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ALCUNE TECNICHE YOGA NELLE SCUOLE SAIVA Uno dei «mezzi di realizzazione » (updya) descritti nel Tantraloka, la grande swmma tantrica di Abhinavagupta (XI secolo d. Cr.) & la pro- ione, nell’atto respiratorio, dei diversi cicli temporali e quindi delle creazioni ¢ dissoluzioni periodiche dell’universo. I modi di questa pro- iezione sono esposti ¢ discussi nel cap. VI. Questi esereizi sono di sin- golare interesse tanto da un punto di vista filosofico — quale sia, ciot, la concezione del tempo ¢ la sua interpretazione metafisica nelle scuole Jaiva -, quanto dal punto di vista delle tecniche yoghiche dell'India medievale. Un’ottima csposizione di questi esercizi -€ quella dataci dal VI cap. del Zantraséra di Abhinavagupta, il quale 2 un'epitome del Taniritoka. Prima di dare la traduzione ¢ il commento della parte di questo capitolo che riguarda immediatamente queste tecniche, oc- corre, tuttavia, esporre, in poche parole, i presupposti fondamentali della metafisica jaiva, in relazione al problema della realta ¢ del valore del tempo. ‘Tutto quello che esiste non é altro che il frutto della scissione della coscienza totale. Nello stesso momento che la coscienza si_scinde, dice, ciot, liberamente «no valla sua plenitudine, nascono il «questo» € I’ «io», Ja oggettivita e Ia soggettivita, le quali si negano, si escludono recipro- camente. Questo stato di negazione reciproca & lo «stato di vuoto» (ddnya). In altre parole, nel momento stesso che l'essere totale diventa tio» nasce la realt& conoscibile e, inversamente, nel preciso istante che esso diventa realta conoscibile, nasce Pio». L'sio » ed il «questo» si trovano, in questo stato, conclusi in se stessi, privi di ogni facolt di comunicazione I'uno coll'altro. Gli stati di coscienza successivi sono caratterizzati da una relazione che si viene a stabilire tra «io ve il «questo», Nella parte «io», fino a adesso priva, vuota del «questo» nasce, improvvisamente, una specie di desiderio di appropriarsi del «questo ». Questo stato & il «respira» (prdyand), Ta « vita « (jfoana), in tutta la sua indifferenziata potenzialita. Il respirare e quindi la vita nasce quando il soggetto conoscente, isolato nella sua solitudine, si 280 R. Grol bP) precipita (nipat) in una specie di ebollizione interiore (wcchalatta, anta- rucchatana) sul « questo ». Successivamente, questa vita, questa ¢ vibra- zione » (spanda), quest’ onda » (drm) si differenzia in cinque forme diverse, préya, apdna, samdna, udéna e rydna*. La vita &, in questo senso, la prima modificazione della coscienza (praé sanvit prave pari ata, Kallata, Spandasitra). Essa segna la rottura dell’unita, Pappari- zione della molteplicita ¢ quindi della successione temporale e della simultaneit’ spaziale. [1 tempo (4d/a) & lo stesso ritmo intrinseco della vita, la forza vitale che si ctea si dissolve senza interruzioni. Esso é, dungque, creatore e distruttore, benefico e malefico allo stesso tempo. La forza divina in cui si incarna questo movimento continuo, questo travaglio vitale senza sosta & Kali, la dea del tempo, TI tempo non & una realta a sé stante, fissa, omogenea, che dal di fuori misuri l'agire (ér2ya) dell’'uomo ma piuttosto questo agire stesso € quindi lo stesso movimento interiore della coscienza. Un ritmo unico di durata valido egualmente per tutti gli esseri e per ogni stato di coscienza non esiste. Il tempo solare, ecc., @ semplicemente una ira estrinseca che viene arbitrariamente soprapposta al tempo inte- riore, all'attivita concreta dell’ individuo. In un istante di tempo astro nomico si pud vivere — sognando, fantasticando - un periodo illimi- tato di tempo creale », «Tutte Ie creazioni € le dissoluzioni dei mondi non sono altro che il naturale vibrare della coscienza. Appunto per questo & stato detto che nel respiro pud sorgere ogni ciclo temporale: di sessant’anni, ece. Il tempo [lett. la potenza del tempo) consiste nella moltepliciti dell'agire e quindi si basa unicamente sulla volont’ (icchd). 11 tempo non ha percié una natura fissa (riyata), nella realt& esteriore. Quand’uno, infatti, sogna di essere in sogno, quand’uno sogna, quando si & addormentati, quando ci si abbandona alla fantasia, nell’estasi (samadhi), e, infine, nelle tecniche esposte di creazione ¢ di dissolu- zione, un istante [di tempo astronomico), per quanto piccolo esso sia, ud apparire estesissimo. » (Tantraloka, VI, p. 152, sq.). In base.a questa concerione, Puniti base del tempo sono le diverse forme di respirazione ¢, in primo Iuogo, I’atto respiratorio. I quattro secondi di durata media di un atto respiratorio contengono Ia vita nella sua interezza e quindi tutto il tempo, il quale non é altro che il ritmo, il movimento intimo ed inalienabile della respirazione. Ogni espirazione ed inspirazione ripete Ja scissione originale della coscienza in tutto quello che esiste ed ill ricu- perarsi di essa nella sua indifferenziata pienezza. I! processo che tra- sforma la pallida cd astratta consapevolezza (asphutapratité) dell’in- sostanzialita di uno spazio e di un tempo estrinseci, separati dall'io che * T testi nei quali queste concezioni sono esposte, sono citati infra, p. 290. [3] Alcune tecniche yoga nelle scuole Saiva 281 li pensa e che pensandoli li crea, in tutta la vividezza di un'esperienza concreta, consiste nella graduale proiezione nei quattro. secondi di durata media dell’atto respiratorio di cieli temporali sempre pid estesi: da un periodo di ventiquattro minuti (ghatikd) fino ad interi periodi cosmici (yuga, kalpa, ecc.). «In questo modo, colui che vede che tutta Ia via del tempo si basa sul sorgere del respiro e che ivi, nel respiro, misura multiformi ed innumerevoli creazioni ¢ dissoluzioni, riconosce che l’asscluto sovrano di tutto non & altro che il Sé e cosi si libera», (Tantrasara, V1, p. 60). In altre parole, lo yoghin, al culmine di questo processo, si ricupera nella sua picnezza originale: attraverso i moti del tempo e dello spazio egli si realizza nella totalita della propria co- scienza, Ia quale non & statica identit& ma forza inesauribile, che si rea ¢ si riassorbe liberamente, attraverso un proceso incessante di contrazioni (samboca) e distrazioni (vikdsa), di sistoli e di diastoli. {1 sdédkaka, insomma, da strumento passivo di un tempo divoratore ed onnipotente, diventa unico attore e creatore di esso; egli vince, divora (gras) il tempo. «Il passato ed il futuro non sono [allora, per lui] diversi dal presente. Ora, il presente, come cosa distinta, esiste in relazione ad essi; dato, percid, che essi non esistono pitt, non esiste pitt nermmeno il presente. Lo yoghin, riposando, anche un solo istante, in questo mare di coscienza, intento a‘divorare il tempo, diventa, istantaneamente, liberato (Ekecara = mubta)». (Mélinivijayavértika, p. 16). ‘Questi esercizi possono essere eseguiti anche a proposito delle altre quattro forme di respirazione: 'apdna addominale, it samdna, Vudéna ¢ il eydna. In questi ultimi due, i quali, secondo le scuole Safva, espri- mono la forma di vita e quindi di respirazione propria di stati di coscienza supetiori, il tempo si presenta in una forma sempre pid sottile, privo dello spessore ordinario. «Nel eydna, il quale consiste in tutte le cose, é onnipervadente © privo di successione, il tempo si presenta unica~ mente in forma di un'ebollizione di coscienza sempre pid sottile » (Tan iraloka, V1, p. 176). Lrattuazione, nel respiro ¢ nella coscienza, di questi cicli tempo- rali si basa sull’eattenzione » (amdhdna). Lo yoghin scompone mental- mente (¢ questo mediante I'v attenzione ») Matto respiratorio in par- ticelle sempre pitt infinitesimali, proiettando in esse i cicli temporali desiderati, Questa proiezione dev'essere graduale. Lo yoghin parte da cicli di breve durata e, coll'esercizio (abAydsa), arriva a proiettare ed a rivivere interi periodi cosmici Ecco, dunque, la traduzione di questo capitol. Il contatto diretto con il testo, pud fare intendere, meglio di ogni riessunto, lo spirito ed i fini di queste dottrine. 282 TANTRASARA Cariroto VE Esporremo, adesso, i mezzi di realizzazione che si basano sulla realta esteriore. Essi sono chiamati: «Modi del Luogo» (stkdnaprakal- pane)". TI Luogo pud essere triplice: Varia del soffio vitale (pranavayy), il corpo, la realta esteriore. In questo capitolo, insegneremo, unica- mente, i metodi (vidhé) che riguardano il soffio vitale. Tutta quest’intera Via (adivan)? - che deseriveremo in seguito — riposa sul soffio vitale ed é, da esso, misurata (#a/yate). Il tempo (dla) ®&, unicamente, cid che la misura secondo successione e non successione (ramakrama)?. Esso appare nell'interno di ParameSvara; la sua appa- rizione @ suscitata dalla potenza divina, chiamata Kall. Il soffio vitale non & altro che questa apparizione differenziata della successione e della non successione. La coscienza, infatti, prende una forma sepa- rata (vibhakia) dalle cose conoscibili e quindi, in virtt di questa limi. tazione ~ autodeterminandosi in realta conoscibile - si presenta nel- Vaspetto di etere (nabhal + T+Modi del Luogo» appartengono ai mezzi di realizzazione dyava. La paola ‘tyava deriva da aye, Vanieva patticolarizzata, minisizzata, ridott, si pub die, ad una misura atomica (eyu). In questo senso, i mati dawn sono i mete che Fanno appello alle funzioni psicofisiche deIanima decaduta. Second il testo sacro fordamentale Ai questa scusla, 1 Matintoiiava (KSTS., 37: cap. M1, v.21) i mez dqaae sono: a) i metodi che si basann sulla respirazione (wccdra), 4) i metodi che si basano su deter- r'nate pasizion’ del corpo (arana); 2) le tecniche della contemplazione (diya); 4) le tzeniche di ordine fonico (vara) ~ particolari foncmi, mantra, cee.) i «Modi dal Luogo > séhinaprakalpara) che abbracciano la proiezione dei cick temporali nel Fatto respiratorio ¢ insime i vari ritiLituegei, eee, Il Afdlenoajaya, UL, v. 21, dice: suecorataranadiy snavarsasthénaprakatpanath | 99 Bhavet 5a samavetah samyag dace weyate | Secondo Abhinavagupta Ia parola fratalpona non si riferisce n tutti i termini del corposte ma solo a shana * La Via € semplicemente il tutto ~ nel senso che esso ® una strada, un camino che deve essere petcorso per arrivare all iberszione, Secondo Abhinavagupta (7.4. ‘VI. 31) la parola aZivgn evoca ta radice ad -, divorare. In questo senso, adhvan ® cid che deve essere divorato; la restaurazione della totaliti presuppone la « consumae ione > del tutto, 9 Nel primo caso si ha il tempo vero € proprio; nel secondo caso, Io spazio, nel ‘uale Ie cose si dispongono contemporaneamaante (senza, cio, successione) Muna ace canto all'atza, [s] Alcune tecniche yoga nelle 283 Cf. le osservazioni precedenti. Vabhah, etere, equivale @ vaoto, Sanya, In altre parole, il faut che Ta coscienza totale si limiti, si separi, cio’, dalla realta conoscibile (prima contenuta, in identita, dentro di essa) implica la nascita del w questo » e dell'sio » «questo» cd vio che si trovane ambedue, in stato di ywuoto, che si negano Puno coll’altro. La manifestazione del « questo presuppone una contrazione dell’ » ¢, inversamente, a contrazione dell’ io» postula la manifestezione del « questo» Br.V.. 1, 374: name ydvad ahanti na samkucité na tivad idantelléso yeas ca nnisau tive katham ahanté santuced ity anyony’ fravan| bhaved yadi pourvéparyam stra syn na ca lad. .etad ubton bhevati sanwidak sodtantrydd anuitarid atidurghatem fdlane api scmam eve Shati aharm idarn iti| Sal concetto di yuoto, di negazione, of. 7... VI, 7. By-Vuy I, 11, 63, 297.322, 4413; HL, 171, 286, 308, 328, 332, 334, 366, 371, 372, 377, LPP HL, 65, Subito dopo, grazie alla sua autonomia, la coscienzasi proietta (nipat) su questo conoscibile, desiderosa di farlo suo; da questo momento in poi, essa diventa soffio vitale (franand), vita (jiu) —in essa prevale, clot, Ja potenza di azione’. Questo soffio vitale, questa vita empie (prrayati) i corpo con cinque forme diverse *; appunto per questo fatto, il corpo appare come se fosse cosciente (cetana tv). La potenza di Azione genera, da una parte, fe Via del tempo, dal- Valtra parte la Via dello spazio (dea) costituita dalla molteplicita dei corpi (mirtivaiciérya). Nella Via del tempo sono comprese tre Vi Ta Via delle lettere (cara), la Via dei Mantra, la via dei Pada ~ di forma suprema (para), sottile ¢ grossa rispettivamente. La Via dello spazio contiene, analogamente, tre Vie: la Via delle Xuld, la Via degli ordini di realt& (éaééva), la Via dei piani cosmici (A#noana); queste tre Vie saranno esposte a tempo ¢ Iuogo opportuni *. Tl praya & fuso e diffuso (otaprata), nel corpo, dentro € di fuoris ciononostante, uno sforzo riconoscibile ¢ manifesto si ha, solamente, a partire dal cuore‘, Esso percid sarh esposto, a partire, appunto, da quest'ultimo. La causa che determina la spinta del prana é triplice: una potenza del Signore (prabhnsakti), la potenza del Sé (dtmasalti) * La coscienza nel suo aspette dinamico, creatore, * Prina, abine, udina, semina, evan 4 La Via (adhean) @, abbieno visto, il tutto, Essa & costituita da due grandi ‘Vie, Ja Via dello spoaio e la Via del tempo, le quali, a loro volta, sono ognuna costi- tuite da tre Vie, Le tre Vie spaziali sono: Ia Via dei Piani Cosmici (avana, T-S., eap, VII), la Via degli Ordini di Realta (eattea, 7.S., capp, VII, 1X), la Via delle Kald (7. S.,cap, X), Le tre Vie temporal sono: la Via dei Pada (i Pada sono wna specie, di quantith, contenate nei Mantra), la Via dei Mantra, ta Via dei Fovemi (earna). Le tie Vie spazialt si basano sul corpo, Le tre Vie temporali si basano sul soffio vitale Vita = Tempo) “ Normalmente (a prescindere da particolari esercizi yoghici, ccc.) il movimente, Vimpulso spontaneo della respirazione si sente nascere nel cuore, nella eassa toracica, [6] Praja’; ognuno di questi tre elementi pud, alla stessa stregua, tro- varsi in una posizione subordinata 0 predominante. La fonte di questa eoncezione ¢ lo Se. 7., VIL, 4. 77 atratma:prabhutaktis ca viynr vai nagsOhis caran | T.A.,VI, p. 46: «Qualche volta Velemento dominante & una potenza del Signore (Siva), come quand’ uno apre e ehiude gli ocehi: qualche volta ¢ Ia potenza del Sé, come quando si contraggono € distraggono i genitali; qualche volta é Ta potenza del préva, come nel e480 della respirazione stesse che parte spontancamente dal cuore. Nel caso degli yoghin, di color, cid, che controllano, attentamente, i loro ritmi vitali, non pit ‘uno, ma due di questi elementi si possono trovare simultaneamente in. posizione domi- nante: talvolta anche tutti c tre [...}. Essi, anai, possono anche intercangiare Ie loro funzioni specifiche », La potenza di Siva é, scoondo i casi, Vama, Jyesthi o Raudrt; 7... VI, p. 49: « Nel aso delle anime imprigionate, sottoposte al semzéra, la potenza di Siva che cella- bora allo sforz0 del prin ¢ VAma; nel caso ai ooloro che pessiedono una conescenza perfetta & Jyestha: nel caso di eoloro che desiderano fruizioni (stddAi, ece.] & Raudrs. Varna &,infatt, la poteaza che vomita (cam) il sencdra; Jycethi t naturata dellce senza di Siva; RaudeT mette in fuga (drdeayztrf) i mali del mondo (rj) » Tl movimento del fréua, che parte dal cuore ¢ termina nello ded- dasanta, si svolge in uno spazio di trentasei dita: una volta nell’espi- razione ed una volta nell'inspirazione*. Ogni dito &, naturalmente, commisurato alla proporzione di ogni essere; ogni essere ha, infatti, una forza, una capacita di sforzo ed un corpo a lui proporzionali Nello spazio di un atto respiratorio si conclude il tempo in tutte Te sue partizioni: le ghafiéd, le tithi, i mesi, gli anni, i periodi che con- stano di molti anni. Precisamente: se facciamo equivalere un caaka ad un dito e un quinto si ha, secondo questo criterio, il sorgere di una ghatikd; una ghatikd &, infatti, costituita da sessanta casaka ¢, percid, equivale a settantadue dita. Ogni ghajeké (= 24 minuti) & costituita da 60 capake (— 24 secondi). Ogni ato ‘atto respiratorio normale ~ consistente in un montento di espirazionee di inspirazione ~ dura 4 secondi. Se, in questi quattro secondi, si proietta una ghafida (= 24 minuti), un capoha (= feo Ai gharibay equivale, ovviamente, ad vn periodo dium 1/15 di secondo (1/15 x x Go = 4) al tempo, ciot, impiegato dal Ardea a percorcere un dito © un quinte di spario (1"fp x 60 = 72). +I testo hn yatnoh, To preersce leguere rina; of. Tad, Vly pe 45: prebloh Sinaiya yé fattir vimé jyeyhd ca roudrita satadanyatarsio Amapranan yatnasidhayinen | 2 In an ato sspiratorio, il pda perooree, dunque, complessivamente, 0 spa: aio di 72 dita, I prdne 6, popriamente, i sofia che si verifen durante il movimento Gi espirasione;esso va dal cuore allo deidasante, L'apana 31 soto che si veriica du. rante il movimiento i inspirarione; esso va_dallo diddelanta al cuore. Lo dedda- ‘anta ® una runta (cabra) situate sopra il a0, 285 Sorgere di una giornata (titi): una tufi equivale a due dita e un quarto; quattro fufi costituiscono un prakara. 1 crepuscoli consistona in una mezza fué# ciascuno. Nell’espirazione si ha il giorno, nell’ inspi- razione la notte 4) Le tithi sono propriamente i giorni lunari. Esse designano qui un periodo enerico di 24 ore (7.4., VI, p. $4). Un mese lunate (che contiene 29 giorni solari ¢ ‘mez20) viene diviso in 30 giorni lunari (fiz). Il giomo lunare pud, cosi,iniziare ad ogni ‘momento cel giorno ¢ della notte naturali; questa divisione del mese rezola, perloppii, tutte le cerimonie religiose. Ogi giomata ¢ costituita da 8 frakara (1 prahara = 3 ore). 4) 1 tupi = 1/8 di secondo. In quattro second il tempo, cio’, impiegato dal ‘Prana e dall'apana per percorrere un spazio di 72 dita ~ ei sono quindi 32 rf? (1/8 X. X 32 = 4). tn conseguenza, una sufi equivale al vempo impiegato dal praya 0 dal- apana per percorrere uno spasio di due dita e un quarto (2"/, x 32 = 72). 2) Un frahara equivale ~ esternamente ~ a tre ore (24 fe = 8 prahara). Se pmiettiame il periodo dun giorno —ciot di 24 ore ~ nei quattro second dellatto respi~ ratorio normale i frahara equivalgono ciascuno a t/2 secondo (1/4 x 8 = 4), al tempo, cink, che impiega it respiro 2 percorrere 9 dita (8 x 9 = 72) 4) 1 exepuscoli (samahy. lett: tratti di unione) sono esclosi dal eomputo. Tere- puscolo serotino si verfica quando il frdya (sole) tramonta, alla fine del movimento Ai inspicazione, nello dhédadanse; il crepuscolo mattinale si verifica quando Vapiva (= luna) si spegne, alla fine deil’inspirazione, nel cuore. Tcrepuscoli si hanno, dungue, rel momento in cui il sole (= frya) & tramontato ¢ la luna (= apna) non & ancora sorta sullorizzonte e viceversa. T erepuscoli segnano Veliminazione di ogni dualita, di ‘ogni polaritd (in essi non c'é pitt né sole né luna, né frdua né apidne, né giorno ne notte, ecc.); essi esprimono una vera © propria interruzione della durata profana, il punto di intersezione del tempo, del sansdra, coll'atemporale, colle. liberazione, «1 Jegami tremendi, paurosi di questo mondo sono il bianco ¢ il non bianco, il lungo € breve, Pordinee il non ordine. L?interruzione di questi contrari, porta simultancamente con sé anche la dissoluzione di mdyd, che li tiene insieme» (Virdvelitulatantra, citato da Jayaratha, ad 7.4. VI, 66). | crepuscoli sono i momenti in cui i sacrific, le oblazioni,ccc., celebrate mental- ‘mente dallo yoghin danno frutti migliorijessi sono singolarmente favorevoli alla realiz- zazione della coseienca, 4) Insieme col sole ¢ la luna nell’atto respiratorio sorgono, via via, anche | pianeti (ogauno in un momento determinato, cf. 7-4., VI, p, 60) i ventisette asterism lunari (nadzatra), occ. Sorgere di un mese: il giorno! equivale alla quindicina oscura, la notte alla quindicina chiara. La prima e I'ultima mezza ‘ui di ogni quindicina segnano i momenti di risoluzione (eifrénti), € sono, percid, escluse da ogni determinazione temporale*. Le sith’ sono rap- +f giorno, abbiamo visto, coincide coll'espirazione; Ta notte coll'inspiravione. La quindicina oscura, nella quale la luna é calante, culmina col giorno di novilunio; la quindicina chiara culmina col plenilunio, + Cf. quanto si é detto a propasito dei erepascoli. Essi sone fuori dal tempo Gil riposo, la dissoluzione cel frdna, ecc, porta con sé anche la soppressione del tempo). 286 (3) presentate dalle quindici st’ intermedie. Ognuna di esse & costituita da un momento di luce e da un momento di risoluzione ~ che corrispon- dono, rispettivamente, al giorno ad alla notte*~ Precisamente: il giorno consiste in uno stato di conoseibilita, nella luce; Ia notte consiste nella dissoluzione del conoscibile nel soggetto riflettente (eiedrayitari). Di questi due momenti di luce € di risoluzione esistono infinite varieta, provocate dalla loro maggiore © minore durata. Quando sono eguali, si ha Vequinozio (visuvat)* Nella quindicina oscura, la luna ~ Papdna ~depone, ad una ed una, tutte le sue parti (ala) alimentatrici (apyayita) nel sole ~ il prana; cid fino a tanto che nella quindicesima afi, in vicinanza dello dudda- Fanta, la luna, le cui parti si sono successivamente esaurite, si dissolve (liyate) nel sole — nel prana 42) TI movimento della luna rigenera continuamente Puniverso. Durante 1a quindicina oscura, 1a luna ~ immagine celeste della bevanda di immortalita (soma, amzia) ~ a poco a poco dveresce: essa si seuota, cio®, di se stessa per alimentare il tutto (gli dei, i mani, gli uomini, il sole, i sensi, la realta conoscibile, ece.). Durante Ja quindicina chiara, la luna, viceversa, riprende gradatamente dentro di sé cid di cui sicra privata. La luna é costituita di quindici parti (ald) che crescono © decsescono continuamente ~ una per giorno ~ in una rivoluzione senza sosta. Il presupposto necessario della loro rigenerazione continua, il sostrato (#hitt#) indefettibile ed inaltera- Dile di questa vicenda infinita, 'elemento permanente che ne assicura la continuita © Ja regolarita, @ una sedicesima parte, che, invisibile, alimenta "Universo (eiseatar- dint). T.A., V1, p. 82: pinanti ca surdh sarve datapatca pardh baldh | ‘amd Fepaguhdntahsthimavaryé visvntarpin: | evan alah pancadesa bsiyante sasinah kramat | Apyayingam sabraparddétmyat sodasl na iu | Le quindici parti della luna sono bevure da tutti glidei. Ne resta una, la sedice- sima, nascosta in una cavita, chealimenta il tutto, Essa abite insieme colle altre: 2 suo nome &, quindi, Amfvasy. In questo modo, le quindici parti della luna decrescono gradatamente; la sedicesima, invecs, resta inalterabile, Essa, infatti, é costituita ed animata dall'acqua dell’immortalita, che alimenta tutte le cose», La sedicesima parte * Giorno = Ince; notte = pensiero (vimarfa, viedra). I giorno (la luce) segna la creativita incessante della cascienza, il suo uscire fuori di sé; la notte (il pensierc) la rigoluzione della luce, delessere nel soggetio. 2 7.A., VL, p. 74: «Qualche volta, la risoluzione della coscienza nelVoggotto sensibile € la guslazione (carvand) del proprio sé, si trovano in perfetto equilibrio. In ‘questo case, la realta conoscibile ed il soggetto conoscente si cquilibrano, Questo mo- ‘mento, segna l'eguaglianza dei giorni e delle notti. Se invece, il momento predomi ante @ la risoluzione della coseienza. nel conoscibile, il giorno, allora, 2 pill lungo © Ia risoluzione del conoseibile nel Sé & di minore entita, Nel caso contrario avviene, naturalmonte, Vinverso ». II momento equinoziale, dice Jayaratha, & singolarmente Propirio (mahipunyo). [9] teeniche yoga nelle scuole (ald) della luna. & ta Sakti, Venergia, Memissione (eisarge) divina che ringiovanisce incessancemente il tutto. 2) Durance Uespirazione (Ia quindicina oseura) Ia tuna (= aptiva) decresce gradatamente, depone tutte le sue parti (a2), ad una ad una, nel sole (= préya) e ingine, si dissolve completamente, in prossimita dello dvidasdnta, In alti termini, il sole (= fri) beve, divora, a poeo a poco, tute le sue parti (eseluse, naturalmente la seddicesima, che resiste al fuoco divoratore del sole e permette la naseita di una nuova Jazione). Durante la quindicina chiara, Io tama (= afd), vieeversa, aamente via via; vieino al cuore si verifiea il ples La mgzza sufi che viene subito dopo, & il punto di connessione tra le due quindicine; di questa mezea fu/#, la prima meta appartiene alla rithi di novilunio (amdvdsya), che la precede; laseconda met’ alla prima fithi della seconda quindicina (pratipad)'. Ora, quando in questa parte, attribuita alla prima 106i della quin. dicina chiara, si inserisce la parte attribuita al noviluni Quest'inserirsi & causato da un’interruzione del giorno - che pud essere provocata o da un colpo di tosse,o da uno sforzo intenzionale, 0 dall'at- tenzione (avadkdna), ecc. Nelleclissi, Rahu ~ il soggetto conoscente nella magia (mdyd-pramaty) — che si accompagna alla luna — cio’, al conoscibile — beve l'ambrosia (arta) lunare, che defluisce, allora, nel sole. Per sua intrinseca natura, egli non & tuttavia, capace di dissol- verli ma solamente di offuscarli. Questo momento realizza lunifica zione di soggetto conoscente, mezzi di conoscenza ¢ conoscibile ed & percid, singolarmente propizio (punya); i frutti che esso somministra sono attinenti all'aldila (paralankika). 4) Nei giorni di novilunio ¢ di plenilunio projettati nella respicaztone si pos sono rispettivamente verifcare Veclissi di sole e Veclissi di Iuna. L'eclissi di sole hua uogo quando un colpo di tosse, uno sforzo intenzionale da parte dello yoghin, 1a sua ‘attenziones, ece., aumentano la velocitA del prdga che, quindi, per compiere il suo percorso, occupa tna parte di 4#hi in meno. In questo caso, si immagina che questa porzione di fitht (Cithicckeda) entri a far parte della sishi seguente. Questa porzione i fahi che viene & mancare & precisamente il quarto di tu4# supplementate attribuito all'aadedsyd, seg viene a far parte del quarto di #u#1 supplementare attribuito alla pratipad, Solo Veciissi provocata dall'attenziene cosciente (auadhdna) dello yoghin, dice Jayaratha (Z.A., VI, p. 94), dd buoni risultati, L'eclissi di luna che si pub verificare durante inspicazione & durata ad un rallentamento dell’atto respiratorio che,anch'ess0, pub excere o naturale, spontaneo (lo sbadiglio) © provocato ad arte dallo yoghin. Nel caso delleclissi di luna, non si ha pid una parte di gioro in meno ma il contrario 3) Lleelissi postula ill concorse di tre elementi diversi: 1a luna, il sole, pith Rabu ‘9 Ketu che sono, rispeitivamente, i due nodi (aseendente e discendente) della luna. 1 nod sono i due punti, dove il piano dellorbita descritta dalla luna interseca I'ecittica. * Questo momento, osserva Jayaratha, 7.4, VI, p. 85, alla celebrazione delle cerimonie di aderazione, ece. singolarmente adatto 288 R. Gnolt bo} Rahu e Ketu sono considerati due pianeti (graha) di earattere demoniaco, Sv, 7., VII, p. 225: ravibimbantare devs candrabionban tada bhavet | Indantare bhioed rikur am;térthi vardnane amplare sraxnte candro rileuS ca. grasate tt tat | pltea tyajati tadbimbans tadd mubta sa ucyate | «(Durante Veclissi di sole), 0 Dea, it disco della luna sta dentro il disco det Sole; denteo il disco dela luna e't Rhu, desideroso di bere l'ambrosia. La luna lata colare ambeosia, Rihu la divora, Dopo ai essersi abbeverato, Rahu lascia il disco lunare. La Juna, sllora & ~ si dice ~ liberata TA, VI, p. 88: el sole # i mezzi di conoscenza, Ya luna 8 conoseibie; ess consistono, rispettivamente, nella conoscenza e nell'azione. Rahu & il soggetto cono- scente myico. Esso ha la possbilita di offuscari; Ia sua natura, cattavia & tenebrosa €, petcid, non & in grado di dissolverli defnitivamente. 11 soggetto conoscente vero Proprio ~ che & in grado di dissolvere [ogni diffeenziazione] ~ prorompe dalla con- Ziunzione unificatrice di questi te elementi. Durante la congiunsione del sole, della Juna ¢ di Rahu, i mezzi di conoseenza, la ealta conoscibile ed il soggetto conoscente, si trovano, grazie ad essa, in uno stato di perfetta unione. Tl tempo dell ess ¢ pereid, estremamente propizio (Surya) ». T ritioce, celebrati durante Meeissi di sole sono si Sv. To, VIL, fa, 74: wLe ablusioni, le donazion, i siti di adorazion preghiere celebrate durante Pedlissi, producono, o Dea, frutti infiniti specifica Abhinavagupta, riguardano il mondo di la, 7.4. VI, p. 92 srésyogrdsabatabyobhaprabyeye hyayam évisan | ‘mobsabhag dhyanapnjadi burean f candrarbayor grate | ‘Durante l'etisi di sole, 10 yoghin entra, per un ietante, nel soggetto conoscente assoluto, che segna la dssolurione della perturbazione di elemento divorato ed elemento ivoratore (— oggetto o soggetto); se egli celebra, in questo momento, contemplazioni, adorarioni,eoc., aggiunge la liberazione », larmente ricchi di risultati; Te libazioni, le Questi fratsi, Successivamente, durante l'inspirazione, il sole, naturato di intel- ligenza (cidarka), empie, progressivamente, la luna - l'apana-, dotan: dola, ad una ad una, di tutte le sue parti, fino a quando, nella quindi- cesima /ufi, si ha il plenilunio. Subito dopo, si ha il momento di con- nessione tra le due quindicine e Veclissi - come prima; i frutti che essa somministra sono, perd ~ a differenza dell'altra — attinenti alla vita di qua’. Sorgere di un anno: alla quindicina scura, corrisponde, in questo aso, il moto di progressione solare verso settentrione; ogni sei dita, si verifica il transito del sole da un asterismo zodiacale alPaltro*, dal capricorno ai gemelli. Nell’anno, ogni dito equivale a cinque rishi, anch’esse sono soggette alla solita divisione in giorni c in notti. Nella * Riguardane, cicé, questo mondo: essi consistono in fruizioni (bkapa) ecc. taXx6— 7. 35x 72 = 360. [nu] Aleune tecniche yoga nelle scuole saiva 289 stessa_maniera, durante V'inspirazione, si ha il moto di. progressione solare verso meridione, La proiezione dell'anno & analoga nei suoi procedimenti alla proiezione del mese, Nelle settantadue dita di spazio percorso dal frdaa e dall'gpana vengono mentalmente proiettate Je dodici costallazioni zodiacali, Durante Vespirazione si ha it capricomo, acquario, i pesci Varite, il toro ¢ i gemelli, Durante l'inspirazione si hail eancro, il leone, la vergne, la libra, lo scorpione eilsagittario, Nell’aano, epoca pit propizia fini det'adorazione, ee.,# equinczi; ess si veriica quando il praya [= sole] entra nellariete: Tid, Vb, ps 98: «Dopo di essere passato attraverso tre segni zodiacal [equiva- lenti a 18 dita} i! sole raggiunge Wariete. Questo momento singolarmente propizio & Trequinosio; i frutti che esso produce riguardano Valdia » L'equinosio autunnale si verifica quando il praye, durante Vinspirazione, entra nella libra. 7-4, VI, p. 88 «Quando, durante inspirazione, il sole sta nella libra, si ha Mequinozio; le prfezioni (eid) che ess0 somministra riguardano questo mondo » Dal capricorno in poi, corrispondono ai dodici asterismi i seguenti momenti: embrionalita (gardhafva), volont di nascere (udbhavecchd), propensione a nascere (wdbubhiisu/d), impellenza di nascere (udbhavisya- tam), principio della nascita (udBAavérambha), azione di nascere (ud Shavatté), a questi momenti, si debbono aggiungere le sei modificazioni: nascita (fanmari), ecc. La seconda esade b: nascita Varman), esstenza (catt2) sviluppo (parinati), max arith (ordi), dirwinusione (Ards), dissoluzione (yaya). Un testo anonimo, citato da Jayaratha, 7.A., VI, p. 101, sosituisce ai primi sei momentis ddhdna, icché, sanyore, “rand, ghanaid, siti. T fruti che sonaministrano i rit, ete. celebrati durante | vari asterisini, sono in correlazione col loro earattere astrologico, Una dettagliata ¢ minuta csposicione di questa tcoria, si pub riscontrareacllo Sv. 7 VIL, ps 230 5. I frutti suscitati dalle operazioni religiose (updsd), celebrate durante questi periodi sono in cotrelazione coi caratteri dei singoli_ asterismi Inoltre: i dodici mesi sono presieduti da dodici Rudra — da Daksa a Pit@maha — ¢ da dodici potenze ‘ Attribuendo ad ogni dito il valore di sessanta siti ed ill valore di un anno ad ogni transito del sole da un asterismo zodiacale all’altro, un'espirazione ed un inspirazione equivaranno, complessivamente, ad un ciclo di dodici anni* * Ogni mese ¢ presieduto da un Rudra e da una Sakti speciale; dal mese di Kare tika (ottobre-novembre) fino al m:se di Aivayuja (settembre-ottobre) i dodici Ru Gra sono (Jayaratha, 7.4., VI, p, 106): Daksa, Canda, Hara, Saundin, Pramatha, Bhima, Manmatha, Sakuni, Sumati, Nanda, Gopala, Pitimaha, Le dodici potenze, probabilmente, sono (7.4., XXXIU, p, 330): Aghor, Paramighora, Ghorardpa, Ghoravaktel, Bhim, Bhisapd, Vamant, Pivani, Maheti, Brahman, Skandi, Vaigna = 72 x 60 ~ 4329, il numero dei giorni contenuti in dodici anni, 290 R Gnoti 2] Attribuendo ad ogni dito il valore di trecento sisi e, quindi, ad ogni dito © un quinto ~ nello stesso spazio, cio’, dove prima, sorgeva un casaéa ~ il valore di un anno, si avranno cinque anni per ogni tran- sito del sole da un asterismo zodiacale alPaltro. Secondo questo cri terio, in un'espirazione ed inspirazione si conclude un periodo di ses- santa anni—cio®, di ventun mila e seicento sith. Tanto, appunto, & il numeto degli atti respiratori che sono contenuti in un giorno ed in una notte‘, Periodi maggiori di sessanta anni, non sono, qui, oggetto di disamina ~ di essi, infatti, non ci sarebbe fine. aucore si artesta al eido di sessanta anni, di 21.600 giori, di tant giorai, cok quanti sono gli atti respiatori in ventiquattro ove, La proiesione di cicli pil extesi asa su_ questi stest!privefp Altri testi ~ quali la Nandiitha ~ si soffermano xu ili maggiori, di centoventi anni ecc. C7. $.7., VIL, p. 249; 7-A., VI. p. ttt, eve BIDLIOORAFIA: L'esposizione pid dettagliata di queste dottrine si trova ello Soacchandatanira \Kashmit Series of Texts and Studies, 1923, sgg.), cap. VUl, il quale é Ia fonto principale di Abhinavagupta (Tantrilote, cap, V1). 1 commenti di Jayaratha (per il Zantrifoba) e ai Ksemardja (pet lo Svecchandatantra) citano parecchi tuattati che si sono occupati di teeniche analoghe: lo Sritatulatantra (S0.7., cap. VII, P. 199), il Samaitaréva (Se.7., cap. VI, p. 197), 10 Sribalotaratentra Se.T., cap, VI, P. 269}, il Kalavalitantra (Se.7., cap. VM, p. 271), il Nandidithatantra (Se.T., ap. VIL, p. 249) che espone la proiezione nell'atto respiratorio di cicli di centoventi anni, ecc, (ef.anche 7.d., cap. VI, p. 112). A proposito della rivoluzione dei pianeti nell rospirazione Keemataja dice che lo Se.7. segue le dottrine garuga, occ, (Se.T., cap, VIL, p.169), Queste teeniche non sono probabilmente senza rapporti colle seuole buddhistiche del Kalacakra. ABUREVIAZIONI, L.A, = Tantritoba, Kashmir Sories of Texts and Studios [K.S.TS.], 1918 sg. TS, = Tantracira, KS.TS., 1918, SUT. = Svacchandatontra, KS.TS., 1921 seg. Br, = Brhadvimarsint, KS.TS., 1938 596 RANIERO GNOLI. * Ogni atto respiratorio dura quattra secondi, In ventiquattro ore ve ne sono, dunque, 21.600.

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