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Follie Anvur
Di Alessandro Dal Lago 20 maggio 2012 ore 10:45
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Riprendiamo di seguito larticolo di Alessandro Dal Lago Follie Anvur uscito su Il Manifesto il 16 Maggio
2012 con il titolo La follia della valutazione.

Leggendo lintervento di Marina Giaveri, (Il manifesto del 9 maggio 2012) sulla valutazione della ricerca
universitaria da parte dellAnvur (lAgenzia nazionale istituita dal governo Berlusconi), si potrebbe pensare che i
docenti universitari italiani saranno valutati dora in poi per quello che fanno davvero, e ci in base a strumenti
scientici, oggettivi e imparziali come la peer review e gli indici bibliometrici (che misurano limpatto di un lavoro
scientico). Finalmente saranno smascherati i fannulloni e premiati quelli che tirano la carretta delluniversit,
penser qualche ottimista.

Beh, le cose non stanno proprio cos. La realt che sta emergendo nel caso della classicazione delle riviste
scientiche e della valutazione della qualit della ricerca (VQR) quella di unAgenzia che ha avviato
unoperazione iper-burocratica nelle procedure, autoritaria nei modi, arbitraria nei metodi, sostanzialmente inutile
e soprattutto incredibilmente costosa. Si sta sprecando una montagna di denaro pubblico per un processo di
valutazione scienticamente dubbio e oggetto di contestazioni e proteste, mentre gi si parla di ricorsi al Tar.

Per cominciare, i gruppi di esperti valutatori (GEV) delle varie aree scientiche sono stati nominati direttamente
dal Consiglio direttivo dellAnvur senza alcuna selezione pubblica o trasparente. Il che evidentemente
compromette del tutto la loro legittimit e autorevolezza. Si tratta di professori universitari in alcuni casi
dallottimo curriculum e in altri meno o molto meno, come si pu vedere facilmente in base ai loro indici
bibliometrici. E soprattutto, pochissimi sono esperti di valutazione della ricerca, che oggi un vero e proprio

1 di 12 19/05/17, 09:50
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ambito scientico iper-specializzato, in cui necessario districarsi tra algoritmi, logiche culturali e telematiche.
Per esempio nel GEV della mia area scientica (14, Scienze politiche e sociali), nessuno dei 13 esperti ha
pubblicazioni signicative nel campo della valutazione.

In alcuni GEV, come quello di Sociologia, i criteri adottati per classicare le riviste sono a tuttoggi sconosciuti, e ci
sono fondati motivi per ritenere che si basino sul classico do ut des accademico (si veda su questo la presa di
posizione di una cinquantina di professori di sociologia, tra cui il sottoscritto, leggibile sul sito della loro
associazione di categoria, lAis, e su www.roars.it ). In altri, come Filosoa, la classicazione stata imposta,
anche se la Societ italiana di losoa teoretica laveva riutata con solidi argomenti. In altri ancora, come
Filosoa politica, nelle direzioni o redazioni di riviste classicate in prima fascia siedono alcuni valutatori, il che
congura un evidente conitto dinteressi, come hanno denunciato Maria Chiara Pievatolo e Brunella Casalini
sul Bollettino telematico di losoa politica.

Quanto alla valutazione della qualit della ricerca, si tratta di tre prodotti (il
termine uiciale gi agghiacciante in s e d unidea dello stile dellintera faccenda) o pubblicazioni gi edite
che ogni docente universitario tenuto a inviare ai valutatori. Se si voleva stabilire la produttivit dei docenti e il
loro impatto scientico per premiare o punire i relativi dipartimenti bastava andare a vedere chi non aveva
pubblicato nulla o era sotto il limite della decenza. Con la tanto sbandierata peer review (o valutazione dei
pari), invece, centinaia se non migliaia di valutatori sconosciuti (e arbitrariamente nominati) si metteranno a
giudicare i colleghi (in realt, come molti pensano, si limiteranno a leggere gli abstract in inglese). Visto come
andata in certi casi con la classicazione delle riviste, si pu pensare che i valutatori avranno soprattutto un
occhio di riguardo per le cordate a cui appartengono (nel sub-GEV di sociologia, per esempio, la maggioranza
costituita da docenti che fanno capo al gruppo dei sociologi cattolici, proprio come la vice-presidente
dellAnvur, Luisa Ribolzi, mentre la minoranza ha un evidente ruolo cosmetico); daltra parte, se luniversit
italiana infestata dai baroni, perch costoro, grazie alla bacchetta magica dellAnvur, dovrebbero diventare di
colpo virtuosi e mettersi a giudicare oggettivamente i colleghi?

Ma quello che agghiaccia veramente il costo dellintera operazione. Secondo leconomista Giorgio Sirilli (vedi i
suoi interventi sul sito www.roars.it ), pi di 300 milioni di Euro tra costi diretti e indiretti. La sola Anvur costa ai
contribuenti 10 milioni allanno, ma si tratta di una valutazione per difetto. Il Consiglio direttivo costa 1.281.000
Euro allanno in compensi (210.000 al presidente e 178.500 agli altri sei componenti, peraltro gi dotati di
congruo stipendio o pensione). Solo valutare 200.000 prodotti circa a 30 lEuro luno (questo lobolo versato ai
valutatori) coster 6 milioni di Euro, senza contare gli oneri contabili e amministrativi. Tutto il resto sar
speso in compensi per i membri dei GEV, rimborsi, missioni sistema informatizzato, lavoro amministrativo ecc. (in
ogni universit diecine di impiegati sono al lavoro sulla valutazione e su quellaltra geniale trovata dellU-GOV o
governance del sistema accademico).

Cera bisogno che luniversit italiana, vecchia, baronale, sotto-nanziata, incapace di


reclutare e rinnovarsi subisse questo salasso? Invece di nanziare i progetti di ricerca e svecchiare la
docenza, i ministri Gelmini e Profumo, con i loro consulenti e valutatori nominati senza trasparenza, hanno
avviato un carrozzone iper-costoso che non far che confermare i poteri accademici esistenti.

Come giusticano questo spreco di risorse, oensivo per il paese in tempo di sacrici e soerenza sociale, Monti,
Passera, Profumo, Fornero e il resto del governo dei professori?

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2 di 12 19/05/17, 09:50
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Tag: Alessandro Dal Lago, ANVUR, Brunella Casalini, Francesco Profumo, Maria Chiara Pievatolo, Mariastella
Gelmini, Marina Giaveri, peer review

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Author: Alessandro Dal Lago Alessandro Dal Lago (Roma, 1947) insegna Sociologia dei processi culturali
nellUniversit di Genova, dove stato preside della facolt di Scienze della formazione (1996-2002) e delegato del
rettore. stato visiting professor nelle universit di Philadelphia e Los Angeles. Si occupa di sociologia dei
fenomeni migratori, delle questioni militari, dellarte e della letteratura. Ha pubblicato, come autore o curatore,
pi di trenta volumi e una raccolta di racconti sulluniversit, *Alma mater* (Roma 2008).

23 Comments

1. Libera says:
20 maggio 2012 at 16:17

Da Francoforte i GIOVANI EUROPEI urlano:


NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!!!

Ma quanto scritto in questo articolo indica che in realt non solo la paghiamo direttamente ma anche
indirettamente ogni giorno nanziando anche la FOLLIA VALUTATIVA, in questo caso relative allUniversit
e alla ricerca, i cui costi non erano nemmeno stati calcolati, pensati e se tali, tantomeno resi pubblici.
Senza parlare poi dei ni e delle conseguenze che una valutazione IMPOSTA, su fondamenta pressoch
inesistenti, pu comportare. Ricordo che se fossimo in un`azienda (probabilmente non italiana!) e i manager
del consiglio di amministrazione avessero palesemente dimenticato di fare il calcolo dei costi e il ROI di un
supposto investimento innovativo,( forse per trovare i fannulloni ma in questo caso non si sa esattamente
quale sia il vero ne), essi dovrebbero andarsene (naturalmente profumatamente pagati)!
La politica e i politici italiani, per quello che concerne largomento trattato: Profumo, Fantoni & Co. NON
DANNO RISPOSTE, sanno solo arrampicarsi sugli specchi della loro stessa ignoranza, per lincapacit di
vedere la realt dei fatti e di fare delle scelte RESPONSABILI, tipo indietreggiare prima dello schianto!
Non sarebbe il caso, prima che la macchina sbatta contro il muro, di fermarsi un attimo, non in attesa della
migliore delle valutazioni possibili, ma per riettere sui compiti e le competenze del Ministro, dellAnvur, dei
GEV e della comunit accademica. E per fare in modo che il prossimo esercizio di valutazione sia organizzato
e gestito come avviene in ogni paese normale?

http://www.roars.it/online/?p=4317

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2. carlocetteo cipriani says:


20 maggio 2012 at 21:38

Larticolo di Dal Lago mi pone un sospetto. Non che una parte della polemica sulla valutazione sia dovuta
alla collocazione politica di una parte dei valutatori ?
Sarebbe ben grave se cos fosse.

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Giuseppe De Nicolao says:


20 maggio 2012 at 22:03

In una procedura di valutazione le procedure di selezione dei comitati di valutazione giocano un ruolo
fondamentale. Ci sono buone ragioni per aermare che in alcuni GEV si sarebbe potuto fare meglio ed in
modo pi trasparente. Per chi non lavesse gi fatto, consiglio di leggere

VQR, la composizione dei GEV ed una questione di fairness


(di A. Baccini e M. Riccardi)
http://www.roars.it/online/?p=6794

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3 di 12 19/05/17, 09:50
Follie Anvur ROARS http://www.roars.it/online/follie-anvur/

Spiace ritornare su questo argomento, che ha gi provocato molte discussioni accese e talvolta anche poco
cavalleresche. Per vedo che si continua a picchiarci sopra, quindi vale la pena ricapitolare: (1) Baccini
denuncia un tasso di co-autoraggio anomalo nel GEV13; (2) LAnvur replica facendo notare che il tasso di
co-autoraggio in linea con quello medio fra i primi 50 economisti italiani, secondo i dati di Repec: si
tratterebbe dunque di una correlazione spuria dovuta al fatto che il GEV ha pescato nel pool dei migliori;
lAnvur peraltro riporta solo i dati relativi al co-autoraggio del presidente Jappelli; (3) Baccini replica evitando
di discutere i dati: evidentemente sono corretti (e non solo per Jappelli). Seguendo un suggerimento di Mario
Ricciardi, sposta per il discorso sullimportanza di apparire fair, ovvero di non dare adito a sospetti
riguardo a potenziali cricche che si sarebbero impadronite del GEV13. Questo appare suiciente a tutti per
continuare a diamare il GEV13, ovvero a sostenere che una cricca si DAVVERO impadronita del GEV13. Il
che in Italia (il paese delle cricche) unaccusa molto grave.
Ora, evidente che cercare di evitare i sospetti cosa sensata e giusta. Ma anche evidente che fra colleghi
bisognerebbe essere cauti. Continuando la polemica Baccini ha dato il via libera a tutti coloro che non
conoscono la composizione del GEV13. Chi non conosce bene la composizione del GEV13, come De Nicolao,
necessariamente non pu valutare la sostanza del problema (la cricca c oppure no?) e quindi giustamente si
da di Baccini, che un economista. Ma Baccini conosce benissimo la composizione del GEV13, e di fronte a
reiterati inviti a fare nomi e cognomi, si riuta di arontare la questione sostanziale, ovvero: il GEV13 preda
di una cricca? E sbilanciato fortemente a favore (o a sfavore) di una particolare scuola di pensiero?
Visto che non si vuole entrare nel merito, facciamo alcuni nomi:
Daniele Checchi: Labour, inequality
Valentino Dardanoni: welfare economics, social choice
Giovanni Dosi: institutional economics, bounded rationality
Massimo Marinacci: non-standard decision theory, game theory
Vera Zamagni: economic history
Neri Salvadori: post-keynesian economics, history of economic thought
Massimo Warglien: behavioral economics, experimental economics, philosophy and economics
Questo sono solo alcuni componenti del GEV13. Non essendo onnisciente non li conosco tutti, ma mi sembra
suiciente per evidenziare una notevol eterogeneit negli approcci e nelle aree di ricerca. Come si evince
dalla loro ricerca, non si pu dire che approcci non-Chicago, non mainstream (qualsiasi cosa voglia dire) o
non-Alesina-Giavazzi, tanto per fare nomi, non siano rappresentati nel GEV. Credo che sia dovere di Baccini
quindi spiegare in quale modo il GEV13 sia sbilanciato a favore di un particolare approccio (facendo nomi e
cognomi). Altrimenti continuare a ripetere lo stesso refrain solo opera di diamazione a danno dei propri
colleghi.
Per essere chiari: si poteva evitare il problema del tasso di co-autoraggio? S, ma si pu anche immaginare
che non ci avessero pensato (un po sciattamente e ingenuamente). Il tasso indice di partigianeria? Di per s
no, per dimostrarlo bisogna esaminare in dettaglio la ricerca che fanno i membri del GEV. Il GEV13 ha dei
problemi? S, e pi gravi di questo su cui si continua a insistere da mesi (per esempio il ritardo e la scarsa
trasparenza nella classicazione delle riviste). Insistendo con questa polemica si diamano stupidamente i
propri colleghi e si svalutano anche le molte critiche fondate apparse su Roars, facendo sospettare appunto
che ci siano dei pregiudizi politici.
Attendo repliche da Baccini o altri economisti che vogliano impegnarsi a discutere la sostanza della
composizione del GEV13. Astenersi perditempo.

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Francesco Sylos Labini says:


21 maggio 2012 at 10:21

LAccademia dei Lincei ed in particolare la Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche ha scritto al
Presidente della Repubblica, una lettera in cui si ritrovano molti degli argomenti discussi da Roars: Che
per tutte le aree vengano resi espliciti i criteri della valutazione i criteri per la scelta dei revisori
punti che possono essere riassunti nella parola trasparenza. Inoltre si chiede che laddove la
composizione dei Gev risulti squilibrata a favore di una corrente scientico disciplinare si provveda
a correggere tale situazione con lindividuazione pluralista degli esperti revisori facendo ricorso alla
stessa Accademia Nazionale dei Lincei. E come aveva messo in evidenza Alberto Baccini, proprio
nellarea economica, una delle pi sensibili da un punto di vista politico, si riscontrata unalta
connessione tra i valutatori (quello che in gergo si chiama, friends and friends of friends). Ma e noto
che anche gli accademici dei lincei siano dei diamatori con pregiudizi politici.

Francesco Guala says:


21 maggio 2012 at 10:36

Laccademia dice una cosa giustissima: Laddove la composizione del GEV risulti squilibrata ecc. Non
mi sembra che si riferisca a nussun GEV in particolare e dunque non diama nessuno.
Astenersi perdigiorno.

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4 di 12 19/05/17, 09:50
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LAccademia dei Lincei si compone di due classi: Scienze Fisiche, Matematiche e Naturali e Scienze
Morali, Storiche e Filologiche. La Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche si riferisce alle aree
umanistiche che include economia, che e proprio larea (insieme a sociologia) che piu ha destato
polemiche per la composizione dei Gev. (Lo so che discutere con in amers e tempo perso, ma infatti qui
si lavora per chi vuole capire qualcosa).

Mario Ricciardi says:


21 maggio 2012 at 11:14

Caro Francesco,

negli Stati Uniti ci si preoccupa molto del fatto che le giurie appaiano fair nella loro composizione. Anche
quello un paese delle cricche? Per favore lasciamo stare questi argomenti da gazzette.
Nellintervento che ho scritto con Alberto Baccini si solleva una questione procedurale. Personalmente
non ho alcuna ragione di dubitare delle tue assicurazioni relativamente allindipendenza di pensiero di
alcuni componenti del Gev13, ma non era questo il punto. Io mi do di te, tu ti di di loro, ma molti altri
potrebbero trovare le nostre opinioni una garanzia insuiciente. Devo confessare che non troverei tali
perplessit irragionevoli, e questa una buona ragione per criticare il modo in cui stata fatta la
selezione dei componenti del Gev13.

Ciao,

Mario

Francesco Guala says:


21 maggio 2012 at 12:38

Mario: HAI RAGIONE! SONO DACCORDO! Come devo dirlo?


Il problema che una cosa dire che il processo stato fatto in modo superciale; unaltra dire che il
GEV13 composto da maosi. Questo il linguaggio che viene usato talvolta in questo blog (amici degli
amici) e che va evitato assolutamente quando si parla di colleghi, a meno che siamo assolutamente certi
di quello che diciamo. Baccini uno dei pochi che ha le competenze per valutare la composizione del
GEV13 (oltre alla procedura, che gi stato fatto in modo pi che esaustivo). E importante fare questa
distinzione, che Baccini non fa, e non so perch: se crede che sia sbilanciato lo dica, con qualche dato a
supporto. Anche perch la storia del GEV cricca gi nita sui giornali; il che uno degli scopi di
Roars, suppongo, ma quando si tratta coi media bisogna stare molto attenti a quello che si dice, e dirlo
chiaramente, senza ambiguit. (Questultima credo di non doverla argomentare, visto tutto quello che si
detto qui sui giornalisti disinformati!)

Francesco Sylos Labini says:


21 maggio 2012 at 12:50

Friends of friends (che come ho speicicato e un gergo) e un algoritmo che serve per identicare le
conessioni tra elementi di un network. In questo caso le connessioni sono i membri del Gev che sono
anche coautori: queste sono le tecniche standard usate nello studio dei networks. Continuare a scrivere
schiocchezze come maosi che diamano i colleghi per pregiudizi politici signica solo
manifestare ignoranza e malafede.

Mario Ricciardi says:


21 maggio 2012 at 12:51

Caro Francesco,

io non uso quel linguaggio. Daltro canto non posso fare a meno di notare che quel modo di esprimersi
viene usato spesso parlando di noi, intendo noi professori e ricercatori delluniversit della Repubblica
italiana. Probabilmente a qualcuno dei nostri colleghi questo modo di fare comincia a dare ai nervi, e
quindi reagiscono male. Bisogna avere pazienza.

Ciao,

Mario

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5 di 12 19/05/17, 09:50
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Larticolo che ho citato aronta, molto giustamente, il problema da un punto di vista formale. Dal punto
di vista sostanziale la cricca c oppure no? rispondere quasi impossibile e non comunque
loggetto del mio commento.

Come ho scritto, il punto sono le *procedure* di selezione, che devono soddisfare dei requisiti *formali*
di fairness, esattamente come la formazione delle giurie in ambito giudiziario. Un comitato altamente
interconnesso (nel caso del GEV13, se si considerano anche legami dovuti alla sede in cui si svolge
didattica, la situazione peggiora ulteriormente) indizio di una procedura per nulla ottimale.

Nel mio settore, un comitato editoriale cos interconnesso sarebbe ritenuto inappropriato per una
rivista internazionale di largo respiro, a prescindere dalla statura morale e scientica dei membri.

Tra laltro Baccini e Ricciardi hanno mostrato che, anche pescando dalla classica Repec, era possibile
selezionare con maggiore fairness:

Sarebbe bastato prendere dalla classica Repec coloro che non sono coautori del coordinatore e non
hanno con lui coautori in comune. Nei primi 50 economisti italiani della classica ce ne sono 28 con
queste caratteristiche.

Guala scrive:

si poteva evitare il problema del tasso di co-autoraggio? S, ma si pu anche immaginare che non ci
avessero pensato (un po sciattamente e ingenuamente).

Tuttavia, proprio lArea 13 era stata teatro di controversie nel corso della precedente valutazione CIVR,
che avevano anche condotto alla presentazione di una relazione di minoranza. Una ragione in pi per
non essere sciatti, visti i precedenti.

Insomma, mi sembra che io avessi tutti gli elementi per aermare:

si sarebbe potuto fare meglio ed in modo pi trasparente

Non vedo proprio come questo sia opera di diamazione. Evidenziare una procedura di selezione non
ottimale e poco trasparente (che risulta da riscontri oggettivi) non in nessun modo un giudizio sui
selezionati.

4. Francesco Guala says:


21 maggio 2012 at 13:49

Allora diciamo che la procedura non stata trasparente in nessun GEV (sbaglio?).

Eettua il login per rispondere

Alberto Baccini says:


21 maggio 2012 at 15:32

Il senso del mio post inziale su GEV13 era di segnalare una anomalia di composizione dello stesso.
Troppi membri troppo vicini tra loro. Dove la vicinanza misurata con il coautoraggio.

Era un modo di sottolineare che la procedura di nomina a due stadi dei GEV (prima il coordinatore poi i
membri) esposta proprio a questo tipo di pericolo. La vigilanza di ANVUR e la sensibilit istituzionale
del coordinatore diventano gli unici argini a composizioni unfair.

Nel caso del GEV13 lanomalia della composizione stata facile da mostrare, perch le pratiche di
coautoraggio degli economisti favoriscono una semplice analisi di network.

La risposta di ANVUR, come abbiamo gi avuto modo di spiegare nel post scritto con Mario Ricciardi,
semplicemente non coglie il punto. Il coordinatore e lANVUR avrebbero dovuto scegliere nellelenco da
cui sono stati pescati i membri del GEV, proprio coloro che non appartenevano alla cerchia dei coautori
suoi e di altri membri (una volta scelti) del GEV. E, come gi scritto, e ricordato da Giuseppe De Nicolao,
quelle persone nella classica usata per la selezione cerano, stando proprio ai dati ANVUR.

La procedura ha dato luogo ad una selezione del GEV che io ritengo unfair . E questo il mio solo punto.
Guala sembra suggerire che si tratta del risultata di ingenuit e sciatteria. A me sembra pi
semplicemente che sia una delle molte manifestazioni (nel VQR) della mancanza di una diusa cultura
della valutazione nel nostro paese.

Non posso quindi discutere di quella che Guala chiama sostanza, perch non mi interessa discutere di
eterogeneit degli approcci, coperture disciplinari, sbilanciamento a favore di questo o quello. Di questo
si sarebbe potuto discutere a fronte di una procedura corretta di selezione.
Questa la ragione per cui non ho rmato la lettera con cui lassociazione scientica di cui faccio parte,
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6 di 12 19/05/17, 09:50
Follie Anvur ROARS http://www.roars.it/online/follie-anvur/

Guala scrive: Credo che sia dovere di Baccini quindi spiegare in quale modo il GEV13 sia sbilanciato a
favore di un particolare approccio (facendo nomi e cognomi). Altrimenti continuare a ripetere lo stesso
refrain solo opera di diamazione a danno dei propri colleghi. Non vedo perch dovrei spiegare una
cosa che Guala legge nei miei post e che io non ho mai scritto. Non credo proprio che mostrare che i
membri di un GEV sono coautori tra loro sia opera di diamazione a loro danno. Pi di quanto constatare
che alcuni di loro hanno capelli neri (o biondi o )

Francesco Guala says:


21 maggio 2012 at 16:26

Caro Alberto, chiedo scusa se leggo nei tuoi post pi di quanto tu vuoi dire. Ti ripeto solo che questa la
lettura pi ovvia e naturale, per esempio del FAQ sul GEV13. Il FAQ si apre con queste aermazioni:
Il GEV composto da membri scienticamente qualicati. Le provenienze dei membri sono varie (anche
se c una presenza robusta di ailiati ad IGIER Bocconi); c un 15% di donne; si potrebbe sostenere
che alcune aree disciplinari non sono adeguatamente rappresentate, anche se almeno un membro del
GEV pu essere classicato come economista eterodosso.
Per trovare indizi della presenza di un gruppo accademico di controllo, abbiamo provato ad applicare al
sottoinsieme dei 20 economisti membri del GEV (settori disciplinari compresi tra SECS-P01 e P06) una
tecnica di analisi di rete usata spesso in bibliometria. In particolare abbiamo vericato la
vicinanza/distanza tra i membri del GEV analizzando la rete di coautoraggi (coauthorship network).
Il primo paragrafo suggerisce che gli eterodossi (chiunque siano) siano sotto-rappresentati (rispetto a
cosa, fra laltro? Alla comunit degli economisti italiani? mondiali?) e che ci siano troppe poche donne.
Poi per non si approfondisce. Male: se getti il sasso non puoi ritirare la mano.
Il secondo paragrafo dice che si vuole dimostrare lesistenza di un gruppo di controllo. Espressione
infelice? Se cos, dovete correggerla. Sicuramente d adito alle peggio illazioni.
Poi si passa allanalisi dei co-autoraggi. Da nessuna parte si nota che potrebbe trattarsi di una
correlazione spuria, nel senso che si pescato fra i migliori e che quindi non c nessun gruppo di
controllo. Da nessuna parte si parla di fairness e trasparenza nella selezione. Quindi assolutamente
naturale leggere questa pagina come una dimostrazione che lIGIER ha preso in mano il GEV13 e lo
gestir per i suoi scopi.
Prendo atto che non volevi dire nulla di tutto questo. Rileggi e prova a pensare che cosa ne ricava un
giornalista che legge questa pagina (visto che non avr tempo per sciropparsi tutte le nostre riessioni
sulle fair procedures). Credo che sarebbe bene riscrivere il FAQ, come avevo gi suggerito mesi fa.

Alberto Baccini says:


21 maggio 2012 at 17:52

Caro Francesco,
non getto il sasso e ritiro la mano. Provo a spiegare. Nel primo dei due capoversi che citi sto guardando
allelenco complessivo del GEV con un occhio simile a quello del REF. Si considera come sintomi di
composizione equilibrata variet di ailiazione, di gender, composizione etnica e religiosa. Almeno 4
membri del GEV hanno tra le loro ailiazioni IGIER Bocconi. La frase sulla mancanza di adeguata
copertura di aree disciplinari si riferiva banalmente al fatto che nel GEV mancano rappresentanti di
molti SSD SECS-P04, 06; 11; 13; SECS-S02, 03, 04, 05. Non che debbano starci. Ma un GEV siatto si
presta a questa critica -che io non ritengo per rilevante-.

Siccome in Italia non appena si discute di area 13 subito si va a nire su mainstream/eterodossia -altro
tema che non mi appassiona-, ho inserito la frase successiva sul membro eterodosso (pensando al prof.
Neri Salvadori). Su cosa penso pi o meno delle denizioni di ortodosso-eterodosso ho scritto altrove
(http://www.springerlink.com/content/q1x24403t70qm58h/?MUD=MP). Ma forse il caso che chiarisca
ci che penso: qualsiasi esercizio di valutazione nisce per mettere in diicolt il pensiero
non-mainstream (non solo in economia) e multidisciplinare. Ma questo non un motivo suiciente per
non fare la valutazione. Lautorit politica, sapendolo, deve adottare correttivi adeguati.

Nel secondo capoverso aronto la questione rilevante: la rete di coautoraggio. Nella prima parte del post
facevo riferimento ampiamente alla mancanza di trasparenza nella procedure di selezione dei GEV e al
conseguente pericolo che si costituissero gruppi accademici in grado di controllare la valutazione. Mi
cito:
Questo modo di procedere presenta alcune zone non completamente trasparenti. Per esempio: chi sono
coloro che sono stati scelti fuori dalle liste? Come possibile controllare che in alcune aree nelle liste
non vi fossero candidati con qualicata e continua produzione scientica, per cui si dovuto ricorrere a
chiamate dirette? Soprattutto non ore suicienti garanzie sul fatto che i GEV non siano preda di
gruppi accademici in grado di controllare i risultati della valutazione. Purtroppo, nellaccademia italiana
non remoto il pericolo che gruppi di accademici si coalizzino per pilotare concorsi, chiamate, e lesito
delle procedure per lattribuzione di fondi di ricerca.
La rete di coautoraggio degli economisti il tentativo di rendere visibile questo pericolo (non detto che
il pericolo si materializzi, ma come scrive Mario Ricciardi, in questi casi il solo fatto che il pericolo ci sia
pu essere fonte di legittima preoccupazione).
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7 di 12 19/05/17, 09:50
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Francesco Guala says:


21 maggio 2012 at 19:23

Caro Alberto, vedo con piacere che con le persone civili si riesce a discutere. Direi che hai fugato ogni
dubbio riguardo alle tue intenzioni. Il problema che il FAQ non trasmette queste intenzioni in modo
adeguato (anzi non le trasmette per nulla). Purtroppo la comunicazione conta, specie quando si fa
contro-informazione (nel senso nobile del termine). Come sai ci sono giornali e anche membri di Roars
che hanno usato quello che hai scritto sul GEV13 per sostenere tesi che tu giustamente, non sosterresti.
Quindi mi sembra lecito concludere che c un problema per lo meno di scrittura. Direi che a questo
punto la piantiamo qui, perch non mi sembra il caso di insistere con richieste di correzioni (non siamo
alle scuole medie). Ma bisogna stare attenti: chi di media ferisce di media perisce.
De Nicolao: non sto mettendo in bocca parole a nessuno. E le correlazioni restano spurie anche se si
potevano evitare. Se si vuole sostenere una tesi si va no in fondo e non diicile farlo. Basta cercare
ulteriori informazioni. Se Baccini aveva altri scopi, benissimo, ne prendiamo atto. Ma se si continua a
parlare di indizi, poi bisogna cercare le prove. Altrimenti si fa il gioco di chi vuole solo mettere in
dubbio la professionalit dei nostri colleghi.

Francesco Sylos Labini says:


21 maggio 2012 at 20:02

Guala dica la verit: ma lei lo sa cosa sia una correlazione spuria: davvero? Dopo che ha che ha scritto
maosi che diamano i colleghi per pregiudizi politici conosce anche il signicato della parola
correlazione? Io non lo credo.

Giuseppe De Nicolao says:


21 maggio 2012 at 18:36

Dalla chiosa di Guala si evince che Baccini elenca fatti e lascia, correttamente, le valutazioni a chi
leggge. Al punto che Guala sembra rammaricarsi che a Baccini non sia sfuggita qualche illazione
diamatoria.

Domandarsi se ci siano indizi di un gruppo accademico di controllo una domanda lecita, soprattutto
quando la procedura di selezione presenta alcune zone non completamente trasparenti (cito Baccini:
http://www.roars.it/online/?p=2400). Alcuni indizi ci sono (e non se ne pu fare colpa a chi li trova), ma
Baccini, giustamente, li sottopone al lettore e non li tratta come una prova.

Riguardo alla correlazione spuria cito di nuovo Baccini e Ricciardi:

Sarebbe bastato prendere dalla classica Repec coloro che non sono coautori del coordinatore e non
hanno con lui coautori in comune. Nei primi 50 economisti italiani della classica ce ne sono 28 con
queste caratteristiche.

Quindi, anche basandosi sulla classica Repec, non appare inevitabile ottenere un comitato con cos alto
grado di connessione e non pertanto evidente la natura spuria della correlazione.

In ogni caso, Baccini e Ricciardi hanno spiegato bene le ragioni per cui tali correlazioni, spurie o meno,
non dovrebbero essere presenti in un comitato di valutazione. Il GEV 13 non soddisfa i requisiti di
fairness che dovrebbero caratterizzare i comitati di questo genere.

Fare nta che questa analisi equivalga ad una diamazione dei membri del GEV appare un articio
dialettico per eludere la questione. Si tenta di mettere in bocca a Baccini e Ricciardi ci che non hanno
detto per evocare lo spettro della diamazione, come se il problema stesse nei membri del GEV (che
avrebbero giustamente ragione di risentirsi se venissero accusati per il solo fatto di essere stati
selezionati) e non nella procedura di formazione del comitato.

Mario Ricciardi says:


22 maggio 2012 at 16:13

Condivido in pieno lintervento di Giuseppe. Mi permetto di sottolineare la conclusione: non in


discussione il valore delle persone che compongono i Gev, ma la fairness della procedura con cui sono
state selezionate. Tra laltro, vedo che il problema stato sollevato anche per il sub-Gev di sociologia, a
testimonianza del fatto che la tesi difesa nellintervento che ho scritto con Alberto Baccini ha carattere di
principio, e non certo ispirata dal nostro desiderio di voler prender parte in presunte o reali
contrapposizioni tra diversi gruppi di economisti italiani (mi dispiace dover precisare una cosa che a me
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rilevante che altrove si usino metodi non trasparenti. Le esperienze straniere valgono come modello
nella misura in cui esemplicano caratteristiche normative che abbiamo ragione di apprezzare.

5. Francesco Guala says:


21 maggio 2012 at 13:56

PS e se vogliamo vedere come si seleziona in modo poco trasparente, andiamoci a rivedere le selezioni dei
nuclei RAE inglesi.

Eettua il login per rispondere

Alberto Baccini says:


21 maggio 2012 at 15:42

Ecco il manuale di selezione per REF 2014:


http://www.ref.ac.uk/media/ref/content/pub/unitsofassessmentandrecruitmentofexpertpanels/01_10.pdf

E lanalisi dei risultati:


http://www.ref.ac.uk/media/ref/content/pub/analysisofpanelmembership/Analysispanelmembership.pdf

Il tema della fairness disciplinare (uso questa espressione come sintesi di tutto quanto sostenuto nel
commento precedente) non vi contemplato (o almeno io non sono riuscito a trovarlo)

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