Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
COMPLEMENTI DI TERMODINAMICA
(appunti a cura del prof. Ing. Luigi Marletta)
Presentazione
Capitolo 1
1.O Introduzione
1.1 Limiti alla convertibilita' delllEnergia
1.2 Reversibilital e Irreversibilita'
1.3 I1 Teorema di Carnot
1.4 I Teoremi di Clausius
1.5 Produzione di Entropia
1.6 Espressioni operative
1.7 Bilanci entropici nei deflussi stazionari
1.8 I1 Teorema di Gouy-Stodola
1-9 Analisi Entropica e condizioni ambiente
1- 10 Exergia
1.11 Interpretazioni del T o s i
1.12 Efficienza energetica ed exergetica
1.13 Indici di efficienza termodinamica
1.14 Esempi
Capitolo I1
Capitolo IV
Capitolo V '
L'EXERGIA GENERALIZZATA
BIBLIOGRAFIA
CAPITOLO I
Crescit eundo
1.1 JNTRODUZIONE
cui scaricare il calore residuo, e una fornitura di lavoro meccanico alla macchina , il che
presiede , rispettivamente , alla produzione artificiale della potenza meccanica e del
freddo.
Si potrebbe agevolmente dimostrare che tra i due enunciati , apparentemente
indipendenti tra loro , esiste un rapporto di complementarita', nel senso che 1'
affermazione o la negazione di uno di essi comporta necessariamente l'affermazione o
la negazione dell'altro.
La unidirezionalita' dei processi non riguarda pero' solo la trasmissione del
calore. Due correnti fluide possono miscelarsi tra loro ,ma - stando al Primo Principio -
potrebbero ,altrettanto spontaneamente separarsi ; analogamente un corpo che , da una
certa posizione , cade verso un piano piu' basso , potrebbe , senza interventi esterni
riconquistare la quota da cui era caduto . Tutto cio' sarebbe pero' contrario ad ogni senso
fisico e contraddice l'osservazione sperimentale .
Di fatto , c'e' nella Natura una direzione privilegiata nella quale evolvono i
fenomeni naturali e che non puo' essere invertita : i corpi cadono verso quote piu' basse e
li' permangono indefinitamente ; le con-enti possono miscelarsi , ma non separarsi
spontaneamente ;il calore passa dal corpo piu' caldo a quello piu' freddo e non viceversa
C' e' quindi da concludere che i processi naturali sono contrassegnati da irreversibilita' .
Ma cosa c'e' alla base della irreversibilita' ?
La condizione sostanziale che consente il verificarsi di ogni processo naturale e'
la presenza di un qualche squilibrio : squilibrio termico ( per esempio quello che
permette la trasmissione del calore da un ambiente ad un altro a temperatura piu' bassa ) ;
oppure squilibrio meccanico ( come quello che consente la circolazione di un fluido
denbn un condotto grazie ad un gradiente di pressione ) ; o chimico ( che permette di
sciogliere un soluto in un solvente a seguito della diversita' di concentrazione ) ,etc ...
Generalmente poi , durante i'evolversi dei processi , lo squilibrio tende ad
esaurirsi fino all'affermazione di uno stato di equilibrio ( annullamento della differenza di
temperatura, di pressione ,di concentrazione etc.) . ii processo si esaurisce a sua volta e ,
a meno che non vi sia qualche intervento esterno capace di ripristinare lo squilibrio
iniziale ,il sistema permane nello stato di quiete ,irreversibilmente .
Alla base della irreversibilita' c'e' dunque la tendenza dei sistemi ad assumere una
configurazione di equilibrio con l'ambiente circostante.
Resta infine da stabilire il legame tra irreversibilita' dei processi e inutilizzabilita'
di certe forme di energia .
Ebbene , anche questo legame resta sancito dall'evidenza sperimentale : l'energia
cinetica di un deflusso che, a seguito degli attriti , si trasforma in calore e come tale
disperso in ambiente e quindi imxuperabile ; owero lo strisciamento tra parti a contatto
di organi rotanti , o il riscaldamento di cavi elettrici percorsi da corrente etc. sono tutti
esempi della stessa regola generale e cioe' che gli effetti dissipativi generano forme
inutilizzabili di energia.
E' fondamentale osservare a questo punto che l'energia in forme inutilizzabili si
presenta sempre sotto forma di calore nelle condizioni ambiente ( cioe' a temperatura e
pressione ambiente ). Fin quando infatti dell'energia tennica e' disponibile a temperatura
o pressione superiore o inferiore a quella ambiente , puo' essere in qualche modo
utilizzata ; per esempio per riscaldare o dei corpi , per produrre lavoro
meccanico etc. Viceversa , allo stato ambiente, e' in quella condizione di equilibrio
ultimo nel quale permarra' indefinitamente ( stato morto ).
Condizione di assoluta idealita' e' invece quella dei processi reversibili . Sebbene
frutto di pura astrazione , la categoria dei processi reversibili e' di impartanza
fondamentale in sede operativa . Dal confronto infatti tra il comportamento di un sistema
in condizioni reali con quello in condizioni ideali ( cioe' di perfetta reversibilita' ) si puo'
capire quanto distante sia questo dalla perfezione concettuale e tecnica o quanto
appropriato rispetto agli scopi cui e' preposto. Donde la valutazione dei margini operativi
di miglioramento. Un esempio illustre di riferimento ideale per le macchine termiche e' ,
com'e' noto ,il ciclo di Camot.
Richiamati cosi' alcuni presupposti concettuaii del problema , si possono ora
ricordare alcune definizioni ,per precisare la terminologia che verra' usata nel seguito.
E' chiaro allora innanzi tutto che si definiscono reversibili quelle trasformazioni
che non sono accompagnate da effetti dissipativi e che si svolgono in forma quasistatica .
Un sistema si dice soggetto ad una trasformazione quasistatica quando passa attraverso
stati di equilibrio temodinamico che possono essere percorsi in un senso e in quello
opposto.
Se si verificano le due condizioni suddette (carattere quaistatico e assenza di
effetti dissipativi) , il cammino seguto dal sistema durante una trasformazione puo'
essere ripexmrso a ritroso nella trasformazione inversa
Come esempio di processo reversibile si puo' pensare al1 ' estrazione o alla
fornitura di calore da un grande serbatoio e alla stessa temperatura di questo ,(condizione
>-fd
T
-
\
quest'ultima p m e n t e ideale in quanto la trasmissione &l calore avviene solo attraverso
differenze finite di temperatura ). infatti se il serbatoio e' sufficientementegran& ( come
il mare o l'atmosfera ) , qualunque quantita' finita di calore estratta o introdotta non ne
modifica lo stato termodinamico generale (ma al piu' locale)
. I
E' importante infine distinguere tra reversibilita' esterna e interna . I
Per dimostrare questo ,nella sua memoria del 1824 ("Reflekonssur la puissmce
mom'ce dufeu " ) ,Egli si serve di una prova per assurdo .
Se infatti esistesse un modo di potere , nella operazione diretta , produrre piu'
lavoro di auello necessario per riportare il calore nuovamente verso il serbatoio caldo,
quella parte esuberante di lavoro risulterebbe prodotta ,in ultima anaiisi , senza spesa o
consumo di calore , ne' di qualsiasi altro agente. Cioe' sarebbe possibile produrre lavoro
dal nulla ; e cio' , come Egli scriveva ,"e' contrario ai principi della Meccaaica e della
sana Fisica". Non resta quindi che affermare che il lavoro prodotto nelle condizioni
suddette e' il massimo possibile .
E' da dimostrare ancora che l'efficienza cioe' il rapporto tra il lavoro reso e il
caiore fornito, e' indipendente da ogni altro parametro , ma dipende soltanto dalla
temperatura dei due serbatoi .
Anche in questo caso Carnot si serve di un argomento qualitativo. Egli assimila
la produzione di lavoro ,dovuto al trasferimento del calore tra due sorgenti separate da
un salto di temperatura ,al lavoro ricavabile da una caduta d'acqua tra due serbatoi posti
a quote diverse .
In questo caso il lavoro massimo ottenibile dipende solo daila quaatita' di acqua
e dai salto gravimetrico . Analogamente ,nel caso della macchina termica ,Egli afferma,
il lavoro dipendera' solo dalla quantita' di calore a disposizione e dalla differenza di
temperatura tra i due serbatoi ; ovvero il loro rapporto dipende solo dal salto di
temperatura . In generale quindi e' lecito scrivere :
Sarebbe facile dimostrare che se il fluido che lavora in una macchina di Carnot e'
un gas ideale ,risulta :
Fig. 1.3.1
1.4 I TEOREMI DI CLAUSIUS
SISTEMI REVERSIBILI
con :
-
Se , con riferimento alla Fig. 1.3.1 , rispettiamo le convenzioni che vogliono :
avremo :
pertanto :
intendendosi con questa scrittura che la variazione di entropia tra due stati A e B ,
collegati da una trasformazione reversibile , e' calcolabile tramite 1' integrale di de/T
lungo un qualsiasi percorso traA e B.
In particolare , se fissiamo uno stato di riferimento , 1' enttopia diventa solo
funzione dello stato temodinamico del sistema. Cosi' lungo una generica trasformazione
reversibile possiamo scrivere :
cioe' :
cioe' :
owero generalizzando :
.
In questa forma il secondo principio della Temodinamica prende il nome di
"diseguaglianza di Clausius " o "secondo teorema di Clausius".
Essa vale in generale ,cioe' sia per sistemi reversibili (include infatti la (2) come
caso particolare ) ,che irreversibili .
Si osservi infine che la 5) esprime una condizione che riguarda le interazioni che
il sistema ha con l'ambiente esterno.
Dalla disuguaglianza di Clausius discende uno dei risultati fondamentali della
Fisica :il principio di incremento dell'entropia nell'universo.
Possiamo dedurlo agevolmente seguendo il semplice ragionamento seguente .
."( .:
Si consideri un ciclo - esternamente
L\--
irreversibile (Fig.l.4.1) che attraversi due ,
diversi stati di equilibrio A e B e che abbia tra i medesimi un tratto irreversibile (A+B) e
uno reversibile ( B+A) :
irr I '-\ B
rev
Fig. 1.4.1
quindi :
pertanto :
6>
Posta in questa forma , la "seconda diseguaglianza di Clausius" ci permettere di
riconoscere agevolmente che , se il sistema e' isolato ( dQ = 0 ) , risulta :
Ebbene , dal momento che tutti i processi naturaii sono accompagnati da effetti
dissipativi e considerandosi l'universo un sistema isolato , il verificarsi di un qualunque
processo provoca un incremento di entropia. Questa conclusione , stabilita da Clausius
nel 1865 , viene citata come Principio dell' aumento dell' Entropia e riconosciuta come
legge fondamentale della Fisica .
Poiche' infine e' pensabile che in ogni dato istante , in qualche punto dell'
Universo si verifica un processo inreversibile , I'entropia ne resta accresciuta . In altri
termini il tempo e l'entropia evolvono e cioe' crescono nella stessa direzione . Si parla
cosi' di freccia del tempo , intendendosi che I'entropia dell'universo aumenta per il solo
effetto del passar del tempo.
I :
La disuguaglianza 6) pone in relazione la produzione totale di entropia (dS) con
l'entropia associata agli scambi termici con l'ambiente esterno (dQ/T) :
Per sottolineare il fatto che si tratta di calore scambiato sui confini del sistema ,
cioe' di scambi termici tra il sistema e le sue sorgenti , useremo , d'ora in poi per questo
termine la notazione dQz e porremo per definizione :
owem :
Posto ora :
7)
riconosciamo nel tennine dSi il contributo delle imversibilita' prodotte all'intemo del
sistema dai soliti aitriti, isteresi, diffusione di calore e di massa ed effetti dissipativi vari.
Si ha pertanto :
Ai fini del calcolo delle irreversibilita' con le espressioni sopra citate , e'
* oppomno richiamare alcuni concetti di pratica utilita' .
Con riferimento alla 9) , i termini del tipo ( SB - SA ) vanno valutati tramite la
relazione :
e precisamente ipotizzando una trasfom'azione reversibile qualsiasi tra gli stessi stati
estremi A e B ed esplicitando il d Q con oppomine scritture del Primo Principio , per es.
nella forma :
conviene ribadire che la temperatura T e' quella della sorgente . Pertanto se questa
-_--
scambia col sistema calore a temperatura costante , allora , com' e' owio , gli integrali si
trasformano in sommatone :
avendo cura di attribuire , per le solite convenzioni , segno positivo ai flussi entranti nel
sistema e segno negativo a quelli uscenti .
Se invece lo scambio tennico avviene a temperatura variabile , allora la funzione
integranda va esplicitata con le opportune scritture del Pnmo Principio .
La pratica applicazione di tali meccanismi di calcolo vem' esemplificata nei
Capitoli successivi.
L'analisi entropica dei sistemi con deflusso in regime stazionario puo' condursi in
maniera analoga a quanto visto in sede di analisi energetica sotto analoghe condizioni .
Si consideri I'epressione generale del I1 Principio nella forma :
Sin = S ( T )+ ~ m si,,,
Si,, = S ( T + A T ) + A T stu,
Pertanto :
con :
Fig. 1.7.1
hj: = z&si
- Xmksk
menii cnironti
1.8 IL TEOREMA DI GOUY-STODOLA
Com'e' noto , l'equazione del Primo Principio della Termodinamica per i sistemi
aperti (Fig. 1.8.1) assume la forma:
con owio significato dei simboli . In particolare si sono indicate con m, le portate che
attraversano il sistema , con Q e con L rispettivamente il calore netto ( assunto entrante )
e il lavoro netto ( assunto uscente ) scambiati nell'unita' di tempo con l'esterno .
Sia in particolare :
N
N
v2 v
L= C m k ( h + - + g z I k - x m k ( h + T + g z ) ,
2 uscita
+Qo +Cen
n=]
-0
Ora , per quanto visto al paragrafo precedente , i bilanci entropici per i sistemi
aperti in regime stazionario conducono alla :
v2 v=
L= x m k ( h + - + g z - ~ s ) , - xmk(h+-+gz-~s)k+
Ingrsso
7
" uscita 2
Sistema
Fig. 1.8.1
Nel caso di sistemi reversibili (4= O) il lavoro estratto e' quello ideale (L,) o
massimo teorico , cioe' :
in altri tennini , nei sistemi reali il lavoro estratto (fornito) risultera' sempre
minore (maggiore) di quello che si avrebbe in un equivalente sistema ideale .
Infine, confrontando la 14) e la 15) si ricava :
E' opportuno fare qualche precisazione circa il ruolo delle condizioni ambiente ,
in sede di Analisi Entropica.
Innanzitutto osserviamo che la scelta delle condizioni ambiente come stato di
riferimento e' convenzionale ,ma e' una scelta opportuna.
In luogo di T, si potrebbe infatti scegliere una qualunque altra temperatura T .
Nel qual caso detto AL* la comspondente perdita di lavoro utile rispetto al caso ideale , e'
facile dimostrare che sussiste la relazione :
Sia infatti T,, la temperatura di una delle N sorgenti con cui il sistema scambia
calore . Assunta allora T,, come temperatura di riferimento , con n *E (1.2 ...,n,...n* .,..N) ,
ammesso che le macchine eseguano dei cicli di Carnot (Fig. 1.9.1) e supponendo per
semplicita' che siano nulli tutti gli altri contributi , cioe' in particolare che non vi siano
deflussi ( m,=O V k) , si ha :
Fig. 1.9.1
Fig. 1.9.2
Quindi il lavoro netto vale :
L-A-A" = (AO+Au)-A"=A,
In conclusione
A,- L,, = Q (l -7)
T0
Dunque il lavoro massimo estraibile e' quello che compete a cicli di Carnot che
evolvono dalla assegnata temperatura T della sorgente fino alla isoterma ambiente T,
(c.v.~.).
I1 secondo assunto e' un corollario del primo . Infatti per una produzione ciclica
di lavoro il Secondo Principio impone che la macchina preposta operi tra due serbatoi
temodinamici . Pertanto , se l'ambiente funge da "sorgente" a temperatura T,, , perche' si
abbia produzione netta di lavoro , il "pozzo" deve trovarsi a temperatura T<To . Cio'
riporta alla necessita' di creare artificialmente un serbatoio temodinamico a temperatura
inferiore a quella ambiente . I1 resto segue da quanto posto a commento della Fig. 1.9.2.
Resta cosi' completamente dimostrato che dall'ambiente non e' possibile estrarre
lavoro , pena la contraddizione del Secondo Principio della Temodinamica . Esso
costituisce quindi un serbatoio tennodinamico di energia non-disponibile ( c.v.d.)
I1 che ci dispiace . Basti infatti pensare che, se si riuscisse a rneddare di soli
due milionesimi di grado ( AT=2 K) la massa del mare ( m - lP1Kg) , si potrebbe
estrarre da questo un'energia pari a :
che equivalgono al totale dei fabbisogni energetici dell'umanita' nel 1989 (8000 Mtep) .
L'ambiente rappresenta dunque lo stato a energia zero , cui commisurare le
grandezze di scambio , e come tale I'oppomnita' di sceglierlo come stato di riferimento ,
in sede di analisi energetica dei sistemi .
1.10 Exergia
ovvero, posto :
v2- v,2
e-e, =(h-ho)+- +g(z-%)-T,(s-so)
2
si puo' scrivere :
23)
L'exergia E esprime dunque il lavoro massimo estraibile da un sistema , ossia il
lavoro estraibile quando il sistema evolve dal suo stato temodinamico fino allo stato
ambiente , in condizioni ideali ( cioe' con ToASi=O ).
Dalla formulazione precedente risulta chiaro che esistono due forme di exergia : una
associata ai deflussi che attraversano il sistema ( E,,, ) , l'altra associata agli scambi di calore
tra questo e 1' ambiente esterno (EQ). Si puo' quindi riscrivere la eq. 23) nella forma :
Inoltre , per un sistema che evolve tra gli stati 1 e 2 ,dalla 20) segue :
ossia :
qASi= E, - E2 - L,,
Alla luce delle considerazioni precedenti risulta che , guardando ai problema dal
punto di vista del Primo Principio , la bonta' di un dato processo di conversione verrebbe
definita attraverso il confronto tra la quantita' di energia convertita in forme utili con la
quantita' di energia originariamente disponibile (rendimento) :
Energia ottenuta
'= Energia fornita
Nel caso dei cicli termici diretti , per esempio, questa espressione assume la forma
ben nota q =UQ .
Si capisce pero' che un giudizio cosi' fondato puo' rivelarsi parziale o fallace ; non
comprende infatti quell'alm aspetto - importante a qualificare la bonta' del processo stesso -
relativo alla "congruenza" tra quella data sorgente energetica e quel dato scopo , tra la
tecnologia utilizzata e l'uso finale . Si prospetta cioe' il pericolo che, impostando il problema
nei tennini consentiti dal Pnmo Principio, il giudizio non tenga conto di una possibile
"inappropriatezza" del sistema rispetto allo scopo , o di possibili "sprechi" connessi con l'uso
della sorgente energetica che alimenta il sistema ,e quindi , in una parola ,con l'uso che si fa
dell' energia .
L'equivalente economico e' perfetto : nel conseguimento di un dato bene o servizio ,
e' necessario disporre di un patrimonio e ammettere un certo "consumo" ; ebbene , se questo
e' contenuto, risulta accettabile , ma se eccessivo , denuncia uno spreco . Nel primo caso si
parlera' di "uso appropriato" del patrimonio , nel secondo di "uso non appropriato" .
Anche nell'energia si puo' distinguere la "quantita' " dai "valore" . La quantita' e'
misurata dall'ammontare dei h4J o dei kW , ma il suo valore o qualita' e' quantificata daila
capacita' di compiere lavoro , nel senso generalizzato di cui sopra , quindi dall'exergia .
I1 confronto allora va fatto non tanto in tennini di rapporto tra cio' che si ottiene
rispetto a cio' che si fornisce ; ma tra cio' che si ottiene rispetto alla potenzialita' massima
pogiblle p p p p - p - - -- - - - - - - - - - - - - - l
- -
Trasponendo in formula questo nuovo concetto di "efficienza" , si e' portati a porre
per definizione :
Exergia cttenuta
C= Exergia fornita
Sulla base della exergia il giudizio circa la bonta' di un dato processo energetico puo'
dunque essere emesso in forma piu' generale . Vi rientrano infatti le grandezze energetiche
ricordate sopra ( le caratteristiche termodinamiche e le quantita' ) , ma anche la "qualita"'
dell'energia, rappresentata daila capacita' di compiere lavoro , che qualifica - come abbiamo
visto - l'appropriatezza di una risorsa o di un processo rispetto allo scopo da conseguire .
In ultima analisi , mentre l'Analisi Energetica coinvolge solo il Primo Principio ,
l'Analisi Entmpica ( o exergetica ) implica sia il Primo che il Secondo Principio della
Temodinamica e come tale e' uno strumento d'indagine piu' generale e potente.
Eu
[=-=l-- Kui
E; 4.
Un altro indice di efficienza termodinamica, ricorrente nei problemi di trasmissione
del calore ,e' la produzione specifica di irreversibilita' ossia la produzione di irreversibilita'
per unita' di calore scambiato :
La fornitura o l'estrazione del calore da un sistema awiene a spese di exergia . Torna
utile allora valutare il rapporto ExergiaKalore , o piu' precisamente Exergia fornitallalore
scambiato :
1.14 ESEMPI.
Fig. 1.14.1
Un indice della qualita' termodinamica di questi due sistemi puo' essere la produzione
entropica per unita' di flusso termico trasmesso all'ambiente :
Potenziale energetico
irip iegato
Potenzia le
28' C 4W C 98' C
Fig. 1.14.2.
In conclusione ,mentre l'Analisi Energetica ci dice che i due sistemi sono equivalenti
e che anzi sono l'espressione della perfezione termodinamica (q=1) , l'Analisi Entropica
discrimina tra i due in base al potenziale energetico impiegato .
Come si vede lo "spreco" (6.8%) risulta adesso minore che nel caso precedente
(18%). poiche' il potenziale energetico impiegato e' piu' prossimo a quello richiesto.
Si puo' pertanto concludere affermando che , rispetto ad un dato scopo o uso finale da
conseguire, sorgenti d o sistemi , quantunque energeticamente equivalenti , possono risultare
appropriati o non appropriati e tale giudizio e' possibile esprimerlo solo attraverso l'Analisi
Entropica .
ANALISI ENTROPICA
DELLE MACCHINE
Si consideri il semplice schema di una macchina che esegue un ciclo termico tra
due serbatoi a temperatura diversa ( T, e T, ) con i quali scambia rispettivamente il
calore Q, e Q,
Svilupperemo l'analisi entropica per cicli reversibili e irreversibili , diretti e
inversi a partire da bilanci globali .
Questi verranno stabiliti particolarizzando la relazione fondamentale del Secondo
Principio :
e i1 cui significato e' chiaro : in un ciclo diretto (inverso) il lavoro prodotto (assorbito) e'
minore (maggiore) di quello che compete ad un ciclo ideale . Lo scostamento equivale
alla produzione di irreversibilita' T&i . Questa stessa quantita' di energia viene rilasciata
in ambiente assieme al cascame termico Q, .
E' opportuno osservare che , mentre Q, e' una quantita' che va "necessariamente"
riversata in ambiente in quanto richiesto dal carattere ciclico del processo e per questo
chiamata energia non disponibile , la quantita' T& e' espressione dell'energia che , a
causa delle irreversibilita', non e' stata converita in lavoro utile - owero spesa in piu' nel
caso di ciclo inverso - e per questo definita come energia non utilizzabile .
In conclusione il carattere irreversibile delle trasformazioni che hanno sede in
una macchina produce in ogni caso delle "perdite" . Tali perdite sono misurate dal T & S i
( il che ribadisce il teorema di Gouy-Stodola) e vanno ad aggravare la traccia che il
sistema lascia in ambiente.
CICLO DIRETTO - CASOIDEALE : =O
Q, 1 - l
&, =-= Q1 -
Lt a-Q1 A
T U .I - - lA = TAS.
Fig. 2.2.1
Per ogni singola trasformazione scriveremo la relazione
Supponendo che gli scambi termici avvengano alla temperatura delle sorgenti , si
ha :
da cui
Nel caso del ciclo Joule , percorso da un gas ideale ,avremo rispettivamente :
Dalla somma , membro a membro , delle relazioni compendiate in (4) , resta
peraltro confermato il risultato espresso dalla (3) .
Infatti si ha :
Fig. 2.3.1
4 4
Q3.4
J%='JdQ=- (processo a T, = costante)
3 T T3 3 T3
li
5
-dQm
T
I =--
=-J~Q
T,,
' ~Q~. ' I
TI
(processo a T, = costante)
Sommando ora membro a membro le equazioni del sistema (5) e tenendo conto delle
(6) ,si ricava per la produzione complessiva di entropia l'espressione :
Fig. 2.3.2
Nel caso ideale trattato finora si e' fatta l'ipotesi che la fornitura e la cessione del
calore tra sistema e sorgenti avvengano reversibilmente e cioe' senza differenze di
temperatura . Volendo ora, piu' realisticamente , tenere conto dei salti finiti di temperatura ,
si faccia l'ipotesi che la sorgente calda fornisca il calore a temperatura T, > T j e quella
fredda riceva il calore a temperatura TfC TI.
Includendo infine le irreversibilita' alleespansione ,il ciclo si presenta simile a quello
in Fig.2.3.3 .
Fig. 2.3.3
Si consideri il ciclo diretto a gas in Fig. 2.4.1 , costituito dalle isobare 2-3 e 4-1'
e dalle adiabatiche non isentmpiche 1'-2 e 34' (ciclo Joule ) .
Si faccia l'ipotesi che la fornitura e la cessione di calore avvenga rispettivamente
alla massima e alla minima temperatura del ciclo . Con i &ti della Tab. 1 ,si calcoli :
Tab. 1
Dati di calcolo
r
Fig. 2.4.1
Calcoli preliminari
ik-l)lk
= T,(P, f p ] ) . = 435.4 K
(k-1)Ik
T, = T 3 ( ~ 4~ 3 ) = 688.4K
T .= q -(q- T , ) / vK = 277.2 K
T - ( T - ) = 722.OK
T,. CJT. - T . )
( A S ~ ) ~ .=. ~ .C, ln-- = 0.6473 WIKgIK
r, T
AQ = AL = T 0 4= 285.5 W/Kg
2.5 Esercizio No. 2 : ANALISI ENTROPICA DI UN CICLO HIRN
Tab.2
Dati di calcolo
Fig. 2.5.1
Calcoli preliminari :
Le proprieta' temodinamiche degli altri punti &l ciclo , rilevate dal diagramma
di Mollier e dalle tabelle del vapore ,sono raccolte nella Tab. 3 .
Tab. 3
Proprieta' del vapore
Entalpia Entropia
Punto del ciclo h s
(WKg) (kJmyK)
1 146.5 1 0.5048
2 146.51 0.5048
3 1159.94 2.9302
4 2793.15 5.9650
5 3432.52 6.9780
6 2373.46 7.7524
ANALISI ENTROPICA
=st-SI -
- a
(AS~= ~ --h4 - h3
) ~s4. -s3 -
- 2.3526 k l l K g l K
T,
h, - /l4 --
( A S ~ =sS-s4
) ~ . ~ -- 0.7459 k l l K g l K
r,
Tab. 4
Ripartizione delle perdite enuopiche
MKgK
(ASi),, = 5.100 ; 84.3 % Perdite nel G.V.
L, = h, - h, = 1059 kJB;g
'7, = L , / Q , , = ( h 5 - h 6 ) / ( h 5 - h , ) = 0.322
Lavoro ideale :
.
L'analisi energetica comporta il calcolo delle perdite nel generatore di vapore in
turbina e al condensatore .
Perdite al condensatore :
E,, = h, - h, = 2226.95 W K g
Perdite in turbina :
in cui :
Assunti :
H; = 42000 kJ/Kg,
m, / m,. = 0.083 K g / K g v
risulta :
quindi :
La ripartizione delle perdite energetiche del ciclo e' compendiata nella Tab. 5 .
Tab. 5
Ripartizione delle perdite energetiche
kJKg
(m), = 200.00 ; 7.5 % Perdite al camino
Considerazioni conclusive
il confronto dei risultati secondo i due diversi approcci e' meglio evidenziato nel
diagramma della Fig. 2.5.2 .
Le differenze piu' vistose riguardano le perdite al condensatore e quelle per la
produzione del vapore . Cio' e' evidentemente dovuto al diverso "punto di vista" con cui
si guarda ai processi termici . L' analisi energetica vede nel condensatore la sede delle
maggiori perdite ( 83.7 9% rispetto al totale ) in quanto e' da qui che si rilascia in ambiente
il cascame termico , che in questo caso ammonta a (1-0.322) = 67.8 % del calore fornito
al ciclo , ma che , nel migliore dei casi , con impianti a vapore particolarmente efficienti
(11-0.40) ,ammonta pur sempre al 60 % circa .
L' analisi entropica evidenzia invece che le minime perdite ( 2.9 % ) competono
al condensatore in quanto quella che esso tratta e' energia gia' degradata, prossima alla
temperatura ambiente e quindi poco utilizzabile ai fini della conversione in lavoro .
Viceversa , un alto grado di irreversibilita' e' associato al processo di produzione
del vapore ( 84.3 % ) . Cio' e' principalmente imputabile al fatto che nel G.V. il
trasferimento del calore di combustione al vapore avviene con elevati salti termici :
infatti la temperatura della sorgente (che e' quella di fiamma) si aggira intorno ai
1800+ 2000 'C , mentre la temperatura massima del vapore e' dell'ordine dei 550 'C .
Altre perdite sono infine imputabili ai rilascio dei gas caldi della combustione .
Questi infatti , in quanto a temperatura dell'ordine dei 150 'C , possiedono un discreto
potenziale energetico che ,con 1' evacuazione in atmosfera, viene praticamente perduto .
Cio' e' gia' evidenziato dail'anaiisi energetica (7.5%). mentre nell' analisi
entropica qui svolta tali perdite figurano ancora incluse nel termine (dS,),, (Tab. 4 e 5) .
E' chiaro in conclusione quanto diversi siano i messaggi che emergono da questi
due approcci . Guardando al problema dal punto di vista del Primo Principio ,
sembrerebbe doversi mirare ai miglioramento delle prestazioni del condensatore , e
quindi aila ottimiuazione della sua geometria ,dello scambio termico etc.
Viceversa il Secondo Principio disconosce l'importanza del condensatore , nella
misura in cui il potenziaie temodinamico dell'energia che vi transita e' bassissimo ;punta
invece l'attenzione sul generatore di vapore , indicando nel processo di combustione e
nello scambio termico fumi-vapore i punti deboli del sistema e ne lascia intuire gli ampi
margini di miglioramento.
Fig. 2.5.2
.
2.6 Esercizio No. 3 ANALISI ENTROPICA DI UNA POMPA DI CALORE
Una pompa di calore esegue il ciclo mostrato nella Fig. 2.6.1 e i cui stati
temodinamici sono descritti dai valori raccolti nella Tab.6.
Assunta come temperatura della sorgente calda T, = 325 K e come temperatura
della sorgente fredda TI = T, = 280 K , si calcoli la produzione di entropia delle singole
trasformazioni e si verifichi la relazione AL. = ToASi.
Tab. 6
Dati di calcolo
Entaipia Entropia
Punto del ciclo h s
WKg kilKejK
1 93.0 0.350
2 191.5 0.714
3 224.1 0.720
4 93.0 0.330
Fig. 2.6.1
Produzione di entropia associata aile singole trasformazioni :
( A S ~ ) ~ . , = S , - Sh,~ -
- -h3 = 0.0134 k l l Kgl K
T,
Tab. 7
Ripartizione delle perdite entropiche
kT/Kg/K
= 0.0122 23.64 % Evaporazione
(Li)34
= 0.0134 25.97 % Condensazione
L'anergia puo' anche essere riguardata come la parte non convertibile dell'energia.
Nel caso di un ciclo termico e' l'energia non disponibile .
Dalle precedenti espressioni risulta :
Q=EQ+4
Posto per semplicita' T,=T, e Ti=T , si consideri il caso del Riscadamento . Qui e'
Allora :
Si puo' dare un'idea del rapporto tra exergia e anergia richieste per mantenere un
ambiente per es. a T=20'C ,con To=O'C ,calcolando come segue :
Fig. 2.8.1
Nel caso invece del raffreddamento , si puo' considerare il caso della cella
frigorifera mantenuta a T= -20C (T,=O0C) . Si ha allora :
Ora per realizzare la combinazione di exergia e anergia richiesta dall'uso finale, e'
necessario ricorrere a una macchina. E la macchina a sua volta attingera' a una sorgente di
exergia e di anergia ;indichiamo queste quantita' rispettivamente con Es ed A,.
L'anergia proviene dall'ambiente e come tale, in linea di principio, e' gratuita,
mentre e' la fornitura di exergia che costituisce un costo.
La valutazione della prestazione del sistema si puo' fare attraverso gli indici di
efficienza termodinamica, gia' introdotti al 3 1.13.
In quella sede il rendimento exergetico veniva formulato come rapporto tra
I'exergia richiesta dagli usi finali e quella fornita al sistema Coerentemente con quella
definizione, resta definito in questo caso come rapporto tra 1' exergia EQ , associata al
calore Q da conferire (o estrarre) per mantenere l'ambiente a temperatura T , e l'exergia
effettivamente impegnata dalla macchina E,. Quindi :
Piu' sinteticamente, posto
La produzione di irreversibilita'
Sulla base di questi indici si puo' procedere al conlbnto tra sistemi diversi per la
produzione del calore o del freddo.
A questo scopo si osservi che, una volta fissato l'uso finale , il termine eQ resta
determinato una volta per tutte ; per eQ si possono per esempio utilizzare i valori
numerici calcolati sopra. La prestazione del sistema , per quanto risulta dalle formule
precedenti , dipende allora solo & e, il quale e' caratteristico del tipo di macchina
utilizzata : il problema e' quindi rimandato all' analisi exergetica delle varie tecnologie,
alla ricerca della formulazione esplicita di e, .
Questa analisi vem' svolta nelle sezioni successive ,considerando separatamente
il caso delle macchine per la prodw.ione del calore e per la produzione del freddo.
2.9 ANALISI EXERGETICA DELLE MACCHINE
PER LA PRODUZIONE DEL CALORE
RESISTENZA ELETTRICA
Pertanto :
risulta :
In forza di questi dati e' possibile costruire il diagramma di flusso riportato in Fig. 2.9.1.
_I
+ CALDAIA
r
'4.
'2
Da cui :
-.
-1.
.. '
A
Per la costruzione del diagramma di flusso exergia-anergia si adoni ad esempio :
\ I
\
-i- T/= 1200C = 1473 K ; T = 20'C = 293 K ; T,= O'C = 273 K ; 0.90
.-
. ...l--.
P.
*',
.
W- e si calcoli l'exergia e l'anegia della Sorgente :
Si osservi che e, + as = 1.11 , che puo' essere inupretato come la somma del
..
calore da fornire all'ambiente (=l) e del calore disperso all'estemo, principalmente
attraverso i fumi,e pari a (l/qc - 1) = 0.1 1 .
Questi dati, unitamente ai valori precedenti di aQ ed ep , permettono la
cosuuzione grafica della Fig. 2.9.2.
Inoltre si ha :
IMPIANTO SOLARE
I1 collettore solare e' un altro possibile sistema per la produzione del calore. Esso
converte per effetto serra la radiazione solare in energia termica , la quale viene raccolta
dal fluido tennovettore (aria o acqua) e da questo convogliata in ambiente.
Per valutare , in maniera semplice , l'exergia del collettore si osservi che la
temperatura piu' elevata ivi raggiunta e' quella della piastra T,, , che ordinariamente e'
dell'ordine di 70-80'C.
Per un collettore di rendimento q , , l'exergia vale allora :
-
quindi :
Per costnllre anche in questo caso il diagramma di flusso ,si osservi che l'energia
in ingresso al collettore puo' scomporsi in exergia e anergia come segue :
Anche in questo caso si noti che ex + a, = 1.67 , che va interpretato come somma
del calore da fornire all'ambiente (=l) e quello disperso verso l'esterno pari a (llqcs -1)
= 0.67
Si ha allora :
Fig. 2.9.2
Fig. 2.9.3
Ambiente
Interno
Ambiente
Esterno
Fig. 2.9.4
POMPA DI CALORE
La pompa di calore , com'e' noto, viene alimentata sia & energia meccanica o
elettrica , che e' pura exergia, che da anergia prelevata dall'ambiente esterno .
I1 rapporto tra energia termica resa e lavoro meccanico introdotto e' il
Coefficiente di prestazione COP > 1 ,ossia :
Q
COP = -
P
I1 rendimento exergetico vale pertanto :
.MACCHINA A COMPRESSIONE
per cui :
Per costruire anche in questo caso il diagramma di flusso, si fissi per esempio :
Allora :
Si osservi che I'exergia e' positiva , cioe' entrante nell'ambiente da raffteddare.
mentre l'anergia e' negativa ,ossia uscente ,secondo quanto previsto al $ 2.8 .
Inoltre :
MACCHINA AD ASSORBUIENTO
Dunque :
Da cui :
Per concludere merita osservare che - come ben evidenziato dalle stesse Fig.
2.10.1 e Fig. 2.10.2 - a pacita' di eQ e aQ ossia di servizio reso all'utenza, la macchina
frigorifera a compressione riceve 0.4 unita' di energia (exergia) e ne rilascia verso
l'esterno 1.4 , mentre la macchina ad assorbimento ne riceve 1.67+0.33=2 e ne scarica
1.03+0.3+1.67=3 . Cio' significa che quest'ultima e' sede di flussi energetici
complessiv~enteben maggiori della macchina a compressione , il che si traduce in una
maggiore estensione delle superfici di scambio tennico, con relativo onere economico.
L'energia in transito attraverso la macchina e' poi in realta' prevalentemente
anergia. Risulta chiaro allora che sebbene l'anergia sia gratuita alla sorgente, veicolare
questa attraverso il sistema comporta costi economici non trascurabili.
Ambiente
esterno
Ambiente
interno
Fig. 2.10.1
Ambiente
esterno
Ambiente
interno
Fig. 2.10.2
2.11 RAZIONALITA' TERMODINAMICA
NEGLI USI TERMICI DELL'ENERGIA
Tab. l
Tab.2
ANALISI ENTROPICA
INTRODUZIONE
.
Nel caso di scambio termico (Fig. 3.2.1) ua due deflussi (k=1,2) in un sistema
adiabatico verso l'esterno (Q=0) e senza scambio di lavoro (L=@ , l'equazione di Gouy-
Stodola diventa :
ossia :
= wl(ei- e,)] + n ~ ~ ( e ~
da interpretarsi come il rapporto tra I'exergia guadagnata dal fluido freddo (che
supponiamo essere il fluido 1) e l'exergia perduta dal fluido caldo ( che supponiamo
essere il fluido 2) .
Ora per il Pnmo Principio. si ha :
che nel caso dei gas ideali si puo' scrivere nella forma :
Fig. 3.2.1
3.3 TEMPERATURA TERMODINAMICA MEDIA
Lo scambiatore & calore e' un dispositivo tipico in cui la temperatura dei fluidi di
lavoro e' spaziaimente variabile. Da qui la opportunita' di utilizzare , nelle relazioni
entropiche , la Temperatura Temodinamica Media .
- -
Introdotto AT = T, - T? , si riscriva la produzione di irreversibilita' nella forma :
ossia :
fluido caldo ; viceversa , sempre a parital di T, , operare con piu' bassi A? richiede si'
maggiori superfici di scambio termico ma permette un migliore utilizzo della sorgente
calda.
E' importante osservare quanto sensibilmente la produzione di irreversibilita'
Fig. 3.4.1
Fig. 3.4.2
. In uno scambiatore di calore si deve riscaldare una portata m, = 1.1 Kg/s di aria
(Cp,= 1 ki/Kg /K ; R=0.287 H/Kg /K) da Tli = 16 "C a T,, = 55 'C . Nel deflusso, a
causa degli attriti , la pressione passa da pii = 1.036 bar a p,, = 1.0 bar (Fig. 3.2.1) .
L'aria viene riscaldata da un fluido caldo (Cp,= 4.19 kJlKg /K) la cui portata m, =
0.467 Kg/s entra nello scambiatore a temperatura T,i = 70 ' C .
Assumendo trascurabili le variazioni di energia cinetica e potenziale di ambedue
i fluidi e considerando questi come gas ideali , si valutino le perdite entropiche nello
scambiatore e il rendimento exergetico.
Q = ( ~ C , ) I ( $ , - T , ~ ) = ( I . I1 ) ( 5 5 - 1 6 ) = 4 3 . 1 k W
per cui :
e assumendo TO=OeC=273K . si ha :
[qdsilAp=-q zmk Tk
2
k=l
u
~ ~ = - ~ R h , h - Plu
i
+ 0 = - 2 7 3 . 10.287
Ps
5 1.1 h-= l
1.036
3.05 I ~ W
In alternativa ,si puo' eseguire il calcolo delle irreversibilita' legate allo scambio
termico facendo ricorso alle Temperature Temodinamiche Medie e alla formula 2) del
$3.1 .
Pertanto :
Fig. 3.4.3
-
Dalle tabelle del vapore , in funzione p,=10 ata , si legge
Pertanto
Da cui :
Quindi : #-
e infine :
qdSi
v=--=- 1.1 = 27.5 %
Q 4
In alternativa , si puo' fare ricorso alla Tempertaura Temodinamica Media dei fluidi :
Avremo m-tanto :
Dunque :
Un caso particolarmente importante e' quello dello scambio termico tra un gas e
un vapore . Cio' infatti e' quanto si verifica nei Generatori dj Vapore (G.d.V.) tra i gas di
combustione e l'acqua di alimento. Questa entra nel G.d.V. come liquido sottoraffreddato
ed esce in condizioni di vapore surriscaldato. La vaporizzazione quindi avviene a spese
dell' entalpia dei fumi (Fig.3.5.2)
La produzione di irreversibilita' e' quindi proporzionale ail'area compresa tra la
linea del gas e quella del vapore . Per limitare queste perdite una soluzione praticabile
. sarebbe quella di spezzare la linea del vapore in una serie di riscaldamenti a diversa
pressione . Un esempio di questo tipo di impianti e' schematizzato in Fig. 3.5.3 . Si tratta
di un sistema a due livelli di pressione che , in linea di principio, realizza questo scopo .
Si veda infatti , sul diagramma di Fig. 3.5.4 , I'accostamento che si ottiene tra i due
profili di temperatura.
I1 vantaggio si misura in termini di migliore sfruttamento del potenziale
energetico dei fumi e , in concreto, in minori temperature di scarico dei gas al camino ,
maggiori rendimenti del G.d.V. e quindi del ciclo stesso. La contropartita e'
rappresentata dalle maggiori dimensioni delle superifici di scambio termico - a causa dei
minori AT disponibili - e la complicazione impiantistica di avere due o piu' circuiti
indipendenti a diversa pressione.
Com'e' ovvio. incrementando indefinitamente i1 Numero del Livelli di Pressione
(WL) si raggiungerebbe la situazione ideale dei due profili di temperatura molto
ravvicinati e ornotetici. C'e' naturaimente un limite , non solo economico ma anche
temodinamico , ail' NPL massimo . Cio' e' evidentiato nella Fig. 3.5.5 dove si correlano
I'NPL e la Temperatura dei gas al Rendimento di Recupero , definito come il rapporto tra
la produzione elettrica e il calore convogliato dai fumi . Si vede che il vantaggio di ogni
ulteriore livello di pressione diminuisce al crescere della temperatura massima dei gas .
Fig. 3.5.2
Fig. 3.5.3
Fig. 3.5.4
Cio' basta per individuare le situazioni in cui tale soluzione e' praticabile . Di
fatto nelle Centrali Temo Elettriche (CTE) convenzionali , la temperatura massima dei
fumi e' dell'ordine dei 1000 'C e quindi non c'e' convenienza nell'adozione di G.d.V. a
piu' livelli di pressione .
Viceversa tale pratica e' conveniente nei cicli sovrapposti Gas-Vapore , dove la
sorgente termica per il ciclo a vapore e' costituita dai gas di scarico del turbo-gas a
temperature di circa 500+600 'C . I1 G.d.V. in questo caso prende il nome di Caldaia a
Ricupero ( o Heat Recovery Steam Generator , HRSG ) .
Molti impianti , oggi commercialmente disponibili, prevedono tre livelli di
pressione . X titolo di esempio si riporta in Fig. 3.5.6 lo schema funzionale d'impianto
cui corrispondono i profili di temperatura di Fig. 3.5.7 e il ciclo di Fig. 3.5.8 .
Fig. 3.5.5
Fig. 3.5.6
10
Fig. 3.5.7
Fig. 3.5.8
essendo :
r,
=l -=
79
Qui si e' indicato con Tsila temperatuta dei gas all'ingresso dell' HRSG e con
la loro temperatura temodinamica media.
Tale rapporto quantifica la "distanza" tra situazione reale da quella ideale. Studi
-
recenti valutano oggi = = 0.4j0.8 , dove i valori piu' alti sono per impianti di taglia
maggiore e per NPL = 3 .
3.6. PERDITE DI PRESSIONE E IRREVERSIBILITA'
" C,dT - v d p u
r,y=nr,J T
T,
= ti -
Tf
(-JV
;
dp)
i
Per cui
T0 L,,
GASi = -
T/
Risulta quindi (Fig. 3.6.1.) che le perdite per attrito (L,.), come calcolabili u
fluidodinamica, coincidono con quelle entropiche solo quando To=Tr I1 T,&,
particolare cresce rapidamente al decrescere della tempertaura del fluido TI. Da qu:
necessita' di limitare le cadute di pressione nei fluidi che evolvono a temperar
criogeniche e in conclusione , ancora una volta , la particolare sensibilita' di que
settore alle irreversibilita'.
T0 Ti
Fig. 3.6.1.
Una possibile interpretazione di quanto descritto sopra si puo' dare con le
considerazioni che seguono .
L'attrito da' luogo a una perdita di lavoro pari a L, , ma produce una quantita' di
calore Q = L, al quale , se T'> T,, e' associata l'exergia :
. m
Alora introdotta la portata volurnica V (rn31s) con V = I p , si puo' scrivere :
3.7 INDICI DI EFFICIENZA
NELLO SCAMBIO TERMICO CON DEFLUSSO
Fig. 3.7.1
L'equazione di Gouy-Stodola assume quindi rispettivamente la forma :
Nel seguito svilupperemo partitamente i due casi : deflussi con scambi di energia
termica e deflussi con scambi di pura exergia .
2) .
in cui
RISCALDAMENTO : A= 1 + 10 X = l + A
RAFFREDDAMENTO : A=O+)i X = A + l
da cui :
3)
e riportata nelle Fig. 3.7.4 e Fig. 3.7.5 . Si ricordi che , come osservato a suo tempo , la
non e' limitata superiormente . Nel caso del raffreddamento quindi , per assegnata Tu
e al decrescere della temperatura della sorgente T, , essa puo' assumere valori comunque
grandi .
Si valuti infine il rapporto x tra I'exergia ricevuta dal sistema e il calore
scambiato. Si noti che , qualunque sia il processo ( riscaldamento o raffreddamento) , il
fluido di lavoro richiede exergia ( la quale pertanto , nelle formule , figura sempre come
una quantita' positiva ) . I1 calore scambiato dal sistema sara' invece , al solito , positivo
se entrante e negativo se uscente . I1 x quindi sara' un indice da prendere in valore
rissoluto. Ricordando la 3) , avremo pertanto :
Fig. 3.7.6
Se il fluido riceve calore da una sorgente che eroga pura exergia ( per es. en.
elettrica o meccanica) , il bilancio entropico e' dato dall'eq. lb) . Ma per il primo
principio risulta :
Rendimento Exergetico
Raiireddamento
Fig. 3.7.2
Rendimento Exergetico
Riscaldamento
Fig. 3.7.7
Produzione Specifica di Enbopia
Raffreddamento
O.l 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 0.9999 X
Fig. 3.7.3
Fig. 3.7.5
Per un solo deflusso isobaro , si ha :
da cui :
Si osservi che questa espressione e' ricavabile dalla 2) per A i> a . I1 suo
diagramma e' dato in Fig. 3.7.7.
Si ha anche :
Renoimento Exergelicc
( sorgtnle cne eroga exergla Dura )
Fig. 3.7.7
ESEMPI
da cui :
Come esempio di sorgente che eroga pura exergia si consideri il caso del
riscaldamento elettrico di una vena d'aria dalla temp. ambiente (T,=To) alla tu= 40'C.
Allora : Tl=To=300 K ; Tu= 3 13 K
da cui :
i
In questo tipo di analisi conviene riferire le grandezze estensive alla mole di gas.
Queste allora verranno affette dalla tilde ( -) e l'equazione precedente assume la forma:
con xj = frazione molare del gas e n,o,= numero totale di moli di gas nei fumi .
Se la miscela e' fatta di gas ideali e sotto l'ipotesi di deflusso isobaro fino alla
temperatura ambiente T. , si ha :
Allo stato finale ogni gas j-mo dei fumi assumera' la stessa pressione parziale
( p J j e la stessa &u.ione molare (xd del comspondente gas atmosferico. Pertanto :
Infine :
= [ T , A S ~+] [cdsiID
~~
Esempio
N2 02 H20 Ar C02
Kmoli
Kmole d'aria 0.203 0.0312 0.009 0.0003
Kmoli
rcm1e.0, 3.727 1 O. 154 0.044 0.001
La reazione stechiometrica di combustione del CH4 e' la seguente :
~H.O 2.308
X H ~ O= -- - = 0.217
rg, 10.852
Si ha subito :
Per cui :
dove :
o. 092
=0.092ln- +0.213 h-
O. 213
+ 0.687 In- O. 687 + 0.008 In- O. (W8 =
O. W 3 0.0312 O. 7565 O. 009
dunque : - -
Infine :
Si osservi che la perdita per diffusione e' largamente superiore a quella per temperatura.
Provi il Lettore a ricalcolare il tennine [TodSi], facendo uso delle pressioni
parziali ,come richiesto dalla relazione a secondo membro della 1) .
3.9 IRREVERSIBILTA' NEI TRANSITORI TERMICI
Non e' difficile, con gli strumenti fin qui acquisiti. studiare il caso della
produzione entropica in regime dinamico.
E' quello che si fara' in questo paragrafo, attraverso un esempio.
Si verdra' confermato il concetto di freccia del tempo (time arrow) ossia la
corrispondenza tra incrementi temporali ed incrementi entropici .
Quindi , prendendo spunto dai risultati conseguiti, verra' enunciato un altro
importante teorema che regola la produzione di irreversibilita' nei sistemi prossimi
all'equilibrio, che e' il teorema di Prigogine , e se ne accemera' alle conseguenze in
campo culturale e scientifico .
Qui si e' indicato con T, la costante di tempo del sistema , che vale :
Fig. 3.9.2
Si puo' ora procedere al calcolo della produzione di irreversibilita'
dSi = ( A S ; ) ~+ ( A S ~ ) ~
con :
Qui si e' indicato con dQA e dQB il calore che il corpo e l'ambiente si scambiano
attraverso la superficie di contatto .
Naturalmente sara' :
E infine :
Fig. 3.9.3
3.10 LO STATO STAZIONARIO E IL TEOREMA DI PRIGOGINE
Non sarebbe difficile ricavare l'espressione esplicita della P nel caso appena
visto : basta infatti invocare il teorema di derivazione di una funzione di funzione .
Possiamo comunque evitare il ricorso ai calcolo , osservando che la P esprime il
gradiente della stessa &,(T) il quale , come anche appare dalla Fig. 3.9.3 , e' decrescente
rispetto al tempo .
L'andamento qualitativo della funzione P e' mostrato nella Fig. 3.10.1 .
Fig. 3.10.1
Ebbene tutte le volte che queste condizioni sono verificate , e' possibile
dimostrare che il sistema possiede un comportamento asintoticarnente stabile .
Che lo stato stazionario sia stabile puo' apparire banale nel semplice caso in
esame , ma ha importanti conseguenze se il concetto e' riferito ai sistemi complessi e a
contesti piu' generali.
Sono ad esempio molti gli Autori cui e' sembrato di trovarvi una risposta al
problema , drammaticamente amale , circa il modello di sviluppo da dare aila societa' ,
affiche' l'esercizio delle umane attivita' sia congruente con le limitate risorse del pianeta
Terra (The susrainable sociey ) .
La crescita esponenziaie , che oggi si registra, di consumo delle risorse e di
inquinamento da parte della societa' occidentale , e della popolazione da parte dei Paesi
in via di sviluppo, pone il problema della individuazione delle soglie critiche o , come si
dice , dei limiti dello sviluppo .
Ebbene questo teorema sembra suggerire che l'organizzazione della societa' , a
livello planetario , dovrebbe mirare ai raggiungimento dello "stato stazionario " , in
quanto portatore della minima produzione entropica e quindi del minimo impatto
ambientale.
I1 conseguimento di tale stato di cose richiederebbe il cambiamento radicale di
quelle che sono le caratteristiche dominanti dell'ordinamento attuale .
In vista della stazionarieta' della popolazione , le societa' povere dovrebbero
rinunziare a quella che viene considerata come una condizione di sostentamento e di
.
sopravvivenza : la procreazione ; mentre ai fine ciella conservazione delle risorse , la
societa' ricca, la "affluent society" dovrebbe abbandonare l'ideale della accumulazione e
della crescita infinita della richezza .
I1 conseguito equilibrio , in forza del teorema di Prigogine , avrebbe infine il
dono della stabilita' .
Fermo restando che e' opinabile l'estensione in chiave sociologica di pure teorie
scientifiche , non resta escluso che la ricerca della stazionarieta' possa rendere
"sostenibile" ad un ecosistema, limitato come quello terrestre, l'esercizio dei sistemi
dissipativi connessi con le attivita' umane, se non altro perche' "c'e' piu' tempo" : per
l'inquinamento di essere ridotto dagli stessi meccanismi naturaii e per la tecnologia di
adattarsi alla diminuzione delle risorse ovvero di mvare sostitutivi alle risorse
scomparse.
Naturalmente il quadro e' piu' articolato di quanto facciano credere questi brevi
cenni . C'e' infatti chi queste idee le ha teorizzate in una completa e organica "visione del
mondo" ( Meadow et al. "I limiti dello sviluppo", Mondadori, 1972; Daly : "Toward a
stationary state economy" , 1972); e c'e' chi invece le rigetta sulla base del fatto che le
risorse della terra , che sono finite , non possono alimentare uno stato che, sebbene
stazionario , si protragga per un tempo infinito .
Lo stato stazionario non e' in questo caso uno stato stabile, ma destinato a
collassare quando il sistema che lo alimenta si sara' esaurito ( N. Georgescu-Roengen :
"Energiae miti economici ",Boringhieri 1982; J. Rifkin :"EntropiaW,
Mondadori 1982).
I1 dibattito attualmente prosegue , alimentato da un concerto di voci che
rieccheggiano l'uno o l'altro tema , con posizioni intermedie variamente sospese tra questi
due poli estremi.
I1 Lettore che desideri approfondire e' rimandato ai testi citati.
CAPITOLO
METODI AVANZATI
DI ANALISI ENTROPICA
Fig. 4.2.1
.
Dette ora yA e y, le frazioni di vapore spillato indicato con r il calore latente di
condensazione e con C,, e C,,. il calore specifico di liquido e vapore surriscaldato , si ha :
Sviluppando in serie il logariuno e trascurando i termini del second'ordine , si ha :
r,[r, + c,(T:.
-T,.)] = C,(& -q)
dunque
,?inalogamente si ottiene :
Dunque :
Da cui :
Cio' e' vero nel caso di due rigeneratori . Si puo' pero' dimostrare in tutta
generalita' che per N spillamenti si ha :
T*!- T,
1 =N
h,? - h,
h"+,- j r = -
h'
T1
Fig. 4.3.1
Per illustrare efficacemente i progressi fatti. conviene partire dal calcolo delle
irreversibilita' nella conduzione tennica .
Si consideri dunque una barra condutuice (Fig. 4.3.1) che separa due ambienti
rispettivamente a temperatura T I e -<T, .
Sia A la sezione di passaggio del fiusso termico q e k la sua conducibilita'
termica . Naturalmente si ha :
In questa espressione non compare il segno (-) grazie ad un'oppomina scelta del
sistema di riferimento : dT e dx hanno infatti verso opposto .
I1 punto chiave di questo approccio consiste nell'ipotizzare che il flusso termico
q non sia costante attraverso la barra , e cioe' indipendente dalla temperatura locale T(x)
(Fig. 4.3.1-a) , ma sia appunto funzione di questa :
Ai fini della trattazione che segue e' importante poi ammettere che questa
trasmissione termica sia esente da irreversibilita' , in modo che la produzione di enuopia
del sistema sia solo dovuta al salto di temperatura dT lungo la barra
I1 problema si pone allora in questi termini : " trovare una funzione q(T) tale da
minimizzare la produzione di entropia del sistema " .
A questo scopo si faccia l'ipotesi che la cessione del calore dq a temperatura T
alla macchina elementare di Carnot non alteri lo stato temodinamico della barra (dS=O).
Pertanto :
Da cui :
ovvero
.
Questa espressione , che discende dalla 1) indica che la trasmissione del calore
lungo la barra avviene unicamente per conduzione e che il flusso tennico q(T) e' funzione
della temperatura locale T .
I1 q(T),, cercato deve essere dunque tale da minimizzare la 3) sotto la condizione
espressa dalla 4) . Siamo di fronte al tipico problema dell' Analisi Vanazionale .
Conviene allora richiamarne alcuni elementi essenziali .
Date le funzioni :
Ffsy,yt) e Gfxy,yl)
con :
.r = variabile indipendente
= V(X)
y' = d y / h
5)
sotto la condizione
Poiche' la variabile )I' nel nostro problema non figura , l'equazione 7) si riduce
alla seguente :
owero :
da cui :
quindi :
k = k = costante
si ha immediatamente :
AE T.
11) q(T),, = T-In-
L T,
Non deve sfuggire la profonda diversita' di significato tra la 11) e la ben nota :
l l')
quindi :
A titolo di confronto e' utile ricordare che il profilo di temperatura nel caso di
q=cost. e' dato da una funzione del tipo :
Fig. 4.3.2
e il cui diagramma e' dato in Fig. 4.3.3. Da qui si nota che la convenienza si fa sensibile
per T J T , > 10.
Fig. 4.3.3
- - P
Una volta nota la funzione q(T),,,, e' un fatto di pura tecnologia eseguire un
controllo del flusso termico lungo la barra attraverso un'esuazione laterale di calore .
Nella pratica possono essere riguardate come barre conduttrici i supporti
meccanici delle macchine per la produzione del freddo .
I1 loro isolamento, nello spirito delle considerazioni svolte, puo' essere effettuato
con le tecniche piu' varie. Una serie di possibili schemi di principio sono compendiati
nella successiva Fig. 4.3.4 e sono rispettivamente : raffreddamento continuo a mezzo di
correnti di gas a bassa temperatura che lambiscono la barra (a) ; raffreddamento
discretizzato in due o piu' punti (b) ; raffreddamento continuo realizzato con vapori a
bassa temperatura (C)o altri ancora.
Una condizione che caratterizza il calore da esrrarre lateralmente puo' esser
trovata ricordando che dr=dq . Pertanto dalla 11) :
dr dq k~ In-T2 = costante
dT dT L T,
Cio' significa che il raffreddamento laterale deve avvenire un[formemente
nell'intervallo di temperatura T, + T?.
Nel caso particolarmente semplice della barra lambita coassialmente da gas
fiigorigeno di calore specifico C, , la portata vale ovviamente :
Fig. 4.3.4
4.4 MINIMIZZAZIONE ENTROPICA NEI MEZZI CON
GENERAZIONE INTERNA DI CALORE
Fig. 4.4.1
Detto dw il calore generato dl'intemo del tratto elementare di conduttore e dr il
.
flusso da estrarre lateralmente i bilanci energetici ed enuopici porgono rispettivamente :
Si osservi che neanche questa volta la variabile y' figura esplicitamente nel problema.
L'equazione di Eulero-Lagrange allora diventa :
Ebbene , nei conduttori elettrici e' possibile esprimere la resistivita' p in
funzione della temperatura ( legge di Wiedemann-Franz-Lorenz ) e cioe' nella forma :
dove b = cL/k , con cL= 24.5 lQ9 (W/Al K)2) costante di Lorentz.
Allora combinando la 7) e la 7) e ricordando che , per il postulato di Fourier,
dr/dT=k A /q , risulta :
con :
@ = p+bL2
si ricava :
Pertanto :
-x .;nI T-
Questo risulta indipendente dalla corrente I e identico a quello ricavato nel caso
della barra senza generazione interna di calore .
La portata di fluido frigorigeno cui far lambire coassialmente il cavo si calcola
scrivendo il bilancio energetico nel tratto elementare dx :
in cui ovviamente :
dT
dq, =kA-
dx
(m C,), = (mc,),= m C,
Pertanto :
Si osservi l'analogia col caso precedente ( eq.3 del 8 4.3). Qui il gruppo m CpAT
assume il ruolo che li' aveva il flusso q che percorre la barra.
Esso suggerisce dello scambiatore di calore l'immagine di un dispositivo
caratterizzato da un'estremita' fredda a temperatura T (sez.1 in Fig. 4.5.1) e di
un'estremita' calda a temperatura T+dT (sez.2) , e percorso da un flusso tennico
E; = costante
e ragionando come nei casi precedenti , si giunge alle formulazioni conclusive che
seguono :
Si ribadisce che il ,Q cosi' ricavato non e' il calore che i due fluidi si
scambiano, ma il flusso termico che percorre lo scambiatore tra la testata calda e la
testata fredda (Fig. 4.5.2). tale da assicurare la minima produzione di irreversibilita'.
Ricordando la 2) deve allora risultare :
da cui :
[an :]
mC,AT = L l n - mCpT
Cio' significa che la configurazione ottimale si consegue facendo si' che risulti
ATfl=costante su ogni sezione dello scambiatore. Cio' si potrebbe ottenere in linea di
principio con un trasferimento artificiale della quantita' di calore dr dal ramo caldo al
ramo freddo dello scambiatore ( equivalente al raffreddamento laterale). Per il calcolo di
questa quantita' si puo' procedere analogamente a quanto visto per la barra conduttrice .
Anche in questo caso dr=dq e quindi :
dr
-=- dq- m2c2
-- 7,
P In - = costante
dT dT K A 'I;
Quesu e' il criterio progemale che si cercava . Tale relazione ci permette infatti
di affermare che una configurazione termodinamicamente ottima e' quella in cui questa
estrazione laterale del calore avvenga uniformemente lungo la linea del condotto .
Ln verita' scambiatori di calore che realizzino materialmente questa condizione
comporterebbero difficolta' progemali e cosuuttive non trascurabili e quindi una tale
pratica sarebbe ingiustificata nelle piu' comuni applicazioni termotecniche (almeno fin
quando i salti termici tra i fluidi non sono particolarmente elevati ).
Un settore invece nel quale questo criterio puo' essere applicato direttamente e'
ancora quello criogenico . A questo si accemera' nel paragrafo successivo .
Scambiatore B a r r a conduttrice
d calore equivalente
Fig. 4.5.2
4.6 APPLICAZIONI NEL SETTORE CRIOGENICO
Fig. 4.6. !
Tali espansori ricevono il gas spillato dal ramo caldo e dopo averlo laminato lo
restituiscono al ramo freddo. La Fig. 4.6.2 ne mostra uno schema di principio.
Fig. 4.6.2
1 rami cddo e freddo sono collegati da un espansore che, con rendimento q, , produce il
lavoro:
d W = q c dUYm, = q e dm R T In-P?
P1
I1 bilancio energetico per l'elementino rappresentato in Fig. 4.6.3-b) e' il
seguente:
R
b=-ln- P?
C, P1
si puo' approssimare :
dm - 1 d ( A n
----
2)
m qeb T
Ma, per la regola del AT/r=costante :
AT
-=- AT,
T T0
ossia :
In-=- A T , / T , In-=-"--
AT A T / T o In- T
m0 'le b AT, qe b T,
Posto infine :
risulta :
dove si e' indicato con q' il flusso scambiato per unita' di lunghezza .
Combinando la nota relazione :
con la l ) e la 2) si ha :
(A =sez. di passaggio)
q'/(c~T)
St = (St = Numero di Stanton )
CP
J= 4'
p m (C, T)"'
3)
Top, = A,%
da cui :
dalle
irreversibilita' per
scambio termico (AT)
Altre considerazioni che mostrano la parzialita' dell'approccio tradizionale si possono
fare a proposito del parametro R su ricordato.
In quanto rapporto tra flusso tennico scambiato e potenza di pompaggio , esso puo'
essere interpetrato operativamente dal parametro achmensionale seguente :
Nuovamente , si rileva che ogni incremento di R non e' benefico in assoluto , come
porterebbe a credere l'approccio tradizionale , ma solo se R < R,, .
- - - - - -- -- .---
Regione dominata dalle
irreversibilila' per
Fig. 4.7.3
4.8 OTTIMIZZAZIONE ECONOMICA CON METODI ENTROPICI
Si vuole qui brevemente mosuare che i metodi sopra esposti si prestano ad essere
utilizzati anche in sede di ottimizzazione economica.
Per esempio , nel caso degli scambiatori di calore , il problema si pone in questi
termini : trovare la minina superficie di scambio termico che compete ad un assegnato grado
di irreversibilita' .
Se il contesto e' quello degli scambiatori privi di perdite per attrito , il problema
equivale alla minimizzazione della eq. 5) del 3 4.5 :
sotto la condizione espressa dalla 3) del 3 4.5 ( cioe' per assegnato dSi ):
ATR = costante
=-
Ak (In-)T, 2
+ b l 2 L-
L T, A
Si vede quindi come in ogni caso si traggano o delle direnive progettuali o delle
formule esplicite per la onimizzazione di grandezze progettuali rilevanti ai fini economici .
4.9 CONCLUSIONI
In questo capitolo si e' voluto mostrare attraverso esempi con quali approcci sia
possibile minimizzare la produzione di irreversibilita' nei sistemi energetici .
Si puo' a questo scopo procedere con i metodi tradizionali , stabilendo i bilanci
enuopici ed annullandone le derivate , onde ricavarne correlazioni di interesse progemale .
Esistono altresi' i metodi variazionali che hanno il vantaggio di condurre direttamente
alla funzione cercata , sia pure previa accurata formulazione analitica del problema .
I casi qui esaminati sono stati scelti per il loro eminente valore didattico e quindi
intesi ad illustrare i fondamenti del metodo e le procedure di calcolo . Le applicazioni da essi
suggerite sono state pero' effettivamente realizzate e costituiscono oggi le soluzioni tecniche
piu' avanzate ,particolarmente nel campo della criogenia .
Da quanto visto emerge altresi' la necessita' di impostare spesso il problema in modo
nuovo . L'ipotesi che il flusso termico attraverso una barra che separa ambienti a temperatura
diversa , possa non essere costante e' stata l'intuizione da cui discende il modello e le sue
applicazioni .
Alla ottimizzazione temodinamica infine puo' far seguito la ottimizzazione
economica dei sistemi , anch'essa perseguibile attraverso approcci convenzionali o con gli
stessi metodi variazionali.
Risulta in conclusione quanto piu' generale e piu' razionalmente fondato sia il metodo
entropico rispetto a quello energetico .
Da cio' la necessita' di acquisirne i principi e le tecniche .
CAPITOLO
Per trattare dal punto di vista del secondo principio i sistemi nei quali, oltre agli
scambi di energia, ricorrono anche scambi di massa con l'esterno o reazioni chimiche,
non si puo' adoperare il semplice formalismo introdotto finora.
Occorre una generalinazione che tenga conto dell'exergia che compete allo stato
di equilibrio ultimo con l'ambiente, ossia quello dell'equilibrio tennomeccanico e
chimico. Cio' richiede l'introduzione del potenziale chimico e una opportuna definizione
dello stato di riferimento (dead stare).
. Un'applicazione classica di questi concetti si ha nel caso dei processi che
coinvolgono miscele di gas o miscele di gas e vapori condensabili com'e' il caso dell'aria
umida. Si capisce quindi che il campo che piu' direttamente puo' beneficiare di tali
indagini e' quello del condizionamento dell'aria.
In questo capitolo verranno allora fornite le formulazioni operative delle perdite
termodinamiche e del rendimento exergetico dei singoli processi. richiesti negli impianti
di climatizzazione.
A titolo applicativo verra' svolta l'analisi exergetica di un impianto di
condizionamento estivo a tutt'aria con ricircolo e sviluppata l'analisi parametrica allo
scopo di evidenziare la sensibilita' del rendimento exegetico alle condizioni operative.
(') dallo studio di G. CAMMARATA. A. ACHERA. L. MARLETTA : " ' W i uurgeca dei processi deli'ario
Un limite nella trattazione elementare dell'exergia per i sistemi aperti e' legato
ail'ipotesi - non sempre sufficientemente evidenziata - che il fluido di lavoro non abbia
scambi di'massa con I'ambiente esterno e/o che non reagisca chimicamente con esso.
Volendo includere questa possibilita', c'e' da generalizzare innanzi tutto il
concetto di "stato morto" (dead state) o stato di riferimento. come quello nel quale il
sistema raggiunge con I'ambiente circostante non solo l'equilibrio termico e meccanico
ma anche quello chimico. In Letteratura si tende anzi a enfatizzare tale distinzione
attribuendo nomi diversi allo stato di riferimento , a seconda che si tratti di equilibrio
termomeccanico (restricted dead state) o di equilibrio termomeccanico e chimico
(ultiinate dead state). Nel seguito il "restricted dead state" verra' distinto contrassegnando
.
con un asterisco ( )* la variabile interessata ( per es. h*, s* , T ) mentre per I' "ultimate
dead state" si usera' il pedice ( ), ,(per es. T, , p,. Naturalmente sara' T = T,) .
L'exergia associata a un deflusso , calcolata come Ii - h*- T, ( s-s* ) , esprime
l'energia massima utilizzabile nell'ipotesi che il deflusso evolva reversibilmente fino
ail'equilibrio tennico e meccanico con I'ambiente :
Se hanno luogo degli scambi di massa con l'esterno , questa espressione si verra'
ad arricchire di un termine (e,,) atto ad esprimere l'ulteriore aliquota di lavoro estraibile
se il deflusso - una volta in equilibrio termomeccanico con l'ambiente - si porta con
questo anche in equilibrio chimico. L'espressione completa della funzione exergia si puo'
dunque scrivere come :
e = e, + e,,
Per quel che segue , conviene sin da ora indirizzare la trattazione al caso dei
miscugli. In tal caso, contrassegnato con k il generico componente del miscuglio, per la
additivita' delle funzioni enuopia ed entalpia, si avra' :
Dunque :
Qui la tilde (-) indica che la variabile interessata e' riferita alla unita' molare di
sostanza mentre n, ne rappresenta la frazione molare.
Si puo' dimostrare che, nel caso di sistemi chimicamente non reagenti, il termine
e,, e' rappresentato dal potenziale chimico p che a sua volta , com'e' noto dalla
Temodinamica, e' esprimibile con la funzione di Gibbs molare i,. Per cui :
dove :
Qui si e' indicato con p,, la pressione parziale del componente k-mo della
miscela alla temperatura T, ( in altri tennini : pko = pk(To)=nk p, ; e con p,,= n,, p,
la pressione parziale dello stesso componente presente nell'ambiente esterno , anch'esso a
temperatura T, . Si consideri ad esempio un miscuglio che contenga dell'azoto : p, e' la
'
pressione pari?ialedell'azoto del miscuglio alla temperatura ambiente T,, mentre p,, e' la
pressione parziale dell'azoto atmosferico , sempre alla temperatura ambiente T, .
5.2 EXERGIA DELL'ARIA UMIDA
T, P0
Se i gas ideali sono aria (a) e vapore (v) , allora dalla combinazione delle
precedenti espressioni secondo la l ) , si ha :
ossia :
2)
Ai fini computazionali e' piu' comodo riferire I'exergia all'unita di massa di aria
secca.
A tale scopo , detti m,, e m, le masse di vapore e aria secca , M,, e M, i
comspondenti pesi molecolari e x il titolo dell'aria umida , si possono stabilire le
seguenti relazioni :
da cui :
Questa espressione suggerisce che si puo' attribuire exergia zero ( e = e,= O ) all'
aria umida se questa si mva nelle stesse condizioni di temperatura , pressione e titolo (o
urnidita' relativa) dell'aria atmosferica ( T=To ;p=& ;-x0 oppure @=$o ) .
Poiche' nella tecnica del condizionamento dell'aria ricorre l'uso di acqua allo stato
liquido (umidificatori, toni evaporative ) o se ne ottiene come sottoprodotto (condensa),
e' utile darne la formulazione esplicita dell'exergia .
Non potendosi owiamente far uso della 3) perche' affetta dall'ipotesi del gas
ideale, conviene riformulare dall'inizio il problema come segue :
e=h -!i.-T,(S -s*)+(~'-p,)
con :
quindi
Fig. 5.3.1
Dai lato del vapore, si osserva invece che la linea a T=cost. e' altresi' una linea in
cui anche, l'entalpia si mantiene pressocche' costante ( h = cost.) e che, date le basse
pressioni in gioco (in pratica la pressione parziale del vapor d'acqua alla temp. ambiente)
e' lecito approssimare il vapor d'acqua a. un gas ideale di costante R, = 0.461 kJ/Kg/K.
Allora :
In queste espressioni si sono indicate con 1 e con v le funzioni temodinamiche
lette rispettivamente sulla curva limite inferiore e superiore del diagramma dell'acqua.
Si osservi infine che , considerando trascurabile il termine v, @-p,,(T)) , l'acqua
in condizioni ambiente (T, ,p,) presenta un'exergia pari a e = - T$,. In @, > O , essendo
I'umidita' relativa dell'aria esterna.
Puo' essere ora avviata l'analisi exergetica dei processi fondamentali del
condizionamento dell'aria e cioe': miscelazione di masse d'aria, raffreddamento e
deumidificazione, riscaldamento sensibile e saturazione adiabatica. In particolare sono di
interesse in questa sede le espressioni della produzione di Irreversibilita' ( I ) e del
rendimento exergetico C. La produzione di irreversibilita' ( I=T,dS;. ) e' caicolabile come
la perdita di exergia tra i flussi entranti e uscenti dai volume di controllo , secondo il
teorema di Gouy-Stodola :
Per i sistemi adiabatici (Q+) , in cui rientrano - per ipotesi- tutti i casi qui
J-
trattati, la precedente espressione si nduce a :
Il rendimento exergetico i e' invece definito come il rapporto tra 1' exergia netta
ottenuta AE, e l'exergia netta spesa AE,.Tra C ed I sussiste quindi la relazione :
5.5 MISCELAZIONE DI CORRENTI D'ARIA UMIDA
Fig. 5.5.1
E' noto dalla Temodinamica e sarebbe facile dimostrare che il punto M
Fig. 5.5.2
Fig. 5.6.1
Per quantificare l'efficienza della b.f. e' stato introdotto il By-pass Factor (BF)
definito come il rapporto dell'aria non trattata (o by-passata) rispetto alla totalita' dell'aria
in ingresso alla batteria :
RAFFREDDAMENTO E DELTMIDIFZCAZIONE
Fig. 5.6.2
Detto allora m la portata d'aria complessivamente convogliata alla batteria, m/ la
portata del fluido termovettore ed m, la condensa prodotta (Fig.5.6.2). si ha :
1 ( T- - l
r,
) (a) C,(T, - -T in-)Tfi (a)
r,
e, = l
avvertendo che le relazioni di tipo (a) possono essere usate nel caso di batterie alimentate
da acqua refrigerata (o fluidi monofase) mentre quelle di tipo (b) nel caso di batterie ad
espansione diretta (fluidi evaporanti) e comunque in generale.
Resta infine da osservare che , essendo la condensa un prodotto residuo di fatto
inutilizzato , il suo tennine non puo' a rigore figurare tra i prodotti "utili" del processo, al
numeratore del rendimento exergetico . Conviene allora ridefinire quest'ultimo nella
forma :
Cosi' formulato jz si presenta come una funzione esplicita di pararnetti
ingegneristici, quali Ti , ATf e BF, che caratterizzano le condizioni operative della
batteria fredda.
I1 processo, a titolo costante, porta l'aria umida dal punto F al punto I, Fig. 5.7.1,
previa fornitura di calore sensibile da parte della batteria calda (b.c.) alimentata dal fluido
m,. Si ha immediatamente :
Il parametro a puo' ancora ricavarsi dal bilancio energetico sulla b.c. (AT,=Th,- T,, ) :
RISCALDAMENTO SENSIBILE
Fis. 5.7.1
5.8 SATURAZIONE ADIABATICA
SATURAZIONE ADIABATICA
Fig. 5.8.1
Fig. 5.9.1
Fig. 5.9.2
5.10 RENDIMENTI EXERGETICI
dove : Qme' la potenziaiita della caidaia ; flGT il SUO rendimento termico ; T,, la
remperanira adiabatica di combustione ; P la potenza elemica di alimentazione del
-omppo frigorifero ed E il coefficiente di effetto utile . Ma :
QGF = y C AT = ( l - BF)[h, - h, + ( x , - xR)h,]r (1 - B V [ ~ M-li,]
=-
~ G F m pf f
Fig. 5.10.1
Condensa cascame
I
termico
(Ex) = O
Fig. 5.10.2
5.11 UN ESEMPIO DI CALCOLO
E' utile riportare un caso esempio che, sulla base di evidenze quantitative,
permetta di valutare l'uso dell'energia negli impianti di condizionamento dell'aria .
A tale scopo sono stati raccolti in Tab. 1 i dati di calcolo iniziali, alcuni dei quali
tipici delle condizioni di progetto in regime estivo.
Tab. 1
Dati di Calcolo
Per il calcolo del titolo dell'aria, quando non si voglia leggerlo dai diagrammi
dell'aria umida, si possono usare le seguenti formule :
P,,,
da cui :
Inoltre :
Assumendo R, = 0.287 kJ/Kg/'C e .p=p,, . dalla 3) si otuene :
Risulta infine :
Essendo : 6 = A,, - xF = 5.32 lo-' (KgIKg,,, 1 eu C,. calcolabile dalla 4') come :
risulta :
Perdite totali
Un breve commento ri questi risultati puo' farsi come segue. Una prima
osservazione viene suggerita dal confronto tra i rendimenti exergetici dei singoli processi
, .. , 4).
v
Mentre alla miscelazione compete il valore di rendimento piu' basso in
assoluto. in quanto di per se' processo altamente irreversibile. gli altri due presentano
valori accettabili, rispettivamente C, =0.792 per il post-riscaldamento e C, =0.454 per il
raffreddamento e la deumidificazione. Cio' e' da attribuire al fatto che non c'e' particolare
"distanza" tra il potenziale energetico dei deflussi in ingresso e in uscita attraverso i
volumi di controllo. Tra i due tuttavia e' il processo di produzione del freddo
relativamente piu' oneroso. dal puiito di vista del secondo principio. Anche il parametro x
conferma questa analisi. infatti e' : X , > x3 .
Quanto alla produzione specifica di irreversibilita' W , risulta .
y , q -, per il fatto
che nella b.f. ( a differenza della b.c. ) . ha luogo un recupero di exergia . legato alla
produzione di condensa i&,, peraltro i n pratica inutilizzata ) e al piu' basso livello
tennico dell'aria in uscita ( eF>e,,,) .
L'impianto nel suo complesso presenta invece delle prestazioni modeste
(<=0.235). Dai valori numerici riportati nella espressione di ;. resta poi ultenormente
confermato che e' la sorgente fredda a richiedere il maggior impegno di exergia. infatti
risulta: .
)le,;-efu
. .
I>> cne,,-ehr,i
Raffreddam .
i e
D eumidificaz.
.
B AEHR : "Thennodynamik Springer-Verlag 1987 .
BEJAN : " Advanced Engineering Therrnodynamics" , Wiley , 1988
.
BOREL : "llermodinamique et Energetique" Presses Polit, Romandes , 1984
CAVALLINI- MA'iTAROL0:"Termodinamica Applicata" , CLEUP , 1988
KOTAS :i h e exergy method of therma plant anaysis" ,Butterworth , 1985