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I POCHI E I MOLTI
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("I pochi e i molti" in Critica Fascista, 1 dicembre 1925). [estratto]
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La vera opera costruttiva del Fascismo s'inizia ora ed insieme quella di dar
vita ad un nuovo Stato e di far s che ad esso aderisca tutto il popolo. Qui torna
il nostro discorso.
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Se vero che la Nazione rappresentata dalla totalit dei cittadini non
altrettanto vero che nell'Italia di oggi tutto il popolo Nazione.
Abbiamo gi detto che la massa del popolo rimasta fuori dallo Stato; il
Fascismo deve portarcela e l'ha detto Mussolini nel suo discorso del Costanzi
asserendo che i sudditi debbono diventare cittadini e il popolo entrare nello
Stato.
S'intenda bene che parlando di popolo non vogliamo creare una astratta entit
pi o meno demagogicamente lusingatrice, ma intendiamo riferirci
precisamente a quelle classi lavoratrici fino ad oggi estranee od ostili allo Stato,
indifferenti all'interesse nazionale, trascurate e disprezzate dai partiti
conservatori, organizzate dall'altra parte dei partiti avanzati ed estremi come
strumenti elettorali.
GIUSEPPE BOTTAI