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L'uomo romano

Di Andrea Giardina, Editore Laterza, 2009, Roma

Riassunto del I capitolo: Il cittadino, il Politico di Claude Nicolet


Andrea Giardina ha curato una raccolta di saggi intitolata Luomo
Romano , in cui cerca di individuare lidentit del cittadino romano,
attraverso la descrizione della societ di quel tempo. Il primo di questi saggi
stato curato da Claude Nicolet.
Egli introduce il primo capitolo menzionando la concezione che Rousseau
aveva della societ civile: essa era tale nel momento in cui si realizzava in un
contratto politico, che permetteva ad ogni uomo di divenire cittadino. Questa
concezione di uomo-cittadino nasce allinterno del contesto della Roma
Repubblicana, ultimo esempio di organizzazione dello Stato. In tal caso
cittadinanza e nazionalit coincidono, anticipando cos la situazione degli Stati
moderni. La grandezza di Roma, non risiedeva solo nella sua abilit di
conquistare molti territori, ma soprattutto nella capacit di crescere come
Stato e progredire verso unorganizzazione completa e articolata.
Inizialmente Roma era popolata da uomini liberi e schiavi, ovviamente con
diversi diritti civili, successivamente gli schiavi liberati, detti liberti, entravano
a far parte della societ come cittadini, ma non ottenevano gli stessi diritti
politici degli uomini liberi. Dopo la conquista di gran parte dellItalia, alla fine
del IV secolo a.C. vi sono i Romani, che godono di optimo iure, ovvero di pieni
diritti, e gli Italici che, pur essendo alleati di Roma, hanno unorganizzazione
diversa e privata rispetto a quella romana.
Riguardo al censimento dapprima venivano registrati solo i cittadini
maschi, adulti e mobilitabili, erano dunque esclusi bambini, donne e forse
anche i vecchi. Con l affermazione dellimpero, vecchi, donne e bambini
vengono censiti a Roma, in Italia e nelle province. Essere cittadini comportava
godere degli stessi diritti giuridici, cio dellaequum ius; in seguito ci che
contraddistinse limpero romano fu lorganizzazione politica gerarchizzata: i
vari ordines infatti godevano di diversi privilegi giurisdizionali.
La societ romana assimilabile alla famiglia, in quanto accoglie al suo
interno uomini di origine comune, e alla societ commerciale, la cui
caratteristica il calcolo dei benefici. Allinterno di tale societ il cittadino
deve occuparsi dellambito politico e militare: sembrerebbe un regime
totalitario che esige tutto da tutti, ma in realt il cittadino che decide
liberamente di adempire a questi compiti, non vi alcuna costrizione morale o
fisica, difatti tutto ci previsto dalleducazione che viene inculcata loro fin
dallinfanzia.
In ambito militare i cittadini erano divisi in centurie a seconda della
classe sociale di appartenenza, ma lultima, quella dei proletari, conteneva
molti pi soldati rispetto alle altre. Poich ogni centuria doveva esprimere un
solo voto e le centurie dei ricchi erano pi numerose rispetto a quelle dei
poveri, la votazione non era equa. Si trattava inoltre di un sistema di
reclutamento e di percezione delle imposte in cui erano i ricchi a guadagnarci,
combattendo meno rispetto ai poveri. Questi ultimi erano costretti a
combattere senza percepire alcun tributo. Furono questi i motivi che
portarono alla legge agraria di Tiberio Gracco e alla legge frumentaria del
fratello Gaio. Negli anni successivi cambiarono i metodi di retribuzione: ai
soldati veniva rilasciata parte del bottino conquistato, ai veterani spettavano
delle terre. Nella societ romana unimportanza rilevante veniva attribuita
soprattutto allassemblea, in cui si riunivano tutti i cittadini, che
rappresentavano se stessi e non delegavano il compito ad un rappresentante
scelto; erano raggruppati in unit, in cui non aveva valore il voto individuale
ma quello collettivo. Lassemblea si occupava di due fattori fondamentali: le
ricompense e le punizioni, ossia lelezione dei magistrati, l assegnazione delle
cariche pubbliche, i giudizi criminali etc. Il magistrato che convocava
lassemblea variava a seconda dellargomento di cui si doveva discutere,
quindi il popolo non era libero di indire una riunione.
Insidia di questo sistema apparentemente perfetto era la corruzione, che
non venne frenata nemmeno con laumento, nel II e del I secolo, delle leges de
ambitu. Poich si conosceva in anticipo il luogo delle votazioni di ogni gruppo,
era inevitabile tentare di corrompere coloro i quali ne avrebbero determinato
lesito. Altra piaga del sistema civico romano era la violenza organizzata;
alcuni cittadini, nonostante non avessero il diritto di esprimersi, si riunivano
nelle contiones, assemblee in cui apprendevano del decisioni deliberate dai
magistrati. Coloro i quali decidevano di riunirsi al di fuori di esse, venivano
considerati dei ribelli.
Luomo politico insomma coincideva con il cittadino, difatti non ci sono
parole latine che traducono il termine politico se non quella di civis; luomo
politico ideale faceva parte della fazione dei boni e inoltre era un optimus
civis. Qualsiasi uomo che avesse voluto intraprendere la carriera politica
doveva prima intraprendere quella militare, servirsi della cavalleria; difatti il
primo gradino del cursus honorum era rappresentato dal tribunato militare.
Prima di Augusto il cursus honorum era aperto anche ai cosiddetti uomini
nuovi, cio individui che appartenevano a famiglie che non avevano mai
fornito magistrati allo stato; sotto Augusto invece solo i figli dei senatori
hanno accesso alla politica. Una caratteristica positiva del cursus honorum era
la garanzia di un apprendistato graduale, infatti coloro i quali intraprendevano
la carriera politica dovevano percorrere tutte le tappe prima di divenire
senatori.
A logorare la Repubblica romana furono le guerre civili, le liste di
proscrizione, i massacri e i regolamenti di conti personali, in particolare il
colpo di grazia fu inferto dallotium in cui si erano rifugiati i figli degli uomini
politici che non perseguirono la carriera dei genitori.
Alessia Costanzo e Sarah DAntoni, Liceo Classico IV A

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