Riassunto del I capitolo: Il cittadino, il Politico di Claude Nicolet
Andrea Giardina ha curato una raccolta di saggi intitolata Luomo Romano , in cui cerca di individuare lidentit del cittadino romano, attraverso la descrizione della societ di quel tempo. Il primo di questi saggi stato curato da Claude Nicolet. Egli introduce il primo capitolo menzionando la concezione che Rousseau aveva della societ civile: essa era tale nel momento in cui si realizzava in un contratto politico, che permetteva ad ogni uomo di divenire cittadino. Questa concezione di uomo-cittadino nasce allinterno del contesto della Roma Repubblicana, ultimo esempio di organizzazione dello Stato. In tal caso cittadinanza e nazionalit coincidono, anticipando cos la situazione degli Stati moderni. La grandezza di Roma, non risiedeva solo nella sua abilit di conquistare molti territori, ma soprattutto nella capacit di crescere come Stato e progredire verso unorganizzazione completa e articolata. Inizialmente Roma era popolata da uomini liberi e schiavi, ovviamente con diversi diritti civili, successivamente gli schiavi liberati, detti liberti, entravano a far parte della societ come cittadini, ma non ottenevano gli stessi diritti politici degli uomini liberi. Dopo la conquista di gran parte dellItalia, alla fine del IV secolo a.C. vi sono i Romani, che godono di optimo iure, ovvero di pieni diritti, e gli Italici che, pur essendo alleati di Roma, hanno unorganizzazione diversa e privata rispetto a quella romana. Riguardo al censimento dapprima venivano registrati solo i cittadini maschi, adulti e mobilitabili, erano dunque esclusi bambini, donne e forse anche i vecchi. Con l affermazione dellimpero, vecchi, donne e bambini vengono censiti a Roma, in Italia e nelle province. Essere cittadini comportava godere degli stessi diritti giuridici, cio dellaequum ius; in seguito ci che contraddistinse limpero romano fu lorganizzazione politica gerarchizzata: i vari ordines infatti godevano di diversi privilegi giurisdizionali. La societ romana assimilabile alla famiglia, in quanto accoglie al suo interno uomini di origine comune, e alla societ commerciale, la cui caratteristica il calcolo dei benefici. Allinterno di tale societ il cittadino deve occuparsi dellambito politico e militare: sembrerebbe un regime totalitario che esige tutto da tutti, ma in realt il cittadino che decide liberamente di adempire a questi compiti, non vi alcuna costrizione morale o fisica, difatti tutto ci previsto dalleducazione che viene inculcata loro fin dallinfanzia. In ambito militare i cittadini erano divisi in centurie a seconda della classe sociale di appartenenza, ma lultima, quella dei proletari, conteneva molti pi soldati rispetto alle altre. Poich ogni centuria doveva esprimere un solo voto e le centurie dei ricchi erano pi numerose rispetto a quelle dei poveri, la votazione non era equa. Si trattava inoltre di un sistema di reclutamento e di percezione delle imposte in cui erano i ricchi a guadagnarci, combattendo meno rispetto ai poveri. Questi ultimi erano costretti a combattere senza percepire alcun tributo. Furono questi i motivi che portarono alla legge agraria di Tiberio Gracco e alla legge frumentaria del fratello Gaio. Negli anni successivi cambiarono i metodi di retribuzione: ai soldati veniva rilasciata parte del bottino conquistato, ai veterani spettavano delle terre. Nella societ romana unimportanza rilevante veniva attribuita soprattutto allassemblea, in cui si riunivano tutti i cittadini, che rappresentavano se stessi e non delegavano il compito ad un rappresentante scelto; erano raggruppati in unit, in cui non aveva valore il voto individuale ma quello collettivo. Lassemblea si occupava di due fattori fondamentali: le ricompense e le punizioni, ossia lelezione dei magistrati, l assegnazione delle cariche pubbliche, i giudizi criminali etc. Il magistrato che convocava lassemblea variava a seconda dellargomento di cui si doveva discutere, quindi il popolo non era libero di indire una riunione. Insidia di questo sistema apparentemente perfetto era la corruzione, che non venne frenata nemmeno con laumento, nel II e del I secolo, delle leges de ambitu. Poich si conosceva in anticipo il luogo delle votazioni di ogni gruppo, era inevitabile tentare di corrompere coloro i quali ne avrebbero determinato lesito. Altra piaga del sistema civico romano era la violenza organizzata; alcuni cittadini, nonostante non avessero il diritto di esprimersi, si riunivano nelle contiones, assemblee in cui apprendevano del decisioni deliberate dai magistrati. Coloro i quali decidevano di riunirsi al di fuori di esse, venivano considerati dei ribelli. Luomo politico insomma coincideva con il cittadino, difatti non ci sono parole latine che traducono il termine politico se non quella di civis; luomo politico ideale faceva parte della fazione dei boni e inoltre era un optimus civis. Qualsiasi uomo che avesse voluto intraprendere la carriera politica doveva prima intraprendere quella militare, servirsi della cavalleria; difatti il primo gradino del cursus honorum era rappresentato dal tribunato militare. Prima di Augusto il cursus honorum era aperto anche ai cosiddetti uomini nuovi, cio individui che appartenevano a famiglie che non avevano mai fornito magistrati allo stato; sotto Augusto invece solo i figli dei senatori hanno accesso alla politica. Una caratteristica positiva del cursus honorum era la garanzia di un apprendistato graduale, infatti coloro i quali intraprendevano la carriera politica dovevano percorrere tutte le tappe prima di divenire senatori. A logorare la Repubblica romana furono le guerre civili, le liste di proscrizione, i massacri e i regolamenti di conti personali, in particolare il colpo di grazia fu inferto dallotium in cui si erano rifugiati i figli degli uomini politici che non perseguirono la carriera dei genitori. Alessia Costanzo e Sarah DAntoni, Liceo Classico IV A