Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
C *. SA
XOHIiKKTO HOHIilO
K - t r a t t o d a lia Rivi-m di f u .1
Vo l u me X L V I - N . :, Lugl i o 1955
BENEDETTO CROCE E IL LIBERALISMO*
2
262 NORDERTO BOBUO
intero : L a qual cosa [che la teoria della lotta di classe non sia
da consid erarsi pi v a lid a ] non deve impedire di am m irare pur
sem pre il vecchio pensatore rivoluzionario (per molti rispetti assai
pi moderno del M azzini, che gli si suole presso d noi con trap
porre) : il socialista, che intese come anche ci che si ch iam a rivo
luzione, per diventare cosa politica ed effettuale, debba fondarsi
sulla storia, arm andosi di forza o potenza (mentale, culturale, etica,
economica), e non g i confidare nei sermoni moralistici e nelle
ideologie e ciarle illum inistiche. E , oltre l am m irazione, gli serbe
remo, noi che allora erava m o g io v a n i, noi da lui am m aestrati,
altres la nostra gratitudin e per aver conferito a renderci insen
sibili alle alcinesche seduzioni (A lcin a, la decrepita m a g a sdentata
che m entiva le sem bianze di florida giovane) della D e a G iustizia
e della D ea U m a n it 2.
Il secondo autore era stato G io rg io So rel : V e d i s criveva
ad un amico io mi sono un tempo a p p assio n a to del socialism o
alla M a r x e poi del so cialism o sindacalista alla S o rel : ho sperato
d a l l uno e d a l l altro una rigenerazione della presente vita so
ciale 3. S u i rapporti c h egli ebbe col S o rel siam o ben informati
attraverso le lettere pubblicate su lla C ritica dal 1927 al 1930,
e sulle ragio ni della sua sim p a tia intellettuale per il teorico della
violenza ci d una notizia precisa la lu n g a recensione, che in
sieme un giu d izio co m p le ssivo s u l l opera soreliana e un incisivo
ritratto di quello straordin ario p e rs o n a g g io , pu b blicata nella C r i
tica del 1907, ove il S o rel a p p are come odiatore dei moralisti,
dei giacobini, dei retori, afferm ato re di una morale austera, seria,
sp o g lia di enfasi e di chiacchiere, di una morale combattente, atta
a serbare v ive le forze che m uovono la storia e le im pediscono di
stagnare e corrom persi *. Q u an do, qualche anno pi tardi, Croce
decret in una finta intervista s u lla V o ce che il socialism o, a n
che nella sua ultima incarnazione sindacalistica era morto 5, non fu
certo, come volle far credere in un tentativo di postum a riabilita
zione dopo tanti anni 6, per a ver abbracciato la fede liberale. C h e
2. M aterialism o storico ed econom ia m arxistica. V edz., 1927, pp. X 1 I-X IV .
3. Cultura tedesca e politica italiana (1914), in P a g in e sulla gu erra, I I edz.,
1928, p. 22.
4. C onversazioni critiche, I V ediz., 1950, I, p. 309.
5. L a m orte del socialism o ( 19 11) , in Cultura e vita m orale, I I ediz., 1926,
pp. 150-159. - Per la polem ica che questo articolo suscit vedi la risposta di
Croce in P a gin e sparse, N apoli, R icciardi, 1943, I, pp. 299-301.
6. C olpi che falliscono il segno (1947), in Due anni di vita politica italiana,
B ari, L aterza, 1948, pip. 142-145, dove ribadendo con ostinazione i concetti del
l infausto articolo del 19 11 aggiunse anche che quella nuova fede a cui aveva ac
cennato in fin d articolo senza dichiarai lo era la fede nella via della libert.
264 NORBERTO BOBBIO
Nel luglio dello stesso anno, come presidente del comitato eletto
rale del a F ascio d e llordine , che raccoglieva liberali moderati e
cattolici contro il Blocco dei partiti del progresso, da lui sde
gn osam ente apostrofato col Sorel come una raccolta di appetiti
democratici in gh irla n d a ta di frasi banali , a v e v a preso parte alla
c a m p a g n a per le elezioni am m inistrative di N a p o li, e dopo che il
Blocco ebbe vinto scrisse che il popolino napoletano non era
cambiato in nulla dal tempo dei B orbo ni perch, partito France-
schiello, si era formato altri idoli nei de m a g o g h i della sinistra
D urante gli anni della gu e rra esib un terzo autore, pi dei
due precedenti consono ai suoi ideali di conservatore, il T reitsch k e,
la cui opera principale fece pu b blicare al La te rza nel 9 1 8 racco
mandandone la lettura e lo studio tanta sapienza vi raccolta ed
esposta in form a sem plice e sostanziosa 10 ; e g i sin d a l l inizio
della g u e rra lo difendeva, come storico e come teorico della poli
tica, contro gli attacchi e gli insulti degli scrittori democratici " , e
da lui soprattutto traeva argo m ento per rafforzare il concetto dello
stato-potenza, che non era un segreto di fab b rica per la prosperit
della G e rm a n ia, ma un un iversale principio direttivo, utile del
pari a tutti gli stati, e che a tutti gli stati c o n sig lia la 'potenza' e
non 1 im p o te n z a '; il tendere tutte le proprie forze per costringere
gli altri alla stessa en e rgia di vita in v a n ta g g io d e l l umanit, che
solo col lavoro e con gli sforzi si s a lv a dalla morte e dalla pu
tredine
Questi tre autori gli o ffro no continuam ente occasione di risa
lire a colui che possiam o ben dire il suo quarto autore, ma che
avrem m o dovuto per l im portanza storica nominare per il primo,
Niccol M a c h iave lli, al quale ripetutamente attribu il merito di
aver scoperto l autonom ia della politica, e di appartenere per ci
stesso alla storia del pensiero a m a g g io r diritto che tanti frigid i
filosofi scolastici, e di cui si era occupato in una nota, che g i con
teneva il succo della sua interpretazione, in uno dei suoi g io va n ili
s a g g i marxistici 13, e che non cess in seguito di citare ogni q u a l
volta gli accadeva di sca g lia re fulm ini contro i pacifisti, i moralisti,
18. Rispetto alle origini del liberalism o Croce distinse il calvinismo, di cui
riconobbe il contributo positivo, dal giusnaturalism o che restrinse con una inter
pretazione storica discutibile alle teorie egualitarie del secolo X V I I I . Si veda
E tica e poltica, f i ediz., 1945, P- 29 9 - E Per ^ contributo dato dal calvinismo
al liberalismo V ile di avventure di fe d e c di passione, 1936, p. 2 1 1.
BENEDETTO CROCE E IL LIBERALISMO 269
20. Op. cit., p. 299. Cos pure nella Storia d 'E u ro p a del sec. X I X , a propo
sito del Constant condannava Terrore di astrattezza che si rinnova sempre che
si cerca di definire lidea della libert per mezzo di distinzioni giuridiche (p. 13).
2 1. Si veda ad esempio questo p a sso : L am ore allo stato collaborazione
con lo state, inserire nello stato e versare nella vita politica il meglio di noi
stessi... ; e questa partecipazione quel che, cor.- altra parola, si chiama la libert.
L a quale r.on dunque l'opposizione allo stato, l offesa alla sua maest, ma
la vita medesima dello s N concepibile libert nello stato che non sa
libert noiitica o, come si detto, c^L bor azione alla sua vita (V ecchie e nuove
questioni intorno all idea dello stato, in O rientam enti. Milano. Gilardi e N oto.
1934, PP- 15. 16)-
BENEDETTO CROCE E IL LIBERALISMO 271
cando la cautela che egli a veva sem pre raccomandato di non trarre
troppo affrettate conseguenze pratiche da concetti filosofici, mise
al principio di quel moto il romanticism o speculativo che avrebbe
posto le premesse teoretiche del lib eralism o 25 e contrappose al
binomio giu snaturalism o-dem ocratism o, di cui abb iam o visto la
frag ilit, l altro binomio romanticism o-liberalismo che ci pare non
meno carico di fraintendim enti o per lo meno di forzature, dal mo
mento che non ci si pu trattenere dal constatare che i due m a g
giori rappresentanti del romanticismo filosofico, H e g e l e Comte,
ci lasciarono come loro testamento politico due libri, i L in e a m e n ti
di filosofia del diritto del 18 2 1 e il S y s i m e de p o litiq u e p o sitive
degli anni 18 51-54 , che non si potrebbero im m aginare pi antite
tici allo spirito del lib eralism o e pi estranei alla tradizione del
pensiero liberale, anche a non voler a g g iu n g e re la pi o vvia con
statazione che n e llet del romanticismo presero forza gli ideali
politici del nazionalism o e del socialismo che confluirono talora
nella corrente liberale ma pi spesso la osteggiarono o la ostaco
larono (come lo stesso Croce pi volte avvert).
L a s c ia m o al D e R u g g i e r o , il quale pur scrisse u n opera im
portante sul lib eralism o e che in altri tempi ci stata cara, la re
spo nsab ilit di aver afferm ato che il liberalismo tedesco offre,
contro le apparenze, un particolare interesse storico, non soltanto
per la g ra n d e elevatezza storica delle sue espressioni dottrinali, ma
anche per la sin go larit del suo svilu ppo 26 (e ci in un libro in
cui i due p e rs o n a g g i pi importanti di cui si parla nel capitolo
dedicato al lib eralism o tedesco sono H e ge l e Treit.schke !), e ancora
di aver posto al centro della sua storia d e ll idea liberale il pensiero
di H e ge l colui che avrebbe avuto il gran de merito di aver tratto
d a l l identificazione kantiana della libert con lo spirito l idea di uno
s v ilu p p o o rga n ic o della libert come sintesi tra l astratto razio
nalism o dei rivoluzionari e l astratto storicismo dei reazionari, co
me com pendio e anticipazione del moderno costituzionalismo te
d esco; Croce, pi avved uto e pi equilibrato, non si lasci fuor
viare dalla sua am m irazione per H egel sino a farne il filosofo per
eccellenza del liberalism o, anzi, come abbiam o visto, non si stanc
di criticarne la concezione d e lleticit dello stato, e se ammir la
tradizione politica tedesca per la elaborazione del concetto di stato-
forza, non l am m ir altrettanto per il contributo dato a l l idea e alla
27. una tesi costante dei libri sto rio grafici scritti durante la resistenza con
tro il fascism o. E g i nel saggio Contrasti d ideali parla dell'unit della G er
mania che si era fatta prescindendo dalle forze e dall'educazione liberale (Etica
e politica, p. 314).
28. E tica e poltica, p. 267.
29. Conversazioni critiche, I I ediz., 19 5 1, I V , p. 320.
30. Prin cip io , ideale, te o ria : a proposito della teoria filosofica della libert ,
in i l carattere della filosofia m odern a, 194 1, pp. 114 - 115 .
276 NORBERTO BOBBIO
allo stesso diritto degli atti degli uomini di g overn o liberali 30. Il
che tanto conforme al concetto del Croce che egli fu costretto a
riconoscere che anche i momenti di oppressione ap p arten go n o bene
o male alla storia del prom ovim ento della libert, e vi app arten
gono per due ragioni : prim o, perch i dittatori non possono fare
a meno, se pur nolenti, di compiere opere di lib ert ; secondo,
perch non vi ferocia di oppression e che possa elim inare g li o p
positori i quali, bench nascosti o taciti, m itigan o la durezza del
presente e po ngo no germ i per l a vven ire 40. S e n z a dubbio, nella
storia si vedono altres regim i teocratici e regim i autoritari, regimi
di violenza e reazioni e Controriforme e dittature e tira n n ie ; ma
quel che solo e sem pre risorge e si sv o lg e e cresce la libert, la
quale, ora in quelle varie forme si f o g g ia i suoi mezzi, ora le piega
a suoi strumenti, ora delle apparenti sue sconfitte si vale a stimolo
della su a stessa vita C i sign ifica che alla storia della libert
sono necessari anche i regimi di non libert, o in altre parole che
questi regimi, non liberali dal punto di vista del loro ordinamento
sono liberali per i fini che ra g g iu n g o n o , ovvero, pur essendo non
liberali nel senso illuministico della libert come non impedimento,
sono liberali nel senso romantico di libert come creativit. L a
filosofia, com menta Croce, vede un N apoleone, distruttore an-
c h esso di una libert tale solo d a p paren za e di nome alla quale
egli tolse apparenza e nome, a g g u a g lia to r e di popoli sotto il' suo
dominio, lasciar dopo di s questi stessi popoli avidi di libert e
resi pi esperti di quel che veram ente fosse ed alacri a im piantarne,
come poco dopo fecero, in tutta E u r o p a , gli istituti 42. C i vede
la filosofia, ma la filosofia, a ppun to, romantica della lib ert ; ma
ci che vede la filosofia, una certa filosofia, non detto che sia
visto allo stesso modo da una certa teoria politica, per esempio
dalla teoria dello stato liberale. C on tin u a n d o l esempio de! Croce,
N apo len e appartiene alla storia della libert. M a appartien e anche
a quella degli stati liberali ? A ltro dunque giustificare Napoleone
sub sp ecie di storia u niversale, altro elaborare una teoria del libe
ralismo che possa essere opposta ai regim i autoritari, tra i quali,
appunto, vi anche quello di N apo leo ne.
39. P er una critica in questa direzione al concetto di storia come storia della
libert, vedi A . G r a m s c i , II m aterialism o storico e la filosofia di B . C ro ce, pp. 195
e se g g .
40. P rin c ip io , ideale, teoria, p. io.
4 1. Antistoricism o, in U ltim i S a g g i, TI ediz., 1948, n. 255. Si veda quel che
pc ire armo chiamare l inno a ila libert della Sto ria com e pensiero e com e azione,
B a ri, L aterza, 1938, pp. 47-50.
42. L a storia com e pensiero e com e azione, pp. 48-49.
280 NOllBEKTO BOBBIO
47. Q uesta definizione della m oralit come elevam ento della vita che coin
cide col dispiegam ento della libert si ritro va in uno degli ultimi scritti In
torno alta categoria della vitalit, in In d agin i su H e g e l e altri schiarim enti filo
sofici, 1952, p. 134.
48. S to ria d E u rop a , p. 18.
282 NOltBERTO BOBBIO
del liberalism o che avrebbe avuto una patria pratica e una patria
teorica, non pi un problema n tanto meno un en igm a quando
egli osservi che esso prim amente si svilu ppato e ancor o g g i fio
risce dove pi forte stata la tradizione empiristica, mentre nelle
patrie che hanno nutrito i geni speculativi ha avuto di solito vita
g ra m a e di breve durata.
Il Croce ha staccato il liberalismo come valore assoluto dalle
istituzioni em piriche, mettendo l accento sul fine e non sui mezzi.
N el momento in cui il valo re era oscurato o tradito, questo suo
appello alla d ig n it del fine fu suscitatore di energie morali come
allora si richiedeva. O g g i che sul primato di quel fine nessuno di
scute o osa discu tere, anche coloro che forse lo rinnegherebbero se
disponessero di mezzi per attuarlo, conviene metter l'accento sui
mezzi. E infatti, se il valore della libert rispettato e anche i suoi
antichi e nuovi a vversari chinano la fronte al suo cospetto, il me
todo liberale, come cosa di minor momento che si nutre di minuta
em piria e non di gro sse speculazioni, rischia continuamente di
esser messo da parte o momentaneamente sospeso e riservato a
tempi m igliori. O g g i la coscienza liberale non pu prescindere
dalla so rveg lian z a sui mezzi che lu ng o la faticosa creazione dello
stato moderno sono stati f o g g ia ti e messi alla prova. E chi a questa
coscienza si ispira deve sforzarsi di persuadere i troppo impazienti
o i troppo rassegnati che il tener fermi i mezzi non meno impor
tante dei tener fermo il fine, e che l dove i mezzi sono negletti
anche il fine vien meno, e ad incitare coloro che si preoccupano
delle sorti della democrazia in Italia a non indugiare troppo a lun
g o su lla concezione speculativa della libert, che costretta a con
siderare momenti di libert anche i dispotism i, ma a perseverare
nella in d agin e e nella pratica dei problemi concreti di una libera
conviven za, dalle quali soltanto lecito sperare che il dispotismo
di ieri non generi per contraccolpo il dispotism o di dom ani.
N o rberto B o b b io