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Arturo Toscanini (Parma, 25 marzo 1867 � New York, 16 gennaio 1957) � stato un

direttore d'orchestra italiano.

Viene considerato uno dei pi� grandi direttori d'orchestra di ogni epoca per
l'omogeneit� e la brillante intensit� del suono, la fenomenale cura dei dettagli,
l'instancabile perfezionismo e il dirigere senza partitura grazie a una memoria
prodigiosa[1][2]. Viene ritenuto in particolare uno dei pi� autorevoli interpreti
di Verdi, Beethoven, Brahms e Wagner.

Fu uno dei pi� acclamati musicisti della fine del XIX e della prima met� del XX
secolo, acquisendo fama internazionale anche grazie alle trasmissioni radiofoniche
e televisive e alle numerose incisioni come direttore musicale della NBC Symphony
Orchestra.

Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 Gli inizi e il successo
1.2 I regimi e l'autoesilio
1.3 Il ritorno
1.4 Ritiro e morte
1.5 Vita privata
2 Prime esecuzioni
3 Incisioni
4 Documenti
5 Curiosit�
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
9 Altri progetti
10 Collegamenti esterni
Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Casa natale di Toscanini


Gli inizi e il successo[modifica | modifica wikitesto]
Nacque a Parma, nel quartiere Oltretorrente, il 25 marzo del 1867, dal sarto e
garibaldino Claudio Toscanini e dalla sarta Paola Montani; il padre era un grande
appassionato di arie d'opera, che intonava in casa con amici dopo averle apprese al
Teatro Regio, che frequentava spesso da spettatore. Questa passione contagi� anche
il piccolo Arturo, e del suo talento si accorse non il padre ma una delle sue
maestre, una certa signora Vernoni, che notandolo memorizzare poesie dopo una
singola lettura, gli diede gratuitamente le prime lezioni di solfeggio e
pianoforte. Arturo dimostr� nuovamente memoria eccezionale: era in grado di
riprodurre al pianoforte musiche che aveva sentito anche soltanto canticchiare; la
maestra Vernoni sugger� ai genitori l'iscrizione del figlio alla Regia Scuola di
Musica, il futuro Conservatorio di Parma[2][3][4].

A nove anni, Arturo Toscanini vi si iscrisse, vincendo una borsa di studio non
nell'adorato pianoforte bens� in violoncello (divenendo allievo di Leandro Carini)
e composizione (allievo di Giusto Dacci). Nel 1880, studente tredicenne, gli venne
concesso per un anno di essere violoncellista nell'orchestra del Teatro Regio. Si
diplom� nel 1885 con lode distinta e premio di 137,50 lire[3][5][6][7][8][9].

Nel 1886 si un� come violoncellista e secondo maestro del coro a una compagnia
operistica per una tourn�e in Sudamerica. In Brasile il direttore d'orchestra, il
locale Leopoldo Miguez, in aperto contrasto con gli orchestrali abbandon� la
compagnia dopo una sola opera (il Faust di Charles Gounod), con una dichiarazione
pubblica ai giornali (che avevano criticato la sua direzione) nella quale imputava
tutto al comportamento degli orchestrali italiani. Il 30 giugno 1886 la compagnia
doveva rappresentare al Teatro Lirico di Rio de Janeiro l'Aida di Giuseppe Verdi
con un direttore sostituto, il piacentino Carlo Superti; Superti fu per�
pesantemente contestato dal pubblico, e non riusc� neanche a dare l'attacco
all'orchestra. Nel caos pi� totale Toscanini, incitato da alcuni colleghi
strumentisti per la sua grande conoscenza dell'opera, prese la bacchetta, chiuse la
partitura e incominci� a dirigere l'orchestra a memoria. Ottenne un grandissimo
successo, iniziando cos� la carriera di direttore a soli 19 anni, continuando a
dirigere nella tourn�e. Al ritorno in Italia, su consiglio e mediazione del tenore
russo Nikolaj Figner, si present� a Milano dall'editrice musicale Giovannina
Strazza (vedova di Francesco Lucca), e venne scelto da Alfredo Catalani in persona
per la direzione al Teatro Carignano di Torino per la sua opera Edmea, andata in
scena il 4 novembre dello stesso 1886 ottenendo un trionfo e critiche entusiaste[2]
[4][5][10].

Successivamente riprese per un breve periodo la carriera di violoncellista; fu


secondo violoncello alla prima di Otello, diretta al Teatro alla Scala da Franco
Faccio il 5 febbraio 1887, e per l'occasione ebbe modo di entrare in contatto con
Giuseppe Verdi[2][11][12].

Toscanini nel 1908


Nel frattempo, prima di intraprendere a pieno ritmo la carriera di direttore
d'orchestra, tra il 1884 e il 1888 Toscanini si era dedicato alla composizione di
alcune liriche per voce e pianoforte. Si ricordano: Spes ultima dea, Son gelosa,
Fior di siepe, Desolazione, Nevrosi, Canto di Mignon, Autunno, V'amo, Berceuse per
pianoforte.

Il 21 maggio 1892, al Teatro Dal Verme di Milano, diresse la prima di Pagliacci, di


Ruggero Leoncavallo[2][13].

Nel 1895, nel nome di Wagner, avvenne l'esordio da direttore al Teatro Regio di
Torino, con il quale collabor� fino al 1898 e di cui, il 26 dicembre 1905, inaugur�
la nuova sala con Sigfrido. Nel giugno 1898 inizi� a dirigere al Teatro alla Scala
(fino al 1903 e nel 1906/1907), col duca Guido Visconti di Modrone come direttore
stabile, il librettista e compositore Arrigo Boito vice-direttore e Giulio Gatti
Casazza amministratore. Toscanini divenne il direttore artistico del teatro
milanese e, sulla scia delle innovazioni portate dal suo idolo Richard Wagner, si
adoper� per riformare il modo di rappresentare l'opera, ottenendo nel 1901 quello
che ai tempi era il sistema di illuminazione scenica pi� moderno e nel 1907 la
fossa per l'orchestra[14]; pretese inoltre che le luci in sala venissero spente
durante la rappresentazione, proib� l'ingresso agli spettatori ritardatari, viet�
alle signore di tenere in testa il cappello e tolse di mezzo i bis; ci� cre� non
poco scompiglio, dato che i pi� consideravano il teatro d'opera anche come un luogo
di ritrovo, per chiacchiere e far mostra di s�[2][6]. Come scrisse il suo biografo
Harvey Sachs: "egli credeva che una rappresentazione non potesse essere
artisticamente riuscita finch� non si fosse stabilita un'unit� di intenti tra tutti
i componenti: cantanti, orchestra, coro, messa in scena, ambientazione e costumi".
Il 26 febbraio 1901, in occasione della traslazione delle salme di Giuseppe Verdi e
di Giuseppina Strepponi dal Cimitero Monumentale di Milano a Casa Verdi, diresse
120 strumentisti e circa 900 voci nel Va, pensiero, che non compariva alla Scala da
vent'anni. Nel 1908 si dimise dalla Scala e dal 7 febbraio fu invitato a dirigere
presso il teatro Metropolitan di New York, venendo molto contestato per la sua
decisione di abbandonare l'Italia. Proprio durante tale esperienza Toscanini
comincer� a considerare gli Stati Uniti come la sua seconda patria[6].

Poster di un concerto dell'Orchestra del Teatro alla Scala da lui diretto


Schierato per l'interventismo, rientr� nel 1915, all'ingresso dell'Italia in
guerra, e si esib� esclusivamente in concerti di propaganda e beneficenza; dal 25
al 29 agosto 1917, per allietare gli animi dei combattenti, diresse una banda sul
Monte Santo appena conquistato durante la battaglia dell'Isonzo; per tale atto
venne decorato con una Medaglia d'argento al valor civile[15]. Subito dopo la fine
della guerra, nel giro di pochissimi anni si impegn� nella riorganizzazione
dell'orchestra scaligera (con la quale era tornato a collaborare), che trasform� in
ente autonomo.

Ancora per spirito patriottico, nel 1920 si rec� a Fiume per dirigere un concerto e
incontrare l'amico Gabriele d'Annunzio, che con i suoi legionari aveva occupato la
citt� contesa dagli slavi e dal governo italiano[16].

Diresse anche la New York Philharmonic (1928-1936, che port� in Europa nel 1930)
[15] e fu presente al Festival di Bayreuth, tempio di Wagner (1930-1931, dove fu il
primo direttore non tedesco e dove si esib� gratuitamente, considerandolo un grande
onore)[17][18], e al Festival di Salisburgo (1934-1937).

I regimi e l'autoesilio[modifica | modifica wikitesto]


Di idee socialiste, dopo un'iniziale condivisione del programma fascista (nel
novembre 1919 si era candidato alle elezioni politiche nel collegio di Milano nella
lista dei fasci di combattimento con Mussolini e Marinetti, ma non fu eletto)[19],
se ne allontan� a causa del progressivo scivolamento a destra di Mussolini,
divenendone un forte oppositore gi� prima della marcia su Roma. Fu una voce critica
e stonata nella cultura omologata al regime, riuscendo, grazie all'enorme prestigio
internazionale, a mantenere l'Orchestra del Teatro alla Scala sostanzialmente
autonoma nel periodo 1921-1929. Al riguardo si rifiut� di dirigere la prima di
Turandot dell'amico Giacomo Puccini, se Mussolini fosse stato presente in sala.

Per questi atteggiamenti di aperta ostilit� al regime sub� una campagna di stampa
avversa sul piano artistico e personale, mentre le autorit� disposero provvedimenti
come lo spionaggio su telefonate e corrispondenza e il ritiro temporaneo del
passaporto a lui e famiglia; tutto ci� contribu� a mettere in pericolo la sua
carriera e, come accadr� a Bologna, la sua stessa vita[20].

Il 14 maggio 1931, trovandosi a Bologna per dirigere al Teatro Comunale un concerto


della locale orchestra in commemorazione di Giuseppe Martucci, si era rifiutato in
partenza di eseguire come introduzione gli inni Giovinezza e Marcia Reale, al
cospetto di Leandro Arpinati, Costanzo Ciano e di vari gerarchi; dopo lunghe
negoziazioni, che il Maestro non aveva accettato, si arriv� alla defezione di
Arpinati e Ciano, e alla perdita di ufficialit� del concerto, e di conseguenza alla
non necessit� di esecuzione degli inni; ma Toscanini, al suo arrivo in macchina al
teatro in compagnia della figlia Wally, proveniente dall'hotel e in ritardo a causa
delle negoziazioni, appena sceso, venne circondato e aggredito da un folto gruppo
di fascisti, fortemente schiaffeggiato sulla guancia sinistra si presume dalla
camicia nera Guglielmo Montani, e colpito da una serie di pugni a viso e collo; fu
messo in salvo dal suo autista che lo spinse in macchina, affront� brevemente gli
aggressori e poi ripart�; il gruppo di fascisti giunse poi all'hotel e intim� a
Toscanini di andarsene immediatamente; verso le ore 2 della notte, dopo aver
dettato un durissimo telegramma di protesta a Mussolini in persona in cui
denunciava di essere stato aggredito da �una masnada inqualificabile� (telegramma
che non avr� risposta), avendo persino rifiutato di farsi vistare da un medico,
part� in macchina da Bologna diretto a Milano, mentre organismi fascisti si
preoccupavano che la stampa sia italiana che estera non informasse dell'accaduto.
Da quel momento Toscanini visse principalmente a New York; per qualche anno torn�
regolarmente a dirigere in Europa ma non in Italia, nella quale torner� a dirigere
solamente alla fine del fascismo e della Seconda guerra mondiale[20][21][22][23]
[24].

Il Maestro nel 1934


Nel 1933 infranse i rapporti anche con la Germania nazista, rispondendo con un
rifiuto duro e diretto a un invito personale di Adolf Hitler a quello che sarebbe
stato il suo terzo Festival di Bayreuth[25]. Le sue idee lo portarono fino in
Palestina, dove il 26 dicembre 1936 fu chiamato a Tel Aviv per il concerto
inaugurale dell'Orchestra Filarmonica di Palestina (ora Orchestra Filarmonica
d'Israele), destinata ad accogliere e a dare lavoro ai musicisti ebrei europei in
fuga dal nazismo, e che diresse gratuitamente[26]. Nel 1938, dopo l'annessione
dell'Austria da parte della Germania, abbandon� anche il Festival di Salisburgo,
nonostante fosse stato caldamente invitato a rimanere. Nello stesso anno inaugur�
il Festival di Lucerna (per l'occasione molti, soprattutto antifascisti, vi
andarono dall'Italia per seguire i suoi concerti); inoltre, quando anche il governo
italiano, in linea con l'alleato tedesco, adott� una politica antisemita
promulgando le leggi razziali del 1938, Toscanini mand� su tutte le furie Mussolini
definendole, in un'intercettazione telefonica che gli caus� un nuovo temporaneo
ritiro del passaporto, "roba da medioevo"; ribad� inoltre in una lettera all'amante
pianista Ada Colleoni: "maledetti siano l'asse Roma-Berlino e la pestilenziale
atmosfera mussoliniana"[20][27].

L'anno successivo, anche a seguito della sempre pi� dilagante persecuzione


razziale, abbandon� totalmente l'Europa per gli Stati Uniti d'America.

Dagli USA continu� a servirsi della musica per lottare contro il fascismo e il
nazismo, e si adoper� per cercare casa e lavoro a ebrei, politici e oppositori
perseguitati e fuoriusciti dai regimi[26]; l'Universit� di Georgetown, a
Washington, gli confer� una laurea honoris causa. Per lui, inoltre, nel 1937 era
stata appositamente creata la NBC Symphony Orchestra, formata dai pi� virtuosi
musicisti americani, che diresse regolarmente fino al 1954 su radio e televisioni
nazionali, divenendo il primo direttore d'orchestra ad assurgere al ruolo di stella
dei mass media.

Albert Einstein gli scrisse: "(�) sento la necessit� di dirle quanto l'ammiri e la
onori. Lei non � soltanto un impareggiabile interprete della letteratura musicale
mondiale (�) Anche nella lotta contro i criminali fascisti lei ha mostrato di
essere un uomo di grandissima dignit�. Sento pure la pi� profonda gratitudine per
quanto avete fatto sperare con la vostra opera di promozione di valori,
inestimabile, per la nuova Orchestra di Palestina di prossima costituzione. Il
fatto che esista un simile uomo nel mio tempo compensa molte delle delusioni che si
� continuamente costretti a subire".[28]

Durante la Seconda guerra mondiale diresse esclusivamente concerti di beneficenza a


favore delle forze armate statunitensi e della Croce Rossa, riuscendo a raccogliere
ingenti somme di danaro. Si adoper� anche alla realizzazione di un filmato
propagandistico nel quale dirigeva due composizioni di Giuseppe Verdi dall'alto
valore simbolico: l'ouverture della Forza del destino e l'Inno delle Nazioni, da
lui modificato variando in chiave antifascista l'Inno di Garibaldi e inserendovi
l'inno nazionale statunitense e L'Internazionale. Nel 1943 il Teatro alla Scala,
sui cui muri esterni figuravano scritte quali "Lunga vita a Toscanini" e "Ritorni
Toscanini", venne parzialmente distrutto durante un violento bombardamento da parte
di aerei alleati. La ricostruzione avvenne in tempi rapidi, grazie anche alle
ingenti donazioni versate dal Maestro.

Il 13 settembre 1943 la rivista statunitense Life pubblic� un lungo articolo di


Arturo Toscanini col titolo "Appello al Popolo d�America". L�articolo era in
precedenza un�accorata lettera privata di Toscanini al presidente Franklin Delano
Roosevelt. "Le assicuro, caro presidente, - scrive Toscanini - che persevero nella
causa della libert� la cosa pi� bella cui aspira l�umanit� (...) chiediamo agli
Alleati di consentire ai nostri volontari di combattere contro gli odiati nazisti
sotto la bandiera italiana e in condizioni sostanzialmente simili a quelle dei Free
French. Solo in questo modo noi italiani possiamo concepire la resa incondizionata
delle nostre forze armate senza ledere il nostro senso dell�onore. (...)"
Il ritorno[modifica | modifica wikitesto]

Nel secondo dopoguerra


Nel 1946 Toscanini, settantanovenne, ritorn� in Italia per dirigere lo storico
concerto di riapertura del Teatro alla Scala, ricordato come il concerto della
liberazione, dedicato in gran parte all'opera italiana, e probabilmente per votare
a favore della Repubblica. Quella sera dell'11 maggio il teatro si riemp� fino
all'impossibile; il programma vide l'ouverture de La gazza ladra di Rossini, il
coro dell'Imeneo di H�ndel, il Pas de six e la Marcia dei Soldati dal Guglielmo
Tell di Rossini, la preghiera dal Mos� in Egitto sempre di Rossini, l'ouverture e
il coro degli ebrei del Nabucco di Verdi, l'ouverture de I vespri siciliani e il Te
Deum sempre di Verdi, l'intermezzo e alcuni estratti dall'atto III di Manon Lescaut
di Puccini, il prologo e alcune arie dal Mefistofele di Boito. In quell'occasione
esord� alla Scala Renata Tebaldi, definita da Toscanini "voce d'angelo".

Diresse ancora alla Scala il concerto commemorativo di Arrigo Boito, comprendente


la Nona sinfonia di Beethoven, nel 1948; inoltre la Messa di requiem di Verdi nel
1950 e, come ultima volta, un concerto dedicato a Wagner nel settembre 1952.

Il 5 dicembre 1949 venne nominato senatore a vita per alti meriti artistici, ma
decise di rinunciare alla carica il giorno successivo. Mand�, da New York, un
telegramma di rinuncia all'allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi:

� � un vecchio artista italiano, turbatissimo dal suo inaspettato telegramma che si


rivolge a Lei e la prega di comprendere come questa annunciata nomina a senatore a
vita sia in profondo contrasto con il suo sentire e come egli sia costretto con
grande rammarico a rifiutare questo onore. Schivo da ogni accaparramento di
onorificenze, titoli accademici e decorazioni, desidererei finire la mia esistenza
nella stessa semplicit� in cui l`ho sempre percorsa. Grato e lieto della
riconoscenza espressami a nome del mio paese pronto a servirlo ancora qualunque sia
l'evenienza, la prego di non voler interpretare questo mio desiderio come atto
scortese o superbo, ma bens� nello spirito di semplicit� e modestia che lo ispira�
accolga il mio deferente saluto e rispettoso omaggio �

Ritiro e morte[modifica | modifica wikitesto]


Si ritir� a 87 anni dopo una straordinaria carriera duratane 68[3]; il suo ultimo
concerto, interamente dedicato a Wagner, compositore sempre molto amato, fu con la
NBC Symphony Orchestra il 4 aprile 1954 alla Carnegie Hall di New York, e in
diretta radiofonica. Proprio in occasione di quell'ultimo concerto il Maestro,
celebre anche per la sua straordinaria memoria, per la prima volta perse la
concentrazione e smise di battere il tempo. Vi furono ben 14 secondi di silenzio
(in radio fu immediatamente fatto scattare un dispositivo di sicurezza che trasmise
musica di Brahms)[29], dopo i quali riprese la direzione del brano dell'opera
Tannh�user. Alla fine del concerto raggiunse rapidamente il camerino, mentre in
teatro gli applausi sembravano non smettere pi�.

A dicembre del 1956, debilitato da problemi di salute legati all'et�, espresse il


desiderio di trascorrere l�ultimo dell�anno con tutta la famiglia; cos� il figlio
Walter organizz� una grande festa con figli, nipoti, vari parenti e amici, e a
mezzanotte il Maestro, apparso insolitamente allegro ed energico, volle abbracciare
tutti uno per uno. Se ne and� a letto alle due. Al mattino di capodanno del 1957,
alzatosi attorno alle 7, usc� dal bagno colpito da trombosi cerebrale; visse fino
al 16 gennaio in stato di semincoscienza[29].

Si spense alle soglie dei 90 anni nella sua casa newyorkese di Riverdale, il 16
gennaio 1957; la salma ritorn� il giorno dopo in Italia con un volo diretto
all'Aeroporto di Ciampino, a Roma, e venne accolta all'arrivo da una folla di
persone; giunta a Milano, la camera ardente e il funerale furono allestiti presso
il Teatro alla Scala, e la gente sal� anche sui tetti per poter vedere qualcosa.

Composto da una marea di persone, il corteo funebre si avvi� verso il Cimitero


Monumentale, dove il Maestro venne tumulato nell'Edicola 184 del Riparto VII, tomba
di famiglia precedentemente edificata alla morte del figlioletto Giorgio
dall'architetto Mario Lab�, e scolpita dallo scultore Leonardo Bistolfi con
tematiche rappresentanti l'infanzia e il viaggio per mare (Giorgio era morto di una
difterite fulminante a Buenos Aires a seguito del padre in tourn�e, ed era
ritornato a Milano defunto in nave)[30][31][32][33][34].

Il nome di Arturo Toscanini si � successivamente meritato l'iscrizione al Famedio


del medesimo cimitero[35].

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]


Arturo era il primogenito, dopo di lui i genitori ebbero tre figlie: Narcisa (1868-
1878), Ada (1875-1955) e Zina (1877-1900)[36][37].

Toscanini spos� la milanese Carla De Martini (nata nel 1877) a Conegliano Veneto il
21 giugno 1897; la moglie diverr� sua manager[2][29]. Ebbero quattro figli: Walter,
nato il 19 marzo 1898 e morto il 30 luglio 1971, storico e studioso del balletto,
che spos� la celebre prima ballerina Cia Fornaroli[38][39]; Wally, nata il 16
gennaio del 1900, chiamata come la protagonista dell'ultima opera dell'amico
scomparso Alfredo Catalani, La Wally[40], nel corso della Seconda guerra mondiale
elemento importante della Resistenza italiana e successivamente fondatrice di
un'associazione per la ricostruzione del Teatro alla Scala distrutto dai
bombardamenti alleati, nonch� moglie del Conte Emanuele di Castelbarco e celebre
animatrice del jet set internazionale[40][41][42], morta l'8 maggio 1991; il
predetto Giorgio, nato nel settembre 1901 e morto di difterite il 10 giugno 1906 e
Wanda Giorgina, nata il 7 dicembre del 1907, diventata celebre per avere sposato il
pianista russo-ucraino e amico di famiglia Vladimir Horowitz, morta il 21 agosto
1998.[29][34][43][44].

Il 23 giugno 1951 la moglie mor� a Milano, e Toscanini rimase vedovo[45].

Toscanini ebbe varie relazioni extraconiugali, come, ad esempio, con il soprano


Rosina Storchio, dalla quale nel 1903 ebbe Giovanni Storchio, nato cerebroleso e
morto sedicenne il 22 marzo 1919[46][47], e con il soprano Geraldine Farrar, che
gli impose di lasciare moglie e figli per sposarla. Non gradendo l'ultimatum, nel
1915 Toscanini si dimise da direttore d'orchestra principale del Metropolitan e
ritorn� in Italia. Ebbe anche una relazione durata 7 anni (dal 1933 al 1940) con la
pianista Ada Colleoni, amica delle figlie divenuta moglie del violoncellista Enrico
Mainardi; tra i due, nonostante vi fossero 30 anni di differenza, nacque un
profondo legame, come risulta da una raccolta di circa 600 lettere e 300 telegrammi
che il Maestro le invi�[48][49][50].

Prime esecuzioni[modifica | modifica wikitesto]

Francobollo emesso nel 2007 nel 50� anniversario della morte

Francobollo della Repubblica di San Marino che celebra Arturo Toscanini, sempre per
il 50� dalla morte
Toscanini diresse le prime mondiali di molte opere, incluse quattro che sono
entrate a far parte del repertorio operistico classico: Pagliacci, La boh�me, La
fanciulla del West e Turandot. Diresse inoltre le prime rappresentazioni italiane
di Siegfried, G�tterd�mmerung, Salom�, Pell�as et M�lisande, quelle sudamericane di
Tristan und Isolde e Madama Butterfly e la nord americana di Boris Godunov. Si
elencano di seguito le prime assolute:

Edmea (versione riveduta), di Alfredo Catalani � Torino, 4 novembre 1886


Pagliacci, di Ruggero Leoncavallo � Milano, 21 maggio 1892
Gualtiero Swarten, di Andrea Gnaga � Roma, 15 novembre 1892
Savitri, di Natale Canti � Bologna, 1� dicembre 1894
Emma Liona, di Antonio Lozzi � Venezia, 24 maggio 1895
La boh�me, di Giacomo Puccini � Torino, 1� febbraio 1896
Forza d'Amore, di Arturo Buzzi-Peccia � Torino, 6 marzo 1897
La Camargo, di Enrico De Leva � Torino, 2 marzo 1898
Anton, di Cesare Galeotti � Milano, 7 dicembre 1900
Zaz�, di Ruggero Leoncavallo � Milano, 10 novembre 1900
Le maschere, di Pietro Mascagni � Milano, 17 gennaio 1901
Mos�, di Lorenzo Perosi � Milano, 16 novembre 1901
Germania, di Alberto Franchetti � Milano, 11 marzo 1902
Oceana, di Antonio Smareglia � Milano, 22 gennaio 1903
Cassandra, di Vittorio Gnecchi � Bologna, 5 dicembre 1905
Gloria, di Francesco Cilea � Milano, 15 aprile 1907
La fanciulla del West, di Giacomo Puccini � New York, 10 dicembre 1910
Madame Sans-G�ne, di Umberto Giordano � New York, 25 gennaio 1915
Debora e Jaele, di Ildebrando Pizzetti � Milano, 16 dicembre 1922
Nerone, di Arrigo Boito (completata da Vincenzo Tommasini e da Toscanini stesso) �
Milano, 1� maggio 1924
La cena delle beffe, di Umberto Giordano � Milano, 20 dicembre 1924
I cavalieri di Ekeb�, di Riccardo Zandonai � Milano, 7 marzo 1925
Turandot, di Giacomo Puccini � Milano, 25 aprile 1926
Fra Gherardo, di Ildebrando Pizzetti � Milano, 6 maggio 1928
Il re, di Umberto Giordano � Milano, 12 gennaio 1929
Incisioni[modifica | modifica wikitesto]

Tomba di Arturo Toscanini nel Cimitero Monumentale di Milano


Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia
di Arturo Toscanini.
Toscanini registr� 191 dischi, specialmente verso la fine della carriera, molti dei
quali sono ancora ristampati. Inoltre sono conservate molte registrazioni di
esibizioni televisive e radiofoniche.

Alcune delle esecuzioni disponibili sono:

Ludwig van Beethoven, Sinfonia N. 7 (1936, New York Philharmonic), RCA Victor
Ludwig van Beethoven, Sinfonia N. 3 (1939/1953, NBC Symphony Orchestra), RCA Victor
Ludwig van Beethoven, Concerto per violino Op. 61 (1940, Jascha Heifetz/NBC
Symphony), RCA Victor
Ludwig van Beethoven, Missa Solemnis (1940, Zinka Milanov/Bruna Castagna/Jussi
Bj�rling/Alexander Kipnis, NBC Symphony/Westminster Choir), Melodram/Fono
Ludwig van Beethoven, Fidelio (1944, Jan Peerce/Rose Bampton/Herbert
Janssen/Eleanor Steber/Nicola Moscona, NBC Symphony), RCA Victor
Ludwig van Beethoven, Sinfonia N. 9/Missa Solemnis (1952, Ed Houser/Eileen
Farrell/Eugene Conley/Jan Peerce/Jerome Hines/Lois Marshall/Nan Merriman/Norman
Scott, Robert Shaw Chorale/NBC Symphony), RCA Victor
Hector Berlioz, Romeo e Giulietta (1947, NBC Symphony), RCA Victor
Aleksandr Porfir'evic Borodin, Sinfonia No. 2 (1938, NBC Symphony), Saland
Johannes Brahms, Sinfonia N. 1 (1941, NBC Symphony), RCA Victor
Johannes Brahms, Sinfonia N. 2 (1951 NBC Symphony), RCA Victor
Johannes Brahms, Sinfonia N. 4 (1951 NBC Symphony), RCA Victor
Johannes Brahms, Requiem (NBC Symphony), Guild Historical/BFM Digital
Luigi Cherubini, Requiem (NBC Symphony/Robert Shaw Chorale), Saland
Claude Debussy, La Mer (1950, NBC Symphony), RCA Victor
Antonin Dvor�k, Sinfonia No.5 Op.76 (NBC Symphony), Saland
Antonin Dvorak, Sinfonia No.9 Op.95 "Dal nuovo mondo" (1953, NBC Symphony), RCA
Victor
George Gershwin, Piano Concerto/Rhapsody in Blue (Benny Goodman/Oscar Levant/NBC
Symphony), Past Classics
Felix Mendelssohn 200 Anniversary Tribute (NBC Symphony/Jascha Heifetz/Edna
Philips), Guild Historical
Wolfgang Amadeus Mozart, Il flauto magico (1937, Festival di Salisburgo, Helge
Rosvaenge/Willi Domgraf-Fassbaender/Jarmila Novotna/J�lia Osv�th/Alexander Kipnis)
Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonie No. 40 e 35 (NBC Symphony), Saland
Wolfgang Amadeus Mozart, Sinfonia No. 41 "Jupiter" (NBC Symphony), Saland
Modest Musorgskij, I quadri di un'esposizione (NBC Symphony), Discover Classical
Music
Giacomo Puccini, La boh�me (1946, Jan Peerce/Licia Albanese/Frank Valentino/Nicola
Moscona/Anne McKnight/Salvatore Baccaloni, NBC Symphony), RCA Victor
Franz Schubert, Sinfonia N. 9 (1941, Orchestra di Filadelfia; 1953, NBC Symphony),
RCA Victor
P�tr Il'ic Cajkovskij, Piano Concerto No. 1 (1941, Vladimir Horowitz/NBC Symphony -
live from Carnegie Hall), Naxos Historical
Giuseppe Verdi, Falstaff (1937, Festival di Salisburgo, Mariano Stabile/Franca
Somigli/Angelica Cravcenco/Dino Borgioli)
Giuseppe Verdi, Requiem (1938, Londra, Zinka Milanov/Kerstin Thorborg/Helge
Rosvaenge/Nicola Moscona), Testament
Giuseppe Verdi, Requiem (1940, New York, Zinka Milanov/Bruna Castagna/Jussi
Bjorling/Nicola Moscona, NBC Symphony), Melodram
Giuseppe Verdi, La traviata (1946, Licia Albanese/Jan Peerce/Robert Merrill, NBC
Symphony), RCA Victor
Giuseppe Verdi, Otello (1947, Ram�n Vinay/Herva Nelli/Giuseppe Valdengo, NBC
Symphony), RCA Victor
Giuseppe Verdi, Aida (1949, Herva Nelli/Richard Tucker/Eva Gustavson/Giuseppe
Valdengo, NBC Symphony), RCA Victor
Giuseppe Verdi, Falstaff (1950, Giuseppe Valdengo/Herva Nelli/Frank Guarrera/Teresa
Stich-Randall, NBC Symphony), RCA Victor
Giuseppe Verdi, Requiem (1950, Renata Tebaldi/Cloe Elmo/Giacinto Prandelli/Cesare
Siepi, Orchestra del Teatro alla Scala), IDIS
Giuseppe Verdi, Requiem (1951, Herva Nelli/Fedora Barbieri/Giuseppe Di
Stefano/Cesare Siepi, Robert Shaw Chorale/NBC Symphony), RCA Victor
Giuseppe Verdi, Un ballo in maschera (1954, Herva Nelli/Richard Tucker/Robert
Merrill/Claramae Turner, NBC Symphony), RCA Victor
Richard Wagner, Die Meistersinger (1937, Festival di Salisburgo, Hans-Hermann
Nissen/Henk Noort/Maria Reining/Kerstin Thorborg/Hermann Wiedemann/Herbert
Alsen/Anton Dermota)
Documenti[modifica | modifica wikitesto]
I beni che documentano la vita di Toscanini sono stati dati dai suoi eredi a
istituzioni pubbliche italiane e statunitensi. A New York presso la New York Public
Library si conservano molte delle partiture annotate e la rassegna stampa degli
eventi che videro protagonista il Maestro; alcuni documenti sono invece conservati
presso la Fondazione Arturo Toscanini di Parma; a Milano si trovano documenti
presso l'archivio del Museo Teatrale alla Scala, l'Archivio di Stato e il
Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi"; il 19 dicembre 2012 vi fu un'asta su
lotti di lettere e spartiti del Maestro: tutto ci� rischiava di andare disperso, ma
60 lotti su 73 andarono all'Archivio di Stato[51].

A Parma si visita la Casa natale di Toscanini e, all'interno del Museo storico del
Conservatorio "Arrigo Boito", si visita una ricostruzione dello studio personale
della casa di via Durini a Milano, con suoi oggetti e documenti reali[52][53].

Curiosit�[modifica | modifica wikitesto]


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Il 19 marzo 1899 Giuseppe Verdi invi� un telegramma al giovane Toscanini per
ringraziarlo dell'ottima direzione del Falstaff.
Toscanini apparve ben tre volte sulla copertina della rivista TIME[54][55][56].
Nel 1945 il breve documentario Arturo Toscanini, di Alexander Hammid, incentrato
sulle vicende biografiche e artistiche del Maestro, venne candidato all'Oscar come
miglior cortometraggio documentario.
Arturo Toscanini, Enrico Caruso, Rodolfo Valentino, Ezio Pinza, Renata Tebaldi,
Anna Magnani, Sophia Loren, Bernardo Bertolucci, Andrea Bocelli ed Ennio Morricone
sono le uniche personalit� italiane ad avere una stella sulla celebre Hollywood
Walk of Fame, la famosa strada di Hollywood dove sono incastonate oltre 2000 stelle
a cinque punte che recano i nomi di celebrit� dello spettacolo.
L'Auditorium Rai di Torino, sede dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, e il
ridotto dei palchi del Teatro alla Scala portano il nome di Arturo Toscanini.
Era a lui intitolata anche la Piccola Scala, situata a fianco all'omonimo teatro e
demolita negli anni 2000.
Durante una prova al Metropolitan con il soprano Geraldine Farrar, Toscanini la
interruppe per farle un'osservazione e allora la cantante gli disse: "Maestro, si
ricordi che io sono una stella!". Lui rispose (indicando se stesso): "E lei si
ricordi che quando il sole splende le stelle non si vedono!".
Era un appassionato intenditore e collezionista d'arte, nonch� conoscente o amico
di molti pittori; secondo il nipote Walfredo (figlio di Walter e di Cia Fornaroli)
solo la sua collezione nella casa milanese di via Durini poteva arrivare a contare
anche fino a 200 quadri[29].
Note[modifica | modifica wikitesto]
^ Harvey Sachs, Toscanini, Da Capo Press, 1978, ISBN 0-306-80137-X.
^ a b c d e f g Andrea Della Corte, Arturo Toscanini, Edizioni Studio Tesi, 1989,
ISBN 9788876922237. URL consultato il 18 maggio 2017.
^ a b c Toscanini Bio, su www.arturotoscanini.org. URL consultato il 18 maggio
2017.
^ a b Debutto per caso su Fortaleza Report, in fortalezareport. URL consultato il
18 maggio 2017.
^ a b (EN) Frank N. Magill, The 20th Century O-Z: Dictionary of World Biography,
Routledge, 13 maggio 2013, ISBN 9781136593697. URL consultato il 18 maggio 2017.
^ a b c Arturo Toscanini, direttore d'orchestra eccezionale, in Artspecialday, 25
marzo 2016. URL consultato il 17 maggio 2017.
^ Toscanini Arturo, su turismo.comune.parma.it. URL consultato il 18 maggio 2017.
^ Evento Anche Toscanini aveva un maestro - Arturo Toscanini 150, in Arturo
Toscanini 150. URL consultato il 18 maggio 2017.
^ Conservatorio di Musica Arrigo Boito � Toscanini150, su www.conservatorio.pr.it.
URL consultato il 18 maggio 2017.
^ Dizionario della Musica, su www.lacasadellamusica.it. URL consultato il 18 maggio
2017.
^ Marcello Conati, Verdi: interviste e incontri, EDT srl, 2000, ISBN 9788870634907.
URL consultato il 18 maggio 2017.
^ Muti: �Un Verdi che parla alla gente il miglior augurio per gli Arcimboldi�
(PDF), su corriere.it.
^ Opera Manager - Opera: Ruggero Leoncavallo Pagliacci, su www.operamanager.com.
URL consultato il 18 maggio 2017.
^ Codex, Pavia (IT) - http://www.codexcoop.it, Teatro alla

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