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Sole

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Il Sole (dal latino: Sol) è la stella madre del sistema solare,[6] attorno
Sole
alla quale orbitano gli otto pianeti principali (tra cui la Terra), i pianeti
nani, i loro satelliti, innumerevoli altri corpi minori e la polvere diffusa
per lo spazio, che forma il mezzo interplanetario. La massa del Sole, che
ammonta a circa 2 ×1030 kg,[2] rappresenta da sola il 99,9% della massa
complessiva del sistema solare.[7][8]

Il Sole è una stella di dimensioni medio-piccole costituita


principalmente da idrogeno (circa il 74% della sua massa, il 92,1% del
[9]
suo volume) ed elio (circa il 24-25% della massa, il 7,8% del volume),
cui si aggiungono altri elementi più pesanti presenti in tracce.[10] È
classificato come una "nana gialla" di tipo spettrale G2 V: "G2" indica
che la stella ha una temperatura superficiale di 5 777 K (5 504 °C),
caratteristica che le conferisce un colore bianco estremamente intenso e
cromaticamente freddo, che però spesso può apparire giallognolo, a Il Sole ripreso in falsi colori dal Solar
causa della diffusione luminosa nell'atmosfera terrestre, in ragione Dynamics Observatory della NASA nella
dell'elevazione dell'astro sull'orizzonte e nondimeno della limpidezza banda dell'ultravioletto.
atmosferica. La V (5 in numeri romani) indica che il Sole, come la Classificazione Nana gialla
maggior parte delle stelle, è nella sequenza principale, ovvero in una Classe spettrale G2 V
lunga fase di equilibrio stabile in cui l'astro fonde, nel proprio nucleo,
Parametri orbitali
l'idrogeno in elio.[11]
(all'epoca J2000.0)
Tale processo genera ogni secondo una grande quantità di energia
Semiasse 26-28 × 103 a.l.
(equivalente a 3,83 × 1026 J[12]), emessa nello spazio sotto forma di
maggiore 7,62 ± 0,32 kpc
radiazioni elettromagnetiche (radiazioni solari), flusso di particelle
(vento solare) e neutrini.[12] La radiazione solare, emessa
Periodo orbitale 2,25 – 2,50 × 108 anni
fondamentalmente comeluce visibile ed infrarossi, consente la vita sulla 1 anno galattico
Terra fornendo l'energia necessaria ad attivare i principali meccanismi Velocità orbitale 217 km/s (media)
che ne stanno alla base;[13] inoltre l'insolazione della superficie terrestre
regola il clima e la maggior parte deifenomeni meteorologici. Sistema sì (sistema solare)
planetario
Collocato all'interno del Braccio di Orione, un braccio secondario della
spirale galattica, il Sole orbita attorno al centro della Via Lattea ad una
Dati fisici
distanza media di circa 26 000 anni luce e completa la propria Diametro equat. 1,391 × 109 m[1]
rivoluzione in 225-250 milioni di anni.[14] Tra le stelle più vicine, poste Diametro polare 1,3909 × 109 m
entro un raggio di 17 anni luce, il Sole è la quinta più luminosa in
Diametro medio 1,39095 × 109 m
termini intrinseci: la sua magnitudine assoluta, infatti, è pari a +4,83.[15]
Se fosse possibile osservare la nostra stella da α Centauri, il sistema Schiacciamento 9 × 10−6
stellare più vicino, essa apparirebbe nella costellazione di Cassiopea con Superficie 6,0877 × 1018 m²[1]
una magnitudine apparentedi 0,5.[16]
Volume 1,4122 × 1027 m³
Massa 1,9891 × 1030 kg[2]
Densità media 1,408 × 103 kg/m³[2]
Il simbolo del Sole consiste di una circonferenza con un punto al centro Del nucleo: 1,5 × 105 kg/m³
(Unicode: U+2609 = ; entità nei linguaggi HTML, XML e derivati:
Della fotosfera: 2 × 10−4 kg/m³
☉ = ☉).
Della 5 × 10−6 kg/m³
cromosfera:
Della corona: 10−12 kg/m³[3]
Indice
Acceleraz. di 274,0 m/s²[2] (27,94 g)[1]
Osservazione gravità in
Storia delle osservazioni
superficie
Prime conoscenze
Sviluppo di una conoscenza scientifica moderna Velocità di fuga 617,54 km/s
Nell'Ottocento e nel Novecento Periodo di
Missioni spaziali rotazione 27 d 6 h 36 min
Posizione all'interno della Galassia All'equatore:
Il Sole da α Centauri A 30° di 28 d 4 h 48 min
Ciclo vitale latitudine:
Caratteristiche morfologiche e rotazione A 60° di 30 d 19 h 12 min
Struttura latitudine:
Nucleo A 75° di 31 d 19 h 12 min
Zona radiativa latitudine:
Zona di transizione (Tachocline)
Velocità di 1 993 m/s
Zona convettiva
Fotosfera
rotazione
Atmosfera (all'equatore)
Cromosfera Inclinaz. 7,25°
Zona di transizione dell'asse
Corona sull'eclittica
Vento solare Inclinaz. 67,23°
Eliosfera dell'asse
Campo magnetico sul piano
Ciclo solare galattico
Macchie solari A.R. polo nord 286,13° (19h 4m 30s)
Eventualità di fenomeni ciclici a lungo termine
Declinazione 63,87° (63° 52′ :)
Composizione chimica
Temperatura 5777[2] K (media)
Produzione di energia: le reazioni nucleari
superficiale
Energia solare
Fonte di energia alternativa T. della corona 5 × 106 K

Questioni teoriche aperte T. del nucleo ~1,57 × 107 K[2]


Problema dei neutrini solari
Luminosità 3,827 × 1026 W
Problema del riscaldamento coronale
Problema del Sole giovane debole Radianza 2,009 × 107 W/(sr×m²)
Sistema planetario Metallicità Z = 0,0177[4]
Il Sole nella cultura [Fe/H] = 0
Etimologia e altri nomi
Età stimata 4,57 miliardi di anni
Nella mitologia e nella religione
Nella letteratura e nella musica Dati osservativi
Uso del termine Sol Magnitudine −26,8[2] (media)
Note app.
Bibliografia Magnitudine 4,83[2]
Titoli generali ass.
Titoli specifici Diametro
Diametro
Sulle stelle apparente 31' 31"[5] (min)
Sul Sole
32' 03"[5] (medio)
Voci correlate 32' 35"[5] (max)
Generali
Unità di misura
Posizione
Mitologia
Altri progetti
Collegamenti esterni

Osservazione
Il Sole è l'unica stella la cui forma possa essere apprezzata
semplicemente alla vista,[17] grazie al suo diametro angolare
apparente medio di 32' 03" d'arco, che varia però a seconda del
punto in cui la Terra si trova nel corso della sua orbita:
raggiunge infatti il valore massimo (32' 35") quando il nostro
pianeta si trova al perielio, mentre il valore minimo (31' 31")
all'afelio.[5] Simili dimensioni apparenti consentono, previo
Raffronto tra le dimensioni apparenti del Soleviste dai
l'utilizzo di particolare strumentazione ed adeguate
pianeti del sistema solare; dalla Terra, il diametro
protezioni,[17] di osservare i dettagli della superficie della
angolare apparente misura, inmedia, 32' 03".
nostra stella allo scopo di rivelare e studiare i fenomeni che la
caratterizzano.

A occhio nudo è possibile distinguere il disco solare al tramonto o in presenza di nebbia e nubi, quando l'intensità luminosa è
sensibilmente minore. Tali osservazioni permettono, seppure in rare circostanze, di osservare delle macchie solari particolarmente
estese. Utilizzando poi un modestotelescopio, dotato di un adeguatofiltro o utilizzato in modo da proiettare l'immagine della stella su
uno schermo bianco, è possibile osservare agevolmente le macchie solari e i brillamenti.[17] Tuttavia, a causa dei rischi a cui è
soggetta la retina dell'occhio, l'osservazione del Sole senza le giuste protezioni è dannosa alla vista: infatti, la forte radiazione può
provocare la morte di parte delle cellule della retina, deputate alla visione,[18][19][20][21] oppure la degenerazione di alcune strutture
oculari, come il cristallino.[22]

La combinazione delle dimensioni e della distanza dalla Terra del Sole


e della Luna è tale che i due astri si presentano nel cielo pressappoco
col medesimo diametro apparente; tale situazione è all'origine di
periodiche occultazioni della stella da parte del nostro unico satellite
naturale, che prendono il nome di eclissi solari; le eclissi totali, in
particolare, consentono di visualizzare la corona solare e le
protuberanze.

Un'altra osservazione riguarda il suo moto apparente nella volta


celeste. Tale moto nell'arco della giornata è sfruttato nella scansione
delle ore, con l'aiuto di strumenti preposti come lemeridiane.[23]

Inoltre, la stella sembra compiere in un anno un tragitto lungo la fascia Analemma solare.

zodiacale che varia di giorno in giorno. La traiettoria descritta dal Sole,


rilevata determinando la sua posizione alla stessa ora ogni giorno
durante l'anno, prende il nome di analemma ed ha una forma somigliante al numero 8, allineato secondo un asse nord-sud. La
variazione della declinazione solare annua in senso nord-sud è di circa 47° (per via dell'inclinazione dell'asse terrestre rispetto
all'eclittica di 66° 33', causa fondamentale dell'alternarsi delle stagioni); vi è anche una piccola variazione in senso est-ovest causata
dalla differente velocità orbitale della Terra, che, nel rispetto delle leggi di Keplero, è massima al perielio e minima all'afelio.[24]

Storia delle osservazioni

Prime conoscenze
L'uomo, fin dalle sue origini, ha reso oggetto di attenzioni e spesso venerazione
molti fenomeni naturali, tra cui il Sole. Le prime conoscenze astronomiche
dell'uomo preistorico, che riteneva le stelle dei puntini immutabili "incastonati" nella
sfera celeste, consistevano essenzialmente nella previsione dei moti del Sole, della
Luna e dei pianeti sullo sfondo delle stelle fisse.[25] Un esempio di questa
"protoastronomia" è dato dagli orientamenti dei primi monumenti megalitici, che
tenevano conto della posizione del Sole nei vari periodi dell'anno: in particolare i
megaliti di Nabta Playa (in Egitto) e Stonehenge (in Inghilterra) erano stati costruiti

Il complesso megalitico di tenendo conto della posizione dell'astro durante il solstizio d'estate. Molti altri
Stonehenge. monumenti dell'antichità sono stati costruiti tenendo in considerazione i moti
apparenti del Sole: un esempio è il Tempio di Kukulkan (meglio noto come El
Castillo) a Chichén Itzá, nel Messico, che è stato progettato per proiettare ombre a
forma di serpente durante gliequinozi.[26]

Il moto apparente del Sole sullo sfondo delle stelle fisse e dell'orizzonte fu utilizzato per redigere i primi calendari, impiegati per
regolare le pratiche agricole.[27] Rispetto alle stelle fisse, infatti, il Sole sembra compiere una rotazione attorno alla Terra nell'arco di
un anno (sul piano dell'eclittica, lungo la fascia zodiacale); per questo la nostra stella, contrariamente a quanto oggi noto, fu
considerata dagli antichi astronomi greci come uno dei pianeti che ruotavano attorno alla Terra, la quale era ritenuta al centro
dell'Universo; tale concezione prende il nome di "sistema geocentrico" o "sistema aristotelico-tolemaico"(dai nomi del filosofo greco
Aristotele, IV secolo a.C., e dell'astronomo alessandrinoClaudio Tolomeo, II secolo d.C.).[28]

Sviluppo di una conoscenza scientifica moderna


Una delle prime "spiegazioni scientifiche" sul Sole venne fornita dal filosofo greco
Anassagora. Questi lo immaginava come una grande sfera di metallo infiammato più
grande del Peloponneso e riteneva impossibile che potesse esser trascinato dal carro
del dio Elio. Per aver insegnato questa dottrina, considerata eretica, venne accusato
dalle autorità di empietà, imprigionato e condannato a morte (venne però in seguito
rilasciato per intervento diPericle).

Eratostene di Cirene, probabilmente, fu il primo a calcolare accuratamente la


distanza della Terra dal Sole, nel III secolo a.C.; secondo quanto tramandatoci da
Eusebio di Cesarea,[29] egli calcolò la distanza dalla nostra stella in «σταδίων
Il cosmo secondo la concezione
μυριάδας τετρακοσίας καὶ ὀκτωκισμυρίας» (stadìōn myrìadas tetrakosìas kài
eliocentrica di Copernico.
oktōkismyrìas), ovvero 804 milioni di stadi, equivalenti a 149 milioni di chilometri:
un risultato sorprendentemente molto simile a quello attualmente accettato, da cui
differisce di appena l'1%.[30]

Un altro scienziato che sfidò le credenze del suo tempo fu Niccolò Copernico, che nel XVI secolo riprese e sviluppò la teoria
eliocentrica (che considerava il Sole al centro dell'Universo), già postulata nelII secolo a.C. dallo scienziato grecoAristarco di Samo.
È grazie anche all'opera di importanti scienziati del XVII secolo, come Galileo Galilei, Cartesio e Newton, che il sistema eliocentrico
arrivò, infine, a prevalere su quello geocentrico. Galileo fu inoltre il pioniere dell'osservazione solare, grazie al cannocchiale; lo
scienziato pisano scoprì nel 1610 le macchie solari,[31] e confutò una presunta dimostrazione dello Scheiner che esse fossero oggetti
[32].
transitanti tra la Terra ed il Sole piuttosto che presenti sulla superficie solare

Isaac Newton, il padre dellalegge di gravitazione universale, osservò la luce bianca solare attraverso un prisma, dimostrando che essa
era composta da un gran numero di gradazioni di colore,[33] mentre verso la fine del XVIII secolo William Herschel scoprì la
radiazione infrarossa, presente oltre la parte rossa dello spettro solare.[34]

Nell'Ottocento e nel Novecento


Nel XIX secolo la spettroscopia conseguì enormi progressi: Joseph von Fraunhofer,
considerato il "padre" di questa disciplina, effettuò le prime osservazioni delle linee
di assorbimento dello spettro solare, che attualmente vengono chiamate, in suo
onore, linee di Fraunhofer.

Le linee di Fraunhofer dello spettro Nei primi anni dell'era scientifica moderna gli scienziati si interrogavano su quale
solare. fosse la causa dell'energia solare. William Thomson, I barone Kelvin, ipotizzò che il
Sole fosse un corpo liquido in graduale raffreddamento, che emetteva nello spazio la
sua riserva interna di calore;[35] l'emissione energetica venne spiegata da Kelvin e
Hermann von Helmholtz attraverso la teoria detta meccanismo di Kelvin-Helmholtz, secondo la quale l'età del Sole era di 20 milioni
di anni: un valore nettamente inferiore ai 4,6 miliardi di anni suggeriti per il nostro pianeta dagli studi
geologici.

Nel 1890 Joseph Lockyer, scopritore dell'elio nello spettro solare, suggerì che la stella si fosse formata dalla progressiva
[36]
aggregazione di frammenti rocciosi simili alle meteore.

Una possibile soluzione alla discrepanza tra il dato di Kelvin-Helmholtz e quello geologico arrivò nel 1904, quando Ernest
Rutherford suggerì che l'energia del Sole potesse essere originata da una fonte interna di calore, generata da un meccanismo di
decadimento radioattivo.[37] Fu tuttavia Albert Einstein a fornire lo spunto decisivo sulla questione, con la sua relazione massa-
energia E=mc².[38]

Lo stesso Einstein riuscì a dimostrare tra il 1905 ed il 1920 la ragione del particolare
moto orbitale di Mercurio, attribuita inizialmente alle perturbazioni di un pianeta più
interno, chiamato dagli astronomi Vulcano. Einstein suppose che il particolare moto
del pianeta non fosse dovuto ad alcuna perturbazione planetaria, bensì al campo
gravitazionale del Sole, la cui enorme massa genera una curvatura dello spazio-
tempo.[39] L'entità della curvatura dipenderebbe dallarelazione:

dove è la costante di gravitazione universale, è la massa del corpo, indica la


deflessione dei raggi (misurata ingradi) e è la velocità della luce nel vuoto.

Tale curvatura sarebbe dunque responsabile dellaprecessione del perielio del pianeta
e della lieve deflessione che la luce e qualunque altra radiazione elettromagnetica, in
conseguenza della teoria della relatività generale, subirebbe in prossimità del campo
gravitazionale del Sole.[39] Si è calcolato che la curvatura spaziotemporale
Rappresentazione grafica della
provocherebbe uno spostamento nella posizione di una stella pari a 1,7 secondi deflessione da parte del campo
d'arco. gravitazionale del Sole di un'onda
Nel 1919 il fisico inglese Arthur Eddington confermò la teoria in occasione di radio inviata dalla sonda Cassini.
un'eclissi. L'anno successivo il fisico inglese ipotizzò che l'energia solare fosse il
risultato delle reazioni di fusione nucleare, causate dalla pressione e dalla
temperatura interna del Sole, che trasformerebbero idrogeno
l' in elio e produrrebbero energia a causa della differenza di massa.[40] La
teoria venne ulteriormente sviluppata negli anni trenta dagli astrofisici Subrahmanyan Chandrasekhar e Hans Bethe; quest'ultimo
studiò nei dettagli le due principali reazioni nucleari che producono energia nelle stelle,[41][42] ovvero la catena protone-protone ed il
ciclo del carbonio-azoto, calcolando il quantitativo energetico sviluppato da ciascuna reazione.[42]

Nel 1957 venne poi pubblicato un articolo, intitolato Synthesis of the Elements in Stars,[38] in cui veniva proposto un modello
consistente con i dati a disposizione, e a tutt'oggi valido, secondo il quale la maggior parte degli elementi nell'Universo furono creati
dalle reazioni nucleari all'interno delle stelle, a eccezione di idrogeno, elio e litio, formatisi in massima parte durante la nucleosintesi
[43]
primigenia e dunque già presenti in notevole quantità prima che si formassero le prime stelle.

Missioni spaziali
Con l'avvento, nei primi anni cinquanta, dell'era spaziale e l'inizio delle esplorazioni del sistema solare, numerose sono state le sonde
appositamente progettate per studiare la nostra stella.

I primi satelliti progettati per osservare il Sole furono i Pioneer 5, 6, 7, 8 e 9 della NASA, lanciati tra il 1959 e il 1968. Le sonde
orbitarono attorno al Sole ad una distanza di poco inferiore a quella dell'orbita terrestre ed effettuarono le prime misure dettagliate del
[44]
vento e del campo magnetico solare. La sonda Pioneer 9 operò per molto tempo, trasmettendo dati fino al 1987.

Negli anni settanta la sonda Helios 1 e la stazione spaziale Skylab fornirono agli scienziati nuovi e significativi dati sull'emissione del
vento solare e sulla corona. Ulteriori dati sono stati forniti dalla sonda della NASA Solar Maximum Mission, lanciata nel 1980, che
aveva lo scopo di osservare le radiazioni ultraviolette, i raggi gamma ed X emanati dai flare solari durante il periodo di massima
attività.[45]

Gli anni novanta videro il lancio di numerose sonde, come la giapponese Yohkoh (1991), progettata per osservare i flare solari alle
lunghezze d'onda dei raggi X,[46] e la Solar and Heliospheric Observatory (SOHO, 1995), frutto della collaborazione tra ESA e
NASA; quest'ultima in particolare ha garantito sin dal suo lancio una costante osservazione della nostra stella in gran parte delle
lunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico, permettendo anche la scoperta di un gran numero dicomete radenti.[47]

Queste sonde hanno tuttavia effettuato osservazioni dettagliate solamente delle regioni equatoriali del Sole, visto che le loro orbite
erano situate sul piano dell'eclittica. La sonda Ulysses venne invece progettata per studiare le regioni polari, operando anche
misurazioni del vento solare e dell'intensità del campo magnetico.[48] Lanciata nel 1990, la Ulysses fu inizialmente diretta verso
Giove in modo da sfruttare l'effetto fionda gravitazionale del gigante gassoso ed allontanarsi dal piano delle orbite planetarie.[48] Nel
1998 fu lanciata la sonda TRACE, finalizzata ad individuare le connessioni tra il campo magnetico della stella e le strutture di plasma
atmosfera del Sole.[49]
associate, grazie anche all'ausilio di immagini ad alta risoluzione della fotosfera e della bassa

A differenza della fotosfera, ben studiata attraverso la spettroscopia, la composizione interna del Sole è poco conosciuta. La missione
Genesis fu progettata per prelevare dei campioni di vento solare e avere una misura diretta della composizione della materia
costituente la stella. Nel 2006 è stata lanciata la missione Solar Terrestrial Relations Observatory (STEREO), che consiste di due
navicelle identiche poste in orbite che permettono di ottenere una visionestereoscopica della stella.[50]

Posizione all'interno della Galassia


Il Sole orbita a una distanza dal centro della Via Lattea stimata in 26 000 ± 1400 anni luce (7,62 ± 0,32 kpc).[51] La stella è situata in
una regione periferica della Galassia,[52] più precisamente all'interno della Bolla Locale, una cavità nel mezzo interstellare della
Cintura di Gould, collocata nel bordo più interno del Braccio di Orione, un braccio galattico secondario posto tra il Braccio di Perseo
e il Braccio del Sagittario;[53] i due bracci sono separati da circa 6500 anni luce di distanza.[54] La nostra stella si trova attualmente
nella Nube Interstellare Locale, un addensamento del mezzo interstellare dovuto all'unione della Bolla Locale con l'adiacente Bolla
Anello I.[55][56] Data la relativa lontananza dal centro galattico, da altre regioni ad elevata densità stellare e da forti sorgenti di
radiazioni quali pulsar o oggetti simili, il Sole, e dunque il sistema solare, si trova in quella che gli scienziati definiscono zona
galattica abitabile.[56]
Il sistema solare impiega 225–250 milioni di anni per completare una rivoluzione
attorno al centro della Galassia (anno galattico);[57] perciò il Sole avrebbe
completato 20–25 orbite dal momento della sua formazione ed 1/1250 di orbita dalla
comparsa dell'essere umano sulla Terra. La velocità orbitale della nostra stella è di
circa 220 km/s; a questa velocità il sistema solare impiega circa 1 400 anni per
percorrere la distanza di un anno-luce, ossia 8 giorni per percorrere una unità
astronomica (UA).[58] La direzione apparente verso cui si muove la nostra stella
durante la propria rivoluzione attorno al centro di massa della Galassia prende il
nome di apice solare e punta verso la stella Vega e la costellazione di Ercole, con
[56]
un'inclinazione di circa 60° in direzione del centro galattico.

La posizione del Sole all'interno della Si ritiene che l'orbita del Sole abbia una forma ellittica quasi circolare, tenendo
Via Lattea (NASA). conto delle perturbazioni causate dalla diversa distribuzione delle masse nei bracci
della spirale galattica; inoltre il Sole oscilla al di sopra e al di sotto del piano
galattico mediamente 2,7 volte ogni orbita, secondo un andamento assimilabile ad
un moto armonico.[54] Poiché la densità stellare è piuttosto alta nel piano galattico e nei suoi pressi, tali oscillazioni coincidono
spesso con un incremento nel tasso degliimpatti meteoritici sulla Terra, responsabili talvolta di catastrofiche estinzioni di massa. Tale
incremento è dovuto al fatto che le altre stelle esercitano delle forze mareali sugli asteroidi della Fascia principale o della Cintura di
Kuiper o sulle comete della Nube di Oort, che vengono di conseguenza dirette verso ilsistema solare interno.[59]

Il Sole fa parte di un gruppo di oltre 100 milioni di stelle di classe spettrale G2 note all'interno della Via Lattea e supera in luminosità
ben l'85% delle stelle della Galassia, gran parte delle quali sono debolinane rosse.[60] Tra le stelle luminose più vicine, poste entro un
raggio di 17 anni luce, il Sole occupa la quinta posizione in termini di luminosità intrinseca: la sua magnitudine assoluta, infatti, è
pari a +4,83.[15]

Il Sole da α Centauri
Se intorno al sistema di α Centauri, il sistema stellare più vicino al sistema solare
(distante circa 4,3 anni luce), orbitassero dei pianeti di tipo roccioso, nei quali si
fossero sviluppate forme di vita intelligenti in grado di osservare il cielo e
comprenderne i meccanismi, esse lo vedrebbero non molto diverso da come lo
vediamo noi. Le differenze resterebbero circoscritte ad alcuni particolari: ad
esempio, la stella Sirio si verrebbe a trovare nella costellazione di Orione, ad alcuni
gradi da Betelgeuse, anziché nel Cane Maggiore; la costellazione del Centauro
sarebbe privata della sua stella più luminosa, mentre Cassiopea si troverebbe ad
avere una luminosa stella di magnitudine 0,5 in più: si tratta del Sole. La La costellazione di Cassiopea come
collocazione della nostra stella è facilmente calcolabile, poiché essa si troverebbe apparirebbe da α Centauri.
agli antipodi della posizione di α Centauri vista dalla Terra: avrebbe dunque
un'ascensione retta di 02h 39m 35s ed una declinazione di +60° 50′ 00″,[16] che la
porterebbe a trovarsi alla sinistra di Segin (ε Cassiopeiae); la costellazione assumerebbe a questo punto non più la ben nota forma a
"\/\/", bensì una forma simile a questa: "/\/\/".[16]

Ciclo vitale
Il Sole è una stella di popolazione I (o terza generazione) la cui formazione sarebbe stata indotta dall'esplosione, circa 5 miliardi di
anni fa, di una o più supernova/e nelle vicinanze di un'estesa nube molecolare del Braccio di Orione.[7][61] È accertato che, circa 4,57
miliardi di anni fa,[62] il rapido collasso della nube, innescato dalle supernovae, portò alla formazione di una generazione di
giovanissime stelle T Tauri, tra le quali anche il Sole, che, subito dopo la sua formazione, assunse un'orbita quasi circolare attorno al
centro della Via Lattea, ad una distanza media di circa 26 000 a.l. Le inclusioni ricche di calcio e alluminio, residuate dalla
formazione stellare, formarono poi un disco protoplanetario attorno alla stella nascente.[63] Tale ipotesi è stata formulata alla luce
dell'alta abbondanza di elementi pesanti, quali oro e uranio, nel nostro sistema
planetario. Gli astronomi ritengono che questi elementi siano stati sintetizzati o
tramite una serie di processi nucleari endoergonici durante l'esplosione della
supernova (fenomeno che prende il nome di nucleosintesi delle supernovae), o
grazie alle trasmutazioni, per mezzo di successivi assorbimenti neutronici, da parte
di una stella massiccia di popolazione II (o di seconda generazione).[64]

Il Sole è attualmente nella sequenza principale del diagramma Hertzsprung-Russell,


ovvero in una lunga fase di stabilità durante la quale l'astro genera energia attraverso
la fusione, nel suo nucleo, dell'idrogeno in elio; la fusione nucleare inoltre fa sì che
la stella sia in uno stato di equilibrio, sia idrostatico, ossia non si espande (a causa
della pressione di radiazionedelle reazioni termonucleari) né si contrae (per via della
forza di gravità, cui sarebbe naturalmente soggetta), sia termico.[7] Una stella di
Il ciclo vitale del Sole suldiagramma classe G2 come il Sole impiega, considerando la massa, circa 10 miliardi (1010) di
H-R: [11][64][65]
anni per esaurire completamente l'idrogeno nel suo nucleo.
1. Protostella;
2. Stella T Tauri; Il Sole si trova a circa metà della propria sequenza principale. Al termine di questo
3. Sequenza principale (G V); periodo di stabilità, tra circa 5 miliardi di anni, il Sole entrerà in una fase di forte
4. Gigante rossa;
instabilità che prende il nome di gigante rossa: nel momento in cui l'idrogeno del
5. Nana bianca.
nucleo sarà totalmente convertito in elio, gli strati immediatamente superiori
subiranno un collasso dovuto alla scomparsa della pressione di radiazione delle
reazioni termonucleari. Il collasso determinerà un incremento termico fino al raggiungimento di temperature tali da innescare la
fusione dell'idrogeno negli strati superiori, che provocheranno l'espansione della stella fino ad oltre l'orbita di Mercurio;[9]
l'espansione causerà un raffreddamento del gas (fino a 3500 K), motivo per il quale la stella avrà una colorazione fotosferica
tipicamente gialla intensa.[66]

Quando anche l'idrogeno dello strato superiore al nucleo sarà totalmente convertito
in elio (entro poche decine di milioni di anni[66]) si avrà un nuovo collasso, che
determinerà un aumento della temperatura del nucleo di elio fino a valori di 108
K;[67] a questa temperatura si innescherà repentinamente la fusione dell'elio (flash
dell'elio[9]) in carbonio e ossigeno.[9][67] La stella subirà una riduzione delle proprie
dimensioni, passando dal ramo delle giganti al ramo orizzontale del diagramma H-
R.[9]

A causa delle elevatissime temperature del nucleo, la fusione dell'elio si esaurirà in


breve tempo (qualche decina di milioni di anni) e i prodotti di fusione, non
impiegabili in nuovi cicli termonucleari a causa della piccola massa della stella, si
Raffronto tra le dimensioni del Sole
accumuleranno inerti nel nucleo;[9] frattanto, venuta a mancare nuovamente la nella sequenza principale e nella
pressione di radiazione che spingeva verso l'esterno, avverrà un successivo collasso fase di gigante rossa.
che determinerà l'innesco della fusione dell'elio nel guscio che avvolge il nucleo e
dell'idrogeno nello strato ad esso immediatamente superiore. Queste nuove reazioni
produrranno una quantità di energia talmente elevata da provocare una nuova espansione dell'astro,[9] che raggiungerà così
dimensioni prossime ad 1 UA (circa 100 volte quelle attuali),[68] tanto che la sua atmosfera arriverà ad inglobare molto
probabilmente Venere.[68] Incerto è invece il destino della Terra: alcuni astronomi ritengono che anche il nostro pianeta verrà
inglobato dalla stella morente;[69] altri invece ipotizzano che il pianeta si salverà, poiché la perdita di massa da parte della nostra
stella farebbe allargare la sua orbita, che slitterebbe di conseguenza sino a quasi 1,7 UA.[69] Il nostro pianeta sarà però inabitabile: gli
oceani saranno evaporati a causa del forte calore e gran parte dell'atmosfera verrà dispersa nello spazio dall'intensa energia termica,
che incrementerà l'energia cinetica delle molecole del gas atmosferico consentendo loro di vincere l'attrazione gravitazionale del
nostro pianeta.[69] Tutto ciò avverrà entro i prossimi 3,5 miliardi di anni e, cioè, ancor prima che il Sole entri nella fase di gigante
rossa.[9]
Entro 7,8 miliardi di anni, esaurito ogni processo termonucleare, il Sole rilascerà i suoi strati più esterni, che verranno spazzati via
sotto forma di "supervento" creando una nebulosa planetaria;[9] le parti più interne collasseranno e daranno origine ad una nana
bianca (circa delle dimensioni della Terra), che lentamente si raffredderà sino a diventare, nel corso di centinaia di miliardi di
anni,[70] una nana nera.[68][71]

Questo scenario evolutivo è tipico di stelle con una massa simile a quella del Sole, ossia che hanno una massa non sufficientemente
elevata da esplodere come supernove.[68][71]

Caratteristiche morfologiche e rotazione


Il Sole è una sfera di plasma quasi perfetta, le cui dimensioni sono un po' più grandi
di quelle di una stella di media grandezza, ma decisamente più piccole di quelle di
una ben più imponente gigante blu o gigante rossa. Possiede un'ellitticità stimata in
circa 9 milionesimi:[72] infatti, il suo diametro polare differisce da quello equatoriale
di appena 10 km.[72] Tale differenza sussiste perché la rotazione del corpo sul
proprio asse origina all'equatore una forza, che tenderebbe a fargli assumere una
forma ellissoidale: la forza centrifuga. Tuttavia, poiché la rotazione della stella è
molto lenta,[72] la forza centrifuga è 18 milioni di volte più debole della gravità
superficiale; da ciò ne consegue che la stella non possieda un rigonfiamento
equatoriale molto pronunciato, caratteristica propria invece di alcune stelle, come
Achernar, le quali possiedono elevate velocità di rotazione.[73][74] Inoltre, gli effetti
La rotazione del Sole. NASA mareali esercitati dai pianeti sulla stella non ne influenzano significativamente la
forma.

Poiché si trova allo stato di plasma e non possiede, al contrario di un pianeta roccioso, una superficie solida, la stella è soggetta ad
una rotazione differenziale, ovvero ruota in maniera diversa a seconda della latitudine: infatti la stella ruota più velocemente
all'equatore che non ai poli ed il periodo di rotazione varia tra i 25 giorni dell'equatore e i 35 dei poli.[72] Tuttavia, poiché il punto di
vista osservativo dalla Terra cambia man mano che il nostro pianeta compie il proprio moto di rivoluzione, il periodo di rotazione
apparente all'equatore è di 28 giorni.[72] Inoltre, la densità dei gas che costituiscono la stella diminuisce esponenzialmente
all'aumentare della distanza dal centro.[65][75]

Struttura
Il Sole possiede una struttura interna ben definita, la quale non è, tuttavia, direttamente osservabile a causa dell'opacità alla
radiazione
elettromagnetica degli strati interni della stella. Un valido strumento per determinare la struttura solare è fornito
dall'eliosismologia,[76] una disciplina che, esattamente come la sismologia, studia la diversa propagazione delle onde sismiche per
rivelare l'interno della Terra, analizza la differente propagazione delle onde di pressione (infrasuoni) che attraversano l'interno del
Sole.[76] L'analisi eliosismologica è spesso associata a simulazioni computerizzate, che consentono agli astrofisici di determinare con
[75][77]
buona approssimazione la struttura interna della nostra stella.

Il raggio del Sole è la distanza tra il suo centro e il limite della fotosfera, strato al di sopra del quale i gas sono abbastanza freddi o
rarefatti da consentire l'irraggiamento di un significativo quantitativo di energia luminosa; è perciò lo strato meglio visibile ad occhio
nudo.[75][78]

La struttura interna del Sole, come quella delle altre stelle, appare costituita di involucri concentrici;[78] ogni strato possiede
ferenziano dal successivo.[78]
caratteristiche e condizioni fisiche ben precise, che lo dif

Gli strati sono, dal centro verso l'esterno:[75][78]

Il nucleo;
La zona radiativa;
La tachocline;
La zona convettiva;
La fotosfera, la superficie del Sole;
L'atmosfera, suddivisa in:

Cromosfera;
Zona di transizione;
Corona.

Nucleo

Spaccato della struttura interna del Sole.

Il nucleo solare rappresenta in volume il 10% della stella, in massa oltre il 40%.[75][76] È qui
che avvengono le reazioni di fusione nucleare, fonte principale dell'energia solare.[76]

Gli astrofisici ritengono che il nucleo solare abbia dimensioni prossime a 0,2 raggi solari, con
una densità superiore a 150 000 kg/m³ (150 volte quella dell'acqua), una temperatura di circa
13 600 000 K (per raffronto, la temperatura superficiale della stella è 2350 volte inferiore –
5 777 K –) ed una pressione di quasi 500 miliardi di atmosfere;[75][78] è la combinazione di
La fusione dell'idrogeno. simili valori a favorire la fusione nucleare dell'idrogeno in elio. Il nucleo è l'unica regione
della nostra stella in cui, attualmente,[79] avvenga la fusione nucleare. Tali reazioni liberano
energia sotto forma di radiazione γ che, una volta emessa dal nucleo, viene assorbita e
riemessa dalla materia degli strati superiori, contribuendo a mantenere alta la temperatura; nell'attraversare gli strati della stella la
radiazione elettromagnetica perde energia assumendo lunghezze d'onda sempre maggiori, passando dalla banda γ alla banda X e
ultravioletta, per poi diffondersi nello spazio come luce visibile.[77] Un altro prodotto delle reazioni nucleari sono ineutrini, particelle
[9]
che raramente interagiscono con la materia e che dunque attraversano liberamente lo spazio.

Zona radiativa
Situata all'esterno del nucleo, la zona radiativa si estende da circa 0,2 sino a 0,7 raggi solari; essa assorbe l'ener
gia prodotta dal nucleo
e la trasmette per irraggiamento (donde il nome) agli strati superiori.[65] Pressione e temperatura sono ancora abbastanza elevate da
permettere il trasferimento dell'energia allo strato successivo.[75][77]

In questa fascia avviene il trasferimento dell'ener


gia prodotta nel nucleo verso lo strato superiore, la zona convettiva; la zona radiativa
appare priva di moti convettivi: infatti, mentre la materia diventa più fredda a quote crescenti, ilgradiente di temperatura resta minore
di quello del tasso di cadutaadiabatica, il che agevola il trasferimento di energia per irraggiamento.[76]

L'energia viene trasferita verso gli strati più esterni in maniera molto lenta: infatti, gli ioni di idrogeno ed elio emettono fotoni, che
[75][80]
viaggiano attraverso una breve distanza prima di essere riassorbiti e riemessi da altri ioni.

Una recente analisi dei dati raccolti dalla missione SOHO suggerisce che la velocità di rotazione della zona radiativa sia leggermente
inferiore a quella del nucleo.[81]

Zona di transizione (Tachocline)


La zona di transizione tra la porzione radiativa e quella convettiva prende il nome di tachocline e si estende, secondo recenti studi
eliosismologici, a partire da 0,70 raggi solari.[82] Gli astrofisici ritengono che tali dimensioni svolgano un ruolo determinante nella
genesi del campo magnetico solare, in quanto interverrebbero nella dinamo solare (meccanismo grazie al quale si origina il campo
toroidale.[83][84]
magnetico della nostra stella) rinforzando i deboli campi poloidali per crearne uno più intenso di forma
Zona convettiva
La zona convettiva ha uno spessore di circa 200 000 km e si trova nella porzione
[75]
esterna del Sole, a partire da circa il 70% del raggio solare.

L'area è caratterizzata da temperature e densità inferiori a quelle degli strati


sottostanti; di conseguenza, energia e calore non possono essere trasferiti per
irraggiamento, ma attraverso moti convettivi. La materia più calda e meno densa
viene portata in superficie, dove cede parte della propria energia termica; una volta
raffreddata, la materia risprofonda alla base della zona convettiva, dove riceve
nuovamente il calore proveniente dalla zona radiativa.[77] A differenza dello strato
sottostante, dunque, nella zona convettiva la materia è in costante
movimento.[75][78] Questo costante e turbolento movimento sembra essere una delle Rielaborazione computerizzata dei
cause fondamentali della dinamo solare.[84] dati eliosismologici che mette in
evidenza la disposizione e la
Le colonne termiche della zona convettiva lasciano segni sulla fotosfera solare che struttura della zona radiativa, della
prendono il nome di granuli o supergranuli solari.[78] tachocline e della zona convettiva.

Fotosfera
La fotosfera è lo strato superficiale del Sole, al di sotto del quale la
stella diviene opaca alla luce visibile;[75] si tratta dunque del primo
strato visibile, dal quale l'energia proveniente dall'interno è libera
di propagarsi nello spazio. È sede di fenomeni come le macchie
solari e i brillamenti.[77][85]
È caratterizzata da una densità di 1023 particelle al metro cubo
(equivalente all'1% della densità dell'atmosfera terrestre al livello
del mare),[77] mentre il suo spessore varia da alcune decine fino a
qualche centinaia di chilometri.

Il cambiamento di opacità rispetto agli strati inferiori (la sua


opacità è infatti lievemente inferiore a quella dell'atmosfera
La temperatura effettiva del Sole (area gialla)
terrestre[75]) è dovuto alla diminuzione del numero di ioni idruro
raffrontata con quella di uncorpo nero delle stesse
(H−), che assorbono con facilità la luce visibile; la luce da noi
dimensioni che emetta la medesima quantità di
energia radiante (area grigia). percepita è invece prodotta dalla ricombinazione tra gli elettroni
liberi e gli atomi di idrogeno per generare ioni H−.[86][87]

Poiché gli strati più alti della fotosfera sono più freddi di quelli più profondi, l'immagine del Sole appare più luminosa al centro, e si
fa via via più tenue man mano che si procede verso il bordo del perimetro del disco visibile; questo fenomeno è chiamato
oscuramento al bordo, ed è causato da un fenomeno di prospettiva.[65][77]

Lo spettro fotosferico presenta caratteristiche relativamente simili a quelle dello spettro continuo di un corpo nero riscaldato alla
temperatura di 5777 K,[85] e appare intervallato dalle linee di assorbimento della tenue atmosfera stellare. All'osservazione diretta la
granulazione.[75]
fotosfera presenta un aspetto granuloso, dovuto alla presenza della granulazione e della super
Durante i primi studi dello spettro ottico della fotosfera, furono trovate alcune linee di assorbimento che non corrispondevano con
nessun elemento noto sulla Terra. Nel 1868, Norman Lockyer ipotizzò che queste linee fossero causate da un nuovo elemento, che
chiamò elio, come l'omonimo dio greco del Sole; venticinque anni dopo, l'elio venne isolato sulla eTrra.[88]

Atmosfera
Gli strati al di sopra della fotosfera costituiscono l'atmosfera solare[75][77][78] e
risultano visibili a tutte le lunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico, dalle
onde radio ai raggi gamma passando per la luce visibile.[77] Gli strati sono, in
ordine: la cromosfera, la zona di transizione, la corona e l'eliosfera;[75] quest'ultima,
che può essere considerata la tenue prosecuzione della corona, si estende sin'oltre la
Fascia di Kuiper, fino all'eliopausa, dove forma una forte onda d'urto di confine
(bow shock) con il mezzo interstellare.[89] La cromosfera, la zona di transizione e la
corona sono molto più caldi della superficie solare; la ragione di questo
riscaldamento resta tuttora sconosciuta.[89]

Qui si trova anche lo strato più freddo del Sole: si tratta di una fascia chiamata
regione di minima temperatura (temperature minimum in inglese), posta circa
La corona del Sole risulta visibile
500 km sopra la fotosfera: quest'area, che ha una temperatura di 4000 K, è durante un'eclissi totale.
sufficientemente fredda da consentire l'esistenza di alcune molecole, come il
monossido di carbonio e l'acqua, le cui linee di assorbimento sono ben visibili nello
spettro solare.[77][90]

Cromosfera
Al di sopra della fotosfera si trova una sottile fascia spessa circa 2000 km, chiamata cromosfera (dal greco χρῶμα, χρώματος -
chroma, chromatos -, che significa colore) a causa dei suoi brillamenti colorati visibili subito prima e subito dopo le eclissi totali di
Sole.[75] È un sottile involucro costituito da gas rarefatto che appare di colore rossastro; in realtà, lo strato è trasparente. La
colorazione rossastra è dovuta agli atomi di idrogeno, che alle più basse pressioni della cromosfera emettono radiazioni di tale
colore.[77][90]

La cromosfera è interessata da diversi fenomeni emissivi di origine


magnetica, come le spicule e le protuberanze solari. La temperatura
nella cromosfera aumenta gradualmente man mano che ci si allontana
[75]
dalla stella, raggiungendo i 100 000 K negli strati più esterni.

Zona di transizione
Al di sopra della cromosfera si trova la zona di transizione, in cui la
temperatura sale rapidamente dai circa 100 000 K degli strati più
esterni della cromosfera, fino al milione di kelvin della corona;[77][90]
tale incremento causa una transizione di fase dell'elio, che qui diventa
Diagramma della bassa atmosfera solare.
completamente ionizzato per le elevate temperature. La zona di
transizione non possiede un limite di altitudine definito: forma infatti
una sorta di alone attorno alle formazioni della cromosfera come le spicole ed i filamenti ed è in moto costante e caotico. La zona di
transizione non è visibile facilmente dalla Terra, ma è ben rilevabile dallo spazio attraverso strumenti sensibili alle lunghezze d'onda
dell'ultravioletto distante.[90]

Corona
La corona è la parte esterna dell'atmosfera solare, non ha limiti definiti e si estende nello spazio per decine di milioni di chilometri in
modo molto tenue.[77] È costituita da plasma a elevatissima temperatura (oltre un milione di kelvin). Essendo il plasma molto
temperatura cinetica.[77][91]
rarefatto, la temperatura non è da intendersi nel significato convenzionale; si parla in questo caso di

14 – 1016 particelle al metro cubo (l'atmosfera terrestre al livello del mare ha una
Gli strati interni della corona hanno una densità di 10
densità di 2 × 1025 particelle al metro cubo) ed è sede di numerosi fenomeni di tipo magnetico, come le espulsioni di massa (CME) e
gli anelli coronali.[91]
Gli astrofisici non sono ancora riusciti a comprendere perché la corona abbia una temperatura così elevata; essi ritengono che parte
del calore sia originato dalla riconnessione delle linee del campo magnetico solare (l'argomento è trattato più ampiamente nel
paragrafo Problema del riscaldamento coronale).[91]

Vento solare
Anche il Sole, come altre stelle, emette unflusso di particelle dall'atmosfera superiore: ilvento solare.

Il vento solare è formato da plasma e la sua composizione chimica è identica a quella della corona: 73% idrogeno e 25% elio, con il
restante 2% formato da elementi in tracce.[89] Nei pressi della Terra, la velocità del vento solare varia tra 200 e 900 km/s (in media
450 km/s). Ogni secondo la stella perde, tramite il vento solare, una quantità di materia pari a 1,37 × 109 kg;[92] si tratta tuttavia di
una perdita insignificante, poiché in unanno corrisponde a 2,18 × 10−14 volte la massa complessiva del Sole.[89]

Il vento solare trasporta con sé, a causa del peculiare


comportamento del plasma magnetizzato, il campo magnetico del
Sole nello spazio interplanetario, fino ad una distanza di circa 160
unità astronomiche. Il vento solare si muove in direzione radiale
rispetto al Sole; a causa della sua rotazione le linee di campo si
curvano a forma di spirale.

Alcuni studi ipotizzano che il vento solare svolga un'importante


funzione protettiva nei confronti dei pianeti, ossia "schermerebbe" i
raggi cosmici grazie alla sua natura ionizzata.[89]

Eliosfera
Disegno che rappresenta le strutture dell'eliosfera.
Il vento solare crea una "bolla" nel mezzo interstellare, che prende
il nome di eliosfera. L'eliosfera si estende da una distanza di circa
20 raggi solari (0,1 UA) dalla superficie del Sole fino alle regioni più estreme del sistema solare. Il suo limite più interno è definito
come la regione in cui il flusso del vento solare diventa "superalfvénico", ossia supera la velocità dell'onda di Alfvén; le forze
dinamiche e di turbolenza all'esterno di questo limite non possono però influenzare la forma della corona solare, poiché entro questo
limite il flusso viaggia a velocità inferiori o uguali a quelle dell'onda di Alfvén. Il vento solare viaggia in maniera continua attraverso
l'eliosfera, fino a che non si scontra con l'eliopausa, ad oltre 50 UA dal Sole. Nel dicembre del 2004, la sonda spaziale Voyager 1
attraversò l'eliopausa; entrambe le sonde Voyager, nell'avvicinarsi al confine col l'eliopausa, hanno registrato un livello sempre più
alto di particelle energetiche.[93]

Campo magnetico
Il moto turbolento del plasma e delle particelle cariche della zona convettiva
generano un potente campo magnetico, caratterizzato da poli appaiati (nord e sud)
disposti lungo tutta la superficie solare. Il campo inverte il proprio verso ogni undici
anni, in corrispondenza del massimo del ciclo solare.[94] Il campo magnetico solare
è all'origine di diversi fenomeni che prendono complessivamente il nome di "attività
solare"; tra essi si annoverano le macchie fotosferiche, i flare (o brillamenti) e le
variazioni nell'intensità del vento solare, che diffonde materia attraverso il sistema
solare.[89][95]

Rappresentazione artistica della La rotazione differenziale della stella causa una forte deformazione delle linee del
corrente eliosferica diffusa. campo magnetico, che appaiono aggrovigliate su sé stesse;[95] su di esse si dispone
il plasma delle eruzioni solari, che vanno a formare vasti anelli di materia

[96]
incandescente, noti come anelli coronali.[96] Le deformazioni delle linee di campo danno luogo alla dinamo e al ciclo undecennale
[95]
dell'attività solare, durante il quale l'intensità del campo magnetico subisce delle variazioni.

La densità del flusso magnetico solare è di 10−4 tesla in prossimità della stella.[94]

L'interazione tra il campo magnetico solare ed il plasma delmezzo interplanetario crea una corrente eliosferica diffusa, ossia un piano
ge in direzioni diverse.[97]
che separa regioni in cui il campo magnetico conver

Ciclo solare
Il ciclo solare (detto anche ciclo dell'attività magnetica solare) è il tempo, mediamente pari a undici anni, che intercorre tra due
periodi di minimo dell'attività solare; la lunghezza del periodo non è strettamente regolare, ma può variare tra i dieci e i dodici anni. È
tempo meteorologico spaziale.[98]
anche la principale causa delle periodiche variazioni di tutti i fenomeni solari che influiscono sul

Alimentato da un processo di tipo idromagnetico, all'origine del campo magnetico solare stesso, il ciclo solare:

modella l'atmosfera ed il vento solare;


modula l'irradianza solare;
modula il flusso delle radiazioni a lunghezza d'onda corta, dagli ultravioletti ai raggi X;
modula la frequenza dei fenomeni eruttivi, come i flare e le espulsioni di massa;
modula indirettamente il flusso dei raggi cosmici ad alta energia che penetrano nel sistema solare.
Il ciclo solare si divide in due fasi: una fase di massimo, in cui l'attività della stella si presenta più frenetica, e una fase di minimo, in
cui l'attività è meno intensa. L'attività solare durante il minimo coincide spesso con temperature più basse rispetto alla media sulla
Terra, mentre le fasi di massimo più ravvicinate tendono ad essere correlate a temperature più alteispetto
r alla media.

Poiché i campi magnetici possono influire sui venti stellari, arrivando ad agire come dei "freni" che rallentano progressivamente la
rotazione della stella man mano che essa compie il proprio percorso evolutivo, le stelle non più giovani, come il Sole per l'appunto,
compiono la propria rotazione in tempi più lunghi e presentano un'attività magnetica meno intensa. I loro livelli di attività tendono a
variare in maniera ciclica e possono cessare completamente per brevi periodi di tempo. Un esempio fu il minimo di Maunder, durante
il quale il Sole andò incontro ad un settantennio, nel corso del XVII secolo, di attività minima;[99] in questo periodo, noto anche
come "Piccola era glaciale", l'Europa subì un brusco calo delle temperature.[100]

I primi minimi solari di considerevole durata furono scoperti attraverso l'analisi dendrocronologica degli anelli annuali dei tronchi di
alcuni alberi, il cui spessore dipende dalle condizioni ambientali in cui vivono i vegetali; le linee più sottili sembravano coincidere
[101]
con i periodi in cui le temperature globali erano state al di sotto della media.

Macchie solari
Osservando il Sole con filtri adatti, è possibile scorgere lungo la sua superficie le
caratteristiche macchie fotosferiche, aree ben definite che appaiono più scure
rispetto al resto della fotosfera a causa della loro temperatura più "bassa" (dell'ordine
dei 4500 K).[31] Si tratta di regioni di intensa attività magnetica, nelle quali la
convezione (visibile nel resto della superficie sotto forma di granulazione) risulta
inibita dal forte campo magnetico, che riduce il trasporto di energia dalle regioni
interne più calde alla superficie. Le macchie solari più grandi possono estendersi
anche per migliaia di chilometri.[31][78]
Un gruppo di macchie solari; si noti
la granulazione fotosferica.
Il numero di macchie solari visibili sulla superficie del Sole non è costante, varia
durante il ciclo solare. Normalmente, durante il minimo solare le macchie sono
assenti o molto esigue; quelle che appaiono si trovano di solito alle alte latitudini (lontane dall'equatore). Man mano che il ciclo
prosegue, avanzando verso il massimo, le macchie si fanno sempre più frequenti e tendono a spostarsi verso le zone equatoriali della
stella, in osservanza della legge di Spörer. Le macchie di solito si trovano in coppie di polarità magnetica opposta;[31] la polarità
magnetica delle macchie si inverte durante ogni ciclo solare, cosicché se in un ciclo una assume le caratteristiche di un polo nord
[78]
magnetico, al ciclo successivo essa diventa un sud magnetico.

La variazione nel numero delle macchie solari dalXVII secolo al 2007.

Eventualità di fenomeni ciclici a lungo termine


Una recente teoria afferma che possono esistere delle instabilità magnetiche all'interno del Sole che causano delle fluttuazioni con
periodi di 41 000 o 100 000 anni; tali fluttuazioni potrebbero fornire una spiegazione sia delle ere glaciali che dei cicli di Milanković.
[102][103]
Tuttavia, come molte teorie in astrofisica, anche questa non può essere verificata direttamente.

Composizione chimica
Il Sole, come ogni altro corpo celeste nell'Universo, è costituito da elementi chimici. Molti scienziati hanno analizzato questi
elementi per conoscerne l'abbondanza, le loro relazioni con gli elementi costitutivi dei pianeti e la loro distribuzione all'interno della
stella.

La stella ha "ereditato" la sua composizione chimica dal mezzo


interstellare da cui ha preso origine: l'idrogeno e l'elio, che ne
costituiscono la grande parte, si sono costituiti grazie alla
nucleosintesi del Big Bang, gli elementi più pesanti sono stati
sintetizzati dalla nucleosintesi delle stelle più evolute, che, al
termine della propria evoluzione, li hanno diffusi nello spazio
circostante.[77] La composizione del nucleo è fortemente alterata
dai processi di fusione nucleare, che hanno aumentato la
percentuale in massa dell'elio (34%[104]) a discapito dell'idrogeno
(64%[105][106][107]). La percentuale di elementi pesanti, detti
convenzionalmente metalli, è rimasta invece pressoché invariata.
Grafico che mette in luce la percentuale degli
Questi, presenti in tracce soprattutto negli strati più superficiali,
elementi nella fotosfera solare.
sono: litio, berillio e boro;[108] neon, la cui quantità effettiva
sarebbe maggiore di quella precedentemente stimata tramite le
osservazioni eliosismologiche;[109] gli elementi del gruppo 8 della tavola periodica, cui appartengono ferro,[110] cobalto e
manganese.[110] Numerosi astrofisici hanno preso anche in considerazione l'esistenza di relazioni di frazionamento della massa tra le
[10]
composizioni isotopiche dei gas nobili, quali neon e xeno, presenti nell'atmosfera solare e in quelle planetarie.
Poiché le parti interne della stella sono radiative e non convettive, la fotosfera, costituita essenzialmente da idrogeno (circa il 74%
della sua massa, il 92% del suo volume), elio (circa il 24-25% della massa, il 7% del volume) ed elementi in tracce, ha mantenuto e
mantiene una composizione chimica essenzialmente immutata dalla formazione della stella,[77] tanto che molti tendono a
[111]
considerarla come esempio della composizione chimica primordiale del sistema solare.

Fino al 1983 era diffusa la convinzione che la stella avesse la stessa composizione della sua atmosfera; in quell'anno si scoprì che
proprio il frazionamento degli elementi nel Sole era all'origine della distribuzione degli stessi al suo interno.[10] Tale frazionamento è
determinato da vari fattori, quali la gravità, che fa sì che gli elementi più pesanti (come l'elio, in assenza di altri elementi più pesanti)
si dispongano nel centro di massa dell'astro, mentre gli elementi meno pesanti (quindi l'idrogeno) si diffondano attraverso gli strati
esterni del Sole;[105] la diffusione dell'elio all'interno del Sole tende avelocizzarsi nel corso del tempo.[112]

Produzione di energia: le reazioni nucleari


Ogni secondo nel nucleo della nostra stella 600 000 000 di tonnellate di idrogeno (equivalenti a 3,4 × 1038 protoni) vengono
convertite in 595 740 000 tonnellate di elio. Dopo questa trasformazione, 4 260 000 tonnellate di idrogeno (pari allo 0,75%)
sembrano esser state perse; in realtà questa massa mancante si è trasformata direttamente in energia, ossia in radiazione
elettromagnetica, secondo l'equazione massa-energia di Albert Einstein: E=mc².[12]

Considerando che il sole ha una massa di 2 x 1027 tonnellate e supponendo che la perdita di massa rimanga sempre di 4,26 x 106
tonnellate al secondo, è facile calcolare che in un miliardo di anni la perdita di massa sarà di 1,34 x 1023 tonnellate, pari a circa 22
volte la massa della Terra. Sembra una quantità enorme, ma rappresenta molto meno di un millesimo della massa del sole (circa lo
0,06 per mille).

L'idrogeno è fuso secondo una serie di reazioni che prende il nome di


catena protone-protone:[67]

4 1H → 2 2H + 2 e+ + 2 νe (4,0 MeV + 1,0


MeV)
2 1H + 2 2H → 2 3He + 2 γ (5,5 MeV)
2 3He → 4He + 2 1H (12,9 MeV)

Le precedenti reazioni possono essere quindi riassunte nella formula:

4 1H → 4He + 2 e+ + 2 νe + 2 γ (26,7 MeV)

dove e+ è un positrone, γ è un fotone nella frequenza dei raggi gamma,


νe è un neutrino elettronico, H ed He sono rispettivamente gli isotopi
dell'idrogeno e dell'elio. L'energia rilasciata da queste reazioni è
espressa in milioni di elettronvolt, ed è solo una minima parte
dell'energia complessivamente liberata. La concomitanza di un gran
numero di queste reazioni, che avvengono continuamente e senza sosta
sino all'esaurimento dell'idrogeno, genera l'energia necessaria per
sostenere il collasso gravitazionale cui la stella sarebbe naturalmente
sottoposta.[67]
Schema della catena protone-protone, il
L'energia così generata, in 1 secondo è pari a 3,83 × 1026 joule (383
principale metodo di produzione di energia
yottajoule, YJ), equivalente a 9,15 × 1010 megatoni di tritolo: una all'interno del Sole.
quantità di energia impensabile da riprodurre sulla Terra. Per capire
l'enormità di questa energia, che espressa in wattora (Wh) equivale a
106 400 000 000 terawattora (TWh)[113], il solo dato che può fungere da termine di paragone è la produzione mondiale di energia
elettrica, che nel 2012 è stata di circa 22 500 TWh.
Con tale ritmo produttivo, per eguagliare l'energia prodotta dal Sole in 1 secondo tutti gli impianti di produzione di energia elettrica
del nostro pianeta dovrebbero funzionare a pieno regime per più di 4 milioni di anni (ca. 4 525 000 anni).

I fotoni, emessi ad alta energia (dunque nelle frequenze dei raggi γ ed X), vengono assorbiti in appena alcuni millimetri di plasma
solare e quindi riemessi in direzioni casuali, con energia minore; per questo motivo la radiazione necessita di un tempo lunghissimo
per raggiungere la superficie della stella, tanto che si calcola che un fotone, per raggiungere la fotosfera, impieghi tra 10 000 e
170 000 anni.[80] I fotoni, una volta raggiunta la fotosfera dopo questo "lungo viaggio", vengono emessi principalmente sotto forma
di luce visibile, anche se non mancano emissioni in tutte lelunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico.[80]

Al contrario dei fotoni, i neutrini liberati dalle reazioni interagiscono molto debolmente con la materia e quindi raggiungono la
superficie quasi immediatamente.[80] Per molti anni le misurazioni del numero dei neutrini prodotti nel nucleo solare diedero risultati
più bassi, pari a 1/3 di quanto teorizzato. Tale discrepanza, nota come problema dei neutrini solari, è stata recentemente compresa
grazie alla scoperta degli effetti di un fenomeno noto come "oscillazione del neutrino": il Sole, infatti, emette il numero di neutrini
ipotizzati, ma i rivelatori non riuscirono ad identificarne i 2/3 poiché le particelle avevano cambiato sapore (il numero quantico delle
particelle elementari correlato alle lorointerazioni deboli).[80]

È di fondamentale importanza ricordare come il processo di fusione nucleare all'interno del Sole, come tutti i processi fisici che
implicano una trasformazione, avvenga nell'assoluto rispetto della legge di conservazione dell'energia (primo principio della
termodinamica): nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.[12] I meccanismi di fusione nucleare che alimentano il Sole
non sono totalmente compatibili con le iniziali formulazioni del principio di conservazionedi massa ed energia, invece lo divengono
grazie all'equazione di Einstein. Egli infatti comprese e dimostrò che il principio di conservazione coinvolge sia la materia che
l'energia, considerate non più come due realtà distinte ma unitarie, dato che l'una può trasformarsi nell'altra secondo una precisa
relazione matematica; la somma di massa ed energia espressa in unità di massa resta costante nell'universo.[12]

Energia solare
L'energia solare è la fonte primaria di energia sulla Terra. La quantità di energia luminosa che giunge per ogni unità di tempo su ogni
unità di superficie esposta direttamente alla radiazione solare prende il nome di costante solare ed il suo valore è
approssimativamente di 1370 W/m².[114][115] Moltiplicando questo valore per la superficie dell'emisfero terrestre esposto al Sole si
ottiene una potenza maggiore di 50 milioni di gigawatt (GW).[116] Tuttavia, poiché la luce solare subisce un'attenuazione
nell'attraversare l'atmosfera terrestre, alla superficie del nostro pianeta il valore della densità di potenza scende a circa 1000 W/m²,
raggiunto in condizioni di tempo sereno quando il Sole è allo zenit (ovvero i suoi raggi sono perpendicolari alla superficie).[114][115]
Tenendo poi in conto il fatto che la Terra è uno sferoide in rotazione, l'insolazione media varia a seconda dei punti sulla superficie e,
alle latitudini europee, è di circa 200 W/m².

La radiazione solare è alla base della vita sul nostro pianeta: rende
possibile la presenza di acqua allo stato liquido, indispensabile alla
vita, e permette la fotosintesi da parte dei vegetali, che producono
l'ossigeno necessario a gran parte dei viventi. La fotosintesi si serve
dell'energia di tale radiazione, che viene immagazzinata in legami
chimici, per sintetizzare composti organici (essenzialmente glucidi) a
partire da sostanze inorganiche (CO2 e H2O).[13] Anche l'uomo si
serve dell'energia del Sole, che viene raccolta da strutture, quali i
pannelli solari, adibite a diversi scopi, come il riscaldamento dell'acqua
Le reazioni della fase luce dipendente della
o la produzione di energia elettrica (pannelli fotovoltaici).[117] Inoltre,
fotosintesi clorofilliana.
l'energia immagazzinata nel petrolio e in tutti gli altri combustibili
fossili deriva da quella della nostra stella, che è stata convertita in
[13]
energia chimica grazie alla fotosintesi delle piante vissute milioni di anni fa.
La radiazione ultravioletta (UV) solare ha un'importante funzione antisettica e viene impiegata per la disinfezione di alcuni oggetti e
delle acque grazie al metodo SODIS.[118]. È responsabile dell'abbronzatura e delle scottature dovute ad un'eccessiva esposizione al
Sole, ma ha anche un ruolo fondamentale in medicina: infatti induce la sintesi, da parte della pelle, delle vitamine del gruppo D,
indispensabili per il benessereosseo. La quantità di ultravioletti che raggiunge la superficie terrestre è notevolmente inferiore a quella
registrata alla sommità dell'atmosfera, poiché le molecole di ozono, che vanno a costituire una fascia (detta ozonosfera) nella parte
inferiore della stratosfera, schermano e riflettono nello spazio buona parte della radiazione. La quantità di UV varia anche a seconda
della latitudine ed è massima all'equatore e alle regioni tropicali, dove è maggiore l'insolazione. Tale variazione è responsabile di
diversi adattamenti biologici, come ad esempio il colore della pelle delle diverse popolazioni umane diffuse nelle differenti regioni
del globo.[119]

Fonte di energia alternativa


La quantità di energia solare che arriva sul suolo terrestre è enorme (circa diecimila
volte l'energia usata dall'umanità a parità di tempo),[120] ma poco concentrata,
pertanto è necessario raccogliere energia da aree molto vaste per ricavarne quantità
significative; inoltre è piuttosto difficile da convertire in energia facilmente
sfruttabile, come quella elettrica, con efficienze accettabili. Per il suo sfruttamento ai
fini della produzione elettrica occorrono prodotti in genere di costo elevato (come
pannelli fotovoltaici), che rendono l'energia solare più costosa di altre fonti
energetiche. Lo sviluppo di tecnologie che possano rendere economico l'uso del
fotovoltaico è un settore della ricerca molto attivo, per il momento non ha
conseguito risultati di grosso rilievo.[121]

Viceversa, l'energia solare può essere convenientemente utilizzata per generare


calore (solare termico).[122] L'insolazione media annua alla
sommità dell'atmosfera (sopra) e alla
gia del Sole:[117]
Tre sono le tecnologie principali per acquisire l'ener superficie.

Il pannello solare termicoutilizza i raggi solari per scaldare un liquido


con speciali caratteristiche, contenuto nel suo interno, che cede calore, tramite uno scambiatore di calore, all'acqua
contenuta in un serbatoio di accumulo. Le temperature in genere sono inferiori ai 100 °C. [122]

Il pannello solare a concentrazionesfrutta una serie di specchi parabolici a struttura lineare per concentrare i raggi
solari su un tubo ricevitore in cui scorre unfluido termovettore (un fluido in grado di trasportare il calore ricevuto dal
Sole ai sistemi di accumulo e scambio) o una serie di specchi piani che concentrano i raggi all'estremità di una torre
in cui è posta una caldaia riempita di sali che per il calore fondono. In entrambi i casi "l'apparato ricevente" si
riscalda a temperature relativamente elevate (400 °C ~ 600 °C) utili a fini sia puramente termici che
termoelettrici.[123]
Il pannello fotovoltaico sfrutta le proprietà di particolari elementisemiconduttori di produrre energia elettrica quando
sollecitati dalla radiazione luminosa e( ffetto fotoelettrico).[124]

Questioni teoriche aperte


Sebbene sia la stella più vicina alla Terra e sia oggetto di innumerevoli studi da parte degli scienziati, molte questioni riguardo al Sole
rimangono insolute, come, ad esempio, il perché l'atmosfera solare abbia una temperatura di oltre un milione di kelvin mentre la
temperatura alla fotosfera non arrivi ai 6000 K. Attualmente gli astrofisici sono interessati a scoprire i meccanismi che regolano il
ciclo delle macchie solari, le cause dei flare e delle protuberanze solari, l'interazione magnetica tra la cromosfera e la corona e le
cause del vento solare.[89]

Problema dei neutrini solari


Per molti anni il numero di neutrini solari rilevati sulla Terra è stato inferiore (da un terzo alla metà) al numero predetto dal Modello
Solare Standard; questo risultato anomalo fu chiamato problema dei neutrini solari. Le teorie proposte per risolvere il problema
suggerivano una riconsiderazione della temperatura interna del Sole, che sarebbe stata dunque più bassa di quanto precedentemente
accettato per spiegare un così basso afflusso di neutrini, oppure
affermavano che i neutrini potessero oscillare, vale a dire che
potessero mutare negli irrilevabili neutrini tau o nei neutrini
muonici mentre coprivano la distanza Sole - Terra.[125] Negli
anni ottanta furono costruiti alcuni rivelatori di neutrini, fra i
quali il Sudbury Neutrino Observatory e il Super-Kamiokande,
allo scopo di misurare il flusso dei neutrini solari con la
maggiore accuratezza possibile. I risultati permisero di scoprire
che i neutrini hanno una massa a riposo estremamente piccola
ed effettivamente possono oscillare.[126] Inoltre, nel 2001 il
Sudbury Neutrino Observatory fu in grado di individuare tutti e
tre i tipi di neutrino direttamente, trovando che l'emissione
totale di neutrini del Sole conferma il Modello Solare Standard.
Tale proporzione si accorda con quella teorizzata dall'effetto Schema sul numero di neutrini prodotti dal Sole: la
colonna sinistra rappresenta i risultati teorici; la destra i
Mikheyev-Smirnov-Wolfenstein (conosciuto anche come
risultati sperimentali.
"effetto materia"), che descrive l'oscillazione dei neutrini nella
materia. Il problema, pertanto, risulta ora risolto.

Problema del riscaldamento coronale


È noto che la fotosfera solare ha una temperatura di circa 6 000 K. Al di sopra di
essa si estende l'atmosfera stellare, la quale raggiunge, in corrispondenza della
corona, una temperatura di 1 000 000 K; l'alta temperatura della corona induce a
ritenere che la fonte di tale calore sia qualcosa di diverso dalla conduzione termica
della fotosfera.

Si pensa che l'energia necessaria per riscaldare la corona sia fornita dal movimento
turbolento del plasma della zona convettiva. Sono stati proposti due meccanismi per
spiegare il riscaldamento coronale: il primo è quello dell'onda di calore, secondo cui
dalla zona convettiva vengono prodotte delle onde sonore, gravitazionali e
magnetodinamiche, che si propagano verso l'esterno e si disperdono nella corona,

Anelli coronali ripresi dalla sonda cedendo la propria energia al plasma coronale sotto forma di energia termica. L'altra
TRACE con un filtro a 171 Å. teoria prende in considerazione il calore magnetico: l'energia magnetica viene
continuamente prodotta dai moti della zona convettiva e viene rilasciata attraverso le
riconnessioni magnetiche sotto forma di vasti brillamenti o eventi simili di intensità
minore.[127]

Al giorno d'oggi non è chiaro se le onde siano un meccanismo di riscaldamento efficiente; si è scoperto che tutte le onde si dissipano
o si rifrangono prima di raggiungere la corona, ad eccezione di quelle di Alfvén,[128] le quali, tuttavia, non si disperdono con facilità
nella corona.

L'obiettivo delle ricerche attuali verte sulla causa e sul meccanismo di riscaldamento. Una possibile soluzione per spiegare il
riscaldamento coronale considera i continui brillamenti che interessano la fotosfera su piccola scala,[129] ma questo resta ancora un
campo di ricerca aperto.

Problema del Sole giovane debole


I modelli teorici sull'evoluzione del Sole suggeriscono che nel periodo compreso fra 3,8 e 2,5 miliardi di anni fa, ossia durante l'eone
Archeano, il Sole avesse soltanto il 75% della luminosità attuale. Una stella così debole non sarebbe stata in grado di mantenere
l'acqua allo stato liquido sulla superficie terrestre, rendendo dunque impossibile lo sviluppo della vita. Tuttavia, le prove geologiche
dimostrano che la Terra ha mantenuto una temperatura media relativamente costante lungo tutta la sua esistenza, anzi che la giovane
Terra fosse persino più calda di quella attuale. Fra gli scienziati c'è consenso sul fatto che l'atmosfera della Terra nel suo lontano
passato fosse più ricca di gas serra, come il diossido di carbonio, il metano e/o l'ammoniaca rispetto ad oggi; questi gas trattenevano
gia solare arrivata sulla Terra.[130]
più calore tanto da compensare la minor quantità di ener

Sistema planetario
Il Sole è una tra le numerose stelle a possedere un proprio sistema
planetario,[131] il sistema solare, costituito da tutti i corpi che sono
mantenuti in orbita attorno alla stella dalla sua attrazione
gravitazionale. Questi si suddividono in: pianeti, pianeti nani e corpi
minori.[6]

I pianeti del sistema solare sono otto; in ordine di distanza crescente


dalla stella: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno (conosciuti
fin dall'antichità), Urano (scoperto nel 1781) e Nettuno (scoperto nel
1846).[6] I pianeti si distinguono in terrestri o rocciosi e gassosi o
gioviani, a seconda delle loro caratteristiche chimico-fisiche; i primi, Raffigurazione schematica del sistema solare. Le
dimensioni dei pianeti e le distanze non sono in
solidi, densi e poco massicci, si trovano nella parte più interna e calda
scala.
del sistema solare; i secondi, gassosi, poco densi ed estremamente
massicci, sono propri delle zone piùesterne e fredde del sistema.[6]

Dal 1930 al 2006 si contavano nove pianeti: il nono era Plutone, scoperto appunto nel 1930. Nel 2006 l'Unione Astronomica
Internazionale ha deciso di declassare Plutone al rango di pianeta nano,[132] promuovendo in questa categoria anche l'asteroide
Cerere e l'oggetto transnettuniano Eris. Recentemente è stata introdotta una nuova categoria di oggetti, i plutoidi, della quale fanno
parte i pianeti nani transnettuniani; al settembre 2008[132][133][134] fanno parte di questa categoria quattro oggetti: oltre ai già citati
Plutone ed Eris, Haumea e Makemake;[132][133][134] si ritiene però che il numero di pianeti nani sia destinato a crescere nei prossimi
anni.[132][134] Tutti i pianeti nani sinora scoperti si trovano, perdefinizione, all'interno di cinture asteroidali.[134]

Al novero dei corpi minori appartiene un vastissimo numero di oggetti; tra essi si
ricordano gli asteroidi, disposti in cinture asteroidali: tra Marte e Giove si estende la
fascia principale, composta da milioni di oggetti rocciosi caratterizzati da orbite più
o meno variabili; oltre Nettuno si stende una seconda cintura asteroidale, la fascia di
Kuiper, la cui densità effettiva è sconosciuta. Ancora più esternamente, tra 20 000 e
100 000 UA di distanza dalla stella, si trova la nube di Oort, ritenuta il luogo
d'origine delle comete.

Tutti questi oggetti costituiscono una minima parte del sistema: infatti il 99,86%
della massa del sistema solare è costituito dal Sole.[7] All'interno del sistema solare
lo spazio tra un corpo celeste e un altro non è vuoto: pulviscolo, gas e particelle
elementari costituiscono ilmezzo interplanetario.[6]
Il moto del baricentro del sistema
solare in relazione al Sole. I pianeti, e in particolare il più massiccio di tutti, Giove,[135] esercitano delle
influenze gravitazionali sul centro di massa del sistema solare tali da far sì che esso
non coincida con il centro del Sole, ma piuttosto, a seconda dell'entità delle
interazioni (che variano nel tempo), che più spesso ricada all'esterno della stella. Il fatto che il baricentro del sistema e il centro della
stella non coincidano è responsabile del moto di rivoluzione che il centro di massa della stella, ovvero il suo nucleo, compie attorno
retrograda.[136]
al baricentro, moto che a distanza di poche centinaia di anni varia assumendo una direzione ora prograda ora

Il Sole nella cultura


Etimologia e altri nomi
Il termine "Sole" deriva dal latino sol, solis, che deriverebbe, insieme con il termine sanscrito सऊरयअस (sûryas, in origine
*svaryas, la cui radice svar- significa risplendere), dalla radice indoeuropea: sóh₂wl̥. Dalla medesima radice deriva l'aggettivo greco
σείριος (séirios; originariamente σϝείριος, swéirios), splendente; tale aggettivo, soprattutto nella sua forma personificata ὁ Σείριος
(ho Séirios, che significa Colui che risplende), era uno degli epiteti del Sole, soprattutto in ambito poetico-letterario. È da notare
anche come dal medesimo aggettivo derivi il nome dellastella più luminosa del cielo notturno, Sirio (α Canis Majoris).[137][138]

Il prefisso elio-, che indica diversi aspetti riguardanti il Sole (come elio-grafia, elio-sismologia e via dicendo), deriva dal greco
Ἥλιος (Helios), che era il nome con cui gli Antichi Greci designavano correntemente l'astro e la divinità preposta. Il termine ἥλιος,
principalmente nella variante dorica αἔλιος (āèlios, che sta per un antico *ayelios), deriverebbe da una radice indoeuropea *us-
allungata in *aus-, che significa ardere, rilucere.[139]

In estremo Oriente il significato "Sole" è dato dal simbolo 日 (cinese pinyin rì), nonostante sia anche chiamato 太阳 (tài yáng). In
vietnamita queste parole Han sono note come nhật e thái dương rispettivamente, mentre la parola vietnamita originale mặt trời
significa letteralmente "volto dei cieli". La Luna e il Sole sono associati ad Yin e Yang, rispettivamente Yang il Sole e Yin la Luna,
come opposti dinamici.[140]

Nella mitologia e nella religione


In molte culture antiche, a partire dalla preistoria, il Sole era concepito come una
divinità o un fenomeno soprannaturale; il culto ad esso tributato era centrale in molte
civiltà, come quella inca, in Sud America, e azteca, nel Messico.[141]

Nella religione egizia il Sole era la divinità più importante; il faraone stesso, Il Sole alato, un antico simbolo
considerato una divinità in terra, era ritenuto il figlio del Sole. Le più antiche divinità (risalente al III millennio a.C.) di
Horus, identificato in seguito conRa.
solari erano Wadjet, Sekhmet, Hathor, Nut, Bastet, Bat e Menhit. Hathor
(identificata poi con Iside) generò e si prese cura di Horus (identificato in seguito
con Ra).[142] I moti del Sole nel cielo rappresentavano, secondo la concezione del tempo, una lotta ingaggiata dall'anima del faraone
ed Osiride.[142] L'assimilazione al culto solare di alcune divinità locali (Hnum-Ra, Min-Ra, Amon-Ra) raggiunse il culmine al tempo
della quinta dinastia.

Durante la diciottesima dinastia, il faraone Akhenaton tentò di trasformare la tradizionale religione politeista egizia in una pseudo-
monoteista, nota come Atonismo. Tutte le divinità, compreso Amon, furono sostituite da Aton, la divinità solare che regnava sulla
regione di Akhenaton. Diversamente dalle altre divinità, Aton non possedeva forme multiple: la sua unica effigie era il disco solare.
Tale culto non sopravvisse a lungo dopo la morte del faraone che lo introdusse e ben presto il tradizionale politeismo fu riaffermato
[143]
dalla stessa casta sacerdotale, che tempo prima aveva abbracciato il culto atonistico.

Nella mitologia greca la divinità solare principale fu Elio, figlio dei Titani Iperione e Teia. Il dio viene normalmente rappresentato
alla guida del carro del sole, una quadriga tirata da cavalli che emettono fuoco dalle narici. Il carro sorgeva ogni mattina dall'Oceano
e trainava il Sole nel cielo, da est a ovest, dove si trovavano i due palazzi del dio. In epoca più recente, Elio fu assimilato ad
Apollo.[144][145]

Il culto del Sole in quanto tale trovò terreno fertile anche a Roma; il primo tentativo di introdurre il culto solare fu ad opera
dell'imperatore Eliogabalo, sacerdote del dio solare siriano El-Gabal.[146] El è il nome della principale divinità semitica, mentre
Gabal, che è legato al concetto di "montagna" (si confronti con l'ebraico gevul e l'arabo jebel), è la sua manifestazione ad Emesa, suo
principale luogo di culto.[147] La divinità fu in seguito importata nel pantheon romano e assimilato al dio solare romano noto come
Sol Indiges in età repubblicana e poi Sol Invictus nel II e III secolo.[148] Un altro importante culto solare, a carattere misterico, fu il
mitraismo, da Mitra, sua divinità principale, che fu importato nell'Urbe dalle legioni stanziate in Medio Oriente, principalmente in
Siria. Tuttavia l'affermazione del culto solare, il Sol Invictus, si ebbe con Aureliano, il quale si proclamò suo supremo sacerdote. Le
celebrazioni del rito della nascita del Sole (il Natale del Sole infante, più tardi Dies Natalis Solis Invicti, Natale del Sole invitto),
avvenivano il 25 dicembre, con particolare solennità in Siria ed Egitto, province in cui tale culto era radicato da secoli. Il rito
prevedeva che celebranti, ritiratisi in appositi santuari, ne uscissero a mezzanotte, annunciando
che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato nelle sembianze di un infante.[143] Il culto del
Sol Invictus perdurò sino all'avvento del Cristianesimo e alla sua ufficializzazione come religione
di Stato con l'editto di Tessalonica di Teodosio I, il 27 febbraio 380.

Il 7 marzo 321, l'imperatore Costantino I decretò che il settimo giorno della settimana, il Dies
Solis, diventasse il giorno del riposo; il decreto non era stato emanato a favore di alcuna religione,
ma era un atto di regolamentazione delle attività settimanali che entrò a far parte del corpo
legislativo romano.[149]

(LA) (IT)
« Imperator Constantinus. Omnes « L'imperatore Costantino. Nel
iudices urbanaeque plebes et artium venerabile giorno del Sole, si riposino
Eliogabalo gran officia cunctarum venerabili Die Solis i magistrati e gli abitanti delle città, e
sacerdote del Sole, quiescant. Ruri tamen positi agrorum si lascino chiusi tutti i negozi. Nelle
Simeon Solomon, 1866.
culturae libere licenterque inserviant, campagne, però, la gente sia libera
Eliogabalo era, per diritto
quoniam frequenter evenit, ut non legalmente di continuare il proprio
ereditario, gran
sacerdote del dio solare alio aptius die frumenta sulcis aut lavoro, perché spesso capita che non
di Emesa, El-Gabal; già vineae scrobibus commendentur, ne si possa rimandare la mietitura del
all'età di quattordici anni occasione momenti pereat grano o la semina delle vigne; sia
esercitava il proprio commoditas caelesti provisione così, per timore che negando il
sacerdozio.
concessa. momento giusto per tali lavori, vada
perduto il momento opportuno,
Const. A. Helpidio. * <A. CCCXXI
PP. V. Non. Mart. Crispo II et stabilito dal cielo.
Constantino II Conss.> » <Emanato il VII giorno di Marzo,
Crispo e Costantino, consoli per la
seconda volta> »

(Codice Giustiniano 3.12.2 )


Alcuni cristiani approfittarono del decreto imperiale per trasferire il significato dello
Shabbat ebraico al Dies Solis, che, sin dall'epoca di Giustino (II secolo), iniziò ad
assumere tra le comunità cristiane il nome di Dies Dominica (Giorno del Signore),
memoriale settimanale della Risurrezione di Gesù avvenuta, secondo il racconto
evangelico, il primo giorno dopo il sabato (Mt 28,1; Mc 16,1; Lc 24,1; Gv
20,1);[150] il 3 novembre 383, per volere di Teodosio, il Dies Solis viene infine
ufficialmente rinominatoDies Dominica.[151]

Dopo aver abbracciato la fede cristiana, nel 330 l'imperatore fece coincidere con un
decreto il Dies Natalis Solis Invicti con la data di nascita di Gesù, considerato dai
cristiani il "Sole di giustizia" profetizzato da Malachia (Mal, 4:2),[141][152][153]
ufficializzando per la prima volta il festeggiamento cristiano. Così scriveva un
secolo prima Cipriano, vescovo di Cartagine: «Come ha magnificamente agito la Mosaico di Gesù come ilChristo
Provvidenza nel far sì che, nel giorno in cui è nato il Sole, sia nato il Cristo!».[152] Sole; Mausoleo M nella necropoli del
Nel 337 papa Giulio I ufficializzò la data liturgica del Natale da parte della Chiesa III secolo sotto la Basilica di San
cristiana (oggi divisa in cattolica, ortodossa e copta), come riferito da Giovanni Pietro in Vaticano.
Crisostomo nel 390: «In questo giorno, 25 dicembre, anche la natività di Cristo fu
definitivamente fissata in Roma.»[152]

Nella letteratura e nella musica


Nella cultura, il Sole è usato principalmente come un riferimento mitologico e mistico-religioso, più che in ambito letterario: a
differenza delle stelle infatti, che sono citate come meraviglie notturne dai poeti e dai letterati, il Sole in letteratura è utilizzato
soprattutto come riferimento per l'alternarsi del dì e della notte. Non mancano tuttavia dei forti riferimenti specificatamente dedicati a
questa stella in letteratura, in pittura e persino nella musica.

Uno dei testi più celebri ed anche più antichi della letteratura italiana che fa riferimento al Sole è in Cantico di Frate Sole, noto anche
come Cantico delle creature scritto da San Francesco d'Assisi, completato, secondo la leggenda, due anni prima della sua morte,
avvenuta nel 1226. Il Cantico è una lode a Dio, una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è
riflessa l'immagine del Creatore. Con la nascita della scienza storiografica, fra Settecento e Ottocento e con gli ideali romantici delle
[154][155]
"radici popolari della poesia", l'opera venne presa in considerazione dalla tradizione critica e filologica.

Anche Dante Alighieri, da buon conoscitore dell'astronomia, non


manca di citare il Sole nelle sue opere, utilizzandolo come riferimento
astronomico: nel Primo Canto del Paradiso, ad esempio, descrive la
luce del Sole, spiegando che dal momento che illumina l'emisfero in
cui si trova il Purgatorio, la città di Gerusalemme, che si trova dalla
parte opposta della Terra, è in quel momento immersa nell'oscurità
della notte. Dante si sofferma così ad osservare lo splendore del nostro
astro, imitando la sua guida,Beatrice.[156][157]

Anche nelle favole si fa saltuariamente ricorso alla figura del Sole, ove
però appare come un personaggio a tutti gli effetti; fra gli esempi più
noti vi sono, oltre a quelle di Fedro,[158] le favole scritte da Jean de La
Domenico di Michelino, La Divina Commedia di Fontaine, uno scrittore francese vissuto nel Seicento, come Il Sole e le
Dante (1465). Dettaglio dal monumento equestre Rane o Il Sole e il Vento.[159]
a Niccolò da Tolentino.
Il Sole ha influenzato in modo diretto persino alcuni brani di musica
sinfonica: durante il Romanticismo e le fasi successive infatti, i
compositori riprendono frequentemente dei temi "naturali" con l'intento di tradurli in partiture per vari strumenti musicali. Uno degli
esempi meglio noti è il tramonto orchestrato da Ludwig Van Beethoven nelle battute finali della sua Sesta Sinfonia, un brano ricco di
innumerevoli riferimenti naturalistici.[160] Altro esempio molto noto è dato dalla Sinfonia delle Alpi di Richard Strauss, in cui sono
presenti esplicitamente (sia nell'orchestrazione che proprio come titolo delle varie sezioni del poema sinfonico) dei richiami al
sorgere e al tramontare del Sole.[161] Altri autori hanno descritto in musica le varie fasi della giornata, con un richiamo alla levata del
Sole, fra i quali Anton Bruckner (nella quarta sinfonia)[162] e Modest Musorgskij (nel brano intitolato Una notte sul Monte Calvo,
ripreso anche da Walt Disney per il finale del suo celebreFantasia).[163]

Fra i vari riferimenti presenti nella musica del Novecento, un importante riferimento italiano è dato dal titolo della celebre Canzone
del sole, firmata da Lucio Battisti e Mogol e registrata per la prima volta nel 1971 su un 45 giri; questo brano è spesso eseguito anche
da coloro che imparano a suonare lachitarra, come esercitazione.[164][165]

Uso del termine Sol


Il termine Sol è la forma latina di Sole, da cui deriva la parola italiana; il nome Sol viene comunque compreso anche dai cittadini dei
paesi anglosassoni, dove però predomina la forma Sun. Il termine Sol è usato di frequente in inglese nella fantascienza (come Star
Trek), come nome comune per designare la stella presso la quale si svolgono gli avvenimenti narrati. Per estensione, la locuzione
[166]
Sistema Solare è spesso usata per definire il sistema planetario della narrazione.

Il termine Sol è anche usato dagli astronomi anglofoni per indicare la durata di un giorno solare su Marte.[167] Un giorno solare
terrestre è di circa 24 ore, mentre un giorno marziano, osol, è di 24 ore, 39 minuti e 35,244 secondi.[168]

Sol è inoltre la parola usata per "Sole" in portoghese, in spagnolo, islandese, danese, norvegese, svedese, catalano e galiziano. La
valuta peruviana è chiamata nuevo sol (Nuovo Sole); in persiano il termine Sol è usato per indicare l'anno solare.[169]
Note
1. ^ a b c Sun:Facts & figures, NASA Solar System Exploration.URL
consultato il 4 dicembre 2008.
2. ^ a b c d e f g h Sun Fact Sheet, NASA. URL consultato il 29 giugno 2011.
3. ^ Principles of Spectroscopy, University of Michigan, Astronomy
Department. URL consultato il 4 dicembre 2008.
4. ^ Montalban, Miglio, Noels, Grevesse, DiMauro,Solar model with CNO
revised abundances, su arxiv.org. URL consultato il 30 novembre 2008.
5. ^ a b c d National Aeronautics and Space Administration , Eclipse 99 -
Il tramonto del Sole al termine di un
Frequently Asked Questions, su education.gsfc.nasa.gov. URL consultato il
16 ottobre 2007 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2007). Sol marziano visto dal rover Spirit
della NASA sul bordo delcratere
6. ^ a b c d e An Overview of the Solar System, nineplanets.org. URL
consultato il 15 febbraio 2007. Gusev.
7. ^ a b c d M. Woolfson, The origin and evolution of the solar system,
University of York, DOI:10.1046/j.1468-4004.2000.00012.x. URL consultato
il 22 luglio 2006.
8. ^ La nascita del Sole, in Costruire il sistema solare, vol. 2, Eaglemoss,
2011, p. 6.
9. ^ a b c d e f g h i j La morte del Sole, in Costruire il sistema solare, vol. 4,
Eaglemoss, 2011, p. 8.
10. ^ a b c O. K. Manuel, H. Golden,Meteoritics (PDF), in Physics Reports,
vol. 18, nº 3, 30 settembre 1983,pp. 209-222. URL consultato il 17 febbraio
2007.
11. ^ a b J. G. Mengel, P. Demarque, A. V.Sweigart, P. G. Gross, Stellar
evolution from the zero-age main sequence, in Astrophysical Journal
Supplement Series, vol. 40, 1979, pp. 733–791.
12. ^ a b c d e John N. Bahcall, How the Sun Shines, Nobel Foundation, 29
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consultato il 5 ottobre 2008.
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Bibliografia

Titoli generali
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all'astronomia, Bologna, Zanichelli, 1984,ISBN 88-08-03170-5.
H. Reeves, L'evoluzione cosmica, Milano, Rizzoli–BUR, 2000,ISBN 88-17-25907-1.
(EN ) John Gribbin, Mary Gribbin,Stardust: Supernovae and Life—The Cosmic Connection , Yale University Press,
2001, ISBN 0-300-09097-8.
AA.VV, L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia , Novara, De Agostini, 2002.
J. Gribbin, Enciclopedia di astronomia e cosmologia, Milano, Garzanti, 2005,ISBN 88-11-50517-8.
W. Owen et al., Atlante illustrato dell'Universo, Milano, Il Viaggiatore, 2006, ISBN 88-365-3679-4.

Titoli specifici

Sulle stelle

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(EN ) Victor G. Szebehely, Richard B. Curran, Stability of the Solar System and Its Minor Natural and Artificial Bodies
,
Springer, 1985, ISBN 90-277-2046-0.
(EN ) C. J. Lada, N. D. Kylafits,The Origin of Stars and Planetary Systems, Kluwer Academic Publishers, 1999,
ISBN 0-7923-5909-7.
(EN ) Cliff Pickover, The Stars of Heaven, Oxford, Oxford University Press, 2001,ISBN 0-19-514874-6.

A. De Blasi, Le stelle: nascita, evoluzione e morte, Bologna, CLUEB, 2002,ISBN 88-491-1832-5.


M. Hack, Dove nascono le stelle. Dalla vita ai quark: un viaggio a ritroso alle origini dell'Universo
, Milano, Sperling &
Kupfer, 2004, ISBN 88-8274-912-6.
J. Lindstrom, Stelle, galassie e misteri cosmici, Trieste, Editoriale Scienza, 2006,ISBN 88-7307-326-3.
C. Abbondi, Universo in evoluzione dalla nascita alla morte delle stelle , Sandit, 2007, ISBN 88-89150-32-7.

Sul Sole

G. Abetti, Il sole, Milano, Hoepli, 1952.


(EN ) Gerard Peter Kuiper, The Sun, Chicago, Chicago University Press, 1953.
(EN ) D. H. Menzel, Our Sun, Harvard Observatory, 1959.
Giorgio Abetti, La stella sole, Torino, Paolo Boringhieri, 1966.
(EN ) (EN ) Kenneth R. Lang, The Cambridge Encyclopedia of the Sun, Cambridge University Press, 2001,p. 268,
ISBN 0-521-78093-4.
(EN ) Pam Spence, Sun Observer's Guide, Firefly Books, 2004, p. 160, ISBN 1-55297-941-5.
Emilio Sassone Corsi,Il sole nero. Alla scoperta dell'eclisse di sole, Gremese Editore, 2005,ISBN 88-8440-384-7.
David Whitehouse, Il sole. Una biografia. Scienza e mitologia della stella che ci dà la vita
, Milano, Mondadori, 2007,
ISBN 88-04-56383-4.
(EN ) Martin Mobberley, Total Solar Eclipses and How to Observe Them, Springer, 2007, p. 202, ISBN 0-387-69827-
2.
Giovanni Godoli, Il sole. Storia di una stella, Torino, Einaudi, 1982, ISBN 88-06-53702-4.

Voci correlate

Generali Posizione
Afelio Universo
Aurora polare Superammasso della Vergine
Costante solare Gruppo Locale
Eclissi solare Via Lattea
Eliosismologia Braccio di Orione
Energia solare Bolla Locale
Giorno Nube Interstellare Locale
Sistema solare
Alba
Notte
Notte
Lista delle stelle più vicine Mitologia
Modello Solare Standard
Paradosso del Sole giovane debole Atonismo
Perielio Carro solare di Trundholm
Problema dei neutrini solari Disco di Nebra
Radiazione solare El-Gabal
Mitraismo
Mitologia del Sole
Unità di misura Sole (divinità)
Sol Invictus
Luminosità solare
Massa solare
Raggio solare

Altri progetti
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Wikiversità contiene lezioni sul Sole
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Collegamenti esterni
(EN ) Immagini dalla sonda SOHO, su sohowww.nascom.nasa.gov.
(EN ) Mappa magnetica del Soledall'università di Stanford
(EN ) Eclissi (NASA), su eclipse.gsfc.nasa.gov.
(EN ) Sito della missione SOHO, su sohowww.nascom.nasa.gov.
(EN ) Profilo del Sole dal sito NASA's Solar System Exploration
(EN ) Suoni del Sole, su soi.stanford.edu.
(EN ) Total solar irradiance, su earthdata.nasa.gov.
(EN ) La posizione del Sole, su web.archive.org.
(EN ) Video del Sole, su lmsal.com.
(EN ) Istituto di fisica solare, su solarphysics.kva.se.
(EN ) Osservatorio Solare Nazionale Americano, su nso.edu.
(EN ) Illustrazioni che confrontano il sole con altre stelle e altri oggetti del sistema solare
, su co-intelligence.org.
(EN ) Solar activity graph over the last 400 years, su solar-flux.narod.ru.
Sole, in Thesaurus del Nuovo soggettario, BNCF.
Controllo di autoritàLCCN: (EN ) sh85130462 · GND: (DE ) 4055562-8

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