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CONTENUTI
I PARTE GENERALE
I PARTE
GENERALE
Obiettivi Formativi
Automazione
Comando
Regolazione
1
Automazione
2
Il controllo di processo
Essendo lo scopo principale di un processo lottenimento di un prodotto avente
determinate caratteristiche, chi lo progetta e chi lo gestisce deve fare in modo che esso
possa essere opportunamente controllato.
POSSIAMO ALLORA DEFINIRE CONTROLLO DI PROCESSO
LINTERAZIONE DI UN INSIEME DI MEZZI AVENTE LO SCOPO DI FAR
EVOLVERE IL PROCESSO COME PREVISTO IN BASE ALLE SPECIFICHE DEL
PRODOTTO DA OTTENERE.
Tale controllo pu essere effettuato secondo diversi livelli gerarchici quali:
singola macchina,
insieme di macchine,
reparto di produzione,
insieme di reparti.
Sia il processo che il controllo di processo possono essere effettuati in due modi
profondamente diversi:
Manuale
Automatico
Soprattutto in questi ultimi anni le industrie hanno privilegiato il ricorso a processi
automatici nei quali un numero sempre maggiore di operazioni viene effettuato da
macchine che sostituiscono il lavoro umano.
PER AUTOMAZIONE SI DEVE PERTANTO INTENDERE LINTERAZIONE DI UN
INSIEME DI MEZZI CHE CONSENTE DI EVITARE ATTIVIT MANUALI SIA PER
QUANTO RIGUARDA LE SINGOLE FASI CHE PER QUANTO RIGUARDA IL
CONTROLLO DEI PROCESSI.
3
Comando automatico
Lautomazione di processo viene realizzata con un insieme di apparecchiature cui si d il
nome di SISTEMA DI COMANDO o COMANDO AUTOMATICO.
Nella prima fase si ha un prelievo di informazioni sullandamento del processo, grazie ad
opportuni dispositivi genericamente indicati con il nome di sensori per il cui studio, data la
vastit dellargomento, rimandiamo a testi specializzati.
La fase successiva quella che avviene nel cervello del sistema di comando e consiste
nellelaborazione delle informazioni ricevute (calcoli matematici calcoli logici. decisione delle
azioni da comandare).
La terza fase consiste nellinvio dei risultati dellelaborazione agli organi attuatori i quali
eseguono, a conclusione del ciclo, le istruzioni ricevute.
4
Elementi del sistema di controllo di
un processo
PROCESSO
sensori attuatori
attuatori
sensori
programma Segnali in
Segnali in
ingresso uscita
Adattamento Adattamento
processore
del segnale del segnale
Collegamento
ad altri Reti locali
processori 5
Comando
6
Comando manuale di una portata
7
Sistema di comando per il controllo
della portata ad anello aperto
8
Regolazione
9
Regolazione manuale di una portata
11
Sistema di regolazione per il controllo ad
anello chiuso della portata
12
Comandi pneumatici e oleodinamici
13
FUNZIONI DELLE APPARECCHIATURE
OLEODINAMICHE
1
La trasformazione di energia
La trasformazione
dellenergia elettrica in MOTORE
energia meccanica viene resa
disponibile con facilit sotto
forma di moto rotatorio,
derivando direttamente dal
motore elettrico per mezzo di
ingranaggi, alberi di
trasmissione o pulegge
Quando invece si richiede ATTUATORE
energia meccanica sotto
forma di moto rettilineo allora
sono necessari sistemi
funzionanti per mezzo di
fluidi in movimento, quali gas
e liquidi CILINDRO
2
Impianto Oleodinamico
In un impianto oleodinamico la forza viene trasmessa mediante un fluido
contenuto in un serbatoio, aspirato da una pompa e mandato attraverso gli
organi di distribuzione e regolazione ad azionare lattuatore per compiere un
certo lavoro.
Lattuatore deve vincere la resistenza offerta dal carico e perci richiede al
fluido oleodinamico una pressione proporzionale a tale resistenza.
Apposite valvole di regolazione consentono alla pompa di mandare il fluido
alla velocit richiesta e di regolare la pressione in base alle esigenze del
carico.
Quando il fluido ha terminata la sua funzione ritorna nel serbatoio, per essere
di nuovo aspirato dalla pompa.
Il fluido oleodinamico pressoch incomprimibile e pu quindi trasmettere
forze cospicue, facilmente regolabile e quindi idoneo a risolvere numerosi
problemi dazionamento.
Si pu comprendere fin dora che la pressione non generata dalla pompa,
ma piuttosto dal carico che si oppone al passaggio del fluido: se non ci
fossero resistenze il fluido potrebbe scorrere liberamente e la pressione
diventerebbe nulla.
3
Sistema Oleodinamico
Un impianto oleodinamico si pu suddividere in tre gruppi fondamentali:
Gruppo di trasformazione dellenergia elettrica in energia idraulica (serbatoio,
motore, pompa ed accessori)
Gruppo di regolazione e distribuzione dellenergia idraulica (regolatori di
pressione, regolatori di portata e valvole direzionali)
Gruppo di trasformazione dellenergia idraulica carico
in energia meccanica (attuatori) 3 gruppo
2 gruppo
Regolatore Valvola di
di pressione distribuzione
1 gruppo
attuatore
motore
pompa
serbatoio
4
SCHEMA DI UN CIRCUITO DI
AUTOMAZIONE
OLEODINAMICA
PNEUMATICA FUNZIONI
(valvola) Memo
ELETTRICA OR SEZIONE LAVORO
(relais) AND
ELETTRONICA NOT
(PLC) SENSORI
Timing
(emettono il
segnale)
VALVOLA
SEZIONE
COMANDO
(processori)
5
SCHEMA DI PRINCIPIO
INTERFACCIA
LOGICA
POTENZA
DI COMANDO
6
1 Gruppo di Trasformazione Energia
PRODUZIONE
POMPA
Regolazione continua velocit del fluido
Trasformazione di energia meccanica in energia idraulica
Dal moto rotatorio al moto lineare
Buona tenuta tra aspirazione e mandata (volumetriche)
Serbatoio
Indicatori di livello
7
2 Gruppo di Regolazione e
Distribuzione dellEnergia
Valvole di intercettazione e di blocco che provvedono a
intercettare o bloccare la portata
Valvole distributrici direzionali che smistano la portata tra i
vari percorsi
Valvole di controllo pressione
Valvola di sicurezza per limitare la massima pressione
Valvole riduttrici di pressione
Valvole di controllo della portata (regolatori di flusso)
Valvole di bloccaggio
Valvole di ritegno
Filtri
Accumulatori
8
3 Gruppo di trasformazione dellenergia
idraulica in energia meccanica
Motori idraulici
A ingranaggi
A pistoni
Cilindri
A semplice effetto
A doppio effetto
9
FONDAMENTI DI IDRAULICA
IDROSTATICA
Principio di Pascal
IDRODINAMICA
Teorema di Bernoulli
1
STATICA DEI FLUIDI
2
IDROSTATICA
3
Dalla Meccanica dei solidi
4
alla meccanica dei fluidi
5
Dalla leva meccanica .
F2
In meccanica la forma pi
elementare di moltiplicazione F1
della forza e di trasmissione
dellenergia la leva meccanica;
appoggiando una barra rigida ad
un fulcro intermedio ed
esercitando sul braccio pi L1 L2
lungo una forza F1 si sviluppa
sul braccio opposto una forza F2
espressa da Come noto dalla fisica elementare
il funzionamento della leva si basa
F2 = F1.L1 / L2 = F1.K sullequilibrio dei momenti
che pu servire ad esempio a F1.L1= F2.L2
sollevare un peso K volte
Il numero adimensionale K=L1/L2 si
superiore rispetto alla forza F1
chiama rapporto di moltiplicazione
della forza
6
alla leva idraulica
7
Torchio Idraulico
10
Confronto fra unit metriche ISO e
unit anglosassoni
Denominazione Metric Unit (m) English (e) Factor e m
Factor m e
12
Densit di alcuni liquidi
(a 0C, 1 atm)
Nome Densit (g/cm)
Acqua 1.00
Acqua di mare 1.025
Alcool (etilico) 0.806
Benzina 0.68
Glicerina 1.261
Mercurio 13.6
Olio d'oliva 0.92
Olio di paraffina 0.8
13
Principio dei vasi comunicanti
14
La misura della Pressione
15
Esempio
F F
F
P =
S
S1 S2
p=h..g
Pressione esterna
Dove:
patm
la densit del liquido
=m/V [kg/m3]
h g
h laltezza del liquido
p
g laccelerazione di gravit
Infatti essendo F = mg m = V V = Sh
p = F / S = mg / S = V g / S = Sh g / S = g h = Ps h
Dove Ps il peso specifico = g
17
Equilibrio in presenza della forza di
gravit
Pressione esterna
p0
pz = p0 + g z [legge di Stevino]
Dove g = 9,8 m/sec2 pz z
pz = p0 + Ps z
In un bacino dacqua ( = 103 kg / m3) sottoposto alla pressione
atmosferica ( p0 = 1 bar = 105 Pa) la pressione a 10 m di
profondit diventa
pz = (105 + 9,8 . 103 . 10) 2 . 105 Pa 2 bar
Quindi aumenta di 1 bar ogni 10 m
Nel fondo delloceano a 104 m di profondit la pressione
dellordine di 103 bar
18
Legge di Eulero
In ogni punto di un liquido in quiete la somma dellaltezza
geometrica (Z) e dellaltezza piezometrica (p / Ps) costante
p pa
z H costante
Ps Ps 19
Il Principio di Pascal
P=F/S
20
Trasmissione idraulica delle forze
F1 F2
S1 S2
22
Soluzione
DATI
area A = 5 cm2
pressione = 0,13 bar
F=?
SOLUZIONE
Per definizione di pressione p=F/A , da cui note la pressione e la
superficie semplice risalire alla forza ad essa applicata.
Occorre per fare attenzione alle unit di misura usate.
Le unit di misura della forza sono il newton(N) nel sistema internazionale
e la dina(dyn) nel sistema cgs. Perci nei calcoli occorrer usare un'unit
di misura della pressione accettata in uno dei due sistemi. Il bar
un'unit fuori sistema. Occorrer trasformarla in Pascal, se si vuole
usare il sistema internazionale, o in baria, se si preferisce il sistema cgs.
Nel sistema internazionale, 0,13 bar corrispondono a 1,3x104 Pa. Usando
come unit di misura delle lunghezze il metro, il risultato per il valore
della forza : F=6.5 N.
Nel sistema cgs, 0,13 bar corrispondono a 13x104 baria. Usando come
unit di misura delle lunghezze il centimetro, si trova per la forza un
valore di: F=6.5x105dyn.
23
Sistema CGS
24
Strumenti di misura della Pressione
p1 p2
Manometro ad U
p1 = p2 + g h h
Barometro di Torricelli
Il riferimento una colonna di mercurio a 0 C,
densit del mercurio = 13,59 g/cm3, con h = 76
cm e g = 9,8 m/sec2 e risulta: h
p1 = g h =13,59x103x9,81x76x10-2 =101325 Pa
p atm 1 . 105 Pa = 1 bar
Se al posto del mercurio si utilizzasse acqua, la
colonna sarebbe alta 10 m
25
Manometro
II manometro metallico a molla tubolare costituito
dai seguenti elementi principali:
1 Cassa
2 Molla tubolare
3 Leva
4 Settore dentato
5 Pignone
6 Indice
7 Quadrante graduato
8 Raccordo con strozzatura
Funzionamento
Sotto l'effetto della pressione pe, la molla tubolare
2b si deforma. Pi la pressione elevata, pi estesa
l'ampiezza del raggio di curvatura.
Questo movimento viene trasmesso all'indice
tramite una leva, un settore dentato ed un pignone.
All'interno del raccordo dell'apparecchio prevista
una strozzatura (8) destinata a smorzare i "colpi di
ariete" e a proteggere l'apparecchio di misura da
qualsiasi deterioramento.
26
Forza, Lavoro e Potenza
Consideriamo due cilindri con stantuffi di diametro diverso, collegati con un tubo e
contenenti del liquido; possiamo semplicemente dire di avere realizzato un
moltiplicatore di forze.
F1=20N
F2
S1=10cm2
s1
s2=1cm
p
S2=100cm2
p
27
Moltiplicatore di forza
Infatti, considerando di agire con una forza F1 sul pistone di diametro pi piccolo, si
hanno le seguenti relazioni:
F1
p= [N/cm]
S
la stessa pressione p attraverso il tubo di collegamento agisce anche sotto il pistone di
diametro pi grande, quindi esso si sollever con una forza maggiore di F e
precisamente sar:
F = p x S
Sostituendo i simboli con dei valori numerici quali:
F1 = 20 N
S = 10 cm
S = 100 cm
si ottiene che la pressione con cui il liquido agisce su tutte le superfici dei due pistoni :
F1 20
p = = = 2 N/cm
S1 10
per cui la forza sviluppata dal pistone pi grande :
F = p x S = 2 x 100 = 200 N
per cui risulta evidente la moltiplicazione della forza.
28
Lavoro
Supponiamo inoltre di voler spostare il pistone del cilindro grande di 1 cm; per
questo si richiede uno spostamento di 100 cm di liquido proveniente dal cilindro
piccolo essendo:
V = S2 x s2 = 100 x 1 = 100 cm3
dove V il volume di liquido spostato e s2 lo spostamento del pistone grande.
Ora possiamo determinare il valore dello spostamento s1 che necessario far
compiere al pistone piccolo:
V 100
s1 = = = 10 cm
S1 10
per cui si nota che in corrispondenza di una moltiplicazione delle forze si ottiene
una riduzione degli spostamenti; ci conferma che il lavoro ricavato dal pistone
grande identico a quello speso per lo spostamento del pistone piccolo.
Infatti, il concetto di lavoro espresso dal prodotto di una forza per lo
spostamento da essa effettuato.
L=Fxs
ed normalmente espresso in N x m.
Nell'esempio da noi considerato si ha:
L1 = F1 x s1 = 20 x 10 = 200 Ncm = 2 Nm
L = F x s = 200 x 1 = 200 Ncm = 2 Nm
29
Potenza
30
DINAMICA DEI FLUIDI
31
IDRODINAMICA
32
La Portata
Lungo un tubo di diverse sezioni
fluisce in un determinato
intervallo di tempo un
determinato volume di liquido.
La portata Volumetrica la
quantit di fluido V = S x s
espressa in litri che fluisce
nellunit di tempo (min)
attraverso la sezione S:
S2
V (s . S) S1
Q v .S
t t Q1 Q2
Q
Cio v
S S1 . v1 S2 . v2
Maggiore la sezione del tubo e
minore la velocit e viceversa. LEGGE DI CONTINUIT
33
Esercizi
1. Lungo una tubazione di sezione di 10 cm2 fluisce un liquido con
una velocit di 20 cm/s. Qual la velocit quando la sezione viene
ridotta a 2 cm2 ?
34
Soluzioni
1. S1 = 10 cm2; S2 = 2 cm2; v1 = 20 cm/s
S1 x v1 = S2 x v2
Quindi:
v2 = S1 x v1 / S2
v2 = 10 x 20 / 2 = 100 cm / s
2. La relazione che lega velocit di un liquido, portata e sezione del
condotto in cui scorre, la definizione di portata Qv= V/t =As/t= Av
dalla quale, note portata e velocit, si ricava immediatamente la
sezione del condotto.
A= Qv/v= 72x10-3x60-1 / (90x10-2)=0,0013 m2 =13 cm2
1. Poich per un fluido incompressibile la portata in volume
costante, usando l'equazione di continuit Sinvin = Sfinvfin , note le
sezioni iniziale e finale e la velocit iniziale del fluido, immediato
ricavare la velocit finale.
Avendo una sezione iniziale di 2 cm2 ed una finale di 0.5 cm2, il
condotto si ristretto, perci il fluido scorre ad una velocit
maggiore vfin=(2x50)/0,5=200 cm/s
35
Esercizio
39
La viscosit
S
Si esamina un lastra di liquido
che scorre:
F S = superficie della lastra
v
h = distanza dal fondo
v = velocit della lastra che
h aumenta con laumentare
della distanza dal fondo
F = forza di attrito
Sperimentalmente si trova che la forza di attrito interno :
v.S F.h
F = da cui deriva la viscosit =
h v.S
Lequazione dimensionale della viscosit :
[ N . m . sec / m . m2] Pa.sec e quindi si misura in (kgf / m2) sec
40
Coefficienti di viscosit
Materiale Temp. C Viscosit in N s / m2
0 1.71 10-5
Aria 18 1.83 10-5
40 1.90 10-5
Sangue intero 37 4.0 10-3
Plasma sanguigno 37 1.5 10-3
Glicerolo 20 1.49
Mercurio 20 1.5 10-3
0 1.79 10-3
20 1.0 10-3
Acqua
37 6.91 10-4
100 2.82 10-4
16 1.13 10-1
Olio lubrificante
38 3.4 10-2
Etanolo 20 1.2 10-3
Etere etilico 20 2.33 10-4
41
La Viscosit dinamica assoluta
42
Viscosit cinematica assoluta
44
Cadute di pressione dovute all'attrito
L'energia idraulica non pu essere
trasmessa senza perdite lungo le
tubazioni. In corrispondenza delle pareti
dei tubi e all'interno del fluido nasce un
attrito che genera calore.
L'energia idraulica viene trasformata in
energia termica. Una perdita di energia
idraulica viene tradotta in una perdita di
pressione.
Una qualsiasi strozzatura presente in
una apparecchiatura idraulica provoca p = pe1 pe2
una caduta di pressione indicata con il
simbolo p.
Quando si interrompe il flusso, il fluido ritorna allo stato di riposo.
Non esiste pi alcun attrito. Di conseguenza, la pressione identica
sia a monte che a valle della strozzatura.
45
Teorema di Bernoulli
z + pV / mg + v2 / 2g = costante
ma =m/V e quindi
z + p / g + v2 / 2g = costante
46
Teorema di Bernoulli
S1
v1
p1
z1
v2
z2
Trovare: p2 e v1
49
Svolgimento
50
Soluzione
51
Teorema di Torricelli
Caso particolare del
teorema di Bernoulli: v 2gh
La velocit di efflusso dal foro
h dipende solo dallaccelerazione di
gravit e dal battente h (quota del pelo
libero sul foro): infatti applicando il
v trinomio di Bernoulli si vede che z1=h,
z2=0, p1 e p2 si identificano con la
pressione atmosferica, v1=0:
pa 0 p v2
h 0 a
Ps 2g Ps 2g
v 2
e quindi h h cio v 2 2gh
2g
52
Perdite di carico
Si definiscono perdite di carico le cause che impediscono
al trinomio di Bernoulli di mantenersi costante, per la
presenza di attrito tra fluido e condotto e tra fluido e fluido
(viscosit):
p 1 v 1 p 2 v 2
Z1 Z2 Y
Ps 2g Ps 2g
dove Y sono le perdite di carico, che possono essere
distribuite (condotto rettilineo) o concentrate (restringimenti
o curve a basso raggio di curvatura).
Negli impianti oleodinamici le variazioni dellaltezza
geometrica e cinetica sono trascurabili rispetto allaltezza
piezometrica, per cui il teorema di Bernoulli si semplifica:
p
Yd Yc cost
Ps 53
Regime laminare e turbolento
54
Velocit del fluido
55
Controllare la velocit media
56
Velocit media target
Condotto di aspirazione 1 m/s
Condotto di ritorno 2 m/s
Condotto di mandata 3 m/s fino a 200 N/cm
4 m/s fino a 500 N/cm
5 m/s fino a 1000 N/cm
6 m/s fino a 2000 N/cm e oltre
58
Soluzione
60
Numero di Reynolds
Osborne Reynolds, attorno al 1883, studi sperimentalmente e teoricamente la
natura di queste condizioni: attraverso esperimenti nei quali un flusso d'acqua
di velocit regolabile era reso osservabile iniettandovi dei coloranti, egli ricav
la formula di un parametro adimensionale che caratterizza il tipo di moto del
fluido:
dove:
vD vD D = diametro del tubo
Re v = velocit del fluido
Considerazioni:
Re < 2000 = moto laminare
2000 < Re < 3500 = moto instabile (zona critica)
3500 < Re = moto turbolento
62
Tensione di vapore
63
64
Tensione di vapore saturo
65
Cavitazione
66
Perdite di carico distribuite
67
Calcolo delle perdite di carico
distribuite
In linea generale, le perdite di carico distribuite possono essere
valutate mediante la seguente espressione:
v2 l
p bar
dove:
200 D
p = perdita di carico in bar
= indice di resistenza
v = velocit del fluido m/s
l = lunghezza della tubazione in m
D = diametro interno della tubazione mm
= densit del fluido kg/m2
Lindice di resistenza determinato in modo diverso a seconda che
il moto sia laminare o turbolento
68
Moto laminare e Moto turbolento
69
Esercizio A
v2 l
64
p bar
200 D Re
70
Esercizio B
v2 l 0,316
p bar 4R
200 D e
71
Confronto es. A e B
Es. A
6x8
Re = x 103 = 1455 < 2000 moto laminare
33
= 64/Re = 64 / 1455 = 0,044
p = 1/200 . 10 . 0,044 . 900 . 62 . 1/8 = 8,9 bar
Es. B
6 x 32
Re = x 103 = 5818 > 3500 moto turbolento
33
= 0,316 / (Re)1/4 = 0,316 / 58181/4 = 0,036
p = 1/200 . 10 . 0,036 . 900 . 62 . 1/32 = 1,8 bar
72
Conclusione esercizi
73
Perdite di carico concentrate
74
Valori medi dei coefficienti
0,45 0,43 0,42 0,40 0,37 0,28 0,19 0,10 0
d1 d1/d2 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1,25 1,1 1,0
v1
=1,8 =0,9
=0,5
75
FLUIDI IDRAULICI
1
Fluidi idraulici
3
FLUIDI IDRAULICI
4
Acqua e Oli
Acqua
Si utilizza acqua industriale, normale od in emulsione con
olio al 3-5% quando si vuole attenuare il potere ossidante
del fluido base. La percentuale dolio pu salire fino a 10-
12% quando necessario abbassare il punto di
congelamento.
Oli
Sono a base minerale (provengono in altre parole dalla
raffinazione di petrolio grezzo) e sono generalmente
migliorati con l'aggiunta di speciali additivi
5
Fluidi sintetici
6
La viscosit
7
Misura della viscosit
8
Viscosimetro Engler
9
Misura della viscosit
Saybolt Universal
SSU 28 65 100 140 175 210 275 345 415 525 685 910 1385 1820 2275 3365 6820
Seconds
Redwood Seconds
SRW n 1 27 55 90 120 155 185 245 305 370 465 610 810 1215 1620 2025 2995 6075
(n 1)
10
Conversione per le unit pratiche di viscosit
0,0631
cSt 10 0,073E
2
E
11
Tabelle di conversione
12
La viscosit del fluido varia con la
temperatura
La viscosit dei liquidi idraulici, ad eccezione dell'acqua,
risente in modo molto marcato delle variazioni di temperatura.
Mediante l'aggiunta dadditivi possibile realizzare sia fluidi
con diverse viscosit a pari temperatura, sia fluidi meno
sensibili alle variazioni di viscosit al variare della
temperatura.
Tale caratteristica molto importante per i liquidi idraulici:
negli impianti idraulici industriali la temperatura del liquido
passa, infatti, normalmente dai 1015C all'avviamento ai
5060C a regime.
Se l'olio avesse delle variazioni eccessive di viscosit,
accadrebbe che se adatto a freddo diventerebbe troppo
fluido a caldo con eccessivi trafilamenti ed insufficiente
potere lubrificante; se adatto a caldo, avrebbe a freddo
viscosit troppo elevata con eccessive perdite di carico nel
circuito e possibili pericoli di cavitazione della pompa.
13
Influenza della temperatura sulla
viscosit
Al variare della temperatura, la viscosit non costante, ma
varia anch'essa quasi sensibilmente in senso opposto alla
temperatura; in altre parole un fluido caldo ha viscosit
minore di quella che aveva da freddo. Quindi ogni valore di
viscosit deve essere accompagnato da quello della
temperatura alla quale stato rilevato.
Quando si indica un valore di viscosit occorre sempre
indicare il valore della temperatura corrispondente, cio della
temperatura che l'olio ha mentre scaricato dal viscosimetro.
Un normale olio per impiego negli impianti oleodinamici ha un
valore di viscosit di circa 5,5E a 50C.
14
Indice di viscosit
Tutti gli oli lubrificanti minerali cambiano di viscosit al variare della
temperatura: diventano pi viscosi allo scendere della temperatura e
pi fluidi quando essa sale. Vi tuttavia una notevole differenza nel
modo di risentire l'influenza della temperatura: per una determinata
variazione di temperatura alcuni oli variano di viscosit meno di altri.
Questa caratteristica pu essere valutata numericamente mediante
l'indice di viscosit; per una stessa variazione di temperatura, la
viscosit di un olio ad alto indice di viscosit varier meno di quella
di un olio a basso indice.
L'indice di viscosit di un olio dipende esclusivamente dal tipo di
greggio dorigine, dai metodi di raffinazione e dalla presenza di
determinati additivi. In genere un olio prevalentemente paraffinico
tende ad avere indici di viscosit pi elevati di quelli doli naftenici e
questo significa che la viscosit degli oli paraffinici varia meno al
cambiare della temperatura. Con certi additivi, chiamati miglioratori
dell'indice di viscosit, possibile ridurre ancora la variazione
della viscosit in funzione della temperatura.
15
Significato dell'indice di viscosit
Il significato fondamentale dell'indice di viscosit sta nella sua
relazione con le caratteristiche di viscosit. Oli ad alto indice di
viscosit possono essere indicati per tutte le applicazioni in cui l'olio,
durante l'esercizio, soggetto a forti variazioni di temperatura.
Ad esempio in un motore d'automobile, alle basse temperature
dell'avviamento a freddo, l'olio dovr essere ancora abbastanza
fluido cos da non sottoporre il motorino di avviamento a sforzi
eccessivi. Appena il motore incomincia a funzionare l'olio dovr poter
circolare liberamente in tutto il circuito cos da lubrificare
adeguatamente le diverse parti del motore. Arrivato alle temperature
di regime l'olio non dovr poi diventare troppo fluido, sia per non
consumarsi eccessivamente, sia per mantenere una buona tenacit
del velo lubrificante. Parimenti un olio che aziona i comandi idraulici
di un aereo potr essere esposto a temperature elevatissime quando
l'aereo in aeroporto in zona tropicale nonch a temperature assai
inferiori allo zero quando l'aereo ad alta quota.
Per regolarit di funzionamento in condizioni ambientali cos diverse,
l'olio per comandi idraulici deve mantenere una viscosit costante
quanto pi possibile e quindi deve disporre di un elevato indice di
viscosit.
16
Viscosit in funzione della temperatura
a) Silicato estere
b) Acqua glicole
c) Olio minerale
d) Fosfato estere
e) Idrocarburo clorurato
200
150
100
50
40
30
20
centistokes
15
Viscosit
10 a
8
6 b
5
c
4 d
3
e
18
Perdite di potenza
19
Lubrificazione
20
Condizioni di esercizio
21
Caratteristiche costruttive dei componenti
22
Apparecchiature che possono influenzare la
scelta della viscosit
Pur esistendo una condizione di priorit per le pompe vi sono
altre apparecchiature che possono influenzare la scelta della
viscosit: fra queste ricordiamo, in ordine di importanza:
I motori idraulici hanno caratteristiche costruttive simili a quelle
delle pompe di eguale tipo. In genere per sono meno soggetti a
fenomeni di cavitazione inerenti ad una non adeguata viscosit.
Valvole per il riempimento a gravit dei cilindri. Un'elevata
viscosit pu determinare un'elevata resistenza al passaggio del
fluido: ne derivano riduzioni della velocit di traslazione del
pistone (se questo discende per gravit) o fenomeni di
cavitazione nel cilindro.
Valvole regolatrici di portata e valvole regolatrici di
pressione. Se la viscosit supera determinati limiti previsti in
sede di progetto, si possono avere irregolarit di
funzionamento (fenomeni di saturazione nelle prime e
oscillazioni o lentezza di risposta nelle seconde).
Di norma, i costruttori forniscono indicazioni per la scelta dei
fluidi da usarsi con le varie apparecchiature.
23
Il Peso specifico dei Fluidi
Il peso specifico di un fluido definito dal rapporto fra il peso del
fluido a 15C e il peso di un uguale volume di acqua distillata alla
temperatura di 4C e alla pressione di unatmosfera. Il peso specifico
degli oli minerali a 15C e a pressione atmosferica generalmente
compreso fra 0.85 e 0.92, ossia essi galleggiano sull'acqua. Al
contrario i fluidi sintetici cosiddetti ininfiammabili (fosfato esteri,
idrocarburi clorurati ecc.) hanno peso specifico superiore all'unit
(circa 1.20 - 1.45 in condizioni normali) e quindi l'acqua galleggia su
di loro.
Dato che i liquidi idraulici si acquistano a peso ma si usano a volume,
necessario conoscerne il peso specifico per valutare il costo della
carica. Da questo punto di vista, gli oli minerali a basso peso
specifico sono dunque i pi convenienti. Inoltre, poich il peso
specifico di facile e rapida determinazione, esso pu costituire un
primo controllo per verificare la costanza della qualit della
fornitura. Il peso specifico di un fluido ha comunque significato solo
se riferito a dati valori di pressione e temperatura.
24
Attenzione al peso specifico
25
La Comprimibilit dei fluidi
Esempio:
Determinare la variazione di volume subita da 300 dm3 di olio minerale compressi
da 20 a 300 bar (p=280 bar) .
0,6 280
V =300 x x = 5 dm3
100 100
Occorre considerare per che la presenza di aria nel circuito (allo stato gassoso e
non in soluzione) pu abbassare, anche sensibilmente il modulo di comprimibilit
del fluido, rendendolo inoltre variabile al variare della pressione.
28
Temperatura di esercizio
Negli impianti idraulici opportuno mantenere la temperatura di esercizio del
fluido entro i limiti piuttosto ristretti, variabili in funzione del liquido usato,
dettati dalle seguenti considerazioni:
Limitare le escursioni di viscosit con tutti i vantaggi precedentemente illustrati;
contenere i fenomeni di ossidazione e in generale di invecchiamento del fluido, in
particolare modo per quanto riguarda l'impiego degli oli minerali;
Nel caso di fluido a base d'acqua, limitare l'evaporazione dell'acqua e quindi
contenere i fenomeni di corrosione. In particolare poi, per i fluidi del gruppo III la
perdita di acqua, oltre a declassare le caratteristiche di infiammabilit,
comportando una perdita di additivi stabilizzanti, pu al limite provocare la rottura
dell'emulsione.
Evitare che la tensione di vapore, specialmente per i fluidi a base di acqua, divenga
cos elevata da determinare fenomeni di cavitazione.
Contenere l'usura e impedire eccessive deformazioni o decadimento dei vari organi
del circuito, con particolare riferimento ai tubi flessibili e alle guarnizioni.
In pratica, negli impianti industriali si consiglia di non lavorare a temperature
di regime inferiore a 10C.
Per quanto riguarda i limiti superiori di temperatura, l'esperienza consiglia di
rispettare i valori riportati nella tabella seguente (temperature del fluido nel
serbatoio).
29
Temperature massime di esercizio per fluidi
idraulici tipici
Fluido Temperature
Max di esercizio
Acqua 40 - 50C
Olio minerale 55 - 60C
Emulsione acqua-olio
Emulsione acqua-glicol 45 - 50C
Fluidi sintetici non acquosi 65 - 70C
30
Potere lubrificante e propriet antiusura
31
Propriet antiusura
32
Azione antiusura
33
Coefficienti moltiplicativi del carico sul
cuscinetto per fluidi idraulici tipici
I costruttori indicano i seguenti coefficienti
moltiplicativi del carico effettivo per ottenere il
carico in base al quale dimensionare i cuscinetti:
Fluido Coefficiente
Olio minerale 1
Fosfato estere 1,2
Miscela fosfato estere
+ clorurato di idrocarburi 1,2
Soluzione acqua-glicol 2,5
Emulsione acqua in olio (invertita) 2
34
Infiammabilit
36
I fluidi meno sicuri
Gli oli minerali sono, da questo punto di vista, i meno sicuri. Essi hanno
infatti, temperature di fiamma e di autocombustione piuttosto basse; inoltre,
se si incendiano continuano a bruciare propagando la fiamma ed esaltando
quindi la situazione di pericolo.
I fluidi del gruppo III (emulsioni acqua in olio e soluzioni acqua-glicol) pur
contenendo sostanze combustibili (l'olio e il glicol rispettivamente), hanno
un comportamento sensibilmente diverso rispetto agli oli minerali:
l'evaporazione dell'acqua contenuta in alta percentuale tende infatti a
soffocare la fiamma e ne impedisce la propagazione. La combustione vera e
propria potr avere luogo solo dopo che tutta l'acqua evaporata; occorre
per che a questo punto la temperatura della superficie sia ancora superiore
a quella di autoignizione dell'olio o del glicol (tutto il calore di evaporazione
dell'acqua infatti sottratto alla superficie riscaldante, per cui questa
subisce un raffreddamento inversamente proporzionale alla sua capacit
termica).
Nei fluidi del gruppo IV (liquidi sintetici non acquosi), la resistenza
all'incendio legata alla loro composizione chimica. In sostanza, rispetto ai
fluidi del gruppo III presentano una sicurezza maggiore sia perch l'attitudine
a non propagare la fiamma non legata al contenuto d'acqua, sia perch la
temperatura di autoignizione pi elevata.
37
Tossicit
Il contatto prolungato con taluni fluidi sintetici e talvolta anche con
oli minerali pu provocare irritazioni e malattie della pelle.
Le soluzioni acqua-glicol non comportano normalmente problemi da
questo punto di vista, n sono dannose le emulsioni acqua in olio,
poich gli emulsionanti impiegati generalmente non attaccano i
grassi naturali della pelle.
I vapori dei fluidi sintetici, in particolare dei tipi clorurati, sono
notevolmente tossici e quindi occorre evitare che gli operatori
possano aspirarli. D'altra parte la presenza di tali vapori in
concentrazioni pericolose eccezionale, poich eccezionalmente
bassa la tensione di vapore di tali fluidi (dell'ordine della frazione di
millimetro di mercurio alla temperatura di 100C).
La situazione di pericolo pu allora verificarsi solo se
accidentalmente il fluido viene a contatto con superfici notevolmente
calde o con fiamme: il fluido si decompone per effetto della elevata
temperatura sviluppando una notevole quantit di fumo denso e
biancastro. Tale fumo estremamente irritante per l'apparato
respiratorio e provoca inoltre violente nausee, ma sembra che, se
aspirato solo per brevi periodi, non produca fenomeni di
intossicazione.
38
Settori caratteristici di impiego dei fluidi di
Acqua
La sopravvivenza, o l'installazione, di impianti alimentati con acqua,
essenzialmente macchinario pesante senza particolari esigenze di
precisione e grado di automazione, giustificata dalle seguenti
caratteristiche positive dell'acqua stessa:
Costo trascurabile (dell'ordine del millesimo rispetto a quello dell'olio
minerale). Tale prerogativa di notevole importanza nel caso di grossi
sistemi (volumi in gioco dell'ordine delle decine di migliaia di litri) per i
quali il costo del fluido costituisce un fattore non secondario.
Il vantaggio poi tanto pi sentito se, come si verifica generalmente
nei grossi sistemi, l'entit dei trafilamenti esterni sensibile e quindi
il costo di reintegro del fluido non trascurabile.
Assoluta ininfiammabilit per cui, indipendentemente da qualsiasi altra
considerazione, si impiega l'acqua quando indispensabile la
completa sicurezza contro gli incendi.
Non contaminazione del prodotto in lavorazione. Ad esempio, fino alla
recente formulazione di fluidi speciali antimacchia, gli impianti
idrostatici installati sui treni di laminazione dell'alluminio erano
alimentati con acqua, poich gli altri fluidi macchiavano il prodotto.
39
Evitare linquinamento del prodotto
40
Settori caratteristici di impiego dei fluidi di
Olio minerale
Nelle diverse formulazioni, costituisce il fluido
attualmente di gran lunga pi usato negli impianti
oleoidraulici. Si rinuncia ad esso per sostituirlo con
acqua, pura o emulsionata con piccole percentuali
d'olio, quando ricorrono le situazioni
precedentemente esposte, o per sostituirlo con
fluidi ininfiammabili quando si vogliono attenuare i
pericoli di incendio. Talora si fa ricorso a fluidi
sintetici non acquosi per la loro minore
comprimibilit, indipendentemente da esigenze di
ininfiammabilit.
41
Settori caratteristici di impiego dei Fluidi
sintetici a base d'acqua
Vengono usati quando non sono richieste
caratteristiche di ininfiammabilit particolarmente
spinte. Rispetto ai fluidi sintetici non acquosi hanno
un costo inferiore, ma generalmente non possono
essere impiegati con pompe dotate di cuscinetti
notevolmente caricati e lubrificati dal fluido del
circuito, essendosi verificati casi di grippaggio
dopo poche decine di ore di funzionamento. Prima
di usarli, occorre accertarne scrupolosamente la
compatibilit sia con le apparecchiature che con le
guarnizioni, i flessibili e le vernici.
42
Settori caratteristici di impiego dei Fluidi
sintetici non acquosi
Sono impiegati quando si vogliono realizzare
condizioni di sicurezza spinta contro gli incendi,
senza rinunciare completamente ad alcune delle
caratteristiche positive degli oli minerali (potere
lubrificante, basso punto di solidificazione, bassa
tensione di vapore alle temperature correnti
ecc.). Normalmente si usano, sebbene con risultati
inferiori in durata e talvolta in prestazioni, le stesse
apparecchiature costruite per l'impiego con oli
minerali, salvo la verifica di compatibilit con le
guarnizioni, flessibili, vernici.
43
Classificazione ISO degli oli minerali
44
Impianto Oleodinamico Elementare
Il Moltiplicatore di forza
Abbiamo precedentemente esaminato il moltiplicatore di forza in cui si
supponeva di volere spostare il pistone grande di una determinata corsa. Per lo
spostamento del pistone si richiede quindi il passaggio di un determinato volume
di liquido dal cilindro piccolo a quello grande; ci presuppone per che il volume
di liquido spostato durante la corsa completa del pistone piccolo sia sufficiente
per effettuare il richiesto spostamento del pistone grande.
F1=20N
F2
S1=10cm2
s1
s2=1cm
p
S2=100cm2
p
Naturalmente questo ragionamento pu essere valido solo
per dei piccoli spostamenti del pistone grande; nella pratica
utilizzazione dei comandi oleodinamici ci accade
raramente, perci occorre modificare il sistema in modo da
avere la possibilit di fare effettuare, al pistone comandato
delle corse di lunghezza tale che richiederebbero un
volume di liquido maggiore di quello che pu spostare il
cilindro piccolo nell'intera sua corsa; inoltre occorre avere
la possibilit di fare ritornare il pistone comandato nella sua
posizione iniziale, oppure di arrestarlo in una qualsiasi
posizione intermedia.
Per realizzare lo scopo che c'interessa dobbiamo trasformare il cilindro
piccolo in una pompa aspirante e premente, e collegare la relativa valvola
d'aspirazione ad un serbatoio d'alimentazione posto ad un'altezza
superiore alla pompa stessa per avere un'alimentazione per gravit.
Sulla mandata della pompa va inserita una valvola di ritegno che
impedisca il ritorno del liquido dal cilindro alla pompa quando questa in
fase d'aspirazione.
Stantuffo pompante
Pistone comandato
serbatoio
rubinetto R
valvola daspirazione
valvola di mandata
Impianto elementare
Quando il pistone comandato ha ultimato la propria corsa in salita, si pu far
ritornare nella sua posizione iniziale in basso, cessando lazione di pompaggio
ed aprendo il rubinetto R che consente al liquido di ritornare nel serbatoio per
effetto del peso che agisce sul pistone comandato; chiudendo il rubinetto R il
pistone pu essere arrestato in una posizione qualsiasi.
Questo primo tipo d'impianto descritto naturalmente ancora poco pratico per
le applicazioni industriali, perch presenta due inconvenienti essenziali:
per arrestare la salita del pistone comandato occorre fermare la pompa, e ci
realizzabile se la pompa comandata a mano, come ad esempio nel martinetto di
sollevamento d'autocarri, ma per una pompa azionata da un motore elettrico il
sistema non va bene;
il pistone considerato del tipo a semplice effetto, quindi pu effettuare la corsa di
ritorno solamente se montato in posizione verticale e se caricato con un peso
sufficiente a vincere tutte le resistenze che il liquido incontra per ritornare nel
serbatoio.
E' necessario perci passare ad analizzare un circuito nel quale la pompa
continuamente in azione (una pompa considerata volumetrica se la
portata costante indipendentemente dalle variazioni della pressione
nell'impianto) ed il cilindro comandato del tipo a doppio effetto, quindi pu
essere installato in qualsiasi posizione, essendo spinto dall'azione della pompa
nella corsa di ritorno.
Nello schema seguente possiamo notare due innovazioni essenziali rispetto a
quello precedente che ci consentono di eliminare rispettivamente gli
inconvenienti citati precedentemente: sono precisamente "la valvola di
sicurezza e la valvola distributrice.
La valvola distributrice posta in modo da realizzare il movimento in avanti
del pistone comandato. La valvola di sicurezza resta chiusa e tutta la portata
della pompa serve ad imprimere la necessaria velocit di spostamento del
pistone.
Quando il pistone arriva a fine corsa in avanti, cessa la sua richiesta di
portata d'olio, quindi la pompa che sempre in funzione e continua ad
erogare una determinata portata d'olio, fa rapidamente salire la pressione
nell'impianto fino al valore massimo consentito e determinato con la
taratura della valvola di sicurezza.
Trovandosi in queste ultime condizioni la valvola di sicurezza si apre e fa
scaricare nel serbatoio tutta la portata della pompa. Naturalmente in
questo caso tutta la potenza spesa per comprimere l'olio non ricuperata
con un lavoro utile, ma dissipata in calore proprio nel passaggio
attraverso la valvola di sicurezza.
Quando il pistone ha ultimato la corsa in avanti, nella cui posizione pu
anche restare fermo per diverso tempo, possiamo farlo ritornare nella
posizione indietro che possedeva inizialmente, disponendo la valvola
distributrice nella relativa posizione in cui si hanno dei collegamenti
incrociati rispetto a quelli iniziali.
Analogamente a quanto successo durante la corsa in avanti, anche ora
quando il pistone avr ultimato la propria corsa indietro, non ci sar pi
richiesta di portata a perci la mandata della pompa sar nuovamente
scaricata a serbatoio attraverso la valvola di sicurezza.
Oltre ai movimenti in avanti ed indietro, pu essere necessario ottenere I'arresto
del pistone in una qualsiasi posizione intermedia; in questo caso occorre utilizzare
una valvola distributrice che, oltre alle due posizioni rappresentate nelle figure
precedenti possieda una posizione nella quale siano bloccati tutti i collegamenti,
cio quelli tra la pompa e il cilindro e tra quest'ultimo e il serbatoio.
Anche in quest'ultimo caso, come nei due precedenti in cui il pistone ha ultimato la
propria corsa rispettivamente in avanti ed indietro, tutta la portata della pompa
scaricata nel serbatoio attraverso la valvola di sicurezza.
Elementi essenziali di un impianto oleodinamico
Filtri
Serbatoio
Scambiatori di calore
1
Schema di un impianto oleodinamico
Vantaggi
Grandi forze con piccoli
ingombri
Regolazione continua di forze e
velocit
Movimenti uniformi
Disponibilit di movimenti
lineari e rotanti
Comandi on/off e proporzionali
Elementi standard e modulari
Protezione dai sovraccarichi
Usura ridotta e lunga durata
Possibile risparmio e recupero
energetico
Vasta scelta di fluidi
Limiti
Perdite di carico per cadute di
pressione
Trafilamenti e perdite di portata
Dipendenza dalla temperatura
Minori velocit e costi maggiori
Filtrazione del fluido 2
Componenti di un impianto
oleodinamico
Motori
Serbatoio
Filtri
Scambiatori di calore
Pompe
Valvole
Controllo di pressione
Controllo di portata
Direzionali
Attuatori
Cilindri
3
Prerequisiti per un buon impianto
4
Serbatoio
5
Funzioni del Serbatoio
6
Requisiti del Serbatoio
I requisiti di un buon serbatoio sono dunque: Serbatoio
Contenimento del liquido idraulico
Scambiatore di calore
Separazione dellaria Tubo immerso
Deposito delle impurit (filtro) nellolio
Con il calore laria si scioglie nellolio e crea il
problema della cavitazione. Tubo sopra
Si tenga presente che lolio comprimibile al lolio
0,7 % ogni 100 bar. Se la pressione si abbassa
troppo oppure se lolio bolle, laria esce e si
forma una miscela aria-olio che, compressa
nella pompa, esplode. Pressione
atmosferica
Il livello dellolio nel serbatoio molto <1
importante per il caricamento della pompa, la
quale va tenuta tanto pi bassa quanto pi il 1 bar
battente fluidico basso
Il serbatoio viene utilizzato per assicurare il
>1
livello del liquido per unalimentazione
indisturbata della pompa
7
Dimensionamento del Serbatoio
8
Verifica del volume
9
Scambio termico
Per quanto riguarda la dissipazione di calore, si pu fare riferimento, in prima
approssimazione, alla seguente relazione:
dove:
La relazione indicata valida per serbatoi a forma di parallelepipedo i cui lati abbiano
rapporti di proporzionalit compresi fra i limiti 1:1:1 e 1:2:3.
11
Realizzazione del serbatoio
Una corretta esecuzione del serbatoio, con particolare riferimento a
impianti di media e grossa potenza funzionanti con continuit,
schematizzata in figura.
12
Aspetti rilevanti del serbatoio
Il serbatoio ispezionabile in ogni suo punto interno attraverso i due
portelloni laterali. Uno dei portelloni porta il bocchettone di caricamento,
provvisto di maglia metallica fine per trattenere eventuali corpi estranei
presenti nel fluido. Il tappo del bocchettone trattenuto per impedire
che cada durante le operazioni di riempimento e si sporchi.
Il serbatoio comunica con l'esterno attraverso uno sfiatatoio con filtro
d'aria incorporato. Nei circuiti in cui la differenza fra la portata prelevata e
quella resa pu essere momentaneamente elevata, lo sfiato d'aria
indipendente e di adeguate dimensioni, per impedire sovrappressioni
rispetto all'atmosfera. Negli altri casi, lo sfiato e il filtro sono incorporati
nel tappo di chiusura del bocchettone. In ambienti particolarmente
polverosi, risulta conveniente pressurizzare il serbatoio (pochi decimi di
bar). Tenere comunque presente che se il volume del serbatoio supera
25 lt. e la pressione supera 0,05 bar, occorre il collaudo dellASL.
Il serbatoio diviso longitudinalmente da un setto in lamiera, di altezza
pari a circa 2/3 del livello normale del fluido, la cui funzione di separare
la zona di aspirazione della pompa da quella di ritorno del fluido. In tal
modo simpedisce che il fluido caldo restituito dall'utenza sia subito
riaspirato dalla pompa, con un "cortocircuito" all'interno del serbatoio,
senza poter raffreddarsi e decantare eventuali sostanze inquinanti.
13
Aspetti rilevanti del serbatoio
Le tubazioni di ritorno e di aspirazione, ovviamente situate da parte
opposta rispetto al setto separatore, devono avere delle connessioni a
tenuta stagna, in modo da impedire l'ingresso di sostanze inquinanti, ma
al tempo stesso devono consentire un agevole smontaggio degli
eventuali filtri.
Le tubazioni di aspirazione e di ritorno, devono terminare al di sotto del
pelo libero minimo del serbatoio di unaltezza pari a circa 100 mm per
impedire la formazione di vortici che inglobano dell'aria nel fluido. Sia la
tubazione di aspirazione che quella di ritorno devono essere tagliate a
45 (col taglio orientato verso la parete in modo che il fluido aspirato o
scaricato la lambisca e si raffreddi) e devono terminare a un'altezza dal
fondo pari almeno a 1,5 volte il diametro, per evitare di rimuovere
eventuali sostanze sedimentate.
Lo scarico dei drenaggi deve terminare sopra il pelo libero massimo, al
fine di evitare contropressioni.
Il fondo del serbatoio deve essere concavo verso il centro o comunque
inclinato, da una parte, in modo da poter evacuare agevolmente la
condensa e lo sporco mediante lo scarico di fondo.
Il fondo del serbatoio deve essere rialzato rispetto al pavimento per
consentire la libera circolazione dell'aria ambiente e aumentare quindi il
calore dissipato.
14
Aspetti rilevanti del serbatoio
Per comodit di svuotamento, lo scarico di fondo provvisto di
tubazione chiusa da saracinesca. Per la stessa ragione, l'altezza
dello scarico del serbatoio rispetto al pavimento deve essere tale
da consentire l'uso di adatti recipienti.
Sul coperchio superiore del serbatoio sono normalmente
montate le valvole, i manometri e, generalmente anche, il gruppo
motore-pompa.
Per evitare che durante le operazioni di manutenzione di tali
apparecchiature il fluido versato sul serbatoio coli per terra,
opportuno che il coperchio sia a bacinella, dotato di rubinetto di
scarico.
Negli impianti destinati a funzionare in assenza di controllo
dell'operatore, o comunque in ogni caso se si vogliono realizzare
condizioni di sicurezza, bene installare nel serbatoio:
Due livelli elettrici di cui uno di minimo livello che fornisce un
segnale di allarme e un'altro posto al limite inferiore di salvaguardia
della pompa, che arresta il motore elettrico di azionamento.
Un termostato che controlli l'inserimento di riscaldatori, apertura
della valvola dell'acqua allo scambiatore di calore o allarme e arresto
dell'impianto nel caso di anomalo aumento della temperatura.
15
Sacche di compensazione
Per evitare l'emulsione di aria nell'olio, la formazione di condensa nel serbatoio e la
conseguente ossidazione provocata dal contatto aria/olio, la turbolenza e l'inquinamento
dell'olio in ambienti molto polverosi, sono state ideate delle sacche di compensazione. Il
principio di azione consiste nel separare il fluido idraulico contenuto nel serbatoio
dall'ambiente esterno, per mezzo di una sacca sintetica perfettamente deformabile.
17
Indicatori di livello
18
Indicatori di livello
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Indicatori con segnalazioni multiple
20
Indicatori con segnalazioni multiple
21
Regolazione degli indicatori di livello elettrici
22
23
FILTRAZIONE
24
Sistema di filtrazione
25
Controllo della contaminazione
26
Importanza della filtrazione
Luso pi diffuso di dispositivi di filtrazione ha notevolmente abbassato il
livello di contaminazione negli impianti oleoidraulici e ne ha migliorato
laffidabilit, ma rimane sempre spazio per un ulteriore miglioramento.
Il fattore pi importante che determina il livello di pulizia del sistema il
filtro e le sue caratteristiche.
La scelta dei filtri deve tenere conto della severit di impiego e dello
standard di manutenzione.
Il solo modo per sapere se la scelta dei filtri stata corretta verificare il
livello di contaminazione del fluido.
La maggior parte della contaminazione nei sistemi oleoidraulici viene a
formarsi durante la costruzione o generata dal sistema in movimento.
Non stato invece provato che lingresso di contaminante dallambiente
esterno sia cos importante come si pensava precedentemente. Mentre
una notevole quantit di contaminante pu venire aggiunta nella fase di
riempimento o di rabbocco del sistema del fluido.
Il rischio di danni o guasti prematuri pu essere sostanzialmente ridotto
con una particolare cura ed attenzione alla pulizia durante la costruzione
e linstallazione del sistema.
Una manutenzione efficace di vitale importanza per laffidabilit dei
sistemi oleoidraulici.
27
Tolleranze critiche dei componenti
La principale causa di
malfunzionamento nei sistemi
oleoidraulici la presenza di
particelle contaminanti solide.
La sensibilit dei componenti
alle particelle di contaminazione
solida legata alle tolleranze di
lavorazione dei componenti
stessi, ai livelli di pressione
raggiunti nel sistema e a
quantit, tipo e composizione
del contaminante.
28
I danni dovuti alla contaminazione
Danno catastrofico
poche particelle di grandi dimensioni o molte di piccole
dimensioni entrano in un componente bloccando gli elementi
pompanti o incollando il cursore di una valvola
Danno momentaneo
il contaminante interferisce momentaneamente nella funzione di
un componente, ma lavato via quando il cursore viene mosso
in unaltra posizione, oppure quando una particella contaminante
impedisce ad una valvola ad otturatore di chiudere
completamente ma viene rimossa durante loperazione
successiva
Danno da usura
generalmente si manifesta in un tempo piuttosto lungo con una
perdita graduale di prestazioni
le cause principali sono la normale usura interna del componente,
lerosione da cavitazione e lerosione causata dalle particelle di
contaminante incluse nel fluido che scorre a velocit elevata. Se il
danno da usura non viene tenuto sotto controllo, pu portare ad un
danno catastrofico
29
Contaminazione
LIQUIDA
La presenza di acqua causa il 20% dei guasti nei sistemi
oleoidraulici
GASSOSA
Un olio minerale a riposo, osservato attraverso un bicchiere,
risulta limpido e privo di bolle di aria, ma contiene una
percentuale di aria in soluzione compresa tra il 7% e 9%
SOLIDA
Generalmente costituita da particelle di:
silice, metallo brillante generato di recente (degrado in corso),
metallo scuro, generato da tempo ed ossidato a contatto con laria
plastica, elastomeri, fibre
30
Le cause della Contaminazione
LIQUIDA
rabbocchi
condensazione dellumidit presente nellaria
ingresso attraverso gli steli bagnati dei cilindri
trafilamenti degli scambiatori di calore acqua-olio e dei coperchi
dei serbatoi
GASSOSA
Eccesso daria, progetto insufficiente o fughe daria
SOLIDA
Tolleranze dei componenti, lavorazioni meccaniche, fusione,
saldature, assemblaggio, generazione
componenti in movimento, degrado del fluido, erosione
olio nuovo, steli dei cilindri, respirazione del serbatoio,
smontaggio e rimontaggio, rabbocchi e travasi
31
Contaminazione liquida
Il limite massimo di ammissibilit di acqua negli oli idraulici
400ppm, oltre questo valore si creano le emulsioni. Se le
particelle di acqua raggiungono dimensioni di 34m, lacqua
presente nel liquido diventa libera e si deposita sul fondo (nel
caso di un liquido minerale) o in superficie (nel caso di un
liquido sintetico). La solubilit dellacqua nellolio o nel limite
di saturazione aumenta con laumentare della temperatura e
della pressione, il valore di incremento dipende dal pacchetto
di additivi dellolio.
La presenza di acqua nel fluido provoca:
degradazione del fluido mediante la precipitazione degli additivi,
riduzione del film lubrificante, lacqua si sostituisce allolio nelle
superfici di contatto in quanto ha una tensione superficiale
maggiore,
varia la rigidit dielettrica degli oli dielettrici,
alla presenza di contaminanti metallici e di aria aumenta il
processo di ossidazione
32
Contaminazione liquida
33
Contaminazione gassosa
Un olio minerale a riposo che osservato attraverso un bicchiere
risulta limpido e privo di bolle di aria contiene una percentuale di aria
in soluzione compresa tra il 7% e 9%.
La presenza di aria nellolio causa:
ossidazione dellolio e delle particelle di contaminante di natura metallica
(che agiscono da catalizzatore nel processo di ossidazione del fluido)
cavitazione delle pompe, il rumore di cavitazione si ripercuote sullintero
circuito.
Nelle zone di impatto tra le bolle daria e le pareti interne della pompa,
limplosione delle particelle libera energia termica (fino 800C).
La solubilit dellaria nellolio con laumentare della pressione:
decomprimendo lolio diminuisce la quantit di aria in esso disciolta per
questo un certo volume di aria diviene libero. Per evitare il fenomeno di
cavitazione delle pompe si pressurizza il serbatoio aumentando la
solubilit dellaria nellolio.
Le soluzioni possono essere
pompa di sovralimentazione,
membrana di compressione,
filtri air eliminator
34
Relazione tra un filtro e laria disciolta in un
liquido
Quando un liquido attraversa un elemento filtrante
fine, il moto del liquido passa da turbolento a
laminare permettendo allaria disciolta di liberarsi.
Il metodo pi efficace per eliminare laria dallolio
lutilizzo di un filtro di grandi dimensioni e di forma
allungata, munito di una valvola di sfiato sul fondo
del contenitore, montato con il contenitore rivolto
verso lalto e posizionato nella parte pi in alto
rispetto allintero sistema.
Utilizzando il filtro su linee di ritorno non sar
richiesta unelevata resistenza rispetto alla
pressione.
35
Contaminazione solida
36
Interazioni in parti in movimento
Le particelle di dimensioni inferiori alla tolleranza tra le parti in
movimento erodono le superfici soprattutto gli spigoli. Infatti,
interagiscono contemporaneamente con entrambe le superfici,
provocando ulteriore contaminazione generata dalla
disintegrazione delle parti in movimento. Il fenomeno
risultante la degradazione del componente.
Le particelle di dimensioni uguali al gioco (quindi in contatto
con entrambe le superfici del corpo) abradono le superfici. La
conseguenza la degradazione del componente.
Le particelle di dimensioni superiori al gioco non dovrebbero
entrare nei giochi stessi ma possibile che imbocchino
creando un blocco del componente. La conseguenza la
rottura del componente ed uneventuale danno catastrofico
37
Dimensioni indicative di piccole particelle
39
Filtri
40
Corpo filtro
41
Elementi filtranti
E possibile suddividere i tipi di filtrazione in tre gruppi:
Elementi filtranti ad osmosi
I filtri ad osmosi sono costituiti da membrane semipermeabili,
che si lasciano attraversare esclusivamente da acqua. Il principio
dellosmosi invertita utilizzato per separare le fasi dei liquidi ad
alto contenuto di acqua.
I filtri ad osmosi inversa necessitano di una pressione di lavoro,
per rompere lemulsione, di 1015 bar, per migliorarne le
caratteristiche di durata consigliabile utilizzare una
prefiltrazione con filtri convenzionali.
Elementi filtranti di profondit
I filtri che utilizzano elementi filtranti di profondit trattengono il
contaminante solido
Elementi filtranti di superficie
Il principio di filtrazione prevalente lintercettazione meccanica,
questo tipo di filtrazione poco influenzabile dai parametri del
sistema ed identificato come ritenzione positiva
42
Elementi filtranti di profondit
43
Elementi filtranti di profondit
Gli elementi filtranti di profondit sono costituiti da:
fibra di vetro
cotone in fiocchi
letti di sabbia, tipico per la potabilizzazione dellacqua,
terre di datomee, alghe con guscio di silice rinforzato,
terre folloniche,
cascami, lana e stoffe,
schiume
filo avvolto, filo avvolto su un fuso; il grado di filtrazione dipende dal passo e dal
diametro del filo; sintasano rapidamente,
cartoni speciali, amianto caricato elettricamente; solitamente seguiti da un filtro
convenzionale per fermare le fibre di amianto rilasciate.
I problemi legati ai filtri di profondit sono numerosi:
scarico (unloading), le fibre con molte particelle trattenute tendono a staccarsi dal
setto,
canalizzazione (channelling), il flusso predilige i canali con foro maggiore,
migrazione del setto
non possibile eseguire la prova di punto bolla.
44
Elementi filtranti di superficie
Il principio di filtrazione prevalente lintercettazione meccanica,
questo tipo di filtrazione poco influenzabile dai parametri del
sistema ed identificato come ritenzione positiva.
Gli altri metodi di filtrazione, chiaramente dipendenti dai parametri
del sistema oleoidraulico quali la portata, la viscosit del fluido, la
concentrazione ed il tipo di contaminante sono praticamente nulli.
Gli elementi filtranti di superficie sono costituiti da:
Metalli
reti a maglia quadra
reti a maglia non quadra
sinterizzati, polveri metalliche trattate con leganti
feltri metallici per impieghi ad alte pressioni e temperature
Altri
carta, impregnata e non, il diametro delle fibre di cellulosa 20 micron e
non uniforme
tessuti sintetici
fibre inorganiche impregnate
membrane
45
Elementi filtranti di superficie: rapporto R
46
Componenti del sistema di filtrazione
Valvola di by-pass anche a flusso inverso
trasmissioni a circuito chiuso con inversioni di flusso
Indicatore dintasamento
Servono a sorvegliare lintasamento dellelemento filtrante e si
differenziano in relazione alle caratteristiche costruttive e
funzionali
Indicatore di pressione assoluta
Misura la pressione esistente nel corpo del filtro rispetto alla
pressione atmosferica istantanea (montati quasi esclusivamente
sui filtri di ritorno la cui uscita porta direttamente al serbatoio)
Indicatore di pressione differenziale
Misurano la differenza di pressione tra lato contaminato e lato
filtrato, senza considerare il valore della pressione atmosferica. Il
corpo dellindicatore deve essere in grado di sostenere la
pressione di esercizio del corpo del filtro. La pressione
differenziale indicata non dipende dalla pressione istantanea di
esercizio agente sul filtro. (usati sui filtri di mandata)
47
Elaborazione del segnale dellindicatore
Elaborazione ottica.
In questo caso il raggiungimento della pressione di taratura
viene segnalato dalla comparsa di un indice rosso oppure
tramite manometro.
Elaborazione elettrica.
Per utilizzare il segnale dellindicatore per comandi di macchina
o su quadri elettrici si ricorre ad indicatori ad uscita elettrica, che
possono essere installati anche in zone difficilmente accessibili
giacch il segnale elettrico uscente pu essere sfruttato nei modi
pi diversi.
Elaborazione elettronica.
Per impieghi particolari sono disponibili indicatori di
intasamento di tipo elettronico, che si usano soprattutto in
condizioni di esercizio dinamiche. Questo tipo di indicatore non
reagisce fino a una temperatura di esercizio prefissata, ad
esempio 30C ed ignora le punte di pressione di durata efficace
inferiore a 10 secondi. Lindicatore elettronico consente una
manutenzione preliminare del filtro perch indica la pressione
differenziale istantanea della cartuccia.
48
Grado di Filtrazione
MULTI-PASS TEST
Il metodo universalmente
accettato nellindustria per
definire il grado di filtrazione
secondo ISO 4752, effettuato con
un banco prova appositamente
attrezzato.
Metodo di prova per confronto
il fluido contaminato viene fatto
passare pi volte attraverso il
filtro, ed ogni volta le particelle
di eguali dimensioni sono
contate elettronicamente a
monte e a valle del filtro
I risultati della prova sono
espressi sotto forma di
Rapporto Beta ()
49
Rapporto Beta ()
x - 1
Efficienza % = %
x
52
Simbologia dei filtri
B
B
Con by-pass e
con indicatore
Filtro elettrico di
intasamento
A
A
B Senza by-
B
pass ed con
Filtro con indicatore
by-pass ottico di
A A intasamento
B B
Filtro con by- Senza by-
pass e con pass e con
indicatore indicatore
ottico elettrico di
intasamento intasamento
A A
53
Disposizione dei Filtri in un circuito
Sulla Mandata
Attacco per
lUtenza
In linea
sullaspirazione In linea sullo scarico
Immerso in Immerso e
aspirazione semisommerso nello
scarico
54
Inserimento del filtro
INGRESSO DALLE
TENUTE DEGLI FILTRO SULLA
STELI DEI MANDATA
MARTINETTI
In un impianto un filtro ha 4
principali inserimenti:
VALVOLA DI CONTROLLO
DIREZIONALE
FILTRO SULLASPIRAZIONE
1. sull'aspirazione della
DELLA POMPA
pompa
2. in linea alla mandata
FILTRO SUL
RITORNO
3. sulla condotta di
LA POMPA FRANTUMA LE
IMPURITA ESISTENTI E NE
GENERA ALTRE scarico
FILTRO FUORI
LINEA 4. fuori linea
INGRESSO DELLO
SFIATATOIO
INGRESSO SUL
RIEMPIMENTO
IMPURITA
OLIO INIZIALI
IMPURITA IN
INGRESSO
55
Filtri in Aspirazione e Mandata
56
I FILTRI SUL RITORNO
57
FILTRAZIONE FUORI LINEA
59
Requisiti dei filtri
Un elemento filtrante di Caratteristiche inalterate in un
robustezza adeguata e che non sufficiente campo di temperature
rilasci il contaminante (tenendo presente la variazione
accumulato di viscosit del fluido)
Unadeguata capacit di
Capacit di resistere a picchi di
ritenzione del contaminante
pressione senza rotture e senza
Dimensioni adeguate alla by-pass dellelemento filtrante
massima portata richiesta
Compatibilit con i componenti
Bassa caduta di pressione
relativa alla portata (cio basso standard dellimpianto
rapporto caduta di Basso costo
pressione/portata)
Dimensioni compatte
Bassa caduta di pressione:
componenti adatti e compatibili Basso peso
per lutilizzo con il fluido da
usare
60
Guida alla scelta dei filtri
61
I. Esame dei singoli operativi del sistema e
calcolo del coefficiente risultante
A. SENSIBILITA DEI COMPONENTI ALLA
CONTAMINAZIONE
B. PRESSIONE DI ESERCIZIO E CICLO DI LAVORO
C. CONDIZIONI AMBIENTALI
D. DURATA RICHIESTA
E. ASPETTI ECONOMICI (relativi ai componenti)
F. ASPETTI ECONOMICI (operativi)
G. ASPETTI RELATIVI ALLA SICUREZZA
62
II. Scelta del grado di filtrazione assoluta richiesto
dal sistema in base al coefficiente calcolato.
26
25
COEFFICIENT E RISULTANTE 24
23
22
21
20
19
18
17
16
15
14
13
12
11
10
9
2 3 5 10 15 20 25 30 40 50
GRADO DI FILTRAZIONE ASSOLUTA (BX 75)
64
FILTRI IN ASPIRAZIONE
La pompa pu essere il componente del sistema pi sensibile
alla contaminazione ed il solo modo di proteggerla dalle
particelle di dimensioni critiche quello di rimuoverle usando
un filtro in aspirazione.
Lelemento di un filtro in aspirazione deve avere una superficie
filtrante particolarmente abbondante rispetto a quella dei filtri
posizionati in altre parti del sistema; una perdita di carico
superiore a 0,1 bar pu, infatti, causare seri danni a causa
della cavitazione e perci bisogna sempre considerare, nel
dimensionamento di un filtro in aspirazione, gli effetti della
variazione di viscosit nelle partenze a freddo.
Per sicurezza, bene verificare sempre le raccomandazioni
del costruttore della pompa prima di montare un filtro in
aspirazione. Un filtro grossolano sulla linea di aspirazione pu
svolgere unefficace azione di protezione della pompa dalle
particelle di grandi dimensioni. I filtri in aspirazione hanno
normalmente un grado di filtrazione da 60 a 250 e di solito
sono montati allinterno del serbatoio.
65
FILTRI IN PRESSIONE
66
FILTRI SUL RITORNO
68
FILTRAZIONE A RICIRCOLO
69
SFIATI ARIA
Per effetto del prelievo o del ritorno di fluido nel serbatoio e in
conseguenza delle variazioni di temperatura il livello del fluido nel
serbatoio subisce continue variazioni.
Di conseguenza una certa quantit daria deve essere aspirata nel
serbatoio o espulsa dallo stesso.
In determinate condizioni ambientali questo processo pu provocare
laspirazione nel serbatoio di aria fortemente inquinata da particelle,
che in tal modo entrano nel fluido.
Per isolare il serbatoio dalla contaminazione ambientale occorre
montare sullo stesso dei FILTRI DI AERAZIONE, il cui grado di
filtrazione deve concordare con il valore minimo del grado di
filtrazione dei filtri del fluido. Ci significa che se in un sistema
oleodinamico previsto un filtro per fluido con grado di filtrazione
3m, anche il filtro di aerazione da installare deve avere un grado di
filtrazione, riferita allaria di 3m.
Questo criterio di dimensionamento raccomandato dalla norma
CETOP RP 98H. Nei serbatoi di dimensioni minori laerazione avviene
attraverso il filtro di riempimento olio che funge anche da filtro aria,
anche se, in effetti, questo criterio andrebbe possibilmente evitato.
70
Requisiti dei filtri di aerazione
71
Calcolo dei filtri di aerazione del serbatoio
72
Dimensionamento del filtro
73
IV. Determinare il coefficiente ambientale.
74
V. Scelta del tipo e dellesecuzione dei
filtri da usare
Filtro Elemento filtrante
Pressione di Portata
Filtro tipo Esecuzione A03 A06 A10 A25 P10 P25 M10 M25
esercizio max bar l/min
IN PRESSIONE
35 1000 LMP In linea
110 80 FMP In linea
420 420 FHP In linea
315 45 FHM A piastra
SUL RITORNO
3 800 MPF Semi immerso
7 150 MPT Semi immerso
20 1000 FRI In linea
20 1000 FRI Semi immerso
7 1000 MPH Semi immerso
SUL RITORNO (SPIN ON)
75
Scambiatori di calore
76
Scambiatori di calore
77
Scambiatori ad acqua
Lo scambiatore ad acqua costituito da un fascio di tubi avvolti da un mantello
cilindrico.
L'acqua di raffreddamento
circola all'interno dei tubi e il
fluido tra tubi e mantelli, o
viceversa.
78
Scambiatori ad acqua
79
Scambiatori ad aria
Nell'ambito degli impianti oleoidraulici industriali fissi sono impiegati solo
eccezionalmente, e in ogni caso limitatamente agli impianti di piccola potenza,
mentre sono dimpiego universale sulle installazioni mobili.
80
Installazione degli scambiatori
81
Installazione degli scambiatori
82
Pompe e Accumulatori
Pompe
Motori Elettrici
Accumulatori
1
Osservazione preliminare
2
Diverse categorie di componenti:
aspetti funzionali ed applicativi
3
Un concetto di base
In un circuito oleodinamico in cui una pompa volumetrica genera una
portata circolante Q=cost (in prima approssimazione), il valore della
pressione alla bocca di mandata della pompa dipende dalle resistenze
che il fluido incontra nel circuito a valle, fino al serbatoio.
Nel caso in esame, ci sono solo resistenze di tipo distribuito.
Pressione
Portata
4
Aspetti caratterizzanti del funzionamento
Lintroduzione di una resistenza concentrata provoca un innalzamento del
valore di pressione alla bocca di mandata della pompa A valori diversi della
resistenza R, corrispondono valori diversi della Pressione.
Pressione
Portata
5
Aspetti caratterizzanti del funzionamento
Pressione
Il valore della pressione che si
genera alla bocca di mandata
della pompa dipende, oltre che
dalla somma delle resistenze
distribuite o concentrate, anche
dal valore del carico resistente
applicato allattuatore
Portata
Q = v . S = cost.
v=Q/S
6
POMPE
7
POMPE
8
Caratteristiche principali delle pompe
volumetriche
I parametri e le prestazioni fondamentali delle
pompe volumetriche sono:
Cilindrata [V]
Portata [Q]
Pressione [p]
Velocit di rotazione []
Potenza idraulica [PI]
Rendimento globale []
Durata
9
Cilindrata e portata
Cilindrata [V]
Si esprime in cm3 e rappresenta il volume ideale di liquido che
attraverserebbe la pompa, in mancanza di trafilamenti e difetti di
riempimento, in corrispondenza ad una rotazione completa dellalbero;
nel caso pi semplice di una pompa a pistoni, essa data dal prodotto
della sezione del cilindro per la corsa del pistone e per il numero dei
cilindri.
Portata [Q]
Si esprime in l/min ed proporzionale al prodotto della cilindrata per la
velocit di rotazione secondo un coefficiente di proporzionalit che
prende il nome di Rendimento volumetrico e che esprime il rapporto
tra la portata effettiva e quella teorica consentita dalla cilindrata e tiene
pertanto conto delle perdite idrauliche dovute a:
Difetti di riempimento nella fase di aspirazione
Trafilamenti dalle parti ad alta pressione a quelle a bassa pressione
Non perfetta incomprimibilit del fluido
Q v V 10 3
Il fattore 10-3 serve per la conversione dei cm3 in dm3
10
Pressione e Velocit
Pressione [p]
Si esprime in bar; i costruttori forniscono i valori seguenti:
Pressione nominale
Pressione ammessa per servizio continuo a velocit nominale che garantisce
la durata nominale
Pressione massima
Ammessa in caso di funzionamento intermittente
Pressione minima
La minima di funzionamento
Velocit di rotazione []
Si esprime in giri/min; i costruttori forniscono i valori seguenti:
Velocit nominale
velocit ammessa per servizio continuo alla Pressione nominale che
garantisce la durata nominale
Velocit massima (o di punta)
legata alle caratteristiche meccaniche della pompa, alla generazione di calore
per attrito e alla possibilit della cavitazione
Velocit minima
legata alle esigenze di un minimo rendimento volumetrico e al mantenimento
di una minima forza centrifuga
11
Potenza e Rendimento globale
Potenza idraulica [PI]
Si esprime in Kw ed data dal prodotto della portata Q in
l/min per la pressione p in bar:
PI = 1,66 . 10-3 Q p [Kw] [(10-3 / 60) . 105 watt]
Rendimento globale []
T= V . M = PI / PM
Esprime il rapporto tra la potenza idraulica conferita al
liquido dalla pompa e la potenza meccanica prelevata
dallalbero del motore
Potenza meccanica [PM]
la potenza che occorre fornire allalbero della pompa
per ottenere la potenza idraulica PI
PI Q p
PM 1,66 10 3
T T
12
Classificazione delle Pompe
13
Pompe non-volumetriche
14
Pompe centrifughe e ad elica
In generale, il campo
caratteristico dimpiego delle
pompe non volumetriche
costituito dagli impianti che
richiedono elevati valori di
portata e modesti valori di
pressione (ad esempio Pompa centrifuga
distribuzione dell'acqua)
Per le ragioni indicate, esse
non sono idonee per
l'impiego nei circuiti di
potenza degli impianti
oleoidraulici
Pompa ad elica
15
Curva caratteristica di funzionamento
Strozzando la mandata di una pompa di questo tipo, all'aumentare della
pressione aumentano i trafilamenti interni, ossia la portata cortocircuitata fra
mandata e aspirazione, in modo che il funzionamento della pompa non
impedito. La portata erogata quindi notevolmente influenzata dalla pressione
di mandata, e viceversa, per cui la curva caratteristica di funzionamento, ossia il
legame portata-pressione, di una pompa centrifuga assume l'aspetto indicato in
figura (la velocit di rotazione costante).
16
Rendimento volumetrico delle pompe non
volumetriche
In ogni caso i notevoli trafilamenti interni fanno s che il
rendimento volumetrico, e quindi quello globale, delle pompe
non volumetriche sia molto legato alle condizioni desercizio e
in ogni caso sempre piuttosto basso (0,5 0,7).
In generale, il campo caratteristico dimpiego delle pompe non
volumetriche costituito dagli impianti che richiedono elevati
valori di portata e modesti valori di pressione (ad esempio
distribuzione dell'acqua).
Per le ragioni indicate, esse non sono idonee per l'impiego
nei circuiti di potenza degli impianti oleoidraulici, nei quali
sono talvolta utilizzate esclusivamente per alimentare sotto
battente le pompe volumetriche, onde evitare che queste
vadano in cavitazione.
17
Pompa centrifuga senza diffusore
Esistono due tipi comuni di pompe centrifughe, con o senza diffusore. La figura illustra
il principio di funzionamento della pompa centrifuga del tipo senza diffusore. Essa
essenzialmente composta da una camera di pompaggio circolare con un foro centrale
per l'aspirazione e un foro periferico per la mandata, e da una girante, composta da un
certo numero di palette inclinate, posta nella camera di pompaggio. Di solito le palette
sono inclinate nel senso contrario al senso di rotazione.
Il funzionamento il seguente: il liquido entra nella camera di pompaggio dal foro
centrale ed trascinato dalle palette della girante in movimento; la forza centrifuga lo
spinge verso l'esterno ad una velocit e il carter di contorno lo dirige verso il foro
duscita.
18
La pompa centrifuga con diffusore
La pompa centrifuga con diffusore possiede in pi una serie di pale fisse che
formano il diffusore. La curvatura di queste pale diretta in senso inverso a
quello imposto alle pale della girante. Il diffusore serve a ridurre la velocit del
liquido, a diminuire le fughe interne e ad aumentare la potenza d'uscita della
pompa. Le pompe centrifughe sono generalmente utilizzate nelle applicazioni
con grandi portate e pressioni relativamente basse. Si possono anche utilizzare
pi pompe in serie, collegando il foro duscita di una con il foro daspirazione
dell'altra. Tale disposizione permette di ottenere pressioni pi elevate.
19
Pompe ad elica
20
Classificazione delle pompe volumetriche
21
P
Pompe volumetriche
Generalmente le pompe volumetriche possono essere a T
cilindrata fissa o a cilindrata variabile.
Il valore della cilindrata di una pompa dipende dalla posizione
relativa esistente fra le differenti parti interne del meccanismo
di pompaggio.
In una pompa a cilindrata costante questa relazione non pu
essere modificata. Quindi, perch sia possibile regolare ad un
valore dato la portata in un tratto di circuito, bisogna utilizzare
una valvola adeguata montata sul circuito stesso (regolatore
di flusso unidirezionale), non possibile cambiare la portata
della pompa se non modificando la sua velocit di
funzionamento.
In una pompa a cilindrata variabile vi un dispositivo di
regolazione incorporato, che controlla la posizione relativa
degli elementi interni del meccanismo. Naturalmente la portata
di una pompa a cilindrata variabile pu essere anche
modificata dalla variazione della velocit di funzionamento
della pompa; tale modo di procedere non tuttavia
consigliabile.
22
Classificazione delle
Pompe volumetriche
23
P
Pompe alternative
In queste pompe il trasporto del Allorch il pistone si muove T
fluido dall'aspirazione alla verso destra, la sfera (2) resta
mandata realizzato col premuta contro la sua sede
movimento alternativo di un bloccando l'aspirazione, mentre
pistone. la spinta del liquido fa sollevare
Questa pompa composta da un la sfera (3) e il liquido pu cos
cilindro in cui scorre un pistone essere espulso dal cilindro
mosso da moto alternativo, nel attraverso la valvola di mandata.
quale sono ricavate le sedi delle
valvole daspirazione e di
mandata.
Quando il pistone (1) si muove
verso sinistra, il vuoto parziale
che si crea nella camera di
destra sposta la sfera (2) dalla
sua sede aspirando il liquido nel
cilindro attraverso la valvola.
A questo tipo di pompe appartengono sistemi ad azionamento manuale.
24
POMPE ROTATIVE
25
P
Pompe ad ingranaggi
T
Si distinguono nei tipi ad
ingranaggi esterni o interni; in
entrambi i casi, la dentatura pu
essere diritta o elicoidale
Sono realizzate solo nel tipo a
cilindrata costante
E' il tipo di pompa pi diffuso,
per la sua semplicit costruttiva
e quindi il costo limitato
La successione dei vani fra i
denti nella camera
dalimentazione A crea una depressione che consente alla pressione
atmosferica premente sul pelo libero del serbatoio di fare rimontare il
liquido nella condotta daspirazione, farlo entrare nella camera stessa e
riempire il vuoto dogni vano
Con la rotazione degli ingranaggi, il liquido, imprigionato fra i denti e la
carcassa che li avvolge, forzato verso la camera di mandata M, dalla quale
espulso per effetto della penetrazione dei denti nei vani corrispondenti
della controruota
26
Portata e curva caratteristica
La portata teorica di una pompa a La curva caratteristica di una pompa
due ingranaggi esterni a denti diritti rappresenta landamento della
data dalla relazione: pressione in funzione della portata e
Q = m . dP . b . . 10-3 [dm3 /s] confrontando una pompa centrifuga
con una pompa ad ingranaggi si
dove: ottiene il seguente grafico:
m = modulo della dentatura in mm
dP= diametro primitivo della
dentatura in mm. [d = mz] Pressione di mandata
Pompa ad
= velocit di rotazione in rad/s
ingranaggi
b = larghezza del dente in mm
z = numero dei denti
Pompa centrifuga
Dal punto di vista del cilindro
utilizzatore, poich la pompa a
portata costante e la velocit
impressa al pistone costante:
v=Q/S
Portata Q
27
Grandezze caratteristiche di una pompa
volumetrica
Fluido in uscita alla bocca di
mandata
Albero di ingresso del moto
con velocit angolare
QT = c 28
Grandezze caratteristiche di una pompa
volumetrica
Portata volumetrica effettiva
Volume effettivo di fluido trasferito dalla bocca di aspirazione a
quella di mandata nellunit di tempo
QE = v c = QT
Rendimento volumetrico v originato da
Imperfetto riempimento dei volumi attivi
Trafilamenti interni di fluido
Effetti di compressione del fluido
Imperfetto svuotamento dei volumi attivi
Il rendimento volumetrico peggiora al crescere della differenza di
pressione tra aspirazione e mandata
Peggiora allaumentare della temperatura del fluido, cio per valori
di viscosit cinematica troppo bassi (aumento dei trafilamenti)
Peggiora al diminuire della temperatura sotto a certi valori
(aumento eccessivo della viscosit cinematica che ostacola le
operazioni di riempimento e svuotamento dei volumi attivi)
29
Parametri meccanici
Pressione alla bocca di uscita pu
Salto di pressione p
Variazione del livello assoluto di pressione tra bocca di mandata e
bocca di aspirazione
Coppia motrice teorica richiesta
Proporzionale al prodotto della cilindrata per il salto di pressione
M mt = c p
30
Coppia motrice effettiva richiesta
Mmt coppia motrice teorica
Mme coppia motrice effettiva
Mmt
Rendimento meccanico m
Mme
31
Potenza meccanica effettiva
c p p Q T p QE
Pme Mme
m m m V
PH = Q x p
Infatti essendo:
Q=vS
p=F/S
33
Rendimento globale
t = Ph / PMt
Da cui PMt = Ph / t
34
Determinazione del motore elettrico
Stabilita la portata e la pressione massima (superiore di almeno il 20% di
quella di funzionamento dellimpianto e quindi di apertura della valvola
limitatrice di pressione), si pu calcolare la potenza idraulica richiesta
PH = Q . p e se Q si misura in l / min=10-3/60
e p si misura in bar = 105Pa = 105N/m2
Q p
PH w 100000 10
0,6 60000 6
Q p Q p 1
PH kw 1w
1000
kw
0,6 1000 600
Se m il rendimento della pompa, la potenza idraulica complessiva
richiesta sar
PHT = PH / m
Il motore elettrico dovr essere in grado di fornire quindi la potenza
PME = PHT = PH / m = Q . p / (m .600)
Che ad esempio per una pompa ad ingranaggi sarebbe:
PME = Q . p / (0,8 .600) = Q. p / 480 [kw]
35
Esercizi
Es. 1
Determinare la potenza meccanica necessaria ad una pompa che
deve erogare una portata di 100 l/min alla pressione di 50 bar
con un rendimento volumetrico di 0,85 ed un rendimento
meccanico di 0,75.
Es. 2
Una pompa eroga 40 l/min alla pressione di 60 bar, sapendo che
ha un rendimento totale pari a 0,85, calcolare la potenza
meccanica e quella perduta.
Formule di riferimento
PH p Q E p Q E
Pme T mv
m v m v 600 T
Potenza perduta = Potenza meccanica potenza idraulica
36
Soluzioni
Es. 1 50100
PH 600
8,3kw
T M V 0,85 0,75 0,64
PH
Pme 13kw
T
Pp Pme PH 13 8,3 4,7kw
Es. 2
6040
PH 600
4kw
PH 4
Pme 4,7kw
T 0,85
Pp Pme PH 4,7 4 0,7kw
37
POMPE ad INGRANAGGI
38
Pompe a PALETTE
39
Pompe a palette a portata costante
La pompa a palette costituita
essenzialmente da: Camere di
aspirazione
un rotore cilindrico, calettato A e A1
sull'albero motore, recante
delle cave radiali nelle quali
scorrono con precisione delle
3
alette a sezione rettangolare
un anello fisso o statore, 4
eccentrico rispetto al rotore,
anch'esso a sezione circolare e 1
sistemato all'interno del corpo 2
della pompa
Il funzionamento si basa sul
trasporto di un fluido racchiuso
tra le palette, dalla zona di Camere di
aspirazione a quella di mandata, mandata B e B1
con le palette che mantengono la
loro aderenza al profilo interno
dello statore
40
Pompa a palette a CILINDRATA VARIABILE
41
Pompe a palette a portata variabile
Il trasferimento del fluido avviene secondo il principio precedentemente descritto
per le pompe a palette a portata fissa, con la variante che lo statore un anello
circolare concentrico, mentre il rotore con palette lo stesso visto in precedenza.
Lanello statore 4 mobile ed tenuto spostato in posizione eccentrica, rispetto
allasse del rotore 2 che fisso, da una molla 9 o da un servocomando 9 di
pressione. La forza sia della molla che del servocomando e variabile: possibile
quindi regolare la pressione di esercizio al valore desiderato mediante la vite o il
pomello 10.
La pressione che si genera
nellimpianto agisce anche sulla
superficie dello statore con
conseguente forza in direzione
della molla. Quando questa forza
diventa maggiore di quella della
molla, lo statore si sposta dalla
sua posizione, leccentricita
diminuisce fino ad annullarsi. Si
ha quindi una portata nulla ed
una pressione pari al valore
massimo di taratura.
42
Vantaggi delle pompe a palette a
portata variabile
Tenendo presente che la potenza sviluppata da una pompa
direttamente proporzionale alla portata che eroga, se si riduce la
richiesta di portata si diminuisce anche la potenza erogata
43
Pompa rotativa a pistoni radiali
4 1 2 3 5 6
1 rotore
2 pattino idrostatico
3 corona o pista eccentrica interna
4 distributore
5 pistone
6 albero dingresso
44
POMPE a VITE
Cilindrata fissa
Cilindrata 5-50 cm3/rad
max fino a 600 rad/s
Rendimento complessivo elevato (0,70-0,85)
Costo elevato
Filtraggio sotto i 90 m
Bassa rumorosit
Bassa irregolarit di portata
45
Pompe a Pistoni
Concetti generali
generazione di portata complessiva mediante somma
delle portate istantanee erogate dai singoli pistoni
Moto lineare alternativo di ogni pistone ottenuto mediante
trasformazione del moto rotatorio di un organo di
ingresso
Possibilit di variazione della cilindrata solo con soluzioni
idonee a consentire la variazione di corsa nel moto dei
pistoni
Grado di irregolarit della portata dipendente da:
Legge di moto di ogni pistone
Numero dei pistoni che contribuiscono alla portata totale
Sfasamento temporale tra le leggi di erogazione di portata
relative ai vari pistoni
46
Caratteristiche generali delle pompe a pistoni
47
Pompe a pistoni assiali
48
Schema costruttivo
49
Pompe a pistoni assiali
50
Pompe a pistoni radiali
1 - Pompe a cilindrata fissa
Organo di comando rotante, blocco cilindri stazionario
51
Simboli delle pompe
produce
mandata
energia
P
POMPA A
PORTATA Forza motrice
COSTANTE
T tank serbatoio
aspirazione
mandata
P power pompa
POMPA A
PORTATA Forza motrice
VARIABILE
T
aspirazione
52
Cavitazione
53
Effetti negativi e contromisure
54
Provvedimenti contro la cavitazione
55
MOTORI ELETTRICI
56
MOTORE ELETTRICO
58
Motori asincroni
59
Generazione campo magnetico rotante
60
Il motore asincrono trifase
Il campo magnetico rotante
Il motore asincrono trifase una macchina
elettrica rotante costituita da uno statore
fisso e da un rotore. Nello statore sono
posizionati tre avvolgimenti uguali, i cui
assi geometrici risultano radiali e
reciprocamente spostati di 120. Gli
avvolgimenti vengono alimentati da una
terna di tensioni alternative sinusoidali
elettricamente sfasate di 120
La corrente circolante in ciascun
avvolgimento determina un flusso che ha
la direzione dellasse dellavvolgimento ma
risulta variabile nel tempo.
Poich i tre avvolgimenti sono uguali e la terna delle tensioni di
alimentazione simmetrica, lampiezza del flusso uguale per le tre fasi:
(1M = 2M = 3M = M).
61
Velocit sincrona e di scorrimento
Uno schema che riporta le parti essenziali di un motore asincrono pu
essere quello rappresentato in figura, dove si notano lo statore e il rotore
disposti in modo coassiale.
Nel rotore sono posizionati degli avvolgimenti che si comportano come
quelli di statore, ma sono chiusi in corto circuito. Questi avvolgimenti,
costruttivamente assumono laspetto di una gabbia (nota con il nome di
gabbia di scoiattolo).
62
Velocit di sincronismo
Il vettore del campo rotante determina nei conduttori di rotore una terna
di tensioni indotte e la conseguente circolazione di correnti indotte. Queste,
interagendo con il flusso rotante , producono una coppia motrice che
pone in rotazione il rotore. Il verso della coppia motrice tale da sottrarre il
rotore alle variazioni di flusso e pertanto la velocit di rotazione Nr del
rotore risulta nello stesso verso di quella Nc del campo magnetico rotante.
Per lo schema ideale esaminato, se = 2f la pulsazione delle tensioni
di alimentazione statoriche, il campo magnetico rotante compir un giro
completo in un tempo pari a T=1/f.
Questo fatto tipico di un motore con una sola coppia polare.
In realt il motore asincrono pu essere costruito anche con pi coppie
polari (diremo in generale p il loro numero): in tal modo, in un periodo T
della frequenza di alimentazione, il campo rotante compie una frazione 1/p
di un giro completo. In generale quindi, la velocit del campo magnetico
rotante, detta velocit di sincronismo, risulta: f giri
Nc 60
p minuto
63
Velocit di scorrimento
Un osservatore solidale con il rotore, che ruota alla velocit Nr, vedrebbe il
campo magnetico rotante, che ruota alla velocit Nc, che taglia i conduttori di
rotore con velocit relativa pari alla velocit di scorrimento:
Ns = Nc - Nr [giri / minuto]
65
Caratteristiche e prestazioni dei motori
elettrici asincroni trifase
Se l'avvolgimento trifase dello statore Muovendosi il rotore nello stesso senso
collegato alla rete di alimentazione, nel del campo, la velocit con cui i conduttori
traferro si sviluppa un campo rotante con di indotto tagliano il flusso di statore,
velocit determinata dalla frequenza f della diminuisce e quindi la frequenza del
corrente d'alimentazione e dal numero di motore diminuisce.
coppie di poli p dell'avvolgimento: Se nR il numero di giri del rotore e nS il
60 f numero di giri dello statore si definisce
n = [giri/min] scorrimento il rapporto:
p nS nR
Il flusso di statore, tagliato in virt del suo s =
moto dai conduttori del rotore genera in nS
essi delle correnti indotte della stessa s = 0 rotore alla velocit di
frequenza e tali correnti danno luogo a sincronismo
loro volta ad un campo rotante nel traferro,
il quale interagendo con il campo induttore s = 1 rotore fermo
dello statore mette in moto il rotore, s = 1 6% funzionamento normale
tendendo ad annullare lazione induttiva Pur essendo un motore asincrono si pu
del campo considerare un motore a velocit quasi
costante
66
Coppia meccanica
La coppia meccanica rappresenta lo sforzo che il motore deve compiere per azionare la
macchina ad esso associata.
La coppia pu essere:
68
Bilancio energetico del motore
asincrono
69
Perdite del motore asincrono
71
Accumulatori oleopneumatici
72
Ciclo di preparazione e di funzionamento di
un accumulatore oleopneumatico a sacca
2) Pressione minima. Quando nel circuito la pressione p1 del fluido supera la pressione di
precarica p0, la valvola si apre, determinando l'ingresso del fluido e la compressione
della sacca sino a un valore p1 con una riduzione del volume al valore V1.
3) Condizioni di pressione massima. Aumentando la pressione del liquido al valore p2, a cui
corrisponde la posizione di lavoro nella quale la sacca si schiaccia a trifoglio, si ha una
riduzione del volume del gas a V2 con un aumento della pressione del gas in modo da
equilibrare la pressione del liquido. Questo significa che c stato un accumulo di liquido
in pressione (V1- V2) ovvero di energia potenziale di cui disporre nei modi e nei tempi pi
opportuni.
74
Parametri caratteristici
Po = Pressione di precarica. Va calcolata alla temperatura di lavoro e riportata
alla temperatura ambiente.
Po 0,9 Pmin. La pressione di precarica non pu superare il 90% della
pressione minima, altrimenti la sacca non si pone in condizioni di sagoma
naturale.
Pmax 4 Po La pressione massima non pu superare 4 volte la pressione di
precarica, per impedire un eccessivo schiacciamento della sacca.
Per dimensionare un accumulatore occorre determinare il volume utile
disponibile di fluido, corrispondente alla comprimibilit della sacca.
75
Funzioni degli accumulatori
oleopneumatici
Un accumulatore oleopneumatico serve principalmente a raccogliere
e conservare l'energia potenziale di un liquido in pressione per
eseguire al momento voluto e con la massima rapidit desiderata un
lavoro utile; l'accumulatore deve perci sviluppare in fase di scarica
una reazione per restituire il liquido in pressione al circuito, quando
ci sia richiesto dalle esigenze operative. Nell'accumulatore
oleopneumatico sfruttata l'elasticit di un volume di gas (azoto)
compresso, ed esso consente di svolgere diverse funzioni che si
riassumono come segue:
assicurare una riserva denergia demergenza;
fornire potenze istantanee elevate impiegando potenze modeste
nell'azionare delle pompe;
sopperire alle perdite dovute ai trafilamenti e compensare le variazioni
di volume del circuito;
smorzare le irregolarit di pressione del circuito idraulico;
ammortizzare le pulsazioni generate dalle pompe alternative;
assorbire i colpi d'ariete
76
Accumulatore
77
Dimensionamento degli accumulatori
oleopneumatici
Nell involucro metallico
(corpo accumulatore)
montata una membrana
elastica che separa la camera
del liquido da quella del gas.
Dalla apposita valvola si p V0
introduce gas inerte (azoto) 0
ad una pressione p0 adatta
allimpiego dellaccumulatore
ed il gas occupa il volume V0
interno dellaccumulatore.
78
Quando la pressione p1
dellimpianto supera la
pressione di precarica p0
dellaccumulatore, la
membrana si solleva e si
comprime riducendo il
p1 V1
volume a V1.
79
Aumentando ulteriormente la
pressione a p2 si riduce il
volume del gas a V2 con
aumento pressione per
equilibrare la pressione del
fluido.
In questo modo si ottiene un p2 V2
accumulo di fluido in
pressione: V=V1V2 del
quale si pu disporre come
meglio si crede.
Il passaggio dalluna allaltra
delle predette situazioni di
pressione e volume p1, p2 e
V1, V2, si chiama:
TRASFORMAZIONE.
80
Trasformazioni
81
Calore scambiato con lesterno
trasformazione ISOTERMICA
Per quanto attiene al primo punto la quantit di calore scambiato
dipende soprattutto dalla durata della trasformazione, se questa
lenta il gas ha tempo per cedere o assorbire calore in misura
apprezzabile fino al punto di poter mantenere costante la propria
temperatura e in equilibrio con lambiente esterno).
Avviene allora una trasformazione ISOTERMICA, a temperatura
costante.
La trasformazione isotermica di un gas perfetto rappresentata da:
p x V = m x R1 x T= cost.
in cui:
p= pressione (Kg/m2)
V= volume (m3)
N= numero di Kg di gas
R1= costante per lazoto (848/28 = 30,28 Kgm / Kg K)
T= temperatura assoluta (K)
82
Senza scambio di calore con lesterno
trasformazione ADIABATICA
Se la variazione di volume del gas invece tanto
rapida da potersi effettuare senza che avvenga
scambio di calore con lesterno si verifica una
trasformazione chiamata ADIABATICA durante la
quale il gas si raffredda quando subisce
unespansione e si riscalda se compresso.
La Termodinamica consente di esprimere il
comportamento di un gas mediante formule
rappresentative dei suoi stati tanto nel caso che il
gas sia considerato perfetto, cio rispondente alla
legge di BOYLE, quanto nel caso che sia
considerato come reale, cio pi vicino al
comportamento effettivo del gas.
83
La trasformazione adiabatica
85
Rappresentazione grafica
86
Dimensionamento
Due sono i problemi:
1. Di un accumulatore di cui si conosce V0 e p0 si vuole
conoscere a quale variazione di pressione p2 p1
corrispondano le variazioni di volume V2 V1
2. Note le pressioni p2 p1 e V2 V1 si vuole stabilire quale
volume V0 e pressione p0 debba avere laccumulatore in grado
di fornirle.
Dove:
V0 = volume dellazoto alla pressione p0 di precarica (litri)
V1 = volume dellazoto alla pressione p1 (litri)
V2 = volume dellazoto alla pressione p2 (litri)
V = volume di liquido reso o accumulato (litri)
p1 = pressione di lavoro minima (bar)
p2 = pressione di lavoro massima (bar)
n= esponente politropico
87
Trasformazione isotermica
88
Trasformazione adiabatica e politropica
Si ha:
p0 x V0n = p1 x V1n = p2 x V2n
per unadiabatica ( calore scambiato = 0) il coefficiente n = k =
cp / cv = 1,4 a temperature intorno ai 293 K = 20 C. Per una
politropica 1 n 1,4.
V = V1 V2 = V0 ( p0 / p1)1/n - (p0 / p2)1/n
V
V0 =
( p0 / p1)1/n - (p0 / p2)1/n
89
Esempi applicativi degli accumulatori
90
Accumulo denergia
91
Grafico di potenza di una macchina per
stampaggio ad iniezione
92
Applicazioni tipiche
93
Circuito con accumulatore per una macchina
per stampaggio ad iniezione
94
Azionamento demergenza
95
Schema circuitale di un azionamento
demergenza
96
Compensazione di forze
Con gli accumulatori si possono compensare forze o
spostamenti. Questa necessit si presenta quando in un
processo di lavorazione continuo - ad esempio di laminazione
- possono verificarsi posizionamenti obliqui dei rulli in
conseguenza di reazioni variabili da parte del materiale da
deformare. Mediante il bilanciamento dei rulli si ottiene uno
spessore costante. In figura mostrato lo schema circuitale di
bilanciamento di un laminatoio con relativo accumulatore
munito di blocco di sicurezza e intercettazione incorporato.
Vantaggi
Continuit nel processo di laminazione, compensazione dolce
delle forze e quindi minor carico sulla fondazione e sul telaio,
risparmio di contrappesi e quindi riduzione del peso totale.
Impieghi tipici
Accumulatori a sacca, a membrana ed a pistone per
bilanciamento di macchine utensili, gabbie di laminazione o
bracci di gru.
97
Schema circuitale del bilanciamento di un
laminatoio
98
Compensazione di trafilamenti
La forza di precompressione esercitata da un cilindro
oleodinamico pu essere mantenuta solo compensando le
perdite d'olio per trafilamento del sistema. Per questo compito
sono particolarmente adatti gli accumulatori. In figura
riportato lo schema di un sistema di compensazione, grazie al
quale con pompa ferma le perdite per trafilamento sono
reintegrate con un passaggio d'olio dall'accumulatore alla
camera lato pistone del cilindro. La pompa si reinserisce solo
quando la pressione scende sotto un valore prefissato.
Vantaggi
Funzionamento intermittente della pompa, minore sviluppo di
calore, vita pi lunga.
Impieghi tipici
Accumulatori a sacca e a membrana per la compensazione dei
trafilamenti d'olio nella costruzione di stampi e dattrezzature per
presse, dispositivi di bloccaggio per macchine utensili,
trasportatori a nastro, gabbie di laminazione e cos via.
99
Schema circuitale per la compensazione dei
trafilamenti dolio
100
Installazione degli accumulatori
Nella maggior parte delle applicazioni l'accumulatore deve essere collocato il pi vicino
possibile all'organo dutilizzazione onde ottenere il massimo rendimento.
La posizione ideale di montaggio quella ad asse verticale con la valvola per
l'introduzione del gas in alto e il collegamento al circuito idraulico in basso.
L'accumulatore pu comunque assumere altre posizioni fino ad essere fissato con asse
orizzontale; la valvola per il gas non deve per essere mai ad un livello inferiore al foro
dintroduzione dell'olio.
Il gas consigliato per la precarica l'azoto, il quale, essendo chimicamente inerte,
esente dal pericolo di scoppi per autocombustione.
La pressione di precarica deve essere controllata con un manometro montato
sull'apposita attrezzatura che consente il caricamento dell'accumulatore collegandolo ad
una o pi bombole dazoto.
La pressione di precarica (pre-compressione del gas) dell'accumulatore deve risultare
pari allo 0,7 - 0,9 della pressione minima di lavoro.
P1 < 0,9 x P2
P1 = precarica gas
P2 = minima pressione di lavoro
P3 = massima pressione di lavoro
In questo modo si evita che la sacca possa interferire con la valvola a fungo e venga
quindi eventualmente danneggiata.
Quanto minore la differenza di pressione tra P3 e P2, tanto maggiore diventa
l'accumulatore riferito ad un volume utile prefissato.
101
Montaggio
102
Norme di sicurezza
Se in un circuito oleodinamico sono impiegati degli accumulatori, questi
devono essere conformi alle prescrizioni antinfortunistiche per recipienti a
pressione e a seconda dei casi devono essere sottoposti a collaudo A.S.L.
In particolare sono soggetti a collaudo gli accumulatori a gas con volume
superiore a 25 litri.
Altre norme riguardano l'installazione di valvole di sicurezza.
Ciascun accumulatore deve essere dotato di un adeguato manometro, per
l'indicazione della rispettiva pressione d'esercizio. Questo deve recare una
marcatura indicante la pressione massima d'esercizio ammessa. (Si tratta quindi
di un manometro supplementare)
Ciascun accumulatore deve essere dotato di un'apposita valvola di sicurezza. Per
evitare manomissioni, tale valvola deve essere piombata.
La valvola di sicurezza deve essere concepita in modo tale da non poter essere
bloccata chiusa.
Nella condotta in pressione dalimentazione deve essere montato pi vicino
possibile all'accumulatore facilmente accessibile un rubinetto desclusione.
Ogni accumulatore deve poter essere sezionabile indipendentemente.
Come indicato nello schema della figura seguente possibile avere anche una
valvola di scarico a comando elettromagnetico.
103
Schema con blocco di sicurezza e di
sezionamento
104
ATTUATORI
Lineari (Cilindri)
Rotanti (Motori)
1
Attuatori idraulici lineari
il Cilindro
Il cilindro costituito da una
camera cilindrica entro cui si
muove il cosiddetto pistone
Il diametro interno della camera
dicesi alesaggio
La forza generata sul pistone La forza esercitata dallo stelo
dalla pressione del fluido viene sar:
portata all'esterno in posizione F=p.S
utile, da un'asta detta stelo Dove: S = area del pistone
Si dice a SEMPLICE EFFETTO se p = pressione
alimentata una sola camera Se Q la portata del fluido, si
come in figura pu calcolare la velocit dello
stelo:
La forza esercitata in una sola Q=S.x/t=S.v v=Q/S
direzione e il pistone rientra con Dove x = spostamento del
una molla o una forza esterna pistone nel tempo t
2
Cilindro a semplice effetto
3
Cilindri a semplice effetto
tuffante
telescopico
4
Cilindro S.E. con sfiato daria
II fluido raggiunge il corpo del cilindro in corrispondenza del lato pistone. A causa degli
attriti e dell'inerzia del pistone si verifica un picco di pressione. L'asta si solleva non
appena viene superata l'inerzia del pistone. II ritorno si ottiene dopo la commutazione del
distributore sotto l'azione di una forza esterna (peso m).
Lo stesso ritorno pu essere imposto dall'azione di una molla di richiamo.
La velocit di uscita dell'asta legata alla portata ed alla superficie A del pistone. 5
Cilindro a S.E. tuffante
6
Cilindro a S.E. telescopico
Cilindro costruito a pi sfilamenti con settori tuffanti. Con corsa totale elevata si
ottiene un ridotto ingombro. II rientro dello stelo deve avvenire per peso proprio o
per spinta meccanica esterna. In fase di dimensionamento occorre tenere
presente che, avendo i vari settori aree differenti, si avr una forza diversa
relativamente al settore in funzione.
Sono nati per ovviare ad un inconveniente: i cilindri, in posizione retratta, sono
necessariamente pi lunghi della corsa utile: questo perch alla corsa si
aggiunge lo spessore della testata e lo spessore del pistone, e con ci
prescindiamo dagli organi di fissaggio. I cilindri telescopici, le cui sezioni
rientrano l'una nell'altra hanno invece una lunghezza minima inferiore alla corsa.
Questo guadagno importante nelle applicazioni in cui si richiedano corse
notevoli, come negli ascensori idraulici, o vi sia poco spazio, come sui veicoli. I
cilindri telescopici sono di norma a semplice effetto. Gli ultimi sono cilindri a
semplice effetto in cui la pressione comanda il rientro e una molla ne assicura la
distensione. Servono evidentemente ove il lavoro da eseguire sia esclusivamente
di trazione. 7
Cilindro a doppio effetto
A semplice stelo
A doppio stelo
9
I cilindri a doppio stelo
Detti anche ad asta passante sono usati ove sia necessario che
tutte le caratteristiche spinte, volume, velocit, siano identiche
sia in estensione sia in rientro, oltre che, quando sia comodo
avere un collegamento meccanico passante, come succede in
alcuni casi di automazione.
Sono pure usati in qualche caso in cui si preferisce che il
pistone stia fermo e sia il mantello a muoversi, e questo pu
servire per corse molto lunghe per evitare il carico di punta.
10
Cilindro a doppio effetto
Per la corsa di andata, il fluido viene immesso nel cilindro tramite l'orifizio (1) e agisce sul pistone:
l'asta fuoriesce. Il fluido che occupa la camera anteriore viene espulso dal cilindro e ritorna nel
serbatoio.
Per la corsa di ritorno, il fluido viene introdotto nel cilindro tramite l'orifizio (2) e l'asta del pistone
rientra. Il fluido che occupa la camera posteriore viene espulso dal cilindro e ritorna nel serbatoio.
A parit di pressione impiegata nelle corse di andata e di ritorno, si sviluppa una spinta maggiore
nella corsa di andata, poich la superficie attiva del pistone pi grande.
Forza = Superficie x Pressione = S x p
La velocit nella corsa di ritorno pi alta che nella corsa di andata poich, a parit di portata, la
superficie attiva del pistone ridotta.
Velocit = Portata / Superficie = Q / S 11
Cilindro a doppio effetto
12
Materiali
13
Guarnizioni
14
Frenatura di fine corsa
15
Quando il pistone con bussola di
smorzamento (2) giunge nel foro del
fondello (1), la sezione di passaggio
per il liquido che fluisce dalla
camera pistone si restringe sempre
pi fino a chiusura.
16
Pressione di frenatura
17
Esercizio
18
Soluzione
3 5
1 mv 2 1 6.10 2.25.10 2 150
p 4 2
.10 5
37,5bar
2 Sc 2 5.10 .4.10 4
19
Calcolo della Portata richiesta da un
cilindro
Dati la velocit e la corsa del cilindro trovo il tempo di riempimento
del cilindro stesso: fissare la velocit di uscita (e rientro) dello stelo,
vuol dire determinare il tempo di riempimento del cilindro nota la
corsa (dato di progetto).
corsa
t =
Velocit
Trovato il tempo di riempimento e dato il volume del cilindro trovo la
portata
Volume
Q =
tempo
La portata Q il volume di olio erogato dalla pompa nell'unit di
tempo
20
Esercizio: determinazione della portata
richiesta da un cilindro
Unit Simbolo
S2 S1
Forza Kgf F
Pressione bar p
Sezione cm2 S
d D
Diametro pistone e alesaggio mm D
C
Diametro stelo mm d
Portata l/min Q
Velocit m/min v
Corsa mm c 1) Dati velocit e corsa trovo il tempo
corsa c
t
D2 velocit v
S1 4
2) Dati volume cilindro e tempo trovo
la portata (attenzione che i volumi
S2
D 2 d 2 uscita/rientro sono diversi)
Volume V
4 Q
tempo t
21
Calcolare la velocit di uscita e di
rientro di un cilindro
Dati di input Dati di Output
Diametro del cilindro 16 mm Rapporto superfici pistone
Diametro dello stelo 10 mm Velocit stelo in uscita ed entrata
Corsa del cilindro 200 mm Tempo di traslazione in uscita ed entrata
Portata della pompa 2 l/min Forza teorica nelle due camere
Pressione massima 50 bar Pressione teorica nelle due camere
Forza di carico 100
22
Risoluzione
DATI
D 16 mm = 16 .10-3 m
d 10 mm = 16 .10-3 m
c 200 mm = 200. 10-3 m
Q 2 l/min = 2.10-3/60 = 3,3 10-5 m 3 /sec
pmax 50 bar = 50. 105 Pa
F 100 N
23
Montaggio e messa in opera dei cilindri
oleodinamici
Un funzionamento corretto dei cilindri oleodinamici assicurato se le
seguenti prescrizioni sono scrupolosamente rispettate:
pulire la zona in cui il cilindro montato;
controllare il cilindro, le tubazioni e i raccordi, eventualmente decapare o
risciacquare;
eliminare gli eventuali depositi resinosi sugli elementi dei supporti e
ripristinare lo strato di lubrificante;
non ermetizzare mediante canapa o mastice: questi materiali non sono
adatti e possono causare insudiciamenti con conseguenti disfunzioni;
non pulire i particolari mediante filacce;
evitare le sollecitazioni trasversali causate dai fissaggi e dai carichi,
perch queste degradano il funzionamento ed accelerano l'usura;
cortocircuitare i raccordi dei cilindri durante le operazioni di flussaggio
dell'impianto;
disaerare i cilindri. All'uopo, staccare i raccordi filettati lato fondo e stelo
o svitare i tappi degli sfiati, attendere che tutta l'aria sia uscita e
chiudere i raccordi solo quando il liquido uscente non contiene bollicine
d'aria.
24
Manutenzione
25
Motori idraulici
26
Attuatori Rotanti
Il Motore Idraulico
Il motore oleodinamico una macchina motrice
volumetrica che, alimentata da un flusso di liquido
erogato dalla pompa, sviluppa sullalbero un regime
di rotazione (n) e una coppia (M)
La funzione del motore di convertire la potenza
idraulica erogata dalla pompa in potenza meccanica
proporzionale al prodotto M . n
ingresso A A A
uscita B D B D B D drenaggio
27
Classificazione
28
Caratteristiche peculiari dei motori
volumetrici
29
Coppia
30
Velocit di rotazione
33
Bilancio della potenza del motore
idraulico
N1p N2p
perdite
35
Rendimento
In figura sono riportate le curve che esprimono il legame
M = f (p, n) e Q = f (p, n),
relativamente a un motore orbitale (l'andamento in ogni caso tipico
dei motori idraulici in generale).
36
Rendimento volumetrico
37
Rendimento meccanico
38
Rendimento meccanico
39
Diagramma delle ellissi di
isorendimento
41
Motori a ingranaggi esterni e interni
Sono realizzati solo nella versione a
cilindrata fissa. La coppia disponibile allo
spunto risulta in genere notevolmente
inferiore rispetto a quella nominale, a
causa della variazione della sezione di
spinta in funzione dell'angolo di
ingranamento. A causa del rendimento
volumetrico non molto elevato,
opportuno limitare la velocit minima a
valori non inferiori a circa 50 rad/s. Oltre al
basso costo, i loro aspetti positivi sono la
scarsa sensibilit agli agenti contaminanti
e la possibilit di sopportare bene punte di
velocit superiori alla massima.
Il funzionamento essenzialmente il
contrario di quello di una pompa ad
ingranaggi. La portata, fornita dalla
pompa, entra nella camera (A) e scorre, sia
nell'una sia nell'altra direzione, lungo la
superficie interna del corpo forzando cos
gli ingranaggi a ruotare come indicato in
figura. Il movimento rotatorio dell'albero
quindi sfruttabile per produrre lavoro.
42
Motori a palette
Sono realizzati normalmente solo nella
versione a cilindrata fissa. Sono
caratterizzati da rendimenti volumetrici e
meccanici superiori a quelli dei motori a
ingranaggi, sia all'avviamento sia a
regime.
La velocit minima di rotazione
dell'ordine di 10 rad/s. Nei tipi a bassa
velocit di rotazione, le palette sono
premute contro l'anello esterno da molle.
Poich all'istante iniziale con rotore fermo
non esiste forza centrifuga, necessario
provvedere a mantenere premute le palette
contro la superficie interna del corpo. A
tale scopo sono frequentemente impiegate
delle molle.
Il liquido spinto dalla pompa entra nel
primo alveolo, e, a causa della differente
superficie di spinta che offrono le due
palette, genera una coppia sul rotore, che,
vincendo la resistenza del carico lo fa
ruotare.
43
Motori a pistoni
44
Motori a pistoni assiali
Il principio di funzionamento dei motori a pistoni assiali analogo al
precedente. La portata, fornita dalla pompa, viene dalla piastra distributrice
distribuita in met dei cilindri e agisce sui pistoni spingendoli in modo da
allontanarli dalla piastra. La spinta pu essere scomposta in una forza assiale
sull'albero motore, cui reagiscono i cuscinetti reggispinta, ed in una forza
tangenziale che d origine alla coppia motrice. Nel loro moto di
allontanamento dalla piastra, i pistoni mettono quindi in rotazione sia l'albero,
che il blocco cilindri. In tutti i tipi di motori a pistoni, mentre alcuni pistoni
sono soggetti alla spinta della portata d'alimentazione, gli altri scaricano l'olio
attraverso l'attacco di uscita.
45
Motori orbitali
Sono motori oleodinamici realizzati con il
sistema ad ingranaggi interni di particolare
conformazione che consentono
l'esplicazione di alcune caratteristiche
interessanti, fra le quali: nessun
trafilamento di drenaggio; possibilit di
fornire un'elevata coppia a bassissimo
numero di giri; elevate doti di reversibilit,
dovute alla bassissima inerzia delle parti
mobili.
Il motore costituito da un ingranaggio
fisso a dentatura interna e da un rotore
costituito da un ingranaggio a dentatura
esterna; le dentature hanno un profilo ben
definito poich l'ingranaggio fisso ha sette Lo spostamento di un dente qualsiasi del
denti, mentre quello mobile ne ha sei ed il
suo centro non immobile, ma descrive rotore da una cava alla successiva dello
una circonferenza. statore (1/7 di giro dell'albero motore)
Essendo il movimento del rotore una provoca una rivoluzione del suo centro di 6/7
combinazione di rotazione e traslazione, di giro, quindi sono successivamente messe
l'accoppiamento tra esso e l'albero motore in pressione sei camere: cio ad un giro
effettuato tramite un innesto dentato, il dell'albero motore si hanno 42 riempimenti di
quale trascina anche il distributore
rotante. camere, ed appunto da ci che si pu
spiegare la possibilit di sviluppare, rispetto
ad altri tipi di motori idraulici, una coppia
elevata a basso numero di giri.
46
VALVOLE
Direzionali
Controllo pressione
Controllo portata
Bloccaggio
1
VALVOLE DIREZIONALI
2
Valvole distributrici
3
Definizioni
4
Distributori Il rubinetto a sfera
Si rappresenta con un quadrante per posizione e dove il fluido non passa si disegna una
linea sbarrata, mentre dove il fluido passa si usa una freccia nel senso di
attraversamento
passa
passa
non
APERTO CHIUSO
unidirezionale
condotta
E UN DISTRIBUTORE CHE PU COLLEGARE 2 CONDOTTE
ASSUMENDO 2 POSIZIONI
condotta
6
Convenzioni
Elettrotecnica - Fluidica
In Elettrotecnica un contatto e
In Oleodinamica un contatto
aperto se interrompe il circuito
aperto fa passare il fluido
e non fa passare la corrente
ELETTROTECNICA OLEODINAMICA
APERTO CHIUSO
CHIUSO APERTO
7
Distributori Definizioni
I canali di collegamento sono identificati mediante lettere
maiuscole (vie):
Utilizzazione: A, B, C,
Ingresso: P (pompa)
Uscita: T (tank = serbatoio)
Un distributore munito di A 2/2
attacchi e I posizioni dinserzione
si chiama brevemente A / I
Il rubinetto a sfera un 2/2
Per comandare i movimenti di
uscita e di rientro di un cilindro a
doppio effetto occorrono 4
attacchi, 2 per il cilindro, 1 per la 4/2
pompa e 1 per il serbatoio; inoltre
occorrono 3 o 2 posizioni a
seconda se si vuole o meno la
possibilit di arresto: quindi
distributore 4/3 o 4/2
8
Distributori 3/2 e 4/2
In elettrotecnica
3/2 corrisponde ad
un commutatore
A B
2 4
Numerare le condotte di alimentazione dal basso.
Con 1 si indica la condotta di alimentazione con 3
4/2
quella di scarico.
1 3 Di sopra si riportano le condotte di utilizzazione
P T che si indicano con i numeri pari 2 e 4
9
Distributori 5/2 E 5/3
5/2
3 1 5
T P S
5/3
10
Circuito con distributore 4/2
A B
2 4
SI NOTI CHE LIMPIANTO
4/2 AD OLIO E A CICLO
CHIUSO
1 3
P T
NEL SEGUITO
RAPPRESENTEREMO
LALIMENTAZIONE CON UN
SEMPLICE SIMBOLO
11
Circuito con distributore 5/2
A B
2 4
IN QUESTO CASO LO
5/2 SCARICO E DISTINTO
PER LE DUE CAMERE
1 5 DEL CILINDRO
3
R P S
12
AZIONAMENTO
MANUALE
IDRAULICO
MECCANICO
13
Valvola 3/2 con 5/2
Valvola 3 / 2 2
12 10
12 10
1
14
VALVOLE
DISTRIBUTORE
+
AZIONAMENTO
=
VALVOLA
ELETTROVALVOLA
15
Valvole Monostabili e Bistabili
Le valvola monostabili hanno un solo Normalmente Chiuse NC
azionamento, e possono essere:
Normalmente Chiuse o Normalmente Aperte
Normalmente Aperte NA
A B
2 4
X Y . Z
Azionamento 12 Azionamento 14
3 1 5
R P S
Azionamento 12 Azionamento 10
1 3
18
Valvole Asservite
19
Distributori Esempi
I simboli degli organi di Posizione di chiusura
manovra sono sistemati sui
fianchi delle caselle
2/2
Posizione di apertura
3/2
Posizione chiusa a riposo
4/2
5/2
20
Distributori Posizione e Comandi
21
Tipologie di distributori on-off
22
Distributori Simbologia comandi
leva pulsante
spintore
rullo
molla tacca
elettromagnete
elettroidraulico
(solenoide)
23
Simbologia distributori
24
Simbologia distributori
25
Distributori Simbologia commerciale
I distributori 2/ sono destinati a comandare lapertura e la chiusura del passaggio del fluido.
A
In condizioni di riposo il passaggio del fluido da P ad A impedito.
Simbolo Quando si agisce sul pulsante il cursore libera il passaggio da P
P ad A. Rilasciando il pulsante la molla riporta il distributore in
Distributore 2/2 posizione di riposo. Il condotto L rappresenta il drenaggio.
Normalmente chiuso
27
Distributore 3/2
I distributori 4/2 devono poter comandare lo scorrimento del fluido in entrambe le direzioni.
29
Distributore a cursore a comando
diretto 4/3
Leva al centro
Passaggi fra gli attacchi P,
T, A, B interrotti
Leva a destra
Collegamenti P-B, A-T,
contemporaneamente
attivati
Leva a sinistra
Collegamenti P-A, B-T,
contemporaneamente
attivati
Le forti differenze per il p secondo gli schemi possono dipendere sia dalla
diversa forma dei cursori e delle sezioni di passaggio fra cursore e corpo che
dalla presenza di canali nel corpo del distributore.
Ad esempio per il distributore con schema convenzionale G (posizione centrale
con P a scarico) una portata di 42 l/min genera sui percorsi A-T e BT-T un p di
oltre 9 bar.
31
Costruzione modulare
Combinazione di uno stesso corpo con vari cursori, per creare diversi
schemi di distribuzione in funzione dei cursori montati (individuati da
lettere convenzionali) 32
Distributore a cursore a comando
pilotato
Oltre DN 10 i distributori a comando elettromagnetico
diretto non sono pi convenienti per ingombro e
costi, e si realizzano in versione pilotata
Eccitando il magnete a il cursore 9 del pilota si sposta a sinistra e attraverso il canale 5 mette in pressione la camera
della molla sinistra 6, mentre la camera della molla 7 va a scarico. Agendo sulla superficie frontale sinistra del cursore
3 la pressione sposta il cursore principale verso destra, in contrasto con la molla opposta. Nel distributore principale si
generano i collegamenti P-B e A-T. Funzionamento simmetrico con leccitazione del magnete b.
33
Distributore pilotato
34
Distributore a sede 3/2
35
Caratteristica Q-p per distributore a
sede
Caratteristica Q - p
36
ELETTRODISTRIBUTORI A CURSORE
37
Azionamento
AZIONAMENTO DIRETTO
Nei distributori a comando diretto l'organo di comando interviene direttamente sul cursore,
modificandone la posizione. L'elemento di azionamento viene montato lateralmente sul
corpo del distributore standard.
Le valvole ad azionamento diretto sono impiegate per basse portate, in quanto l'aumento
della dimensione del cursore comporterebbe un proporzionale aumento della forza
necessaria per lo spostamento.
AZIONAMENTO PILOTATO
38
Guarnizioni
STATICHE
tenuta fra organi reciprocamente fissi
DINAMICHE
tenuta fra organi in movimento
Nel caso di valvole idrauliche occorre fare molta attenzione al fluido che viene
impiegato ed alla compatibilit di questo con i materiali impiegati.
Le tabelle dei manuali tecnici delle ditte costruttrici portano le limitazioni di
temperatura e di viscosit nell'impiego dei fluidi idraulici, nonch il grado di
filtrazione assoluta.
39
Ricoprimenti
Quando vengono utilizzati distributori a cursore e' importante prendere in considerazione le
dimensioni della sede rispetto a quelle del cursore. Infatti le cavit ed i risalti determinano,
durante gli spostamenti del cursore, le posizioni intermedie per i nuovi collegamenti tra le
vie della valvola.
La differenza dimensionale tra risalto e cavit viene chiamata ricoprimento.
Ricoprimento positivo
41
VALVOLE di CONTROLLO PRESSIONE
42
Valvole di controllo pressione
43
Valvole di controllo della pressione
44
Valvole di controllo della pressione
45
Valvole di controllo pressione
Valvole di sicurezza o limitatori di
pressione ad azione diretta
Lo schema di principio di queste
valvole pu essere rappresentato
come in figura, dove la freccia
indicante il senso di passaggio del
flusso un cursore con foro
trasversale tenuto in basso da una
molla e spinto, dalla pressione in
entrata, nella posizione di
collegamento tra l'entrata e lo scarico.
La simbologia adottata per queste
valvole ricalca molto bene lo schema P power pompa
introdotto.
Le valvole di sicurezza possono P
essere adoperate per proteggere le
diverse apparecchiature di un circuito Forza variabile
contro i sovraccarichi o per limitare la
forza o la coppia erogata da un T
attuatore lineare o rotativo ma,
soprattutto hanno la funzione di
limitare la pressione massima sulla T tank serbatoio
mandata della pompa. 46
Schema funzionale di valvole di sicurezza
48
Valvola di sicurezza e sequenza
49
Valvole di controllo pressione Valvole di sequenza
50
Funzionamento valvola di sequenza
DENISON serie R4S
51
Funzionamento della valvola di
sequenza DENISON serie R4S
La pressione di linea, dalla bocca d'entrata, alimenta, attraverso l'orifizio calibrato posto
in derivazione e il pistoncino di controllo situato nella testa pilota, la camera della molla
dell'otturatore principale.
La medesima pressione agisce quindi anche sul cono pilota della testa pilota che
mantenuto in sede dalla molla antagonista di regolazione.
In condizioni statiche quindi l'otturatore principale, trovandosi soggetto alla medesima
pressione sui due lati, sar bilanciato e sar mantenuto in posizione di chiusura dal
carico della propria molla.
Quando la pressione aumenter e vincer il carico della molla di regolazione, il cono
pilota si aprir, limitando al suo valore di taratura la pressione nella camera della molla
dell'otturatore principale.
Un ulteriore aumento della pressione permetter l'apertura dell'otturatore principale,
collegando la bocca d'entrata (A) con la bocca d'uscita (B).
Successivi aumenti di pressione sulla bocca d'uscita causeranno una caduta di pressione
sul pistoncino di controllo che avanzer sbloccando completamente il cono pilota e
connettendo direttamente al drenaggio la camera della molla principale.
In queste condizioni le bocche d'entrata e duscita saranno connesse tra loro senza
sensibili perdite di carico. Il pistoncino di controllo avanzando provoca la chiusura della
canalizzazione (X) calibrata di pilotaggio impedendo cos lo scarico al serbatoio (tramite
la bocca Y di drenaggio) daltro olio di pilotaggio.
52
Taratura della valvola di sequenza
DENISON serie R4S
Il procedimento di taratura per il comando
di sequenza da trasmettere ai cilindri il
seguente:
allentare la vite di regolazione di (B) e
predisporre il circuito principale in modo
che non assorba portata;
disporre la vite di taratura di (D) in
posizione intermedia;
aumentare la pressione nel circuito
agendo sulla vite di taratura di (B);
leggere su (C) il valore di pressione cui il
pistone inizia a muoversi.
Tale valore corrisponde a quello
dapertura (D). Nei casi in cui sul pistone
agisce un carico resistente, preferibile
inserire un manometro (E) come indicato,
mediante il quale possibile controllare
l'effettivo valore dapertura di (D);
agire sulla vite di taratura di (D) in modo
da ottenere la pressione d'apertura voluta;
tarare la (B) ad almeno 20 bar al di sopra
del valore di taratura della (D);
serrare i controdadi delle viti di
regolazione.
53
Valvola di bilanciamento
Se si comanda la discesa di un cilindro,
che sostiene un carico, inviando olio da P
a B tramite un distributore, cos com il
circuito, il carico fa assumere una velocit
incontrollata al cilindro stesso. In queste
condizioni si ottiene cavitazione nella
camera anulare del cilindro giacch la
portata della pompa risulter inferiore
rispetto a quella necessaria a tenere piena
la camera alla velocit di discesa.
Per risolvere il problema necessario
installare una valvola che controlli il fluido
che fuoriesce dallarea piena del cilindro
ed convogliato a scarico tramite il
distributore (bocca A in T) e limiti la
velocit di discesa del cilindro ad un
valore direttamente proporzionale alla
portata della pompa.
La valvola ideale la valvola di
bilanciamento che permette di controllare
il movimento di un cilindro o di un motore
nella fase di discesa.
54
Valvola oil-control
56
Valvole di controllo pressione Valvole di sicurezza pilotate
Per eliminare l'inconveniente di una
certa instabilit e dell'elevato margine
di sovrapressione che presentano le
valvole di sicurezza del tipo "diretto",
nella condizione limite tra apertura e
chiusura, sono state ideate le valvole
"pilotate.
Il passaggio (C) nel pistone (1)
mantiene questo in equilibrio
idraulico. Quando la pressione
d'entrata inferiore alla pressione di
taratura, la valvola resta chiusa. La
molla (2) fa rimanere il pistone nella
sua sede.
La taratura della valvola determinata
mediante la regolazione della forza
esercitata dalla molla (3) contro lo
spillo (4). Il passaggio (D) permette
alla pressione presente sopra il
pistone (1) di agire sullo spillo (4).
57
Valvole di controllo pressione Valvole di sicurezza pilotate
58
Valvole di controllo pressione
Alimentazione cilindro con valvola di
sicurezza
59
Valvole di massima pressione serie R4V
60
Pilotaggio a scarico delle valvole di
sicurezza
61
Valvole di controllo pressione Valvole riduttrici di pressione
62
Valvola riduttrice di pressione
64
Valvole di controllo pressione Valvole riduttrici di pressione
66
Valvola riduttrice di pressione
pilotata DENISON serie R4R
A B
67
VALVOLE di CONTROLLO PORTATA
68
Valvole di ritegno semplici
Organi di intercettazione a
funzionamento automatico
unidirezionale.
In un verso di flusso
consentono il libero passaggio
del fluido, mentre nel verso
opposto garantiscono ermeticit
di tenuta grazie alla tenuta ad
otturatore
69
Valvole di ritegno pilotate
Costituite da un otturatore operante
come nella valvola di ritegno
semplice, sono dotate di un piccolo
attuatore interno a semplice effetto
in grado di spostare lotturatore
dalla sua sede qualora venga
applicato un segnale di pilotaggio
con adeguato valore di pressione.
Di solito il dimensionamento
prevede Apil = k Aott
In modo da garantire lefficacia del
pilotaggio anche nel caso in cui la
pressione di pilotaggio sia inferiore
a quella che provoca la chiusura
dellotturatore
k = 1,2 - 2
70
Valvole di controllo portata Valvole di controllo portata
72
Divisori di flusso a cursore
73
VALVOLE di BLOCCAGGIO
74
Valvole di bloccaggio
75
Valvole di bloccaggio Valvole di ritegno semplici
76
Valvole di bloccaggio Valvole di ritegno pilotate
77
Valvole di ritegno pilotate
Costituite da un otturatore operante
come nella valvola di ritegno
semplice, sono dotate di un piccolo
attuatore interno a semplice effetto
in grado di spostare lotturatore
dalla sua sede qualora venga
applicato un segnale di pilotaggio
con adeguato valore di pressione.
Di solito il dimensionamento
prevede Apil = k Aott
In modo da garantire lefficacia del
pilotaggio anche nel caso in cui la
pressione di pilotaggio sia inferiore
a quella che provoca la chiusura
dellotturatore
k = 1,2 - 2
78
Valvole di bloccaggio
Tipiche applicazioni della valvola di
ritegno pilotata
La fig. A una valvola
senza drenaggio. Infatti,
quando la stessa
pilotata, la bocca
dentrata di flusso libero
collegata liberamente allo Fig. B
scarico, senza
contropressioni
Fig. A
La fig. B una valvola con drenaggio esterno. Infatti, nella fase di discesa
con valvola pilotata, il distributore proporzionale crea una contropressione
per controllare la velocit del cilindro
79
SIMBOLOGIA
80
Attuatori e componenti
Manometro
Cilindro a doppio
effetto
Valvola di
intercettazione Motore idraulico a doppio
senso di rotazione a
cilindrata costante
Diramazione a T
Gruppo di
Accumulatore a
alimentazione
diaframma
dettagliato
Gruppo di Carico
alimentazione
semplificato Serbatoio
81
Valvole di controllo pressione/portata
Valvola di massima
pressione ad azione Valvola di non
diretta ritorno pilotata
Riduttore di portata
Valvola di sequenza
pilotata Riduttore di portata
unidirezionale
Divisore di flusso
82
Valvole
Valvola a solenoide a
4/3 vie chiusa su
Valvola a leva
posizione centrale
manuale a 4/2 vie
Valvola a solenoide a 4/3
vie con rilascio in
posizione centrale
Valvola a solenoide
a 4/2 vie Valvola a solenoide a 4/3
vie con ricircolo in
posizione centrale 83
Circuiti Oleodinamici Elementari
STUDIO DEI CIRCUITI OLEODINAMICI
Leva idraulica
1 2
1 2
Martinetto motorizzato
Circuiti di alimentazione
Se ci sono frequenti
interruzioni richieste
dallapplicazione, per
evitare noie al motore
elettrico sottoposto a
continue manovre di
attacco e stacco, si pu
mandare il circuito in
scarico, utilizzando lattacco
di pilotaggio ausiliario di
venting della valvola di
massima pressione
Alimentazione a pressione variabile
La Potenza (richiamo)
Potenza
Lavoro
Watt
tempo
Lavoro Forza corsa Joule
Forza pressione Superficie Newton
Portata
tempo
tempo
Volume corsa Superficie m 3
sec
Forza corsa pressione Superficie corsa Volume
Potenza pressione pressione Portata
tempo tempo tempo
P pQ
Alimentazione a portata variabile
Potenza dissipata = pp Qp
pp
Qp
F V FSc Fc L
pQ P
S t St t t
Alimentazione a portata variabile
p1
p = costante p
Potenza dissipata = p1 Qp
pp
Qp
Introduzione allo studio dei circuiti oleodinamici
corsa
velocit
tempo
Volume corsa Superficie corsa
Portata Superficie
tempo tempo tempo
Portata velocit Superficie
Portata
velocit
Superficie
Q
v
S
Comando di attuatore a doppio effetto
mediante distributore a centri chiusi
A1 A2
S1 S2
Q2
Q1+Q2
Q1
Comando di attuatore a doppio effetto mediante
distributore con collegamento centrale in
rigenerativo
Velocit di uscita vu= Qp/A1 se il
distributore comandato da A+
Velocit di uscita vu= Qp/(A1-A2) se il
distributore in posizione di riposo (sia A+
che A- assenti)
A+ A- Velocit di rientro vi= Qp/A2> vu
In assenza di comandi sul distributore,
entrambe le camere dellattuatore sono
connesse alla pompa, quindi il pistone pu
muoversi per una portata
Q in
Q in Q P Q out Q p vA 2 Q p A 2
A1
Q in A
Q in A 2 Q p Q in 1 2 Q p
A1 A1
QP A1
Q in Qp
A2 A1 A 2
1
A1
Qp Qp
v
A1 A 2 A Stelo
Circuiti rigenerativi
Lo sbloccaggio ottenuto
prelevando un segnale di
pressione dalla camera che
viene messa in mandata.
Schema analogo al
precedente in cui la valvola di
bilanciamento stata
sostituita da un regolatore di
flusso compensato, in grado
di imporre una portata di
uscita costante, quindi una
velocit di discesa costante
Regolazione di velocit dellattuatore effettuata con
unico regolatore sulla mandata posto a monte del
distributore
Mediante un regolatore di flusso
compensato possibile impostare
un valore di portata Qr che
attraversa il distributore, andando
verso una camera o laltra a
seconda della posizione di lavoro.
Qs Qd
Vu Vr
As Ad
Notare:
La regolazione sulla mandata
non in grado di controllare
efficacemente carichi agenti
nel senso del moto
Regolazione di velocit dellattuatore effettuata
sullo carico
Qd Qs
Vu Vr
Ad As
Notare:
La regolazione sullo scarico in
grado di controllare efficacemente
carichi agenti nel senso del moto
Regolazione di velocit dellattuatore effettuata con
unico regolatore e ponte di Graetz di valvole
unidirezionali
Qr
Vu Vr
As
Combinando opportunamente
la somma di una, due o tre
portate possibile ottenere 7
diversi valori di portata totale
a b c
Q1 0 1 1
Q2 1 0 1
Q3 1 1 0
Q1 Q2 0 0 1
Q1 Q3 0 1 0
Q2 Q3 1 0 0
Q1 Q2 Q3 0 0 0
Adozione di pompa a cilindrata variabile con
regolazione a potenza costante
La regolazione a potenza costante
consiste nel variare la cilindrata della
pompa in modo da mantenere costante
la potenza idraulica erogata Qp.p
Ad esempio,
allaumentare del
carico resistente,
quindi della
pressione da p1 a
p2, la portata viene
ridotta da Q1 a Q2.
Accumulatore oleodinamico
Organo in grado di accumulare energia idraulica sotto forma
di volume di fluido pressurizzato
Funzioni allinterno del circuito oleodinamico
Erogare portata di fluido per soddisfare punte di utenza non
coperte dalla portata della pompa
Smorzare effetti dinamici dovuti a brusche variazioni delle
condizioni di flusso nel circuito
Mantenere in pressione parti del circuito anche in assenza di
erogazione di portata da parte della pompa
Diverse tipologie di accumulatori
A gravit
A molla
idropneumatico (di maggiore interesse applicativo)
Accumulatore idro-pneumatico
Compensazione ai trafilamenti
L'accumulatore deve
compensare i trafilamenti in
modo che la pressione del fluido
(che sostiene il carico) non
scenda al di sotto di un valore
prefissato.
Azionamento demergenza
?
Circuiti con attuatori in parallelo
n 2 divisori di flusso
n 1 unit di alimentazione
Cilindri in moto sincrono
Valvola di sicurezza in
venting con la linea di
alimentazione parallela
e divisori di flusso tra i
due cilindri
Cilindri in sequenza
Cilindri in sequenza
ESERCIZI CIRCUITI OLEODINAMICI
1
Componenti di un circuito
Oleodinamico
Un circuito oleodinamico per funzionare deve
essere costituito dai seguenti elementi:
Una pompa con relativo motore primo
Un serbatoio
Un filtro
Una tubazione di mandata
Un distributore
Un attuatore
Una tubazione di ritorno
E per motivi di sicurezza una valvola di massima
pressione
2
Simbologia comandi
leva pulsante
spintore
rullo
molla tacca
elettromagnete
elettroidraulico
(solenoide)
3
Simbologia distributori
Distributore 5/3
Con centri chiusi
4
Simbologia distributori
5
Valvole
Valvola a solenoide a
4/3 vie chiusa su
Valvola a leva
posizione centrale
manuale a 4/2 vie
Valvola a solenoide a 4/3
vie con rilascio in
posizione centrale
Valvola a solenoide
a 4/2 vie Valvola a solenoide a 4/3
vie con ricircolo in
posizione centrale 6
Distributori Simbologia commerciale
Manometro
Cilindro a doppio
effetto
Valvola di
intercettazione Motore idraulico a doppio
senso di rotazione a
cilindrata costante
Diramazione a T
Gruppo di
Accumulatore a
alimentazione
diaframma
dettagliato
Gruppo di Carico
alimentazione
semplificato Serbatoio
8
Valvole di controllo pressione/portata
Valvola di massima
pressione ad azione Valvola di non
diretta ritorno pilotata
Riduttore di portata
Valvola di sequenza
pilotata Riduttore di portata
unidirezionale
Divisore di flusso
Valvola limitatrice
di pressione
9
Valvole a cartuccia avvitabili
10
Valvole a cartuccia due vie
AB La connessione X deve S S
A B a scarico =0 BA poter essere messa
a scarico
Controllo portata
DIN 24342
(installazione)
11
Esercizi
12
Comando del coperchio di un forno
II coperchio di un forno viene
comandato tramite un cilindro a
doppio effetto azionato da una
Valvola 3/2.Quando il coperchio
sollevato deve rimanere in
posizione senza valvole di blocco.
Valvola di ritegno
Gruppo di
alimentazione
50 bar 13
Soluzione del comando coperchio di un
forno
14
Tenere teso un nastro convogliatore
Valvola 4/3
Cilindro D.E.
Gruppo di
alimentazione
Valvola di non
ritorno pilotata
50 bar 15
Soluzione per tenere teso un nastro
convogliatore
16
Pressa a stampare
18
Apriporta
Valvola 4/2
Clindro D.E.
Gruppo accumulatore
Valvola di ritegno
Gruppo di
Valvola di alimentazione
strozzamento
19
50 bar
Soluzione apriporta
Per mezzo di un
accumulatore si
immagazzina energia
che potr essere
utilizzata in caso di
arresto del motore
elettrico. La valvola
regolatrice di flusso
unidirezionale
consente una carica
"lenta" ed una scarica
"veloce"
20
Rettificatrice
Riduttore di portata
Valvola 3/2
50 bar
21
Soluzione rettificatrice
22
Paratia
Cilindro D.E.
Valvola 4/2
Valvola di
ritegno
Valvola di Gruppo di
massima alimentazione
pressione
50 bar
Valvola di
strozzamento 25
Soluzione Paratia
26
Rampa di carico
Clindro D.E.
Distributore 4/3
Valvola di
ritegno Gruppo di
alimentazione
Regolatore di
50 bar
portata
27
Soluzione rampa di carico
28
Pressa da incisione
Clindro D.E.
Disatributore 4/3
Gruppo di
alimentazione
Valvola di
massima
50 bar
pressione
29
Soluzione Pressa da incisione
30
Nastro sollevatore
AI termine della linea di produzione i pezzi vengono inviati
all'immagazzinamento tramite un nastro trasportatore. Per
mezzo di un cilindro di sollevamento i lavorati traslano
dalla linea di produzione a quella di stoccaggio. II sistema
idraulico pu rimanere in "stand-by" per alcuni minuti
senza sovraccaricare il motore elettrico
Cilindro D.E.
Valvola 4/2
50 bar
31
Soluzione Nastro sollevatore
32
Tornio idraulico
ii movimento principale di un tornio
automatico viene effettuato per
mezzo di un motore idraulico mentre
un cilindro idraulico esegue il
movimento di chiusura/apertura
pezzo nella morsa. ii movimento del
motore idraulico legato alla effettiva
chiusura del pezzo nella morsa.
qualora il pezzo non fosse
perfettamente serrato il movimento
del motore idraulico si deve arrestare.
Motore idraulico
Valvola 4/3
Clindro D.E.
Valvola 4/2
34
Portellone della caldaia
35
Schema del circuito per il portellone
della caldaia
p1 p2
A B
P T v1 = Qpompa / A
v2 = Qpompa / A
P
M v2 > v1
T
36
Calcolare la velocit di uscita e di
rientro di un cilindro
Dati di input Dati di Output
Diametro del cilindro 16 mm Rapporto superfici pistone
Diametro dello stelo 10 mm Velocit stelo in uscita ed entrata
Corsa del cilindro 200 mm Tempo di traslazione in uscita ed entrata
Portata della pompa 2 l/min Forza teorica nelle due camere
Pressione massima 50 bar Pressione teorica nelle due camere
Forza di carico 100
37
Risoluzione
DATI
D 16 mm = 16 .10-3 m
d 10 mm = 16 .10-3 m
c 200 mm = 200. 10-3 m
Q 2 l/min = 2.10-3/60 = 3,3 10-5 m 3 /sec
pmax 50 bar = 50. 105 Pa
F 100 N
38
OLEODINAMICA INDUSTRIALE
II PARTE
CONTENUTI SPECIFICI
Obiettivi Formativi
Circuiti Oleodinamici
COMPONENTI OLEODINAMICI
VALVOLE DI CONTROLLO DIREZIONALE
(distributori)
Organi comandati in grado di convogliare
opportunamente il flusso di fluido verso altre parti del
circuito(es.attuatori) o da queste verso il serbatoio
Si possono individuare due categorie di valvole di controllo
direzionale
Distributori comandati in modalit on-off, con passaggio rapido
da condizione tutto aperto a condizione tutto chiuso
Distributori comandati con segnali di comando di tipo continuo, in
grado di modulare con continuit le sezioni di passaggio del
fluido e quindi i valori istantanei di portata
Valvole proporzionali di controllo direzionale
Servovalvole di controllo direzionale
Funzione della valvola di distribuzione
asta di
spinta
nucleo
mobile
traferro
telaio
Solenoidi a traferro
Un solenoide a traferro consiste di una bobina avvolta su
un nucleo chiuso circondato da una struttura di lamine di
ferro.
L'eccitazione della bobina genera un campo magnetico che
si concentra sulla struttura e sul pistone e poich il ferro
un conduttore magnetico migliore dell'aria, il campo
magnetico spinge l'indotto dentro la bobina riducendo le
dimensioni del traferro e chiudendo il circuito magnetico.
Il principale inconveniente del solenoide a traferro
rappresentato dal fatto che necessario un anello di tenuta
"O" Ring sul perno di spinta per isolare la camera della
valvola. Essendo una tenuta di tipo dinamico, l'"O"Ring
soggetto ad usura o a rottura, provocando cos delle
perdite di fluido idraulico, nella valvola.
Solenoidi a bagno d'olio
Per ovviare ai trafilamenti per perdita di tenuta del perno di
spinta, gli ultimi tipi di solenoidi hanno l'indotto ed il perno
di spinta immersi nel fluido e compresi in un nucleo
tubolare. Come avviene nel solenoide a traferro, quando la
bobina eccitata, l'armatura spinta dentro la bobina fino
a toccare l'espansione polare e a chiudere il circuito
magnetico. Poich l'armatura e il perno di spinta sono
immersi nel fluido, non saranno necessarie ora le
guarnizioni di tipo dinamico e non ci saranno trafilamenti. Il
canotto attualmente realizzato con due materiali diversi in
modo che il campo magnetico passi liberamente attraverso
le estremit del nucleo, ma si concentri al centro
dell'armatura e dell'espansione polare.
Alimentazione dei solenoidi
Corrente continua
La bobina di un solenoide ha sia induttanza sia resistenza e l'effetto
dell'induttanza in un circuito a c.c. di ritardare l'incremento della corrente
quando si accende l'alimentatore. L'eccitazione di un solenoide a c.c.
provoca perci una crescita graduale della corrente nel solenoide fino al
suo valore massimo.
Corrente alternata
Applicando una tensione in c.a. ad un solenoide si otterr una variazione
della corrente e del campo magnetico e si produrr una variazione della
forza generata dal solenoide. Quando la corrente nel solenoide massima
sar massima anche la forza generata dal solenoide.
Quando un solenoide in c.a. eccitato, il basso valore iniziale
dell'impedenza produce una corrente dalta intensit che successivamente
scende mentre l'armatura rientra e l'impedenza aumenta. La corrente di
picco iniziale nota come "corrente di spunto" e il valore successivo pi
basso, "corrente di mantenimento. Per se il cursore della valvola si
blocca e l'armatura non rientra la corrente che percorre il solenoide
conserva il suo valore di spunto e quindi genera una notevole quantit di
calore e si pu bruciare la bobina.
Solenoidi a corrente continua
La bobina di un solenoide ha sia induttanza che resistenza e leffetto
dellinduttanza in un circuito a cc. quello di ritardare lincremento
della corrente quando si accende lalimentatore. Leccitazione di un
solenoide in cc. provoca perci una crescita graduale della corrente
nel solenoide fino al suo valore massimo.
La massima intensit della corrente si calcola conoscendo la
tensione applicata e la resistenza della bobina (Imax = V/R), e ci
significa che, anche se il cursore si bloccato e larmatura non
stata spinta dentro, la corrente nel solenoide non pu superare il suo
valore massimo normale.
I Imax = V / R
t
Solenoidi a corrente alternata
Applicando una tensione in ca. ad un solenoide si otterr una variazione della corrente e del campo
magnetico e si produrr una variazione della forza generata dal solenoide. Quando la corrente nel
solenoide massima (sia positiva che negativa) sar massima anche la forza generata dal
solenoide. Quando la corrente passa per lo zero la forza del solenoide diminuisce provocando un
caratteristico effetto di crepitio perch la molla del cursore tende a spingere allindietro larmatura.
Lintensit della corrente in una bobina a ca. si determina
conoscendo la tensione applicata e limpedenza della bobina
I (I = V/Z). Limpedenza della bobina in gran parte dovuta a
Corrente di spunto
due componenti: la resistenza e la reattanza induttiva cio:
Z R 2 X L2
Corrente di Mentre la resistenza della bobina pu variare se si riscalda,
mantenimento linduttanza varia in modo considerevole a seconda che il
solenoide sia o meno eccitato. Quando il solenoide
t diseccitato, linduttanza e quindi limpedenza sono basse
poich il circuito magnetico non chiuso, mentre quando il
solenoide eccitato, linduttanza e limpedenza saranno
elevate perch si chiude il circuito magnetico.
F1 = F2 Pe1 x A1 = Pe2 x A2
Pe1 A2
=
Pe2 A1
Nei sistema moltiplicatore di pressione, le pressioni sono inversamente proporzionali
alle superfici del pistone, mentre gli spostamenti risultano inversamente proporzionali
alle superfici corrispondenti del pistone. Anche all'idraulica si applica la regola della
meccanica in base alla quale ci che si guadagna in forza lo si perde in spostamento.
Intensificatore di pressione Parker
Serie SD500
Caratteristiche
Intensificatori di pressione sono usati dovunque una particolare sezione
di un sistema idraulico doveva essere pressurizzato ad un pressione
sostanzialmente pi alta della pressione primaria. Con un rapporto di
intensificazione pari a 1: 4 (1: 2) consente una soluzione economica
per applicazioni particolarmente spinte con una pressione primaria fino
a 125 bar. Una valvola di controllo pilotata pu essere integrata con
l'intensificatore di pressione per accelerare il riempimento e la
decompressione della sezione ad alta pressione.
Le importanti parti funzionali dell'intensificatore di pressione
sono il pistone intensificatore, il meccanismo di dondolo, la valvola di
blocco, quattro valvole di controllo, che separano la
sezione di pressione alta dalla sezione di pressione bassa, cos come
una valvola di controllo all'ingresso del serbatoio, per dividere la
sezione di serbatoio dalla pressione primaria.
Funzionalit
Dopo che la sezione di pressione alta riempita con olio, (e.g. la dilatazione di
un cilindro schiacciato), l'intensificatore di pressione comincia l'operazione: La
pressione bassa muove il pistone intensificatore a causa del rapporto di
superficie e comprime l'olio nella sezione di pressione alta.
Alla fine della corsa del pistone intensificatore, il meccanismo a dondolo
commuta la valvola direzionale nella posizione incrociata, ed il pistone
intensificatore pompa l'olio dall'area dellasta del pistone nella sezione di alta
pressione. Il processo si ripete fino a che il rapporto di pressione corrispondente
al rapporto di superficie ha raggiunto un equilibrio di forza sul pistone
intensificatore.
L'intensificatore di pressione si spegne e riprende di nuovo quando la alta
pressione (e.g. a causa di perdita esterna) comincia a scendere (fare
attenzione alla caratteristica del flusso). La velocit di commutazione della
valvola dipende dalla velocit del pistone intensificatore.
Nota
per evitare di eccedere la pressione massima ammissibile, una valvola di controllo
pressione o scarico pressione deve essere posta sul lato primario (pressione max.
125 bar / 1: 4 o max. 250 bar / 1: 2).
Non ci debbono essere picchi di pressione sul lato primario quando si lavora nel
campo della massima pressione.
Si raccomanda di montare un filtro da 10m sul primario per assicurare che si lavori
senza danni.
Valvole di controllo della pressione
Valvole a funzionamento automatico in
grado di intervenire sul circuito allo scopo di
limitare il valore massimo di pressione del
fluido
Valvole normalmente chiuse
controllano il valore massimo di pressione nel circuito a monte,
aprendosi quando esso raggiunge un valore prefissato
Valvole di sicurezza o di massima pressione
Valvole di sequenza
Valvole normalmente aperte
controllano il valore massimo di pressione nel circuito a valle,
interrompendo lafflusso ulteriore di fluido quando la pressione
raggiunge un valore prefissato
Valvole riduttrici di pressione
Valvole di controllo della pressione
Organi di intercettazione a
funzionamento automatico
unidirezionale.
In un verso di flusso
consentono il libero passaggio
del fluido, mentre nel verso
opposto garantiscono ermeticit
di tenuta grazie alla tenuta ad
otturatore
Valvole di ritegno pilotate
Costituite da un otturatore operante
come nella valvola di ritegno
semplice, sono dotate di un piccolo
attuatore interno a semplice effetto
in grado di spostare lotturatore
dalla sua sede qualora venga
applicato un segnale di pilotaggio
con adeguato valore di pressione.
Di solito il dimensionamento
prevede Apil = k Aott
In modo da garantire lefficacia del
pilotaggio anche nel caso in cui la
pressione di pilotaggio sia inferiore
a quella che provoca la chiusura
dellotturatore
k = 1,2 - 2
Valvole di regolazione della portata
Concetti generali La variazione della sezione
di passaggio non provoca
di per s variazione di
portata, ma solo variazione
della perdita di carico.
La valvola munita di
compensazione barica e termica e
di valvola di sicurezza incorporata.
Divisori di flusso
Equalizzatori di flusso
L'impiego tipico di questi componenti l'azionamento in sincronismo di
pi cilindri a doppio effetto duguale alesaggio o di pi attuatori rotanti
duguale cilindrata.
Divisori di flusso
Questi componenti simpiegano in quei circuiti idraulici in cui esistono
diversi rami, alimentati dalla stessa pompa principale, che funzionano
con portate e pressioni differenti.
Intensificatori di pressione
Negli intensificatori di pressione si sfrutta lo scambio denergia tra le
sezioni, per ottenere pressioni notevolmente superiori alla pressione di
funzionamento della pompa principale. Per ottenere questo, gli
intensificatori sono composti di due sezioni: una collegata al serbatoio
funziona come motore, l'altra collegata al circuito funziona come
pompa. All'uscita di quest'ultima sezione si ottiene una pressione
intensificata, rispetto alla pressione dentrata, del rapporto tra le
cilindrate delle sezioni.
Divisori di flusso a cursore
Il principio di funzionamento sempre basato sul mantenimento
costante delle perdite di carico, attraverso le due uscite. Infatti,
causando una perdita di carico variabile i pistoni compensatori
mantengono una divisione costante della portata alle due uscite,
secondo le caratteristiche del modello impiegato.
Simbolo
Valvole di decelerazione
Quando le masse in movimento sono notevoli, indispensabile ricorrere a
misure supplementari per limitare i valori massimi della pressione di frenatura:
se, infatti, all'attuatore sono collegate notevoli masse inerziali, al loro arresto
l'energia cinetica che esse possiedono pu raggiungere valori molto elevati.
Nel caso di movimenti rotatori si attua normalmente una limitazione
"secondaria" della pressione facendo in modo che, nonostante lo scarico
bloccato, il motore possa ruotare ancora di una quantit limitata durante la
frenatura, proprio allo scopo di contenere la pressione massima indotta dalle
masse d'inerzia.
Nel caso invece dattuatori a movimento lineare (ossia di cilindri) si fa ricorso
agli smorzatori (o ammortizzatori) destremit, costituiti il pi delle volte da
elementi conici che penetrando gradualmente in una bussola nel tratto
terminale della corsa, riducono progressivamente la sezione di scarico dell'olio,
addolcendo cos l'azione frenante mediante il suo prolungamento nel tempo.
Ci corrisponde ad una decelerazione che pu per essere ottenuta anche
mediante speciali valvole, dette appunto valvole di decelerazione, capaci di
agire in funzione della corsa del cilindro, strozzando progressivamente il flusso
di carico e realizzando cos la frenatura secondo la legge richiesta
Valvole di decelerazione
Il controllo della portata che passa sul pistone della valvola realizzato in modo
che inizialmente la frenatura avvenga in modo dolce, aumentando gradualmente
d'intensit al procedere della corsa, fino a raggiungere un massimo verso la fine
della corsa stessa
Tecniche a Cartuccia
Tecniche a cartuccia
Svolgono funzioni di distribuzione, controllo pressione e controllo portata.
Sono inserite in cavit predisposte in blocchi metallici muniti di canali e di
attacchi filettati sulle facce esterne.
Possono essere di due tipi:
Valvole avvitabili (screw-in)
Funzionalmente complete con cursore e comando
Valvole logiche
Hanno solo otturatore conico e sono prive di comando
Sono pilotate da un coperchio con appositi attacchi
Schemi grafici di cartucce avvitabili
AB La connessione X deve S S
A B a scarico =0 BA poter essere messa
a scarico
Controllo portata
Connettere X con B
A B connessa con B =pB AB (funzione di ritegno
B verso A chiuso a tenuta verso A) S S
Non ritorno
Connettere X con A S S S S
connessa con A =pA BA Funzione di ritegno
A B A verso B chiuso a tenuta verso B
Non ritorno
DIN 24342
(installazione)
Pilotaggio diretto (senza valvola pilota)
SX
SB
SA
Funzione di ritegno semplice
SX
SB
SA
Magnete diseccitato:
valvola principale chiusa,
con tenuta da B verso A
Magnete eccitato:
valvola principale aperta
Valvola logica come distributore 2/2
flusso libero da B verso A
Magnete diseccitato:
A verso B bloccato
Magnete eccitato:
B verso A aperto
Valvola logica con coperchio munito di
distributore pilota 4/2
Funzione di limitazione pressione con taratura
manuale
S
Funzione controllo pressione
Sistemi a cartuccia di controllo direzione
Per controllare la direzione del movimento di cilindri o
motori di cilindri sono necessarie quattro valvole a
cartuccia.
Le valvole on-off con pilota hanno l'unit di controllo
montata sul coperchio. Le valvole on-off senza pilota,
possono essere pilotate idraulicamente a distanza.
I coperchi hanno connessioni di controllo su X e Y.
Le valvole pilotate sono azionate da elettrovalvole di
direzione.
Pilotaggio di 4 valvole a cartuccia a 2 vie
mediante valvole pilota separate
SX SX SX SX
1.0 2.0 3.0 4.0
P T
Fuoriuscita dello stelo del cilindro
P T
Rientro dello stelo del cilindro
SA
P T
Pilotaggio di 4 valvole a cartuccia a 2 vie mediante
un'unica valvola pilota
Condizioni iniziali
SX SX SX SX
P T
Corsa di uscita dello stelo del cilindro
SX SX SX SX
SA SB
P T
Corsa di rientro dello stelo
SX SX SX SX
SB SA
P T
Paragone tra sistemi con la tecnica
convenzionale a spola e quella a cartuccia.
Comando del cilindro con controllo della
velocit
6
7
8 9
1 2 3 4
B B B B
A A A A
P T
Dalla Tecnica proporzionale ai
Servocomandi
Regolazione automatica
La "regolazione" di un processo si svolge secondo una predeterminata
sequenza logica, mantenendosi nelle condizioni di precisione richieste
e ripetendo in modo costante i cicli operativi.
I termini basilari inerenti alla regolazione sono i seguenti: processo,
grandezza regolata, valore prescritto, grandezza regolante.
Come processo sintende in genere il ciclo di lavorazione o il sistema
fisico dell'impianto oggetto dell'azione di regolazione.
Grandezza regolata quella del processo, sottoposta a regolazione, e
pu essere, per esempio: il numero di giri di un motore o la posizione
dello stelo di un cilindro oleodinamico.
Il valore prescritto, detto anche riferimento, il valore che la grandezza
regolata deve mantenere in base alle esigenze del processo.
Grandezza regolante quella che, intervenendo sul parametro del
sistema prescelto, permette l'impostazione del valore esatto della
grandezza regolata.
Sistema di regolazione automatica
Grandezze perturbatrici
Grandezza Grandezza
regolante regolata
PROCESSO
Regolazione ad anello aperto
Calore di disturbo
Regolazione ad anello chiuso
Grandezza Grandezza
Riferimento + regolata regolata
PROCESSO
RETROAZIONE
Distributori manuali ad azionamento proporzionale
Magnete
Valvola
proporzionale Attuatore e
elettronica proporzionale,
o motore di macchina
servovalvola
coppia
Amplificatore
Amplificatore Solenoide
Solenoide Valvola
Valvola
Controller
Controller Attuatore
Attuatore
elettrico
elettrico proporzionale
proporzionale proporzionale
proporzionale
Componenti proporzionali
I
La curva di regolazione la caratteristica tipica della valvola proporzionale e rappresenta la
correlazione che intercorre tra la corrente elettrica di alimentazione del solenoide proporzionale
e la grandezza idraulica regolata.
Linearit
p/Q
max
La linearit esprime lo spostamento massimo ( max) della curva di regolazione dalla linea di
perfetta proporzionalit fra la grandezza idraulica regolata e la corrente di alimentazione.
Isteresi
p/Q
max
I
Listeresi la differenza massima ( max) fra due valori della grandezza idraulica regolata in
corrispondenza ad uguali valori di corrente inviata al solenoide proporzionale, raggiunti in fase
ascendente e discendente
Ripetibilit
p/Q
max
I
La ripetibilit la dispersione massima ( max) della grandezza idraulica regolata dalla valvola
proporzionale attorno ad uno stesso valore raggiunto con comandi ripetuti sempre nello stesso tempo.
E' espressa in percentuale del valore massimo della grandezza idraulica regolata. La riproducibilit
(intercambiabilit) identifica l'intercambiabilit funzionale fra componenti uguali. quindi la differenza
massima riscontrabile sulla curva di regolazione tra tutti i componenti dello stesso tipo. E' espressa in
percentuale del valore di fondo scala della grandezza idraulica controllata.
Risposta al gradino
t1
p/Q
I max
I min
p/Q max
p/Q min
I
La risposta al gradino, espressa in millisecondi, rappresenta il tempo di adeguamento t1 della
grandezza idraulica controllata dalla valvola ad una variazione istantanea della corrente inviata al
solenoide proporzionale. E' generalmente proporzionale al valore della grandezza idraulica
controllata.
Risposta in frequenza
p/Q
Segnale A
di
ingresso
Grandezza
Ao
di uscita
I
sfasamento
Rapporto delle ampiezze dB
0
Ritardo di fase
-1
-2 180
-3
90
-4
0 10 20 30
Frequenza Hz
Il rapporto delle ampiezze I'attenuazione (in dB) che subisce la grandezza regolata a varie
frequenze del segnale elettrico di comando rispetto al valore misurato ad una frequenza di
riferimento.
Lo sfasamento il ritardo di fase, ovvero il ritardo con cui la grandezza idraulica regolata risponde
al segnale di corrente misurato ad una frequenza stabilita.
Il ricoprimento
segnale
Il ricoprimento
La correlazione tra ricoprimento e funzione segnale/portata per una valvola
proporzionale direzionale si riassume in questi 3 casi:
In caso di ricoprimento positivo, una riduzione della corrente elettrica causa una
ripercussione sul cursore ma la quantit di flusso rimane invariata. Questo perch si
trova nella zona morta della funzione segnale/portata
In caso di ricoprimento zero la funzione segnale/portata rimane lineare con bassi
livelli di segnale
In caso di ricoprimento negativo la funzione segnale/portata per una piccola
apertura del campo di regolazione risulta pari ad una grand'apertura del cono del
cursore
In pratica le valvole proporzionali hanno generalmente un ricoprimento di tipo
positivo per le seguenti ragioni:
II drenaggio nella valvola in posizione centrale minore rispetto ai ricoprimenti zero
o negativo
In caso di arresto del segnale elettrico le molle riportano il cursore nella posizione
centrale. Solamente con un cursore a ricoprimento positivo possibile mantenere
chiusi gli attacchi.
Le tolleranza di lavorazione richieste per il cursore ed il massello sono pi blande
rispetto ai ricoprimenti zero o negativo.
Ricoprimento nullo
-Y +Y
-Q
Y0 = 0
Ricoprimento positivo
-Y +Y
-Q
Y0
Ricoprimento negativo
Con valore |Y| Y0 si realizza sempre un flusso
sinistra destra
continuo attraverso i due spigoli di ricoprimento
+Q
-Y +Y
-Q
Y0
Caratteristiche dei componenti
proporzionali
Principi di base delle valvole proporzionali
Una valvola proporzionale deve essere appropriatamente inserita in un circuito
per sfruttarne al meglio le sue capacit. Ci richiede attenzione a fattori che
non sono presenti nelle valvole on/off, quali la portata e la pressione agenti
sulle strozzature variabili della valvola.
p(P-A) = p(B-T)
Armatura
Molla
Bobina Corpo
valvola
Assemblaggio
del solenoide Flusso
duscita
Portata proporzionale in funzione del segnale di
ingresso
Rispetto alle tradizionali valvole on/off, la corrente nelle
valvole proporzionali pu variare cos da posizionare il
cursore in diverse posizioni.
Il termine proporzionale descrive il movimento della
valvola.
Il cursore della valvola si sposta in proporzione del segnale
elettrico inviato al solenoide; il segnale elettrico viene
convertito in un movimento meccanico del cursore.
In parole semplici la portata in uscita proporzionale al
segnale di ingresso. Mutando il segnale dingresso il
solenoide varia il movimento del cursore che determina la
portata attraverso il corpo valvola.
Servovalvola elettroidraulica
Amplificatore idraulico avente un elevato guadagno:
capace di controllare con una modestissima potenza (elettrica) una
notevolissima potenza (idraulica) con velocit di risposta che sembra
essere limitata dalla sola inerzia dell'attuatore da controllare
Perturbazione
Generatore Amplificatore
Segnale di uscirta
Confronto
retroazione
Amplificatore
Schematicamente, un + Alimentazione
amplificatore si rappresenta come
un triangolo con lingresso
Ingresso X Uscita
collegato alla base e luscita sul A
vertice.
Il punto X si chiama NODO
SOMMATORE e tutti gli ingressi a _ Alimentazione
lui collegati si sommano.
Il GUADAGNO AD ANELLO APERTO viene definito come il fattore di
moltiplicazione tra lingresso e luscita, cio:
TENSIONE DUSCITA
GUADAGNO AD ANELLO APERTO =
TENSIONE DINGRESSO
variabile
64 l/min 10 bar
Compensazione della variazione del carico con
compensatore di pressione a due vie
Con I'adozione di un compensatore di pressione a 2 vie si
mantiene costante la caduta di pressione sullo spigolo di
strozzamento di mandata della valvola proporzionale.
Si compensano in tal modo oscillazioni della pressione
determinate sia dal carico che dalla pompa.
Ci significa che l'alimentazione non pu aumentare anche
se si fa crescere la pressione di alimentazione della
pompa.
La portata nominale della valvola legata alto stesso p
del compensatore di pressione.
Esempio di circuito
Servovalvole
Servosistemi elettroidraulici
Un servosistema un sistema di controllo in grado di
correggere automaticamente il proprio segnale tipico in
funzione di perturbazioni esterne al sistema e in maniera
tale da mantenere detto segnale al livello desiderato
indipendentemente da cause perturbatrici.
costituito dai seguenti elementi caratteristici:
il generatore;
l'amplificatore;
la rete di confronto e retroazione.
Schema a blocchi di un servosistema
Perturbazione
Generatore Amplificatore
Segnale
di uscita
Confronto
retroazione
Funzioni e caratteristiche:
pA pB
4 solenoidi
5 asta in materiale
ferromagnetico
6 tubo elastico di
supporto
9 - ugelli di reazione
Motore - Coppia
Ugelli
A B
P T
Distributore
Servovalvola a due stadi
segnale
Chiudendo linterruttore a, a b c z
lamplificatore proporzionale
b comanda la valvola
proporzionale direzionale c
M
in base al valore nominale Z
K
M
Per spostare il carico e fargli raggiungere una certa posizione viene, inviato
allamplificatore un segnale dingresso e lamplificatore, a sua volta, invia un segnale
alla servovalvola. La valvola invia una certa portata di fluido al cilindro il quale poi
sposta il carico. Chiude lanello un trasduttore di posizione che collegato al carico e
fornisce un segnale di retroazione proporzionale alla posizione del carico.
Lamplificatore confronta la posizione che si vuole far raggiungere al carico (segnale in
ingresso) con la posizione attuale del carico (segnale di retroazione) e genera
unuscita (segnale di controllo) proporzionale a questa differenza, cio:
In molte applicazioni un
sorpassamento pu essere
controproducente, perci un
metodo alternativo per migliorare
la risposta del sistema consiste
nel modificare il segnale di
controllo in modo che sia proporzionale non solo allerrore ma anche al
tasso di variazione del segnale di errore, cio:
Segnale di controllo = Segnale di errore x Guadagno + Tasso di
variazione errore x Guadagno
Se lerrore si riduce, cio il carico si sta avvicinando alla posizione
richiesta, allora il termine del tasso di variazione derrore diventa
negativo e tende a ridurre il segnale di controllo.
Con la riduzione del segnale di controllo il carico comincia a rallentare
prima e quindi si pu eliminare il sorpassamento.
Controllo Proporzionale Derivativo
Poich la velocit di variazione di una grandezza rappresentata
dalla variazione della grandezza in un intervallo di tempo, cio
V
t
che com noto si Chiama derivata della grandezza rispetto al tempo,
questo tipo di controllo si chiama PROPORZIONALE DERIVATIVO.
Errore Statico
Supponiamo di avere spostato un carico in un certo punto: quando la
posizione effettiva e quella richiesta sono le stesse, lerrore diventa nullo e la
servovalvola si trova in posizione centrale. Tuttavia a causa del carico che
agisce sul cilindro e dei trafilamenti che si verificano attraverso il cursore
della servovalvola il pistone avr la tendenza di scorrere verso il basso.
Per contrastare questo movimento
indesiderato, il cursore della servovalvola deve
Carico
essere spostato lievemente rispetto alla
posizione centrale in modo da prevenire lo
spostamento del carico.
Per far scorrere il cursore della valvola
necessario un piccolo segnale di controllo e
per poter avere un segnale di controllo
necessario che ci sia un errore tra la posizione
richiesta e la posizione reale. Per mantenere il
cilindro in una posizione stabile deve esistere
un errore tra il valore in ingresso ed il valore in
uscita, questo errore viene anche chiamato Servovalvola
P
ERRORE STATICO.
Integrale
Quindi in ogni istante avremo un errore statico e facendo la somma di tutti gli
errori che ci sono nellintervallo di tempo in cui il carico deve restare fermo
otterremo lINTEGRALE dellerrore statico nellintervallo di tempo considerato.
Segnale di controllo =
Segnale Proporzionale (Errore) x Guadagno Proporzionale +
+ Segnale Integrale (Tempo di durata dellErrore) x Guadagno Integrale
Se c un errore statico il termine integrale aumenta col tempo fino a diventare
abbastanza grande da generare il segnale di controllo necessario a correggere
lerrore.
Proporzionale Integrale Derivativa
(PID)
Le prestazioni di un sistema di controllo Proporzionale possono
essere migliorate in modo rilevante con laggiunta di:
un termine DERIVATIVO (tasso derrore) per migliorare la risposta
dinamica e ridurre i pericoli di sorpassamento;
un termine INTEGRALE (tempo derrore) per ridurre lerrore
statico.
Nei sistemi ad azionamento veloce, il termine integrale tende a
rendere il sistema meno stabile per cui lo si usa molto spesso insieme
al termine derivativo che invece migliora la stabilit. In tal caso si dice
che il sistema ha unazione PROPORZIONALE, INTEGRALE e
DERIVATIVA (P.I.D.) a volte detta controllo a TRE TERMINI.
PID
CIRCUITI OLEODINAMICI
a = 30 bar
b = 50 bar
Circuito per sobbalzi di pressione
Quando si verificano sobbalzi notevoli di pressione a valle del
ricevitore, il regolatore di pressione a tre vie rappresenta di solito una
soluzione pi favorevole, agendo anche come limitatore di pressione.
Circuito a pressioni selezionabili
Regolazione di pressione con le valvole regolatrici
pilotate
La discesa del
cilindro pu avvenire
solo dopo lo sblocco
della valvola di non
ritorno pilotata tramite
il distributore 3/2
Circuiti con valvole proporzionali
Variazione di velocit mediante distributore
proporzionale o servovalvola
Soluzione che consente la massima flessibilit,
potendo controllare in modo qualunque la legge di
moto
Il controllo della legge di moto pu essere eseguito
in catena aperta oppure in catena chiusa
La retroazione pu essere eseguita sul segnale di
velocit, di posizione di forza o con modalit pi
complesse
Occorre notare che durante il funzionamento, poich
la portata assorbita dallattuatore inferiore a quella
erogata dalla pompa, leccesso di portata deve fluire
a serbatoio attraverso la valvola di sicurezza, cio ad
un valore di pressione P*
La pompa assorbe quindi una potenza costante, pari
a QpP*/g, indipendentemente dalla potenza effettiva
resa allattuatore
Consumo energetico elevato
Rischio di surriscaldamento del fluido
Basso rendimento di attuazione
Adozione di pompa a cilindrata variabile con
regolazione a pressione costante
La regolazione a pressione costante consiste nel
variare la cilindrata della pompa in modo da adeguarla
alle richieste di portata da parte del circuito, inviando
cio verso il circuito, fluido in quantit tale da
soddisfare le utenze mantenendo costante la pressione
P alla bocca di mandata ( ovviamente P<P*)
Ad esempio, se non richiesta alcuna portata agli
utilizzatori, la pompa erogher la sola portata
sufficiente a compensare i trafilamenti.
Da notare che in questo caso la potenza assorbita
QpP/g , quindi molto piccola nel caso di
funzionamento senza assorbimento di portata da parte
dellattuatore.
Regolazione continua di velocit dellattuatore
mediante regolatori di flusso a comando
proporzionale
Accumulatore oleodinamico
Organo in grado di accumulare energia idraulica sotto forma
di volume di fluido pressurizzato
Funzioni allinterno del circuito oleodinamico
Erogare portata di fluido per soddisfare punte di utenza non
coperte dalla portata della pompa
Smorzare effetti dinamici dovuti a brusche variazioni delle
condizioni di flusso nel circuito
Mantenere in pressione parti del circuito anche in assenza di
erogazione di portata da parte della pompa
Diverse tipologie di accumulatori
A gravit
A molla
idropneumatico (di maggiore interesse applicativo)
Accumulatore idro-pneumatico
Compensazione ai trafilamenti
L'accumulatore deve
compensare i trafilamenti in
modo che la pressione del fluido
(che sostiene il carico) non
scenda al di sotto di un valore
prefissato.
Azionamento demergenza
?
Circuiti con attuatori in parallelo
n 2 divisori di flusso
n 1 unit di alimentazione
Cilindri in moto sincrono
Valvola di sicurezza in
venting con la linea di
alimentazione parallela
e divisori di flusso tra i
due cilindri
Come limitare il riscaldamento dellolio
ACC
VR pressostato (PS)
valvola di sicurezza (VS)
valvola di ritegno (VR)
valvola di sequenza (VSQ)
E1 valvola di riduzione pressione (VRP)
VS
x
x
Azionamento di due cilindri oleodinamici
Il pistone del cilindro C1, verso la fine della sua corsa in fuori, per
mezzo di una camma, effettua la chiusura graduale della valvola di
decelerazione VD ottenendo un rallentamento prima di arrivare alla fine
della corsa, fino all'arresto completo del pistone; nel senso inverso l'olio
arriva al cilindro passando attraverso la valvola di ritegno, di solito
incorporata nella stessa valvola di decelerazione.
Il cilindro C2 sistemato in posizione verticale e il pistone potrebbe
abbassarsi accidentalmente per effetto dei trafilamenti attraverso
l'elettrovalvola o a causa della rottura di un tubo; per evitare tale
inconveniente installata, direttamente sull'attacco inferiore del
cilindro, una valvola di ritegno pilotata VRP.
La valvola di ritegno pilotata installata in modo da lasciare libero il
flusso dell'olio durante la manovra di salita del pistone; nel senso
inverso, discesa del pistone, l'olio pu passare solo se la valvola
pilotata dalla pressione inviata nella parte superiore del cilindro.
La discesa del pistone potr avvenire perci solo se comandata
intenzionalmente.
Circuito di azionamento di due cilindri oleodinamici
VD = valvola di decelerazione
Rallenta la corsa di C1 prima che
arrivi alla fine
VR = valvola di ritegno
isola la pompa dall'impianto in
pressione
Circuito 3
C1 C2
VD VRP
E1 E2
VSS
Cilindri in sequenza
OLEODINAMICA INDUSTRIALE
III PARTE
ASSISTENZA E MANUTENZIONE
Assistenza agli Impianti Oleodinamici
Obiettivo
CAUSE DI GUASTO
1) Pulizia esterna
Consente una facile localizzazione di eventuali perdite e l'immediato
intervento per eliminarle. In relazione all'ambiente, si pu
considerare una frequenza quadrimestrale.
Q.t Casa costruttrice e tipo Port. l/min P.Max bar n giro/min Montaggio Attacchi c d b
Pompe
Q.t Casa costruttrice e tipo Tens. V n solen. Port. l/min n vie Attacchi Fine Q.t Tipo Caratteristiche
corsa
Elettrovalvole
Q.t Casa costruttrice e tipo Funzione e n vie Port. l/min Attacchi Filtri Q.t Tipo Caratteristiche
Valvole
GUASTO ELETTRICO O GUASTO MECCANICO?
1 - - - - - - - - - - - -
2 - - - - - - - - - - - -
3 - - - - - - - - - - - -
4 - - - - - - - - - - - -
5 - - - - - - - - - - - -
6 - - - - - - - - - - - -
7 - - - - - - - - - - - -
8 - - - - - - - - - - - -
9 - - - - - - - - - - - -
10 - - - - - - - - - - - -
Sovraccarico del motore elettrico
p2 = p1 - p perdite
e la portata dalimentazione, Q2 = Q1
Procedura logica di diagnosi
6 5 4 3 2 1
R4 R3
R1
R2
M
Sezionamento del circuito
Pompa usurata.
Pompa eccessivamente rumorosa
SINTOMI CAUSE
Guasto alla
Pressione Accumulatore Pompa Motore Cilindro
Aria nel fluido valvola di Fluido sporco
incostante difettoso danneggiata danneggiato danneggiato
pressione
1. Installare il tester nel sistema tra la porta di uscita della pompa a quella di
entrata alla valvola di controllo direzionale.
2. Aprire il flussostato per leggere la massima portata della pompa e la minima
pressione.
3. Chiudere il flussostato lentamente per aumentare la pressione e notare la
riduzione del flusso appena la pressione aumenta alla massima pressione
della pompa per determinare la condizione della pompa.
4. II flusso della pompa alla pressione nominale ora pu essere verificato
secondo le specifiche del produttore della pompa. La diminuzione della
portata del flusso dalla minima pressione e quella massima determina le
condizioni della pompa. Tipicamente una pompa danneggiata perde il
2030%. Una pompa che eroga un flusso basso sia alla minima pressione
che a quella massima indica problemi di aspirazione. L'inattivit dei filtri
aspiranti e i problemi di cavitazione della pompa possono anche essere
cercati registrando il flusso della pompa alle varie velocit del motore.
5. Questo metodo per testare pu essere usato in diversi punti nel circuito e la
macchina pu essere usata sotto le sue normali condizioni di lavoro per
valutare le performance degli elementi del circuito, come la pompa, la
valvola di controllo cilindro e il motore idraulico.
T Test
Misurare rpm del motore idraulico con il tachimetro quando il motore sta lavorando a
pressione normale. Se la velocit del motore bassa e il flusso di ingresso si
dimostra corretto, un trafilamento interno viene indicato net motore. Controlla con i
dati e sostituire il motore se necessario.
Quando il motore non ha un tubo di drenaggio esterno o il motore non pu essere
sovralimentato, collegare il tester all'altra linea e ripetere il test per l'altra direzione
del motore
Controllo simultaneo del cilindro e del motore
Sia i motori che i cilindri possono essere testati come mostrato nella figura
seguente. Scollegare le due linee dal motore e collegare il tester a queste
linee. Aprire completamente la valvola di carico, aprire la pompa e
diagonalmente lelettrovalvola per Iasciare il flusso nella porta di entrata del
tester. Chiudere lentamente la valvola di carico girando in senso orario e
annotare il flusso e la pressione. Se il flusso al di sotto dei dati del
produttore o pi bassi del test del flusso della pompa (1.0) verificare le
funzioni delta valvola di controllo.
Se il flusso corretto e la velocit lenta, questo indica un difetto del
cilindro o del motore.
Rumore eccessivo della pompa, Cavitazione della pompa causata da: Test sulla mandata
Pressione oscillante, a) Filtro di aspirazione otturato T test
Flusso basso senza carico b) Linea di aspirazione ristretta
c) Bolle di aria nella linea di aspirazione della
pompa, raccordi, guarnizioni dellalbero etc.
d) Velocit della pompa troppo alta.
Se una pompa non funziona nel nostro impianto, potrebbe essere ancora
possibile ripristinare il corretto funzionamento ancora su macchina (prima
linea).
Oppure potrebbe rendersi necessario sostituire l'unit con una nuova,
portando la pompa danneggiata in reparto (seconda linea) dove potr
essere presa la decisione di ripararla o ritornarla al fornitore (terza linea)
oppure si constater che l'unit giunta alla fine della sua vita lavorativa ed
occorrer rottamarla.
Ovviamente diversi fattori concorrono alla decisione quali:
reperibilit delle parti di ricambio,
tempo a disposizione
ma tuttavia una procedura dovr essere chiaramente definita a vantaggio
del personale di manutenzione ed in ultima analisi a vantaggio dell'azienda
stessa.
Nel seguito verr fornito un aiuto agli interventi di ripristino di componenti
difettosi direttamente sulla macchina (prima linea) lasciando ai produttori il
compito di istruire il personale delle aziende loro clienti nello smontaggio e
rimontaggio presso il reparto manutenzione dei loro componenti.
Ricerca Guasti
Pressioni negative(vacuum)
Soprattutto nei pressi delle pompe questi fenomeni possono
verificarsi nella condotta di aspirazione.
Temperatura, generalmente quando uno dei componenti
o una parte dell'impianto pi calda di altre parti
questa una buona informazione di cosa sta succedendo nel
flusso dell'olio.
Rumore
Se testato periodicamente con procedimenti abituali un ottimo
indicatore delle condizioni della pompa.
Livello di contaminazione del fluido
Quando le anomalie si ripetono il grado di purezza del fluidi
idraulico dovrebbe sempre essere controllato per determinare la
natura del guasto.
Con quali strumenti posso controllare
Punto 1
Un attuatore indica un non corretto funzionamento nei seguenti
modi:
VELOCITA' ANOMALA
SPINTA ANOMALA
NESSUN MOVIMENTO
MOVIMENTO ERRATO
PENDOLAMENTO
SEQUENZA SBAGLIATA LENTEZZA
Qualsivoglia avaria si manifesti occorre definire il campo di
intervento tra PORTATA, PRESSIONE o DIREZIONE.
Punto 2
Dal disegno dell'impianto ogni componente deve essere
identificato insieme alla funzione nell'impianto
Procedura anomalie su macchina
punto 3-4
Punto 3
Un elenco dei componenti che potrebbero essere la causa
dell'anomalia va individuato. Un lento movimento del cilindro
pu essere assunto come un problema di PORTATA (anche se
il fenomeno pu determinarsi a causa di una mancanza di
PRESSIONE, il motivo principale del nostro malfunzionamento
rimane la PORTATA). A questo punto occorre stilare un elenco
dei componenti che possono incidere sulla portata nello
attuatore (compreso l'attuatore stesso) ricordandosi che un non
corretto settaggio della valvola di massima PRESSIONE
potrebbe verificare una diminuzione di portata sull'attuatore.
Punto 4
L'elenco dei componenti va ora compilato seguendo ora una
priorit basata sulla passata esperienza e sulla facilit di
testaggio.
Procedura anomalie su macchina
punto 5-6
Punto 5
Una verifica preliminare pu essere ora realizzata su ogni
componente dell'elenco partendo da installazione, montaggio,
segnali, etc. cos da determinare se delle unit segnalano
sintomi quali un'eccessiva temperatura, rumori o vibrazioni.
Punto 6
Se il test preliminare non rivela l'unit in avaria si dovr
eseguire su tutte le unit dei test pi particolari usando la
necessaria strumentazione ma senza rimuovere nessun
componente dall'impianto.
Procedura anomalie su macchina
punto 7-8
Punto 7
II test eseguito con gli strumenti ci dovr fornire lindicazione del
componente difettoso e si dovr ora decidere se ripararlo in
loco oppure sostituire l'unit non funzionante.
Punto 8
Prima di far ripartire il sistema si dovr riflettere sulle cause e le
conseguenze dell'avaria. Se essa stata provocata da una
contaminazione del fluido o da una eccessiva temperatura ci si
pu attendere altri inconvenienti pertanto si dovranno
intraprendere delle azioni correttive. Se una pompa si
danneggiata vi potrebbero essere delle sue parti interne
circolanti nell'impianto che dovranno essere eliminate prima di
installare una nuova pompa.
RICORDATI DELLE CAUSE DELL'AVARIA E LE SUE
CONSEGUENZE.
DIFETTI SU MACCHINA
Anomalie del circuito
(49 & 50. (49 & 50. Dalla tabella dei solenoidi si evidenzia che n il
cilindro di traslazione n lespulsore rotativo funzionano
simultaneamente al motore, pertanto si ritiene che un
trafilamento in entrambi questi due attuatori non possa
influenzare la portata al motore)
51. Poich i cilindri di serraggio sono operanti dalla pressione
quando il motore del carrello lavora (come risulta dalla
tabella dei solenoidi) un trafilamento attraverso le
guarnizioni del pistone potrebbe influire sulla portata al
motore del carrello.
52. Come sopra.
Difetto n2
Velocit lenta nel cilindro di traslazione
1 passo. Ancora il sintomo quello della velocit
quindi il problema la portata
2 passo. Esamina l'impianto idraulico ed
identifica i vari componenti e le loro
funzioni.
3 passo. Elenca i componenti che potrebbero
incidere sulla portata al cilindro di
traslazione quando si estende.
Componente n Commenti
9. Vedi difetto n1
10. Vedi difetto n1
11. Vedi difetto n1
13. Vedi difetto n1
16. Vedi difetto n1
17. Vedi difetto n1
18. Vedi difetto n1
20. Vedi difetto n1
21. Vedi difetto n1
22. Vedi difetto n1
30. Vedi difetto n1
31. Vedi difetto n1
34. Vedi difetto n1
Componente n Commenti