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UNIVERSIT DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II

DIPARTIMENTO DI STUDI UMANISTICI

CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN


STORIA

ELABORATO DI TESI IN
STORIA CONTEMPORANEA

IL MINISTERO PER LA SICUREZZA DELLO STATO


E IL SISTEMA REPRESSIVO
NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA

Relatore Candidato

Ch.mo Prof. Giacomo Maria


Sannino
Andrea D'Onofrio Matricola N69/285

Anno Accademico
2014-2015

1
INDICE

Introduzione.....................................................................................p. 5

Capitolo I - Le origini della DDR...................................................p. 8

1.1 1945.............................................................................................p. 9

1.2 1946/1947....................................................................................p. 15

1.3 1947/1948....................................................................................p. 18

Capitolo II - Le fasi storiche della Stasi........................................p. 26

2.1 I precursori della Stasi e i Kommissariate K5...........................p. 27

2.2 I primi anni................................................................................p. 30

2.3 Il dopo-rivolta del 17 giugno 1953............................................p. 34

2.4 La distensione con l'Occidente..................................................p. 38

2.5 Cambio di metodi......................................................................p. 42

2.6 Gli anni Ottanta e la crisi...........................................................p. 43

Capitolo III - Struttura della Stasi................................................p. 50

3.1 "Chi chi?".................................................................................p. 51

3.2 A scuola di repressione................................................................p. 53

3.3 La "decomposizione"..................................................................p. 54

3.4 Il processo operativo...................................................................p. 57

3.5 I "collaboratori non ufficiali"......................................................p. 58

3.6 Gli "ufficiali in servizio speciale"...............................................p. 61

2
3.6 Conclusione..............................................................................p. 62

Capitolo IV - Le testimonianze....................................................p. 63

4.1 La vittima: Miriam....................................................................p. 64

4.2 Il funzionario: Herr Winz..........................................................p. 68

4.3 Il professore: Herr Bock............................................................p. 69

4.4 Conclusione...............................................................................p. 73

Conclusioni.....................................................................................p. 74

Bibliografia.....................................................................................p. 80

3
Ai miei genitori e a mia sorella
A mia nonna e alla mia famiglia tutta
A Chantal, ai miei amici e ai miei colleghi
Agli amici di Berlino
A Eleonora

4
INTRODUZIONE

5
La Repubblica Democratica Tedesca, lo Stato socialista della Germania
orientale dal 1949 al 1990, durante l'arco della sua esistenza dispose di
un apparato di controllo dei suoi cittadini dalle dimensioni senza
precedenti che arriv, negli ultimi anni di esistenza dello Stato, a contare
circa 100.000 impiegati in servizio permanente e circa 180.000
collaboratori civili. 1
Le ramificazioni del Ministero per la sicurezza dello Stato (Ministerium
fr Staatssicherheit, Stasi) arrivarono a toccare ogni settore della societ
e le sue modalit di intervento, soprattutto dagli anni Settanta in poi, si
distinsero per la loro invasione e manipolazione della sfera personale
degli individui identificati come "nemici".
In questo elaborato si cercher di comprendere cosa fosse veramente la
Stasi partendo innanzitutto da una disamina degli avvenimenti che
portarono alla nascita dello Stato che avrebbe dovuto difendere. In tal
senso sono stati analizzati il testo La DDR - Una storia breve dello
storico tedesco Ulrich Mhlert, l'opera pi completa attualmente
disponibile in italiano sulla storia dello Stato tedesco-orientale, e il
volume La questione tedesca - Le due Germanie dalla divisione all'unit
(1945/1990) di Antonio Missiroli che tratta in modo esaustivo la storia
delle due Germanie dalla divisione alla riunificazione.
Successivamente ci si soffermati sulla storia della Stasi attraverso la
disamina del testo Il Ministero della paranoia - Storia della Stasi, (2012)
dello storico e giornalista italiano Gianluca Falanga dal taglio
divulgativo, completo e ben documentato storiograficamente, che ha
riscosso particolare successo anche fra il pubblico non specializzato.
Per un quadro pi completo sulla Stasi e sulla repressione nella DDR,

1 G. FALANGA, Il Ministero della paranoia - Storia della Stasi, Roma, Carocci Editore, 2012, pp. 117-118

6
inoltre, sono state riportate le testimonianze dirette di chi ha avuto a che
fare nella propria vita con questo organo repressivo tedesco-orientale, sia
come vittima che come funzionario. Queste testimonianze sono state
selezionate dal libro C'era una volta la DDR della germanista australiana
Anna Funder prendendo in esame tre punti di vista: quello di una vittima,
quello di un funzionario di livello inferiore del Ministero e quello di un
dirigente istruttore. Infine la trattazione della Stasi stata inserita
all'interno di un pi ampio dibattito storiografico attraverso le analisi
offerte da alcuni storici come Mary Fulbrook, Jens Gieseke e Thomas
Schaarschmidt nel volume collettaneo Riflessioni sulla DDR -
Prospettive internazionali e interdisciplinari vent'anni dopo curato dallo
stesso Schaarschmidt e da Magda Martini e che riporta i contributi di un
convegno di storici sulla DDR svoltosi a Trento nel 2009.

7
CAPITOLO I

LE ORIGINI DELLA DDR

8
Per capire meglio cos'era la Stasi occorre capire cos'era la DDR e
perch esisteva. Verranno quindi ripercorsi gli anni dal 1945 al 1949
facendo una panoramica degli eventi che hanno portato alla formazione
dello stato socialista tedesco-orientale e basata principalmente sulle
opere La DDR - Una storia breve di Ulrich Mhlert e La questione
tedesca - Le due Germanie dalla divisione all'unit (1945/1990) di
Antonio Missiroli.

1.1 - 1945

Primavera del 1945. L'immane tragedia della seconda guerra mondiale era
ormai alle battute finali. Quello che restava del Grodeutsches Reich, il
cosiddetto "impero" tedesco che nelle intenzioni di Hitler doveva durare
mille anni, si rimpiccioliva di ora in ora, circondato dall'avanzata dei
sovietici ad Est e dagli angloamericani da Sud e da Ovest.
Agli alleati toccava quindi stabilire l'assetto da dare all'Europa e alla
Germania dopo la guerra che, date le sue responsabilit nell'innesco dei
due conflitti mondiali oltre che la sua importanza geopolitica strategica,
era indispensabile tenere sotto stretto controllo.
Ma subito dopo la guerra si profil la contrapposizione che degener
nella cosiddetta guerra fredda fra Stati Uniti ed Unione Sovietica coi
rispettivi alleati. La minaccia stavolta si profilava, se possibile, ancora pi
grave rispetto al conflitto appena concluso in quanto con l'arma atomica
sviluppata dagli USA nelle ultime fasi della guerra il potenziale
distruttivo nelle mani degli americani era senza precedenti, e soltanto alla
fine del decennio i sovietici l'avrebbero ottenuto anche loro.
Per quanto riguardava il vecchio nemico sconfitto, comunque, la priorit

9
degli Alleati era quella di neutralizzare definitivamente la minaccia
tedesca ponendo la Germania in condizione di non nuocere. La
discussione sull'assetto tedesco del dopoguerra era stata oggetto di
dibattito sin dall'agosto del 1943 con la Conferenza anglo-americana del
Quebec. 1 Nell'ottobre di quell'anno la conferenza dei ministri degli Esteri
di USA, URSS e Gran Bretagna, svoltasi a Mosca, aveva fissato tre punti
chiave: l'impegno di portare in giudizio i responsabili delle atrocit
naziste, la volont di ripristinare l'Austria come nazione indipendente e,
soprattutto, la formazione di un organismo permanente, la European
Advisory Commission (EAC) con la funzione di presentare relazioni e
formulare proposte ai governi alleati.2
La politica per la Germania fu quindi affrontata pienamente a fine
novembre di quell'anno a Teheran nel primo incontro fra i leader dei tre
maggiori paesi alleati ovvero Roosevelt, Churchill e Stalin. Questa
politica contenitiva avrebbe dovuto funzionare su due piani: quello
economico, tramite il contenimento ed il controllo del potenziale
industriale della Germania, e quello territoriale, ambito in cui si inizia a
delineare la soluzione della frammentazione del territorio tedesco.
Nel febbraio 1945, col delinearsi della definitiva sconfitta tedesca, i
leader delle potenze alleate tornarono ad incontrarsi a Yalta, in Crimea, e
torn anche sul tavolo la questione dell'assetto geopolitico da dare alla
Germania dopo la guerra. Il piano iniziale preparato l'anno prima da
Henry Morgenthau prevedeva una soluzione "cartaginese": la massiccia
deindustrializzazione della Germania, il pagamento delle riparazioni ed
un rigido controllo sulla vita pubblica e sull'educazione giovanile, pesanti
perdite territoriali e la formazione di due Stati tedeschi, uno meridionale
1 A. MISSIROLI, La questione tedesca - Le due Germanie dalla divisione all'unit (1945/1990), Firenze,
Ponte alle Grazie, 1991, p. 22
2 Ibidem.

10
ed uno settentrionale col bacino della Ruhr e i porti del Nord sotto
3
controllo internazionale. Questo piano fu scartato sia per evitare di
imporre condizioni troppo pesanti e punitive rischiando di ripetere l'errore
dei trattati di pace di Versailles dopo la prima guerra mondiale, sia per
garantire alla Germania l'unit principalmente economica anche in vista
del pagamento delle riparazioni. Quindi fu concordato un regime di
occupazione congiunta da parte di Stati Uniti, Gran Bretagna ed Unione
Sovietica, cui venne aggiunta anche la Francia, che si sarebbero spartiti il
territorio tedesco. Questo accordo fu perfezionato nella conferenza che si
tenne a Potsdam, cittadina situata ai margini orientali di Berlino, tra il 17
luglio e il 2 agosto 1945 e che si concluse con la firma degli accordi di
Potsdam in cui si stabiliva che

lautorit suprema sar esercitata in Germania dai comandanti


residenti delle forze armate americane, inglesi, sovietiche e francesi che
agiranno su indicazione dei loro rispettivi governi, ognuno singolarmente
nella sua zona di occupazione e congiuntamente per questioni che
riguardino lintera Germania, secondo il loro ruolo nel consiglio di
controllo. 4

Le zone di occupazione furono quindi stabilite in questo modo: quella


statunitense copriva le regioni meridionali e centro-occidentali dell'ex
Reich e la citt portuale di Brema nel Nord mentre quella britannica
comprendeva tutta la Germania centro-settentrionale, compresa la zona
industriale e mineraria della Ruhr. La zona francese era la meno estesa di
tutte e comprendeva le regioni sud-occidentali al confine con la Francia
3 Ivi, p. 23
4 Accordi di Potsdam, testo integrale tradotto in italiano. Link della traduzione:
http://cronologia.leonardo.it/ugopersi/conferenze_inter/conferenza_potsdam.htm

11
pi la Saar. Infine la zona sovietica (Sowjetische Besatzungszone, SBZ)
comprendeva tutta la zona orientale meno le zone ad est della linea
formata dai fiumi Oder e Neisse, quindi Pomerania, parte del
Brandenburgo orientale, Slesia e Prussia orientale. Queste zone erano gi
state cedute in "amministrazione temporanea" ad Unione Sovietica e
Polonia (fig. 1: Besatzungszonen 1945, da mettere alla fine del capitolo),
a quest'ultima a titolo di compensazione per l'occupazione delle sue
province orientali da parte dell'URSS. La zona di Berlino, situata
interamente nella SBZ, fu suddivisa in ulteriori quattro zone di
occupazione modellati sui confini dei quartieri berlinesi. 5
Negli accordi di Potsdam, come gi detto, fu enunciato che le decisioni
riguardanti il territorio tedesco nella sua interezza sarebbero state assunte
insieme dagli Alleati e per far ci fu istituita la Commissione alleata di
controllo (Kontrollrat), mentre le potenze occupanti avevano i pieni
poteri nelle rispettive zone di competenza.
Nella SBZ la massima autorit era l'Amministrazione militare sovietica in
Germania (Sowjetische Militradministration in Deutschland, SMAD)
che era entrata in attivit il 9 giugno 1945. Il 10 giugno, quindi ancora
prima degli accordi di Potsdam, tramite l'ordine n2 la SMAD aveva
autorizzato sul suo territorio l'istituzione e l'attivit di tutti i partiti
antifascisti che si ponevano come obiettivo l'estirpazione definitiva dei
residui del fascismo e il consolidamento in Germania delle basi della
democrazia e delle libert civili. Si garantiva inoltre il diritto di
associazione in sindacati e organizzazioni libere allo scopo di
salvaguardare gli interessi e i diritti dei lavoratori. I partiti e le
associazioni avrebbero dovuto lavorare sotto il controllo della SMAD
5 A. MISSIROLI, op. cit., pp 26-28; Cfr. U. MHLERT, La DDR - Una storia breve, Milano, Mimesis
Edizioni, 2009.

12
seguendo le istruzioni ricevute restando quindi vincolati ai concetti di
antifascismo, democrazia e libert civili. 6
Il primo a ricostituirsi fu il partito comunista (Kommunistische Partei
Deutschlands, KPD), il quale pareva aver messo da parte il suo passato
rivoluzionario. Adesso la KPD chiedeva il completamento della
rivoluzione borghese del 1848 dichiarando che imporre alla Germania
il sistema sovietico era un errore e che serviva una repubblica
democratico-parlamentare con la garanzia di tutti i diritti e le libert per
il popolo, arrivando addirittura a difendere il libero commercio e
l'impresa fondata sulla propriet privata. 7
Subito dopo, il 15 giugno, si costitu nella SBZ il partito
socialdemocratico (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD) il
quale invece si orient momentaneamente sulle tesi radicali del Manifesto
di Praga del 1934 invitando la KPD a costituire un fronte comune,
proposta declinata dai comunisti per motivi tattici. In seguito si
riorganizz anche il fronte borghese con la ricostituzione dell'Unione
cristiano-democratica (Christlich Demokratische Union Deutschlands,
CDU) e del partito liberaldemocratico (Liberal-Demokratische Partei
Deutschlands, LDPD). I quattro partiti quindi decisero di costituire un
fronte unitario, il "blocco antifascista" (Antifa-Block) le cui decisioni
potevano essere prese soltanto all'unanimit. 8
Di fronte ai problemi urgentissimi dovuti alla fase delicata in cui si
trovava il paese e tenendo bene a mente gli effetti della litigiosit delle
forze politiche durante la Repubblica di Weimar, una cooperazione stretta
parve a tutti la soluzione pi logica, inoltre l'Unione Sovietica sperava
cos di aver creato un modello valido per tutta la Germania. Tuttavia le
6 U. MHLERT, op. cit., p. 23.
7 Ibidem.
8 U. MHLERT, op. cit., p. 24

13
forze in campo erano decisamente eterogenee e la posizione dominante
era indubbiamente quella dei comunisti, i quali si erano preparati gi
durante la guerra nel loro esilio in URSS a prendere in mano il potere
riuscendo ad occupare le posizioni chiave delll'amministrazione grazie
alla benevolenza da parte della potenza occupante.
A settembre 1945 la SMAD var uno dei provvedimenti pi significativi:
la riforma agraria, che sanc l'esproprio senza indennizzo verso chi
possedeva pi di 100 ettari di terreno e verso i capi nazisti. La decisione
fu accolta col plauso di KPD ed SPD, mentre i partiti borghesi
sottolineavano la necessit della riforma ma criticarono il modo in cui
venne attuata e dalla CDU venne la proposta di indennizzare gli
espropriati, a cui la SMAD rispose obbligando il capo del partito, Andreas
Hermes, alle dimissioni.
In quell'anno inoltre si verific un'importante svolta nella politica della
zona d'occupazione: la nascita del partito unico della sinistra.
Nell'autunno del 1945 il KPD inizi a premere per l'unificazione con i
socialdemocratici, eventualit per altro esclusa categoricamente dai
comunisti stessi soltanto due mesi prima. I motivi alla base di questo
marcato ed apparentemente improvviso cambio di linea furono
principalmente la constatazione del mancato appoggio ai comunisti da
parte della popolazione e le ambizioni sempre pi convinte dei
socialdemocratici verso la guida del Paese.
La proposta fu accolta dai socialdemocratici in modo eterogeneo:
Grotewohl, il presidente della SPD, era scettico, mentre una buona parte
della base era favorevole all'unit grazie anche all'apparente adesione
della KPD ai principi democratici confidando anche nella loro maggior
consistenza della componente socialdemocratica all'interno del nuovo

14
partito unico. I comunisti per avvicinare ideologicamente i due partiti
sulla strada di un compromesso avevano avanzato la proposta di una via
particolare "tedesca" e "democratica" al socialismo e la direzione
socialdemocratica infine acconsent alla fusione. Il 21 e 22 aprile 1946
507 delegati del KPD e 548 delegati dell'SPD decretarono la fondazione
del Partito Socialista Unificato Tedesco (Sozialistische Einheitspartei
Deutschlands, SED) con a capo congiuntamente Wilhelm Pieck ed Otto
Grotewohl.
Il nuovo partito nacque, e venne inteso dalla base socialdemocratica,
come paritetico fra entrambe le componenti. Tuttavia ben presto inizi a
farsi largo la volont egemonica degli ex membri della KPD che non pot
essere contenuta a causa anche dell'appoggio da parte della SMAD e
dell'URSS alla componente comunista. 9

1.2 - 1946/1947

Intanto la situazione internazionale si faceva sempre pi tesa con il


rapporto fra gli alleati vincitori della guerra che inizi ad incrinarsi. La
suddivisione in blocchi contrapposti facenti capo l'uno agli Stati Uniti e
l'altro all'Unione Sovietica port dal lato occidentale a voler frenare la
sovietizzazione dell'Est europeo, mentre da Mosca si cercava di bloccare
l'avanzata dell' "imperialismo americano" in entrambi i casi tramite
l'omogeneizzazione politica, economica e militare dei blocchi. L'apertura
del piano statunitense di aiuti alla ricostruzione europea (European
Recovery Program, meglio noto come Piano Marshall) anche ai Paesi del
blocco orientale venne interpretato dall'Unione Sovietica come un
9 U. MHLERT, op. cit., pp. 27-28.

15
tentativo di sottrarrli alla sua zona d'influenza, quindi reag intensificando
la costruzione del suo blocco. La prima conseguenza di questa decisione
fu la formazione dell'Ufficio d'informazione dei partiti comunisti
(Cominform) a cui la SED inizialmente non fu invitata. Il discorso di
Andrej Zdanov durante la prima seduta parlava espressamente di un
mondo diviso in due campi in cui il compito dell'URSS sarebbe stato
quello di "guidare la lotta contro le mire espansionistiche americane e
l'asservimento dell'Europa", mettendo quindi da parte ogni "via
particolare" nazionale di socialismo nell'Europa orientale propugnando
per una completa adesione al modello sovietico da parte delle nazioni
socialiste. 10
La situazione della Germania, quindi, divenne una delle questioni in cui
la contrapposizione si fece sentire pi fortemente. Dopo l'ostacolamento
da parte dell'URSS durante tutto il 1946 delle iniziative occidentali per la
creazione di una Germania neutrale e demilitarizzata sotto il controllo
alleato gli Alleati occidentali decisero di passare da una politica di
cooperazione ad una di contenimento. 11
La politica tedesca dell'URSS era contraddittoria: da un lato
apparentemente i sovietici lavoravano, come gli altri Alleati, per creare
una Germania unita, neutrale ed inoffensiva, dall'altra i movimenti il
controllo sovietico dell'intera Germania apparivano sempre pi evidenti.
Inoltre era chiaro a tutti che un adeguamento da parte dei comunisti ad un
sistema democratico di tipo occidentale, con l'eventualit concreta di
togliergli il potere preso nelle zone occidentali, era improbabile.
Questa ambigua politica veniva adottata dall'URSS in attesa che si
chiarisse il nuovo ordine postbellico, tuttavia erano incompatibili fra loro
10 Ivi, pp. 31
11 U. MHLERT, op. cit., p. 34; A. MISSIROLI, op. cit., pag 32

16
in quanto la seconda avrebbe tolto credibilit alla prima ed avrebbe
prodotto reazioni di segno uguale e contrario da parte degli occidentali. 12,
Nella SBZ questa posizione era resa ancora pi contraddittoria dalla linea
politica adottata: la propaganda continuava a parlare di unit mentre
contemporaneamente il governatore militare Tjul'panov, responsabile
dell'Ufficio informazioni della SMAD, a porte chiuse pretendeva dalla
SED uno "spirito pi combattivo" e una maggiore fedelt all'URSS. La
nuova linea quindi esigeva che il primo ad allinearsi al modello sovietico
fosse il sistema politico e ideologico a partire dalla SED. 13
L'Unione Sovietica e la direzione del partito avevano espresso crescente
preoccupazione per la diffusione delle idee socialdemocratiche all'interno
del partito, per il crescente risentimento dovuto al rifiuto del Piano
Marshall ed inoltre per la presenza di deviazioni "settarie" a sinistra. La
base socialdemocratica inoltre iniziava ad essere delusa dal modo in cui
veniva condotta la fusione con i comunisti.
Inoltre la CDU e la LDP nell'autunno del 1947 iniziarono ad opporsi
sempre di pi alle pretese egemoniche del partito unificato. Il leader
cristiano-sociale della SBZ, Jakob Kaiser, esort i suoi sostenitori,
durante il secondo congresso del partito, a diventare "una barriera contro
il marxismo dogmatico" aggiungendo che non avrebbe tollerato
"nemmeno i primi, timidi passi in direzione di una integrazione nel
blocco orientale". I liberali, che fino ad allora erano stati pi disponibili
alle concessioni alla SED, minacciarono persino l'abbandono del blocco
dei partiti democratici. 14
Il 15 dicembre del 1947 i ministri degli Esteri delle potenze alleate riuniti
a Londra, dopo settimane di inutili discussioni, decisero di rinviare
12 Ibidem
13 U. MHLERT, op. cit., p. 32
14 U. MHLERT, op. cit., p. 33

17
indefinitamente ogni decisione, e a quel punto fu chiaro a tutti che la
divisione tedesca stava diventando permanente. Grotewohl durante una
riunione dei dirigenti del partito constat che "ormai la divisione della
Germania cosa fatta" e persino Stalin nel febbraio 1948 disse che
"l'Occidente si approprier della Germania occidentale, e noi faremo
della Germania orientale il nostro stato."15. Cinque giorni dopo la SMAD
destitu Jakob Kaiser ed il suo vice Ernst Lemmer dalla leadership della
CDU, garantendo quindi in maniera sempre pi palese l'egemonia del
partito unificato.

1.3 - 1948/1949

Intanto a Ovest gli alleati occidentali espansero i poteri della Bizona,


l'entit amministrativa fondata il 1 gennaio 1947 e composta dalle zone
d'occupazione americana e inglese. Fino ad allora consisteva soltanto in
16
una serie di uffici di coordinamento con poteri molto limitati, quindi i
governatori militari americano e britannico, Clay e Robertson, ampliarono
i suoi poteri tramite la creazione di un Consiglio Economico
(Wirtschaftsrat) della Bizona, concepito come una sorta di assemblea
parlamentare dai limitati poteri legislativi e composto da 52
rappresentanti nominati proporzionalmente dai consigli regionali eletti nel
1946-47. Nel febbraio 1948, inoltre, la Conferenza a Sei riunita a Londra
e composta dalle tre potenze occidentali pi Belgio, Olanda e
Lussemburgo, approv l'adesione dei tre settori occidentali al piano
Marshall ed auspic la costituzione di un governo tedesco-occidentale
autonomo.La reazione dell'URSS fu durissima: il 20 marzo abbandon
15 Ivi, p. 34
16 A. MISSIROLI, op. cit., p. 36

18
definitivamente il Kontrollrat interalleato recidendo i rapporti con gli
ormai ex-alleati.17
Nella SBZ si acceler il processo verso la formazione di un corrispettivo
governo tedesco-orientale. Sempre nel marzo 1948 la SED apr il secondo
Congresso del popolo che, sebbene all'atto pratico era limitato alla sola
zona sovietica, fu presentato come rappresentativo della Germania intera
in quanto per evitare delegittimazioni agli occhi del popolo si decise di
insistere nominalmente sulla ricerca dell'unit tedesca. Nell'ambito di
questo congresso furono nominati 400 membri che andarono a costituire
il Consiglio del popolo tedesco (Volksrat), presentato come
rappresentativo di tutto il popolo tedesco ma in realt si riuniva senza
delegati occidentali. Il Volksrat quale ricevette l'incarico di preparare un
referendum sull'unit tedesca e contemporaneamente redigere la
costituzione della nuova Repubblica.18
Il 18 giugno del 1948 fu annunciata la riforma monetaria che avrebbe
comportato la creazione di una nuova valuta, la Deutsche Mark, in vigore
all'interno delle zone occidentali. Il 23 giugno in tutta risposta la SMAD
annunci la creazione di una nuova valuta anche nella zona sovietica, e
sin dal 20 giugno per impedire l'introduzione della nuova valuta
occidentale a Berlino l'URSS decise di bloccare completamente l'accesso
alla citt. Tutte le vie di rifornimento via terra alla citt vennero chiuse
nella notte fra il 23 ed il 24 giugno e le forniture di generi alimentari,
energia, combustibili e beni si ritrovarono quindi interrotte. L'intenzione
era quella di eliminare l'ingombrante enclave di Berlino Ovest, che veniva
vista come un ostacolo alla piena realizzazione delle trasformazioni
politiche all'interno della zona di occupazione. Si pensava inoltre di
17 U. MHLERT, op. cit., pp. 34-35; A. MISSIROLI, op. cit., pp. 38-39
18 U. MHLERT, ibidem; A. MISSIROLI, op. cit., p. 46

19
utilizzare la questione di Berlino Ovest come risorsa negoziale durante
una trattativa per impedire in extremis la formazione del nuovo Stato
tedesco-occidentale. Tuttavia la reazione degli alleati occidentali fu
immediata: vennero innanzitutto bloccati tutti i rifornimenti di carbone ed
acciaio occidentali alla SBZ e, soprattutto, il blocco venne aggirato
tramite un ponte aereo (Luftbrcke) mediante il quale vennero assicurati i
rifornimenti alla citt. Il blocco di Berlino quindi si dimostr inefficace ed
in ultima analisi anche controproducente dato che aveva rafforzato la
posizione di chi premeva per la formazione di uno stato tedesco che
escludesse l'Est sovietico. 19
Anche all'interno della zona sovietica, quindi, le manovre per la creazione
di un nuovo Stato fervevano. L'8 maggio del 1948 il governatore militare
sovietico Tjul'panov comunic ai dirigenti del partito unificato che
andava cambiata la strategia d'azione mirando alla costruzione nella
zona di occupazione sovietica di uno Stato autonomo che si orientasse
verso le democrazie popolari attraverso una rigorosa riorganizzazione
della SED in chiave stalinista-leninista. Aggiunse anche che il partito
avrebbe dovuto risvegliare lo "spirito combattivo" del popolo esortandolo
a combattere la guerra [...] contro i nemici dichiarati della nuova
democrazia che si stava costruendo nella zona sovietica spingendo
inoltre a dichiarare guerra alla socialdemocrazia, in particolare per
quanto riguarda le questioni della classe operaia della nostra zona e dei
paesi delle nuove democrazie popolari.20
A partire dall'estate del 1948 il Partito Comunista dell'Unione Sovietica
divenne il solo modello di tutti i partiti comunisti, che avrebbero dovuto
riorganizzarsi per aderire a quel modello. Questa decisione port alla
19 U. MHLERT, op. cit., pp. 35-36; A. MISSIROLI, op. cit., pp. 41-42
20 U. MHLERT, op. cit., p. 36

20
rottura di Stalin con Tito, il leader della Jugoslavia socialista e sostenitore
dell'idea delle "vie nazionali al socialismo" che venne quindi
abbandonata, e fu motivata dalla necessit di partiti che fossero pronti per
svolgere la funzione di partito di Stato assolta da quello sovietico in
URSS. Il primo segnale significativo lanciato dalla SED al riguardo fu
quando il 3 luglio 1948 il segretariato generale del partito approv la
risoluzione contro la Jugoslavia emessa pochi giorni prima dal
Cominform sostenendo chiaramente che la chiara e decisa presa di
posizione in favore dell'Unione Sovietica era l'unica posizione possibile
per qualunque partito socialista e promettendo di accingersi con tutte
le loro forze a fare della SED un partito di tipo nuovo, che si [basasse] in
modo fermo e senza compromessi sul marxismo-leninismo. 21
Nei successivi congressi i dirigenti SED elevarono a modello la dottrina
statale dell'URSS imponendo ai membri di studiare la storia del PCUS ed
allo stesso tempo epurando gli elementi "ostili e degenerati" quali
socialdemocratici e sindacalisti insubordinati ma anche comunisti
dissidenti verso la nuova linea intrapresa. Il nuovo dogma del partito ora
era il ruolo guida dell'Unione Sovietica: chiunque vi si fosse opposto
sarebbe stato condannato di "propaganda anti-sovietica" ed espulso dal
partito. Fu rinnegata e condannata, quindi, la tesi della "via tedesca al
socialismo" che nel 1946 era stata usata dai comunisti per rendere pi
accettabile ai socialdemocratici la fusione. Anton Ackermann, il
formulatore di questa tesi, fu persino costretto ad abiurarla definendola
"falsa, sospetta e pericolosa, che va estirpata dalla radice". Il pensiero
socialdemocratico venne quindi condannato, bollato come "ostile al
partito" e venne abolito anche il principio paritetico aprendo la strada alla

21 Ivi, p. 41; A. MISSIROLI, op. cit., pp. 46-47

21
totale egemonia dei comunisti all'interno del partito. Venne anche istituita
una Commissione di controllo per vigilare sul rispetto della "purezza" e
dell'"unit marxista" del partito.
I socialdemocratici entrati nel 1946 nella SED furono costretti o
all'accettazione del nuovo corso, come fece Grotewohl, o all'abbandono
del partito.22 Fra questi ultimi ci fu Ernst Thape, che riassunse la
situazione in questo modo:

Mi fu chiaro sin dall'inizio che la potenza occupante avrebbe esercitato


tutta la sua influenza per aiutare i comunisti ad assumere la guida del
nuovo partito. Ma come uomo politico e marxista sapevo che nemmeno
con l'autorit assoluta di una potenza occupante si possono creare
arbitrariamente movimenti popolari e correnti di partito, e che al
contrario si potevano solo utilizzare come dati di fatto politici. Poich noi
socialdemocratici nel nuovo partito rappresentavamo pi della met
degli iscritti e avevamo portato la stragrande maggioranza dei funzionari
con una formazione politica, ritenevo che fosse solo una questione di
tempo: prima o poi ci saremmo imposti. Purtroppo ho fatto male i miei
conti. Avevo dato per scontata la democrazia interna al partito. In realt
non durata nemmeno un'ora. 23

Allo stesso tempo si stava andando a trasformare tutto l'apparato politico


ed istituzionale della zona sovietica insieme alla SED.
Dato che secondo la SMAD e la SED i partiti del blocco non avevano
dimostrato di essere sufficientemente pronti al nuovo corso, fu decretata
la fondazione di due ulteriori partiti: il Partito nazional-democratico
22 U. MHLERT, op. cit., p. 42
23 Ibidem.

22
tedesco (National-Demokratische Partei Deutschlands, NDPD), rivolto
espressamente agli ex-ufficiali dell'esercito, ai membri dell'ex partito
nazista ed alla borghesia e che fu autorizzato espressamente ad usare
slogan nazionalistici. L'altra nuova formazione politica era il Partito
democratico dei contadini tedeschi (Demokratische Bauernpartei
Deutschlands, DBD), rivolto ai lavoratori della terra i quali non avevano
reagito sostenendo in massa la SED dopo la riforma agraria del '45 come
sperato. I nuovi partiti, nelle intenzioni del partito unificato, servivano sia
a ottenere nuovi alleati che a dividere il campo borghese limitando e
contenendo l'importanza di CDU e LDPD. (mahlert p.37)
Contemporaneamente tutte le associazioni e le organizzazioni di massa
presenti nella SBZ vennero adeguate al nuovo sistema tramite la
trasformazione in organizzazioni di massa di stampo comunista al
servizio della SED. Queste organizzazioni avevano il compito di
coinvolgere appieno tutti i cittadini nella vita politica e sociale del nuovo
Stato in relazione al loro ruolo nella societ ed alle loro esigenze, anche e
24
soprattutto se non erano membri della SED. Avrebbero dovuto inoltre
educare i cittadini all'adesione alla linea ufficiale stabilita dal partito e,
soprattutto, formare i futuri quadri dirigenti dei settori chiave dello Stato.
Le pi importanti organizzazioni erano la Libera lega dei sindacati
tedeschi (Freien Deutschen Gewerkschaftsbund, FDGB), la Libera
giovent tedesca (Freie Deutsche Jugend, FDJ), la Lega democratica
delle donne (Demokratischer Frauenbund Deutschlands, DFD), la
Solidariet popolare (Volkssolidaritt, VS) e le cooperative del Konsum.
Ognuna di queste organizzazioni avrebbe dovuto riconoscere il ruolo
guida della SED, riservare i ruoli chiave a membri del partito unificato

24 U. MHLERT, op. cit., p. 38

23
strutturandosi secondo il "centralismo democratico".25 Questa egemonia
verr sancita nel 1952 con il riconoscimento ufficiale del ruolo guida
della SED all'interno degli statuti delle varie associazioni. 26
Alla fine del 1948 sembra tutto ormai pronto per la costituzione di uno
Stato socialista tedesco-orientale, tanto che gli osservatori e gli analisti
occidentali lo presero ormai come un dato di fatto. Tuttavia il partito
continuava a negarlo, anzi, apparentemente sembrava essere deciso a
perseguire l'unit tedesca come mai prima d'ora.
Il responsabile di questa frenata fu Stalin in persona. Il 12 dicembre 1948
Ulbricht, Pieck e Grotewohl si recarono dal leader sovietico per ottenere
l'autorizzazione alla fondazione del nuovo Stato ma egli non la concesse
perch, secondo il leader sovietico, la particolarit della situazione
tedesca necessitava di prudenza ed il percorso da intraprendere verso il
socialismo doveva essere "a zig zag", ovvero non in modo aperto, e
soprattutto aspettando che fosse l'Ovest per primo a sancire il fatto
compiuto, come in effetti accadde. Stalin non era ancora disposto ad
accettare che la Germania Ovest, pi economicamente e
demograficamente importante, cadesse nelle mani degli occidentali,
27
tuttavia non riusc ad impedirlo. L'8 maggio 1949 il Consiglio
parlamentare della Trizona approv la "Legge fondamentale"
(Grundgesetz), ovvero la carta costituzionale intesa come provvisoria, che
venne promulgata il 23 maggio: era nata la Repubblica Federale Tedesca.
Il 14 agosto si svolsero le prime elezioni della Camera bassa federale
(Bundestag) che videro il trionfo dei partiti borghesi, seppur frammentati,
ed il 15 settembre Konrad Adenauer venne eletto primo cancelliere
25 Principio organizzativo ideato da Lenin che prevedeva, dal punto di vista formale, l'elezione dal basso
verso l'alto dei propri rappresentanti e che in pratica si trasformava nella mera ratifica di decisioni gi prese
ai livelli superiori.
26 U. MHLERT, op. cit., pp. 38-39.
27 Ivi, pp. 47-48

24
federale. 28
Il 27 settembre 1949 quindi Stalin comunic il suo assenso alla
fondazione della DDR, e da l tutto il processo si svolse molto
rapidamente. Innanzitutto fu assicurato il consenso dei partiti del blocco
che acconsentirono anche al rinvio delle elezioni parlamentari al 1950 in
cambio di rassicurazioni sui posti di ministro e segretario di Stato a loro
riservati.
Il modo in cui la SED intendesse veramente la democrazia venne fuori in
quel momento. Gerhart Eisler, responsabile della propaganda del partito,
disse: Se andremo al governo non ci saranno elezioni che tengano. Non
ce ne andremo pi, e niente potr cambiare le cose.
Il 7 ottobre infine giunse il momento tanto atteso: il Volksrat si
autoproclam "Camera legislativa elettiva provvisoria"; quattro giorni
dopo venne scelto come presidente del Consiglio dei Ministri Otto
Grotewohl e come presidente della Repubblica Wilhelm Pieck. Quella
sera stessa il trentasettenne presidente della FDJ, Erich Honecker, fece
sfilare 200.000 membri dell'associazione muniti di fiaccola davanti ai
vertici statali giurando in nome della giovent tedesca fedelt alla nuova
Deutsche Demokratische Republik. 29

28 A. MISSIROLI, op. cit., pp. 44-46; U. MHLERT, op. cit., pp. 48-49
29 Ibidem; A. MISSIROLI, op. cit., p. 47

25
CAPITOLO II
LE FASI STORICHE DELLA STASI

26
2.1 I precursori della Stasi e i Kommissariate K5

La fondazione del Ministero per la Sicurezza di Stato (Ministerium fr


Staatssicherheit, Stasi) risale all'8 febbraio del 1950. L'atto pratico fu la
conversione dell'organo chiamato Direttorato per la salvaguardia
dell'economia popolare (Hauptverwaltung zum Schutz der
Volkswirtschaft) in ministero autonomo tramite un atto votato
all'unanimit dalla Volkskammer, il parlamento tedesco-orientale
composto dai partiti del blocco democratico e dalle associazioni di massa
e dominato dalla SED. 1 Fino a quel momento l'opera di repressione nella
SBZ e fino ai primissimi anni della DDR era stata attuata direttamente dai
sovietici tramite la creazione di dieci "lager speciali" (Spezlagerja) spesso
riutilizzando gli ex campi di concentramento nazisti (Sachsenhausen,
Buchenwald e Jamlitz2) e di vari luoghi di prigonia gestiti dal
Commissariato del popolo per gli affari interni (Narodnyj Kommissariat
Vnutrennich Del, NKVD), la polizia segreta sovietica, finalizzati secondo
gli accordi alla detenzione di criminali di guerra e personalit di rilievo
del regime nazista ma anche persone che rappresentavano un potenziale
pericolo per gli occupanti.3 I sovietici quindi usarono queste misure
anche per perseguitare i dissidenti verso la potenza occupante che
vengono arrestati spesso sulla base di processi arbitrari ed infondati, come
sostiene Mhlert facendo notare che alla fine del 1946 la SMAD
raccomand il rilascio di 35.000 delle 80.000 persone detenute allora 4.
Negli Spezlagerja i prigionieri erano tenuti in condizioni durissime, le
1 G. FALANGA, Il Ministero della paranoia - Storia della Stasi, Roma, Carocci Editore, 2012, p. 17
2 Ivi, p. 24,
3 U. MHLERT, La DDR - Una storia breve, Milano, Mimesis Edizioni, 2009, p. 30
4 Ibidem.

27
razioni alimentari erano scarse, veniva praticata sistematicamente la
violenza e la tortura e circa un terzo dei 150.000 detenuti totali mor per
fame e malattie. 5 La causa di questa brutalit secondo Falanga fu sia la
necessit di sicurezza da parte dei sovietici, che viene perseguita
utilizzando i metodi gi collaudati all'interno del regime staliniano, che la
volont di vendetta per i crimini commessi dai tedeschi nei territori
sovietici durante la guerra. Tuttavia ci danneggi anche l'immagine dei
sovietici agli occhi degli occupati fino ad essere un rischio per i piani
sovietici di affermazione di un regime comunista in Germania. 6
Come gi spiegato nel capitolo precedente, quindi, la sovietizzazione
della zona di occupazione sovietica fu effettuata senza un forte consenso
popolare, tanto pi quindi occorreva creare una forza di controllo e
repressione che garantisse la stabilit dello Stato mettendo a tacere in
ogni modo le opposizioni. Inizialmente tuttavia questo compito venne
assunto direttamente dai sovietici, fortemente diffidenti nei confronti dei
tedeschi, inoltre il Consiglio di controllo alleato aveva deliberato il
divieto di formazione di agenzie con funzioni di polizia politica e
spionaggio. 7 Venne dunque creata una rete di informatori composta da un
paio di migliaia di persone, principalmente comunisti istruiti in URSS dai
servizi sovietici ma anche veterani della guerra di Spagna e quadri
dell'apparato paramilitare della KPD. Questa rete venne posta sotto il
controllo dell'amministrazione dell'Interno e serviva ai sovietici per tenere
d'occhio l'umore del popolo e per controllare i funzionari dei vari enti
sotto la guida di funzionari tedeschi.
Nel gennaio 1947 ad essa si aggiunsero i K5 (Kriminalpolizei 5),
commissariati della Polizia del popolo (Volkspolizei, il corpo di forze
5 G. FALANGA, op. cit., p.24; U. MHLERT, Ibidem.
6 G. FALANGA, op. cit., p. 25.
7 Ivi, p. 27.

28
dell'ordine fondato dalla SMAD nel 1945) che erano organi di ausilio dei
servizi sovietici per le indagini con funzioni di supporto alla
denazificazione, arrestando anche senza mandato chi si opponeva alla
collettivizzazione, gestendo le prigioni e assumendo a volte anche compiti
di intelligence vera e propria come intercettazioni telefoniche e di
telescriventi. Gli elementi che in questo periodo erano attivi nei
commissariati K5 andranno successivamente a formare la primissima
generazione di dirigenti della Stasi e fra loro spiccava un giovane
reclutatore e responsabile dell'addestramento del personale denominato
Erich Mielke.
Durante il 1948 i vertici della SED espresser a pi riprese alla SMAD il
desiderio di dotarsi di una propria forza di polizia segreta e a dicembre
Ulbricht arriv a chiedere direttamente a Stalin il permesso per
trasformare i K5 in un'istituzione "per la protezione dell'economia e
dell'ordinamento democratico" non pi semplicemente come sottoreparto
della Volkspolizei ma come organo autonomo sottoposto direttamente
all'amministrazione dell'Interno e quindi al Ministero per la Sicurezza
dello Stato sovietico (Ministerstvo Gosudarstvennoj Bezopasnosti,
MGB). Il leader sovietico, nonostante l'opposizione del ministro
Abakumov, che aveva posto i suoi dubbi sull'affidabilit e la preparazione
degli agenti tedeschi, accett la proposta di Ulbricht. Tuttavia Abakumov
ottenne che la creazione del nuovo apparato tedesco-orientale avvenisse
sotto la stretta supervisione sovietica. Il 6 maggio 1949, quindi, venne
disposto il distacco degli uffici del K5 dalla Volkspolizei affidandone la
direzione ad Erich Mielke. Tuttavia all'atto della fondazione del Ministero
della sicurezza statale l'URSS scelse a suo capo Wilhelm Zaisser, uomo di

29
fiducia dei sovietici, relegando Mielke a suo vice. 8

2.2 I primi anni

Nei primi anni della sua attivit la neonata Stasi si impegna su due fronti:
quello interno, finalizzato alla trasformazione in senso comunista del
sistema politico e sociale, e quello esterno con la contrapposizione con
l'Ovest nell'ambito della Guerra fredda col compito di neutralizzare tutte
le minacce al potere e al lavoro della SED violando, anche apertamente, i
diritti democratici. 9
L'impronta data da Zaisser in quel periodo fu quella della lotta alle
"centrali del nemico" che avrebbero minacciato l'esistenza della DDR,
ovvero i servizi segreti dei paesi occidentali, la radio americana a Berlino
(Rundfunk im amerikanischen Sektor, RIAS), gli esponenti dei partiti del
blocco, le sezioni Est (Ostbros) di partiti e sindacati occidentali, le
organizzazioni di dissidenti e le grandi imprese occidentali sottoposte agli
espropri ad Est. 10
In questa fase storica comincia quello che Falanga definisce "kalter
Brgerkrieg", ovvero una "guerra civile fredda" che contrappone il
neonato Stato filosovietico tedesco contro il suo stesso popolo. I dirigenti
del partito avevano la necessit di creare quella che Mhlert definisce
"atmosfera della lotta di classe"11. Le difficolt economiche a cui and
incontro la DDR erano immani e i costi per il contributo tedesco-orientale
al sistema di difesa sovietico, il prezzo che la SED dovette pagare per
l'integrazione nel blocco orientale, misero ulteriormente a dura prova la
8 G. FALANGA, op. cit., pp. 28-31
9 Ivi, p. 31
10 Ivi, p. 32
11 U. MHLERT, op. cit., p. 56.

30
fragile economia.
Nel 1952 il segretario generale del Comitato centrale del partito unificato
Walter Ulbricht annunci al II congresso nazionale che i tempi erano
maturi per abbandonare ogni indugio e perseguire "la costruzione del
socialismo" facendo sancire dall'assemblea quindi la fine della fase
"democratico-antifascista". Sul piano economico questo volle dire la
totale collettivizzazione del sistema economico della DDR, con i
contadini che vennero costretti ad associarsi nelle Cooperative di
produzione (Landwirtschaftliche Produktionsgenossenschaften, LPG),
l'industria privata che venne statalizzata cos come le grandi imprese
commerciali alzando al contempo pesantemente la tassazione per chi
voleva rimanere autonomo nel settore commerciale e criminalizzando chi
rifiutava il nuovo corso. Contemporaneamente la repressione tocc il suo
culmine: vennero emanate delle severe misure disciplinari nelle fabbriche
per aumentare la produzione e vennero celebrati oltre 10.000 processi ai
"fannulloni" e "sabotatori", fu intensificata la lotta contro le istituzioni
religiose e vengono aumentate le quote di produzione mantenendo
invariati i salari facendo crollare di conseguenza il gi non elevato tenore
di vita dei cittadini. Quindi il popolo tedesco-orientale, allo stremo, opt
in maniera sempre pi decisa per la fuga. Migliaia di persone, in
particolare ingegneri, tecnici, medici e professionisti, scapparono ad
Ovest privando la DDR di risorse umane su cui lo Stato aveva investito. 12
La reazione del regime fu quindi l'inasprimento della repressione: i
detenuti passarono dai 31.000 del luglio 1952 ai 66.000 del maggio 1953,
con l'importante novit che ad effettuare la maggior parte degli arresti non
era la Volkspolizei bens la Stasi, che da allora prese direttamente sotto il

12 G. FALANGA, op. cit., pp. 36-39; U. MHLERT, op. cit., pp. 57-60.

31
suo raggio di azione i reati "politici". Per far fronte a questo sforzo
repressivo il Ministero aveva bisogno di nuovo personale, quindi fu
sancita l'apertura delle porte della Stasi a 5.000 nuove unit,
principalmente comunisti dalla lunga militanza nella KPD durante gli
anni della Repubblica di Weimar e del nazismo, reduci della guerra civile
spagnola ed ex partigiani, ma anche ex soldati e ufficiali della Wehrmacht
"rieducati" dopo la resa nelle "scuole di rieducazione antifascista"
(Antifa-Schulen) sovietiche o soldati militanti nella KPD che avevano
disertato; un ultimo gruppo, il quale diventer in seguito lo zoccolo duro
del personale della Stasi, era composto da giovani che, formatisi
ideologicamente durante gli ultimi anni del Terzo Reich, dopo il nazismo
si erano impegnati attivamente in politica aderendo alla FDJ. Fu scelto
consapevolmente di tenere fuori chiunque fosse compromesso in qualche
modo col partito nazista, compresi i funzionari di professione che
avevano gi lavorato per il regime hitleriano e per la Repubblica di
Weimar. Questo port ad una sostanziale omogeneit ideologica nonch
all'apertura di grandi possibilit di carriera per i giovani impiegati,
tuttavia questo port anche ad un grande dispendio di energie e soldi per
formare da zero le nuove leve. 13
Il malcontento intanto continu a crescere e la SED continuava a tirare la
corda sancendo nel 1953 addirittura un aumento del 10% del lavoro ed
una riduzione del 10% del salario. La situazione era all'estremo, si arriv
alla rivolta: il 16 giugno di quell'anno gli operai edili della Stalinallee
iniziarono a protestare a Berlino Est bloccando i lavori e marciando per il
centro. Le radio occidentali diffusero la notizia per il resto della DDR e la
mattina del giorno successivo, il 17 giugno 1953, una massa di lavoratori

13 G. FALANGA, op. cit., pp. 40-43.

32
sfil per le vie della capitale dirigendosi verso gli edifici governativi
situati nei pressi di Potsdamer Platz. La polizia intervenne con una carica
ma i dimostranti risposero con una sassaiola costringendo gli agenti a
ritirarsi e a far intervenire direttamente i carri armati sovietici che aprono
il fuoco sui manifestanti.14 In tutta la nazione il popolo scese in piazza
chiedendo democrazia, unit ed elezioni libere ottenendo in risposta il
fuoco delle armi dell'Armata Rossa che soffocarono la rivolta nel paese
dichiarando la legge marziale e scatenando la durissima repressione. La
ribellione provoc uno shock all'interno dell'apparato tedesco-orientale:
bench liquidata ideologicamente come "provocazione fascista"
orchestrata dagli occidentali, in realt fu chiaro a tutti che era il segnale
definitivo che il regime comunista governava senza alcun supporto del
popolo e addirittura contro di esso. I cittadini della DDR furono
sufficientemente spaventati dalla reazione del regime tant'fu che dovettero
passare trentasei anni prima di una successiva rivolta, tuttavia l'apparato
cap che per evitare una situazione simile, che avrebbe portato
indubbiamente al crollo dello Stato (come in effetti successe) occorreva
orientare tutti gli sforzi possibili verso la sua prevenzione. 15
La ricerca delle responsabilit non risparmi la Stasi. Accusata della
mancata prevenzione delle rivolte, venne declassata a segreteria di Stato
sotto il controllo del ministero dell'Interno e rimanendo in tale situazione
fino al 24 novembre 1955 e Zaisser fu rimosso dal suo incarico, in realt
anche a causa della critica da egli rivolta allo stile di governo autoritario
di Ulbricht e agli errori della leadership tedesco-orientale in campo
politico ed economico. La scelta del suo sostituto fu presa anche stavolta
direttamente dall'Unione Sovietica e cadde su Ernst Wollweber, che fece
14 U. MHLERT, op. cit., pp. 63-64.
15 G. FALANGA, op. cit., p. 46

33
partire il contrattacco ideologico mettendo in atto tre grosse operazioni
contro i servizi segreti occidentali infiltrati e gli "uffici Est" dei partiti
tedesco-occidentali per dimostrare all'opinione pubblica la tesi
dell'"orchestrazione esterna" delle rivolte del 17 giugno.16 In realt le
questioni sociali all'origine delle sollevazioni rimasero aperte.

2.3 Il dopo-rivolta del 17 giugno 1953

Il 1953 fu un anno cruciale anche a causa della morte di Stalin avvenuta il


5 marzo. Il suo successore, Nikita Krusciov, avvi da un lato il "disgelo"
col blocco occidentale, dall'altro la "destalinizzazione" tramite la
denuncia e la divulgazione dei crimini commessi dal defunto leader
sovietico, esaltato fino a quel momento come "padre dei popoli",
"difensore degli oppressi e della pace" e definito adesso come "un tiranno
17
megalomane" ed "un sadico paranoico ed assassino". Le critiche ai
metodi staliniani non risparmiarono neanche la SED e presto si diressero
contro lo stesso Walter Ulbricht, spingendo una serie di intellettuali di
partito, guidati dal filosofo della SED Wolfgang Harich, a cercare una
"terza via", ovvero una nuova forma di socialismo democratico che
rigettasse lo stalinismo e la dittatura. Ma l'insurrezione ungherese del
1956 chiuse questo tentativo di "disgelo" da parte del blocco orientale e
Ulbricht dimostr che non avrebbe tollerato nessun tentativo di "terza
via" mediante l'arresto di Harich e del suo gruppo. 18
Fu quindi preclusa ogni via possibile ad un orientamento riformista e
restaurato nella DDR lo stalinismo provocando la rottura fra Ulbricht e
Wollweber che invece simpatizzava per la destalinizzazione e propendeva
16 Ivi, p. 47
17 G. FALANGA, op. cit., p. 48
18 U. MHLERT, op. cit., p. 71

34
per la correzione del corso politico tedesco-orientale allentando anche la
repressione. Wollweber resistette un anno, poi il 1 novembre 1957
present le dimissioni e venne espulso dal Comitato centrale del partito
19
insieme agli altri membri "riformisti". Come nuovo Ministro venne
nominato da Ulbricht, con l'appoggio dei sovietici, Erich Mielke. 20
Nel 1955 i tribunali militari sovietici cessarono la loro attivit, e la polizia
segreta sovietica (Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti, KGB) ridusse
la sua presenza nella DDR ad uno stato maggiore di collegamento senza
competenze immediate di intervento. Il ruolo della repressione pass
quindi interamente in mano tedesca. 21
Fino alla fine della gestione di Wollweber le principali funzioni operative
della Stasi rientravano in quelle tradizionali di una polizia politica e di un
servizio segreto. A partire dalla fine degli anni Cinquanta invece, sotto la
guida di Mielke, il MfS compieva un salto di qualit diventando anno
dopo anno un apparato immenso capace di penetrare all'interno dell'intera
societ. La rivolta del 17 giugno aveva fatto capire alla SED che la
sopravvivenza del regime dipendeva dal sostegno sovietico, che la messa
in discussione dello stalinismo generava confusione e divisioni e infine
che la DDR non contava sul consenso popolare quindi aveva bisogno
costantemente della sorveglianza dei cittadini da parte degli organi di
sicurezza. 22
Nel frattempo lo Stato continuava la sua offensiva economico-politica
verso il socialismo. La SED cerc di forzare il sistema economico per
poter raggiungere e superare (berholen und einholen) la Germania

19 G. FALANGA, op. cit., p. 49


20 Ivi, p. 50
21 J. GIESEKE, Verso una storia sociale della DDR, in Riflessioni sulla DDR - Prospettive internazionali e
interdisciplinari vent'anni dopo, a cura di M. MARTINI e T. SCHAARSCHMIDT, Bologna, Il Mulino
editore, 2009.
22 G. FALANGA, op. cit., p. 51

35
occidentale mediante il tentativo di incrementare la produzione e la
diffusione di beni di consumo e generi alimentari. Tuttavia la scarsa
disponibilit di merci e il troppo rigido sistema di pianificazione
economico creavano continui problemi di distribuzione e le forniture
obbligatorie all'Unione Sovietica e l'esportazione di beni in cambio di
23
valuta forte provocarono ulteriori difficolt all'approvvigionamento. I
contadini inoltre furono costretti a entrare "volontariamente" nelle
cooperative di produzione agricola sotto minaccia di arresto. 24
Le difficolt dei rifornimenti di beni di prima necessit, dovute alla
frettolosa collettivizzazione agricola, nonch la radicalizzazione politica
della SED fecero accrescere esponenzialmente il numero di cittadini che
espatriavano per rifugiarsi ad Ovest. Mielke, quindi, volle rimuovere ogni
ostacolo alle competenze del Ministero: la Stasi doveva arrivare in ogni
angolo della societ ed all'interno dello Stato per conoscerne e
controllarne ogni aspetto. Inoltre venne caricata dal partito anche del
gravoso compito di cercare di coprire ogni falla nel sistema socio-
economico della DDR: l'ideologia era quella di colpevolizzare il nemico
per qualunque problema, quindi dato che il compito della Stasi era quello
di combattere i nemici automaticamente qualunque problematica si
ponesse diventava di competenza della Stasi. Ci fece s che il regime
divent sempre pi impermeabile a qualunque critica scaricando pi
efficacemente sugli altri la responsabilit di errori e fallimenti. 25
Il 13 agosto 1961 il regime decise di risolvere definitivamente il problema
degli espatri a Berlino Ovest erigendo un muro a Berlino che tagli in due
la citt. La chiusura delle frontiere avvi nella Germania orientale un
decennio di stabilizzazione interna che il regime auspicava da lungo
23 U. MHLERT, op. cit., p. 77
24 Ivi, p. 78
25 G. FALANGA, op. cit., p. 58

36
tempo. 26
La Stasi venne quindi incaricata anche della sorveglianza del Muro e
della gestione dei confini. Tuttavia nel partito a quel punto si inizi a
dibattere sull'opportunit di ridimensionamento dell'apparato di
repressione, una volta eliminate le sacche di resistenza, recuperando
preziose risorse finanziarie. Mielke, senza affrontare uno scontro diretto
col partito, guadagn tempo aspettando che la discussione al riguardo si
esaurisse, convinto dell'indispensabilit del suo Ministero. Alla fine la
SED gli rinnov la fiducia evitando al MfS i pesanti tagli disposti nel
1963 al Ministero della Sicurezza che andarono a discapito dei ministeri
degli Interni e della Difesa. 27
Nel 1964 al comando dell'Unione Sovietica sal Leonid Breznev,
esponente della vecchia nomenklatura di partito ostile alle aperture degli
ultimi anni, che diede il via ad una "ristalinizzazione"28. In questo
contesto Mielke trov terreno ideale per mettere in atto definitivamente il
suo "programma di onnipotenza": nel 1965 la Stasi assunse 2.700 nuovi
collaboratori e aument il budget di 52 milioni di marchi. 29 Il Ministero
inoltre si radic sempre di pi nelle strutture economiche del paese: gli
addetti alla sicurezza dei siti produttivi, gli ispettori ministeriali ed altre
posizioni chiave nell'amministrazione della produzione furono ingaggiati
dalla Stati o sostituiti da ufficiali in servizio speciale (Offiziere im
besonderen Einsatz, OibE). In questo modo Mielke si assicur tanto la
supervisione del lavoro quanto la possibilit di influenzare le gestioni
aziendali. 30

26 Ivi., p. 57
27 Ivi, pp. 58-59
28 Ivi, p. 59
29 Ibidem.
30 G. FALANGA, op. cit., p. 60

37
2.4 La distensione con l'Occidente

A met degli anni Sessanta il clima internazionale cambi notevolmente.


Dopo la crisi dei missili cubani dell'ottobre 1962 in cui si arriv ad un
passo dallo scontro nucleare fra USA e URSS, le due superpotenze
decisero di cercare un punto di equilibrio duraturo che consentisse di
costruire un dialogo. Nella BRD la dottrina atlantista ed anticomunista del
cancelliere Konrad Adenauer, votata al rifiuto di qualunque apertura verso
la DDR cominci ad essere superata: il presupposto per una distensione
dei rapporti fra i blocchi passava necessariamente per l'accettazione dello
status quo.31 Il primo a tendere la mano verso i tedeschi orientali fu Willy
Brandt, borgomastro socialdemocratico di Berlino Ovest, che sin dal 1962
si era impegnato nell'avvicinamento con i tedeschi orientali nella citt
tramite una "politica dei piccoli passi", intavolando trattative su questioni
concrete e circoscritte che portarono agli accordi doganali
(Passiernscheinabkommen) che fra il 1963 ed il 1966 consentirono a
migliaia di cittadini dell'Ovest di varcare la frontiera e trascorrere le
festivit insieme a parenti ed amici ad Est. Il tab della trattativa con la
DDR venne quindi infranto e sia i politici che l'opinione pubblica della
BRD si inizi a convincere che lo Stato tedesco-orientale era ormai una
realt innegabile e continuare a negare il riconoscimento era inutile. 32
Alle elezioni nazionali in Germania Ovest del settembre 1969 vincono
dopo vent'anni i socialdemocratici in coalizione col Partito liberale (Freie
Demokratische Partei, FDP) dopo i due anni di governo della Grosse
Koalition fra SPD e CDU iniziata nel 1966, e Willy Brandt divenne il
31 Ivi, p. 61
32 Ivi, p. 62

38
nuovo cancelliere ponendo come caposaldo del suo programma di
governo la distensione e la ricerca di una pacifica convivenza con l'Est
(Ostpolitik), gi iniziata durante il suo mandato come vice-cancelliere e
ministro degli Esteri nel governo precedente.33
La DDR accolse la nuova politica occidentale con un misto di sentimenti
contrastanti: imbarazzo, scetticismo, consapevolezza dell'opportunit e
paura. Da una parte la nuova politica federale permetteva il pieno
riconoscimento internazionale dello Stato tedesco-orientale, che era
l'obiettivo principale della politica estera dalla sua fondazione; dall'altra
parte c'era la preoccupazione di venire politicamente e strategicamente
spiazzati o persino travolti dalla svolta che poteva potenzialmente
rinfocolare nella popolazione le speranze di riunificazione faticosamente
affossate con la chiusura dei confini. 34
Ulbricht, ormai ottantenne, nella nuova situazione intravide spazi di
agibilit politica che avrebbero consentito di sottrarsi alla sudditanza
verso l'URSS cercando di ottenere un'autonomia politica che restasse
saldamente nel quadro del comunismo di stampo sovietico ma che gli
permettesse allo stesso tempo di rivendicare i propri interessi specifici.
Queste pretese vennero accolte da Breznev come un elemento di disturbo
nel processo di distensione e iniziarono a considerare la leadership
dell'anziano leader tedesco-orientale sempre meno adeguata a gestire il
delicato scenario politico che si stava aprendo. 35
Si avvert quindi la necessit di un cambio al vertice di Berlino Est con
una nuova leadership che garantisse la continuit nella linea con i
sovietici e minore iniziativa nella politica con gli occidentali. Allo stesso
tempo la guida di Ulbricht divenne fragile anche all'interno del suo stesso
33 Ibidem
34 G. FALANGA, op. cit., pp. 62-63
35 Ivi, p. 63

39
partito essendosi formata una frazione fortemente critica verso di lui
capitanata dall'ex capo della FDJ Erich Honecker. Nel 1967-68 le
inefficienze del piano quinquennale si acutizzarono, gli
approvvigionamenti andarono in crisi e in inverno il sistema energetico
collass. La fazione di Honecker decise quindi che era venuto il momento
di scalzare Ulbricht dalla leadership cercandolo di far dimettere per limiti
di et. Ulbricht tuttavia rifiut ed inizi uno scontro al vertice, tenuto
rigorosamente segreto all'opinione pubblica, terminato nel 1971 con la
prevalsa di Honecker. Ulbricht rassegn le dimissioni il 3 maggio di
quell'anno ed il Comitato centrale propose l'ex leader della FDJ come suo
sostituto, decisione poi ratificata a giugno dall'VIII Congresso della SED.
36
Ulbricht si ritir a vita privata, sorvegliato dalla Stasi, e mor il 1
agosto 1973.
Le direttrici del nuovo corso furono la politica estera e l'economia. Nel
primo ambito venne rinsaldato il legame fra Berlino Est e Mosca dopo le
tensioni degli ultimi anni di Ulbricht. In campo economico Honecker
avvi una nuova e pi realistica politica di sviluppo, la cui parola d'ordine
era "unit di politica economica e sociale", incentrata sui bisogni concreti
dei cittadini puntando ad un progressivo miglioramento delle condizioni
di vita con consapevolezza delle reali possibilit economiche dello Stato.
37

Nel corso del primo decennio di governo Honecker il nuovo piano di


rilancio economico e sociale, basato su vasti progetti di edilizia abitativa e
politiche di sostegno sociale, consent alla DDR di diventare la decima
potenza industriale mondiale innalzando il tenore di vita dei cittadini
tedesco-orientali al livello pi alto di tutto il blocco orientale. Insieme a
36 G. FALANGA, op. cit., p. 63; U. MHLERT, op. cit., pp. 93-95
37 G. FALANGA, op. cit., p. 65

40
ci si tent anche di costruire una cultura nazionale che invitasse i
cittadini ad identificarsi e riconoscersi nel proprio Paese. 38 Lo Stato
tedesco-orientale quindi, nelle intenzioni di Honecker, cess di diventare
una Germania dimezzata che rivendicava la sua sovranit sull'intero
territorio tedesco per assumere pienamente l'identit di DDR, ovvero di
una nazione ben distinta dalla Germania occidentale.
L'apertura verso la comunit internazionale venne sancita dai trattati
stipulati fra il 1970 ed il 1973 con la BRD che portarono all'ammissione
di entrambi gli Stati tedeschi nell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Per
Honecker fu il pi grande successo politico mai raggiunto nella storia
della DDR. Tuttavia quest'apertura al mondo della societ chiusa tedesco-
orientale port diverse complicazioni per la stabilit interna del regime. Il
compito di garantire che il nuovo corso non degenerasse in cambiamenti
troppo radicali fu affidato alla Stasi, tuttavia i tempi nuovi esigevano
metodi nuovi. Honecker era convinto che il futuro della DDR dipendesse
dalla sua credibilit internazionale, quindi dalla sua capacit di profilarsi
come un paese disponibile al dialogo ed al confronto, tuttavia senza
rischiare nulla sul fronte interno.39 Occorreva quindi simulare una
liberalizzazione senza realmente allentare il controllo. La Stasi quindi
doveva essere sempre pi presente ma sempre meno visibile, poich il suo
intervento diretto avrebbe provocato il discredito esterno del regime. Ad
Helsinki inoltre, nel 1975, Honecker firm l'atto conclusivo della
Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (trattato di
Helsinki), in cui si impegn al rispetto dei diritti dell'uomo e delle libert
fondamentali comprese quella di pensiero e di movimento. In tal modo si
attir l'attenzione di attivisti e osservatori internazionali impegnati nella
38 Ivi, p. 66
39 G. FALANGA, op. cit., p. 67

41
tutela dei diritti umani e si anim il dibattito interno incoraggiando
numerosi dissidenti a pretendere il rispetto dei diritti sanciti dal trattato. 40
La repressione della Stasi cambi quindi metodi ed iniziative: da
offensiva si trasforma in difensiva e la strategia divent pi flessibile. Si
inizi a tollerare la ricezione dei programmi televisivi occidentali e si
procedette ad un ricorso meno estensivo della giustizia politica. Il numero
di detenuti per reati politici e d'opinione cal sensibilmente e le
condizioni carcerarie migliorarono. Si intensific anche la pratica del
"riscatto" dei prigionieri da parte della Germania Occidentale mediante il
pagamento di somme concordate in marchi dell'Ovest che assunse sempre
pi le caratteristiche di una tratta di esseri umani e che tuttavia divenne
una fonte vitale di valuta pregiata per il governo tedesco-orientale oltre ad
indebolire l'opposizione in quanto le figure scomode erano mandate in
Occidente. 41

2.5 Cambio di metodi

La nuova strategia repressiva elaborata dal Ministero di Mielke venne


definita da Falanga come "terrore discreto",42 ovvero l'applicazione di
pratiche repressive pi sottili ed applicate con metodi occulti che
rendessero l'intervento della Stasi invisibile agli osservatori esterni ed
anche alla stessa popolazione. Si ricorse quindi principalmente a sistemi
di monitoraggio elettronici come telecamere, cimici e microfoni installati
sia in luoghi pubblici che in abitazioni private ed al controllo della posta e
delle telecomunicazioni. Lo strumento principale utilizzato dalla Stasi in
questo periodo, tuttavia, fu quello degli informatori non ufficiali
40 Ivi, p. 69
41 Cfr. G. FALANGA, op. cit., p. 70-71
42 G. FALANGA, op. cit., p. 71

42
(Informelle Mitarbeiter, IM) ingaggiati a decine di migliaia e che
permisero al Ministero non soltanto di sorvegliare ogni ambito della vita
dei cittadini ma anche di penetrare nella sfera dei rapporti interpersonali
spesso corrompendoli con modalit di manipolazione estremamente
raffinate. 43
La Stasi aument quindi il suo grado di "onnipresenza". La sua ombra
aleggiava nei rapporti di amicizia, di lavoro, familiari ed anche
sentimentali. Chiunque poteva essere un informatore al servizio di
Mielke.
Tuttavia la sua onnipresenza era accompagnata da una netta separazione
dei suoi funzionari dal corpo sociale, concretizzata in una vita comoda e
privilegiata ma chiusa ed isolata dal resto della societ, vista per
definizione come ostile, pronta a tradire e a farsi "abbindolare" dalla
propaganda degli occidentali. Questo isolamento si concretizz all'inizio
degli anni Ottanta nella difficolt crescente di reclutamento di nuovi IM.
La Stasi veniva sempre di pi quindi percepita come un cancro nella vita
quotidiana e la societ iniziava sempre di pi a reclamare la sua voglia di
libert. 44

2.6 Gli anni Ottanta e la crisi

All'inizio degli anni Ottanta iniziarono a venire fuori tutte le


problematiche del corso economico di Honecker, che aveva costruito un
benessere che andava ben oltre le possibilit reali del sistema economico
interno ed era basato sulla dipendenza finanziaria dai mercati e dai
finanziamenti occidentali. Per sostenere le sue politiche di welfare la
43 Ivi, pp. 71-72
44 cfr. Ivi, pp. 74-75

43
DDR increment l'indebitamento pubblico, soprattutto verso i Paesi
occidentali, portando alla perdita di ogni autonomia finanziaria e al
degrado delle infrastrutture produttive per una mancanza di investimenti
strutturali a lungo termine. L'evento che espose la precaria situazione
economica fu il rialzo del prezzo del petrolio al seguito delle forti tensioni
politiche nel Golfo persico e nell'Asia centrale. La crisi energetica
internazionale conseguente costrinse l'URSS a rincarare e ridurre le
esportazioni di petrolio e gas, specialmente verso i suoi paesi satelliti. 45
Per evitare l'incombente bancarotta la DDR reag con un programma di
svendita delle riserve statali di materie prime che dilapid le risorse del
Paese e con un pesante incremento delle esportazioni di generi di prima
necessit nel tentativo di incassare valuta occidentale causando una delle
pi gravi crisi di approvvigionamento nella storia della nazione. 46
Il 25 gennaio 1983 la crisi economica raggiunse anche la Stasi tramite il
blocco immediato delle assunzioni ed il congelamento di stipendi e premi,
oltre all'apertura della possibilit futura di tagli significativi alle risorse
finanziarie del Ministero e quindi ai privilegi di cui godevano i
dipendenti. Per la prima volta nella sua storia la Stasi si trov davanti ad
una situazione del genere. Nel concreto i tagli furono tuttavia piuttosto
limitati e permisero a Mielke di evitare di operare un taglio del personale
in un momento cos delicato si opt piuttosto per lo snellimento della
burocrazia centrale di Berlino. 47
Il Ministero era gi a conoscenza da tempo della situazione a causa della
sua sorveglianza totale del campo economico tramite ben 10.000 tra
funzionari ed IM all'interno delle principali imprese e dei ministeri
dell'Economia e delle Finanze, tuttavia si astenne dal formulare ed
45 G. FALANGA, op. cit., p. 76
46 Ivi, pp. 76-77; U. MHLERT, op. cit., pp. 108-110
47 G. FALANGA, op. cit., p. 79

44
avanzare critiche nei confronti delle decisioni del partito. Nei dossier il
dissesto del sistema economico era documentato minuziosamente e
persino con obiettivit, per quanto possibile. Tuttavia fu Mielke stesso a
vietare categoricamente qualsiasi espressione di critica o dubbio vedendo
in ci un tradimento del ruolo di servitore acritico del partito assegnato
alla Stasi nell'architettura istituzionale della DDR. Questo
corresponsabilizz l'apparato segreto nella crisi che ben presto divenne
irreversibile. 48
Intanto il malcontento popolare inizi ad articolarsi e ad esprimersi in
forme organizzate e di massa di opposizione politica e civile. Con la firma
del trattato di Helsinki venne data ai cittadini la possibilit di presentare
"domanda di espatrio permanente", nella convinzione che ci potesse
funzionare come un'utile valvola di sfogo mentre invece si trasform in
un'arma nelle mani della popolazione. Nel 1984 il numero di domande
presentate, oltre 50.000 ed in costante aumento negli anni successivi, fece
capire alla Stasi che il fenomeno era ormai fuori controllo. Fra il 1961 ed
il 1989 oltre 650.000 i cittadini che espatriarono verso Occidente. 49
Gli oppositori che invece decidevano di restare per cambiare il regime
dall'interno rappresentarono un'avanguardia civile, spesso non ostile al
socialismo, che chiedeva alla cittadinanza di restare ed impegnarsi
attivamente per democratizzare la DDR riformando il sistema. Fra i due
movimenti di opposizione, quello di espatrio e quello militante, cerc di
inserirsi la Stasi cercando di boicottarli tramite l'espulsione ad Ovest dei
militanti pi attivi. Espellere era anche un metodo meno discreditante per
la DDR, in quanto la prigionia e la persecuzione aperta tendeva a creare
delle figure simbolo dell'opposizione. 50
48 G. FALANGA, op. cit., p. 81
49 Ivi, p. 82
50 Ivi, pp. 83-84

45
La Stasi optava pure per mezzi di sabotaggio pi sottili: bastava creare il
sospetto di essere infiltrati da agenti del Ministero per intimorire e
disgregare un collettivo di opposizione oppure si infiltravano persone che
inquinavano il clima inibendo l'attivit politica effettiva, il tutto per
evitare la repressione aperta, scomoda per il regime e potenzialmente
controproducente. 51
Il Ministero tuttavia non riusc ad evitare che la pressione crescente dei
movimenti di opposizione incoraggiassero anche il cittadino medio a
scendere per le strade e le manifestazioni di protesta, alla fine degli anni
Ottanta, diventarono massicce, alimentate anche dal contesto
internazionale all'insegna della riforme e delle liberalizzazioni portate
avanti da Mikhail Gorbaciov, il nuovo leader dell'Unione Sovietica,
tramite le sue parole d'ordine "trasparenza" (glasnost) e "ristrutturazione"
(perestrojka). Questo nuovo corso entusiasm milioni di cittadini in tutto
il blocco orientale, Germania Est compresa, dove Gorbaciov divenne
l'incarnazione della speranza e contemporaneamente un traditore del
comunismo per Honecker e per i suoi collaboratori pi fidati. 52
Il regime si chiuse a riccio e la repressione nelle piazze aument. Tuttavia
Honecker sapeva bene che senza il sostegno dell'Unione Sovietica,
venuto a mancare con la decisione di Gorbaciov di concedere ai Paesi
satelliti la libert di determinare e gestire autonomamente il proprio
sistema politico, la situazione poteva prendere una piega irreversibile e il
popolo stesso si sent incoraggiato dalla certezza del mancato intervento
dell'Armata Rossa. 53
La Stasi, quindi, era nel momento pi difficile della sua storia. Gli uomini
di Mielke cominciarono a sentirsi assediati ed isolati dal resto della
51 Ivi, pp. 84-85
52 G. FALANGA, op. cit., pp. 85-86
53 Ivi, p. 86

46
popolazione che mostrava ora apertamente il suo dissenso. I funzionari si
sentirono inoltre abbandonati dall'apparato che avevano sempre servito e
che li stava sfruttando come capro espiatorio. 54 Tra le file del Ministero
quindi aumentarono sensibilmente i casi di depressione ed alcolismo e
Mielke incaric nel gennaio 1985 una commissione di controllo speciale
che svolgesse un'accuratissima ispezione interna, ed i risultati furono
pesanti. Venne documentato il dilagare di episodi di corruzione e abusi, ad
esempio la vendita o l'appropriazione di beni di consumo occidentali
sequestrati, il degrado di uffici diventati inutili e con i dipendenti
nullafacenti, l'appropriazione indebita di strumenti di alta tecnologia
come computer, televisori e strumenti fotografici di ultima generazione, il
nepotismo e l'uso privatistico delle risorse. 55
Nell'agosto del 1989 avvenne una svolta importantissima: il governo
ungherese apr i propri confini con l'Austria e, dato che i cittadini della
DDR potevano raggiungere la repubblica magiara senza troppi problemi,
essi si riversarono in massa nell'ambasciata della BRD a Budapest o
cercarono direttamente di passare il confine per scappare ad Ovest tramite
l'Austria. Il regime rispose duramente chiudendo la frontiera con gli ex-
Stati fratelli e reprimendo le manifestazioni sempre pi frequenti, ma era
tutto inutile: i movimenti spontanei e i comitati civici di opposizione
alzarono sempre di pi la voce fino a lambire i vertici della SED. 56
La testardaggine conservatrice delle vecchie gerarchie, che si ostinavano
a non voler concedere la bench minima apertura alle istanze provenienti
sia dalla popolazione che dall'alleato sovietico, era diventata
insopportabile all'interno dello stesso partito, e a quel punto fu tentato un
ricambio al vertice come ultima carta: Egon Krenz prese il posto del
54 Ibidem
55 Ivi, p. 87
56 U. MHLERT, op. cit., pp. 124-125

47
destituito Honecker come segretario generale del partito e come primo
annuncio alla nazione promise una "svolta" (Wende).57
L'intenzione in realt era quella di apportare i dovuti aggiustamenti alla
linea del partito per poi tornare all'ordinaria amministrazione, ma lo
scarso entusiasmo con cui era stato fatto il "cambiamento" all'interno del
partito non bastarono a riportare la calma nel paese, i cittadini volevano
una svolta radicale e le manifestazioni di piazza diventarono sempre pi
affollate e non vennero neanche pi represse dalle forze dell'ordine
mentre l'emorragia di persone verso Ovest aumentava sempre di pi.
Per far fronte a quest'ultimo problema il Comitato Centrale decise di
allentare completamente la stretta sui viaggi all'estero, che nell'intenzione
dovevano essere comunque concessi su autorizzazione il cui ottenimento
per sarebbe stato molto pi facile. Tuttavia nella conferenza stampa del 9
novembre 1989 in cui il portavoce del Partito, Gnter Schabowski,
nell'annunciare le nuove norme ma non essendo a conoscenza dei dettagli
di esse, alla domanda della stampa su quando sarebbe entrato in vigore il
nuovo regolamento rispose affermando che sarebbe stato valido da subito.
La notizia si sparse come un lampo in tutta Berlino Est portando tutti i
cittadini ai varchi di confine per chiedere di passare. Le guardie in
servizio ai varchi, che come gli altri avevano avuto soltanto le stesse
notizie degli altri tramite la televisione, non furono in grado di
fronteggiare la folla e i cancelli vennero aperti facendo passare tutti senza
alcun controllo. In quel momento il Muro di Berlino perse la sua funzione
materiale, diventando una metafora di quello che era il sistema
istituzionale della DDR in quel momento: un rudere che si stava
sgretolando sotto i colpi del popolo.

57 Ivi, pp. 128-129

48
Subito dopo, il 13 novembre, i partiti del blocco democratico ruppero il
patto di obbedienza verso la SED chiedendo di cancellare il suo ruolo
guida dalla Costituzione e di indire libere elezioni. 58
La Stasi, trasformata in Agenzia per la sicurezza nazionale (Amt fr
Nationale Sicherheit, AfNS)59 tent l'ultima mossa utile avviando dal 15
novembre la distruzione di tutti i documenti pi delicati per paura di un
assalto da parte dei cittadini dei propri uffici. I cittadini intanto furono
messi in allarme da voci ricorrenti sulla macerazione dei documenti e il 4
dicembre avvenne l'assalto: i cittadini occuparono le sedi dell'ormai ex-
Stasi ponendo fine alla distruzione dei documenti e salvando anche i resti
di quelli gi distrutti. Il 14 dicembre anche l'AfNS fu sciolta su pressione
delle opposizioni e il 12 gennaio 1990 fu annunciato che sarebbe stata
liquidata completamente senza essere sostituita da nessun altro
organismo. 60

58 Cfr. U. MHLERT, op. cit., pp. 128-131


59 G. FALANGA, op. cit., p. 262
60 Ivi, pp. 264-265

49
CAPITOLO III
STRUTTURA DELLA STASI

50
I tentativi di mappare la Stasi in modo completo e che illustrassero
appieno il radicamento territoriale e le numerosissime strutture utilizzate
da essa, si sono scontrate con la vastissima mole di dati da raccogliere
ed analizzare, nonch con l'incompletezza di essi. Quindi una topografia
completa attualmente non esiste ancora, tuttavia Falanga ci traccia un
suo abbozzo alla luce dei dati disponibili spiegando comunque in modo
chiaro, e al momento pi esaustivo possibile, la struttura del Ministero
tedesco-orientale.

3.1 "Chi chi?"

Il nucleo del compito della Stasi all'interno della DDR viene riassunto da
Mielke stesso nel corso di una riunione dei vertici del ministero nel 1981 1,
e consiste nel dare una risposta alla domanda "chi chi?" ("wer ist
wer?"), ovvero capire chi era amico e chi era nemico, chi era affidabile e
chi era pi esposto agli influssi del nemico, chi era ciecamente ubbidiente
e chi era titubante, e per dar risposta a questa domanda impiegava circa
100.000 impiegati in servizio permanente e circa 180.000 informatori
civili che violavano sistematicamente ed in qualunque modo la sfera
privata dei cittadini tedesco-orientali.2
Per capire come essa funzionasse innanzitutto occorre tener presente che
la Stasi riuniva al suo interno sia la funzione di polizia politica che quella
di servizio segreto e quindi era strutturata in modo molto diverso dai
servizi occidentali. Il modello organizzativo naturalmente era quello
sovietico, tuttavia fu adattato alle esigenze della DDR sviluppando una
struttura basata su due principi: la presenza sul territorio e le linee
1 G. FALANGA, Il Ministero della paranoia - Storia della Stasi, Roma, Carocci Editore, 2012, p. 117
2 Ivi, pp. 117-118

51
operative. 3
Sul territorio era ramificata su tre livelli: centrale, con sede a Berlino Est;
provinciale, ovvero con 15 sedi presenti in ognuno dei distretti provinciali
(Bezirksverwaltungen); locale, con 217 sedi comunali
(Kreisdienststellen). A capo c'era il livello centrale suddiviso in vari
dipartimenti ognuno a capo di una linea. 4
Falanga riporta le seguenti come linee principali:
LINEA I - Sicurezza delle forze armate e delle guardie di frontiera
LINEA II - Spionaggio e controspionaggio
LINEA III - Intercettazione delle comunicazioni radiofoniche e
sicurezza dell'etere
LINEA VI - Monitoraggio delle vie di comunicazione con l'Ovest
LINEA VII - Sicurezza della Volkspolizei
LINEA VIII - Osservazione, arresti e indagine
LINEA IX - Organo d'indagine, d'accusa e d'investigazione
LINEA XVIII - Sicurezza dell'economia
LINEA XIX - Sicurezza di trasporti, posta, telegrafi e
telecomunicazioni
LINEA XX - Monitoraggio dell'opposizione, delle Chiese, degli
intellettuali
LINEA XXII - Antiterrorismo
LINEA XXVI - Intercettazioni telefoniche
LINEA M - Intercettazione della posta

3 Ivi, p. 89
4 Per "Linea" s'intende una struttura di comando a filiera costituita in genere da uffici a Berlino Est, uno o
pi reparti nelle varie amministrazioni provinciali ed eventualmente, a livello comunale, una o pi sezioni
(Referate), collettivi di lavoro o singoli funzionari specializzati. Ogni settore e ambito della societ
dunque assegnato e "coperto" da una Linea che ne cura la sicurezza e il monitoraggio e ne orienta
l'opinione in senso favorevole al regime. (cit. G. FALANGA, op. cit., p. 90)

52
Il risultato di questo intreccio fra capillarit sul territorio e linee era un
sistema che potenzialmente comprendeva ogni cosa ed ogni persona
presenti sul territorio della DDR che quindi rientravano comunque in
qualche modo sotto la competenza di un'unit della Stasi. 5

3.2 A scuola di repressione

I suoi dipendenti venivano formati culturalmente, professionalmente e sul


piano tecnico-operativo sia da istituzioni civili che dalle istituzioni
proprie del Ministero, tutte comunque amministrate dal "Dipartimento
quadri e formazione" e suddivise in varie scuole e corsi gestiti
dall'amministrazione dei singoli dipartimenti o delle sedi ministeriali
provinciali.6 L'istituto pi importante della Stasi era la Scuola superiore di
giurisprudenza del Ministero per la sicurezza dello Stato (Juristische
Hochschule des MfS, JHS), fondata all'inizio degli anni '50 come Schule
des MfS come scuola di base per la prima generazione di funzionari, i
quali come gi stato detto avevano forti lacune formative ed in
maggioranza non avevano la licenza superiore. Nel 1965-66 con la
trasformazione in Scuola superiore7 divenne un'accademia segreta
parzialmente integrata nel sistema universitario tedesco-orientale e
riservata ai quadri della Stasi. Le ragioni principali di questo
cambiamento furono l'innalzamento del livello generale di formazione
culturale del personale dovute alle necessit che comportava il
funzionamento dell'apparato della Stasi, il quale stava diventando sempre
pi moderno ed avanzato e necessitava di personale qualificato che stesse
5 G. FALANGA, op. cit., pp. 90-91
6 G. FALANGA, op. cit., p. 108
7 Scuola superiore (Hochschule): termine che nel sistema d'istruzione tedesco indica le scuole di
formazione post- diploma superiore (Abitur) e da non confondere con le scuole secondarie di II grado
italiane.

53
al passo con l'evoluzione della societ. 8
La JHS offriva corsi di laurea in Giurisprudenza o in Scienze dello Stato,
della durata di 4 anni, o corsi di diploma professionale in Legge o Scienze
dello Stato, la cui durata andava da uno a cinque anni ed era riservata ai
funzionari del ministero con un titolo di studio civile e da uno a tre anni,
in base ai corsi di laurea e diploma, di esperienza operativa. Per chi
volesse poi continuare la propria formazione c'era la possibilit di
svolgere un dottorato di ricerca. 9
Il lavoro di ricerca era inteso in modo strumentale e subordinato
all'operativit e all'ideologia del Ministero, tant' che Falanga cita come
esempio le tesi di ricerca definendole "una miscela di fumosa
teorizzazione del lavoro della Stasi [...], prive di note e di fonti e con
l'argomentazione fortemente limitata da principi ideologici."10

3.3 La "decomposizione"

Fra le materie d'insegnamento una delle pi rilevanti era la cosiddetta


psicologia operativa. Obbligatoria per tutti gli studenti, questa disciplina
si occupava dell'analisi e dello studio del comportamento e dei pensieri
umani rilevanti per il lavoro politico-operativo della Stasi. 11
Essa divenne fondamentale negli anni Settanta ed Ottanta quando il
Ministero scelse come principale metodo operativo le "misure di
decomposizione" (Zersetzungsmanahmen), ovvero la manipolazione ed
il disturbo della personalit. Agli studenti della JHS venivano quindi
trasmesse nozioni e fondamenti di base della psicologia umana da
8 G. FALANGA, op. cit., p. 109
9 Ibidem.
10 Ivi, p. 110
11 Ibidem.

54
applicare nell'operativit disturbando o manipolando quindi le relazioni
interpersonali ed i processi mentali individuali. Pi nello specifico si
studiava come distruggere un rapporto di fiducia, amicizia o amore, come
produrre illusioni, snervare, alimentare diffidenze, distruggere gruppi
sollecitandone le tensioni latenti, provocare paura e panico fino a
scatenare una depressione. Il tutto senza che le vittime avessero alcuna
consapevolezza della manipolazione subita. 12
Queste misure furono decise dopo la distensione internazionale degli anni
Settanta e furono una reazione della Stasi all'esigenza di prevenire danni
d'immagine alla DDR limitando l'uso della persecuzione aperta, che
tuttavia verr comunque sempre utilizzata, anche se pi sottotraccia, e
venendo sempre integrata con i nuovi metodi di persecuzione psicologica.
13

La direttiva ministeriale 1/76, ovvero quella che sanc l'uso delle misure
di "decomposizione", forn anche un elenco delle misure da poter
adottare:
Lesione della reputazione di una persona tramite la messa in
circolo di materiale compromettente (foto, lettere, telefonate) o
notizie e voci vere o verosimili ai suoi danni (ad esempio, che
collabora con la Stasi).
Organizzazione di una serie di insuccessi nella vita professionale o
sociale al fine di comprometterne l'autostima; boicottaggio delle
sue convinzioni ideali e personali e dei suoi modelli per indurlo a
dubitare dei propri orizzonti e prospettive di vita.
Creazione e alimentazione di un clima di sfiducia e sospetto
reciproco all'interno di gruppi e di organizzazioni (ad esempio,
12 Ivi, p. 110
13 Ivi, p. 122

55
simulando la scoperta di una spia).
Sfruttamento e, qualora non siano gi presenti, creazione di rivalit
fra le persone facendo leva sulle debolezze e sugli egoismi
individuali; inibizione dell'azione di circoli e gruppi ritenuti ostili
per due vie: distraendoli dalla loro attivit tenendoli impegnati a
discutere e risolvere beghe e divisioni interne oppure disturbano le
relazioni fra le persone tramite il ricorso a strumenti formalmente
legali come il trasferimento per lavoro in citt lontane.14

I probabili destinatari di queste azioni erano fissati da una direttiva, la


1/82, che specificava le categorie di persone per cui occorreva
prioritariamente rispondere alla domanda "chi chi?" tramite una prima
fase di rilievi non molto approfonditi. Oggetto di questi rilievi era chi si
accingeva ad esercitare funzioni pubbliche con poteri decisionali in
ambiti politici e sociali sensibili per la sicurezza statale, chi per vari
motivi intendeva intraprendere viaggi oltrecortina, chi doveva essere
l'affidatario di segreti di Stato e oggetti o informazioni sensibili e chi
doveva rappresentare internazionalmente la DDR. Oltre a costoro veniva
analizzato chi, dopo eventuali segnalazioni, finiva nel mirino della Stasi e
chi veniva preso in considerazione per un eventuale servizio al Ministero.
Se questi rilievi, che costituivano la routine dell'attivit della Stasi,
svelavano ambiti che andavano chiariti ulteriormente si passava
all'applicazione del procedimento operativo di controllo (Operative
Personenkontrolle, OPK). 15

14 G. FALANGA, op. cit., p. 123


15 Ivi, p. 118

56
3.4 Il processo operativo

Questo processo serviva a farsi una panoramica pi precisa sul soggetto


individuando l'ambiente sociale in cui si muoveva, il lavoro, le
frequentazioni, l'influsso che avevano su di esse e il suo ruolo nella
collettivit, cercando al contempo di individuare le debolezze su cui
lavorare per un eventuale intervento. Tutto ci, secondo Falanga,
rientrava nella dottrina preventiva della Stasi finalizzata all'intervento
prima che si concretizzasse una situazione sovversiva evitando lo scontro
diretto fra cittadino e sistema. 16
Gli OPK duravano in genere molti mesi e sfruttavano sistemi quali
intercettazioni, perquisizioni segrete e pedinamento, e se l'esito era
positivo si passava all'intervento diretto tramite il cosiddetto
procedimento operativo (Operativer Vorgang, OV).
L'obiettivo degli OV era la produzione delle prove sufficienti all'avvio di
un procedimento istruttorio che portasse all'arresto, all'ammissione di
colpevolezza e alla condanna degli incriminati in base alle norme
giuridiche della DDR. Falanga fa quindi notare il paradosso creatosi dal
fatto che un'unit dello Stato, la Stasi appunto, violava la Costituzione e
le garanzie che teoricamente erano sancite in essa a difesa di ogni
cittadino e costruiva le accuse necessarie alla sua condanna in caso di
dissidenza. 17
Le coperture normative per tutto ci erano i paragrafi del Codice penale
soprannominati "paragrafi di gomma": il 97-100, il 106-107 ed il 213-
219, che prevedevano la possibilit di sanzionare con pene fino a 15 anni
di carcere reati quali lo spionaggio, la cospirazione ai danni dello Stato, i
16 G. FALANGA, op. cit., p. 119
17 Ivi, p. 120

57
"comportamenti asociali" e la violazione illegale dei confini.18
I principali strumenti tecnico-operativi a disposizione erano
l'intercettazione e l'apertura della corrispondenza (provvedimento M), la
perquisizione segreta del domicilio, il pedinamento e l'osservazione di
una o pi persone, l'intercettazione telefonica (provvedimento 26),
l'installazione di cimici (provvedimento 26B), l'installazione di
microtelecamere (provvedimento 26D), la documentazione fotografica
dei movimenti del cittadino (provvedimento 26F), l'installazione di
microspie o radiogoniometri di rilevamento all'interno di autovetture per
l'intercettazione delle conversazioni o il rilevamento della posizione. 19
In un OV, quindi, si cercava di fare in modo che il cittadino ammettesse
apertamente la sua ostilit al regime, al partito o al comunismo e per far
ci veniva lasciata assoluta libert di operativit agli agenti il cui unico e
solo limite era la segretezza.

3.5 I "collaboratori non ufficiali"

Il contributo principale all'azione della Stasi veniva dai collaboratori non


ufficiali (Inoffizielle Mitarbeiter, IM), definiti da Mielke "l'arma
principale nella lotta contro il nemico"20. Si trattava della vera forza su
cui si fondava la Stasi: semplici cittadini che, per vari motivi e in vari
modi, collaboravano con il Ministero e che consentivano ad esso di
arrivare in ogni angolo della societ. I metodi per l'acquisizione di questo
tipo di collaboratori furono affinati dagli uomini di Mielke nei primi due
decenni di esistenza della DDR ed erano caratterizzati da una miscela
complessa di fiducia, timore e dipendenza psicologica indotti nel
18 Ibidem.
19 G. FALANGA, op. cit., p. 121
20 Ivi, p. 130

58
soggetto. 21
Questi IM erano persone comuni, normali, in maggioranza maschi (83%)
e provenienti da tutti i livelli della societ. L'avvicinamento poteva
avvenire sul lavoro, per strada, a casa o in una sezione della SED, della
FDJ o del sindacato, ma anche durante il servizio militare oppure in
prigione. Nel caso in cui si trattava di elementi affidabili, ovvero
funzionari e militanti della SED o persone verificate con OPK, venivano
contattati direttamente, oppure venivano ingannati spacciando la loro
collaborazione per un aiuto alla Volkspolizei o tramite inganni pi
complessi. A volte poi venivano costretti a collaborare con ricatti o
minacce di ritorsioni, ma gli ufficiali della Stasi in ogni caso erano tenuti
a trattare bene i soggetti in questione cercando di instaurare con loro un
rapporto di fiducia lusingandoli o tramite promesse di trattamenti speciali
e vantaggi materiali, consistenti sia in soldi e regali che in avanzamenti di
carriera, o anche facendo leva sul sentimento patriottico e ideologico
presente in molte persone. La durata della collaborazione variava
sensibilmente a seconda dei casi e poteva andare da pochi mesi a interi
decenni. La media statistica di questo tipo di collaborazione si attesta sui
6-10 anni22. Il sistema pi usato per interromperla era quello della
"decospirazione" volontaria, ovvero il farsi scoprire come collaboratore
della Stasi. In quel caso i funzionari interrompevano subito il rapporto e
solitamente senza particolari conseguenze o ritorsioni. 23
Le categorie di spie della Stasi erano:

- IM A (Ausland, "estero"): coloro che erano al servizio per azioni


oltrecortina, in particolare nella Germania Ovest.
21 Ivi, pp. 130-131
22 G. FALANGA, op. cit., p. 137.
23 cfr. Ivi, pp. 132-138.

59
- IM B (mit Feindberhrung, "a contatto col nemico"): coloro che
raccoglievano informazioni direttamente "dal nemico" avendo contatti
con persone dell'Ovest o fra i gruppi potenzialmente ostili.
- IM E (Experte, "esperto"): persone con particolari competenze in ambito
tecnico o scientifico e che venivano usate per singole consulenze o, pi
raramente, per delle indagini.
- IM K (Konspiration, "cospirazione"): ausiliari per la tutela della
segretezza e della sicurezza delle comunicazioni che offrivano aiuto
logistico, in genere mettendo a disposizione un appartamento, il telefono
o l'indirizzo di posta e che la Stasi ricompensava rimborsando tutte le
spese e in aggiunta eventuali regali in occasione delle festivit e compensi
in denaro.
- IM S (Sicherheit, "sicurezza"): la categoria pi numerosa, con oltre
93.000 rappresentanti nel 1988. Costoro non erano necessariamente legati
a precisi procedimenti operativi ma venivano reclutati a priori per
sorvegliare l'ambiente in cui vivevano. Erano le sonde della Stasi nella
quotidianit della DDR.
- F IM (Fhrungs-IM, "dirigenti"): IM di particolare abilit e fiducia a cui
veniva affidata direttamente la gestione di un gruppo di spie.
- KP (Kontaktperson): IMS senza dichiarazione scritta di collaborazione.
Forma scelta dai funzionari della Stasi quando il soggetto era disposto a
fornire informazioni senza compromettersi firmando un contratto oppure
non sapeva di parlare direttamente con la Stasi e veniva ingannato ed
indotto a credere di essere in contatto con poliziotti che indagavano su
reati comuni, con giornalisti in cerca di informazioni o addirittura con
agenti di altri servizi segreti.
- GMS (Gesellschaftlicher Mitarbeiter fr Sicherheit, "collaboratore

60
sociale alla sicurezza"): cittadini leali al regime ed impegnati direttamente
nelle istituzioni e nelle organizzazioni di massa che si rendevano
disponibili per incarichi politico-operativi. Costoro erano il collegamento
fra l'apparato dello Stato e del partito e la Stasi.
- UMA (Unsichtbare/Unbekannte Mitarbeiter, "collaboratori
invisibili/sconosciuti"): funzionari addetti alla sorveglianza del personale
della Stasi e degli organi militari e di sicurezza, con la missione di
prevenire fughe, diserzioni, tradimenti e contatti illeciti di ogni genere
con persone oltrecortina. Per questo motivo operavano nel segreto pi
assoluto ed i colleghi della Stasi, tranne un numero molto ristretto di
persone, non ne conoscevano l'esistenza.

3.6 Gli "ufficiali in servizio speciale"

Per quanto riguarda la sorveglianza e l'intervento diretto nell'apparato


statale il ministero di Mielke si affidava ad un altro tipo di figura: quella
degli ufficiali in servizio speciale (Offizier im besonderen Einsatz, OibE).
Costoro, a differenza degli IM, erano ufficiali della Stasi a tutti gli effetti
che per non lavorano per il Ministero, bens erano infiltrati sotto
copertura negli altri organi istituzionali ed all'insaputa di colleghi e
superiori vigilavano per conto della Stasi sui vari uffici della macchina
statale tedesco-orientale, assicurando l'aderenza dell'intera
amministazione alla linea del partito. Il loro contributo al tentativo di
stabilizzazione del regime operato dalla Stasi era cruciale. Garantivano
che la linea, decisa dal partito e applicata dal Ministero di Mielke, venisse
applicata fedelmente ed allo stesso tempo assolvevano alla funzione di
"agenzia di compensazione" delle lacune del sistema assunto dalla Stasi

61
stessa. Sostiene Falanga che gli OibE erano "l'espressione pi eloquente
della folle paranoia di un regime che si contorce e si involve nel controllo
disperato di s stesso".24

3.7 Conclusione

Questa struttura operativa riusciva quindi ad arrivare in tutti i settori della


societ, e il modo in cui essa influiva sul sistema sociale della DDR viene
definito da Gieseke nel suo saggio come ordinamento "post-stalinista": la
repressione attuata dalla Stasi nei primi decenni come "minaccia
manifesta", quindi reale e percepibile, assume succcessivamente la forma
di "minaccia potenziale" a causa della sua integrazione nella vita
quotidiana e del cambiamento dei suoi metodi operativi. 25 L'apparato
della Stasi quindi, specialmente dopo la svolta degli anni Settanta,
divenne una condizione generale immutabile percepita dai cittadini come
un'ombra che talvolta si palesava attraverso richieste di viaggio respinte,
lettere visibilmente aperte e controllate, strani crepitii nella linea
telefonica, ma sempre pronta a mostrarsi apertamente in caso di necessit.
26

24 cfr. G. FALANGA, op. cit., pp. 138-141


25 J. GIESEKE, Verso una storia sociale della DDR, dal volume Riflessioni sulla DDR - Prospettive
internazionali e interdisciplinari vent'anni dopo, a cura di M. MARTINI e T. SCHAARSCHMIDT,
Bologna, Il Mulino editore, 2009.
26 Ivi, p. 243-244

62
CAPITOLO IV
LE TESTIMONIANZE

63
Per capire in cosa consisteva praticamente l'impatto dell'attivit della
Stasi occorre analizzare le testimonianze dirette. In questo capitolo ho
voluto riportare tre testimonianze a parer mio significative tratte dal libro
"C'era una volta la DDR" di Anna Funder, giornalista australiana
specializzata in germanistica ed in storia della Germania, che ha
riportato nella sua opera le storie autentiche di chi, in vari modi, ha
avuto a che fare col Ministero di Mielke. Le testimonianze sono quelle di
una vittima, Miriam, un funzionario del Ministero, Herr Wintz, ed un ex
professore nell'accademia del MfS, Herr Bock.

La vittima: Miriam

Miriam Weber nacque a Lipsia nel 1952 e divenne un "nemico dello


Stato" all'et di sedici anni, nel 1968. In quell'anno il vento della
contestazione, soprattutto giovanile, aveva invaso tutto il mondo
arrivando anche oltre la Cortina di ferro con il nuovo corso in
Cecoslovacchia dovuto all'esperimento del "socialismo dal volto umano"
di Alexander Dubek. L'occasione per una manifestazione anche nella
citt di Lipsia fu data dall'abbattimento da parte del regime dell'antica
chiesa dell'Universit cittadina, senza alcuna consultazione pubblica. La
polizia intervenne sfollando i manifestanti con gli idranti ed arrestandoli.1

A sedici anni hai una certa idea di giustizia, e noi pensammo che cos
non andava. Non eravamo seriamente contro lo stato - a quello non
1 A. FUNDER, C'era una volta la DDR, Milano, Feltrinelli Editore, 2011, p. 21

64
avevamo pensato molto. Pensavamo semplicemente che non fosse giusto
malmenare la gente e caricare con i cavalli e cos via.2

Miriam e la sua amica Ursula decidono quindi di comprare in cartoleria


un kit-giocattolo per la stampa, unico mezzo per stampare allora non
sottoposto a rigorose licenze, e fecero dei volantini critici verso la
repressione appendendoli di notte in giro per la citt usando guanti per
non lasciare le impronte digitali. Tuttavia commisero l'errore di lasciarli
anche nelle cassette delle lettere di due ragazzi che conoscevano, ed il
giorno dopo uno dei genitori dei ragazzi avvis la polizia che mise in
movimento la Stasi. Gli agenti iniziarono ad interrogare i compagni di
classe dei ragazzi che avevano ricevuto i volantini, i genitori, gli
insegnanti ed il preside fino a restringere i sospetti arrivando cos a
perquisire la casa di Miriam dove trovarono alcune delle letterine di
gomma della pressa-giocattolo. Le due ragazze furono accusate del
crimine di "sedizione", arrestate e tenute in totale isolamento per un mese,
senza la visita n di genitori n tantomento degli avvocati e senza alcun
contatto col mondo esterno. Mentre la Stasi stringeva il cerchio intorno a
loro, le due ragazze si erano ripromesse di non ammettere niente in caso
di arresto, ma alla fine dopo l'incarcerazione confessarono e furono
rilasciate in attesa del processo. 3
Tuttavia per evitare la condanna Miriam decise di scappare ad Ovest. Si
rec con il treno a Berlino per cercare di scavalcare il Muro e rifugiarsi a
nella parte occidentale della citt, quindi scelse come punto della fuga la
zona di Bornholmer Brcke in cui la fortificazione costeggiava la linea
ferroviaria dell'Est. La notte di San Silvestro 1968 mise in atto il suo
2 Ibidem.
3 Ivi., pp. 22-23

65
piano: scavalc le recinzioni di alcuni orti posti ai limiti della frontiera,
prese una scala a pioli e si arrampic sul muro interno. Riusc ad arrivare
fino alla ringhiera esterna ma l fece scattare l'allarme e fu catturata dalle
guardie di frontiera e portata nella sede centrale della Stasi. 4
Fu riportata a Lipsia ed interrogata dagli agenti del Ministero che non
riuscivano a convincersi che avesse architettato e messo in atto la fuga da
sola e decisero di farla parlare mediante la tortura della privazione del
sonno. Venne interrogata per dieci giorni tutte le notti per sei ore, dalle 22
alle 4, con due ore di sonno dalle 20 alle 22. Durante il resto della
giornata non le era permesso di dormire e le guardie la sorvegliavano
costantemente impedendole di cedere al sonno anche ricorrendo a metodi
bruschi. 5 La privazione del sonno provoca nella vittima disorientamento,
freddo, perdita del senso del tempo e numerose disfunzioni neurologiche
provocando la riduzione del soggetto in uno stato psicotico simile alla
trance. Miriam riusc a far cessare la tortura soltanto perch invent una
storia tirando in ballo fantomatici dissidenti che l'avrebbero agganciata e
suggerito un piano di fuga in modo quasi casuale. 6
Gli agenti verificarono la storia e si accorsero dopo poco che era
inventata, ma evitarono di aggravarle la pena poich la privazione del
sonno era considerata tortura anche nella DDR. Inoltre era stata esercitata
su una minorenne e c'era il rischio che la ragazza lo rivelasse durante il
processo. Fu per comunque condannata ad un anno e mezzo di carcere
da scontare nel penitenziario femminile di Hoheneck. 7
La detenzione fu durissima. Al suo ingresso nel carcere le tocc il
"battesimo di benvenuto": due secondine le spingevano la testa a lungo in
4 Ivi, p. 27
5 Ivi, pp. 28-29
6 Ivi, pp. 31-32
7 Ivi, pp. 32-33

66
una vasca d'acqua fredda per poi urlarle insulti al momento in cui la
8
facevano riemergere. Anche le detenute erano brutali tra loro, con le
criminali comuni che ottenevano dei privilegi se abusavano delle detenute
politiche ed un sistema di baratto e scambi per ottenere assorbenti
igienici. Il lavoro si svolgeva in un'officina di confezionamento di
lenzuola e tutte le prigioniere venivano contate praticamente prima di
svolgere qualunque attivit. 9
Appena uscita dal carcere conobbe un bagnino, Karl-Heinz Weber detto
Charlie, anche lui sorvegliato dalla Stasi per un sospetto tentativo di fuga,
che spos. 10
La persecuzione del Ministero continu. A Miriam fu vietato di studiare
ed ogni volta che faceva domanda per l'assunzione ad un posto di lavoro
la Stasi faceva in modo di farla respingere. Per vivere faceva la fotografa
e vendeva le foto alle riviste sotto il nome di amici che poi le passavano i
soldi ricavati. Nel 1979 la sorella e il cognato di Miriam cercarono di
fuggire ad Ovest e Charlie li accompagn all'incontro con un corriere che
avrebbe dovuto portarli oltre confine, ma la Stasi segu ogni mossa e lo
arrest per poi rilasciarlo sotto libert condizionata. Nel settembre
dell'anno successivo, in occasione della delicata, e poi annullata, visita del
cancelliere tedesco-occidentale Helmut Schmidt programmata durante il
periodo della tensione provocata nel blocco orientale dalle proteste di
Solidarno in Polonia, le autorit della DDR decisero di arrestare
preventivamente chiunque potesse protestare o mettere in difficolt il
governo. Quindi Charlie torn in carcere dove mor il 15 ottobre 1980,
ufficialmente per suicidio. Tuttavia le spiegazioni fornite a Miriam dai
funzionari non combaciavano tra di loro e al funerale essi fecero di tutto
8 Ivi, p. 34
9 Ivi, p. 35-36
10 Ibidem

67
per evitare l'esposizione della salma che tuttavia alla fine ci fu e sul collo
del defunto, secondo Miriam, non c'erano segni di impiccagione mentre
erano evidenti le ferite alla testa. 11
Miriam, che aveva gi presentato domanda di espatrio quando il marito
era ancora vivo, fu per nove anni convocata circa una volta al mese dalla
Stasi per un colloquio, fino a quando nel maggio 1989 le comunicarono
che la domanda di espatrio era stata accettata e lasci la DDR a bordo di
uno dei treni carichi di profughi che in quegli ultimi mesi di esistenza
della Repubblica partivano in direzione Occidente.

Il funzionario: Herr Winz

Herr Winz era un ex-funzionario della Stasi che ha lavorato dal 1961 al
1990 nel controspionaggio a Potsdam. Anna Funder lo ha incontrato in
un bar della capitale del Brandenburgo dove Winz ha raccontato la sua
visione della storia della repressione. Il suo compito era quello di
reclutare giovani e fidatissimi cittadini della DDR, costruendo loro una
vita ad Ovest per infiltrarli nei servizi di sicurezza occidentali. 12
Avevamo gente dappertutto! Li avevamo ai pi alti livelli! Avevamo
Gnter Guillaume come segretario del cancelliere Brandt e Klaus Kuron
nel controspionaggio della Germania federale, e la donna che preparava
le relazioni quotidiane di intelligence per il cancelliere Kohl!13. Poi ha
spiegato come viveva nella Germania contemporanea da ex agente della
Stasi: Il nemico ha fatto una guerra di propaganda contro di noi, una
campagna diffamatoria e calunniatrice. Per questo non mi rivelo troppo
11 cfr. A. FUNDER, op. cit., pp. 37-41
12 Ivi, pp. 75-78
13 Ivi, p. 78

68
spesso alla gente. Ma a Potsdam vengono da me e dicono "avevate
ragione voi. Il capitalismo anche peggio di come ci dicevate. Nella
DDR una donna poteva andare in giro sola di notte! Si poteva lasciare la
porta di casa aperta!".14
Herr Winz inoltre ha spiegato che gli ex-agenti della Stasi si sono riuniti
in un Insiderkomite, un' associazione a tutela dei loro diritti reclamati,
come quello alla pensione e il sostegno reciproco in caso di procedimenti
giudiziari, legata alla PDS, oggi Die Linke. Esiste anche il sospetto che
questi ex-agenti si tutelino usando metodi poco leciti che ricalcano i loro
vecchi metodi, come minacce ed intimidazioni verso le ex-vittime. 15
In seguito continua esponendo la sua visione del mondo occidentale:
Questo capitalismo , soprattutto, sfruttamento! iniquo. brutale. I
ricchi diventano sempre pi ricchi e le masse si impoveriscono sempre di
pi. E dal capitalismo viene la guerra! Dall'imperialismo tedesco in
particolare! Ogni industriale un criminale di guerra con tutti gli altri,
ogni impresa in guerra con l'altra! Il capitalismo poi saccheggia il
pianeta - questo buco dell'ozono, lo sfruttamento delle foreste,
l'inquinamento - dobbiamo liberarci di questo sistema sociale! Altrimenti
la razza umana non durer altri cinquant'anni!16
Infine si rivolto alla Funder facendole il seguente appello: Ho gi
vissuto una rivoluzione, nel 1989, e ne riconosco i segnali. Questo
sistema ha un piede nella fossa! Ha i giorni contati! Il capitalismo non
durer! La rivoluzione in arrivo.17

Il professore: Herr Bock


14 A. FUNDER, op. cit., p. 79
15 Ivi, p. 77
16 Ibidem
17 Ivi, p. 80

69
Herr Bock era un professore all'Accademia di formazione del Ministero
ed insegnava la cosidetta "disciplina speciale" (Spezialdisziplin), ovvero
la scienza del reclutamento di informatori. 18
A Funder ha spiegato che il Ministero era diviso in due sezioni principali:
interna ("Difesa") ed esterna ("Controspionaggio"), e che lui insegnava
agli agenti destinati a lavorare nella Difesa, ovvero quelli che avevano il
ruolo di spiare e controllare i cittadini infiltrandosi in qualunque campo
della societ, citando l'esempio della Chiesa. Tutti i membri destinati
all'infiltrazione nelle varie comunit protestanti, che erano tra le
pochissime aree della societ in cui il pensiero dell'opposizione poteva
concretizzarsi in forme di protesta, necessitavano di una preparazione
teologica molto avanzata cos da poter passare pi credibilmente per
membri delle Chiese, quindi reclutavano direttamente gli studenti delle
scuole di teologia e li mettevano al servizio della Stasi. 19 Bock ha rivelato
che il 65% dei capi delle comunit erano informatori della Stasi e che
questo port ad un curioso paradosso nel 1989: nei gruppi di opposizione
delle comunit protestanti c'erano tantissimi informatori ingrandendone
notevolmente le file e facendole quindi apparire pi forti e consistenti,
spingendo quindi i cittadini ad unirsi ad esse. 20
I metodi della Stasi erano esposti in Direttive, come gi visto nel capitolo
precedente, e c'erano quattro aree principali: smascheramento talpe,
reclutamento di informatori, controllo operativo di persone
(sorveglianza), verifiche della sicurezza. La specializzazione di Herr
Bock, come gi detto, era il reclutamento.
Non c'era niente di improvvisato, dichiarava. Dovevamo decidere in
18 A. FUNDER, op. cit., p. 171
19 Ivi, pp. 172-173
20 Ivi, p. 173

70
quale zona della societ, su principi oggettivi, avevamo bisogno di un
informatore. Per esempio, poteva servirci in un caseggiato, in una
fabbrica, in un supermercato. Allora si faceva una valutazione razionale:
di che genere di persona c' bisogno qui? Quali qualit deve possedere?
Trovavamo tre o quattro persone che avevano i requisiti adatti. A loro
insaputa venivano osservate e valutate approfonditamente per
determinare se potessero essere contattate o meno. Il pi delle volte
coloro che accostavamo consentivano a farci da informatori. Era molto
raro che rifiutassero. Comunque a volte sentivamo che ci sarebbe stato
utile conoscere i loro punti deboli, in caso di bisogno. Per esempio, se
volevamo un pastore, scoprivamo se aveva una relazione, un problema di
alcol - cose che potevamo usare come mezzo di pressione. In generale,
per, la gente diceva subito di s. 21
Per quanto riguarda il "controllo operativo di persone", invece, Herr Bock
ha spiegato che consisteva nel controllo degli obiettivi tramite "tutti i
mezzi e i metodi praticabili". Gli obiettivi erano i "nemici", ovvero
chiunque avesse su di s il sospetto di attivit contro lo Stato.
Cercavamo nemici in tutte le aree [...]: nelle fabbriche, nell'apparato
statale, nella chiesa, nelle scuole e cos via. In effetti, con il passare del
tempo c'era sempre pi lavoro da fare perch la definizione di 'nemico' si
allargava sempre di pi, e secondo Bock c'erano altri professori
dell'Accademia che si dedicavano all'ampliamento del raggio d'azione
delle leggi per poter perseguire sempre pi casi sospetti. Anzi,
aggiungeva, si pu dire che le loro promozioni dipendevano da quello.
Tuttavia, sempre secondo Bock, anche secondo alcune delle teste pensanti
del partito unificato quegli articoli stavano diventando troppo ampi per

21 A. FUNDER, op. cit., p. 173

71
poter essere rispettati a dovere. 22
Herr Bock ha inoltre illustrato le qualit che doveva possedere un
informatore. Doveva essere in grado di adattarsi in fretta al mutare
delle situazioni e inserirsi con naturalezza in qualsiasi ambiente lo
mettessimo. E al tempo stesso doveva avere un carattere sufficientemente
stabile per conservare chiara nella mente l'idea che suo compito era
relazionare a noi. E soprattutto doveva essere sincero, fedele ed
affidabile. 23
Un altro argomento trattato dall'ex professore stato il compenso per gli
agenti: In realt non ricevevano quasi nulla. Ogni settimana dovevano
incontrarsi con i loro contatti, e per questo non erano pagati. Ogni tanto
potevano ottenere una piccola somma in cambio di una specifica
informazione. A volte ricevevano un regalo di compleanno.
Secondo lui, quindi, alcuni IM facevano il proprio compito perch
convinti della causa, ma la maggior parte di essi lo facevano per voglia di
dominio e superiorit.24

Herr Bock oggi fa il consulente d'affari, un lavoro apparentemente


inconsueto per un ex agente della Stasi. Eppure ha spiegato che quasi tutti
gli ex agenti si sono ricollocati in tutti gli ambiti riguardanti le pubbliche
relazioni come il settore assicurativo, il telemarketing o il settore
immobiliare sfruttando la loro capacit, affinata negli anni, di
convincere la gente a fare cose contrarie al proprio interesse.25

22 Ivi, p. 174
23 Ivi, p. 175
24 Ibidem
25 A. FUNDER, op. cit., p. 176.

72
Conclusione

Nei capitoli precedenti si voluta trattare in maniera pi tecnica la storia


e la struttura della Stasi, tuttavia per per poter comprendere pienamente
cosa volesse significare nel concreto la macchina repressiva della Stasi le
testimonianze raccolte da Anna Funder e che sono state utilizzate come
campione esemplificativo, sono un ausilio fondamentale. Leggendo i
racconti di chi ha vissuto sotto l'ombra del Ministero di Mielke si capisce
cosa ci volesse dire nella quotidianit, e soprattutto ci si rende conto
anche del punto di vista di chi era "dall'altro lato", ovvero chi faceva parte
della macchina repressiva, avendo alla fine una visione pi completa della
Stasi stessa e delle conseguenze del suo operato che si protraggono
ancora oggi.

73
CONCLUSIONI

74
La riflessione critica sulla Stasi offre diverse chiavi di lettura che sono
oggetto di dibattito fra gli studiosi. Innanzitutto occorre soffermarsi, come
fa Gianluca Falanga, sul modo in cui questo apparato stato spazzato via.
La DDR, secondo le riflessioni conclusive di Falanga nella sua
monografia sulla Stasi, era figlia del contesto storico ed era strettamente
legata ad esso: esisteva quindi in funzione della divisione fra i due
blocchi. La divisione non sarebbe stata quindi una condizione definitiva
per il popolo tedesco ma un atteggiamento generato da un contesto
politico, quello della Guerra fredda, del conflitto planetario fra le grandi
ideologie del Novecento e di opposti sistemi politico-economici, che non
sarebbe certamente durato in eterno26
L'inizio della fine dello Stato tedesco-orientale quindi, secondo Falanga,
sarebbe situato nella distensione degli anni Settanta e nella firma degli
accordi di Helsinki che resero la societ della DDR sempre pi
permeabile alle influenze occidentali e l'immagine ideologica del "nemico
occidentale" sempre pi assurda e lontana dalla percezione comune.
Inoltre lo sforzo economico della politica assistenziale di Honecker,
rivelatosi poi insostenibile e che avrebbe poi causato il tracollo
economico tedesco-orientale degli anni Ottanta, fece riprendere coraggio
al dissenso dopo lo shock della costruzione del Muro.
In questa situazione quindi la Stasi si ritrov, e in maniera pienamente
consapevole, a dover puntellare un sistema che si avviava sempre di pi
verso il crollo.
A leggere la descrizione dell'apparato della Stasi fatto da Falanga, e
ancora di pi le testimonianze contenute nel libro di Anna Funder e
riportate in questo elaborato, l'impressione che si pu avere quella di

26 G. FALANGA, Il Ministero della paranoia - Storia della Stasi, Roma, Carocci Editore, 2012, p. 255.

75
un'entit totalizzante che avrebbe invaso completamente la vita dei propri
cittadini che sarebbero vissuti con il costante timore di essa. Mary
Fulbrook a ci rispose con la sua sintesi dello "Stato popolare", in cui
gran parte della popolazione non avrebbe in realt mai avuto a che fare
con la Stasi conducendo una vita del tutto normale. " importante", scrive
la studiosa inglese, "osservare anche solo quante persone non ebbero mai
occasione di scontrarsi con questi confini ed ebbero sinceramente la
sensazione di poter condurre 'vite perfettamente normali'"27.
Il dibattito sulla societ della DDR quindi verte sul confronto fra il ruolo
e l'importanza della repressione nella concezione dello Stato totalitario di
ingiustizia e la tranquilla, sicura e confortevole "vita di nicchia", concetti
definiti da Gieseke nel suo saggio come "la Stasi", ovvero la repressione,
contro "l'asilo nido", quest'ultimo identificato come il simbolo
dell'assistenza sociale nella Germania orientale. 28
Al riguardo occorre notare che, nella percezione attuale, le misure di
decomposizione attuate dalla Stasi sono viste come l'apice della
perfezione raggiunto dal totalitarismo nel suo tentativo di penetrazione
psicologica dell'individuo ad icona di una societ in cui esistevano
apparenti "nicchie" di libert in realt manipolate con i metodi pi
sofisticati possibili dal Ministero di Mielke. Tuttavia Gieseke rimarca due
questioni importanti: innanzitutto che soltanto una cerchia relativamente
ristretta di popolazione fu colpita dalle suddette misure di
"decomposizione", il cui numero, se rapportato al totale degli arresti
annui, non assurse mai alla predominanza attribuitagli oggi. Inoltre la loro
stessa natura svelano il carattere difensivo assunto dal regime tedesco-
27 J. GIESEKE, Verso una storia sociale della DDR, in Riflessioni sulla DDR - Prospettive internazionali e
interdisciplinari vent'anni dopo, a cura di M. MARTINI e T. SCHAARSCHMIDT, Bologna, Il Mulino,
2009.
28 Ivi, p. 231

76
orientale dagli anni Settanta. Il regime che negli anni Cinquanta non si era
fatto alcuno scrupolo ad imprigionare migliaia di persone adesso snervava
gli oppositori con mezzi psicologici. Questo, sempre secondo Gieseke,
indicativo dell'indebolimento del regime iniziato negli anni Settanta e
citato anche da Falanga. 29
Sulla percezione sociale della DDR da parte del suo stesso popolo oggi,
invece, Fulbrook fa notare che la memoria collettiva degli ex-cittadini
dello Stato tedesco-orientale, soprattutto dopo la disoccupazione e la
depressione economica che hanno colpito i Lnder orientali dopo la
riunificazione, tende a percepire la defunta nazione in modo nostalgico. I
sondaggi e le interviste citati dall'autrice hanno rilevato che gli interpellati
sottolineavano ripetutamente la mancanza del loro senso di sicurezza
(Geborgenheit), ovvero del fatto che nella DDR non esisteva il senso di
incertezza e "paura dell'esistenza" (Existenzngste) perch tutto era
regolato e programmato.30
La stessa definizione di "totalitarismo" secondo Schaarschmidt fu
condizionata dal concentrarsi da parte della ricerca storica sulle strutture
di potere, sulla persecuzione e sulla resistenza mentre invece l'influsso
della dittatura sulla quotidianit fu considerato in modo secondario. 31
In realt Fulbrook definisce quella della SED come una "dittatura
partecipativa": il popolo partecipava in massa non soltanto nelle strutture
ineludibili, ma anche nelle organizzazioni di massa e nei partiti, nelle
organizzazioni locali e nei gruppi assistenziali. 32
Questo, insieme alla relativa sotto-occupazione diffusa che lasciava
29 Ivi, pp. 234-235
30 M. FULBROOK, Il 1989 come cesura storica, sociale e individuale - Storia e generazioni prima e dopo la
"Wende", in Riflessioni sulla DDR - Prospettive internazionali e interdisciplinari vent'anni dopo.
31 T. SCHAARSCHMIDT, Il concetto di totalitarismo come categoria interpretativa occidentale e la sua
rinascita dopo il 1989, in Riflessioni sulla DDR - Prospettive internazionali e interdisciplinari vent'anni
dopo.
32 M. FULBROOK, op. cit., p. 54

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tempo sufficiente per la socializzazione anche durante le ore di lavoro,
contribu a formare un quadro peculiare di relazioni sociali il cui lascito
consiste in valori ancora oggi condivisi dagli ex-cittadini tedesco-orientali
come il concetto di "far parte di una collettivit", l'alto valore attribuito ai
concetti di sicurezza e ordine e all'idea di una "vita ordinata" confrontato
con la concezione di vita individualistica occidentale basata sui
meccanismi del capitalismo, del consumismo e della disponibilit di
denaro della "societ del rischio" incarnata nella democrazia liberale. 33
In tutto ci la Stasi viene percepita in modo relativamente marginale.
L'80% degli ex cittadini della DDR ha dichiarato nei rilevamenti riportati
da Fulbrook che per loro il Ministero di Mielke non rappresentava un
problema rilevante. Naturalmente per una minoranza esso era il simbolo
del fallimento delle aspettative verso la loro nazione. Ma per molti
tedeschi orientali la sensazione che conoscessero i parametri, i termini,
che potessero individuare con relativa semplicit gli IM, e molti hanno
anche dichiarato di aver collaborato abitualmente agli accertamenti. La
Stasi veniva addirittura vista da alcuni come fonte di sicurezza,
considerata come un modo per proteggere lo Stato o vista semplicemente
come un elemento normale di ogni Stato moderno con equivalenti anche
nei Paesi occidentali. 34
In conclusione va notato un passaggio fondamentale: possibile che
l'accento sulle "vite perfettamente normali" sia anche una reazione
difensiva dei tedeschi orientali contro l'immagine della DDR data in
Occidente come una dittatura fortemente repressiva e "malvagia" in cui
chiunque non combattesse contro di essa era complice dell'oppressione. 35
L'aver concentrato l'attenzione sul terrore, sulla repressione, sulla Stasi e
33 Ivi, p. 55
34 Ivi pp. 55-56
35 Ivi, pp. 53-57

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sul Muro ha indotto un sottolineamento da parte di molti tedeschi dell'Est
delle loro "vite perfettamente normali" che andrebbe letto come una presa
di distanza da ogni coinvolgimento personale nelle politiche della DDR,
tuttavia rimane un dato di fatto che impossibile ignorare.

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BIBLIOGRAFIA

G. FALANGA, Il Ministero della paranoia - Storia della Stasi, Roma,


Carocci Editore, 2012.

A. FUNDER, C'era una volta la DDR, Milano, Feltrinelli Editore, 2011.

U. MHLERT, La DDR - Una storia breve, Milano, Mimesis Edizioni,


2009.

A. MISSIROLI, La questione tedesca - Le due Germanie dalla divisione


all'unit (1945/1990), Firenze, Ponte alle Grazie, 1991

M. FULBROOK, Il 1989 come cesura storica, sociale e individuale -


Storia e generazioni prima e dopo la "Wende", in M. MARTINI e T.
SCHAARSCHMIDT (a cura di), Riflessioni sulla DDR - Prospettive
internazionali e interdisciplinari vent'anni dopo, Bologna, Il Mulino
editore, 2009.

J. GIESEKE, Verso una storia sociale della DDR, in op. cit.

T. SCHAARSCHMIDT, Il concetto di totalitarismo come categoria


interpretativa occidentale e la sua rinascita dopo il 1989, in op. cit.

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