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A proposito di Tawassul (intercessione)

e Istighatha (soccorso spirituale).

La maggioranza delle genti della tradizione profetica e del consenso dei sapienti (Ahl
al-Sunnah wa'l-Jamaah) ha sempre considerato la realt dell'intercessione (al-shafaa)
e dell'invocazione per il tramite di un profeta o di un wali (al-tawassul) quali legittime
pratiche fondate sul Corano e sulla Sunnah del Profeta Muhammad (pace e benedizioni
su di lui e sul suo casato). Nel corso dei secoli solo una piccola parte della comunit
sunnita ha interpretato il Corano e la Sunnah in modo diverso, e se oggi questa
minoritaria corrente dottrinale ha finito per imporsi in alcune zone del mondo
musulmano, ci dovuto soprattutto alla diffusione del pensiero "wahhabita",
generosamente supportato da fiumi di petrodollari sauditi.

Nel mondo occidentale, impregnato da secoli di influenza della Chiesa Cattolica, ogni
opinione dottrinale che rifiuti il ricorso di una intermediazione tra Dio e l'uomo spesso
vista con favore da alcuni convertiti all'Islam, ai quali concetti cristiani come quello di
santo o intercessore erano a loro gi precedentemente avversi. Queste persone,
tuttavia, non si rendono conto che la visione tradizionale sunnita dell'intercessione, pur
senza arrivare agli estremi della devozione popolare cattolica talvolta sconfinante nella
vera e propria idolatria, non affatto quella di un netto rifiuto.

Credere nella possibilit che i profeti e i santi (awliya) possano intercedere un


obbligo riconosciuto nei pi famosi e autorevoli testi delle tre scuole teologiche sunnite.
Nella sua opera "Lumat al-itiqad", il grande sapiente hanbalita Ibn Qudama al-
Maqdisi scrive:

"Il nostro Profeta interceder per i musulmani che saranno entrati


nell'Inferno a causa dei loro peccati. Grazie ad essa, essi entreranno in
Paradiso, dopo essere stati ridotti a cenere e braci dal fuoco infernale.
Anche il resto dei profeti, i credenti e gli angeli avranno il permesso
dintercedere. Allah lAltissimo ha detto: Ed essi non possono
intercedere se non in favore di colui del quale Allah si compiace, e sono
in stato dansia per il timore che hanno di Lui. Tuttavia non vi sar
alcuna intercessione che potr essere di beneficio ai miscredenti."

Per quel che riguarda l'opinione degli ashariti e dei maturiditi, l'Imam Abu Hanifa in
persona scrive in al-Fiqh al-Akbar:

Lintercessione (shafaa) dei profeti reale, come pure reale e certa


lintercessione del nostro Profeta nei confronti di quei credenti peccatori
e verso quelli di loro che abbiano commesso mancanze gravi meritevoli
di punizione.
In termini assoluti, l'intercessione appartiene esclusivamente ad Allah, che da la facolt
di esercitarla a chi Lui vuole (cf. Cor. 2,255; 10,3; 19,87; 43,86;), come gli angeli (cf.
Cor. 21,26-28; 40,7; 42,5) e il Profeta (pace e benedizioni su di lui e sul suo casato), sia
durante la sua vita terrena (cf. Cor. 3,159; 4,64; 4,106-107; 8,33; 9,80; 9,103; 9,113;
24,62; 47,19; 60,12; 63,5-6) che nel Giorno del Giudizio. Anche gli altri profeti hanno
la facolt di esercitare l'intercessione (cf. Cor. 19,97-98; 19,47; 60,4), e cos pure i
credenti (cf. Cor. 9,113; 59,10). I miscredenti sono per esclusi da essa (cf. Cor. 2,47-
48; 2,254; 10,18; 74,48).

Le prove coraniche a favore dell'intercessione da parte degli angeli, dei profeti e dei
credenti sono altres corroborate da numerosi ahadith dalla catena di trasmissione
autentica, di cui daremo alcuni esempi:

1. Chiunque visiter la mia tomba avr garantita la mia intercessione.


[Hadith trasmesso da al-Daraqutni, al-Dulabi, al-Bayhaqi, Khatib al-
Baghdadi, al-Uqayli, Ibn Adi, Tabarani, e Ibn Khuzayma. Dichiarato
autenticato (sahih) da al-Subki, e buono (hasan) da al-Dhahabi e altri].

2. La mia intercessione per coloro che nella mia comunit hanno


commesso dei peccati maggiori.
[Hadith trasmesso da Tirmidhi, Abu Dawud, Ibn Majah, Ahmad, Ibn
Hibban e altri. Nel suo celebre commentario al Sahih al-Bukhari
intitolato al-Fath al-Bari, l'Imam Ibn Hajar al-Asqalani commenta: ed
egli non ha ristretto la sua intercessione a coloro che si pentono dei loro
peccati].

3. Nel giorno della resurrezione sar l'Imam dei profeti e il possessore


della loro intercessione, e dico questo senza orgoglio alcuno.
[Hadith hasan sahih, trasmesso da Tirmidhi e Ibn Majah].

4. In verit, nel giorno del giudizio interceder per tanti uomini quante
sono le pietre e le zolle di fango sulla terra.
[Hadith hasan trasmesso da Ahmad e Tabarani].

5. Molti uomini entreranno in Paradiso grazie all'intercessione di una


certa persona, e questi saranno tanti quanti le trib di Rabia e di
Mundar.
[Hadith trasmesso da Tirmidhi, Ibn Majah e Hakim. I sapienti ritengono
che l'uomo in questione sia Uthman ibn Affan. Un hadith simile ha la
variante: saranno tanti quanti la trib dei Banu Tamim, e viene
trasmesso che i compagni chiesero al Profeta: Un uomo diverso da te?,
e che il Profeta rispose affermativamente. Si dice anche che questa
persona sia Uways al-Qarani].

6. se un gruppo di musulmani compie cento preghiere in favore di una


persona defunta intercedendo per lui la loro intercessione sar
accolta.
[Hadith sahih trasmesso da Muslim. Un hadith simile parla di 40
uomini].

7. "Quando Adamo commise il suo errore, disse: "Oh Signore, ti


domando per la virt di Muhammad di perdonarmi". Allah rispose: "Oh
Adamo, come conosci Muhammad se ancora non l'ho ancora creato?".
Adamo rispose: "Oh Signore, perch quando Tu mi hai creato con la Tua
Mano e soffiato dentro me l'anima che hai creato per me, ho sollevato la
mia testa e ho visto scritto sui pilastri del Trono: "Non c' altro dio
all'infuori di Allah, e Muhammad il Profeta di Allah", ed ho compreso
che Tu non avresti mai accostato il Tuo Nome a nessuno tranne che al pi
amato per Te fra la creazione." Allah disse allora: "Hai detto la verit, oh
Adamo, perch per Me lui il pi amato tra tutte le creature, e dato che
mi hai chiesto per la sua virt, ti ho perdonato. Se non fosse stato per
Muhammad non ti avrei nemmeno creato".
[Hadith autenticato da Abu Nuaym, al-Hakim, al-Tabarani, al-Subki,
Qadi Iyad, Ibn Jawzi, e molti altri ancora. Ibn Taymiyya e altri, per,
rigettano l'hadith in questione per via della presenza nella sua catena di
trasmissione di Abd al-Rahman Ibn Zayd, che considerato un anello
debole].

8. "Un uomo cieco venne al Profeta e disse : "Prega Allah che mi curi!".
Egli disse: "Se tu vuoi io pregher per te, ma se tu volessi essere
paziente, sarebbe meglio". L'uomo disse: "Per favore prega per me". Il
Profeta gli ordin allora di fare l'abluzione, di compiere una preghiera di
due unit e di dire infine: "O Allah, ti chiedo e mi rivolgo a Te per mezzo
del Tuo Profeta Muhammad, Profeta della Misericordia. O Muhammad
(Ya Muhammad), io mi rivolgo al Signore per mezzo tuo per il
soddisfacimento del mio bisogno. O Allah, rendilo il mio intercessore".
[Hadith trasmesso da Ahmad, Tirmidhi, Ibn Majah, Nasai, al-Hakim e
Tabarani, e dichiarato autenticato [sahih] da Ibn Hajar, Dhahabi,
Shawkani e altri].

9. Umar ibn al-Khattab disse: Oh Allah! Eravamo soliti invocarti per il


tramite del Tuo Profeta, e Tu ci mandavi la pioggia. Ora ti invochiamo
per il tramite dello zio del Tuo Profeta [Abbas ibn Abd al-Muttalib],
quindi ti preghiamo di benedirci con la pioggia.
[Hadith sahih trasmesso da Bukhari].

iop

Davanti a queste prove testuali, gli oppositori dell'intercessione sollevano generalmente


due obiezioni:

1) Anche se fosse legittima, la pratica dell'intercessione dei profeti e dei credenti sar
possibile solo nel Giorno del Giudizio.

Quest'affermazione contraddice il Sacro Corano, che dice quel che in lingua italiana
significa:

" per misericordia di Allah che sei dolce nei loro confronti! Se fossi
stato duro di cuore, si sarebbero allontanati da te. Perdona loro e supplica
che siano assolti. Consultati con loro sugli ordini da impartire; poi,
quando hai deciso abbi fiducia in Allah. Allah ama coloro che confidano
in Lui." (3, 159)

"Non abbiamo inviato un Messaggero se non affinch sia obbedito, per


volont di Allah. Se, dopo aver mancato nei loro stessi confronti,
venissero da te e chiedessero il perdono di Allah e se il Messaggero
chiedesse perdono per loro, troverebbero Allah pronto ad accogliere il
pentimento, misericordioso." (4, 64)

"Preleva sui loro beni un'elemosina, tramite la quale, li purifichi e li


mondi e prega per loro. Le tue preghiere saranno un sollievo per loro.
Allah tutto ascolta e conosce." (9, 103)

Quando giunse il latore della buona novella, pose la camicia sul volto di
Giacobbe. Egli riacquist la vista e disse: Non vi avevo appunto detto
che grazie ad Allah, conosco cose che voi non sapete?. Dissero i suoi
figli: O padre, implora perdono per i nostri peccati, ch veramente siamo
colpevoli. Egli rispose: Implorer per voi il perdono del mio Signore.
Egli il Perdonatore, il Misericordioso. (12, 96-98)

"I veri credenti sono coloro che credono in Allah e nel Suo Inviato e che,
quando sono presso di lui per una questione che li accomuna, non se ne
vanno senza chiedere il permesso [di congedarsi]. Coloro che chiedono il
permesso, sono coloro che credono in Allah e nel Suo Inviato. Se dunque
ti chiedono il permesso per qualcosa che preme loro, concedilo a chi
vuoi e chiedi ad Allah di perdonarli. In verit Allah perdonatore,
misericordioso." (24, 62)

"Sappi che in verit non c' dio all'infuori di Allah e implora perdono per
la tua colpa e per i credenti e le credenti." (47, 19)

"O Profeta, quando vengono a te le credenti a stringere il patto,


[giurando] che non assoceranno ad Allah alcunch, che non ruberanno,
che non fornicheranno, che non uccideranno i loro figli, che non
commetteranno infamie con le loro mani o con i loro piedi e che non ti
disobbediranno in quel che reputato conveniente, stringi il patto con
loro e implora Allah di perdonarle. Allah perdonatore, misericordioso."
(60, 12)

"E quando si dice loro: Venite, il Messaggero di Allah implorer il


perdono per voi, voltano la testa e li vedi allontanarsi pieni di superbia.
Per loro la stessa cosa, che tu implori perdono per loro o che non lo
implori: Allah non li perdoner mai. In verit Allah non guida gli empi.
Essi sono coloro che dicono: Non date nulla a coloro che seguono il
Messaggero di Allah, affinch si disperdano. Appartengono ad Allah i
tesori dei cieli e della terra, ma gli ipocriti non lo capiscono." (63, 5-7)

Tale asserzione, inoltre, contraddice gli ahadith gi riportati, che dimostrano come i
sahabah chiedessero gi su questa terra l'intercessione del Profeta (pace e benedizioni
su di lui e sul suo casato) o di altri sahabah, com' il caso dell'hadith dell'uomo cieco, o
dell'hadith della supplica per la pioggia attraverso Abbas.
2) Anche se ammettessimo che l'intercessione pu essere valida anche prima del
Giorno del Giudizio, necessario che l'intercessore sia vivo, esattamente come
quando si chiede ad un qualunque musulmano di fare dua per noi.

Quest'affermazione contraddice sia la logica che le prove del Corano e della Sunnah,
innanzitutto perch la facolt di intercedere legata al permesso di Allah, e non alla
condizione di esistenza in cui si trova l'intercessore e non impossibile ritenere che
Allah possa garantire il suo permesso anche a chi nel barzakh. L'hadith della supplica
per la pioggia attraverso Abbas non una prova del contrario perch, come spiega
Mawlay Ashraf Ali Thanwi in Haqiqat al-tariqa min as-Sunnat al-aniqa, esso una
prova del fatto che valido chiedere l'intercessione di un wali oltre che di un profeta, e
non del fatto che i sahabah non invocassero pi l'intercessione del Profeta Muhammad
(pace e benedizioni su di lui e sul suo casato) dopo la sua dipartita, come ritengono gli
ignoranti.
In secondo luogo, gli ahadith riportano esplicitamente che questa non solo una
possibilit teorica ma una realt effettiva, in quanto il Profeta (pace e benedizioni su di
lui e sul suo casato) avrebbe detto:

Le vostre opere sono mostrate ai vostri antenati defunti. Se sono opere


buone essi sono contenti di voi, altrimenti essi invocano Allah che possa
guidarvi come in passato guid loro.
[Hadith trasmesso da Ahmad, e da Hakim al-Tirmidhi].

Nella sua opera Sharh al-sudur, l'Imam Jalal al-Din al-Suyuti dedica un intero
capitolo alla questione dell'intercessione dei defunti, riportando oltre cinquanta ahadith
simili a quello precedentemente citato. Inoltre, l'Imam Ibn Qayyim al-Jawziyya
riferisce, nel suo Kitab al-Ruh, che il sahabi Abu Ayyub al-Ansari avrebbe detto:

Le opere dei vivi sono evidenti per i defunti. Se essi vi vedono un bene
ne sono allietati, ma se vi vedono un male, invocano Allah che gli renda
l'equivalente in bene.

Per quanto riguarda il verso coranico che dice quel che in lingua italiana significa:
Certo non puoi far sentire i morti, e neppure far sentire ai sordi il richiamo, quando
fuggono voltando le spalle (Cor. 27,80), Ibn Qayyim afferma nuovamente:

Il contesto di questo versetto dimostra che ci si riferisce ai miscredenti il


cui cuore morto []. Esso non vuol significare che gli abitanti delle
tombe sono completamente incapaci di sentire. Come potrebbe essere, se
il Profeta ci ha informato che essi odono i passi di coloro che partecipano
al loro funerale? Il Profeta ci ha anche detto che coloro che sono stati
martirizzati a Badr sentono le sue parole, e che chiunque saluta i suoi
fratelli credenti tra i defunti, riceve la loro risposta.

Inoltre, coloro che negano la facolt di intercedere ai defunti non tengono conto del
fatto (oppure lo negano erroneamente) che la condizione di esistenza dei profeti e degli
awliya nel barzakh diversa rispetto a quella di tutti gli altri defunti, e non
paragonabile alla morte che, invece, sperimentata dalla generalit degli esseri umani.
Seguono, a tal proposito, alcuni esempi tratti dagli ahadith attribuiti al Profeta (pace e
benedizioni su di lui e sul suo casato):
1. Allah ha proibito alla terra di consumare i corpi dei profeti.
[Hadith sahih trasmesso Ahmad, Ibn Abi Shayba, Abu Dawud, Nasai,
Ibn Majah, Darimi, e altri].

2. I profeti sono vivi nelle loro tombe, in adorazione del loro Signore.
[Hadith sahih trasmesso da al-Bayhaqi, Suyuti, e altri].

3. La notte del mio viaggio notturno, vidi Mos ritto in preghiera nella
sua tomba".
[Hadith sahih trasmesso da Muslim, Nasai e altri].

4. Nessuno mi saluter senza che Allah non mi restituisca l'anima per far
si che possa rispondere al suo saluto.
[Hadith sahih trasmesso da Abu Dawud. A proposito dell'affermazione
secondo cui Allah restituisce l'anima al Profeta, ci commentato
dall'Imam al-Suyuti come ala al-dawam, ossia permanentemente.
Allah non restituisce temporaneamente l'anima al Profeta (pace e
benedizioni su di lui e sul suo casato) per poi riprendersela, ma permette
che essa ritorni continuativamente, senza che egli cessi mai di essere
vivo. Ibn Qayyim afferma nel gi citato Kitab al-Ruh: Noi sappiamo
che il corpo del Profeta nella sua tomba fresco e vivo, e quando i
compagni gli chiesero come sarebbe stato possibile che i loro saluti gli si
sarebbero potuti esser presentati dopo la sua morte, egli rispose: 'Allah ha
preservato i corpi dei profeti dalla consumazione nella terra'].

5. La mia vita di gran beneficio per voi, e cos pure la mia morte. Le
vostre azioni mi sono mostrate nella tomba, e se vi vedo del bene rendo
lode ad Allah, altrimenti invoco per voi il Suo perdono.
[Hadith sahih trasmesso da Qadi Iyad, Suyuti e altri. Altre versioni di
questo hadith riportano che le azioni dei musulmani sono mostrate al
Profeta (pace e benedizioni su di lui e sul suo casato) ogni giovedi notte
cf. Ibn Hajar al-Asqalani in Fath al-Bari, e Ahmad in al-Musnad].

6. Io sentir chiunque invochi benedizioni su di me presso la mia tomba,


e se le invoca lontano da essa, ne verr informato.
[Hadith trasmesso con una solida catena di trasmissione (sanad jayyid),
riportato da Ibn Hajar in Fath al-Bari].

7. Sono in dovere di intercedere su chiunque visiti la mia tomba.


[Hadith hasan trasmesso da al-Daraqutni, Tabarani, Bayhaqi, al-Dhahabi
e altri].

Oltre ai profeti, anche coloro che sono caduti nel compimento del jihad rimangono vivi
nonostante il termine naturale della loro esistenza terrena, secondo l'esplicita
testimonianza coranica che dice quel che in italiano significa:

Non considerare morti coloro che sono stati uccisi sul sentiero di Allah.
Invece sono vivi e ben provvisti dal loro Signore, lieti di quello che
Allah, per Sua Grazia, concede (3,169-170).

Tuttavia il jihad , prima di tutto, lo sforzo di purificazione dalle proprie passioni e di


avvicinamento al proprio Signore, secondo l'hadith che afferma: Il vero jihad quello
che uno combatte contro la sua anima per obbedire a Dio (hadith trasmesso da Ibn
Hanbal, Tirmidhi, e Ibn Abi'l-Dunya). Da parte sua, l'Imam Abd al-Wahhab al-Sharani
ha detto: Il jihad composto di dieci parti: una contro gli infedeli, e le altre nove
sono il tuo combattimento contro te stesso.
Se ne deduce che i martiri (al-shuhada) che partecipano della promessa contenuta nel
verso dal Sacro Corano su citato sono non solamente i guerrieri caduti sul sentiero della
guerra santa contro i nemici dell'Islam, ma anche e soprattutto gli awliya, ossia coloro
che hanno ucciso" la propria anima passionale (nafs) nel compimento della guerra
santa contro il demonio, al quale tutti i musulmani sono chiamati individualmente.

Alla luce di tutte queste prove, chiaro che il concetto di intercessione solidamente
fondato sul Corano e sulla Sunnah, e come tale legittimato dai sapienti. L'autorevole
maestro hanbalita Ala al-Din al-Mardawi ha detto in al-Insaf fi maarifat al-rajih min
al-khilaf ala'l-madhhab al-Imam al-mubajjal Ahmad ibn Hanbal:

La corretta posizione della nostra scuola che permesso, e finanche


desiderabile (mustahhab), utilizzare una persona pia quale mezzo per le
proprie invocazioni. L'Imam Ahmad disse ad Abu Bakr al-Marzawi:
'Lascia che il Profeta sia un mezzo per rivolgersi supplici verso Allah'
(yatawassalu bi'l-nabi fi duaih).

iop
Tra le varie forme che pu assumere l'intercessione, considerata particolarmente
controversa quella chiamata "istighatha" (o "istiana"), ossia l'invocazione di soccorso
che il credente rivolge direttamente ad un profeta, un santo, un angelo o un jinn
benevolo. La legittimit dell'istighatha stata ribadita da numerosi sapienti sunniti
(come al-Kawthari, al-Ramli, Ibn Hajar al-Haytami, al-Nabahani, e molti altri), ma tutti
costoro sono unanimi nel precisare che la creatura di cui si cerca il soccorso non che
una causa seconda, che opera esclusivamente col permesso divino. Allah l'Altissimo
resta la Causa Prima di ogni aiuto materiale o spirituale di cui il credente pu
beneficiare, e credere che una qualunque creatura possa essere onnipotente, o possa
esercitare un potere indipendente da quello di Allah, senza ombra di dubbio idolatria e
miscredenza. Il Nobile Corano chiaro nel dire quel che in italiano significa:

"A Te solo chiediamo soccorso (iyyaka nastain)" (1, 5).

Tuttavia, nella misura in cui non si attribuisce ad altri un potere d'azione che prescinde
da quello di Allah, del tutto legittimo chiedere al Signore un soccorso per il tramite di
un suo servitore, come riferito nel "Sahih" di al-Bukhari (libro 55, hadith n.584) a
proposito di Hajar la quale, udita nel deserto la voce dell'angelo Gabriele, avrebbe detto:
"Oh tu che ho udito! Se c' un aiuto (ghawth) da parte tua, allora aiutami!".

Inoltre al-Tabarani riporta in "al-Mujam al-kabir" che il Profeta (pace e benedizioni su


di lui e suo casato) avrebbe detto:

"Se qualcuno di voi perde qualcosa o cerca il soccorso di un soccorritore


(ghawth) mentre si trova in un luogo dove non c' nessuno di amichevole, che
dica: 'Oh servitori di Allah, aiutatemi' (ya ibad Allah, aghituni), poich invero
Allah ha dei servitori che voi non vedete".

Al-Haytami riporta che questo hadith attendibile, nonostante il grado debole di alcuni
suoi trasmettitori. Una variante dello stesso, sempre riportata da al-Tabarani in "Al-
Kabir" e classificata come buona (hasan) da Ibn Hajar, afferma:

"Allah ha sulla terra degli angeli diversi dai due che registrano le azioni
degli uomini, i quali tengono persino il conto delle foglie che cadono sul
terreno. Pertanto, se qualcuno si smarrisce in una landa desolata, che
dica: 'Soccorso, oh servitori di Allah! Possa Allah aver misericordia di
voi!' (aiun ibad Allah rahimakum Allah!).

Alla luce di questi ahadith, al-Shawkani afferma in "Tuhfat al-dhakhirin":

"Negli ahadith del soccorso (aiun) v' la prova del fatto che permesso
chiedere l'aiuto dei servitori invisibili di Allah, siano essi angeli o jinn
benevoli, e non v' nulla di male nel far ci, proprio come non v' nulla
di male nel chiedere l'aiuto di un altro essere umano quando se ne ha
bisogno".

I "servitori di Allah" non sono solo gli angeli e i jinn benevoli, perch proprio alle
genti della Sunnah e del Consenso comprendere in questa definizione anche i profeti e
gli awliya. Shaykh al-Zahawi afferma in "al-Fajr al-Sadiq":

"Non v' nessuna prova per sostenere che i 'servitori di Allah' qui citati
siano solo angeli o jinn benevoli, ad esclusione di tutti gli altri. [...] Al-
Subki, al-Qastallani e al-Haytami dicono che il soccorso dei profeti e
delle persone pie solo un modo di implorare Allah per mezzo della loro
dignit e del loro onore (bi jahihim). Colui che chiede il soccorso implora
Allah affinch egli assegni un aiuto (ghawth) di parte di chi pi elevato
di noi stessi, e pertanto chi viene realmente chiamato in aiuto Allah. Il
Profeta non che un intermediario [...] e il suo soccorso una causa
seconda (tasabbuban) e l'acquisizione (kasban) di qualcosa che viene
concesso da Allah."

Per quel che riguarda il soccorso proveniente dal Profeta (pace e benedizioni su di lui e
sul suo casato), altres riportato che una notte la madre dei credenti Maymuna lo
avrebbe udito dire tre volte "eccomi!" (labbayk), e poi ancora tre volte: "ti accordato!"
(nusirta). Maymuna avrebbe chiesto al Profeta (pace e benedizioni su di lui e sul suo
casato), cosa stesse succedendo, ed egli avrebbe detto: "rispondevo con un uomo della
trib dei Banu Kaab, che chiedeva il mio aiuto contro i Quraysh" (riferito da al-
Tabarani in "al-Mujam al-saghir", hadith n. 968, con una catena di trasmissione
leggermente debole a causa della presenza di Yahya ibn Sulayman al-Madini).
Un'altro hadith riportato nel "Sahih al-Bukhari" riporta che:

"Nel Giorno della Resurrezione la gente chieder il soccorso di Adamo


(istighathu bi Adam), quindi quello di Mos, quindi quello di
Muhammad, che interceder per loro (fa yashfau) [...]. Quel giorno Allah
lo elever alla Stazione Lodata (al-Maqam al-Mahmud), e tutti lo
glorificheranno (yahmaduhum ahlu'l-jami kulluhum)".

Ancora, nel "Musnad" dell'Imam Ahmad ibn Hanbal (4, 217) riportato che, quando
Ges scender nuovamente sulla terra per combattere e distruggere il Dajjal, una voce
grider tre volte: "Oh uomini, il Soccorritore (al-Ghawth) giunto a voi!"

Come gi si potuto osservare sopra, non v' alcuna fondatezza nell'obiezione per la
quale il soccorso o l'intercessione che i profeti e gli awliya possono operare nel corso
della loro vita terrena (dunyawi) venga a mancare nel momento in cui passano da questa
alla loro modalit di vita ultra-terrena (barzakhi). Lo Shaykh Ali Mahfuz al-Azhari ha
scritto in "al-Ibda":

"Non corretto asserire che, dopo la loro morte corporale, i grandi


awliya non si occupino pi degli affari terreni, come curare le malattie,
salvare chi sta per annegare, sconfiggere i nemici in battaglia, o ritrovare
qualcosa che si perduto. [...] Che siano viventi o defunti, Allah benedice
chi Egli vuole tra i suoi awliya e, tramite i miracoli (karamat) che
concede loro, Egli cura le malattie, salva chi sta annegando, sconfigge i
nemici in battaglia e fa ritrovare le cose perdute. Questa una cosa che la
logica suggerisce esser possibile, e che il Sacro Corano conferma possa
avvenire".

In conclusione, se paragoniamo Allah ad un re, gli angeli, i profeti, e gli awliya ai suoi
ministri, e i credenti ai normali sudditi, e se teniamo conto del fatto che solo e soltanto il
Re potr mai esaudire le suppliche dei suoi sudditi, costoro possono supplicarlo
rivolgendosi a Lui oppure all'intermediazione dei suoi ministri, che intercederanno
presso il loro Signore oppure agiranno attraverso il potere che Egli ha concesso loro
ossia i miracoli.

E Allah pi sapiente. Ogni lode appartiene ad Allah, il Signore dei mondi, e che la
pace e le benedizioni siano sul nostro maestro Muhammad, sul suo casato, e su tutti i
suoi compagni senza eccezione. Amin.

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