Você está na página 1de 8

come agisce il sale antighiaccio?

chimicare.org/curiosita/la-chimica-nella-vita-domestica/come-agisce-il-sale-antighiaccio/

chimiSpiega

Limpiego del sale sparso sulle strade in inverno in qualit di antineve ed antighiaccio una prassi consolidata
ed efficace, dietro alla quale si celano per azioni specifiche fra loro diversificate, giustificate ciascuna da
fenomeni fisici distinti, alcuni pi semplici da descrivere, altri che richiederebbero una trattazione scientifica pi
rigorosa.

In particolare possibile fare una distinzione fra due azioni ben distinte:
1) leffetto anticongelante preventivo del sale;
2) lazione di promozione dello scioglimento del ghiaccio gi formato, o anche della neve (depositata o di
successivo deposito) che in fondo non altro che ghiaccio finemente cristallizzato.

Nella realt concreta della gestione della sicurezza sulle


strade, spesso distinguere fra le due azioni risulterebbe uno
sterile esercizio formale, dal momento che spargendo il noto
cloruro di sodio in cristalli grossolani, frammisto come
solitamente accade di materiali inerti anchessi grossolani
quali sabbia e ghiaia, gli effetti sono entrambe assicurati.

Comprendere la differenza fra le due azioni risulta invece


particolarmente importante per affrontare esigenze di
ottimizzazione dellefficacia ed eventualmente
delleconomizzazione di questa pratica, individuando
eventuali azioni di miglioramento e confrontando con visione
critica lapproccio alla stessa problematica adottato in diversi Paesi del mondo e, nello stesso Paese, in
situazioni diverse (es. aeroporti, autostrade, temperature moderatamente o estremamente basse, ecc).

Lazione di cui al punto 1), ovvero quella di prevenire il congelamento dellacqua, gi presente sul manto
stradale o che potrebbe depositarsi sotto forma di pioggia o condensa, probabilmente lazione pi
immediatamente comprensibile ed intuitiva del sale antighiaccio.
Come noto a molti, in questo caso il sale agisce abbassando la temperatura di congelamento dellacqua.
Lumidit che bagna lasfalto in questo modo anzich solidificare trasformandosi in ghiaccio si manterr allo
stato liquido anche diversi gradi al di sotto dello zero a meno che la temperatura scenda al di sotto di una
temperatura tale che neppure lazione del sale sar pi efficace. Tuttavia qualsiasi sostanza solida solubile in
acqua e sparsa sulle strade potrebbe poco o tanto esercitare unazione di questo genere.
Il fatto che solitamente utilizziamo il cloruro di sodio, fra laltro in una forma decisamente grezza, ovvero ricca di
sabbia e di altre impurezze, ovviamente ben lontano dal grado alimentare di purezza, dovuto in primo luogo al
suo basso costo, in secondo luogo dalla sua non pericolosit, e in ultima analisi come vedremo al fatto che
anche se non in effetti la migliore in assoluto, le sue performance risultano collocarsi fra le migliori raggiungibili
fra i prodotti chimici disponibili su larga scala.

Labbassamento della temperatura di congelamento (meglio detta di solidificazione) di un liquido in un solido per
aggiunta di una sostanza chimica sciolta allinterno del liquido prende il nome di abbassamento crioscopico.
Crioscopia pu essere tradotto volgarmente come la visione del ghiaccio. Essa appartiene alle cosiddette
propriet colligative delle soluzioni, insieme ad altre note propriet quali linnalzamento ebullioscopico e la
pressione osmotica.
La peculiarit che contraddistingue tutte le propriet colligative delle soluzioni che esse non sono influenzate
dalla tipologia di sostanza chimica, ovvero dalla specie chimica, che viene sciolta ma unicamente dalla sua
concentrazione e dal tipo di liquido interessato, salvo restando ovviamente le stesse condizioni ambientali.

In formula di pu riassumere il tutto scrivendo:


1/8
ovvero:

abbassamento del punto crioscopico = costante crioscopica x concentrazione molale del soluto

In pratica:
labbassamento crioscopico di quanti gradi si abbasser il punto di congelamento del liquido (in questo caso
acqua) rispetto agli 0C; un abbassamento di 4 significher che lacqua in questione congeler a -4C;
la costante crioscopica Kc specifica del liquido, quindi se parliamo di congelamento dellacqua rimane
sempre la stessa, indipendentemente dal tipo di sale o di altra sostanza chimica che possiamo decidere di
sciogliere in essa;
la concentrazione detta molale (m) del soluto proporzionale alla quantit di sale o di sostanza chimica
solubile in generale, rispetto alla quantit di liquido presente.

Per chi fosse interessato ad approfondire le modalit di calcolo dellabbassamento crioscopico, ad esempio per
trovare quanto sale necessario aggiungere ad una certa quantit di acqua per abbassarne di un determinato
numero di gradi la temperatura di congelamento, ma non solo, ho preparato al fondo di questo intervento una
sezione di approfondimento stechiometrica dellabbassamento crioscopico.

Volendo prendere in esame le quantit richieste, a titolo di esempio, emerge che per abbassare a -5C la
temperatura di congelamento dellacqua bisognerebbe sciogliere in essa 157 g di sodio cloruro. Una quantit
che a prima vista potrebbe sembrare davvero un po eccessiva. Daltra parte si pensi che un litro di acqua,
distribuito uniformemente su di una superficie piana sotto forma di uno strato dellaltezza di 1 millimetro, occupa
esattamente un metro quadrato. Quindi una dose di 157 g di sodio cloruro per metro quadrato di strada.
Se si tiene conto che il sale per uso neve comunemente utilizzato non sodio cloruro puro ma in esso
contenuta anche una grande quantit di altre impurezze inerti, ad iniziare dalla sabbia, da dose di questo sale
per rispettare le risultanze dei calcoli stechiometrici dovrebbe essere ancora maggiore.

Nel caso dellacqua marina ed oceanica, la cui salinit


varia in relazione alle zone del pianeta, con una media
globale del 3,5% di sali disciolti, il punto di congelamento
(o di fusione) viene a localizzarsi intorno a -1,9C. Quella
che congela tuttavia non acqua salata, nel senso che il
ghiaccio che si forma anche a partire da acqua salina
comunque ghiaccio virtualmente puro, mentre i sali
vengono esclusi dal reticolo cristallino e restando cos in
soluzione, ulteriormente concentrati, nella poca acqua che
rimane ancora intorno al ghiaccio in formazione. E per
questo che si dice che la salinit degli oceani tender a
diminuire in relazione allo scioglimento dei ghiacci, e
viceversa nelle glaciazioni essa stata osservata pi
elevata.

Facendo i dovuti calcoli, emerge che vi un limite di


temperatura al di sotto del quale il sodio cloruro non
potrebbe ridurre ulteriormente il punto di congelamento
la temperatura media di congelamento (o di fusione) dell'acqua
per abbassamento crioscopico: questo limite deriva dalla del mare -1,9C
solubilit stessa del sodio cloruro in acqua, che non
infinita ma limitata a 36.0 g/100g di soluzione a 20C, che
si riduce di poco, a 35.7C g/100g, agli 0C ai quali si opera pi realisticamente in occasione del suo impiego
invernale.
Utilizzando le equazioni riportate in appendice, risulta che labbassamento crioscopico massimo, a fronte di
questo limite di solubilit a 0C di 22,73C (quindi una temperatura di congelamento della soluzione di sodio
cloruro al limite di saturazione di -22,73C).

2/8
Di fatto per il cloruro di sodio utilizzato in modalit preventiva, ovvero per prevenire il congelamento dellacqua
sul manto stradale tramite abbassamento crioscopico del punto di congelamento, non risulta essere
particolarmente adatto per temperature che scendano al di sotto dei -7C, anche perch le dosi da utilizzare in
questo caso sarebbero veramente ingenti.

Oltre ai problemi di natura ambientale derivanti dal dilavamento del sale nei terreni agricoli e nel verde urbano, e
a quelli legati allazione lievemente corrosiva che le soluzioni saline concentrate come la salamoia possono
esercitare su alcuni materiali, ad esempio quelli metallici, ci si pu infatti trovare di fronte ad un problema fisico
oggettivo: la solubilit del cloruro di sodio in acqua infatti non infinita, tuttaltro. A temperatura ambiente
In questi casi possono essere utilizzati degli altri sali, in primo luogo il cloruro di calcio, che per ha lo
svantaggio di costare almeno 5 volte il sodio cloruro, da solo o mescolato con il comune sale anti-ghiaccio. Uno
dei principali vantaggi del calcio cloruro nella forma cristallina pi comunemente utilizzata per le applicazioni
antigelo che esso si scioglie nellacqua sviluppando un intenso calore, che si traduce inevitabilmente in un
innalzamento della temperatura della soluzione salina che bagna il manto stradale, posticipando ulteriormente il
suo congelamento. Oltre di ci esso risulta oggettivamente pi solubile in acqua del sodio cloruro: 74,5 g/100 g
di soluzione a 20C e 59,5 g/100 g a 0C.

La lista delle sostanze chimiche solubili, non necessariamente sali, che possono essere utilizzate in queste
applicazioni potenzialmente lunghissima ed include, a titolo di esempio, oltre ai gi considerati sodio cloruro e
calcio cloruro:
potassio cloruro, magnesio cloruro, ammonio solfato, ammonio nitrato, fino ad arrivare a sali organici come il
calcio e magnesio acetato ed il potassio acetato, e molecole organiche di tipo non salino come lurea ed il glicole
propilenico (queste ultime utilizzate di solito principalmente per le piste degli aeroporti).

Lutilizzo di prodotti anticongelanti da sciogliere in acqua, diversi dal tradizionale cloruro di sodio, pu essere
motivata da due distinte ragioni.
La prima ragione legata alla compatibilit di queste sostanze con i materiali che
devono venirne, e spesso rimanerne, a contatto anche in modo continuativo: noto
che in ambito industriale, nonch nei motori delle nostre automobili, lantigelo
introdotto in miscela nel sistema di raffreddamento ad acqua non attualmente un
sale, bens molecole organiche altamente solubili, o meglio ancora esse stesse
liquide, solubili in qualsiasi rapporto con lacqua, non corrosive ed incapaci di
formare le incrostazioni, anche nel caso peggiore della totale evaporazione
dellacqua, alle quali si potrebbe andare incontro con limpiego non soltanto del
cloruro di sodio ma di quasi tutti i prodotti di natura solida, specie se di natura
inorganica. Anche nel caso dello spargimento su strade o piste di decollo ed
atterraggio degli aeroporti, il problema delle incrostazioni pu essere significativo,
non tanto per quanto riguarda il manto stradale, quanto gli ugelli stessi
dellerogatore che avrebbe la funzione di spargere sulla superficie il prodotto liquido
finemente suddiviso.
La seconda ragione dellutilizzo di questi prodotti pi esotici risiede in quella m
riportata nella formuletta per il calcolo dellabbassamento crioscopico. Quella m
abbiamo detto che indica in qualche modo la concentrazione del soluto, ma non si
tratta di una concentrazione percentuale o in grammi per litro come siamo abituati
ad immaginare, bens di una concentrazione definita molale.

La concentrazione molale il numero di moli che sciolto per ogni chilogrammo di solvente.
Ed una mole a sua volta equivale al peso in grammi del prodotto, diviso per il suo peso molecolare (o meglio: il
peso formula, trattandosi spesso di un sale): quello che si ottiene tavola periodica degli elementi alla mano,
sommando il peso atomico di tutti gli atomi che entrano a far parte della formula della molecola o del sale,
moltiplicati per il loro coefficiente stechiometrico, ovvero per il numero che compare in pedice a destra di ogni
simbolo atomico.
Per il cloruro di sodio, come del resto per quasi tutti i sali, entra per in gioco un ulteriore fattore di
complicazione, che esposto nel dettaglio dellappendice al termine di questo intervento: questa complicazione

3/8
deriva dal fatto che ogni molecola di sale, una volta introdotta in acqua si scinde in pi parti, ovvero in pi ioni
di carica opposta, incrementando in modo anche notevole (del doppio, del triplo o anche pi) la concentrazione
effettiva di specie chimiche in soluzione. Nel caso specifico del cloruro di sodio, questo risulta completamente
dissociato in soluzione acquosa, ed ogni unit di sale introdotto ne origina semplicemente due complessive di
ioni (Na+ e Cl-).

Ho fatto questa brevissima digressione per un motivo ben preciso: nella formula per calcolare labbassamento
del punto di congelamento di un liquido, entra in gioco il peso formula del soluto, ovvero quanto grande o
pesante la sua molecola, o quanto sono pesanti gli atomi che la compongono. Ed entra in gioco in modo
inversamente proporzionale, nel senso che pi le molecole saranno piccole e leggere in termini di peso
molecolare o peso formula, pi il fattore m di molalit sar elevato e quindi labbassamento crioscopico sar
marcato, a parit di grammi di soluto utilizzati. Infatti m = peso il grammi / peso formula.

Ma non solo. I soluti ionizzabili, i cosiddetti elettroliti forti, risultano essere decisamente pi attivi, almeno il
doppio, rispetto a quelli completamente indissociati in soluzione acquosa come ad esempio le molecole
organiche covalenti come i glicoli o lurea: questa ragione, oltre ovviamente alleconomicit ed alla relativa
innocuit di diversi dei suoi rappresentanti, favoriscono fortemente lutilizzo di sali per abbassare la temperatura
di congelamento dellacqua sulle strade in inverno. Fra i vari sali, sarebbero in linea teorica favoriti quelli che
dissociandosi originano un numero maggiore di ioni (il sodio cloruro NaCl genera 2 ioni: Na+ e Cl- ma il calcio
cloruro, CaCl2 genera 3 ioni: Ca2+ e ben due Cl-), ma in pratica lo stesso fattore pu anche ripercuotersi
negativamente sul peso molecolare (peso-formula) della sostanza, incrementandolo, facendo s in pratica che
ogni chilogrammo di prodotto equivalga ad un numero inferiore di moli.
Lideale sarebbe un sale a basso peso molecolare ma capace di scindersi completamente in cationi e anioni in
soluzione, dando origine per ogni unit-formula introdotto ad un numero il pi possibile elevato di ioni se non
fosse per ovvi problemi di costo e di tossicit si potrebbe pensare al fluoruro di alluminio AlF3!

Questa fra le ragioni per le quali non avrebbe molto senso utilizzare come anticongelanti delle sostanze
chimiche solubili in acqua ma a peso molecolare pi alto del sale comune, ad esempio il comune zucchero
(saccarosio), che con il suo peso molecolare di 342,296 uma conterrebbe nello stesso peso di prodotto secco
solo un sesto allincirca delle molecole che potrebbero essere contenute se la sostanza fosse stata cloruro di
sodio, quindi solo 1/6 allincirca della molalit di questultimo, a parit di kg utilizzati.
Le sostanze chimiche utilizzata per provocare labbassamento del punto di congelamento dellacqua, tanto negli
impieghi stradali quanto in quelli nei circuiti di raffreddamento chiusi, come ad esempio quello del motore delle
automobili e quelli industriali, sono di conseguenza molecole che potrebbero essere descritte dagli aggettivi
piccole e leggere: lo stesso cloruro di sodio, che pesa soli 58,443 uma (unit di massa atomica), il glicole
etilenico (62,068 uma), oggi largamente sostituito dal glicole propilenico, decisamente meno tossico del primo,
(76,094 uma), lurea (60,055 uma) e cos via.

Qualcuno potrebbe a questo punto domandarsi la ragione per la quale al posto di salamoie, ovvero di soluzioni
acquose, quindi liquide, di sodio cloruro, applicate con spruzzatori sul manto stradale si provveda nella
stragrande maggioranza dei casi allo spargimento di un prodotto allo stato solido, granulare, che sembrerebbe a
livello intuitivo non agire direttamente nella sua funzione antigelo, richiedendo una sua preliminare
solubilizzazione nellacqua circostante.

4/8
Per rispondere a questo questito in realt bisognerebbe
considerare almeno due fattori favorevoli alluso di questo
comune sale antighiaccio: il primo che la presenza di
materiali grossolani ed insolubili come sabbia o ghiaia fine
aiuta di per s ad incrementare laderenza degli pneumatici
al fondo stradale, reso meno liscio dalla loro presenza; in
secondo luogo, almeno quando il sale sparso allo stato
solido, di cristalli grossolani come da noi (e non sotto forma
gi di soluzione liquida concentrata come in altri Paesi del
mondo), almeno localmente nei pochi centimetri quadrati
intorno al punto dove cade, il sale viene a trovarsi allo stato
solido, non immediatamente solubile nella pochissima acqua
eventualmente ancora disponibile allo stato liquido.
Questo sale che viene a contatto come solido cristallino direttamente con il ghiaccio ed eventualmente con un
poco di acqua liquida, ci trasporta per nel mondo del punto 2) citato in premessa, ovvero dellaltra tipologia di
azione attribuibile al sale antighiaccio sparso sulle strade.
Questa azione riguardava la promozione dello scioglimento del ghiaccio gi formato, o anche della neve
(depositata o di successivo deposito) che in fondo non altro che ghiaccio finemente cristallizzato. In questa
situazione in seguito allo spargimento di sale viene a crearsi una situazione nella quale sono a contatto 3
materiali (detti pi correttamente fasi) diverse: ghiaccio, sale allo stato solido ed una piccola acqua allo stato
liquido.
Dopo pochissimo tempo una porzione (non tutto) il sale cristallino si sar sciolto nella pochissima acqua liquida
disponibile, venendo cos a formare un sistema trifasico formato da: ghiaccio (ovvero acqua allo stato solido),
sodio cloruro allo stato solido e soluzione acquosa satura di sodio cloruro. Descrivere esattamente e senza
imperdonabili leggerezze cosa capita a questo punto probabilmente impresa che supera le finalit di questo
articolo.

Possiamo dire semplicemente che ricadiamo in una circostanza nota in chimico-fisica come eutettico. In una
miscela eutettica, composta in questo caso da solidi (sale e
ghiaccio) e liquidi (acqua satura di sale) la temperatura di
solidificazione complessiva minore di quella che avrebbe
ciascun componente preso separatamente; pi
specificamente esiste un rapporto fra i pesi dei diversi
componenti (detto rapporto eutettico) nei quali questa
temperatura minima, ed pertanto chiamata temperatura
eutettica. Nel caso della miscela in questione la
temperatura eutettica addirittura di -21.3C, a fronte di un
rapporto eutettico che prevede per (in peso) ben il 23% di
sodio cloruro contro il 77% di acqua, in parte ghiacciata ed
in parte liquida.
In condizioni di equilibrio e ad una data pressione
ambientale, i tre componenti dei quali abbiamo parlato (sodio cloruro solido, acqua solida cio ghiaccio ed acqua
liquida) possono coesistere solo nei rapporti di peso ed alla temperatura eutettici.

Laffermazione, che detta cos potrebbe sembrare forse un po misteriosa, porta effettivamente a due
conseguenze paradossalmente diverse, entrambe per certi versi sorprendenti:

A) Se aggiungiamo una quantit sufficiente di sale (finch esso cessa di sciogliersi per soprassaturazione) ad
una miscela di acqua e ghiaccio, la temperatura del sistema si abbasser gradualmente da 0C del solo ghiaccio
a -21,3C, corrispondenti alla temperatura delleutettico. Questo sistema pu essere anche utilizzato in
ambiente domestico quando non si disponesse di un congelatore potente ma solo di cubetti di ghiaccio e di sale,
per provocare un veloce ed intenso raffreddamento, ad esempio di unimportante bottiglia di spumante che si
vorrebbe rinfrescare davvero in pochi minuti!

5/8
B) Se il sale allo stato solido aggiunto in eccesso al ghiaccio anche a pochi gradi sotto lo zero,
eventualmente in presenza di una quantit anche estremamente piccola di acqua che ne consenta la
formazione di una soluzione satura, ecco che gradualmente il ghiaccio tender a fondersi ed il cloruro di sodio a
sciogliersi nellacqua liquida via via formata. La temperatura complessivamente tender ad abbassarsi
ulteriormente fino al teorico di -21,3C, ma si assister alla disgregazione e quindi alla fusione di buona parte
del ghiaccio, con la conseguenza di una auspicata liberazione del manto stradale dai tanto pericolosi lastroni.

STECHIOMETRIA DELLABBASSAMENTO CRIOSCOPICO

Vediamo ora come sia possibile effettuare dei semplici calcoli relativi allabbassamento crioscopico di un liquido
in relazione alla concentrazione di un soluto disciolto.

Riprendiamo la formula esposta precedentemente:


ovvero:

abbassamento del punto crioscopico = costante crioscopica


x concentrazione molale del soluto

Lunica nota da rimarcare per il non-chimico che quando parliamo di concentrazioni in questo caso non stiamo
parlando di percentuali o di grammi per litro, quindi nulla che si possa pesare direttamente con una bilancia,
bens di concentrazioni molali, ovvero di molalit della soluzione. Per chilogrammo e non per volume! Se ci
fossimo riferiti al volume della soluzione avremo parlato di molaRit (con la r), mentre con la molaLit abbiamo
a che fare con il peso del solvente. La concentrazione molale il numero di moli che sciolto per ogni
chilogrammo di solvente. Se il liquido in questione, che funge da solvente, acqua, parlare di peso o di volume
praticamente lo stesso dal momento che un litro di acqua a temperatura ambiente pesa esattamente un chilo.
Ma dato che le propriet colligative, compreso quindi labbassamento crioscopico, riguardano potenzialmente
tutti i liquidi che possono fungere da solventi, ad esempio anche lalcol etilico, gli oli, i solventi, i carburanti come
il gasolio, ecc, ed avendo questi un peso per litro (detto anche densit) diverso da 1, diventa importante
comprendere quale riferimento si debba considerare per effettuare la valutazione: il peso.

Nel caso di soluti ionici, come quelli di natura salina o comunque in parte o totalmente dissociati in soluzione,
ogni mole di sostanza introdotta, dissociandosi totalmente o in parte in anioni e cationi di carica opposta,
determina un numero di moli complessive in soluzione di fatto superiore rispetto a quello che sarebbe
giustificabile dalla semplice introduzione di una sostanza solubile ma indissociabile, come ad esempio il glicole
propilenico o altre molecole organiche covalenti. Nel caso del cloruro di sodio, che essendo un elettrolita forte
risulta completamente dissociato in acqua, ogni mole di sale introdotto origina lequivalente di una mole di ione
sodio pi una mole di ione cloruro in soluzione e quindi il valore di m che dovrebbe essere considerato nella
formula soprastante per calcolare labbasamento crioscopico devessere moltiplicato per due.

Pi in generale, possiamo calcolare il valore della molalit effettiva (m) moltiplicando il numero di moli di
sostanza introdotta (m0) m con il cosiddetto coefficiente di VantHoff:

m = m0 x [1+ a(v-1)]

dove a il grado di dissociazione della molecola inizialmente introdotta (=1 se completamente dissociata,
come il cloruro di sodio ed il cloruro di calcio, =0 per i soluti indissociati come il glicole propilenico, intermedio ad
esempio per gli acidi carbossilici e gli altri elettroliti deboli).

v invece il numero di ioni derivati dalla dissociazione di una singola molecola (o nel caso di una sostanza
ionica da ununit-formula) di elettrolita introdotta (es. v=2 per NaCl, v=3 per CaCl2, v=5 per Al2(SO4)3, ecc).

La costante crioscopica molale invece dipende esclusivamente dal liquido che stiamo esaminando e si esprime
in C*kg/mol. La costante crioscopica molale dellacqua 1,86.

Proviamo a considerare un esempio.


Se abbiamo a disposizione 4 litri di acqua e 70 g di sodio cloruro (sale comune), vediamo a che temperatura
potr congelare la soluzione ottenuta.
6/8
Innanzitutto dobbiamo calcolare la concentrazione molale del sale nella soluzione, detta anche molalit (m).
Dato che lacqua ha densit pari ad 1, 4 litri equivalgono a 4 kg, ovvero 4000 g. A dire il vero non saranno 4000 g
esatti perch questa solo la quota dellacqua (il solvente): ad essa dobbiamo aggiungere i 70 g di peso dovuti
al sale aggiunto (il soluto), ottenendo 4070 g di peso di acqua salata (la soluzione).
Il peso molecolare del cloruro di sodio dato dalla somma dei pesi atomici di tutti gli elementi che compongono
la specie chimica, moltiplicati per il numerino che compare in basso a destra di ciascuno di essi, il cosiddetto
coefficiente stechiometrico. Per il sodio cloruro, in formula NaCl, il fatto che non compaia esplicitamente nessun
numerino come pedice destro di ciascun simbolo atomico indica che il sale composto da un solo atomo di
sodio (Na) e da un solo atomo di cloro (Cl). Quindi sommando il peso atomico del sodio (22,98977) con il peso
atomico del cloro (35,453) otteniamo un peso molecolare (pm) di 58,443

La formula per ricavare il numero delle moli contenute in un dato peso di sostanza chimica :

n moli = peso in grammi / pm

ovvero in questo caso:


n moli = 70 / 58,443 = 1,1977 moli

La formula per ricavare la concentrazione molale (m) la seguente:

m = n moli introdotte x [1+ a x(v-1)] = 1,1977 x 2 = 2,3954

molalit = numero moli / peso solvente

ovvero nel nostro caso:


molalit = 2,3954 / 4 = 0,59885 m

utilizzando la prima delle formule riportate quindi possibile calcolare di quanto scender la temperatura di
congelamento dellacqua rispetto agli zero gradi celsius originali:

T = costante crioscopica dellacqua x molalit soluzione

T = 1,86 C/m x 0,59885 m = 1,11 C

Ovvero lacqua in questione congeler a -1,11C.

Se volessimo invece capovolgere il quesito, domandandoci per esempio quanto cloruro di sodio avremmo
dovuto aggiungere agli stessi 4 litri di acqua per abbassare a -5C la temperatura di congelamento (gi un
valido aiuto in caso di gelate non estreme), avremmo dovuto svolgere il seguente calcolo:

da questa formula:
T = costante crioscopica dellacqua x molalit soluzione

tiriamo fuori il valore della molalit richiesta, ovvero:


molalit soluzione = T / costante crioscopica dellacqua
molalit soluzione = 5 C/m / 1,86 = 2,69 m

e da:
molalit = ( numero moli x [1+ a x(v-1)] ) / peso solvente

allo stesso modo tiriamo fuori matematicamente (anche se con una piccola approssimazione) il numero di moli
richiesto:
numero moli = ( molalit x peso solvente ) / 2

n moli = (2,69 x 4)/2 = 5,38 moli

Infine per ricavare il peso di sodio cloruro espresso in grammi, a partire da:

7/8
n moli = peso in grammi / pm

otteniamo:
peso = n moli x pm = 5,38 x 58,443 = 314 g

Quindi 314 g di sodio cloruro sono necessari per abbassare da 0C a -5C il punto di congelamento di 4 litri di
acqua.

TABELLA DELLE COSTANTI CRIOSCOPICHE MOLALI (Kf in C*kg/mol) E DEI PUNTI DI FUSIONE (p.f. in
C) PER ALCUNI SOLVENTI

Acetone / Kf 2.7 / p.f. 0.0C


Acido acetico / Kf 3.9 / p.f. +16.7C
Acqua / Kf 1.86 / p.f. -95C
Anilina / Kf 5.9 / p.f. -6.2C
Benzene / Kf 5.1 / p.f. +5.5C
Carbonio disolfuro / Kf 3.8 / p.f. -108.5C
Carbonio tetracloruro / Kf 32.0 / p.f. -22.6C
Cicloesano / Kf 20.0 / p.f. +6.2C
Cloroformio / 4 Kf.8 / p.f. -63.5C
Fenolo / Kf 7.3 / p.f. +42.0C
Nitrobenzene / Kf 7.0 / punto di fusione: +5.7C
Metanolo / Kf 2.6 / p.f. -97.8C

Fonte:
J.W. Mullin (University of London) / Crystallization fourth edition / Butterworth Heinemann / Oxford, 2001 /
ISNB 0 7506 4833 3

8/8

Você também pode gostar