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Emidio Spinelli

Presocratici scettici?
Assunti genealogici nel Varro di Cicerone

1. Qualora si voglia indagare in modo adeguato la posizione scettico-


accademica nei confronti di un eventuale pedigree storico, evocato a
sostegno e conferma di scelte filosofiche che potevano forse rischiare di
risultare inaudite, non si pu a mio avviso prescindere dalla testimo-
nianza di Cicerone su Arcesilao. In linea generale e a mo di introdutti-
va delucidazione, prima di discutere pi da vicino soprattutto una ben
precisa sezione del Varro, si deve ricordare che lobiettivo storiografi-
co di Arcesilao (e forse in questo caso, concordemente, anche dei suoi
successori) appare inequivocabile: egli infatti fortemente interessato
a creare una continuit fra il proprio (radicale) atteggiamento filoso-
fico e numerose, ma vaghe, non radicali n tanto meno sistematiche,
espressioni di dubbio epistemologico o dichiarazioni di ignoranza co-
noscitiva, rintracciabili in alcuni dei pensatori collocati allorigine della
nostra tradizione occidentale di pensiero. In base a tale interpretazione,
la storia dello scetticismo diventa una sorta di multiforme catena, che
culmina s nella versione finale e pi matura dellAccademia scettica,
ma la cui evoluzione si lascia rintracciare in epoche ben anteriori e in
filosofi presocratici considerati a pieno titolo come precursori. Alcu-
ne loro affermazioni, sicuramente pessimistiche tanto rispetto alla
presunta debolezza dei nostri strumenti conoscitivi quanto riguardo al
carattere strutturalmente effimero della nostra condizione mortale
nonch verosimilmente isolate dai rispettivi contesti compositivi1, fini-

1. Insiste molto su tale aspetto L. Gemelli Marciano, Wrtliche Zitate aus Demokrit in
der skeptischen brlieferung, in Fragmentsammlungen philosophischer Texte der An-
tike, hrsg. von W. Burkert, L. Gemelli Marciano, E. Matelli u. L. Orelli, Gttingen 1998,

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scono per rappresentare, agli occhi di Arcesilao tappe decisive sulla via
dellopzione scettica, che egli ritiene cos di nobilitare anche dal punto
di vista storico e della quale egli vuole giustificare pi in profondit la
legittimit teoretica.
Altre testimonianze potrebbero senzaltro utilmente supportare
una tale presa di posizione storiografica2. Si pensi ad esempio, come
caso emblematico, a un passo dellAdversus Colotem plutarcheo (1121f-
1122a), su cui molto stato scritto e rispetto al quale opinioni diverse
sono state formulate, ma in cui innegabilmente Arcesilao viene presen-
tato/accusato da anonimi sophistai suoi contemporanei (forse perch
genuinamente egli proprio cos voleva presentarsi) come lultimo anello
di una catena che risale indietro nella tradizione presocratica fino a pa-
dri nobili (Parmenide ed Eraclito, probabilmente riletti proprio attra-
verso la lente dei dialoghi platonici) e prosegue poi includendo ovvia-
mente Socrate e Platone3.

p. 116, nonch Ead., Democrito e lAccademia. Studi sulla trasmissione dellatomismo


antico da Aristotele a Simplicio, Berlin-New York 2007, pp. 311 e 20 (con lipotesi che
Arcesilao avesse conoscenza diretta delle opere di Democrito per poterne fare degli ex-
cerpta).
2. Un discorso a s, relativo soprattutto alle sue possibili fonti (scettico-accademiche?
Neo-pirroniane, ovvero gi enesidemee? Per questultima ipotesi cf. E. Spinelli, Enesi-
demo e la corporeit del tempo, in Il concetto di tempo, a cura di Giovanni Caserta-
no, Napoli 1997 [Atti del XXXIII Congresso Nazionale della Societ Filosofica Italiana],
p.171, n.41, nonch Gemelli Marciano, Wrtliche Zitate aus Demokrit in der skeptischen
brlieferung, cit., pp. 109 e 124) meriterebbe un lungo passo di Diogene Laerzio (IX 71-
73). Per alcune interessanti osservazioni sulle similarit fra le liste ciceroniana, laerziana
e sestana cf. ancora Gemelli Marciano, Wrtliche Zitate aus Demokrit in der skeptischen
brlieferung, cit., pp. 118-119, n.29.
3. Per un primo orientamento sulla sua testimonianza cf. almeno, oltre al pioneristi-
co J. Schroeter, Plutarchs Stellung zur Skepsis, Greifswald 1911, J. Abel, nonch a P.De
Lacy, Plutarch and the Academic Sceptics, Classical Journal, 49, 1953, pp. 79-85 e a
R.Westman, Plutarch gegen Kolotes, Helsinki 1955, J. Opsomer, In Search of the Truth.
Academic Tendencies in Middle Platonism, Bruxelles 1998, J. Warren, Socratic Scepti-
cism in Plutarchs Adversus Colotem, Elenchos, 23, 2002, pp.333-356; M. Bonazzi,
Academici e Platonici. Il dibattito antico sullo scetticismo di Platone, Milano 2003 spec.
il cap. VI e Id., Contro la rappresentazione sensibile: Plutarco tra lAcademia e il plato-
nismo, Elenchos, 25, 2004, pp. 41-71; A.M. Ioppolo, Su alcune recenti interpretazioni
dello scetticismo dellAccademia. Plutarch. adv. Col. 1121f -1122f: una testimonianza
su Arcesilao, Elenchos, 21, 2000, pp. 333-360 e Ead., La posizione di Plutarco nei
confronti dello scetticismo accademico, in La biblioteca di Plutarco, a cura di I. Gallo,
Napoli 2004, pp. 289-310, nonch P. Donini, Leredit accademica e i fondamenti del
platonismo, in . UNIONE E AMICIZIA. Omaggio a Francesco Ro-

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Senza soffermarsi su questo o su altri testi, conviene invece focaliz-


zarsi sul resoconto offerto in proposito da Cicerone nei suoi Academica.
Per ragioni di spazio mi limiter ad analizzare qui un unico passo, tratto
dal Varro, che in ogni caso ben risponde a questo scopo4.

2. Non possibile entrare qui nei dettagli relativi a tutti i possibili


autori inseriti nella genealogia scettica proposta da Arcesilao e attestata
da Cicerone. N sar di conseguenza possibile analizzare con la dovuta
ampiezza il difficile problema legato allo scontro in merito alla raffigu-
razione unitaria o meno della storia dellAccademia5.
Lo scopo della mia analisi sar pi ristretto e concentrato sul gruppo
dei cosiddetti presocratici, senza toccare la questione molto controver-
sa del ruolo di Socrate e di Platone allinterno dellideale museo di an-
tenati costruito da Arcesilao. Come ultimo caveat preliminare, va detto
infine che si pu ampliare il raggio di applicazione di una giusta consi-
derazione fatta valere da Brittain e Palmer rispetto alla sola Accademia

mano, a cura di M. Barbanti, G.R. Giardina e P. Manganaro, Catania 2002, spec. pp. 268-
270. Piuttosto critici sullattendibilit della testimonianza plutarchea sembrano essere
C. Brittain-J. Palmer, The New Academys Appeal to the Presocratics, Phronesis, 45,
2001, spec. pp. 61-63.
4. Sono ben consapevole, in ogni caso, del fatto che un quadro pi approfondito e
accurato dovrebbe riesaminare anche altre sezioni rilevanti degli Academica, soprattutto
i 72-76 del Lucullus, risposta dettagliata alle accuse lanciate da Lucullo/Antioco ai
13-16) dove il canone degli auctores presocratici (e non) si estende ben oltre Anassa-
gora, Empedocle, Democrito e ovviamente Socrate e Platone, per ricomprendere anche
Metrodoro di Chio, Parmenide, Senofane (nonch Stilpone, Diodoro, Alessino, i Cirenaici
e perfino Crisippo, la cui menzione relve videmment dune intention ironique et po-
lemique, come nota giustamente C. Lvy, Pyrrhon, Ensidme et Sextus Empiricus: la
question de la lgitimation historique dans le scepticisme, in Antichi e moderni nella
filosofia di et imperiale, a cura di A. Brancacci, Napoli 2001, p. 308, n.26). Cf. anche
Brittain-Palmer, The New Academys Appeal to the Presocratics, cit., pp. 40 e 46, nonch
Warren, Socratic Scepticism in Plutarchs Adversus Colotem, cit., p. 336 e n.8. Si noti
infine come dalle liste ciceroniane, diversamente che nel resoconto di Plutarco appena
ricordato, manchi in ogni caso Eraclito: su tale silenzio cf. ancora Lvy, Pyrrhon, Ensi-
dme et Sextus Empiricus: la question de la lgitimation historique dans le scepticisme,
cit., pp. 308-309 nonch ora M. Bonazzi, Hraclite, lAcadmie et le platonisme: une con-
frontation entre Cicron et Plutarque (di prossima pubblicazione).
5. Si tratta di quella una disputatio (Luc. 12), per la quale erano in campo le opposte
soluzioni avanzate da Filone o da Antioco e di cui proprio gli Academica offrono testi-
monianza ricca, bench non sempre facile a interpretarsi: per un primo orientamento al
riguardo rinvio a Bonazzi, Academici e Platonici. Il dibattito antico sullo scetticismo di
Platone, cit., pp. 110-118.

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scettica. Come essi giustamente scrivono, infatti, il nostro interesse


riguarda piuttosto lo schizzo delle principali caratteristiche di un uso
filosoficamente significativo dei Presocratici, lasciando da parte la sua
accuratezza storica, nella speranza di incrementare la nostra compren-
sione dellAccademia Nuova6 cos come del pirronismo antico, con
lintento ulteriore di poter individuare anche gli elementi di originalit
che forse si lasciano cogliere dietro il resoconto di Cicerone.
Esaminiamo allora il passo del Varro che presenta in modo evidente
il tentativo scettico-accademico di produzione di un accreditato pedi-
gree storico, passo cui gi si alludeva e degno di speciale attenzione
soprattutto perch sembra essere la fonte meglio conosciuta di tale
pratica7. Nella struttura compositiva dello scritto ciceroniano esso
inserito allinterno della risposta diretta a Varrone (lo speaker di Antio-
co), il quale aveva chiesto a Cicerone di rendere chiari, con riferimento
ad Arcesilao, due punti:
1. la dinamica della sua secessione (defectio) dalla dottrina o ra-
tio degli antiqui (ovvero, nella personale ricostruzione dello stes-
so Antioco, degli esponenti dellAccademia antica);
2. di conseguenza, il modo e la ragione per cui egli aveva introdot-
to quelle innovazioni (ea quaenovata sunt), che vengono pre-
sentate da Varrone/Antioco come una pericolosa rottura (disci-
dium), un segno inaccettabile di discontinuit8.

Cicerone risponde a queste domande, o meglio a queste per nulla ve-


late accuse, rifacendosi in primo luogo e quasi sicuramente a materiale
dossografico probabilmente elaborato gi da Arcesilao e poi utilizzato

6. Brittain-Palmer, The New Academys Appeal to the Presocratics, cit., p. 40.


7. Warren, Socratic Scepticism in Plutarchs Adversus Colotem, cit., 335; si aggiunga
inoltre che proprio la riedizione del Varro rappresenta la fase pi matura della stesura
ciceroniana, oltre a essere quella che circoler nei secoli seguenti (ad es. fra le mani di
Lattanzio: cf. perci infra, note 20 e 24). Pi in generale sulle vicende editoriali degli
Academica cf. M. Griffin, The composition of the Academica: motives and versions, in
Assent and argument: studies in Ciceros Academic books, Leiden 1997, pp. 1-35, mentre
sullimportanza della fonte Cicerone mi limito a rinviare a C. Lvy, Cicron et la Quatri-
me Acadmie, Revue des tudes Latines, 63, 1985, pp. 32-41.
8. Cf. anche Cic. Luc. 15; stranamente a favore della verit storica di simili accuse
sembra pronunciarsi W. Grler, lterer Pyrrhonismus-Jngere Akademie-Antiochus
aus Askalon, in Die Philosophie der Antike, hrsg. von H. Flashar, B. 4/2: Die hellenisti-
sche Philosophie, Basel 1994, p. 822.

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nellAccademia anche dai suoi successori di tendenza scettica, da Car-


neade a Filone almeno. Senza lasciarsi andare a speculazioni eccessive,
ma volendo comunque praticare fino in fondo il vecchio ma non ob-
soleto gioco della Quellenforschung, si potrebbe accettare in tal caso
un suggerimento avanzato da Einarson e De Lacy nella loro edizione
Loeb dellAdversus Colotem plutarcheo. Qui essi ipotizzano infatti che
una lista dei predecessori degli scettici, con citazioni o parafrasi delle
posizioni di ciascuno che mettevano in questione una qualche forma di
conoscenza, era stata stilata nellAccademia al tempo di Arcesilao ed era
nota a Colote e al suo pubblico. Una tale collezione si ritrova dietro la
maggior parte di ci che su questo tema sanno Sesto, Diogene Laerzio
nella Vita di Pirrone e Cicerone nei suoi Academica9.

3. Tenendo bene a mente linsieme di queste premesse interpretati-


ve bene ora leggere per esteso il passo ciceroniano (Varro 44)10:

Tum ego, Cum Zenone, inquam, ut accepimus[11], Arcesilas sibi omne


certamen instituit, non pertinacia aut studio vincendi, ut mihi quidem vide-
tur, sed earum rerum obscuritate quae ad confessionem ignorationis addu-
xerant Socratem et iam ante Socratem Democritum, Anaxagoram, Empedo-
clem, omnes paene veteres, qui nihil cognosci, nihil percipi, nihil sciri posse
dixerunt, angustos sensus, imbecillos animos, brevia curricula vitae, et, ut
Democritus, in profundo veritatem esse demersam, opinionibus et institu-
tis omnia teneri, nihil veritati relinqui, deinceps omnia tenebris circumfusa
esse dixerunt.

9. Cos Einarson-De Lacy in Plutarchs Moralia XIV, tr. by B. Einarson-Ph.H. De


Lacy, Cambridge (MA)-London 1967 [dora in poi Einarson-De Lacy 1967], p. 165; cf.inol-
tre A.M. Ioppolo, Opinione e scienza. Il dibattito tra Stoici e Accademici nel III e nel II
sec. a.C., Napoli 1986, p. 48, n.81; Gemelli Marciano, Wrtliche Zitate aus Demokrit in
der skeptischen brlieferung, cit., pp. 111, 116, 124; Brittain-Palmer, The New Academys
Appeal to the Presocratics, cit., p. 49, n.12.
10. Parte del brano (da earum rerum obscuritate a circumfusa esse dixerunt) ripor-
tata fra le testimonianze relative ad Anassagora: cf. DK 59 A95.
Su tale espressione cf. A.A. Long, Arcesilaus in his time and place, in Id., From
11.
Epicurus to Epictetus. Studies in Hellenistic and Roman Philosophy, Oxford 2006, pp.
102, 107, con ulteriore rinvio a espressioni di dubbio o sfumature soggettive (fortasse,
credo) in Cic. Luc. 77; cf. inoltre la versione/interpretazione di M.F. Burnyeat, Antipa-
ter and self-refutation: elusive arguments in Ciceros Academica, in Assent and argu-
ment: studies in Ciceros Academic books, cit., p. 295 (according to the traditions of
our school), nonch Brittain-Palmer, The New Academys Appeal to the Presocratics,
cit.,p.42, n.7.

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Se ci atteniamo a questa ricca e importante testimonianza, siamo


forse legittimati a trarre alcune conclusioni di un certo peso.
In primo luogo, stando almeno al modo in cui viene qui presenta-
ta, la strategia di Arcesilao non appare qualificabile come meramente
dialettica, ad Stoicam personam potremmo dire. Bench infatti il pun-
to iniziale del resoconto insista sul desiderio di Arcesilao di attaccare
Zenone, verosimilmente per la pretesa stoica a una conoscenza ferma
e assoluta della realt, altrettanto chiaro che tale desiderio non vie-
ne sentito e descritto da Cicerone (si noti la formula di cautela ut mihi
quidem videtur)12 come frutto di un atteggiamento aggressivo e ingiu-
stificato (non pertinacia aut studio vincendi)13. Esso sembra piuttosto
riconducibile a una sorta di presupposto condiviso relativo alle oggetti-
ve difficolt proprie della conoscenza umana, ovvero a quella rerum ob-
scuritas che in Arcesilao doveva sorreggere in modo positivo e sostan-
ziale lappello alla premessa per cui non si pu essere certi n di aver
raggiunto la verit n di essersi ingannati14. Per rafforzare, non solo
sul piano teorico ma anche sul versante storico, lonnipervasiva inac-
cessibilit gnoseologica alle cose, iniziali e preparatorie tracce di quel-
la costitutiva oscurit epistemologica vengono rinvenute (o comunque
selezionate) da Arcesilao anche in alcuni illustri predecessori, qui nihil
cognosci, nihil percipi, nihil sciri posse dixerunt. Questo gli consente
di proporre unelaborata Entwicklungsgeschichte, che alcuni studiosi
hanno pi specificamente descritto come un modello a tre tappe della
precedente storia scettica15. Il primo apparire di questi incunaboli di
un abito scettico destinato a raggiungere il suo apice, dopo la seconda

12. Per uninterpretazione diversa cf. ancora ibid.


13. Cf. anche Cic. Luc. 76, nonch M. Tulli Ciceronis Academica, the text revised and
explained by J.S. Reid, Hildesheim 1966 [riprod. anastatica delledizione pubblicata a
Londra nel 1885; dora in poi Reid 1885], pp. 156-157 per altre occorrenze critiche del
termine pertinacia (the bad side of perseverance); sul carattere onesto della contrap-
posizione fra Arcesilao e Zenone si veda invece J. Glucker, Antiochus and the Late Aca-
demy, Gttingen 1978, p. 63, n.10.
14. A.M. Ioppolo, La testimonianza di Sesto Empirico sullAccademia scettica, Napoli
2009, p. 207, con lulteriore, giusta osservazione che si tratta di una premessa non assi-
milabile alla tesi della akatalepsia, solo pi tardi diventata corrente in ambito scettico-
accademico.
15. Warren, Socratic Scepticism in Plutarchs Adversus Colotem, cit., pp.335-336,
con ulteriori rinvii; cf. anche J. Glucker, Socrates in the Academic books and other Cic-
eronian works, in Assent and argument: studies in Ciceros Academic books, cit., pp.75-
76.

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e fondamentale tappa socratico-platonica, proprio con il terzo stadio


rappresentato dalla pi raffinata posizione di Arcesilao16 viene legato
alle figure di Anassagora, Empedocle e soprattutto Democrito, non a
caso chiamato in causa per ben due volte e con citazione esplicita, quasi
con fedele traduzione di alcuni suoi dubbi epistemologici17. In proposi-
to Cicerone non solo fa chiaramente capire che lelenco potrebbe e do-
vrebbe essere ancor pi lungo, perch da estendere, come egli riassun-
tivamente scrive, a omnes paene veteres, ma con apprezzabile scrupolo
dossografico registra anche alcune asserzioni di quei presocratici, tutte
volte a sottolineare pessimisticamente la nostra incapacit epistemica
a cogliere la verit. Questultima si rivela infatti irraggiungibile (nihil
veritati relinqui)18 o addirittura costitutivamente nascosta ai nostri
sforzi conoscitivi (per dirla con Democrito: in profundo veritatem esse
demersam)19, non solo per la scarsa capacit di penetrazione dei nostri
sensi (angustos sensus)20 o per la debolezza strutturale dei nostri stru-

Cf. al riguardo anche Brittain-Palmer, The New Academys Appeal to the Preso-
16.
cratics, cit., p. 43.
17. Per la considerazione di Democrito non come uno scettico perfetto (pace Gemel-
li Marciano, Wrtliche Zitate aus Demokrit in der skeptischen brlieferung, cit., 110;
ma cf. ora, per una posizione pi prudente, Ead., Democrito e lAccademia. Studi sulla
trasmissione dellatomismo antico da Aristotele a Simplicio, cit., p. 21), bens come una
sorta di source philosophique au moins partiellement commune fra Pirrone e Arcesilao
cf. C.Lvy, Cicero Academicus. Recherches sur les Acadmiques et sur la philosophie
Cicronienne, Rome 1992, pp. 30-32. Non si pu inoltre tacere la suggestione per cui
dietro il nome di Democrito riportato da Cicerone possa celarsi la galassia democritea (a
partire da quel Metrodoro che infatti viene citato nel Lucullus: cf. perci supra, n. 4), con
i suoi possibili debiti o comunque contatti (storiograficamente attestati) con Pirrone:
su questa linea cf. gi V. Brochard, Les sceptiques grecs, Paris 1923 [1887], pp. 40-50; L.
Credaro, Lo scetticismo degli Accademici, Milano 1889-1893, [rist.: Milano 1985], vol. II,
p. 257 e M. Dal Pra, Lo scetticismo greco, Roma-Bari 1989, pp. 47-56.
18. Brittain-Palmer, The New Academys Appeal to the Presocratics, cit., pp. 71-72,
rinviando a Cic. Luc. 73, ipotizzano si possa trattare di unallusione a Democrito.
19. Cf. anche Cic. Luc. 32=DK 68 B 117 (in cui compare anche la testimonianza ana-
loga di DL IX 72); un accostamento significativo pu essere inoltre quello con un passo
della Metafisica di Aristotele (IV 5, 1009 b 7), utile a ribadire lequivalenza fra adelon e
nascosto ai sensi, su cui cf. anche DK 68 A 148; per alcune osservazioni al riguardo cf.
anche The Atomists. Leucippus and Democritus, ed. by C.C.W. Taylor, Toronto 1999,
p.221.
20. Chiamando in causa anche la testimonianza di Lattanzio (div. inst. III 28, 10-13 e
III 30, 6), Brittain-Palmer, The New Academys Appeal to the Presocratics, cit., pp.71-72
pensano qui a unallusione a Empedocle: cf. DK 31 B 2, gi proposta, del resto, sia in DK
59 A 95 sia da Reid 1885, p. 157, il quale rimanda in aggiunta a Plat. Phaed. 65b e 83a.

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menti razionali (imbecillos animos)21, ma anche per lintrinseca limita-


tezza della nostra condizione mortale (brevia curricula vitae)22, unita
allo scontro relativistico delle diverse opinioni e convenzioni umane
(opinionibus et institutis omnia teneri)23.
Cicerone racchiude tutte le precedenti espressioni di dubbio epi-
stemico, sentite come attestazioni sufficienti per inserire quei filosofi
presocratici nella lunga strada che porta al genuino e compiuto scet-
ticismo di Arcesilao, sotto la metafora conclusiva delle tenebre gnose-
ologiche (deinceps omnia tenebris circumfusa esse dixerunt)24. Luso

Forse si pu escludere che dietro lespressione ci sia invece Democrito, visto che, come
leggiamo in Cic. Luc. 73 (=DK 68 B 165, con opportuno rinvio a B 11), egli sensus quidem
non obscuros dicit sed tenebricosos (sic enim appellat eos)? Contro lattendibilit di
questultima testimonianza ciceroniana si scaglia Taylor in The Atomists. Leucippus and
Democritus, cit., p. 146, n. 136; cf. tuttavia contra almeno P.-M. Morel, Dmocrite et la
recherche des causes, Langres 1996, Klincksieck, 431.
21. Anche in questo caso si pu supporre unallusione allo stesso passo di Empedocle,
DK 31 B 2? Cos Reid 1885, p. 157, che rinvia inoltre a Cic. Luc. 7.
22. Si tratta di unaltra probabile eco di Democrito (cf. perci DK 68 B 285, dove lag-
gettivo oligochronios riferito alla anthropine biote in un contesto etico che invita alla
metriotes tanto sul piano delle ricchezze quanto pi in generale sul fronte delle necessit
quotidiane) piuttosto che della rielaborazione di un verso empedocleo (DK 31 B 2), pace
Brittain-Palmer, The New Academys Appeal to the Presocratics, cit., p. 71 e gi Reid
1885, p. 157? Si noti inoltre che tutte le cose (panta) vengono qualificate come smikra,
asthene (cio imbecilla?), oligochronia e miste a grandi dolori in un frammento tratto dal
Peri homonoias di Antifonte (DK 87 B 51), autore tuttavia difficilmente inseribile nella
galleria presocratica costruita, a loro uso e consumo, da Arcesilao o dai suoi successori,
al pari di Protagora, che pure si era richiamato alla brevit della vita umana come una
delle possibili giustificazioni al suo agnosticismo teologico (in DL IX 51=DK 80 B 4, ci-
tato erroneamente come DL IX 73 in Cicero. Academica posteriora, Liber primus, ed.,
intr. et comm. de M. Ruch, Paris 1970, p. 96). Pi in generale, infine, sul senso filosofico
del richiamo alla finitezza umana in Arcesilao cf. C. Lvy, Le filosofie ellenistiche, Torino
2002, p. 181.
23. Si deve in questo caso pensare a Senofane (DK 28 B 34) o ancora (e soprattutto) a
Democrito (DK 68 B 9), come vogliono Gemelli Marciano, Wrtliche Zitate aus Demokrit
in der skeptischen brlieferung, cit., pp.112 e 118 (cf. inoltre Ead., Democrito e lAccade-
mia. Studi sulla trasmissione dellatomismo antico da Aristotele a Simplicio, cit., p.205,
n.61) e Brittain-Palmer, The New Academys Appeal to the Presocratics, cit., p.71, non-
ch soprattutto Morel, Dmocrite et la recherche des causes, cit., 436. Reid 1885, p.157,
ipotizza unallusione a Timone, che mi pare tuttavia difficilmente sostenibile.
24. Come si vedr subito, ritengo che la formula abbia qui valore riepilogativo, ma
non negativo (come invece accade quando diventa unaccusa contro Arcesilao, ad esem-
pio in Cic. Luc. 16). Non credo dunque che essa trovi riscontro puntuale in alcun singolo
filosofo presocratico: n in Democrito (come potrebbe far pensare il confronto con Cic.

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di deinceps appare in tal senso doppiamente rivelativo. Da una parte


esso segnala, a mio avviso, che siamo di fronte a un personale rsum
da parte di Cicerone, preoccupato di sottolineare come i veteres, quasi
tutti25 e comunque uno dopo laltro26, si fossero resi conto del buio
che in qualche modo avvolge le nostre capacit conoscitive. Dallaltra
esso conferma laffidabilit di quellimmagine riepilogativa. Cicerone,
in questo caso credo fedelmente rispetto al senso delloperazione sto-
riografica di Arcesilao, intende piuttosto riprodurne il genuino punto
di partenza, rappresentato proprio dalla posizione per cui tutte le cose
sono incerta, avvolte in unoscurit gnoseologica che impedisce di for-
mulare su di esse giudizi e dunque impone di trattenere ogni precipito-
sa forma di affermazione o negazione27.

4. Se cos stanno le cose, bisogna allora evitare di giudicare la riap-


propriazione del passato in Arcesilao solo come una mossa meramente
strategica o compiuta (peggio ancora) in mala fede. Possiamo forse an-
dare oltre e, anche grazie alla testimonianza ciceroniana, sostenere che
il recupero di un pedigree di filosofi presocratici sia frutto di un genuino
e positivo apprezzamento da parte di Arcesilao di alcune loro dichiara-
zioni di fondo, utili per rinforzare lidea che omnia incerta sunt.

Luc. 73? Cf. anche supra, n. 4) n in Anassagora, cui la attribuisce invece Lattanzio (div.
inst. III 28, 12); per unanalisi articolata, bench non sempre condivisibile, della presen-
za anassagorea tanto nel Varro quanto nel Lucullus cf. Brittain-Palmer, The New Aca-
demys Appeal to the Presocratics, cit., rispettivamente p. 72 e pp. 51-53.
25. Dunque, implicitamente, anche Eraclito, bench non citato in alcun luogo degli
Academica? A favore di tale ipotesi cf. gi Reid 1885, p. 157 e poi C. Brittain, Philo of
Larissa. The Last of the Academic Sceptics, Oxford 2001, p. 197, n. 39.
26. Potrebbe essere questa la sfumatura di significato da attribuire a deinceps, qua-
lora non si voglia renderlo con e quindi (M.T. Cicerone. Le dispute accademiche, a
cura di R. Del Re, Milano 1976, p. 83) o one after another (come sembra suggerire,
con ulteriori rinvii ciceroniani, Reid 1885, p. 158) o successively (Cicero. De Natura
Deorum-Academica, tr. by H. Rackham, Cambridge (MA)-London 1951, p. 453) o ancora
and consequently (Cicero. On Academic Scepticism, tr. by C.Brittain, Indianapolis-
Cambridge 2006, p. 106) o addirittura encore une fois (cos Ruch in Cicero. Academica
posteriora, Liber primus, cit., 96).
27. Cf. al riguardo anche Cic. Luc. 32, nonch, in Sesto Empirico, PH I 232 e soprat-
tutto DL IV 28; pi in generale si veda in proposito linterpretazione di Ioppolo, Opinione
e scienza. Il dibattito tra Stoici e Accademici nel III e nel II sec. a.C., cit., pp. 65-70 e
Ioppolo, La testimonianza di Sesto Empirico sullAccademia scettica, cit., Appendice I.

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10 Emidio Spinelli

Tale conclusione, inoltre, induce a ribadire che non possibile ri-


durre la filosofia di Arcesilao alla parassitaria relazione con premesse e
dottrine stoiche, dialetticamente assunte e allo stesso tempo confutate,
ma che bisogna cercarne anche e soprattutto altrove la vera base. Al
di l di unovvia filiazione socratico-platonica, dunque, in questo qua-
dro rientrano legittimamente anche i pensatori presocratici chiamati in
causa dalla testimonianza ciceroniana. Bench infatti essi si pronun-
cino spesso, in modo fermo, dogmatico e potremmo dire metafisico,
su molteplici aspetti della realt, non mancano fra le righe delle loro
riflessioni confessioni occasionali di semi-ignoranza. Sono queste che
sembrano autorizzare Arcesilao a trasformarli in stadi iniziali di un pro-
cesso di pi ampio respiro e dunque a riscrivere la storia della filosofia
a lui precedente nel senso di uno sviluppo destinato a sfociare nella
conclusiva e pi matura soluzione scettico-accademica28.
Una simile relazione di consequenzialit fra le esitazioni epistemi-
che dei presocratici e la radicale, ancor pi radicale di quella socrati-
ca, confessio ignorationis di Arcesilao29 sembra essere percepita dal-
lo stesso Cicerone, che tuttavia intende forse piegarla nel senso, a lui
filonianamente caro, di una completa dichiarazione di akatalepsia.
quanto forse mostra il significativo pertanto che apre il 45 del Var-
ro, che sembra introdurre una conclusione ben pi radicalmente nega-
tiva, forse non pi genuinamente riconducibile allintento originario di
Arcesilao30. Comunque lo si voglia giudicare, mi sembra che si tratti di
un possibile intervento di Cicerone, che smentisce, qualora ce ne fosse
bisogno, il pregiudizio secondo cui, da parte sua, non fu fatto alcun

28. Dubbi al riguardo, sulla base soprattutto del resoconto del Lucullus, esprimono
tuttavia Brittain-Palmer, The New Academys Appeal to the Presocratics, cit., pp. 69-
70.
29. Essa infatti attestata nel prosieguo di Varro 45 e va forse intesa nel senso che
Arcesilao aveva abbandonato la dissimulazione di ignoranza, rivelandosi pi vicino
allironia platonica che a quella socratica (Ioppolo, Opinione e scienza. Il dibattito tra
Stoici e Accademici nel III e nel II sec. a.C., cit., p. 53); cf. anche le caute considerazioni
di Lvy, Cicero Academicus. Recherches sur les Acadmiques et sur la philosophie Cic-
ronienne, cit., pp. 15-16.
30.Cic. Varro 45: Itaque Arcesilas negabat esse quidquam quod scire posset, ne illud
quidem ipsum, quod Socrates sibi reliquisset: sic omnia latere censebat in occulto, neque
esse quidquam quod cerni aut intellegi posset []; sulla questione cf. anche Brittain-
Palmer, The New Academys Appeal to the Presocratics, cit., 44, nonch H. Thorsrud,
Ancient Scepticism, Stocksfield 2009, p. 57.

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Presocratici scettici? 11

tentativo per riformulare o risistemare la materia trattata nelle fonti a


sua disposizione31.
Al di l di tale questione, tutta interna alla valutazione di Cicerone
come autore una notazione conclusiva sulla strategia di Arcesilao pu
forse essere utile. Anzich trasformare lappello ai presocratici, anches-
so, in un riduttivo strumento dialettico in funzione anti-stoica32, pos-
siamo considerarlo invece, di certo grazie anche al passo ciceroniano
che abbiamo esaminato, nellottica di una complessiva rivalutazione
di alcuni possibili precursori considerati come alleati. Delle loro po-
sizioni occorre avere sempre ben chiari, per, i limiti, che nellottica di
Arcesilao sono forse legati contemporaneamente sia alle loro pretese
di spiegazione metafisica del reale sia alle loro dichiarazioni troppo
vicine a una forma di proto-dogmatismo negativo.

31. Questo il lapidario giudizio di Reid 1885, p. 53; cf. anche Thorsrud, Ancient Scep-
ticism, cit., pp. 11-13; 44, nonch lintero cap. 5 (con una pi ampia simpatetica, ma
non sempre condivisibile ricostruzione dello scetticismo mitigato ciceroniano). Pi
in generale sulla spinosa questione delle fonti di Cicerone negli Academica mi limito a
rinviare a Lvy, Cicero Academicus. Recherches sur les Acadmiques et sur la philosophie
Cicronienne, cit., pp. 181-204.
32. Cf. al riguardo le giuste considerazioni di Ioppolo, Opinione e scienza. Il dibattito
tra Stoici e Accademici nel III e nel II sec. a.C., cit., p. 36.

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