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ESTRATTO DA:
Rivista di antichit
Anno XVIII - n. 2 - Luglio-Dicembre 2009
Francesco Marcattili
Etei de; pevmptw/ th'" Tativou basileiva" oijkei'oiv tine" aujtou' kai;
suggenei'" prevsbesin ajpo; Laurevntou badivzousin eij" Rwvmhn ejn
tucovnte" kaq oJdo;n, ejpeceivroun ajfairei'sqai ta; crhvmata biva/,
kai; mh; proi>emevnou" ajll ajmunomevnou" ajnei'lon. e[rgou de; deinou'
tolmhqevnto", oJ me;n Rwmuvlo" eujqu;~ dei'n w[/eto kolavzesqai tou;"
ajdikhvsanta", oJ de; Tavtio" ejxevkroue kai; parh'ge. kai; tou'to movnon
aujtoi'" uJph'rxen ai[tion ejmfanou'" diafora'": ta; d a[lla katako
smou'nte" eJautouv", wJ" e[ni mavlista koinw'" ejcrw'nto kai; meq oJmo
noiva" toi'" pravgmasin.
Nel quinto anno del regno di Tazio, alcuni suoi amici e parenti incontrarono casualmente per strada ambasciatori che
da Laurento si recavano a Roma; li assalirono e cercarono di
strappare loro con la forza le ricchezze; siccome quelli non
cedevano ma opponevano resistenza, li uccisero. Poich avevano osato unimpresa gravissima, Romolo ritenne giusto punire subito i colpevoli, mentre Tazio esitava e prendeva tempo. Questo fu lunico motivo di disaccordo manifesto; per il
resto, infatti, cera sempre stata armonia tra loro e, per quanto
possibile, reggevano lo stato in comune e daccordo[1].
questo, nella precisa narrazione di Plutarco, lantefatto dellomicidio di Tito Tazio, ucciso per vendetta da
parte di un gruppo di Laurentes mentre, a Lavinio, era
intento a sacrificare insieme al coreggente Romolo[2]. Lo
storico greco, che come vedremo nel racconto fornisce
preziosi particolari etiologici[3], descrive con dovizia le
conseguenze di quel ferale gesto[4]: il corpo di Tito Tazio
venne ricondotto a Roma e sepolto sullAventino con
tutti gli onori per volont dello stesso Romolo; la citt
di Laurentum consegn a Romolo i colpevoli dellomicidio, ma questi in un primo momento non intent nei
loro confronti alcun processo, affermando che un omicidio era stato espiato con un altro omicidio; Romolo,
diventato unico re di Roma, ricevette unambasceria
dai prisci Latini e stabil con loro un trattato di alleanza;
come esito dellempio sangue versato, sia a Roma che a
Laurento scoppiarono pestilenze, si verificarono morti
improvvise, piovve sangue dal cielo, tanto che si diffusero timori e superstizioni di ogni sorta e fu necessario
subito sia punire gli assassini di entrambi i delitti, che
purificare le due citt con sacrifici di espiazione; i rituali di espiazione celebrati nelloccasione venivano officiati anche nel santuario federale della selva Ferentina,
dove i Latini si riunivano per le assemblee e per ladunata delle truppe.
Come fin troppo evidente, e come era chiaro anche
alle fonti antiche, gli ultimi giorni di vita di Tito Tazio
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tagonisti degli eventi: ucciso in modo sacrilego a Lavinio da Laurentes e sepolto in Aventinensi laureto, localit
che risultano collegate tra loro dalla via Laurentina. Prima di verificare le ragioni di questa relazione e di esaminare in dettaglio le propriet dellalloro in un tale
contesto (ma non solo), dobbiamo ricordare un altro
dettaglio topografico di notevole importanza. Rispetto
alle altre fonti letterarie che narrano della morte e della
sepoltura di Tazio, Plutarco ricorda che il re sabino giaceva sullAventino peri; to; kalouvmenon Armilouvstrion,
in prossimit del cosiddetto Armilustrium[22]. Come
noto, con questo nome si indicava non solo la festivit
di purificazione delle armi che, il 19 ottobre[23], sanciva
la chiusura delle campagne militari, ma anche un concreto, ben preciso complesso funzionale a rituali e cerimonie di lustratio, la cui posizione e le cui caratteristiche strutturali restano incerte[24]. In via ipotetica, doveva trattarsi di un campus aequatus, di unampia area
scoperta[25] provvista forse di portici e/o di qualche am-
Torelli 2007-2008.
Merlin 1906, 64-65.
[14]
Coarelli 1983, 161-199; Coarelli 1999a.
[15]
Mommsen 1887-1888, 3, 145. Cfr. Liv., 2, 44, 9: duas civitates ex una
factas, suos cuique parti magistratus, suas leges esse.
[16]
Varro, ling., 5, 32, 152.
[17]
Fest., 496 L.
[18]
Andreussi 1996.
[19]
Dion. Hal., 3, 43, 1-2.
[20]
Plin, nat., 15, 138.
[21]
Cfr. Ampolo, Manfredini 1988, 331.
[22]
Plut., Rom., 23, 3.
[23]
Degrassi 1963, 523-524; Sabbatucci 1988, 331-333; Torelli 1997,
237-242.
[24]
Andreussi 1993. Si veda anche lampio contributo di Crous 1933,
che ipotizzava un collegamento tra lArmilustrium ed i pilastri con
fregi darmi degli Uffizi (Polito 1998, 204-207), rinvenuti sullAventino nel complesso di S. Sabina. Per recenti ipotesi di ubicazione
dellArmilustrium, si vedano Jatta 1998, 125 (V. Di Gioia); Bruno 2006,
115, figg. 1-2. V. Di Gioia colloca lArmilustrium in prossimit dellattuale piazza dei cavalieri di Malta, al termine dellantico vicus Armilustri (via Santa Sabina), tra S. Anselmo e la villa del Priorato; nel
contributo di D. Bruno il complesso invece ubicato in relazione alle
strutture di et tardo-repubblicana rinvenute tra S. Alessio e S. Sabina (ipotesi gi in Lanciani 1893, 5-7). Tra i primi studiosi ad occuparsi dellArmilustrium, ricordo laccademica E. Caetani Lovatelli (Caetani Lovatelli 1897).
[25]
Lipotesi gi in Platner, Ashby 1965, 54, dove lArmilustrum viene
definito an open space on the north-western part of the Aventine.
[12]
[13]
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biente perimetrale per la sistemazione delle armi, e certamente rifornito di acqua da una fonte o riserva; acqua
necessaria infatti sia alla pulitura/purificazione delle
armi, sia alla pulizia dei corpi dei soldati dopo il viaggio di ritorno dalle campagne militari.
Ora, come ho gi accennato altrove[26], la vicinanza
della tomba di Tazio allArmilustrium significativa: come dimostrano i campi o le palestrae di tarda et repubblicana di centri quali Herdonia[27], Alba Fucens[28], Corfinium[29], Assisi[30], uno degli elementi che appare ricorrente in questi complessi a vocazione ginnico-militare,
la presenza di tombe depositarie di valenze eroiche
che, nella commemorazione di personalit semidivine,
rievocavano concreti modelli etici da venerare e imitare
soprattutto da parte delle classi pi giovani[31]. Il sepulcrum aventino di Tito Tazio, ubicato in unarea che, attraverso i culti di Minerva e Liber, tutelava proprio la
transazione degli iuvenes, poteva svolgere anche una tale funzione, tanto pi che il suo carattere di heroon assicurato da alcune righe di Dionigi di Alicarnasso, che
ricorda come presso questa tomba si svolgessero annualmente pubbliche libagioni[32].
Ma torniamo alla pianta di alloro che, per il contesto
che intravediamo, doveva certamente costituire un ingrediente cerimoniale e rituale essenziale e che, con le
propriet che gli antichi le assegnavano, pu aiutarci a
capire fino in fondo laition collegato alla sepoltura di
Tito Tazio nel Loretum e la presenza nello stesso luogo
dellArmilustrium. Come noto, sia in Grecia che a Roma, si attribuivano allalloro soprattutto propriet purificatorie ed espiatorie[33], che spiegano anche la sua comune collocazione davanti a venerandi edifici e residenze dellUrbs quali la Regia, il tempio di Vesta, la sede
dei Flamines Maiores, le Curiae Veteres, fino alla stessa casa di Augusto[34]. Idealmente, quella presenza era destinata a purificare chiunque entrasse in quei luoghi, evidentemente accessibili soltanto a chi si fosse preventivamente mondato. Anche le iconografie dimostrano
come i partecipanti a sacrifici, e finanche le stesse vittime animali, potevano/dovevano essere coronate di alloro per medesime finalit[35]. Le capacit purificatorie
di questa pianta, soprattutto nel corso dellet arcaica e
repubblicana, sembrano essere strettamente legate anche alle facolt terapeutiche che, in ugual modo, le venivano attribuite. Proprio queste ci aiutano a compren-
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quod medicamento siccissima sit, vel quod omni tempore viret, ut similiter respublica floreat[47]. I milites, dunque, seguivano il carro del trionfatore laureati, perch in tal
modo entravano in Roma mondati degli omicidi (purgati a caede humana) compiuti in battaglia e, aggiungo io,
liberati dagli adirati spiriti degli uccisi[48]. Importante
nel passo il riferimento allalloro come pianta utilizzata
nei medicamenti; funzione che, al ritorno da una campagna militare, doveva essere per nulla disgiunta da
quella pi propriamente religiosa e simbolica. La conclusione a cui conducono i passi appena esaminati,
che coloro che sfilavano nel trionfo coronati di alloro
certificavano alla collettivit lavvenuta purificazione,
proclamavano labbandono del temibile status di impiati e la loro ritrovata, piena dignit di cives. Del resto,
come ho gi descritto altrove[49], il reditus degli eserciti
era accompagnato da altre liturgie dalla funzione apotropaica quali laffissione e la combustione delle armi
nemiche, cerimonie di consacrazione ugualmente finalizzate a scongiurare le ritorsioni delle animae dei morti
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in battaglia[50]. Significativa, in questo discorso, la coincidenza tra il ritorno dellesercito dalla campagna militare primaverile ed il triduo dei Lemuria, celebrato appunto per placare le anime di trapassati vittime di morte violenta, ovvero le umbrae vagantes hominum ante diem mortuorum[51].
Considerate dunque tali, straordinarie propriet catartiche e terapeutiche dellalloro, non pu sfuggire n
il senso della collocazione nel Lauretum dellArmilustrium, n la prossimit a questo complesso della tomba
di Tito Tazio[52]. Questo sepulcrum, ultima dimora terrena di un eroe empiamente ucciso da Laurentes, a sua
volta complice silente dellatroce delitto di ambasciatori laurentini, ed il cui corpo non era stato purificato al
momento della sepoltura, fissava al meglio nel suo mito
di fondazione la destinazione di unarea dobbligo extrapomeriale, funzionale con i suoi riti a purificare e
proteggere prima della definitiva riammissione nei corpi civici chiunque avesse compiuto delitti di sangue
fuori o lontano da Roma[53]. Si eludevano in questa maniera le terribili conseguenze ed i prodigia che, nel racconto di Plutarco, avevano colpito Roma e Laurentum in
conseguenza della morte degli ambasciatori e di Tazio,
e che tanti timori e superstizioni avevano diffuso nelle
due citt. Mi chiedo quanto tale destinazione dellAventino abbia contribuito, nel corso dei secoli, a costruirne
limmagine di colle funesto, maledetto, dai presagi negativi, considerato non a caso il regno di un Remo[54]
che a sua volta ha infranto precise prescrizioni rituali,
ha violato il sulcus primigenius, diventando, dopo morte
violenta, un lemure[55]. E sulla stessa linea, come vecchio nemico di Roma emigrato dalla sabina Cures, divenuto re e obbligato a condividere il potere con un
Romolo che incarnava al meglio la Roma della legittimit, Tito Tazio contribuiva con la sua tomba a costruire e propagandare lidea di un Aventino dellestraneo,
del diverso, dellanomia. A tal riguardo vanno ricordate
due tradizioni: il mitico ratto delle Sabine, ambientato
non a caso nella valle del Circo Massimo presso lara
Consi[56], dunque sulla linea del pomerium Romuli che
correva tra Palatino e Aventino in unarea eletta per la
panegyris interetnica, dove del resto Tito Tazio aveva
dedicato gli altari del Sole e della Luna[57]; la tradizione
varroniana trasmessa da Servio[58], secondo cui lo stesso
Romolo avrebbe concesso ai Sabini di stanziarsi sul
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Francesco Marcattili
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[62]
Degrassi 1963, 429-430, 460-461; Sabbatucci 1988, 113-116; 171172.
[63]
Cfr. anche Varro, ling., 5, 153: Armilustrium ab ambitu lustri locus:
idem Circus Maximus dictus, quod circum spectaculis aedificatus ubi ludi
fiunt, et quod ibi circum metas fertur pompa et equi currunt.
[64]
Cfr. Torelli 1997.
[65]
Lyd., mens., 4, 34: qerapeuvetai de; oJ Arh" h[coi" o{plwn kai; savlpi
gxi, kai; dia; tou'to aujtw/' th;n prwvthn eJorth;n ejpetevloun oiJ Rwmai'oi, ka
lou'nte" aujth;n Armilouvstrion oiJonei; kaqarmo;n o{plwn, mh; ceivmato" mh;
eJtevra" tino;" peristavsew" eijrgouvsh" th;n kivnhsin tw'n o{plwn ejpi; tw/' tou'
Areo" pedivw/.
[66]
Merlin 1906, 127.
[67]
Dion. Hal., 11, 43: colle chiamato Aventino (che di tutti i colli
compresi in Roma il pi adatto a porvi un accampamento) (trad.
F. Cantarelli).
[68]
Dion. Hal., 11, 28-37; Liv., 3, 44-49.
[69]
Si veda Liv., 3, 50, 13-15 e 3, 54, 10.
[70]
Liv., 26, 10, 5-10.
[71]
Eloquente la reazione dei Sabini nonostante la non punita morte
di Tito Tazio, e la successiva condotta di questa comunit nei confronti di Romolo in Plut., Rom., 23, 5: La cosa per non sconvolse i
Sabini, n li fece insorgere, ma continuavano ad ammirarlo (Romolo); alcuni per benevolenza nei suoi confronti, altri per timore della
sua potenza, altri poich godeva in tutto del favore degli dei (trad.
C. Ampolo).
[72]
Enn., ann., 104 Skutsch.
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