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Giulia si sveglia presto al mattino, perch nella vita ci sono un sacco di

cose da fare, ed ognuna di esse ha bisogno di tempo e attenzione. Il


lavoro, la palestra, la vita sociale. Arriva sempre cinque minuti prima agli
appuntamenti. Prepara sempre il materiale in anticipo. Parla solo
quando sa cosa si dire. Da quando poi stata promossa a giovane
dirigente lavora sempre un'ora in pi degli altri, e spesso non vede la
luce del sole se non attraverso le veneziane del suo ufficio.
Quando torna la sera a casa Buck le fa un mucchio di feste: la signora
del pianerottolo si occupa di lui quando lei non c'. Lei ricambia il suo
affetto, scalda qualcosa nel microonde e si addormentano vicini sul
divano. Il giorno dopo arriva velocissimo, cos come una nuova giornata
di lavoro.
Lei c' sempre, per tutti. Colleghi, amici, parenti: tutti sanno che Giulia
sempre disponibile. Anche i suoi genitori adottivi, che l'hanno presa con
s quando era ancora molto piccola, sanno che una ragazza d'oro.
Pochi anni fa ha finalmente deciso di cercare le sue origini biologiche,
risalendo all'identit dei suoi genitori naturali e scoprendo che la madre,
vissuta da sempre in gravi ristrettezze economiche, era morta appena
un anno prima della sua ricerca, e che suo padre risultava ignoto. A
nulla valsero ulteriori ricerche, colloqui con parenti ed amici della madre.
Niente riuscito a fare luce su chi potesse essere suo padre.
Delle poche cose della madre Giulia tiene con s una lettera con una
poesia, scritta anonimamente con calligrafia maschile, e datata pochi
mesi prima della sua nascita. Giulia ama pensare che questa lettera
l'avesse scritta sua padre per sua madre.
Un giorno il cielo era biancastro e Giulia trova una lettera nella sua
cassetta, con l'indirizzo scritto a mano. Chi scrive oggi lettere a mano,
pens, e apr la busta con curiosit. Una grande incredulit mista a
stupore la colse all'improvviso. Nella busta, vergato a mano c'era un
foglio di carta semplice, bianco, con scritta una poesia. La stessa poesia
che era stata di sua madre.
Sal subito in casa, voleva controllare se la lettera ricevuta fosse la
stessa che lei conservava. And nel cassetto e scopr che l'originale era
sempre stato a casa sua. Questo era un altro foglio, scritto chiaramente
dalla stessa mano e che riportava la stessa poesia. Vincendo l'ansia che

le saliva dallo stomaco confront da vicino le due versioni e not che


c'erano delle differenze. La data non era quella del passato, ma quella di
oggi, cos come i tempi dei verbi. Per il resto sembravano due copie
della stessa composizione.
Pens immediatamente a suo padre. Forse mi ha trovata e potr
finalmente avere delle risposte. Ma perch si nasconde e non mi vuole
vedere? Le domande si affollavano rumorosamente nella sua testa.
Decise che per ora non era il caso di dire nulla ai suoi genitori adottivi.
Era gi tardi, ed aveva bisogno di fare qualcosa, attendere gli eventi la
distruggeva. And lo stesso al lavoro quel giorno, cercando di
nascondere la sua inquietudine. Il giorno scorse in apnea, e la sera
bevve cos tanto che si addorment ubriaca.
Dorm un sogno agitato. Vedeva bambini in un bosco giocare con degli
animali. Vide che c'era anche Buck con loro. Lo chiam, egli la
riconobbe e corse da lei. Quando le fu di fronte il cane inizi a parlarle, e
le disse che avrebbe dovuto fare una cosa molto importante: domani
sarebbe dovuta andare ad un certo indirizzo, gli disse quale. Mentre
diceva l'indirizzo la bocca del cane sembrava enorme. E' importante,
fallo, non credere che questo sia solo un sogno. Giulia si svegli di
soprassalto, era tardissimo. Si vest con gli stessi vestiti del giorno prima
e si dimentic di proposito di salutare Buck, che stava in un angolo e che
la osservava andare via.
La sera si chiese se fosse stato giusto andare all'indirizzo che aveva
sognato. Era sicuramente una perdita di tempo. Ma senza volerlo si
ritrov l davanti. Decise allora di scendere. Vide che era una casa non
pi abitata ormai da molto tempo. L'aspetto sembrava familiare, ma
niente di pi, forse anni prima era passata di qua. Il cancello era aperto,
e cos l'ingresso. L'interno della casa era buio, e Giulia fece luce con il
suo cellulare. La polvere sui mobili rivelava che erano stati abbandonati
qui da anni. Illumin alcune cose che erano in terra, scatoloni, fogli di
giornale. Vide che c'erano anche delle fotografie. Sembravano bambini,
e le raccolse. Quando le osserv la sua pelle fu percorsa da brividi
freddi, e sentiva mancargli il fiato. Si accorse che quelle foto ritraevano
un compleanno di bambini, e che lei era la festeggiata. Cosa ci facevano

in quella casa? Scorse nervosamente le immagini. Chi le aveva lasciate


l? Perch non ricordo nulla di questa festa e di questa casa?
Non ebbe il tempo di riflettere che cap di non essere sola. Riconobbe
tre figure nell'ombra, due sedute e una in piedi. Le illumin. Avevano i
vestiti logori ed erano sporchi. Puzzavano. Sembravano strafatti. Era
meglio andar via e togliere il disturbo, alle foto avrebbe pensato dopo.
"Ehi Giulia, dove vai?", le chiese uno. "Fermati con noi, ne abbiamo
anche per te. Non andare via, rimani!"
Giulia impallid. Terrorizzata corse verso la pallida luce serale che si
insinuava dalla porta. Cadde, o credette almeno di cadere. Poi il buio.
Nel sogno lei un uccello luminoso e splendente, che vola su un
deserto di cenere e sale. Una luce dorata inonda la scena. E' l'alba, ma
potrebbe anche essere il tramonto. Planando atterra dolcemente, e vede
ora i suoi primi ricordi d'infanzia. Ma in questi non c' pi nessuno,
tranne lei: c' solo lei nella casa di montagna, solo lei in vacanza al
mare, solo lei il primo giorno di scuola. Sono andati via tutti: nei suoi
ricordi lei ormai l'unica rimasta. Non c' nessun altro. Un grande senso
di solitudine la fa entrare nel panico.
Si sveglia di soprassalto e si mette a sedere. E' nel suo letto e non
ricorda come tornata a casa. Ma allora stato tutto un sogno, un
brutto incubo, si dice. Si gira, ed appoggia di nuovo la testa sul cuscino.
Giulia inizia a piangere in silenzio, e il pianto si trasforma in singhiozzi.
Osserva la scrivania dove sono entrambe le lettere, e le foto di lei che
spegne le candeline.

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