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ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCE!


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. A~NO CCCLXIX
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1972
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SERIE OTTAVA
ABBONAMENTI
...
II prezzo dell'abbonamento annuo per i Rendiconti della Classe di Scienze RENDICONTI
Morali, Storiche e Filologiche per l'anno 1972 il seguente:
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Nazionale dei Lincei - Ufficio Pubblicazioni :- Via della Lungara, 10 - Volume. XXVII - Fascicolo 5-6
00165 Roma - Tel. 652- 425.
(Maggio-Giugno 1972)
.

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,. PREzzo L. 3. 2 o o

ROMA
E. Gianni, Cancelliere dell'Accademia, Direttore responsabile
Autorizzazione der... Tribunale di Roma n. 2109 del u-8-196o.
ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI
1973
Rcncl. dell a Cl. di Se. 1110r., st. (' fi l ..
\ ' LIIli.\IIR DL'.\Ii':. J<l:.~(T _ La annnira
\"ol. XX\'1 r. AXDR.E.\ ALFOLD!, La struttura politica di Roma, ecc. 307
dipinta ddlrt mltum. ea. - TA \" . 1\'.
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Seduta straordhtaria del 7 giugno I972

ANDREA ALFLDI

LA STRUTTURA POLITICA DI ROMA NEI SUOI PRI MORDI (*)

Nel ringraziare di tutto cuore l'Accademia dei Lincei per l'onore fattomi
invitandomi a tenere questa conferenza, mi sento in obbligo di confessare sin
dall'inizio che sono ben conscio del fatto che le mie conclusioni susciteranno
talora qualche reazione non sempre favorevole a qu anto sosterr; ]e convin-
zioni alle quali sono pervenuto sono infatti in acuto contrasto con Je opinioni
comunemente accettate da parecchi studiosi che hanno indagato nel medesimo
ca mpo. Inoltre non mi sar possibile di dare, nel breve spazio di un'01a, la
documentazion e dei risultati ai quali sono per venuto attraverso ricerche durate
lunghi anni; documentazione che dar - con tutto l' appoggio degli scritti an-
tich i e moderni - in maniera particolareggiata in un libro che sta per essere
consegnato alle stampe.
Se, malgrado questa prospettiva non troppo allegra, trovo il coraggio,
a nzi il desiderio eli presentarvi il m io modo di vedere le cose, ci dovuto a due
felici circostanze. Anzitutto mi concesso stavolta di presentare la mia relazione
nella culla stessa dell'im pero, in quella stessa R oma, la cui indagin e ha
dato alla mia effimera esistenza un senso nobile ed un ricco contenuto: H omo
sum Pannonius, sed dvis Romanus. In secondo luogo posso appellarmi, in
questa circostanza, all 'elevato senso eli giustizia proprio di una delle venerande
associazioni scientifiche.

I.

Quali sono le cause che h anno impedito eli comprendere ed interpretare


Fig. r - Statuetta fittile da
Fig. 2. - Statuetta fittile rettamente le fo rme nelle quali Roma s i era strutturata nei suoi primorcli ?
Cucuteni (fase eli Cucuteni A ).
(fase d i Cucuteni B). A ll'acuto occhio del Mommsen non sfuggirono ovviamente le sopravviven ze
in et storica della primitiva associazione dei Latini ; ma egli pensava che
si trattasse solo eli pallide ombre di una et lontanissima ed interpret lo svol-
gimento della societ romana come un prodotto sviluppatosi sul suolo stesso
della citt, indipendentemente da qualsiasi influsso esterno. E come lui, cos
concepivano Ja storia eli R oma tutti gli studiosi nel suo t empo e molti altri
ancora dopo eli lui. E ci ben comprensibile per i suoi tempi, giacch non era

(*) Conferenza tenuta nella seduta straordinaria d el 7 giugno 1972.


L a traduzione ital iana dovuta all'amicizia del prof. P. Mingazzini.
308 Lincei - Rendiconti morali - 19-1 :! S
. enc \"Ilf. ,ol. XX\'!T. fase. 5 (j A:\VREA ALFOLDI , La struttura politica di Roma, ecc .

nata an cora la scienza della vanga, ]a quale ha messo tt 1 h ital ichc che non rinunziarono ai loro. raggruppamenti prcurbani sino a ch e non
so- o g l occ i g li
amplissimi rapporti che legavano al mondo circostante il villaggio clell'et fu rono sottomesse dai Romani. Tale, ad esempio, il caso elci Sanniti. Le trenta
del fe rro, sorto presso un'ansa del T c,erc. sucld i,isioni dei Latini nei trecento anni duran te i quali si erano ormai
. , vero tutta,ia che la indagine preistorica, cos magn ificamente fiorita radi cati nel suolo laziale si era no differenziate in molte cose dalle altre popo-
SI c da poco preclusa, da s s tessa, ogni sguardo sui fat ti storici qL1a] : lazioni italiche e nel settimo secolo passarono allo stadio della civilt cittadina
[ d . , c 1 ess1
n s u tano a1 suo1 g randiosi lavo ri. E divenuto un ,-czzo cJc1 pze1sto 1-c 1 sul tipo della po!is greca; ma ci accadde per la dura pressione dei dominatori
1 . . . . . 1 1 1 negare
~ g.' ancl 1_m1gt az10n1 de t popo!t, per attribuire unicamente a contatti commer- etruschi. Per, a nche sotto il dominio stra niero, continuarono a tener viva la
Cia li glz mft ussi culturali che via via si susseguono nel tempo . coscienza della comun e origine, tramandando la lingua, i costumi, gli
_ . . que1 contatti
commerciali ne sarebbero s tato il veicolo. istituti religiosi p ropr i. E quando il domi nio etrusco fu abolito, gli stati
A m_io m~clo_ eli vedere, ci de l tutto errato. L a indoeuropeizzazionc latini rinnovarono, nel quinto secolo, an cora una volta la loro confederazione,
~ella pen1_sola Jtaltana _ stata realizzata da quella stessa ondata eli popoli cui per essere in grado d i resistere a lle popolazioni della montagna - c Roma,
e clov~t~ Il crollo d ell'Impero degli Ittiti e che spinse i Dori nel Peloponneso. persino dopo che ebbe sciolta l'organizzazione politica dei L atini, conserv
r Latzm_ non possono essere giunti, in quella che divenne l)Oi la loro pat . accuratamente quanto era rimasto, a guisa eli fossile, degli antichi usi
molto , t d. d l . ua,
.. Plll, ar I e passaggio dal secondo al primo millennio a v . C r. Erano religiosi comun i a tutta la nazione latina.
cl ecltti ali allevamento d el bestiame ed a lla razzia consid erata come del stato un metodo errato il tentativo degli storici della religione aderenti
tutto giustificata.
a l principio dei caratteri similari, nonch degli etnologi sociologi, eli voler rico-
I n ~uella et cos ricca eli con tinu e lotte c di guerre, una trib non str uire la comunit prim itiva eli Roma per mezzo eli confronti fra alcun i
poteva gllln~cre a lla mta delle sue migrazioni se non era tenuta stretta in tutte tratti isolati della preistoria eli Roma ed i tratti corrispondenti trovati qua
I: E q t
sue parti da una organizzazione ri gida ed allena ta al com battime t
t . l bi n o.
c l, presso popolazion i primitive eli ogn i qualsivoglia continente. Un errore
ues a .una est c 1e a ) iamo sempre proclamato c molti la condividono . altrettanto grave - come ha fatto u ltima mente notare E. Volterra- fu quello
acl_ e~e1.11p1?, G .. ~umzil il quale ha sottolin eato la sua opinione nei seguenti di voler ricostr uire gli aspetti pi arcaici dello stato r omano sulla base di uno
tezmmt: << 1 Lat1~11 che erano anelati acl ista llarsi sul Palatino non costituivano schema astratto, ricavato dalle teorie socia li del giorno cl 'oggi.
un g ruppo socJa !e nu ovo che avrebbe dovuto creare tL 1tto cd t I n luogo eli q ucste esperienze, cos lontane dalla essenza del mondo romano
, tnven are
tutto; cos1 come non costituivano un gruppo sociale nuovo i Celti i Io . e tan to ]ungi dalla vita reale, abbiamo a nost ra disposizione tutto un tesoro eli
E . 1 . . . . , to cugm1.
1
SSI et ano - a mgua lo d tmostra - 1 chscendenti di invasori venuti da lontano usanze parallele, nate organicamente da r eali condizioni ambientali, che
un.a _t~p.pa ~appresso l'altra. Oggi non pi concesso considera rli come dei possiamo riscontrare in t utto il dominio dcll'ethnos incloeuropeo. Un tesoro -
pr~rntt~vL_ Era_n~ degli Indoeuropei consenatori, i qua li cla,ano ad importanti si badi bene - di parallelismi, che hanno virtLt probativa solo quando non si
tSttt'u~JOnl polJt:che .o magico-relig iose l~ stesso nom e ch e i pi antichi abitanti tratta eli singoli tratti isola ti, ma di interi complessi di caratteristiche identiche,
del! I t an e dcii India -e ta lora anche 1 Celti - davano all e stesse istituzioni legate in un fasc io cos complesso e cos speciale, che rit rovarlo tale e quale
o ad a ltre molto a ffini. L asciando da parte la relig ione va notato 1 1' non pu essere attribuito al caso .
capo d Il . , ' c le J
. _ _ e a soc1 ~ta r oman a primitiva portava l'antichissimo nome incloeuropeo L o sfondo indocuropeo per pitt vasto eli quel che si suole ammettere
cii ~ex che cornsponde a l nome del capo nella societ quale appare nei Veda comunemente . Sin dal 1922 H . Jacobson cl imostr che gli Indoeuropei
(ra;an)_ed al ~ome del capo in tutte le societ celtiche (n'x). Questo dato di vissero un d n el nord, in prossim it degli Ugro-Finni. Anche nell'Asia centrale
fatt~ c~ garantt~ce da solo che gli abitanti delle capanne sui colli ti berini n on le popolazioni indocuropee si spinsero molto in l, sino in Cina. L 'esempio
costttut vano det gruppi inorgan ici eli famiglie, le quali s i sarebbero acl un pi la mpante fornito dai Tocari, che, come popolo, esisteva ancora durante
certo moment~ associate creando eli sana pianta alcune istitu zioni no,clle. il nostro medio e\'O ; la loro lingua affine in modo sconcertante a quella
ma, . al_c~ntra.no, che eran_o. giunti essend o gi collegati da una struttura super~ degli europei occidentali. Secondo le conclusioni dell'indagine preistorica,
~an~~gltat ~, clt nat.ura ,poltttca e conservatasi attraverso una lunga tradizione. nell'attuale stato delle ri cerch e, l'avanzata eli questo g r uppo di popolazioni
Ed mfattJ come sJ_,puo supporre che qu esti uomini, i quali avevano ereditato, verso l'Asia n ord-orientale si effettu verso il passaggio dal ter zo al secondo
da un passato gt_a t:emoto, la nozione ed il nome di r ex, ]'abbiano poi millennio av. Cr. Ne consegue che, tanto i tratti, comuni alle trib giunte sino
abbancl_onata per nattnarla pi tard i sotto lo stesso appellativo?>>. all'Asia nord-orientale, quanto alle trib affini in I talia, debbono risalire acl
_ Glt ~lementi ar~aici, anzi preistorici, della vi ta sociale degli italic perdu- una et anteriore al 2000 av. Cr.
1 aro no smo al penocl o della piena civilt. Ci fu possibile, anzi fu una L'avanzata verso nord-est fu seguita da un riflusso in senso opposto di
c~nse~uenza ~Iella vitalit insita nella loro organ izzazione in et preistorica popoli guerrieri ed allevatori eli bestiame, il quale si rivers nelle zone
dJ cut quegli elementi costitu ivano la base. Vi furono alcune popolazioni meridion ali ed occidentali. Queste ondate migratorie furono molto accelerate
3IO Lincei - Rendicont i morali - 1972 - Serie \111 , ,ol. ' XX\"11, fase. 5- 6
A:-.:DRF. A A L FOJ .Dl, L a strlf.ltlf.ra politica di Roma, ecc.

dall'uso d el cavallo, che eb be il suo inizio al principio d el primo millennio av. Cr. Il confronto metodico fra la morfologia culturale dei popoli nomadi del
Per il problema che stia mo trattando una constatazione importante il fatto nord ed il retagg io che ne serbarono gl i Indoeuropei ci fornisc~ un dato
che i nomadi che successivamente imasero il mondo civile venendo dal nord di fatto essenziale per la comprensione d ei miti teriomorfi del pe~lO~~ clell.c
furono sino alla fine del mondo ar.tico, sempre degli I ndoeuropei ; e che origini, e precisamente questo: che quei miti non sono affa tt.o c:ea.ZI0111 111~1 ~1-
solo con l'avvento degli Unni giunsero le popolazioni turche e mongole. Ma duali, ma il prodotto di alcuni schemi ; pochi, ma capac1 d 1 n~nova~s1 ~~
questo passaggio da una stirpe umana ad un'altra non produsse affatto un cam- sommo grado. Per mezzo eli questi schemi, organ is~1i s:at.ab as~a1 pw
biamento nella stru ttura della loro fo rma di vita : le bas i d ell'organizzazione recenti riuscivano a gi ustificare la loro esistenza e ad tnscnrst s trettamente
social e, il modo di condurre la guerra, di allevare il bestiame, il pensiero nella mentalit religiosa eli coloro che ne facevano parte. Q uesto processo
religioso, l'a rtigianato a1tistico erano i medesimi tanto presso gli I ndo-Europei mentale tipico della mentalit dei primitivi, che concepiva tutti i mi.ti in po:hi
(Cimerii, I ndi, Sciti, Sarmati, Persiani, ecc.) quanto presso i Turchi nell'intern o tipi permise a Roma, quando da semplice suddivisione d ella ~az10ne latma
dell'Asia e presso i Mongoli. ass ad essere uno stato autonomo, di appropriarsi anche d el m tto della lupa,
P d L . . d
Vi era tuttavia una differenza: essa consisteva in ci, che presso gli che prima che a lei, aveva appartenuto acl Albalonga e . a av.miO, quan o
Indoeuro pei del mondo mediterraneo molti lati essenziali dell'antica vita queste citt erano il centro politico eli tutt.o .i~ popolo latinO c cl t mantenernc
associata, che erano in vigore quando le trib vivevano insieme, erano ora- viva la forza coesiva nei culti e nelle fcst1v1ta.
mai pi1 o m eno svaniti, in modo che possibile constatarne l'esistenza solo
in q ualchc residuo, o in qualche traccia svanita, mentre nell'Asia settentrio- II.
nale i fondamenti culturali dell'et del bronzo o della prima e t del ferro sono
rimaste intatte sino al secolo scorso, grazie all'isolamento in cui erano r imast e La pi antica delle forme sociali umane costituita dalla articolazione
le reg ioni settentrionali r ispetto alle meridionali. E poich questa morfologia tripartita, con u n essere di sesso femminile come su prema autori: d ello
~rcaica era comune in parte con la morfologia degli I ndoeuropei in genere,
stato. Possiamo cogliern e ancora un tenue rifl esso nella Roma del 1~cnodo a r-
m parte con quella degli Indoeuropei a lla stadio primitivo, siamo in grado el i caico. Q uesta organizzazione d ella societ r ispecch ia la parte nnportante
ricostruire le strutture primiti ve dei Greci e degli Italici (di quando vivevano che la mad re di fami glia aveva nella societ p rimo rdiale.
L'umanit primitiva stimava le facolt delle fiere - quali la forza bruta del
ancora a llo stato primiti\o), basandoci sulle strutture rimaste congelate n ella
ghiacciaia siberiana . loro corpo cd i ]oro istinti pitl perfetti - pi delle proprie e cre un mond~
Nell'esame dei rel itt i culturali primitivi non va dimenticata una cir~ostanza religioso in armonia con questa visione d ella realt. Il patrono celeste dcgl1
importantissima: questi relitti sono le 1eliquie, le tracce, non di una, ma di organismi sociali non fu concepito come una d~vinit antropomorfa, n.1a s~tto
varie fasi di sviluppo di antiche et; fasi che aYeva no successivamente guada- l'aspetto del pi potente an imale del loro am b1ente. A questo p_ropos1to s1 f~
gnato e perduto il loro potere politico, mantenendo per una vita umbra tile una constatazione inaspettata. M entre noi parliamo sempre cl! un re. d cgll
nelle usanze e nelle feste religiose, continuando a vivere pacificamente un a a nimali, tutti i popoli cacciatori quando hanno immagin ato un essere 1dealc
accanto all'altra, cos come in un cimitero u omini appartenenti a generazioni sotto forma di fiera, lo h a nno concepito di sesso femmin ile come una
diverse conducono una loro muta coesistenza. Si deve perci evitare di voler dominatrice d el mondo degli animali.
ricostruire un quadro unico di tutta la civilt preistorica, s ulla base di indizi Gi pi di cento ann i fa, nel 1863, J. J. Bachofcn notava_che ~n greco i,\
disparati. D'altra parte innegabile che cosa straordinariamente difficil e vo~abolo per orso, ossia &px:ro, era femminile c che an: h.e ~~ _Jatl.no .w-sa e
p recisare l'et relativa delle vari e stratificazioni culturali, ricavandole dal femminile ed ha valore generico (ossia vale a nche per gll mclJVJdut dt sesso
deposito che esse han lasciato in et storica. maschile) . Ambedue i vocaboli risalgono ad una medesima r~dice indo-euro~ea .
Prendiamo in esame l'esempio, apparentemente semplice, della ripartizione S imilmente il concetto del la on nipotente orsa-madre n sale al medesimO
d i un popolo in un deter minato numero di suddivisioni. Vi sono due possibilit : ambiente preistori co. Non un caso fortuito il fatto che .la r~ligio~e grec~
associ l'orso alla divinit femminili, come facevano i cacctaton cd l pa5ton
che le suddivisioni siano in numero pari, o in numero dispari. L e troviamo esem-
plifica te ambedue, s u tutto quanto il territorio euro-asia tico. La loro origine eurasiatici.
11 rapporto che lega il culto dell'orso con la struttura soci~le basata sulla
:>i perde nella n ebbia della visione teriomorfica del mondo, tipica d ella umani-
preminenza della m adre non sfuggito a lla indagine ctnolog1~a . Questa ha
t nei suoi primordi. Il problema pi grosso costituito dal fatto che i due
sistemi non si sono susseguiti nettamente, rria che in molti casi essi appaiono sottolineato il contrasto essenziale che separa lo sfondo socwle ~el culto
dell'orso dal sistema p atriarcale della cosiddetta articolazione totem1ca della
collegati fra di loro. Per esempio, Sparta era suddivisa in tre trib, in tre unit
societ. Mentre nelle organ izzazioni totcm iche il culto dei sin goli animali
militari e cos via. Ma contemporaneamente era retta da du e r e cd era spartita
fissato c separato e costituisce l'obbligo specifico delle singole parti d elle societ
in due gruppi sociali. L 'identica situazione la ritroviamo a Roma.

?2.- R ENO!CONTI SC. MOR . 1972- Serie VIII , Vol. XXVI I . fa se. 5-6.
3 12
Lincei - Rendiconti moral i - 1972 Serie \.li i. ,oJ. .\::\:\. 1I f . - (
-------------------~~~~:St~~J~-~>~---- .\:\ORF.A A LFOLI>I . La strull:tra poli/ira di Ro111a, eu. 313
t ribaJ , il culto dell 'orso non esige un simile le amc s Jeci . . .
volta una IJOI)olaz ionc 111tera NT . g l fico cd abbr acc1a og 111 radice eli Artemide, la dea-ors a . La d<:'a rapptesentata seduta, in aspetto
' on s r tratta pe ' 1 E:
il quale in determinate circostanze potrebbe' ,eri~oc:: .un en~meno elementare, matronale, con una cesta eli frutta accanto a s. ::-Ia accanto le sta un'o rsa,
al contrario, eli un a costru zione culturale del tutto J~r:~lllpl e e clovt~nque; .ma, r icordo de ll 'antica clea-orsa. Anche a Trc,iri sono state trovate alcune sta-
fondano nel m ondo d elle idee cl l .: d . _l colare, le cur raclrcJ af- tucttc eli o rs i, cer to della stessa dea.
. e per O o paJeolJ tr co P er ,. t l . .
sono resl conto che gli stess 1 t1 tt.1 l . g' e no ogJ non s r J nnumc rcvo li p ietre vot i1e, ri nvenute in territori o celtico c dalla Germania
a c l C sono ca r-a ttcrist" 1
nella zona settentrion ale del . . . ICI per l culto dell'orso rcnana, raffigurano le matronae in n umero eli tre, come spiriti protettori di
l1anno lasciato qualche tracc
' con tm cnte euraslatrco e d 11 . un gru ppo sociale t ripartito . Presso i Trcvcri e presso i l\fcdiomatrici esse sono
. quc o amencano
v - . . la an c1lC p resso glr Indocuropei.
accom pagnate da una divinit masch ile a t re teste. Presso gli Ubii troviamo le
. l era m Gtec ra una r egione ch iam ata A r cadia . . .
orsJ. I guerr-i eri arca d i si copri va no an zi eh ~ c l ossJa Il paese d egli Aujauiae com e d ivi n it corrispon denti alle a ltre 1nat1ouae ; il posto eli onore, in
orso con la gola spalancata - _'. .c J - ~ con un e m o, con una testa cl i mezzo a lle elce p i anz iane, r iservato a qu el la pi giovane. Anche questa
J noltre, nella religione g reca " c' pet l J\ c are m questo mod l l .
una traccia eli un uso antich issimo, clcll'ultimogenitura matriarcalc nel rito.
so _ . . o a oro ongine .
' p l a \T\'rsse una (( s rgnora d cii fi l.
.f'1.rtemis, da a rtos J'orsa r ll L a cronaca eli Becla ci attesta che gli .-\ngli festeggiavano l'anno nuovo nella
' c
.
e a n correnza 111 ono-
.
r cc\ ere>>,. c 1ramata modranerlzt, ch'egl i traduce con matrum 11octem, ossia con la notte delle
festeggiava a Brauron le fancull tf h J l e c l " rtcmtcle, che si
.
cl c]1 a cl ea, Indossava ' ' e a JC e, c le erano state in i a t 1 .. 111adri. I l collegamen to fr a la notte, .la luna c le tre fasi lunari tipico per
no un ab to .1 . . . ZJ e a servJzJo
l ' J cur co1ore l111Itava quello cl 11' . .
gev an o alla dca con un accerl to 1 . c e orso e s1 rnol- questa fase culturale. Presso i Celti, gli Ill iri , i Traci, i Greci questa triacle con
. c 1e s rmu 1a1a quello d Il ' cl
a_zwne eli culto erano eh iamate (( arktoi >> ossia le f' or~o e tnantc questa il clio masc hile al seguito, assume, nella ,-este d ell a inte1-pretatio Graeca e della
nportate alla l uce nella zona d l : l o rsc. DJ r ecente sono state /nterpretatio R omana, vari nom i, che per cleriYano tutte da una comune pri -
. c e santuano a cu ne statuctt .
cii orsi. Ed anche a C .1 . . . . c c YO tJve sotto forma morcl ia ie r ad ice. Anc he H ekate t ri corporea appartiene a llo stesso gruppo :
Jren c rl cun e Iscn zront vo ti,e ci attes ta rl o l' .
posto cl eJJ o stesso culto. esis tenza sul del res to , le statue pi antiche la ra ffigu ran o come tre esseri femmin ili,
Non solo' ma jJr esso I g rcc1 sussrste1ano . non ancora fusi insieme.
ancl .fi . .
per l'uccisione degli orsi con . c le 1 sacrr zr espiatori C he le 111atrouae sieno cli1enute solo tardi delle nutrici, quando erano
. ' le n e1 c1c1o culturale eura t" .
Come l popoli d ella zona degl' U - l. . . .'sra rco-no rd amcrrcano. ormai scadute acl un li,ello secondario, lo si pu d imostrare nel modo pi
. ' ta J e come gli lllclrani dell'A . semp lice, seJTenclosi delle epigrafi roman e eli ca rattere militare. L a lista delle
tn onale, anche i Greci cd i p . . mcnca setten -
.\..oman r c 1l Jamavano l a st . Il .
nome eli or-sa Ursa cae!est/. Zal . . ., ~ essa coste azwne col divinit protrettri ci degli equ/tes szgu!mes residenti in Roma - lista ufficiale
. ' ,~ moxJs, 1 supr em o dro elci G f _ . .
un ciJO nella pelle dell'orso. e d Il 1' - . . e l, eJ a In ongrnc e stercotipa- nomina, insieme con le divinit supreme della religione eli stato,
' a a l acla SlllO alla .i\Io r . . le matronae, sotto 1'a ppellatii'O di matres campenses (q uesto appellativo eli
tracce del culto della JJcllc dell' cl l . c ' ngo Ja ntrovJamo le
luomo pnmrt . . . o rso c c gnuamento dina nzi 1 .. f .
1vo _ come .,. 1 b 1 . , . ac essa . 111 attr rampensis, non d eri,a da l campo Ma rzi o, bens da campus nel significato eli
amJino- non c rn a 1 1 c1
vitale. dal ve.!o co rpo reo che la c11 .. d . GJ. . "ra~ o c l IStrnguere la forz a Campo el i battaglia) , ov,ero el i Sulcviae, o eli Fatae. Nelle province dell'impero,
c con a . r sc1amant dell'A .
con1 e facevano j crue -- _. d . . sta settentnonale - sulle pietre voti1e delle t ruppe aus il iarie, le 111atronaP sono ch iamate non col
" ll!CIJ m ocu ropcl - sr coprono il ca 0 l. ' .
male progenitore per potcrn cl _ _ P con a pelle dell anr - nome s pecifico della lingua del luogo, bens con l'appellativo eli malres Pan-
' e a opet ar c 1a forza d el momento i n cui inizJano
una 1otta contro uomini o cont ro sp1ntr. ... non/orwn, Dalmatarum, /llor/coram, ov1cro el i matres l ta!ae, Gallae, Germa-
Nel mito e n el culto d e d . uae, Britannae.
. ' . r nor -asJatrcJ s r no ta un a crrcostanza . l
h
c e, cwe, "' ha una parte impo rtante il numer o . T- . p~ rtJco are: L a legg enda de ll a o rigine deg li Sciti, qua le ce la ha tramandata Erodoto,
mentre le pelli degli orsi t- - tre. re sono m fatt r costante- costituiva la g ius ti ficazion e e la spiegaz ion e eli t ipo sacro eli una organizzazione
e r c, pei conseguenza, g li ors i ,-cner ati p h
d
spon ono a lla struttura della . , . . . c erc corri- stata le t ripartita, ai suoi tempi anco ra in pieno vigore. La dca del focolar-e ne
della di vini t il passaggcio dali ~OCieta pclrrm rtna . Il mu tamento del concetto costituiva il centro; il d iritto a lla successione sul trono spettava al pi giovane
' a 1era-ma re a lla d ea de l focol
patrona dello stato il passagg cl Il . . . a re come supr em a dci prin cip i: sono due particolari t ipici d ella men talit matriarcale. La validit
' c IO a a c1JVfllit femminile al! c1 ,
come sed e della protezione de l! 0 t t . c a 1vmrta maschile de l p ri nc ipe pi g iovane aveva una base nel m ito eli Hcstia- T abiti. Anche
s a o sono tutti argoment"1 h 1
scarso non mi permette c1 _ . . c e 1 tempo troppo presso i Germani del periodo pre istorico, come presso gli abitanti della r egio ne
. l cspon e In tutto J! lo ro svol l .
l n a conseguenza eli questo l . f g nento sto n co. Lll-alo-alta ica, riscontriamo lo stesso collegamento. Nei Rigveda, il dio del mare
. svo gm1ento u che le 0 1 t d
ciHren ne ro dell e innocue dee t . . . . l nJpo entr ce-madri celeste Trita aptya, il terzo figlio; n ella lingua paleo-scandinava il nome di
- nu n cJ, pnve cl1 qualsias i i m ) t .
n essun luogo ques to [Jassagg ., . . . l o r anza p o11trca. I 11 \Vodan Trid!ti, il terzo. I t re figli di Mannus non debbono la loro esistenza
. 1 1
ro c VISI Jl e con ta nta chia - .
p1Icit come nel grupJJO di sta t tt . b . r ezza e con tanta scm- al poema epico, ma sono g li epon imi de lle t re parti in cu i diviso il popolo.
cl. B ue e m ronzo nn venute a l\1 . .
r erna, della divinit celtica l . A . . . c < un , ncr pressi Secondo il noto schema nella leggenda dinastica elci re maccdoni, fu Pcrclicca il
c 1Iamata 1'tzo, Il CUI n om e deriva d a lla meclesiml
pi g iovane, che o ttenne i l trono. La tripartizione ben documentata nell'Asia
Lincei - Rendiconti morali _ I
9 /'2 S
. erie \ -I II . ,-oJ. X)\T l l, fase. 5 6
A:\DREA ALFLDI, La str1!tlnra politica di Roma. ecc. 315
settentrionale anche nella storia rea]e . l'oJda d' '
' I mezzo e fra tutte J ' b 'J
e l u 1tunogen ito aveva il primo
c
t l d' . a pw no l e sino a l periodo repubblicano medio. Avevano ciascuna un proprio focolare

s10ne r egia. pos o ne 1ntto eredita -
110 1 ll
re atn-o a a succcs- collettivo, sacro a Giunone, nonch un proprio littore che ne proclamava i
Non solo 1) I-esso g 1l S Citi ma presso t tt' 1' I . d iritti sovrani. La testa eli lupo applicata alla manna ia, rappresentata su un
principale deit dello stato C ' - . u. I .g I r anJ H estia era la denaro del 43 a v. Cr. attesta quanto s iano antiche le radici storiche di
. . ome presso l PersJan J a nch - . S .
soprannommati dai popoli vicini <<i sottomessi a lle ' e pl ~sso l armati ques ti carnefi ci cu ri ali . M a attesta altres il diritto delle curie eli confer-
sacrosanto era quello pronunziato su l f, l - l l donn e J). Il giu ra mento p i mare con la lo ro acclamazio ne la nomina ad imperator, ossia a l comando
. l oco a ie c e r e E nello ste l l
n ei pa azzi micenei nel m ezzo dell l l l . sso moc o c 1C s up remo .
r ' a sa a c e trono era s iste t
!Ocolarc rotondo cos anche .R . - ma o un gigantesco A quale remota a ntichit risalga il s i.:>tema tripartito a Roma e pr esso tutti
' ' presso l omani I] focolare d 11
l arce, nell 'abitazion e de! r e O l l . e o stato stava su]- i Latini, ce lo illustra in modo ottimo la stretta analogia che sussiste con lo
. _uanc o a rcpubbltca t' l cl ' .
cale d e! ?"ex saaorum portando! l r 1 spos o a Imora sacn fi- stesso tipo di orga nizzazione, in vigore presso i Dori, i qua li si facevano
a n e ! Oro, a Vesta popu/z" 1" . lb .
posto accanto ad essa ed il culto uffi . l d. . . omanz e) c Il suo chiam a rci <<trichaikcs ,>, ossia << i tr iplicemente insediatisi J} .
h. . cm e l CUI godeva SI collega 1' .
c ISSJma struttura tripartita della . , . . va con an tJ- Erano d ivisi in tre phylaz, ossia in tre suddivisioni gen tili zie, suddivise a
dei Tities R . L - c~munJta, che SI ar ticolava nelle tre trib /o r volta in fratrie; e queste a loro volta erano spartite in gruppi d i contubcrnali,
' a?nnes, uceres, l CUI nomi no n 1' ..
che conferm a che !a tripa rtizione p.1111101 d. l l so~ o c I ongm e etr usco; i! ognuno d i nove m embri, scelti fra le tre fratric . T recento eran o i g uerrieri
Ia c 1a continua to
sotto Il dominio etrusco Ed .1 f . < a sussistere anche scelti, tra i battaglioni, trenta i m embri del consiglio : sono tutti numeri che
I atto c11e 1 Ranmes
secon~o posto, fra i T it?'es ed i Luceres e siano \'Cngano enumerati a l completano il quadro che a bbiamo tracciato. Questa tripartzione, applicata
ma ' tuttavia consider ati di nobilt con a stratto rigorc risale qu indi a l tempo, in cui i L ati ni cd i D ori si inse-
. ggiOre, no~ ci deve stup ire, giacch negli
11 pbsto premmen te sempre quello di m stati ad articolazione tripartita diavano gli un accanto agli altri.
G'' M ezzo. L 'a nalogia fra i due gru ppi etnici va ancor a pi lontano . I Dori non si rego-
Ia l omm sen ricon o bbe che il ) . , .
s istema della tripartizione Come M l ILI antrco- stato r omano era basato sul la,an o soltanto secondo il sistema tripartito, nato da condizioni preesistenti,
d e Il o sta to possedeva un t erzo del!'ommsen -0
stabd oo-mma d 11 t
bbl- ' b e c -re partizwni
..
pro prie d el periodo matriarcale, ma a nche secondo la dup lice r egalit,
ag r pu ICO ed era 1
sentato, sia nel corpo dci g .. . . . ugua me n te rap pre- connessa con la sistcmizzaz ione patriarcale. F orse avevano a nche come m itico
UCJJJen, Sia nel consrg!io d l'
nizzazionc d ella r eligione tio . h '1 eg I a nziani. Nella orga- progenitore un l upo che pi tardi - qu a ndo la lor o civilt ebbe raggiunto un
. v1amo c e 1 nume l . . .
coJJcgi pi antichi - le verg ini sa - . F- Il ' ro c~~ m_em 1J 11 eli quasJ tutti i li vello pi alto - fu trasform ato in Licurgo il legislatore. Questo secondo
, CJe, J ~rate 1 A rvali gl . , ....
per tre. E assa i probabile c11 h . . . . ' l augm l - c dJvJsibllc elemento s tnrtturale, costituito da! concetto dell a biparti zione, aveva anch'esso
e anc e m quest1 cast d d
rapporto con la triparti zione dello t t A . numero eJ membri sia il radici antic hissime, com e vorrei dimostrare subito appresso.
le tre trib gentilizie continuan s a o.. _n cora nei primordi della repubblica, L a critica moderna delle fonti, allevata al seno della critica letteraria, vor -
c o a costltlllrc la base pe- 11 . 1
cavalleria de i nobili e . . tec utamento della rebbe classificare la tradizione sulle origini della citt come una costruzione d
. . . ne 11 a SJStcmazwn e clell'eserc t 1 . . .
ngrclamente mantenuta da cim r d O . ' o a tnpartJZJOnc genere totalmen te letter a rio, con dotta su modelli greci . Quanto sia inver osimile
a a wn o. uesto s rstem a d ll d
parti, con le trenta suddiv - . d - e a JVJSJOne in tre qu esto mod o di concepire le cose, lo d im ostrer in una estesa analisi el i questo
ISJOnJ, s r a eo-ua alla strutt d'
c le trenta citt della trib dc . L t' . . o . . ura l tutta la nazione; problema; adesso deb bo !im itarm i ad accen narvi soltanto.
' I a 1111 , JnsJeme col mito d 11 f b'
parton i trenta porcellin.1 d . e a scro a !anca che
. quan o gJUnse al sito d Ali 1
rctaggw del periodo della . . l )a onga, sono un
c migrazJOne come ho tent t d. d.
Forse il tratto che meglio d'1 ' . l a o I unostrare altrove. III.

d tmostra ogn1 a tro caratteriz
come esso n e d ct . . . za questo sistema e
. . ' ermmJ ogn1 aspetto in d .
zronJ - sociale j)Olitica l11 '1't - l ognu na elle sue manJfesta- L'ambiente in cui si svolge il m ito delle origini della citt costitu ito da
' c' J l aJ e c ne tempo s te .
dalle trenta suddivisio ni delle t 1- t ., , . sso economtca - costituito una societ primitiva di allevatori di bestiam e . Come gi A. Sch wegler tena-
cl efinizo ne ne ha data M om e n )U, oss1a dalle trent L cemente sostenne, un concetto fo ndamentale della leggenda romana consiste
L . a cune . a m1gliore
. msen . a cuna - co~ egli d . '
anzi, nemmeno in primo luoo-o d' , .. Ice - non c soltanto - in ci: che g li a bitanti origi nari del P a latino erano pastori, non un g r uppo eli
o - un rstretto poht1co bens' . ,
cla un a comune discenden za - l 1 ' ' l un a unita, sorta nobili troiani, non un patriziato fuggito da Al balonga . Inoltre il tema princi-
-< a qua e puo essere 1 1
addirittura fittizia _ ed t t . . rea e, o an c 1e supposta, 0 pale d ella sacra leggenda eli Rom a consisteva nel m iracoloso salvataggio dei
enu a msJeme d alla com d 11
luoghi eli sepoltura e di beni er edi ta . Acl unanz~ e e feste, dei gem elli c nell' altrettanto miracoloso allatta men to, nella infanzia cresciuta nella
tener e tutti g li individ ui li ber ~hl. d' essa posson~, anzt debbono, appar - selva e nel temprarsi delle loro forze nelle faticose lotte, proprie della vita
. , J, anc e l sesso femmmile I . d' pastorale . I parti colari del racconto sono tratti dallo stesso tesoro mitico, da
trenta unita appartenevano alla . , l b' , . . capt l queste
pm a ta no dta e contmuarono ad esserlo cui fu tratta la leggenda di Ciro; ed i giovani nobili persiani che, alla
3 r6 L incC'i - Rendicont i morali - 1<)/2 - Ser ie' \' I l f. ,ol. XX\' ! l . fase. 5 6 3 17
:-\\ORE.\ :-\i.FO I. DI. La slr111t11ra po!iliw. di Roma. ecc.

corte degli .Achem cnicli si pr epar a,a no a lla carriera militar e m ena ndo la dura
settcn trio nale con tinua\'a a ma ntenersi ancor a ,.i,o e vitale quel fonda m ento
edu cazio ne della ,ita pastora le, erano chiama ti <<guerrieri in ser vizio del loro sociale e politico, per la cui giustificaz ione era stato im en tato il mito dell e
s ig nore >> (in persian o << kardakes >>) , ne llo stesso modo che i giovani a l orig ini c poi app licato sempre di nuovo. . . . .
segu ito dei gem ell i erano eletti << latrones Romuli >>. I Lu perc i, cos strettamente L a redazione pi antica c pi \icina alla fo rma on g111an a del m tto del
cong iunt i agli occhi eli Cicerone col mi to de lla lu pa sono da lui d efini ti<< quella popolo della lupa quella dei Nlongoli, tram a nclataci ne~l a cosicldet~a
fa m osa associazione silvestre, istitu ita prim a che esistessero leggi ci,ili >>. <<sto r ia segreta >>, la q ualc fu fissata in iscritto n el 1 2 4 0 . L a ~tona s~10n a cost :
Q uesto antichissimo teso ro di leggende non er a peculra tc soltanto a il pri mo antenato eli Gengis K han fu un lupo gr~ gio, concep tto 111 crelo . e p rc-
R o m a : a nche il progenitore miti co eli A l balonga, S ilvio, era , a nche lu i, n ato scelto dal destino . S ua m oglie fu una cena btanca. Oltrepassarono tl lago
nella selva ed era stato a nche l ui a ll evato d ai pasto ri . E se E s iodo n ella tco()'on ia T cngis e scelsero il rriaciglio presso la sorgente del fiume O nan , dove
. b
ne tcnclc 1l nom e so tto la form a d i << Agr ios >>, ci n on un erro re, giacc h nacq ue un bambino eh; fu Batatsi-K ha n . Come ved r emo n el~a corrisp ondente
er a a pp un to un selvaggio, n pi, n meno d el feroce Romolo . Anche a tr ad izione s ulle origini del<< popolo d el g hiotto ne>>, la bas.e d t. ~ L~ e~to con c.etto
L avinio er a el i casa la l upa e cos pure il suo coadiu tore m itico sotto fo rm a teno n1or f o f u Ja crede11 za c della m etamo rfosi degli cr or m ttt cr 111 bcstte e
di un uccello ; ed anche P r eneste fu fond ata da Ccculo, ri unendo dei pastor i. viceversa non ch del la esistenza eli indumenti costituiti d a lle pelli el i uccelli,
II mito de) fi glio del re a bbandonato d alla mad r e un retaggio sumero, eli fiere e d i pesci , le quali ren d evano possibili q uelle trasformazi01:i . <?uesto
assunto dagli a lle,atori nordici eli bestiame. ulla p u illustrare m eglio q uale particolare concetto d el mito la chiaYe dell' arte d elle po.polaz tont d elle
stupefacen te forza di attr az ione ris ieda nella affermazione della origin<' steppc euroasiat iche, d elle scene che rappresenta no ~n t mall . che Yengono
sacr a eli u n neon ato esposto e m iracolosamente sah'ato, q uanto i] fatto che g li sbranati . U n 'altra fonte d'informazione fornita clall'eptca A lta1ca.
credi a l trono d i note dinastie della Mcsopotam ia proclamino eli propria :0fegli esempi citati il progenitore un ani m ale eli sesso masch.i lc.' ma nell ~
in iziati,-a eli essere figli eli un a po,era don na c d i un padre ignoto c che sono medesime regio ni a bbiam o noti zie assa i antiche di una p rogemtnce, che c
stati a llevati nascosta mente nelle m ontagne; solo la cli,in it li ha sce lti per un animale di sesso fe mm inile. Cang-ki- en , un cinese che si tr attenne ,
m etterli s ul trono . Vi per una differenza: nel m ito eli Mcsopotam i:1 solo i] fra il 1 3s ed il 1 2 6 a\. Cr ., n ell'attiguo impero degli U nni d'A~ ia, fiss per i scritt~
re il pastore del popolo, men tre nelle leggende deg li allevatori no rdi ci d i be- d ue vers ioni del mito d elle o ri g in i del popolo turco clet Vv'u-Sun, che SI
stia m.e ognuno era un pastor e ed il capo n e solo il migliore ed il pi erano accampat i ai con fini occidenta li d el terri torio de~li U~ni. ~ interessan te
coragg ioso.
il fa tto che il mi to compar e a pplicato ad un a d mast ta dr un passato
Che il pasto ra le s ia il distin tivo d el r e d ei pasto ri fa tto abbon da n tem en te recentissimo . Il mi to n arra c he g li U nni avevano ucci so il padre clt un
esemplifica to in E g itto ed i n Mesopo ta mia . I l bastone d egli a ug uri ro m a ni, principe, disp c1-clenclone il popolo c che il ba ml~ ino . r egale fu c~cci at~ n~l
o r igi na ria mente il segno d el dir itto regale el i inte rrogare gli elci, ind ubbiame nte deserto . iVI a un con o con d ella carn e nel becco s1 mtse a volarg lt a tto tn o et
d i orig ine etr usca . Ma la d elimitaz io ne cosm ica de llo spazio sacrifica le - cui cerch io ed u na lupa si mi se ad a llattarlo. Da ci si com pr ese che il fan ciullo
cor risponde il templwn- la troviamo anche nell' I nd ia an tica e ci r i\ela che la era d i stirpe di\'ina c gli Unni lo alleYarono, sino a quando fu in g r ado d 'assu-
base d i q uesto concetto r itua le piLt ampia: difatti una statuetta el i Zeus, tro- mere il domi nio del suo popolo.
vata in A r cad ia, por ta com e a ttributo il bastone r icurvo. E nella tomba 1egia A ltri particolari importanti sono contenuti nella versione . sulla o rigine
d el settim o secolo ava nti Cr isto, ri men uta teccntementc a L a,in io - tomba della organizzazione bipartita de l potente im pero turco, che do~mnav~ dura n t~
che pi ta rdi, nel periodo r ep u bblicano pi antico, fu attrib uita ad Enea - l' inizio d el nostro medioevo il mondo delle steppe a nord della Cm a . Gli a ntet:at ~
Ferdina ndo Castagnoli ha r invenu to un bastone ricuno fatto el i ferro, che eli questi Turchi -cos sta scr itto i n un a relaz ione cinese ~ ~ran o barbar.1 d t
indu bbiamente er a un sim bolo de l potere r egio. r azza mista; essi furono totalmente a nnientati da un popolo ncm o, ad eccezwne
Per q uanto rigua rda la versione romana de l m ito dire pti morcl ialc, clw el i un sol fa nciullo, che per fu gettato qu asi m orto in u na g ra nd'e . pa lu ~e :
esso a bbia tratto la s ua or igine da una fo n te g reca, ci escluso a nche da l Ma una lup a lo allev, sin ch Lln d fu da lu i resa incint a . A llorche ~ n em1c1
fa tto che lo stesso motivo lo ritroviamo a nche ptesso gli allevator i d i bes tia me voller o ucciderli . L a lu pa a ttrave rs il mare occiden ta le e s1 fermo su un
nell 'Asia settentrio na le, pr esso i q uali u na de1ivazione d a prodo tti letterar i m o nte a no rd-o,est di Turfa n , dove trov una g ro tta assai gran de, n el CUI
g reci ovviamente esclusa . A n cor pi essenzia le (: la form a a rca icissima eli
1nterno vr er a u na estesa p1anu1ct.
-- I V I essa )Jatto1r
< ' dieci figli (gli antenati
q uella teo logia regale che a bbia mo trovato presso due popolazion i nomad i: d egli O n- Og ur) ed il pi intelligente fr a loro divenn e il sig nore d el popolo eh ~
teologia che il prodotto della men ta lit tcriomorfa, la q ua le in Occidente era vi na cque. Innan zi alla sua tenda fece piantar e un a in segn a con la t esta d t
stata gi da lun go tempo s upera ta e che nella variante rom ana ci si presenta lupo, per mostrare a tutti che non dovevano dimentica re q uale foss~ la lo ro
:-tttcn uata e trasformata e tuttavia g i con traria al gusto di un ci\il t origine. P oscia un uomo, che era un dignitario a lto (fad), condusse il p~po lo
orma i p i elevata. Ma la cosa p i importante consiste nel fatto che nell'Asia fuo ri d ella g rotta . Una varia nte aggiun ge che il figlio della lupa sposo due
318
Lincei - R endicon ti mo rali - 1972 - Seri e V I 1I. ,- 0 1. .x:-.;. \'l[, f
asc. s-6 Al\DREA ALFLDI, La strlllbtra politica di Roma, ecc. 319
----------~-------
d~~n.e divi~e: .evidentemente un particolare che aveva lo scopo di spiegare la veneravano l'!tirpus, ossia il l upo che li aveva condotti in quella che era
ciivJswne btpartJta del popolo.
divenuta ]a loro patria . Ne portavano l'immagine sugli stendardi quando mar-
P er quanto riguarda l'insegna con la testa eli lupo del l)Oj)olo dc 1
d 0 bi . . . l . I upr, ciavano in guerra .
) Jamo m pnmo uogo ncorclarci dei p aralleli italici. Romolo era 1affigL t
l ' 'b c rrao Per la nostra ricerca importante il fatto che il nome animalesco non fu
con attn uto della s poglia eli lupo come ricaviamo da Virg1] d p
A . ' 1o e a roperzw. adoperato solo per intere popolazion i, ma anche p er piccoli gruppi di guerrieri
nc01a n.e] s.e:~nclo secolo av. Cr., quando i legionari erano muniti di elmi di
scelti . Un relitto eli tale uso lo abbiamo negli H irpi Sm-ani, ossia <<i lupi di
metallo, t .mllt.tJ armati alfa leggera dell'esercito rom ano portavano sul capo
Apollo Sorano l); la cui ~ssociazione si tr a m and in sacris, ossia nei riti,
una spo?'ha dr lupo (,uxe:(a) ed anche i signiferi ed i suonatori eli corno _
quando la loro funzione nello stato e nella societ, un d in vigore durante
due canche alle quali aderi va il valore sacro d el periodo pr eisto rico __
uno stadio superato da ]ungo tempo, era oramai, durante l'im pero, completa-
:onservavan? ques.to ornamento de] capci ancor a sotto l 'impero. Nel tardo
mente svanita . Tanto la gi ustificazione mitica, quan to l'usanza religiosa della
Jm.pero .trov:amo 1 cornutz', guerrieri germanici in servizio eli Costantino
loro esistenza concordano in modo impression ante con i tr atti caratteristici
chtamatJ cos1 perch portavano elmi muniti eli corn a ed insegne adorn e d. fi '
d 1' . N' . . . 1 gure delle associazioni maschili dei popoli pastori. Come gli H-pini, lo ro affini,
cap~ on1. l. e clobbtamo d1ment1care che i luperci eran o chiamati anche
anche qu esti lz-pi disponevano cl i una grotta dalla quale esalazioni venefiche
<< c?ep!z '> ossia << capronz >> : origi nariamente, a nche i luperci costituivano una
assoc1azwne di guerrieri. tenevano lontani i non- iniziati . Questa grotta aveva servito da nascondiglio ai
lupi bipedi, cui Apollo avrebbe ordinato eli <<imitare i lupi 1>, ossia eli vivere eli
L a tradiz~one. su~Je origini dei U1guri turchi narrava che un r e unno
r apina . Il carattere brigantesco delle societ virili, il furto rituale delle interior a
aveva due fighe dt ll1JrabJ!e bellezza, che egli non voleva maritare ad alcun
semicrud e d ell 'animale sacrificato, appartengono all'uso eli rivivere - come
~ortale: tenendole perci chiuse entro un a a lta torre . Venne per un l upo che in un dramma sacro - nella festa annuale il racconto mitico delle origini.
SI con~lllnse con la pi giovane delle du e sorelle, diven endo in ta] modo il
Su questo argomento torner pi gi .
progen.Jtor e de] po.poJo dei Uiguri. Immediatamen te si presenta alla memoria
Un a societ eli guerrieri scelti, eli q uesto tipo, era costituita dai
la ston.a de] re d1 ~Jbalonga.' T arch czio, il quale (stando a Plutarco, Va bor, g li uomini- lupo, il corpo eli guardia elci capi dei Turchi d 'Asia, il cui
Romulz, z, 4-8), fu d nonno cl1 R omolo ed a] quale capit la stessa esperienza. comandante era il bri_i- kagan, (( il principe dei lupi>>. Anche i giovani guerrieri
. .Quant~ fosse .completa la organizzazione di questi nomadi ce lo illustra nel scelti degli Indo-I rani, i mmya, si chiamavano lupi ; ed il loro capo Ruclra,
m rglwr~ de1 rr~ociJ la descrizion e che fa Rasid-ecl-d in della costituzione dello trasfigurato sotto la ve!Oite mitica, andava a caccia nei boschi come un lupo
stato cle1 turchi Oguz. Il popolo era diviso in due met cl d'
c e ognuna 1 queste erl pronto a sbr anare. S . vVikander ha fatto anche notare che anche costui, come
su~d1~1~a s u base gent11Izra 111 dodici g ruppi minori - ogn un o di questi er a
. . . . .

Woclan presso i germani, era alla testa della <<caccia selvaggia>> ed i lupi
un u.mta per le gu~rre, i pascoli, gli accampamenti e le feste. Ognuno dei bipedi, i quali, secon do l'Avesta, mordono e fanno sortilegi erano senza alcun
ventzquattro g ruppt aveva un simbolo particolare ed un animale sacro proprio dubbio associazioni similari eli lupi-mannari. Anche nella Scandinavia cono-
e, n~~la festa am~ua le, sez:1pre la stessa parte a natomica ciel bue sacrificato . sciamo p er il periodo medievale alcune eli queste societ segrete minori, che erano
Nellimpero degli Unn1, 1 grandi dignitari sono due volte dodici ed anche contrassegnate da un nome collettivo animalesco e si travestivano assumendo
questo part.icolare risale a lla stessa sistema zione bipartita . '
per i] combattimento ]'aspetto dell'animale rispettivo . I membri eli queste
Come ~ not~, la concezione mitica del progenitore teriomorfo eli tu tto societ segrete non erano uniti da vincoli eli parentela naturale, ma erano
un. J~opol~ S I espnme anche attraverso i rispettivi nomi. P er esempio, presso gli associati dalla fraternit mediante la cerimonia della mescolanza ciel sangue
Scrtr trov1amo un popolo chiamato saka Jwumavmka ossia << g lr' Sc t ]
1 1 ' 1 1 1 auma- e d alla onoranza culturale eli un progenitore an imalesco. A tali associazioni
Up! >>, l cur progenitore era probabilmente il re mitico, il nome indigeno cr c appartenevano gli Ylfinghi, i << lupacchiotti >>, ovvero gli U lfheclnar, ossia i
f t cl cl . . \. ' 1 Ul
~.
1
r~ ot.to a~ grecr con i uxo, ossia ((i] lupo>>. Questo <<primo essere e re <<pelle di lupo 1>, che costituivano il nerbo delle truppe ciel re Harald 1-Iarfagris
P Im1gemo >>, t1pzco della mentalit teriomorfa- e cos pure l'ec:sete dr' .
D 1 t - sesso nella battaglia eli H afrsforcl n ell' 872 cl. Cr.
en:mmJ e c le gli corrisponde- era a l tempo s tesso l 'animale divino che aveva Gruppi di dodici guerrie ri scelti s i riscontran o in Scandinavia sino al secolo
attJr~to -o condotto - il suo popolo in quel territorio che poi ne era divenuto Ja decimoqua rto . N ella Svezia centrale ne sussisteva, sino al secolo scorso, un
patna .
piccolo relitto in cer te societ segrete, il cui numero non poteva superare il
. I.n m.ocl.o analogo si spiegava il nome d ei Cari, col nom e de] gallo; ed numero eli dodici: i] loro capo era chiamato<< re>>. U no di questi gruppi si chia-
~nf~~t1
11
essi SJ aclo~navano g li e!mi con la figura eli un gallo ed un gallo sedeva mava <<i lupi eli vVestermo >>, un altro (( jabussar >> ossia <<uomini travestiti da
~ cJma al~e loro m s<:gne. Sm1Jlmente i Pz'centes riconducevano i l lo ro nome a] bestie >>, o anche (( i lupi l). Bench i membri non fossero veri fratelli, ma solo
pzcz~s, al prcchi~ che li avrebbe guidati nel territorio che occupavan o; sui pen- fr atelli eli sangue, veniva loro attribuito. un antenato comune, eletto Bussfar.
noni delle lor o msegne ne po rtavano la immagine. Cos p ure gli Hirpzi, clw Il pensiero corre immediatamente all'associazione (anch' essa basata sul giura-

23 . - RENDICONTI SC. MOR., I972- Serie VITI', Vol. XXV II , rase. S-6.
320
L incei - Rend:conti mora li - 1971 - Se ri e \ "111 , ,-0 1. XXVII, fase. 6
5 AXDR.EA ALFOLDI, La strttltttra politica di Roma, ecc. 32I

mento . e su una fratellanza fittizia) dei Fratres A r vales , noncl1 e' ce1 1 L uperc1 1

uae, invece, celebra\ano la uccisiOne del tiranno Amulio c, stando a questa
gua 11, a 1:cora a l tempo di Cicerone, quando comparivano in giudizio, furo 1~ 0
va ria nte, il gruppo el i Romo]o che riesce vincitore cd il gruppo di Remo,
obbl1gat1 mu tuamente a llo stesso riguardo fra loro come t . d.
- 1 E - . . ' cogna 1 1 sa ngue pi pigro, che ri mane perdente.
dtea t. .V11glliO.non du brtava che ,..,rrlr hir"i
L'
Soraui d e ll ca JJre r"stOI-- r
1a JOssero non Lo stesso raccolto mitico, con lo stesso particolare del pasto ritu ale,
e t servi a?dettt ~d un culto, ma dci veri e propri guerri eri .
ritor na ancora una volta, sia pure in forma attenuata, nel culto di Ercole
In tutt1 quantr gli esempi che abbiamo portato Je societ guct-rt"cre p _ 11
r 1 . , ut ne a all'Ara Massima . Il clio giunto in questa localit come pastore, gli veng<?no
'ana t ipo og1a, possredono una serie d i caratteristiche comun i a tutte. Esse
son o : rubati alcuni bovi e nascosti in una grotta. Il culto viene esercitato non da
gruppi di giovani, bens da due sti r pi gentilizie. I membri della pi nobile
l ) La tradizione sacra sulla loro orig ine teriomorfa. fra le due, la stirpe dci Valerii P otiti, ottengono dal clio - in compenso del
a 2) ~l ra!JP~t-to fra il_ non:~ del popolo - o la denominazione particolare
loro a iuto - una porzione delle exta degli animali sacrificati, mentre; membri
dei ,..,ruppt mmor1 - ed rl mtt1co progenitore animalesco. del1a meno nobile, i Pinarii, ottengono solo le viscera, o addi ri ttura nulla. La
causa di questa disparit di ttattamcnto interessante : i Pinarii erano stati
3) l~ pmgenitore anima lesco come guida eli un gruppo umano verso una lenti e la loro pigrizia viene in tal m odo punita .
n~!Ova patna_ e la sua figura come insegna dell'esercito: il carattere sacro d ei Interessan te anche la variante del mito, che riscontriamo a Vclitrae.
stgna romanr parte appunto d a questo presupposto. Un membro, di et a nti chissima, d ella gente degli Octavii, era intento a com -
4) La testa, o la pelle dell'animale [Jrogenitore, co mc 01namento regale piere, come condottiero, un sacrifizio a M arte: prima ancora che la carne fosse
e come cappuccio de i guerrieri. cotta a dovere, i nemici a ttaccamno. Senza esitare, comp tuttavia il sacrifizio :
strapp le exta ancora semicrude dal fuoco c ne fece le parti . D'allora in poi
5) L'uccello coadiutore accanto a l ]Jroe-etlr.torc
~
1esco, come il
amma la sua gente, nel culto eli Marte, si spartisce le exta. Lo stesso elemento
pz"cus Mm-tius a R oma.
rituale intessuto nella narrazione popola re della presa di Veit. Il condottiero
6) Ed infine il principio della bipartizione' come base d i tutto l'ordina nemico intento al sacrifzio, ma i Romani irrompono cd il comandante
mento. romano, impadronendosi delle exta, si assicura la vittoria.
L'archetipo di queste due versioni tanto contrastanti traspare nel modo pi
. Quest_a coml~inazionc assai particolare fa di questo complesso un fenomeno evidente, per quanto riguarda l' I talia, nel caso par ticolare degli h-pz So1'ani.
suz g_enerzs e Cl garantisce il nesso genetico fra tutte Jc sue occorrenze Una grotta del Soratte era eviden temente il nascondiglio di questa societ di
menziOnate. uomini- lu po; le esalazioni che ne escono e che fanno tramortire, incutevano
~i quc_sto c~mi_Jles~o sociale, politico, religioso ccc. fanno parte an che altri terrore a chi volesse entrarvi. I l loro patrono celeste, l'Apollo eli aspetto lupino
as_pettr partrc~Ja_n d1 cur ora parler. Uno d i questi costituito da l dramma del che a ] tem po stesso un dio dell'Oltretomba, per mezzo di una pestilenza,
mrt~ d~lla ~n~~ n:, che viene rivissuto nella ricorrenza an nuale, mediante protegge i suoi lupi . Durante un sacrifzio lupi accorsi all'improvviso portarono
~uor rrtr pnm1trvt. Ne scegliamo uno, di cu i il carattere anteriore ad 0 via le exta : il dio d ordine alla sua societ eli imitare i lupi e eli vivere eli
fi l t . , . . gnr rapina. Ancor pi ind ietro nel tempo, sino ai primorcli, ci conduce il rituale della
rn usso e terano e mdubltabilc. o,idio, a proposito della prima celebrazione
~ella ~esta delle Luperc~lia, c_i n arr a come Romolo con la sua schiera eli giovani societ sacra a Zeus Lykaios, il progenitore, sotto aspetto eli lupo, degli
l as_t~n ~ Re~no con 1 suot seguaci preparano un pasto : prepar ano, dice Arcadi. I pa1tecipanti della ini ziazione (in origine soltanto guerrieri) vengono
Ovrdt~, 1 ~te~wra (exta) trafitte con spiedi di salice. Improvvisamente la convertiti in lupi mediante la degustazione degli exta di un fanciullo immolato
guarcl ra n fensce che alcuni briganti hanno rubato e condotto v a 1 1 e, dopo una vita passata per nove anni come lupi nella selva, possono tornare
I l . 1 a manc n a.
_.c ue gr~Ippt sJ mettono subito a ll a caccia ed il gruppo capeggiato da Remo alla esistenza civile per mezzo eli un determinato rituale magico. Gi gli
IICSce a naggua nta re l~ preda . R emo, di ritorno, sfi la dagli spiedi le interiora, Antichi avevano subodorato che vi era un a relazione fra questo mito arcadico
cotte a l, punto da stndere, e dice: (l Q ueste certo soltanto il vincitore Jc e le cerimonie dei L uperci . Il precetto eli vivere di rapina lo ritroviamo nella
m~ngera >>. E quan~o Romolo ~i~mge con la sua schiera, non c' pi niente per kryp~eia degli Spar tani, presso i kardakes degli Achemenidi c presso i

l~t 0 .Anche se non e detto es plrcrtamente, chiaro che dev'esserci s tato un uso latrones Romuli.
ntua le, connesso col racconto, giacch Ovidio aggiunge che p ersiste la fama Il fo nd amento sul qua le si basa .il rito delle exta semz.cntda costituito
del fatt~ e che, coloro che celebrano la ricor renza dei Lupercali, deposta ogni dalla credenza che le exta, normalmente riserbate agli dei, danno un
potere superiore. Cos pure il mangia re la carne cruda, come ci attestato da
veste,
. .
SI mettono a correre. Inoltre secondo Valeria l\IIassin10 G
, , 1 e1ne11 1 erano
mtcnt1 a celebrare la fondazione della cittc . Seco11clo la 0, t R numerosi esempi, specialmente della cerchia germanica : an che la omophagia
1 tgo gen zs \01/ta -
delle Baccanti in delirio collegata con questo concetto.
322 Lincci - Rendico nti morali - 1972- Serie \111, \o!. XXVII, fase. 5-6
A:\" D RE.\ r\LFOI.D I, Ln sfr11llura politica di Roma, ecc. 323
L'ambiente sociale di et p1cistorica che serve di sfondo ad una mito logia
poi esposti; e cos p ure la locali zzazione di questo miracolo nella grotta del
di questo ti po ed al 1elativo rituale ci viene rivelato da una particolarith
!upeual, il ;ficus nmz/nal ed infine il nome stesso della festa.
della struttura organizzativa di una popolazione degli Ug-ri. Questi sono ripartiti
in due gruppi, detti rispettivamente <<dei mangiatori di carne cruda>> e elci 2) Ma vi anche il complesso del mito che in rapporto con .la
<< mangiatori eli carne cotta>>. Gli etnografi del secolo scorso trovarono una capra. Faunus, che bicornis, che nelle fonti qu alificato come un semplice
struttura di questo tipo ancora in vigore, sia presso i Voguli, sia presso gli caper, o cornzpes e che, senza tema eli errore, un dio-caprone, no~ pu in
Ostjaki de lla S iberia Occidentale . Il mito sulla origine di questa struttura alcun modo essere spiegato come uno sbranatore per adattarlo al 1111to della
corrisponde - eccetto qualche particolare - agli schemi italici e greci che lupa. Faunus porta una pelle caprina come i Lupt>rci , i quali erano ch iamati
abbiamo elencato pi sopra. In tempo antico- cos detto- gli eroi al ritorno anche c?'eppz", ossia caproni. Il nome sacro del clio, lnuus, anche il nome
dalla caccia si stavano preparando un pasto. Improvvisamente si appressarono de l caprone sacro. L' animale per il sacri ficio la capra, dalla cui pelle i Lupcrci
i nemici. Un gruppo, pi svelto, si port appresso la carne della selvaggina ritagliano le cinghie, con le qu ali battono le donne per rencler~e, magic.ame~tc,
uccisa per salvarla dalle mani dei nemici: invece i pi pigr i furon o sorpresi incinte. La statua eli F auno sta n ella grotta della Lupa ed 1 Gemelli, pnma
dai n emici mentre stavano cuocendo ed i nemici per umiliarli ruppero loro il di iniziare la caccia ai banditi, pregano 1ivolgenclosi a lui ed i Lupcrci recitano
naso. I primi sono simili agli dei, sono gli intelligenti ed i buoni: gli altri sono le loro preghiere su quel modello.
gli stupidi ed i cattivi. Ogni gruppo ha una coppia eli fratelli divini che gli Ouesta duplicazione dei complessi mitici, cristallizzatisi rispettivamente
preposta, ha divinit p roprie, ha proprie specie eli alberi, proprie sed i di attor;;o alla lupa ed attorno al caprone, d eve per essere antichissima :
culto cd inoltre propri miti, proprie cerimonie, le quali sono tenute segrete ai in Arcadia, nel mito del lupo che morfologicamente affine a quello cle1
membri d ell 'altro gruppo. Che i due gruppi antagonistici non siano nient'altro Gemelli R omani, acca nto a Zcus L ykaios, sullo stesso monte sacro, vi era
che i rappresentanti del. sistema delle due classi, secondo il quale i m embri eli anche Pan L yka ios. Kernyi ha sottolineato un altro caso analogo eli raddop-
una classe possono sposare solo ragazze dell'altra classe, senz'altro ev idente. p iam ento mitico nel gruppo dei due fratell i chiamati rispettivamente Lykos
Tracce del medesimo sistema della divisione per due classi le troviamo ed Aigeus. Ancora : su una lastra eli bronzo del p eriodo alto-medievale, pro-
anche presso gli Indoeuropei ed anche altrove. Quando nelle Steppe troviamo veniente da T horsluncla in ! svezia, vediamo due g uerrieri che si preparano
popolazioni che portano nomi come << i mangiatori di carne cruda >>, in tal caso a l duello: uno indossa una pelle eli lupo e l'altro di caprone.
si tratta, secondo il mio modo di vedere, eli g ruppi etnici avulsi da un complesso
3) La terza complicazione data dal fatto che nella festa delle Lupcr-
come quello che abbiamo descritto poco fa. Tali sono anche quelli che Giulio
calia il complesso della capra non rappresentato solo da un elemento
Valcrio Alessandro chiama gli << Agriofagi >>; tali anche g li Amadokoi, citati
maschile, ma anche da un elemen to femmi nile. L a pelle della capra sacrifi cata
da Ellanico. Il Tomaschek interpreta quest'ultima parola considerandola come
si chiamava amzthmt Junouis ossia <<l'abito di Giunone>> e la festa anche
tratta d a lla lingua degli Sciti, presso i quali avrebbe significato<<coloro che si
jenae j mzon. La Giunone con la s poglia di capra e1a venerata in tutto il
cibano di carn e cruda>>, cui corrisponderebbero - glottologicamente - g li
Lazio ed era una dea guerriera come nell'Etruria arcaica, dove era maturata
A madnka nel Dekkan. Pu anche da1si che i due n omi di popoli indiani, g li
probabilmente dal s ubstra to italico del periodo villanoviano. A F~lcrii, nel.la
<< amad >> e gli << yavad >> ossia i <<mangia tori di carne cruda >> ed i mangia tori
festa di G iunone, una capra veni va uccisa in una g ara fra grupp1 (probabil-
d i grano>>, siano i relitti di una suddivisione antitetica, basata su un criterio
simile. mente due soli gruppi) di g iovani e vi aveva parte la dea (Valeria) L uperca .
A me sembra che questa festa appartenga, per quel che riguarda il culto,
Un'altra specie di relitto rituale di una struttura bipartita possiamo
a l tipo r appresentato dalle societ eli g iovani, alle quali apparti~ne anche. l~
afferrarla nei riti della festa delle Lu pcrcalia. Questa festa si cele brava alla
lotta dei giovani presso l'altare eli Artemide Orthia a Sparta, per 1mpadrontrs1
fine d ell'anno (dell'anno primitivo, ovviamen te) ed aveva lo scopo di annullare,
del formaggio destinato al sacrifzio . Giunone, la guerresca condottiera del-
mediante azioni magiche, le impurit contagiose contratte durante l'anno c
l'esercito degli spettri (come presso i Greci H ekate e presso i Germani Frcya,
di rinnovare, con gli stessi mezzi, le forz e d ella Natura. L 'interpretazione eli
a nch'essa una Cagna, e come ancora a ltrove, connessa), tanto con l'Oltre-
questo rito resa difficile dal fatto che nella fes ta del 1 5 febbraio non
tomba, quanto con la fecond it e con la gioia della vita . Nell 'epoca
. abbiamo a che fare con un insieme univoco, ma con una contaminazione
preistorica, dappertutto essa er a connessa con le organizzazioni virili, sia :~n
assai antica di varie costruzioni mitiche che vi si sono stratificate. Vi si distin-
guono: le bipartite, sia con le tripartitc, come ha chiaramente visto G . Dumczll.
Nella festa delle Lupercalia sono infatti in gara du e gruppi di suoi seguaci.
r) anzitutto un complesso connesso col lupo. La sua giustificazione mi-
. La grotta L upercale, luogo eli nascita della nazione, ha lo stesso carattere
tica intrecciata organicamente con la parte principalissima che ha la lupa
della o-rotta cultuale di Apollo Sorano : un luogo per la iniziazionc ed un
nella salvezza e nella nutrizione dei Gemelli, generati dal dio della guerra e
nasco~diglio eli un gruppo virile bipartito. I tratti corrispondenti, presso gli
Li neri - J~ endiconti morali - 1972 - Serie YJ II, ,ol. XXYJ l, fase. 5-6 .AXDREA .\LFJ.Dl, La slrullura politica di Roma . ree.

altri popoli indoeuropei e nel culto regale dei capi turchi e mongoli nell'Asia quella dei fratelli-lupi del Monte Sol-atte, o sui monti dell'Arcadia. Ed alle
Settentrionale, sono assai istruttiv.i. Presso questi ultimi, si comprende con molta fonti cinesi ben n ota l'esperienza storica, vissuta presso i Turchi, eli un
chiat-ezza che o un lupo l'antenato della stirpe regia, o una lupa l'antena ta. La popolo m isto che viene coacervato sin o a formare uno Stato, per opera eli
corsa che i due gruppi di giovani compivano uscendo dalla grotta del L uper- un grande organizzatore.
calc era una gara rituale. Similmente era una gara rituale la lo tta per impa- Ancora presso il periodo repubblicano pi antico, fare preda durante
dronirsi della testa e della coda del cavallo di ottobre. Questa lotta appartenc,a ]a guerra era un pri,ilcgio. Il mito stesso chiama briganti le guardie del
ad una componente antichissima della festa c possiamo rintracciada, anelando corpo del re Amulio, nonch i compagni di Romolo; ma perfettamente inu-
indietro nel tempo, persino presso gli Ittiti. La gara p er impadronirsi di una tile ribellarsi all'idea che la razzia ,-cnisse considerata come una delle basi
mandria di bovi, compiuta da due gruppi eli giovani, fu trasformata - come della societ : , questa un'idea che riscontriamo, t anto presso gli Indoeuropei,
ci attesta Erodoto - presso gli Ainiati e presso i Magneti, in una danza quanto presso i popoli delle Steppe .
armata. Questa trasformazione oltremodo interessante, giacch getta luce Non deve destar meraviglia il fatto che Varrone consideri i Luperci una
sullo sfondo sociale della da nza armata presso i Germani . Una met gi societ di lupi mannari di tipo arcaico. N on molto tempo fa, Antonio N a poli
a priori la migliore e la predestinata alla vittoria. ha dimostrato che, ancora nel I V secolo av. Cr., in piena luce della
L'essenza d ella festa di fine d'anno dei Lupcrci, quale si cela sotto la sua Storia, una organizzazione giovani le di tipo sacro, di Lucani, anch'essi
forma esteriore, costituira dal fa tto che la festa di una societ virile, la <<lupi >>, ha influito in modo fondamenta le sul destino della Magna Grecia.
quale tipica per un livello sociale di pastori-guerrieri. Ancora nel primo Anche questi Lucani erano un mi scuglio eli gente espulsa, eli schiavi fuggitivi,
periodo repubblicano la mcntaJit d ei Rom ani la comprendeva perfettamente. di briganti, n p i n meno d el m iscL1glio di cui si parl a nella leggenda della
L' economia agri cola non ha nulla a ch e fare con un tale sfondo social e. fondazio ne d i R oma. I due bosch i sacri dci Gemelli sul Campidoglio erano
~omolo e R emo sono pastori eli bovi, come Ciro e la razz ia dei bovi il nocciolo il raduno delle due societ giovani li destinate alla vita nella macchia, propria
dell'azione drammatica del mito.
delle classi cui appartenevano pet- l'et. La stessa sistemazione dei boschi
Altrettanto importante il fatto ch e due siano i fondatori della citt sacri in funzione di asili la tro,iamo presso i Brezzi. Con gli asili greci del periodo
(anche se pitt tardi la parte toccata a Remo fu messa in ombra), che dLie sono della piena civilt questi asi li italici non hanno nulla a che vedere. Ed anche
i g r upp i di giovani al seguito dell'uno o dell'altro fratello; e che due sono il m ito sulle origini degli Ira ni con la loro festa del re e con la schiera giovanile
i gruppi di abitazioni, ciascuno col suo proprio pomcrio. Tanto il gruppo dei dei kardakes ci possono far luce su lle antiche radici della struttura sociale
gennani Lupe1'Ci del Quirinale, quanto quello sul Palatino, aveva sul Campi- in et a rca ica deali Indoeuropci c deali Uralo- Aitaici in tutte le sue varie
b . b
doglio un bosco con l'asilo c con la capanna eli tipo pastorale, che era stata la manifestazioni visibi li: nella economia, nella religione, nella politica, nei ,ap-
sede dei primi re. In et storica la capanna di Romolo era oggetto d i culto. porti sociali ecc. Ma ora mi manca il tempo di approfondire questo argomento.
mentre quella di R emo era stata obliata. Anche il numero eli dodici elci Dovunque si sono estesi i popoli indoeuropei, si attuata non solo la
Luperci, come pure quello elci Fratelli Anaii, nonch dei Salii, risale acl IJipartizione, basata su lla complementa rit alternata, ma a nche la du plice l-ega -
una tradizione antichissima. lit . vero che generalmente solo foss ili religiosi o allusioni mitologiche ci
Secondo il mito, i due primi re avrebbero aperto un asi lo sul Camp idoglio, permettono el i fa re delle deduzioni su lla dup lice monarchia, ad eccezione eli
dove avventurieri, schiavi, senza-patri a e delinquenti sarebber o stati non solo Sparta, dove questo particola re statuario si mantenne sino ad et storica. Per
accolti, ma considerati come membri di pieno diritto della nuova comunit. presso i pastori dell'Eurasia n on solo ci concesso di constatare come una
Questa concezione di un popolo costituito da elementi assai commisti appar- tale forma di vita collettiva risalga sino al periodo della mentalit teriomorfa,
tiene al fondo pitt antico del tesoro delle tradizioni: anche a Prcnestc, secondo ma si sia conservata attra,:erso i secoli insieme con la bipartizione clelia
quanto attesta Catone, il fondatore della citt raccolse in un unico popolo societ, delle associazioni gentilizie, dell'esercito, e dell'ordinamento delle feste.
briganti di lunga data e pastori venuti da ogni dove. Noi, uomini civili, Ma se questo antico sistema sociale riuscito a mantenersi p er un periodo eli
nutriamo ri pugnanza per il mestiere del bandito; ma nei tempi antichissimi tempo cos incredibilmente lungo, ci n on dipeso dal fatto che le societ
costituiva invece una preparazione per la guerra ed era la virt idea le per l'uomo. antichissime s sono conservate intatte. A l contrario : la caratteristica pi tipica
La societ normale respingeva da s le societ segrete dei g iovani, basate su un di quegli stati nomadi costi tuita dalla facilit con cui si disfano, per r icosti-
legame sacro; e ci non solo presso i Germani. Presso gli I talici, infatti, tuirsi con altrettanta faci lit. !via il nuovo Stato non sar eretto sulla base di
l' istituzione del ver sacrum toglieva alla patria intiere annate di g iovani, nuovi principi, o di nuovi schemi, ma lo sar in conformit alle regole
obbligandoli ad una vita eli rapina c di spargimento di sa ngue. Non agirono tramand ate dagli antenati, la cui radice si basa sulla re ligione. La condizione
diversamente i Gemelli che fondarono Sparta : ammisero nelle loro schiere essenziale per la !oro sopravvivenza era costituita dalla articolazione totale
estranei di ogni risma e la educazione della giovcnttt non era diversa da delle masse, condotta a termine con rapidit c senza debolezze.
Lincci - Rendiconti morali - 1972 - Serie \ ' Ili. 1
\o. XXVI l , fase. 5 G A:\DRE.\ ALFOLDI, La struttura politica di Ro111a, ecc.

, La_ duplice regalit, dello stesso tipo delle r egioni settentrionali d el-
e precisamente nella seconda variante del mito, ne lla quale Tito Tazio sosti-
l Eurasia, fondata sullo stesso sistem a sociale s i ritrova presc.o g li Ind
an che fuori di Sj)ar ta Ad A l V ' C ocu ropei, tu isce R emo, che era stato eliminato . Il matrimonio dopo un ratto, effettuato
. . - rgo, ne sec. a . r., era a ncora vivo il ricordo da uomini eli un gruppo con donne dell'altro gruppo, ci d la chiave pc1
della duplice r egaltt d e l periodo micenco La dul)lice 1-egaJ1'ta'
. . SI conservava ca pire quale sia la vera essenza eli qu esto episodio. Il cozzo sanguinoso
ancora ne~h St~ti peri~erici g1eci che vive,ano in maniera arcaica: ne troviamo
fra la gente di R omo lo e la gente eli Tito Tazio nella zona del Foro, la
le tracce m ~piro ed m T essagJia. Presso gli Indoeuropei d'Occidente dap-
pa cifcazion e, l'apparentamento, la istitu zione di una duplice comunit, il
p_ertutto troviamo 1 Dioscuri come antena ti di dLi e dinasti e regi e e come ;xoto-
tipo della duplice regalit. raddop piamento dell a consistenza d i un popolo, otten uto mediante la fusion e
di due po poli differenti , sono tutti particolari, di cui la etnografia ci forn isce
E siodo ci d la _pi antica m enzione lettera ria della trib de i L atin i c
numerosi paralleli. Inoltre, le onoran ze sacre rese a Ti to Tazio in et storica
con~s~e due .re : S1lvw, d primo re di A lba lo nga c Latino, jj primo re di
gli assegnano un carattere d ecisam ente mitico. In a ltra sede c~rcher di
La V11110. N eli epoca del dominio etrusco Enea caccio' S 1'1v1'0 e d
. 01111110 111Siem e d imostrare che l'associazione dell'elemento roman o-sabino poteva effettuarsi
~on L atmo. Ne_l racconto tradizionale di Roma, N umitore ed Amulio sono solo prima del periodo etrusco; quindi i coloni che s'insediarono a R oma nel-
1
rap~resent~ntJ della duplice rcgalit in Albalonga, cos come, dopo la
l'ottavo secolo, aggiungendosi a1 vecchi abitatori, possono effettivamente
espulswne ~~ Rem~, nella l_eggenda accanto a Romolo appare Tito Tazio.
essere stati Sabini.
-~a ~rca1ca duplice organizzazione di tipo sacro l.a si pu constatare a R oma
m Plll dt un caso. Giano Bifronte era il patrono comune delle due m et d 1 IV.
popolo. _I due di della guerra, lVIarte e Quirino, appartengono rispettivamen:e L e strutture socia li tripartite e bipartite s i basano su condizioni proprie
a l Palatm~ ed al Quirinalc e sottostanno non a Giano, ma al Giove dell'arce. dell'et d ella pietra. L'et elci metall i per provoc una terza trasformazione
Due _al~en. eh alloro fiancheggi a no la porta dei santuari sul P a la tin o d ue nello strato che era la guida delle popolaz ioni. Fu una trasformazione
a!b~n di_mirto quella dei santuari del Qu iri nalc. Ognuna delle du e parti 'deiJa profonda anche nella costruzione sociale, i cui riflessi sono tangibili iu
Citta ha 1! suo auguraml?t77t. L e due societ cultuali d ei Salii e d L sacrz's, in tutto ci che sacr o, non solo a Rom a, ma in tutto il ter ritorio
. . , e1 uperc1,
appartenevano n spett1va mente a ll' una ed a ll'altra meta' A 11 J 1 1 1 degli Indoeur o pei d'Occidente. Ma la reale importanza, politica e sociale,
l' . . , c 1e ne eu to su _
ara ~as_s,ma d1 Ercole c prese_nte una duplicazione. E, due giorni dopo le feste di una figura come Vulca no (divenuta, con l'anelar del tempo, una figura pura-
Lu pe1ca!Je del quartiere palatmo, avevano luogo le feste Ouiri na lie A h mente religiosa, ma astra tta), la si pu afferrar e bene solo nella ghiacciaia
1 f< t l' _ . ne e
e es ~ ago~1~ 1 erano cos distri buite, come in origine erano distribui te le delle regioni dell'Asia Sette ntrionale, dove si conservata la chiave che ci
feste, 111 cu_t I cl_ue gru p pi si contendeva no il cavall o di ottobre . a ttesta quanto fosse preminente la figura del fabbro regale, anche per il Me-
L e collme eli una m et si chiamavano montes, quelle dell'altra m et diterraneo e per l'Europa S ettentrion ale.
col/es. Il confine fra le due met eia costituito - come ha riconosciuto Un dato importa nte per la nostra ricerca costituito dalla unione, o rganica
L: A. H oiJand - dal ruscello che scorr eva nel mezzo de l Foro. I tre archi eli e totale, del mito del fabbro celeste col mito antichissimo dell a origine
~1ano, che stavano presso i ponticcJJi su questo corso d'acqu a, avevano una fun - tcriomo rfa d el po polo della lupa . Non d ovuto ad un caso fo r tuito il fatto che
ZIOne sacra, che al tempo stesso univa e separava. un o dei Telchini, os.>ia uno d ei fabbri celesti deii'Asia Minore, si chiamasse
Da m~lto temp~ l'indagine archeologica italiana ha notato che n cila R o- Lykos ; e n emmeno una coincid enza casuale i l fatto che egli abbia innalzato
ma ~el pen~~o arca1co sul P alatino prevale l'inciner azione, sul Ouirinalc l'inu- presso il fiume Xanthos un santuario ad Apoiio-Lupo . Similmente, non
mazi? ne. S 1 e tentat~ anche di n}ettere in r apporto l'inumazio1;e sul P alatino dovu to al caso il fatto che il dio celtico, il cui a ttri buto il ma rtello, porti sul
con 1 Prot?-Ron:a~11 di s:irpe latina, c l'inumazio ne sul Quirin ale con la capo una spoglia di lupo. Questo singola re accoppiamento lo ri troviamo
leggenda d1 Sablll.I d1 Tito Tazio. E vero che le necropoli s'iniziano nel anc he altro ve, s ia pure moti vato con spiegazioni assai diverse. Per il momento ,
non~ s_ecolo col nto dell 'incinerazione e che g li scheletri degli inumati esamin iamo in primo luogo il parti colare mitico del re antichissimo, generato
commc1an~ solo r~ell'_ottav~; ed effettivamente questo fatto potrebbe essere la dal fabb ro celeste.
conseguenza dell arnvo d1 un nuovo elemento etnico lV'ra e' 1 t 1 P lutarco ci d u na vers io ne delle o rigini di Roma, la quale , secondo mc,
. J. CCI O, a 111 Cno
In teo~1a, pensare an che alla esistenza di una dLiplice organizzazione che ant ica ed autentica; essa desunta d a Prom ath ion. Questa versione ci fornisce
seppcllnra secondo un dupli ce rito.
i seguenti particolari:
Pc~- ris~Ivere la questione, indispensa bile ricorrer e alla tradizione 1) un r e tiranno, padre del nonno dci Gemelli, dal quale essi liberano
letteran~. ~~~cch la leggenda del ratto d elle Sabine non affatto una il popolo qu ando sono divenuti adul ti.
favola eli on g me letteraria. Essa invece la spiegazione mitica elci sistema
2) la madre dei Gemell i una schiava verg ine, la qu ale protetta d a
esogam1co delle due classi, che abbiamo gi riscontrato essere presente a R oma
Vesta;
328 l.incei - R endiconti morali - I9i:! Serie' \"I l i. ,ol. XX\' Il bse - l')
.. ) A:>:DREA Al. FI.DI. L'l str111111rll politica di Roma. ecc.
-------------------
3) il m embro virile, che esce d 11 fi Efesto, Velchanos, T hor, Succell us e gli d ei-fabbri dell' Eurasia, appartengono
R omolo e Remo. a e amme del focolare regale, genera
' tutti a llo stesso antichissimo tipo di divinit, nato dalla mera\iglia che prese
4) l'esposizione dei neo na t.J, 1a nutnziOne
g li uomini, che non conoscevano altro strumento a ll' infuori della pictta, a lla
. per opeta cieli l 'l -
vamcnto per opera dei pastori. Sul nome d l a u~a, J t Jtro- ,ista degli oggetti di metallo creati da un uo mo, considerato potente per magia.
pi sotto. e nonno, Tarchez10, torner Questa origine psicologica mi sembra senz'a ltro chiara.
L' enorme ammi razione per il fabbro che costruisce le a rmi non s i form
L~ nascita miracolosa di Servio Tullio contiene li stessi n . . . .. nella neb bia della m istica religiosa, ma nella realt della vita; n elle civilt
;~~~p;rch c~struzione
la annalistica ha lui attribu ito il ~uo]o
del r:o~~:~l:~~~i~~~~; arretrate dei popoli che vivono ai margini d elle regioni settentrionali ne
madr~I , messo 111 rapp~rto con la lupa. A nche nel caso eli Scr vio Tullio l~ ritroviamo alcune attestazioni decisive .
e una vergme di stato servi le (donde il no me se?'Vts del fi l' ) l ' l c Dagli anna li cinesi sappiamo che nel sesto secolo dopo Cris to, il capo
cura del focolare regio A h . g IO , c 1e 1a
membro virile dal
. '
i ne e ~ 1eJ. appare nella fiamma del focolare un
qua e concepisce Il futuro re Come pad l' . .
dell'impero degli Avari nomadi, allora potente nelle regioni del Nord, aveva
dcs1gn t . v 1 . re c Jvmo VIene insultato il K agan dei Turchi (che ben presto avr ebbero annientato il suo
il bam~i~o o;,:] s~\,~:n~eo:;t~sl t/,aa,J famzl~m,ids. L'alone luminoso che circonda impero) chiamandolo <<un volgare fabbro>> . I n realt, fra questi popoli-
c a nascita a l fuoco. pastori, vi,cvano gi alcune famiglie eli fabbri, che la,oravano per loro;
I n una delle versioni del d . quindi gli oggetti in m~tall o non era no loro ignoti. Ma il loro modo di vivere
denaro eli L C . d l mJto, ve Jamo Implicato un Lare. Su un
. aesw e I I~ a\ C. t. . d non era cambiato perch si limitava sempre, accanto alla caccia ed alla
dei due Dioscuri in abito ). . t. 10\"Jamo uc Lari sotto l'aspetto
'l b d' guetresco e con una pelle canina e fra d'l . pesca, all'allevamento del le mandrie d i bovi e eli cavalli.
t usto t Vulcano I nel u bb'1amente questo posto 1 f ' l o t o,
loro padre. ' g 1 u assegnato come E tuttavia il concetto di SO\Tano di questi nomadi rimase effettivamente
strettamente unito col m estiere del fabb ro sino al tardo medio- evo. Storici di
Nella leggenda della fondazione d' p . . provenienze diversissime afferma no ad una voce che Gengis- Khan era una
di motivi tradizionali: Ceculo un tfig~i:1e~~c\;tt;ovJamo lo stess~ gt.~tppo
volta un semplice fabbro. Non solo; ma il popolino mongolo lo crede
accecato dal fumo un blmb lb l u cano con occhi picco li,
Gemei!' d' . . .' r mo a) andona to dalla sorella di una coppia di ancora oggi. E ci nota anche una versione pi an tica, eli questa fusione dei
l JV111 t e nnvenuto accanto ad 1 f due concetti , del concetto del fabbm e del concetto della regalit. In un
focolare cd attestat c. ut uoco acceso, ovvero accanto ad un
o, per n1ezzo clt un-1 a 1) l . m ito s ulla origine d ei M ongoli si narra che q uesto popolo er a stato totalmente
il figlio di un dio E r . ' . c p~t l Z 1011 C umtnosa, essere egli
. g J ct esce 111 mezzo al bcsttamc agreste ded .t l annientato in una g uerra, salvo due coppie (evidentemente, i capi di una
tempo al l:rigantaggio e circondato da pastori ra~cogliti~ci . . t o per ungo societ bipartita), le quali riuscirono a salvarsi entro una grotta in fondo ad
Come e noto, Caco una di vinit ita li . un burrone. Quando il loro numero si era tanto accresciuto, c he lo spazio non
un malvi\ent h . . ca prtmttt\ a, che fu trasformato in
. l ' e .pere c fu msento tn una delle tante av,enturc di Ercol 1\~~' . bastava pi, con l'aiuto d el mantice, fusero la parete della roccia costi tuita d i
1ea ta era un dto del f fi ]' cl' e . J.a 111
a lle Vcsta]i app t' uoco,Jl g IO t Vulcano. Sua sorell a, il cu i culto era affidato minerale eli ferro, sinch alla fine trovarono la via per giungere all'aperto. Con-
' ar Iene a o stesso sc hem forme a questa tradizione, la famiglia di Gengis-Khan (evidentemente, perch
fratelli d' d' p a, cut appartengono la sorella dei
:~ui~~fin~ a~:~:s~~' ;:;1~ ~i ~~~~~~ .;u~:~t~:e
1 1
Gemelli che ~u 1~-- ma~re
dci
il suo progenitore aYeva liberato il popolo dci Mongoli dalla prigionia nel bur-
rone) aveva appreso l'arte del fabbro e l'aveva realmente praticata (probab il-
occupava un posto nel culto . d' V me.mbt o VJttle, Il quale
sintomo della esistenza di un :~~~ e~a .t est~, non 1111 sembta : he sia il mente nel d della festa del F abbro Celeste). Ton si tratta qu indi una favola
residuo ritua le de l mito d ell 'antenato d !reo ~et ottenere la feconcltt , m a il mongola.
il focolare del . C'' . c e a na~wne, generato da Vulcano presso Anche un altro popolo d ella lupa, i T u rchi d ell'Asia Settentrionale, si
gamento del foJceo.la reiO dmlll seml~ra tanto pt probabile, in guanto il coll e- ammantavano del prestigi o che derivava dal fa bbro r egale. Sono di nu ovo le
e a naziOne c dell a 1 1 fonti letterarie cinesi che ci informano che i sovr a ni tu rchi, nella ri corren za
della regalit era vivo ]) tesso l. L t' . L c c ea r e att va, con l'istituzione
a 1n1 cc era retag c1 1 annua le della liberazione d el popolo dalla grotta degli a ntenati, si recavano
di tradizioni come , cl c gto e tesoro mcloeuropeo
' SI puo a) 1 1Jon an temente d1n t cost , accompagnati dai loro dign itari e che vi compivano lavori da fabbro.
palazzi micenei. lOS rare, a cominciare dai
E Ras id-ecl- clin ci attesta che questa festa della liberazione otten uta p er opera
.. Il c~ntro del culto presso il focolare del re c dello Stat . . dei duci-fabbri, coincideva con l'inizio dell'anno, per i l\fongoli. I l titolo uffi-
!~~~o::~aoggetti .d'oro c~clutidal cielo. Giudicando col cri~e~~:n;~1 j,~~::l: ~~ ciale, presso i Turchi ed i Mongoli , del re - fabbro e liberatore, era <<il re
Il o ' questi oggetti debbono essere stati confezionati dal f bb l g saggio>>. Su questo particolare to rn er fra poco.
ne o s tesso modo che di provenienza celeste era l' anczle . . a . ro ~e est.~, Un fatto fondamentale per la dimostrazione che a nche presso g li Trani
Tvastar, che nel Rigveda fabb . l' d ongmano cleJ Saltt.
n ca arma el fulmine per Ind ra, n onch vigeva il concetto del Fabbro Celeste come liberatore costituito dal fatto che
330 Lincci - Rendiconti morali - 197'.! - Serie \'1 11 1oJ , .,.\.1 [ f --6
. '-'- . asc. ;, A:\DRE.\ ALFLDI, La struttura politica di Roma, ecc. 33 1
- -- -- -
p: csso d i lo ro lo trmia mo cong iunto nello stesso legame sacro. A nche in Iran li avre bbe condott i in quella che divenne la lor o patria) Dcptzi, il tauhan
v1ge cd a nt ico il mito d el figlio del r e _che viene a bbandonato e n utrito nella tegin. Il progenitore dei B uria ti, che viene rappresentato come fabbro e come
selva da un ~nimaJe ~ sesso femminile, per li berare pi tardi il suo pop olo sciamano, era Tarcltau D urisk. P resso i T urchi, apa ta1'qau e bozla baga
dalla soggezwne al t1ra nn o. I n una va r iante d i questa sacra storia nel tarqau era no i titoli di titolo eli gran d ignitari . R e-vassall i dei Turchi nel set-
raccon to del mond o come g iunse al IJOtere la di nastia dei re r-ra ' .
1 .L l vz, appa1 e timo e nell'ottavo secolo portavano anch'essi il titolo di tm'qan; e cos pure i
1 fabbro K_awe h. Q uesti viene bens collocato al secondo posto, accanto acl Afri- sovrani dei Chazari, i figli de i re bulgar i, gli alti d ignitari degli Avari nel ter-
dhun, 1~a 1l nome stesso d i questa famiglia regia trad isce che originari amente ritorio ungherese; c cos in molti altri casi simili.
~olo _Kaweh pote\~ esser~1c stato il cap osti pite. vero che questa dinastia Mentte presso le trib turche il vocabolo taulzan designa costantemente
c un1camcnte. una m venz10ne del p eriod o p ost-avesti co, escogitata per po ter una dignit , presso i K.ara-K irghisi sig n ifica an che: fabbro . Anche presso i
c~n.nettere g~1 antena t1 d ei Sassanicli con le din astie d ei gran-re acheme- 1\!Iongoli troviamo una d ignit chiamata tauhan, che per di rango
11l~ J. Ma la m ven zione si attaccata ad una autentica persona miti ca : a m inore, m a che al tempo stesso s ig n ifica anche : fabbro e designa pure il
K awc h, a l fabbro c_h e li ber il popolo d ei Persiani d alla prigionia nella Fabbro Celeste .
grotta .. l!na prova Sicur a cc ne forni ta dal grande vessillo di cuoio dei Iel secondo millennio fior l' arte del fabbro nello spazio europeo-
Sassantdl , che era fi ttam ente costella to con oro e con pietre preziose, il eurasiatico, insieme con la lavorazione del rame e del bronzo . Ma gi allora si
q~ale _ ~el 636-637 cadde nelle ma ni d egli A rab i. Il suo nome era <c di?-afs-i diffuse an che la notizia eli un metallo merav iglioso, del ferro. La locali t in cui
kawyzan >> ed era cred uto il grem biule che Ka weh usava , q uando lavorava fu inven ta ta la lavo raz ione di questo metallo, la si cerca nell 'Asia lVIinorc
come fa bbro .
Orientale, ovvero in A rmenia , o anche n el Caucaso lVIcridionale. Anc~e i Gre-
. . Il valore _orig ina ri? d el vocabolo <c Kaweh >> <c il saggio>> e solo pi tardi ci cercavan o in quelle regioni l'ori gine di quella t ecnica rivoluzionaria, esclu -
d nenne predtcato rcg10. Ma nell a menta lit arcaica il <c saggio>> non il dendo che fosse stata trovata nelle regioni abitate da loro. L'Iliade vorrebbe
pensatorc (c~me nelle civilt elevate), bens il conoscitore m agico di cose sapere che l'argento <c nasce>> nejla regione detta Alybe, che Strabone identifica
occulte.. ~Ep(.c:ppwv, rroMc:ppwv sono d ue aggettivi che a ppartengono a strati col popolo dei Chalybes. Ma g i Ecateo scrisse che i Chalyl>es erano una
m olt_o ant1ch1 fra gli epiteti di E festo, la cui <c saggezza >> la stessa che ,,
popolazione della Sci zia e che iv i era <c nato>> il ferro : OTIOU cn' Ol)poc:; YLY"E1'et.L.
,
poss1ed ono un esorcista ed un prete : tale era in fatti jJresso i Grc 1 Anche secondo Eschilo il ferro era <<nato >> nel paese degli Sciti . Queste
1 'fi c1, anc 1e
l . s1~111 ca.to prir~1itivo del voca bolo y61)(;. Q uesta saggezza eli tipo prcclassico affer mazioni non sono fan tastiche: il sacro m onte, in cui il ferro era
er_~ 111 q_uer temp1 strettamen te legata a lla lavorazione dei metall i. La citazione <c nato>>, si t rovava effctti\amentc in quelle regioni, nell'Anatolia Orientale,
P lll an t1ca fra quelle che ci sono perven ute, del vocabolo y6' costituita, _ dove in et arcaica hanno vissuto a llevatori eli bestiame e guerrieri eli stirpe
con:e ha dimostrato non m olto tempo fa, W . B urkcrt - da un verso della Pho- i1anica orientale. vem d'altra parte che non furono loro a trovare il modo
r~nls, nel ~uale i D attil i I dei, gli inven tori del ferro, sono q ualifica t i come eli procaccia rsi il ferro e eli la,orarlo, ma lo trovarono che era gi noto. All'et
yolj-:-E ; c Siamo probabilmente nel settimo secolo. Non manca no cita 1
, ., ZIOn l C l imperiale appartiene quel prezioso inciso della liturgia eli Giove Dolicheno,
c~a Plll ~arda, i~ ~ui questo vocabolo ha ancora questo significato. Un prover- del clio venuto dalla Commagene, c he chiama questa regione la r egione,
bw clegl1 J~kut1 cl~ce : <c Fabbri e scia ma ni sono n a ti nello stesso nido>>. D'altra ttbz' f erruiJt nastu1.
]~arte, ~ero, trovramo che p resso g li U nni d'As ia e p resso i Tu rchi il Di nuovo riscontriamo che gli in izi di una dinas tia sono collegati con
titolo, eli <csaggio>> _viene adoperato anche per i sovran i di rango pit'1 elevato; un concetto mitico. Nel car teggio diplomatico dei sovrani pi potenti del-
e cosr l~ute pres_so l ~Io~~oli. Le fonti ci nesi ci attestano l'uso di questo titolo l'Oriente Prossimo nei secoli Xl\. e XV av. Cr., in mezzo ai doni - sia
p ress? l sovra~t _u nm g1a dal 200 circa av. Cr. E, del 1esto, sappiamo che cloni di cortesia, sia cloni eli obbligo- troviamo menzionate anche armi eli ferro:
questi regna ntr ct tenevano ad essere considerati come fabbri. .
ad esempio, fr a i doni che Tusratta, re eli lVIitanni, manda a l Faraone
il Co~1e ovvio, il concetto eli re-fabbro assa i p i an tico . Ce lo mostra Amenofi I I. Il re ittita Chattusillis III concede al F araone Ramses II una lama
, suo n flesso nel mondo celeste: g i n el Ri g- Veda il creatore del mondo eli ferro; d a ci si ded uce che era considerata cosa di grandissimo valore.
e un fa bbro c_cl.este. E gl'im peratori della dinastia Ct't in Cina adoperavano Ancora nel r roo a v. Cr ., una punta di lancia in ferro era considerata un
un m ar tello clJ Jade come simbolo del loro potere sovrano. M a dove era nata dono degn o di un re cos potente, quale era il re dell'Assiria. Non desta mera-
qu~sta concezion_e del r:-fabb1o? Ci a iuta in questa ricerca la term inologia. viglia che i sovrani- come si d edu ce dalla corrispondenza diplomatica- mono-
~l t1tolo che de~n1~a la cl1gnit di cui ci stiamo occupando non isfugg a l destino, polizzassero l'estrazione e la lavorazione del fe rro : un fatto che viene confermato
a l q ua le soggr~cc1~no ~utti . i t itoli: dal grad o pit'J a lto scese a l grado pi d ai trovamenti archeologici, tanto a Yaz ilikaya, nella capitale degli I ttiti,
basso . Presso 1 1 urcht ch1 era insignito eli questa d igni t si chiamava quanto nel p alazzo d i Pantalica in S icilia . L e en'ormi masse di rottami di ferro
tarchan. Il n ome del p i antico r e degli J akuti (il q uale, secondo la tradi zione, nel recinto palaziale eli Khorsa bad sono state accumulate in et assai pi
.-\.\'DRE.\ ALFOLDI. La stmtlura politica di R oma, ecc. 333
332 Lincei - Rendiconti morali - 1072 - Serie \'Il l. ,ol. XX\' l I. fa.<;c. 5 6
'tt 'ta con un martello in mano
massimo dio ittita compare tn questa arte neO-l l c ' . - . . .
recente, in confo rmit con questo uso. La parte pri ncipa le in questo mono polio . . . . 1 1 f bbro celeste cd il fabbro det fulmtm . Ne1
c ntto sopra un to lo . cg l e t a . . .
sembra che l' abbiano avuta i sommi re itti ti. Ed il procedimento m isterioso pe1 1 t' nperiale rcl atiYi al culto d el m edesimo dw, nappare
ottenere il ferro sembra essere stato una de lle fonti principali del loro prestigio monumcnt t c 1 e a 11 . L' ff
to fabbro d i,ino, sta,olta col nome di Juppitcr Doh chen us . . a erm~zwn~,
sacrale. Sono tentato eli cercare presso i re ittiti l'origine della regalit ;~~:~ciata du rante la litu r gia, che il luogo di origine. del c~Jl~o ~~ trova la do' e
congiunta con la scienza del ferr o. - f .. fa \)ar te del medesimo complesso dt tradlzJOnl sacre.
Q uanto fosse profondo l'influsso della potenza ittita nel mondo contem- nasce 11 CII 0 ' - T 1 arricchito talora
I l cl io su premo ittita si chia mava in lingua ltti t a . ~~: JL~ , . . -.
poraneo e su quello successivo ce lo a ttesta la sopravvivenza de i loro T hunda e sim ili . Molti nom i eli re ttt1t1 c1 sono nott, 1 quah
simboli di potere. L 'ideogramma per il vocabolo re > nella scrittura ge rogli- con SU ffi SSl con1e a l c ( I C )
. . t . lal i10111e di questo clio ad esempio Tarku-muwa sec. XII av. r . .
fica ittita, un oggetto simile ad uno spiedo, la cui spiegazione sino ad oggi non s 0 nocenl valC < ' 1
Jl'A tl'
In et neo-ittita, a ll'incirca nell'ottavo secolo av. Cr.: U:~viamo. ne I::d~~

si r iusciti, a mio parere, ad ottenere. Si deve partire dal fatto che quei pitto- Orientale nom i come T ar!Juwaras, Tarbuja(r)mas e slmllt, trattt d~lla .
grammi erano ancora aderenti alla realt, quando furono escogitati. Accanto . . cl ' E nel periodo repubblicano tardo t roviamo nella meclestm~ regw-
a segni che raffigurano una testa umana, una testa bovina, un uccello e cos sl ma l a ICC. . . . . h TarcondJmotos,
ne dell'An atolia alcu ni prmcipi locali , c e SI c 11Jaman. .
0
. p
via, ne troviamo altri, che rapp resentano armi, come il pugnale, il coltello, la Tarcondarius. Tarconte anche il nome del fondatore m ltiCO di . erga~w.
punta d i un a lancia e cos via. Ora, noi sappiamo d ai testi letterari e da ritro- < T 1 t' ene alla mecles1ma s t1rpe
Probabilmente anche il nome cretese ar <omn appar I b b'l
va menti archeologici che, nella Grecia: di et a rcaica, spiedi di fer ro servivano 1 b cl' R d ' T lchin stato pro a 1 mente
d i nomi. Ed il nome dei clivim fa) n 1 o 1, e. ' . . . _
com e merce di scambio : quest'uso dev'essere stato una so pravvi,enza di urt - aJnbiato nell'idioma dei Grcc1. Alcum studiOSI hanno col
uso ittita. Ora, questo che potremmo chiamare alla greca un obelisco (ossia un T are l1on, cos1 c . .1 't -
legato con questi non1i micrasiatici anche il nome di Tarchon, ' pro geni ot c
uno spieclino), lo troviamo anche che termina in alto con un semicerchio con le
terminazioni arrotolate: un ideogramma, cui questo particolare accresceva degli Etruschi. . . h . vocaboli mongoli c
Tutto quindi parla in favore della Ipotesi c e I . l.
il valore. un oggetto di m etaJ]o, ma non una coll ana, non un braccialetto, turchi darc!tan e tanhan per designare il fabbro ed 11 s?n~ano, nspec~ 11.110
non un ornamento speciale. Un oggetto simile lo ritroviamo presso i popoli- d r Ittiti e che si siano appropnati di un tetmme
cavalieri, adoperato come accia rino. Dato l' incredibile ri tardo e la capacit un concetto pr~so_ ~g I 'tt' ta E dalla stessa fon te deriva il concetto di
tecnico d i una !Stituzwne 1 1 L.
di persistenza della loro civilt, questi oggetti possono benissimo risalire agli .l)o della primitiva rega lit latina e com e antenato c Cl
Vulcano, come l)rototl
I ttiti. Ora H. T h . Bossert e C. Ki.ithmann h anno stabili to che quei simboli
di sovranit ittita ricompaiono. come segni di potere s ulle monete di bronzo re di Roma.
dei re di Commagene. Spero di poter anche dimostra re c he il cosiddetto a nello
di gi uramento dei re Sassanidi (che vole,an o essere i discendenti del fa b br o [Licenziato dall'autore per la stampa il 18 ottobre I972]
K aweh) lo stesso oggetto, ossia un acciarino del periodo primordiale. Lo
scettro regale, fatto di pietra da affilare, che giaceva nella barca-tomba di
Sutton Hoo, pu a iutarci a comprendere come un oggetto (apparentemente
cos comune) abbia potuto essere usato come simbolo di potere sovrano. Ed il
sistema praticato dagli sciamani del popolo degli J akuti p er cu rare alcune ma-
lattie, che consiste nel suscitare il fuoco mediante ripetuti colpi di acciarino,
ill ustra a ncora oggi l'atmosfera magico- religiosa che n ei primordi dell'uso del
ferro ci rcondava un oggetto di questo minerale. O ra, Commagcne proprio il
paese dove nasce il ferro. N ei t esti dell'antico Orien te e degli I ttiti, il ferro
designato come un regalo del cielo; c ci non perch i m eteoriti fossero stati
riconosciuti scientificamente come oggetti caduti dal ciclo, ma perch l' uma-
nit p rimitiva non era capace di concepire un a cosa mi rabile come il ferro
altrimenti che in conformi t alla mentalit ispirata al c<?ncetto del sacro.
A questa menta lit appartiene il con cetto che il ferro <<nasceva )) nella terra
degli Sciti. Gi Ph. Merlat ha messo chiaramente in luce questo modo mistico
d i concepire le cose.
Entro e dintorno la regione dei Commageni stata constatata la vivace
rifioritura della civilt neo-i ttita all'i nizio del primo millennio av. Cr. Il
'

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