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717262
2015/2016
INDICE GENERALE
Abstract......................................................................................................................................... 4
1
Introduzione........................................................................................................................ 7
1.1
1.2
1.3
3.2.2
Conclusioni........................................................................................................................ 54
6.1 Risultati e benefici del progetto ................................................................................. 54
6.2 Verso un'economia low carbon ................................................................................. 58
6.3 Considerazioni finali ................................................................................................... 59
Bibliografia ................................................................................................................................. 61
ABSTRACT
Gli argomenti trattati in questa Relazione di Laurea nascono da un tirocinio presso la
Provincia di Varese in ambito del progetto GREEN SCHOOL, progetto al quale
aderiscono volontariamente le scuole del territorio che decidono di rappresentare dei
poli di sostenibilit ambientale.
Il progetto figlio dei risultati della Conferenza sull'ambiente e lo sviluppo delle
Nazioni Unite tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, sorta a sua volta dall'improrogabile
necessit di individuare un percorso universale per uno sviluppo sostenibile, che
potesse coinvolgere i governi nelle politiche mondiali e sensibilizzare la popolazione
verso nuovi stili di vita.
Il tirocinio, svolto nei mesi di valutazione del progetto, ha avuto la funzione di assistere
e monitorare lattivit di ogni scuola impegnata, al fine di supportare l'avvicinamento
didattico allo sviluppo sostenibile, con dati e riferimenti provenienti dalla pi recente
letteratura scientifica.
Il progetto GREEN SCHOOL si impegna a ridurre le emissioni procapite di gas serra
attraverso l'adozione di stili di vita che i vari istituti aderenti promuovono tra i propri
alunni; queste azioni virtuose, integrate nel piano di offerta formativa, contribuiscono
ad una riduzione dell'impatto ambientale dell'intera organizzazione scolastica. Questa
relazione pertanto, analizza come ogni singola scuola impegnata nel progetto, sia
riuscita a ridurre la propria carbon footprint1 (impronta di carbonio) attraverso una
modifica puramente comportamentale delle persone che la compongono.
Nel capitolo introduttivo si descrivono le conseguenze che le molecole di gas climaalteranti hanno a livello globale, e come una diminuzione della loro concentrazione sia
necessaria per garantire la sicurezza ambientale in varie localit del Pianeta; vengono
inoltre quantificate le emissioni che hanno caratterizzato il nostro Paese dal 1990 ad
Indicatore ambientale che misura limpatto delle attivit umane sul clima globale; esprime il totale delle emissioni di gas
serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, unorganizzazione o un servizio
1
INTRODUZIONE
dal normale ciclo dell'acqua e la cui percentuale dipende fortemente dalle temperature
superficiali terrestri; l'anidride carbonica (CO2), principale prodotto dell'ossidazione dei
combustibili fossili; il metano (CH4), emesso da naturali processi di degradazione
anaerobica accelerati per dalla pressione antropica; il protossido di azoto (N2O),
proveniente dalla reazione tra i fertilizzanti azotati e l'ossigeno nell'aria, pi altri
composti industriali come l'esafluoruro di zolfo e il trifluoruro di azoto, meno presenti
in atmosfera ma ugualmente pericolosi.
Per definire con una singola unit di misura l'apporto di gas serra in atmosfera, si ricorre
alla definizione di CO2 equivalente, che tramite il GWP,3 esprime l'apporto di un gas
all'effetto serra, comparandolo alla molecola di anidride carbonica. Il GWP di un gas pu
variare a seconda dellintervallo di tempo che si considera, visto che il gas pu avere una
degradazione naturale pi rapida oppure pi lenta dellanidride carbonica.
Dai dati forniti dall'IPCC4, il contributo alleffetto serra di una tonnellata di CH4
corrisponde a 21 tonnellate di CO2 equivalente su un periodo relativo a cento anni
(GWP100 uguale a 21), mentre una tonnellata di N2O corrisponde a 310 tonnellate di CO2
equivalente.
Il vapore acqueo, seppur molto determinante per la sua capacit di ridistribuire il calore,
non viene considerato nel GWP in quanto fa parte del normale ciclo dell'idrosfera
terrestre. I composti fluorati invece contribuiscono alleffetto serra con un contributo di
migliaia di volte il valore dell'anidride carbonica.
Si usa la CO2 come riferimento delle emissioni di gas serra, poich questa la molecola
pi presente in atmosfera a causa dell'enorme quantit di combustibili fossili che
vengono bruciati ogni giorno per la produzione di energia elettrica, termica e cinetica.
L'anidride carbonica rappresenta quasi il 70% in massa del totale dei gas serra in
atmosfera, seguita in quantit dal metano, dal protossido di azoto e dagli altri gas.
La molecola di CO2, legata principalmente all'uso dei combustibili fossili impiegati nella
trasformazione dell'energia, rappresenta quindi il gas serra pi critico, data anche la sua
alta persistenza nella nostra atmosfera (bassa reattivit chimica).
3
4
Il mese di novembre del 2015 stato l'ultimo passato sotto la soglia delle 400 parti per
milione (ppm) di CO2 in atmosfera; il grafico sottostante testimonia l'andamento nel
tempo della concentrazione di anidride carbonica sulla Terra5.
Da questo grafico si evince come possa essere normale, nel corso di migliaia di anni,
una variazione della concentrazione di anidride carbonica; tuttavia la rapida crescita
riscontrata negli ultimi 150 anni (un tempo relativamente breve se comparato alla scala
del grafico), testimonia come l'unica causa presumibile di tale aumento, sia l'intensa
attivit antropica di trasformazione dell'energia da fonti non rinnovabili.
Per la mitigazione dell'effetto serra e la prevenzione del riscaldamento globale, si deve
intervenire dunque sulla riduzione delle emissioni di gas serra di origine antropica,
provocate da:
l'ossidazione dei combustibili fossili per la trasformazione di energia che produce anidride
carbonica;
la produzione di cemento che genera anidride carbonica a seguito della decomposizione del calcare;
Il clima sulla Terra influenzato da una infinit di variabili che nel corso di milioni di
anni hanno reso possibile l'innalzamento del livello degli oceani o l'espandersi dei
ghiacci addirittura fino ai tropici, ricoprendo quasi interamente il nostro Globo.
Nel corso delle ere le principali cause dei mutamenti climatici, sono state la variazioni di
energia emessa dal Sole, le oscillazioni dell'orbita terrestre, le eruzioni vulcaniche e altre
dinamiche geologiche o idrologiche che hanno continuamente alzato o abbassato la
temperatura superficiale del nostro Pianeta, il tutto per in periodi dell'ordine di
migliaia di anni (come testimoniato dalla figura 1).
Un periodo particolarmente caldo sul nostro Pianeta, ha sempre avuto un'alta
concentrazione di CO2 dispersa in atmosfera.
Le testimonianze ci giungono da misure indirette pervenute dal carotaggio delle calotte
polari, capaci di intrappolare campioni di aria risalenti a migliaia di anni fa, e dall'analisi
chimica del ghiaccio in profondit, che in tempi pi caldi pu contenere una maggiore
quantit dell'isotopo pi pesante dell'ossigeno, confermando il legame che sussiste tra
riscaldamento globale e concentrazione di anidride carbonica.
La diminuzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra, oramai un obiettivo a
livello mondiale: la Conferenza delle Parti di Parigi (COP21) ha fissato "lincremento della
temperatura media globale molto sotto i 2 gradi centigradi al di sopra dei livelli pre-industriali," ed
impegna i firmatari a "perseguire sforzi per limitare lincremento della temperatura media globale a
1,5 gradi centigradi al di sopra dei livelli pre-industriali. 6"
6
10
Il pericolo maggiore che si corre quello che questi innalzamenti possano scatenare
delle retroazioni che inneschino altre possibili cause di riscaldamento globale: lo
scioglimento delle bianche superfici ghiacciate, riflettenti gran parte della radiazione
solare per esempio, aumenterebbe il calore assorbito dal pianeta; la fusione del
permafrost libererebbe il metano celato sotto di questo e l'evaporazione delle masse
d'acqua, porterebbe ad avere ulteriore vapore acqueo che garantirebbe un aumento
maggiore delle temperature e una intensificazione dei modelli precipitativi.
La definizione pi diffusa quella fornita nel 1987 dalla Commissione Indipendente sull'Ambiente e lo Sviluppo
secondo la quale l'aggettivo "sostenibile" indica la soddisfazione delle attuali necessit, senza che queste compromettano
quelle delle generazioni future.
7
11
12
Laccordo di Parigi (la COP21tenutasi tra novembre e dicembre 2015), definisce invece
il prossimo piano dazione globale, che entrer in vigore dopo il 2020, dove i paesi
firmatari avvieranno i loro piani di azione per il clima (che presenteranno in questi anni
alle Convenzioni delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), al fine di cercare di
mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi.
L'Unione Europea per esempio si posta degli obiettivi di emissioni progressivamente
fino al 2050 con tappe ogni decennio. La struttura del pacchetto clima ed energia per
esempio, stabilisce i seguenti obiettivi per il 2030:
1. ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto al 1990;
2. alzare al 27% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili;
3. aumentare del 27% l'efficienza energetica in ambito residenziale e aziendale.
Lo scopo ultimo quindi arrivare ad una riduzione delle emissioni di gas serra del 80%
entro il 2050.
Nella figura 2 sono riportati i principali settori di emissione di gas serra in tutta Europa.
13
14
rispetto al 2005) e un uso maggiore del gas naturale rispetto a prodotti petroliferi
(questi in calo del 37%)11.
Questi valori devono per essere presi come un punto di partenza e non un punto di
arrivo nell'ottica dei target di emissioni attuali: la crescita demografica e un'eventuale
ripresa economica potrebbero infatti limitare i valori di risparmio o addirittura
incrementare i valori minimi registrati negli ultimi anni.
11
15
Educazione ambientale
12
16
Questa tematica si propone di abituare gli studenti alla lettura giornaliera del contatore
che segna i consumi elettrici dell'istituto, al fine di riportare su un apposito grafico i
chilowattora che vengono prelevati dalla rete elettrica.
Sar cos una responsabilit dello studente, per cercare di diminuire i consumi, prestare
attenzione al corretto spegnimento della lampadine nelle classi non utilizzate, favorire
l'illuminazione naturale al posto di quella artificiale (ove non crei disagi), parzializzare la
luce artificiale nelle aule e nei corridoi o interrompere la tensione degli apparecchi in
stand-by a fine giornata.
Per rilevare i consumi, gli alunni effettuano un'annotazione giornaliera del prelievo di
energia, registrata dalla differenza tra la lettura rilevata e quella del giorno precedente,
che dar il consumo effettivo della giornata.
Le linee guida proposte dalla Provincia di Varese comprendono tutte le indicazioni per
la lettura del contatore monofase e trifase (presente in vari istituti) e consigliano anche
di annotare la copertura atmosferica che si riscontra, per avere a fine mese, un dato che
sia sensibile anche della luce naturale avuta a disposizione (una maggiore intensit di
radiazione naturale comporta minori apporti dalla linea elettrica).
La sistematica lettura del contatore, permette di avere a disposizioni un database dei
consumi negli anni di adesione al progetto, e osservare come agendo su determinate
situazioni di spreco o su rinnovamenti energetici, i consumi dell'edificio si possano
affettivamente abbassare, contemporaneamente alle emissioni generate e ai costi della
bolletta.
Le emissioni di gas serra connesse a questa tematica sono derivanti dalla trasformazione
dell'energia nelle centrali termoelettriche; l'energia primaria infatti quella dei
combustibili fossili, adatti per generare in questo caso l'energia elettrica (energia
secondaria).
Il fattore di conversione tra l'energia prelevata e la massa di CO2 equivalente emessa era,
nei primi anni del progetto di 0,58 chilogrammi per ogni chilowattora prelevato. Il
crescente impiego di energie rinnovabili riscontrato negli ultimi tempi per, ha visto
crescere notevolmente l'apporto di energia pulita fruibile dalla rete elettrica (da 77 TWh
17
nel 2010 a 112 TWh nel 2013),13 grazie soprattutto all'evoluzione del settore eolico, alle
migliorie del settore idroelettrico, alle biomasse e all'affermazione del settore
fotovoltaico (che da solo copre quasi il 10% dei bisogni nazionali); questo sviluppo ha
reso necessario ladeguamento dei fattori di emissioni di CO2 equivalente per
chilowattora impiegato.
Tale valore viene fornito da il documento dell'Unione Europea "how to develop a
Sustainable Energy Action Plan" che fa da supporto alla compilazione dei Piani di Azione
per l'Energia Sostenibile per i comuni coinvolti nel Patto dei Sindaci.
Secondo questo documento vi sono due diversi approcci per la quantificazione delle
emissioni che comporta il consumo di energia al contatore: il protocollo standard e
l'approccio all'intero ciclo di vita (Life Cycle Assesment).
L'approccio standard, che segue le linee guida IPCC, prende in considerazione solo il
tenore di carbonio presente in ogni combustibile impiegato per la trasformazione
dell'energia, misurando solo l'effettiva produzione di CO2 equivalente generata nella
centrale termoelettrica.
L'approccio LCA invece, comporta una pi scrupolosa analisi dell'origine dell'energia e
dei prodotti usati, includendo nel fattore di emissione l'energia impiegata per
l'estrazione del combustibile, il trasporto e la raffinazione, in aggiunta alle emissioni
derivate dalla sua ossidazione.
Ecco i nuovi fattori di emissione espressi in chilogrammi di CO2 equivalente emessi in
atmosfera per chilowattora prelevato dal contatore.
Metodo standard IPCC
Metodo LCA
0,483
0,708
13
18
Nel prossimo capitolo esporremo i risparmi conseguiti dalle azioni del risparmio
energetico scegliendo, come fattore di emissione, quello ottenuto con il metodo
standard dell'IPCC.
Il percorso propone di indirizzare gli studenti verso le linee guida europee che
prevedono una riduzione a monte del rifiuto, e laddove questa non sia possibile, uno
smaltimento del prodotto in modo che possa essere riciclato o compostato,
minimizzando il conferimento in discarica o negli impianti di incenerimento.
La produzione di rifiuti in Italia si aggira intorno ai 491 kg per abitante in un anno; di
questi il 38% viene conferito in discarica, il 21% orientato alla termovalorizzazione, il
26% avviato al riciclaggio e il restante 15% sottoposto a compostaggio14; tuttavia nella
sola Provincia di Varese si riscontra una produzione procapite di 455 kg annui con una
percentuale di raccolta differenziata (riciclaggio pi compostaggio) del 65%,
confermando il territorio Varesino un'eccellenza in merito a questa tematica ambientale.
L'obiettivo stilato dalla Regione Lombardia con la proposta di un Piano di Azione per
la Riduzione dei Rifiuti, quello di arrivare ad una produzione annuale procapite di 100
chilogrammi con una percentuale di raccolta differenziata prossima al 80%, gi
registrata nei comuni pi virtuosi della Regione e della Provincia di Varese.
Le principali azioni in campo scolastico, volte a soddisfare queste richieste si
distinguono in azioni di prevenzione, di riuso del materiale e di promozione della
raccolta differenziata.
14
19
AZIONI PREVENTIVE
20
Le emissioni di gas serra in atmosfera scaturite dalla gestione dei rifiuti, derivano per la
maggior parte dal metano, rilasciato dalla decomposizione anaerobica dei rifiuti
biodegradabili
dall'ossidazione
impropriamente
del
smaltiti,
combustibile
dall'anidride
derivato
dai
rifiuti
carbonica,
negli
prodotta
impianti
di
21
Categoria merceologica
kg CO 2 / kg rifiuto
Plastica
3,11
Alluminio
1,3
Carta
0,95
Vetro
0,44
Organico
1,78
Non differenziato
Tabella 2: Fattori di conversione da massa del rifiuto chilogrammi di CO2 equivalente generata per chilogrammi di materiale smaltito
In Belgio la gestione dei rifiuti vede un avviamento a riciclaggio che interessa pi della
met dei rifiuti prodotti, con la restante parte recapitata esclusivamente in impianti di
termovalorizzazione.
I coefficienti forniti possono cos rappresentare un'approssimazione per la Provincia di
Varese, con una sola discarica attiva, un unico grande inceneritore (pi altri di minore
dimensione) e con una percentuale di raccolta differenziata maggiore del 60%,
pressoch la medesima registrata in Belgio15.
Questo percorso avvicina gli studenti nell'uso di mezzi alternativi all'automobile per
raggiungere l'istituto.
La riduzione del trasporto su gomma, rappresenta un eccellente metodo per evitare le
emissioni della CO2 di scarico delle automobili, nonch di altri composti inquinanti che
seppure in minima quantit sono prodotti nella camera di combustione come il
monossido di carbonio e gli ossidi nitrosi.
Per lavorare su queste azioni, la scuola otterr informazioni sulla distanza dei tragitti e
sui mezzi usati dagli studenti aderenti al progetto annotando i dati in apposite tabelle;
incentivando poi gli studenti e le famiglie a prendere in considerazione un mezzo
15
Italia del riciclo 2012 - valutazione comparata all'UE sulla gestione dei rifiuti
22
g CO2 / km percorso
Auto diesel
(cilindrata)
g CO2 / km percorso
< 1.400
153
< 1.700
127
1.400 - 2.000
188
1.700 - 2.000
158
> 2.000
219
> 2.000
217
Tabella 3: Media delle emissioni di CO2 equivalente del parco circolante di veicoli
Questo percorso non fornisce delle linee guida per le riduzioni delle emissioni di CO2
ma mira principalmente alla didattica, incoraggiando gli studenti all'apprendimento
dell'educazione ambientale.
23
24
Il progetto GREEN SCHOOL stato proposto sotto forma di concorso alle scuole di
tutta la provincia di Varese, chiedendo a queste di ridurre la propria impronta ecologica.
Il progetto, una volta terminato l'anno scolastico, premia tutti gli istituti che hanno
dimostrato una ragguardevole capacit nell'insegnare e coinvolgere i propri studenti in
materia di sviluppo sostenibile, nonch a ridurre, tramite misurazioni o insegnamenti, le
emissioni di CO2 equivalente, conferendo cos la nomina di GREEN SCHOOL della
Provincia di Varese.
Il progetto, in fase di valutazione delle scuole, ha seguito dei criteri gi consolidati dalle
esperienze
delle
edizioni
passate
che
prevedono
un
punteggio
finale
in
centocinquantesimi, nel quale si d risalto alla riduzione delle emissioni, alla coesione
interna della scuola, alla sensibilizzazione indotta verso l'esterno (famiglie e comunit) e
alla precisione nella formazione e all'educazione allo sviluppo sostenibile:
15 punti
50 punti
25 punti
10 punti
Originalit e condivisione
10 punti
40 punti
Queste graduatorie sono nate con lo scopo di poter trascinare sempre pi scuole nel
progetto e di coinvolgere, all'interno dellistituto, il maggior numero di persone
racchiuse tra studenti, docenti e personale ATA; ecco spiegato l'alto punteggio della
Didattica e del Coinvolgimento interno della scuola.
Il progetto per, sta acquistando negli anni sempre pi rilievo ed efficacia nel riuscire a
ridurre l'impronta di carbonio di un'organizzazione scolastica, richiedendo un maggior
punteggio in fase di valutazione nella riduzione delle emissioni.
25
A tal proposito, stata idealizzata quest'anno una nuova formula di valutazione (con
punteggi diversi) nella quale ogni tematica ha un peso specifico nel contribuire al voto
finale, lasciando un valore generale alla didattica, che sar chiamata "Educazione
Ambientale".
Nome Scuola
Punteggio
0-30
0-30
0-20
0-10
Educazione
ambientale
0-50
Gestione
rifiuti
Risparmio
energetico
Mobilit
sostenibile
Tabella 4: Prototipo della matrice di valutazione usata per giudicare l'operato di una Green School
La tematica del risparmio energetico stata messa in pratica da 5 scuole che si sono
concentrate nel ridurre i consumi di corrente elettrica seguendo le linee guida proposte
nel paragrafo 3.1.
I valori dei risparmi sono comparati in tabella con i dati che coincidono con l'anno di
adesione al progetto, ovvero l'anno in cui le azioni comportamentali non erano ancora
state integrate nel piano di offerta formativa.
27
Comune
scuola
Grado
Studenti
Energia
elettrica
risparmiata
(kWh/anno)
Varese
Primaria
108
1262
157
2011
Luvinate
Primaria
115
1359
158
2014
Induno
Olona
Secondaria
1
Secondaria
1
Secondaria
1
294
5175
236
2010
136
1014
100
2015
266
2775
140
2012
Besozzo
Laveno
CO2 procapite
risparmiata la
settimana (g)
Adesione al
progetto
28
La tematica dei rifiuti quella in cui le scuole impegnate nel progetto GREEN
SCHOOL si dimostrano essere maggiormente suscettibili, un segnale di come la
Provincia di Varese stia ottenendo ottimi risultati nel diffondere le fondamentali
conoscenze in materia di riduzione dello spreco, riuso del materiale e di promozione
alla raccolta differenziata.
Analizzeremo prima i risparmi connessi alla raccolta differenziata e successivamente
quelli derivati dalla riduzione del rifiuto.
3.2.1
Sono 12 le scuole che hanno fornito dei dati relativi ai risparmi di gas serra connessi alla
promozione della raccolta differenziata; ragioniamo sulle riduzioni procapite (relativi
agli studenti impegnati nel progetto), per non avere dati troppo discordi tra loro (una
scuola di grande dimensioni evidentemente produrr molti pi rifiuti di una scuola
piccola). Solo nelle scuole superiori, dato l'altissimo numero di studenti coinvolti, non si
29
Comune
scuola
Grado
Studenti
CO2 assoluta
CO2 procapite
risparmiata alla
risparmiata la
settimana (kg)
settimana (g)
Adesione
all'azione
Varese
Infanzia
35
11,6
331
2015
Viggi
Infanzia
68
22
323
2015
Viggi
Infanzia
80
57,5
718
2015
Clivio
Primaria
120
25,5
212
2015
Varese
Primaria
110
7,9
72
2010
Velate
Primaria
116
37,5
323
2014
133
22,9
172
2010
188
24,2
128
2010
294
14,4
49
2011
763
9,5
12
2011
1343
31,2
23
2015
1250
34,2
27
2014
Germignaga
Laveno
Induno Olona
Luino
Busto Arsizio
Gallarate
Secondaria
1
Secondaria
1
Secondaria
1
Secondaria
2
Secondaria
2
Secondaria
2
30
16
31
3.2.2
Sono invece 5 le scuole che si sono cimentate nel prevenire il rifiuto adottando nuove
politiche organizzative o comportamentali.
Come nei precedenti casi proiettiamo quello che le scuole hanno raccolto
settimanalmente per definire i risparmi annuali e, contrariamente alle precedenti tabelle,
descriviamo l'azione intrapresa al posto dell'anno di adesione al progetto, in quanto
tutte queste azioni sono di nuova realizzazione e non trovano un confronto con gli anni
passati.
Comune
scuola
Grado
Studenti
CO2 assoluta
risparmiata alla
settimana (kg)
CO2 procapite
risparmiata a
settimana (g)
Tipo di azione
Velate
Primaria
116
9,9
85
Riduzione della
plastica
(imballaggio)
Sacconago
Primaria
43
4,5
105
Compostaggio
Morosolo
Primaria
118
12,2
103
Compostaggio
Morosolo
Primaria
89
2,7
30
Acqua in brocca
di vetro a mensa
Luvinate
Primaria
109
7,2
66
Acqua in brocca
di vetro a mensa
Olgiate
Olona
Secondaria
di 1
225
4,9
22
32
Sono state 5 le scuole che hanno visto i loro studenti adottare l'approccio alla mobilit
sostenibile.
Per 4 di queste organizzazioni scolastiche, la scelta del mezzo alternativo all'auto,
consistita nell'organizzare un percorso sicuro da intraprendere a piedi (pedibus17) che
potesse coinvolgere la maggior parte degli studenti. Questa azione non sempre di
facile realizzazione in quanto la distanza che separa gli studenti dalla scuola non
permette spesso uno spostamento agevole senza l'uso della vettura. Le scuole che
hanno realizzato questa azione infatti sono tutte primarie che accolgono principalmente
studenti delle zone limitrofe all'edificio.
Per organizzare un tragitto sicuro da percorrere a piedi le organizzazioni scolastiche
hanno collaborato con il loro Comune e con il consiglio dei genitori; questo percorso
17
33
stato segnalato sulle strade con appositi cartelli e, con l'ausilio dei vigili urbani nel
dirigere il traffico, stato tenuto sotto la massima osservazione.
Nel ricavare le distanze percorse dagli alunni impegnati nella tematica della mobilit
sostenibile, le scuole hanno fatto ricorso al software Google Maps; la distanza massima
dei tragitti percorsi a piedi si aggira intorno ai 2 km.
Non sempre stato possibile (per esigenze didattiche), annotare la cilindrata
dell'automobile sulla quale ogni studente evitava di salire; per ovviare a tale
imprecisione, si scelto di usare un modello di calcolo nel quale si attribuiva ad ogni
famiglia (di cui non si conoscessero le caratteristiche dell'automobile), una vettura con
cilindrata di 1.200 centimetri cubici, statisticamente pi facile da possedere, con la
possibilit di quantificare un valore di risparmi in difetto viste le emissioni pi alte delle
cilindrate maggiori.
Una scuola secondaria di 1 grado ha inoltre fornito dei dati relativi ai risparmi che si
otterrebbero con la strategia del carpooling se questa venisse adottata dalle famiglie che
risiedono in quartieri attigui.
Comune
scuola
Mezzo
Studenti
CO2 assoluta
risparmiata alla
settimana (kg)
CO2 procapite
risparmiata la
settimana (g)
Settimane
di azione
Clivio
Pedibus
21
12,0
571
Carnago
Pedibus
50
59,5
1.190
33
Laveno
Pedibus
64
26,8
419
Ispra
Pedibus
131
165,1
1.259
Laveno
Carpooling
31
77,5
~ 2.500
abitati, la sicurezza legata alla densit del traffico stradale quindi un importante
fattore per intraprendere questa azione.
2. Le scuole di Clivio e Laveno contano risparmi procapite praticamente dimezzati a
causa dell'azione intrapresa solo all'andata o al ritorno del tragitto.
3. Il carpooling, complici anche le maggiori distanze fatte registrare dalla scuola di
Laveno, conta i maggiori risparmi di emissione di CO2 equivalente, questa strategia
infatti permette di occupare interamente una vettura e ridurre sostanzialmente
l'afflusso di traffico cittadino.
35
Mobilit sostenibile
Risparmio di energia
200
400
600
800
1000
1200
Scuole infanzia
Scuole primarie
Scuole secondarie
primo grado
Scuole secondarie
superiori
Grafico 2: Rappresentazione delle scuole capaci di quantificare la riduzione della carbon footprint Green School 2015/2016
Come si nota dal grafico 2, rappresentativo del grado delle scuole capaci di quantificare
la riduzione dell'impatto ambientale, i risparmi procapite di CO2 equivalente, sono
perlopi una rappresentazione delle scuole primarie e secondarie di primo grado, vista
la loro alta percentuale sul totale degli istituti (75%).
Le scuole superiori sono state escluse dal conteggio della media delle emissioni
procapite in quanto, contrariamente agli altri istituti, vedono inserito nelle tabelle di
calcolo il totale dei loro studenti e non quelli partecipanti all'azione sostenibile. Questo
36
perch stato per loro pressoch impossibile istruire, formare e coinvolgere nel
progetto la quasi totalit degli studenti (la formazione sulle azioni proposte da GREEN
SCHOOL generalmente stata fatta a sole poche classi pilota o ad una modesta
rappresentanza di studenti, successivamente divulgata al resto dell'istituto).
Questo avvicinamento indiretto al corpo studentesco, sebbene vincolante per le
dimensioni dell'organizzazione scolastica, non ci permette di sapere, nemmeno con
discreta precisione, il numero di alunni effettivamente sensibilizzati in materia di
sviluppo sostenibile e quindi l'effettivo risparmio procapite. Per esempio le tre scuole
superiori impegnate nell'edizione di quest'anno sono state tutte coinvolte nella
promozione della raccolta differenziata che ha avuto luogo sopratutto negli spazi
comuni dell'edificio (dove si raccolgono le maggiori quantit di rifiuti) pi che nelle
singole aule. Le scuole non hanno quindi avuto a disposizione un dato preciso di chi
avesse recepito il messaggio e chi no, e hanno cos fornito il numero totale dei loro
alunni.
Osserviamo dal grafico 1 come la tematica pi impattante in materia di risparmi sia
quella della mobilit, che permette una riduzione di pi di 1.000 g procapite di CO2
equivalente, il doppio della gestione dei rifiuti e sei volte tanto il risparmio di energia;
l'azione principale del pedibus conta risparmi medi procapite di 800 g alla settimana.
Il risparmio di energia vede una riduzione procapite di 158 g di CO2 alla settimana18,
corrispondenti ad un abbassamento dei consumi di circa 327 Wh per studente19; una
scuola modello di 200 alunni conterebbe cos dei risparmi di 65 kWh la settimana, circa
2340 kWh l'anno scolastico. Considerando anche il costo di un chilowattora, tale cifra
costituirebbe indicativamente un risparmio economico di 560 .
La corretta gestione del rifiuto contribuisce ad evitare mediamente 517 g procapite di
CO2 equivalente la settimana; la promozione alla raccolta differenziata risulta, dal
grafico 3 a fine paragrafo, la seconda azione pi efficace nella riduzione delle emissioni
18
Se avessimo usato la metodologia LCA il risparmio sarebbe stimato intorno ai 231 g per studente a settimana
19
37
200
400
600
800
1000
Grafico 3: Risparmi settimanali di CO2 equivalente procapite per le principali azioni sostenibili documentate
38
I risultati espressi nel capitolo precedente sono quindi pure medie matematiche dei
risparmi conseguiti nell'edizione 2015/2016.
Le infinite variabili che caratterizzano una singola scuola, rendono impossibile definire
dei consumi o risparmi standard da poter perseguire o perfezionare negli anni; ecco
perch ci riferiamo alla media del valore procapite ottenuto, il quale comporta, come
tutte le valutazioni quantitative, un certo margine di approssimazione.
Per ridurre l'imprecisione della media aritmetica si dovrebbe disporre di un campione di
molte pi scuole operanti in tutte le tematiche, di vario grado e varia familiarit al
progetto, per esempio per definire i risparmi procapite delle scuole primarie
separatamente dalle scuole secondarie di primo grado, oppure comparando i dati di una
superiore neofita a GREEN SCHOOL con un'altra impegnata da oramai un paio di
anni.
Nel nostro caso sebbene le scuole coinvolte nelle misurazioni siano state 23, le diverse
azioni, unite alla disomogeneit delle varie organizzazioni scolastiche, hanno frazionato
intensamente i diversi valori, tanto da avere al massimo solo 4 scuole conformi
nell'azione intrapresa, nel grado di istruzione e negli anni di partecipazione al progetto
(l'azione del pedibus nel campo della mobilit sostenibile).
La discreta quantit di dati usati nel definire la media dei risparmi per, non la sola
approssimazione accettata dal progetto: i dati pervenuti alla Provincia di Varese in
materia di riduzioni di emissioni pertinenti alla tematica affrontata, derivano da
grandezze misurate dalle persone che compongono ogni singola scuola (docenti,
studenti e personale). Gi in questa fase possono esserci stati errori sistematici di lettura
e di annotazione del valore rilevato; ogni misurazione comporta infatti un'incertezza
che si discosta maggiormente dal valore teorico tanto quanto sono minori la sensibilit
e la precisione dello strumento utilizzato. Per esempio la rilevazione della massa dei
39
rifiuti contenuti negli appositi cestini, stata eseguita da alcune scuole con un
dinamometro, che agganciato all'estremit superiore del sacchetto, ha convertito
l'estensione della molla nella massa del rifiuto. Altre scuole invece hanno dovuto
arrangiarsi con bilance che in alcune occasioni non fornivano lo spazio sufficiente al
sacchetto di distribuire tutto il proprio peso. cos evidente come i dati gi in origine
possono essere stati soggetti ad imprecisioni non insignificanti.
Altri dati invece sono suscettibili a determinate condizioni al contorno che, se non
appuntate, rischiano di vedere completamente trasformata l'interpretazione numerica.
Nel caso della tematica del risparmio energetico, per esempio, per poter paragonare i
dati attuali con quelli risalenti ad alcuni anni fa, andrebbero dichiarati tutti gli interventi
fatti che possono aver contribuito ad un minor consumo. Quando i risparmi sono
troppo elevati per poter essere attribuibili alla sola modifica comportamentale del corpo
studentesco, si deve rinunciare allanalisi del dato. il caso gi citato della scuola
secondaria di primo grado di Laveno, con risparmi eccessivamente alti (se comparati al
2010).
40
La cifra totale sarebbe equiparabile, per numero di residenti, con circa 40 comuni
dell'intera Provincia di Varese (su 139 totali).
2. Una considerevole difficolt nell'integrare l'educazione allo sviluppo sostenibile
con il piano didattico statale che gli insegnanti devono rispettare.
3. Un basso coinvolgimento interno della scuola al progetto, solitamente preso in
considerazione da pochi volenterosi insegnanti che ne trasmettono i principi ai
propri alunni.
Ne consegue che al posto di concentrarci sulle emissioni procapite, troppo imprecise e
che porterebbero un'alta imprecisione del valore medio, potremmo concentrarci su
tutto il complesso scolastico come se fosse un Comune della Provincia; questi infatti
portano con loro delle statistiche che anche la scuola potrebbe assimilare: la produzione
procapite di rifiuti, la percentuale della raccolta differenziata, il fabbisogno procapite
annuo di energia e la percentuale degli alunni che prediligono la scelta di un mezzo
pubblico.
In questo modo GREEN SCHOOL coinvolgerebbe direttamente l'amministrazione
scolastica, la quale si impegnerebbe con maggiore successo a diffondere le linee guida
41
indotte sia dal progetto che dalla stessa Provincia o Regione, responsabilizzando
maggiormente il corpo studentesco ad uniformarsi con lo stile sostenibile della propria
scuola.
Questo nuovo metodo, che definisce un diverso ruolo per gli istituti superiori, non
vuole delegittimare i calcoli sui risparmi procapite, ma si preoccupa invece di poter
integrare pi efficacemente l'apporto degli istituti superiori all'interno del progetto, per
fornire nuovi dati che possano essere presi come spunti di riflessioni, analisi ed
interventi.
Per fornire un esempio, prendiamo in analisi i consumi elettrici degli ultimi due anni
delle scuole superiori di 2 grado certificate come GREEN SCHOOL, reperibili in
quanto gli edifici sono di propriet della Provincia.
Osserviamo come il Liceo Scientifico di Saronno impegnato lo scorso anno con alcune
classi nell'azione di risparmio energetico non sia riuscito a ridurre i consumi effettivi
dell'intero edificio (aumentati di circa 3.000 kWh), mentre Il Liceo Classico di Busto
Arsizio, impegnato solo nel tema dell'educazione ambientale, ma coinvolgente anche la
dirigenza scolastica, abbia fortemente ridotto il suo impatto ambientale abbassando il
suo fabbisogno energetico di circa 12.000 kWh, promuovendo le buone pratiche e
operando sulla prestazione energetica dell'edificio.
Scuola
superiore
Liceo Artistico di
Busto Arsizio
Liceo Classico di
Busto Arsizio
Istituto
Fabbisogno
Fabbisogno
Fabbisogno
lordo annuo
lordo annuo
procapite 2015
2014 (kWh)
2015 (kWh)
(kWh/persona)
436.428
444.216
314
2015/2016
105.397
93.060
91
2015/2016
951.792
960.273
588
2015/2016
Green School
edizione
Grafico
Alberghiero
di
Gallarate
42
Liceo Scientifico
di Saronno
Istituto Superiore
di Sesto Calende
133.816
136.732
n.d.
2014/2015
245.803
241.876
182
2015/2016
221.544
212.124
225
2015/2016
601.427
615.855
n.d.
2015/2016
Istituto
Professionale di
Busto Arsizio
Liceo Artistico di
Varese
Tabella 9: Consumi elettrici degli ultimi 2 anni delle Green School della Provincia di Varese
Analizzando ancora le tabelle della Provincia di Varese pertinenti agli utilizzi energetici
degli edifici, risaliamo ai dati riguardanti gli autoconsumi (produzioni meno cessioni) di
energia delle scuole aventi a disposizione un impianto a pannelli fotovoltaici.
Per ricavare i grammi di CO2 equivalente di risparmio procapite, abbiamo moltiplicato i
chilowattora generati autonomamente per il fattore di conversione esposto nel
paragrafo 2.1, successivamente abbiamo diviso questo valore per il numero di studenti
e per il numero di settimane in un anno.
Anche per questi valori di risparmio non sarebbe preciso ipotizzare una media
aritmetica in quanto essi dipendono fortemente dalla potenza dell'impianto di
conversione dell'energia.
Ragionando dunque su il valore massimo e minimo di risparmio in nostro possesso,
notiamo come questi siano compresi nell'intervallo di riduzione delle emissioni
procapite delle GREEN
SCHOOL
43
Potenza impianto
Risparmi settimanali
(kW)
procapite (g CO2)
32.880
29,61
215
34.716
75,67
315
136.752
144,88
777
94.732
178,02
661
79.618
84,60
784
energia rinnovabile
(kWh)
Superiore
di
Sesto Calende
Istituto Professionale di
Busto Arsizio
Tabella 10: Risparmi procapite di CO2 legati alla produzione di energia rinnovabile da impianti fotovoltaici.
Nella definizione dei risparmi procapite abbiamo stabilito come, dati alla mano, le
azioni meno rilevanti in fase di riduzione delle emissioni fossero quelle inerenti alla
prevenzione del rifiuto.
Questo fatto pu sorprendere in quanto noto, che la prevenzione del rifiuto, sia la
principale politica da perseguire per ottimizzare la gestione di quest'ultimo.
Nelledizione di questanno si inoltre palesato un paradosso relativo a questa tematica:
una scuola primaria, aderente al programma volontario dell'unione europea "frutta nelle
44
La scelta dei diversi fattori di emissione (per ciascuna tematica) deriva dalla libera
letteratura scientifica reperibile sul WEB o nelle biblioteche di Ateneo.
Questi studi non sono stati effettuati in Italia ma in altri Paesi Europei o dalla Comunit
Europea stessa, cosicch i coefficienti finali, costituiscono dei valori relativi ad un
modello europeo che riteniamo essere sufficientemente preciso anche per il contesto
italiano.
Il documento dal quale provengono questi coefficienti, come gi asserito nel paragrafo
3.2, tratto da uno studio condotto in Belgio nel quale si tengono conto delle emissioni
di CO2 equivalente originate dalla gestione dei rifiuti.
Le stime presentate nel documento si basano sulle seguenti assunzioni:
1. Le emissioni di CO2 biogene non sono conteggiate nella somma totale. Queste
provengono da materiale organico (legno, carta etc.) e non sono incluse nel
protocollo di Kyoto. Il carbonio inorganico emesso da queste biomasse infatti,
stato assorbito durante la loro crescita attraverso il processo di fotosintesi e
pertanto, quando liberato, non risulta una frazione ex novo di anidride carbonica
introdotta in atmosfera.
2. Vengono invece conteggiate tutte le emissioni provenienti dai combustibili fossili
per la produzione di energia (gas naturale, petrolio, carbone etc.) e quelle originate
dall'incenerimento di materiali derivati come la plastica.
In una tabella riportiamo i valori di emissione compilati da questo studio, suggeriti per
ogni frazione di materiale (prima colonna); i valori positivi quantificheranno le
emissioni prodotte in valore assoluto, mentre i valori negativi rappresenteranno dei
risparmi di emissioni relativi ad una precisa scelta.
46
Per la plastica viene ipotizzata una composizione di PET del 50% e un mix di
polietilene (PP) e polipropilene (PE) per la restante parte.
Per la frazione organica viene considerata invece una percentuale di pane del 40%, di
frutta e verdura del 30%, di carne e latticini del 25% con la restante parte attribuita a
generici alimenti (5%).
Tutti i coefficienti riportati in tabella sono espressi in chilogrammi di CO2 equivalente
per chilogrammi di materiale.
Riciclaggio
Materiale Incenerimento rispetto a nuova
produzione
Prevenzione
rifiuto
Processo
Riciclaggio
di
rispetto ad
riciclaggio
incenerimento
kg CO2/kg
kg CO2/kg rifiuto
kg CO2/kg rifiuto
kg CO2/kg rifiuto
Plastica
+ 2,04
- 1,76
- 4,87
+ 3,11
- 3,80
Carta
+ 0,25
- 0,23
- 1,15
+ 0,92
- 0,48
Vetro
+ 0,04
- 0,69
- 1,13
+ 0,44
- 0,73
Alluminio
+ 0,04
- 10,30
- 11,57
+ 1,27
- 10,34
Organico
+ 0,03
- 0,10
- 1,88
+ 1,78
- 0,13
rifiuto
kg CO2/kg rifiuto
Tabella 11: Emissioni generate dalla gestione dei rifiuti secondo lo studio belga "Avenant bilan CO2 de la gestion des dchets"
Nella seconda colonna vengono appuntati i valori relativi alle emissioni nette
dell'incenerimento le quali tengono conto:
1.
Delle emissioni provenienti dalla raccolta porta a porta dei rifiuti non idonei al
riciclaggio.
2.
Delle emissioni prodotte dalla combustione dei rifiuti, alle quali vengono
sottratte le emissioni evitate grazie alla produzione di energia negli impianti di
termovalorizzazione (in funzione del potere calorifico inferiore del materiale).
47
1.
Sommando le emissioni provenienti dalla raccolta porta a porta dei rifiuti e dal
trasporto dai centri di smistamento a quelli di riciclaggio, in aggiunta alle
emissioni derivate da il consumo di elettricit in questi impianti20.
2.
Nella quarta colonna si annotano i risparmi che si avrebbero nel prevenire il rifiuto
evitando tutte le emissioni dovute alla produzione, al trasporto, al riciclaggio e allo
smaltimento.
La quinta colonna ottenuta dalla differenza tra la terza e la quarta, questa rappresenta
le emissioni assolute che si generano negli impianti di riciclaggio; questi valori sono i
coefficienti usati per la conversione del rifiuto a grammi di CO2 da GREEN SCHOOL
fino ad oggi.
Nella sesta colonna infine si confrontano le emissioni del riciclaggio con le emissioni
che si avrebbero se il materiale fosse impropriamente smaltito negli impianti di
termovalorizzazione, si tratta cio della differenza tra i valori della terza e della seconda
colonna.
Da questa analisi risulta chiaro come i coefficienti usati fino ad oggi, per convertire la
massa del rifiuto in CO2 equivalente, dipendano univocamente dai processi di
riciclaggio; con questi pi materiale si differenzia e maggiori saranno i risparmi di
emissioni, in quanto si attribuisce alla frazione indifferenziata, il coefficiente maggiore.
Come ci eravamo immaginati per, questi coefficienti, non tengono conto dei processi
a monte dello smaltimento finale, necessari per la quantificazione dei risparmi dovuti
alla prevenzione del rifiuto.
La quarta colonna (Prevenzione del rifiuto), tiene invece conto, sia dell'energia non
consumata a monte, sia di quella non impiegata con i vari processi di riciclaggio e si
In Belgio un kilowattora equivale a 265 g di CO2 in quanto buona parte del suo fabbisogno energetico colmato dal
settore nucleare, pertanto rispetto al modello italiano questa rappresenta una approssimazione per difetto.
20
48
candida per essere usata come nuovo riferimento per le azioni di prevenzione del
rifiuto.
Siamo quindi giunti al punto da dividere le azioni di promozione della raccolta
differenziata con le azioni di prevenzione del rifiuto anche da un punto di vista dei
coefficienti usati per la definizione della carbon footprint che questi comportano.
Di seguito la nuova tabella per definire l'impatto causato dalla prevenzione dei rifiuti, i
fattori sono espressi in chilogrammi di CO2 equivalente per chilogrammi di rifiuto
evitato; i coefficienti inerenti alla differenziazione del rifiuto sono ancora quelli esposti
nella tabella di pagina 22.
kg CO2/kg rifiuto
Plastica
4,87
Carta
1,15
Vetro
1,13
Alluminio
11,57
Organico
1,88
Tabella 12: Fattori di conversione per la quantificazione della CO2 equivalente relativi alla prevenzione del rifiuto
Lo studio qui citato, si basa su una semplificazione della metodologia LCA, in quanto
non tiene conto di alcuni processi lungo la filiera di produzione dei prodotti (ulteriori
rifiuti prodotti in fase industriale, imballaggi, stoccaggio etc.) e pertanto rappresenta
anch'esso un modello semplificativo delle emissioni relative alla gestione dei rifiuti;
tuttavia, in mancanza di studi alternativi, questo rappresenta la migliore fonte per
quantificare il flusso di carbonio inorganico emesso in atmosfera.
49
50
51
La tematica integrerebbe dunque l'utilit di una educazione verso una dieta equilibrata,
con la riduzione dell'impatto ambientale che ne deriva.
Nella figura seguente vengono quantificate le quantit di CO2 equivalente prodotte per
gli alimenti presi in considerazione nel suddetto studio dell'Unione Europea.
20
15
10
5
0
solo le politiche promosse, ma portando inoltre una sana formazione allo studente, che
potr beneficiarne anche nella sua quotidianit.
Ricavare dei fattori di conversione si dimostrerebbe per una sfida assai ardua in
quanto servirebbero maggiori alimenti presi in considerazione nello studio e, per ogni
merenda consumata poi dall'alunno, la composizione di tutti i suoi ingredienti; il grafico
ha pertanto la funzione esclusiva di evidenziare i cibi pi impattanti a livello di
emissioni di CO2 equivalente.
53
CONCLUSIONI
Siamo giunti alla conclusione della descrizione del progetto GREEN SCHOOL e
dell'analisi dei dati che hanno rappresentato la riduzione dell'impatto ambientale
(attraverso la carbon footprint) di un'organizzazione scolastica.
In quest'ultimo capitolo ci soffermeremo sui benefici che questo progetto ha portato
direttamente ed indirettamente, proponendosi come un programma sostenibile non
solo a carattere ambientale, ma anche a livello civile ed economico.
condotta personale simile a quella tenuta dagli studenti delle GREEN SCHOOLS,
pu quindi compensare in un anno le emissioni dell'intero ciclo di vita di un dispositivo
elettronico di cui la maggior parte delle persone in possesso.
Nel paragrafo 2.5 della relazione abbiamo inoltre discusso i dati forniti da ISPRA, che
stimava le emissioni procapite in Italia nel 2013 intorno alle 7,2 tonnellate.
Questo significa che se il risparmio sopra citato, inerente a tutte le buone pratiche
trasmesse da GREEN SCHOOL fosse realmente raggiunto, uno studente
contribuirebbe a ridurre le sue emissioni (in quanto cittadino italiano) del 0,75% l'anno
circa.
Il secondo beneficio del progetto, si presenta come la riduzione delle emissioni anche in
campo extrascolastico, in quanto ipotizziamo che gli stili di vita acquisiti a scuola
possano trovare una loro continuit anche in campo domestico e civile (non possiamo
per quantificare i risparmi avvenuti fuori dall'orario didattico, e pertanto, questa
rimane un'ipotesi).
24
http://www.apple.com/it/environment/reports/
55
Il terzo beneficio si palesa grazie ad una diversa interpretazione dei dati raccolti: questi
possono infatti elogiare le azioni pi impattanti di risparmio e denunciare i maggiori
consumi e sprechi che si riscontrano nelle scuole, candidandosi a portare aiuti per la
definizione dei piani di azione per la sostenibilit promossi dalla Provincia o dai
Comuni.
Le varie amministrazioni potrebbero infatti tener conto di queste varie indicazioni
partorite dal progetto.
1. Le azioni che con maggiore efficacia influiscono sulla riduzione delle emissioni di
gas serra, sono quelle attuate nel settore della mobilit sostenibile: la ricerca di un
mezzo alternativo all'automobile ha dimostrato che, anche per tragitti di modesta
lunghezza, capace di ridurre le emissioni di gas serra pi efficacemente delle altre
azioni; questo dimostra come in campo civile e urbano, la progettazione di pi
percorsi pedonali o ciclabili (il cui cammino passasse preferibilmente per una
scuola) e la pubblicizzazione di attivit come il car pooling, siano essenziali per
contribuire allo scenario di sostenibilit in futuro desiderato. Ecco quindi come e
dove GREEN SCHOOL ci conferma di agire per raggiungere i target per il
2050, confermando il grafico di figura 2 (pag. 13) che indica come il settore dei
trasporti costituisca il 20% delle emissioni antropogeniche nazionali.
2. La riqualificazione energetica degli istituti, ha un'elevata importanza nel ridurre
l'impronta di carbonio che li caratterizza. La sensibilizzazione al risparmio
energetico potrebbe quindi integrare, in fase di valutazione, oltre ai
comportamenti a sfavore dello spreco, anche i risparmi ottenibili con le azioni di
riqualificazione svolte dall'istituto: installazione di lampade a LED, interventi sulle
prestazioni dell'involucro edilizio (come la sostituzione dei serramenti) e la
misurazione dell'apporto di energia pulita ottenuta dall'eventuale impianto
fotovoltaico.
Si creerebbero cos (almeno per gli istituti superiori), dei rapporti di
collaborazione tra la Provincia, proprietaria dell'edificio, e l'organizzazione
56
Il quarto beneficio del progetto si presenta in campo economico e, anche se gli effetti
non si mostreranno nell'immediato presente ma in un prossimo futuro, legittimo
analizzarli. Questi benefici si fondano su un'economia, ancora in fase di definizione, a
basso tenore di carbonio, nel quale si discuter nel prossimo paragrafo.
Per introdurre tale concetto dobbiamo prima considerare i valori di risparmio che si
otterrebbero con un'adesione nazionale a GREEN SCHOOL.
Per fare questo prendiamo in esame i dati del Ministero della Pubblica Istruzione:
secondo questo organo amministrativo, in Italia, vi sono pi di 7 milioni di studenti
distribuiti in ogni grado scolastico25. Se tutti loro potessero aderire al progetto, e portare
il risparmio in precedenza citato di 1.500 g di CO2 equivalente, il risparmio nazionale
sarebbe di circa 10.500 tonnellate a settimana pari a circa 380.000 tonnellate all'anno
scolastico, meno di un millesimo delle emissioni nazionali (precisamente lo 0,08%);
questo ridotto valore per, pi rilevante di quello che si potrebbe pensare.
Il 55% di questi frequentanti le scuole primarie e secondarie di primo grado, che manifestano un'inclinazione maggiore
alle azioni proposte dal progetto
25
57
Sebbene forniscano solo una percentuale minima delle emissioni nazionali, queste
tonnellate di CO2 equivalente per ipotesi risparmiate, contribuirebbero ad aiutare la
politica italiana nel raggiungimento dei target di emissioni internazionali, i quali se non
rispettati, comportano oneri economici e vincoli restrittivi sulle emissioni future.
Per esempio con il primo periodo di impegno del protocollo di Kyoto la Comunit
Europea si era impegnata a ridurre le emissioni di gas serra del 8% rispetto ai livelli del
1990. Tale impegno fu ripartito in maniera differenziata tra gli Stati Membri, cosicch a
l'Italia tocc ridurre le proprie emissioni del 6,5% (rispetto al 1990) nel periodo 20082012; ci significa che le nostre emissioni di gas serra non poterono superare, per quel
quinquennio, le 483 milioni di tonnellate l'anno.
Ufficialmente l'Italia ha raggiunto, come dichiarato dal Ministero dell'Ambiente, gli
obiettivi del protocollo di Kyoto riducendo le sue emissioni del 7% rispetto al 199026.
Il sistema ETS (Emission Trading Scheme) il sistema di scambio economico delle
quote di CO2 (stabilito da Kyoto), che ha l'obiettivo di aiutare gli Stati membri dell'UE a
rispettare gli impegni assunti per limitare e ridurre, le emissioni di gas serra in maniera
economicamente efficace, questo riguarda esclusivamente i settori industriali considerati
dei giganti nel consumo dell'energia: termoelettrico, raffinazione, produzione di
cemento, di acciaio, di carta, di vetro e cos via.
Questo sistema di trading europeo ha permesso di veder attribuito un prezzo alla
tonnellata di anidride carbonica equivalente emessa in atmosfera che, anche se ancora
fermo sul mercato, dovrebbe in futuro stabilizzarsi e crescere di valore con il tempo.
Ecco allora come le potenziali 380 mila tonnellate di CO2 risparmiate annualmente da
GREEN SCHOOL non siano cos irrilevanti: queste avrebbero innanzitutto aiutato
l'Italia ad avvicinarsi agli obiettivi imposti, ed inoltre, qualora in futuro venissero
conteggiate nel trading anche le emissioni derivate dai settori dell'agricoltura, dei rifiuti e
26
58
dei trasporti, avrebbero potuto avere un notevole valore anche sul mercato europeo
portando benefici economici al nostro Paese.
Se per ipotesi ogni cittadino italiano modificasse i propri stili di vita in direzione di una
maggiore inclinazione alla sostenibilit, e riuscisse a raggiungere il risparmio medio
ottenuto dagli studenti delle GREEN SCHOOLS (impegnandosi per per tutto l'arco
dell'anno solare), si raggiungerebbero risparmi prossimi al valore di 4 milioni di
tonnellate di gas serra non emessi in atmosfera; da soli questi avrebbero costituito il 5%
del totale delle riduzioni imposte da Kyoto all'Italia nel periodo 2008-2012.
Ovviamente il progetto GREEN SCHOOL non potrebbe quantificare direttamente la
riduzione della massa di gas serra, poich questo preciso compito di ISPRA. Grazie ad
esso per, si avrebbero meno chilowattora domestici, meno litri di benzina e gasolio,
meno chilogrammi di rifiuti da conteggiare e di conseguenza, meno emissioni nazionali.
59
Carl Sagan, astronomo e collaboratore del progetto, esercit delle pressioni sulla NASA
per ottenere, da queste sonde, le immagini della Terra immortalate dal limite del nostro
Sistema Solare. Nella foto ripresa dalla sonda Voyager 1, a sei miliardi di chilometri di
distanza (oltre l'orbita di Plutone), la Terra viene mostrata come un solo piccolo e
distante puntino azzurro, che restituisce un'immagine molto suggestiva. Le sue parole
nel descrivere questa fotografia sono le stesse che mi piacerebbe, che un progetto come
GREEN SCHOOL, potesse adottare nel rappresentare il suo impegno di tutela
ambientale.
60
BIBLIOGRAFIA
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