Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
Si tratta di un riassunto realizzato da studenti, pertanto pu contenere errori ed omissioni di qualsiasi tipo.
sempre consigliato consultare il manuale originale (Villani 2016)
DIRITTO DELLUNIONE EUROPEA
CAPITOLO 1
Un altro tipo di concezione nasce poi negli anni della seconda guerra
mondiale, grazie al lavoro di personaggi come Jean Monnet, Robert
Schuman, Adenauer e cos via. Rispetto al progetto precedente, questo
puntava ad un unione politica europea seguendo un metodo funzionalista
e graduale. Il pensiero era di realizzare forme di coesione e solidariet in
specifici settori cos da costruire progressivamente unintegrazione tra i
paesi europei, che sarebbe sfociata, quasi naturalmente, in un unione
politica.
1/93
prevedeva la creazione di uno strumento che ne favorisse
unutilizzazione congiunta. Cos, con la Convenzione di Parigi del 48,
venne creata unapposita organizzazione (OECE). Questa, una volta
esaurito il compito di amministrare gli aiuti del piano Marshall, si
trasform nel 1960, nellOrganizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico (OCSE).
2/93
La Comunit economica europea (CEE) e la Comunit europea
dellenergia atomica (CEEA).
Gli stessi stati facenti parte della CECA nel 1952 sottoscrissero a Parigi il
trattato istitutivo della CED, comunit europea di difesa, che comportava
la creazione di un esercito europeo e di un apparato istituzionale per
gestire eventuali aggressioni tra stati membri. La CED non entr mai in
vigore, poich non fu ratificata dalla Francia per ragioni politiche interne.
Un altro motivo fu sicuramente il cambiamento di rotta verso un
approccio politico e militare, inadeguato perch troppo ambizioso e poco
realistico.
3/93
Il parziale trasferimento di poteri giudiziari e della sovranit
monetaria
Per quanto riguarda gli Stati membri, rispetto al nucleo originario dei sei
fondatori, il numero degli stati si progressivamente ampliato fino agli
attuali 28. Lultimo stato ad entrare nellUE stata la Croazia nel luglio
del 2013. Naturalmente ogni allargamento ha determinato anche la
necessit di adattare le norme dei trattati per quanto riguarda il
funzionamento delle istituzioni europee, a cominciare dalla loro
composizione e dalle regole di votazione.
4/93
acuta. Per cui, lAtto unico, riusc a superare la situazione di stallo che si
era creata e anche a raggiungere qualche significativo risultato. Esso
contempl per la prima volta listituzione di una cooperazione europea in
materia di politica estera. Inoltre, spinto dallesigenza di una
democratizzazione effettiva, si limit ad introdurre un procedimento
detto di cooperazione che accresceva il potere del Parlamento nel
processo decisionale, ma consentiva ancora al Consiglio di adottare un
atto contro la sua volont. Inoltre lAtto Unico fissava una data precisa
(31 dicembre 1992) entro la quale la CEE avrebbe dovuto completare il
mercato interno. La realizzazione del mercato interno richiedeva la
realizzazione delle quattro fondamentali libert di circolazione: merci,
persone, servizi e capitali. Allepoca erano gi stati raggiunti importanti
obiettivi relativi a tali libert. Era stata istituita, per esempio, lunione
doganale. Aver fissato quella data port ad una rilevante spinta
psicologica, in particolare sugli operatori economici e commerciali,
nonch sugli ambienti politici e sociali. LAtto Unico istitu anche nuove
politiche europee, quale la politica di coesione economica e sociale volta
a ridurre il divario tra le diverse regioni, o anche la politica ambientale e
di ricerca e sviluppo tecnologico.
5/93
Il trattato di Maastricht inoltre reca ulteriori fondamentali sviluppi:
stabilisce i ritmi e le condizioni per il passaggio ad una moneta unica
europea, leuro; mostra inoltre una accresciuta sensibilit per i diritti
della persona, riconoscendo come principi generali del diritto comunitario
i diritti fondamentali risultanti dalla Convenzione europea dei diritti
delluomo. Inoltre istituisce una cittadinanza europea per tutti i cittadini
degli stati membri. Ancora, vengono ampliate le politiche europee nei
settori dellistruzione, della giovent, della cultura, della sanit pubblica
etc. Questo un aspetto fondamentale, anche perch la denominazione
di Comunit europea sta ad indicare il passaggio ad unentit non pi
meramente economica e commerciale, ma anche culturale, sociale e
umana. Altre due novit vanno considerate: una nuova procedura di
codecisione per ladozione di atti legislativi, solo in determinate ipotesi,
che comporta la comune volont di Consiglio e Parlamento. Procedura
che viene poi perfezionata nel successivo Trattato di Amsterdam del
1997 e da quelli seguenti. E ancora un modello di integrazione europea
non necessariamente uniforme per tutti gli stati membri, ma che pu
svilupparsi in maniera pi o meno intensa e avanzata per luno o per
laltro stato membro.
Altre modeste innovazioni sono apportate dal Trattato di Nizza del 2001,
come alcune novit relativa allorganizzazione giudiziaria. Vi un
ampliamento dellambito di applicazione della procedura di codecisione e
della cooperazione rafforzata. Non viene invece inserita la Carta di Nizza
dei diritti fondamentali, adottata nel 2000 dal Parlamento europeo, dal
Consiglio e dalla Commissione. Tra gli sviluppi pi recenti ricordiamo la
firma a Roma, nel 2004, del Trattato che adotta una Costituzione per
6/93
lEuropa, mai entrato in vigore. Il testo di questo trattato era stato
elaborato da una Convenzione, organo collegiale composto dai
rappresentanti dei governi, della Commissione, del Parlamento Europeo e
dei parlamenti nazionali. Questa composizione aveva portato per la
prima volta e come mai prima ad un processo partecipativo e
trasparente. Nonostante ci e nonostante avesse ricevuto numerose
ratifiche, non mai entrata in vigore perch necessitava della ratifica di
tutti gli stati membri, accantonando un progetto che avrebbe portato
modifiche significative allassetto europeo.
7/93
CAPITOLO 2
Gli obiettivi sono indicati nellart.3 del TUE. Al par. 1, infatti, esordisce
cos: LUnione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il
benessere dei suoi popoli. E proprio lart. 2 TUE ad annunciare tali
valori, il cui rispetto fondamentale per lingresso di nuovi Stati membri
ed garantito con un procedimento sanzionatorio nei confronti degli stati
che siano gi membri dellUnione.
8/93
mercato aperto e in libera concorrenza, e deve essere fondata su un
profondo coordinamento tra Unione e Stati membri. Inoltre lUnione
adotta, mediante delibera del Consiglio, degli indirizzi di massima per le
politiche economiche degli stati membri e dellUnione, e sebbene questa
sia una raccomandazione, lart.121 del TFUE prevede un meccanismo di
sorveglianza multilaterale sul rispetto di tali indirizzi da parte degli Stati
membri. Al contrario, la politica monetaria ormai competenza esclusiva
dellUnione (art.3 TFUE). La politica monetaria unica e la politica dei
cambi unica sono connaturate allintroduzione di una moneta unica,
leuro. LUnione esercita la politica monetaria attraverso i suoi organi
(Sistema europeo di banche centrali e Banca centrale europea), mentre
la politica dei cambi competenza del Consiglio. Chiaramente le
competenze dellUnione si riferiscono soltanto agli stati delleurozona.
Allart.2 TUE: LUnione si fonda sui valori del rispetto della dignit
umana, della libert, della democrazia, delluguaglianza, dello stato di
diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone
appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in
una societ caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla
9/93
tolleranza, dalla giustizia, dalla solidariet e dalla parit tra donne e
uomini.
10/93
prima della deliberazione. Le sanzioni contro lo Stato membro possono
consistere nella sospensione di alcuni diritti derivanti dai Trattati, come il
diritto di voto nel Consiglio. Le misure sanzionatorie possono poi essere
modificate o revocate dal Consiglio, in seguito ad un cambiamento della
situazione che aveva portato alla loro applicazione. La Corte di giustizia,
daltro canto, non ha particolari competenze in merito, tranne per gli
aspetti procedurali e se interpellata dallo Stato oggetto della
constatazione. Il procedimento in esame, in realt, non mai stato
applicato. Viene, inoltre, prevista anche una procedura di preallarme,
volta a verificare lesistenza di un evidente rischio di violazione grave
e a prevenirlo. Infine, nel 2014 la Commissione ha adottato un quadro
per la salvaguardia dello stato di diritto che prevede un meccanismo di
preallarme in caso di disfunzione sistemica dello stato di diritto, basato
sul dialogo con lo Stato interessato al fine di individuare soluzioni prima
di ricorrere allart. 7 TUE.
I principi democratici
11/93
propria rappresentativit popolare nei rapporti con le istituzioni europee
senza alcun intermediario. I parlamenti nazionali devono essere informati
dalle istituzioni dellunione circa i progetti di atti legislativi, in conformit
con il Protocollo n.1. Tutto ci per incitare una partecipazione degli stessi
parlamenti alla formazione degli atti legislativi europei. I parlamenti
nazionali, daltro canto, sono fondamentali nel dialogo con le istituzioni
europee e mirano anche a vigilare sul rispetto del principio di
sussidiariet. Nel contesto della democrazia rappresentativa, inoltre,
riconosciuto anche il ruolo dei partiti politici, non solo dal punto di vista
rappresentativo, ma anche formativo di una coscienza europea. Il ruolo
dei partiti politici si avverte nel parlamento europeo, dopo i gruppi politici
si costituiscono in base alle affinit politiche, e non su base nazionale.
Inoltre si stabilisce il criterio di prossimit, in base al quale le decisioni
riguardo la vita dellUnione siano assunte al livello pi vicino al cittadino,
per consentire una sua autentica partecipazione. Allart.11 TUE, inoltre, si
stabilisce un altro tipo di democrazia, ovvero quella partecipativa
(ampiamente riconosciuta): 1. Le istituzioni danno ai cittadini e alle
associazioni rappresentative, attraverso gli opportuni canali, la possibilit
di far conoscere e di scambiare pubblicamente le loro opinioni in tutti i
settori di azione dellUnione; 2. Le istituzioni mantengono un dialogo
aperto, trasparente e regolare con le associazioni rappresentative e la
societ civile; 3. Al fine di assicurare la coerenza e la trasparenza delle
azioni dellUnione, la Commissione europea procede ad ampie
consultazioni delle parti interessate; 4. Cittadini dellUnione, in numero di
almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero
significativo di Stati membri, possono prendere liniziativa di invitare la
Commissione europea, nellambito delle sue attribuzioni, a presentare
una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini
ritengono necessario un atto giuridico dellUnione ai fini dellattuazione
dei Trattati.
12/93
rifiutato ai fini di valutare la legittimit di un atto comunitario, leventuale
violazione dei diritti umani. Solo in seguito ha compiuto una svolta
affermando che i diritti umani fondamentali fanno parte del diritto
comunitario. Lappartenenza dei diritti fondamentali ai principi generali
del diritto dellUnione determina la loro obbligatoriet anche nei confronti
degli Stati membri, purch ci si trovi nelle materie gi rientranti
nellambito del diritto dellunione europea. La Corte, quindi, non pu
sindacare la compatibilit con la Convenzione europea dei diritti
delluomo di una normativa nazionale che non rientra nellambito del
diritto comunitario. Quindi linserimento dei diritti umani del diritto
dellUnione europea avvenuto in larga parte grazie alla giurisprudenza
creativa della Corte di giustizia. Non , tra laltro chiaro, a cosa ci si
riferisca con tradizioni costituzionali, se a tutte le costituzioni europee, se
solo ad alcune o ad una soltanto. Inoltre, il richiamo alla Convenzione
europea dei diritti delluomo comunque non sancisce la sua diretta
applicabilit negli stati membri. Ancora, lart.6: Lunione riconosce i
diritti, le libert e i principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali
dellUnione europea del 7 dicembre 2000, adattata il 12 dicembre 2007 a
Strasburgo, che ha lo stesso valore giuridico dei Trattati. Le disposizioni
della Carta non estendono in alcun modo le competenze dellUnione
definite nei Trattati. La Carta dei diritti fondamentali presenta un elenco
di diritti, alcuni preesistenti, altri completamente innovativi. Occorre
sottolineare che i diritti fondamentali continuano ad operare, nei riguardi
sia delle istituzioni e organi dellUnione che degli stati membri, nelle sole
materie che gi formano oggetto delle competenze dellunione europea.
La Carta dei diritti fondamentali accompagnata da alcune spiegazioni di
cui si deve tener conto nellinterpretazione della Carta. Per esempio,
quando un diritto gi contemplato dai Trattati, esso esercitato alle
condizioni e nei limiti definiti dagli stessi Trattati. Inoltre se la Carta
contiene diritti corrispondenti a quelli previsti nella Convenzione europea,
il significato e la portata di questi ultimi sono uguali a quelli conferiti da
detta Convenzione. La Carta, ancora, introduce una distinzione fra diritti
fondamentali, direttamente invocabili dal loro titolare dinanzi agli organi
giudiziari, e i principi che possono essere attuati dalle istituzioni, organi e
organismi dellunione, o dagli Stati membri. Tale distinzione comunque
rimane incerta e decisamente arbitraria. Va inoltre ricordato che il
Protocollo n.30 limita lapplicazione della Carta stessa nei confronti della
Polonia e del Regno Unito.
13/93
Lart.6, infine, stabilisce che: LUnione aderisce alla Convenzione
europea per la salvaguardia dei diritti delluomo e delle libert
fondamentali. Tale adesione non modifica le competenze dellUnione
definite nei Trattati. Nonostante il valore giuridico dei diritti della
Convenzione nel diritto dellunione europea, ladesione dellUnione alla
Convenzione comporterebbe un progresso notevole. La sottoposizione
dellunione al controllo della corte europea dei diritti delluomo, per
esempio, per i propri atti lesivi dei diritti qui riconosciuti. Malgrado
comunque la mancata adesione alla Convenzione, deve riconoscersi che
comunque la materia dei diritti umani un tempo estranea al diritto
comunitario oggi ampiamente riconosciuta. Eventuali problemi relativi
a divergenze nei contenuti dei diritti, dovrebbero essere risolti dando la
preferenza al sistema che assicura una pi elevata tutela del diritto in
questione. Non sempre per ci accade come nel caso in cui le
divergenze dipendono dallesigenza di tutelare altri valori sentiti in
determinati contesti sociali.
14/93
democratico e trasparente. La convenzione pu anche non essere
convocata, qualora lentit delle modifiche non lo richieda, con
decisione a maggioranza semplice del Consiglio europeo e
approvazione del Parlamento europeo. La convenzione, comunque,
che delibera mediante consenso, adotta una raccomandazione,
mentre la decisione spetta alla conferenza formata da soli
rappresentanti dei governi degli stati membri. Lentrata in vigore
delle modifiche richiede, in ogni caso, la ratifica di tutti gli stati
membri, cio la stipulazione di un nuovo trattato di revisione.
- Procedura di revisione semplificata: riguarda, per esempio, le
modifiche relative alla parte terza del TFUE, riguardante le politiche
e le azioni interne dellUnione. La procedura, anche in questo caso,
comincia con un progetto di un qualsiasi Stato membro, Parlamento
europeo o Commissione, sottoposto al Consiglio europeo.
Questultimo, previo parere del Parlamento e della Commissione,
pu decidere allunanimit di modificare le disposizioni della
suddetta parte terza. Ladozione della decisione, comunque, non
sufficiente per lentrata in vigore della modifica che necessita
dellapprovazione degli stati membri conformemente alle rispettive
norme costituzionali.
Laltra procedura di revisione semplificata riguarda il passaggio
dalla votazione allunanimit nel Consiglio, in un determinato caso
o settore, alla votazione a maggioranza qualificata. Questo
passaggio per escluso in varie materia, come quelle riguardanti
il campo militare o della difesa e i casi previsti dallart. 353 TFUE.
15/93
sono previsti due requisiti per ladesione: uno di natura geografica e
laltro di natura politica, ci il rispetto dei valori enunciati dallart.2 TUE.
La Commissione ha inoltre precisato che la nozione di stato europeo non
si esaurisce in una visione geografica, ma comprende anche elementi
storici e culturali. Il Consiglio delibera allunanimit, alla delibera fa
seguito il parere della Commissione e lapprovazione del Parlamento. Il
Consiglio giuridicamente tenuto a consultare la Commissione, ma il
parere di questultima non vincolante. Al contrario, lapprovazione del
Parlamento comporta che la delibera sia subordinata al suo consenso.
Una tecnica sperimentata con le recenti adesioni, prevede di
predeterminare dei criteri ai quali i candidati devono conformarsi
progressivamente, in una fase di pre-adesione, sotto il controllo della
Commissione che ne verifica il rispetto. Tali criteri furono stabiliti dal
Consiglio europeo di Copenaghen e si stratta di tre categorie di criteri:
quello giuridico, consistente nella capacit di adeguarsi alle norme dei
Trattati, del diritto derivato e allacquis dellUnione; quello politico,
relativo al rispetto dei valori e quello economico, che implica la garanzia
dello Stato candidato di assicurare un mercato aperto in libera
concorrenza. Una volta che il Consiglio delibera laccoglienza della
domanda di adesione, si svolge una seconda fase che si conclude con la
stipulazione di un accordo tra lo Stato aderente e gli Stati membri
contentente le condizioni di ammissione e gli adattamenti dei Trattati.
Lingresso dello Stato ha luogo solo nel momento in cui entra in vigore
laccordo di adesione, e tale entrata in vigore subordinata alla ratifica
degli Stati contraenti.
16/93
Consiglio, che delibera a maggioranza qualificata previa approvazione
del Parlamento europeo.
CAPITOLO 3
Le competenze di attribuzione
17/93
accordi internazionali conclusi tra Stati membri dellUnione, in riferimento
alleurozona: il Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilit
(MES) e al Fiscal Compact. Tali trattati attribuiscono alle istituzioni
dellUnione alcune competenze e poteri che non sempre appaiono
giustificabili in base ai Trattati europei. E comunque dubbio che tali
trattati possano considerarsi conformi al principio di attribuzione.
Le competenze sussidiarie
18/93
che tali poteri possano essere anche ricavati direttamente dagli scopi
presenti nei Trattati.
19/93
sicurezza in materia di sanit pubblica. Bisogna sottolineare che
tale elenco NON esaustivo, dunque la competenza concorrente si
presenta come residuale nonch di carattere generale.
Competenze di sostegno, coordinamento e completamento:
secondo lart.2 TFUE, In taluni settori e alle condizioni previste dai
Trattati, lUnione ha competenza per svolgere azioni intese a
sostenere, coordinare, o completare lazione degli stati membri,
senza tuttavia sostituirsi alla loro competenza in tali settori. Gli atti
giuridicamente vincolanti dellUnione adottati in base a disposizioni
dei Trattati relative a tali settori non possono comportare
unarmonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari
degli Stati membri. I settori compresi in tali competenze sono: 1)
tutela e miglioramento della salute umana; 2) industria; 3) cultura;
4) turismo; 5) istruzione, formazione professionale, giovent e
sport; 6) protezione civile; 7) cooperazione amministrativa.
Larticolo precisa che tali competenze non riguardano in toto tali
materie, ma solo nel quadro europeo.
Il principio di sussidiariet
20/93
sullapplicazione dei principi di sussidiariet e di proporzionalit,
espressamente richiamato dallart.5 TUE. Questo Protocollo dispone che
la Commissione, prima di proporre un atto legislativo, effettua ampie
consultazioni tenendo conto della dimensione regionale e locale
dellazione intrapresa. Inoltre, aggiunge una serie di disposizioni volte a
garantire linformazione dei parlamenti nazionali e conferire loro
significativi poteri di vigilanza. Prevede, per esempio, lobbligo, a
seconda dei casi, della Commissione, del Parlamento europeo e del
Consiglio di trasmettere ai parlamenti nazionali i progetti di atti legislativi
europei e i progetti modificati. Ciascun parlamento nazionale pu
mettere in moto una procedura di preallarme, ed entro otto settimane
dalla trasmissione di un progetto di atto legislativo europeo, pu
emettere un parere motivato nel quale dichiara che il progetto non
conforme al principio di sussidiariet. Tale parere va tenuto in conto dalle
istituzioni, fino a raggiungere un veto sospensivo (se il parere proviene
da almeno un terzo dei voti attribuiti ai parlamenti nazionali). Se un atto
da adottare con la procedura legislativa ordinaria viene contestato per
violazione della sussidiariet dalla maggioranza semplice dei voti dei
parlamenti nazionali, la Commissione deve riesaminare la proposta. Il
Protocollo, tra le altre cose, permette anche ai parlamenti nazionali
leventuale impugnazione di atti legislativi europei che violino il principio
di sussidiariet. La Corte competente a pronunciare linvalidit di un
atto che sia viziato per violazione dei Trattati e non dubbio che in
tale ipotesi rientri anche la violazione del principio di sussidiariet.
Il principio di proporzionalit
21/93
regolamento (obbligatorio e direttamente applicabile), sar meglio
adottare una direttiva, e cos via. LUnione, in realt, pu anche
prescindere dallemanazione di atti legislativi e limitarsi ad incentivare
azioni degli Stati membri etc. Il principio di proporzionalit non esaurisce
il suo ruolo sul piano normativo degli atti adottabili. Esso interviene
anche per quanto riguarda gli oneri amministrativi e finanziari derivanti
dallintervento dellUnione. A tal proposito il Protocollo n.2 precisa che
tali oneri debbano essere il meno gravosi possibili e commisurati
allobiettivo da perseguire. I poteri di controllo dei parlamenti nazionali,
invece, non possono estendersi al rispetto del principio di proporzionalit.
Anche il controllo della Corte di Giustizia non mette in discussione la
discrezionalit del legislatore dellUnione, anche se la Corte ha affermato
che il legislatore comunitario deve comunque basare le proprie scelte su
criteri oggettivi ed in base a tali criteri che la Corte deve accertare se
un atto abbia violato o meno il principio di proporzionalit. La
giurisprudenza recente, per, afferma che la discrezionalit dellUnione
minore in tema di diritti umani, e maggiore in particolare in materia di
politica monetaria.
22/93
conclusione, si pu dire che in alcune importanti materie le situazioni
puramente interne ad uno Stato membro sono sottratte alla competenza
dellUnione e restano riservate allo Stato membro. Detto ci, non pu
dedursi alcuna regola generale in quanto lo stesso diritto dellUnione
che definisce i propri confini. Infine anche possibile che il diritto
dellUnione produca, sia pure in maniera indiretta, effetti su situazioni
puramente interne.
Nei rapporti tra lUnione e gli Stati membri un ruolo chiave svolge la
disposizione contenuta nellart.4 TUE: Gli Stati membri adottano ogni
misura di carattere generale o particolare atta ad assicurare lesecuzione
degli obblighi derivanti dai Trattati ovvero conseguenti agli atti delle
istituzioni dellUnione. Gli Stati membri facilitano allUnione
ladempimento dei suoi compiti e si astengono da qualsiasi misura che
rischi di mettere in pericolo la realizzazione degli obiettivi dellUnione.
La Corte di Giustizia ha rinvenuto in tale disposizione un principio
generale di leale collaborazione, in virt del quale ha ricavato una serie
di specifici obblighi degli Stati. Lobbligo in questione riguarda tutti gli
organi e le autorit pubbliche, siano essi legislativi, giudiziari o
amministrativi. In ogni caso, un quadro esaustivo della giurisprudenza in
materia non sarebbe possibile. La Corte in varie sentenze ha sottolineato
il primato del diritto comunitario su quello nazionale e la conseguente
impossibilit per gli Stati membri di far prevalere una legge interna
successiva, in contrasto con lordinamento comunitario. Vi anche
lobbligo per il giudice nazionale di garantire la tutela giurisdizionale dei
diritti dei singoli derivanti dal diritto comunitario direttamente
applicabile. Unulteriore conseguenza che si ricava dal principio di leale
cooperazione lobbligo del giudice interno di interpretare il proprio
diritto in maniera conforme al diritto dellUnione. collegato a questo
anche il principio di assimilazione, alla stregua del quale lo Stato membro
deve sanzionare le violazioni del diritto dellUnione analogamente a
violazioni comparabili del diritto interno. La Corte, ancora, ha dedotto
anche lobbligo, per uno Stato membro, di adottare i provvedimenti
necessari per fronteggiare atti di privati che impediscano lesercizio delle
libert garantite dal diritto dellUnione. Nella giurisprudenza, comunque,
il principio di leale collaborazione viene visto come principio generale
dellintero sistema del diritto dellUnione europea. Per tale motivo era
stato applicato anche come obbligo di cooperazione delle istituzioni
23/93
europee a favore degli Stati. In virt di tale giurisprudenza, il Trattato di
Lisbona ha inserito nellart. 4 il seguente comma: In virt del principio di
leale cooperazione, lUnione e gli Stati membri si rispettano e si assistono
reciprocamente nelladempimento dei compiti derivanti dai Trattati.
I rapporti tra lUnione europea e gli Stati membri non sempre hanno lo
stesso contenuto e la stessa portata. Lapplicazione del diritto
dellUnione avviene spesso in maniera differenziata nei diversi Stati
membri. Questapplicazione differenziata comincia ad essere presente
sin dal Trattato di Amsterdam del 1997 anche se non riceve una
disciplina adeguata e strutturata. il trattato di Maastricht che comincia
ad impiegare ampiamente questo metodo. Ancora pi rilevante il
meccanismo adottato dal trattato di Maastricht relativamente allunione
economica e monetaria, che consentito al Regno Unito e alla Danimarca
di restare estranei alla terza fase di questa unione, che ha introdotto
leuro come moneta unica, e che ha previsto per il passaggio a questa
terza fare il rispetto di alcuni criteri di convergenza. In mancanza di
questi, si attribuisce lo status di Stato membro con deroga agli Stati in
questione. Una distinzione pi marcata stata poi fatta dal Trattato di
Lisbona con lintroduzione dellEurogruppo, grazie al quale i ministri delle
finanze dei paesi delleurozona si riuniscono periodicamente per
discutere della materia monetaria. Il trattato di Amsterdam ha inserito
poi altri casi di applicazione differenziata, aumentati con il trattato di
Lisbona. Per esempio le limitazioni allefficacia giuridica della Carta dei
diritti fondamentali al Regno Unito e alla Polonia; o ancora la posizione
del Regno Unito e dellIrlanda circa lo spazio di libert sicurezza e
giustizia, in base alla quale tali stati restano estranei alle norme
contenute nella parte terza, titolo V, TFUE, relative i controlli alle
frontiere esterne, lasilo, limmigrazione, la cooperazione giudiziaria,
civile e penale e cos via. Ancora il Protocollo n.22 concede alla
Danimarca una posizione simile a quella del Regno Unito e dellIrlanda,
prevedendo ulteriori deroghe per le decisioni in materia di difesa. Un
ulteriore caso di integrazione differenziata si ha in materia di PESC. La
regola genera di votazione nel Consiglio lunanimit, ma lart.31 TUE
prevede che uno Stato possa motivare la sua astensione con una
dichiarazione formale e quindi sottrarsi agli obblighi derivanti dalla
decisione del Consiglio.
24/93
Le cooperazioni rafforzate
25/93
approvazione del Parlamento europeo. Tra le condizioni rientra
anche la necessit di promuovere gli obiettivi e gli interessi
dellUnione, e dunque rafforzare il processo di integrazione,
lasciando la possibilit di aderire in qualsiasi momento a tutti gli
stati membri. La cooperazione rafforzata, infatti, vista come
extrema ratio, in quanto si cerca comunque di prediligere uno
sviluppo uniforme e omogeneo dellintegrazione europea. Occorre,
inoltre, che partecipino almeno nove stati membri e che non
riguardi competenze esclusive dellUnione, rispettando i trattati e il
diritto dellUnione. Devono, inoltre, rispettare le competenze, i
diritti e gli obblighi degli stati che non vi partecipano.
26/93
CAPITOLO 4
27/93
esame non incondizionato, ma fatte salve le limitazioni e le condizioni
previste dai Trattati e dalle disposizioni adottate in applicazione degli
stessi. La direttiva, per esempio, conferma che gli Stati possono limitare
tale diritto adottando anche provvedimenti di allontanamento, per motivi
di ordine pubblico, di pubblica sicurezza o di sanit pubblica. Ma tale
diritto pu essere esercitato in via giudiziaria e deve essere tutelato dai
giudici nazionali. Per esempio, per riconoscere effettivamente tale diritto
ad una bimba cittadina europea, tale diritto va riconosciuto anche alla
madre (per esempio cinese, causa Chen, sentenza 2004).
Il diritto di petizione
28/93
petizione pu avere un contenuto abbastanza vario, da richieste di
informazioni circa la posizione del Parlamento in merito ad alcune
questioni a suggerimenti relativi alle politiche dellUnione e via
discorrendo. Per lesame delle petizioni istituita una commissione
permanente del Parlamento europeo, detta appunto Commissione per le
petizioni. Pu informare lo stato membro o la regione cui la petizione si
riferisce, pu chiedere alla Commissione europea di assisterla. Il risultato
dellesame pu essere vario a seconda del contenuto che la petizione
presenta. Cos la commissione per le petizioni pu elaborare relazioni o
pronunciarsi in altro modo, previo parere di unaltra commissione
parlamentare. Pu chiedere al presidente del Parlamento di trasmettere il
suo parere alla Commissione europea, al Consiglio o allautorit dello
Stato membro in questione al fine di ottenere un intervento o una
risposta. Il Parlamento europeo, su proposta della Commissione per le
petizioni, pu anche adottare una risoluzione o formulare interrogazioni
alla Commissione europea e al Consiglio, come pure pu raggiungere un
regolamento amichevole con lo Stato la cui petizione attribuisce una
violazione del diritto dellUnione.
29/93
organismi dellUnione, salvo la Corte di Giustizia nellesercizio delle sue
funzioni giurisdizionali. Egli istruisce tali denunce e riferisce a riguardo.
Conformemente alla sua missione, per sua iniziativa o in seguito a una
denuncia anche di un membro del Parlamento europeo - , procede alle
indagini che ritiene giustificate. Qualora il Mediatore osservi un caso di
cattiva amministrazione ne investe listituzione interessata, la quale ha
tre mesi per comunicargli il suo parere. Dopodich il Mediatore trasmette
una relazione al Parlamento e allistituzione interessata, mentre la
persona che ha presentato la denuncia viene informata dei risultati
dellindagine. La cattiva amministrazione che non definita dal trattato,
pu comprendere non solo le ipotesi di illegittimit, ma pure i casi di
amministrazione impropria, in contrasto cio con i criteri di trasparenza,
opportunit, efficacia etc. Come possiamo notare, lazione del Mediatore
non si esprime mai con atti giuridicamente obbligatori. Ulteriori diritti del
cittadino europeo sono: la facolt di scrivere alle istituzioni, agli organi o
agli organismi europei, nonch al Mediatore, in una delle lingue ufficiali e
di ricevere una risposta nella stessa lingua; il diritto di accesso ai
documenti dellUnione, secondo i principi generali e a condizioni
specifiche.
Anche la Carta dei diritti fondamentali contiene una serie di articoli che
esplicano i diritti del cittadino europeo. In realt questi ripetono le
disposizioni che abbiamo gi ricordato, ma fondamentale sottolinearne
un altro che il diritto ad una buona amministrazione. In realt, per,
tale diritto non prerogativa del cittadino, ma di ogni persona nellottica
del rispetto dei diritti umani fondamentali.
30/93
disposizioni necessarie e il Consiglio, previa consultazione del Parlamento
europeo, pu adottare direttive che stabiliscono le misure di
coordinamento e cooperazione per facilitare la tutela dei cittadini nei
paesi terzi. I casi di tutela comprendono il decesso, lincidente o la
malattia grave, larresto o la detenzione, lessere vittima di atti di
violenza, laiuto e il rimpatrio in situazioni di difficolt. Inoltre, salvo in
caso di estrema urgenza, non pu essere concesso alcun anticipo o aiuto
pecuniario n pu essere sostenuta alcuna spesa a favore di un cittadino
dellunione senza lautorizzazione delle autorit competenti dello Stato
membro di cui ha la cittadinanza. Salvo esplicita rinuncia delle autorit
dello Stato membro di cui il richiedente ha la cittadinanza, questi deve
impegnarsi a rimborsare lintero anticipo o aiuto pecuniario nonch le
spese sostenute e, eventualmente, una tassa consolare notificata dalle
autorit competenti. Il governo dello Stato membro di cui il richiedente
ha la cittadinanza rimborsa tutte le spese su richiesta del governo dello
Stato membro che fornisce lassistenza. La tutela estesa ai familiari del
cittadino, non cittadini dellUnione, alle stesse condizioni. Questultima
possibile sia in casi di carattere personale sia in casi di emergenza
generale, come guerre, terremoti e cos via.
CAPITOLO 5
Il Parlamento europeo
31/93
principio non sempre viene applicato con perfetta rigidit. I parlamentari,
in realt, non sono organizzati in base alla provenienza nazionale, ma si
aggregano in base alle affinit politiche. Ci non toglie, comunque, che i
parlamentari di un certo Stato possano essere pi vicini ai problemi e alle
istanze di questultimo. Originariamente i componenti del Parlamento
europeo erano eletti tra i propri membri dai rispettivi parlamenti
nazionali, ma questo metodo presentava due problemi sostanziali: la
scarsa rappresentativit e anche il rischio che i partiti di minoranza
fossero quasi o del tutto assenti dal Parlamento europeo. Per tale motivo,
il Consiglio adott una decisione che prevedesse lelezione del
Parlamento europeo a suffragio universale diretto e le prime elezioni si
ebbero nel 1979. Ladozione di una procedura elettorale uniforme o
comunque con principi comuni negli Stati membri, condizionata ad un
procedimento molto complesso che richiede una deliberazione unanime
del Consiglio e la successiva approvazione da parte degli Stati membri.
Lapprovazione da parte degli Stati membri delle disposizioni del
Consiglio in realt equivale ad un atto di ratifica di un accordo
internazionale. Sino ad ora non si riusciti ad adottare una procedura
elettorale uniforme, ma solo alcuni principi comuni. Il Consiglio ha
stabilito che le elezioni devono svolgersi secondo un metodo
proporzionale, lasciando poi la disciplina della procedura elettorale alle
disposizioni di ogni Stato membro, disposizioni che comunque non
devono inficiare il carattere proporzionale del voto.
32/93
Lorganizzazione e il funzionamento del Parlamento europeo
33/93
membri che lo compongono, il Parlamento pu chiedere alla
Commissione di presentare proposte su questioni che ritiene importanti e
che necessitano di un atto dellUnione. Se non lo fa, comunica le sue
motivazioni al Parlamento stesso. Il Parlamento, inoltre, ha il potere di
deliberare e adottare risoluzioni su qualsiasi situazione riguardante
lUnione. I poteri di controllo verso le altre istituzioni, inizialmente previsti
soltanto per la Commissione, si sono via via estesi fino a comprendere il
Consiglio e, in qualche misura, anche il Consiglio europeo. Il Parlamento
dunque pu valutare loperato della Commissione attraverso la
relazione annuale di questultima e anche di tutte le altre istituzioni e
organi dellUnione. Il controllo avviene a posteriori, ma il Parlamento pu
condurre una valutazione politica che pu essere la premessa per una
mozione di censura nei confronti della Commissione. La Commissione,
oltre alla relazione generale, poi tenuta a presentare al Parlamento una
serie di altri documenti pi specifici. Il Parlamento, inoltre, pu
presentare interrogazioni alla Commissione che tenuta a rispondere
oralmente o per iscritto. Il mezzo pi incisivo di controllo sulla
Commissione per la mozione di censura, con la quale il Parlamento ha
il potere di provocare le dimissioni della Commissione. Tale potere
esprime dunque un vero rapporto di fiducia politica tra le due istituzioni.
Se la mozione di censura, di cui si pu discutere solo tre giorni dopo il
suo deposito, approvata a maggioranza di due terzi dei voti espressi e
a maggioranza dei membri che compongono il Parlamento europeo, i
membri della Commissione si dimettono collettivamente dalle loro
funzioni. Questo strumento coperto da numerose garanzie proprio per
leffetto traumatico che provocherebbe sullUnione. La mozione, inoltre,
deve essere presentata da almeno un decimo dei deputati che
compongono il Parlamento e deve essere motivata. La caduta della
Commissione comporta la nomina di una sostitutiva che dura in carica
solo per il resto del mandato della precedente.
34/93
politico dellunione (il Consiglio europeo) e lorgano rappresentativo dei
cittadini europei (il Parlamento). Ha rapporti di collaborazione anche con i
parlamenti nazionali, o partecipa a vario titolo alla formazione di altre
istituzioni o organi come la Corte dei Conti. La sua posizione resta tuttora
marginale in materia di PESC , difatti pu dialogare con lAlto
rappresentante in merito agli aspetti e alle scelte fondamentali della
PESC, e lAlto rappresentante si impegna a tenere in considerazione le
sue opinioni.
35/93
lipotesi della maggioranza semplice. Pi spesso invece prevista la
decisione allunanimit, come nel caso di decisione circa la violazione
grave e persistente da parte di uno Stato membro, o la composizione del
Parlamento europeo e della Commissione.
36/93
Consiglio europeo, pu adottare allunanimit atti giuridicamente
obbligatori con i quali, su iniziativa dello Stato membro interessato e
previa consultazione della Commissione, modifica lo status nei confronti
dellUnione di un paese o di un territorio doltremare o ultraperiferico
danese, francese e olandese. Con il Trattato di Lisbona, poi, si prevista
per la prima volta la possibilit di impugnare dinanzi alla Corte di
Giustizia atti del Consiglio europeo ritenuti illegittimi, purch
giuridicamente vincolanti.
Il Consiglio
37/93
significativo ha il Comitato dei rappresentanti permanenti con compiti
preparatori ed esecutivi rispetto al valore del Consiglio.
La Commissione
38/93
modo da consentire ai Paesi membri pi importanti di averne due. Con i
successivi allargamenti, inizialmente, si continuato ad applicare questa
regola, fino a quando il Trattato di Lisbona non ha previsto in una prima
fase di avere un membro per ciascuno Stato, compreso il Presidente e
lAlto rappresentante. Nella seconda fase, invece, lart.17 TUE ha
disposto che il numero dei componenti della Commissione
corrispondesse ai due terzi degli Stati membri, dunque diciannove.
Attualmente, per, questa novit non ha avuto seguito tant che la
Commissione composta da un delegato per ogni Stato membro.
Indipendenza e competenza sono i due elementi chiave da tenere in
considerazione per quanto attiene la scelta dei membri della
Commissione. Se la competenza e limpegno europeo sono oggetto di
una valutazione discrezionale, non lo stesso per lindipendenza,
regolarmente disciplinata. Innanzitutto, i membri della Commissione non
possono n ricevere n chiedere istruzioni da alcun governo, n da alcun
organo o ente pubblico o privato. A ci corrisponde, chiaramente, anche
un obbligo degli Stati membri di rispettare questa disposizione. Un
ulteriore obbligo per i Commissari quello di astenersi dallesercizio di
qualsiasi altra attivit professionale, pur se non remunerata. Tali obblighi
a carico dei Commissari sono passibili di un controllo giudiziario e di
sanzioni in caso di violazioni.
39/93
commissario pu avvenire oltre che per decesso, per dimissioni
volontarie o dufficio. Le dimissioni dufficio sono pronunciate dalla Corte
qualora il commissario abbia commesso una colpa grave. Qualora le
dimissioni o il decesso riguardino il presidente o lAlto rappresentante
essi sono sostituiti secondo la normale procedura di nomina. Se invece
linteressato un membro della Commissione, egli sostituito dal
Consiglio di comune accordo con il Presidente, previa consultazione del
Parlamento europeo. Il Consiglio pu anche decidere di non sostituirlo
specie se la restante durata del mandato breve. regolata anche
lipotesi delle dimissioni volontarie dellintera Commissione, che resta in
carica per gli affari di ordinaria amministrazione, fino alla sua
sostituzione. Se cessa il mandato della Commissione e vi un ritardo
nella nomina della successiva, possibile per la Commissione
precedente continuare ad esercitare i suoi poteri curando gli affari di
ordinaria amministrazione.
40/93
istruttorio, secondo il quale la Commissione pu raccogliere tutte le
informazioni e procedere a tutte le necessarie verifiche, nei limiti e alle
condizioni fissati dal Consiglio. Lattivit di vigilanza pu sfociare in
diverse determinazioni della Commissione. Pu proporre un ricorso alla
Corte di giustizia affinch constati linfrazione dello Stato. Nei confronti di
altre istituzioni, pu proporre alla Corte un ricorso di annullamento di atti
dellUnione. Quanto ai privati, la Commissione pu giungere a infliggere
delle ammende pecuniarie. La Commissione ha anche competenza nel
dare esecuzione al bilancio dellUnione, anche se non una competenza
esclusiva in quanto condivisa con gli Stati. Ha ancora competenza ad
amministrare e gestire programmi e strumenti finanziari europei. La
competenza ad eseguire gli atti obbligatori dellUnione appartiene sia
agli stati membri che alla Commissione. Inoltre, un atto legislativo pu
delegare alla Commissione il potere di adottare atti non legislativi di
portata generale che integrano o modificano determinati elementi non
essenziali dellatto legislativo. Gli elementi essenziali di un settore sono
riservati allatto legislativo e non possono pertanto essere oggetto di
delega di potere. Gli atti legislativi, inoltre, fissano esplicitamente le
condizioni cui soggetta la delega, che possono essere: il Parlamento
europeo o il Consiglio possono decidere di revocare la delega; latto
delegato pu entrare in vigore solo se il Parlamento europeo o il Consiglio
non sollevano obiezioni. Per quanto riguarda, invece, la vera e propria
esecuzione degli atti dellUnione applicabile invece lart.291 TFUE. La
funzione di esecuzione non riguarda solo gli atti legislativi, ma tutti gli
atti giuridicamente vincolanti dellUnione. La competenza ad adottare
tutte le misure di attuazione di tali atti spetta innanzitutto agli Stati
membri. Solo quando sono necessarie condizioni uniformi di esecuzione
gli atti in questione conferiscono competenze di esecuzione alla
Commissione. In altri termini, per, proprio la Commissione
nellattivit di esecuzione ad essere soggetta alla vigilanza degli Stati
membri. La disciplina prevede due procedure ed entrambe con la
partecipazione di un comitato di rappresentanti degli Stati membri e un
rappresentante della Commissione. inoltre contemplato un comitato di
appello. Le due procedure sono quella di esame, nella quale la
Commissione vincolata a seguire il parere del comitato, e quella
consultiva nella quale gode di maggiore autonomia. Lart. 17 TUE
attribuisce alla Commissione anche la rappresentanza esterna
dellUnione, anche se tale competenza non esclusiva. Per, la
Commissione insieme al Consiglio e con lassistenza dellAlto
41/93
rappresentante, deve garantire la coerenza tra i vari settori dellazione
esterna dellUnione e tra questi settori e le altre politiche. Inoltre la
Commissione con lAlto rappresentante incaricata di individuare forme
di cooperazione con le Nazioni Unite e i suoi istituti specializzati. Ancora:
un atto legislativo dellUnione pu essere adottato solo su proposta della
Commissione, salvo che i Trattati non dispongano diversamente. Gli altri
atti sono adottati su proposta della Commissione se i Trattati lo
prevedono. Dunque la Commissione ha questo importante potere di
iniziativa che la configura quasi come il motore dellattivit
dellUnione. In materia di politica estera e di sicurezza comune, invece, la
Commissione ha un ruolo alquanto modesto. Essa pu appoggiare lAlto
rappresentante nel sottoporre al Consiglio questioni relative alla politica
estera e di sicurezza comune o iniziative e proposte. In via eccezionale,
la Commissione pu avere un potere normativo primario con il quale pu
emanare regolamenti concernenti le condizioni alle quali i lavoratori
subordinati, nellesercizio della libert di circolazione, possono rimanere
sul territorio di uno Stato membro. Infine, ha il potere di emanare
raccomandazioni e pareri.
42/93
membro e vicepresidente della Commissione, lAlto rappresentante vigila
sulla coerenza dellazione esterna dellUnione. incaricato delle
responsabilit che incombono a tale istituzione nel settore delle relazioni
esterne e del coordinamento degli altri aspetti dellazione esterna
dellUnione. In linea generale lAlto rappresentante sottratto al divieto
generale di accettare istruzioni da qualsiasi governo, istituzione o
organo. Al di l di queste funzioni, numerose disposizioni dei Trattati
stabiliscono le sue funzioni nellambito generale dellazione esterna
dellUnione: lAlto rappresentante assiste il Consiglio e la Commissione
nel loro compito di garantire la coerenza tra i vari settori dellazione
esterna e tra questi e le altre politiche dellUnione. Inoltre, lAlto
rappresentante svolge una funzione di proposta nei confronti del
Consiglio, di attuazione delle decisioni dello stesso Consiglio, cos come
del Consiglio europeo, di rappresentanza dellUnione nei rapporti con i
terzi, di consultazione. Particolarmente importanti sono le funzioni
dellAlto rappresentante sul piano operativo, nellattuazione delle
missioni implicanti limpiego di mezzi civili e militari. Tali missioni sono
decise dal Consiglio e spetta allAlto rappresentante coordinare gli aspetti
civili e militari delle stesse missioni. Inoltre, vi sotto la direzione
dellAlto rappresentante un Servizio europeo per lazione esterna, che
lavora in collaborazione con i servizi diplomatici degli Stati membri. Si
articola in unamministrazione centrale e nelle delegazioni dellUnione
nei Paesi terzi e presso le organizzazioni internazionali. In generale,
assiste lAlto rappresentante nellesecuzione delle sue funzioni.
43/93
insufficiente, tant che i ricorsi sono molto aumentati (tutto ci anche
per il progressivo allargamento dellUE). Con il Trattato di Nizza, al fine di
alleggerire sempre di pi il peso del contenzioso della Corte, non solo
sono aumentate le competenze del Tribunale, ma stata prevista la
possibilit di instituire tribunali specializzati. Ed proprio con il Trattato di
Nizza che viene creato il Tribunale della funzione pubblica, competente a
pronunciarsi in primo grado sulle controversie tra lUnione e i suoi agenti.
Contro le sue decisione, vi pu essere limpugnazione per motivi di diritto
davanti al Tribunale, che diventa giudice di secondo grado.
Eccezionalmente possono essere riesaminate dalla Corte. La disciplina
delle istituzioni giudiziarie non si trova solo nei Trattati, ma anche nello
Statuto della Corte di giustizia. Lo Statuto stabilito con un protocollo
separato, il quale ha lo stesso valore giuridico dei Trattati. Quanto ai
regolamenti di procedura, invece, sono stabiliti da ciascun tribunale, ma
sono soggetti allapprovazione del Consiglio. La Corte di giustizia
composta da un giudice per ogni Stato membro. I giudici sono nominati
dagli Stati membri di comune accordo per sei anni e il loro mandato
rinnovabile. I giudici devono essere scelti tra personalit che offrano
garanzie di indipendenza e che abbiano le condizioni richieste per
lesercizio delle pi alte funzioni giurisdizionali. La nomina dei giudici
preceduta da una parere sulla loro adeguatezza fornito da un comitato di
sette personalit scelte appositamente. I giudici designano tra di loro il
Presidente per tre anni, la Corte nomina il cancelliere. La Corte,
nonostante vi siano dei giudici per ogni stato membro, un organo di
individui proprio perch i giudici per le funzioni giurisdizionali devono
essere imparziali e indipendenti. La Corte affiancata da nove avvocati
generali. Lavvocato generale ha lufficio di presentare pubblicamente
conclusioni motivate sulle cause che, conformemente allo Statuto della
Corte di giustizia dellUnione europea, richiedono il suo intervento. I
giudici godono dellimmunit dalla giurisdizione, la quale si estende oltre
la cessazione delle sue funzioni per quanto riguarda gli atti compiuti in
veste ufficiale, comprese parole e scritti. Limmunit pu essere tolta
solo dalla Corte di giustizia riunita in seduta plenaria. La Corte ha sede a
Lussemburgo e essa si riunisce in sezioni, composte da tre o cinque
giudici, o in grande sezione con quindici giudici, eccezionalmente in
seduta plenaria. Il tribunale formato da almeno un giudice per Stato
membro, ma vista la proposta di soppressione del tribunale della
funzione pubblica, il numero stato via via aumentato. Il Tribunale della
44/93
funzione pubblica composto da sette giudici e nominato dal Consiglio
allunanimit.
CAPITOLO 6
45/93
accade nellattuazione del mercato interno, la definizione della tariffa
doganale comune, ladozione di certe misure in materia di agricoltura e
pesca, la politica economica e altro ancora. In queste ipotesi pu
comunque essere che il Consiglio chieda il parere del Parlamento, ma
tale parere puramente facoltativo. In altri casi, latto adottato da
istituzioni secondo procedure particolari. Per esempio, i regolamenti e le
decisioni emanati dalla BCE in base ad un proprio potere esclusivo.
46/93
La procedura legislativa ordinaria
47/93
rispettivamente, di un mese e due settimane al massimo, su iniziativa
del Parlamento o del Consiglio.
Secondo lart.289 TFUE, nei casi specifici previsti dai Trattati, ladozione
di un regolamento, di una direttiva o di una decisione da parte del
Parlamento europeo con la partecipazione del Consiglio o da parte di
questultimo con la partecipazione del Parlamento europeo costituisce
una procedura legislativa speciale. Come si evince da questa
disposizione, nelle procedure legislative speciali il rapporto tra
Parlamento e Consiglio si sbilancia in favore delluna o dellaltra
istituzione. In realt, il Consiglio che di norma assume il potere
decisionale, mentre estremamente rara lipotesi opposta (con
regolamento, statuto e condizioni circa lesercizio delle funzioni dei suoi
membri, la cui deliberazione comunque subordinata allapprovazione
del Consiglio). Di regola, nelle altre procedure legislative speciali, il
Consiglio che decide di adottare un regolamento, una direttiva o una
decisione con la partecipazione pi o meno intensa del Parlamento.
sovente previsto che il Consiglio comunque deliberi allunanimit. In tali
procedimenti, dunque, il Parlamento europeo si esprime o con un parere
o con un atto di approvazione. Nella prima ipotesi, rientrano numerose
disposizioni del TFUE, come: in materia di sicurezza sociale e di
protezione sociale dei cittadini europei che circolino o soggiornino nei
territori degli Stati membri; modalit di voto nelle elezioni comunali e al
Parlamento europeo dei cittadini europei in Paesi diversi dal proprio;
direttive in materia di tutela dei cittadini allestero; diritto di famiglia
avente implicazioni transnazionali. Va precisato che la consultazione del
Parlamento obbligatoria e che i conseguenti pareri emanati sono
qualificati obbligatori. Il parere obbligatorio comporta che il Consiglio
giuridicamente vincolato a chiedere al Parlamento europeo il parere sul
progetto in atto, prima di assumere la propria decisione. Lobbligo, per,
riguarda soltanto la consultazione e non il rispetto del parere del
Parlamento. Tale obbligo comporta che in caso di mancata consultazione,
latto eventualmente emanato dal Consiglio sia illegittimo per violazione
delle forme sostanziali. Lobbligo ovviamente non consiste nella
semplice richiesta del parere al Parlamento, ma occorre che il parere sia
effettivamente dato in modo che il Consiglio possa tenerne conto. La
procedura, inoltre, implica che qualora venga modificata loriginaria
proposta, il Parlamento venga nuovamente consultato. Eccezionalmente,
48/93
il Consiglio pu emanare latto in assenza del parere del Parlamento
qualora questultimo ritardi eccessivamente nel darlo. Invero, non pu
escludersi che il Parlamento utilizzi il potere consultivo come strumento
di pressione nei confronti del Consiglio.
49/93
o alterarne la portata. Si tratta della conclusione di accordi in materia di
politica commerciale, compreso il settore dei trasporti, accordi di
associazione, cooperazione allo sviluppo, cooperazione economica,
finanziaria e tecnica e cos via. La norma mostra, infine, di accogliere la
teoria giurisprudenziale del parallelismo, infatti dispone che lUnione
possa concludere un accordo quando ci sia necessario per raggiungere
un obiettivo fissato dai Trattati.
50/93
assicura la valida stipulazione dellaccordo. In principio, la prassi degli
accordi misti era spesso dovuta allindisponibilit di Stati terzi a
riconoscere lUnione in quanto tale. Successivamente, il ricorso agli
accordi misti stato voluto proprio dagli Stati membri, restii a consentire
allUnione di gestire da sola le relazioni esterne. La prassi degli accordi
misti stata inoltre riconosciuta anche dalla Corte di giustizia. Di fatto la
maggior parte degli accordi multilaterali dellUnione costituita da
accordi misti: si pensi agli accordi sulle materie prime, con i Paesi
dellAfrica, dei Caraibi e del Pacifico. Inoltre lUnione entrata a far parte,
accanto agli Stati membri, anche di organizzazioni internazionali come la
FAO e lOMC. Gli accordi misti, per, determinano anche alcuni
inconvenienti. Per esempio la necessit della ratifica degli Stati membri,
oltre alla decisione del Consiglio dellUnione, che comporta notevoli
ritardi. Per questo si prevede eventualmente la loro applicazione in via
provvisoria. Inoltre importante definire anche nei confronti degli Stati
terzi, in quale misura i diritti e gli obblighi nascenti dallaccordo si
ripartiscano tra lUnione e gli Stati membri. Va rilevato, infine, che
sebbene la materia oggetto dellaccordo rientri nella competenza,
persino esclusiva, dellUnione, la partecipazione di questultima pu
essere preclusa dal fatto che laccordo sia aperto solo a Stati, non anche
ad organizzazioni (nel caso di accordi adottati nellambito di
organizzazioni internazionali come lOIL). Per questo motivo gli Stati
membri possono agire nellinteresse dellUnione, e nella prassi pu anche
verificarsi che il Consiglio autorizzi gli stati membri a firmare o ratificare,
nellinteresse dellUnione, convenzioni rientranti nella competenza della
stessa.
51/93
direttive e designare un comitato speciale. Inizialmente non era prevista
la partecipazione del Parlamento europeo, ora invece disposto che esso
sia informato in tutte le fasi della procedura di stipulazione. Il
Regolamento interno del Parlamento, inoltre, prevede che esso sia
informato dalla Commissione prima dei negoziati e che possa chiedere al
Consiglio di non autorizzarne lapertura. In ogni fase dei negoziati pu
adottare raccomandazioni. La decisione di concludere laccordo spetta al
Consiglio, peraltro sia la firma che la decisione di concludere laccordo
sono adottate su proposta del negoziatore. La conclusione pu avvenire
in forma semplificata, mediante la semplice firma della persona delegata
del Consiglio, o in forma solenne, con una decisione o un regolamento
del Consiglio. Una volta eseguita la determinazione del Consiglio di
concludere laccordo, alla controparte comunicato che sono state
adempiute le formalit necessarie per la conclusione dellaccordo.
Lentrata in vigore avviene secondo le norme di diritto internazionale in
materia.
52/93
dellUnione pu attribuirsi anche alla Commissione e allAlto
rappresentante in determinati casi come il riconoscimento di
lasciapassare dei membri e degli agenti delle istituzioni europee.
CAPITOLO 7
Caratteri generali
53/93
comporta il dovere di interpretarle in armonia con i Trattati e con i diritti
fondamentali e i principi generali del diritto dellUnione. Invece, di regola,
non esiste una gerarchia tra le fonti di diritto derivato, salvo il caso di atti
delegati di portata generale e di atti che siano esecutivi di un altro, i
quali sono ovviamente subordinati allatto legislativo che contiene la
delega e allatto vincolante attributivo alla Commissione. Inoltre, i Trattati
non operano alcuna distinzione tra atti adottati con la procedura
legislativa ordinaria e atti speciali. In secondo luogo, il sistema del diritto
dellUnione si arricchisce di altre fonti, come gli accordi conclusi
dallUnione con Stati terzi o organizzazioni internazionali, il diritto
internazionale generale e i principi generali del diritto dellUnione.
54/93
Lefficacia diretta delle disposizioni dei Trattati
55/93
innanzitutto nei confronti della pubblica amministrazione, o nel caso nei
confronti dellautorit giudiziaria. Le disposizioni dei Trattati sono
invocabili anche nei rapporti tra privati e sono produttive di effetti detti
orizzontali, cio paritari. Il riconoscimento di effetti diretti orizzontali
comporta che le disposizioni in questione conferiscano non solo diritti ai
singoli, ma anche obblighi.
Sembra che i principi generali tendano a porsi sullo stesso piano dei
Tratti, quindi a livello del diritto primario. Essi operano anzitutto nei
confronti delle istituzioni europee, le quali sono tenute a rispettarli nello
svolgimento delle loro attivit; di conseguenza, un atto dellUnione che
sia in contrasto con un principio generale deve considerarsi invalido. I
principi generali operano anche nei confronti degli Stati membri, e in
unipotesi di violazione sar esperibile nei loro riguardi la procedura di
56/93
infrazione. I principi generali, inoltre, svolgono anche unimportante
funzione interpretativa rispetto alle altre norme dellUnione. Un esempio
il principio delleffetto utile, secondo il quale ogni norma deve essere
interpretata in modo che possa raggiungere nella maniera pi efficace il
proprio obiettivo. Definire un elenco dei principi generali non sarebbe
opportuno in quanto sarebbe incompleto. Tra i tanti, possiamo ricordare il
principio di eguaglianza, desunto dalla Corte dalle norme del TFUE sulla
non discriminazione. Esso, per, non solo vieta differenze di trattamento
per situazioni analoghe, ma impone anche un trattamento differenziato
se differenti sono le situazioni da regolare. Un altro principio
frequentemente richiamato quello della certezza del diritto, non
chiaramente definito nella giurisprudenza, ma che ha trovato pi volte
applicazione. Un altro principio ad esso collegato quello del legittimo
affidamento, che implica la tutela delle aspettative che gli interessati
nutrono ragionevolmente in seguito al comportamento delle stesse
istituzioni europee. Numerosi altri principi possono essere poi individuati,
come quello di democrazia, buona fede, solidariet tra gli Stati membri,
equilibrio istituzionale etc. Ed infine va menzionata lintera categoria dei
diritti fondamentali.
57/93
Anche gli accordi dellUnione possono produrre effetti diretti per i singoli,
ma tale efficacia riconosciuta solo se la norma abbia un contenuto
chiaro, preciso e incondizionato.
58/93
fronte allordinamento dellUnione, quando i suddetti obblighi siano in
contrasto con tale ordinamento, o almeno con i principi che fanno parte
dei fondamenti stessi dellUnione. Lo stesso art.351, inoltre, prescrive
agli Stati membri di adoperarsi per eliminare le incompatibilit tra le
convenzioni e i Trattati. Ci comporta che i giudici nazionali debbano
interpretare la convenzione preesistente se possibile in maniera
conforme al diritto dellUnione. Lo Stato membro, inoltre, deve ricercare
tutti i mezzi per eliminare lincompatibilit, e se necessario rinegoziare
con lo Stato terzo la convenzione in questione e, al limite, denunciandola,
provocando lestinzione della sua efficacia.
59/93
generale ed obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente
applicabile in ciascuno degli Stati membri; la direttiva vincola lo Stato
membro cui rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere,
salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma
e ai mezzi; infine, la decisione obbligatoria in tutti i suoi elementi. Se
designa i destinatari obbligatoria soltanto nei confronti di questi. Vale la
pena sottolineare che lidentificazione dellatto non va effettuata soltanto
in base al suo nome, ma anche in base al contenuto e ai suoi caratteri
sostanziali. Lidentificazione dellatto non chiaramente fine a se stessa,
ma molto importante per le conseguenze giuridiche che comporta. Gli
atti giuridici sono motivati e fanno riferimento alle proposte, iniziative,
raccomandazioni, richieste o pareri previsti dai Trattati. La motivazione
contenuta nel considerando dellatto ed una condizione di validit
dello stesso, difatti la mancanza della motivazione rappresenta unipotesi
di violazione delle forme sostanziabili, suscettibile di determinare
linvalidit dellatto e quindi il suo annullamento. La motivazione
importante per permettere alla Corte di esercitare il suo controllo, ma
anche per far conoscere agli interessati le ragioni del provvedimento
adottato, anche al fine di tutelare i propri diritti. La motivazione deve
riguardare in maniera specifica il rispetto del principio di sussidiariet,
peraltro non deve indicare necessariamente tutti gli elementi di fatto e di
diritto presi in considerazione. da ritenere, in ogni caso, che i
considerando abbiano solo un valore interpretativo e non normativo.
Legato allobbligo di motivazione, lobbligo di indicare la disposizione
dei Trattati che conferisce il potere di emanare latto in questione. Non
deve necessariamente essere espressa, limportante che sia desumibile
con chiarezza. Tale principio, a sua volta, legato a quello di certezza del
diritto. Lindicazione della base giuridica dellatto consente di stabilire
lefficacia di tale atto e di valutare la sua legittimit, per esempio, in
rapporto alla procedura seguita per la sua adozione. La scelta della base
giuridica deve fondarsi su elementi oggettivi, verificabili in via giudiziaria,
in particolare il contenuto e lo scopo dellatto. Se latto prevede una
molteplicit di scopi, viene privilegiata la base giuridica corrispondente
alla componente principale. Se ci non possibile, latto dovr fondarsi
sulle diverse basi giuridiche corrispondenti. Tuttavia, il cumulo di due basi
giuridiche escluso quanto le procedure previste dalle rispettive norme
siano incompatibili. Generalmente, dunque, la scelta della base giuridica
in questo caso basata sul procedimento che garantisce in misura
maggiore le prerogative del Parlamento europeo. Lindividuazione della
60/93
disposizione serve anche a stabilire che tipo di atto pu essere adottato
dalle istituzioni nel settore contemplato dalla disposizione. La scelta delle
istituzioni non del tutto libera, esse innanzitutto devono rispettare la
procedura prevista dalla disposizione in questione. Esse, inoltre, devono
attenersi al principio di proporzionalit, pertanto nella scelta dellatto
dovranno scegliere quello meno intrusivo, per esempio una direttiva
piuttosto che un regolamento. Lindividuazione della base giuridica di un
atto allinterno del settore di politica estera e sicurezza comune molto
complessa, ci determina ladozione di atti differenti da quelli tipici
dellUnione, limpiego di procedure non legislative, con decisioni prese
dal Consiglio europeo o dal Consiglio, un ruolo marginale del Parlamento
europeo e lesclusione, di regola, del controllo giudiziario della Corte.
Lart. 40 TUE pone sullo stesso piano le competenze dellUnione previste
dalle disposizioni di carattere generale e quelle contemplate dalle
disposizioni specifiche relative alla PESC. I rapporti tra tali competenze
sono basati sul reciproco rispetto. Generalmente, nellindividuazione di
una base giuridica, deve trovarsi la componente principale dellatto per
collocarla nellambito delle competenze generali o della politica estera e
di sicurezza comune. Al contrario, quando ci impossibile, lunica
soluzione sembra emanare due atti distinti, uno sulla base di una
disposizione in materia di PESC e laltro ai sensi della pertinente
disposizione concernente le competenze generali dellUnione.
Infine, per quanto riguarda la firma, gli atti adottati secondo la procedura
legislativa ordinaria sono firmati dal Presidente del Parlamento europeo e
dal Presidente del Consiglio. Quelli adottati con procedura legislativa
speciale sono firmati dal Presidente dellistituzione che li ha adottati. Gli
atti non legislativi adottati sottoforma di regolamenti, direttive o decisioni
sono firmati dal Presidente dellistituzione che li ha adottati. Circa le
forme di pubblicit, tutti gli atti legislativi sono pubblicati nella Gazzetta
ufficiale dellUnione europea ed entrano in vigore nella data da essi
stabilita, o il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione. Identica
disciplina si applica agli atti non legislativi (regolamenti, direttive e
decisioni). Solo per una serie di ragioni un atto pu entrare in vigore il
giorno stesso della sua pubblicazione. Le direttive rivolte solo ad alcuni
Stati membri e le decisioni con un destinatario specifico entrano in vigore
sempre che non siano stati adottati con una procedura legislativa al
momento della notifica ai loro destinatari.
61/93
I regolamenti
62/93
esecuzione. Ci avviene quando il regolamento non sia pienamente self-
executing, cio che non contenga una disciplina esaustiva. In questi casi,
lo stesso regolamento pu prevedere le misure che gli Stati membri
devono adottare. Vi sono poi regolamenti che prevedono una certa data
per la loro entrata in vigore e una data differente per la loro applicazione.
Lapplicabilit diretta dei regolamenti, comunque, comporta che questi
siano idonei a creare diritti a favore dei singoli e obblighi a loro carico,
pertanto il singolo pu anche richiedere la tutela giudiziaria dinanzi al
giudice nazionale.
Le direttive
63/93
modificare leventuale legislazione esistente nello Stato per adeguarla
allobiettivo posto dalla direttiva. Per cui sono insufficienti semplici prassi
o circolari amministrative. Una volta scaduto il termine, se lo Stato non
ha attuato correttamente la direttiva, responsabile della violazione
dellart.288 TFUE. Pu essere quindi esperita una procedura di infrazione,
ma in alcuni casi possibile anche richiedere il risarcimento dei danni
che i singoli hanno subito in seguito allinadempimento. La
giurisprudenza della Corte, seguita da quella statale, ha da tempo
affermato che, a certe condizioni, la direttiva, pur non essendo attuata
dallo Stato membro, pu produrre effetti diretti per i singoli allinterno
dello Stato. Questo qualora la direttiva abbia un contenuto chiaro e
preciso, preveda per gli Stati destinatari un obbligo incondizionato e sia
diretta a conferire ai singoli un diritto. Tale efficacia diretta pu
riguardare lintera direttiva o anche sue singole disposizioni. Occorre
comunque sottolineare che lefficacia diretta costituisce comunque
uneccezione per le direttive, che ne sono normalmente prive. La
presenza di un contenuto chiaro e preciso si riconosce, per esempio, in
direttive che stabiliscono un divieto, o comportano lobbligo di abrogare
una data normativa. Mediante linterpretazione della direttiva si pu
comprendere anche se essa mira a conferire diritti per i singoli. Inoltre
lefficacia diretta di alcune disposizioni comporta anche che il giudice
nazionale debba disapplicare le proprie leggi se siano in contrasto con
tali disposizioni. Il fondamento dellefficacia diretta delle direttive mette
in luce la necessit che il termine per lattuazione della direttiva sia
scaduto, inoltre delinea i limiti entro i quali gli effetti diretti possono
operare. Anzitutto, essa costituisce una forma di tutela per i singoli, i cui
diritti sarebbero pregiudicati dalla mancata attuazione da parte dello
Stato e che invece, grazie al riconoscimento, possono essere esercitati e
tutelati. In secondo luogo, lefficacia diretta rappresenta una sanzione
per lo Stato inadempiente. La Corte, dopo aver indicato la ratio
dellefficacia diretta, ne precisa anche i limiti. I diritti da essa derivati
possono essere invocati dai singoli solo nei confronti dello Stato, non
anche nei confronti di altri privati. Dunque, le direttive hanno unefficacia
diretta solo verticale, cio nei rapporti tra i privati e lo Stato. Va chiarito
che leffetto verticale anche unilaterale, nel senso che riguarda solo il
singolo, non anche lo Stato che non pu pretendere alcunch dal
cittadino. La negazione di effetti orizzontali comporta anche alcune
conseguenze insoddisfacenti: essa infatti determina una disparit di
trattamento a seconda che il singolo abbia come controparte lo Stato o
64/93
un privato (si pensi ai rapporti di lavoro). La Corte di giustizia non
rimasta indifferente alla tematica. Tant che leffetto verticale stato
riconosciuto nei confronti dello Stato non solo come pubblica autorit, ma
quale che sia la veste giuridica nella quale esso agisce ed infatti la
nozione di Stato stata dilatata al massimo. In secondo luogo, la Corte
ha affermato che i giudici nazionali devono interpretare il diritto interno
in maniera conforme allobbligo prescritto dalla direttiva, in base al
principio di leale cooperazione. Ci avviene come risoluzione in via
interpretativa di una direttiva non attuata.
Le decisioni
65/93
obbligatorie, ma tale efficacia risulta gi dalle specifiche disposizioni che
le contemplano, dunque tale circostanza rende superflua la previsione di
obbligatoriet in una norma di carattere generale. Quanto alle decisioni
che non designano destinatari e di contenuto sostanzialmente normativo,
sono quelle che pi corrispondono alla nozione di atto obbligatorio in tutti
i suoi elementi. Resta per la difficolt di trovare un carattere idoneo a
distinguere questo tipo di decisione generale dai regolamenti. Lart.288
omette qualsiasi indicazione circa la diretta applicabilit della decisione,
pertanto ci dipender eventualmente dal suo contenuto, anche se da
principio vista la sua struttura, dovrebbe presumersi che la decisione
sia direttamente applicabile allinterno dello Stato destinatario.
Applicabili senza bisogno di atti statali sono le decisioni indirizzate a
persone fisiche o giuridiche, che possono contenere anche sanzioni
pecuniarie. La Corte di Giustizia ha previsto la possibilit che anche le
decisioni siano impugnabili dai singoli dinanzi allautorit giudiziaria.
Circa il carattere orizzontale o verticale delleffetto diretto, sembra
pacifico ritenere che la decisione sia invocabile sia nei rapporti tra poteri
pubblici che tra privati, in quanto obbligatoria in tutto i suoi elementi, e
quindi dal contenuto sostanzialmente self-executing.
Le raccomandazioni e i pareri
66/93
delle cause ad essi sottoposte. Sembra corretto, inoltre, attribuire alle
raccomandazioni dellUnione il c.d. effetto di liceit, riconosciuto alle
raccomandazioni delle organizzazioni internazionali, nel senso che la
condotta del destinatario conforme alla raccomandazione deve
presumersi lecita in ambito europeo. Riguardo i pareri, la loro efficacia
giuridica dipende dal procedimento nel quale si inseriscono. Malgrado
lassenza di obbligatoriet, va osservato che specifiche disposizioni dei
Trattati prevedono conseguenze giuridiche in caso di inosservanza.
Infine, deve tenersi conto della possibilit che, sotto il nomen iuris di
parere, si celi un atto di diversa natura, quale una decisione. Si noti,
dunque, che la riconduzione di un apparente parere alla categoria delle
decisioni implica il suo assoggettamento ai requisiti di validit e di
efficacia prescritti per tali atti.
Lart. 288 contempla anche atti diversi da quelli nominati, ovvero i c.d.
atti atipici. Essi comprendono una grande variet di figure e non sempre
sono provvisti di effetti giuridici, rappresentano dunque un elemento di
incertezza giuridica che pu anche pregiudicare unadeguata tutela
giudiziaria dei singoli. Dato il carattere eterogeneo di questi ultimi,
sembra impossibile fornirne una classificazione sistematica, ma possiamo
andare pi o meno per tre categorie: atti, previsti da disposizioni dei
Trattati, che hanno la stessa denominazione di uno di quelli tipici
contemplati dallart.288, ma con caratteri giuridici differenti; atti previsti
dai Trattati aventi denominazioni e caratteri diversi da quelli tipici; atti,
infine, non contemplati in alcuna disposizione dei Trattati e nati dalla
prassi. Riguardo alla prima categoria, si possono individuare i
regolamenti interni delle varie istituzioni e organi, chiaramente diversi
dai regolamenti di cui abbiamo parlato poco prima e, in principio, con
una rilevanza puramente interna. Talvolta, per, anche le norme dei
regolamenti interni possono avere una rilevanza esterna, quando sono
dirette a creare diritti a favore dei terzi. Completamente diverse dalle
direttive, sono anche le direttive che il Consiglio pu impartire al
negoziatore, in vista della conclusione di accordi internazionali. Latto
per pi frequentemente menzionato la decisione, con caratteri e
contenuti profondamente differenziati. Vanno considerate atipiche le
decisioni non rientranti in quelle di portata generale avanti contenuto
normativo. Certamente atipici sono anche gli atti per i quali il termine
decisione usato in senso equivalente a risoluzione o deliberazione.
67/93
Talvolta le decisioni del Consiglio possono costituire, in realt, degli
accordi tra Stati membri, come le decisioni relative al completamento dei
diritti dei cittadini dellUnione. La seconda categoria quella degli atti
previsti da disposizioni dei Trattati, ma non inquadrabili in quelli definiti
dallart.288. La materia dellunione monetaria offre esempi di atti del
Consiglio, volti ad accertare se gli Stati membri soddisfino le condizioni
necessarie; o ancora latto del Presidente del Parlamento europeo con il
quale constata che il bilancio adottato. Bisogna ancora ricordare i
programmi di azione in materia ambientale, i programmi pluriennali di
cooperazione allo sviluppo, le azioni di incentivazione in materia di
istruzione, sanit e cos via. Merita, inoltre, attenzione la previsione di
accordi interistituzionali tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la
Commissione, che possono avere carattere vincolante. La prassi offre un
vasto quadro in tal senso, anche se con nominazioni spesso differenti, e
indica tali accordi come un modo per ricollegarsi al principio di leale
collaborazione. Da un lato, per, gli accordi interistituzionali sono
subordinati ai Trattati, dallaltro richiedono laccordo delle tre istituzioni
politiche. Tale prassi in ogni caso ampiamente riconosciuta, ormai
anche a livello normativo dallart.295 TFUE. Un altro problema quello
degli effetti di tali accordi. Nella prassi, le istituzioni europee
generalmente li considerano come mere intese politiche, mentre in
dottrina non spesso collegati al soft law. Sembra comunque che laccordo
interistituzionale produca effetti obbligatori nel momento in cui vi la
volont delle istituzioni che lhanno concluso. La terza categoria infine
quella degli atti nati nella prassi. Per quanto riguarda quelli di rilevanza
esterna, si possono considerare le risoluzioni delle varie istituzioni con
valore politico, cos come le conclusioni adottate dal Consiglio. Non si
esclude che in certi casi tali atti possano avere effetti giuridici.
Sicuramente effetto giuridico hanno le decisioni con cui il Consiglio
autorizza gli Stati a ratificare nellinteresse dellUnione convenzioni
internazionali. Vari sono gli atti a rilevanza esterna della Commissione,
come libri verdi, libri bianchi, lettere, o anche le comunicazioni circa le
regole di concorrenza che talvolta hanno anche un ruolo normativo. In
ogni caso, la precisa definizione degli effetti giuridici degli atti atipici
fatta dal giudice europeo il quale tiene conto della volont
dellistituzione. La giurisprudenza della Corta attribuisce valore
preminente, per la valutazione di tali atti, ai suoi caratteri sostanziali.
68/93
Gli atti in materia di politica estera e di sicurezza comune
Tali atti non possono avere carattere di atti legislativi e va esclusa anche
lefficacia diretta verso i singoli, ma non lobbligatoriet nei confronti di
Stati membri o istituzioni dellUnione. Ai sensi dellart.25 TUE: LUnione
conduce la politica estera e di sicurezza comune: definendo gli
orientamenti generali, adottando decisioni che definiscono le azioni che
lUnione deve intraprendere, le posizioni che lUnione deve assumere e le
modalit di attuazione delle decisioni. E rafforzando la cooperazione
sistematica tra gli Stati membri per la conduzione della loro politica. Al
vertice, si pongono quindi le determinazioni del Consiglio europeo, il
quale individua gli interessi strategici dellUnione, fissa gli obiettivi e
definisce gli orientamenti generali, comprese le questioni in materia di
difesa, adottando le decisioni necessarie. Loggetto non appare ben
definito, ma si desume che gli atti del Consiglio europeo possano
riguardare i rapporti dellUnione con un paese o una regione, o un tema
particolare. Gli atti del Consiglio europeo possono avere valore politico,
come le conclusioni emanate a seguite delle sue riunioni. Essi, per,
possono produrre anche effetti obbligatori, tant che lart. 22 dichiara
che le decisioni del Consiglio europeo su interessi e obiettivi strategici
dellUnione fissano la rispettiva durata e i mezzi che lUnione e gli Stati
membri devono mettere a disposizione. Il Consiglio, inoltre, prende le
decisioni per la definizione e lattuazione della PESC in base agli
orientamenti generali e alle linee strategiche definiti dal Consiglio
europeo. Pertanto gli orientamenti e le linee strategiche sono vincolanti
nei confronti del Consiglio. Alle determinazioni del Consiglio europeo
sono cos subordinate le decisioni del Consiglio, come anche quelle di
carattere specifico e operativo. Nella prassi gli esempi di decisioni di
carattere operativo sono numerosi. In generale, decisioni di azione sono
quelle in ambito di operazioni di disarmo, umanitarie e di soccorso, di
missioni di prevenzione dei conflitti e cos via. Le decisioni di azioni
operative sono obbligatorie per gli Stati membri, e in caso di difficolt il
Consiglio delibera al riguardo e ricerca le soluzioni appropriate. Tali
decisioni vanno rispettate e attuate anche da parte delle missioni
diplomatiche e consolari degli Stati membri e delle delegazioni
dellUnione nei Paesi terzi e nelle conferenze internazionali. Le decisioni
del Consiglio che definiscono le posizioni che lUnione deve assumere
riguardano una questione particolare di natura geografica o tematica.
Frequentemente tali decisioni possono comportare misure sanzionatorie.
Anche queste decisioni sono obbligatorie per gli Stati membri. Infine
69/93
vanno ricordate le decisioni che definiscono le modalit di attuazione di
quelle precedenti e che sono subordinate a questultime.
CAPITOLO 8
70/93
nelle quali lUnione parte non sono sottratte alla competenza delle
giurisdizioni nazionali.
71/93
qualsiasi parte che sia rimasta parzialmente o totalmente soccombente
(tale legittimazione fondata su un interesse oggettivo al rispetto della
legalit). Se limpugnazione accolta, la Corte annulla la decisione del
Tribunale. Essa pu quindi rinviare la causa al Tribunale, o in casi
specifici decidere nel merito. Listituto del riesame da parte della Corte
di giustizia si verifica, invece, su proposta dellavvocato generale, ove
sussistano gravi rischi che lunit e la coerenza del diritto dellUnione
siano compromesse. Nello Statuto della Corte, infine, previsto, rispetto
alle sentenze di primo grado passate in giudicato e per quelle della
Corte, il rimedio della revocazione. Esso utilizzabile solo in seguito alla
scoperta di un fatto avente uninfluenza decisiva e che era ignoto alla
Corte e alla parte che domanda la revocazione.
Il controllo sul rispetto del diritto dellUnione da parte degli Stati membri
competenza esclusiva della Corte. Essa pu essere esercitata su
iniziativa della Commissione o di uno Stato membro. Tale procedura di
infrazione presenta due varianti a seconda che sia promossa dalla
Commissione o da uno Stato membro. Lattribuzione del potere di
iniziativa alla Commissione coerente con il suo ruolo di guardiano e
custode dei Trattati. Alla stessa possono essere sottoposti denunce o
esposti che possono essere daiuto, ma non implicano un dovere
giuridico di intraprendere unazione contro uno Stato; tant che anche la
Corte ha ribadito pi volte il potere discrezionale della Commissione. La
Commissione per tenuta a prendere contatti con lautore della
denuncia e a informarlo circa ogni decisione presa al riguardo. La
discrezione per attenuata in alcune materie, come la violazione delle
regole di concorrenza, nelle quali tenuta a procedere con un esame
diligente e scrupoloso. Vi sono per anche casi eccezionali in cui, per
materie specifiche, la competenza ad iniziare un procedimento contro
uno Stato membro attribuita anche ad altri organi. Ritornando alle
infrazioni comportanti lapertura del procedimento da parte della
Commissione, esse comprendono qualsiasi violazione di obblighi previsti
dai Trattati e da ogni altra norma rientrante nel diritto dellUnione. La
condotta dello Stato pu essere di carattere commissivo, come una
prassi amministrativa o un atto contrari agli obblighi del diritto
dellUnione, o omissivo, quale la mancata attuazione di una direttiva nei
termini prescritti. Ai fini della procedura di infrazione, lo Stato
responsabile anche dei comportamenti di altri enti pubblici, in particolare
72/93
degli enti locali. Linfrazione pu derivare anche da individui. La condotta
dei privati non di per s imputabile allo Stato, ma questultimo pu
incorrere in responsabilit per non aver adottato misure preventive e
repressive a riguardo.
73/93
I ricorsi promossi da Stati membri
74/93
forfettaria e penalit. In proposito, la Commissione ha elaborato alcune
comunicazioni in base alle quali la sanzione pecuniaria si fonda su tre
criteri fondamentali: la gravit dellinfrazione, la sua durata, la necessit
di assicurare leffetto dissuasivo della stessa sanzione per evitare
recidive. La somma forfettaria consiste in una somma determinata quale
sanzione per continuazione dellinadempimento tra la prima sentenza di
accertamento e la seconda; la penalit, invece, consiste in una somma
da pagare ogni giorno di ritardo, a partire dalla seconda sentenza.
75/93
La competenza sulla legittimit degli atti dellUnione europea:
gli atti impugnabili
76/93
pertanto, ritiene irrilevante la denominazione dellatto, limportante
che sia produttivo di obblighi o diritti per terzi. Sono stati considerati
impugnabili anche atti atipici come comunicazioni, codici di condotta e
cos via. Si tratta di atti che in ogni caso potrebbero pregiudicare
posizioni giuridiche e contro i quali necessaria una tutela giudiziaria.
Per essere impugnabile, un atto deve essere definitivo e non meramente
preparatorio di altri atti; inoltre non sono impugnabili atti confermativi di
atti precedenti e atti che prendono atto di provvedimenti nazionali.
La legittimazione allimpugnazione
77/93
individualmente linteressato. Sembra che vi sia il pregiudizio individuale
solo quando latto sia applicabile al ricorrente in ragione di una sua
specifica qualit soggettiva o per una situazione oggettiva in cui egli si
trova, che siano dunque in grado di differenziarlo da chiunque altro al
quale latto pure sia applicabile.
Il termine di impugnazione
I motivi di impugnazione
78/93
principi di diritto internazionale generale e accordi internazionali conclusi
dallUnione. In merito alla contrariet di un atto con un accordo
internazionale dellUnione, la giurisprudenza della Corte di giustizia ha
limitato linvalidit agli atti in contrasto con accordi che sono provvisti di
effetti diretti. Circa la violazione di qualsiasi regola di diritto relativa alla
loro applicazione, riguarda lipotesi in cui un atto violi un altro atto
dellUnione al quale sia gerarchicamente subordinato. Per quanto attiene
allo sviamento di potere, invece, questo si verifica quando lorgano ha il
potere di emanare latto, ma questultimo adottato per un fine diverso
da quello in vista del quale il potere stato attribuito. Alla Corte, infine,
pu essere attribuita anche una competenza di merito sugli atti
dellUnione, che si estende allesame del contenuto e, in particolare, al
controllo circa lopportunit e lammontare delle sanzioni pecuniarie.
79/93
sentenza comporta infine lannullamento dellatto, ma non pu
giuridicamente condannare le istituzioni a tenere un particolare
comportamento, in quanto spetta a questultime individuare le misure
necessarie per conformarsi alla sentenza.
Il ricorso in carenza
80/93
ricorrenti privilegiati e non. Nei primi rientrano Stati membri e istituzioni
dellUnione, mentre nei secondi sono compresi i singoli. La legittimazione
a ricorrere delle persone fisiche e giuridiche limitata sia sotto un profilo
oggettivo che soggettivo. Sotto il primo, il ricorso escluso per le
raccomandazioni e i pareri e riguarda, pertanto, solo la mancata
adozione di atti che producono effetti giuridicamente vincolanti; sotto il
profilo soggettivo, i singoli devono essere destinatari dellatto che
listituzione, organo o organismo ha omesso di adottare. Anche in questo
caso, la giurisprudenza della Corte ha ampliato la possibilit dei singoli
che, pur non essendo destinatari dellatto, possono fare ricorso se questo
li riguardi individualmente e indirettamente. La ricevibilit del ricorso,
quale che sia il ricorrente, subordinata al previo svolgimento di una
fase precontenziosa, volta a far emergere con chiarezza linerzia di
unistituzione. Il primo atto di tale fase, consiste dunque nellintimazione
ad agire rivolta al soggetto interessato. La richiesta deve indicare con
chiarezza latto di cui si chiede ladozione e la volont di costringere
listituzione a prendere posizione. Questa fase fondamentale non solo
perch da essa decorrono i due mesi entro i quali listituzione deve
prendere posizione, ma anche perch definisce gi loggetto del ricorso
dinanzi alla Corte. Ai fini del ricorso, occorre che listituzione in questione
non abbia preso posizione al termine dei due mesi. Qualora invece
listituzione respinga la richiesta o adotti un atto diverso da quello
richiesto, non possibile il ricorso in carenza. Il ricorso pu essere poi
presentato nel termine ulteriore di due mesi dalla scadenza dei primi
due. Se la Corte accerta lillegittima omissione, la sua sentenza avr
valore di mero accertamento. Il contenuto dellatto che listituzione dovr
poi adottare sar a discrezione dellistituzione stessa.
81/93
stringenti che abbiamo visto prima (come per esempio il fatto che il
singolo sia destinatario dellatto in questione). Per quanto attiene la
ripartizione delle competenze tra la Corte (che ha competenza esclusiva
in materia di responsabilit extracontrattuale) e i giudici nazionali,
bisogna ovviamente sottolineare che se lillecito deriva da un atto
dellUnione a riguardo del quale lo Stato non aveva alcuna
discrezionalit, lillecito imputabile allUnione. Viceversa, se latto
dellUnione legittimo, ma quello di esecuzione statale no, lillecito
dello Stato membro e quindi ha competenza il giudice nazionale. Questa
regola stata integrata poi con quella che subordina la ricevibilit del
ricorso alla Corte al previo esaurimento dei rimedi giurisdizionali interni
contro latto statale. Pertanto, il ricorso alla Corte assume carattere
residuale rispetto a quello al giudice nazionale. Affinch ci sia la
responsabilit dellUnione, necessario che latto sia stato compiuto da
una delle sue istituzioni. Sicuramente, per, non ogni atto illegittimo
dellUnione d luogo a un obbligo di risarcimento. La Corte, alla luce dei
principi comuni di diritto degli Stati membri, richiede alcune condizioni.
Mentre inizialmente si esigeva la violazione grave di una norma superiore
intesa a tutelare i singoli, con la giurisprudenza successiva la Corte ha
equiparato la disciplina della responsabilit extracontrattuale a quella
degli Stati membri per violazione del diritto dellUnione. La seconda
ipotesi, invece, lillecito commesso da agenti dellUnione nellesercizio
delle loro funzioni. Quindi, colui che ha prodotto il danno deve essere
dipendente dellUnione e deve aver agito nellesercito di un compito
affidatogli dalla stessa Unione. In ogni caso, nella prassi, sono molto rare
le sentenze che accolgono le domande di risarcimento dei danni.
82/93
sentenza. La competenza in via pregiudiziale sostanzialmente ha due
obiettivi fondamentali: evitare uninterpretazione, da parte dei giudici
nazionali, difforme del diritto dellUnione e evitare che questi giudici
applichino atti dellUnione con vizi tali da renderli illegittimi. Ora, la
questione pregiudiziale pu avere come oggetto linterpretazione sia di
disposizioni dei Trattati che di atti dellUnione, o la validit di tali atti. Se
una questione si pone dinanzi ad un giudice le cui sentenze sono
impugnabili, il giudice pu rinviarla alla Corte; se, invece, si tratta di un
giudice di ultimo grado, questi tenuto a rivolgersi alla Corte. Il potere di
rivolgersi alla Corte, invece, non compete alle parti del processo
nazionale. Va precisato, comunque, che nonostante la competenza sia
centralizzata nella Corte di giustizia, spetta comunque al giudice
nazionale se non di ultimo grado interpretare il diritto dellUnione e,
nel caso, accertare lesistenza del problema interpretativo. La Corte,
inoltre, non pu decidere la questione senza tener conto del caso
concreto, tant che il giudice nazionale tenuto ad inviare alla Corte
tutti gli elementi utili ad illustrare il fatto in causa. Nella giurisprudenza,
la competenza interpretativa della Corte impiegata per accertare la
compatibilit con il diritto dellUnione della condotta di Stati membri,
risultante da leggi, atti amministrativi, prassi e cos via. Sicuramente,
dunque, questo strumento tutela maggiormente i singoli, che non
potendo avviare una procedura dinfrazione, possono invece sollevare la
questione durante un processo interno. Lart.267 attribuisce alla Corte
anche la competenza a decidere, su rinvio di un giudice nazionale, in
merito alla legittimit di un atto dellUnione, direttamente applicabile e
non. Tale competenza assimilabile a quella che riguarda i vizi dellatto
che ne comportano linvalidit. Secondo una giurisprudenza ormai
consolidata, solo la Corte ha competenza a decretare linvalidit di un
atto dellUnione, per esigenze di certezza del diritto che sarebbe
compromessa nel caso in cui i giudici nazionali potessero, di volta in
volta, dichiarare legittimo o invalido latto. La Corte, tra laltro, riconosce
al giudice nazionale il potere di emanare provvedimenti provvisori a
tutela dei diritti delle parti, ove sospetti linvalidit di un atto dellUnione.
Tale possibilit ovviamente sottoposta a delle condizioni: il giudice deve
avere gravi dubbi sulla validit dellatto, deve provvedere a rinviare la
questione alla Corte, devono essere questioni di grande urgenza e il
giudice deve tener conto in tutto ci dellinteresse dellUnione. La Corte
ha escluso la possibilit che possano esserle sottoposte questioni di
validit di atti che il singolo avrebbe potuto impugnare. Esigenze di
83/93
certezza del diritto, inoltre, escludono che possa essere rimessa in
questione la validit di un atto dellUnione da parte di chi, potendolo
impugnare, ha lasciato decorrere il termine prescritto.
84/93
eccezioni, come nel caso in cui la materia sia simile a quella gi chiarita
in una precedente pronuncia pregiudiziale, o nel caso in cui la
disposizione europea sia talmente chiara da non porre un problema
interpretativo. Tali eccezioni, tuttavia, non escludono la facolt dei giudici
di ultimo grado di adire ugualmente alla Corte se lo ritengono opportuno.
Per quanto riguarda gli altri giudici, questi godono della pi ampia facolt
di adire in qualsiasi momento la Corte di giustizia. Affinch la Corte di
giustizia possa esercitare la competenza pregiudiziale occorre che vi
siano alcune condizioni oggettive, riguardanti il contesto processuale
nazionale nel quale si ponga la questione interpretativa o di validit. In
principio tale contesto sfugge alla competenza della Corte, poich spetta
al giudice nazionale valutare la necessit della pronuncia pregiudiziale.
La Corte ha negato la propria competenza quando il giudice nazionale
non le abbia dato elementi di fatto o di diritto necessari per fornire una
soluzione utile. Inoltre, sempre sul presupposto che la sua sentenza deve
essere utile, ha escluso la propria competenza quando le questioni
proposte siano puramente ipotetiche e non concretamente collegate alla
causa in corso.
85/93
principio effetti retroattivi, tuttavia anchessa come la precedente pu
limitare nel tempo gli effetti della sua pronuncia.
CAPITOLO 9
86/93
parziale trasferimento di poteri sovrani, in particolare competenze
legislative e giudiziarie, dagli Stati membri alle istituzioni europee. Essi
infatti introducono degli ordinamenti degli Stati membri delle fonti di
diritto estranee e istituiscono un sistema giurisdizionale, suscettibile di
limitare anche i poteri del giudice nazionale. A causa di ci, numerosi
Stati hanno provveduto a dare esecuzione a tali trattati con leggi
costituzionali o ad emanare norme costituzionali, per rendere compatibile
con la propria Costituzione il suddetto trasferimento di poteri. In
Italia, invece, tale processo stato fatto con legge ordinaria, a causa
di una forte opposizione allepoca allintegrazione europea. Di
conseguenza, si posta dinanzi alla Corte costituzionale, la questione
della legittimit costituzionale di tali leggi. La Corte ha dichiarato che le
leggi di autorizzazione alla ratifica e di esecuzione dei Trattati comunitari
trovano fondamento nellart.11 Cost, nella parte in cui dice che lItalia
consente alle limitazioni di sovranit necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni.
87/93
un regolamento. Tant che si ritrov a ribadire che nel caso di contrasto
tra la propria legislazione e il diritto comunitario, deve essere il giudice
nazionale, di propria iniziativa, a disapplicare la suddetta legislazione. La
nostra Corte ha poi compiuto unulteriore svolta con la sentenza Granital,
ribadendo una costruzione dualista dellordinamento comunitario e
nazionale, visti come ordinamenti autonomi e distinti, sebbene
coordinati. Inoltre, ha specificato che lart.11 della Costituzione implica la
disapplicazione della legge statale successiva in contrasto con norme
comunitarie direttamente applicabili, da parte del giudice comune, senza
dunque lintervento della Corte costituzionale stessa.
88/93
giustizia. Cos lobbligo del giudice nazionale di non applicare le norme
statali riconosciuto nei confronti di sentenze interpretative della Corte,
emanate in via pregiudiziale o a seguito di una procedura di infrazione. In
tali pronunce, la nostra Corte finisce per riconoscere alle sentenze della
Corte di giustizia unefficacia erga omnes. La prevalenza che garantita
al diritto dellUnione direttamente applicabile, viene estesa anche alle
direttive, purch provviste di effetti diretti, cio se le loro disposizioni
sono chiare, incondizionate e sufficientemente precise. Inoltre,
adeguandosi ai principi espressi dalla Corte di giustizia, la nostra Corte
ha affermato che lobbligo di disapplicazione delle norme interne
incompatibile grava anche sugli organi amministrativi. Nella stessa
sentenza del 1989 la Corte costituzionale ha affermato anche obbligo
del legislatore depurare lordinamento nazionale di norme incompatibili,
sia per unesigenza di certezza del diritto, sia di piena prevalenza del
diritto comunitario. Va sottolineata, ancora, la modifica della Cost.
italiana con la legge costituzionale 2001 n.3, la quale ha inserito
nellart.117 il comma che recita: la potest legislativa esercitata dallo
Stato e dalle regioni nel rispetto della Cost, nonch dei vincoli derivanti
dallordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Tale comma
ha quindi esplicitato il fondamento costituzionale della limitazione di
sovranit a favore dellUnione europea ricavato dallart. 11 Cost. Nella
sentenza del giugno 2010 n.227, ha ribadito che il giudice nazionale deve
interpretare il diritto interno in conformit con le norme dellUnione,
inoltre solo quando il contrasto insanabile, tale giudice deve
disapplicare il diritto interno, garantendo quindi la diretta applicazione
delle norme europee.
89/93
legge italiana di esecuzione dei Trattati europei, in riferimento alle
singole disposizioni o atti in conflitto. Leventuale pronuncia di
incostituzionalit riguarderebbe dunque soltanto quella parte della legge
italiana di esecuzione che consente a specifiche disposizioni dellUnione
di spiegare i propri effetti nellordinamento italiano. Vi poi una seconda
ipotesi che la Corte cost. ha inserito nella propria competenza esclusiva:
il caso di ribellione del legislatore, nel quale la legge ordinaria
deliberatamente diretta a impedire o pregiudicare la perdurante
osservanza del Trattato, in relazione al sistema o al nucleo essenziale dei
suoi principi. Una terza fattispecie quella relativa alla competenza della
Corte a conoscere dei conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e di
quelli tra Stato e regioni, e tra le regioni. In particolare quando la legge
impugnata riveli un contrasto con il diritto dellUnione, si impone una
dichiarazione di incostituzionalit da parte della Corte cost, tenuto conto
che non vi sarebbe alcun giudice comune competente a statuire sul
conflitto. Vi unaltra ipotesi, in cui lincompatibilit del diritto italiano
con quello europeo deve essere risolto dalla Corte costituzionale
mediante la declaratoria di illegittimit costituzionale della legge italiana.
Essa si ha quando le disposizioni dellUnione non sono direttamente
applicabili per cui, pur disapplicando le norme interne contrastanti, non
vi sarebbe una disciplina europea sufficientemente completa per regolare
il caso.
90/93
anche alla delega al governo e allattuazione in via regolamentare,
conteneva disposizioni per ladempimento degli obblighi derivanti
dallappartenenza dellItalia alle Comunit europee. La legge La Pergola
in realt stata pi volte modificata, per poi essere abrogata e sostituita
con la legge Buttiglione del 2005. Questultima, rispettando lo schema
generale e i principi della legge La Pergola, ne ha costituito un
ammodernamento. Essa stata poi abrogata dalla legge del dicembre
2012 n.234. Tale legge ha anchessa una duplice finalit: una riguardante
il ruolo del Parlamento, delle regioni, delle autonomie locali, delle parti
sociali e delle categorie produttive nella fase ascendente di formazione
degli atti dellUnione europea, laltra la tempestiva attuazione delle
direttive e degli altri obblighi derivanti dal diritto dellUnione europea.
Questultima finalit assicurata da due distinte leggi: la legge di
delegazione europea e la legge europea, le quali assicurano il periodico
adeguamento dellordinamento nazionale a quello dellUnione europea.
Tali leggi hanno cadenza annuale, ma in casi specifici la prima pu essere
emanata anche a fine di un semestre. La legge di delegazione europea
reca disposizioni per il conferimento al governo di delega legislativa volta
allattuazione delle direttive, nonch per la modifica o labrogazione di
disposizioni statali al fine di seguire i pareri motivati della Commissione o
le sentenze dinadempimento della Corte, emanate nel quadro della
procedura di infrazione. Per quanto riguarda in particolare le direttive, di
norma il governo adotta i decreti legislativi di recepimento entro due
mesi anteriori al termine stabilito in ciascuna direttiva. Lautorizzazione
del governo ad attuarle in via regolamentare consentita anche in
materie disciplinate con legge, ma non coperte da riserva assoluta di
legge, sempre che cos disponga la legge di delegazione europea. Laltra
legge annuale, invece, la legge europea, contiene disposizioni
modificative o abrogative di disposizioni statali in contrasto con gli
obblighi europei, o disposizioni modificative o abrogative di disposizioni
statali oggetto di procedure dinfrazione e cos via. Ulteriori disposizioni
della legge di delegazione europea e della legge europea, riguardano le
materie di competenza regionale. Nella misura in cui determinate
disposizioni siano attuabili sia con la legge di delegazione europea che
con la legge europea, spetta al Parlamento decidere tra le due
disposizioni. Lelaborazione delle due leggi prende avvio con la verifica,
da parte del Presidente del Consiglio o del Ministro per gli affari europei,
con la collaborazione delle amministrazioni interessate, dello stato di
conformit dellordinamento interno con quello europeo. Analoga verifica
91/93
compiuta, nelle materie di propria competenza, dalle regioni e province
autonome di Treno e Bolzano. Allesito di tale verifica, il Presidente del
Consiglio o il Ministro, entro il 28 febbraio di ogni anno presenta al
Parlamento un disegno di legge in proposito. Se la legge di delegazione
europea e la legge europea costituiscono lo strumento ordinario, ci non
esclude la possibilit di adottare al di fuori di tali leggi, le norme di
attuazione degli obblighi conseguenti a singoli atti dellUnione, o norme
dirette a far cessare procedure dinfrazione. Tale scelta pu essere
motivata dalla complessit della materia, o dallurgenza. IN questo caso
lo strumento pi utilizzato il decreto legge.
92/93
potere sostitutivo dello Stato, questo comporta che lo Stato emani
disposizioni nelle materie di competenza regionale. Ma tali disposizioni si
applicano solo dal momento di scadenza del termine stabilito per
lattuazione della normativa europea. Inoltre, tali disposizioni si applicano
solo nel territorio delle regioni che non abbiano ancora emanato la
propria normativa di attuazione. Infine, anche nei riguardi di regioni
inadempienti, le disposizioni statali perdono efficacia dal momento in cui
le stesse regioni hanno provveduto a dare attuazione.
93/93