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SCRITTI MONDIALISTI
aggiornato al 09/07/2016
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INDICE
MONDIALISMO E ISLAM
Israele combatte per noi 39
Per una vera pace 41
La posta in gioco 43
Stupri islamici, le femministe tacciono 44
Il Dio di Ges Cristo non il dio di Maometto 46
Il Mondialismo non un imperialismo 49
Israele in pericolo, Europa indifferente 51
Iran, l'attacco preventivo il male minore 53
Israele risponde all'attacco terrorista di Hamas,
nonostante la pusillanimit del mondo 56
Adesso Ahmadinejad davvero un tiranno. Abbattiamolo! 59
Sul mare di Gaza Israele combatte per difendere la civilt 62
Chi brucia il Corano "pazzo". E chi uccide in nome del Corano? 66
LIslam nemico del genere umano. Fermiamolo! 69
Fermare lIslam per salvare anche gli islamici 72
Dal Marocco allo Yemen i popoli lottano per libert e democrazia 74
Dichiarazione di sostegno al popolo libico in lotta
per libert e democrazia 77
Tripoli liberata dal tiranno. Prossima tappa: Damasco! 78
No alla menzogna dello Stato palestinese! 80
Gheddafi ucciso, sic semper tyrannis! 82
Dichiarazione di sostegno al popolo siriano in lotta per libert e democrazia 83
"Pillar of Defense", Israele difende libert e democrazia 86
Lost in action 89
L'Islam deve scegliere: integrarsi o scomparire 91
Messaggio del Partito Mondialista al popolo di Egitto
in lotta per libert e democrazia 93
La "Shale Revolution" e l'Impero Mondiale 94
A Gaza Israele combatte per difendere la civilt 97
L'Islam, il Cristianesimo e l'invidia del kalashnikov 100
Alla guerra dichiarata dall'Islam si deve rispondere con la guerra 103
Contro l'Islam assassino ci vogliono rimedi estremi 106
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MONDIALISMO E RUSSIA
Petrolio e libert 119
Bisogna fermare Putin. subito 121
Putin e Ahmadinejad padroni d'Eurasia 123
Satellite abbattuto, lo scudo USA funziona. E Putin mastica amaro... 125
Tra Kossovo e Ossezia la democrazia fa la differenza 127
Un Anello per domare Putin 129
Chi conquista l'Heartland libera l'Eurasia (da Putin) 131
Ucraina libera, prossima tappa: Mosca ! 133
Invasione dell'Ucraina, per Putin l'inizio della fine 135
I fatti d'ucraina nel progetto mondialista e la risposta personale ad esso 137
MONDIALISMO E CINA
Tibet in croce, boicottare la Cina un dovere 141
Libert per gli Uiguri, o andranno con Al Qaeda 144
I giovani musulmani non gridano pi Morte a Israele.
E adesso tocca alla Cina 146
MONDIALISMO E AMERICA
America, Report scopre lacqua calda 149
I leaders cambiano, noi restiamo. E resistiamo 151
L'America di Obama lega le mani a Israele 153
Obama un incapace, la salvezza verr da Israele 155
1919-1991, le occasioni perdute dell'America 159
Scoop di Wikileaks: lAmerica non vuole vincere in Afghanistan 163
Con Obama l'America tradisce la sua missione 166
Messaggio dal futuro 168
Il tiranno Obama va eliminato. Ora! 171
MONDIALISMO E ANTIMONDIALISMO
Antonioni, il comunista che sognava l'apocalisse 175
Contro la fame, cambia i regimi 177
Harry Potter dei nostri. E anche le Winx 179
Contro il fondamentalismo induista ci vuole pi mondialismo 181
Buttafuoco si rassegni, l'Occidente non al tramonto 183
Nazione, il regalo avvelenato della Francia al mondo 186
Il generale svela le menzogne degli eurasisti 188
Per i mille Kossovo del pianeta lunica soluzione lImpero mondiale 194
Solo l'Impero mondiale pu risolvere il problema dei rom 197
La lotta tra Oriente e Occidente in un fumetto per ragazze 200
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MONDIALISMO E CRISTIANESIMO
La Chiesa ha tradito Ges Cristo? No, ma alcuni cattolici 235
La Chiesa non si schiera, i cristiani s: contro Israele e USA 239
Senza Impero non c Chiesa 242
Senza Chiesa niente Impero 245
Lefebvriani, antimondialismo e latinorum 247
A Gerusalemme cambiano i patriarchi ma le menzogne restano 250
La meta finale della Storia: l'Impero mondiale dei figli dell'uomo 253
Il "dialogo Chiesa-Islam" come l'Asse Roma-Berlino? 258
Karol Wojtyla, un Beato mondialista 262
Da un piccolo seme nascer l'Impero mondiale 264
La Chiesa diventata islamica 267
Il Papa Francesco e il nordamerica "morto" per la Chiesa 271
Messaggio del Partito Mondialista a Sua Santit Papa Francesco I
in occasione della veglia di preghiera e digiuno per la pace in Siria 274
La Chiesa diventa razzista contro Israele 277
Da Betlemme le solite menzogne di Natale 279
L'ingenuit del Papa sulla guerra e i mal di pancia dei cattolici 284
La lezione della Scozia al mondo: unit ! 287
Incarnazione e Stato Mondiale: riflessioni
su una recente affermazione di un teologo cristiano 289
La Chiesa "mondana" e antimoderna si allea
con il tiranno Putin e con l'Islam assassino 291
La Chiesa diventa politeista per odio verso l'Impero mondiale 294
Obama e Bergoglio, i traditori del Mondialismo 296
Bergoglio vuole il suicidio dell'umanit. Noi no 298
La Chiesa Occidente o non 301
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nella natura di questo mondo destinato a perire che il giorno si alterni alla
notte, che il buon grano sia mescolato alla paglia, l'oro al piombo e la verit pi
eccelsa alla pi sordida menzogna. Nulla di sorprendente, dunque, se intorno al
mondialismo - inteso quale visione comprensiva della societ e dello Stato - e a
quanti se ne fanno portatori nelle diverse epoche storiche, i mondialisti, esiste una
gran variet di opinioni contrastanti: alcuni (pochi in verit) ci considerano poco
meno che santi ed eroi, menti illuminate che cercano di gettare ponti tra i popoli per
costruire un'umanit nuova; altri (la gran maggioranza) ci accusano di essere una
congrega di avidi profittatori, sempre intenti a ordire complotti per sovvertire
governi, per abbattere le Tradizioni (dove mai vanno a ficcarsi, le Tradizioni!) e la
Religione (quale, di grazia?), per cancellare le diversit nazionali e creare un'umanit
"omologata" che adori soltanto il dio Dollaro. Una confusione ancor pi grande, se
possibile, sussiste riguardo alle nostre origini, alla nostra identit collettiva: c' chi ci
bolla sic et simpliciter come massoni, anticlericali, addirittura satanisti... Nulla di
sorprendente, lo ripetiamo, poich, come dice il Filosofo, la verit una, l'errore
molteplice. Ma poich la molteplicit delle opinioni errate su di noi rischia di
confondere le menti di chi non possiede sufficienti conoscenze e spirito critico, il
comitato direttivo dell'Associazione Internazionale "New Atlantis for a World
Empire", in unione con tutti gli aderenti, ha deciso di pubblicare questa succinta
esposizione storica, per spiegare in modo chiaro ed esauriente, chi siamo, da dove
veniamo e cosa vogliamo.
***
La nostra storia inizia il mattino del giorno di Pasqua dell'anno del Signore
1118, quando un gruppo di cavalieri crociati, sotto la guida del nobile Hugues de
Payns e del suo fraterno amico Gaudefroy de Saint-Homer, giurarono nelle mani del
patriarca di Gerusalemme Gormond de Picquigny di voler osservare in perpetuo i voti
di castit, obbedienza e povert e di combattere fino alla morte contro gli infedeli per
difendere i pellegrini di Terrasanta; una decisione provvidenziale, poich subito dopo
il re Baldovino II di Gerusalemme, entusiasta dell'iniziativa, assegnava loro come
sede alcuni locali del palazzo reale in prossimit della Cupola della Roccia, costruita
dai musulmani sulle rovine dell'antico Tempio di Salomone. Cos nacque l'Ordine dei
Poveri compagni d'armi di Cristo e del Tempio di Salomone (Pauperes commilitones
Christi templique Salomonis), presto divenuti pi noti come milites templi e, nelle
varie lingue europee, templiers, templars, Tempelritter, templarios, Templari.
Dieci anni dopo, il concilio di Troyes approv la nostra regola, redatta da
Bernardo di Chiaravalle, e da allora l'Ordine crebbe in potenza e prestigio, sino a
ottenere dai Papi l'esenzione da ogni tassa imposta dai sovrani temporali e
l'assoggettamento alla giurisdizione esclusiva della Sede Apostolica. Combattemmo
con onore in Terrasanta, anche se non riuscimmo a impedire che i regni cristiani
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li costrinse a confessare falsamente di aver commesso atti di sodomia sui novizi - per
tali vennero fatte passare le umiliazioni cui di buon grado essi si sottoponevano, a
imitazione dell'Uomo dei dolori - e soprattutto di aver adorato l'idolo chiamato
Baphomet o Bafometto - che in realt, come sopra abbiamo detto, era il Volto della
Sindone -. Il nostro Gran Maestro Jacques de Molay confidava nell'aiuto del Papa; e
in verit Clemente V, pur gi prigioniero ad Avignone, riusc a farsi consegnare i
prigionieri, che subito ritrattarono le confessioni loro estorte, e ad avocare a s il
processo che si protrasse fino al 1312, allorch al concilio di Vienne i cardinali non
riuscirono a trovare un accordo sulla richiesta di condanna. Il Papa stesso era
intenzionato ad assolverci formalmente dall'accusa di eresia (la pi grave e
pericolosa); ma le pressioni di Filippo, deciso addirittura a provocare uno scisma
della Chiesa di Francia, e il ricordo terribile dell'attentato di Anagni al suo
predecessore Bonifacio VIII prevalsero sulla voce della coscienza. Con la bolla Vox
in excelso il Papa, pur riconoscendo l'assenza di colpa, sciolse l'Ordine per legitima
suspicio, proibendone la ricostituzione sotto pena della scomunica, e il 18 marzo
1314 Jacques de Molay e il precettore di Normandia Geoffrey de Charny furono arsi
vivi a Parigi, sull'isoletta della Senna detta "dei giudei".
Quel giorno i nostri occhi si aprirono, e comprendemmo che la soggezione del
Papato ai sovrani temporali metteva nelle mani di questi un formidabile potere: il
potere della fede. L'accusa di eresia, brandita contro di noi come una spada, ci aveva
d'un colpo alienato le simpatie del popolo; allo stesso modo qualunque oppositore di
questo o quell'altro re o feudatario avrebbe potuto esser messo a morte col favore di
una folla plaudente, purch si trovassero falsi testimoni disposti ad accusarlo.
Comprendemmo che non ci sarebbe mai stata pace per la Cristianit fin quando
Chiesa e Stato non fossero stati profondamente riformati dall'interno come avevano
auspicato san Francesco d'Assisi e san Domenico di Guzmn, sottraendo le questioni
religiose alla giurisdizione secolare e garantendo a ogni essere umano il diritto di
rivolgersi a Dio secondo il dettame di una libera coscienza, senz'altro limite che
quello della difesa delle altrui persone e beni. Da allora questa divenne la nostra
missione.
***
Enrico il Navigatore.
Il nostro primo obiettivo fu di consolidare ed estendere le colonie al di l
dell'Atlantico: perci nel 1398 Lord Henry Sinclair, Gran Maestro dell'Ordine
scozzese, part con 12 navi e un equipaggio multietnico verso la terra allora chiamata
Nuova Scozia ed oggi Rhode Island ove pass l'inverno, per poi esplorare il New
England e il Massachusetts; prove del suo viaggio sono la torre ottagonale costruita a
Newport (Rhode Island), la grande stele di Westford (nel Massachusetts) che
raffigura un cavaliere in armatura con le insegne di Sir James Gunn, luogotenente di
Sinclair, e lo scheletro in armatura ritrovato nel 1832 a Fall River (sempre in
Massachusetts). I nostri fratelli di Lisbona, invece, favorirono l'esplorazione
dell'America centrale da parte dei Portoghesi.
Fra i nostri progetti c'era la fondazione di un regno in Messico da chiamare
Arcadia, che avrebbe dovuto esser popolato da membri delle tre religioni ed esser
ispirato ai princpi della separazione fra Stato e Chiesa e della tolleranza religiosa; in
questo piano coinvolgemmo non solo l'ordine francescano, ma anche il cardinale
genovese Giovanni Battista Cybo - che col nostro aiuto divenne Papa col nome di
Innocenzo VIII - e uno dei suoi figli naturali, un valente marinaio che aveva sposato
la figlia di un nostro gran Maestro e che proteggeva i suoi natali sotto il falso nome
di... Cristoforo Colombo. Davvero credevate che la scoperta dell'America sia
avvenuta per caso? Chi di voi sa che sulla tomba di Innocenzo, in san Pietro, sta
scritto: "Durante il suo regno la scoperta di un Nuovo Mondo"? E come sarebbe stato
possibile scrivere una tale assurdit, dal momento che quel Papa morto il 25 luglio
1492 e Colombo partito da Palos il 3 agosto, se quel viaggio fosse stato il primo? E
perch mai le bianche vele delle tre caravelle recavano impressa la croce rossa del
nostro Ordine? Per un caso? Davvero credete che Colombo abbia avuto solo molta
fortuna nell'approfittare delle correnti favorevoli, o che fosse ridotto alla disperazione
quando il suo equipaggio si ribell ed egli offr la sua testa se entro tre giorni non
avessero avvistato terra, e la sera del terzo giorno cos avvenne? E perch decise di
attendere l'alba del 12 ottobre per sbarcare, ancora per un caso? Nessun caso, nessuna
fortuna, niente disperazione. Semplicemente, Colombo aveva gi percorso quella
rotta nel 1485, istruito da marinai portoghesi che a loro volta avevano appreso da noi;
semplicemente, la sua spedizione "ufficiale" fu finanziata dai nostri fratelli spagnoli,
che fornirono anche marinai esperti nel seguire la rotta; e la data del 12 ottobre,
semplicemente, era il giorno in cui Filippo l'Infame aveva inviato i suoi sgherri a
portare in tutto il regno di Francia l'ordine di arresto dei nostri predecessori, la vigilia
dell'anniversario di quel giorno tremendo e provvidenziale in cui noi Templari
scomparimmo visibilmente dal mondo per rinnovarlo nel segreto.
Per nostra iattura Ferdinando V d'Aragona, nuovo re della Spagna riunificata,
aveva stretto intesa alle nostre spalle con Rodrigo Borgia, che proprio quell'anno
sarebbe divenuto Papa col nome di Alessandro VI, e fece in modo che
nell'equipaggio fossero inclusi alcuni "gentiluomini", spie che prima sobillarono i
marinai, poi obbligarono il genovese ad attraccare su un'isola anzich raggiungere il
continente; non perch il re volesse frenare l'ambizione dell'ammiraglio - al quale era
stato promesso il titolo di governatore delle terre da scoprire - come credono gli
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resistenza al nazifascismo e poi nel corso della Guerra Fredda. Il frutto migliore del
nostro lavoro di squadra e compasso fu il superamento dell'ormai antistorica
diffidenza di Washington nei confronti della Chiesa cattolica, che port il Presidente
degli Stati Uniti Ronald Reagan il Precursore e il Pontefice Giovanni Paolo II il
Grande ad allearsi per combattere e alfine sconfiggere il comunismo.
***
Questa la nostra storia. Oggi una buona parte dei nostri obiettivi iniziali si
realizzata. La Chiesa cattolica ha riconosciuto nella dichiarazione conciliare
Dignitatis humanae che il dovere, fondamentale per ogni essere umano, di ricercare
la Verit e di aderire ad essa, per essere conforme alla dignit dell'uomo creato
intelligente a immagine di Dio deve esercitarsi senza costrizioni esterne, nella libert
da persecuzioni motivate dall'appartenenza o meno a una determinata religione. Gli
Stati democratici e liberali, dal canto loro, hanno accettato i princpi di libert e
uguaglianza per tutti i loro cittadini, combattendo le discriminazioni fondate sul
sesso, sulla razza e sulla religione.
Ora resta da compiere l'ultimo sforzo: stabilire l'uguaglianza di tutti gli esseri
umani al di l delle barriere costituite dalle diverse appartenenze nazionali. Ci potr
avvenire solo con la creazione di una Lega delle Democrazie la cui guida dovr
essere assunta dal popolo e dal governo degli Stati Uniti d'America, il primo paese in
cui sono stati proclamati gli immortali diritti di ogni uomo alla vita, alla libert e alla
ricerca della felicit. Questa Lega delle Democrazie dovr utilizzare tutti i mezzi -
dalle sanzioni diplomatiche ed economiche fino alla guerra - per abbattere le dittature
nazionalcomuniste e le tirannie nazislamiche in Russia, in Cina, in Iran, in Venezuela
e in tutti i paesi del Terzo Mondo oppressi dalla fame e dalla miseria materiale e
spirituale, per stabilire in quei paesi governi liberaldemocratici rispettosi dei diritti
dell'uomo, per costruire apparati burocratici efficienti e rispettosi della legge e una
magistratura indipendente da pressioni di gruppi politici, economici e religiosi. Il
punto omega di questo processo sar inevitabilmente la creazione di un Impero
mondiale a struttura federale, nel quale la pi ampia autonomia finanziaria e
gestionale dei singoli territori si accompagni a un massiccio investimento di capitali e
di conoscenze per sollevare la condizione della Russia, della Cina e del Sud del
pianeta al livello dell'Occidente, e per garantire a tutto il genere umano l'uguaglianza
nella libert e nella prosperit. A questo altissimo impegno si dedica, oggi come ieri,
l'Associazione Internazionale "New Atlantis for a World Empire" e il suo ramo
esecutivo, il Partito Mondialista.
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IL PARTITO MONDIALISTA:
FUNZIONE E STRUTTURA
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INTRODUZIONE
Uno spettro si aggira per la Terra di Mezzo: lo spettro del mondialismo. Tutte le
potenze dellEurabia si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo
spettro: il vecchio califfo e il nuovo zar, il re di Francia e il cancelliere di Prussia,
contadini, intellettuali e ambientalisti.
Dov' il partito di opposizione che non sia stato bollato di mondialismo dai suoi
avversari al governo, dove il partito di opposizione che non abbia ritorto l'infamante
accusa di mondialismo sia contro gli esponenti pi progressisti dell'opposizione che
contro i suoi avversari reazionari? In Italia si pu persino assistere allo spettacolo di
un partito di maggioranza che accusa, volta a volta, questo o quellaltro alleato di
essere horribile dictu! massone, tecnocratico e cosmopolitico, in una parola:
mondialista.
SOLDATI E BORGHESI
La storia di ogni societ stata finora la storia di una lotta allultimo sangue fra
soldati e borghesi.
Dopo i secoli bui del Medioevo, il Duecento vide la nascita della borghesia: i
servi della gleba, in fuga dalle corves feudali, si affrancarono trasferendosi nei
Comuni italiani e nelle ricche citt commerciali dellHansa, e fecero la fortuna loro e
quella dei propri discendenti; da qui si afferm il luogo comune laria della citt
rende liberi.
L'innovazione non riguard solo la sfera economica della vita: pittura, scultura e
architettura abbandonarono gli stilemi romanico-gotici e si aprirono alla prospettiva;
la cosmologia tolemaica, con le sue sfere cristalline e la Terra al centro delluniverso,
lasci il posto ad uno spazio infinito, nel quale potevano trovar posto persino nuovi
mondi, nuove Terre da esplorare. Anche in letteratura soffi un vento nuovo: ai
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romanzi cavallereschi, allarmi e agli amori dei nobili si sostituirono i viaggi in paesi
lontani di mercanti e naturalisti; i nuovi eroi non si chiamarono pi Orlando e
Lancillotto, ma Ferdinando Magellano e Robinson Crusoe.
La borghesia ha prodotto, nel corso del suo tricentenario dominio di classe, forze
produttive pi massicce e colossali di tutte le altre generazioni messe insieme.
Controllo delle forze della natura, macchine, impiego della chimica nell'industria e
nell'agricoltura, navigazione a vapore, ferrovie, telegrafi elettrici, dissodamento di
interi continenti, navigabilit dei fiumi, popolazioni intere fatte nascere dal nulla:
quale secolo passato sospettava che tali forze produttive giacessero nel grembo del
lavoro sociale?
annientare i suoi nemici; prima con i superiori mezzi bellici approntati dalleconomia
di mercato, e senza che ne risentisse il benessere dei civili mentre la Germania
nazista e lItalietta fascista si trasformavano in caserme, povere di armi e di pane ,
poi vincendo la gara con lUnione Sovietica per assicurare alle grandi masse un
tenore di vita crescente, la libert dalle malattie e dalla povert. Dopo settantanni la
bandiera rossa stata ammainata dal Cremlino, e la borghesia ha trionfato.
Per dieci anni parso a tutti gli osservatori che la borghesia, il mercato che ne
alimenta la ricchezza e il potere, e la democrazia liberale che ne costituisce
lespressione politica, avessero preso il sopravvento su tutto il pianeta. La sconfitta di
Saddam Hussein nella grande guerra del Golfo, con la liberazione del piccolo Stato
del Kuwait, e la disfatta del tiranno Milosevic sembrarono sancire la nascita di un
Nuovo Ordine Mondiale, regno di pace e di benessere, regno di libert e giustizia per
tutti. A infrangere questo idillico quadretto provvide fin da subito il genocidio nel
Ruanda: la colpevole inerzia delle Nazioni Unite, la loro incapacit dimpedire la
colossale mattanza furono la spia evidente della loro inadeguatezza a farsi garanti
della pace da tutti agognata. Nello stesso tempo, approfittando dellambiguo
programma Oil for Food, il segretario generale dellOnu, Kofi Annan e suo figlio si
arricchivano scandalosamente intascando le regalie del tiranno baathista. Infine, il
sorgere di un movimento integralista islamico, pronto a usare i mezzi pi vili e abietti
per esorcizzare il secolare complesso dinferiorit dellIslam nei confronti
dellOccidente, e attuare il folle progetto di un califfato mondiale sotto le insegne del
falso profeta e vero assassino bin Laden, ha prodotto un crescendo di attentati
terroristici che ha avuto il suo tragico Golgota nellinfame distruzione delle Torri
Gemelle di New York e del Pentagono di Washington.
II
I MONDIALISTI
I mondialisti si distinguono dai restanti partiti solo perch, d'un lato, nelle
diverse lotte nazionali dei borghesi, dei liberali e dei democratici essi pongono in
evidenza e affermano gli interessi comuni di tutta lumanit, indipendentemente dalla
nazionalit; dall'altro, perch essi esprimono sempre l'interesse complessivo del
movimento ideale nelle diverse fasi in cui si sviluppa la lotta fra apertura e chiusura,
fra societ e comunit, fra libert e tirannide.
Gli Ebrei, costretti, a causa del divieto di esercitare qualsiasi mestiere puro, a
svolgere le attivit di cambiavalute e banchieri per vivere, furono per primi indotti a
non radicarsi in una classe o corporazione, in una citt o nazione particolare, ma ad
essere pienamente individui cosmopolitici, e quindi anche cosmostorici (cio autori e
determinatori della storia del mondo).
Puritani e calvinisti, dal canto loro, perseguitati dai loro sovrani, costretti ad
emigrare in nuove terre, scoprirono di non poter riporre la propria sicurezza in uno
Stato-madre onnipotente e totalitario; compresero il valore immenso della libert e
linfinita dignit dellindividuo solo in mezzo a una natura selvaggia da domare, ritto
con la propria coscienza davanti a Dio; e diedero forma logica e giuridica a tali
immortali princpi, edificando una societ nella quale la difesa delle istituzioni era
affidata alla probit e al senso dellonore di tutti i suoi cittadini, e dove chiunque,
purch avesse talenti e forza di volont per svilupparli, poteva ascendere ai massimi
gradini della scala sociale, indipendentemente dal colore della pelle e dalla nazione di
provenienza.
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Il primo compito dei mondialisti identico a quello di tutti gli altri partiti
liberaldemocratici: costituzione della borghesia in classe, annientamento del dominio
della tirannide, conquista del potere politico da parte della borghesia.
Mondialismo e Tradizione
In una parola, essi ci accusano di voler abolire la base del loro dominio.
proprio quello che vogliamo.
Mondialismo e nazionalismo
Mondialismo e Religione
Siamo ben consapevoli del fatto che nessuna societ aperta, complessa e
differenziata al suo interno pu sopravvivere senza un consenso di fondo su principi e
valori strutturanti la convivenza; principi e valori che sono propri di tutti gli uomini
come individui, ma che solo il Cristianesimo come religione organizzata ha fatto
emergere alla luce della consapevolezza e innalzato a pilastri angolari di una civilt
universale. Il mondialista non sar mai un ateo ignorante, un libertino senza cervello,
un maiale sazio e annoiato.
Oppure parlate della religione come custode dei valori tradizionali, delle culture
terzomondiste?
1. Mondialismo e Islam
L'eliminazione del potere delle gerarchie religiose nei paesi islamici non
qualcosa di specificamente mondialista.
per gli uomini; ma essa trova il suo completamento nell'imposizione alle donne di
non avere una dignit e nella schiavit delle mogli.
Ma essi dicono che noi aboliamo i rapporti pi cari sostituendo con l'educazione
laica quella impartita dai dottori del Corano.
E forse che la loro stessa educazione non determinata dalla societ? Dai
rapporti sociali nel cui ambito essi educano, dall'interferenza pi o meno diretta o
indiretta della societ per mezzo delle scuole coraniche e cos via? Non sono i
mondialisti a inventare l'intervento della societ nell'educazione; ne cambiano solo il
carattere, sottraggono l'educazione all'influsso di una religione dominante.
(Le principali organizzazioni di tutela dei diritti umani hanno informato per
tempo la sonnacchiosa opinione pubblica dellOccidente che gli ayatollah iraniani
son soliti approfittare delle loro posizioni di potere non soltanto per stuprare giovani
vergini coloro che si ribellano vengono accusate di adulterio e lapidate , ma anche
per compiere atti di pederastia nei confronti di bambini di pochi anni e di bambine
non ancora mestruate. Cos pure nota laccusa rivolta da un ministro pachistano alle
madrasse del suo paese, di ospitare e coprire molestie sessuali da parte degli
insegnanti del Corano nei confronti dei giovani allievi.)
Con "libert" si intende nell'ambito degli attuali rapporti islamici con il resto del
mondo il libero proselitismo, la libert di convertire gli infedeli allIslam. Una
simile libert di evangelizzare e convertire non riconosciuta, nei paesi islamici, ai
fedeli di altre religioni come invece lo in Occidente ai muslims, anzi labbandono
della fede in Allah punita con la morte.
Nei paesi islamici, inoltre, gli infedeli sono relegati al gradino pi basso della
scala sociale: ad essi sono riservate le professioni che il buon muslim, il sottomesso
ad Allah e al califfo del momento, considera impure (sono, non casualmente, quei
mestieri e quelle professioni che hanno fatto la fortuna della borghesia occidentale, e
che oggi determinano la relativa prosperit delle minoranze religiose nei paesi arabi).
I loro diritti civili, in societ dominate da monarchie assolute o da dittature militari,
sono praticamente inesistenti; ad essi non riconosciuto neppure quel minimo di
solidariet che si riserva a chi patisce la medesima dura sorte, perch sono appunto
fuori dalla cerchia dei fedeli e pertanto rubare i loro beni non ritenuto un furto,
ma una restituzione, la loro uccisione non considerata omicidio, ma eroismo.
Nella societ islamica dunque il passato che domina sul presente, in quelle
occidentali il presente che domina sul passato. Nella societ islamica il potere
politico indipendente e personale, mentre l'individuo attivo dipendente e
impersonale.
Coloro che nel Settecento distruggevano i telai a vapore in nome dellantico uso
erano dei criminali e dai loro zoccoli, i sabots, derivato il termine sabotatore ;
allo stesso modo lo sono oggi i gruppi fondamentaslisti islamici che invocano
lintervento dello Stato contro i convertiti al Cristianesimo o ad altre religioni, e la
repressione di questi gruppi deve essere lobiettivo prioritario che uno Stato
occidentale ispirato ai princpi mondialisti deve perseguire nei suoi rapporti con
lArabia Saudita e con gli altri paesi di questa risma.
noi il sacrificio della vita; ma siamo certi che alla fine la bandiera verde sar
ammainata, come lo furono la bruna e la rossa.
2. Mondialismo e Cina
Nei quattromila anni della sua storia il popolo cinese sempre stato
caratterizzato da un rigido collettivismo che aveva la sua fonte nella concezione
patriarcale del potere politico, impersonato da un imperatore investito dal Cielo e
padrone assoluto della vita e dei beni dei suoi sudditi. Il carattere collettivista della
societ cinese era particolarmente evidente nelle campagne, dove si esprimeva
apertamente nella propriet comune dei campi; ma anche nelle citt, dove pi
fervevano i commerci ed esisteva una borghesia colta e raffinata, il controllo della
societ sullindividuo portava ad una chiusura del paese nei confronti degli stranieri
e, per logica connessione, ad una compressione delle spinte innovatrici pur presenti
nelle arti e nelle scienze. Basti ricordare che i cinesi, pur avendo sviluppato notevoli
conoscenze astronomiche secoli prima degli europei, le utilizzarono esclusivamente
per la formulazione di oroscopi, al fine di sanzionare davanti al popolo superstizioso
la legittimit delle dinastie di volta in volta regnanti.
Sotto questo profilo, la presa del potere da parte dei comunisti non ha modificato
la struttura della societ cinese: la propriet collettiva delle terre rimasta,
allimperatore si sostituito il partito-Stato ugualmente onnipotente, ugualmente
paternalista e tirannico. Lo spazio recentemente lasciato alla libera imprenditoria
capitalistica nelle ricche e popolate citt della costa non diversa da quella dei
mercanti nel Celeste Impero, per non parlare del fatto che, nella maggioranza dei
casi, i nuovi ricchi sono funzionari di partito o loro accoliti. Allora come oggi, ci
che si concede con riluttanza nel campo economico viene negato con i mezzi pi
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abietti in ogni altro settore della vita personale e sociale: dalla libert di decidere il
numero dei propri figli, conculcata col carcere e con aborti coatti, alla libert di
nominare i propri governanti e di sottoporli al giudizio dellurna, repressa nel sangue
in piazza Tienanmen. Anche la possibilit di stabilire un rapporto con il
Trascendente, di adorare la Divinit nel modo dettato a ciascuno dalla propria retta
coscienza, l punita con torture e omicidi sommari, poich la religione
considerata, oggi come mille anni fa, un instrumentum regni privo di valore
autonomo.
3. Mondialismo e Russia
4. Mondialismo ed Europa
Oggi gli europei si gloriano delle loro differenze, le considerano una ricchezza;
dimenticano, o fingono di aver dimenticato, che esse hanno prodotto per mille anni
lutti infiniti, guerre di religione, massacri per stabilire se il re dInghilterra potesse o
meno governare i suoi possedimenti francesi, se il Reno dovesse essere un fiume
tedesco oppure un confine tra Francia e Germania. Anche la storia insanguinata del
Novecento stata determinata dalle rivalit nazionalistiche tra potenze europee.
Data questa situazione storica inconfutabile, lunico ruolo che la vecchia Europa
pu svolgere nella lotta tra mondialisti e antimondialisti quella del ritardatore, del
freno, del bastone gettato fra le ruote del mondialismo per impedire la sua avanzata.
Lo si visto perfettamente a partire dagli anni 90, quando gli europei si sono
dimostrati ridicolmente incapaci di fermare il genocidio in Bosnia-Erzegovina e
hanno dovuto chiedere aiuto agli Stati Uniti dAmerica, salvo accusarli
dimperialismo a cose fatte. Lo si visto nuovamente quando gli Stati Uniti hanno
deciso di farla finita con il tiranno Saddam: il re di Francia Chirac, degno erede della
tronfia grandeur di De Gaulle, e il cancelliere prussiano Schroeder si sono alleati con
lo zar Putin e con i mandarini cinesi per mantenere in sella un torturatore, un
assassino dei suoi stessi parenti, uno sterminatore di donne e bambini con bombe e
gas. Lo si visto, infine, quando il califfo sanguinario ha colpito la citt di Madrid:
invece di stringersi come un sol uomo intorno al proprio governo per combattere il
terrorismo assassino, gli spagnoli hanno cambiato il loro primo ministro e hanno
patteggiato unignominiosa ritirata, una tregua che li ha coperti di vergogna e che li
preserver da altri attentati solo a condizione di privarli della loro dignit e libert.
entit sopranazionale; poich una tale unit lo dimostra la Storia, che maestra di
vita potrebbe formarsi solo contro qualcuno: contro gli Stati Uniti dAmerica, il
solo paese che per cento anni ha difeso, praticamente da solo, libert e democrazia
nel Vecchio Continente, il solo popolo ad essersi assunto lonore e lonere di lottare
contro il terrorismo assassino anche per coloro che li dileggiano e li accusano di
essere, contemporaneamente, idealisti e cinici, ingenui e arroganti, isolazionisti e
imperialisti, tutto e il contrario di tutto.
5. Mondialismo e America
Gli Stati Uniti dAmerica sono stati per i primi centocinquantanni della loro
storia un paese ferreamente isolazionista. Protesi comerano nella grandiosa opera di
espansione verso lOvest, di assoggettamento di una natura selvaggia e di costruzione
del primo Stato democratico e liberale di grandi dimensioni, gli americani hanno
sdegnato con tutte le proprie forze dingerirsi nei conflitti che dilaniavano la vecchia
Europa. Questo non imped loro di liberare il popolo messicano dalla schiavit degli
Asburgo e dinviare navi e uomini nel Mediterraneo per sgominare le orde di pirati
barbareschi, che dalle coste africane esercitavano la tratta degli schiavi; fin dallinizio
i marines hanno rappresentato una speranza di libert per il resto del mondo, dai
palazzi di Montezuma alle spiagge di Libia. tuttavia vero che, fino ai primi anni
del Novecento, alla diplomazia delle cannoniere essi preferirono quella del dollaro,
alla conquista di territori la penetrazione in sempre nuovi mercati.
Gli Stati Uniti dAmerica hanno tutti i requisiti per aspirare al dominio del
mondo. La loro democrazia costituzionale e repubblicana ha superato indenne le
prove dellespansione continentale, della guerra civile, dellallargamento del
suffragio, dellindustrializzazione di massa. La loro economia la pi prospera e
libera del pianeta, la pi dinamica e aperta allinnovazione, al rimescolamento delle
lites e allingresso di nuovi ricchi. Solo in America un ragazzo che giocava con i
transistors nellautorimessa di famiglia poteva diventare il re dei personal computers
e uno degli uomini pi facoltosi della storia; solo in America una fanciulla colored
poteva diventare Segretario di Stato. La loro societ, pluralista senza lotte di classe e
laica senza laicismi, riesce egregiamente a bilanciare il massimo grado di libert
individuale con la necessit di rispettare leggi e istituzioni comuni, a far coesistere
una giusta separazione tra sfera sacra e sfera secolare con una religiosit diffusa e
profondamente radicata nelle menti e nei cuori dei cittadini.
Per tutti questi motivi essi devono ricevere dai mondialisti il pi sincero
appoggio, la pi sicura fedelt e la massima collaborazione nella loro azione politica
su scala planetaria. Per gli stessi motivi essi devono diventare la base avanzata, la
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Questo compito non superiore alle forze del popolo americano; esso richiede
tuttavia scelte coraggiose e ineludibili.
Richiede che si denunci con franchezza e senza falsi rispetti lo stato di miseria
morale e spirituale in cui versa lOrganizzazione delle Nazioni Unite, che essi hanno
pur creato, ma che da decenni ostaggio dei peggiori tiranni e dittatori, oltre che del
potere di veto di francesi, russi e cinesi; compari che si coprono le spalle lun laltro,
complici nella spoliazione dei popoli del Terzo e Quarto Mondo, alleati nella guerra
contro la societ libera e aperta rappresentata dalla bandiera a stelle e strisce che i
loro servi senza cervello, i loro utili idioti bruciano invano nelle piazze.
Richiede che si lavori per la creazione di una Lega delle democrazie a guida
americana, che abbia il coraggio di lottare contro i terroristi fanatici e i loro padrini
statali anche a costo di esser considerati dei fuorilegge dai sacerdoti del vecchio
diritto internazionale in disfacimento, di essere etichettati come cowboys dal grilletto
facile da chi pronto ad allearsi con i peggiori assassini pur di aver salva la vita.
Richiede che si abbandoni, nella teoria e nella prassi, il falso mito della
sovranit nazionale e dei mille egoismi localistici, e che si intraprenda
coraggiosamente e con dovizia di mezzi e duomini la creazione di basi militari
permanenti in Iraq, in Afghanistan e in tutti i paesi progressivamente liberati dai
tiranni. Solo se i riottosi capitrib e potenti locali constateranno che la presenza
americana sul loro suolo non una parentesi, essi potranno persuadersi con buona
coscienza a collaborare alledificazione di societ civili aperte e democratiche.
Richiede, soprattutto, che il popolo degli Stati Uniti dAmerica prenda
finalmente coscienza della missione provvidenziale ad esso affidata: essere la
cittadella sul monte, il faro destinato ad illuminare le genti, lostetrico del parto di
unumanit finalmente riunita e in pace.
33
III
IL PROGRAMMA MONDIALISTA
Abbiamo gi visto sopra che il primo passo nella rivoluzione dei mondialisti
l'elevazione della borghesia a classe dominante, la conquista della democrazia
liberale e dello Stato di diritto.
Per i prossimi cento anni potranno comunque essere molto generalmente prese
le misure seguenti:
Sostituzione di tutte le valute nazionali con una sola moneta mondiale (la
quasi perfetta parit fra Euro e Dollaro faciliter tale compito).
Una volta sparite, nel corso di questa evoluzione, le differenze di origine, e una
volta concentrato tutto il potere nelle mani della classe universale, il luogo di nascita
perder il suo carattere politico. Il luogo di nascita in senso proprio lo strumento
organizzato di una etnia per soggiogarne un'altra. Quando gli Stati Uniti dAmerica
prenderanno coscienza della loro missione nella lotta contro la tirannide, erigendosi a
Stato egemone in seguito a una rivoluzione, e abolendo con la forza, in quanto Stato
egemone, i vecchi rapporti di discriminazione fra dentro e fuori, insieme a quei
rapporti di discriminazione essi aboliranno anche le condizioni di esistenza della
contrapposizione fra etnie, delle etnie in genere, e cos anche il dominio del popolo
statunitense in quanto etnia privilegiata sulle altre.
Al posto della vecchia umanit chiusa con le sue etnie e le sue contrapposizioni
fra etnie, subentrer una societ aperta in cui il libero sviluppo di ciascuno sar
condizione del libero sviluppo di tutti.
la creazione di uno Stato universale, il solo degno di individui non rinchiusi nelle loro
particolarit di sesso, di etnia, di religione, di individui veramente universali, costui
gi mondialista senza alcun bisogno di ricevere da noi una tessera.
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MONDIALISMO E ISLAM
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Marx, non sono altro che variazioni allinterno di quellOccidente le cui radici
affondano nel patrimonio di fede ebraico-cristiano, e che proprio in grazia di quel
patrimonio di fede e dei connessi princpi della separazione tra Cesare e Dio, del
primato dellindividuo sulla comunit e della libera espressione della propria
personalit, che lOccidente ha esteso il proprio dominio su tutto il mondo e ha
sottomesso lIslam, determinando il sorgere di quel patologico sentimento di rivalsa
che fomenta il terrorismo assassino.
Per tutti questi motivi necessario che gli uomini liberi, da ogni terra e paese, si
uniscano alla lotta del popolo dIsraele e del suo unico alleato, la grande democrazia
statunitense, contro i nemici della libert e della pace, e collaborino alledificazione
di un Impero mondiale che abbracci tutta lumanit, che abbatta i confini tra i popoli,
distrugga gli odi di razza e di religione, e assicuri finalmente la vera pace, nella
libert e nella giustizia, per tutti. A questo meritorio compito lAssociazione
Internazionale New Atlantis for a World Empire e il suo ramo esecutivo, il Partito
Mondialista, continueranno a dare, come sempre, il loro contributo.
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LA POSTA IN GIOCO
(16/9/2006) Gli studiosi di ecclesiologia dei secoli futuri, e non solo essi,
studieranno con particolare interesse la relazione su Fede e Ragione tenuta da
Benedetto XVI presso luniversit di Ratisbona (Regensburg) allorch il romano
Pontefice, non immemore dellantico spirito del professore di teologia Joseph
Ratzinger che gi aveva dialogato in modo fecondo con il teo-con Marcello Pera sulle
radici cristiane dellOccidente, ha esposto con un argomentare cristallino la
differenza fondamentale tra il Cristianesimo (quello autentico, non le sue deviazioni
fondamentalistico-creazioniste o positiviste di matrice protestante) e lislamismo: il
primo fondato sulla visione di Dio come Logos, Ragione creatrice e ordinatrice
delluniverso; il secondo su una concezione del tutto arbitraria della volont divina
che legittima luso della violenza per imporre la sharia. Davanti a una esposizione
cos pacata imam e ayatollah non hanno perso tempo per imbastire controrelazioni,
per opporre argomenti ad argomenti: hanno immediatamente bollato il capo della
Cristianit come ignorante, le sue parole come deplorevoli, gli hanno ordinato di
presentare immediatamente le sue scuse, e come ulteriore dimostrazione di tolleranza
lo hanno invitato a toccarsi il collo, che presto gli verr tagliato. Alle parole,
naturalmente, sono subito seguiti i fatti, in questo caso il lancio di bombe contro due
chiese di Nablus e il brutale assassinio di una suora missionaria che aveva dedicato
lintera vita ai poveri della Somalia. Tanto per dimostrare quanto sono tolleranti,
loro...
Di fronte alla prospettiva di un miliardo e mezzo di musulmani pronti a tagliar la
gola al primo cristiano che incontrano e non unesagerazione, come dimostrano
anche gli omicidi di sacerdoti avvenuti nella tollerante Turchia, il cui gran muft ha
diffidato il Papa dal venire in visita nel prossimo novembre Benedetto XVI per
bocca del neo-segretario di Stato card. Bertone ha fatto sapere di aver voluto soltanto
svolgere alcune riflessioni sul tema del rapporto tra religione e violenza in genere;
ha ricordato che di fronte alla fervente religiosit dei credenti musulmani, ha
ammonito la cultura occidentale secolarizzata perch eviti il disprezzo di Dio e il
cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libert; ha affermato che
le manifestazioni di violenza non possono attribuirsi alla religione in quanto tale, ma
ai limiti culturali con cui essa viene vissuta e si sviluppa nel tempo e che
testimonianze dellintimo legame esistente tra il rapporto con Dio e letica
dellamore si registrano in tutte le grandi tradizioni religiose; si proclamato
vivamente dispiaciuto che alcuni passi del Suo discorso abbiano potuto suonare
come offensivi della sensibilit dei credenti musulmani; e, nel ribadire il Suo
rispetto e la Sua stima per coloro che professano lIslam, ha auspicato una
testimonianza comune di cristiani e musulmani allunico Dio, vivente e
sussistente, creatore del cielo e della terra.
Ora, noi dellAssociazione Internazionale New Atlantis for a World Empire
non intendiamo essere pi papisti del Papa. Ci preme solo mettere in rilievo come
sussista una palese contraddizione fra questi due atteggiamenti: da un lato
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levidenziare la differenza, prima che storica, dottrinale che passa fra una religione,
come il Cristianesimo, che pone la relazione uomo-Dio sotto il segno della
razionalit, affermando che Dio vuole il bene e il vero, fedele, e unaltra, come
lIslam, la quale si gloria dellassoluta arbitrariet e imprevedibilit del suo dio,
affermando che egli non sarebbe neppure tenuto a rivelare la verit agli uomini;
dallaltro il cancellare ogni distinzione sotto la cappa del timor di Dio che
contrassegnerebbe tutte le culture tutte, sintende, tranne lOccidente cinico e
sprezzante del sacro. La verit che molti cattolici e tra loro anche insigni uomini
di Curia nella loro ansia di mostrarsi attenti alla pluralit delle culture, non lo sono
abbastanza per distinguere tra il concetto di Dio in s e il concetto di Dio per me,
e non comprendono che c una differenza abissale tra lidea che dellunico Dio
hanno i cristiani e quella che ne hanno gli islamici: per gli uni Dio il Dio di Ges
Cristo, colui che ha detto Rendete a Cesare quel che di Cesare e che ha invitato i
suoi discepoli a comprendere da loro stessi ci che giusto, un Dio che guarda alla
rettitudine dellagire pi che alla conformit al culto esteriore e che non fa
preferenza di persone; per gli altri Allah un dominatore onnipotente il quale chiede
di essere temuto piuttosto che amato, e che per bocca del suo profeta Maometto invita
i suoi servi a mentire pur di sconfiggere gli infedeli.
C dunque da meravigliarsi che il Cristianesimo abbia saputo accogliere
prontamente la possente eredit della filosofia greca col suo primato del Logos,
mentre lIslam, dopo aver contribuito alla riscoperta dei classici, si chiudeva al
pensiero raziocinante? Bisogna dunque ricordare che il califfo di Cordova nel 1195
condannava al rogo il filosofo Averro per aver tentato di conciliare il Corano con la
filosofia aristotelica, ed essendo questi fuggito in esilio dava alle fiamme i suoi libri,
mentre Tommaso dAquino costruiva la sua Somma teologica vera summa di tutto
il sapere dellepoca sulla concordanza tra Aristotele e Cristo, e anzi proclamava che
la filosofia era pi utile della religione per il dialogo fra culture, dal momento che la
ragione comune a tutti gli uomini? O che la Bibbia tradotta in pi di cento
lingue, mentre i musulmani studiano e pubblicano il Corano solo in arabo antico
perch credono che Allah lo abbia dettato in questa lingua, come se il Dio clemente
e misericordioso fosse monoglotta? E c ancora da meravigliarsi che lOccidente
greco-romano-cristiano abbia creato la democrazia e abbia conosciuto quello
sviluppo travolgente delle arti, delle scienze e del diritto che ha portato la sua cultura
a imporsi su tutte le altre, non per la potenza delle armi, ma per lattrazione esercitata
dalla sua superiore civilt, mentre lIslam che non possiede neppure i termini in
arabo per dire democrazia e televisione si espanso, finch ha potuto, solo con
la violenza, per poi entrare in una crisi plurisecolare da cui pretende ora di uscire con
una nuova guerra santa contro ebrei e crociati?
Noi comprendiamo la preoccupazione pastorale del Papa per la sorte dei
cristiani che vivono, tra mille difficolt, in terre dove lIslam religione di Stato o
comunque maggioritaria; ma ogni Papa dovrebbe ricordare sempre che il gregge
affidatogli da Cristo non ristretto allovile della Chiesa di Roma o dellecumene
cristiano, ma comprende niente di meno che tutti i popoli della Terra, in tutte le
epoche della storia; e che la sua missione consiste nel difendere, proprio in nome di
48
quel Dio che ha voluto unire la propria natura eterna a ogni carne mortale, i diritti di
ogni individuo umano, che sia cristiano o musulmano o ebreo o buddista o perfino
ateo. Cos come hanno fatto i pontefici che hanno combattuto il nazifascismo e il
comunismo; cos come abbiamo sempre fatto e continueremo a fare noi
dellAssociazione Internazionale New Atlantis for a World Empire e del Partito
Mondialista. Consapevoli, come siamo, che la storia del mondo storia della lotta fra
gli adoratori del settarismo, della chiusura egoistica degli uomini in gruppi-recinto e
della discriminazione fra chi dentro e chi fuori, da una parte, e quanti credono
nelluguaglianza di tutti gli uomini, nellapertura reciproca dei gruppi e nel
meticciato biologico e culturale, dallaltra; e che questa lotta avr il suo termine
inevitabile nella creazione di uno Stato universale per individui universali, di un
Impero mondiale che abolir ogni distinzione tra Giudei e Greci, tra schiavi e liberi,
tra uomini e donne, e assicurer finalmente pace, libert e giustizia per tutti.
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(4/7/2007) Nei due anni trascorsi da quando abbiamo deciso di aprire il nostro
sito Internet in Italia abbiamo raccolto le opinioni formulate nei nostri confronti da
molte persone, sia per contatto diretto con i nostri agenti, sia attraverso blog e forum
sulla Rete. Abbiamo cos constatato che molti considerano il mondialismo una bieca
ideologia al servizio di una presunta ambizione ideologica di non meglio specificati
circoli economico-finanziari, oppure di questa o quella multinazionale, o ancora del
governo o del popolo degli Stati Uniti dAmerica in quanto nazione imperialistica
sin dalla sua fondazione, o addirittura dellintero Occidente ateo e materialista
impegnato in una aggressiva ri-colonizzazione del Terzo Mondo. Abbiamo pertanto
deciso di riservare questo editoriale alla confutazione di tutte queste false opinioni su
di noi e sulla nostra causa.
Il mondialismo non si propone affatto di sostenere una colonizzazione del
mondo islamico perch questo che temono gli antimondialisti, tutti pi o meno
antisemiti e nemici di Israele n tantomeno di imporre un dominio imperialistico
degli Usa sugli altri Stati del pianeta. In primo luogo, perch la conquista di territori
altrui non rientra nelle ambizioni delluomo della strada e delle istituzioni politiche
statunitensi, i quali sono stati caratterizzati entrambi, sin dallepoca dei Padri
Fondatori, dalla tendenza a presentarsi al mondo come la citt sulla collina, come
un modello luminoso di governo e di societ liberi ed aperti, rispettosi dei diritti di
tutti gli individui umani; tutti gli interventi militari che gli Stati Uniti dAmerica
hanno effettuato sono sempre stati provocati da una aggressione esterna al loro stile
di vita liberale e democratico, a partire dalla guerra di indipendenza contro
lassolutismo di Giorgio III, passando per laffondamento della corazzata Maine che
diede inizio alla vittoriosa guerra contro la Spagna (conclusasi con lindipendenza di
Cuba e con un brevissimo protettorato sulle Filippine, sfociato poi
nellindipendenza), fino al vile assalto giapponese di Pearl Harbour del 1941 e
allinfame guerra scatenata non dagli Usa, ma dal fondamentalismo terrorista
islamico sostenuto dagli Stati-canaglia (Russia, Cina, Iran e Siria) con la distruzione
delle Torri Gemelle di New York l11 settembre 2001.
In secondo luogo, e soprattutto, perch il movimento mondialista muove dal
principio delluguaglianza di tutti gli individui umani, a prescindere dal sesso, dalla
fede o dal gruppo di nascita, e dallaltro principio, che dal primo discende,
delluguale diritto di tutti gli individui umani alla vita, alla libert in tutte le sue
espressioni e alla ricerca della felicit; constata che, in realt, tra gli uomini sono
esistite ed esistono tuttora profondissime, spesso mortali, disuguaglianze; rileva che
tale distanza fra princpi e realt deriva dal fatto che gli uomini tendono a valutare e a
trattare i loro simili non come individui appartenenti alla specie umana e dotati della
loro stessa natura umana, bens a seconda che appartengano o meno al proprio gruppo
di nascita, sia esso basato sul colore della pelle, sulla lingua, sui costumi o sulla
religione, proteggendo i propri compagni e perseguitando, spesso fino al genocidio,
gli estranei; e di conseguenza opera affinch tutti gli uomini e le donne del mondo
50
Empire" e del Partito Mondialista siamo e saremo, come sempre, al suo fianco, per
lottare contro tutti i tiranni laici e religiosi e assicurare pace, libert e giustizia per
tutti gli uomini, in Medio Oriente come in tutto il mondo. VINCI, ISRAELE!
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del Mosharekat, il partito di Mussavi, il cui gruppo dirigente ora quasi interamente
detenuto, mentre Mussavi e sua moglie, anche lei fervente riformista, sono scomparsi
dalla circolazione e si teme per la loro vita.
Contro i sostenitori di Mussavi, scesi in strada a Teheran e in tutto il Paese per
protestare contro i brogli, Ahmadinejad ha scagliato le sue ronde di motociclisti
armati di manganelli e i terribili basiji, i paramilitari in borghese. Il regime ha tentato
di isolare l'Iran dal resto del mondo: il satellite della BBC che trasmetteva il
notiziario in lingua farsi stato oscurato, la sede della tv satellitare Al-Arabiya stata
chiusa per una settimana, giornalisti olandesi e di altri paesi occidentali sono stati
arrestati ed espulsi; anche la troupe italiana stata aggredita, l'interprete massacrata
di botte, la cassetta che mostrava la scena sequestrata, il cameraman minacciato di
non riprendere gli scontri di piazza; solo la ferma volont dei giovani iraniani, i pi
colti e occidentalizzati del Medio Oriente, che hanno usato telefonini e macchine
fotografiche per produrre foto e video e li hanno immessi su Youtube sfidando la
censura, sta permettendo al mondo di venire informato su quanto sta accadendo in
Iran, sulle folle che danno alle fiamme automobili, chioschi, banche e uffici pubblici
al grido "Morte al dittatore!", che affrontano coraggiosamente i poliziotti-motociclisti
in tuta nera e li linciano se ne trovano qualcuno isolato dai compari, e che,
soprattutto, ricevono l'appoggio della grandissima maggioranza della popolazione. Il
favore popolare verso i rivoltosi cos manifesto, cos evidente, cos imbarazzante
per la nuova amministrazione del "dialogante" Obama, che il suo vice Joe Biden si
detto "preoccupato" (bont sua!) per gli sviluppi del dopo-voto, e il Segretario di
Stato Hillary Clinton ha fatto sapere che gli Stati Uniti d'America stanno
"monitorando" il risultato del voto per accertare che "sia stata rispettata la genuina
volont del popolo iraniano".
Ed proprio questo il punto: gli osservatori mandati da Mussavi a controllare la
regolarit dello scrutinio avevano segnalato che il candidato riformista aveva
conseguito circa 19 milioni di voti contro gli appena 5 di Ahmadinejad (su un totale
di circa 24 milioni di elettori), e gi prima del 12 giugno era ben noto a tutti che i
riformisti riscuotono consensi soprattutto fra i giovani, in un Paese come l'Iran in cui
i giovani costituiscono la fetta pi numerosa della popolazione, e nei ceti urbani che
sono stati colpiti dalla crisi economica conseguente al crollo del prezzo del petrolio
molto pi degli abitanti delle campagne, tradizionali sostenitori di Ahmadinejad.
Inoltre la cricca al potere si gi resa colpevole di brogli alle elezioni parlamentari e
amministrative, e nelle campagne il controllo della polizia sui seggi pressoch
totale. Mohamed Karrubi, un altro candidato riformista alle presidenziali che in
passato aveva ricevuto 6 milioni di voti, questa volta se ne visti riconoscere appena
300mila. Dove sono finiti tutti gli altri? "Travasati" nell'urna di Ahmadinejad,
naturalmente.
Finora Ahmadinejad aveva esercitato il potere nell'interesse della propria
fazione, i pasdaran che detengono il controllo del petrolio, dei commerci, delle
banche e di quasi tutte le attivit economiche (e non a caso le proteste popolari sono
iniziate col dare alle fiamme bazar e banche); aveva represso con durezza e crudelt
le minoranze religiose cristiane, sunnite e bahji; aveva fatto imprigionare, torturare,
61
(31/5/2010) Alle 4 del mattino, ora locale, reparti scelti della Marina israeliana
hanno abbordato la flotta di 6 imbarcazioni partita dalla Turchia una settimana fa con
l'intenzione esplicita di forzare il blocco navale imposto dallo Stato di Israele alla
Striscia di Gaza dal 2007, anno in cui prese il potere in essa il movimento islamico
integralista e terrorista Hamas che nel suo statuto costitutivo si propone la distruzione
di quella che chiamano "entit sionista". La spedizione era stata organizzata dal "Free
Gaza Movement", una galassia di organizzazioni non governative filopalestinesi
egemonizzata dall'Ihh, una associazione turca che Israele e la CIA hanno messo da
tempo sulla loro lista nera per aver finanziato Hamas e altre organizzazioni terroriste
islamiche, come quella facente capo in Italia all'imam della moschea di viale Jenner a
Milano. L'abbordaggio era stato preceduto da ripetuti avvertimenti lanciati via radio
dalle navi militari con la stella di Davide, con i quali si invitava il convoglio a non
entrare in una zona di guerra sottoposta a blocco secondo le norme del diritto
internazionale e a dirigersi piuttosto nel pi vicino porto israeliano, ove gli 800
attivisti avrebbero potuto con tutta comodit scaricare le 10.000 tonnellate di "aiuti
umanitari" - ufficialmente cibo, medicinali, sedie a rotelle per gli invalidi, tende e
materiali da costruzione - e supervisionare il loro trasporto a Gaza attraverso i valichi
terrestri; ma i sedicenti "pacifisti" avevano rifiutato. I soldati di Gerusalemme,
calatisi con delle corde da un elicottero sulla nave turca "Mavi Marmara", quartier
generale della flottiglia, sono stati aggrediti da orde di "pacifinti" armati di coltelli,
bastoni, spranghe di ferro, persino con delle granate assordanti (il famoso pacifismo
turco...), sette di loro sono stati feriti, due in modo grave, e solo allora, dopo essersi
consultati via radio con i loro comandanti, sono stati autorizzati ad aprire il fuoco
uccidendo sette aggressori e ferendone una quarantina. Nel frattempo i soldati saliti a
bordo delle altre imbarcazioni non incontravano alcuna resistenza, e naturalmente su
di esse non c' stato alcun morto o ferito n fra i passeggeri n fra i militari. Tutte le
navi sono poi state scortate nel porto di Ashdod, i "pacifinti" feriti portati negli
ospedali e gli altri presi in consegna dalle autorit.
Al di l delle stucchevoli obiezioni che sono state mosse col senno di poi - era
necessario assaltare le navi con dei soldati? Non si potevano mandare dei poliziotti?
Non si poteva sparare qualche cannonata di avvertimento davanti alla prua delle
navi? (bravi, e se non invertivano la rotta?); non si potevano lanciare dei siluri per
danneggiare le sale macchine? (gi, cos l'ONU avrebbe condannato ufficialmente
Israele per pirateria); non si potevano usare commandos di subacquei o mini-
sommergibili per mettere fuori uso le eliche? (e rivolgersi a James Bond, no?) -
necessario ribadire alcuni punti fondamentali:
1) il diritto internazionale autorizza uno Stato impegnato in una guerra contro un
altro Stato o organizzazione politica belligerante a porre in essere un blocco terrestre,
aereo e navale delle frontiere dello Stato o territorio aggressore allo scopo di impedire
al nemico di ricevere armamenti da potenze terze. Il fatto che l'abbordaggio della
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correre nei rifugi quando la sirena avverte che di l a cinque o dieci minuti un missile
di Hamas porter loro morte e distruzione soltanto perch sono ebrei. Non vedono,
non vogliono vedere il martirio degli studenti iraniani imprigionati per aver protestato
contro le elezioni-farsa di un anno fa, n quello dei musulmani Ahmadi massacrati
pochi giorni fa a Lahore, considerati eretici sia dai sunniti che dagli sciiti, e che per la
legge pakistana non possono neppure chiamarsi musulmani. Non hanno voluto vedere
il dolore, l'angoscia negli occhi del padre e della madre di Gilad Shalit, il
giovanissimo soldato israeliano rapito dai terroristi di Hamas e prigioniero da troppi
anni proprio a Gaza, e non hanno nemmeno voluto farsi latori di una loro lettera ai
capi di Hamas con cui chiedevano informazioni sulla salute del loro figlio che
neppure la Croce Rossa pu visitare;
4) il movimento terroristico Hamas solo la punta di un iceberg costituito da
centinaia di milioni di musulmani che ormai da un secolo hanno abbracciato una
interpretazione letterale e fondamentalista del Corano per la quale l'esistenza in vita
di esseri umani che professano altre religioni, o si dichiarano atei, o magari seguono
una interpretazione non letterale e non fondamentalista dello stesso Corano una
intollerabile offesa ad Allah e Maometto, un'offesa da lavare con il sangue degli
"infedeli" e degli "apostati". Togliere il blocco a Gaza, permettere ad Hamas di
ricevere liberamente armi, trasformerebbe la Striscia in un santuario del terrore simile
all'Afghanistan al tempo dei talebani, al Sudan e alla Somalia, in una portaerei da cui
i nemici dell'Occidente lancerebbero attacchi in tutto il Mediterraneo con la
benedizione di Bin Laden e Ahmadinejad.
L'Islam non sempre stato cos: nelle corti di califfi e sultani sono fiorite per
secoli poesia e letteratura, filosofia e medicina; alcuni ebrei e cristiani sono stati
tollerati e hanno ricoperto incarichi di grande rilevanza nelle societ musulmane.
Eppure nel 642, dopo aver conquistato Alessandria dEgitto, il generale arabo Amr
ibn al-As ordin di bruciarne la gloriosa biblioteca sentenziando: Se questi libri
contengono cose che sono scritte nel Corano, sono inutili; se contengono cose
contrarie a quanto scritto nel Corano, sono dannosi. Eppure nel XII secolo il
filosofo, medico e giurista Abu al-Walid Muhammad ibn Ahmad ibn Muhammad ibn
Rushid (pi conosciuto come Averro) fu condannato a morte dal califfo di Cordova
per aver sostenuto che Dio non agisce nel mondo con un arbitrio assoluto, ma in
modo conforme alla ragione, e che i precetti del Corano non andavano presi alla
lettera, come pretendevano gli ignoranti, ma interpretati nel loro significato simbolico
(un metodo che Ebrei e Cristiani hanno sempre praticato con la Torah e il Vangelo).
Eppure nel 1955 nella traduzione in arabo della Divina Commedia pubblicata in
Egitto vennero censurati i versi dellInferno relativi a Maometto. Eppure nel 2005
Ahmad al-Baghdadi, docente di scienze politiche in Kuwait, stato condannato a un
anno di galera per aver detto che a scuola meglio se i bambini passano pi tempo a
studiare musica che a studiare il Corano. Eppure dal 2007 la televisione egiziana
trasmette sermoni di imam i quali seriosamente insegnano che la Terra piatta perch
cos sta scritto nel Corano (se non ci credete guardate questo video su Youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=eMqPI-RMU7Q&feature=player_embedded).
Eppure oggi, nel terzo millennio, un gruppo di avvocati del Cairo ha citato in giudizio
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l'editore delle "Mille e una notte" per ottenere il divieto di pubblicare un'opera di
propaganda sionista che parla di geni magici, tappeti volanti, animali parlanti e
persino di ebrei buoni, onesti e valorosi, tutte cose che essi considerano false perch
non menzionate nel Corano. Eppure oggi talebani afghani, qaedisti iracheni e basiji
iraniani sgozzano, decapitano, torturano e impiccano musicisti, pittori e registi,
insegnando che l'unica "arte" buona per un musulmano quella di fabbricare cinture
esplosive e bombe atomiche per sterminare ebrei e cristiani. E tutto questo avviene,
grazie ai miliardi di dollari ricavati dal petrolio o elargiti da "semplici" musulmani a
banche islamicamente corrette e ad associazioni "caritatevoli" che finanziano il
terrorismo, sotto gli occhi di un Occidente che ha ripudiato la doppia radice greco-
romana ed ebraico-cristiana da cui scaturito il suo primato nelle scienze, nelle arti,
nell'economia e nella politica, che si vergogna di aver portato la civilt al mondo e si
affida a un falso messia di nome Obama il quale non perde occasione per
genuflettersi davanti a tiranni e tagliagole con la bandiera verde.
In conclusione, la posta in gioco nello scontro di Gaza tra la Marina israeliana e
i "pacifinti" filo-Hamas non soltanto la difesa del diritto dello Stato di Israele a
esistere e a difendersi contro i suoi nemici. La posta in gioco la difesa della libert,
della tolleranza, dell'apertura alla conoscenza dell'altro che ha fatto dell'Occidente la
pi grande e migliore civilt della Storia. E in questa lotta per la difesa della civilt
ogni uomo e ogni donna amante della vita, della verit e della pace - la vera pace che
non acquiescenza al male, ma nasce dalla giustizia - deve essere, come saremo noi
mondialisti, schierato dalla parte di Israele, l'unica democrazia in un Medio Oriente di
satrapi feroci e di ayatollah fanatici, l'unico baluardo rimasto a difesa dell'Occidente,
della Verit, della Civilt e della Vita contro le armate dell'Islam sanguinario, della
Menzogna, della Barbarie e della Morte. Noi dell'Associazione Internazionale "New
Atlantis for a World Empire" e del Partito Mondialista siamo certi che alla fine
Israele vincer. Vincer contro i missili di Hamas, contro i kamikaze di Al Qaeda,
contro i pacifinti strabici e contro l'ONU ipocrita. Vincer anche per tutti quei milioni
di musulmani che sono stanchi di vivere sotto la cappa di piombo di regimi
intolleranti e crudeli, per tutti quei musulmani che vogliono vivere anch'essi la loro
fede distinguendo fra ci che si deve a Dio e ci che si deve a Cesare. Vincer e
restituir all'Occidente la pace, la sicurezza, la serena coscienza della sua grandezza,
della sua missione di liberazione per tutto il genere umano. Perch, come dice il
Signore Ges Cristo, il Figlio di Dio, la salvezza viene dai Giudei.
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sono loro e allora sareste tutti uguali. Non sceglietevi amici tra loro, finch non
emigrano per la causa di Allah. Ma se vi volgono le spalle, allora afferrateli e
uccideteli ovunque li troviate. Non sceglietevi tra loro n amici n alleati?
Coloro che massacrano i cristiani in Afghanistan, Pakistan, Iraq, Egitto, Algeria
e Indonesia non sono forse tutti musulmani fanatici adoratori del Corano che dice:
Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi associatori [i politeisti, cio -
secondo loro - i Cristiani] ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro
agguati. Se poi si pentono, eseguono lorazione e pagano la decima, lasciateli andare
per la loro strada? E ancora, non forse scritto nel Corano: La ricompensa di
coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la
corruzione sulla terra che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e
la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco lignominia che li
toccher in questa vita; nellaltra vita avranno castigo immenso, eccetto quelli che si
pentono prima di cadere nelle vostre mani. Sappiate, Allah perdonatore,
misericordioso?
La guerra scatenata contro l'America, contro l'Occidente e contro tutti i non-
musulmani dai terroristi fondamentalisti islamici non si fonda forse sul fatto che nel
Corano scritto: Preparate, contro di loro [i miscredenti], tutte le forze che potrete
[raccogliere] e i cavalli addestrati per terrorizzare il nemico di Allah e il vostro e altri
ancora che voi non conoscete, ma che Allah conosce. Tutto quello che spenderete per
la causa di Allah vi sar restituito e non sarete danneggiati? E ancora, non forse
scritto nel Corano: In verit, coloro che avranno rifiutato la fede ai nostri segni li
faremo ardere in un fuoco e non appena la loro pelle sar cotta dalla fiamma la
cambieremo in altra pelle, a che meglio gustino il tormento, perch Allah potente e
saggio? E la solidariet che tutti i musulmani del pianeta manifestano costantemente
per i terroristi, aiutandoli col denaro e col loro omertoso silenzio, non si fonda forse
sul fatto che nel Corano scritto: Non sono eguali i credenti che rimangono nelle
loro case (eccetto coloro che sono malati) e coloro che lottano con la loro vita e i loro
beni per la causa di Allah. A questi Allah ha dato eccellenza su coloro che rimangono
nelle loro case e una ricompensa immensa?
dunque tempo che gli uomini e le donne dell'Occidente la smettano di
autoflagellarsi con i sensi di colpa per gli attentati e i massacri che i fondamentalisti
islamici compiono ogni giorno contro di essi, come se gli islamici dovessero avere
per forza qualche "buona" ragione per avercela con noi, mentre noi non ne avremmo
alcuna per tentare almeno di difenderci. I pacifinti sinistri e terzomondisti accusano
l'Occidente per il colonialismo e dicono ai terrorizzati occidentali: per il vostro
colonialismo che l'Islam ce l'ha con voi. Stolti! Quale colpa storica dovevano
scontare gli Indiani per subire gli attentati di Mumbai del 2008? Forse gli Indiani
hanno mai colonizzato terre islamiche? E i Balinesi, quale colpa dovevano scontare
per subire gli attentati del 2002? Quando mai Bali stata terra islamica? E i cristiani
che vengono perseguitati da Casablanca a Giakarta, costringendoli a convertirsi a
forza all'Islam o a subire atroce morte, i cristiani che n il Papa n il Tettamanzi
costruttore-di-moschee si azzardano a difendere, sono forse anch'essi dei
colonizzatori? O non sono forse eredi dei cristiani che abitavano quelle terre secoli
68
terroristi islamici "a mezzo servizio", che si uniscono ai talebani per tre o quattro
mesi l'anno e poi tornano a Londra, Parigi, Berlino o Roma come se niente fosse -,
mettono i loro risparmi, i proventi di lavori apparentemente normali a disposizione di
banche e organizzazioni fintamente "filantropiche" che utilizzano questa ingente
massa di denaro per comprare dalla Russia, dalla Cina comunista e dalla Corea del
Nord esplosivi, bombe, missili a lungo raggio e armi chimiche, batteriologiche e
nucleari da utilizzare contro il mondo libero. Non possibile neppure fare patti o
scendere a compromessi con chi si professa musulmano, perch il Corano insegna a
questi individui che ogni azione, anche la pi riprorevole, santa e benedetta se
compiuta per arrecare danno a un "infedele" e aumentare la gloria dell'Islam; perci
qualunque promessa un musulmano faccia a un cristiano, un ebreo, un ind o un ateo,
quel musulmano sar sempre sicuro di trovare dieci, cento, mille imam disposti a
benedire la rottura di quella promessa; qualunque menzogna un musulmano pronunci
nei suoi discorsi a un non musulmano trover sempre comprensione e addirittura
approvazione presso la comunit musulmana mondiale, se quella menzogna sar
servita a uccidere dei non musulmani e a favorire l'espansione planetaria della
barbarie islamica.
In conclusione, l'Islam non disposto a venire a patti con nesun'altra religione o
cultura, non vuole convivere con nessun altro diverso da esso se non finch lo ritenga
necessario per armarsi meglio e prepararsi ad assalirlo a tradimento. L'ISLAM
NEMICO DELL'INTERO GENERE UMANO. Per questo noi mondialisti
auspichiamo che cristiani, ebrei, ind e atei dell'intero Occidente si uniscano in una
grande alleanza per combattere senza quartiere l'Islam barbaro e bugiardo in ogni
parte del mondo, dalle nostre metropoli ai pi remoti villaggi del Pakistan e
dell'Afghanistan, dalle organizzazioni "filantropiche" saudite alle banche iraniane
gestite dai pasdaran, dalle quinte colonne no-global e ciecopacifiste agli Stati-
canaglia che armano e proteggono i terroristi. La guerra all'Islam, ai suoi complici e
ai suoi utili idioti sar lunga e difficile, coster all'Occidente lacrime e sangue; ma
alla fine la bandiera verde dell'Islam sar gettata nella polvere come stato per la
svastica e la falce-e-martello, e il genere umano, unito in un solo Impero mondiale
federale e liberaldemocratico, conoscer finalmente pace, prosperit, libert e
giustizia per tutti.
Per questo noi del Partito Mondialista e dell'Associazione Internazionale "New
Atlantis for a World Empire" auguriamo a tutta l'umanit un buon Natale, nonostante
le persecuzioni contro i cristiani in tutto il Medio Oriente, nonostante l'avanzata in
Europa dell'empia alleanza Islam-Sinistra-noglobal, nonostante l'America sia schiava
del filoislamico Obama e a Israele sia impedito di difendersi contro la minaccia
nucleare iraniana: perch la prima venuta nel mondo del Signore Ges Cristo, Figlio
di Dio, ci ricorda che il male non prevarr, e che non i musulmani bugiardi e
violentatori di bambine, ma i giusti erediteranno la terra. Anche l'annuncio da parte
della Santa Sede che il Papa lancer il giorno di Capodanno del 2011 un appello al
mondo per fermare le violenze e le persecuzioni commesse dai seguaci di Allah e
Maometto contro i cristiani per noi un segno consolante: finalmente anche la
Chiesa, dopo anni di "dialogo" a senso unico e di "tolleranza" ripagata con
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a Dio quel che di Dio, dell'uguale dignit di ogni individuo umano al di l del suo
sesso, della sua razza e della sua cultura di origine, e dell'uguale diritto di tutti gli
uomini e le donne alla vita, alla libert e alla ricerca della felicit; un processo di
occidentalizzazione che necessariamente, a causa dell'ipertrofico complesso di
superiorit dei muslims nei confronti degli "infedeli" e soprattutto dei nasrani (cio
dei cristiani), doveva sopportare, almeno nelle prime fasi, di svolgersi secondo
modalit "autoctone". Abbiamo iniziato coltivando i Giovani Turchi, che hanno
avvicinato il morente impero ottomano all'Europa e particolarmente - lo avevamo
previsto - all'autoritaria e illiberale Germania di Bismarck; ma il loro dominio si
contaminato con un nazionalismo cieco fino all'atroce genocidio degli Armeni, cos
abbiamo scelto dalla loro cricca uno degli elementi meno compromessi, un ufficiale
di nome Mustafa Kemal. Lo abbiamo iniziato nella nostra loggia di Salonicco
"Machedonia resorta et Veritas" insegnandogli tutto quel che gli era possibile
recepire circa la superiorit civile e morale dell'Occidente, gli abbiamo dato potere e
autorit per abbattere il califfato, togliere l'Islam come religione di Stato, strappare il
velo della vergogna dalla faccia delle donne, proclamare la laicit della nuova
Turchia e indirizzarla sulla strada virtuosa della neutralit nel grande conflitto fra le
democrazie e il nazifascismo e dell'alleanza postbellica con Washington. Di fronte a
questi ragguardevoli risultati anche la guerra con la Grecia, lo scambio coatto di
1.400.000 ellenici d'Anatolia con 600.000 turchi europei, la compressione della
libert d'espressione e l'omert sul genocidio armeno sono stati per noi e per tutto il
genere umano, come usano dire i Sioux, un "buono scambio"; di certo il migliore
possibile nelle condizioni date (cos come fu un buon affare per l'umanit, nello
stesso periodo, il "Progetto Meiji" con cui spingemmo il sedicenne Mutsuhito ad
abolire il feudalesimo e ad aprire il Giappone all'Occidente, pur con gli inevitabili
strascichi nazionalistici e bellicisti).
Ma ora, grazie a Internet e ai social networks, i giovani islamici, dalle spiagge
atlantiche fino all'Indonesia, possono confrontare le proprie vite oppresse dal
conformismo e dalla menzogna con la libert e l'apertura mentale di cui godono i loro
coetanei di New York, Londra o Tokio; possono acquisire coscienza della falsit
irredimibile del fanatismo islamico rispetto alla verit luminosa del Cristianesimo che
annuncia la pace fra Cielo e terra e abbatte i muri di separazione fra gli uomini e i
popoli; possono constatare come la chiamata alla lotta contro il "Grande Satana"
americano e contro l'"entit sionista" sia solo lo spauracchio consunto dietro cui
regimi corrotti nascondono lo status quo; possono organizzarsi per lottare contro i
satrapi laici e teocratici al potere da decenni che si spartiscono le immense ricchezze
dei loro Paesi mantenendo le masse nella povert e nell'ignoranza. La morte di Neda
Agha-Soltan e di tanti altri giovani iraniani negli ultimi due anni non dunque stata
vana: dal sangue dei martiri dell'Onda Verde germinato il seme dell'attuale
rivoluzione che porter il mondo islamico ad abbracciare i diritti immortali e
inalienabili dell'uomo annunciati dall'Occidente greco-romano ed ebraico-cristiano;
una nuova, ulteriore tappa del cammino iniziato 700 anni fa dai nostri padri Templari
verso la creazione di un Impero mondiale che abbatta ogni frontiera tra gli uomini,
abolisca ogni discriminazione di sesso, razza e religione, e assicuri finalmente pace,
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(26/2/2011) Il Partito Mondialista sostiene l'eroica lotta del popolo libico contro
il tiranno assassino Muhammar Gheddafi;
deplora, condanna e rigetta l'ipocrisia del governo filotirannico d'Italietta e di
tutte le cancellerie d'Occidente che per 42 anni hanno tollerato l'infame persecuzione
e repressione del popolo libico in nome di meschini interessi affaristici, e che da
giorni assistono inerti al massacro di tanti uomini, donne, anziani e bambini innocenti
da parte di mercenari e squadroni della morte provenienti dall'Africa subsahariana e
anche dall'Europa;
respinge come propaganda ridicola e ipocrita lo spauracchio del
fondamentalismo islamico e della creazione di un sedicente emirato di Al Qaeda
agitato dal regime di Gheddafi davanti agli occhi di un Occidente pavido e interessato
solo agli affari con i peggiori tiranni del pianeta;
esorta l'America a liberarsi dalla cappa di vilt impostale dall'imbelle Obama e a
porsi alla testa di un grande esercito di liberazione del popolo libico dalla tirannia
dell'assassino Gheddafi;
e invoca il Dio Altissimo Uno e Trino, Signore del cielo e della terra, nelle cui
mani sono le vite e i destini degli uomini e dei popoli, e la Santa Vergine Maria,
Regina delle Vittorie, che nel giorno della sua apparizione a Lourdes ha donato al
popolo d'Egitto la liberazione dal tiranno Mubarak, di mostrarsi benigni anche con il
popolo di Libia e liberarlo con mano possente e braccio teso dal tiranno Gheddafi,
affinch dopo essere stato martoriato da 42 anni di feroce dittatura di terrore, miseria
e morte possa camminare sulla strada, che ha gi intrapreso di sua scelta, della libert
e della democrazia.
Andrea Zuckerman
Chief Director
International Society
"New Atlantis for a World Empire"
CEO Partito Mondialista
in unione con il Comitato Direttivo
e con tutti gli associati
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L'operazione "Snow on the Sahara" proseguir: in Siria sono ormai 3.000 i morti
a causa della brutale repressione portata avanti dal vile Assad con l'aiuto dei suoi
padrini di Teheran. La Siria ormai pu contare solo sul folle Ahmadinejad; per il
resto ha tutto il mondo contro, l'Unione Europea, gli Stati Uniti d'America, l'Onu,
perfino la Turchia e gli altri paesi arabi si vergognano di essere accostati ad Assad. Il
crollo del regime siriano priverebbe l'Iran di uno sbocco strategico sul Mediterraneo,
libererebbe Israele dalla tenaglia di Hezbollah e Hamas, e porrebbe le basi per una
ripresa dell'Onda Verde al fine di abbattere finalmente il crudele regime degli
ayatollah. Avanti tutta, dunque: prossima tappa Damasco, per abbattere tutti i tiranni,
costruire l'Impero mondiale e assicurare pace, prosperit, libert e giustizia per tutti!
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2) i palestinesi da 130 anni sgozzano gli ebrei senza fare distinzioni tra militari e
civili, n fra uomini, donne, vecchi e bambini. Durante la seconda guerra mondiale il
Gran Muft di Gerusalemme si alle con Hitler promettendo di consegnare ai nazisti
gli Ebrei che si fossero rifugiati in Terrasanta per sfuggire alle persecuzioni. Meno di
un mese fa terroristi assassini giunti dalla Striscia di Gaza hanno ucciso sette
israeliani a Eilat, e i cosiddetti "palestinesi" hanno esultato come iene e bruciato nelle
piazze la bandiera con la Stella di David gridando come al solito "Morte a Israele!".
Lo scorso 17 aprile morto un ragazzo israeliano di sedici anni straziato da un
missile palestinese lanciato da Gaza contro il suo scuolabus, e i due palestinesi
colpevoli dello sterminio della famiglia Fogel, una volta arrestati, hanno precisato di
aver sentito piangere il figlio pi piccolo di appena TRE MESI mentre uscivano dalla
casa, e di essere tornati sui propri passi APPOSITAMENTE PER SGOZZARE
ANCHE LUI NELLA CULLA.
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In conclusione: chi vuole stare DAVVERO dalla parte della pace, deve stare
dalla parte di Israele. Tutto il resto MENZOGNA. Per questo noi del Partito
Mondialista e dell'Associazione Internazionale "New Atlantis for a World Empire"
continueremo ad appoggiare sempre e con convinzione la lotta per l'esistenza dello
Stato di Israele, unico avamposto di libert e democrazia in un Medio Oriente
schiavizzato da tiranni e dittatori laici e teocratici, e di tutto il popolo ebraico sparso
nel mondo e minacciato di un secondo Olocausto dall'Asse del Male nero-rosso-
verde. Li appoggeremo anche contro lo stesso governo degli Stati Uniti d'America
oggi rincitrullito dalle melliflue cantilene del vile Obama, almeno finch il popolo
americano non lo caccer dalla Casa Bianca e non si dar nuovamente un
Comandante in Capo deciso a combattere per portare libert e democrazia a tutti gli
uomini e i popoli del pianeta. Li appoggeremo sempre perch gli Ebrei sono stati i
primi a rifiutare i miti falsi e mortiferi del sangue e del suolo, a farsi cittadini del
mondo, a rifiutare ogni aristocrazia che non fosse basata sul talento e sul merito. Li
appoggeremo sempre perch dal popolo di Israele viene Ges Cristo, colui che ha
distinto le "cose di Dio" dalle "cose di Cesare" liberando l'umanit dalle vecchie
concezioni sacrali dell'autorit politica e aprendo la via alla libert del pensiero e
della scienza che ha fatto dell'Occidente la pi grande civilt della Storia. Li
appoggeremo sempre perch Israele e il popolo ebraico sono il seme dell'Impero
mondiale per la cui creazione lavoriamo, quello Stato universale, federale e
liberaldemocratico che liberer il genere umano dalla tirannia delle molteplici
nazionalit, fonte perenne di discriminazioni, persecuzioni, guerre e genocidi, e
assicurer pace, prosperit, libert e giustizia per tutti.
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Piangono la sua scomparsa Assad figlio, il folle Ahmadinejad con il suo mentore
Khamenei, il cekista Putin e i mandarini cinesi, i quali stanno comprendendo che il
movimento iniziato da noi mondialisti con il lancio dell'Operazione "Snow on the
Sahara" e lo scoppio della Primavera Araba non si fermer finch tutti loro non
saranno spariti dalla faccia della terra.
(1/6/2012) In questo giorno nel quale i cristiani fanno memoria della Passione e
Morte del Signore Ges Cristo, vero Dio e vero Uomo, noi mondialisti non possiamo,
non vogliamo, non dobbiamo ignorare il grido di dolore che sale a noi da tante parti
della martoriata terra di Siria.
Il sangue dei bambini di Hula, di Homs, di Hama, di Damasco e d'Aleppo
ancora oggi dalla terra sale al Dio che vede ogni cosa, al Giudice e Vendicatore degli
innocenti, a Colui che ha detto: Guai a chi chiama bene il male e male il bene, guai
a chi chiama luce le tenebre e tenebre la luce.
S, diciamo alto e forte noi mondialisti: guai, guai, guai al sanguinario e
menzognero Assad che massacra il suo popolo a colpi di cannone e a furia di
sgozzamenti, e poi infama le sue vittime chiamandole "terroristi"; guai al folle
Ahmadinejad che arma e finanzia il suo compare di nequizie Assad per imporre la
propria egemonia su tutto il Medio Oriente; guai al corrotto e menzognero Putin che
protegge quel regime corrotto e sanguinario nell'arengo dell'ONU, Organizzazione
Non Utile a difendere il diritto degli innocenti; guai agli ipocriti come Kofi Annan
che si presenta come mediatore di pace dopo aver intascato per anni regale da un
altro tiranno, Saddam Hussein, per chiudere entrambi gli occhi sulle vendite
sottobanco di petrolio in violazione di quel programma "Oil for Food" che come
segretario dell'Onu avrebbe dovuto far rispettare; e guai, guai, guai agli eurasisti che
si nascondono dietro la facciata luccicante di accademie e istittuti di ricerca e
pubblicano riviste patinate come "Eurasia" e "Geopolitica", guai ai
nazionalboslcevisti, guai ai socialisti nazionali di "Rinascita", guai a tutti gli
occidentali traditori come Giuda e venduti al Maligno i quali agitano lo spauracchio
del fondamentalismo islamico e di Al Qaeda per paralizzare i governi dell'Occidente
e impedir loro di fermare questa atroce mattanza.
Noi mondialisti non siamo come costoro, assassini, vili, bugiardi, ipocriti. Noi
mondialisti il 26 febbraio 2011, quando il popolo di Libia si era appena sollevato
contro il tiranno Muhammar Gheddafi che lo opprimeva da 42 anni, pubblicammo su
questo sito Internet una dichiarazione di sostegno alla lotta dei Libici per conquistare
libert e democrazia, e neppure otto mesi dopo, il 20 ottobre, annunciammo con
grande gioia che il tiranno Gheddafi era stato eliminato. Noi mondialisti non siamo
insieme "s" e "no", in noi, come nel Signore Ges Cristo, c' solo il "s", un "s"
convinto al desiderio, inscritto da Dio nel cuore e nella mente di ogni uomo e donna
nascente al mondo, di vivere in pace, libert e democrazia, nel rispetto dei diritti
immortali e inalienabili di ogni individuo umano alla vita, alla libert e alla ricerca
della felicit.
Pertanto il Partito Mondialista, come ha sostenuto l'eroica lotta del popolo libico
contro il tiranno assassino Muhammar Gheddafi, cos oggi sostiene l'altrettanto eroica
lotta del popolo siriano contro il tiranno assassino Bashar el-Assad;
deplora, condanna e rigetta l'ipocrisia di tutte le cancellerie d'Occidente che per
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International Society
"New Atlantis for a World Empire"
CEO Partito Mondialista
in unione con il Comitato Direttivo
e con tutti gli associati
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il Dio Altissimo Creatore del cielo e della terra, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il
Dio di Giacobbe cammina alla testa del suo popolo e combatte per lui i suoi nemici. E
noi mondialisti - dopo che il popolo degli Stati Uniti d'America, rieleggendo per altri
quattro anni il vile e filoislamico Barack Hussein Obama, ha dimostrato di voler
consegnarsi al Male e di voler ripudiare la missione ad esso affidata, quella per cui lo
avevamo creato, di essere la citt sulla collina e l'araldo nel mondo di Libert,
Democrazia e Diritti Umani - sosteniamo e sosterremo con ogni sforzo la lotta del
popolo di Israele per difendere la propria vita, la libert dell'Occidente e la civilt nel
mondo intero, per abbattere tutti i tiranni e i dittatori laici e teocratici, e per costruire
l'Impero mondiale che assicurer pace, prosperit, libert e giustizia per tutti. Perch,
come dice il nostro Signore Ges Cristo, il Figlio di Dio, la salvezza viene dai
Giudei, ora e sempre. Amen. VINCI, ISRAELE!
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LOST IN ACTION
(2/2/2013) Il 21 gennaio 2013, alle 9.30 ora locale, un commando del Partito
Mondialista si introdotto segretamente nella centrale nucleare iraniana di Fordo, nei
pressi della citt di Qom. Il commando, composto da 4 persone, era guidato dal capo
dei nostri agenti esecutivi in Iran, nome in codice Ester Firuze; gli altri 3 componenti
del commando erano Ernst Gottlieb, Franois Lvy e Mordechai Reza. Scopo della
loro missione era sabotare il programma nucleare militare dell'Iran, distruggendo un
impianto ad alta tecnologia collocato nella centrale destinato alla produzione di
sincronizzatori (necessari affinch la detonazione degli esplosivi convenzionali
all'interno di una bomba termonucleare avvenga in modo controllato al fine di unire i
vari frammenti di uranio arricchito, formare la massa critica e avviare la reazione a
catena) e danneggiare il maggior numero possibile delle 2.784 centrifughe utilizzate
per l'arricchimento dell'uranio.
Dopo essersi introdotto nella centrale - situata in un profondo bunker sotterraneo
scavato nelle viscere di una montagna - e aver neutralizzato due guardie, il
commando ha raggiunto la sala ove era collocato l'impianto di produzione dei
sincronizzatori, e l'agente Ester in persona ha posizionato l'esplosivo e regolato il
timer per esplodere alle 11.30 ora locale. Mentre gi si accingevano ad uscire dalla
centrale, i nostri quattro agenti sono stati scoperti da un gruppo di venti pasdaran; dal
nostro quartier generale abbiamo assistito impotenti, attraverso le microtelecamere e i
microfoni indossati dai nostri, all'uccisione immediata di Gottlieb e Lvy e al
ferimento ad un braccio di Reza, il quale veniva catturato insieme a Ester. I due sono
stati portati nella stanza adibita alle torture, spogliati e seviziati con coltelli per
costringerli a rivelare lo scopo della loro missione; ma entrambi hanno resistito
eroicamente, confortandosi a vicenda per pi di un'ora, finch alle 11.30 in punto,
come previsto, le bombe da essi posizionate sono esplose distruggendo l'impianto di
produzione dei sincronizzatori e gran parte della centrale. Nell'esplosione gli agenti
Ester Firuze e Mordechai Reza hanno trovato la morte insieme, secondo le nostre
stime, a centinaia di pasdaran e di tecnici che lavoravano nell'impianto. Le autorit
iraniane hanno tentato invano di tenere nascosto l'accaduto, ma i danni erano cos
ingenti che hanno dovuto creare un cordone di sicurezza di 30 km intorno alla
centrale nucleare e chiudere al traffico la strada statale 7 che attraversa la regione. I
corpi di Ester Firuze, Ernst Gottlieb, Franois Lvy e Mordechai Reza sono stati
recuperati nel pomeriggio da un gruppo di insiders mescolatisi alle squadre di
soccorso inviate sul posto per la ricerca dei feriti sotto le macerie, portati con un
elicottero nel Beluchistan (regione i cui abitanti lottano da anni per l'indipendenza
dall'Iran), trasferiti con un volo segreto su una portaerei statunitense in navigazione
nel Golfo Persico, e da l al nostro quartier generale, dove hanno ricevuto l'estremo
omaggio.
L'Associazione Internazionale "New Atlantis for a World Empire" e il Partito
Mondialista, suo ramo esecutivo, salutano con affetto, stima e gratitudine l'agente
esecutivo Ester Firuze, immolatasi eroicamente con i suoi compagni per rallentare la
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(19/7/2014) Da circa quaranta ore l'esercito di Israele sta operando nella Striscia
di Gaza per distruggere le installazioni missilistiche dell'organizzazione terrorista
islamica Hamas. Dopo aver sopportato stoicamente per settimane il bombardamento
sempre pi esteso delle proprie citt e villaggi - bombardamento reso, grazie a Dio, in
gran parte inefficace dal sistema di difesa antimissile Iron Dome (Cupola di ferro)
che intercetta e distrugge in volo gli ordigni di morte - il primo ministro Benyamin
Netanyahu, in accordo con il Gabinetto di Sicurezza del governo di Gerusalemme, ha
dato il via libera alle forze armate: alle 21.17 del 17 luglio, mentre l'elettricit veniva
tagliata e su Gaza cadeva il buio, 40.000 soldati e centinaia di carri armati con la
stella di David hanno fatto ingresso in quel territorio che, da quando nel 2005 Israele
si ritir pensando ingenuamente di favorire un embrione di democrazia palestinese,
divenuta un santuario del peggiore estremismo fondamentalista, il regno di Hamas,
l'organizzazione terrorista che in nome del falso dio Allah e del falso profeta e vero
assassino Maometto vuole sterminare tutti gli ebrei del mondo.
Come era avvenuto nei giorni precedenti per le operazioni aeree, anche
l'invasione di terra della Striscia di Gaza ha suscitato la reazione scandalizzata delle
cancellerie occidentali, ormai totalmente asservite ai diktat di Eurabia, e
l'indignazione a comando dei soliti pacifinti, i quali si indignano per i morti
palestinesi ma non per quelli israeliani, e protestano contro i missili israeliani lanciati
contro le basi di Hamas ma non contro i missili palestinesi lanciati contro le citt
israeliane e perfino contro la centrale nucleare di Dimona. Barack Hussein Obama, il
filoislamico amico e complice di tutti i tiranni, ha dato un colpo al cerchio e uno alla
botte ribadendo il diritto di Israele a provvedere alla propria difesa e
contemporaneamente ingiungendo a Netanyahu di "evitare un'escalation"; ma ormai
Netanyahu e tutto il popolo di Israele hanno ben compreso che gli USO, Stati Uniti di
Obama, sono un gigante dai piedi d'argilla, una pallida ombra della superpotenza che
vinse la Guerra Fredda, che liber il Kuwait dall'occupazione irachena e abbatt il
regime corrotto e sanguinario di Saddam Hussein. Oggi gli Stati Uniti d'America,
trasformati per opera di Obama da paladini della libert e della democrazia in alleati
dell'Iran degli ayatollah pedofili e in sostenitori dei Fratelli Musulmani egiziani
contro il nuovo corso democratico del presidente al-Sisi, non sono in grado di
minacciare Israele e di costringere il suo popolo e il suo governo a subire una tregua
che, come avvenuto nel 2006, nel 2009 e nel 2012, servirebbe solo ai suoi nemici per
ricostituire i propri arsenali e ricominciare tra qualche mese a lanciare nuovi attacchi
ancora pi sanguinosi.
Oggi Israele ha davanti a s un'occasione unica: non pu limitarsi, come pure ha
proclamato ufficialmente, a distruggere qualche tunnel usato dai terroristi di Hamas
per infiltrarsi nel proprio territorio e rapire civili innocenti, o a smantellare qualche
rampa di lancio dei missili che piovono ogni giorno a decine su Tel Aviv, Haifa e
sulle altre sue citt (missili che Hamas ottiene dall'Iran, missili sempre pi potenti,
che ormai hanno una gittata superiore ai 150 Km e quindi sono in grado di colpire
98
ogni angolo dello Stato ebraico); non pu, dopo la formazione di un governo unitario
tra i finti moderati di Abu Mazen e i veri fanatici di Hamas, permettere ai suoi nemici
di prendere il controllo anche della Cisgiordania, da dove potrebbero martellare con
lanci di missili tutte le citt sulla costa; non pu, dopo la proclamazione del Califfato
su gran parte della Siria e dell'Iraq, consentire che la Cisgiordania venga infiltrata dai
fondamentalisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isil) e diventi terreno di
una gara tra sunniti e sciiti a chi vuol dimostrarsi pi fedele ad Allah uccidendo il
maggior numero di ebrei.
Oggi Israele deve farla finita con tutti i suoi nemici storici e prevenire l'ascesa di
quelli futuri: deve occupare militarmente tutta la Striscia di Gaza, distruggere tutte le
basi di Hamas, della Jihad Islamica e di tutti gli altri gruppi terroristici annidate al suo
interno, eliminare i loro capi e tutta la loro struttura di comando. Ma non basta: deve
anche annettere giuridicamente al proprio territorio l'intera Cisgiordania - sia la parte
di essa pi densamente abitata da ebrei, sia quella con popolazione arabo-musulmana
- ed espellere verso la Giordania (la quale d'altronde ha gi una notevole quota di
popolazione che si proclama di "etnia" palestinese, sebbene i palestinesi non siano
mai esistiti come gruppo etnico, ma siano un'invenzione della propaganda di Arafat)
tutti quei sedicenti "palestinesi", in realt arabi, che rifiutassero di giurare fedelt allo
Stato di Israele, in modo da trasformare la Valle del Giordano in un nuovo Vallo di
Adriano contro i nuovi barbari, in un fossato di difesa dell'unica democrazia del
Medio Oriente contro gli assalti dei fondamentalisti dell'Isil che adesso minacciano di
prendere il potere anche in Giordania e che da l potrebbero facilmente passare in
Cisgiordania e minacciare Gerusalemme e tutta Israele, se non trovassero appunto
nella Valle del Giordano il muro invalicabile di Tsahal.
interesse dell'Occidente e di tutto il genere umano, anche se esso non se ne
rende conto, che Israele vinca oggi a Gaza, che distrugga Hamas e tutti i suoi nemici,
che occupi Gaza e annetta la Cisgiordania: se gli sciiti di Hamas e i sunniti dell'Isil,
divisi religiosamente ma uniti dall'odio verso ebrei e cristiani, riuscissero - Dio non
voglia! - a distruggere Israele, il Califfato travolgerebbe anche l'Egitto, si salderebbe
con i movimenti fondamentalisti nel Nord Africa e con il regime islamista di Recep
Tayyp Erdogan in Turchia, e prenderebbe in una tenaglia l'Europa, minacciando di
tagliarle i rifornimenti di gas e petrolio, costringendola ad accettare la penetrazione
della sharia, la legge coranica, in tutti i settori della vita sociale, a subire la
discriminazione delle donne e il lavaggio del cervello dei bambini per addestrarli a
diventare terroristi suicidi, finch nel giro di pochi decenni l'intero continente
cadrebbe sotto il dominio dell'Islam, abdicando a duemila anni di civilt ebraico-
cristiana e a tutti i progressi compiuti negli ultimi tre secoli nel campo dei diritti civili
e politici; a quel punto, anche un'America prostrata da otto anni di regime obamista
finirebbe per arrendersi ai fondamentalisti islamici in casa propria, e tutto il genere
umano diventerebbe schiavo di un condominio del terrore islamo-russo-cinese che
riporterebbe le lancette della Storia al Medioevo, cancellando il primato
dell'individuo in nome della prevalenza obbrobriosa della comunit di origine,
religiosa o etnica che sia. Contro questo scenario da incubo si erge oggi la sola
teologica potenza di Israele, il Messia delle nazioni, il popolo che concilia in s il
99
alla dignit di ogni individuo umano; e che pertanto nessuna vera o presunta offesa a
una fede religiosa possa giustificare la messa a morte del vero o presunto "offensore".
I cristiani, fino a qualche tempo fa, sembravano aver ben compreso questa verit
evangelica: avevano smesso di perseguitare gli "eretici" - qualifica che spesso serviva
a mettere al bando ogni nemico o persona "scomoda", come fece Filippo il Bello con
noi Templari - e nella Dichiarazione Dignitatis humanae emessa durante il Concilio
Vaticano II avevano riconosciuto solennemente che ogni uomo e donna ha il diritto di
cercare la verit su Dio, sul mondo e su se stessi senza subire costrizioni; ma da
qualche anno essi, quasi fossero vittime della nefasta influenza della propaganda
islamica, hanno compiuto molti passi indietro sulla via della tolleranza.
Sembra quasi che il Cristianesimo provi nei confronti dell'Islam una sorta di
"invidia del kalashnikov" analoga all'"invidia del pene" che Sigmund Freud attribuiva
alle ragazze adolescenti; come se i vertici della Chiesa invidiassero l'intolleranza e
il fanatismo dei musulmani, ingannando se stessi e scambiando tale intolleranza e
fanatismo per genuina fede in Dio, e di conseguenza desiderassero che tutti i fedeli
cristiani fossero altrettanto fanatici e intolleranti nei confronti di quanti offendono la
fede cristiana. Non si rendono conto, il Papa Bergoglio, i vescovi francesi, l'ineffabile
cardinal Tauran (che qualche anno fa, di fronte all'accusa di "blasfemia" nei confronti
di una bambina pakistana affetta dalla sindrome di Down, invitava a "considerare la
proporzione tra l'accusa e come si svolto il fatto, se ci sia stata o meno
consapevolezza e volont", come se l'offesa consapevole e volontaria nei confronti di
Maometto possa giustificare una condanna a morte), che la "tiepidezza" dei cristiani
nel rispondere alle offese verso la loro religione un pregio, una benedizione, un
grande dono che l'Onnipotente ha fatto loro per il tramite dell'Illuminismo, di
quell'Illuminismo che adesso Bergoglio considera diabolico, ma che il suo
predecessore Joseph Ratzinger, nel famoso discorso di Ratisbona del 2006, aveva
elogiato per aver "costretto" il Cristianesimo a unire insieme Fede e Ragione
allontanandosi dalla trappola mortale del fanatismo e dell'imposizione violenta del
Vangelo, mentre gli islamici, proprio per aver posto il loro falso dio Allah in una
trascendenza oltre il Logos, proprio per aver rifiutato di conciliare Ragione e fede,
hanno tentato e tentano da 1.400 anni di sottomettere con la violenza tutto il genere
umano alle loro credenze false, fanatiche e discriminatorie nei confronti delle donne e
dei non-islamici.
Per questo l'Associazione Internazionale "New Atlantis for a World Empire" e il
Partito Mondialista, suo ramo esecutivo, nel condannare con forza e, noi s, senza
retorica le barbariche stragi compiute dagli assassini islamici in nome di Allah e
Maometto, esortano i cristiani di tutto il pianeta a non farsi traviare dai cattivi pastori
che non si curano del gregge del Signore Dio, che predicano una falsa misericordia
verso gli islamici massacratori di cristiani e poi giustificano la violenza degli stessi
islamici nei confronti di tutti i non-islamici, e rinnovano il loro fermo proposito di
compiere ogni sforzo per secolarizzare l'Islam come primo passo per attuare il
Grande Progetto, contenuto nel Manifesto programmatico del Partito Mondialista, di
creare un Impero mondiale, federale e liberaldemocratico, che assicuri il rispetto dei
diritti sacri e inalienabili di ogni individuo umano alla vita, alla libert e alla ricerca
102
della felicit. Agli islamici, invece, ricordiamo quanto gi scritto nel nostro editoriale
del 25 maggio 2013: noi mondialisti, con la nostra operazione "Snow on the Sahara"
che ha portato all'esplodere delle Primavere Arabe e alla caduta dei regimi dittatoriali
di Ben Ali in Tunisia, di Mubarak in Egitto, di Gheddafi in Libia e di Saleh nello
Yemen, abbiamo teso la nostra mano amica verso gli islamici, tentando il "sacro
esperimento" di convertirli alla democrazia liberale e al rispetto dei diritti dell'uomo.
Ora spetta ad essi, e ad essi soltanto, scegliere se vogliono integrarsi nel mondo
globalizzato di oggi e nell'Impero mondiale venturo, convivendo in pace con il resto
del genere umano, o se preferiscono essere spazzati via dal soffio dello Spirito di Dio
e cancellati dalla Storia, come avvenuto per il nazismo e il comunismo.
103
pi grande oggi di quanto lo fosse 70 anni fa. Inoltre tutte le spie, tutti i traditori,
tutti coloro, islamici e non-islamici, che collaboreranno con il nemico in qualsiasi
modo, compiendo attentati terroristici, sabotando l'economia e la vita sociale dei
Paesi della coalizione anti-sunnita, o diffondendo propaganda a favore del
nemico, dovranno essere passati per le armi.
3) Infine, i Paesi islamici a maggioranza sunnita, a partire dall'Arabia Saudita,
Quatar, Kuwait e le altre monarchie della penisola arabica che attualmente finanziano
il Califfato, e quindi il terrorismo, con i provneti della vendita del petrolio, dovranno
essere posti davanti a una scelta: o romperanno i loro legami, le loro complicit, le
loro alleanze con il Califfato, cessando ogni finanziamento e ogni fornitura di
armi ai terroristi e aderendo alla Coalizione, oppure dovranno subire lo stesso
trattamento del Califfato e dei suoi seguaci, dovranno anch'essi venire attaccati,
sconfitti e distrutti.
Noi mondialisti sappiamo bene che non tutti coloro i quali oggi combattono
contro il Califfato sunnita sono animati da ideali di libert, democrazia e rispetto dei
diritti umani: sappiamo bene che il tiranno Putin sta combattendo il Califfato con lo
scopo, neppure troppo nascosto, di mantenere al potere il macellaio Assad per
imporre la propria egemonia sul Mediterraneo, utilizzando le basi navali siriane, e
che l'Iran dominato dalla teocrazia sciita brama di vendicarsi della sua secolare
sottomissione ai sunniti (che costituiscono il 90% di tutti gli islamici del mondo) e di
mettersi alla testa della jihad contro l'Occidente. Ma sappiamo pure che le necessit
belliche richiedono di stringere alleanze con tutti i nemici del proprio nemico: come
70 anni fa Churchill e Roosevelt strinsero alleanza con Stalin per sconfiggere l'Asse
Roma-Berlino-Tokio, cos oggi necessario che l'Europa e gli Stati Uniti d'America -
una volta che questi ultimi si saranno sbarazzati del tiranno filoislamico Barack
Hussein Obama e si saranno dati un Comandante in Capo degno di tal nome - si
alleino con il grande tiranno Putin e con i suoi vassalli Khamenei e Assad, come pure
con i mandarini del Partito Comunista Cinese, per sconfiggere l'Armata della Morte
sunnita.
Dopo che questo grande pericolo sar stato sventato, dopo che il Califfato sar
stato distrutto, al-Baghdadi ucciso con tutti i suoi seguaci, e i sunniti di tutto il pianeta
pacificati o neutralizzati in un modo o nell'altro, allora l'Occidente potr e dovr
rivolgere le proprie armi e i propri eserciti contro l'Asse del Male Mosca-Pechino-
Teheran, per liberare i nobili popoli di Russia, di Cina e di Persia dalla loro schiavit
e miseria materiale e spirituale, e creare finalmente l'Impero mondiale che assicurer
pace, prosperit, libert e giustizia per tutti. Ma ogni grande costruzione destinata a
durare nei secoli non si realizza in un solo giorno. Oggi il tempo di combattere il
Califfato e i sunniti. Ad ogni giorno basta la sua pena.
108
(6/02/2016) Lo scorso 13 gennaio, nella citt libica di Sirte che dalla scorsa
estate soffre sotto il giogo del sanguinario Califfato islamico, il sudanese Hamad
Abdel Hady, soprannominato Abu Anas Al-Muhajer, che in qualit di giudice della
sharia aveva seminato il terrore tra la popolazione, stato eliminato da questo mondo
con un solo, preciso colpo alla testa mentre si trovava nei pressi di un ospedale. Sei
giorni dopo, il 19 gennaio, il comandante dell'Isis in Libia Abu Mohammed Dernawi
ha ricevuto la stessa giusta punizione per i suoi crimini. Infine, per ora (ma solo per
ora), il 23 gennaio Abdullah Hamad al-Ansari, comandante jihadista proveniente
dalla citt occupata di Obari, nel Sud del Paese, stato freddato allo stesso modo
mentre usciva da una moschea. I miliziani dell'Isis a Sirte sono caduti in preda a un
cieco terrore, e hanno iniziato una serie di retate e di arresti indiscriminati nel vano
tentativo di catturare il misterioso e imprendibile cecchino, che intanto gli abitanti di
Sirte e i social media di tutto il mondo hanno battezzato "Daesh Hunter". Sulla sua
identit molto si scritto in questi giorni: qualcuno lo ritiene un miliziano anti-Isis
proveniente dalla citt di Misurata, altri pensano sia un ex-militare dell'esercito libico,
e altri ancora credono sia un soldato dei reparti speciali americani. Gli unici punti su
cui tutti sono d'accordo sono che si tratti di un individuo dall'eccezionale sangue
freddo, ottimamente addestrato a colpire i suoi bersagli con un singolo, preciso colpo
sparato dall'alto e poi a fuggire senza dare nell'occhio, cosa ancor pi sorprendente in
una citt come Sirte in cui i miliziani del Califfato controllano tutto ci che si muove.
Ebbene, noi del Partito Mondialista siamo in grado ora di dire una parola di verit su
questa faccenda: il misterioso "Daesh Hunter" un nostro agente. Anzi, una nostra
agente.
Aveva solo 9 anni nell'ottobre 2001, quando la trovarono fra le rovine annerite
di quella che era stata la sua casa. Era la terza figlia di un capovillaggio afghano che
si era ribellato ai talebani. I fanatici islamici prima uccisero sotto i suoi occhi
innocenti il padre, la madre e i due fratelli, poi la violentarono a turno per un giorno e
una notte, infine appiccarono il fuoco all'abitazione per cancellare le tracce della loro
abiezione. Il Cielo volle che una pattuglia di marines giunta sul luogo la trovasse
ancora viva, e fu cos che venne affidata alle nostre cure. Era ridotta in uno stato
pietoso, povera piccola: il suo corpo era piagato da gravissime ustioni, da lividi e
lesioni ai genitali causate dagli stupri seriali che aveva subito, e fu necessario
sottoporla a numerose avanzatissime operazioni chirurgiche per ricostruire i suoi
organi interni e il suo volto sfigurato dal fuoco, ma ancora peggiori erano le sue
condizioni psicologiche; era praticamente ridotta a un vegetale, non riusciva a stare in
piedi, a camminare e neppure a parlare, rifiutava il cibo e tent per due volte di
suicidarsi. Solo dopo tre anni di psicoterapia si riprese, e il miracolo avvenne quando
uno dei nostri reclutatori le regal una pistola carica e le disse: Ora scegli: puoi
usarla per ucciderti e porre fine al tuo dolore, oppure puoi usarla affinch nessuna
bambina debba pi soffrire quello che hai sofferto tu. Da allora lei impar a sparare
con ogni tipo di arma da fuoco, a uccidere usando una matita, a confezionare bombe
109
col pane e a vivere sotto molte identit: prese il nome di Asiya, che in arabo significa
"colei che solleva i deboli", e a diciotto anni pronunci il giuramento solenne di
affiliazione al Partito Mondialista. Da allora Asiya ha ucciso numerosi capi del
terrorismo islamico, dalla Giudea e Samaria a Gaza, e dall'Iran all'Iraq; quando noi
mondialisti abbiamo avuto sentore che l'Isis stava installandosi in Libia decidemmo
di infiltrarla nelle milizie jihadiste provenienti dalla Siria, e fu cos che ella giunse a
Sirte e inizi prima a individuare i principali esponenti del Califfato, e poi a
eliminarli.
Ecco, amici della Rete, questa la vera storia di "Lady Daesh Hunter": una
storia di sofferenza e di martirio, ma anche di riscatto e di impegno per la liberazione
del genere umano dalla minaccia costituita dall'Islam fondamentalista, sanguinario e
assassino. Tutti noi dobbiamo essere grati a uomini e donne come Asiya, uomini e
donne i quali rischiano ogni giorno la vita per abbattere tutti i terroristi, i tiranni e i
dittatori laici e teocratici che opprimono miliardi di persone innocenti su tutto il
pianeta, e per unire tutto il genere umano in un solo Impero mondiale che assicurer
pace, prosperit, libert e giustizia a tutti gli uomini, le donne, i bambini e le bambine
del mondo. A voi terroristi del Daesh, invece, noi mondialisti diciamo: pentitevi e
cambiate vita, o l'Angelo della Morte vi colpir infallibilmente e molto presto. La
nostra cacciatrice ha appena cominciato.
110
entreranno a far parte del venturo Impero mondiale come cittadini con uguali
diritti e doveri; se invece i musulmani dovessero rifiutarsi di abiurare la loro
superstizione falsa e barbarica, se volessero ostinatamente persistere nello
schiavizzare le donne e nel massacrare i non-musulmani, ALLORA ESSI
DOVRANNO ESSERE TRATTATI COME NEMICI. E il modo in cui si trattano
i nemici lo ha indicato chiaramente una settimana fa un soldato israeliano: dopo aver
individuato un terrorista islamico armato di coltello che si apprestava a uccidere ebrei
innocenti, prima lo ha ferito con una fucilata, poi, quando era a terra, lo ha finito con
un colpo in testa.
GUERRA TOTALE CONTRO L'ISLAM vuol dire che il trattamento dei
musulmani residenti in Paesi non-musulmani, siano essi cittadini o stranieri ospiti,
dovr essere esattamente simmetrico al trattamento dei non-musulmani, cittadini o
stranieri ospiti, residenti nei Paesi a maggioranza musulmana: FINO A QUANDO I
PAESI A MAGGIORANZA MUSULMANA NON RICONOSCERANNO AI
NON-MUSULMANI UGUALI DIRITTI E DOVERI RISPETTO AI
MUSULMANI, PER SIMMETRIA I PAESI NON-MUSULMANI DOVRANNO
NEGARE AI MUSULMANI LA TITOLARIT E IL GODIMENTO DEI
DIRITTI CHE VENGONO INVECE PACIFICAMENTE RICONOSCIUTI AI
NON-MUSULMANI. Ne consegue che fino a quando i non-musulmani residenti nei
Paesi a maggioranza musulmana non godranno di diritti e doveri uguali a quelli dei
musulmani, I MUSULMANI RESIDENTI IN PAESI NON-MUSULMANI NON
POTRANNO GODERE, AD ESEMPIO, DELLE GARANZIE TIPICHE
DELLO STATO DI DIRITTO E DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE, COME
LA PRESUNZIONE DI INNOCENZA FINO A PROVA CONTRARIA
ACCERTATA IN UN REGOLARE PROCESSO E IL DIRITTO-DOVERE DI
VOTARE, DI ELEGGERE E DI ESSERE ELETTI; anzi, LA GESTIONE E IL
TRATTAMENTO DI TUTTI I MUSULMANI RESIDENTI IN PAESI NON-
MUSULMANI, siano essi "formalmente" cittadini o stranieri ospiti, dovranno essere
sottratti alla pubblica amministrazione civile e alla magistratura e DOVRANNO
ESSERE AFFIDATI ALL'ESERCITO E AI SERVIZI SEGRETI, COME SI
ADDICE A NEMICI TOTALI. Lo stesso trattamento, del resto, fu adottato
dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti d'America durante la seconda guerra mondiale,
quando centinaia di migliaia di italiani, tedeschi e giapponesi residenti nei territori
inglese e statunitense vennero arrestati senza processo e rinchiusi in campi di
detenzione fino alla sconfitta dell'Asse Roma-Berlino-Tokio.
GUERRA TOTALE CONTRO L'ISLAM vuol dire infine che tutti i Paesi
non-musulmani, se vorranno sopravvivere alla guerra di sterminio scatenata contro di
essi dall'Islam, dovranno utilizzare contro l'Islam TUTTI I MEZZI E TUTTE LE
RISORSE A LORO DISPOSIZIONE: DALLA PROPAGANDA ALLE
SANZIONI ECONOMICHE, DAL BLOCCO DEI COMMERCI AI
BOMBARDAMENTI MARITTIMI E AEREI, DALL'INVASIONE
TERRESTRE FINO ALL'USO DELL'ARMA ATOMICA CONTRO I REGIMI
ISLAMICI. I regimi teocratici e dittatoriali islamici, del resto, non fanno mistero di
voler dotarsi di armi nucleari per distruggere i popoli di Israele, degli Stati Uniti
113
di 2.000 persone.
Mentono, mentono tutti i ciecopacifisti cattosinistri i quali tentano di convincere
le opinioni pubbliche dell'Occidente che esisterebbe un Islam "moderato" estraneo
alla violenza con il quale bisognerebbe mettersi d'accordo per "isolare gli
estremisti"... Ipocriti! Dove sono questi islamici "moderati"? Perch non si fanno
vedere, se esistono? Perch non prendono le armi contro i cosiddetti "estremisti",
perch non li sconfiggono, non li imprigionano o non li uccidono? Se la maggioranza
degli islamici fosse "moderata" come ripetono tutti i giorni i Bergoglio, gli Obama e
le Boldrini, avrebbero dovuto sconfiggere ormai da molto tempo i sedicenti pochi
"estremisti". La verit che l'Islam "moderato" non esiste; la verit che tutti gli
islamici vogliono sottomettere l'intero genere umano al falso dio Allah e al falso
profeta Maometto, e per raggiungere tale abietto scopo tutti gli islamici sono pronti a
usare qualunque mezzo, a seconda delle circostanze, dall'inganno al machete, dalla
dissimulazione alle cinture esplosive; tutto, tutto essi ritengono lecito pur di
sconfiggere i non-islamici, anche mangiare carne di maiale, anche astenersi dal
circoncidere i figli, anche giurare davanti a Dio di non essere islamici e praticare
i culti di altre religioni.
Gli islamici insegnano ai loro figli a odiare i non-islamici, a non avere rapporti
con i essi ("Vorrebbero che foste miscredenti come lo sono loro e allora sareste
tutti uguali. Non sceglietevi amici tra loro, finch non emigrano per la causa di
Allah. Ma se vi volgono le spalle, allora afferrateli e uccideteli ovunque li
troviate. Non sceglietevi tra loro n amici n alleati": Corano, sura IV, 89), a
perseguitarli e ucciderli finch non si convertono all'Islam (Quando poi saranno
trascorsi i mesi sacri, uccidete gli idolatri dovunque li troviate, prendeteli,
circondateli, appostatevi ovunque in imboscate. Se poi si convertono e compiono
la Preghiera e pagano la dcima, lasciateli andare": Corano, sura IX, 5,
"versetto della spada"). Gli islamici non si impegnano, come invece fanno gli
Occidentali, per il progresso scientifico e sociale, per combattere l'analfabetismo, la
povert e le malattie, perch essi disprezzano la vita in questo mondo e desiderano
soltanto sterminare tutti i non-islamici per guadagnarsi cos il paradiso secondo
quanto ha insegnato loro il falso profeta Maometto ("Se i vostri padri, i vostri figli, i
vostri fratelli, le vostre mogli, la vostra trib, i beni che vi procurate, il
commercio di cui temete la rovina e le case che amate vi sono pi cari di Allah e
del Suo Messaggero e della lotta per la causa di Allah, aspettate allora che Allah
renda noto il Suo decreto! Allah non guida il popolo degli empi": Corano, sura
IX, 24).
Gli islamici non vogliono riconoscere pari dignit e diritti alle donne rispetto
agli uomini, n ai non-islamici rispetto ai credenti in Allah e Maometto. Gli islamici
non vogliono coesistere in pace e tolleranza con il resto del genere umano. L'Islam
incompatibile con un mondo unito e pacifico, con un mondo fondato sul rispetto
della libert, della democrazia e dei diritti dell'uomo. L'Islam il Non-assimilabile, il
Non-integrabile, il Nemico del genere umano.
Non c' posto per l'Islam nel mondo. Non c' posto per 1.300 milioni di
islamici nel mondo. Non c' posto neppure per per un solo musulmano, nel
116
mondo.
Che cosa dunque? chiederete voi, Dobbiamo forse uccidere con le nostre
mani il primo musulmano che incontriamo in strada? Dobbiamo forse organizzare
delle ronde di volontari, degli "squadroni della morte" per uccidere gli islamici che
vivono nelle nostre citt?. NO, NO, NO!
In ogni societ bene ordinata, in cui viga il principio di divisione dei lavori,
mentre ai comuni cittadini compete lo svolgimento dei vari mestieri e delle varie
professioni, e i sacerdoti hanno il compito di pregare Dio per il bene del popolo, il
compito di difendere la societ dai nemici e di mantenere ordine e sicurezza spetta ai
Principi, cio ai governanti dei vari Stati, e a quanti svolgono il mestiere delle armi
sotto il comando dei reggitori degli Stati. Per questo l'Apostolo delle genti (Rm 13, 4)
ammonisce i cristiani a rispettare le giuste leggi e a non commettere crimini, "perch
non invano il principe porta la spada; egli infatti il ministro di Dio, un
vendicatore per eseguire la Sua ira su chi opera il male"; e san Tommaso d'Aquino,
nella sua Summa theologica, spiega chiaramente come i doveri del buon governante
includano anche, a certe condizioni, il fare la guerra:
"Perch una guerra sia giusta si richiedono tre cose.
Primo, lautorit del principe, per ordine del quale la guerra deve essere
proclamata. Infatti una persona privata non ha il potere di fare la guerra: poich
essa pu difendere il proprio diritto ricorrendo al giudizio del suo superiore. E
anche perch non appartiene a una persona privata il raccogliere la moltitudine,
cosa indispensabile nelle guerre. Siccome invece la cura della cosa pubblica
riservata ai principi, spetta ad essi difendere il bene pubblico della citt, del regno o
della provincia a cui presiedono. E come lo difendono lecitamente con la spada
contro i perturbatori interni quando puniscono i malfattori, secondo le parole
dellApostolo [Rm 13, 4]: Non invano lautorit porta la spada: infatti al servizio
di Dio per la giusta condanna di chi opera il male, cos spetta ad essi difendere lo
stato dai nemici esterni con la spada della guerra...
Secondo, si richiede una causa giusta: cio una colpa da parte di coloro
contro cui si fa la guerra. Scrive perci S. Agostino [Quaest. in Iosue 10]: Si
sogliono definire giuste le guerre che vendicano delle ingiustizie: cio nel caso in
cui si tratti di debellare un popolo o una citt che hanno trascurato di punire i
delitti dei loro sudditi, o di restituire ci che era stato tolto ingiustamente.
Terzo, si richiede che lintenzione di chi combatte sia retta: cio che si miri a
promuovere il bene e a evitare il male. Per cui scrive ancora S. Agostino [De civ.
Dei 19, 12]: Presso i veri adoratori di Dio sono pacifiche anche le guerre, che
vengono fatte non per cupidigia o per crudelt, ma per amore della pace, ossia per
reprimere i malvagi e soccorrere i buoni".
Ebbene, in questo caso che stiamo trattando sono presenti due dei requisiti
prescritti dal Dottore Angelico affinch una guerra sia giusta: la giusta causa, in
quanto l'Islam aggredisce ingiustamente tutti i non-islamici e pretende di sterminare
quanti non si sottomettono al falso dio Allah e al falso profeta Maometto; e la retta
intenzione, in quanto una guerra di tutto il genere umano contro l'Islam avrebbe per
fine la salvezza di tutto il genere umano dal pericolo dello sterminio o di una
117
MONDIALISMO E RUSSIA
119
PETROLIO E LIBERT
(8/8/2007) Da alcuni mesi il capo del Cremlino, lex agente del Kgb Vladimir
Putin, sta dimostrando di essere, se possibile, ancora pi pericoloso per la pace e la
libert dellOccidente di un Bin Laden.
Dapprima ha scatenato unoffensiva mediatica, diplomatica e militare contro il
progetto statunitense di costruire uno scudo spaziale anti-missili balistici mediante
il dispiegamento in Polonia e nella Repubblica Ceca di postazioni radar di allerta e
batterie di missili intercettori. Unoffensiva iniziata denunciando tale progetto,
contemporaneamente, come inutile, in quanto situato in una posizione tale da non
poter fermare i missili eventualmente lanciati dallIran, e come pericoloso elemento
di destabilizzazione dellequilibrio strategico in Europa; una accusa che rivela
soltanto il timore della Russia di vedersi togliere dalle mani la pistola nucleare con
cui da cinquanta anni tiene sotto ricatto i governi europei, come dimostrato dalla
successiva minaccia di puntare nuovamente i suoi missili a lungo raggio contro le
citt del Vecchio Continente. Anche la decisione di ritirarsi unilateralmente dal
Trattato per la riduzione delle forze convenzionali in Europa rientra nella tattica di
minacciare i popoli dEuropa affinch restino, come sono da mezzo secolo, servi di
due padroni: alleati degli Stati Uniti dAmerica, ma con un orecchio attento a
cogliere i diktat del temibile vicino.
In un secondo tempo, Putin ha portato avanti quella strategia di sterminio feroce
di ogni forma di dissidenza iniziata con luccisione di moltissimi giornalisti
indipendenti, fra i quali la famosa Anna Politkovskaja, e di numerosi dissidenti: dopo
lex colonnello del Kgb Alexander Litvinenko, stroncato da un t al polonio, stata la
volta di Yuri Golubev, uno dei fondatori di Yukos (la societ petrolifera che
minacciava di scalfire il monopolio energetico, e il conseguente potere ricattatorio,
del colosso statale Gazprom, fatta a pezzi dopo che il suo presidente Mikhail
Khodorkovskij stato imprigionato in Siberia con false accuse). Un altro sicario
mandato dal Cremlino, lo scorso giugno, stava per eliminare Boris Berezovski, il
leader dellopposizione democratica anchegli in esilio a Londra: gli aveva dato
appuntamento allHotel Hilton di Park Lane, spacciandosi per un amico, e si era
portato dietro un ignaro bambino, probabilmente per coprirsi la fuga dopo aver
piantato una pallottola nella testa della sua vittima; ma questa volta i servizi segreti
britannici sono stati pi veloci, e il piano di morte stato sventato.
La rabbia del cekista Putin si quindi scatenata contro la Gran Bretagna,
colpevole di dare asilo a una folta comunit di 250mila russi che si oppongono alla
deriva autoritaria del loro paese dopo i progressi e le speranze suscitati dal governo
del mite Eltsin, e pi in generale di essere la testa di ponte degli Stati Uniti dAmerica
sulla sponda orientale dellAtlantico. Dapprima la Russia ha rifiutato di consegnare
alle autorit inglesi Andrei Lugovoi, il doppiogiochista accusato di aver avvelenato
Litvinenko con il polonio; e qualche giorno dopo due bombardieri Tupolev 95
Orso, capaci di sganciare fino a 16 testate nucleari, si sono pericolosamente
avvicinati allo spazio aereo britannico, come non accadeva dai tempi della Guerra
122
Fredda; due caccia Tornado, partiti dalla base di Leeming, li hanno agganciati coi
loro radar di attacco, e solo allora gli Orso hanno fatto dietrofront e sono tornati
alla loro base di Murmansk. La dichiarazione del genrale Zelin, capo dellaviazione
russa, raggelante per la sua ipocrisia: I nostri aerei stavano effettuando voli
regolarmente pianificati su acque neutrali; ogni commento superfluo...
Gli ultimi due episodi hanno definitivamente colmato la misura. La sera di
luned 6 un caccia Su-24 penetrato nello spazio aereo della Georgia, repubblica ex-
sovietica che dopo la cacciata di Shevardnaze si avvicinata agli Usa, e ha sganciato
una bomba da 700 Kg, per fortuna non esplosa, su un villaggio a 65 chilometri dalla
capitale, vicino alla provincia dellOssezia del Sud che da anni lotta con laiuto di
Mosca per la secessione e il congiungimento con la Russia. Le autorit di Tbilisi
hanno convocato lambasciatore russo Kovalenko ed espresso la loro ferma protesta;
Mosca ha malamente negato di aver invaso lo spazio aereo georgiano e di aver
sganciato bombe, ma stata sbugiardata dalle registrazioni dei tracciati radar esibiti
alla stampa dal Ministero degli Esteri della Georgia. La scorsa notte, infine, un
portavoce della Marina ha riferito che la Russia ha portato a termine positivamente il
test di un nuovo tipo di missile balistico a lungo raggio di tipo Sineva, lanciato da
un sottomarino nucleare in navigazione nellOceano Pacifico.
Questa escalation di attentati e provocazioni dimostra la crescente volont del
dittatore russo di innalzare la tensione con gli Stati Uniti dAmerica e con tutto
lOccidente. Se si aggiungono il sostegno a regimi tirannici come lIran del folle
Ahmadinejad e il Venezuela di Chvez, cui sta fornendo tecnologia missilistica e
nucleare, e il rifiuto di isolare i terroristi di Hamas, se ne deve concludere che gli
obiettivi perseguiti da Putin in politica estera sono tre, e tutti inquietanti: ricostituire
legemonia russa sui paesi un tempo membri dellUnione Sovietica e del Patto di
Varsavia; aumentare linfluenza di Mosca sullEuropa occidentale attraverso
unalternanza di minacce e offerte di forniture di petrolio e gas; innalzare la tensione
in tutte le aree calde del mondo allo scopo di tenere alto il prezzo dei combustibili
fossili, riempire le casse dello Stato e indebolire il prestigio degli Stati Uniti
dAmerica, ponendosi come alfiere di un mondo multipolare in cui la resistenza
allespansionismo Usa la foglia di fico dietro cui si nasconde la pretesa di tutti i
dittatori, comunisti o islamisti, di essere lasciati liberi di opprimere i loro sudditi in
casa propria.
Per questo motivo lAssociazione Internazionale New Atlantis for a World
Empire e il suo ramo esecutivo, il Partito Mondialista, in applicazione di quanto gi
enunciato nel Manifesto programmatico del 3 aprile 2005, hanno fatto e faranno ogni
sforzo per sostenere tutti gli oppositori liberali e democratici al regime autoritario del
cekista Putin, al fine di abbattere il suo regno di terrore e morte e restituire la Russia
allOccidente, allamicizia con gli Stati Uniti dAmerica, terra di libert e guida del
movimento per la creazione dellImpero mondiale.
123
tre citt israeliane (ad esempio Tel Aviv, centro commerciale ed economico dello
Stato, Haifa, polo scientifico e tecnologico d'eccellenza, e Ashqelon) uccidendo
alcuni milioni di "porci" ebrei (oltre a varie decina di migliaia di arabi che, va da s,
verrebbero bollati come "apostati"); coprirsi di gloria imperitura presso la Umma
togliendo al sunnita Bin Laden il titolo di "spada dell'Islam"; e procrastinare il
proprio personale Giorno del Giudizio di trenta o quarant'anni grazie ai veti nel
Palazzo di vetro dell'amico Putin e ai suoi bombardieri che hanno ripreso a sorvolare
i cieli del globo, godendosi le vergini terrene (e forse anche i giovinetti, come
costume dei mullah secondo le denunce di molte ONG) in attesa di quelle celesti...
Qualcuno potrebbe obiettare a questa ricostruzione paventando il pericolo per la
Russia rappresentato da un Iran dotato della Bomba e di missili in grado di
trasportarla su ogni angolo del suo territorio; ma questa critica non tiene conto del
fatto che l'arsenale missilistico e nucleare a disposizione di Putin di gran lunga
superiore a quello che ora sta fornendo al suo alleato. Agli ayatollah non conviene
sfidare la Russia, oggi come ieri ( per questo motivo che il progetto del giovane
Ahmadinejad di assaltare anche l'ambasciata sovietica fu prontamente accantonato);
conviene piuttosto esserne la longa manus, il braccio armato a cui affidare il compito
impopolare di tenere sotto mira Europa, India, Cina e mezza Africa, mentre l'orso
rosso esercita la sua egemonia "morbida" attraverso l'impero di Gazprom.
Sarebbe la realizzazione dei sogni pi esaltati degli esponenti dell'eurasismo:
una Grande Alleanza tra Russia e Islam (con l'Europa nel ruolo di banchiere suo
malgrado) in grado di controllare l'intera massa continentale eurasiatico-africana, di
cancellare da essa la "spina" Israele, di assoggettare l'Inghilterra e il Giappone e di
espellere gli Stati Uniti d'America, ricacciandoli nell'Oceano e nelle sue isole
(Australia, Nuova Zelanda e Hawaii) lontano dal Cuore della Terra (Heartland),
nuovo centro del potere mondiale. Sarebbe la fine della libert per i cinque sesti del
genere umano. Una prospettiva catastrofica che solo il popolo americano, gi
impegnatosi tre volte a liberare il mondo prima dall'imperialismo prussiano, poi
dall'Asse Roma-Berlino-Tokio, e subito dopo dall'Impero del male comunista, potr
scongiurare, se prender coscienza della sua missione storica di portare libert e
democrazia a tutti i popoli e di fondare, con lacrime e sangue, un Impero mondiale in
cui finalmente siano assicurati ad ogni uomo e donna gli inalienabili diritti alla vita,
alla libert e alla ricerca della felicit.
125
Ecco perch l'abbattimento del satellite "impazzito" costituisce per gli Stati Uniti
d'America un grande successo, e per Mosca e Pechino un buon motivo per masticare
amaro: esso dimostra che gli Usa possiedono finalmente la tecnologia necessaria e
sufficiente per costruire uno scudo spaziale capace di difendere per sempre il
proprio territorio non solo dai missili nucleari provenienti da Russia e Cina, ma anche
da quelli che in futuro potrebbero essere lanciati dall'Iran nel corso di una guerra
scatenata contro l'Occidente dagli ayatollah per conto dei loro padrini di Mosca. Per
questo Putin ha affermato che lo scudo spaziale americano costituisce una
gravissima violazione dell'equilibrio strategico in vigore in Europa da mezzo secolo
e minaccia costantemente i pavidi Europei di puntare i suoi missili contro le loro citt
se acconsentiranno a ospitare sul loro territorio le postazioni radar e le rampe di
lancio dei missili intercettori, come hanno gi deciso Polonia e Repubblica Ceca: la
verit che lo scudo Usa difenderebbe non solo gli Stati Uniti d'America, ma anche
le citt e i popoli d'Europa, e toglierebbe dalle mani della Russia la pistola con cui da
cinquant'anni tiene sotto tiro il Vecchio Continente, togliendogli la libert di
schierarsi, come pure vorrebbe, al fianco degli Stati Uniti e costringendolo ad una
politica ipocrita di "equidistanza" fra Oriente e Occidente, fra tirannide e libert.
127
l'Iran nel suo cane da guardia nel Medio Oriente, incaricato di tenere sotto scacco
l'India e attrarla nell'orbita della coppia Pechino-Mosca. Tutto questo mentre la
popolazione russa vive nella miseria pi nera, subendo un crollo demografico di un
milione di persone all'anno a causa delle condizioni sanitarie e del reddito pro-capite
a livelli sovietici che la roboante propaganda nazionalistico-imperialista del regime
non riesce a nascondere.
Tutto quanto detto dimostra a sufficienza che il regime di Putin costituisce un
pericolo per la libert e la pace non solo dell'Europa, ma dell'intera Eurasia. Per
questo vanno salutati con favore sia il raggiungimento dell'accordo tra Stati Uniti e
Polonia per l'installazione in quel Paese di un sistema di 10 missili intercettori
nell'ambito del programma denominato "scudo spaziale", sia la decisione dell'Ucraina
di integrare il proprio la propria difesa antiaerea con quella della Nato. L'ira con cui
Putin ha reagito, fino a minacciare la rottura dei rapporti di collaborazione con
l'Alleanza Atlantica e a mettere la Polonia sotto il tiro dei missili nucleari russi, la
spia del pericolo che egli sente avvicinarsi: l'Anello politico-militare che l'America
sta stringendo, lentamente ma con tenacia, intorno alla Russia il solo strumento a
disposizione per rovesciare il suo regime di terrore. Lo chiedono i georgiani, lo
chiedono gli ucraini, lo chiedono lituani, lettoni ed estoni; lo chiedono polacchi,
cechi, slovacchi, ungheresi, bulgari e romeni; lo chiedono tutti i popoli della Nuova
giovane Europa che hanno speso lacrime e sangue per liberarsi dal giogo di Mosca e
non hanno alcun desiderio di essere "rivenduti" ad essa dalla Vecchia Europa
vigliacca e maestra dell'appeasement. Lo chiedono gli israeliani, stanchi di dover
combattere per la vita contro l'impura alleanza tra antiamericanismo russo,
antisemitismo islamico e indifferenza europea. Lo chiedono, infine, i 140 milioni di
russi che sono stanchi di paragonare ogni giorno la loro miseria materiale e spirituale
con l'opulenza sfacciata degli oligarchi del Kgb; che aspirano a una vita da esseri
umani, in cui prosperit e progresso non siano in antitesi con il diritto di ognuno alla
libert, ma il loro naturale frutto. Come avvenuto in Europa, grazie alla sintesi tra il
logos greco e la Rivelazione ebraico-cristiana, prima che egoismi e odi nazionalistici
la soffocassero; come si ripetuto con maggior successo in America, terra di libert.
(22/2/2014) Il sangue dei 70 martiri versato nei giorni scorsi in piazza Maidan e
nelle strade di Kiev ha concimato l'albero della libert del nobile popolo di Ucraina:
oggi il piccolo tiranno Viktor Yanukovich fuggito dalla sua sua reggia dorata
adorna di colonne di marmo, dal suo lussuoso parco di 140 ettari con campo da golf,
eliporto privato e un allevamento di struzzi, e si rifugiato a Kharkiv, nella regione
orientale russofona del Paese; il Parlamento ucraino ha votato a larghissima
maggioranza la sua messa in stato d'accusa decretandone l'immediata decadenza dalle
funzioni e fissando nuove elezioni presidenziali per il prossimo 25 maggio, ha
abrogato l'articolo del codice penale usato dal decaduto regime per imprigionare dopo
un processo-farsa l'ex Primo Ministro Yulia Tymoshenko, l'eroina della Rivoluzione
Arancione del 2004 (che presto sar liberata), ha rimosso dalle cariche di ministro
dell'Interno e di presidente dell'assemblea i fedelissimi di Yanukovich sostituendoli
con esponenti dell'opposizione.
La capitale Kiev nelle mani dei cittadini in rivolta, i palazzi del potere sono
stati abbandonati e occupati dai manifestanti, la polizia ha affermato in una nota
ufficiale di essersi schierata "al fianco del popolo" e di condividere il desiderio
comune di "un cambiamento rapido nel Paese". Il partito di Yanukovich sta perdendo
deputati a ritmo frenetico, mentre molti ministri del decaduto regime sono spariti
dalla circolazione, probabilmente in fuga - come far forse anche Yanukovich, se la
giustizia del popolo non lo raggiunger prima - verso la corte del loro padrino, il
tiranno cekista Putin che finora li aveva appoggiati e protetti dalle sanzioni
internazionali mentre mandavano i carri armati a massacrare i loro stessi concittadini,
colpevoli ai loro occhi di volere l'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea, e quindi
a quell'Occidente disprezzato e bollato come "decadente", "moralmente corrotto",
"incapace di assicurare benessere e piena occupazione", ma che per gli uomini e le
donne di piazza Maidan rappresenta, come effettivamente , la patria di quei princpi
e di quei valori di libert, democrazia e rispetto dei diritti dell'uomo che il grande
tiranno Putin e il piccolo tiranno Yanukovich hanno sempre conculcato e represso,
l'antitesi di quei disvalori mortiferi della comunit forzosamente omogenea, del
primato del collettivo sull'individuo, del sangue e del suolo su cui si reggevano e si
reggono i loro troni di sangue. Non un caso che in questi giorni convulsi di lotta il
regime di Yanukovich abbia tentato di persuadere i poliziotti a massacrare i loro
compatrioti sostenendo che essi fossero sobillati dal "sionismo internazionale":
tipico dei regimi tirannici, dittatoriali e totalitari di destra e di sinistra,
fondamentalisti cristiano-ortodossi o islamici, di additare quale capro espiatorio
l'Ebreo, l'apolide per definizione, colui che, non avendo radici in nessun luogo
particolare, cittadino del mondo.
Il Partito Mondialista, che ha sempre sostenuto, discretamente ma
coerentemente, la lotta silenziosa e civile del popolo ucraino per affrancarsi dalla
"tutela" dell'Orso russo, saluta oggi con grande gioia il ritorno dell'Ucraina nel
consesso dei popoli civili, dell'Occidente che la pi grande e la migliore civilt della
134
Storia, e annuncia che proseguir la sua opera per illuminare le menti e i cuori degli
uomini e delle donne del nostro tempo circa la bont e l'inevitabilit di un
superamento della vetusta e mortifera distinzione del genere umano in pi di cento
Stati-nazione estranei l'un l'altro e in guerra perenne fra loro, e della creazione di un
solo Stato o Impero mondiale che assicuri pace, prosperit, libert e giustizia per tutti.
Il Grande Tiranno Putin inizi a tremare, perch il momento della sua fine pi vicino
oggi di quando noi Templari fondammo nel 2005 il Partito Mondialista. Il macellaio
Assad, gli ayatollah pedofili di Teheran, i petromonarchi arabi che finanziano al-
Qaeda preghino pure il loro falso dio Allah e il loro falso profeta Maometto: non li
salveranno dalla giusta ira dei loro popoli. I mandarini del Partito Comunista Cinese
smettano di accumulare nelle banche svizzere le ricchezze sottratte ai loro
concittadini, perch non vivranno abbastanza per godersele. Presto, molto presto, il
mondo intero sar una sola casa, una sola famiglia. Presto, molto presto, non ci sar
pi n Giudeo n Greco, n cittadino n straniero, n "fedele" n "infedele", perch
tutti saranno un solo popolo, con una sola legge, la legge della Libert, della
Democrazia e dei Diritti dell'Uomo.
135
a ricattare il resto del genere umano e facilitando, nel lungo periodo, la sollevazione
dei popoli da essi oppressi, il loro crollo e la creazione anche in quei Paesi di governi
liberali e democratici, che accetteranno, in accordo con gli Stati Uniti d'America e
con tutti i Paesi d'Occidente, di rinunciare alla loro sovranit e di divenire, tutti, a
Nord come a Sud, a Est come a Ovest, semplici circoscrizioni amministrative di un
solo Impero mondiale federale e liberaldemocratico, che abolir tutte le vetuste
sovranit etno-nazionali e con esse la differenza tra "cittadino" e "straniero", e
assicurer pace, prosperit, libert e giustizia per tutti.
Cos come l'assoggettamento di tutti i popoli dall'Iberia alla Persia sotto il
dominio illuminato di Roma favor l'attivit evangelizzatrice dei primi cristiani, allo
stesso modo l'unificazione del genere umano in un solo Impero mondiale
condizione necessaria affinch si compia il progetto divino di abbattere il muro di
separazione, cio l'inimicizia che fin dalla Creazione divide gli uomini, affinch non
ci sia pi n Giudeo n Greco, n maschio n femmina, n schiavo n libero, ma
tutti siano uno in Cristo; e come dopo il discorso di Pietro quei pellegrini, che erano
convenuti a Gerusalemme da ogni parte del mondo conosciuto, chiesero
all'Apostolo: Noi, cosa dobbiamo fare?, allo stesso modo ciascun essere umano,
davanti al grandioso progetto di liberazione dall'inimicizia, dalle guerre, dalle
persecuzioni e dai genocidi che noi mondialisti vi offriamo, chiamato a dare una
risposta personale, a compiere una scelta: opporsi a tale offerta gratuita e
disinteressata di pace e prosperit, subendone le necessarie, dolorose conseguenze -
secondo l'antico e perenne adagio "fata volentem ducunt, nolentem trahunt" (il
Destino guida chi vuol seguirlo, e trascina chi recalcitra) - oppure accettarla,
facendosi annunciatori del Mondialismo nel proprio ambiente familiare, scolastico,
lavorativo e religioso, illuminando i cuori e le menti degli uomini e delle donne del
nostro tempo circa la bont e l'inevitabilit del cammino storico che sta conducendo il
genere umano, lentamente ma irresistibilmente, verso l'abbattimento di tutti gli Stati-
nazione e l'unificazione in un solo Stato mondiale.
Per quanto ci riguarda, noi mondialisti siamo pieni di speranza: gli Atti degli
Apostoli narrano che di fronte all'invito di Pietro Fatevi battezzare, e ricevete lo
Spirito Santo, pi di quattromila ebrei, in quel solo giorno di Pentecoste, accettarono
il battesimo; allo stesso modo noi mondialisti riteniamo che solo una piccola, esigua
minoranza di criminali perversi si opporr al nostro progetto di unificazione del
genere umano, perch il Mondialismo la risposta all'attesa di pace, uguaglianza e
libert che abita nei cuori e nelle menti di tutti gli uomini e le donne del pianeta, di
miliardi di uomini e donne che ogni giorno sacrificano la propria vita per costruire un
mondo senza barriere. E per questo vinceranno.
140
MONDIALISMO E CINA
141
Nel frattempo, la rivolta del popolo tibetano desideroso di libert si estesa alle
vicine province del Sichuan, Qinghai e Gansu. Il regime comunista cinese ha
accusato la "cricca del Dalai Lama" di aver fomentato gli scontri - una scusa ridicola
per chiunque sappia come il capo spirituale dei tibetani abbia sempre seguito nelle
sue rivendicazioni politiche il precetto della non-violenza tipico del buddhismo - e si
vantato attraverso l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua di aver ricevuto il sostegno
di Paesi come Russia, Bielorussia, Vietnam, Pakistan... decisamente i fiori pi belli
della democrazia.
In quest'ora gravida di dolore per il popolo del Tibet e per tutti gli amanti della
libert (che sono numerosi in tutto il mondo, a partire dalla stessa Cina), il Partito
Mondialista invita tutti i lettori di questo sito a colpire gli interessi economici del
regime comunista cinese: in primo luogo astenendosi d'ora in poi dall'acquistare
prodotti "made in China" realizzati da operai sottopagati e supersfruttati (in
maggioranza donne e bambini); poi boicottando beni e servizi commercializzati dalle
imprese che sponsorizzano le Olimpiadi con cui Pechino sta tentando di presentarsi al
mondo con un volto "gradevole". La scelta varia: Adidas, Coca-Cola, General
Electric, Johnson & Johnson, Kodak, McDonald's, Samsung, Visa... se queste
multinazionali riscontreranno un calo significativo e prolungato delle vendite e dei
conseguenti ricavi saranno indotte a sciogliere i loro contratti con il sanguinario
regime cinese, e il danno che questo ne ricever sar immenso. Non bisogna dar retta
ai difensori delle dittature come l'orrido ministro degli Esteri italiano (ancora per
143
poco) D'Alema, o ai liberali a giorni alterni come Emma Bonino, che temono
l'irrigidimento di Pechino ed esortano a non penalizzare il popolo cinese: perch i
burocrati del Pcc sanno bene che la Cina ha una popolazione troppo povera per
assorbire la sua produzione industriale nel caso venga meno la domanda mondiale, e
perch i cinesi sono i primi a non poterne pi del regime totalitario che li opprime da
pi di mezzo secolo e a lottare per abbatterlo, come hanno fatto i martiri di Piazza
Tien an Men e come fanno ogni giorno i bloggers che sfidano la censura per far
pervenire al mondo libero immagini e notizie della repressione. Se queste forme di
boicottaggio economico avranno successo, sar pi facile persuadere i governi
occidentali a mettere in atto sanzioni ancora pi dure nei confronti di Pechino: non
solo il boicottaggio delle Olimpiadi di sangue, ma anche e soprattutto il
congelamento dei beni del regime situati in Occidente e la sospensione dei contratti
stipulati dalle imprese occidentali.
Boicottare la Cina un dovere di tutti. Per il Tibet messo in croce, per la
Birmania schiacciata da un regime nazionalcomunista sostenuto da Pechino, per il
Darfur martoriato dal regime islamico del Sudan con la complicit della Cina che ne
acquista il petrolio, per tutti gli uomini e i popoli vittime di regimi tirannici.
Comincia da qui, dall'ingerenza umanitaria messa in atto da ognuno di noi, la
costruzione di quell'Impero mondiale in cui le sovranit e gli egoismi nazionali
scompariranno, le discriminazioni di sesso, razza, lingua e religione saranno dissolte,
e l'umanit conoscer finalmente pace e prosperit.
144
(27/7/2009) Sono passati poco pi di quindici giorni dai sanguinosi scontri fra
cinesi Han e Uiguri scoppiati nella regione "autonoma" dello Xinjiang/Turkestan
Orientale. Il 5 luglio gli Uiguri, l'etnia maggioritaria (45% della popolazione, contro
il 41 di Han, il 7 di Kazaki, il 5 di cinesi Hui, e un 2% circa di Tagiki, Uzbeki,
Tartari, Russi, Tibetani, Manchu e altre minoranze) avevano manifestato nella
capitale Urumqi per chiedere giustizia dopo l'uccisione di due loro membri, quando
sono stati aggrediti dalla polizia di Pechino e da gruppi di Han armati. Il regime
comunista ha ripreso il controllo solo dopo una settimana di violenze che hanno
lasciato sul terreno pi di 600 morti, imponendo il coprifuoco e comminando la pena
di morte ai fomentatori degli scontri, ma nessuno, nemmeno nei palazzi del potere
rosso, pu illudersi che questo sia l'ultimo atto di una crisi che dura praticamente dal
1949, cio da quando l'esercito di Mao Tse-Tung riprese il controllo della provincia
dello Xinjiang, resasi indipendente una decina d'anni prima come Repubblica del
Turkestan Orientale dopo il crollo del Celeste Impero.
Forse nessuno di chi ci sta leggendo ha mai sentito parlare dell'esodo dei 60.000
kazaki che nel 1962 varcarono il confine con l'Unione Sovietica per sottrarsi alla
pulizia etnica; ma forse qualcuno ricorder la rivolta di Baren del 1990 che fin con
50 vittime, o quella di Ghulja del 1997 in cui un migliaio di Uiguri si scontrarono con
la polizia militare, o gli attentati sui bus di Urumqi di quello stesso anno.
Organizzazioni al di sopra di ogni sospetto, come Amnesty International e Human
Rights Watch, hanno acceso da tempo i riflettori sulla sistematica violazione dei
diritti umani operata dal regime cinese a danno dell'etnia uigura, come pure hanno
fatto i sostenitori dell'indipendenza esuli negli Stati Uniti d'America; una comunit
guidata non da estremisti fanatici, come vorrebbe far credere Pechino per legare la
sua repressione al carro della Guerra al Terrore dichiarata da Washington dopo l'11
settembre, bens da una imprenditrice di successo e deputata all'Assemblea del
Popolo... finch non pronunci un durissimo discorso a porte chiuse accusando i
mandarini del Partito di "genocidio culturale", cosa che le cost il carcere e l'esilio.
Guarda caso, di genocidio culturale ha parlato anche il Dalai Lama a proposito
della politica di repressione e stravolgimento demografico che si sta compiendo in
Tibet. In entrambe le regioni il regime sta procedendo da decenni a trasferire, sia
coattivamente che con incentivi economici, centinaia di migliaia di Han ritenuti pi
fedeli a Pechino; in entrambe le regioni gli Han detengono il controllo delle industrie,
dei commerci, della burocrazia e delle forze armate, mentre Uiguri e Tibetani sono
ridotti alla fame e alla miseria pi nera, privati persino della possibilit di coltivare la
propria cultura o di ascoltare le loro musiche tradizionali. Non dunque casuale che
nello Xinjiang/Turkestan Orientale, come nel Tibet, si siano verificati rivolte e scontri
interetnici che i comunisti tentano di delegittimare bollandoli come "terrorismo".
Ora, noi dell'Associazione Internazionale "New Atlantis for a World Empire"
abbiamo esplicitamente affermato nel capitolo 2 del Manifesto fondativo del Partito
Mondialista di essere fermamente, assolutamente contrari a un tradizionalismo
145
pregiudiziale e cieco che in nome del passato pretende di innalzare barriere tra gli
uomini; ma non possiamo non condannare con altrettanta durezza ogni tentativo di
sradicare culture da parte di un potere, come quello comunista della Cina
continentale, che non persegue il bene comune di tutti i suoi cittadini, nella libert e
nella democrazia, ma soltanto l'accrescimento della propria potenza e la
conservazione di privilegi per qualche milione di mandarini di partito e funzionari
corrotti. Siamo inoltre ben consapevoli che la repressione delle legittime aspirazioni
del popolo uiguro - come di quello tibetano - alla libera espressione della propria
cultura e religione, e la conseguente disperazione, rischiano di spingere un islamismo
moderato e tollerante, come sempre stato quello turcomanno, nelle braccia di Al
Qaeda, i cui capi non aspettano altro per mettere a ferro e fuoco l'intera Asia Centrale.
Si consideri infine che il Turkestan/Xinjiang, cos come i vari "stan" che lo
affiancano ai confini, ricchissimo di minerali e soprattutto di petrolio e gas, il cui
sfruttamento vitale sia per un'Europa che voglia affrancarsi dai ricatti del cekista
Putin, sia per una Cina affamata di energia e gi alle prese con i primi black-out
nell'erogazione di energia elettrica alle floride regioni orientali, e che stringere
accordi commerciali con questi Paesi non vuol dire solo posare un tubo d'acciaio da
Astana o Urumqi fino a Vienna: vuol dire soprattutto aprire l'Heartland, il cuore
dell'Eurasia, e in definitiva la Russia al vento della civilizzazione, con i benefici
effetti che chiunque pu immaginare sul tenore di vita e sulla tonalit spirituale di un
popolo prostrato dal crollo demografico e dalla tirannide del nuovo padrone del
Cremlino.
dunque assolutamente necessario che l'Occidente, a partire dagli Stati Uniti
d'America, si risvegli dal sonno obamiano e metta in campo ogni mezzo di pressione,
dalle sanzioni economiche alla forza militare, per costringere Pechino a concedere
libert, democrazia e rispetto di leggi certe e uguali per tutti, dall'ultimo contadino ai
detentori del potere. Solo in questo modo saranno liberate le risorse finora represse
della societ civile cinese, e tutti i suoi cittadini, a qualunque etnia appartengano,
potranno crescere e prosperare nella vera pace, quella che nasce dalla difesa e
promozione dei diritti immortali e inalienabili di ogni essere umano.
146
(20/2/2011) A imitazione del nostro Signore noi, Poveri Cavalieri di Cristo e del
Tempio di Salomone, non siamo "s" e "no" insieme: abbiamo una sola parola, e quel
che promettiamo lo manteniamo. Nel nostro editoriale del 28 gennaio vi avevamo
promesso che su tutto il mondo islamico sarebbe caduta una nevicata di rivoluzioni, e
cos stato; vi avevamo annunciato che dopo la fuga di ben Al dalla Tunisia sarebbe
toccato a Mubarak bere l'amaro - ma giusto - calice dell'esilio, e l'11 febbraio gli
Egiziani hanno festeggiato la cacciata del Faraone. Ora che la nostra operazione
"Snow on the Sahara" in pieno svolgimento tutta la fascia che va da Casablanca a
Teheran in ebollizione: in Marocco il popolo chiede al re Mohammed VI riforme
che limitino i poteri della monarchia e maggiore autonomia per la magistratura; a
Tunisi la gente scende in piazza per eliminare dal governo anche gli ultimi esponenti
del corrotto regime defunto; in Algeria sempre pi persone si scontrano senza paura
con gli sgherri di Bouteflika; in Libia i ribelli hanno conquistato Bengasi e tengono
sotto assedio il figlio di Gheddafi, il quale ha ordinato ai suoi mercenari di sparare
sulla folla con i razzi anticarro perch sa che questa volta finir impiccato come
merita da 42 anni; nello Yemen Al Abdallah Saleh tenta disperatamente di restare
abbarbicato alla poltrona mandando i suoi servi a picchiare i dimostranti che ne
chiedono pacificamente le dimissioni; l'emiro del Bahrein si barcamena tra feroci
repressioni e promesse di dialogo col solo risultato di esasperare il 70% dei suoi
sudditi; in Iran i giovani, che sono i due terzi di una popolazione fra le pi istruite del
Medio Oriente, danno alle fiamme i ritratti di Khomeini e del suo successore
gridando Dopo Mubarak e Ben Al, adesso tocca a Sayyed Al [Khamenei].
Tutte queste rivolte popolari, sia prese isolatamente, sia ancor pi nel loro
sovrapporsi, intersecarsi e influenzarsi reciproco, hanno sollevato lo stupore, il
disappunto, l'inquietudine, il terrore in quella schiera di giornalisti, opinionisti,
maitres a penser come l'ex ambasciatore a Mosca Sergio Romano, docenti di
relazioni internazionali, arabisti, orientalisti, islamofascisti come Pietrangelo
Buttafuoco (il signor "l'Occidente al tramonto, l'Occidente al tramonto") e
sedicenti esperti di geopolitica alla Lucio-Caracciolo-e-compagni-di-Limes, i quali
avevano sempre sentenziato dalle loro cattedre del Nulla che mai e poi mai i
musulmani avrebbero accettato i diritti umani, la libert e la democrazia "importati"
dall'Occidente, che il liberalismo e il primato dell'individuo sulla comunit di nascita
erano incompatibili con la cultura di popoli abituati, prima e dopo la loro conversione
all'Islam, a un modo di vivere comunitaristico, che il XXI secolo avrebbe visto il
prevalere del fervore religioso islamico sul materialismo e l'edonismo occidentali, bla
bla bla... Per ora tutti questi soloni prezzolati sono costretti a tacere di fronte a un
fatto evidente e indiscutibile: da quando i Tunisini hanno dato il via all'Onda della
rivoluzione nessuno, nessuno, in nessun Paese in rivolta, ha dato alle fiamme una sola
bandiera a stelle e strisce o con la stella di David, nessuno ha calpestato i ritratti di
Netanyahu, nessuno ha gridato Morte all'America o Morte a Israele; piuttosto
147
MONDIALISMO E AMERICA
149
(18/1/2009) Gaza 2008 come Libano 2006. Ancora una volta l'esercito israeliano
costretto a tornare alle proprie basi senza aver finito il lavoro. Ancora una volta i
ragazzi che difendono a costo della vita l'unica democrazia del Medio Oriente devono
riattraversare il confine sapendo che non potranno annunciare ai loro parenti e amici:
"Ce l'abbiamo fatta". Ancora una volta settimane di massicci bombardamenti aerei e
navali, cannoneggiamenti di carri armati e incursioni di forze speciali non sono
riusciti a eliminare per sempre la minaccia di distruzione che grava su Israele da
sessant'anni. Ancora una volta un vigliacco leader di una organizzazione terroristica
(nel 2006 Nasrallah di Hezbollah, oggi Meshaal di Hamas) canta vittoria perch le
bombe e i missili di Tsahal non sono riusciti a raggiungerlo nel suo bunker
sotterraneo, perch la maggior parte dei suoi seguaci, nascosti e coperti dalla
popolazione (spontaneamente o per costrizione, poco importa), sopravvissuta agli
attacchi mirati, perch la gran parte del suo micidiale arsenale missilistico ancora
intatta, perch la tregua unilaterale decisa da Gerusalemme gli permetter di tirare il
fiato e di prepararsi a nuovi lanci di missili sempre pi potenti contro inermi citt
israeliane sempre pi lontane dal confine e quindi meno attrezzate per dare
protezione ai civili, e soprattutto perch facendosi scudo con la popolazione ha
"guadagnato" un bel migliaio di morti - in particolare donne e bambini - che potr in
futuro gettare sul piatto della bilancia di eventuali trattative e utilizzare per fomentare
l'odio dei musulmani di tutto il mondo contro l'Israele "nazista". E ancora una volta la
non-vittoria di Israele non dovuta a una inferiorit militare, tutt'altro, ma solo alla
mancanza di tempo.
La differenza fondamentale tra Libano 2006 e Gaza 2008 sta in questo: nel 2006
fu l'Unione Europea traumatizzata dalle "barbare stragi" compiute dall'aviazione
israeliana - soprattutto dalla distruzione di un condominio di Cana usato da Hezbollah
come nascondiglio e base di lancio per i katiuscia diretti contro il Nord di Israele - a
imporre al premier Olmert il cessate il fuoco e il dispiegamento al confine con il
Libano di un contingente Onu di "interposizione" che non ha mai ricevuto il mandato
di disarmare i terroristi islamici (e di fatto, nonostante i suoi pattugliamenti da
operetta, Hezbollah ha oggi a disposizione pi di 40.000 missili made in Teheran);
stavolta invece lo stato maggiore ebraico e le forze di Tsahal hanno avuto a
disposizione appena 22 giorni per tentare la missione impossibile di neutralizzare per
sempre l'apparato militare di Hezbollah e mettere in sicurezza il proprio confine
meridionale, perch dopodomani, marted 20 gennaio 2009, sulla piazza del
Campidoglio di Washington, un uomo di nome Barack Hussein Obama, scelto lo
scorso 4 novembre da un elettorato composto in grandissima maggioranza da
afroamericani come mai prima d'ora, acclamato dalle folle di tutto il pianeta come il
Kennedy nero e come un nuovo messia, diventer Presidente degli Stati Uniti
d'America. E Obama, lo sanno tutti, era contrario all'operazione "Piombo fuso".
La potenza economica e militare di uno Stato non garanzia della sua civilt e
democraticit. La Russia sempre stata, per estensione territoriale, risorse naturali e
154
apparato bellico, la prima potenza del continente eurasiatico; ma dagli zar a Putin ha
sempre impiegato la sua strabordante potenza per soffocare ogni anelito di libert
sotto la cappa di un regime autocratico ed espansionista (la Georgia di Saakashvili e
l'Ucraina di Yushchenko ne hanno fatto e ne stanno facendo tragica esperienza). La
Cina, potenza egemone nell'Asia orientale e prima "fabbrica" del pianeta, semina
morte e distruzione dal Tibet allo Xinjang, imprigiona sacerdoti cristiani, monaci
buddisti e intellettuali dissidenti, protegge le dittature dalla Birmania all'Africa in
cambio di petrolio e materie prime. Se in un Paese un governo liberale e democratico
viene sostituito, magari con il consenso del popolo, da un regime tirannico che
disprezza i diritti naturali di ogni essere umano alla vita e alla libert, una potenza
benevola pu trasformarsi in una minaccia per l'intera umanit. Come diceva san
Tommaso d'Aquino, "la corruzione dei migliori la peggiore di tutte".
Gli Stati Uniti d'America negli ultimi 60 anni sono stati guidati da capi saggi e
buoni che ne hanno orientato la politica interna e internazionale verso traguardi di
libert e di progresso: Roosevelt ha salvato l'Europa dalla barbarie nazifascista e
l'Oriente dall'espansionismo giapponese, Truman ha impegnato il suo popolo a
contenere la minaccia del comunismo che alfine stata sconfitta da Reagan, Kennedy
e Johnson hanno abbattuto le barriere razziali, i due Bush hanno affrontato la sfida
del terrore globale islamico e difeso il diritto alla vita degli esseri umani allo stadio
embrionale. Ora Barack Hussein Obama dichiara di voler ritirare i soldati americani
dall'Irak, di voler chiudere il carcere "degli orrori" di Guantanamo (e chi chiuder
mai le galere iraniane dove vengono torturate migliaia di studenti colpevoli di aver
chiesto libert agli ayatollah, una libert incompatibile col Corano?), di voler
abrogare le restrizioni poste da George Walker Bush alla concessione di
finanziamenti federali per l'uso di embrioni umani nelle ricerche sulle cellule
staminali, di voler estendere la praticabilit dell'aborto e legalizzare le unioni tra
omosessuali, di voler "dialogare" con le organizzazioni terroristiche palestinesi e di
voler "trattare" con il folle Ahmadinejad che le arma e che vuole solo prendere tempo
per costruirsi un paio di bombette atomiche da lanciare su Tel Aviv e Haifa e
cancellare dalla faccia della terra due o tre milioni di ebrei...
Gli americani, desiderosi come negli anni Venti di rinchiudersi in un
isolazionismo a prova di 11 settembre, guardano a Barack Hussein Obama come a un
salvatore dell'America dal proprio "destino manifesto" di essere il popolo chiamato a
portare all'umanit libert e democrazia; il resto del mondo guarda al Kennedy nero
come a colui che lo salver dall'invadenza, dall'ingenuit e dall'arroganza dei
cowboys. Noi dell'Associazione Internazionale "New Atlantis for a World Empire" e
del Partito Mondialista aspetteremo che l'America si svegli dal suo letargo, riprenda
coscienza di essere la "citt sulla collina" e riprenda a combattere per la costruzione
di un Impero mondiale che protegga i diritti intangibili di ogni uomo alla vita, alla
libert e alla ricerca della felicit. Per il momento, le previsioni meteorologiche
annunciano cielo sereno su Washington. Come dice la Scrittura, il Padre celeste fa
splendere il suo sole sui buoni e sui cattivi. Ma dice anche: Guai ai pastori infedeli
che opprimono il mio gregge.
155
non vogliono assumersi la responsabilit di opporsi alle loro feroci mattanze, che
infatti hanno fatto segnare immediatamente una ripresa dopo i molti mesi di calma
portati dalla "cura" Petraeus. Inoltre, con una intervista alla tv Al-Arabiya ha teso la
mano ai despoti musulmani offrendo loro di perseguire un nuovo cammino, basato
sullinteresse reciproco e sul reciproco rispetto; in altre parole ha promesso ai tiranni
di Teheran e Damasco che gli Stati Uniti d'America non tenteranno di scalzarli dai
loro troni di sangue come hanno meritatamente fatto con Saddam e con Milosevic, a
costo di gettare nel panico i loro pochi alleati pseudo-moderati (come l'Egitto,
l'Arabia Saudita e la Giordania) spingendoli a riarmarsi e a cercare accordi con gli
ayatollah. Peccato che il regime iraniano abbia "male" interpretato l'apertura
obamiana come un segno di debolezza degli Usa e abbia risposto puntando i propri
missili balistici su Israele, l'unica democrazia liberale della regione...
3) Sessanta giorni dopo, Barack Hussein Obama ha inviato il suo segretario di
Stato, l'ineffabile Hillary Clinton, in un tour promozionale in Cina e Indonesia. Ai
mandarini del Partito Comunista di Pechino ha rivolto un messaggio inequivocabile:
Non lasceremo che le nostre divergenze sui diritti umani ci impediscano di
collaborare alla soluzione di vari problemi, come il riscaldamento globale. In altre
parole al nuovo presidente del Paese un tempo culla della libert importa molto pi
della sorte di due pinguini e quattro orsi polari che di quella di due miliardi di cinesi
schiavi di un regime dittatoriale che censura Internet, opprime i Tibetani attuando un
feroce genocidio, condanna a morte innocenti senza processo per prelevarne gli
organi e usarli per rivitalizzare decrepiti funzionari di partito, rinchiude cristiani e
buddhisti in campi di lavoro forzato dove con il loro sangue si producono i beni di
consumo di infima qualit con cui la Cina comunista sta scalando le vette
dell'economia mondiale. Nel frattempo il tandem Putin-Medvedev (il presidente-
ombra e l'ombra di un presidente) ha rispedito al mittente la proposta obamiana di
scambiare la rinuncia americana al dispiegamento in Polonia e repubblica Ceca del
sistema antimissile chiamato "scudo stellare" con un intervento russo per bloccare il
programma nucleare dell'Iran: il messia della nuova America pacifista e
multilateralista ha praticamente offerto su un piatto d'argento alla Russia i popoli
dell'Europa orientale che il suo predecessore Ronald Reagan aveva faticosamente
liberato dal giogo di Mosca! Neppure dieci giorni dopo il regime totalitario della
Corea del Nord effettuava il lancio di prova di un nuovo missile intercontinentale
capace di incenerire la California, e Barack Hussein Obama come ha reagito? Ha
forse ordinato di abbattere il missile per dimostrare al fanatico Kim Jong-Il che gli
Stati Uniti d'America non tollerano attentati alla loro sicurezza? No! Ha forse inviato
nel Mar Cinese la flotta americana del Pacifico per dissuadere Pyongyang
dall'attaccare la Corea del Sud o il Giappone, che fino a prova contraria sono ancora
alleati fedeli di Washington? No! Ha reagito nel solo modo che conosce: con parole,
parole, soltanto parole.
4) Infine, per festeggiare indegnamente i primi cento giorni del suo primo (e
speriamo ultimo) mandato, Barack Hussein Obama non ha mosso un dito per salvare
dalle orride carceri iraniane la sua concittadina Roxana Saberi. Non ha mobilitato i
reparti adibiti alle operazioni speciali per liberare l'innocente giornalista accusata
157
ingiustamente di spionaggio con uno di quei colpi di mano che ormai, con lui al
potere, dovremo rassegnarci a vedere soltanto nelle retrospettive di film come "Spy
Game"; non ha neppure mandato nel Golfo Persico qualche portaerei per fare almeno
un po' paura agli ayatollah; non ha fatto assolutamente nulla, neppure quando la
povera Roxana stata condannata a otto anni di carcere (e Dio solo sa se ne sarebbe
uscita viva) e si sottoposta a un durissimo sciopero della fame per dodici
lunghissimi giorni. Si solo dichiarato, bont sua, sollevato quando il tribunale
d'appello di Teheran ha commutato la condanna in due anni con la condizionale e ha
rimesso la giovane in libert perch l'America non un paese ostile. Capite?
Trent'anni che imam e ayatollah aizzano le folle contro il "Grande Satana americano",
e all'improvviso l'America non pi un paese "ostile" all'Iran! Quale empio patto
stato siglato tra Hussein Obama e Mahmoud Ahmadinejad, il folle che vuole
cancellare Israele dalle carte geografiche? Forse la liberazione della giornalista
iraniano-americana stata la contropartita alla promessa obamiana di opporsi al
bombardamento dei siti nucleari iraniani da parte di Israele, improvvidamente
annunciato dal Times per il prossimo 11 giugno?
Concludendo, sulla base delle prove qui esposte Barack Hussein Obama deve
essere riconosciuto INCAPACE DI GARANTIRE LA SICUREZZA DEL POPOLO
CHE LO HA ELETTO E DELL'OCCIDENTE, e il verdetto nei suoi confronti deve
essere di CONDANNA, durissima e senza appello.
Come reagire a questo tracollo della potenza degli Stati Uniti d'America, del
Paese che noi mondialisti avevamo eletto a base avanzata, portaerei e punta di lancia
per la costruzione di un Impero mondiale che li veda assumere la guida dellumanit
e al quale avevamo promesso il pi sincero appoggio, la pi sicura fedelt e la
massima collaborazione nella loro azione politica su scala planetaria? Non la
prima volta che la Storia, cio il dispiegarsi nello spazio e nel tempo del progetto
dell'Altissimo sulla sua creazione, vede questo alternarsi di avanzamenti e
arretramenti della libert, della democrazia e dell'apertura reciproca degli uomini e
dei popoli. Nel V secolo avanti Cristo il multietnico e tollerante impero persiano, che
aveva unito genti diverse sotto un mite governo, favorito il commercio e lo scambio
di idee ( nella Ionia persiana che nascono insieme moneta e filosofia), riportato gli
Ebrei nella loro patria e finanziato la ricostruzione del Tempio, era divenuto un'entit
farraginosa nelle mani di satrapi corrotti. Provvidenzialmente, dunque, esso fu
sconfitto dalla coalizione delle citt-Stato greche guidate da Atene: bench esse si
siano poi dilaniate per cento anni avvolgendosi nella spirale di un bieco
micronazionalismo, hanno dato un contributo inestimabile alla causa della
democrazia, e soccombendo alla forza di Roma l'hanno fecondata con la sua civilt
permettendole di fondare un impero cosmopolitico ancora pi grande di quello di
Ciro e di Alessandro. Ventuno secoli dopo, i pesanti galeoni dell'Invincibile Armada
furono provvidenzialmente affondati dalle agili navi corsare di Francis Drake, e
l'impero di Madrid su cui non tramontava mai il sole cedette di fronte al nascente
impero britannico, che perseguit i cattolici ma pose le basi della democrazia
parlamentare e dello Stato di diritto. Allo stesso modo, oggi, in attesa che un nuovo
attentato di Al Qaeda sul suolo americano - per il quale non bisogner purtroppo
158
attendere molto tempo, stante il basso livello cui sono ridotte le difese degli Stati
Uniti - induca quel popolo a riscattarsi dalla vergogna, a gettare l'incapace Obama
nella polvere e a scegliersi un comandante in capo degno di tale titolo, noi mondialisti
ci troviamo costretti ad abbandonare la malridotta portaerei a stelle e strisce e a
ripiegare, per la salvezza della causa, su un pi piccolo ma agile vascello corsaro.
Fuor di metafora, il momento storico ci offre l'opportunit di valorizzare
adeguatamente il potenziale di emancipazione insito nel popolo e nel governo dello
Stato di Israele, del quale in questo giorno gli amanti della libert celebrano il
sessantunesimo anniversario di ricostituzione. stata l'ispirazione profetica
veterotestamentaria dei primi Padri Pellegrini a forgiare lo spirito di tolleranza del
popolo americano, a fondare le sue istituzioni sul diritto inalienabile di ogni essere
umano alla vita, alla libert e alla ricerca della felicit. stato il contributo
intellettuale e morale degli Ebrei emigrati dall'Europa sottomessa al nazifascismo a
impedire che gli Stati Uniti d'America si trasformassero in un popolo di gretti razzisti
wasp, a farne la democrazia aperta e progressista che ha sconfitto l'Asse del Male
Roma-Berlino-Tokio e ha contenuto per cinquant'anni l'avanzata planetaria del
comunismo. Dal 1948 ad oggi Israele ha rappresentato l'avamposto in mezzo alle
monarchie fondamentaliste e alle dittature nazicomunisteggianti del Medio Oriente
della libert, della democrazia e del progresso materiale e spirituale di un Occidente
che troppo spesso lo ha ricambiato con disprezzo e indifferenza; ha affrontato
vittoriosamente quattro guerre, due "intifade", gli Scud di Saddam Hussein e una
catena senza fine di attentati terroristici nei ristoranti che ospitavano banchetti
nuziali, nelle discoteche in cui giovani innocenti hanno trovato ingiusta morte, sugli
autobus che trasportano i bambini ebrei a scuola; e lo ha fatto senza rinunciare alle
proprie istituzioni democratiche, senza comprimere i diritti civili e politici dei
cittadini israeliani di religione musulmana e cristiana che pure troppo spesso hanno
collaborato con il nemico.
Noi dell'Associazione Internazionale "New Atlantis for a World Empire" e del
Partito Mondialista non intendiamo confermare n smentire che l'aviazione israeliana,
il prossimo 11 giugno, scatener la sua teologica potenza contro i depositi di uranio
arricchito dell'Iran, contro le sue centrali nucleari, contro le sue basi di lancio dei
missili balistici armati con testate chimiche e batteriologiche e puntati contro Tel
Aviv e Haifa. Possiamo per affermare ufficialmente che se e quando un simile
attacco avverr, il governo e il popolo di Gerusalemme riceveranno da noi
mondialisti il pi convinto sostegno e la pi leale collaborazione. Perch, come sta
scritto nel Vangelo, la salvezza viene dai Giudei.
159
gli Stati Uniti d'America ricaddero nella tendenza all'isolazionismo che li aveva
caratterizzati sin dalla loro fondazione e il Congresso rifiut di ratificare l'entrata
degli USA nella Societ, che fu cos privata del suo primo e pi importante sponsor e
resa di fatto impotente.
La seconda occasione durata dal 1991 al 2000. In quel decennio aperto dal
fallito golpe militare contro Gorbaciov che si risolse con l'ascesa al potere di Boris
Eltsin e la dissoluzione dell'Unione Sovietica, gli Stati Uniti d'America avrebbero
potuto approfittare della vittoria conseguita sullo storico avversario in virt della loro
enorme superiorit economica, tecnologica e soprattutto morale e spirituale.
Avrebbero potuto favorire con ogni mezzo la nascita e lo sviluppo in Russia, nell'ex-
Unione Sovietica, in Africa e nel Sudamerica di governi democratici, di economie di
libero mercato e di societ civili aperte e liberali, sollevando centinaia di milioni di
esseri umani da situazioni secolari di fame e miseria. Avrebbero potuto incoraggiare
un rapido ingresso dell'Europa centro-orientale nella Nato e nell'Unione Europea,
mettendo cos la Russia nella condizione di non poter rimandare ulteriormente le
profonde riforme del sistema economico e delle istituzioni statali necessarie a
divenire uno Stato pienamente democratico e occidentale, in grado di associarsi
strettamente con l'America e con l'UE in un sistema di sicurezza transatlantico.
Avrebbero potuto, in cambio di aiuti economici, insediare nelle nuove repubbliche
ex-sovietiche dell'Asia Centrale basi militari che avrebbero permesso loro di
accerchiare la Cina e costringere il regime comunista ad abbandonare la sua stretta di
ferro sulla societ e concedere finalmente al popolo cinese le libert di religione, di
pensiero, di decidere autonomamente il numero di figli e di iniziativa economica che
esso chiede dai tempi di Tienanmen. Avrebbero potuto utilizzare il loro immenso
potenziale militare per abbattere le dittature laiche e teocratiche del Medio Oriente,
risolvere una volta per tutte la questione arabo-israeliana e prevenire l'esplodere del
fondamentalismo islamico.
Sappiamo tutti come sono andate le cose. La guerra contro l'Iraq per liberare il
piccolo emirato del Kuwait si arrest quando i carri armati americani erano gi sulla
strada per Bagdad. Poi a Bush padre succedette Bill Clinton, che nello Studio Ovale
preferiva accoppiarsi con le stagiste piuttosto che fare il comandante in capo, e la
potenza militare a stelle e strisce fu posta sic et simpliciter al servizio dell'ONU
(l'Organizzazione Non Utile, anzi dannosa) e delle sue "operazioni umanitarie".
Quando in Somalia la dittatura di Siad Barre croll e il Paese fu dilaniato dalle lotte
fra i vari signori della guerra i soldati dell'esercito pi forte del pianeta furono inviati
non a sterminare i nemici nel pi breve tempo possibile e a trasformare il Corno
d'Africa in una testa di ponte per controllare insieme il Continente Nero, il Golfo di
Aden (e quindi l'accesso al Mar Rosso e al canale di Suez) e l'Oceano Indiano, ma a
fare le crocerossine, a combattere una guerra da operetta senza uccidere nessuno;
come era prevedibile molti di loro ci rimisero la pelle, gli altri tornarono in patria con
la coda fra le gambe, e per il resto del decennio gli USA si astennero da interventi
militari (con le sole eccezioni di un piccolo bombardamento sull'esercito serbo nel
1995, per fermare i massacri in Bosnia, e del pi deciso intervento contro Belgrado
nel 1999 per fermare la "pulizia etnica" nel Kossovo) e preferirono cogliere i
161
SCOOP DI WIKILEAKS:
LAMERICA NON VUOLE VINCERE IN AFGHANISTAN
donna alla vita, alla libert e alla ricerca della felicit, fin dal primo attentato al World
Trade Center del 1993, la guerra che che ha avuto il suo tragico Golgota nella
distruzione delle Torri Gemelle l'11 settembre 2001, non si fermer certo per la bella
faccia di Barack Hussein Obama n per le sue parole flautate: l'America sar colpita
duramente dai suoi nemici, Dio non voglia!, dai nemici della Libert, della
Democrazia e dei Diritti dell'Uomo, e sanguiner sotto i loro colpi, e sar smembrata,
dispersa ai quattro venti e gettata nella pattumiera della Storia, come si addice a
quanti sotterrano vilmente i talenti loro affidati dal Signore Dio invece di farli
fruttificare.
Quale altro popolo, adesso, potr assumersi un cos alto incarico? Gli Islamici
nascono solo per fare i kamikaze; gli Africani non hanno mai smesso di ammazzarsi a
vicenda, come dimostrano le tragiche mattanze del Ruanda e del Congo; gli Europei
non riescono a mettersi d'accordo su nulla; i Russi non hanno la pi pallida idea di
cosa sia la democrazia; la Cina sprofondata nel pi cieco conservatorismo
ideologico comunista; l'America Latina segue docilmente chiunque abbia el dinero...
Un solo popolo si salva dalla universale corruzione: Israele. Soltanto il popolo di
Israele, l'unica democrazia liberale in un Medio Oriente schiavo di tiranni e dittatori
laici e teocratici, ha la forza morale e il coraggio necessari per assumersi l'alto onore
di combattere per salvare l'Occidente dall'assalto del fondamentalismo terrorista
islamico e dal nuovo Asse del Male Mosca-Pechino-Teheran, e di essere per noi
mondialisti la nuova punta di lancia, la nuova portaerei, la nuova base avanzata da cui
partire per fondare l'Impero mondiale che porter pace, prosperit, libert e giustizia a
tutto il genere umano. E pertanto sar il popolo di Israele a guadagnare onore e gloria
dal compimento di questa nobile missione. Come dice il Signore Ges Cristo, il
Figlio di Dio, la salvezza viene dai Giudei, ora e sempre. Amen.
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(25/11/2323) Salute a voi, uomini e donne del XXI secolo ! Io sono Alex van
Buren, Gran Maestro dell'Ordine Templare Rinato, e vi invio questo messaggio
attraverso un varco dimensionale per informarvi circa il cammino futuro del genere
umano, e darvi la forza di attraversare i tempi di ferro e di fuoco che state vivendo.
Da pi di 150 anni l'Impero mondiale una realt. Il Grande Progetto, per il
quale decine di generazioni di Templari e membri del Partito Mondialista hanno
sacrificato la vita, giunto al suo compimento il 7 ottobre dell'anno 2170. In quel
giorno, festa di Maria Regina delle Vittorie, l'Assemblea Generale dell'Unione
Oceanica delle Democrazie, la coalizione di Paesi guidata dagli Stati Uniti d'America
che aveva combattuto e sconfitto l'Asse del Male russo-sino-islamico, proclam la
nascita degli Stati Uniti del Mondo (United States of the World, USW).
Gli Stati Uniti del Mondo sono una repubblica federale fondata sul diritto di
ogni individuo umano alla vita dal concepimento fino alla morte naturale, sui tre
princpi di libert, uguaglianza e solidariet, e sulla "distinzione collaborativa" tra
Sacro e Profano. Ogni citt e villaggio del pianeta, grande o piccolo, gode di
completa autonomia nell'amministrare l'80% del denaro prelevato con le tasse dai
propri cittadini, e devolvono il restante 20% alle contee, ciascuna con una superficie
di 10.000 chilometri quadrati, che provvedono alle necessit comuni a pi citt e
villaggi; a loro volta le contee devolvono il 20% delle proprie finanze - cio il 4%
totale (20% 20%) delle tasse pagate da ogni cittadino - ai governi degli Stati
Federati, e questi ultimi, infine, devolvono il 20% del loro budget - cio l'8 per mille
(20% 20% 20%) delle tasse pagate da ogni individuo umano - al Governo della
Federazione, che lo utilizza per finanziare progetti su scala globale.
In questi 150 anni il Governo Federale ha condotto con successo importanti
programmi di riassetto idrogeologico nei territori fino ad allora sconvolti da alluvioni
e calamit naturali: il deserto del Sahara e le steppe dell'Asia Centrale sono ora
giardini fioriti, grazie a imponenti opere di ingegneria che estraggono l'acqua dai
giacimenti sotterranei risalenti all'ultima era glaciale, e la distribuiscono attraverso un
fitto sistema di canalizzazione. La malaria ormai un ricordo lontano, dopo che la
zanzara anofele stata condotta all'estinzione rilasciando nell'ambiente esemplari
maschi geneticamente modificati, e anche i virus Ebola e Hiv, che tanto flagellavano
la vostra epoca, sono stati debellati.
La legge federale proibisce il lavoro minorile, garantisce a ogni lavoratore della
Terra un salario minimo sufficiente ad assicurare una vita dignitosa a lui/lei e alla sua
famiglia, regola la collaborazione fra imprenditori e operai all'interno delle aziende.
La prostituzione vietata, l'aborto consentito solo in caso di pericolo per la vita
della madre (il che ha fatto crollare il numero delle interruzioni di gravidanza
eseguite in tutto il mondo ogni anno a percentuali statisticamente insignificanti); la
violenza contro le donne duramente repressa dai codici penali di tutti gli Stati
Federati, e ingenti risorse sono state impiegate con successo in vasti programmi
educativi rivolti alle popolazioni del Terzo Mondo allo scopo di instillare nelle menti
169
e nei cuori delle nuove generazioni il principio dell'uguale dignit di donne e uomini.
Tutto il genere umano utilizza una sola moneta. Internet stato esteso a tutto il
pianeta ed divenuto Globalnet, la Rete Globale; per mezzo di essa ogni individuo
pu cercare liberamente informazioni su ogni campo dello scibile umano, concludere
affari, intrattenere rapporti con le pubbliche amministrazioni, studiare, comprare,
vendere e giocare usando un microchip impiantato sottopelle nella mano sinistra.
La Costituzione degli Stati Uniti del Mondo garantisce e protegge il diritto di
professare qualsiasi religione che non sia incompatibile con l'uguaglianza di tutti gli
esseri umani, la parit fra uomo e donna e la libert di apostasia e di conversione. Di
conseguenza l'Islam e l'Induismo sono stati dichiarati "religioni illecite", ma del resto,
dopo i massacri avvenuti durante il Grande Scontro delle Civilt, erano ben pochi i
musulmani e gli ind rimasti vivi, perci non hanno creato problemi di ordine
pubblico. Il Cristianesimo, nelle sue varie denominazioni, ancora la religione di
gran lunga prevalente, anche perch era quella praticata dalla maggioranza degli
uomini e delle donne sopravvissuti al Clash of Civilizations, ed diffuso ormai
dappertutto, con quasi 3,5 miliardi di fedeli; subito dopo la sconfitta definitiva
dell'Islam le conversioni sono state cos rapide e numerose, che gi nel 2145, quando
ancora l'Impero mondiale non era nato e l'Unione Oceanica governava mediante
colonie i Paesi sconfitti e conquistati alla democrazia, il Papa Giovanni Paolo V in
persona offici alla Mecca la Messa solenne di inaugurazione della Cattedrale,
costruita in meno di cinque anni e capace di ospitare al proprio interno 7.000 fedeli.
Certo, oggi che le cose vanno piuttosto bene, sembra impossibile che il genere
umano sia stato sul punto di estinguersi tre secoli fa, quando Barack Hussein Obama
uccise con le proprie mani il neoeletto Presidente Hillary Clinton mentre stava
giurando sulla Bibbia e si proclam Emiro delle Americhe in mondovisione, mentre
l'Iran inceneriva con una pioggia di missili nucleari Tel Aviv e Haifa, Riad, Amman e
Istanbul, i sottomarini israeliani per ritorsione distruggevano Teheran e Isfahan, e
India e Pakistan si annichilivano reciprocamente. Certo furono tempi duri per voi e
per i vostri figli - o forse dovrei dire saranno? - quando il Tiranno Sanguinario
Obama impose la sharia come legge suprema negli Stati Uniti d'America con
l'appoggio dei pasdaran, e insieme al suo burattinaio Khamenei, a Vladimir Putin e a
Xi Jinping firm il Trattato di Washington che sanciva la divisione del mondo in
blocchi continentali - America, Eurasia, il Califfato (sciita) e la Grande Cina - e la
messa al bando di liberalismo, democrazia, capitalismo e "sionismo". In quegli anni
di grande tribolazione il Partito Mondialista rappresent l'unico faro di speranza per il
genere umano: dopo aver scoperto le trame segrete intessute da Obama con il regime
degli ayatollah (troppo tardi per sventarle, purtroppo), riuscimmo almeno a mettere in
salvo il giovane senatore repubblicano Marco Rubio e l'anziano vicepresidente
democratico neoeletto Joe Lieberman, sostituendoli con dei sosia che furono uccisi
nella strage dell'Inauguration Day insieme a tutti i membri del Congresso e ai vertici
delle Forze Armate Usa; successivamente, con l'aiuto di reparti dell'Esercito e della
Guardia Nazionale che non avevano giurato fedelt al nuovo regime, lanciammo da
Cheyenne il Proclama della Rivolta, e dopo sei anni di aspri combattimenti
riuscimmo alfine a liberare l'intero territorio degli Stati Uniti d'America e a catturare
170
l'Emiro Obama, che fu processato, condannato per tradimento verso il genere umano
e impiccato insieme con la moglie e le figlie che, fanaticamente, lo avevano
supportato fino all'ultimo.
Tante cose avrei ancora da raccontarvi, uomini e donne del XXI secolo, ma non
sareste in grado di sopportarne il peso; n d'altronde la rivelazione del terribile futuro
che vi attende potrebbe cambiarlo anche solo di una virgola, dal momento che, per la
Legge di Conservazione del Flusso Storico scoperta dai nostri scienziati cinquant'anni
fa, ci impossibile cambiare ci che per noi il passato (come affermer
enfaticamente la professoressa Takako Shimizu dell'Universit di Kyoto, "la Natura
aborre i paradossi temporali"). Questo messaggio che vi inviamo nel giorno in cui si
celebra la solennit di Cristo Re dell'Universo vuol dunque essere soltanto un invito
ad essere forti, a non piegare la testa nemmeno di fronte ai tiranni pi spietati, a non
disperare mai: le citt distrutte dal fuoco atomico sono risorte/risorgeranno pi belle
di prima, e l'Impero mondiale dei figli dell'uomo non avr mai fine.
171
MONDIALISMO E ANTIMONDIALISMO
175
(1/8/2007) Non un caso che ieri sera Rai Due abbia deciso di commemorare
Michelangelo Antonioni trasmettendo alle 21.00 Zabriskie Point e che Rai Tre ne
abbia usato la sequenza finale per aprire il suo speciale delle ore 23. Proprio da quel
film del 1970 e da quella scena in particolare possibile comprendere il motivo del
fascino, diciamo pure della venerazione che lintellighenzia di sinistra, non solo in
Italia ma un po in tutta la Vecchia Europa e perfino presso i cineasti di Hollywood
decisamente la componente pi europea degli States ha coltivato per il regista
della incomunicabilit e della alienazione.
Zabriskie Point mostra chiaramente che lintento di Antonioni, sin dal suo
esordio nel 1950 con la rappresentazione della crisi di una coppia borghese in
Cronaca di un amore, sempre stato quello di mettere in scena lo stereotipo della
societ capitalistica disegnato da Marx e Lenin, con tutti i suoi peggiori vizi: la
volgarit (i clienti di un emporio che comprano enormi panini imbottiti), lamore per
il guadagno (il gruppo di speculatori edilizi che progetta di trasformare unarea
desertica in una zona turistica di gran pregio), la brutalit dei tutori dellordine
costituito (i poliziotti che allinizio del film picchiano i partecipanti ad una
manifestazione studentesca contro la guerra del Vietnam e al termine uccidono il
protagonista, accusato di aver ucciso un loro collega), lo sfruttamento neocolonialista
del Terzo Mondo (la cameriera messicana che lavora nella megavilla di propriet del
ricco padre della protagonista), la repressione degli istinti individuali (che si sfogano
in una serie di liberi amplessi fra sabbie e rocce)... E anche la scena conclusiva, con
la terrificante serie di esplosioni (reale, o soltanto immaginata?) che manda in briciole
la megavilla e, di seguito, tutti i simboli della civilt occidentale (ombrelli, sedie a
sdraio, un salotto con televisore, una rivendita di vestiti, un distributore di bibite e
merendine, una biblioteca) la risposta alla richiesta dei comunisti di ogni paese
dall800 in poi: Fateci sognare!.
Perch ci che i comunisti hanno sempre sognato non tanto un mondo altro,
di cui non sono mai stati capaci di delineare le caratteristiche, quanto la fine di
questo mondo, il superamento dello stato di cose presente (Marx), in una parola:
lApocalisse. I comunisti, e tutti i loro epigoni (fascisti, nazisti, eco-catastrofisti,
terzomondisti, antiglobalisti), sono in realt degli inconfessati apocalittici; eredi di
quegli gnostici del III secolo per i quali il mondo era la creazione di un dio malvagio,
e quindi meritava di essere interamente distrutto affinch sorgesse un mondo nuovo;
eredi dei catari, i puri che nel Medioevo praticavano il suicidio, linfanticidio e la
soppressione degli anziani e dei malati proclamando lavvento di un mondo purgato
da ogni imperfezione; come il poeta, essi sono capaci di dire soltanto quel che non
sono e quel che non vogliono. Per questo comunisti, ambientalisti e no-global son
sempre pronti a giustificare ogni massacro compiuto dai fanatici terroristi seguaci di
Osama Bin Laden, a partire dallOlocausto delle Torri Gemelle: perch in quellorgia
di morte e distruzione essi vedono la realizzazione del loro desiderio, la distruzione di
questo mondo.
176
(8/11/2007) Dall'alba della storia fiabe, leggende e saghe sono state il mezzo
attraverso cui gli uomini hanno dato espressione ai loro sogni, hanno esorcizzato i
loro fantasmi, hanno immaginato un mondo libero dalle contraddizioni e dalle
violenze della quotidianit. Non dunque casuale che i pi importanti prodotti
fantasy degli ultimi quarant'anni (all'incirca) rappresentino la trasposizione narrativa
di quei concetti e temi propri del movimento mondialista che potete trovare enunciati
in questo sito, in forma generale nel nostro Manifesto programmatico, e pi
specificatamente nelle sezioni Editoriali e Mediaworld; non certo come conseguenza
di un complotto mediatico ordito da qualche multinazionale o circolo giudaico-
massonico-esoterico-sinarchico-etc. come ama pensare e scrivere su giornali, libri e
in Rete gente di corte vedute; pi semplicemente perch il mondialismo costituisce la
sintesi dell'eterna aspirazione umana all'unit, al benessere e alla pace.
Qualche esempio? Partiamo dal primo telefilm cult nella storia della televisione,
"Star Trek". In tutti i paesi del mondo milioni di appassionati conoscono l'astronave
Enterprise e il suo equipaggio multietnico: dal capitano Kirk al vulcaniano Spock,
freddo e razionale, e al medico di bordo, il sanguigno "Bones" McCoy, dal timoniere
giapponese all'armiere russo e all'addetta alle comunicazioni afroamericana, tutte le
razze della Terra e tutti i popoli di una utopica Federazione galattica convivono
pacificamente in quel microcosmo ispirato ai progetti della "Nuova Frontiera" di
Kennedy e della Great Society di Johnson, cos come in tutte le altre versioni della
saga prodotte dal 1966 ad oggi; e se all'inizio il cosmopolitismo pacifico (non
pacifista) dei buoni si contrapponeva alla violenza barbarica dei "mongolici"
Klingon, in tempi pi recenti il ruolo del nemico "esistenziale" stato assunto non a
caso dai Borg, ibridi uomo-macchina tutti connessi fra loro la cui politica estera
consiste unicamente nella cattura di umanoidi da inserire forzosamente nella loro
comunit-alveare (un richiamo polemico al fondamentalismo islamico e alla sua
pretesa di annullare la libert individuale nella Umma? Forse...).
Venendo ai giorni nostri, un modello di eroe mondialista il maghetto Harry
Potter. Su di lui stato scritto tutto e il contrario di tutto: gli "intellettuali" di destra e
di sinistra lo hanno prima ascritto alla loro fazione, poi lo hanno scaricato sull'altra;
l'attuale Papa Benedetto XVI, quando era ancora il cardinale Joseph Ratzinger, lo
defin "anticristiano" in quanto le sue avventure sarebbero piene di maghi, streghe e
incantesimi e in esse non comparirebbe alcun riferimento a Dio, a Ges Cristo, alla
Madonna e ai santi (da questo punto di vista anche le fiabe dei fratelli Grimm, suoi
conterranei, meriterebbero di essere messe all'indice). Proviamo a esaminarlo da
vicino: di sicuro non razzista, dal momento che la sua migliore amica Hermione
una mezzosangue (il termine spregiativo con cui vengono indicati i nati dall'unione di
maghi e "babbani", i semplici esseri umani), mentre il suo nemico Lord Voldemort
precisamente un babbano che ha ripudiato le sue origini e odia proprio i
mezzosangue; inoltre in "The Order of Phoenix" scambia il suo primo bacio con una
compagna di studi indiscutibilmente orientale. Aggiungiamo che non sopporta le
180
ingiustizie, e che nutre una sana diffidenza nei confronti dei burocrati del Ministero
della Magia impegnati pi a mantenere il proprio potere che ad assicurare la
protezione dalle forze del Male; non forse sufficiente per dimostrare che egli
possiede tutte le qualit di indipendenza di giudizio, iniziativa personale, tolleranza
verso i "diversi" e amore per la giustizia che sono storicamente proprie dell'uomo
anglosassone, e che caratterizzano l'antropologia del cosmopolitismo mondialista?
Per finire, non possiamo non accennare - dal momento che questo sito ospitato
su un server italiano e rivolto in primo luogo agli Italiani - al fenomeno editoriale
degli ultimi anni, le "Winx": sei studentesse di un esclusivo college per fate
provenienti da ogni pianeta della Galassia. La leader indiscussa del gruppo, la fatina
dai capelli rossi Bloom, una apolide: il suo mondo stato distrutto dalle forze del
Male poco dopo la sua nascita, il suo popolo sterminato. " una senza-patria, una
sradicata", direbbero i fanatici del comunitarismo e del nazionalismo, un "elemento
sovversivo" alla pari degli ebrei... Eppure proprio lei il personaggio dotato dai
creatori della serie di maggiore sincerit, generosit e nobilt d'animo, privo anche di
quelle piccole idiosincrasie che caratterizzano le sue compagne (ad es. la fissazione
per la moda, l'ambientalismo, la musica o la tecnologia); ed sempre lei quella i cui
gadgets sono pi ricercati dai piccoli telespettatori. Non sar dunque che lo status di
senza-patria, nella fantasia come nella realt, doni agli uomini e alle donne cui tocca
questo destino l'apertura mentale, la capacit di non discriminare i propri simili fra
"compatrioti" e "stranieri", ma di vederli tutti come membri di una comune umanit,
che fa di essi degli individui carismatici e cosmostorici, autori e determinatori della
storia del mondo?
questa la radice del mondialismo: il desiderio di creare un Impero mondiale
nasce proprio dal riconoscimento dell'uguaglianza di tutti gli uomini al di l di ogni
discriminazione di sesso, razza o religione, e dalla necessit di superare l'ostacolo
all'unit del genere umano costituito dalla divisione del pianeta in Stati organizzati su
base etno-nazionale, fonte prima delle guerre e delle tirannie che hanno sempre
funestato l'umanit. Il fatto che l'universo della fantasy sia gi mondialista
rappresenta, a nostro parere, la miglior prova che il mondo "reale" incamminato
anch'esso verso questa meta.
181
menti e nei cuori degli indiani - ma anche dei musulmani, come pure degli
appartenenti ai cosiddetti "popoli nativi" dell'Africa nera e dell'America latina - dosi
massicce e sempre crescenti di rispetto per l'uguale libert e dignit di ogni essere
umano, a prescindere dal suo sesso, dalla sua razza e dalla sua religione. In una
parola di mondialismo, unica visione del mondo che creda nella razionalit del
mondo e nell'unicit della stirpe umana creati da un Dio-Amore, unica cura ai mali di
un'umanit oppressa da egoismi e discriminazioni che attende, come nelle doglie del
parto, l'unificazione in un solo Impero mondiale e l'inizio di un'era di pace, libert e
giustizia per tutti.
183
(11/7/2009) Che Pietrangelo Buttafuoco sia un nazifascista era cosa nota dal
2004-2005, allorch pubblico il saggio (saggio?) L'ora che viene. Intorno a Evola e a
Spengler e il romanzo di fantastoria Le uova del drago in cui celebrava le gesta
immaginarie di una spia del Terzo Reich. Che egli sia anche un filoislamico era
parimenti manifesto dal 2008, anno di pubblicazione di Cabaret Voltaire. L'Islam, il
sacro, l'Occidente - celebrazione spudorata della "religiosit" islamica contrapposta
al "materialismo" occidentale - e de L'ultima del diavolo, romanzo che riportava in
auge la leggenda del riconoscimento di carismi profetici nel giovane Maometto da
parte di un monaco cristiano. Nulla di sorprendente, quindi, che l'ultima puntata di
ieri sera, 10 luglio, del suo talk-show "Il grande gioco" sia stata tutta condotta sul leit-
motiv dell'Occidente "terra del tramonto-terra al tramonto", con l'anchorman
"saraceno" a battere sui soliti, vieti tasti: l'omologazione culturale portata dalla
globalizzazione che produrrebbe una serie di "genocidi culturali incrociati", la civilt
occidentale recepita dal Terzo Mondo solo come una sorta di immenso supermarket,
l'America prigioniera del suo immenso debito pubblico in mano alla Cina, gli
americani obesi e ingenui che non conoscono Michelangelo... Non ha sorpreso, noi
mondialisti, nemmeno il siparietto commosso (ma non certo commovente) dedicato a
Martin Heidegger, colui che ha svelato l'essenza dell'Occidente come oblio
dell'Essere, ovvero lo "zappaterra" - questo significa in tedesco heide-egger -
alemanno che ha tentato di diventare il Fhrer della filosofia distruggendo il
patrimonio metafisico dell'Occidente cos come Hitler, il il Fhrer della politica, ha
tentato di abbattere il governo della Legge, possente eredit del pensiero greco-
romano ed ebraico-cristiano, per sostituirlo con il dominio di un solo uomo
incarnazione dell'Essere "qui ed ora" del popolo tedesco. Nulla di nuovo, dunque, e
nulla di vero: con buona pace di Buttafuoco e di tutti gli antioccidentalisti di destra-
sinistra-centro, l'Occidente non affatto al tramonto. Meno che mai lo l'America.
Partiamo dal luogo comune della "ingenuit" americana. Come ha fatto notare
l'ottima giornalista Lucia Annunziata (ospite tanto stuzzicato quanto ignorato) gli
Americani sono un popolo aristocratico ed elitario, in cui i giovani mandriani del
Middlewest hanno frequentato le migliori universit, e l'idea di Buttafuoco che essi
rispondano Michelangelo? I don't know semplicemente una panzana
propagandistica; cos come uno stereotipo quello degli Americani grassi, obesi,
flaccidi mangiatori di hamburger e hot-dog conditi con salse improbabili. Questi
obesi americani sono gli stessi che hanno salvato l'Europa dalla barbarie nazifascista -
e questo probabilmente il motivo dell'odio da parte del Buttafuoco -; sono gli stessi
che per cinquanta anni hanno difeso l'Occidente dalla minaccia sovietica, e che oggi
lo proteggono dal terrorismo fondamentalista islamico e dall'Apocalisse nucleare
preparata da Stati-canaglia come la Corea del Nord e l'Iran del folle Ahmadinejad.
Quanto alla presunta "ricattabilit" americana a causa del trilione di dollari di
buoni del Tesoro detenuti dalla Cina, va sottolineato che questi massicci acquisti di
titoli Usa sono necessari prima di tutto al regime comunista di Pechino, per tenere
184
discriminare l'uomo dall'uomo, di tale pluralismo bellicoso delle culture si potr fare
tranquillamente a meno.
In conclusione: Buttafuoco e gli altri seguaci di Spengler, Evola e Heidegger si
rassegnino. L'Occidente, nonostante la crisi economico-finanziaria di questi anni,
conserver il primato nel tenore di vita e nella potenza militare rispetto a tutti gli altri
popoli del pianeta; e sar l'Occidente, e non Cindia o il Bric (Brasile-Russia-India-
Cina), la civilt egemone del XXI secolo, quella che sconfigger le tirannie dei Putin,
degli Hu Jintao e degli Ahmadinejad, che fonder un Impero mondiale destinato a
imporre su tutto il pianeta la liberatrice cultura dei diritti umani e del governo della
Legge e a donare finalmente al genere umano prosperit e pace.
186
(7/8/2009) Da alcuni giorni il leader della Lega Nord Umberto Bossi sta
vivacizzando le prime pagine dei giornali italici, altrimenti stanche e provinciali
come si addice alla calura estiva, con le sue proposte-provocazioni in materia di
insegnamento nelle scuole dei dialetti - che lui preferisce chiamare lingue etniche -
e delle culture regionali, nonch di affiancare inni e stendardi locali al tricolore
nazionale e all'inno di Mameli. Nella maggioranza delle altre forze politiche del
Paese queste uscite sono generalmente accolte con fastidio e insofferenza, come
provocazioni di un movimento sempre in cerca di visibilit; l'opinione comune degli
Italiani, quella del cosiddetto "uomo della strada", tende a distinguere fra la "lingua"
nazionale e i "dialetti" considerati espressione di folklore locale. In realt, a una
analisi non superficiale queste dispute rivelano il carattere "artificiale" di un concetto
che si tende a dare per ovvio: quello di nazione.
Fino al 1400 le uniche nationes esistenti in Europa erano i gruppi di studenti
iscritti nelle varie universit, che tendevano a far vita comune in base al territorio di
nascita. A nessuno sarebbe mai venuto in mente di discriminare i sudditi di un regno
o di un impero fra indigeni ed immigrati, perch il criterio di appartenenza allo Stato
era la fedelt ai suoi governanti. solo durante la Guerra dei Cent'Anni che Giovanna
d'Arco rifiuta obbedienza al re d'Inghilterra, legittimo erede al trono di Francia per
discendenza da Filippo il Bello, in nome della distinzione fra le due "nazioni" e del
motto la Francia ai Francesi. Dopo la fine del conflitto e la rinuncia dell'Inghilterra
ai suoi possedimenti sul Continente, sempre la Francia a rilanciare l'uso politico
della nazione: Luigi XIV, il "Re Sole", ad avviare un processo di livellamento e
omogeneizzazione culturale dei vari popoli che componevano il suo regno: franchi,
normanni, bretoni, piccardi, aquitani, borgognoni, provenzali, baschi, stratificatisi
nell'Esagono nei millenni a partire dal primo popolamento preistorico ai Galli, dalla
conquista romana alle invasioni barbariche, furono costretti ad abbandonare le loro
leggi e i loro costumi, la loro stessa identit collettiva per diventare tutti
semplicemente "francesi".
A completare il processo di ibridazione fra nazionalit e cittadinanza poi la
rivoluzione giacobina che lo esporta in Germania, Italia e nel mondo slavo: dovunque
si ripetuto lo stesso processo di omologazione forzata, di soppressione violenta
delle differenze ancestrali in nome dell'idea che i membri di uno Stato debbano avere
in comune lingua, usanze, religione e soprattutto discendere dalla medesima etnia o
razza (Fatta l'Italia bisogna fare gli Italiani). Dall'Europa, questo frutto avvelenato
stato infine esportato in Africa, Asia e America latina e soprattutto nel mondo
islamico, fomentando prima le guerre di decolonizzazione, poi i conflitti tribali che
hanno insanguinato Ruanda e Burundi, Etiopia ed Eritrea, Somalia e Sudan, gli
scontri fra islamici e cristiani-animisti nel Darfur, in Nigeria e adesso in India e nel
Punjab, sempre in nome della falsa e perniciosa idea che vi debba essere omogeneit
di carne e sangue, di lingua e religione fra i cittadini di un Paese, e che a quanti non
vogliono adeguarsi alla religione, alle usanze, alla "cultura" maggioritaria non resti
187
nei media e nelle istituzioni politiche per instillare nelle menti e nei cuori degli
abitanti dell'Eurasia la coscienza di appartenere a un'unica civilt, e di costruire una
grande alleanza fra la Russia, che per essi dovrebbe assumere il ruolo di popolo-guida
in virt delle sue immense riserve di petrolio e gas naturale, la Cina che apporterebbe
le risorse finanziarie, l'India che fornirebbe manodopera specializzata in informatica e
a basso costo, e un Iran dotato dell'arma atomica, al fine di espellere dal continente
eurasiatico la talassocrazia a stelle e strisce - l'eterna Cartagine che dal 1989
starebbe tentando di conquistare l'Asia Centrale ricca di risorse naturali, il "cuore
della terra" (Heartland) contrapposto alla "mezzaluna interna" (Europa, India ed
Estremo Oriente) e alla "mezzaluna esterna" (Gran Bretagna, America e Oceania)
nella terminologia del geografo inglese Halford Mackinder -, di distruggere l'entit
sionista (cio lo Stato di Israele, che gli eurasisti considerano un volgare avamposto
coloniale dell'Occidente e di cui negano persino l'ebraicit) e di fondare un impero in
cui lo Stato prevalga sull'individuo, l'appartenenza etnica costituisca legittima fonte
di discriminazione fra gli uomini, e i diritti "liberali" alla vita, alla libert di pensiero
e di impresa, e alla propriet siano subordinati a un non meglio precisato "interesse
collettivo della Comunit".
Ma non basta: gli eurasisti mirano altres a fare dell'Africa una miniera di
petrolio e minerali a disposizione dell'Eurasia in cambio della non ingerenza negli
affari interni dei suoi regimi corrotti e tirannici, e a sollevare contro gli Stati Uniti i
popoli dell'America meridionale (che essi chiamano "indiolatina") sull'esempio di
dittatori e demagoghi come Chavez, Morales e Lula che negli ultimi dieci anni hanno
stretto solidi legami con Mosca, Pechino e Teheran, offrendo accesso a giacimenti
petroliferi in cambio di forniture di armamenti e centrali nucleari allo scopo di
ottenere anch'essi la Bomba. Il sogno finale degli eurasisti la distruzione dell'odiata
"superpotenza oceanica" secondo la "profezia" di Igor Panarin, un analista del Kgb
che nel 1998 previde una seconda guerra civile americana causata dalla crisi
economica e dalla rivolta degli Stati pi ricchi contro la crescente pressione fiscale di
Washington, cui dovrebbe seguire lo smembramento degli Stati Uniti d'America in
cinque parti, con l'Alaska che tornerebbe alla Russia (la quale l'aveva acquisita nel
'700 e poi venduta agli USA nel 1867), le Hawaii e la California annesse dalla Cina o
dal Giappone, il Middlewest dal Canada, il Texas e gli altri Stati del Sud con una
ingente popolazione di latinos che si consegnerebbero al Messico e quelli della costa
atlantica che sceglierebbero di unirsi all'Unione Europea...
Alle menzogne degli eurasisti si potrebbe rispondere con dovizia di
argomentazioni razionali e storiche. Si potrebbe ad esempio ricordare che i popoli
abitanti nel continente eurasiatico non hanno mai condiviso una medesima
concezione religiosa: per Indiani, Cinesi e Giapponesi il Sacro, la Divinit coincide
con il mondo, mentre a partire dall'Ebraismo e dal Cristianesimo fino all'Islam si
afferma il principio della distinzione fra un Dio Creatore e l'universo inteso quale
Creazione. Oppure si potrebbe contestare la definizione svalutativa degli Stati Uniti
d'America come eterna Cartagine, facendo notare agli ignoranti eurasisti che i
Romani, contrariamente a quanto afferma la tradizione, avevano maturato una solida
esperienza marinara ben prima di affrontare i Cartaginesi, e che pertanto l'equazione
190
Roma = Terra sulla quale essi basano le loro elucubrazioni una patente falsit.
Ma la smentita pi forte alle menzogne eurasiste arriva proprio da uno dei loro
supporters pi accreditati: il generale Fabio Mini, ex comandante della missione
NATO Kfor in Kossovo fra il 2002 e il 2003, il quale attualmente collabora con
riviste di punta della lobby eurasista come "Limes" e la succitata "Eurasia". A lui
stata recentemente commissionata la prefazione di un libro del redattore di "Eurasia"
Daniele Scalea intitolato "La sfida totale. Equilibri e strategie nel grande gioco delle
potenze mondiali", che costituisce il tentativo degli eurasisti di assicurare una
parvenza di scientificit alla loro ideologia mediante il ricorso alle dottrine di vari
esponenti della cosiddetta geopolitica, la scienza (o presunta tale) che si propone di
studiare e prevedere i rapporti di forza e le dinamiche di ascesa e caduta di Stati e
imperi sulla base della conformazione geografica dei territori. Ebbene il generale
Mini, contrariamente alle aspettative dei suoi committenti che desideravano da lui
una recensione "in ginocchio", ha esposto nella prefazione a "La sfida totale" una
serie di avvertenze per l'uso che si possono riassumere in due critiche al lavoro di
Scalea:
1) Alla pari di qualsiasi teoria politica, la geopolitica non mai obiettiva,
asettica o imparziale... Le teorie geopolitiche sono sempre strumentali: servono a
prendere parte alla competizione, a spiegarla, ma anche a incitarla, alimentarla e
perfino a farla degenerare... Ed anche ammettendo che le teorie siano frutto di
elaborazioni scientifiche, la loro applicazione ed interpretazione sempre a supporto
di un'idea, una fede, o soltanto un interesse (pp. 9-10). Con queste frasi brevi e
icastiche Mini assesta un colpo mortale alla pretesa "scientificit" delle teorie
eurasiste secondo cui la Russia sarebbe naturalmente destinata a dominare il
continente eurasiatico in grazia della vastit del suo territorio e delle sue ricchezze
minerarie, ignorando ipocritamente fattori bloccanti come l'alcolismo diffuso, il
pessimo sistema sanitario, l'alta mortalit infantile, la scarsa aspettativa di vita e il
profondissimo crollo demografico che procede dall'epoca sovietica al ritmo di
700.000 anime in meno all'anno e nel 2010 spinger la popolazione russa sotto i 140
milioni. Anche la condanna di Israele e della sua politica verso i palestinesi - i quali,
come ha fatto notare acutamente la studiosa ebraico-inglese Bat Ye'Or nel suo saggio
"Eurabia", non possono neppure essere chiamati nazione e tantomeno popolo, dal
momento che dal 1948 fino alla Guerra dei Sei Giorni e alla conquista israeliana del
1967 i territori della Giudea e Samaria (o Cisgiordania che dir si voglia) erano stati
occupati dal regno di Giordania, cos come la Striscia di Gaza era stata occupata
dall'Egitto, ed entrambi erano stati in precedenza parti dell'impero ottomano senza
alcuna velleit di indipendenza nazionale - secondo il generale non pu negare il
passato del popolo ebraico, la Shoa, lo sterminio subito (p. 10), come pretendono
invece gli eurasisti adoratori del folle Ahmadinejad e del suo progetto di cancellare
l'odiata entit sionista dalle carte geografiche. A proposito dell'Iran, che per Scalea
e i suoi sodali sarebbe una delle chiavi di volta della geopolitica, non bisogna
dimenticare che il regime continua ad essere spietato e che non concede nulla, n al
diritto della gente, n alle opposizioni istituzionalizzate (p. 11).
Quanto allo smembramento della Jugoslavia e alla guerra del Kossovo, il
191
generale Mini ha buon gioco nel ricordare agli eurasisti che il serbo Slobodan
Milosevic, il musulmano bosniaco Alja Itzbegovic e il croato Franjo Tudjman non
erano delle anime belle, che essi hanno commesso tutti i crimini di cui sono stati
accusati e altri che nessuno vuole ricordare e che dunque non si pu puntare il dito
contro gli Stati Uniti senza considerare chi fossero quei personaggi e cosa avessero
fatto ai rispettivi popoli, cos come la forza dellUCK non veniva soltanto dagli
aiuti innegabili dei servizi segreti tedeschi, britannici e americani o dai traffici
illegali ma anche e soprattutto dal supporto di una popolazione che per dieci anni
stata dimenticata dalla comunit internazionale e lasciata alla merc di un sistema che
Milosevic, protetto dalla Russia, voleva repressivo e discriminatorio (p. 12). Proprio
cos: la Russia, la "grande madre" degli eurasisti, la patria della buona vita secondo il
trinomio Terra-Lavoro-Sacro ha protetto per dieci anni in Serbia un sistema
repressivo e discriminatorio nei confronti dei kossovari, parola di Fabio Mini che
scrive un giorno s e l'altro pure su "Eurasia", "Limes" e le altre riviste degli eurasisti!
La stoccata pi forte ai suoi committenti il generale Mini la assesta parlando
della Cina. Il Paese del Dragone avr avuto molti meriti, non ultimo quello di aver
tratto dall'indigenza 200 milioni di cittadini in meno di vent'anni, ma dare il merito
di questo alla fase "preparatoria" di Mao [come Daniele Scalea fa a p. 110 del suo
libro] significa sottovalutare i disastri del "[grande] balzo in avanti" e dimenticare
quelli della rivoluzione culturale. Assegnare crediti per una politica di successo senza
addebitare gli insuccessi, le repressioni, le persecuzioni e le violazioni dei diritti dei
cittadini favorisce l'incomprensione e attenta alla credibilit dell'analisi. In altre
parole il prefatore afferma che l'autore del libro di cui sta scrivendo la prefazione ha
compiuto una "analisi" non credibile, che egli ha spacciato per verit scientifica i suoi
desideri, le sue speranze, i suoi sogni... Un individuo simile si pu fregiare solo di un
titolo: quello di ciarlatano. La stessa lettura distorta della realt contenuta per Mini
nei capitoli dedicati all'America "indiolatina" e all'Africa: al di l delle ingerenze e
delle "provocazioni" americane - come sarebbe la costituzione dell'Africom, il
Comando militare istituito da Washington nel 2007 per portare aiuti umanitari al
continente nero e prevenire l'insorgere di conflitti, il quale per Scalea sarebbe solo la
dimostrazione della perdita di prestigio degli Stati Uniti e della loro volont di tener
fuori la Cina dall'Africa usando la forza bruta - quanti paesi, si domanda Mini,
hanno saputo e voluto amministrarsi bene? Castro ha fatto di Cuba un piatto da
consumarsi freddo, come la vendetta e il bolivarismo di Chavez si oppone allo
strapotere e all'arroganza americana, ma non destina nulla alla gente o alla stabilit.
Fa solo affari privati, come la peggiore politica americana (p. 13).
Insomma il generale Mini, che pure come si visto non lesina critiche agli Stati
Uniti d'America, paragonandoli addirittura ai pirati barbareschi (p. 9), e mette
perfino in dubbio il carattere ebraico di Israele (p. 10), ritiene che l'analisi geopolitica
degli eurasisti sia di parte, ambigua e ingannevole, che essa stia al servizio di
qualcosa e di qualcuno, in senso concettuale di sicuro e forse anche in senso
materiale, e senza neppure dichiararlo apertamente (p. 13). Esattamente quanto
sosteniamo da sempre noi mondialisti, cio che i nemici di un Impero mondiale
fondato dagli Stati Uniti d'America e orientato secondo il sacro principio
192
prossimo futuro, ma che l'eurasista Scalea, per l'ideologia aberrante che lo muove,
non sar mai capace di scrivere. Quel libro, quell'analisi, quel progetto lo abbiamo
scritto noi, e giorno dopo giorno lo stiamo realizzando.
194
modo di gestire il dissenso dei "vassalli": gli Stati Uniti d'America, paese-guida
dell'Occidente libero, democratico e prospero, affrontarono e risolsero i medesimi
problemi in modo ben diverso dall'Unione Sovietica, utilizzando pi la loro
superiorit culturale ed economica che quella militare, e con ben diverso esito, come
dimostra il crollo di questa e la vittoria di quelli.
Di conseguenza l'unico mezzo per impedire ai mille Kossovo del pianeta di
esplodere, l'unico mezzo per fermare la scia di sangue provocata dalle rivendicazioni
indipendentistiche da Pristina a Belfast e dal Daghestan alla Cisgiordania
l'unificazione del mondo sotto il potere militare, economico e culturale di un solo
Stato. Solo in un Impero mondiale, che noi auspichiamo sorga un giorno sotto la
guida degli Stati Uniti d'America, "dolce terra dei liberi", tutti gli individui umani
potranno godere dei medesimi diritti alla vita, alla libert e alla ricerca della felicit,
come pure del diritto ad essere assistiti dallo Stato in situazioni di difficolt
economica o sociale. Purtroppo al momento il popolo americano prostrato da una
crisi economico-finanziaria che dura ormai da tre anni, e subisce ancora il fascino
perverso dell'incantatore Barack Hussein Obama. Ma noi mondialisti siamo fiduciosi:
lavoriamo sulla scala dei secoli, non sulla scaletta elettorale degli inquilini pro-
tempore della Casa Bianca. E comunque le elezioni di mid-term sono alle porte, e
allora tutti i nodi - dalla liberalizzazione dell'aborto e della sperimentazione sugli
embrioni, fino al servilismo pro-islamista e alla fallimentare conduzione delle guerre
in Iraq e Afghanistan - verranno al pettine.
197
(3/8/2011) I molti Italiani che leggono da anni con assiduit e sincero interesse
quanto pubblichiamo su questo sito Internet sanno gi che noi mondialisti non
abbiamo disdegnato di prendere in considerazione opere letterarie, cinematografiche,
televisive e perfino fumettistiche, nella consapevolezza che fantasy e science-fiction,
lungi dal costituire meri passatempi infantili, rappresentano - come le antiche saghe e
leggende - la proiezione dei pi profondi e insopprimibili desideri umani, primo fra
tutti quello a una comunione umana senza barriere (vedete ad es. gli editoriali "Harry
Potter dei nostri. E anche le Winx" e "Un fumetto pieno di saggezza"). Per questo
motivo tali nostri seguaci "della prima ora" non si sorprenderanno se in questi giorni
estivi funestati dalla doppia strage di Oslo, dal martirio del popolo siriano e dall'ansia
per la sorte economica e politica degli Stati Uniti d'America, noi dedichiamo questo
editoriale all'analisi di un fumetto giapponese apparentemente estraneo, anzi
completamente agli antipodi rispetto alla tragica seriet degli eventi odierni: il manga
"Magic Knight Rayearth", composto da due serie pubblicate originariamente tra il
1993 e il 1996.
Come detto, all'apparenza l'opera si presenta come un ibrido tra un fumetto "per
ragazze" (shjo manga), sentimentalistico e sdolcinato, e un'avventurosa storia
d'azione. Nella prima serie tre studentesse giapponesi di 14 anni - Hikaru (il cui nome
significa "luce" o "fuoco"), Umi ("mare") e Fu ("vento") -, in gita con le rispettive
classi alla Torre di Tokio, vengono trasportate magicamente in una dimensione
parallela e si ritrovano sul pianeta Sephiro, un mondo che si regge sulla forza di
volont della Colonna Portante; qui le tre ragazze apprendono che l'attuale Colonna,
la principessa Emeraude, stata rapita dal sommo sacerdote Zagato facendo
piombare quel mondo nel caos, e che esse sono state convocate allo scopo di
adempiere una leggenda: assumere il ruolo di "cavalieri magici" (magic knights),
risvegliare dal loro sonno millenario tre giganteschi robot da combattimento -
201
capanna e le poche cose che possedeva fossero bruciati per scacciare dal villaggio gli
spiriti maligni.
Detto fatto, uno stuolo di uomini armati di lance, coltelli e torce accese si rec
alla capanna di Ziwa, afferr la donna, la leg, sgozz una ad una tutte le sue capre e
dette fuoco alle carcasse e alla capanna. Quando stavano per bruciare viva anche lei,
Ziwa fu salvata da due missionari comboniani intervenuti in extremis, i quali
offrirono 100 dollari al capovillaggio e 20 a ciascuno dei pii capifamiglia
convincendoli a ceder loro la donna e a portarla via sulla loro jeep. Oggi Ziwa vive
nella missione dei padri comboniani della sua regione, fa da madre a otto bambini
abbandonati dalle loro famiglie perch albini come lei, ha imparato a leggere e
scrivere, e studia per diventare medico.
Questa la storia di una delle tante vittime delle assurde superstizioni che ancor
oggi impestano i cervelli di molti Africani. E da questa storia si possono, si devono
trarre due conclusioni:
1) anche contro queste superstizioni, anche per la salvezza delle tante, troppe
Ziwa africane, asiatiche e latinoamericane, noi mondialisti lavoriamo per la creazione
di un Impero mondiale;
2) se le religioni "tradizionali" insegnano agli uomini che lecito uccidere
uomini, donne e bambini perch albini, o malati di Aids, o semplicemente "diversi"
dalla media locale, come insegnano le credenze tribali africane, allora distruggere
queste religioni "tradizionali" non solo lecito, ma doveroso per il bene di quelle
stesse popolazioni. E al diavolo i paladini del Wwf culturale.
205
La verit che gli Europei, di destra, di sinistra e di centro, si sentono una "colonia"
dell'America, e hanno una dannatissima voglia di buttarsi fra le braccia di Putin, dei
mandarini cinesi, degli ayatollah iraniani, di chiunque essi pensano possa liberarli
dalla sudditanza nei confronti di Washington e restituire loro il primato perduto da
quando, impantanati nelle trincee della prima guerra mondiale, furono costretti a
invocare l'intervento degli yankees per impedire alla Germania di conquistare l'intera
Eurasia da Lisbona a Vladivostok. La verit che gli Europei non hanno mai
sopportato l'American way of life, il primato dell'individuo sulla collettivit, la
preferenza verso il mercato e la concorrenza piuttosto che verso uno Stato protettore e
guardiano asfissiante, l'enfasi data alla libert piuttosto che all'uguaglianza,
l'ammirazione per chi giunge in cima alla scala sociale grazie alla ricchezza
accumulata col sudore della fronte invece che per ereditariet; e per questo essi si
sono sempre sentiti, e si sentono oggi, pi vicini ai regimi comunitaristici e totalitari
della Russia, della Cina e dei Paesi islamici che alla democrazia liberale
d'Oltreoceano.
La conclusione che si deve dunque trarre che oggi, come nel 1914, come nel
1938, gli Stati Uniti d'America - se si fa eccezione da Israele, Stato
liberaldemocratico s, ma troppo piccolo per esercitare un'influenza a livello globale -
sono l'unico Paese del mondo a conservare un sistema sociale e politico fondato su
Libert, Democrazia e Diritti dell'Uomo, e ad avere il potere economico,
propagandistico e soprattutto militare necessario per esportare tale sistema di vita al
resto del genere umano. Per questo noi mondialisti continueremo a operare affinch il
popolo americano si liberi al pi presto dall'incantesimo schiavizzante del pifferaio
Barack Hussein Obama, si dia un Comandante in Capo degno di questo nome, e
riprenda a combattere la buona battaglia per liberare il genere umano da tutti i tiranni
e i dittatori, laici e teocratici, e costruire l'Impero mondiale che assicurer pace,
prosperit, libert e giustizia per tutti. Soltanto allora, quando non ci saranno pi
molti Stati-nazione sovrani in competizione l'uno contro l'altro, ma un solo Stato
mondiale, solo quando gli uomini non si considereranno pi nemici perch abitano
sulle rive opposte di un fiume o dai lati opposti di una catena montuosa, soltanto
allora non ci sar pi alcun Datagate, perch gli uomini e le donne di tutto il pianeta
si tratteranno l'un l'altro come membri di una sola patria, il mondo.
207
della filosofia e dell'umanismo e dell'avvento di quella che egli chiam civilt della
Tecnica, in cui l'uomo, ubriacato dalla "volont di potenza", si illude di poter
manipolare tutte le cose a suo arbitrio, fino a trasformare il mondo intero in una realt
completamente artificiale o anche a distruggerlo. Era gi noto che per Heidegger la
civilt della Tecnica era rappresentata in modo preminente dal capitalismo degli Stati
Uniti d'America e dal bolscevismo sovietico, e che nel dopoguerra egli mise nello
stesso mazzo anche il nazismo, parlando della capacit dell'uomo moderno di
fabbricare in massa, indifferentemente, beni di consumo o cadaveri; ma adesso risulta
chiaro che la fonte di questa diabolica "volont di potenza" era da lui individuata
appunto nell'attitudine degli Ebrei, le vittime dello sterminio nazista, verso il solo
"pensiero calcolante". Qui si rivela come la filosofia heideggeriana si inscriva in quel
filone dell'antisemitismo europeo basato sull'accusa di avidit che inizia dal
Medioevo e dai sermoni di Martin Lutero, prosegue con il Marx de La questione
ebraica secondo il quale il dio che gli ebrei adorano il denaro, e sfocia ai primi
del '900 nella contrapposizione delineata da Werner Sombart fra mercanti ed
eroi e da Oswald Spengler fra civilt basate sul potere del denaro e civilt basate
sul potere della spada; in sostanza, l'accusa che Heidegger rivolge agli Ebrei di
essere stati all'origine della moderna societ capitalistica basata sul libero mercato,
che ha sostituito alle gerarchie immutabili basate sulla nobilt di nascita e sulla
religione l'uguaglianza di tutti i cittadini in una societ fluida ("liquida", secondo la
definizione oggi di gran moda coniata da Zygmunt Bauman), nella quale ognuno pu,
pagando, ottenere beni e servizi, ovvero farsi servire dai propri simili, e chiunque,
grazie ai propri talenti e alla propria inventiva, pu salire fino ai gradini pi alti della
scala sociale;
ebraico, che porterebbe i suoi membri a trascurare qualsiasi distinzione qualitativa fra
gli uomini e a omologarli tutti in una societ globale e anonima di produttori-
consumatori.
per questo che il Partito Mondialista difende e difender sempre il diritto alla
vita, alla libert e alla ricerca della felicit di tutti gli individui umani, e insieme,
senza contraddizione, il diritto all'esistenza dello Stato di Israele come Stato degli
Ebrei e per gli Ebrei: perch lo Stato di Israele, lungi dal fondare la propria esistenza
e legittimit su una comunanza escludente di razza, lingua, costumi o religione, uno
212
Stato aperto a uomini e donne di ogni etnia, di ogni religione; l'unico Stato del Medio
Oriente da cui i cristiani non fuggano con terrore, ma in cui anzi si rifugino volentieri
e aumentino di numero; l'unico Stato del pianeta, insieme all'America (almeno prima
ch'essa fosse incantata dal pifferaio Obama e cadesse nella Grande Apostasia di
rifiutare la propria missione storica) che si erga come sentinella della libert e della
democrazia di fronte alla minaccia costituita dall'Asse del Male Mosca-Pechino-
Teheran, e che per questo rappresenta l'anticipazione profetica dell'Impero mondiale
venturo, in cui tutti gli individui umani avranno gli stessi diritti e i medesimi doveri, a
prescindere dal sesso, dalla razza e dalla religione che professano: un solo Stato per
una sola famiglia, il genere umano.
213
dato fama e successo, e in cambio lui avrebbe realizzato una storia con i contenuti da
noi scelti. Fu cos che Yu Aida trascorse diciotto mesi alternandosi fra le aule
universitarie ed il nostro Vivarium, acquisendo quelle conoscenze e quei valori che,
uniti alla sua fertile fantasia, trasfuse prima in un racconto breve di 48 pagine
pubblicato dal 1998 al 2000, e poi, una volta assunto da una prestigiosa rivista
mensile, in una serie durata ben dieci anni, dal 2002 al 2012, che gli ha assicurato
fama perenne e numerosi premi: una storia ambientata nell'Italia contemporanea,
scossa da scontri di piazza e attentati terroristici e governata da un Presidente del
Consiglio che possiede il 70% dei mezzi di comunicazione, in cui un Ente per il
Benessere Sociale, ufficialmente dedito al reinserimento di persone disabili,
segretamente ottiene in affidamento ragazzine menomate nel corpo e nello spirito
(una stata stuprata da un serial killer in mezzo ai cadaveri ancora caldi dei propri
familiari; un'altra investita con l'automobile dal padre in bancarotta al fine di
riscuotere un'assicurazione sulla sua vita; un'altra ancora salvata in extremis da uno
"snuff movie" della camorra; e cos via), le potenzia con arti e organi biomeccanici, le
sottopone al lavaggio del cervello e le affida a istruttori-supervisori per addestrarle a
divenire spietate e insospettabili killer di Stato.
Ci che caratterizza "Gunslinger Girl" proprio il riferimento costante e preciso
all'ambiente sociale, culturale e antropologico del Bel Paese, realizzato dall'autore
grazie al supporto fornito dai nostri analisti - i quali in quel periodo si stavano
distinguendo onorevolmente anche nell'Operazione Rainbow, "persuadendo" Iginio
Sraffi ad assegnare il ruolo principale all'apolide Bloom -. Oltre al ritratto
iperrealistico, a fine di "avvertimento", di un Silvio Berlusconi che gi iniziava a
inclinare pericolosamente in senso putinista, il nostro contributo si esplic
principalmente nella scelta dell'Antagonista, il nemico n.1 delle ragazze con la
pistola, ancora pi pericoloso di mafiosi e trafficanti d'armi: il Movimento delle
Cinque Repubbliche, un'organizzazione paramilitare che persegue con la violenza la
divisione dell'Italia in cinque Stati indipendenti, la cui manovalanza composta da
funzionari corrotti, anarchici, reduci delle Brigate Rosse, idealisti convinti che Roma
ladrona succhi i soldi dei laboriosi nordisti per elargirli ai parassiti del Sud... ma i cui
capi, le "teste pensanti" che muovono le fila nell'ombra, sono un gruppo di grossi
industriali del Nord Italia timorosi della globalizzazione, i quali vogliono creare una
Padania autarchica per continuare a vendere i loro prodotti in condizioni di
monopolio. Attraverso questa veste grafico-narrativa intendevamo mettere in guardia
il popolo italiano contro le macchinazioni secessioniste della Lega Nord di Umberto
Bossi e dei suoi sodali in camicia verde, smascherando i meschini interessi economici
celati dietro le rivendicazioni etno-folkloristiche, e facendo comprendere ai lettori
attenti che l'unificazione del genere umano in un solo Stato mondiale l'unica via per
superare i conflitti fra le classi e le diffidenze fra i popoli.
Non a caso, alla fine della storia, la giovane procuratrice della Repubblica che,
adempiendo a un lascito testamentario, accetta di farsi impiantare un ovulo congelato
di una delle "pistolere" fecondato dal seme del "fratello" di questa, e di dare alla luce
una bambina cui d nome Speranza, la porta a vivere con s negli Stati Uniti
d'America, il Paese del melting pot, la terra della libert, dell'uguaglianza e delle
217
2) Qui sorge spontanea un'ulteriore domanda: perch mai proprio l'Europa, che
come abbiamo sopra visto ha sviluppato una fiorente civilt agricolo-pastorale e
metallurgica millenni dopo Mesopotamia, Egitto, India e Cina, non stata invasa,
conquistata e sottomessa da una di queste civilt, ma anzi le ha sopravanzate e
dominate tutte?
Per rispondere a tale quesito le cause materiali sopra esposte non sono pi
sufficienti, dal momento che esse premiano in ugual misura tutti i popoli posti lungo
la fascia climatica cosiddetta "temperata". dunque necessario investigare delle
cause di ordine superiore, delle cause risiedenti nella cultura e nella visione del
mondo dei popoli europei, e assenti invece nella cultura e nella visione del mondo dei
popoli extraeuropei; delle cause spirituali o ideologiche.
Anche in questo caso lo studio della Storia, maestra di vita, ci soccorre: vediamo
infatti che il take-off, il "decollo" dei popoli europei, avvenuto a partire dal XVI
secolo prima nell'Olanda calvinista appena liberatasi dal dominio del Sacro Romano
Impero Germanico, e poi nell'Inghilterra anglicana; due Paesi le cui condizioni sociali
e politiche hanno favorito la nascita di un pensiero, di una ricerca sulla Natura e sulla
Societ non basate sulla cieca ripetizione di una tradizione immemorabile, ma sulla
capacit della ragione umana di cogliere il Vero e il Bene e di attuarli nel mondo.
Si potrebbe allora dedurre che siano la Riforma protestante, nelle sue varie
declinazioni, e l'indipendenza politica dei Paesi nordeuropei rispetto all'Impero
germanico da essa indotta, le cause spirituali del primato dell'Europa-Occidente,
tanto pi che proprio in Olanda e Inghilterra, da un lato, sono state concepite e
sviluppate le prime grandi teorie e invenzioni scientifiche (il telescopio, la legge di
gravitazione universale, la chimica e la macchina a vapore), e dall'altro e
contemporaneamente, sono state poste le fondamenta dello Stato di diritto liberale e
democratico (il primato della legge, l'indipendenza della magistratura, la democrazia
rappresentativa, la responsabilit dei governanti di fronte al popolo).
In realt, uno sguardo storico pi attento ci mostra che tanto il luteranesimo
quanto l'indipendenza siano state non delle cause, ma delle occasioni: che esse cio
abbiano solo costituito un ambiente favorevole all'azione di una causa pi antica, la
quale fino ad allora non aveva potuto sviluppare pienamente i suoi effetti, pur
essendo gi all'opera.
Quale sarebbe questa causa pi antica? L'Europa stata la terra in cui la
religione cristiana, olivo selvatico innestato sul tronco d'olivo buono di Israele, si
maggiormente diffusa e ha permeato pi profondamente la vita materiale e spirituale
dei popoli; e il proprium del Cristianesimo, rispetto alle altre religioni "storiche",
consiste nella fede in un Dio-Ragione eterna, obiettiva e assoluta che ha creato il
mondo con sapienza, "secondo numero, peso e misura", e ha fatto l'uomo a Sua
221
di quell'Unione Europea che ha paura di censurare i veri abusi, anzi stupri della
democrazia compiuti ogni giorno dai despoti islamici in Turchia, in Iran e in tutti i
Paesi ove la sharia legge dello Stato!
E infine, quando ormai era chiaro a tutti che la vittoria sarebbe arrisa ai fautori
dell'Exit, la Cia asservita ai voleri del tiranno filoislamico Obama ha sobillato e
armato una testa calda, un povero patriota inglese instabile di mente, affinch
uccidesse la deputata laburista Jo Cox, una filoeuropeista evidentemente considerata
sacrificabile e infatti sacrificata sull'altare della "ragion di EU" per tentare di fare leva
sulle emozioni dei votanti anzich sul loro vero bene.
Ma tutti questi inganni, tutte queste menzogne, tutti questi intrighi, tutte queste
minacce alla fine sono state inutili. Il grande e nobile popolo britannico ha deciso di
uscire dall'Unione Europea; ha deciso di affrancarsi dalla schiavit di una burocrazia
ottusa che pretendeva di regolare tutto, dalla curvatura dei cetrioli alla lunghezza
delle aringhe; ha deciso di erigere un muro invalicabile contro l'ondata dei profughi-
terroristi spalleggiati da una Sinistra che crede di aver trovato nell'Islam il nuovo "sol
dell'avvenire"; ha deciso di opporsi alla gendercrazia brussellesca che pretende di
cancellare la distinzione biologica tra il maschio e la femmina in nome del "diritto" di
ognuno di essere come si sente, oggi uomo, domani donna e magari dopodomani cane
o gatto o criceto (proprio nel Regno Unito e nei paesi scandinavi decine di migliaia di
omosessuali e lesbiche con tendenze sadomaso hanno deciso da anni di abbandonare
una vita da esseri umani, evidentemente considerata troppo faticosa, per vivere
travestiti da cani o da felini e farsi nutrire e accudire dai loro "padroni"); e soprattutto
ha detto NO alla massoneria eurocontinentale, alla massoneria franco-tedesco-italiana
dei Napolitano e dei Monti, alla massoneria atea e scismatica che ha rifiutato la fede
templare nel Dio Creatore e Grande Architetto dell'Universo, nell'immortalit
dell'anima e nella risurrezione dei morti, nella Bibbia quale unica Rivelazione di Dio
all'uomo culminata nell'Incarnazione, Morte e Risurrezione di Ges Cristo Parola
definitiva del Padre.
Il grande e nobile popolo britannico ha detto SI' al Cristianesimo quale radice
religiosa e culturale dell'Occidente, quale fonte della superiorit dell'Occidente su
tutti gli altri popoli che non conoscono la dignit inalienabile di ogni individuo
umano creato a immagine di un Dio razionale, senza distinzioni di sesso, lingua o
religione. Ha detto SI' alla distinzione naturale fra uomo e donna, distinzione
biologica che non cancella la loro uguaglianza giuridica, ma la rende compatibile
con la realt concreta di esseri che non sono puri spiriti, ma esseri fatti di anima e
corpo, che hanno la necessit biologica di riprodursi e la necessit antropologica di
generare, allevare ed educare i figli in una famiglia composta da un padre e una
madre. Ha detto SI' a una idea di Stato "leggero", liberale, che assicura il rispetto di
legge e ordine e lascia liberi i cittadini di organizzare la loro vita economica e sociale
secondo le proprie convinzioni, ma inflessibile contro quelle convinzioni - come
l'Islam - che sono intolleranti, aggressive e violente nei confronti dei dissenzienti. E
soprattutto ha detto un SI' alto e forte al progetto mondialista di creare una unione
politico-economico-militare fra Gran Bretagna, Stati Uniti d'America, Canada,
225
(27/06/2016) Nelle ultime settimane, sia prima che dopo la vittoria del Leave nel
referendum sulla Brexit, fior di intellettualoidi "impegnati" (impegnati soprattutto a
sinistra) hanno profuso il loro acume nel tentare di dimostrare ai colti e incliti lettori
che l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea sarebbe stata un danno, anzi una
autentica catastrofe, assai pi per il popolo britannico che per l'eurocrazia di
Bruxelles.
Ad esempio sull'ultimo numero di "Micromega", rivista dell'estremismo rosso
diretta dall'ateo giustizialista Paolo Flores d'Arcais, ai primi del mese di giugno
Marco D'Eramo scriveva che "un europeismo pragmatico [avrebbe dovuto] esultare
per una vittoria della Brexit", in quanto "da quando dentro l'Unione... il Regno
Unito non [avrebbe] fatto altro che remare contro ogni possibilit di ridare slancio al
'sogno europeo'", sogno che per l'ex corrispondente dagli Stati Uniti del Manifesto
(una garanzia d'imparzialit!) avrebbe bisogno di quella "sovranit popolare
europea", predominante sulle sovranit nazionali, da Londra sempre osteggiata a
causa del suo esser parte sia della Nato - e quindi, secondo il comunista D'Eramo,
"suddito" dell'Impero USA - sia dell'alleanza non solo militare, ma culturale con Stati
Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda chiamata Anglosfera.
Dal canto suo, sul Corriere della Sera di ieri l'ex ambasciatore italiano a Mosca
Sergio Romano (un'altra mente perversa) parte dalla descrizione dell'Inghilterra fatta
da William Shakespeare nel "Riccardo II" - isola incoronata, terra di maest, sede
di Marte, un altro Eden, un semi-paradiso, una fortezza costruita dalla Natura contro
le infezioni della guerra, una felice culla di uomini, un piccolo mondo, una pietra
preziosa incastonata in un argenteo mare che le serve da muraglia contro linvidia di
terre meno felici, una zolla benedetta - per affermare beffardamente che essa
sarebbe sempre stata molto meno "insulare" di quanto desideri apparire, essendo stata
conquistata nel 1066 dai Normanni che avrebbero imposto il francese come lingua di
corte e avendo poi combattuto per cent'anni al fine di conquistare la Francia, per non
parlare dei suoi regnanti di origine europea, da Maria la Sanguinaria figlia della
spagnola Caterina d'Aragona a Enrichetta Maria di Borbone, sorella di Luigi XIII e
sposa di Carlo I Stuart (non del padre Giacomo, come invece scrive l'ignorante
Romano; storico fai da te? Ahi ahi ahi ahi ahi!), dall'olandese Guglielmo d'Orange
fino alle dinastie tedesche degli Hannover e dei Sassonia-Coburgo poi anglicizzatisi
Windsor; e conclude anch'egli atteggiandosi a profeta e figlio di profeta, vaticinando
beffardo che "il giorno dellindipendenza britannica... potrebbe essere il giorno in cui
lUnione europea libera di proporsi obiettivi pi ambiziosi di quelli graditi a
Londra. Mentre il Paese che non mai stato veramente insulare rischia di essere tale
in un mondo in cui soltanto gli Stati continentali o le grandi confederazioni possono
affrontare le sfide della globalizzazione". Ovvero: poveri inglesi sciocchi, finirete
schiacciati tra Stati Uniti d'America, Russia, Cina e Stati Uniti d'Europa...
volentieri la Storia. vero che gli Inglesi per tutto il Medioevo sono stati un popolo
di allevatori di pecore, di cui vendevano la lana sui mercati delle Fiandre (per i
profani, l'odierno Belgio); ma la scoperta del Nuovo Mondo li spinse a compiere una
scelta epocale, come comprese bene quel nazista non privo d'ingegno di nome Carl
Schmitt (per approfondire il cui pensiero pu forse esser utile la lettura del suo
piccolo ma denso saggio del 1942 Terra e mare. Una riflessione sulla storia del
mondo; per le implicazioni attuali e future della teoresi schmittiana vedi pure il libro
Terra e mare. Riflessioni di geopolitica e geo-diritto a partire da Carl Schmitt): posto
di fronte all'alternativa fra un'esistenza terrestre e un'esistenza marittima, il popolo
inglese "si decise" per il Mare contro la Terra.
"Decidersi per il Mare" signific non soltanto abbandonare la vita da pecorai per
divenire corsari che arrembavano i galeoni spagnoli di ritorno dalle Americhe carichi
d'oro, no di certo; signific anche abbandonare i sogni di conquiste territoriali sul
continente europeo, quelle smanie espansionistiche le quali condussero per secoli
francesi e tedeschi a disputarsi Alsazia e Lorena e prussiani, polacchi e svedesi a
combattere guerre sanguinose per il possesso della Pomerania - la Pomerania, una
landa desolata affacciata sul Baltico in cui non crescono neppure le patate! -.
Soprattutto, "decidersi per il Mare" signific per gli Inglesi diminuire il prestigio
e il potere dell'aristocrazia fondiaria a favore della borghesia mercantile che
finanziava la costruzione delle navi e pagava gli equipaggi per scambiare i prodotti
agricoli e minerari amerindi con stoffe, vasellame e altri oggetti pregiati prodotti in
patria; signific dunque evitare la trappola dell'assolutismo in cui caddero le
monarchie del Continente, togliendo al re il controllo sugli affari dello Stato per
affidarlo a ministri dipendenti dalla fiducia di un Parlamento nel quale i borghesi
divennero progressivamente maggioritari; signific di conseguenza, per la borghesia,
conquistare prima e poi garantire la libert di criticare e influenzare le decisioni del
governo, la libert di professare qualsiasi idea su Dio, sull'uomo e sul mondo, anche
se sgradita alla maggioranza della popolazione; signific pertanto coltivare e
promuovere lo sviluppo della ricerca scientifica sulla Natura e delle sue applicazioni
tecnologiche, quella scienza e quella tecnica che i tradizionalisti e i reazionari - a
cominciare dai Tedeschi - hanno sempre bollato come "materialiste", "empiriste",
"prive di anima", "atee", ma che purtuttavia hanno portato gli Anglosassoni a
inventare i vaccini che hanno salvato la vita a milioni di persone, a creare la prima
rete ferroviaria, a dare il via alla Rivoluzione Industriale che ha fatto uscire
l'Occidente dalla "trappola malthusiana" di una agricoltura di pura sussistenza, ad
accrescere la popolazione umana di sette volte in meno di cento anni, a rendere il
mondo un posto migliore.
Noi mondialisti sappiamo bene che le cose sono andate cos, perch siamo stati
noi a determinare, in gran parte, il corso della Storia degli ultimi cinque secoli.
Noi abbiamo incoraggiato il popolo inglese a scegliere la via degli oceani, grazie
alle conoscenze nell'arte della navigazione acquisite dai nostri padri Templari al
tempo in cui sfruttavano le miniere d'argento dello Yucatan per divenire i primi
banchieri d'Europa; noi abbiamo indotto Enrico VIII a revocare il divieto di
stanziamento per gli Ebrei che durava dal 1219, permettendo ai mercanti e
228
Ebbene, cari fratelli, amici e sostenitori, poich noi mondialisti non vogliamo
che i vostri cuori siano sospesi nell'angoscia e che le vostre menti si indeboliscano
nell'incertezza e nella disperazione, vi diciamo chiaramente che la risposta corretta ai
vostri legittimi dubbi la n. 3.
La nostra tabella di marcia rimane quella esposta nel capitolo III del nostro
Manifesto programmatico:
1) risvegliare nel governo e nel popolo degli Stati Uniti dAmerica, oggi ridotto
dal tiranno filoislamico Barack Hussein Obama come un pugile suonato, la coscienza
della loro missione, di quella missione per cui li abbiamo creati: essere la citt sulla
collina, lostetrico del parto di una umanit riunita e in pace, e agire di conseguenza;
2) federare intorno agli Stati Uniti dAmerica una Unione Oceanica delle
Democrazie, composta da Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda,
Giappone e India, fondata sulla comune roccia della liberaldemocrazia e del rispetto
degli immortali e inalienabili diritti umani;
3) usare lUnione Oceanica come portaerei avanzata del Mondialismo per
lanciare un assalto congiunto, multistrumentale mediatico, culturale, economico,
politico e militare e di lunga durata contro lAsse del Male russo-islamo-cinese, al
fine di logorarlo progressivamente e di provocarne la disgregazione nellarco di
massima dei prossimi cento anni;
4) conquistare pezzo per pezzo tutta la massa continentale euroasiatico-africana
man mano che il processo di disgregazione dellAsse del Male avanzer,
eliminandovi le componenti socio-religiose ostili al Mondialismo e impiantandovi
una societ civile liberaldemocratica, tollerante e pluralista, cominciando dalle terre
dellIslam sia perch esso il pericolo pi prossimo, sia perch i suoi territori sono
pi facilmente raggiungibili da una forza di liberazione aeronavale per passare poi
alla Cina e infine alla Russia;
5) integrare gradualmente i territori conquistati nellUnione Oceanica delle
Democrazie fino a comprendervi tutto il pianeta, e infine convertirla nello Stato o
Impero mondiale, qualunque nome si vorr dare ad esso.
Come vedete, fin dallinizio abbiamo messo in chiaro che lIslam il primo
tassello dellAsse del Male da sconfiggere, tanto nella sua versione sunnita (guidata
dallArabia Saudita testa del wahabismo) che in quella sciita (egemonizzata dallIran
armato da Putin, dalla Cina e dalla Corea del Nord). La nostra strategia non
cambiata; la tattica che, come naturale che avvenga, muta e si adatta alle
circostanze.
Neppure gli Stati Uniti dAmerica, da soli o con lunico appoggio di Israele,
potrebbero affrontare lintero Asse del Male senza precipitare il mondo in una guerra
nucleare globale; pertanto la nostra tabella di marcia consiste nellapplicazione della
vecchia ma sempre valida strategia dellultimo Orazio, ovvero: allentare
232
progressivamente i legami fra le tre membra dellAsse del Male, spingerle l'una
contro laltra o almeno renderle indifferenti alle sorti reciproche, al fine di
affrontarle separatamente e sconfiggerle una alla volta.
Per questo motivo vediamo con favore lelezione di Donald Trump a nuovo
Commander in Chief del popolo americano e i suoi sforzi per separare il regime di
Putin sia dal suo alleato iraniano, sia dalla coppia Cina-Nordcorea. La Russia dovr
essere liberata dalla tirannide come il resto del pianeta, ma sar necessariamente
lultimo nemico da abbattere a causa della sua relativa maggior forza militare e
nucleare; fino ad allora, ogni sforzo teso a separarla dalle altre due teste del Mostro
non potr che favorire la nostra causa, ance se questo dovesse implicare la
sopportazione di un regime putiniano o post-Putin per altri decenni.
Quanto allEuropa, alla Crimea e allUcraina, purtroppo la loro sorte legata a
filo doppio a quella delle tre teste dellAsse del Male. Dopo la fine della seconda
guerra mondiale noi spingemmo gli Stati Uniti dAmerica a non rinchiudersi in un
nuovo isolazionismo, anzi a sostenere economicamente i Paesi dellEuropa
occidentale usciti in macerie dal conflitto, e favorimmo la nascita della Comunit
Europea (pur consci del suo vizio collettivista di origine, legato allinfluenza degli
Spinelli e dei Rossi) allo scopo di impedire allArmata Rossa di giungere fino a
Lisbona. Purtroppo le lites culturali e politiche eurocontinentali sono sempre state
affascinate dalle sirene comuniste, perch la Vecchia Europa sempre la stessa che
settecento anni fa ci mand al rogo, malata di comunitarismo, di conformismo,
incapace di separare sacro e profano, pronta a piegarsi davanti a ogni tiranno, da
Napoleone a Hitler, ai califfi e agli ayatollah; un nano militare, ma un mezzo gigante
economico capace di finanziare ogni progetto totalitario purch sia antiamericano,
anti-societ aperta, in definitiva antimondialista.
Per questo il destino finale dellEuropa dipender dalla grande guerra tra
Mondialismo e Antimondialismo: se e quando, con il favore dellAltissimo, Islam,
Cina e Russia saranno state sconfitte e integrate nel venturo Impero mondiale,
lEuropa si lascer cadere in esso come un frutto maturo, perch sar ormai priva dei
suoi padrini ideologico-politici. E anche la sorte dellUcraina e di tutti i Paesi
dellEuropa orientale che adesso sono minacciati dallarroganza di Putin legata in
definitiva alla vittoria finale del Mondialismo. Per questo la nostra attuale tattica nei
confronti dellUnione Europea finalizzata, pi che a farne un membro dellAnello
di Fuoco intorno alla Russia, a impedire che essa divenga unappendice dellAsse
del Male; e per questo scopo luscita della Gran Bretagna, lungi dal rappresentare
una vittoria dellantimondialismo, costituiva lunico mezzo per impedire che il Regno
Unito fosse eurabizzato come ormai il resto dellUE e per integrarlo in
quellalleanza con USA, Canada, Australia e Nuova Zelanda che noi chiamiamo
Anglosfera e che dovr ampliarsi a Giappone e India per divenire lUnione Oceanica
delle Democrazie, prima pietra dellImpero mondiale.
MONDIALISMO E CRISTIANESIMO
235
della Chiesa cattolica stessero mettendo in atto uno sganciamento del Cristianesimo
dalla civilt occidentale, nellattesa o forse, per alcuni, nellauspicio di una pi o
meno lontana distruzione di questa da parte dei nuovi barbari e di una nuova
inculturazione di quello in popoli considerati immuni dalla corruzione del Primo
Mondo. Chi pensa cos non si avvede che quanto passa sotto lespressione civilt
occidentale il prodotto di quei principi di laicit, primato dellindividuo-persona,
uguaglianza e libert che discendono direttamente dallinsegnamento del Cristo e che
non sono stati inculturati nel paganesimo, ma hanno completamente sostituito gli
anti-valori pagani (primato della comunit sullindividuo, indiscutibilit del potere
politico, tradizionalismo, etnicismo discriminante) costruendo letteralmente dal nulla
una cultura a propria immagine e somiglianza. Al confronto lIslam con la sua
poligamia, con linferiorit della donna rispetto alluomo e degli infedeli rispetto ai
muslims, i sottomessi ad Allah e Maometto, rimasto fermo ad un modello di vita
vecchio di tremila anni che vede, giustamente, nel Cristianesimo la radice di tutto ci
che odia, libert, uguaglianza, autorit come servizio e non come potere, democrazia;
pensare che un simile compatto schema di credenze preistoriche possa accogliere
lannuncio del Vangelo, o anche solo tollerarne la presenza accanto a s, peccare di
criminale ingenuit.
La risposta che va data alla domanda del titolo, la Chiesa ha tradito Ges
Cristo? dunque: No, se con il termine "Chiesa" si intende il vertice della gerarchia
cattolica mondiale, il successore di Pietro e in particolare lattuale Pontefice, quel
Joseph Ratzinger che nel saggio Senza radici, ricordando con Marcello Pera il
contributo congiunto della filosofia greca, della giurisprudenza romana e della fede
ebraico-cristiana alledificazione dellOccidente, ha tessuto il pi bellelogio della
societ statunitense, insieme profondamente religiosa e autenticamente laica; S, se si
guarda alle parole e ai comportamenti di leaders di movimenti e associazioni, e anche
di taluni vescovi progressisti, i quali tendono a dissociare la figura storica di Ges
Cristo dalla sua dottrina e dalla civilt cui essa ha dato vita per farne il profeta di un
pacifismo disincarnato e astorico. Non un caso che a questo atteggiamento irenista
corrisponda un crescente senso di sconcerto, di delusione e rifiuto da parte dei
semplici fedeli, quel popolo di Dio che rispetta le leggi dello Stato e non pu
accettare che i suoi pastori giustifichino chi le viola, che rispetta le altrui fedi e vite e
non pu accettare che i suoi pastori giustifichino i seminatori dellodio e della morte;
e non un caso che al di l dellAtlantico, terra di legge e ordine, i vescovi siano
molto pi sensibili alle istanze della base e pi attenti a rendere a Cesare quel che
di Cesare.
In conclusione, quel che noi, i fedeli cristiani, e probabilmente anche la Magli
chiediamo alla Chiesa non di inviare le guardie svizzere a presidiare la frontiera tra
Israele e Libano, non di fare da stampella allOnu che ancora straparla e non si
accorge di esser morta; semplicemente di continuare a tutti i livelli e in tutte le sedi,
come ha sempre fatto e come fa il suo Capo visibile, a dire la verit opportunamente
e inopportunamente, a distinguere fra ragioni e torti senza fare delle marmellate
insipide che giovano soltanto ai prevaricatori, a essere fedele sino in fondo al suo
Fondatore: Il tuo parlare sia: s s, no no; il di pi vien dal demonio. Noi, per parte
238
parroci e lavoratori cattolici stanno allevando nel proprio seno la serpe che morder
loro e lintera comunit in cui vivono ed operano, come hanno dimostrato gli ultimi
episodi di sgozzamenti e stupri compiuti da immigrati, regolari o clandestini, di
religione musulmana. Come ha ammonito Gaspare Barbiellini Amidei nel suo
articolo del 22 agosto sul Corriere della Sera ("Brescia, la carita' illegale") i cristiani
dovrebbero coniugare meglio la carit evangelica con il senso della legalit, e
ricordare che i Concordati stipulati con gli Stati non comportano per la Chiesa solo
diritti, ma anche doveri, primo fra tutti il rispetto delle leggi dello Stato; molti prelati
e laici, invece, sembrano addurre la necessit evangelica di obbedire a Dio prima
che agli uomini per violare leggi che sembrano ingiuste solo alla loro particolare
visione soggettiva.
3) Dopo che al Meeting riminese di Comunione e Liberazione il vescovo
coadiutore di Gerusalemme ha proclamato - vedi l'articolo "Il vescovo Twal difende
Hezbollah" (www.caserta24ore.it del 29/08/2006) - che Hamas ed Hezbollah sono il
prodotto dell'occupazione israeliana protratta nel tempo. La loro resistenza.
Legittima al cento per cento e che nessuna forza straniera ha il diritto di mettere il
naso negli affari interni libanesi, proprio ieri il suo superiore, il patriarca Sabbah, si
fatto promotore di una dichiarazione congiunta dei leaders cristiani di Terrasanta -
vedi l'articolo "Chiese di Gerusalemme contro sionismo cristiano" (Zenit 01-9-2006)
- in cui si condanna il programma sionista in quanto avente una visione del
mondo per cui il Vangelo identificato con lideologia dellimpero, il colonialismo e
il militarismo, si rifiuta lalleanza contemporanea tra leader sionisti cristiani e
organizzazioni con elementi nei governi di Israele e Stati Uniti, che attualmente
stanno imponendo le loro frontiere preventive e la loro dominazione sulla Palestina,
si afferma che i palestinesi sono un popolo allo stesso tempo musulmano e
cristiano respingendo tutti gli intenti di sovvertire e frammentare la sua unit e si
avvertono i cristiani di tutto il mondo che il sionismo cristiano e i suoi alleati stanno
giustificando la colonizzazione e l'apartheid e limperialismo. Sotto lo schermo di
una citazione evangelica (Beati gli operatori di pace, perch saranno chiamati figli di
Dio) si legittimano attentati e lanci di missili contro innocenti israeliani; si ingiunge
allOccidente di astenersi da ogni tentativo di migliorare le condizioni di vita dei
palestinesi alla merc di fanatici senza scrupoli, che usano le loro case come depositi
di armi, i loro corpi come scudi umani, i loro cadaveri come arma propagandistica; si
chiamano i cristiani ad allearsi con lIslam per una guerra santa contro il Grande
Satana a stelle e strisce e contro il Piccolo Satana con la stella di David. Proprio
come ha fatto il dittatore Chavez stringendo un patto di ferro con il folle
Ahmadinejad per la creazione di un partito di Dio rosso-verde, gi ramificatosi in
tutto il Sudamerica, allo scopo di combattere il sionismo e l'imperialismo yankee
(vedi larticolo "Hezbollah avanza, anche in Venezuela" su www.ragionpolitica.it del
2-9-2006).
In conclusione. Forse la Chiesa, in quanto istituzione fondata da Ges Cristo per
rivelare, attraverso la sua persona e la sua parola, lamore di Dio agli uomini di tutti i
tempi, non pu schierarsi con nessun regime o ideologia politica, neppure con quella
liberaldemocrazia che pure sorta sul primato della dignit e delluguale libert di
241
Per i cristiani dei primi secoli non hanno dedotto da quel dilemma che per la
sopravvivenza della loro fede era necessario spezzare l'Impero; anzi, hanno sempre
ringraziato il Signore perch l'Impero consentiva loro di vivere in pace (cosa dice la
liturgia della notte di Natale? Toto orbe composito in pace, quando tutto il mondo era in
pace, Ges nacque a Betlemme); e quando l'Impero croll, furono proprio i cristiani a
darsi da fare per la sua renovatio da parte di Carlo Magno. Perch i cristiani avevano
compreso che l'Impero il catchon, colui che impedisce all'Anticristo di manifestarsi,
colui che "trattiene" l'eone cristiano dal suo compimento, colui che "ritarda" la fine del
mondo e il Giudizio Universale per dare a tutto il genere umano il tempo di ricevere
l'annuncio del Vangelo e di convertirsi a Cristo.
Da quando l'Impero di Roma crollato, l'Europa stata funestata per 1500 anni da
guerre, rivoluzioni e genocidi immani. Solo un Impero mondiale pu impedire ad
America, Europa, Russia, Cina e Islam di gettarsi in una guerra planetaria che
sterminerebbe l'umanit. E solo con l'appoggio della Chiesa pu nascere un Impero
mondiale che riunisca tutto il mondo nella pace. L'alternativa la fine del mondo.
Speriamo che la Chiesa lo capisca in tempo. l'augurio che il Partito Mondialista
rivolge a tutto il genere umano a due settimane dal Natale, il dono che invochiamo
dall'Altissimo: un mondo unito e in pace.
247
9 Io continuavo a guardare,
e un vegliardo si assise.
19 Volli poi sapere la verit intorno alla quarta bestia, che era
diversa da tutte le altre e molto terribile, che aveva denti di ferro e
artigli di bronzo e che mangiava e stritolava e il rimanente se lo
metteva sotto i piedi e lo calpestava;
tempo.
Come si pu ben comprendere dalla lettura, sia le quattro bestie dalle forme
strane, sia l'essere simile a un figlio d'uomo simboleggiano entit collettive, popoli
e nazioni: il leone l'impero babilonese, l'orso l'impero persiano (che
effettivamente divor molta carne, cio si estese su un territorio vastissimo), il
leopardo e la quarta bestia rappresentano l'impero di Alessandro Magno e dei suoi
dieci successori (teste e corna). Tutti questi regni, viene detto al profeta, vengono
dalla terra, ovvero sono caratterizzati dal predominio di questa o quella etnia,
religione e cultura; a ciascuno di essi il vegliardo, Dio, assegna un inizio e un
termine.
E il figlio dell'uomo? Egli simbolo di un popolo completamente diverso:
viene sulle nubi del cielo e il suo regno non sar mai distrutto. un popolo unito
non dalla comunanza della carne e del sangue, della razza o della religione o della
cultura, ma dal riconoscimento della comune natura umana che anteriore e
superiore a ogni distinzione di razza, lingua o religione. Il suo nucleo fondatore
Israele, cio l'insieme di quanti avevano gridato a Dio e furono salvati (come
scritto nel Libro di Ester), i santi dell'Altissimo, coloro che hanno prestato fede alla
Promessa e hanno accettato di obbedire alla Legge delle Dieci Parole; questo nucleo
originario si poi esteso a quanti hanno ascoltato il messaggio di salvezza universale
di Ges Cristo, fondato sull'amore e il rispetto di ogni essere umano, sull'abolizione
di ogni discriminazione di sesso, razza e religione e sulla distinzione tra la sfera sacra
e quella profana, tra le cose di Dio e le cose di Cesare. Su questo messaggio
divino stata edificata la civilt dell'Occidente, la sola che abbia superato il timore
superstizioso nei confronti della Natura, che abbia applicato l'ingegno umano, creato
a immagine del Logos Creatore, per scoprire le leggi dell'Universo, debellare le
malattie, abolire la schiavit e sollevare dalla miseria intere nazioni.
La missione di noi mondialisti consiste proprio nel portare il liberante
messaggio di salvezza cristiano a tutti gli uomini e le donne della terra, anche l ove
le Chiese di Cristo non sono ancora arrivate; nel convincere le menti e i cuori circa la
naturale eguaglianza di tutti gli esseri umani e la conseguente necessit di abbattere
tutti i regimi dittatoriali, teocratici e totalitari che conculcano la libert e la dignit
della persona umana, di eliminare il cadavere putrefatto della sovranit nazionale,
257
alibi dei tiranni laici e religiosi, per edificare una societ civile planetaria e un Impero
mondiale, uno Stato universale per individui universali.
Ai no-global "di destra", i quali aborrono il nostro progetto di un Impero
mondiale perch ritengono, come il loro nefasto maestro Carl Schmitt, che la politica
si fondi sulla lotta all'ultimo sangue fra gruppi nemici, rispondiamo che una umanit
riunificata avrebbe non pochi "nemici" da affrontare: epidemie, carestie, mutamenti
climatici, inondazioni, terremoti, eruzioni vulcaniche, cadute di meteoriti... Tutte
queste minacce sono state sinora affrontate dalle singole nazioni ciascuna con le sole
forze, capacit e saperi della propria singola popolazione; un Impero mondiale potr
coordinare contro di esse la tecnologia (la tanto vituperata tecnologia!), le risorse
economiche e i saperi di tutta la specie umana.
Ai no-global "di sinistra", nostalgici dell'anarchismo e nemici preconcetti di
ogni autorit, i quali temono l'avvento di un tiranno mondiale, rispondiamo che in
ogni societ umana e in ogni epoca della storia, secondo il principio di divisione dei
lavori, esistono per natura - accanto a coloro che coltivano la terra, che cacciano,
pescano, combattono, costruiscono case, aratri, lance, spade o reti da pesca, che
curano i malati, pregano Dio o studiano il mondo - anche dei capi che prendono le
decisioni di ultima istanza, un vertice della piramide che coordina gli sforzi e le
competenze di ciascuno per il bene della societ nella sua interezza; e che l'innegabile
realt che i governanti sono esposti alla tentazione di perseguire il proprio interesse
individuale o quello del proprio sottogruppo particolare anzich preoccuparsi del
bene comune del gruppo nella sua totalit, e che molti di essi a quella tentazione
abbiano ceduto e cedano ogni giorno, non implica che l'autorit sia negativa in s e
che si debba abolire il governo in generale per abolire il malgoverno, cos come il
fatto che gli uomini possano essere, e in molti casi siano, ciechi, sordi, muti o zoppi
non implica che questo sia lo stato naturale dell'uomo e che non sia compito degli
uomini curare le infermit dei propri simili per portarli, nei limiti del possibile in
questo mondo destinato a perire, a uno stato di buona salute.
In ogni epoca della storia gli oppressi all'interno delle singole nazioni hanno
combattuto per abbattere i tiranni che li opprimevano; nel futuro Impero mondiale,
certamente, a periodi di buon governo potranno alternarsi periodi di tirannide, nel
qual caso gli oppressi della societ mondiale lotteranno per abbattere i loro
oppressori. Ci non toglie che la creazione di uno Stato o Impero mondiale, con un
solo Presidente o Imperatore (il titolo irrilevante), eliminer dalla faccia della terra
le divisioni e le rivalit fra etnie e religioni finora arroccate come fortezze l'una
contro l'altra armate, causa principale delle guerre, delle carestie e della povert
materiale e spirituale in cui versa gran parte del genere umano, permettendo inoltre a
un governo planetario illuminato di destinare le ingenti risorse economiche e
scientifiche oggi consumate nella distruzione reciproca alla lotta contro le
"emergenze globali", per un vero progresso dell'umanit, e di assicurare finalmente
pace, prosperit e giustizia per tutti.
258
suo profeta sanguinario Maometto; una scia di sangue iniziata con i massacri di
Otranto e Cipro nel 1500, continuato nel XX secolo con il genocidio degli Armeni da
parte dell'ormai agonizzante impero ottomano, e che ultimamente sta raggiungendo
un tragico acme con il massacro nella cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del
Perpetuo Soccorso a Bagdad dello scorso 31 ottobre e con la dichiarazione di al-
Qaeda secondo cui "tutti i cristiani, ovunque si trovino nel mondo, e tutte le loro
organizzazioni, a cominciare dal Vaticano, sono bersagli legittimi". Eppure,
nonostante le immani sofferenze che i credenti nel Cristo patiscono da anni in tutto il
Medio Oriente, il recente Sinodo dei vescovi di quella vasta regione ha censurato i
pochi interventi volti a denunciare la sistematica persecuzione condotta dall'Islam e
ha preferito puntare il ditino accusatore contro Israele, "colpevole" di aver costruito
una barriera di sicurezza che ha praticamente azzerato le infiltrazioni di terroristi
palestinesi dalla Cisgiordania e lo stillicidio di attentati che colpivano israeliani
indifesi sugli autobus, nei ristoranti e nelle discoteche, nonch di difendersi dagli
attacchi missilistici che partono da Gaza contro le sue citt e i suoi villaggi.
Per il Papa e i vescovi non conta neppure il fatto statisticamente provato che
Israele sia l'unico Stato del MO da cui i cristiani non fuggono, ma in cui anzi
prosperano e si moltiplicano (sono passati dai 34.000 del 1949 ai 163.000 odierni,
praticamente +379% in sessant'anni!), mentre in Turchia sono calati dai due milioni
del 2007 a 85mila, in Libano si passati dal 55 al 35% della popolazione, in Egitto la
loro cifra si dimezzata, in Siria dalla met della popolazione si sono ridotti al 4%, in
Giordania sono passati dal 18 al 2%, a Gaza sono rimasti in 3.000 sottoposti a
continue persecuzioni e in Iran quasi non esistono pi. Addirittura l'arcivescovo
latino di Bagdad lo scorso 11 novembre, mentre il sangue dei suoi fratelli scorreva
per le strade, ha peccato contro l'ottavo comandamento (Non pronunciare falsa
testimonianza) affermando falsamente in una intervista al "Corriere della Sera" che
ai tempi di Saddam c'era pi sicurezza, laddove la "Repubblica" del 15 novembre
mostra chiaramente che i cristiani iracheni, da 1.300.000 nel 1991 (come
correttamente riportato dal Corsera in una tabella), erano ridotti a 900.000 nel 2003,
quindi un terzo di essi era fuggito all'estero gi durante gli anni della dittatura del
"buon" Saddam, ben prima che gli americani imperialisti abbattessero il suo regime!
Cosa spinge le gerarchie della Santa Sede a sacrificare anche la nuda verit delle
cifre sull'altare del "dialogo islamo-cristiano"? Non certo la paterna preoccupazione
di evitare ulteriori crudelt verso i cristiani che vivono in terre a maggioranza
musulmana (maggioranza peraltro, come ben sapete, storicamente costruita con la
spada): ormai anche il cardinale pi ingenuo dovrebbe aver compreso che tutti gli
islamici, dai "fondamentalisti" che uccidono ai "moderati" che tacciono e finanziano,
proseguono nella loro "pulizia religiosa" a prescindere dal fatto che la Chiesa si
profonda in sorrisi e salamelecchi. Noi mondialisti, grazie ai contatti tenuti con
personalit ecclesiastiche, possiamo darvi la risposta ufficiosa ma vera: per quanto
possa apparirvi eccentrico, stupefacente, scandaloso, la risposta che sulla bilancia
della Chiesa pesano molto di pi i milioni di anime narcotizzate dal secolarismo in
Occidente rispetto alle poche migliaia di morti ammazzati in Medio Oriente; quella
che subiscono i cristiani in Occidente una persecuzione molto pi violenta di quella
260
che subiscono da parte dei musulmani, anche se una violenza "morbida" fatta di
irrisione e disprezzo. Allucinante ma vero: ascoltando molti sacerdoti e vescovi non
certo di primo pelo sembra di sentire le farneticazioni dei no-global che spaccano le
vetrine di negozi e banche e le teste dei poliziotti che tentano di fermarli in nome
della legittima difesa nonviolenta contro la violenza del sistema capitalistico-
mondialista che omologa tutto, che cancella le differenze, che vuole imporre il
Pensiero Unico, bla-bla-bla, o i cinegiornali fascisti in cui Mussolini incitava alla
guerra contro le demoplutocrazie giudaico-massoniche, o le filippiche hitleriane
contro la cultura degenerata degli Stati Uniti d'America e contro i giovani
americani amanti del jazz e dello swing bollati come selvaggi che si dimenano al
suono di una musica negroide.
Sia chiaro: non diciamo questo per mancanza di rispetto verso la Chiesa e i suoi
pastori. Noi mondialisti, come membri dell'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del
Tempio di Salomone, ci consideriamo - nonostante la scomunica ricevuta settecento
anni fa e mai revocata, per il momento - membra del Corpo di Cristo e componenti
della Chiesa, e abbiamo il massimo rispetto per il ministero affidato dal Signore Ges
a Pietro e ai suoi successori di legare e sciogliere in terra e in cielo e di
confermare i fratelli nella fede, come pure per la funzione regale, profetica e
sacerdotale svolta da vescovi, preti e monaci con l'ausilio dello Spirito Santo.
Sappiamo bene altres come i cristiani, sia cattolici che ortodossi o "protestanti", si
siano sempre prodigati per alleviare miseria e sofferenze, per combattere ingiustizie e
discriminazioni: benedettini e cistercensi non hanno forse bonificato paludi e
dissodato terre incolte? domenicani e francescani non hanno forse fondato ospedali,
ospizi e orfanotrofi per prendersi cura dei malati e salvare mendicanti e bambini da
morte sicura? abbazie e monasteri non hanno forse conservato la cultura greco-latina
dopo le invasioni barbariche, e papi e vescovi non sono stati forse i primi fondatori di
universit? e non sono stati forse sacerdoti e pastori a battersi, in Inghilterra e in
America, contro il traffico dei figli d'Africa allegramente praticato dai musulmani e
per l'abolizione della schiavit? Martin Luther King non era forse cristiano? I
sopravvissuti alla strage di Bagdad non vengono, proprio in queste ore, curati nel
Policlinico Gemelli di Roma, in un ospedale cio fondato da un religioso cristiano e
gestito direttamente da una universit cattolica? In sintesi, l'Occidente che da tre
secoli sta faticosamente portando a tutti i popoli della terra la superiore civilt dei
diritti umani non forse il frutto pi bello del Cristianesimo?
Noi mondialisti tutto questo lo sappiamo; ma a volte sembra che nei Sacri
Palazzi si ragioni come se la civilt dei diritti dell'uomo sia un tradimento del
principio di autorit, come se la libert religiosa fosse un rifiuto della vera fede, come
se la modernit fosse uno schiaffo in faccia alla Tradizione, come se gli islamici
fossero "religiosi" perch vogliono il dominio di Allah su ogni dettaglio della vita
umana mentre gli occidentali sarebbero "atei e materialisti" perch distinguono tra
religione, politica e scienza, tra peccato e reato... Ma non stato forse il Signore Ges
Cristo a comandare Rendete a Cesare quel che di Cesare? Rendere a Dio quel
che di Dio regola anche per gli islamici, anzi la regola suprema; ma rendere a
Cesare quel che di Cesare ci che differenzia il Cristianesimo da ogni altra
261
della felicit - costituisce la logica traduzione sul piano della politica sia "interna" che
"globale", destinato a produrre un grande frutto: l'unificazione di tutto il genere
umano in un solo Impero mondiale che abbatter tiranni e dittatori laici e teocratici e
assicurer pace, prosperit, libert e giustizia per tutti.
Come il Cristianesimo duemila anni fa appariva "scandalo" ai pagani e
"stoltezza" agli Ebrei, anche il Mondialismo oggi appare "scandalo" ai nazionalisti,
agli adoratori delle piccole patrie che fanno la danza della morte attorno ai totem
degli Stati-nazione, e appare "stoltezza" ai no-global anarchici, a quanti vorrebbero
un'umanit trasformata in una melassa indistinta senza governo e senza leggi. Come il
Cristianesimo duemila anni fa era accusato dai pagani di voler abbattere la fede nei
vecchi di, di voler scalzare le fondamenta dello Stato e fomentare la disobbedienza
civile, cos oggi il Mondialismo accusato di voler abbattere la fede negli idoli falsi e
bugiardi delle appartenenze etniche, nel sangue e nel suolo, e con essi di voler
erodere le fondamenta degli Stati democratici e instaurare un regime dittatoriale
mondiale, come se la democrazia implicasse necessariamente una distinzione fra
cittadini e stranieri, fra chi "dentro" e chi "fuori" dei confini di una qualsiasi etnia...
Credere che il Mondialismo sia una moda elitaria e passeggera destinata a spegnersi
presto sarebbe sciocco, come si rivelato sciocco da parte di pagani ed Ebrei pensare
che il Cristianesimo fosse una piccola setta destinata a spegnersi in qualche villaggio
della Galilea o nei suburbi di qualche citt greco-romana.
Infine, il Vangelo di oggi ci mostra che l'esito finale di una idea, di un progetto,
non dipende dall'impegno pi o meno fervido di chi li porta avanti, e neppure dalla
loro "coerenza" o "incoerenza" fra teoria e pratica, fra gli ideali e la loro applicazione:
l'esito finale di una idea, di un progetto dipende esclusivamente dalla sua bont
intrinseca, dalla sua fedelt alla natura umana cos come stata creata e voluta da
Dio. Il Cristianesimo, in questi duemila anni, si sviluppato e ha prodotto grandi
frutti a prescindere dall'impegno personale dei singoli cristiani, a prescindere dalla
loro fedelt o infedelt alla Parola del Signore Ges Cristo, a prescindere anche dal
buono o cattivo esempio di preti, vescovi e degli stessi Pontefici, perch esso era ed
la sola religione conforme alla natura dell'uomo, alla sua vocazione di dominare il
mondo senza farsi atterrire dalle superstizioni, di costruire una societ in cui non ci
sia n Giudeo n Greco, n maschio n femmina, n schiavo n libero, perch tutti
sono uno in Cristo. Allo stesso modo il Mondialismo destinato a crescere e a
produrre il suo frutto supremo, l'Impero mondiale, a prescindere dall'impegno che i
suoi singoli adepti e simpatizzanti metteranno nel diffondere la conoscenza e
l'accettazione della causa, perch esso costituisce la risposta alla pi profonda
aspirazione di ogni individuo umano: vivere in una societ aperta, senza barriere, in
uno Stato universale per individui universali.
Oggi il Mondialismo appare piccolo, ma la sua la piccolezza del seme, perch
oggi il tempo della semina; quando verr il tempo della mietitura, il tempo in cui
l'Impero mondiale sar realizzato in tutta la sua grandezza, i posteri si volgeranno
indietro e si meraviglieranno constatando da quale piccolo seme quel grande albero
sar germogliato, proprio come oggi i cristiani, volgendosi indietro a contemplare la
storia degli ultimi duemila anni, si meravigliano di quante volte la loro religione sia
266
"ingerenza umanitaria" elaborata dal grande Giovanni Paolo II, ma che adesso, come
presidente della Pontificia Commissione per il Dialogo con i Musulmani, deve aver
cambiato molte sue idee - non chiede l'assoluzione di una bambina cristiana accusata
di blasfemia in nome della libert di manifestazione del pensiero, diritto che in
Occidente si affermato dopo molti secoli di lotte dolorose contro l'oscurantismo di
chi mandava al rogo veri o presunti eretici, spesso per biechi motivi di contesa
politica o di rivalit economica (ne abbiamo fatto le spese anche noi Templari, perci
lo sappiamo bene); non pu farlo, perch evidentemente la Chiesa cattolica, pur
avendo perduto da tempo l'appoggio del potere politico e quindi essendo
impossibilitata a invocare l'intervento del "braccio secolare" in difesa della sua
ortodossia, non ha mai smesso di considerare la libert di pensiero e di parola come
un diritto sub condicione, cio un diritto di cui servirsi per la diffusione del Vangelo e
del proprio magistero negli Stati che lo garantiscono, ma che non deve essere
riconosciuto a chi invece esprima opinioni contrarie al Cristianesimo. No, l'egregio
cardinal Tauran, da provetto casuista, entra "nel caso concreto", scende allo stesso
livello dei mullah e degli ayatollah, e pretende di dimostrar loro che "in questo caso
concreto" l'imputata andrebbe assolta per aver commesso un fatto "obiettivamente
grave" s, ma senza "consapevolezza e volont", ovvero, come afferma il Catechismo
della Chiesa Cattolica riguardo ai requisiti del peccato, senza "piena avvertenza e
deliberato consenso". Bella forza! E se invece di una bambina disabile e analfabeta
fosse stato accusato un uomo adulto, sano di mente e capace anche di leggere l'arabo,
cosa avrebbe detto il cardinal Tauran, che "in quest'altro caso concreto" ci sarebbero
stati fatto grave, consapevolezza e volont, e quindi l'imputato di "blasfemia" avrebbe
dovuto essere messo a morte secondo la legge coranica? O ancora, il cardinal Tauran
sarebbe favorevole se il reverendo protestante americano Terry Jones, che alcuni
mesi fa ha consapevolmente e volontariamente bruciato in pubblico copie del Corano
per dimostrare efficacemente il suo disprezzo nei confronti dell'Islam, venisse
arrestato e messo a morte qualora si recasse in Pakistan o in Iran o un altro paese
islamico?
Prova n. 2 - Quattro giorni fa, cio lo scorso 11 settembre, un commando di
terroristi islamici armato di lanciarazzi, spalleggiato da una folla di fanatici, ha fatto
irruzione nel consolato americano di Bengasi, lo ha dato alle fiamme, e ha
barbaramente assassinato l'ambasciatore degli Stati Uniti in Libia Christopher
Stevens, due marines addetti alla sua sicurezza e l'addetto diplomatico Sean Smith. I
mass media di tutto il pianeta, sempre molto abili nel solleticare i sensi di colpa
dell'Occidente, hanno affermato che l'assalto e l'assassinio erano stati la risposta
islamica a un film americano satirico nei confronti di Maometto. Ebbene, la reazione
delle gerarchie cattoliche stata un corale "se la sono cercata": dal francescano
Pierbattista Pizzaballa "custode di Terra Santa" (sempre pronto a usare due pesi e due
misure tra Israele e i sedicenti "palestinesi") secondo il quale si sarebbe trattato di una
provocazione del tutto gratuita alla pari delle vignette satiriche contro Maometto
pubblicate qualche anno fa da un giornale danese, al vescovo di Tripoli Giovanni
Innocenzo Martinelli (che deplor l'Operazione "Odissey Dawn" finalizzata a
rimuovere dal potere il dittatore Gheddafi) il quale si chiesto il caso di fare tutta
269
alla vita, alla libert e alla ricerca della felicit. Cos come avviene negli Stati Uniti
d'America, dolce terra di libert, in cui chiunque pu professare liberamente qualsiasi
religione o dichiararsi ateo senza essere perseguito penalmente, e dove nessuno si
sogna di mettere a morte i seguaci del Pastafarianesimo, una pseudo-setta di atei che
si prendono gioco del creazionismo dichiarando di credere che il mondo sia stato
creato da un Prodigioso Spaghetto Volante.
Per questo il Partito Mondialista, ramo esecutivo dell'Associazione
Internazionale "New Atlantis for a World Empire", continuer a operare per
illuminare le menti e i cuori degli uomini, anche dentro i Sacri Palazzi, circa la bont
e la inevitabilit della creazione di uno Stato o Impero mondiale in cui l'opinione
personale in materia di religione, finch non si traduca in violenze contro le persone e
i loro beni, non costituisca motivo di persecuzione giudiziaria o mediatica; uno Stato
universale che assicuri pace, prosperit, libert e giustizia per tutti. Anche ai
"blasfemi" di ogni risma.
271
Che dire, amici lettori? La conclusione che ne abbiamo tratto noi una,
semplice e inequivocabile: la Chiesa cattolica ha deciso che l'Europa e il
Nordamerica sono ormai continenti scristianizzati, perduti per la fede in Cristo, e si
prepara a puntare tutta la sua potenza evangelizzatrice - e quindi anche politico-
diplomatica - verso il Sudamerica e l'Asia, che per essa rappresentano un bacino di
potenziali conversioni molto pi vasto e ricettivo; per quanto concerne l'Africa,
probabilmente la Chiesa cattolica ha deciso di convivere pi o meno facilmente con
l'Islam...
Noi mondialisti, invece, riteniamo che gli Stati Uniti d'America non siano affatto
un Paese "morto" alla fede, ma che al contrario il Cristianesimo statunitense
costituisca una realt viva e in forte crescita, anche e soprattutto grazie al flusso
ininterrotto di immigrati latinos e asiatici, cio nativi proprio di quei continenti che
per la Chiesa sono il "vivaio" pi promettente di cattolici del futuro. Non un caso
che tanti cattolici asiatici e latinoamericani decidano di abbandonare per sempre le
loro terre d'origine e iniziare una nuova vita negli USA, per s e per i propri figli: ci
avviene perch gli Stati Uniti d'America, come noi mondialisti abbiamo sempre detto
e ripetuto, sono il Paese pi aperto, libero e tollerante verso tutte le religioni e le
opinioni su Dio, sull'uomo e sul mondo, che sia mai esistito in tutta la storia del
genere umano; ed essi sono tali, perch noi Templari-mondialisti li abbiamo voluti,
progettati e fondati cos, per essere la citt sulla collina, per essere sale della terra e
luce per le nazioni, per essere il primo seme del futuro Impero mondiale, il cui
avvento molto pi vicino oggi di quanto voi possiate immaginare, nel quale tutte le
religioni - almeno quelle che vorranno e sapranno accettare i princpi e i valori della
libert, della democrazia e del rispetto degli immortali e inalienabili diritti dell'uomo -
potranno convivere in pace e armonia, senza combattersi a morte come avviene in
Africa e Asia dove l'Islam pretende di spazzare via tutti i non-islamici, senza esser
perseguitate da regimi totalitari come avviene nella Cina comunista e nei Paesi del
Sudamerica schiavi di quell'impura alleanza tra cristianesimo e marxismo che va
sotto il nome di "teologia della liberazione", e senza essere un docile instrumentum
regni come in Russia, dove il patriarca ortodosso, lui s, il cappellano del nuovo
Zar, del cekista Putin, prono ai suoi voleri e pronto a mettere in croce tre ragazze
innocenti solo perch hanno "osato" pregare la Santissima Vergine Maria affinch
liberi il popolo di Russia dal regime corrotto, menzognero e assassino dell'infame
Putin e della sua cricca di ex-agenti del Kgb.
In conclusione, sia che il nuovo Papa Francesco voglia sostenere gli sforzi degli
Stati Uniti d'America in favore della diffusione della democrazia, sia che egli si
disinteressi del Nordamerica e preferisca puntare su Asia e Sudamerica per la "nuova
273
Santo Padre,
come insegna la Sacra Scrittura, il Signore Dio, lOnnipotente, ha scelto di
camminare nel mondo sulle gambe deboli e incerte degli uomini, ha scelto di
compiere la Sua Volont nel mondo non a colpi di miracoli, ma servendosi della
mente, del cuore e delle mani degli uomini. Anche la pace, che milioni di cattolici,
insieme a esponenti di altre confessioni cristiane, ai fedeli di altre religioni e a molti
uomini e donne di buona volont, in questo giorno stanno invocando come dono
dellAltissimo, non pu dunque essere donata da Dio agli uomini se non per mezzo
dellopera di alcuni di essi che agiscano da costruttori di pace.
Dallalba della storia, questo compito di costruire la pace stato affidato dal
genere umano ai reggitori delle varie comunit politiche che si sono succedute nel
tempo. A tali reggitori, governanti o sovrani sempre stato riconosciuto il dovere
di prendersi cura degli uomini e delle donne loro affidati, di porre in essere le
condizioni per una vita tranquilla e ordinata, per una relazionalit fondata sulla
giustizia e sul rispetto della uguale dignit di tutti i membri della comunit; e di
conseguenza ai sovrani sempre stato riconosciuto il correlativo diritto di usare la
forza contro i violatori dellordine e della giustizia, di arrestare le violenze e punirne
gli autori. Tale riconoscimento non deriva soltanto dalla sapienza umana di ogni
epoca e luogo, ma anche dalla stessa Parola di Dio: nellAntico Testamento si
paragona il Messia-re a un pastore chiamato a curare la pecora ferita e a prendersi
cura di quella malata come ad accudire la pecora grassa e la forte; il Signore Ges
Cristo, rispondendo a Pilato, gli ricorda che il suo potere di vita e di morte gli stato
dato dallalto; e san Paolo ammonisce i suoi discepoli a pregare per i propri
governanti e a obbedire loro con queste icastiche parole:
Ciascuno stia sottomesso alle autorit costituite; poich non c' autorit se
non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone
all'autorit, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si
attireranno addosso la condanna. I governanti infatti non sono da temere quando si
fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorit? Fa' il bene e
ne avrai lode, poich essa al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male,
allora temi, perch non invano essa porta la spada; infatti al servizio di Dio per la
giusta condanna di chi opera il male.
Santo Padre, nellepoca attuale un numero sempre maggiore di uomini e donne
divenuto consapevole che la divisione del genere umano in varie comunit politiche
275
estranee luna allaltra, lungi dal costituire un argine alla violenza e alla guerra,
costituisce al contrario la principale fonte da cui scaturiscono odii, rivalit,
persecuzioni e stragi: sono l a testimoniarlo i genocidi che nel Novecento hanno
colpito prima il popolo degli Armeni e poi gli Ebrei, i massacri indiscriminati nel
Ruanda, in Somalia e nel Darfur, le persecuzioni, nei confronti non soltanto dei
cristiani, ma anche degli appartenenti a molte altre fedi i quali si trovino a essere
minoranza nel territorio in cui vivono, messe in atto da parte di chi professa una
religione o ideologia maggioritaria. Tutti queste guerre, tutte queste persecuzioni,
tutti questi massacri hanno la loro perversa scaturigine dallegoismo, figlio del
peccato originale, che spinge gli uomini a tracciare confini tra essi e i propri fratelli, e
a discriminare tra chi dentro e chi fuori dei recinti, non naturali ma artificiali,
che essi chiamano nazioni e Stati. Ma come insegna la Scrittura, la natura umana,
pur ferita dal primo peccato, non ha perduto la sua bont originaria: c nel cuore e
nella mente di ogni uomo e donna lanelito a superare i confini artificiali posti dalla
famiglia e dalla comunit di nascita, a volare su ali di aquila, a intessere con i
propri simili una comunione di vita senza barriere.
Di questo anelito universale e insopprimibile del genere umano, il popolo e il
governo degli Stati Uniti dAmerica si sono fatti portatori e vindici pi volte negli
ultimi settantanni, prima intervenendo per difendere la libert dei popoli dEuropa e
la dignit umana contro la barbarie dellideologia nazionalsocialista, poi sostenendo
la causa della democrazia e dei diritti umani nei decenni in cui essi erano minacciati
dallavanzata apparentemente inarrestabile del comunismo sovietico ateo e
materialista. Di fatto, piaccia o no, oggi il popolo e il governo degli Stati Uniti
dAmerica costituiscono lunica potest terrena in grado di assicurare la difesa della
dignit umana di fronte alle minacce rappresentate dai fondamentalismi religiosi in
primis quello islamico e da quei regimi i quali, negando linfinito valore della
persona umana creata a immagine di Dio, pretendono di sottomettere le vite e le
coscienze degli individui alladorazione di idoli falsi e bugiardi, siano essi la Ummah,
lo Stato o la Tradizione; soltanto il popolo e il governo degli Stati Uniti d'America
sono in grado di attuare quella ingerenza umanitaria invocata dal Suo predecessore
di augusta memoria, il Beato Giovanni Paolo II, al fine di difendere i diritti umani
delle popolazioni oppresse da regimi dittatoriali o totalitari. Per tale motivo noi
membri dellAssociazione Internazionale New Atlantis for a World Empire, fedeli
alleredit spirituale dei cavalieri Templari, nostri padri nella fede, abbiamo deciso
fin dal 2005 di creare il Partito Mondialista, nostro ramo esecutivo, con lo scopo di
illuminare le menti e i cuori degli uomini e delle donne del nostro tempo circa la
bont e linevitabilit della unificazione di tutti gli uomini e i popoli in un solo Stato
o Impero mondiale, che abbatta il vieto principio di sovranit nazionale e il connesso
divieto di ingerenza negli affari interni dei singoli Stati, e assicuri il rispetto degli
immortali e inalienabili diritti di ogni essere umano ad una vita pacifica, a ricercare
Dio e a credere in Lui secondo i dettami della propria libera e retta coscienza, alla
libert di esprimere liberamente le proprie opinioni su Dio, sul mondo e sullumana
societ, di godere dei frutti del proprio lavoro, di contrarre matrimonio ed educare i
propri figli senza subire molestie e persecuzioni motivate dal sesso, dalletnia o dalla
276
religione.
Santo Padre, noi mondialisti nutriamo la serena e ferma speranza che Ella,
superando antichi pregiudizi e malintesi, comprenda la sincerit e la rettitudine del
nostro impegno per una vera pace, pace che non semplice assenza di conflitti
armati, bens frutto del rispetto della giustizia e della dignit di ogni singolo
individuo umano, e voglia pertanto sostenerci e incoraggiarci con la Sua paterna
benedizione. Noi, da parte nostra, preghiamo il Signore Ges Cristo affinch illumini
la mente e il cuore del Suo vicario, e gli doni sempre forza e franchezza per
testimoniare il Suo Vangelo in ogni circostanza, opportuna e inopportuna. Maria,
Ausiliatrice dei cristiani, Regina della Pace, prega per noi. Amen.
277
"Io non credo che la guerra sia la soluzione dei problemi. Prego che palestinesi e
israeliani possano vivere un giorno in pace ciascuno sulla sua terra."
Moran Atias (1981)
Ora, a parte ogni pur sensato discorso circa la competenza della signorina Atias
a parlare di pace e guerra, ci che noi mondialisti vogliamo farvi notare linciso
secondo il quale israeliani e palestinesi potrebbero, anzi per quelli di Zenit
dovrebbero, vivere in pace s, ma ciascuno sulla sua terra. In altre parole, Zenit, il
principale sito di informazione cattolico del mondo, e quindi, si presume, la Chiesa
cattolica a livello ufficiale, accetta in toto il principio di segregazione etno-religiosa
che Mahmoud Abbas/Abu Mazen, il satrapo dellAnp che da anni regna non eletto
sulla Cisgiordania col placet di Obama, vuole porre a base dello Stato palestinese da
lui progettato, il quale dovrebbe essere Judenrein, privo di Ebrei cos come Hitler
voleva che fosse lEuropa assoggettata dal Terzo Reich. Questo vuol dire che la
Chiesa cattolica, senza dirlo ad alta voce, accetta il progetto palestinese di espellere
gli Ebrei da Gerusalemme Est e da tutta la Cisgiordania (rectius: Giudea e Samaria)
per fare di Israele e Palestina due Stati etnicamente omogenei, luno puramente
ebraico, laltro puramente arabo.
Accettando questo progetto criminale, la Chiesa cattolica non si accorge di stare
ponendo le premesse per la propria eliminazione da tutto il Medio Oriente. Non si
accorge, infatti, che gli islamici, cos come non sopportano lesistenza dello Stato di
Israele su una terra che essi considerano possesso inalienabile di Allah fino alla fine
dei secoli soltanto perch lhanno conquistata con la violenza mille e trecento anni fa,
allo stesso modo non sopportano la sopravvivenza in tutto il Medio Oriente di
comunit cristiane che essi considerano straniere per vile menzogna, in quanto il
Cristianesimo, come ciascuno dovrebbe sapere, fiorito in quelle terre fin dai tempi
di Ges Cristo, ben prima della nascita di Maometto, e dalla Siria, dalla Cappadocia,
dallAnatolia e dallAfrica settentrionale sono venuti moltissimi grandi Padri della
Chiesa e teologi dei primi quattro secoli dellera cristiana. Espellere gli Ebrei dalla
Cisgiordania, per poi distruggere lo Stato di Israele, sarebbe per gli islamici una
preparazione del grande assalto di sterminio al Cristianesimo, allo scopo di ripulire
lintero Medio Oriente da ogni presenza non-islamica.
Per questi motivi noi mondialisti difendiamo il diritto dello Stato e del popolo di
Israele ad esistere, e ad esistere in quanto Stato ebraico, e proprio in quanto ebraico,
tollerante verso tutte le religioni, unico Paese del Medio Oriente da cui i cristiani non
278
volevano convivere con degli "sporchi" Ebrei - che essi, da bravi musulmani,
considerano scimmie e porci (come del resto considerano i cristiani), dunque non
esseri umani loro pari - e perch pensavano che gli eserciti di tutti i Paesi arabi
circostanti, che avevano attaccato tutti insieme il neonato Stato di Israele, lo
avrebbero presto distrutto e sterminato tutti gli Ebrei (come avevano fatto i loro padri
negli anni Venti e Trenta del '900 con gli immigrati ebrei nel mandato britannico di
Palestina, e come avevano fatto i nazisti, con i quali i musulmani di tutto il Medio
Oriente avevano collaborato con ardore)? Tanto vero ci, che essi si portarono
dietro le chiavi di casa, non certo per nostalgia come racconta la propaganda
palestinista, bens perch pensavano che sarebbero tornati di l a poco da trionfatori.
Perch l'esimio patriarca Twal, invece di pregare il Signore e di auspicare dai
governanti musulmani di Egitto, Siria, Libano e Giordania che questi "rifugiati" siano
integrati nei Paesi in cui risiedono da pi di sessanta anni (60 ANNI!!!), prega e
auspica che essi invadano lo Stato di Israele, uccidendo o espellendo gli Israeliani di
religione ebraica o cristiana e trasformandolo in uno Stato islamicamente "puro"?
L'insigne uomo di Chiesa non conosce quel passo della Scrittura, il capitolo 4,
versetto 3 della Lettera di Giacomo, in cui il Signore per bocca dell'apostolo
rimprovera duramente: chiedete e non ottenete perch chiedete male? L'esimio
patriarca latino di Gerusalemme non ha studiato in seminario le opere di
Sant'Agostino, il quale dice giustamente che la preghiera non gradita a Dio quando
chiediamo mala, cio cose cattive?
Il culmine dell'abiezione, naturalmente, il patriarca Twal lo raggiunge al termine
della sua omelia, l dove chiede a Ges Bambino la pace per intercessione della
Vergine Maria, Tua Madre, figlia della nostra terra. Ora, come abbiamo visto
prima, quando l'esimio patriarca Twal parla della "nostra" terra, si riferisce alla terra
dei sedicenti "palestinesi"; quindi per lui la Santa Vergine Maria, in quanto figlia
della terra palestinese, sarebbe una donna palestinese! Non sorridete, amici lettori,
non si tratta di una boutade: la propaganda pagata da Abu Mazen/Mahmoud Abbas
con i milioni di dollari e di euro generosamente elargiti dalle cancellerie occidentali
malate di palestinismo tenta ormai da anni di convincere tutto l'orbe terracqueo che
Ges Cristo sarebbe un palestinese, che la Vergine Maria e San Giuseppe sarebbero
palestinesi, che tutti e tre sarebbero nati in una terra chiamata "Palestina", che la fuga
della Sacra Famiglia in Egitto sarebbe assimilabile alla fuga dei sedicenti "rifugiati"
da Israele... Persino preti, vescovi e associazioni cattoliche ripetono fino alla nausea
questa abietta menzogna tesa a negare la verit storica, che cio il Figlio di Dio, il
Signore nostro Ges Cristo, nato in una citt chiamata Betlemme di Giudea, da una
vergine ebrea sposata a un uomo della stirpe di Davide re di Israele, che Egli il
Messia annunciato dai profeti del popolo di Israele, figlio di Davide re di Israele
secondo la legge di Israele, stato crocifisso con una scritta sul suo capo che diceva
"Ges Nazareno, il Re dei Giudei, e dunque, in quanto vero uomo, Egli Ebreo,
pienamente, totalmente e definitivamente Ebreo, non "palestinese". Negare l'ebraicit
di Ges Cristo, propagandare la menzogna che Egli sia un "palestinese" messo a
morte dai "perfidi ebrei", serve soltanto a legittimare teologicamente lo sterminio del
popolo ebraico da parte dei musulmani, cos come la menzogna che Egli sia ariano
282
uguale dignit di tutti gli individui umani (come ad es. le mutilazioni genitali
femminili, la lapidazione delle donne adultere o i sacrifici umani) e ogni patriarca
cristiano potr liberamente pregare Dio affinch abbia piet dei detenuti, purch egli
chieda a Dio piet anche per le loro vittime, e potr anche visitare liberamente i
detenuti nelle carceri e magari portar loro una torta, purch non vi metta dentro una
lima per segare le sbarre...
A questa nobile missione lavoriamo, nel segreto e nel disprezzo degli stolti, noi
mondialisti. Perci siamo ricolmi di speranza per il futuro, e sopportiamo
persecuzioni e minacce, ascoltando e mettendo in pratica quanto detto dal Signore per
bocca dell'apostolo Giacomo, un Ebreo come Ges, come Maria e Giuseppe: Siate
dunque pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l'agricoltore: egli
aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finch abbia ricevuto le piogge
d'autunno e le piogge di primavera. Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri
cuori, perch la venuta del Signore vicina. S, viene il Signore, viene il nuovo
ordine del mondo che Egli porta, viene l'Impero mondiale. E buon Natale a tutti!
(anche a monsignor Twal).
284
Cara Andrea, ho ricevuto solo oggi la tua mail perch da noi era interrotto da
sabato il servizio internet. Forse per era meglio se non l'avessi ricevuta affatto...
Ti rendi conto di quello che hai scritto? Sabato scorso il Papa ha visitato il
cimitero militare di Redipuglia che accoglie tante vittime della prima guerra
mondiale: una "inutile strage" operata non con rozzi coltellacci, come dici tu. Lo
stesso vale per i milioni di vittime della seconda guerra mondiale, che si conclusa
con le bombe atomiche.
Attualmente, la "terza" guerra mondiale vede in campo le orde feroci e
agguerrite del califfato, con armi potenti e sofisticate che la loro scarsa tecnologia
non certo in grado di fabbricare.
Ti invito a (ri)leggere quello che veramente ha detto il Papa. Non mi pare che
siano le stesse parole di qualsiasi comunistello no-global...
Angelus, 08/09/2013:
A che serve fare guerre, tante guerre, se tu non sei capace di fare questa guerra
profonda contro il male? Non serve a niente! Non va Questo comporta, tra laltro,
questa guerra contro il male comporta dire no allodio fratricida e alle menzogne di
cui si serve; dire no alla violenza in tutte le sue forme; dire no alla proliferazione
delle armi e al loro commercio illegale. Ce n tanto! Ce n tanto! E sempre rimane
il dubbio: questa guerra di l, questaltra di l - perch dappertutto ci sono guerre -
davvero una guerra per problemi o una guerra commerciale per vendere queste
armi nel commercio illegale?
Come vedete, lindustria delle armi un chiodo fisso dellattuale Papa fin dallo
scorso anno, quando blocc lintervento armato degli USA contro il regime di Assad
anche insinuando nel cuore e nella mente dei fedeli semplici che lo ascoltavano il
dubbio che si volesse fare la guerra a un regime dittatoriale per vendere pi armi, cio
precisamente quel che sostengono da settantanni i comunisti. Gli americani fanno le
guerre perch hanno gli arsenali pieni, cos fanno le guerre, consumano un bel po di
armi, e ne comprano di nuove; tutto un giro di soldi; quante volte abbiamo sentito
questi discorsi da gente di sinistra, anche da chi non mai stato un comunista, tanto
diffuso questo luogo comune! E a quanto pare anche lattuale Papa si accoda a questo
slogan, sostenendo che le guerre si facciano per vendere le armi!
Eppure ha ben nominato Caino! Caino ha forse ucciso suo fratello per
alimentare lindustria delle armi? O lo ha ucciso per invidia? E la guerra che gli
islamici fanno da settantanni contro Israele e contro gli ebrei, arrivando a scrivere
nello statuto di Hamas che tutti gli ebrei del mondo devono essere uccisi, forse fatta
per alimentare il commercio delle armi, oppure perch gli islamici sono rosi
dallinvidia nei confronti di Israele, nei confronti degli ebrei che hanno coltivato e
fatto fiorire il deserto, mentre loro, gli islamici, sanno solo uccidere e distruggere in
nome di Allah e Maometto? E la guerra che Putin, i comunisti cinesi e i
fondamentalisti islamici combattono contro lAmerica e lOccidente, forse fatta per
incrementare la produzione e il commercio delle armi, oppure perch Russi, Cinesi e
Islamici odiano lAmerica e lOccidente perch hanno uno stile di vita diverso dal
loro, uno stile di vita fondato sul primato della persona creata da Dio a Sua immagine
invece che sul falso primato della comunit di origine, della razza, della Umma, dello
Stato?
La prima e la seconda guerra mondiale non sono state combattute perch erano
286
stati inventati gli aerei da guerra o i gas asfissianti o le bombe atomiche e si voleva
trovare un modo di utilizzarli; ma al contrario gli aerei da guerra, i gas asfissianti e le
bombe atomiche sono stati inventati per combattere due guerre che nascevano da
ideologie mortifere basate sul culto della razza e dello Stato, sullodio, il disprezzo e
la discriminazione verso gli estranei al proprio gruppo, fossero essi stranieri, borghesi
o infedeli. E quanto alle armi potenti e sofisticate che il Califfato islamico
starebbe usando adesso, non ci sembra proprio di riuscire a vederle: nei servizi su
giornali e televisioni si vedono solo rozzi coltellacci, mannaie fatte a mano, cinture
esplosive costruite artigianalmente Desta tanto turbamento che gente armata in
modo tanto rozzo abbia compiuto tanti e cos atroci massacri? Oppure ci fa scandalo
lidea che si possano compiere autentici genocidi anche senza usare le armi potenti e
sofisticate che sono appannaggio dellOccidente ateo e materialista, che ci
consentono di riversare il nostro jaccuse sempre verso le democrazie occidentali che
si difendono da chi vuol distruggerle anzich contro i regimi totalitari? Forse
riusciamo a deplorare, a condannare un massacro solo se pensiamo che sia stato
commesso con armi potenti e sofisticate, cos da dare in un modo o nellaltro la
colpa allAmerica, allOccidente ( lAmerica, lOccidente che ha venduto loro le
armi con cui si massacrano!, dicono sempre i comunistelli no-global)?
La verit che le guerre, i massacri, le persecuzioni, i genocidi nascono dal lato
malvagio del cuore umano, dal lato oscuro corrotto dalle ideologie e dalle religioni
false e bugiarde come lIslam che spingono gli uomini a odiare chi diverso da quelli
del loro gruppo, della loro razza, della loro religione, del loro Stato. Perci le guerre,
i massacri, le persecuzioni, i genocidi finiranno soltanto quando tutti gli uomini e le
donne del mondo si riconosceranno membri dellunica specie umana, con gli stessi
diritti e gli stessi doveri, e si uniranno in un solo Stato o Impero mondiale. Questa la
nostra speranza, questa la speranza che spinge noi mondialisti a lavorare ogni
giorno nella vigna del Signore, per dare il nostro piccolo contributo al Suo piano di
salvezza universale: Che tutti siano una cosa sola. Amen.
287
(20/9/2014) Con il 55,3% dei voti gli abitanti della Scozia hanno risposto alto e
forte NO alla proposta di secessione dalla Gran Bretagna lanciata dall'ormai ex-primo
ministro di Edimburgo Alex Salmond - si dimesso subito dopo la proclamazione del
risultato del referendum -.
A nulla sono serviti i suadenti inviti del Partito Nazionalista scozzese ai 4
milioni di residenti, a godersi in solitudine i proventi dell'estrazione del petrolio; cos
come sono caduti nel vuoto gli sciagurati auspici delle gerarchie ecclesiastiche
cattoliche, le quali, evidentemente ricordandosi soltanto quando fa loro comodo della
Parola del Signore nostro Ges Cristo: Rendete a Cesare quel che di Cesare,
avevano esortato i fedeli dai pulpiti delle chiese, durante le sante Messe!, a tentare
un'improponibile restaurazione dell'anima cattolica del popolo scozzese "vessato
per tre secoli dagli antipapisti inglesi", come se in Gran Bretagna non ci fosse la
libert di religione dall'Ottocento...
Nazionalisti e cattolici, marciando divisi per colpire uniti, volevano spezzare la
bella unit della Gran Bretagna, distruggere un Paese che per trecento anni stato la
pi grande potenza marittima del pianeta, un grande Paese che ha edificato un Impero
civilizzatore esteso su met del globo, un grande Paese che per due lunghi anni, dal
1939 al 1941, si opposto praticamente da solo all'assalto nazista, un grande Paese
che insieme ai fraterni Stati Uniti d'America ha fatto da baluardo per quarant'anni
all'espansionismo comunista in Europa, un grande Paese che ancora oggi, insieme
agli USA e a Israele, combatte in tutto il mondo contro l'imperialismo
fasciocomunista del tiranno Putin e contro gli assassini islamici del Califfato; tutta
questa bella realt, questo tesoro di civilt passata e presente e di promessa per il
futuro, i nazionalisti scozzesi e le gerarchie cattoliche volevano distruggerlo, buttarlo
nella spazzatura, fare come se non fosse mai esistito, peggio, come se non contasse
nulla rispetto alla rivendicazione del proprio "particulare" etno-religioso... Ebbene, a
questo folle tentativo gli abitanti della Scozia hanno detto NO!, hanno risposto alto e
forte che essi si sentono parte nobile e attiva del popolo britannico, che la Scozia,
insieme all'Inghilterra, al Galles e all'Irlanda del Nord, membro di un'unica realt
politica e giuridica, che le buone ragioni dell'unit sono pi forti delle sirene della
divisione.
Il Comitato Direttivo del Partito Mondialista, in fraterna unione con tutti i suoi
membri sparsi nel mondo, plaude dunque alla grande prova di democrazia degli
abitanti della Scozia, che oggi hanno dato a tutto il genere umano la pi grande
lezione: nella rinnovata unit della Gran Bretagna, essi mostrano a tutti gli uomini e
le donne del pianeta che il futuro del genere umano l'unione in un solo Stato o
Impero mondiale federale e liberaldemocratico, in cui, fermo restando il rispetto
universale degli immortali e inalienabili diritti umani - primi fra tutti il diritto alla
vita, alla libert e alla ricerca della felicit -, ogni citt, ogni contea, ogni regione
possano amministrarsi autonomamente, gestendo senza ingerenze superiori le proprie
finanze per il bene delle varie comunit locali, esattamente come fanno ora gli
288
(14/06/2015) Il Signore Ges Cristo, durante la sua vita terrena, ammon molte
volte i suoi discepoli riguardo all'incoerenza dei sacerdoti israeliti, i quali dicevano e
non facevano. Evidentemente la Parola del Signore va applicata oggi alla Chiesa
guidata da Jorge Mario Bergoglio, il quale in ogni omelia, in ogni discorso mette in
guardia il popolo cristiano dalla tentazione della "mondanit", ma poi lui, proprio
lui, il primo "mondano". Non stato infatti segno di "mondanit" l'accogliere in
Vaticano per la seconda volta in due anni il cekista Vladimir Putin quale ospite
gradito, enfatizzare su tutti i mezzi di comunicazione la sintonia fra Santa Sede e
Russia in molti settori - dalla necessit di trovare una soluzione negoziata alla crisi
ucraina alla protezione dei cristiani del Medio Oriente minacciati dal Califfato
islamico, alla difesa comune dei valori tradizionali cristiani contro il materialismo
gay sponsorizzato dai soliti "perfidi" americani - e perfino donare al tiranno
moscovita un medaglione raffigurante l'Angelo della Pace che vince tutte le guerre,
cos come aveva fatto poche settimane fa con Abu Mazen?
Di certo non vi coerenza fra le continue, insistenti invocazioni pacifiste di
Bergoglio e il suo definire angeli di pace prima un feroce terrorista assassino
islamico che ha pianificato la strage degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco
nel 1972 e migliaia di attentati terroristici contro aerei, autobus, ristoranti e
discoteche in Israele, e poi un tiranno crudele e ipocrita che ha mosso guerra, senza
dichiararlo, contro il pacifico popolo dell'Ucraina, ha invaso la penisola di Crimea, ha
inviato decine di migliaia di soldati russi senza uniforme a far strage di inermi civili
ucraini; cos come non coerente elevare alti lai a proposito della persecuzione dei
cristiani nel mondo, come Bergoglio fa da molti mesi, e contemporaneamente
accogliere con tutti gli onori nei sacri palazzi il capo di un movimento islamico che
sta "ripulendo" i territori cosiddetti palestinesi dai cristiani e l'erede del
cesaropapismo zarista che usa spregiudicatamente il cristianesimo ortodosso come
instrumentum regni. A tal punto si spinge l'incoerenza di Bergoglio, da ignorare
perfino il grido di dolore che sale verso Roma dai cattolici ucraini, tra i pi fermi
oppositori dell'aggressione russa, i quali da pi d'un anno gli chiedono, invano, di
condannare l'invasione del loro Paese, le stragi di civili innocenti, la "pulizia etnica"
dell'Ucraina orientale dalla presenza cattolica. La verit che la Chiesa bergogliana -
ahi, quanto diversa da quella di Wojtyla e Ratzinger! - terribilmente, cinicamente
coerente, non con quanto dice a parole, ma con ci che Papa, vescovi, cardinali e
molti preti hanno nel cuore: la dura, sorda, ostinata opposizione nei confronti dei
princpi di libert, uguaglianza, democrazia e rispetto dei diritti umani che sono il
portato pi nobile della Modernit, e quindi l'odio verso quei Paesi - gli Stati Uniti
d'America, dolce terra di libert nonostante il rincitrullimento causato dal filoislamico
Obama, e Israele, unico Stato democratico in un Medio Oriente schiavo di tiranni e
dittatori laici e teocratici - che di quei sacri princpi si sono sempre fatti portatori e
difensori.
292
avversione nei confronti di un Impero universale che qui riprende vita, dopo che
Giovanni Paolo II il Grande aveva guidato la Chiesa ad allearsi con l'America di
Ronald Reagan, il Precursore dell'Impero mondiale, nella lotta di liberazione dal
comunismo - un'alleanza di cui noi mondialisti, senza falsa modestia, portiamo il
merito, come spiegammo gi nel nostro scritto "Origini del Mondialismo" -; la stessa
avversione che nel Medioevo spinse i pontefici a condurre una sorda guerra di
logoramento contro il Sacro Romano Impero, al solo scopo di conservare l'egemonia
sulla penisola italiana, e che sempre ha spinto la Chiesa a opporsi a qualsiasi tentativo
di unire il genere umano sotto una sola autorit politica, allo scopo di rimanere la sola
istituzione sovranazionale e di continuare a detenere una funzione di arbitro fra gli
Stati.
Tutti questi argomenti, e molti altri che potremmo addurre, dimostrano a
sufficienza che la Chiesa guidata da Jorge Mario Bergoglio, a dispetto dei suoi
anatemi contro la "mondanit", assolutamente, ostinatamente e pervicacemente
"mondana" e lontana da Dio nel suo voler allearsi con il tiranno Putin e con l'Islam
fondamentalista, terrorista e assassino contro gli Stati Uniti d'America e lo Stato di
Israele, unici difensori rimasti dei sacri princpi di libert, democrazia e rispetto dei
diritti dell'uomo che discendono dalla natura degli esseri umani, maschi e femmine
insieme, quali esseri razionali creati a immagine di Dio, e dalla distinzione posta dal
Signore Ges Cristo fra le cose di Dio e le cose di Cesare, fra la sfera religiosa e
quella secolare e politica. Per questo noi del Partito Mondialista continueremo
sempre a lottare, con la parola e con la spada, al fianco di Israele e degli Stati Uniti
d'America, per la difesa dell'Occidente dall'aggressione dell'Orso russo e del
fondamentalismo islamico, e per la creazione di un solo Stato o Impero mondiale che
superi le vetuste sovranit etno-nazionali, abbatta tutti i tiranni e i dittatori laici e
teocratici, e assicuri finalmente per tutti gli individui umani, maschi e femmine, il
rispetto dei sacri diritti alla vita, alla libert e alla ricerca della felicit. Quando questa
nobile missione sar stata portata a compimento, ogni uomo e donna sar libero di
adorare Dio secondo il dettame di una retta coscienza, nel rispetto dell'ordine
pubblico e degli altrui diritti a credere diversamente, e anche la Chiesa di Cristo,
liberata dall'ansia "mondana" del potere, godr del diritto di annunciare il Vangelo
senza subire persecuzioni e senza dover stringere compromessi con i tiranni.
294
Ora, non soltanto il giudizio del padre Bruno sugli imperi "prigioni dei popoli",
se preso nella sua assolutezza tranchant, storicamente falso (ci sono stati imperi
accentratori e schiavistici, come quello assiro, quello di Napoleone e il Terzo Reich
hitleriano, ma anche imperi che accordavano pari libert e dignit a tutti i propri
cittadini, come l'impero persiano di Ciro il Grande, l'impero romano e quello
britannico); non soltanto egli ammette candidamente che la Chiesa apertamente
schierata, nel conflitto ideologico tra Mondialismo e antimondialismo, a favore
della divisione del genere umano in un pluriverso di grandi spazi storicamente,
culturalmente e soprattutto "spiritualmente" omogenei, egemonizzati da una potenza
centrale - come nel progetto stilato dal giurista nazista Carl Schmitt -; ma addirittura,
allo scopo di giustificare teologicamente questa opzione della Chiesa per la
frantumazione del genere umano in molti imperi continentali impermeabili l'uno
all'altro, egli si spinge a definire una tale frantumazione una teofania nella storia,
cio una manifestazione di Dio (questo significa il termine greco "teofania"). O
meglio, poich i vari macroaggregati statuali si differenzierebbero soprattutto dal
punto di vista "spirituale", si tratterebbe di una manifestazione nella storia
dell'esistenza di molti di, uno per ciascuno dei grandi spazi. Insomma, pur di
contrastare l'avvento inevitabile dell'Impero mondiale, la Chiesa di Bergoglio, per
bocca dell'ineffabile padre Bruno - il quale, ricordiamolo, stato posto a capo dei
Francescani del'Immacolata "commissariati" al fine di riportarli alla "retta dottrina"
(sic!) - ripudia la fede nell'unico Dio e si converte al politeismo!
La verit che il Cristianesimo, non quello falso propagandato dai vari padri
Bruno, ma quello autentico annunciato dalla Chiesa per duemila anni,
teologicamente incompatibile con la divisione del genere umano in una pluralit di
grandi spazi, perch esso si fonda sulla fede in un Dio che insieme Trino e Uno:
Trino in quanto composto da tre Persone uguali e distinte (il Padre, il Figlio e lo
Spirito Santo), ma Uno in quanto queste tre Persone condividono la medesima natura
o essenza. In modo analogo, il genere umano plurimo in quanto composto da una
pluralit di individui, maschi e femmine; ma unico in quanto questa pluralit di
individui, questi miliardi di uomini e donne che lo compongono nel corso della storia,
condividono tutti la medesima natura di esseri razionali creati da Dio a Sua immagine
e somiglianza. Per questo motivo noi mondialisti combattiamo e combatteremo
sempre, con la parola e con la spada, per liberare la Chiesa dalla schiavit agli idoli-
nazioni e per schierarla insieme agli Stati Uniti d'America e a Israele, scudo e lancia
della democrazia, nella grande guerra contro tutti i tiranni e i dittatori laici e
teocratici. Guerra che attraversa come un filo rosso tutta la storia dell'umanit, e che
si concluder inevitabilmente con l'unificazione del genere umano in un solo Impero
mondiale, federale e liberaldemocratico, che abbatter tutte le vetuste sovranit etno-
nazionali e assicurer pace, prosperit, libert e giustizia per tutti. Un unico Stato per
tutti gli uomini, a immagine e somiglianza dell'unico Dio in tre Persone.
296
(21/11/2015) Come tutti certamente sapete, otto giorni fa, venerd 13 novembre,
la citt di Parigi stata messa a ferro e fuoco da commandos di terroristi islamici che
hanno fatto esplodere bombe davanti allo Stade de France, hanno sparato a raffica su
persone innocenti sedute ai tavoli di ristoranti e bistrot, e infine hanno preso in
ostaggio centinaia di giovani che assistevano a un concerto nella sala concerti
Bataclan; la Francia ha subito reagito dichiarando lo stato di emergenza su tutto il
territorio nazionale e iniziando a bombardare Raqqa, la capitale dell'autoproclamato
Califfato islamico, ricevendo l'appoggio della Russia che ha scaricato su Raqqa una
pioggia non solo di bombe, ma anche di missili lanciati dalle sue navi nel
Mediterraneo e dai suoi bombardieri strategici; ieri, poi, un altro commando di
terroristi islamici ha assaltato un albergo a Bamako, la capitale del Mali, dove ha
seguito lo stesso macabro copione di altri assalti islamici: ha lasciato andare sani e
salvi i musulmani - cio coloro che dimostravano di conoscere a memoria il Corano -
e ha trucidato senza piet decine di francesi, americani, cinesi e clienti di altre
nazionalit, indegni di vivere ai loro occhi per il solo fatto di essere dei non-islamici
(infatti il regime comunista cinese non ha mai compiuto atti di guerra contro Paesi
islamici, anzi collabora con molti regimi islamici fornendo ad essi armi sofisticate e
denaro e costruendo infrastrutture in cambio di materie prime necessarie ad
alimentare il suo turbocapitalismo dirigista). Nel frattempo il cardinale Jorge Mario
Bergoglio, che la maggioranza dei cattolici nel mondo (non noi) considera l'attuale
Vicario di Cristo, ha affermato con veemenza che la Chiesa deve mantenere "le porte
aperte" a tutti, che pertanto il Giubileo della Misericordia da lui proclamato "a
sorpresa" non sar annullato, che lui si recher in visita in Africa senza alcuna scorta,
e ha proibito a tutti i cristiani del mondo di partecipare alla rappresaglia difensiva
franco-russa contro la guerra scatenata dall'Islam assassino contro il resto del genere
umano. Il nostro Direttore Generale Andrea Zuckerman ha parlato di tutto questo con
padre X, il nostro "contatto" nella Segreteria di Stato del Vaticano.
Avete letto bene, amici della Rete? Bergoglio e tutto il Vaticano non hanno
alcuna intenzione di combattere contro l'Islam assassino, e ordinano a tutti coloro che
vogliono continuare a stare dentro la Chiesa cattolica di non difendersi contro
300
(3/05/2016) Cari amici e fratelli della Rete, noi mondialisti seguiamo sempre
con grande attenzione i dibattiti che si svolgono all'interno del mondo intellettuale
cristiano, non soltanto perch siamo i discendenti spirituali dei Templari, figli fedeli
della Chiesa (anche se da essa traditi e venduti per un pugno di denari), ma
soprattutto perch il soglio di Pietro, dopo settant'anni di sbornia marxista, sembra
oggi l'unica cattedra morale capace di influire, nel bene e nel male, sull'opinione
pubblica di tutto il pianeta. Per questo oggi vogliamo analizzare e discutere con voi
intorno a due articoli.
Nel primo, intitolato "Ecco perch anche oggi non possiamo non dirci cristiani"
(http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ecco-perche-anche-oggi-non-possiamo-non-dirci-
cristiani-16026.htm), il famoso missionario, giornalista e scrittore Piero Gheddo - il
quale pure, in tempi non sospetti, aveva criticato i no-global e proposto di boicottare
le Olimpiadi di Pechino del 2008 per liberare la Birmania dall'oppressione - parte
dalla celeberrima massima del filosofo ateo Benedetto Croce Non possiamo non
dirci cristiani per affermare che l'Occidente avrebbe tradito il Vangelo producendo
una civilt "disumana", nella quale si trascurerebbero i "valori dello spirito", e che
per questo motivo la Chiesa avrebbe il dovere di "dialogare" e "accogliere" le masse
di immigrati islamici, che ci vedono come ricchi, tecnicizzati, istruiti, militarmente
forti. ma anche atei, aridi, senza ideali, senza regola morale, senza figli e perci
pensano di avere una missione storica: venire in Occidente per dare unanima alla
nostra civilt, convertendoci allislam; solo in questo modo, secondo padre Gheddo,
si potrebbe evitare uno "scontro di civilt", dal momento che secondo lui possiamo
anche fermare lIsis con le armi, ma sorgeranno altre migliaia di martiri per
lislam. Il secondo, invece, "Il tesoro che lAfrica sta buttando a mare" di Anna
Bono (http://www.tempi.it/tesoro-africa-sta-buttando-a-mare#.VyjdtuR8NyB), si
focalizza sulle negative conseguenze economiche e sociali che il massiccio esodo di
un'intera generazione sta infliggendo ai Paesi africani.
Orbene, quanto al secondo articolo, noi mondialisti siamo daccordo sul fatto
che lemigrazione degli africani in Europa impoverisca lAfrica di capitale umano;
anche noi mondialisti preferiremmo che essi rimanessero nei loro paesi e
contribuissero a svilupparli. Ma siamo convinti che ci non sar possibile finch gli
africani non si libereranno dellIslam e della loro mentalit panteistica e tribale, due
elementi in grado di soffocare qualunque germoglio di sviluppo; e riteniamo che per
liberarsi da Islam e negritude gli africani abbiano necessit di essere ricolonizzati
dallOccidente (diciamo le cose fuori dai denti), di essere spogliati della loro
sovranit in favore di un nuovo tipo di aggregazione statuale, non pi nazionale ma
imperiale: un Impero mondiale, in cui tutti gli esseri umani abbiano gli stessi diritti
e doveri, in cui non ci siano maschi che schiavizzano le donne n musulmani che
sterminano i non-musulmani. Cosa che richieder necessariamente luso della forza
da parte dellOccidente, poich non c nulla a cui gli uomini siano pi affezionati del
302
loro sacro egoismo nazional-etno-tribal-religioso; e del resto, non sono state forse
necessarie due bombe atomiche affinch il Giappone feudale e militaristico divenisse
il gigante economico e democratico che adesso?
Per quanto concerne il primo articolo, anche noi mondialisti crediamo, come il
buon padre Gheddo, che la civilt europea, anzi occidentale, si fondi sul
Cristianesimo; come potremmo non pensarlo? La nostra opposizione a Bergoglio si
fonda proprio sul fatto chegli, da argentino (quindi culturalmente occidentale, ma
politicamente antioccidentale), sta alimentando quella retorica antioccidentale che
purtroppo gi affligge miliardi di musulmani, africani, russi e latinoamericani, tutti
intenti a pregustare il tramonto dellOccidente ateo e materialistico, tutti pronti a
dargli il calcio dellasino come al vecchio leone della favola
Non si rende conto, Bergoglio, che il genere umano non diventer pi cristiano o
pi evangelico se non diventer anche e prima pi occidentale, perch la civilt
atea e materialistica che lui, Putin, Kirill, Fidel Castro e al-Baghdadi tanto
disprezzano il prodotto della Bibbia, secondo la quale il mondo non pieno di di
come pensavano gli antichi greci, ma creazione di un Dio-Logos che ha posto tutto
sotto i piedi delluomo creato a Sua immagine. dalla desacralizzazione del mondo
prodotta dalla Bibbia che sono nate le bonifiche delle paludi compiute dai monaci
medievali, le invenzioni che hanno reso potenti lEuropa e poi lAmerica, le
vaccinazioni che hanno salvato miliardi di vite, le infrastrutture che hanno fatto uscire
lOccidente dalla trappola malthusiana, dallalternarsi ciclico di aumenti e crolli
demografici legato alla dipendenza da uneconomia di pura sussistenza e alla
vulnerabilit alle epidemie.
Se Bergoglio volesse davvero salvare il Terzo Mondo dalla miseria, dovrebbe
invocare la sua ricolonizzazione da parte dellOccidente, per imporre
lalfabetizzazione di massa, listruzione delle donne, la loro parit giuridica con gli
uomini, la fine delle discriminazioni religiose, e quindi dovrebbe chiedere
allOccidente di usare la forza per mettere al bando lIslam; lIslam che sottomette
le donne; lIslam che perseguita tutti i non-islamici, a cominciare dai cristiani che
Bergoglio dovrebbe proteggere; lIslam che uccide i medici inviati a vaccinare le
popolazioni; lIslam che uccide i professori di geografia perch insegnano che la
Terra non piatta come sta scritto nel Corano, vedi quanto recentemente avvenuto in
Nigeria e in Bangladesh. Se Bergoglio avesse davvero a cuore la dignit di tutti gli
esseri umani in quanto figli di Dio, invocherebbe una radicale occidentalizzazione
del mondo, invece di allearsi con tutti i peggiori tiranni e dittatori laici e teocratici,
da Putin a Castro a Evo Morales che salito al potere con i voti dei coltivatori di
coca boliviani, produttori di quella cocaina che distrugge le vite di milioni di persone
-; perch solo un mondo occidentale sar un mondo cristiano, e quindi un mondo
umano.
La verit che al fondo di entrambi gli articoli che qui abbiamo esaminato ci
sembra esservi lidea falsa, ingenua e pericolosa che Cristianesimo e Islam possano
dialogare e accordarsi per formare un Fronte Comune dei Monoteismi contro la
303
civilt occidentale da entrambi percepita come atea, materialistica, lontana dal Sacro
e per questo condannata ad estinguersi in uno stillicidio di aborti, eutanasie, divorzi e
gay prides.
1) Unidea falsa, perch le basi teologiche, filosofiche e antropologiche
dellIslam sono diametralmente opposte alle basi teologiche, filosofiche e
antropologiche del Cristianesimo: lIslam crede in un dio irrazionale e arbitrario che
si impone con la violenza, il Cristianesimo crede in un Dio-Logos che governa il
mondo con ragione e sapienza; lIslam rifiuta la filosofia aristotelica e luso della
ragione per conoscere le leggi del mondo e migliorarlo, mentre il Cristianesimo ha
accettato sin dallinizio lalleanza di Fides e Ratio e ha sempre incoraggiato lo
sviluppo scientifico e tecnologico; lIslam crede che i musulmani siano
intrinsecamente superiori ai non-musulmani, e gli uomini alle donne, e che tale
superiorit intrinseca debba esser sancita con ogni mezzo, compreso luso della
violenza terrorista e stragista, mentre il Cristianesimo proclama che in Ges Cristo,
vero Dio e vero Uomo, non c n Giudeo n Greco, n maschio n femmina, n
schiavo n libero, perch tutti sono Uno.
2) Unidea anche ingenua, perch fondata sul disconoscimento di tutte le
differenze abissali tra Islam e Cristianesimo che abbiamo appena elencato e sulla
pretesa di amalgamarle in una mitica religione in astratto che sa molto, troppo di
new age. Vi sembrer strano che noi mondialisti si accusi Bergoglio di essere new
age; ma come si potrebbe definire altrimenti il suo parlare sempre della religione in
generale e in astratto senza mai esplicitare di quale religione stia parlando, il suo
condannare in generale e in astratto chi uccide e compie stragi in nome di Dio
senza mai esplicitare in nome di quale dio si uccida e si compiano stragi? In questa
jam-faith, in questa fede-marmellata in cui Ges e Allah pari sono, anche i martiri
cristiani, che accettavano e accettano di morire per testimoniare la loro fede nel
Cristo Salvatore del mondo, finiscono per esser messi sullo stesso piano dei martiri
della jihad, che testimoniano la loro fede in un dio discriminatore fra gli uomini e nel
suo profeta sanguinario facendosi esplodere in mezzo a folle di non-musulmani; ma
questo lesito inevitabile della deriva relativistica nella quale sta affondando la Chiesa
bergogliana (ahi, quanto diversa da quella di Benedetto XVI e del discorso di
Ratisbona!) in nome del siamo tutti figli di Dio o magari di un siamo tutti figli di
Abramo da cui, non a caso, i perfidi Ebrei - gli "agenti della modernit", come li
chiamava sprezzantemente il nazista Heidegger - sono per principio esclusi.
3) Unidea dunque pericolosa, perch vuole indurre lOccidente ad abbassare la
guardia di fronte alla minaccia islamica, ad aprire braccia e frontiere a tutti i
musulmani che vogliono venire in Europa e nel Nordamerica con la riserva mentale
di sentirsi superiori agli occidentali, e di avere pertanto il diritto, sancito da Allah e
Maometto, di godere del welfare occidentale senza fare grandi sforzi per cercarsi un
lavoro, di violentare le donne occidentali nelle pubbliche strade come hanno fatto i
cosiddetti profughi a Colonia e in altre citt tedesche dopo essere stati accolti con
tutti gli onori, di pregare in mezzo alle piazze occidentali bloccando il traffico, di
farsi costruire le moschee a spese dei contribuenti occidentali, e infine di ripagare la
generosit degli occidentali organizzando attentati allo scopo di seminare il terrore
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La verit, cari amici e fratelli della Rete, che lOccidente il figlio legittimo e
vero della Torah e del Vangelo, dellEbraismo e del Cristianesimo; e non un caso
che jihadisti, ayatollah e califfi vari, al di l dei salamelecchi con cui tentano di
ingannare Bergoglio e i bergoglisti che vogliono lasciarsi ingannare, proclamino
continuamente di voler sterminare uno dopo laltro ebrei e cristiani: prima il sabato,
poi la domenica sogliono dire i musulmani, a indicare la loro pervicace volont di
eliminare dal mondo prima gli Ebrei (il popolo del sabato) e poi i Cristiani (il popolo
della domenica). Perci, se la Chiesa vuole conservare la libert di annunciare il
Vangelo di cui ha goduto in Occidente da Costantino fino a oggi, essa non pu
ricercare innaturali alleanze con lIslam o con i tiranni russo-cinesi o con i tribalismi
terzomondisti in nome della difesa di un Sacro bon tout faire, ma deve farsi
annunciatrice e propugnatrice di una espansione planetaria delle conquiste di
civilt che hanno fatto grande lOccidente, della creazione di uno Stato imperiale
mondiale che assicuri a ogni individuo umano il rispetto dei suoi immortali e
inalienabili diritti alla vita, alla libert e alla ricerca della felicit. Uno Stato mondiale
che sia tollerante verso tutti, tranne che verso gli intolleranti.
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