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CORSO DI AGGIORNAMENTO SULLA NORMATIVA SISMICA

DI CUI ALLORDINANZA 3274 DEL 20 03 2003


Cuneo, 08 aprile 21 maggio 2004

MODELLAZIONE
STRUTTURALE PER IL
CALCOLO AUTOMATICO

Normativa sismica, Ordinanza 3274 del 20 03 2003 - Modellazione strutturale Regione Piemonte
Prof. D. SABIA / Ing. D. RIVELLA Cuneo
Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica
1
AZIONE SISMICA
In generale:
lazione sismica deve essere rappresentata da due
componenti orizzontali (ortogonali) e da una
componente verticale
la struttura deve essere studiata con unanalisi
tridimensionale mediante un modello spaziale
le due componenti orizzontali dovrebbero essere
applicate lungo le due direzioni orizzontali rilevanti
delledificio. (In genere le due direzioni
considerate sono quelle principali delledificio
poich sono quelle degli elementi resistenti)

4.3.1
Nel caso di regolarit in pianta:
possibile studiare due modelli piani separati, uno
per ciascuna direzione principale
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2
COMPONENTE VERTICALE DEL SISMA

4.3.1
La componente verticale dellazione sismica
deve essere obbligatoriamente considerata
nei seguenti casi:
Presenza di elementi pressoch orizzontali con
luce superiore a 20 m
Elementi principali compressi
Elementi a mensola
Strutture di tipo spingente
Pilastri in falso
Edifici con piani sospesi

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3
MODELLAZIONE DELLA STRUTTURA
Il modello della struttura deve rappresentare in modo
4.4
adeguato la distribuzione effettiva delle masse e delle
rigidezze.

Nel caso sia ritenuto opportuno, si deve tenere in conto


anche il contributo degli elementi non propriamente
strutturali

Il modello deve tenere conto delleventuale deformabilit


delle fondazioni, in quanto pu influire significativamente
sulla risposta strutturale

La modellazione degli elementi strutturali non presenta


particolari novit rispetto alla progettazione per carichi
gravitazionali e pu essere effettuata con i codici di calcolo
disponibili sul mercato
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4
SCHEMATIZZAZIONI CINEMATICHE
Struttura reale Modelli monodimensionali
Piano Spaziale

Modelli pseudotridimensionale Modelli tridimensionale

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PROBLEMI DI SCHEMATIZZAZIONE
Connessione travi- colonne Larghezza collaborante

Per momento positivo

Struttura reale

Per momento negativo

Schematizzazione Consigliata
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PROBLEMI DI SCHEMATIZZAZIONE

Struttura reale Schematizzazione Schematizzazione


a telaio con elementi finiti

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MODELLAZIONE DI SOLAI E
TAMPONATURE
Struttura reale Schematizzazione: Schematizzazione:
elementi biella elementi lastra

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SCHEMATIZZAZIONE DELLE RIGIDEZZE
Modellazione del solaio deformabile
Valutazione solo degli effetti globali

Valutazione degli effetti globali e degli effetti locali


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DIAFRAMMI ORIZZONTALI
4.11.1.6

Per limitare le deformazioni anelastiche per forti


sollecitazioni, i solai devono essere in grado di
trasmettere le forze tra i diversi elementi verticali.
Forze di calcolo amplificate del 30%.

Diaframmi rigidi nel proprio piano permettono:


Adeguate ridistribuzioni degli sforzi tra gli elementi verticali
Semplificazioni di calcolo

Se il diaframma non considerabile rigido, deve


essere modellato con la sua reale rigidezza

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VALUTAZIONE RIGIDEZZA DEI SOLAI
Metodo agli elementi finiti
Definizione dellarea del solaio mediante uno o pi
elementi finiti
Calcolo del volume omogeneizzato del solaio
Stima dello spessore dellelemento membrana
attraverso luguaglianza del volume omogeneizzato
Definizione del modello del calcestruzzo per il solaio
Verifica della rigidezza del solaio

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VALUTAZIONE RIGIDEZZA DEI SOLAI
Metodo semplificato
Descrizione del solaio mediante bielle equivalenti
Calcolo della rigidezza elastica laterale del solaio
1
Ks =
L3s L
+ s
12E c J AsGc
Ls: dimensione solaio in direzione perpendicolare al sisma
J: momento dinerzia della sezione
As: area di taglio
Ec: modulo elastico del calcestruzzo Ab
Gc: modulo elastico a taglio
Uguaglianza tra Ks e la rigidezza
assiale Kb della biella bielle
E b Ab LbK s
Kb = = Ks Ab = Ls
Lb Eb
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ESEMPIO
Dati telaio
Dimensioni telaio: 5x5x3.5 m
Sezioni delle travi: 0.30x0.50 m
Sezione colonne: 0.30x0.30 m
Spessore solaio: 0.20 m
Percentuale armatura solaio: 1%
Modulo elastico del cls: 28.5x106 kN/m2
Modulo elastico dellacciaio:200x106 kN/m2
Peso volumetrico del cls: 25 kN/m2
Coefficiente di omogeneizzazione n: 7

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SOLAIO A MEMBRANA
Dati modello

Area solaio
Asol=5x5 m2 = 25 m2
Volume omogeneizzato del solaio (Vsol)
Vsol=5x5x0.2 m3 + ((5x5x0.2)x0.01)x7 m3 =
=5 m3 + 0.35 m3 =5.35 m3
Stima dello spessore dellelemento membrana (sm)
sm = Vsol/Asol
sm = (5.35 m3)/(25 m2) = 0.214 m

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SOLAIO A BIELLE
Dati modello
Calcolo della rigidezza elastica laterale del solaio
Ls = 5 m
J = (0.2x53)/12 m4 = 2.0833 m4
As = 0.2x5 m2 = 1 m2
Ec = 28.5x106 kN/m2
Ec = (0.15x28.5x106)/(2x(0.15+1)) = 1.86x106 kN/m2
1 1
Ks = = = 3.492 106 kN / m
Ls3 L 53 5
+ s +
12E c J AsG c 12 28.5 106 2.0833 1 1.86 106

Definizione area biella equivalente


Lb = (52+52)0.5 m
E A K s Lb 3.492 106 (5 2)
Ks = Kb = b b Ab = = = 0.0864m 2
Lb Eb 28.5 106

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CONFRONTO SCHEMATIZZAZIONI
Membrana SOLAIO Bielle

1. Modo: fr = 4.611 Hz 1. Modo: fr = 4.335 Hz


2. Modo: fr = 4.611 Hz 2. Modo: fr = 4.335 Hz
3. Modo: fr = 6.869 Hz 3. Modo: fr = 6.682 Hz

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RIGIDEZZA DEI SOLAI
6.4 Edifici in acciaio:

Nella modellazione strutturale, gli impalcati si


possono considerare rigidi nel proprio piano ai fini
dellanalisi strutturale senza ulteriori verifiche se:
Essi sono realizzati in cemento armato in accordo con le
specifiche per gli edifici con struttura in cemento armato
(capitolo 5 della norma)
Le eventuali aperture non influenzano significativamente la
rigidezza globale nel loro piano

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RIGIDEZZA DEI SOLAI
8.1.5.2 Edifici in muratura:

Nella modellazione strutturale, gli impalcati si


possono considerare infinitamente rigidi nel proprio
piano ai fini dellanalisi strutturale se:
Le eventuali aperture non ne riducono significativamente la
rigidezza
Essi sono realizzati in cemento armato
Essi sono realizzati con soletta in cemento armato di almeno
50 mm di spessore collegata da connettori a taglio
opportunamente dimensionati agli elementi strutturali di
solai in acciaio o in legno

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SEMPLIFICAZIONI
4.4

Caratteristiche edificio Semplificazioni ammissibili

Nessuna semplificazione
Modelli strutturali di calcolo definiti
Generali mediante lassemblaggio di elementi
a telaio o a parete connessi mediante
diaframmi orizzontali
Riduzione dei gradi di libert
delledificio a 3 per piano con
Diaframmi orizzontali rigidi concentrazione delle masse e dei
momenti dinerzia nel centro di
gravit di ciascun piano
Edifici regolari in pianta Analisi di due modelli piani separati
( secondo punto 4.3) (uno per ciascun piano principale)

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ECCENTRICIT AZIONI
Obbligo di considerare una eccentricit accidentale,
4.4

aggiuntiva rispetto a quella effettiva, spostando il


centro di massa di ogni piano di una distanza e pari
al 5% della dimensione massima del piano in
direzione perpendicolare allazione sismica
A

Sisma
e B
(eccentricit accidentale)

e = 0.05*B

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ECCENTRICIT AZIONI
Edifici con struttura in cemento armato
5.6.2

Distribuzione dei tamponamenti in muratura


fortemente irregolare in pianta
Dovranno essere valutati e tenuti in conto gli effetti sulla
distribuzione delle forze sismiche equivalenti. Questo
requisito si intende soddisfatto incrementando leccentricit
accidentale (di cui al punto 4.4) di un fattore 2.

Distribuzione dei tamponamenti in muratura


fortemente irregolare in altezza
Dovr essere valutata la possibilit di forti concentrazioni di
danno ai piani con significativa riduzione dei tamponamenti.
Questo requisito si intende soddisfatto incrementando le
azioni di calcolo per gli elementi verticali dei piani con
riduzione dei tamponamenti di un fattore 1.4.

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STATO FESSURATO
Negli edifici in cemento armato, composti ed in
muratura, le azioni sismiche (reversibili) possono
causare fessurazioni pi o meno accentuate negli
elementi

Validit dellipotesi di stato fessurato:


Allo SLU, elevati fattori di struttura q permettono elevati
spostamenti sotto lazione del sisma (con conseguenti
fessurazioni)
Allo SLD, alcuni elementi possono gi essere fessurati (per
effetto dei carichi gravitazionali o di precedenti eventi
sismici)
Significativa perdita di rigidezza (3070%) gi nelle prime
fasi del sisma

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STATO FESSURATO
Libert di considerare le sezioni fessurate o
integre
Sezioni fessurate Periodo della
struttura maggiore

Struttura pi flessibile
e deformabile

Verifica a SLU
generalmente pi
facile Verifica a SLD
generalmente pi
(riduzione accelerazioni)
conservativa
(aumento spostamenti)
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RIGIDEZZA DEGLI ELEMENTI
4.4
Possibilit di valutazione degli effetti della
fessurazione sulla rigidezza degli elementi per
strutture in cemento armato, composte acciaio-
calcestruzzo e in muratura

Si No
Analisi approfondite ?

Calcolo della rigidezza Rigidezza flessionale e a


degli elementi come taglio degli elementi in
rigidezza secante a cemento armato pari al
snervamento 50% della corrispondente
rigidezza degli elementi
non fessurati

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RIGIDEZZA SECANTE
Per elementi in c.a. si pu procedere nei
seguenti modi:
1) Riduzione del momento dinerzia della sezione in
modo da ottenere un momento dinerzia
equivalente al variare del tipo di sezione (travi) e
del carico assiale (pilastri).
Adatto alla fase di progettazione

2) Relazione di tipo sperimentale tra rigidezza e


resistenza flessionale al variare del carico assiale
e della percentuale di armatura
Adatto alla fase di verifica

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METODO 1
Definizione del tipo di elemento (trave o colonna)
Definizione del valore dello sforzo assiale
adimensionalizzato (per le colonne)

Elemento strutturale Intervallo di Jr/Ji Jr/Ji raccomandato


Travi, rettangolari 0.300.50 0.40
Travi, a T e a L 0.250.45 0.35
Colonne, N>0.5fcA 0.700.90 0.80
Colonne, N=0.2fcA 0.500.70 0.60
Colonne, N=-0.05fcA 0.300.50 0.40
Paulay e Priestley, 1992

Valore del momento dinerzia della sezione fessurata (Jr) in


funzione di quello corrispondente alla sezione integra (Ji)

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METODO 2
Sono disponibili in letteratura diagrammi ed equazioni
ottenuti mediante verifiche sperimentale
Esempio:
2
Kr a d
= 0.043 + 1.64 n t + 0.043 + 0.33
Ki D D Sugano

Kr rigidezza secante a snervamento


Ki rigidezza sezione integra
t rapporto armatura tesa (0.42.8%)
a/D rapporto tra area di taglio ed altezza della sezione (25%)
forza assiale normalizzata: N/(fcA) (00.55%)
n rapporto dei moduli elastici di armatura e calcestruzzo
d altezza effettiva della sezione

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Rigidezza sezioni trasversali composte
7.7.1 Lanalisi strutturale si basa sul principio dellomogeneizzazione
(punto 7.4.1 per le sezioni composte)
Nelle travi composte va condotta suddividendo le travi in due zone,
fessurata e non fessurata, caratterizzate da differente rigidezza
flessionale, EI1 in presenza di cls soggetto a compressione, EI2 in
presenza di cls soggetto a sforzi di trazione.
In alternativa possibile assumere un momento dinerzia equivalente
costante lungo lintera trave, Ieq dato dalla relazione:
Ieq=0.6I1+0.4I2
La rigidezza flessionale delle colonne composte pu essere assunta
pari a:
(EIc)=0.9(EIa+rEcmIc+EIs)
dove:
E , Ecm: moduli di elasticit di acciaio e cls
Ia, Ic, Is: momenti dinerzia della sezione in acciaio, in cls e delle
armature
Il coefficiente di riduzione r, pur dipendendo dal tipo di sezione,
sezione, pu
essere generalmente assunto pari a 0.5

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MODELLAZIONE DELLA RISPOSTA
NON LINEARE

La risposta di tipo non lineare di una


struttura dipende essenzialmente da
due fattori:

Non linearit di tipo geometrico

Non linearit di tipo meccanico

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NON LINEARIT GEOMETRICA

Una struttura sottoposta allazione del sisma subisce,


in generale, grandi spostamenti e deformazioni.

Il manifestarsi di significative deformazioni determina


la perdita di validit dellipotesi della teoria elastica
lineare di poter considerare uguali la configurazione
finale e iniziale.

La presenza di una non linearit geometrica implica


che il modello strutturale non rimane pi invariato
durante lanalisi, ma si modifica in funzione delle
deformazioni intervenute.

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GRANDI SPOSTAMENTI e/o ROTAZIONI
Nel processo deformativo la configurazione del-
lelemento si discosta molto da quella originaria
Il sistema di riferimento locale (x- y) assunto solidale
con il corpo viene ruotato rispetto alla direzione del
carico agente. Di conseguenza:
una quota del carico applicato diverr azione assiale
la componente del carico ortogonale allasse non crescer
pi linearmente con lo spostamento (e di conseguenza
anche il modello)
y F Lineare
y
F Non lineare
x y x

Taglio
F
F y
x
y
x
x Spostamento

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EFFETTI DEL SECONDORDINE
Configurazione indeformata e H
deformata coincidenti V
Il carico verticale V pro-
duce unazione assiale h

La forza orizzontale H
produce un momento alla M=Hh
base pari a M=Hh

Configurazione indeformata e
deformata NON coincidenti
Il carico verticale V pro-
H
duce unazione assiale,
h V
ma contribuisce anche al
taglio ed al momento
M=Hh+V M=V+Hh

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EFFETTI DEL SECONDORDINE
4.11.1.2 Gli effetti del secondordine possono essere trascurati nel
caso in cui, ad ogni piano, sia verificata la seguente
condizione:
P dr
= < 0.1
V h
dove:
P il carico verticale totale di tutti i piani superiori
al piano in esame
dr lo spostamento di interpiano (calcolato in
conformit al punto 4.8)*
V la forza orizzontale totale al piano in esame
H laltezza del piano

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33
* VALUTAZIONE DEGLI SPOSTAMENTI dr
SLU
Spostamenti ottenuti dallanalisi con spettro di progetto
(punto 3.2.5) moltiplicati per il fattore di struttura (q) e
per il fattore di importanza (i) utilizzati

SLD
Spostamenti ottenuti dallanalisi con spettro di progetto
(punto 3.2.6) moltiplicati per il fattore di importanza (i)
utilizzato

Analisi non lineare


Spostamenti ottenuti dallanalisi

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NON LINERIT MECCANICA

Necessit di descrivere
la non linearit di
comportamento dei
materiali

Modelli a plasticit concentrata

Modelli a plasticit diffusa

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PLASTICIT CONCENTRATA
Tutti gli elementi strutturali rimangono in campo elastico e vengono
introdotti elementi cerniera con comportamento anelastico dove si
prevede che si formino le cerniere plastiche
Questa tecnica permette di operare essenzialmente con elementi
elastici che richiedono un onere computazionale ridotto
Scelta adeguata del diagramma momento-curvatura in presenza di
azioni cicliche, con o senza carichi assiali

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36
BIBLIOGRAFIA
1. Ordinanza 3274 del P.C.M. Del 20/03/2003, Primi elementi in
materia di criteri generali per la classificazione sismica del
territorio nazionale e di normative tecniche per la costruzione
in zona sismica
2. Nota esplicativa del Dipartimento di Protezione Civile del
04/06/2003
3. Ordinanza 3316 del P.C.M. del 02/10/2003, Modifiche ed
integrazioni allOrdinanza del P.C.M. N.3274 del 20 Marzo
2003
4. L.Petrini, R.Pinho, G.M.Calvi, Criteri di Progettazione
Antisismica degli Edifici, IUSSPRESS, Pavia, 2004
5. A.Neulichedl, La progettazione secondo la nuova normativa
sismica in zona 4, Merano, 2003
6. Aurelio Ghersi, La regolarit strutturale nella progettazione di
edifici in zona sismica

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