti
autobiografici, come
lesaltazione dellamore
matrimoniale e le conseguenze nefaste di quello adultero.

La poesia di Catullo parte dal vissuto, e apparentemente spontanea. Tuttavia la


biografia rielaborata secondo filtri letterari e artistici, senza per perdere la sua forza
e immediatezza, al punto che vita e arte sono strettamente legate. I sentimenti
descritti sono molto vitali, calorosi, intensi, avvicinano Catullo pi che ai poeti
ellenistici ai lirici arcaici (Archiloco, Ipponatte, Saffo).
Stile colloquiale. Sembra spontaneo, in verit a una lettura pi attenta emerge
lattenzione con cui Catullo ha disposto le parole. Usa molto i diminutivi (danno
unidea di grazia, piccolezza, tenerezza, ma anche di ironia, sarcasmo,
disprezzo) e i grecismi, frequenti nella lingua parlata ma anche dimostrazione di
dottrina e cultura.

CICERONE

Nasce nel 106 a.C. ad Arpino. Nell81 si esibisce nella sua prima orazione (Pro
Quinctio), seguita nell80 dalla Pro Sextio Roscio Amerino. Dal 79 al 77 studia in
Grecia. Nel 75 questore in Sicilia, e nel 74 pu entrare in senato. Nel 70 si
tiene il processo contro Verre. Nel 69 edile, nel 66 pretore e nel 63 console. Da
console sventa la congiura di Catilina. Nel 60 viene creato il I triumvirato, e nel
58 Cicerone esiliato in Grecia da Clodio. Nel 57 richiamato a Roma da
Pompeo e si allinea con i triumviri. Nel 52 perde il processo in difesa di Milone,
che aveva ucciso Clodio. Nel 51 proconsole in Cilicia. Dopo aver sostenuto
Pompeo nella guerra civile si riconcilia con Cesare, ma alla sua morte appoggia i
cesaricidi. Dopo la loro sconfitta si schiera a fianco di Augusto, sperando di
influenzarlo politicamente, e nel 44 si scaglia contro Antonio nelle Filippiche.
Tuttavia nel 43, quando venne istituito il II triumvirato, Augusto non impedisce
ad Antonio di far uccidere Cicerone, che muore nella sua villa di Formia.
ORAZIONI: ne abbiamo 58. Furono pubblicate da lui per 3 motivi: 1 propaganda
politica; 2 difesa di se stesso; 3 desiderio di gloria

Giudiziarie
Verrinae (70 a.C.). Sono sette orazioni, di cui solo due pronunciate,
divise in Divinatio in Caecilium (per ottenere il diritto di difendere i
siciliani), actio prima in Verrem, actio secunda in Verrem.
Pro Archia (62 a.C.). Contiene unesaltazione dellarte e si parla
dellhumanitas.
Pro Sestio (56 a.C.). Si afferma che i programmi sovversivi dei
populares rendono necessario lutilizzo di mezzi illegali. Si auspica
il consensus omnium bonorum per la salvaguardia degli interessi
comuni
Pro Caelio (56 a.C.). Attacca Clodia e indirettamente Clodio
Pro Milone (52 a.C.)
Deliberative
Pro lege Manilia (66 a.C.). Appoggia Pompeo, in cui vede le qualit
del summus imperator
Catilinariae (63 a.C.)
De lege agraria. Si schiera a difesa degli interessi degli optimates
contro le rivendicazioni dei populares
De provinciis consularibus (56 a.C.). Appoggia Cesare
Philippicae (44-43 a.C.)
Cicerone assolve pienamente i tre compiti delloratore:
1. Docere: le sue orazioni hanno una grande chiarezza espositiva,
abilit dialettica e una logica stringente
2. Delectare: la narrazioni sono vivaci, fa ampio uso di ritratti ed
exempla dotti, spesso ironico
3. Movere: fa un abile uso di tutti i mezzi emozionali
Stile multiforme, che va dalla magniloquenza alla stringatezza (come
Demostene). Il periodo ampio, ricco di subordinate, ma organizzato in
modo equilibrato e simmetrico (concinnitas). Usa figure di ripetizione,
parallelismi, nessi sinonimici e introduce lequivalenza fonico-ritmica dei
membri.

DE ORATORE (55 a.C.): dialogo platonico-aristotelico. I personaggi discutono in


una cornice drammatica in modo vario, eloquente e animato. I personaggi
principali di questo dialogo sono Lucio Licinio Crasso e Marco Antonio, entrambi
famosi oratori.
I libro: vengono esposte 3 concezioni dellabile oratore:
1. Concezione tecnicistica: loratore si forma solo attraverso lo studio
di regole e autori precedenti
2. Concezione naturalistica (Antonio): labilit delloratore data solo
dalle sue doti naturali
3. Concezione di Crasso/Cicerone: loratore un uomo impegnato in
politica e dotato di una ricchissima cultura
II libro: Antonio espone le fasi della dispositio, memoria e inventio
III libro: Crasso espone le tecniche dellelocutio e dellactio e parla
dellornatus, spiegando ed esemplificando le figure retoriche.
BRUTUS (46 a.C.): dialogo tra Cicerone, Attico e Bruto. Viene presentata una
storia delloratoria romana dalle origini a Cicerone (200 oratori). Cicerone
prende posizione contro gli atticisti
ORATOR (46 a.C.): non un dialogo. Espone la distinzione tra stile oratorio,
filosofico, storico e poetico, poi quella tra stile umile, medio e sublime e infine
parla della prosa ritmica e delle clausole.

DE REPUBLICA (54 a.C.): ispirato alla di Platone, ma non affronta i


problemi politico-istituzionali in unottica idealistica ma in modo concreto e
pragmatico. I protagonisti sono Scipione Emiliano e i suoi amici. in 6 libri, di
cui ci restano il I, il II, parti del III, IV, V e lultima parte del VI (Somnium
Scipionis)
I libro
Definizione di stato come res populi.
Popolo = insieme di persone unite da un accordo sui reciproci diritti
e da interessi comuni.
3 forme di governo (e loro degenerazione): monarchia (tirannide);
aristocrazia (oligarchia); democrazia (oclocrazia). Roma presenta
un ordinamento misto (monarchia = consoli; aristocrazia = senato;
democrazia = tribuni della plebe) e quindi perfetto.
II libro: origine e sviluppo dello stato romano. Presenta una grande
attenzione verso le riforme a favore della plebe
III libro: parla della giustizia, esponendo prima le idee del filosofo
Carneade contro la giustizia naturale e limperialismo romano, poi quelle
di Lelio, che afferma lesistenza della giustizia naturale e la legittimit
morale del dominio di Roma, che era vantaggioso per i popoli sottomessi.
IV libro: formazione del buon cittadino
V libro: governante perfetto
VI libro: Somnium Scipionis: limmortalit il premio per i grandi uomini
politici benefattori della patria
DE LEGIBUS (52-51 a.C.): dialogo fra Cicerone, suo fratello Quinto e Attico. Si
afferma lorigine naturale del diritto e si passa poi a un esame e commento
delle leggi romane
Le opere politiche volevano utilizzare gli strumenti concettuali della filosofia
greca per difendere le istituzioni della res publica.
OPERE FILOSOFICHE: scritte tra il 45 e il 44 a.C. quando lattivit politica di
Cicerone era finita. Scrivere di filosofia un mezzo per essere ancora utile ai
romani, in quanto vuole mettere a loro disposizione il pensiero filosofico greco
ACADEMICA: Cicerone assume una posizione gnoseologica probabilista
(come gli accademici), secondo la quale non esiste un criterio oggettivo
per distinguere il vero dal falso, e quindi bisogna attenersi a ci che
probabile, cio razionalmente approvabile, plausibile.
DE FINIBUS BONORUM ET MALORUM: tratta di etica teorica, e cerca di
rispondere alla domanda: qual il fine della vita umana, il sommo bene?
in 5 libri:
1. Tesi epicurea: sommo bene = piacere
2. Confutazione tesi epicurea
3. Tesi stoica: sommo bene = virt
4. Confutazione della tesi stoica, caratterizzata dalleccesivo rigore
5. Tesi accademica: sommo bene = virt, che per completa solo se
ai beni spirituali si aggiungono quelli materiali
TUSCULANAE DISPUTATIONES: tratta di etica pratica, cio come ottenere
la felicit. in 5 libri
1. Si afferma che la morte non un male, sia se lanima muore, sia
se arriva a una vita immortale
2. Si dice come sopportare il dolore fisico
3. Si afferma limportanza della lotta contro il dolore spirituale
4. Si espongono i rimedi alle passioni

5. Si afferma che la virt basta da sola ad assicurare la felicit (tesi


stoica)
DE OFFICIIS: la fonte principale Panezio di Rodi. in 3 libri
1. Si parla dellhonestum, cio il bene morale insito nelluomo che si
esprime in sapienza, giustizia, fortezza e temperanza (in
questultima compreso il decorum, ci che conveniente) e in
base ad esso si stabiliscono i doveri, i comportamenti moralmente
validi
2. Si parla dellutile, altro punto di riferimento delle azioni umane.
Cicerone vuole dimostrare che i comportamenti stabiliti in base
allutile sono uguali a quelli stabiliti in base allhonestum.
3. Si parla del conflitto tra lutile e lhonestum, che secondo Cicerone
solo apparente, in quanto nessuno pu trarre vera utilit de
azioni che mirino unicamente al tornaconto personale
DE NATURA DEORUM: vengono confutate sia la tesi epicurea di divinit
indifferente sia quella stoica di divinit razionale e provvidenziale che
governa il mondo
DE DIVINATIONE: si dimostra linfondatezza delle pratiche divinatorie
DE FATO: si discute sul problema se la vita umana sia determinata dal
destino o dalla libera volont delluomo
CATO MAIOR DE SENECTUTE: vengono esposti i pregi della vecchiaia
LAELIUS DE AMICITIA: lamicizia il bene pi grande dopo la sapienza e
pu esistere solo tra i buoni.
Il pensiero filosofico ciceroniano caratterizzato dal metodo
dossografico, che risponde sia al bisogno divulgativo si a quello di
operare una sintesi critica del pensiero filosofico greco. Questo metodo
prevede lesposizione delle opinioni dei vari filosofi per trattare un
argomento. La filosofia di Cicerone risulta eclettica, in quanto accoglie da
varie correnti le teorie che gli sembrano pi convincenti. Quindi per
quanto riguarda la gnoseologia e letica teorica segue gli accademici,
mentre per letica pratica segue gli stoici.
HUMANITAS: concetto derivato dallunione della filosofia greca e del mos
maiorum. Lhumanitas consiste in una concezione delluomo, che:
superiore rispetto gli altri esseri in quanto dotato di ragione, che
deve utilizzare per dominare le passioni
Deve essere dotato di una cultura enciclopedico
Deve avere rapporti di benevolenza e tolleranza verso gli altri
uomini
Deve rendersi utile alla societ (non per riconoscimenti esteriori)
Lo stile delle opere filosofiche ornato ed elegante. Cicerone
contribuisce a forgiare il lessico filosofico latino, non tanto con
neologismi o grecismi, ma ampliando il significato di parole gi esistenti.
EPISTULAE: ad Atticum (16 libri); ad familiares (16 libri); ad Quintum fratrem (3
libri); ad Marcum Brutum (2 libri).
Sono lettere reali, cio effettivamente spedite e raccolte dopo la morte
Alcune lettere sono aperte, destinate ad un ampio pubblico, quindi
curate formalmente.
Nelle lettere personali emerge la personalit dellautore.
Usa il sermo cotidianus, la lingua comune dei ceti elevati, caratterizzata
da paratassi, espressioni idiomatiche, neologismi, grecismi, diminutivi.

ET AUGUSTEA (44 a.C. 14 d.C.)


CORNELIO GALLO

Nacque nel 69/68 a.C. a Forum Iulii (Frjus). Fu prefetto dellEgitto, ma in


seguito cadde in disgrazia, venne esiliato e nel 27/26 a.C. mor suicida.

Scrive elegie. Lelegia un genere di origine greca, tuttavia dellelegia


ellenistica, modello di quella latina, abbiamo pochi esempi, quindi non siamo in
grado di valutare il grado di originalit dellelegia romana. Gallo non fu il primo
a scrivere elegie, in quanto anche Catullo si ciment in questo genere, tuttavia
considerato liniziatore del genere a Roma in quanto contribu a fissare i temi
e la forma del genere.
AMORES (4 libri, pochissimi frammenti).
Presenta affinit con i neoteroi, come lerudizione mitologica. Gallo si
ispira alle Sofferenze damore), una raccolta di storie
mitiche composta da Partenio di Nicea, che poi la dedic a Gallo
Prevale, a differenza dellelegia greca, lelemento soggettivo (filtrato
letterariamente), che emerge nella descrizione della storia umana con
Licoride, donna caratterizzata dalla nequitia, cio da sfrenatezza e
infedelt.

TIBULLO

Nacque probabilmente nel 50 a.C. a Pedum o a Gabii, presso Roma. Entra nel
circolo di Messalla Corvino, che segue nel 30 a.C. in Gallia e nel 28 a.C. in Asia
Minore. Il primo libro di elegie successivo al 27, anno del trionfo di Messalla
citato nella VII elegia. Il secondo successivo. Sappiamo che mor giovane,
poco dopo Virgilio, tra il 19 e il 18 a.C.

Il corpus tibullianum composto da quattro libri di elegie.

1. 10 elegie, di cui 3 parlano dellamore per il giovane Mrato, 5 dellamore


per Delia e 2 non parlano di amore (nella VII c lelogio di Messalla).
Nelle elegie I, III, X c unesaltazione della tranquilla vita di campagna,
povera disimpegnata, in opposizione alla guerra, provocata dallavidit di
ricchezze
2. 6 elegie doccasione. Si parla del rapporto con una nuova donna, Nemesi,
descritto secondo i della poesia erotica, tra cui quello del servitium
amoris: Tibullo schiavo della donna, che capricciosa e crudele
3. Libro spurio. Le elegie I-VI sono attribuite al poeta Lgdamo, la VII un
panegirico di Messalla forse di Tibullo, le poesie dallVIII alla XVIII (5
elegie, 6 epigrammi) fanno parte del ciclo di Sulpicia, nipote di Messalla e
forse autrice delle poesie, infine le elegie XIX e XX sono di Tibullo.
Temi ripresi dai greci, soprattutto Callimaco. Molti sono presenti anche in
Properzio.
Servitium amoris, infedelt della puella, gelosia, contrasto amorericchezze, rifiuto della vita militare.
Le donne cantate sono Delia (infedele ma teneramente amata) e Nemesi
(dura, capricciosa, pi convenzionale).
assente sia la mitologia sia lerudizione, per dare maggior spazio alla
soggettivit
Probabilmente parte dalla biografia reale, ma nelle elegie chi parla un
personaggio letterario, che non sempre si identifica con lautore e che
vede e descrive la vita attraverso letterari
Desiderio di evasione nella tranquilla vita dei campi. La campagna un
luogo idealizzato e idilliaco lontano dai vizi, dalla corruzione e dalla
violenza della citt. descritta in modo pi realistico rispetto le
Bucoliche, ma con pochi riferimenti storici.
Stile
Tono sentimentale, malinconico, a volte melodrammatico.
La struttura aperta, procede per libera associazione di idee come in un
monologo interiore.

Il linguaggio limpido, elegante, semplice, medio


Usa schemi ricorrenti (ad esempio: laggettivo spesso nel I emistichio,
mentre il sostantivo concordato nel II; i pensieri spesso sono conclusi in
un distico), che conferiscono con il loro andamento prevedibile uniformit
e cantabilit

PROPERZIO
Nasce forse nel 50 a.C. ad Assisi. Tra il 29 e il 28 pubblica il primo libro di elegie

e viene accolto nel circolo di Mecenate. Tra il 28 e il 26 scrive il II libro, dedicato


a Mecenate. Il III libro pubblicato dopo il 23, il IV dopo il 16. Dopo questa data
non abbiamo pi notizie di Properzio.
I LIBRO: 22 elegie. Il tema dominante lamore per Cinzia. dedicato a Tullo,
poeta amico di Properzio.
Fin
dallelegia
proemiale
il
poeta
si
presenta
secondo
il
dellinnamorato miser, che persa ogni dignit e ragionevolezza
schiavo della domina senza possibilit di liberarsi.
presente il nesso vita-amore-poesia. La poesia intesa come sfogo al
dolore ma anche mezzo per conquistare la donna amata (e per questo
superiore allepica). Una vita dedicata allamore comporta il rifiuto dei
generi alti a favore di una poesia lenis, leggera e delicata. Da qui le
numerose recusationes a Mecenate, che gli chiedeva di cimentarsi nei
generi epici.
Properzio riconosce che la sua scelta di vita moralmente discutibile e
simile alla nequitia.
II LIBRO (40 elegie)
I elegia: rifiuto di scrivere un poema epico, in quanto la puella lunica
fonte di ispirazione del poeta.
X elegia: proposito di cantare Augusto in futuro.
Temi erotici, svolti anche con paragoni mitici. Allamore vengono
subordinati tutti i valori morali, sociali, politici della tradizione, in
contrasto con la politica augustea (vd. elegia VIII)
III LIBRO (25 elegie)
Accanto ai temi erotici si accostano altri temi, o per esaurimento della
topica erotica o per sollecitazioni di Mecenate
Elegie I, II, III: Properzio afferma di essere seguace di Callimaco e Filita e
ormai al livello dei grandi elegiaci greci
Elegie IV, XVIII, XI: esaltazione di Augusto e della sua famiglia. Properzio
inizia ad adeguarsi alle richieste dei suoi protettori
Elegie XXIV, XXV: discidium, rottura del rapporto con Cinzia, visto come
liberazione dalle sofferenze. In questo modo Properzio comunica ai lettori
che smetter di scrivere poesie damore, e di conseguenza scompare
anche il nesso vita-amore-poesia
IV LIBRO (10 elegie)
Elegia proemiale: Properzio sembra finalmente deciso a intraprendere
unopera di poesia celebrativa. Vuole esporre le origini di culti, tradizioni,
luoghi della patria. Lelegia dunque non pi amorosa, ma eziologica
(continua a rifiutare lepica) e il modello sempre Callimaco.
per presente una recusatio: Properzio afferma che lopera che ha in
mente va oltre le sue capacit. Di conseguenza in questo libro sono
ancora presenti temi erotici, e su 10 elegie solo 5 si possono considerare
eziologiche (le cosiddette elegie romane). In alcune elegie (VII, VIII)
compare ancora Cinzia (nella VII come fantasma).
ARTE E POETICA
Mescolanza di vita vissuta e reale ed elementi letterari, topici o inventati

Sentimenti pi intensi e appassionati che in Tibullo


La donna amata molto pi concreta e realistica, dotata di una forte
personalit e di notevoli qualit fisiche e intellettuali
Trapassi bruschi per associazioni di idee. La poesia di Properzio
complessa, continuamente alla ricerca di novit e originalit,
caratterizzata da densit di espressioni, dallaudacia di nessi e
dallarditezza delle figure
Grande uso del mito, che fornisce exempla con cui confrontare e
innalzare a un livello pi alto la propria esperienza.
Lo stile mira alla massima concentrazione espressiva. Il linguaggio
denso e composito, pieno di allusioni letterarie

OVIDIO

Nasce nel 43 a.C. a Sulmona. Intraprende la carriera politica, ma labbandona


subito per dedicarsi alla poesia. Entra nel circolo di Messalla. Nel 20 c la
prima edizione degli Amores. Al 15 risalgono le Heroides, al 1 a.C.-1 d.C. lArs
Amatoria, all1-8 i Fasti e le Metamorfosi. Nell8 esiliato a Tomi forse per uno
scandalo legato alla nipote di Augusto, Giulia Minore. Lesilio (durante il quale
scrive i Tristia e le Epistulae ex Ponto) dura fino al 18 d.C., data della morte.
AMORES: 50 elegie damore soggettivo (amore per Corinna, personaggio del
tutto letterario)
Sono presenti molti letterari ( schiavit damore, gelosia, infedelt,
contrasto amore- ricchezze e vita militare- vita dedicata allamore,
exempla mitologici)
I sono variati con tecnica raffinata e con il gusto epigrammatico per
il sorprendente e il paradossale
Lopera caratterizzata da un atteggiamento del poeta ironico e di
distacco intellettuale. Anche quando emerge un amore tormentato non
c una vera partecipazione passionale. Lamore concepito come un
gioco raffinato. A volte emerge unacuta introspezione psicologica.
HEROIDES: 21 lettere fittizie damore in distici elegiaci (filone eroticomitologico). Le lettere dallI alla XV sono scritte da uneroina allamante, mentre
le altre sono coppie di lettere (lettera di un eroe e risposta dellamata)
Influssi: suasoriae (discorsi fittizi per persuadere un personaggio
mitologico a fare o non fare qualcosa, diffusi nelle scuole di retorica),
epica; tragedia, soprattutto Euripide ( sottigliezza argomentativa, analisi
della psicologia femminile, patetismo)
Le prime 15 lettere risultano monotone per le situazioni analoghe e
appesantite dallenfasi declamatoria e patetica
Pi interessanti le altre, in cui Ovidio reinterpreta i miti in unottica
quotidiana pi affine al genere elegiaco, rivitalizzando un genere, come
quello epico-mitologico, gi ampiamente sfruttato
ARS AMATORIA: poemetto didascalico in distici elegiaci in 3 libri
Fusione di tre generi: epica ( affermazioni sullimportanza del compito
che il poeta si assume, proemi, invocazioni); elegia (tema erotico, metro.
Gi Properzio e Tibullo fornivano consigli sullamore); precettistica
tecnica ( ars = manuale tecnico-specialistico). Bisogna aggiungere poi i
riferimenti letterari non parodici e luso del mito, che conferiscono
laspetto di un ludus letterario
I libro: seduzione della donna
II libro: come far durare lamore (intelligenza, facondia, arrendevolezza,
obsequium, tradimenti furtivi, infedelt delle donna trascurate)
III libro: consigli per le donne (Ovidio esclude da subito le fanciulle non
sposate e le matrone, rivolgendosi alle liberte, cio le donne di classi

sociali pi basse. La situazione descritta da Ovidio comunque diffusa in


ogni ceto)
Ritratto dellambiente frivolo, raffinato e spregiudicato frequentato da
Ovidio, lontano dalla riforma morale augustea. Lopera quindi, pur non
avendo un intento polemico, non piacque al princeps.
Negazione dellamore elegiaco: lamore descritto non si basa su
sentimenti sinceri, ma su inganni, raggiri, finzioni e calcoli.
Il tono ironico, scherzoso e distaccato
FASTI: elegie eziologiche
Seguendo il calendario giuliano Ovidio descrive le feste e le loro origini.
Si ferma a giugno. La poesia molto erudita
Opera monotona, nonostante le apostrofi al lettore e ad Augusto e i
dialoghi, in quanto appesantita dalla struttura cronologica e
dallerudizione
Intento celebrativo non sorretto da un vero interesse storico-religioso n
da una sentimento patriottico
METAMORFOSI: poema epico-mitologico in esametri (perpetuum carmen) in 15
libri
Impostazione cronologica dalle origini a ora. Lepos mitologico non ha
limiti di tempo
Libri I-II: miti cosmogonici (poesia didascalica), metamorfosi connesse a
divinit
Libri III-IV-V-VI: miti eroici
Libro VII: Argonauti (Apollonio Rodio)
Libro VIII: Minosse
Libro IX: Ercole
Libro X: Orfeo
Libri XI-XII-XIII-XIV-XV: guerra di Troia, Enea, passaggio a miti romani
antichi (esaltazione dello spirito nazionale). Modelli: Omero, Virgilio.
La successione cronologica evidente solo allinizio e alla fine. In mezzo
la narrazione procede secondo vari criteri (analogia, spazio, tempo,
parentele, ecc.), in modo da evitare la monotonia. Lunit elementare
costituita dal singolo mito. Un altro criterio il racconto nel racconto
Elemento unificante: metamorfosi in quanto stabilisce quali miti
considerare e fornisce coerenza alla struttura. Grazie a tutti questi criteri
Ovidio riesce a coinvolgere il maggior numero possibile di miti. Una
spiegazione della metamorfosi presente nel discorso di Pitagora a
Numa Pompilio (XV libro), in cui si afferma che tutto muta, nulla
perisce. Ovidio pensa che ogni essere vada incontro a una serie di
mutamenti che gli conferiscono un futuro nuovo. Comunque sarebbe
errato considerare le Metamorfosi come un poema filosofico pitagorico
Personaggi:
Eroi: essendo compressi nei limiti della loro vicenda non possono
aspirare alla complessit delleroe epico
Eroine: il loro elemento caratterizzante lamore, indagato in
profondit ed espresso soprattutto con monologhi
Dei: non sono presentati come esseri superiori padroni del destino.
Sono colti nella loro dimensione privata e appaiono quasi umani
Narratore: Ovidio rifiuta loggettivit omerica e interviene per
commentare, non tanto esprimendo simpatia o antipatia per i
personaggi, ma per evidenziare leccezionalit dei fatti narrati e la
bravura con cui sono presentati (volont di stupire)
La forma limpida, fluida, armoniosa. Dimostra una grande abilit
nelluso della parola. I registri utilizzati sono vari, ma comunque alti

LIVIO

ELEGIE DELLESILIO
Tristia (5 libri)
Epistulae ex Ponto (4 libri. Essendo epistole sono presenti i destinatari)
Tema: lamento generato dallinfelice situazione.
Le opere sono appesantite dalla monotonia tematica, dal grande
apparato retorico e storico-mitologico e dallenfasi dellelogio ad Augusto
e ai potenti e dellauto-commiserazione
Documento di un dramma umano: la poesia lunica ragione di vita di
Ovidio, che le affida le sue speranze e che in essa trova sfogo e
consolazione

Nasce nel 59 a.C. a Padova da una famiglia agiata (di conseguenza non ebbe
mai protettori). Nel 30/29 si reca per la prima volta a Roma e nel 27-25 scrive il
primo libro. Muore a Padova nel 17 d.C., dopo aver raggiunto una grandissima
fama
Quintiliano ci dice che Asinio Pollione rilevava in Livio una certa patavinitas, che
pu essere intesa o come una patina linguistica o con una tendenza moralistica
e conservatrice tipica di Padova
Rapporti con Augusto:
I due erano amici (nonostante Livio esaltasse la repubblica e criticasse
Cesare) e Livio rimase a lungo nellambito della corte, tanto che si dice
che il giovane Claudio fu incoraggiato a occuparsi di storia da Livio stesso
Lopera di Livio fu apprezzata dal princeps, che voleva presentarsi come
il continuatore della tradizione politica e morale della repubblica. Livio
in sintonia con il programma augusteo di recupero della tradizione e di
stabilimento della pace
Non si sa come Livio valutasse i fatti contemporanei (i libri che
trattavano di questo periodo sono perduti), anche se il pessimismo
manifestato allinizio dellopera ci induce a pensare che non reputasse il
principato come il necessario e felice sviluppo della res publica
AB URBE CONDITA LIBRI: 142 libri dalle origini al 9 a.C.
A causa della grandezza dellopera ci restano i libri I-X e XXI-XLV, mentre
il resto ci giunto sotto forma di riassunti (Periochae)
Impianto annalistico, che si sovrappone alla divisione in blocchi di libri in
base alla pubblicazione. Come gli annalisti no ha una progetto iniziale,
ma procede per accumulo di fatti, e di conseguenza la narrazione si
amplia man mano che si arriva a tempi pi recenti
I: monarchia (vengono evidenziati gli aspetti negativi del regnum)
II-X: dal 509 a.C. allinvasione di Brenno (II-V); dalla ricostruzione di Roma
alla terza guerra sannitica (VI-X). Ammirazione verso lo sviluppo di Roma,
le cui virt (esemplificate da personaggi) sono messe alla prova dalle
continue difficolt secondo un disegno provvidenziale
XI-XX: guerra contro Pirro, I guerra punica
XXI-XXX: II guerra punica. Il destino di Cartagine profondamente
connesso a quello di Annibale. A questo si oppone il popolo romano.
presente il contrasto tra Annibale (caratterizzato da inhumana crudelitas,
perfidia, impietas e che crede nella capricciosa e Scipione
(caratterizzato da clementia, fides, pietas e che crede nella fortuna, che
premia chi se lo merita per la virtus)
XXXI-XLV: guerre in oriente fino a Pidna (167 a.C.). sono guerre
imperialistiche, le cui giustificazioni sono presentate per bocca dei
personaggi, non di Livio. In questa parte gli eroi sono meno esemplari, la

virtus meno salda, laccresciuto benessere ha influito negativamente


sullausterit dei costumi.
Metodo storiografico
Allinizio del VI libro Livio afferma che gli eventi della storia pi
antica sono oscuri per lantichit, per luso poco diffuso della
scrittura e per la perdita di fonti. Di conseguenza ora che la
narrazione si avvicina alla contemporaneit la narrazione sar pi
sicura grazie allabbondanza di fonti
Tuttavia anche in seguito Livio no si basa su documenti originali,
ma su opere di storici precedenti, che rielabora senza sottoporli a
una particolare analisi.
Le fonti sono diverse per argomento: I decade = annalisti; III
decade = Polibio; IV-V decade = Polibio, annalisti, Catone
Livio segue un testo solo, usando gli altri solo come riscontro e a
volte citandoli. Non media tra diverse versioni per creare una
nuova e pi plausibile ricostruzione. Spesso indica quali versioni
reputa pi fantasiose o inverosimili, o quali preferisce.
Luso di pi fonti, la grandezza dellopera e la pubblicazione in parti
generano errori e contraddizioni
Il suo contributo sta nellelaborazione letteraria e nellimpostazione
didascalica, morale e patriottica.
Idea di storia
La storia deve essere un racconto veritiero e imparziale.
Ha una funzione didascalica e morale. Linsegnamento deriva dal
fatto stesso, non ci sono commenti dellautore. Questa funzione
spesso genera distorsioni per rendere pi emblematico lepisodio
Esaltazione di Roma. Livio assegna ai romani una serie di virt (mos
maiorum): frugalitas e pudicitia; pietas; fides; amore per libertas e
concordia; iustitia e clementia nei confronti degli altri popoli; disciplina e
prudentia in guerra. Il comportamento deve essere improntato alla
gravitas. Tutte queste virt erano presenti soprattutto nel passato.
Struttura
Racconto vario, avvincente, drammatico.
Gli episodi drammatici sono caratterizzati da inizio, e
scioglimento finale. Sono alternati con episodi pianamente
descrittivi per allentare la pressione. Gli episodi pi artisticamente
elaborati (anche con un uso moderato delle tecniche della
storiografia drammatica) sono quelli pi significativi dal punto di
vista morale o patriottico o quelli che forniscono pi spunti
drammatici o patetici
Cerca di rendere pi vari e avvincenti gli episodi di guerra
eliminando i particolari tecnici e concentrandosi sullo stato
danimo dei contendenti
I discorsi adempiono perfettamente a due funzioni: presentare una
situazione e caratterizzare un personaggio. Sono artificiosi e
inventati, e spesso sono presenti coppie di dialoghi che
presentano due tesi contrapposte pronunciati da personaggi
lontani luno dallaltro. Quando non vuole variare o interrompere il
flusso narrativo usa quelli indiretti
Stile
Non uniforme, ma varia a seconda della situazione. Nelle parti
elaborate lo stile ciceroniano, ricco di subordinate, mentre nelle
parti meno elaborate dimesso, semplice, conciso

Lactea ubertas (Quintiliano): stile abbondante, fluente e dolce, ma


che a volte cade nella nella prolissit
Nella I decade c una patina arcaica pi accentuata (nobilita la
parte pi significativa per abbondanza di exempla). Questa
arcaicit ed elevatezza di stile da una parte indotto
dallargomento quasi eroico e mitologico, dallaltra dallinflusso
degli storici antichi

VIRGILIO

Nasce nel 70 a.C. ad Andes, presso Mantova. Era figlio di un proprietario terriero
e ricevette uneducazione completa a Cremona, Milano e Roma. In seguito si
trasferisce a Napoli per studiare presso lepicureo Sirone. Tra il 43 e il 39 a.C.
scrive le Bucoliche. Nel 42 iniziano le confische di terreni per i veterani della
guerra civile, e Virgilio perde i suoi possedimenti. Dal 38/37 al 30 a.C. scrive le
Georgiche, dedicate al suo protettore Mecenate. Dal 30 al 19 a.C. scrive
lEneide. A causa della morte dellautore nel 19 in seguito a un viaggio in
Grecia, lopera non ricever lultima rifinitura.
BUCOLICHE: 10 ecloghe (le dispari sono mimiche, cio dialogate, le pari sono
narrative) in esametri.
Titolo: Bucolica carmina, canti di pastori (da , derivato di
, pastore). Altro titolo: Ecloghe, poemetti scelti (da ,
derivato da , scegliere)
Ambientazione: campagna idealizzata, descritta con i tratti del locus
amoenus, in cui i pastori conducono una vita tranquilla a contatto con la
natura incontaminata. Gli ambienti possono essere identificati di volta in
volta con la Sicilia (patria di Teocrito), con la pianura Padana o con
lArcadia ( regione greca citata di sfuggita da Teocrito, collegata alla
poesia bucolica da una tradizione che non conosciamo)
Modello: Teocrito (ambientazione agreste, situazioni, temi motivi utilizzati
con libert, secondo il criterio dellemulatio); altri autori come i neoteroi
(poesia leggera come ludus, mito, erudizione)
I ecloga: espropriazioni dei terreni a favore dei veterani. Titiro esprime la
gratitudine di Virgilio per Augusto (chiamato ora iuven ora deus) che gli
ha restituito le terre; Melibeo esprime lamarezza di coloro che hanno
perso i terreni. Anche la IX tratta lo stesso argomento. Menalca, che
aveva sperato di tenersi i terreni grazie alla sua poesia, ha dovuto
comunque cedere il suo podere. Questecloga posteriore alla I, e riflette
una nuova delusione di Virgilio, che deve aver visto di nuovo insidiate le
sue terre, nonostante il precedente aiuto di Augusto.
II-X: trattano dellamore, che in questi componimenti sempre non
corrisposto e infelice. Lamore visto come una follia, una forza
irrazionale che travolge luomo irresistibilmente e dolorosamente. Nella II
i personaggi sono Coridone e Alessi, nella X sono il poeta Cornelio Gallo
(che si cela dietro il personaggio teocriteo di Dafni) e lamata Licoride.
III-VII-VIII: gare poetiche tra pastori. La III un amebeo (lintervento dei
contendenti di due versi); nella VII lintervento di 4 versi (in queste
due ecloghe si procede per botta e risposta); nellVIII (il cui tema
linfelicit amorosa) ciascuno si esibisce in un canto unico.
V: compianto (Mopso) e apoteosi (Menalca) di Dafni. La morte di Dafni
(eroe pastorale siciliano e prototipo del poeta-pastore) narrata nel I
idillio di Teocrito
IV: lascia da parte i temi agresti e profetizza limminente inizio di una
nuova et delloro collegato alla nascita di un puer. Sullidentit del puer

ci sono varie ipotesi: figlio del console Asinio Pollione; figlio di Ottaviano;
figlio di Antonio e Ottavia; Ottaviano; semplicemente simbolo di
rigenerazione. Al di l della ipotesi, questa ecloga esprime la speranza di
Virgilio (e di tutta Roma) che le guerre civili cessino e inizi unet di pace,
giustizia e benessere
VI: valore e importanza della poesia. presente un omaggio a Cornelio
Gallo e una dichiarazione di poetica, che contiene una recusatio: il poeta
non in grado di cimentarsi nellepica e preferisce una poesia fine e
tenue di tipo alessandrino
Temi
Idealizzazione della campagna, intesa come luogo pacifico, in cui
vivere nellotium lontani dagli affanni dati dalla guerra e
dallamore. C identit tra stato danimo e natura
Poesia come piacere e conforto
GEORGICHE: poema epico-didascalico in quattro libri sulla coltivazione dei
campi e sullallevamento del bestiame.
I: teodicea del lavoro: Giove ha posto difficolt nella coltivazione per far
progredire lumanit nel tentativo di superare le difficolt (idea contraria
a quella espressa da Esiodo nelle Opere e giorni). Si parla poi della
coltivazione dei cereali, delle stagioni e dei segni del cielo (riguardo
questi, Virgilio introduce una digressione sui presagi della morte di
Cesare, per poi invocare la protezione divina su Augusto)
II: coltivazione delle piante. Elogio dellItalia (terra superiore alle altre, e
soprattutto alloriente corrotto, per fertilit, clima, abbondanza di risorse,
assenza di flagelli naturali, opere superbe di uomini e popoli illustri).
Elogio della vita agreste, che viene idealizzata. La campagna il luogo
della pace, della giustizia e della virt, in opposizione alla citt, luogo
corrotto e violento per la brama di ricchezze e potere
III: allevamento. Parlando di animali, il poeta constata come la morte
sovrasti sia uomini che animali (in proposito introduce una digressione
sulla peste dei bovini del Norico, in cui prevale la compassione e la
constatazione dellinutilit del lavoro di fronte alla morte). presente
ancora una digressione sullamore, inteso come follia che conduce alla
rovina sia uomini che animali
IV: apicoltura. La societ delle api, ben organizzata e basata sul lavoro,
vista come societ ideale. Le api inoltre, nascendo grazie alla bugonia,
non sono soggette per la riproduzione allamore. Per spiegare la bugonia,
Virgilio inserisce il racconto del pastore Aristeo, in cui a sua volta
inserita la storia di Orfeo e Euridice
Modelli
Esiodo, Arato di Soli, Nicandro di Colofone (, Lucrezio
Mentre per gli ellenistici latteggiamento didascalico era solo una
convenzione del genere letterario, per Virgilio, come per Esiodo e
per Lucrezio, il poema didascalico un importante strumento
educativo
Riguardo Lucrezio, di cui Virgilio riprende la seriet, il tecnicismo e
la raffinatezza, il poeta nellelogio a Lucrezio del II libro ammette di
sentirsi inadeguato per un poema filosofico, ma afferma la validit
della sua scelta poetica alessandrina
Rapporti con il potere
Non unopera di propaganda (Augusto non era ancora al potere)
dedicata a Mecenate. Nel proemio del III libro Virgilio promette di
dedicarsi in seguito alla poesia alta per celebrare Augusto. Per ora
per deve finire le Georgiche per assolvere gli haud mollia iussa di

Temi:

Mecenate, intesi o come un invito a concludere in fretta il poema,


o come un invito precedente allinizio delle Georgiche a scrivere
un poema sullagricoltura per appoggiare le riforme economiche di
Augusto
Come Augusto, Virgilio pensa che per risollevare Roma occorra
tornare ai valori tradizionali (frugalit, laboriosit, pietas) legati
allantica societ contadina. C quindi una convergenza tra i
progetti del princeps e le convinzioni del poeta

Idealizzazione vita dei campi


Negativit delleros e della guerra
Tema della morte
Lavoro (necessit morale, nonostante spesso si debba lottare
contro difficolt)
Religione: confronto Aristeo (che segue i precetti divini ed
premiato) Orfeo (che trasgredisce per il furor amoris i precetti
divini ed per questo punito)
Forma e stile
Gusto ellenistico per lelaborazione artistica di temi umili e spesso
difficili, che aumentano il valore dellimpresa
Spezza la monotonia dellopera derivante dal carattere tecnico con
excursus descrittivi o narrativi
Struttura complessa. C unalternanza di finali foschi e negativi (I:
guerre civili; III: peste del Norico) e finali sereni e positivi (II: pace
agreste; IV: resurrezione delle api)
ENEIDE: poema epico in 12 libri non compiuto (ci evidente dalle
contraddizioni interne e di tibicines, 58 versi provvisori). Lintento dellopera
esaltare i valori nazionali romani, personificati da Enea
Modelli:
Nevio, Ennio, poeti epici che esaltarono Roma. A differenza loro
per Virgilio non parla di argomenti storici contemporanei. Prevale
il mito, e la storia recuperata solo in profezie ed excursus
mitologici. In questo modo il poeta evita un coinvolgimento troppo
diretto con avvenimenti contemporanei ed eleva lopera sopra la
prospettiva contingente
Omero. I libri I-VI trattano argomenti affini allOdissea, mentre gli
altri allIliade. Da Omero riprende episodi, lapparato mitologico, la
descrizione delle guerre, ma rielaborati secondo il criterio
dellemulatio. Ad esempio la catabasi di Enea nel Vi libro ispirata
allXI libro dellOdissea, ma presenta delle differenze in quanto
Enea entra negli inferi (Odisseo no ), dove riceve una solenne
investitura e apprende il suo destino.
Il libro IV, su Didone, molto innovativo (nonostante le analogie
con gli episodi di Calipso e Circe e la probabile ripresa dellepisodio
dal Bellum Poenicum di Nevio), e per il grande spazio dedicato alla
vicenda amorosa e per lintrospezione psicologica della donna
ispirato ad Apollonio Rodio e a Euripide, oltre che alle altre opere
di Virgilio per la visione negativa dellamore
Enea
Fonti: Nevio, Catone, Varrone
Odisseo + Achille. A differenza di questi per, leroismo di Enea
non consiste nellaffermazione di una personalit eccezionale, ma

nel contribuire a realizzare una realt che trascende la


contingenza dellindividuo
Rappresentante delle virt che fecero grande Roma e che Augusto
voleva restaurare, soprattutto la pietas (erga deos, erga patriam,
erga familiam).
caratterizzato da un grande senso del dovere. La vita intesa
come un impegno da assolvere per il bene comune e non
individuale. Enea sacrifica le sue esigenze personali per assolvere
il compito assegnatogli dal fato. Questo non avviene senza
sofferenze e conflitti interiori. Enea sente il suo compito come un
peso, come una dolorosa necessit, ed caratterizzato da
solitudine, dubbio, orrore per la violenza, compassione per i vinti,
malinconia.
Roma e Augusto
Le sofferenze dei protagonisti sono in vista della realizzazione di
un disegno provvidenziale che prevede la fondazione di Roma e
del suo impero, che ha lobbligo morale di portare pace e ordine in
tutto il mondo
Laltro obbiettivo provvidenziale la fondazione della gens Iulia,
che culminer con Augusto, destinato a riportare la pace e la
giustizia e a dare inizio a una nuova et delloro
Poeta
Virgilio fa uso della narrazione soggetiva e analizza la psicologia
dei personaggi. Interviene spesso nella narrazione per esprimere
dubbi, per giudicare, per esprimere i propri sentimenti, per
partecipare
attivamente
allazione.
Individua
alcune
problematiche:
Rapporto uomo-dio: perplessit verso la concezione omerica della
divinit, che per viene accolta per non allontanarsi dalla
tradizione epica e religiosa romana. La volont divina
considerata imperscrutabile da parte degli uomini
Significato della morte e del dolore
Ragioni dei vinti. Durante lopera d spesso voce ai vinti, che sono
spesso oggetto di compassione.
STILE
Arte raffinata, ma d impressione di naturalezza, in quanto gli artifici
sono dissimulati e forma e contenuti sono fusi assieme
Tecnica non fine a se stessa, ma al servizio dellispirazione del poeta, che
tramite larte descrive e reinterpreta la realt, presentata ai lettori in
modi nuovi per allargare i loro orizzonti
Senso della misura, stile raffinato ma controllato. Il tono innalzato
progressivamente nelle opere fino ad arrivare al sublime nellEneide. Ad
esempio, nelle Bucoliche e nelle Georgiche prevalgono aggettivi lievi e
idillici (levis, mollis, suavis, tener), mentre nellEneide aggettivi grandiosi
(magnus, ingens)
Verso musicale, che spesso viene superato con lenjambement per
variare il racconto e creare effetti di tensione e solennit (vd. Lucrezio)
Ipertestualit fittissima, che implica scelte linguistiche (Omero:
formularit, composta da espressioni stereotipate con qualche
innovazione; epici latini: composti arcaizzanti, arcaismi morfologici,
allitterazione)
Brevitas: pregnanza semantica, forza simbolica ed evocativa, polisemia,
che a volte genera espressioni oscure, ma suggestive e dotate di un
significato pi vasto e universale.

ORAZIO

Nasce a Venosa nel 65 a.C. Il padre era un liberto agiato. Studia a Roma e ad
Atene. Nel 42 a.C. partecipa alla battaglia di Filippi militando sotto Bruto. Nel 38
Virgilio e Vario lo presentano a Mecenate, che lo ammette nel suo circolo. Nel 17
a.C. compone il Carmen Saeculare, inno agli dei protettori di Roma con intento
propagandistico filo-augusteo. Muore nell8 a.C.
SATIRE (I libro: 35-33 a.C.; II libro : 30 a.C.)
Riflessione sul genere
Individua Lucilio come iniziatore, ma cerca di nobilitare il genere
ricollegandolo alla commedia greca antica, con cui accomunata
dal tono scherzoso e leggero per temi moralmente impegnati
(come anche nelle diatriba stoico-cinica) e dall,
cio il deridere chiamando per nome, lattacco diretto e personale.
Da qui deriva il moralismo delle Satire e limpostazione soggettiva
(lautore esprime i suoi pensieri e giudizi). La satira si differenzia
dalla commedia per il verso.
La satira definita da Orazio sermo. La parola, ripresa da Lucilio,
che aveva chiamato i suoi componimenti sermones, indica che gli
argomenti sono presi dalla vita quotidiana, che lo stile
colloquiale, medio (come nella commedia) e che vengono rifiutati i
modi della letteratura sublime.
I componimenti sono destinati a pochi intimi, a un pubblico
ristretto di amici e uomini di cultura.
A differenza di Lucilio sottolinea limportanza dellelaborazione
stilistica (labor limae)
I libro (10 satire)
I: incontentabilit umana (discorsiva)
II: etica sessuale (discorsiva)
III: ineluttabile imperfezione umana, esorta alla comprensione e
allindulgenza (discorsiva)
IV: poetica, educazione ricevuta dal padre (discorsiva)
V: iter brundisinum (narrativa)
VI: superiorit del merito sulle nobilt di nascita, follia
dellambizione, accettazione della propria condizione di vita
(discorsiva)
VII: processo; VIII: stregoneria; IX: seccatore; X: poetica (tranne
lultima sono tutte narrative
II libro (8 satire)
La VI lunica a monologo. molto soggettiva e parla del contrasto
tra la vita cittadina affannosa e la serena vita dei campi basata
sullinteriore
Tutte le altre sono dialoghi in cui il poeta non occupa pi il primo
piano
Caratteri
Parte da spunti autobiografici per allargarsi a riflessioni pi ampie.
Impegno morale: lattenzione non tanto sui viziosi quanto sui vizi
Tono ironico e arguto
Argomenti vari
Due tipi di satira: narrativa e discorsiva (serie di argomentazioni e
riflessioni). Questultima presenta analogie con la diatriba stoicocinica (, andamento tipico della conversazione, uso di
exempla, aneddoti, favole)
Messaggio

Lideologia presentata comune a varie filosofie. incentrata


soprattutto su (senso della misura, equilibrio tra estremi
opposti) e (limitazione dei desideri per evitare
condizionamenti esterni: bisogna accontentarsi del proprio stato e
soddisfare le esigenze naturali)
Morale pratica tendente alla serenit = felicit
Il poeta un uomo che ricerca la verit innanzitutto per se stesso,
non assume latteggiamento del saggio maestro, e questo
evidente anche nella forte autoironia di Orazio
Stile medio, non elevato, fine ed elegante. Viene usata la lingua familiare
ed espressioni colloquiali. Vengono evitati grecismi, neologismi e il sermo
vulgaris. caratterizzato dalla brevitas, in quanto elimina tutto ci che
superfluo e ridondante. Orazio utilizza la callida iunctura, cio unaccorta
e originale associazione di termini.
EPODI (30 a.C.)
Modelli: Archiloco e Ipponatte. Da loro riprende i metri (giambici o epodi),
mentre riguardo i contenuti mentre la variet ripresa, laggressivit
meno presente
IV, VI, X: invettiva (solo la X contro una persona determinata).
Laggressivit solo un espediente letterario, non sincera.
III: invettiva scherzosa
VIII, XI: invettiva contro vecchia libidinosa
V, XVII: magia
VII, XVI: tema della guerra civile. Esprime langoscia e la disperazione per
la condizione politica
I, IX: scritte prima della battaglia di Azio. Esaltazione di Augusto
XIV, XI, XV: amore, descritto secondo . leggero e sentimentale
II: aprosdoketon (elogio dei campi pronunciato da un usuraio incapace di
rinunciare ai beni cittadini
XIII: motivi simposiaci e gnomici (sopportazione della sorte)
ODI ( 30 23 a.C. 3 libri, 13 a.C. IV libro)
Poesia lirica (lyricus vates). Indica come modello innanzitutto Alceo (I, 1).
Rifiuta lepica, che considera per un genere di tutto rispetto. Allo stesso
tempo per ritiene che anche la poesia lirica sia un genere affermato.
Afferma leternit della sua opera e abbandona lauto-svalutazione delle
Satire
Altro punto di riferimento Pindaro, la cui arte, frutto di ispirazione
divina, considerata da Orazio irraggiungibile. Orazio contrappone la sua
poesia, frutto non tanto di ispirazione divina, quanto di labor limae, di
accurata elaborazione formale (alessandrinismo)
Poeta vates: il poeta possiede uninvestitura divina, un seguace e
protetto del dio. Ci evidente negli episodi di vita quotidiana, dove a
volte si manifesta la protezione degli dei nei confronti del poeta in
situazioni difficili, e nellispirazione poetica (Musarum sacerdos, III, 1).
inoltre da notare che Orazio non rifiuta pi come nelle satire il titolo di
poeta.
Modelli
Lirici arcaici (soprattutto Alceo e Saffo, di cui riprende i versi).
Orazio considera il ritorno allantico, con la sua compostezza e
misura, come la via del rinnovamento (e in questo contrapposto
ai neoteroi). Come la lirica arcaica i suoi componimenti sono
allocutivi, cio presuppongono un interlocutore a cui il poeta si
rivolge. Il discorso collegato a una situazione che inserisce il

componimento in un determinato genere (es. celebrazione dio:


inno; banchetto: poesia simposiaca)
Pur non citandoli, fortemente influenzato dalla poesia ellenistica
Arte allusiva: Orazio riprende e rielabora spunti di altri poeti.
Secondo lui il nuovo presuppone la tradizione. La conseguenza di
ci che le poesie sono destinate a un pubblico colto che sappia
cogliere i rimandi letterari.

Contenuti:
Filone religioso: questo filone ben si adatta al concetto di poeta
vate. costituito da preghiere, inni, non solo a dei ma anche a
oggetti. Tra questi c il carmen saeculare, in cui la religione
unita a temi civili
Filone erotico: non descrivano ununica storia damore, ogni carme
una vicenda conclusa e perfetta. La figura femminile si realizza
nello spazio di una carme. La passione contemplata, trattata con
distacco e ironia, si evita il vero coinvolgimento emotivo.
Filone conviviale: il simposio greco romanizzato nella cena.
Vengono trattati temi erotici o moraleggianti
Filone gnomico: tratta diversi temi: 1 incertezza del futuro e invito
a sopportare le avversit; 2 necessit di usufruire pienamente del
tempo concesso (carpe diem: la felicit ve cercata nel presente,
non in un ipotetico futuro); 3 e (aurea
mediocritas)
Filone civile: prende spunto da Alceo, ma a differenza di questo
Orazio non attivo politicamente. Essendo poeta vate, Orazio pu
permettersi di esortare o ammonire i concittadini. Vengono
esecrate le guerre civili ed esaltati Roma e Augusto (la gratitudine
verso il princeps, che ha pacificato Roma e ha reso possibile
lotium letterario, sincera). A questo filone appartengono le odi
romane (III, 16), in cui sono condannati i vizi contemporanei ed
esaltati, oltre Augusto, i tempi antichi. Lelevatezza dei temi
implica un tono sublime, come Pindaro
Stile: la variet di temi implica la variet di registri. Le parole sono
disposte in modo sapiente per valorizzarle. Rinuncia al superfluo,
alleccessivo e ricerca lessenzialit. Vengono sfruttate pienamente le
possibilit date dallaccostamento accorto di elementi semplici. Tutti
questi elementi rendono lo stile di Orazio magnificamente armonioso
EPISTOLE (I libro 23-20 a.C.; II libro 19-13 a.C.)
Sono in esametri. Si colloca sul piano delle Satire, ma utilizza lo schema
epistolare, che implica un destinatario preciso, e quindi un orientamento
pi rigido delle Satire e una preferenza per contenuti non generali ma
ben circostanziati (componimenti doccasione). Dalle Satire riprende la
vena moralistica e soggettiva e la tematica letteraria
I libro: ricerca della divina sapienza, cio di un miglioramento interiore,
ricerca che parte da una situazione di insoddisfazione per la propria
condizione morale, in quanto ritiene che finora nella vita ha solo giocato.
Prende precetti di filosofie diverse : dallepicureismo il il vivi
nascosto; dallo stoicismo lnella sfera individuale (bisogno di
indipendenza) e la nei rapporti sociali. Altro tema del libro la
fugacit del tempo unita alla consapevolezza di non aver ben sfruttato il
passato. Questi elementi generano inquietudine e insoddisfazione,
unalternanza tra serenit ed equilibrio e insoddisfazione e accidia

morale. la sua insoddisfazione si proietta sulla societ romana e sulla vita


mondana, verso la quale sviluppa uninsofferenza vera e propria.
II libro: 2 lettere su tematiche letterarie. La prima destinata ad Augusto
e tratta sulla superiorit dei poeti antichi o moderni. Gli arcaici sono uno
stadio imperfetto del progresso poetico innescato dallinflusso greco,
processo che si compir con la poesia moderna, ispirata alla poetica
callimachea. Si parla anche della rinascita del teatro romano, che
Augusto auspicava soprattutto per fini propagandistici ma su cui Orazio
aveva dei dubbi, in quanto preferiva generi destinati alla lettura e quindi
a un pubblico pi ristretto. La seconda lettera destinata a Floro e parla
della scarsa fecondit della vena poetica dellautore dovuta a pigrizia,
vecchiaia, impegni sociali, interessi filosofici
Stile: lepistola comporta la prevalenza del monologo. Usa la lingua
parlata, favole, aneddoti, lo spirito satirico si attenua, passando dal
comico allumoristico. Lo stile pi urbano, medio, a volte malinconico.
Ars poetica (Epistula ad Pisones): una sorta di trattato in versi. La fonte
peripatetica. La poesia, frutto di ingenium e ars, composta da
contenuto ed elaborazione formale (data dallalessandrinismo e dalla
callida iunctura). Il poeta perfetto deve saper unire utilit e diletto. La
parte pi importante della poesia, essendo larte mimesis, il teatro.

SENECA PADRE

Nasce nel 58/55 a.C. a Cordoba e muore nel 37/41 d.C. conosciuto anche
come Seneca Retore, ma non fu mai insegnante di retorica.
ORATORUM ET RHETORUM SENTENTIAE DIVISIONES COLORES
I parte: controversiae (orazioni giudiziarie fittizie)
II parte: suasoriae (orazioni volte a convincere un personaggio
storico/mitologico a fare/non fare qualcosa).
Erano orazioni fittizie, originariamente esercizi delle scuole di retorica.
Nel I sec. d.C., dato che lattivit politica non esiste pi, in crisi. Di
conseguenza oratori e uomini di cultura si esibiscono in recitationes,
momenti di incontro in cui recitavano le loro orazioni
Non hanno nessun contatto con la realt politica e sociale, sono
completamente astratte.
Ripetizione di temi variati puntando alloriginalit e alla sorpresa
(emulatio). Con lastrattezza e loriginalit loratore pu dar prova della
sua abilit e dimostrare la sua fiducia nella potenza della parola, che
pu far valere anche le tesi pi inverosimili.
Per quanto riguarda le discussioni sullo stile, lopera ci testimonia
tramite esempi il fenomeno delle sententiae. La sententia una frase a
effetto, mirante alla massima concentrazione espressiva e ornata con
figure retoriche. Lo stile sentenzioso concettoso, ricercato, ritmato,
spezzato, ricco di figure retoriche. Fa parte dellasianesimo, che lo
stile prevalente nel I sec. d.C.
Seneca evidenzia come loratoria latina sia entrata in crisi dopo la
morte di Cicerone e individua 4 cause:
1. Moralistica (decadenza e rilassatezza dei costumi)
2. Culturale (leloquenza non pi ritenuta importante)
3. Naturalistica (ogni cosa raggiunto lapice decade)
4. Storico-politica (le guerre civili e la morte di Cicerone, emblema
della libertas, hanno reso muta la voce pubblica)

ET GIULIO-CLAUDIA (14 d.C. 68 d.C.)


FEDRO

Nacque in Macedonia e giunse a Roma come schiavo. Fu liberato da Augusto per


la sua cultura. Si dedic allinsegnamento e probabilmente per questo motivo

scrisse favole, utilizzate come libri di testo nelle scuole per apprendere la
lingua. Fu perseguitato sotto Tiberio da Seiano, che lo fece condannare per delle
favole satiriche. Le sue favole non ebbero molto successo al suo tempo, e
Seneca lo ignora in quanto in una lettera afferma che la favola un genere
ancora intentato a Roma.
5 LIBRI DI FAVOLE in senari giambici (100 componimenti)
Favola: il primo autore Esopo (VI sec. a.C.), che raccoglie le favole
greche, fino ad allora orali, e le mette per iscritto in prosa. La favola un
breve racconto di fantasia con significato pedagogico e morale, che
unisce la saggezza popolare a spunti di critica sociale. Una forma
importante di favola lapologo animalesco, in cui i protagonisti sono
animali parlanti, personificazioni di caratteri umani.
In poesia la favola viene usata da Ennio, Lucilio e Orazio nelle satire.
A differenza dei satirici, Fedro non usa lesametro ma il senario giambico,
il metro della commedia. La favola ha altri punti in comune con la
commedia: lintento comico, le situazioni realistiche e umili, landamento
dialogato e drammatico
Lintento di Fedro divertire + monere. Vuole correggere i vizi, non
attaccare determinati personaggi. La morale esprime una visione della
vita dal punto di vista degli umili. La favola il genere che d voce alle
opinioni degli umili. La libert intesa come il bene pi grande.
La visione della vita di Fedro condizionata da una forte pessimismo. La
legge del pi forte domina il mondo, non si possono contrastare i potenti,
che fanno uso della forza, e lumile per salvarsi deve stare al suo posto,
cercando di schivare le angustie con la prudenza e lastuzia.
Varietas: Fedro riprende le favole di Esopo, ma ne inserisce di nuove. Le
favole inoltre non sono tutte apologhi animaleschi, ma da dopo il I libro
compaiono anche personaggi mitologici o storici.
Lo stile non elevato, semplice ma curato. caratterizzato dalla
brevitas, in quanto ogni componimento breve e conciso, i contenuti
narrativi e linsegnamento sono condensati in pochi versi.

LA STORIOGRAFIA

VELLEIO PATERCOLO: origini campane, fu militare


Storia romana in due libri. un compendio storico per il console Marco
Vinicio, e sono frequenti gli accenni al progetto di unopera pi ampia. Il I
libro tratta dalla guerra di Troia al 146 a.C., il II dal 146 alla
contemporaneit. La materia distribuita in modo diseguale, e la
narrazione rallenta molto quando si parla della gens Iulia. Ampio spazio
dedicato a Tiberio, elogiato alla fine.
Centralit data alle grandi personalit. Presenta un personaggio con
notizie su famiglia, educazione e carriera, a volte con un ritratto o un
aneddoto. Atteggiamento favorevole verso gli italici e gli homines novi
(come lui), in appoggio alla politica di Tiberio.
Notizie anche artistiche. Si inserisce nel dibattito sulla decadenza
delleloquenza, fornendo una spiegazione simile a quella naturalistica di
Seneca.
VALERIO MASSIMO
DICTORUM ET FACTORUM MEMORABILIUM LIBRI NOVEM
Repertorio di exempla, cio vizi e virt esemplificati da fatti o personaggi
storici. Lo scopo principale fornire materiale per le orazioni.
Probabilmente era intesa dallautore anche come lettura edificante.
Prevalgono gli exempla romani. Gli exempla sono raggruppati secondo
temi solo nei primi tre libri (religione, istituzioni, virt connaturate al
carattere).

Esplicita linsegnamento, fornendo gi in introduzione/conclusione le sue


riflessioni e commenti e la morale, improntata alladesione al mos
maiorum
CURZIO RUFO
HISTORIAE ALEXANDRI MAGNI (10 libri, mancano 1-2. Dal 333 al 323 a.C.)
Non unopera storicamente attendibile, in quanto piena di errori,
confusioni, omissioni, rilevanza data a eventi di poco conto. Sceglie le
fonti pi ricche di materiale romanzesco, senza controllarne
lattendibilit. Lo scopo il diletto del lettore.
Alessandro il centro in base al quale organizzata la materia. I suoi
pregi (doti militari, coraggio, strategia, attenzione per i superbi, stima per
gli avversari) sono riconducibili allindole, i difetti (ira, crudelt,
superstizione, superbia) alla fortuna.
I discorsi servono a drammatizzare delle situazioni e a caratterizzare i
personaggi.
Gli excursus dimostrano una curiosit di tipo erodoteo per luoghi esotici e
usanze straniere.
Il racconto avvincente e vivace. Lo stile piano, piacevole e vario.
STORIOGRAFIA DEL DISSENSO
Portata avanti da senatori e aristocratici (Cremuzio Cordo, Labieno,
Aufidio Basso) che criticano il principato indirettamente esaltando la
repubblica. Di loro nono ci rimane niente
Seneca padre scrisse unopera storica con una visione naturalistica, in cui
il principato corrisponde alla decadenza

LA PROSA TECNICA

Carattere naturalistico e compilatorio. Vengono esposte le nozioni principali


delle varie discipline. Agli scrittori latini non interessava approfondire gli
argomenti, ma divulgare a Roma le conoscenze gi acquisite anche attraverso
uno stile curato ed elaborato.
Tendenza enciclopedica: si raccoglievano notizie di varie discipline che venivano
poi esposte in modo sistematico divise per materie.
CELSO: scrisse sotto Tiberio
ARTES (agricoltura, medicina, retorica, filosofia, giurisprudenza, scienza
militare), le fonti sono greche e lopera destinata a un vasto pubblico
Ci rimane solo la sezione sulla medicina (8 libri). Presenta due posizioni
teoriche e metodologiche: 1. Razionalisti: per curare le malattie bisogne
indagarne le cause; 2. Empiristi: non si possono conoscere le cause
profonde. La scienza medica deve basarsi sulla pratica, sui rimedi
dimostratisi efficaci. Celso assume una posizione conciliante, affermando
limportanza sia della ricerca delle cause sia della pratica
Stile limpido, semplice, accurato, elegante
COLUMELLA: visse sotto Claudio e Nerone.
DE RE RUSTICA (12 libri). Il X libro in esametri, in quanto accoglie il
suggerimento di Virgilio (Georgiche, IV) di scrivere una poesia sugli orti.
Unisce fonti letterarie allesperienza diretta
Si rivolge al grande proprietario. Lobbiettivo lutile e il guadagno.
Elogio dellagricoltura, ritenuta indispensabile moralmente preferibile ad
altre attivit (guerra, commerci, usura,). Nota che ai suoi tempi
ritenuta vile e trascurata dai pi ricchi. Ci dovuto al decadere dei
costumi. La vita di campagna identificata con la morigeratezza e la
sanit morale, a differenza della vita in citt, immorale e dissoluta. Tutto
ci unito allidealizzazione del passato.

LUCANO

Nasce nel 39 d.C. a Cordoba da Marco Anneo Mela, fratello di Seneca. Educato a
Roma, fu allievo dello stoico Anneo Cornuto. Entra nella cohors amicorum di
Nerone. Nel 60 canata durante i Neronia le Laudes Neronis. In seguito per
cadde in disgrazia. Le spiegazioni sono varie: gelosia poetica di Nerone; poema
troppo filo-repubblicano; forse fu spinto dal ritiro a vita privata di Seneca nel 62.
Nel 65 aderisce alla congiura dei Pisoni, e una volta che questa fu sventata fu
costretto al suicidio.
BELLUM CIVILE (PHARSALIA): poema epico-storico in 10 libri sulla guerra tra
Cesare e Pompeo
Incompiuto: si conclude con la fuga di Cesare da Alessandria, evento
poco rilevante. Probabilmente mancano due libri (cos ne avrebbe avuti
12 come lEneide) che arrivavano o fino alla morte di Catone o fino alle Idi
di Marzo.
Fonti: Livio, Asinio Pollione, Seneca Padre. Questi ultimi narrarono la
guerra con una prospettiva filo-repubblicana
Religiosit: il mito, caratteristico dellepica, totalmente assente, come
lelemento divino. Lelemento meraviglioso recuperato attraverso sogni,
visioni, profezie e magia.
Tema storico: i poeti epico-storici precedenti esaltavano Roma nelle loro
opere. Lopera di Lucano invece non esalta Roma, ma descrive la sua
rovina, derivata dalla fine della libertas repubblicana. Gli eventi narrati
non sono esaltati, ma biasimati.
Elogio di Nerone (I libro): non si sa perch lo scrisse. 3 ipotesi: influenza
del quinquennium; fu scritto per far accettare lopera; ironico
Sublimit: non deriva pi dallelevatezza dellargomento, ma ricercata
nella grandiosit, nelleccesso, in situazioni eccezionali, ricche di tensione
e di , tragiche. Questa sublimit influenza anche i personaggi, che
assumono atteggiamenti enfatici ed eccessivi. Non presente un
personaggio positivo.
Caesar: lantagonista. guidato da una furia che lo spinge a sovvertire
le leggi umane e divine per raggiungere i suoi scopi. Il furor e lenergia
rivolta al male lo accostano alla figura del sovversivo sallustiano, mentre
lira, la crudelt, la superbia e larroganza alla figura del tiranno.
caratterizzato anche da empiet verso la patria e gli dei
Magnus: manca di una statura eroica, un eroe in declino, debole,
passivo, incerto. La sua causa, votata alla sconfitta, si identifica con
quella della res publica, e verso la fine Pompeo, conscio della sua fine,
assume una dimensione tragica. Non un personaggio del tutto positivo,
in quanto in causa di vittoria non avrebbe esitato ad appropriarsi del
potere
Catone: personaggio positivo, ma poco presente, anche a causa
dellincompiutezza dellopera. Ha una grande statura morale ed il
difensore della res publica. lincarnazione del saggio stoico, che ritiene
la virtus il bene maggiore, sopporta il fato avverso e predica la dedizione
totale al bene comune
Struttura: narrazione asimmetrica e selettiva, composta da una serie di
episodi pi o meno lunghi. Lucano preferisce quelli pi patetici e
drammatici. La struttura statica, in quanto prevale lesigenza di
commentare. I discorsi sono dilatati per accrescere la tensione e il .
Gli excursus sono unoccasione per far sfoggio di erudizione.
Ideologia repubblicana: Lucano pensa che il principato non sia il bene
maggiore per Roma. Lideologia improntata allo stoicismo, tuttavia
nega lidea di provvidenza. Gli eventi sono governati dal fato, che per

PERSIO

verso Roma si dimostrato invidioso, decretandone la rovina.


Latteggiamento di Lucano verso il destino che ha voluto la fine della
libertas di protesta e ribellione
Rapporti con Virgilio: lopera completamente opposta allEneide. Non
esalta un fatto glorioso per Roma, non considera il principato come il
bene supremo voluto dalla provvidenza. Le situazioni dellEneide sono
rovesciate (ad esempio nel VI libro la maga Eritto resuscita un morto, che
fa una profezia avversa. Questo episodio in contrapposizione con la
catabasi di Enea, durante la quale leroe riceve predizioni favorevoli).
Vengono ripresi anche il lessico e la struttura
Stile: gusto per la sententia. Lo stile ununione di concettosit, ricerca
delleffetto sorpresa e di espedienti per intensificare il . Punta a
effetti forti, violenti, a immagini insolite o iperboliche, lo stile carico ed
energico. Il tono sempre alto, teso, magniloquente (apostrofi,
esclamazioni, interrogative retoriche). Quintiliano definisce lo stile di
Lucano oratorio, in quanto pone laccento sul , sullirrazionalit
rispetto allordine, riflettendo la confusione dellargomento e del suo
tempo. Predilige le atmosfere cupe e c un grande gusto del macabro

Nasce nel 34 d.C. a Volterra. Studia a Roma ed allievo di Anneo Cornuto.


Conduce una vita ritirata e muore nel 62
SATIRE: 5 componimenti in esametri e 1 in coliambi
Riflessione sul genere: Persio afferma la diversit della satira e critica la
letteratura contemporanea, che punta alla bellezza formale per suscitare
un piacere quasi carnale, ma lelaborazione formale, in assenza di
contenuti etici e morali, non permette di parlare di una vera e propria
opera darte. Persio deride i vanagloriosi poeti moderni e la pratica delle
recitationes e pone in guardia da una raffinatezza fine a se stessa e priva
di contenuti. Conduce poi una riflessione sui suoi modelli, affermando che
la caratteristica principale di Lucilio laggressivit, quella di Orazio
lironia moralista
Nella satira V vv. 14-18 c unaffermazione di poetica. Il poeta dice di
usare verba togae, cio il sermo, la lingua e lo stile medio della
conversazione urbana, che per sono teres, in quanto non rifiuta del tutto
lelaborazione formale e fa uso della iunctura acris. In seguito specifica
loggetto della sua opera, cio i mores, che corrispondono al verum. Il
poeta aderisce alla realt, costituita dai mores (plebeia prandia,
argomenti quotidiani in contrapposizione allepica e alla tragedia). Questi
mores sono per pallentes, pallidi, malati, corrotti, e quindi il poeta deve
radere, la sua azione simile a quella di un medico. Persio vuole curare i
mores attraverso lingenuus ludus, lo scherzo non volgare, lo spirito.
I: critica alla letteratura contemporanea
II: importanza delle preghiere oneste e pie
III: i giovani nono devono perdere tempo, ma dedicarsi allo studio della
filosofia, soprattutto stoica.
IV: conosci te stesso
V: poetica. Ringraziamenti ad Anneo Cornuto ed esortazione alla filosofia.
Libertas = vivere secondo ragione e non schiavo delle passioni
VI: epistole a Cesio Basso. applicata alle ricchezze (rifiuta sia la
prodigalit sia lavarizia)
Poeta satirico: scarsamente presente la dimensione autobiografica e
soggettiva. Assume le sembianze del filosofo e predicatore diatribico, il
poeta sopra agli altri e li ammaestra (differenza con Orazio). La sua
opera caratterizzata dal moralismo. Il suo fine correggere i vizi.

Latteggiamento negativo, in quanto deride e condanna i


comportamenti sbagliati ma non propone una soluzione. Il fine
didascalico porta allesclusione della satira narrativa, destinata
soprattutto allintrattenimento
Forma e stile: riprende i moduli della satira oraziana e luciliana (satira a
tema, satira rivolta a un destinatario, epistola), alla fine per i
componimenti sono tutti trattazioni di uno stesso argomento. I
componimenti non sono sistematici, i nessi logici sono impliciti, i trapassi
bruschi, le immagini fluiscono ininterrotte. Il concetto viene svolto
attraverso una serie di exempla, scene e aneddoti accostati.
Linguaggio: usa il sermo (espressioni colloquiali, termini volgari o gergali,
grecismi, barbarismi, neologismi). Riprende lesperienza e il linguaggio di
Orazio, che per rielabora ingegnosamente per ottenere effetti insoliti
con vari espedienti (metafore ardite, rinnovamento di frasi fatte,
formulazioni dense e pregnanti, iunctura acris, cio unassociazione di
parole improvvisa e particolarmente sorprendente). Lo stile di Persio,
difficile e personale, propone una visione della realt nuova, insolita,
provocatoria e anche urtante.

CALPURNIO SICULO

Probabilmente fu un liberto di origine siciliana che fu affrancato dalla gens


Calpurnia, importante famiglia senatoria
ECLOGHE (7)
I, IV, VII elogio a Nerone: linizio del suo impero visto come linizio di
una nuova et delloro (vd. IV ecloga di Virgilio). Questo un tema tipico
della propaganda ufficiale durante il quinquennium. Nerone visto come
liniziatore di un lungo periodo di pace e benessere, in cui anche le
antiche magistrature torneranno in auge. Calpurnio riflette le speranze
delle famiglie senatorie, che speravano in una rivalutazione del senato
sotto Nerone.
II, III, V, VI: temi tradizionali della poesia bucolica
Imitazione di Virgilio, variato manieristicamente con linserimento di
nuove situazioni. Spesso maschera personaggi storici sotto nomi
convenzionali di pastori.

SENECA

Nasce a Cordoba da una famiglia di rango equestre nel 4 a.C. figlio di Seneca
Padre e zio di Lucano. Studia a Roma con il retore e filosofo Papirio Fabiano, con
lo stoico Attalo e con il neopitagorico Sozione. Riveste la questura e ha un
grande successo come oratore. Nel 41 d.C. viene esiliato in Corsica da Claudio,
istigato da Messalina, con laccusa di adulterio con Giulia Livilla. Nel 49 torna a
Roma. Agrippina lo sceglie come precettore di Nerone. Nel 54 Nerone diventa
imperatore e Seneca il suo consigliere principale, e tenta di fare di Nerone un
sovrano esemplare. Nel 59 Nerone, probabilmente con la complicit di Seneca,
fa assassinare la madre Agrippina. Nel 62 Seneca si ritira a vita privata,
probabilmente spinto dallostilit del nuovo prefetto del pretorio, Tigellino. Nel
65 viene considerato fra i complici di Gaio Calpurnio Pisone e costretto al
suicidio.
DIALOGI: 10 testi di argomento filosofico
Non sono come quelli di Platone o Cicerone. Non hanno una cornice
drammatica n un dialogo tra due protagonisti. Lautore parla sempre in
prima persona rivolgendosi al destinatario dellopera.
Influsso della diatriba stoico-cinica: impostazione discorsiva; discussione
rivolta direttamente al destinatario; introduzione di domande e obiezioni
di un interlocutore fittizio, non sempre identificato con il destinatario.
Dialoghi consolatori

Consolatio ad Marciam (37 d.C.): consola Marcia, figlia di Cremuzio


Cordo, per la morte del figlio Metillo. Presenta argomenti topici
propri di varie filosofie per dimostrare che la morte non un male.
Elaborazione formale, capacit di rielaborare luoghi comuni,
padronanza di mezzi espressivi.
Consolatio ad Helviam matrem (42-43 d.C.): consola la madre, che
soffre per il suo esilio in Corsica. Lesilio non un male, in quanto
non toglie alluomo lunico vero bene, la virt. caratterizzata da
affettuosa intimit e nobile dignit
Consolatio ad Polybium: consola il liberto Polibio, a cui era morto
un fratello. Temi topici come nella Consolatio ad Marciam. Presenta
un elogio del princeps molto adulatorio. Seneca supplica Claudio di
richiamarlo dallesilio, profondendosi in continue lodi soprattutto
della sua clementia.
Dialoghi filosofici
De ira (posteriore alla morte di Caligola nel 41): in 3 libri. Lira
la pi odiosa delle passioni, in quanto offusca la ragione e quindi
non mai accettabile (i peripatetici affermavano invece che in
certi contesti era giustificata). Caligola preso come esempio di
uomo che non ha saputo frenare lira.
De brevitate vitae (forse 49): gli uomini si lamentano a torto della
brevit della vita, che, se non sprecata in attivit inutili, lunga
abbastanza. Gli occupati sono tutti coloro che pongono i loro
obbiettivi in qualcosa di esterno, che non dipende da loro, e cos
facendo sono soggetti a condizionamenti esteriori e perdono
l, lautosufficienza, unica cosa che pu assicurare la
serenit. Al contrario il saggio lunico che conosce il retto uso del
tempo, in quanto lo impiega per ricercare la verit e la saggezza
De vita beata: I parte: la felicit corrisponde alla vita secondo
natura, secondo ragione, e il sommo bene la virt. II parte:
risponde alle accuse di vivere in modo lussuoso, in disaccordo con
gli insegnamenti stoici. Seneca afferma che 1 non ancora
riuscito a raggiungere gli obbiettivi stoici che tuttavia ha il merito
di riproporsi, 2 il filosofo non ama le ricchezze, ma se le possiede
meglio, perch ampliano il campo in cui esercitare la virt.
De tranquillitate animi: presenta i sintomi e le manifestazioni di un
animo inquieto e insoddisfatto per poi proporre dei rimedi
( impegno nella vita pubblica per il bene comune; amicizia dei
buoni; parsimonia e frugalit; serena accettazione delle avversit
e della morte).
De otio (62 d.C.): la posizione stoica (secondo la quale il saggio
deve impegnarsi nella vita pubblica a meno che non gli sia
impedito) coincide con quella epicurea (secondo la quale il saggio
non deve impegnarsi nella vita pubblica a meno che non sia
costretto) in quanto non esiste uno stato in cui il filosofo possa
agire secondo i suoi principi
De providentia: perch i buoni sono colpiti dai mali, se secondo lo
stoicismo luniverso retto dalla provvidenza divina? In realt non
sono veri mali, ma prove imposte ai buoni per temprare e
perfezionare moralmente il loro animo
De constantia sapientis: il saggio non pu essere colpito da
nessuna offesa, essendo invulnerabile per la sua forza e
superiorit morale in quanto nessuno pu privarlo del suo unico
vero bene, la virt

TRATTATI opere filosofiche uguali ai Dialogi ma non compresi nella raccolta


De clementia (55-56): esaltazione della monarchia illuminata. Per gli
stoici la monarchia, se il re saggio, lordinamento migliore. La
clemenza caratteristica del buon sovrano e consiste nella moderazione
nellinfliggere le pene. Garantisce la stabilit dellimpero, in quanto
instaura con il popolo riconoscente un rapporto paterno. Seneca prende
realisticamente atto del fatto che il principato una monarchia assoluta.
Il discorso non si basa sulla giustizia imparziale, ma sulla clemenza, cio
la volont del principe. La clemenza inoltre implica una situazione in cui
qualcuno soggetto a qualcun altro. La clemenza propria di Nerone.
Lopera presenta un elogio del giovane princeps, che Seneca vuole
plasmare secondo le proprie convinzioni.
De beneficiis (7 libri): il dare e ricever benefici in modo corretto il
fondamento della convivenza civile.
Naturales quaestiones (7 libri): trattato di scienze naturali, in particolare
sui fenomeni atmosferici e meteorologici. Secondo Seneca degno di
ricerca solo ci che moralmente utile. Lo scopo morale dellopera
liberare luomo dalle paure che nascono dallignoranza e insegnargli a
sfruttare i beni della natura. Biasima chi trascura gli studi scientifici per
dedicarsi ad attivit inutili. Deplora luso di conoscenze scientifiche per
accrescere i vizi o la corruzione. La ricerca scientifica, che porta alla
scoperta di realt ignote, eleva luomo da ci che puramente umano
fino alla conoscenza delle realt divine.
EPISTULAE MORALES AD LUCILIUM: 124 lettere in 20 libri
Contengono riflessioni di filosofia morale, che Seneca, ormai anziano e
padrone del suo tempo, che utilizza per studiare e perfezionarsi
moralmente, rivolge al giovane amico Lucilio presentandosi come
consigliere e maestro. Seneca vuole indicare a Lucilio la via della virt,
virt che per lui stesso sa non avere ancora del tutto raggiunto
Sono lettere destinate alla pubblicazione. Seneca vuole che il suo
insegnamento raggiunga il maggior numero possibile di persone. Questo
non vuol dire per che le lettere sono fittizie. Esse, prendendo spunto da
fatti della vita quotidiana, sviluppano riflessioni morali.
Il modo di procedere dellesposizione libero, colloquiale. Seneca si
adatta al sermo, cio la conversazione familiare, informale. Tipica del
sermo anche lassenza di sistematicit nella trattazione della materia.
Le lettere non sono raggruppate secondo nessun criterio. Lunico filo
conduttore che si pu individuare sono i progressi di Lucilio nello studio
della filosofia.
Uno dei temi fondamentali la scelta dellotium. Seneca esorta Lucilio ad
allontanarsi dalle occupazioni politiche e sociali per ritirarsi a vita privata
e dedicarsi allo studio e alla pratica della sapientia, che si pu realizzare
solo sconfiggendo le passioni e in cui sono i veri valori e la vera felicit.
Lunico vero bene la virt, che luomo deve raggiungere sbarazzandosi
delle vane opinioni del volgo e smettendo di dedicarsi ad attivit futili e
nocive, raggiungendo la libert da ogni condizionamento esteriore
(. Solo chi avr realizzato la virt potr affrontare senza timore
la morte, che la liberazione dai mali dellesistenza.
Bisogna far propria una valutazione del tempo qualitativa piuttosto che
quantitativa. Non importa quanto si vive, ma come si vive.
La dottrina che Seneca sente propria quella stoica, che per non
accetta completamente (rifiuta le sottigliezze dialettiche) e inoltre non
esita a citare anche massime di Epicuro, dal momento che ritiene che la
verit sia un bene comune.

LO STILE DELLA PROSA


Traina scrive che lo stile di Seneca caratterizzato dal linguaggio della
predicazione e dal linguaggio dellinteriorit
Linguaggio della predicazione: le opere filosofiche di Seneca sono
caratterizzate da un andamento dialogato, sono come
conversazioni, e frequenti sono gli appelli al lettore. Inoltre Seneca
ha una visione diversa dellopera filosofica rispetto a Cicerone.
Questo pensava che la prosa filosofica avesse solo il compito di
docere, mentre Seneca, che ricerca la verit con passione e vuole
comunicarla agli altri, usa tutti gli espedienti retorici per delectare,
oltre che docere.
Linguaggio dellinteriorit: linteriorit intesa da Seneca intesa
o come possesso (es. vindica te tibi, con vindicare che aveva il
senso giuridico di rivendicare un possesso) o come un rifugio.
Il nucleo dellorganizzazione sintattica non pi il periodo ma la singola
frase. Il periodo ipotattico si frantuma in una serie di brevi frasi ad
andamento parallelo. La paratassi a volte accompagnata dallasindeto. I
nessi sono sostituiti da altri espedienti, come lanafora o la ripetizione.
Landamento quindi stringato, teso e vigoroso.
La caratteristica principale dello stile senecano la sententia, tipica della
retorica asiana del tempo. Queste frasi a effetto, che assumono quasi
laspetto di proverbi, sono costruite secondo tecniche proprie della
concinnitas (antitesi, parallelismo, anafora, figura etimologica, poliptoto),
che per vengono piegate allelaborazione delle sententiae. Lobbiettivo
procurare piacere e sorpresa. Caratteristica, oltre la brevitas, anche la
variatio.
Le figure retoriche non sono usate come ornamenti, ma sono funzionali
per far proceder il ragionamento.
TRAGEDIE (10 tragedie, 9 di argomento mitologico e una praetexta. Due,
lHercules Oetaeus e lOctavia, sono ritenute pseudo-senecane)
Non si sa quando furono composte. Il problema della cronologia
strettamente connesso a quello dello scopo.
Secondo Traina, dato che Seneca evit sempre, anche durante
lesilio o lotium, frizioni con il potere, le tragedie sono paradigmi
negativi rivolti al potere per invitare Nerone a non farsi trascinare
dalle passioni.
Secondo Paratore, le tragedie sono opere di opposizione,
espressione delle idee di unlite senatoria e quindi successive al
quinquennium.
Secondo Biondi le tragedie sono laltra faccia della medaglia della
filosofia senecana. Seneca espone teoricamente le proprie teorie
nei dialoghi, mentre nelle tragedie rappresenta sul livello pratico le
conseguenze di un comportamento non guidato da sapienza e virt
ma dalle passioni. il contrario del mondo ideale teorizzato da
Seneca
Altro problema riguarda le modalit di rappresentazione. Molto
probabilmente erano recitate allinterno della corte in occasione di
recitationes per vari motivi: scarso interesse del grande pubblico per le
tragedie, caratteristiche tecniche contrarie alla tradizione tragica (es.
rappresentazione di atti di violenza), inoltre poco probabile che Nerone
permettesse di rappresentare in pubblico tragedie in cui spesso il
personaggio negativo un sovrano.
Le tragedie hanno il loro centro nello scatenarsi delle passioni, nel furor,
che emergendo gradualmente nella psiche dei protagonisti (spesso

tratteggiata con grande finezza) alla fine ha il sopravvento sulla ratio,


sulla bona mens, di cui si fanno portavoce personaggi secondari.
Il mondo delle tragedie, essendo linverso di quello ideale, cupo,
sinistro, caratterizzato da un forte pessimismo. Lo spazio dedicato al
furor e anche a particolari orridi preponderante e funzionale allo scopo
pedagogico delle opere. Altra caratteristica di questo universo lassenza
della divinit e la presenza di una fortuna irrazionale e cieca, in netta
contrapposizione con gli ideali stoici.
Grande importanza ha la parola a scapito dellazione. Sono frequenti
lunghi monologhi che sviluppano temi morali o caratterizzano il
personaggio e descrivono il suo dissidio interiore.
Lo stile magniloquente, declamatorio, punta molto sul a volte
ridondante. Fa grande uso di apostrofi, esclamative e interrogative
retoriche. Ai lunghi monologhi si succedono dialoghi serrati con uso di
sticomitie ed emisticomitie. Sia nei monologhi sia nei dialoghi fa grande
uso di sententiae

PETRONIO

Lidentificazione del Petronius Arbiter tramandato come autore nei codici del
Satyricon ha suscitato molti problemi. Ci sono due correnti:
1. Unionisti: identificano lautore con il Petronio di cui parla Tacito in
Annales, XVI, 18-19 per vari elementi dellopera che rimanderebbero
allepoca di Nerone: lussi di corte; riferimenti ad attori, cantanti e
gladiatori di quellepoca; presenza di discussioni letterarie coeve
(decadenza oratoria, poema epico tradizionale, rappresentato da Nerone,
vs innovatori come Lucano); parodia della Troiae Halosis di Nerone;
affinit con lApokolokyntosis, importanza dei liberti.
2. Separatisti: collocano Petronio dopo let neroniana per vari motivi: Tacito
non cita il romanzo (ma Tacito probabilmente dava per scontato che il
pubblico conoscesse lopera); tessuto linguistico pi simile al II che al I
secolo (ma Petronio fa largo uso del lessico parlato); presenza di
testimonianze del Satyricon solo dopo il III secolo.
SATYRICON. Lopera frammentaria (abbiamo solo i libri XV-XVI. Il protagonista
il giovane squattrinato Encolpio, accompagnato dallamato Gitone e dal suo
rivale Ascilto. Pu essere divisa in 4 blocchi:
1. Graeca urbs: Encolpio incontra il retore Agamennone che parla della
decadenza delleloquenza, criticando il distacco dalla realt delle lezioni
di retorica e individuando una causa moralistica e culturale. I tre vivono di
espedienti nei bassifondi della citt. La maga e prostituta Quartilla li
accusa di aver interrotto i riti in onore di Priapo e li costringe a tre giorni
di sevizie erotiche
2. Coena Trimalchionis: una volta liberati, si recano a casa del ricco liberto
Trimalchione, che tiene una cena allinsegna delleccesso e del cattivo
gusto. Si raccontano novelle e Trimalchione scrive per scherzo il suo
testamento. Giungono infine dei pompieri per spegnere un incendio
inesistente e i tre si dileguano
3. Gitone sceglie Ascilto. Encolpio, disperato, incontra in una pinacoteca il
vecchio letterato Eumolpo, che parla della decadenza delle arti, racconta
novelle e alla fine fa una parodia della Troiae Halosis accolta a sassate.
Encolpio si imbarca con Eumolpo e Gitone, mentre Ascilto scompare dalla
scena
4. Dopo una traversata burrascosa, un naufragio e una parodia della
Pharsalia ad opera di Eumolpo i tre giungono a Crotone. Qui Eumolpo si
finge un vecchio ricco e gli altri i suoi servitori, in modo da ricevere doni
da parte dei cacciatori di eredit. Encolpio reso impotente da Priapo e
non soddisfa la sua amante Circe. Alla fine il problema risolto da

Mercurio. Eumolpo fa testamento e promette i suoi beni a colui che si


ciber del suo corpo.
Problema del genere. Il Satyricon sembra essere una satira menippea per
il titolo e per le caratteristiche formali (commistione di serio e faceto,
prosimetro), un romanzo per i contenuti (storia di amore ostacolata, varie
peripezie). Tuttavia spesso lopera assume i tratti della parodia,
soprattutto verso il romanzo stesso. Infatti:
Il romanzo presenta una coppia eterosessuale caratterizzata da un
amore platonico e fedele nonostante le disavventure. Il Satyricon
presenta un trio di omosessuali, una completa assenza di fedelt e
una amore soprattutto carnale
Il romanzo porta avanti valori idealizzati di castit e fedelt, mentre
il Satyricon e caratterizzato da realismo e mancanza di
idealizzazione e intento moralistico.
Il romanzo spinge allimmedesimazione con i personaggi, mentre il
Satyricon attraverso lironia mantiene il distacco.
Secondo Conte il romanzo antico si configurava come una sintesi di tutta
la letteratura precedente. Nel Satyricon questa sintesi personificata da
Encolpio, che riconduce alla letteratura tutti gli avvenimenti della vita, non
sa distinguere tra vita e letteratura. Parodiando il romanzo e presentando
ironicamente Encolpio come un personaggio non degno di fiducia,
Petronio, che non si identifica con il suo personaggio, mostra come la
letteratura non deve essere, cio una sintesi che crea un mondo
alternativo. La letteratura deve descrivere le debolezze delluomo
mantenendosi per separata dalla vita.
Altri generi ripresi o parodiati sono lepica, soprattutto omerica (ira del dio
Priapo, Circe, agnizione tramite i genitali); la fabula milesia; il mimo,
latellana e il teatro latino; le novelle e la letteratura popolare. Lopera in
generale si configura come un raffinato pastiche letterario, il cui intento
era soprattutto lintrattenimento della corte neroniana e non
linsegnamento morale.
Lintrattenimento e il realismo influiscono sulla scelta del mondo da
descrivere. Nellantichit il comico era spesso associato a situazioni e stile
umile. Petronio quindi descrive gli strati sociali pi bassi senza filtri
letterari, ma con grande oggettivit e realismo. Il mondo descritto retto
da tre valori, il sesso, il denaro e la gola. Lautore per non si identifica
con ci che descrive, mantiene un signorile e ironico distacco.
Il succedersi disordinato e frenetico delle vicende d una forte sensazione
di precariet, il mondo sembra retto da una sorte cieca e capricciosa. Altro
tema che si affaccia in continuazione la morte e la fugacit del tempo,
tipiche di una societ nettamente edonista. Lintelligenza vista come un
mezzo per superare le difficolt, la cultura come un modo per emergere
nella societ.
Il linguaggio, frutto di stilizzazione e di un gioco letterario,
estremamente vario e duttile e si adatta ai vari personaggi
caratterizzandoli. Il narratore e i personaggi colti si esprimono in un
linguaggio semplice, paratattico, aperto a colloquialismi, volgarismi e
grecismi. I personaggi incolti (e anche i liberti, che cos vengono derisi)
hanno un linguaggio basso, ridondante, colorito, espressivo, ricco di
volgarismi, proverbi e anche di costruzioni errate. A volte lo stile si eleva
diventando enfatico e magniloquente, soprattutto per fini parodici.

LET DEI FLAVI (69 d.C. 96 d.C.)


LA POESIA EPICA

SILIO ITALICO (26 d.C. 101 d.C.): ricchissimo appassionato di Virgilio


PUNICA poema epico-storico in 17 libri (probabilmente incompiuto) sulla II
guerra punica. Silio recupera interamente la tradizione epica, usando la sfera
divina, un lessico arcaico che sottolinea lantichit dei fatti narrati, cataloghi,
profezie, ecc. Il modello per la lingua e per lideologia celebrativa Virgilio.
Lopera invece contrapposta a Lucano, che aveva scelto un tema
relativamente recente. Inoltre entrambi i poemi hanno al loro centro una
sconfitta della res publica (Farsalo-Canne), ma mentre per Lucano essa linizio
della fine di Roma, per Silio una prova imposta da Giove perch i Romani
riprendendosi grazie alla loro virt dimostrino la loro grandezza. Altro punto di
contatto lassenza di eroi, in quanto leroe del poema di Silio il popolo
romano. Lantagonista, Annibale, ricorda per la sua empiet e il suo furor il
Cesare lucaneo.
VALERIO FLACCO (morto presso il 95)
ARGONAUTICA: poema epico-mitologico in 8 libri sulla spedizione degli
Argonauti. incompiuto. Lopera si presenta divisa in due (come lEneide). Nella
prima parte descrive il viaggio rifacendosi ad Apollonio Rodio. Nella seconda
narra le vicende in Colchide, inserendo la guerra tra Eeta e Perse (sua
innovazione per inserire la tematica bellica) e descrive il rapporto tra Giasone e
Medea. Nel descrivere la giovane, Valerio si basa sia sullintrospezione
psicologica, sia sulla sua natura di maga, creando una figura affascinante e
ambigua. Giasone invece si presenta come il tipico eroe romano, caratterizzato
da virtus e pietas. Lopera, pur rifacendosi a Virgilio soprattutto per lo stile,
priva della tensione ideale dellautore augusteo.
STAZIO (40/50 d.C. 95 d.C.)
TEBAIDE: poema epico-mitologico in 12 libri, di cui solo gli ultimi sei presentano
vicende belliche.
Riprende gli schemi tipici dellepica tradizionale e soprattutto virgiliana.
Molto forte per anche linflusso dellepica lucanea, a partire dalla
scelta dellargomento, una guerra tra fratelli, che richiama le guerre civili.
Manca un eroe positivo, in quanto tutti i personaggi presentano
comportamenti eccessivi e in quasi tutti loro il furor prevale sulla
razionalit. Leroismo dato dalleccesso e dalla dismisura (vd. Capaneo).
Latmosfera cupa, d grande spazio a particolari orridi
Lo stile prende spunto da Virgilio ma con elementi ovidiani e lucanei.
magniloquente, enfatico, patetico, mira a una tensione che deve essere
costantemente mantenuta attraverso effetti di contrasto. La narrazione
procede a sbalzi, attraverso una successione di quadri in s conclusi
ACHILLEIDE: poema su Achille, interrotto al II libro. Descrive la giovinezza
delleroe con toni idilliaci e sentimentali, con un forte influsso dellelegia
SILVAE: 32 componimenti doccasione soggettivi prevalentemente in esametri.
Lautore afferma che sono scritti velocemente, anche se dimostrano un alto
grado di elaborazione formale. Sono presenti epicedi, epitalami, encomi, carmi
di ringraziamento, autobiografici o celebrativi.

MARZIALE

Nacque a Bilbilis, in Spagna, nel 40 d.C. Nel 64 si trasferisce a Roma, dove vive
esercitando lattivit di poeta. Nelle sue poesie spesso si presenta come cliente.
Nel 96, grazie allaiuto economico di Plinio in Giovane, torna in Spagna, dove
trascorre gli ultimi anni provando spesso nostalgia per il fervido ambiente
culturale di Roma. Muore tra il 102 e il 104 d.C.
Poetica.

Scrive epigrammi, genere antico ma di cui sente di dover specificare le


finalit. ostile alla mitologia, truculenta e falsa, e sostiene la necessit
di attenersi alla realt. Questa identificata con i comportamenti della
gente, che vengono trattati con tono scherzoso
Sotto questo punto di vista lepigramma sembra essere simile alla satira,
anche perch il poeta non attacca direttamente nessun personaggio,
rivolgendosi pi che altro alla colpa. Tuttavia mentre lo scopo del satirico
era correggere i vizi, quello di Marziale divertire e intrattenere il
pubblico, senza funzione moralistica.
LIBER DE SPECTACULIS: poesie dedicate allinaugurazione dellAnfiteatro flavio
nell80 d.C. Coglie la realt nel suo aspetto grandioso, cio quello degli
spettacoli del circo.
XENIA: 127 epigrammi composti da due distici. Sono poesie doccasione e di
consumo, in quanto sono come dei biglietti da accompagnare ai doni che i
Romani si facevano durante la festa dei Saturnali (17-23 dicembre). Si
riferiscono soprattutto a doni di cibi e bevande.
APOPHORETA: 223 epigrammi. Lo scopo come quello degli Xenia, ma i doni
sono di diverso tipo. In questa prima fase dellattivit poetica di Marziale,
ladesione alla realt limitata, in quanto descrive solo oggetti con le loro
caratteristiche
EPIGRAMMATA: raccolta di epigrammi in 12 libri
In questa raccolta affronta tutti i temi che nel corso del tempo erano
diventati tipici del genere.
Si rif alla tradizione. Da Catullo riprende laggressivit (ma non lattacco
personale) e la variet dei metri (oltre al tradizionale distico elegiaco usa
anche endecasillabi faleci, trimetri giambici scazonti, ecc.). Riprende poi
una tecnica tipica del genere epigrammatico, cio concentrare gli effetti
comici alla fine del componimento, che quindi spesso sono costituiti da
due parti, una di attesa e una conclusione.
Vari filoni:
Comico-realistico: Marziale in componimenti spesso brevi e concisi
descrive una determinata situazione o un tipo umano cogliendone
i particolari essenziali e le potenzialit comiche. La realt non
mai descritta obbiettivamente, ma viene reinterpretata in chiave
comica e deformata in modo spiritoso e a volte grottesco. La realt
descritta soprattutto quella dei livelli pi bassi. Si fa leva su
aspetti ripugnanti o osceni, a volte il tono satirico e beffardo,
spesso sono derise abitudini romane. Attraverso una serie di
macchiette. Ritratti, aneddoti, battute viene descritta la realt del
tempo.
Filone celebrativo ed encomiastico, rivolto ad amici e personaggi
importanti
Filone funerario, spesso raggiunge risultati molto commoventi
Filone descrittivo, in cui vengono descritti fatti dellattualit, casi
curiosi o episodi del passato
Filone erotico, lamore il pi delle volte inteso non come passione
profonda ma come desiderio fisico
Riflessione personale: sono rivolti ad amici e contengono
riflessioni, idee, opinioni, gusti e aspirazioni dellautore. Il poeta
aspira a una vita povera in campagna ma in modo realistico, in
quanto vuole allontanarsi dalle seccature della citt e vuole vivere
una vita pi accessibile per le sue finanze non molto elevate. Da
qui deriva lelogio di Bilbilis. A questo filone appartengono anche
componimenti in cui elabora riflessioni di poetica e risposte alle

critiche. Lattivit letteraria possibile solo se si in una


situazione di benessere economico.
Forma e stile
Le forme sono varie a seconda degli argomenti. Ad esempio, nei
componimenti encomiastici presente la narrazione mitologica,
assente in quelli comico-realistici, caratterizzati invece dallo
schema della battuta alla fine.
Una costante la presenza in funzione di voce recitante del poeta,
che si rivolge al lettore, dando alla poesia la sembianza di un
dialogo o di un commento dellautore rivolto a caldo
allinterlocutore.
Anche lo stile varia a seconda della situazione, andando dallo stile
alto degli encomi a quello colloquiale di molti componimenti fino
allo stile basso. Sono usati colloquialismi, grecismi, volgarismi,
diminutivi, termini osceni. Marziale gestisce questa variet di stili
con grande abilit e raffinatezza, che si manifesta nella
collocazione delle parole e nelluso di figure retoriche.

QUINTILIANO

Nacque fra il 30 e il 40 d.C. a Calagurris in Spagna. Studia a Roma, dove


esercita lattivit di avvocato e insegn retorica dal 70 al 90. In seguito divent
uno tra i primi insegnanti pagati dallo stato. Vespasiano gli attribu uno
stipendio annuo di centomila sesterzi. Nel 94 Domiziano gli affida leducazione
di due suoi pronipoti. Non si sa quando mor, probabilmente non molto tempo
dopo la fine della dinastia flavia (96 d.C.). Una sua opera, De causis corruptae
eloquentiae, non ci pervenuta.
INSTITUTIO ORATORIA
Trattato didascalico in 12 libri che presenta la formazione delloratore fin
dallinfanzia. Non un dialogo come il De oratore di Cicerone
Nei primi due libri descrive leducazione delloratore. A Roma il bambino
dai 5/7 ai 10 anni imparava a scrivere e a far di conto (ludus litterarium).
Dagli 11 ai 16 frequentava la scuola del grammaticus, in cui si davano le
basi della letteratura. A 16 cera la toga virile, dopo la quale poteva
frequentare la scuola del retore. Seguiva un viaggi in Grecia.
Quintiliano fornisce molti precetti pedagogici. Leducazione deve essere
interattiva, stimolante, non passiva e deve iniziare non a scuola ma in
famiglia, dove il bambino deve essere accompagnato da persone di un
certo livello morale e culturale. Leducazione avviene tramite le parole e
il comportamento e alla sua base ci deve essere lumanit. Sottolinea
limportanza pedagogica del gioco
Nel III libro affronta le 5 parti dellorazione (inventio, dispositio, elocutio,
memoria, actio), i tre generi di discorso (giudiziario, deliberativo,
epidittico), i tre compiti delloratore (docere, movere, delectare). Inizia la
trattazione dellinventio, che occupa i libri IV-V-VI. Nel VII parla della
dispositio, nellVIII e nel IX dellelocutio. Il X libro parla della facilitas, cio
la fluidit del discorso, e contiene la rassegna dei principali autori greci e
latini, la cui lettura funzionale alla formazione delloratore. LXI libro
parla dellaptum, della memoria e dellactio, il XII della figura delloratore
perfetto.
Quintiliano recupera il modello ciceroniano di vir bonus dicendi peritus,
uomo abile nel parlare occupato nellattivit politica. Sembra che
Quintiliano non si renda conto che ormai la partecipazione politica
impossibile, essendo Roma una monarchia assoluta. La partecipazione
politica quindi da intendere come collaborazione con il potere, come
fece lui stesso

Riprende la contrapposizione tra filosofia e retorica. Come Cicerone,


polemizza contro la pretesa dei filosofi di riservare a s leducazione dei
ragazzi e afferma che la filosofia solo una delle discipline di cui
loratore deve essere a conoscenza
Riguardo la decadenza delleloquenza Quintiliano rileva la mancanza di
buoni maestri, il carattere fittizio di molte orazioni, la decadenza dei
costumi. Per lui lapice delloratoria si ha con Cicerone
Dal punto di vista dello stile Quintiliano polemizza contro lo stile asiano
sentenzioso, che non ha misura nellornatus e mira soprattutto al
godimento degli ascoltatori. Anche qui Quintiliano sembra non accorgersi
che ormai lo stile oratorio non serve pi a persuadere ma a dilettare il
pubblico, fine a se stesso. Critica anche latticismo per la sua
semplicit spoglia. Il suo modello Cicerone, ma non riesce a non subire
linflusso dello stile dominante allora. Fa ampio uso di figure retoriche, la
sua sintassi mossa e variata, tende alla rapidit e allincisivit.

PLINIO IL VECCHIO

Nacque a Como nel 23/24 d.C. Partecip alle spedizioni in Germania sotto
Claudio e Tito e in Giudea. Sotto i Flavi fu procuratore imperiale in Gallia e
Spagna. A Roma divent uno dei collaboratori pi stretti di Vespasiano. In
seguito gli fu affidato il comando della flotta a Miseno. Mentre si trovava qui, nel
79, fu sorpreso dalleruzione del Vesuvio che seppell Pompei. Imbarcatosi per
prestare soccorso e osservare il fenomeno, mor a Stabia secondo Plinio il
Giovane per asfissia, pi probabilmente per collasso cardiaco. Tra le opere
perdute conosciamo unopera in 20 libri sulle guerre contro i Germani e una
trattazione di storia contemporanea in 31 libri che si riallacciava a quella di
Aufidio Basso. Queste opere furono tra le fonti di Tacito
NATURALIS HISTORIA
unopera enciclopedica di argomento scientifico di carattere soprattutto
compilatorio in 37 libri. Plinio si vantava di aver raccolto ventimila dati
tratti da duemila volumi per noi perduti. quindi una fonte
importantissima per conoscere il livello di conoscenze scientifiche del
tempo e per avere notizie degli autori di cui non abbiamo niente. Plinio
definiva i suoi libri thesauri, magazzini
Plinio ammassa dati su dati, a volte elencandoli in infinite enumerazioni.
Non fa ci del tutto acriticamente, in quanto spesso discute le
informazioni di cui in possesso, rigetta ci che gli pare assurdo o
inverosimile, citandolo solo per amore di completezza
La sua preoccupazione non indagare le cause, che ritiene
imperscrutabili, ma inserire quanti pi dati pu, spinto da una grande
curiosit e dal criterio dellutilit pratica. Offre ampio spazio ai mirabilia,
ai fatti incredibili e straordinari
Plinio convinto che la vita umana debba essere migliorata con la ricerca
scientifica, ma ritiene anche che questa debba avere certi limiti.
Soprattutto, Plinio deplora lapplicazione pratica delle scoperte
scientifiche con lo scopo di aumentare le ricchezze o il lusso e il piacere.
Lo stile vario e discontinuo: nelle digressioni, nelle prefazioni e nei passi
celebrativi si fa artificioso e declamatorio, mentre nellesposizione arido
e tecnico. Plinio stesso afferma che lopera non si presta allelaborazione
formale in quanto presuppone luso di termini tecnici spesso stranieri.

L'ET DEL PRINCIPATO ADOTTIVO ( 96 d.C. - 138 d.C.)


GIOVENALE

Nacque tra il 50 e il 60 d.C. ad Aquino, nel Lazio. Marziale lo presenta intento


nelle occupazioni del cliente, quindi possiamo dedurre che fosse di condizione non
elevata. Ebbe una buone educazione retorica. Mor dopo il 127 d.C.
SATIRE: 16 componimenti scritti dopo il 96
I suoi modelli sono Orazio e Lucilio ( non cita Persio).
Si scaglia contro la letteratura contemporanea, rappresentata dalle
recitationes, e la poesia basata sulla mitologia, falsa e ormai scontata
La poesia di Giovenale aderisce al
verum, che corrisponde con il
quotidiano. Questo verum rappresentato da eventi mostruosi, aberranti,
che provocano sdegno. Di fronte a una realt cos perversa, che il
Giovenale non manca di enfatizzare, il poeta non pu restare indifferente.
Il poeta analizza il comportamento umano ma nel suo aspetto deteriore. Il
poeta non vuole educare ma denunciare i vizi ( non i viziosi).
Le prime sette satire sono caratterizzate dall' indignatio. Il poeta presenta
se stesso come una persone indignata per la corruzione del mondo e
decisa a denunciarla attraverso la sua poesia. L'indignatio l'unico
elemento che il poeta lascia trasparire di se stesso. Manca del tutto
l'autobiografia. Alcuni critici, come Knoche, ritengono che l'indignatio sia
autentica, altri, come Marmorale, che sia una finzione letteraria. Lana
pensa invece che si basi su un procedimento retorico diffuso nelle
recitationes, cio la o amplificatio.
Il poeta considera la realt negativamente e ne denuncia la corruzione con
la massima forza. Il metro di giudizio il mos maiorum. Il poeta inoltre
analizza i costumi non in rapporto al singolo, ma in base agli effetti che
hanno sulla societ. Ad esempio, le divitiae sono negative non tanto per
gli effetti che hanno sul singolo, ma sugli effetti sulla comunit, in cui i
ricchi, ingiusti detentori di patrimoni spesso ottenuti con attivit
criminose, vessano i pi poveri, le cui difficolt sono dovute appunto alla
mancanza di ricchezze. La ricchezza strumento di discriminazione
Queste satire presentano molti temi. Uno di questi la clientela, un tempo
strumento di concordia tra ricchi e potenti, ora strumento di sfruttamento.
Il cliente deve affrontare una vita affannosa e umiliante, sempre in cerca
di una gratificazione da parte del patronus. Giovenale poi si scaglia contro
i Greci, responsabili della decadenza del mos. I greci poi sono accusati, per
la loro intraprendenza e la loro disponibilit verso ogni bassezza, di fare
una concorrenza sleale a danno degli onesti cittadini romani. Altri bersagli
della satira sono gli omosessuali, traditori dellideale di fierezza virile
tramandato dall'antichit, e le donne, che ai suoi tempi sono
caratterizzate da lussuria, superbia, autoritarismo, manie culturali.
Giovenale rievoca la figura della donna repubblicana, sottomessa al
marito, priva di cultura, dedita solo ai lavori domestici.
Le ultime nove satire presentano un cambiamento. Dopo aver attaccato
ogni aspetto della societ contemporanea, Giovenale inizia a voler
assumere un atteggiamento non solo di denuncia ma anche costruttivo,
vuole proporre anche comportamenti corretti. Riprende quindi il
moralismo della tradizione satirica e diatribica, sviluppando i di
questa tradizione. Il concetto fondamentale che i veri beni non sono
quelli esteriori ma quelli interiori. La ricchezza non pi quindi uno
strumento di potere, ma un falso bene, che solo la stoltezza umana pu
desiderare. Il tono diventa pi pacato.
In Giovenale il reale per la sua straordinaria efferatezza quasi assimilato
al mito, assume una dimensione di cupa e grandiosa negativit. Questa

assimilazione al mito permette un innalzamento di tono insolito per la


satira. La vis e l'enfasi satirica conferisce ai componimenti spesso un
andamento epico o declamatorio. L'enfasi utile anche per tratteggiare
l'aspetto negativo della realt, che spesso viene deformato e ingigantito
quasi espressionisticamente.
Molto importante l'apporto della retorica. Giovenale usa uno stile molto
elaborato e ricco di artifici e impiega mezzi atti a suscitare forti emozioni,
come interrogative retoriche, esclamazioni e apostrofi. Sono molto
presenti le sententiae.
Il linguaggio presenta sia elementi colloquiali e volgari, oltre che grecismi
e barbarismi, sia elementi elevati, che rende lo stile di Giovenale misto,
capace di cogliere gli aspetti pi bassi della realt e conferire loro una
dimensione grandiosa

I POETAE NOVELLI

Gruppo di poeti lirici accomunati da vari elementi. Non sono riconducibili a


nessuna scuola. Tra di loro da ricordare sono l'imperatore Adriano e Floro.
Questi poeti predicano un rinnovamento della lirica attraverso il ritorno a
modelli neoterici e preneoterici. Per loro la poesia un ludus. Esprimono in
componimenti di solito brevi sentimenti personali e attimi di vita vissuta.
Riprendono la sperimentazione metrica e l'uso di diminutivi e di termini presi
dalla lingua colloquiale. Il risultato sono poesie artificiose e manieristiche.

PLINIO IL GIOVANE

Nacque nel 61/62 d.C. a Como. Orfano di padre, fu adottato dallo zio Plinio il Vecchio,
che alla morte gli lasci un cospicua eredit. A Roma fu allievo di Quintiliano. Fece una
brillante carriera politica culminata con il consolato nel 100 sotto Traiano. Fu amico
dell'imperatore, che nel 110/111lo nomin legato in Bitinia, dove mor nel 112/113.
Scrisse molte orazioni che non ci sono pervenute.
PANEGIRICO DI TRAIANO
Discorso di ringraziamento in occasione della nomina a console. Si tratta di
un vero e proprio panegirico in onore dell'imperatore, presentato come un
dono voluto dalla divinit per il bene di Roma dotato di qualit che lo
rendono simile a un dio. Viene esaltato il meccanismo del principato adottivo,
che permette di scegliere i migliori e i pi adatti a reggere l'impero tra i
cittadini.
Sottolinea i buoni rapporti con il senato, incoraggiando una politica filosenatoria. Tuttavia Plinio riconosce a Traiano il diritto di esercitare un potere
assoluto. La libertas, che Traiano aveva ristabilito, per un dono del
princeps, frutto solo della sua volont e generosit.
Stile ampio, sublime, magniloquente, enfatico, iperbolico
EPISTULARUM LIBRI X

Epistolario in 10 libri. I primi nove contengono 250 epistole rivolte ad amici.


carteggio ufficiale con l'imperatore Traiano mentre Plinio si
L'ultimo contiene il
trovava in Bitinia (124 lettere)
Le lettere, per stessa ammissione di Plinio, presentano un certo grado di
accuratezza formale e sono destinate alla pubblicazione. La maggior parte vennero
effettivamente spedite e gli avvenimenti narrati sono reali.
Le lettere sono disposte secondo il criterio della varietas, che permette
all'autore di rendere pi vario un materiale altrimenti monotono. Plinio vuole emulare
Cicerone e presentare un quadro del suo tempo. Si rende conto per che le vicende in
cui coinvolto non hanno l'interesse e il rilievo di quelle del suo predecessore.
L'epistolario descrive le occupazioni di un cittadino romano ai tempi
dell'impero, la sua vita, i suoi incarichi, le sue opinioni. Emerge la personalit

dell'autore, sia nei suoi aspetti positivi ( onest, cultura, buon gusto, humanitas,
generosit, mecenatismo) sia in quelli negativi ( vanit, ottimismo ingenuo, che lo
porta a compiacersi dell'abbondanza di recitationes)
Lo stile limpido, conciso ,elegante, colloquiale, ma anche ricco di figure
retoriche, sentenze, battute, citazioni ed espressioni greche.

SVETONIO

Nacque da una famiglia di rango equestre nel 70 probabilmente a Ostia. Dopo il


servizio militare, ricopr le cariche di procuratore a studiis ( direttore degli
archivi imperiali), a bibliothecis ( sovrintendente delle biblioteche pubbliche) e
ab epistulis ( redattore della corrispondenza ufficiale dell'imperatore). Con
quest'ultimo incarico entr nel consilium principis. Nel 121/122 Adriano lo
destitu dal suo incarico con molti altri con la scusa di aver trattato con troppa
familiarit l'imperatrice Sabina. Da allora non abbiamo pi notizie di Svetonio.
La morte posta da alcuni nel 126, da altri nel 140.
DE VIRIS ILLUSTRIBUS
Tratta solo di autori famosi. L'opera divisa in 5 parti: poeti, oratori,
storici, filosofi, retori. Si conservata solo quest'ultima. Ogni sezione era
organizzata nel modo seguente: indice in cui vengono elencati gli autori in
ordine cronologico; storia della disciplina dall'introduzione a Roma fino alla
contemporaneit; profili degli autori.
DE VITA CAESARUM
Vite dei Cesari, da Giulio Cesare a Domiziano dal punto di vista sia
pubblico sia privato.
Lo schema usuale presenta una pri ma parte in cui si descrivono famiglia,
nascita, educazione, carriera e vicende prima dell'assunzione del potere. In
seguito subentra la descrizione del principato, che presenta le azioni del
principe non in ordine cronologico ma per species, per categorie. Il centro
la figura dell'imperatore, tratteggiata sia con eventi rilevanti storicamente
sia con eventi di poco conto.
Grande spazio dedicato agli aneddoti, alle frasi celebri, alle vicende della
vita privata, ai costumi sessuali, al meraviglioso e al romanzesco, agli
interessi culturali. L'opera poi piena di informazioni tratte dagli archivi
sulla giustizia, l'amministrazione, l'economia, in quanto Svetonio molto
interessato agli aspetti tecnici e pratici del funzionamento dello stato.
L'accostamento di vizi e virt genera delle personalit frammentate, poco
coerenti, ma non riesce a dare l'idea di drammatica contraddittoriet.
D'altronde l'autore pi interessato ai fatti che all'indagine psicologica.

TACITO

La nascita posta con molta probabilit tra il 55 e il 59 d.C. La patria


sconosciuta. Nel III secolo l'imperatore Tacito, nativo di Terni, sosteneva di
discendere dalla famiglia dello storico. Pi probabile l'origine gallica, dato che
il cognomen Tacito era molto diffuso in Gallia. Nel 78 spos la figlia di Giulio
Agricola. Nell'88, sotto Domiziano, fu pretore, nel 97, sotto Nerva, console. Nel
112 proconsole in Asia. La data della morte sconosciuta, ma probabilmente
fu intorno al 120.
DE VITA IULII AGRICOLAE
Prima di cominciare la trattazione, Tacito compie una riflessione sul regime
di Domiziano, che appena morto. Il principato dell'ultimo dei Flavi
caratterizzato da una generale soppressione della libertas, che si riflette
sugli impedimenti imposti all'attivit culturale. Ora finalmente, sotto
Nerva, si torna a respirare, nonostante i rimedi siano pi lenti ad agire dei
mali.

L'opera una biografia del suocero di Tacito, Giulio Agricola, console nel
77. Dal 78 all'85 detiene il comando della Britannia, che assoggetta
completamente. I successi militari suscitano la gelosia di Domiziano. Tacito
presenta dei rumores che incolpano l'imperatore della morte di Agricola
(94). Bench specifichi che sono solo voci, Tacito le presenta in modo da
far ricadere seri sospetti su Domiziano.
Agricola un personaggio che ha saputo farsi strada nella vita con
l'obsequium ( obbedienza) e modestia (disciplina),collaborando con il
potere senza protestare in modo a volte quasi opportunistico. Per togliere
questo sospetto da Agricola, Tacito per prima cosa lo presenta come una
delle vittime di Domiziano. In seguito afferma che pi utile per il bene
dello stato accettare di collaborare piuttosto che ostinarsi nell'opposizione
fino al suicidio, inutile ostentazione di libert.
L'opera una biografia insolita. Tacito si concentra esclusivamente
sull'aspetto pubblico del personaggio, tralasciando i pettegolezzi e le
notizie di vita privata. Il ritratto fisico e appena accennato. Inoltre gli
excursus geografici ed etnografici, i discorsi di Agricola e Calgaco ( capo
britannico che si scaglia contro l'imperialismo romano) e la narrazione
selettiva rendono l'opera pi simile a una monografia storica.
Lo stile vario: nella narrazione il modello Sallustio ( infiniti storici,
ellissi, andamento rapido e conciso); nei due discorsi il modello Livio; i
capitoli finali, che presentano un bilancio complessivo e una commossa
apostrofe al morto, hanno un tono oratorio e presentano una struttura e un
ritmo ciceroniani.
GERMANIA
un trattato etnografico sulla Germania. L'argomento era di grande
( Traiano si trovava sul Reno) e di grande interesse
attualit al momento
per Tacito, che anche nelle opere successive presto attenzione alla
questione germanica.
L'opera divisa in due parti. Nella prima si descrive in generale la
Germania e i suoi abitanti, la loro origine e i loro mores. Nella seconda si
prende in considerazione ciascuna trib, parlando dei loro usi e istituzioni.
Le fonti sono il De bello gallico di Cesare, l'opera di Plinio il Vecchio sulle
guerre germaniche e probabilmente fonti orali.
L'opera non dimostra un vero interesse per l'argomento etnografico da
parte dell'autore. Il punto di riferimento sempre Roma. Innanzitutto
Tacito guarda con ammirazione ai costumi ancora incorrotti dei Germani, in
confronto con la corrotta societ romana, e al fatto che il loro sistema
politico sia basato sulla libertas. Nonostante a volte assuma un
atteggiamento di superiorit verso comportamenti ancora primitivi, il
quadro tracciato nel complesso positivo. D'altro canto Tacito si accorge
che i Germani saranno presto il problema principale di Roma, ed esprime
felicit per il fatto che la grande libertas impedisca loro di unirsi e anzi li
porti spesso a combattersi tra loro.
DIALOGUS DE ORATORIBUS
un dialogo sulla decadenza dell'eloquenza. ambientato nel 75 d.C.
nella villa di Curiazio Materno, ex-oratore diventato poi poeta tragico. Con
lui dialogano due avvocati, Marco Apro e Giulio Secondo. La scelta del
dialogo permette all'autore di esporre pi tesi.
Il primo argomento affrontato il confronto tra poesia e oratoria. Apro
rimprovera Materno per aver abbandonato un'occupazione redditizia come
l'oratoria a favore di una inutile come la poesia. Materno controbatte
sottolineando la mancanza di moralit dell'avvocatura.

Dopo l'arrivo di un quarto interlocutore, Vipstano Messalla, si parla della


decadenza dell'eloquenza e si cerca di trovarne le cause. Apro afferma, in
base a una prospettiva relativista, che l'eloquenza non decaduta, ma
semplicemente mutata per adattarsi ai gusti moderni, che richiedono uno
stile pi brillante, rapido ed elaborato. Messalla invece afferma che
l'eloquenza ha subito un processo di deterioramento, e ne individua le
cause nella negligenza dei genitori nell'educazione i figli, nel basso livello
delle scuole, nella futilit dei temi delle orazioni.
Dopo una lacuna, interviene Materno che individua una causa politica.
L'eloquenza alumna licentiae, non si sviluppa in stati ordinati e ben
costituiti, perch in essi non occorrono violente discussioni per
raggiungere una decisione. Si quindi sviluppata nell'infuocato ambiente
politico della repubblica. In seguito, con la perdita della libert politica, si
arrivati a una situazione in cui le decisioni sono prese da uno solo, che
dovrebbe essere il migliore. Materno afferma che quindi l'eloquenza e una
perdita accettabile, se il guadagno e la stabilit politica dello stato.
L'opera di dubbia attestazione, soprattutto per motivi stilistici, anche se
bisogna considerare che Tacito non ha ancora raggiunto la sua maturit
stilistica. Di solito si pensa che le opinioni dell'autore coincidano con quelle
di Materno, che di fronte alla perdita di importanza dell'oratoria si
dedicato a un altro genere, cio la poesia, cos come Tacito si dedicato
alla storiografia. D'altronde anche la difesa dello stile moderno da parte di
Apro sembra essere vicino alla personalit di Tacito, che aveva uno stile
assolutamente non tradizionale
OPERE STORIOGRAFICHE
HISTORIAE: opera di impianto annalistico dal 69 al 96 d.C. Era
probabilmente in 14 libri, di cui ci rimangono i primi quattro e parte del V,
in cui si parla dell'anno dei quattro imperatori(69) e della presa di potere
da parte di Vespasiano. All'inizio Tacito loda gli storici del periodo
repubblicano e critica quelli del periodo imperiale, inaffidabili per
servilismo o ostilit. Si impegna quindi a fornire un'opera onesta e
obbiettiva. Sottolinea poi l'eccezionalit degli argomenti che tratter,
accentuando e gli aspetti negativi.
ANNALES: opera di tipo annalistico. Era in 16 libri, di cui ci rimangono i libri
I-VI dalla morte di Augusto a quella di Tiberio (14-37); i libri da XI a XII su
l'ultima parte del principato di Claudio (47-54); i libri da XIII a XVI sul
principato di Nerone (54-68). La trattazione di Tiberio e di Nerone si
presenta divisa in due parti, la seconde delle quali presenta la
degenerazione del personaggio e l'emergere della sua natura crudele e
stravagante. Claudio invece un personaggio monolitico, non subisce
mutamenti, ed presentato come inetto e completamente succube delle
mogli e dei liberti. Il centro della narrazione il princeps, su cui il giudizio
sempre di condanna. Tutti gli altri personaggi sono presi in
considerazione nella misura in cui interferiscono con la vita del princeps.
Tacito riprende dalla tradizione storiografica la ricerca dell'imparzialit e
dell'obiettivit. Le fonti ( letterarie, documentarie, orali) sono messe a
confronto. Tuttavia spesso Tacito presenta pi versioni dello stesso fatto
senza prendere posizione per una o per l'altra. Inoltre spesso riporta
rumores, che a volte presenta come infondate, a volte invece le espone in
modo tale da farle sembrare vere e da far ricadere sospetti su un certo
personaggio. Il racconto quindi, anche per il peso dato a certe notizie
rispetto ad altre, risulta a volte tendenzioso o sembra orientare

l'interpretazione verso una determinata direzione. Frequenti sono i giudizi


sui personaggi, spesso negativi, da cui emerge una concezione negativa
dell'umanit.
Tacito rileva come i fatti narrati siano di poco conto rispetto ingrand eventi
della passato, tuttavia ritiene utile soffer marsi su di essi. L'attenzione
rivolta quindi soprattutto sull'aspetto politico e morale e non su quello
militare e civile. Il centro della narrazione e il palazzo imperiale, con tutti i
suoi intrighi.
L'idea principale di Tacito l'ineluttabilit e la necessit del principato. La
libert repubblicana ormai finita e non si pu resuscitare, la sua fine e
irreversibile. Il principato l'esito necessario della degenerazione della
classe politica e della scomparsa del popolo come entit politica. Tuttavia,
mentre nelle opere precedenti Tacito notava l'utilit del principato in vista
del mantenimento dell'ordine all'interno dello stato, ora compie un'amara
riflessione sull'altissimo prezzo di questa situazione. Il principato la
causa, oltre che l'effetto, della degenerazione morale della classe
dirigente, e quindi lo storico si concentra sugli aspetti negativi di esso.
Il centro della narrazione l'individuo. Tuttavia Tacito rifiuta decisamente le
tecniche della biografia, concentrando si solo sull'aspetto pubblico del
personaggio ed evitando i particolari futili. Lo storico inoltre vuole indagare
le cause dell'agire umano e quindi d ampio spazio alle motivazioni
interiori, alle passioni, ai sentimenti, offrendo un'acuta analisi psicologica.
Il personaggio viene presentato tramite un ritratto di tipo sallustiano, cio
non attento alle caratteristiche fisiche ma a quelle morali. Grande
interesse suscitano in Tacito i personaggi mixti, cio quelli che presentano
caratteristiche inconciliabili tra loro e comportamenti contraddittori.
Tacito fa ampio uso dei moduli della storiografia drammatica. Grande
importanza hanno i discorsi. Quelli diretti hanno la funzione di
caratterizzare un personaggio, illustrare drammaticamente una situazione
o esporre un'opinione dell'autore. Quelli indiretti invece di solito servono a
esprimere le idee e le opinioni di una certa classe di persone, e delineano
dunque l'ambiente in cui si svolge la narrazione.
La narrazione resa movimentata e patetica anche attraverso
l'inserimento di morti tragiche, narrazioni di supplizi che indugiano sullo
spavento, descrizioni di catastrofi, rilievo dato a repentini mutamenti di
fortuna. Tutti questi elementi creano un quadro fosco e cupo, che riflette la
concezione pessimista che Tacito ha dell'uomo.
Lo stile molto originale, vigoroso, grave e vario. Il modello principale
Sallustio, da cui riprende numerosi costrutti e la coloritura arcaica della
lingua. La lingua risulta essere anche poetica, con elementi ripresi da
Virgilio e Lucano o costrutti ricercati e suggestivi. Il vocabolario ricco e
purista: Tacito infatti rifiuta termini bassi o volgari, oltre che i grecismi e i
barbarismi, che sostituisce con perifrasi. La sintassi dotata, grazie a
una serie di espedienti ( asindeti, ellissi di sum, zeugmi, infiniti
descrittivi, costrutti participiali), di una brevitas e di una pregnanza
eccezionali, di un andamento rapido e conciso. Altra caratteristica la
varietas, che rende lo stile tacitiano asimmetrico, tormentato e difficile.
Molto presente anche la sententia. Nella costruzione dei dialoghi si rif
soprattutto a Livio. quindi uno stile che fonde tradizione, elementi
contemporanei e scelte personali.

L'ET DEGLI ANTONINI ( 138 d.C. - 192 d.C. )


IL MOVIMENTO ARCAIZZANTE

FRONTONE: originario dell'Africa morto probabilmente nel 179 d.C., fu retore


e avvocato. Secondo gli antichi la sua abilit oratoria era paragonabile a quella
di Cicerone. In et moderna per non si era conservata nessuna sua opera. Nel
1815 e nel 1819 Angelo Mai scopr nove libri di lettere fra Frontone e alcuni
imperatori ( tra cui il suo allievo Marco Aurelio) e alcuni suoi amici, oltre che dei
trattatelli in forma di lettera e una consolatio. Nonostante le aspettative, queste
opere delusero sia per la mancanza di profondit di pensiero sia per il non
emergere di una personalit forte. I fatti raccontati sono ripetitivi e banali. La
cosa pi importate per Frontone la retorica, che ritiene superiore a tutte le
altre discipline. La retorica ormai un abito mentale, e tutti i fatti della vita
sono filtrati attraverso i suoi schemi. Il culto della parola cos importante che
l'elaborazione formale fine a se stessa. Frontone cerca di rivitalizzare la
lingua, cristallizzata da una lunga e gloriosa tradizione, e conferire di nuovo
forza espressiva non attraverso neologismi ma attraverso il recupero di parole
antiche, che risultano prestigiose e inconsuete. Questa tendenza arcaizzante
caratterizza tutta la prosa del II secolo.
AULO GELLIO: nato tra il 125 e il 130 d.C., fu allievo di Frontone. Risiedette ad
Atene, dove cominci la stesura delle Noctes Atticae, che complet a Roma
prima del 180. un'opera miscellanea che si ripropone di fornire rapidamente
notizie erudite. quindi un'opera del filone enciclopedico, ma non tratta
argomenti scientifici. Spesso gli argomenti sono trattati in una cornice
drammatica. C' un grande interesse verso la lingua latina in tutti i suoi aspetti
( morfologia, semantica, etimologia,...) e verso la letteratura ( spesso vengono
commentati brani). La sua opera un'importante miniera di notizie relative agli
autori arcaici. Per quanto riguarda la storia, trattata spesso attraverso aneddoti,
prevale un interesse antiquario ed erudito.

APULEIO

Nacque tra il 120 e il 125 d.C. a Madauro, nell'odierna Algeria. Studio a


Cartagine e ad Atene e viaggi molto. Fu iniziato a numerosi riti misterici ed
ebbe fama di mago. Fu un conferenziere, occupazione diffusa nell'ambito della
seconda sofistica, in cui numerosi oratori giravano per le citt dando prova
della loro abilit oratoria esibendosi in orazioni epidittiche. Nel 158/159 fu
processato a Oea ( presso Tripoli in Libia) per pratiche magiche, ma riusc a
difendersi brillantemente e a ottenere l'assoluzione. Mor tra il 170 e il 190.
DE MAGIA
A Oea, Apuleio spos la madre vedova del suo amico Ponziano. Poco
tempo dopo Ponziano mor. I parenti accusarono Apuleio di aver sedotto la
vedova con la magia per poi ottenerne l'eredit. Apuleio per difendersi
compose questa orazione, conosciuta anche come Apologia.
Per prima cosa traccia un confine tra i suoi avversari, indegni e spregevoli
da una parte, e se stesso ( che contro voglia deve occuparsi di queste
faccende meschine) e il giudice, che come lui onesto, onorabile e
acculturato, dall'altra. Segue poi una confutazione delle accuse minori di
immoralit ricavate da alcune sue abitudini, come quella di lavarsi i denti
con il dentifricio e quella di scrivere poesie d'amore.
Passa poi a confutare l'accusa di magia, sostenendo che egli segue una
magia di tipo nobile, che, secondo la filosofia neoplatonica, permetteva
all'individuo di entrare in contatto con il mondo divino, ma che non
conferiva la capacit di influire sulle vicende umane. Non segu mai invece
la magia di tipo volgare. Per dimostrare ci, Apuleio fa ampio uso della sua
cultura filosofica, scientifica e letteraria, trasformando un'orazione
giudiziaria in una epidittica.

Il suo modello stilistico Cicerone, che egli integra con procedimenti

retorici tipici del suo tempo, neoformazioni e parole poetiche o antiquate


FLORIDA: e un insieme di estratti dalle conferenze di Apuleio. Gli argomenti
sono i pi disparati e superficiali, tutti trattati con grande abilit tecnica.
Apuleio dimostra di saper parlare bene di qualsiasi cosa
OPERE FILOSOFICHE: ci sono giunti una serie di trattati filosofici attributi ad
Apuleio, di cui per solo due sono ritenuti autentici: il De Platone et eius
dogmate e il De mundo. Queste opere contribuirono a diffondere il pensiero
platonico nel Medioevo.
METAMORFOSI
un romanzo in 11 libri. La storia raccontata praticamente identica a
quella di un'opera di Luciano, intitolata Lucio o l'asino. Probabilmente
Luciano e Apuleio si ispirarono a una fonte comune. Rispetto a Luciano,
l'opera di Apuleio molto pi estesa.
Il romanzo pu essere diviso in tre blocchi
1 Libri I-III: il protagonista, Lucio, giunge a Ipata, in Tessaglia. mosso
da curiositas e dal grande desiderio di apprendere le tecniche
magiche. ospitato a casa di Milone, la cui moglie e una maga. Ha
una relazione con la serva Fotide, che gli procura un filtro che per
invece di trasformarlo in uccello come desiderava lo muta in un
asino. Lucio apprende che per tornare uomo dovr cibarsi di rose.
La metamorfosi avviene progressivamente e attraverso la tecnica
omologica
o di verosimiglianza ( braccia > zampe, ...). La
narrazione compatta e unitaria, e ha come temi la curiositas e la
magia.
2 Libri IV-X: descrive le disavventure di Lucio, asino dalla sensibilit
umana. La struttura e paratattica, le vicende si susseguono una
dopo l'altra senza soluzione di continuit. Questa struttura caotica
riflette la confusione e l'arbitrariet del mondo che circonda Lucio.
Sono inserite molte novelle tra cui quella di Amore e Psiche che,
spinta come Lucio da curiositas, trasgredisce l'ordine divino e deve
affrontare delle prove per tornare alla condizione originaria.
3 Libro XI: dopo essere fuggito dall'anfiteatro di Corinto, si reca in una
spiaggia, dove disperato rivolge delle preghiere a Iside, e la dea,
commossa, lo aiuta. Lucio assiste a una processione in onore della
dea, e il sacerdote lo conduce alle rose. Tornato uomo, Lucio diventa
adepto del culto di Iside.
L'opera sembra inserirsi, come sembra farci capire lo stesso Apuleio, nel
genere della fabula milesia, cio un racconto leggero di solito di
argomento erotico e licenzioso. Tuttavia l'ultimo capitolo ( nota: 11 e un
numero importante nel culto isiaco, perch l'iniziazione avveniva dopo 11
giorni) sembra dimostrare che l'opera abbia un intento pi alto rispetto al
divertimento. O esso un'infelice aggiunta per salvarsi la reputazione,
oppure il capitolo che d significato all'intera opera.
Come dice il sacerdote di Iside, Lucio ha ceduto alla curiositas, al piacere
e al desiderio di piegare la natura al proprio volere con la magia. Per
questo stato punito e trasformato in asino. Attraverso per l'intervento
della Fortuna, rappresentata da Iside, Lucio ha saputo sollevarsi da questi
desideri terreni verso qualcosa di pi elevato, verso una vita spirituale, in
accordo con gli insegnamenti neoplatonici.
Nel suo discorso, il sacerdote si rivolge a Lucio chiamandolo
Madaurensis. Siamo quindi spinti a dare un'interpretazione autobiografica
all'opera. Come Lucio, Apuleio in un primo momento si interess di magia,

da lui valutata negativamente nelle Metamorfosi. In seguito si ravveduto


aderendo al culto isiaco. Questo avviene non grazie alla ragione umana,
ma per un intervento della divinit. Apuleio testimone di quella fase del
neoplatonismo caratterizzata da una forte vena mistica e religiosa, che
porta il filosofo a diventare membro di culti misterici. La filosofia vista
come un mezzo per entrare in contatto con il divino.
In quest'ottica molto importante anche la favola di Amore e Psiche.
Psiche, che come ci suggerisce a il nome simbolo dell'anima umana, per
la sua curiositas perde l'originaria condizione di beatitudine che riesce a
recuperare dopo varie peripezie, secondo uno schema iniziatico, grazie
all'intervento della divinit, cio Amore.
All'inizio dell'opera Apuleio afferma: lector, intende, laetaberis. Laetaberis
da intendere sia come ti divertirai per il contenuto comico dell'opera che
l'avvicina alle fabulae milesiae, sia che otterrai giovamento per il carattere
edificante dell'opera.
L'opera si configura come un romanzo. L'antec edente latino in questo
genere Petronio. Ci sono alcune differenze tra i due: Petronio usa il
prosimetro, Apuleio solo la prosa; in Petronio sono presenti rimandi alla
contemporaneit, in Apuleio no; in Apuleio l'aspetto educativo ed
edificante pi marcato, mentre in Petronio prevale la dimensione del
raffinato gioco letterario. Entrambi poi presentano novelle, una narrazione
giocata intorno al viaggio e alla peripezie e un amore soprattutto carnale,
anche se Apuleio, attraverso la novella di Amore e Psiche, invita a un
amore pi spirituale. La caratterizzazione dei personaggi pi vaga in
Apuleio. Mentre Petronio mantiene le distanze tra lui e il suo personaggio,
l'opera di Apuleio pu essere interpretata in chiave autobiografica.
Lo stile di Apuleio artefatto, anche quando viene cercata la semplicit ci
si accorge dell'elaborata lavorazione formale che sta dietro. Il sermo
cotidianus accolto ma filtrato attraverso la grande cultura dell'autore.
Prende spunto soprattutto dalla commedia latina e dalla satira. Il lessico
molto vario e poetico. La disposizione delle parole all'interno della frase
obbedisce a criteri artistici. Grande valore hanno le figure di suono.
Funzionale alla creazione di questo stile la grande esperienza oratoria
dell'autore.

GLI INIZI DELLA LETTERATURA CRISTIANA

Agli inizi della sua storia, la lingua del cristianesimo era il greco, sia perch nel I
secolo la nuova religione era ancora praticata solo da gente orientale, sia
perch in greco erano i testi sacri. Anche quando poi usci dalle comunit
orientali, soprattutto giudaiche, il cristianesimo continu a usare il greco. La
letteratura cristiana in latino nasce intorno alla met del II secolo, quando il
cristianesimo inizi a trovare adepti anche in ambienti dove il greco non era
conosciuto bene, e quindi allinizio essa fu una letteratura di traduzione.
Le prime versioni bibliche sono conosciute attraverso manoscritti contenenti
vari passi e citazioni. Questo insieme disomogeneo era raggruppato in passato
sotto il nome di Vetus Latina, come se si trattasse di un gruppo unitario, ed era
poi a sua volta diviso in due sottogruppi, Itala e Afra. Erano traduzioni dal greco,
e nel caso del Vecchio Testamento erano traduzioni di traduzioni, in quanto
loriginale era in ebraico. Per il Vecchio Testamento era usata la traduzione dei
Settanta (III sec. a.C.). Ai tempi di Agostino si sentiva la necessit di una
revisione di queste traduzioni (di cui poi si occup Gerolamo) sia perch spesso
non corrispondevano alloriginale sia perch erano scritti in una lingua rozza e
non pura.

Queste traduzioni sono diverse da quelle classiche cosiddette artistiche. Mentre


infatti il traduttore classico rielaborava il testo originale con ampliamenti o
omissioni, i traduttori cristiani presentavano una fedelt assoluta verso
loriginale, che riproducevano scrupolosamente per non perdere il messaggio
originale. Inoltre le traduzioni furono anche utili ad ampliare la lingua altina dal
punto di vista lessicale e semantico: ci sono prestiti dallebraico (seraphin,
cherub, gehenna), dal greco (apostolus, baptizo, clerus, diaconus, ecclesia,
episcopus, evangelium, laicus, martyr, propheta) e molte parole assunsero un
nuovo significato (beatificare, fides, passio, confessio, )
ATTI E PASSIONI: con questi due termini si indica un certo tipo di letteratura
sorta in greco durante la met del II secolo e poi diffusasi con il proseguire delle
persecuzioni. Gli Atti riproducono semplicemente il verbale del processo, mentre
le Passioni danno anche spazio ai fatti prima e dopo. Questi testi servivano a
fornire alle comunit figure esemplari di credenti che avevano testimoniato
pubblicamente la loro fede. Da questi scritti emerge anche la distanza tra i
pagani, che reputavano il cristianesimo (assolutamente monoteista e che
predicava la separazione tra la sfera pubblica e quella privata) una dementia.
Una di queste opere, la Passione di Perpetua e Felicita, contiene il diario scritto
dalla giovane Perpetua in carcere, per noi documento inestimabile in quanto
scritto da una donna in un sermo humilis autentico.
APOLOGETICA: un filone importantissimo della nuova letteratura, nato in
ambito greco e diffusosi a partire dal II secolo anche in latino. Sono opere il cui
intento difendere il cristianesimo dagli attacchi degli avversari.
MINUCIO FELICE: originario della Numidia. Scrisse lunica opera dialogica di
tutta lapologetica latina, lOctavius, probabilmente alla fine del II secolo. I
protagonisti sono Minucio stesso e due suoi amici, il cristiano Ottavio e il pagano
Cecilio. un dialogo ciceroniano con cornice drammatica e opinioni esposte da
vari personaggi. Cecilio accusa i cristiani di: rifiutare la religione tradizionale che
ha reso grande Roma, e quindi di essere nemici dello Stato; di comportarsi in
modo fanatico e irrazionale, a causa della loro origine spesso bassa; di praticare
riti cruenti e avere credenze sciocche. Ottavio rimprovera a Cecilio di avere una
mentalit scettica e di non credere che luomo possa arrivare alla verit.
Contrappone al suo disprezzo per gli incolti il rispetto del cristianesimo verso
tutti gli uomini. Sostiene poi le credenze cristiane e dimostra lassurdit di
quelle pagane con laiuto di autori e filosofi classici (la Bibbia non mai citata).
Esalta lo spirito di amore e fratellanza che caratterizza i cristiani. Alla fine riesce
a persuadere Cecilio. Minucio si rivolge a un pubblico di pagani colti
evidenziando gli elementi di continuit tra la cultura pagana e quella cristiana. Il
tono garbato e misurato, lo stile elegante, ciceroniano, ma anche aperto a
elementi moderni.
TERTULLIANO
Nacque a Cartagine verso la met del II sec. Fece studi letterari e
giuridici. Dopo un soggiorno a Roma e la conversione, visse per tutta la
vita a Cartagine. Nel 213 ader alleresia montanista, molto rigorosa sul
piano pratico, per poi creare una sua setta, quella dei tertullianisti,
ancora pi rigorosa. Dopo il 220 non abbiamo pi sue notizie.
APOLOGETICUM (197): unopera apologetica molto polemica rivolta alle
autorit politiche. Dopo aver confutato le dicerie diffuse nel popolino,
Tertulliano risponde alle accuse di sacrilegio e lesa maest , dicendo che
i pagani accusano i cristiani senza conoscerli. Attacca poi la corrotta

societ pagana e la sua immorale religione. Afferma la superiorit del


cristianesimo, e torna poi ad attaccare i pagani, che privano i cristiani
della libert di culto. Questo accanimento ingiustificato, in quanto i
cristiani, seguendo le parole di Ges stesso, sono attivi nella vita politica
e pregano Dio per la salvezza dellimpero e dellimperatore. Inoltre ormai
i cristiani sono diffusi ovunque, ed assurdo accanirsi contro di loro.
Chiude esaltando il martirio e affermando che le persecuzioni non solo
non distruggono il cristianesimo, ma ne aumentano le aderenze.
OPERE ANTIERETICALI: Tertulliano, con le sue conoscenze teologiche e le
sue abilit dialettiche e polemiche, si scaglia in vari scritti (Adversus
Marcionem, De Carne Christi, Adversus Valentinianos, De anima, )
contro alcune delle eresie allora diffuse, come il docetismo o lo
gnosticismo. Contro il docetismo, che non accetta la natura corporea di
Cristo, ribatte che se Cristo fosse stato un fantasma allora sarebbe stato
un inganno, le sue sofferenze e la sua resurrezione non sarebbero state
degne di fede. Si oppone poi alla ripugnanza per il corpo, estranea
allinsegnamento cristiano. Contro gli gnostici afferma che il peccato non
del corpo ma dellanima, dotata di libero arbitrio.
OPERE ETICO-DISCIPLINARI: opere di argomento morale e disciplinare, in
cui si manifesta la progressiva intransigenza di Tertulliano che lo port al
montanismo. Dopo unopera contro gli spettacoli circensi (De
spectaculis) scrisse due opere (De culto feminarum, Ad uxorem) in cui
con un moralismo equilibrato rifiuta lasprezza verso le donne. Nelle
opere montaniste (De exhortatione castitatis, De monogamia, De
virginibus velandis in cui afferma che le vergini devono andare in giro
velate, De corona e De idololatria, contro il servizio militare e lidolatria)
il rigorismo si accentua e lo stile si fa pi secco.
Tertulliano veemente. Appassionato, spesso sarcastico e derisorio. Per
comunicare al lettore la verit fa uso di immagini grandiose e spesso
oscure. Lo stile acceso e stringato, fa uso di antitesi e parallelismi, e
ricorda lo stile diatribico e senecano

LET DEI SEVERI E LA CRISI DEL III SECOLO (192 d.C. 284
d.C.)
LA LETTERATURA PAGANA

POESIA: la poesia del III secolo non presenta alcun autore di rilievo.
caratterizzata dalla ripresa stanca di modelli classici sia dal punto di vista della
forma sia da quello dei contenuti. Si diffonde il fenomeno dei centones,
componimenti realizzati con versi e parti di versi desunti da Virgilio. Virgilio
appunto lautore pi ripreso, soprattutto per la sua poesia bucolica. Gran parte
dei componimenti sono noti attraverso lAnthologia Latina, che nel suo nucleo
principale risale a una silloge africana del V-VI sec. In essa vi il Pervigilium
Veneris, inno a Venere noto per le sue doti stilistiche.
PROSA: ancora pi insignificanti sono le testimonianze della prosa. Gli autori
principali furono grammatici o eruditi che scrissero opere di tipo enciclopedico.

LA LETTERATURA CRISTIANA

CIPRIANO
Nacque a Cartagine agli inizi del III secolo da ricca famiglia pagana.
Ricevette una buona educazione retorica e fu un uomo di successo (non
si sa se per lavvocatura o linsegnamento). Nel 245 si convert, divent
prete e nel 249 divent vescovo di Cartagine per acclamazione popolare.

Nel 249 scoppi la persecuzione di Decio: tutti i cittadini dovevano


provare la loro lealt politico-religiosa davanti a commissioni che
rilasciavano un attestato. Si diffuse il fenomeno dei lapsi, cio i cristiani
che cedettero alla violenza e abiurarono la loro fede. Dopo la fine della
persecuzione (251), Cipriano (che si era nascosto durante le violenze
continuando a dirigere la comunit) assunse un atteggiamento moderato
verso i lapsi che volevano rientrare nella comunit, riaccogliendoli dopo
severe penitenze. Questo gli procur molte critiche da coloro che non
volevano accogliere i lapsi. Nel 252 scoppi una pestilenza, e Cipriano si
prodig per fornire assistenza. Nel 257 scoppi la persecuzione di
Valeriano e Gallieno: Cipriano, prima esiliato a Crubis, fu ricondotto nel
258 a Cartagine e decapitato.
Cipriano scrisse molti opuscoli destinati alla comunit sia riguardo le
difficili situazioni che si trov a gestire (De lapsis, De ecclesiae catholicae
unitate, De mortalitate sullepidemia, Ad Fortunatum de exhortatione
martyrii) sia riguardo la sua carica di vescovo e quindi su problemi
dottrinali e morali (De dominica oratione, De habitu virginum, De opere
et eleemosynis, De bono patientiae, in cui si contrappone allatarassia
pagana la patientia, vista non come sopportazione dei mali ma come
serena attesa del bene futuro). Scrisse anche unopera apologetica, lAd
Demetrianum.
EPISTOLARIO: 81 lettere (di cui 16 di corrispondenti) in cui sono trattati
vari argomenti tutti collegati alla carica di vescovo di Cipriano. Si
manifesta lappassionata partecipazione di Cipriano alle vicende della sua
citt, si insiste sulle responsabilit, sui doveri e sui poteri del vescovo, si
coglie il sentimento di affetto e fratellanza che lega Cipriano ai suoi fedeli
ma anche a tutte le altre comunit cristiane.
Lo stile moderato e controllato, in quanto Cipriano, nonostante la forte
personalit, era conscio della sua responsabilit di vescovo e non si lascia
trascinare dalle emozioni. I periodi sono ben modellati, le clausole
armoniose, fa grande uso dellantitesi, che contrappone la visione del
mondo pagana a quella cristiana. Numerose sono le citazioni bibliche.
ARNOBIO: Nacque a Sicca Veneria, in Tunisia. Era un maestro di retorica, he si
convert improvvisamente al cristianesimo, e per dimostrare al vescovo la
seriet della sua conversione scrisse la sua opera, lAdversus nationes (Contro i
pagani). un trattato in 7 libri, concluso prima del 311 d.C. Il primo libro
respinge laccusa che le calamit che affliggono limpero sono la punizione per
lempiet dei cristiani. I libri dal III al VII attaccano le credenze religiose pagane
con tono acceso e a volte beffardo e satirico. Nel II libro prima afferma che la
presenza delluomo nel mondo non importanza per lesistenza del mondo
stesso. Poi afferma che luomo, per la sua miseria morale, non pu essere stato
creato da Dio, bens da qualche entit inferiore (influsso del neoplatonismo). Dio
non pu volere il male, ma il male c, e questo in contraddizione con il fatto
che nulla pu essere creato nelluniverso senza il permesso di Dio. Questa
contraddizione non pu essere risolta dalluomo. Il cristianesimo di Arnobio non
ortodosso, ma presenta influssi di teorie gnostiche, oltre che del suo personale
pessimismo. Lo stile a volte brillante, a volta enfatico.
COMMODIANO: la sua collocazione cronologica incerta. Oggi lo si pone nel III
secolo. il primo poeta cristiano. Ci sono giunte due sue opere: le Instructiones,
raccolta in due libri di 80 poesie, di cui il primo libro riprende le accuse alla
religione pagana, mentre il secondo offre suggerimenti alle varie categorie della

comunit cristiana; il Carmen apologeticum adversus Iudaeos et Graecos,


poemetto in esametri in cui vengono riportati i contenuti della fede cristiana,
dalla creazione allapocalisse. La lingua e lo stile si distaccano dalla tradizione
classica: sono presenti irregolarit, neologismi, barbarismi, colloquialismi. Lo
stile reso oscuro dalle immagini audaci, dalle ellissi, dagli anacoluti,
dallallusivit e dal tono spesso profetico. La metrica quantitativa tradizionale
non pi osservata, e la cadenza prosodica dellesametro fondata sullalternarsi
di lunga e breve sostituita da cadenza fondata sullaccento di parola. Non si sa
se questa innovazione sia cosciente o dovuta alla scarsa cultura dellautore.
Tuttavia Commodiano sembra avere una certa cultura e conoscere i poeti
precedenti, quindi forse la sua unadeguazione dello stile a un pubblico basso.

DA DIOCLEZIANO ALLA FINE DELLIMPERO (285 d.C. 476


d.C.)
AUSONIO

Nacque a Burdigala (Bordeaux) verso il 310. Studi a Bordeaux e a Tolosa e


divent insegnante di grammatica e retorica nella sua citt natale. Nel 364
divent precettore del figlio di Valentiniano I, Graziano. Intraprese la carriera
politica, culminata nel consolato del 379. Alla morte di Graziano (383) si
ritir a vita privata. Mor presso Bordeaux nel 394.
Ader al cristianesimo, ma pi per convenienza, in quanto permetteva di
avere un buona carriera politica. imbevuto di cultura classica, e presenta
una mentalit tipica del paganesimo del IV secolo. Le sue opere sono
tramandate in unampia silloge chiamata Opuscula. Sono per lo pi in metri,
e presentano la grande abilit tecnica e stilistica che Ausonio fece propria
grazie alla sua attivit di retore. La letteratura vista come un esercizio
dotto e ingegnoso oppure come un gioco elegante e difficile. Questa
tendenza, in unepoca che aveva sempre pi difficolt nel trovare nuovi
contenuti, molto diffusa nel IV secolo.
MOSELLA: il componimento pi esteso e famoso. in esametri. Descrive il
viaggio di ritorno dal Reno (presso cui si era recato al seguito di Valentiniano
nel 368-369) a Treviri fatto lungo il fiume Mosella. Il poeta tralascia gli aspetti
politici e militari e si impegna in una descrizione del fiume, della sua fauna,
dei territori intorno a esso. La realt trasfigurata in unatmosfera dolce e
serena grazie alla ripresa di vari classici, soprattutto Virgilio. Lopera
definita un epillio, ma dato che la dimensione descrittiva si impone su quella
narrativa pi simile a un
Molto importante la vena celebrativa. Ausonio celebra luoghi o persone.
Nei Parentalia elogia i suoi parenti defunti, fornendo dei ritratti edificanti e
idealizzati. Sono presenti anche epigrammi e giochi. Caratterizzati da una
grande tenerezza sono i versi amorosi dedicati alla giovane schiava
germanica Bissula, da lui liberata ed educata.
Sono presenti anche 25 epistole tutte in versi (tranne una destinata a
Simmaco). I versi sono soprattutto esametri e distici elegiaci. Sono
esercitazioni letterarie, ma ci danno notizie sulla personalit dellautore e
sugli ambienti che frequenta. Ausonio ha una visione raffinata della vita,
dominata dallamicizia e dalla cultura.
Molto importanti sono le lettere a Ponzio Paolino, che Ausonio elogiava per la
cultura e con cui intratteneva un proficuo rapporto intellettuale. Paolino in
seguito si convert e si dedic a una vita ascetica. Ausonio non comprende
questa scelta, che significa labbandono del passato rappresentato dalla

cultura classica per una nuova concezione della vita, passato da cui invece
Ausonio non riesce a distaccarsi

SIMMACO

Nacque verso il 340 a Roma da una famiglia dell'aristocrazia senatoria. Nel 369370 fu a Treviri come inviato del senato presso Valentiniano I. L conobbe
Ausonio. In seguito fu proconsole d'Africa nel 373, prefetto di Roma nel 384385, console nel 391. Probabilmente mor nel 402.
Simmaco e un esponente dell'intellettualit pagana, che si impegna nel
tentativo di restaurare la tradizione classica. Sotto quest'ottica e importante la
questione dell'altare della Vittoria. Nel 382 Graziano abol i privilegi finanziari
dei sacerdoti pagani e fece rimuovere dalla Curia romana, sede del senato, la
statua della Vittoria l posta da Augusto dopo Azio, simbolo dell'antica
grandezza di Roma e del legame con la tradizione. I pagani protestarono
vivamente, e inviarono una delegazione a Graziano, che, spinto dal vescovo di
Milano Ambrogio, non la ricevette. Nel 384 Simmaco pot tenere il suo discorso
davanti all'imperatore Valentiniano II, ma Ambrogio intervenne ancora,
ribattendo punto per punto e ottenendo che l'ambasceria fosse rimandata a
mani vuote.
Il discorso di Simmaco un'appassionata difesa della tradizione, che per il
bene dello stato non deve essere abbandonata. Propugna inoltre il
principio della libert religiosa, affermando che esiste un'unica divinit
interpretata e venerata dagli uomini in modo diverso.
La risposta di Ambrogio, contenuta nell'epistola 17, afferma invece che la
salvezza pu essere assicurata solo il Dio cristiano, che l'unico e vero
dio.
Le due posizioni sono inconciliabili: Simmaco, secondo la mentalit
tradizionale, concepisce la religione come un insieme di culti rivolti a una
divinit indefinita, e quindi sostiene un relativismo e un pluralismo venati
di scetticismo; Ambrogio invece ha una forte fede in quella che per lui, in
base agli insegnamenti cristiani, l'unica verit accettabile.
Di Simmaco abbiamo otto orazioni, di cui tre sono panegirici e uno un
discorso di ringraziamento per il consolato del padre, lo stile quello
magniloquente e ampolloso tipico dell'oratoria encomiastica.
Abbiamo anche un epistolario in dieci libri di cui l'ultimo presenta lettere
ufficiali (relationes), con uno schema simile all'epistolario di Plinio. fortemente
letterario, presenta situazioni convenzionali che lasciano trasparire ben poco
riguardo l'ambiente in cui viveva l'autore. L'epistola stilizzata fino a essere
ridotta a puro gioco letterario, in cui quello che veramente conta
l'elaborazione stilistica. Lo stile, pur fingendo la spontaneit che si addice al
genere, ricercato e prezioso,cricco di rimandi ai classici.

I PANEGYRICI LATINI

una raccolta formatasi tra il IV e il V secolo di 11 orazioni epidittiche scritte da


oratori vari per elogiare degli imperatori (Massimiano, Costanzo, Costantino,
Giuliano e Teodosio).
Sono tutte molto simili tra di loro perch seguono gli schemi tipici dell'encomio.
Del personaggio vengono celebrate le origini, la formazione, le imprese e le
virt, con ricorso a luoghi comuni morali ed esempi storici. Il loro valore storico
per limitato dal fatto che spesso la realt alterata o vengono taciuti gli

aspetti spiacevoli di un certo principato, per concentrarsi solo su quegli aspetti


che rendono onore al princeps.
Lo stile si ispira a Cicerone e a Plinio, che con il Panegirico di Traiano offre un
valido antecedente. Spesso per il tono diventa magniloquente ed enfatico.

AMMIANO MARCELLINO - vedi appunti Moretti


HISTORIA AUGUSTA

Raccolta di 30 biografie di imperatori da Adriano a Carino e Numeriano. I codici


riportano i nomo di sei autori, tuttavia l'impostazione unitaria fa pensare a un
unico autore. Una serie di dediche e apostrofi a Diocleziano e a Costantino
spinge a datare l'opera al loro regno, tuttavia per delle contraddizioni e degli
anacronismi, gli studiosi la collocano alla fine del IV secolo. Il modello
Svetonio. Le notizie riportate sono spesso inattendibili se non addirittura
inventate. Il personaggio trattato non seguendo la cronologia, ma per
species, come Svetonio. La tendenza filo senatoria, in quanto vengono
elogiati solo i princeps che ebbero buoni rapporti cono il senato. Dal punto di
vista religioso l'opera chiaramente pagana. Lo stile monotono e trasandato
ma interessante per il gran numero di colloquialismi e di espressioni del latino
tardo.

LA LETTERATURA CRISTIANA DEL IV SECOLO

GIOVENCO: scrive una parafrasi in esametri in quattro libri dei Vangeli. L'intento
contrapporre alle grandi opere classiche, che per raccontano cose false,
un'opera che tratti la vita edificante di Ges. Contemporaneamente vuole
inserire il messaggio della Bibbia in un genere a cui i dotti pagani sono abituati.
Giovenco dovette modificare il registro elevato epico per far fronte a un altro
tipo di grandezza che si basava sulla semplicit. Lo fa con una grande abilit
tecnica e adattando schemi epici alla narrazione evangelica, che rispetta
fedelmente
LATTANZIO: nacque in Africa da famiglia pagana. Fu retore e allievo di Arnobio.
Dal 316 visse in Gallia, dove fu precettore di Crispo, figlio di Costantino.
DIVINAE ISTITUTIONES: un trattato in 7 libri composto tra il 304 e il
313/314. I primi tre libri vengono confutati gli errori e le assurdit della
religione pagana e delle teorie filosofiche. Negli ultimi quattro si parla della
dottrina cristiana. La giustizia posseduta solo dai cristiani in quanto essa
connessa con il culto dell'unico vero Dio. Fin dall'inizio Lattanzio afferma
il carattere didascalico della sua opera e di volersi rivolgere sia ai docti sia
agli indocti. Contro i pagani non assume il tono dell'invettiva ma quello del
dialogo. Il tono e lo stile sono pacati e misurati, semplici ma non privi di
eleganza.
DE MORTIBUS PERSECUTORUM: un'operetta composta nel 314-315 in
cui si afferma che la punizione divina ha colpito tutti gli imperatori che
hanno perseguitato i cristiani, da Nerone fino agli ultimi, Massimiano,
Galerio e Massimino. Esalta poi Costantino e Licinio e al libert di culto
finalmente concessa. L'opera contiene notizie importanti sull'ultimo
periodo di persecuzioni (303-313). A lungo si discusso sull'autenticit
dell'opera, soprattutto per il tono spesso polemico. Oggi ritenuta
autentica.
Altre opere sono il De opificio Dei (303-304), in cui la descrizione
dell'anatomia umana e presa come prova della sapienza e della bont di
Dio, il De ira Dei, in cui ira sta per giustizia divina, e il poemetto De ave

phoenice, che riprende il mito pagano della fenice, che diventa simbolo
dell'immortalit dell'anima.
FIRMICO MATERNO: di origini siciliane, scrisse opere sia mentre era pagano sia
mentre era cristiano. La sua conversione sembra basata pi su convenienza
che su convinzione. Nella sua opera apologetica De errore profanarum
religionum attacca con grande violenza la religione pagana e dimostra con
rimandi alla Bibbia che i riti pagani sono deformazioni delle verit del
cristianesimo. Invita poi i pagani a convertirsi e gli imperatori ad abolire i culti
pagani. Fa un uso abbondante di espedienti retorici e di citazioni, ma la
struttura argomentativa risulta debole.
MARIO VITTORINO: grammatico e filosofo, si convert in tarda et dopo un
percorso interiore e personale. Tent di conciliare le tesi neoplatoniche con la
dottrina cristiana. Fu uno dei primi a inserire consapevolmente lo Spirito Santo
nella Trinit.
ILARIO DI POITIERS: vescovo di Poitiers, nel 356 fu esiliato in oriente
dall'imperatore Costanzo II per le sue posizioni anti-ariane. In oriente entr in
contatto con la patristica orientale. Rientr a Poitiers nel 360 e qui mor sette
anni dopo.
De mysteriis: un manuale pratico di esegesi biblica destinato ai sacerdoti
e ai predicatori. Ilario, pur non trascurando la dimensione storica della
Bibbia, convinto che esista oltre il significato letterale un altro significato
pi profondo e importante, in quanto fa riferimento a realt spirituali e
future. Questa convinzione rinsaldata dalla conoscenza del metodo
allegorico della scuola di Alessandria. Concilia quindi i metodi della
tradizione ecclesiastica occidentale con quelli allegorici orientali.
De trinitate: un'opera dottrinale che ha con obbiettivo polemico le teorie
ariane. Intende affrontare la problematica trinitaria in tutti i suoi aspetti
con tutti i mezzi a sua disposizione, che vanno dalle opere in latino a
quelle in greco, dalle Sacre Scritture alla dialettica. L'introduzione presenta
una confessione del suo percorso spirituale, contrassegnato dal desiderio
di scoprire la verit e dalla gioia della scoperta. Tutta l'opera pervasa dal
desiderio di impegnare ogni parte del suo essere per diffondere il
messaggio di Dio con entusiasmo.

AMBROGIO

Nacque da famiglia di origine romana a Treviri (sede del prefetto del pretorio,
carica ricoperta allora dal padre di Ambrogio) fra il 333 e il 340. Fu educato a
Roma, e nel 370 fu nominato governatore di Liguria ed Emilia, la cui sede era a
Milano. Qui, nel 374, mentre cercava di sedare i contrasti tra cattolici e ariani
per l'elezione del vescovo, fu unanimemente eletto dalla folla. Dopo un attimo
di esitazione, accett l'incarico e ricevette i sacramenti. Si impegn nello studio
della teologia e nell'amministrazione della comunit, presiedendo alle
cerimonie e aiutando i bisognosi. D'altra parte, i suoi trascorsi politici lo
portarono a occuparsi anche di politica, sia ecclesiastica, dove combatt ogni
forma di eresia, sia civile, dove si impegn per eliminare ogni forma di
ingerenza da parte del potere negli affari della Chiesa. Si impegn anche nella
lotta contro il paganesimo, come dimostra la questione della statua della
Vittoria. Ebbe stretti rapporti con la corte e fu sempre fedele a Roma. Cerc
sempre di favorire la Chiesa cattolica, e questo gli riusc sotto Teodosio, con il
quale il cattolicesimo divent la religione ufficiale dell'impero, mentre furono
banditi arianesimo e paganesimo. Ci furono anche momenti di attrito, come la

penitenza imposta a Teodosio per la strage di civili da lui ordinata a Tessalonica.


Ambrogio mor nel 397.
Ambrogio compose molte opere esegetiche, soprattutto sullAntico Testamento.
Il suo metodo soprattutto allegorico: egli vede nei patriarchi e nelle loro
vicende figure di Cristo e della Chiesa oppure espressioni di vizi e di virt.
Opera importante lExameron, raccolta di nove prediche sulla Genesi.
Ambrogio invita a considerare la bellezza e lutilit del creato, simbolo della
sapienza divina, e prende spunto dalle propriet di piante o animali per
ricavarne insegnamenti morali. Emerge lidea della solidariet tra luomo e
lintero cosmo.
DE OFFICIIS: un trattato di morale cristiana. Riprende lopera omonima di
Cicerone sia nellimpostazione (3 libri ) sia nel contenuto ( honestum, utile e
rapporto tra i due, che peraltro coincidono). Si ritrovano precetti morali tipici
dello stoicismo, come il dominio delle passioni e la virt come sommo bene.
Ambrogio per tenta di trasformare la morale pagana in una morale cristiana,
fondandola sullinsegnamento biblico. La concezione del dovere passa da un
piano morale a uno religioso, e non si considerano pi beni quelli della vita,
perch chi riceve beni in questa vita, nellaltra soffre tormenti. Il dovere poi
esteso anche agli schiavi, alla plebe e alle donne. Lopera, nonostante le
difficolt ad armonizzare gli elementi ciceroniani con linsegnamento biblico,
fornisce una grande quantit di insegnamenti pratici.
Scrisse poi opere sulla verginit delle donne, vista come unica via di
emancipazione dalla vita coniugale. Ambrogio critica aspramente la prassi
matrimoniale del mondo romano, soprattutto il costume che sia luomo a
scegliere la sposa e non viceversa e la concezione del matrimonio come
contratto economico.
Abbiamo quattro orazioni funebri in onore del fratello Satiro (2), dellimperatore
Valentiniano II e di Teodosio. Riprendono gli schemi del genere consolatorio. Lo
stile elevato, con numerose citazioni classiche e bibliche. Di Ambrogio si
conservato anche un epistolario, che ci fa conoscere i particolari della sua
attivit.
Ambrogio introdusse con scopo catechetico labitudine di intonare inni, che
secondo lui avevano una grande capacit di influire sulla coscienza dei fedeli.
Lui stesso compose degli inni, di cui ce ne rimangono quattro ( Aeterne rerum
conditor, Deus creator omnium, Iam surgit hora tertia, Intende, qui regis Israel).
Gli argomenti sono legati alla liturgia e funzionali a essa. La struttura metrica
innovativa: sono in dimetri giambici acatalettici raggruppati in quartine. Lo stile
curato, e attraverso parallelismi, anafore e chiasmi contribuisce a dare
musicalit alla composizione e a facilitarne la memorizzazione. Profonde verit
teologiche sono trasmesse con semplicit tramite immagini e simboli visivi,
cosa che aveva gi fatto nellExameron.

CLAUDIANO

Nacque ad Alessandria e conosceva bene sia il greco sia il latino. Nel 394/395
giunse a Roma, per poi spostarsi alla corte di Onorio a Milano. Dopo il 404 non
abbiamo pi sue notizie.
Scrive soprattutto poesie d'occasione brevi. Sono per lo pi carmi descrittivi o
elogiativi. Ci sono giunti anche un buon numero di panegirici in onore di
personaggi importanti della corte, soprattutto del generale Stilicone. Questi
panegirici, in esametri, riprendono gli schemi del panegirico in prosa. Tuttavia
Claudiano introduce anche elementi presi dall'epos, come discorsi, descrizioni,
cataloghi, prodigi, presagi, concili di dei. In uno di essi presente un elogio di

Roma, che, nonostante il suo declino, vista come un elemento unificante per
i popoli, garante di organizzazione e di cultura.
Ci sono giunte due invettive in esametri contro avversari di Stilicone ( In
Rufinum, In Eutropium). Scrisse anche due poemetti epico-storici, il De bello
Gildonico e il De bello Getico. Questi componimenti tuttavia non hanno
l'ampiezza e l'intreccio ampio tipici dell'epica. L'aspetto narrativo subordinato
a quello celebrativo, e l'epicit ripresa tramite l'utilizzo di una serie di .
DE RAPTU PROSERPINAE: un poema epico in tre libri incompiuto. Questa volta
dotato di un impianto narrativo, ma i segmenti dedicati al racconto sono uno
schema per sorreggere brani dedicati allo sviluppo di epici. La narrazione
procede lenta, in quanto si fissa in momenti statici che vengono utilizzati o per
dare spazio all'enfasi e al tramite discorsi che delineano i sentimenti dei
personaggi, o per descrizioni, che si sviluppano in quadri con un grande gusto
pittorico e attenzione verso il particolare. Il poema si basa sul meraviglioso e
sulla ricerca di una raffinata perfezione. Il lessico elevato, lo stile elaborato e
ricco di figure, amante delle iperboli e della sentenziosit.

RUTILIO NAMAZIANO
Originario della Gallia. Comp un'ottima carriera politica culminata con la carica
di prefetto di Roma nel 414. Faceva parte dell'aristocrazia pagana legata al
culto delle gloriose tradizioni di Roma.
DE REDITU SUO: poema in distici elegiaci in due libri, di cui si sono conservati il
primo e parte del secondo.
Narra il viaggio di ritorno compiuto dal poeta da Roma alla Gallia nel
415/417. Il viaggio si svolse in mare, tuttavia il poeta fece numerose soste
per salutare degli amici o per tempeste. Il poema si configura quindi come
un diario di viaggio in cui il poeta descrive i luoghi in cui si ferma o vicino
ai quali passa. Il poema si interrompe per noi con la sosta a Luni, in
Liguria.
Il racconto di viaggio era presente nella poesia classica soprattutto nella
satira (Iter Siculum di Lucilio, Iter Brundisinum di Orazio). Tuttavia, mentre
i satirici si soffermavano su aneddoti curiosi o su elementi umili per
intrattenere il lettore, il tono di Rutilio si mantiene alto. Egli inserisce
narrazioni di episodi, descrizioni, encomi, invettive, riflessioni moraliste.
Inoltre sfrutta il motivo del viaggio per far sfoggio di cultura letteraria.
All'inizio del poema presente un'appassionata esaltazione di Roma.
Nonostante siano passati pochi anni dal sacco di Alarico, Rutilio afferma la
sua fede nell'eternit dell'urbe e la sua missione provvidenziale di
unificazione e civilizzazione per tutti i popoli. Di conseguenza, numerose
sono le invettive contro i nemici di Roma, che Rutilio individua nei barbari
e nei cristiani. Non potendo per scagliarsi scontro la religione ufficiale,
Rutilio rivolge le sue invettive contro i Giudei e contro i monaci, colpevoli
di fuggire con la vita ascetica i doveri del buon cittadino.
Il poema un'espressione di amore per il passato e del rimpianto per la
grandezza della patria romana, di cui ormai si intravede la fine. Questo
amore espresso anche dallo stile, formato su modelli classici.

GEROLAMO

Nacque nel 347 a Stridone, in Dalmazia. Si applic notevolmente nello studio


dei classici, formandosi una cultura letteraria approfondita. Soggiorn a Roma,

dove ricevette il battesimo, dal 359 al 367. Nel 347 giunse ad Antiochia, e
l'anno seguente decise di intraprendere una vita ascetica nel deserto, presso
un monastero fondato dal prete siriano Malco. Qui studia l'ebraico e il greco.
Nel 377 fu ordinato prete. Nel 382, in occasione di un concilio, si rec a Roma,
dove il papa Damaso lo scelse come suo segretario. Dopo la morte di Damaso,
nel 384, torn in oriente, a Betlemme, dove fond un monastero maschile e
uno femminile. Gli ultimi anni furono occupati da infinite controversie
teologiche soprattutto in opposizione a Origene e da un'incessante attivit
esegetica. Afflitto da numerose infermit fisiche, mor nel 419/420.
VULGATA: l'attivit di traduttore e revisore dei testi biblici inizi a Roma, dove
Damaso gli affid la revisione dei testi evangelici per eliminare tutti gli errori
derivati dalle precedenti traduzioni e copiature. Dal 389 al 405 tradusse
direttamente dall'ebraico l'Antico Testamento. Questa traduzione, che si diffuse
velocemente e divent la traduzione universalmente accettata, fu conosciuta in
seguito come Vulgata editio. caratterizzata da una grande chiarezza e fedelt
all'originale ebraico, nonostante siano presenti degli errori derivati da fretta,
lezioni errate contenute nei manoscritti o errori di interpretazione legati allo
stato degli studi filologici del tempo. Il traduttore per Gerolamo deve rimanere
fedele al testo, ma non fare una traduzione pedissequamente letteraria, in
quanto tradirebbe l'originale. Scrisse anche dei commenti alla Bibbia, prima
caratterizzati dal metodo allegorico di Origene, mentre dal 393 segue un
metodo proprio, che prevede anche riflessioni storiche, linguistiche e
filologiche.
EPISTOLARIO: sono 117 lettere. Alcune sono personali, altre sono trattatelli
teologici o esegetici, altre sono elogia funebri, che uniscono tradizionali a
una sincera commozione, altre esprimono riflessioni sul l'attivit di esegeta e
traduttore. Molto significative sono quelle in cui denuncia la malignit e
l'ipocrisia umana, che vengono espresse attraverso quadretti satirici. Sono
espresse anche l'amore per la cultura, l'importanza che per Gerolamo ha una
sincera amicizia, il turbamento e lo smarrimento che deriva dalla triste e
drammatica situazione dell'impero romano.
Gerolamo scrisse anche molte opere polemiche e dottrinali. Particolare
importanza ha la polemica origeniana. Origene scrisse in greco opere in cui
affermava ipotesi come l'eternit del mondo o la salvezza finale destinata a
tutti, demonio compreso, che avevano suscitato numerose critiche. Gerolamo,
in un primo momento favorevole a Origene, di cui apprezzava il grande
ingegno, a partire dal 393 inizi a denunciare l 'eterodossia delle sue teorie, pur
continuando a ritenerlo una persona di grande intelligenza. Questa controversia
lo port a interrompere i rapporti con il suo amico Rufino, contro cui scrisse
un'opera molto accesa e violenta.
Gerolamo scrisse alcune agiografie, caratterizzate da una dimensione
meravigliosa e dall'esaltazione della vita ascetica e monastica. Scrisse anche il
De viris illustribus, in cui tracciava brevi biografie dia autori cristiani greci o
latini da Pietro fino a lui stesso. L'opera vuole dimostrare ai pagani l'importanza
dell'attivit letteraria cristiana, e quindi spesso non obbiettiva. Sono anche
inseriti autori non cristiani: Filone Alessandrino, Giuseppe Flavio e Seneca.

AGOSTINO

Nacque nel 354 a Tagaste, in Numidia. Studi retorica a Tagaste, Madauro e,


aiutato dal ricco Romaniano, a Cartagine. Pot quindi tornare nella sua citt per
insegnare retorica. Sua madre Monica per, fervente cristiana non lo accolse in
casa a causa della sua aderenza al manicheismo, una religione di origine

persiana che presentava la realt come contrasto tra bene e male e in cui
Agostino sperava di trovare risposta ai dubbi che lo assillavano, e per il fatto
che conviveva con una donna da cui aveva avuto un figlio. Insegn quindi a
Cartagine, per poi passare a Roma e a Milano, dove ebbe successo come
oratore. Il successo tuttavia non gli procur la felicit che sperava e non
riusciva pi a vedere nel manicheismo una via per la verit. Dopo essersi
accostato allo scetticismo della Nuova Accademia, a Milano, attraverso le
prediche di Ambrogio, la filosofia neoplatonica e la lettura della Scritture, si
comp il processo di avvicinamento al cristianesimo. Nel 386, dopo esser stato
abbandonato dalla sua compagna e dopo aver rinunciato alla carriera, si ritir
con la madre, il figlio, il fratello e alcuni amici a Cassiciacum. Nel 387 fu
battezzato a Milano da Ambrogio con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Dopo la
morte di Monica a Ostia, Agostino torn a Tagaste nel 388, per dedicarsi a una
vita di riflessione. Nel 391, mentre si trovava a Ippona, dato che il vescovo
Valerio aveva bisogno di un assistente che lo aiutasse nella vecchiaia, fu
acclamato prete dalla folla. Alla morte di Valerio, nel 396, divent vescovo,
impegnandosi a fondo nella gestione della comunit. Nel 428 i Vandali, guidati
da Genserico, invasero l'Africa. Agostino si adoper, nonostante la malattia, per
stare vicino ai fedeli terrorizzati anche durante l'assedio di Ippona. Mor nel
430, pochi mesi prima della caduta di Ippona.
I primi scritti di Agostino risalgono al periodo d i meditazione a Cassiciacum. Nel
Contra Academicos polemizza contro lo scetticismo, affermando che non pu
essere il punto di arrivo ma quello di partenza nella ricerca della verit. Nel De
beata vita afferma che la felicit e pienamente realizzabile solo da chi ha
trovato Dio.
CONFESSIONES
Opera in 13 libri scritta tra il 397 e il 398. Con Confessioni non si intende
un'opera di tipo autobiografica come di solito la intendiamo, ma una
proclamazione della propria fede. quindi un'autobiografia della propria
evoluzione spirituale che ha portato l'autore ad aderire al cristianesimo.
L'opera va dall'infanzia fino alla morte di Monica nel 387. Il libro X contiene
una riflessione sulla memoria, l'XI sulla creazione e sul tempo. Il XII inizia
un'esegesi della Genesi che prosegue nel XIII libro.
Il carattere dell'opera di edificazione religiosa. Agostino vuole fornire
una testimonianza della sua fede e riconoscere la grandezza di Dio.
All'autore non interessano le sue vicende personali, che infatti negli ultimi
quattro libri sono messe da parte, ma mostrare la presenza di Dio che si
concreta in esse. sbagliato quindi leggere le Confessiones cercando sol
odi penetrare nell'animo di un uomo illustre.
L'autore fa grande uso del lessico e delle immagini bibliche, a cui unisce
la lingua letteraria. Per esprimere la sua deludente vita senza Dio ricorre a
uno stile con anafore, enumerazioni, ossimori, contrapposizioni. Per
esprimere la felicit di aver trovato Dio usa il parallelismo, la paratassi, le
anafore. L'introspezione resa con esclamazioni e interrogazioni, che
vogliono rendere i sentimenti dell'autore. Lo stile caratterizzato
dall'alternanza di tempi e ritmi, che esprimono la mutevolezza delle
commozioni dell'animo di Agostino. Usa molto giochi ritmici o fonici.
DE DOCTRINA CHRISTIANA: per doctrina si intende sia dottrina sia cultura e
insegnamento. un'opera in quattro libri per preparare alla lettura e al
commento della Scrittura. Nel IV libro Agostino difende la retorica volta
all'affermazione della verit e lamenta lo scarso interesse di certi ambienti
cristiani per la cultura. Afferma poi che la letteratura deve essere impegnata e
che lo scrittore ha come fine l'affermazione della verit.

Agostino scrisse molte opere contro il manicheismo e l'eresia donatista. Questa


eresia si era diffusa come espressione di provincialismo africano anti romano e
dell'ostilit dei diseredati verso i proprietari terrieri. Alcuni fanatici donatisti, i
circumcelliones si abbandonavano anche ad atti di violenza. Inoltre i donatisti si
consideravano come una comunit di eletti, di puri. Le argomentazioni di
Agostino si basano soprattutto sulla Bibbia e riuscirono a far diventare il
donatismo un movimento illegale. Altra eresia contro cui combatt fu quella
pelagiana, che negava il peccato originale e il valore salvifico dell'incarnazione
di Cristo. La polemica fu aspra, e a volte Agostino arriv quasi ad affermare la
predestinazione. Ci che Agostino affermava era che l'uomo non pu
pretendere di poter fare a meno di Dio.
DE TRINITATE: in quest'opera Agostino afferma che l'immagine della Trinit si
pu ritrovare nell'uomo, in cui sono presenti delle unit triadiche: memoria
intelligenza volont; essere sapere amare; essere vivere intendere; essere
conoscere volere.
DE CIVITATE DEI
Quest'opera fu scritta per rispondere alle polemiche anti cristiane che si
riaccesero dopo il sacco di Roma da parte dei Visigoti di Alarico nel 410.
in 22 libri. I primi 10 dimostrano l'inutilit della fede negli dei pagani sia
per la vita terrena sia per quella ultraterrena. I successivi quattro parlano
della nascita della citt di Dio e di quella terrena, i quattro dopo dello
sviluppo delle due citt e gli ultimi quattro i loro termini finali.
Il concetto fondamentale dell'opera la divisione tra chi appartiene alla
citt di Dio e pone come massima aspirazione l'obbedire a Dio e quelli che
appartengono alla citt terrena, che pongono le loro egoistiche speranze
nella vita terrena. Questa divisione non definitiva finch dura la vita
terrena e non coincide con precise entit, in quanto pu essere riprodotta
anche all'interno della Chiesa. Il cristiano deve applicare una alla vita una
scala di valori in cui Dio occupi il primo posto.
Agostino entra in polemica con alcune pretese dell'imperialismo romano,
come l'universalit (l'universalismo effettivo e quello della civitas Dei, che
non fa differenza fra popoli diversi) o il fatto che hanno imposto la pace al
mondo intero, in quanto per ottenere la pace non si pu sacrificare la
giustizia. L'impero, in quanto terreno, destinato alla fine, nonostante
Virgilio parli di imperium sine fine. Agostino per non invita a disobbedire
alla leggi della citt terrena, in quanto le due citt devono convivrei
armoniosamente
L'opera e destinata a un pubblico colto, e quindi il periodare e complesso
e mira alla concinnitas.
SERMONES: della grande attivit di predicatore di Agostino si conservato circa
un decimo (500 discorsi). Essi sono stati scritti da stenografi mentre
Agostino li pronunciava, e quindi riflettono tutte le caratteristiche e la
incertezze di un discorso in larga parte improvvisato, seguendo comunque
un modello originario. Il tono non declamatorio, ma di conversazione.
Agostino cerca pazientemente di spiegare argomenti difficili a delle menti
spesso semplici. Fa uso di artifici retorici, ma tutti volti alla comprensione
da parte dell'uditorio. Il latino che risulta e facile e lineare. La
conversazione era retta da un sentimento di affetto da parte di Agostino
verso gli ascoltatori, che lo portava a rinunciare a un lessico elevato per
farsi capire.

THE END

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