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PROPRIET INTELLETTUALE

Diritto dautore a trazione Siae


di Antonello Cherchi | 13 febbraio 2017

Anche in Italia il diritto dautore si prepara a indossare vesti europee. , infatti, in dirittura darrivo il
recepimento della direttiva che riforma la gestione collettiva dei diritti dautore e di quelli connessi, nonch
le licenze multiterritoriali per le opere che viaggiano online. Camera e Senato hanno dato i rispettivi pareri e
ora il decreto legislativo con le regole europee si prepara a ricevere il via libera definitivo del Consiglio dei
ministri. Si tratta di novit che hanno da tempo innescato un vivace dibattito, in particolare sul futuro ruolo
della Siae, lorganismo che qui da noi ha in esclusiva la gestione dei diritti dautore. Scambio di vedute
condito dalla presa di posizione di alcuni artisti. Per esempio,il rapper Fedez ha deciso di abbandonare la
Societ autori ed editori e far rotta su Soundfree (si veda anche larticolo a fianco).

Le regole della Ue

La direttiva 2014/26/Ue, conosciuta come direttiva Barnier, dal nome del relatore (Michel Barnier, allepoca
commissario europeo per il mercato interno), nasce dalla necessit di mettere ordine nella gestione dei diritti
dautore, sistema caratterizzato da notevoli differenze tra Paese e Paese. Lobiettivo delle nuova normativa ,
pertanto, quello di armonizzare il settore, in modo da garantire pi efficienza e trasparenza da parte delle
societ di collecting nei confronti dei loro associati, introducendo anche una maggiore liberalizzazione.

Le direttrici di intervento della direttiva sono tre. La gestione collettiva dei diritti dautore, ovvero il
compenso che ciascun artista matura per la riproduzione delle proprie opere. Il caso pi significativo ed
economicamente pi ragguardevole quello della musica: ogni passaggio di una canzone per radio o su un
altro mezzo di diffusione, fa scattare il diritto dautore, che in Italia viene contabilizzato dalla Siae in un
regime di monopolio. La Societ nel 2015 ha fatturato 782 milioni di euro, di cui 574 generati dal diritto
dautore (472 dalla musica). Rispetto al fatturato complessivo, agli autori sono stati distribuiti 617 milioni; il
resto la provvigione che rimane alla Societ (in media il 15,3% degli incassi). Il secondo settore dintervento
della direttiva la gestione dei diritti connessi al diritto dautore: il caso, per esempio, dellattore di teatro
che recita un testo non suo o di un musicista che esegue il brano di un altro. Ultimo ambito della riforma la
concessione delle licenze multiterritoriali per i diritti su opere musicali riprodotte online: per esempio, su
youtube.

Il Governo avrebbe dovuto recepire le nuove regole Ue entro il 10 aprile 2016, ma andato lungo, incorrendo
in una procedura dinfrazione. Ritardo dovuto anche al fatto che il recepimento della direttiva, prima
previsto nella legge di delegazione europea 2014 (la ex Comunitaria), stato poi spostato allanno successivo,
soprattutto per dar modo allEsecutivo di ragionare meglio sulle aperture al mercato chieste dallEuropa.

Maggiore liberalizzazione

Larticolo 5 del testo comunitario prevede, infatti, che i titolari dei diritti hanno il diritto di autorizzare un
organismo di gestione collettiva a loro scelta a gestire i diritti, le categorie di diritti o i tipi di opere e altri
materiali protetti di loro scelta, per i territori di loro scelta, indipendentemente dallo Stato membro di
nazionalit, di residenza e di stabilimento dellorganismo di gestione collettiva o del titolare dei diritti. Una
previsione che cozza con lesclusiva accordata dal nostro Paese, con larticolo 180 della legge 633 del 1941,
alla Siae. Anche se dalla Societ sottolineano che lo scopo della direttiva non tanto quello di liberalizzare,
quanto piuttosto di favorire le aggregazioni delle societ di collecting e che anche la Corte di giustizia
europea, con una decisione del 2014, ha ritenuto che lesclusiva a una societ di intermediazione non voli la
concorrenza.

Sta di fatto che, a giugno 2016, lAntitrust nostrana ha scritto al Parlamento e al Governo rilevando che il
valore e la ratio stessa dellimpianto normativo europeo risultano gravemente compromessi dalla presenza,
allinterno dellordinamento nazionale, di una disposizione ormai isolata nel panorama degli Stati membri,
che attribuisce a un solo soggetto (Siae) la riserva dellattivit di intermediazione dei diritti dautore.
Osservazioni riprese nel parere rilasciato dal Senato il primo febbraio, con il quale si invita il Governo a una
maggiore apertura alla concorrenza.

Diverso il caso dei diritti connessi, dove la liberalizzazione c stata nel 2012 e lex monopolista Imaie
(Istituto mutualistico artisti interpreti esecutori) si ricostituito in Nuovo Imaie e ora lavora insieme ad altre
otto societ di intermediazione. Passaggio che non stato indolore e ha anzi generato un notevole
contenzioso. Guasti a cui si tenta di porre rimedio con il decreto legislativo in arrivo.

Il nuovo quadro

Il tira e molla legislativo alla fine non ha prodotto, almeno per quanto riguarda la liberalizzazione, risultati:
alla Siae rimane il monopolio della gestione dei diritti dautore in ambito nazionale e resta ferma la
possibilit per lartista di rivolgersi, quando le opere sono eseguite o riprodotte allestero, a un altro
intermediario. Al di l di questo, rimangono gli altri aspetti della riforma, che si possono riassumere
nellesigenza di rafforzare i requisiti di oggettivit e trasparenza delle societ di collecting, in modo da
garantire uneffettiva partecipazione dei propri associati ai processi decisionali.

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