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365
Rosa Corrado
www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it
ISBN 978–88–548–2207–8
7
Carissima Teresina,
[…] Ho tradotto dal tedesco, per esercizio, una
serie di novelline popolari proprio come quelle
che piacevano tanto quando eravamo bambini e
che anzi in parte rassomigliano loro, perché
l’origine è la stessa. Sono un po’ all’antica, alla
paesana, ma la vita moderna, con la radio,
l’aeroplano, il cine parlato, Carnera, ecc. non è
ancora penetrata abbastanza a Ghilarza perché il
gusto dei bambini d’ora sia molto diverso dal
nostro d’allora. Vedrò di ricopiarle in un qua-
derno e di spedirtele, se mi sarà permesso, come
mio contributo allo sviluppo della fantasia dei
piccoli.
PARTE PRIMA
Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee ......................... 19
Famiglia, formazione, impegno politico .................................. 21
Dal bambino alla matricola “7047” .......................................... 37
“Esprimere” l’“inesprimibile” oltre lo spazio e il tempo ......... 41
Dalla sua infanzia all’infanzia:
per una pedagogia della comunicazione ................................ 45
Gramsci: padre ed educatore ................................................. 51
PARTE SECONDA
Educazione ed istruzione:
momenti di crescita e di elevazione culturale .................... 57
Antonio Gramsci:
epistemologo e maestro attraverso le Lettere ........................ 59
Pari opportunità e diritto allo studio
in una società del cambiamento .............................................. 69
Leggi, riforme e organizzazione scolastica:
il punto di vista del nostro pensatore ...................................... 75
Spontaneità, creatività, disciplina:
fattori essenziali del processo educativo ................................ 79
PARTE TERZA
Antonio Gramsci: teorico della traduzione ......................... 85
Gramsci traduttore .................................................................. 87
Uno sguardo a Jacob e Wilhelm Grimm ................................. 95
11
12 Indice
PARTE QUARTA
Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde .......................... 131
Gramsci scrittore per l’infanzia .............................................. 133
Quando scrivere diventa racconto ......................................... 135
“Avventura natalizia”: un racconto nel racconto ................... 141
“Che farò da grande?” ............................................................. 145
“Il topo e la montagna” ............................................................ 149
“Caccia alle rane” ..................................................................... 155
“L’albero del riccio” ................................................................. 159
“La volpe e il pulledrino” ......................................................... 165
“Lo scurzone” ........................................................................... 169
“Barbabucco: uno strano animale” ......................................... 173
“Un evento drammatico” ......................................................... 175
PARTE QUINTA
Da “un’inviata speciale”: idee, immagini, emozioni .......... 179
Antonio Gramsci, maestro di pensiero e di vita,
al di sopra di ogni schema ideologico ..................................... 181
Dalla casa–museo di Ghilarza:
documenti, materiale iconografico, oggetti…
attraverso le immagini ............................................................. 185
∗
Vicepresidente Commissione parlamentare per l’infanzia, Responsabile
PD infanzia e adolescenza.
13
14 Prefazione
19
Famiglia, formazione, impegno politico
1
A. Gramsci, L’albero del riccio, a cura di G. Ravegnani, Editori Riuniti.
21
22 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
Saremmo capaci di fare ciò che ha fatto la mamma? Di porsi Lei so-
la, povera donna, contro una terribile bufera e di salvare sette figli?
La sua vita è stata esemplare per noi e ci ha mostrato quanto valga la
pertinacia per superare le difficoltà che sembrano insuperabili anche
a uomini di grande fibra2 (Lettera del 31 ottobre 1932).
2
A. Gramsci, Lettere dal carcere, a cura di S. Caprioglio e E. Fubini, Ei-
naudi, Torino 1973.
Famiglia, formazione, impegno politico 23
3
Ibidem.
24 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
4
Ibidem.
5
Ibidem.
Famiglia, formazione, impegno politico 25
6
S.F. Romano, A. Gramsci, UTET, Torino 1965.
26 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
7
A. Gramsci, L’albero del riccio, a cura di G. Ravegnani, Editori Riuniti,
Roma.
8
Ibidem.
Famiglia, formazione, impegno politico 27
Carissimo papà,
ho ricevuto, l’altro giorno, il fagotto che mi avete mandato e rin-
grazio mamma della felice idea […]. Mi vedo costretto a pregarti
di mandarmi, prima della fine del mese, le venti lire che mi avevi
promesso: questo mese ho preso al collegio solo sessantadue lire,
delle quali ho dato quaranta lire alla padrona di casa per anticipo
ed ora, prima delle ferie, dovrò dare altre quaranta per saldare e
non saprei come fare se tu non mi mandi le venti lire che mi man-
cano […]. Passerò già un Natale molto magro e non vorrei renderlo
ancora più squallido con la prospettiva di un vagabondaggio attra-
verso Torino alla ricerca di uno stambugio, con questo po’ di fred-
do. Credevo, in questo mese, di potermi far fare il paltò perché
Nannaro [Gennaro, fratello maggiore di Antonio] mi ha mandato
nove lire, invece, perché mi hanno ritenuto nove lire non posso far
nulla e dovrò aspettare chissà quando: e credi pure che è un
bell’affare uscire di casa ed attraversare la città con i brividi e, poi,
al ritorno trovare una stanza fredda, e non potersi riscaldare […].
La preoccupazione del freddo non mi permette di studiare, perché
o passeggio nella camera per scaldarmi i piedi o devo stare imba-
cuccato, immobile perché non riesco a sostenere la penna gelata.
Auguro a tutti voi buone feste, non tremate almeno dal pericolo di
essere cacciati di casa o di dover galoppare per le stanze per riscal-
dare i piedi gelati9.
9
G. Fiori, Vita attraverso le lettere, Einaudi, Torino 1994.
28 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
10
Ibidem.
Famiglia, formazione, impegno politico 29
Scrive sul settimanale Il Grido del Popolo (di cui per qual-
che tempo è redattore unico) e su La Città Futura, numero u-
nico pubblicato l’11 febbraio 1917; in quest’ultimo appaiono
11
Le annotazioni di Pier Paolo Pasolini sulla personalità di Gramsci sono
contenute nella celebre raccolta di poemetti intitolata Le ceneri di Gramsci, a
cura di G. Fiori, Garzanti, Milano 1957.
30 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
Carissima Julca,
non sono ancora certo se domenica potrò venire da lei […]. Deside-
ro molto di venire. Vorrei dirle tante cose. Ma ci riuscirò? Me lo
domando spesso, faccio dei disegni di lunghi discorsi. Ma quando le
sono vicino dimentico tutto. Eppure dovrebbe essere così semplice.
Semplice come noi, o come me, almeno. Ella si sbaglia nel trovare
tante complicazioni e tanti significati nelle mie parole. No, no le pa-
32 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
Cara,
la mia vita è semplice e trasparente, trasparente (diceva Rimbaud)
come un pidocchio tra due lenti. Sto sempre in casa, o quasi, in
una via molto lontana dal centro, solo a leggere e a scrivere […].
La mia vita che aveva ripreso a rinverdire con te, per te, qualche
volta mi pare che nuovamente si dissecchi e sia amara tanto 13
(Vienna, 13 gennaio 1924).
12
G. Fiori, Vita attraverso le lettere, Einaudi, Torino 1994.
13
Ibidem.
Famiglia, formazione, impegno politico 33
14
Ibidem.
34 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
37
38 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
spazi che separano una sbarra dall’altra, corrono i tanti fili che
lo legano ai figli, alla famiglia, agli amici, ai compagni di par-
tito.
Per tutte queste ragioni, se da un lato il carcere lo limita
nello “spazio”, costringendolo quasi all’immobilità fisica, lo
priva della possibilità di “dare una carezza” alla sua Julca, gli
nega la gioia che procura il veder crescere i propri figli,
dall’altro la sua mente mai cessa di conoscere, attraverso gior-
nali, annuari e libri consentiti dal regolamento carcerario, “il
quotidiano degli uomini liberi”.
E anche quando nella sua vita si addensano le ombre del
calvario detentivo, la cognata Tania gli fa pervenire medicina-
li, capi di vestiario, ma soprattutto, cosa molto importante per
Gramsci, fotografie: che, in quel luogo squallido e solitario,
rivestono una funzione fondamentale perché gli permettono
di leggere sui volti di ciascuno i segni del “tempo”.
Ma ciò non gli basta ancora: vuole cogliere le dinamiche re-
lazionali tra i suoi familiari, leggere la malinconia e la gaiezza
che traspare dai loro sguardi, capire la personalità ed il carat-
tere dei piccoli, penetrare nell’anima di ciascuno di loro, quasi
a voler condividere gioie e dolori della loro esistenza.
Anche la forza e la vitalità che lo caratterizzano diventano
“straordinarie” quando descrive la sua triste condizione di de-
tenuto, cercando di infondere fiducia nei suoi cari affinché
non soffrano e non cedano alla disperazione.
Il desiderio di vivere che riesce a trasmettere, scrivendo di
sé, delle sue quotidiane occupazioni, dei suoi interessi, dei
40 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
41
42 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
1
G. Fiori, Vita attraverso le lettere, Einaudi, Torino 1994.
2
Durante il trasferimento da Turi a Civitavecchia, il 19 novembre 1933.
“Esprimere” l’“inesprimibile” oltre lo spazio e il tempo 43
1
Lettera datata in calce da altra mano.
45
46 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
Eppure si vedono qualche volta per le strade della Sardegna dei ca-
valli senza code e senza orecchie. Perché? Perché, appena nati, la
3
Ibidem.
48 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
4
La volpe e il polledrino, ibidem.
5
La prima volpe, ibidem.
6
A. Gramsci, Letteratura e vita nazionale, Einaudi, Torino 1950.
Dalla sua infanzia all’infanzia 49
51
52 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
1
A.S. Makarenko, Consigli ai genitori, Roma 1952.
2
A. Gramsci, Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura, Einaudi, To-
rino 1949.
54 P ARTE I – Antonio Gramsci: la vita, gli affetti, le idee
3
Ibidem.
Gramsci: padre ed educatore 55
4
J. Dewey, Democrazia ed educazione, La Nuova Italia, Firenze 1942.
PARTE SECONDA
Educazione ed istruzione:
momenti di crescita e di elevazione culturale
57
Antonio Gramsci:
epistemologo e maestro attraverso le Lettere
A. Gramsci
Carissima Julka, scrivimi a lungo sulla vita tua e dei bambini. Ap-
pena è possibile mandami la fotografia di Giuliano.
Delio ha fatto ancora molti progressi? Gli sono cresciuti nuova-
59
60 P ARTE II – Educazione ed istruzione
1
Da «Nuova Rivista Pedagogica», 5–6, dicembre 1953.
Antonio Gramsci: epistemologo e maestro attraverso le Lettere 61
za. […] Mi interessa molto, per esempio, sapere come è stato inse-
rito nella scuola primaria il principio delle brigate d’assalto e degli
angoletti specializzati, e quale scopo pedagogico si propone di rag-
giungere.
2
A. Gramsci, Lettere dal carcere, a cura di S. Caprioglio ed E. Fubini, Ei-
naudi, Torino 1965.
62 P ARTE II – Educazione ed istruzione
3
Ibidem.
Antonio Gramsci: epistemologo e maestro attraverso le Lettere 63
Perciò mi pare che sia stato bene che a Firenze non abbiano lascia-
to fare il monumento a Pinocchio; per i ragazzi fiorentini avrebbe
significato imposizione dall’esterno di un’immagine standard che
avrebbe impedito ogni fantasticheria arbitraria. Ma non è in que-
sto arbitrio della fantasia il maggior piacere dei bambini nel leggere
i libri come Pinocchio?4 (Lettera a Delio del novembre 1936).
4
A. Gramsci, Lettere dal carcere, a cura di S. Caprioglio ed E. Fubini, Ei-
naudi, Torino 1965.
5
Ibidem.
64 P ARTE II – Educazione ed istruzione
6
Ibidem.
7
Ibidem.
Antonio Gramsci: epistemologo e maestro attraverso le Lettere 65
8
Lettera 26 marzo 1927.
66 P ARTE II – Educazione ed istruzione
9
A. Gramsci, Lettere dal carcere, a cura di S. Caprioglio ed E. Fubini, Ei-
naudi, Torino 1965.
Antonio Gramsci: epistemologo e maestro attraverso le Lettere 67
10
Lettera a Delio XXXVI.
11
J. Dewey, Scuola e società, La Nuova Italia, Firenze.
68 P ARTE II – Educazione ed istruzione
69
70 P ARTE II – Educazione ed istruzione
1
A. Gramsci, Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura, Einaudi, To-
rino 1948.
72 P ARTE II – Educazione ed istruzione
2
A. Gramsci, Lettere dal carcere, a cura di S. Caprioglio ed E. Fubini, Ei-
naudi, Torino 1965.
74 P ARTE II – Educazione ed istruzione
75
76 P ARTE II – Educazione ed istruzione
1
A. Gramsci, Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura, Einaudi, To-
rino 1948.
Leggi, riforme e organizzazione scolastica 77
2
Ibidem.
78 P ARTE II – Educazione ed istruzione
1
A. Gramsci, Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura, Einaudi, To-
rino 1948.
79
80 P ARTE II – Educazione ed istruzione
2
Ibidem.
82 P ARTE II – Educazione ed istruzione
3
Ibidem.
Spontaneità, creatività, disciplina 83
85
Gramsci traduttore
A. Gramsci
87
88 P ARTE III – Antonio Gramsci: teorico della traduzione
1
A. Gramsci, Lettere, ed. cit.
2
A. Gramsci, Quaderni, ed. cit.
3
In una lettera al fratello Carlo, datata 25 agosto 1930, discutendo sugli
Gramsci traduttore 89
atteggiamenti educativi da adottare con la nipote Mea, egli pone alcune inte-
ressanti osservazioni sull’iter formativo dei fanciulli.
90 P ARTE III – Antonio Gramsci: teorico della traduzione
4
La raccolta si intitola Brüder Grimm, Fünfzig Kinder und Hausmärchen,
Verlag von Ph. Reclam Jun., Leipzig s.d.
Gramsci traduttore 91
5
A. Gramsci, Quaderni dal carcere, Einaudi, Torino 1975.
92 P ARTE III – Antonio Gramsci: teorico della traduzione
6
La prof.ssa Lucia Borghese, docente di Filologia germanica presso
l’Università di Firenze, suggerisce di considerare Pastinarca come connubio
di “Arca” e “Pastinare” (dal lat. pastinare = rivoltare, divellere la terra; con
continuatori popolari in quasi tutti i dialetti meridionali, inclusa la lingua
sarda) (L. Borghese, Tia Alene in bicicletta, in «Belfagor», 64, 1981).
Gramsci traduttore 93
7
Sempre nel saggio Tia Alene in bicicletta, pp. 655 ss., ed. cit., troviamo
94 P ARTE III – Antonio Gramsci: teorico della traduzione
∗
Questo breve capitolo è propedeutico al successivo.
1
D. Richter, Contenuti sociali delle fantasie fiabesche nel corso del muta-
mento storico, in Aa.Vv., Tutto è fiaba. Atti del Convegno Internazionale di stu-
dio sulle fiabe, Emma edizioni, Milano 1980.
95
96 P ARTE III – Antonio Gramsci: teorico della traduzione
la fiaba è quasi il canone della poesia. Ogni cosa poetica deve esse-
re fiabesca. Il poeta adora il caso.
In una buona fiaba tutto deve essere meraviglioso, misterioso o in-
coerente; tutto animato. Sempre in modo diverso […]. Il mondo
delle fiabe è il mondo esattamente opposto al mondo della verità e
appunto perciò le somiglia tanto, quanto il caso somiglia alla crea-
zione perfetta. […]. Il genuino poeta di fiabe è un veggente
dell’avvenire2.
2
Novalis, Frammenti, Rizzoli, Milano 1987.
Uno sguardo a Jacob e Wilhelm Grimm 97
3
Di lei Wilhelm scrisse: «Questa donna, che è ancora vigorosa e che ha
da poco passato la cinquantina, ha un viso energico e piacente, uno sguardo
chiaro e penetrante, ed è probabile che sia stata bella nella sua giovinezza.
Conserva scolpite nella memoria queste vecchie leggende e questo, essa dice,
è un dono che non è concesso a tutti […]. Racconta con sicurezza riflessiva
e con molta vivacità, provando lei stessa piacere alla narrazione, dapprima
svelta e poi, se lo si desidera, ripetendo lentamente, così chiaramente che
con un pò di allenamento si può scrivere sotto la sua dettatura. Più di un pas-
saggio è stato riportato testualmente, in modo tale che non si può fare a meno
98 P ARTE III – Antonio Gramsci: teorico della traduzione
meno di rivelarne il tono di verità» (K. Schriften, Saggi minori, vol. I, Guter-
slok, 1881).
Uno sguardo a Jacob e Wilhelm Grimm 99
4
G. Cocchiara, Il linguaggio della poesia popolare, Palombo, Palermo 1961.
100 P ARTE III – Antonio Gramsci: teorico della traduzione
1
Nel rivisitare le fiabe tradotte e nel pur modesto tentativo di volerle
interpretare, non si è tenuto conto dell’ordine seguito da Gramsci.
101
102 P ARTE III – Antonio Gramsci: teorico della traduzione
2
A. Gramsci, Lettere dal carcere, a cura di S. Caprioglio ed E. Fubini, Ei-
naudi, Torino 1965.
C’era una volta… le fiabe dei Fratelli Grimm 103
3
Lettere dal carcere, ed. cit.
4
Lettere dal carcere, ed. cit.
104 P ARTE III – Antonio Gramsci: teorico della traduzione
Mi pare che noi siamo diventati dei fantasmi l’uno per l’altro, degli
esseri irreali fuori del tempo e dello spazio, dei convenzionali e
C’era una volta… le fiabe dei Fratelli Grimm 105
5
Lettere dal carcere, ed. cit.
108 P ARTE III – Antonio Gramsci: teorico della traduzione
6
Erik Erikson (1950) sostiene che la vita dell’uomo può essere concepita
come una serie di stadi, ciascuno contrassegnato da un dilemma cruciale che
deve essere risolto per passare allo stadio successivo: il dilemma che caratte-
rizza l’adolescenza è quello espresso dalla tensione tra identità e diffusione
della identità. La nozione di identità assunta da Erikson è situata nel quadro
di una teoria evolutiva della personalità che si differenzia da quegli orienta-
menti psicologici che definiscono la personalità umana in termini statici.
C’era una volta… le fiabe dei Fratelli Grimm 121
Come sono belli i fiori intorno a te… non senti neppure come can-
tano bene gli uccellini… tu cammini composta, … mentre ogni
creatura nel bosco è gioconda,
Mai più devi lasciare la tua strada, per correre nella foresta, quan-
do la mamma te l’ha proibito.
7
A. Gramsci, Le tessere e la favola del furbo, in “Avanti!”, 28 febbraio 1917.
L’articolo è incluso in A. Gramsci, La città futura, Einudi, Torino 1982.
8
Lettera del 13 febbraio 1923 da Mosca.
C’era una volta… le fiabe dei Fratelli Grimm 125
9
Le cornacchie e il buacciolo, in “Cronache torinesi 1913–1917”, Torino
1980.
PARTE QUARTA
131
Gramsci scrittore per l’infanzia
133
134 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
135
136 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
1
«Gramsci amava profondamente le bestie» ricorda Leonida Rèpaci che lo
conobbe negli anni torinesi. «Tra le bestie egli prediligeva gli uccelli, e infat-
ti una delle sue soste preferite, se passava sotto i portici, era la vetrina di uc-
celli che sorgeva in una botteghina di legno davanti all’albergo Europa; là,
più straordinari esemplari di bestie imbalsamate si alternavano con quelli vivi
nelle voliere che pigliavano la luce del sole dalla parte di Piazza Castello.
Non posso dimenticare gli occhi umanissimi, pieni di dolce fantasticheria, di
Gramsci, mentre guardava le bestioline vive e morte» (L. Rèpaci, Ricordo di
Gramsci, Macchia, Roma 1942).
Quando scrivere diventa racconto 137
Dall’altra:
2
Lettera n. 40, 8 agosto 1927, a Tania.
138 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
Il primo divenne subito padrone della cella. Credo che avesse uno
spirito eminentemente goethiano, come ho letto in una biografia a
proposito dell’uomo biografato. Ueber all Gipfeln. Conquistava tut-
te le cime esistenti nella cella e quindi si assideva per qualche mi-
nuto ad assaporarne la sublime pace.
Salire sul tappo di una bottiglietta di tamarindo era il suo perpe-
tuo assillo; e perciò una volta cadde in un recipiente pieno dei ri-
fiuti della caffetteria e fu lì lì per affogare.
Ciò che mi piaceva in questo passero è che non voleva essere toc-
cato. Si rivoltava ferocemente, con le ali spiegate e beccava la ma-
no con grande energia. Si era addomesticato, ma senza permettere
troppe confidenze. Il curioso è che la sua relativa familiarità non
fu graduale, ma improvvisa. Si muoveva per la cella, ma sempre
all’opposto a me. Per attirarlo gli offrivo una mosca in una scato-
letta di fiammiferi; non la prendeva se non quando io ero lontano.
Una volta, invece di una nella scatoletta erano cinque o sei mo-
sche; prima di mangiarle danzò freneticamente intorno per qual-
che secondo; la danza fu ripetuta sempre per le mosche numerose.
Un mattino, rientrando dal passeggio, mi trovai il passero vicinis-
simo; non si staccò più, nel senso che da allora mi stava sempre vi-
Quando scrivere diventa racconto 139
1
Nell’edizione L’albero del riccio di G. Ravegnani la lettera viene errone-
amente indirizzata a Delio e a Giuliano.
141
142 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
2
LC.
“Avventura natalizia”: un racconto nel racconto 143
3
Ibidem.
144 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
4
Ibidem.
5
Ibidem.
6
Ibidem.
“Che farò da grande?”
(Lettera a Tania – 2 gennaio 1928)
1
M.R. Parsi, Pensiero Bambino, Mondadori, Milano 1991.
145
146 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
Perché in quell’anno era venuto nel mio paese, come usciere della
pretura, un vecchio signore che possedeva un simpaticissimo cagnet-
to nero sempre in ghingheri: fiocchetto rosso alla coda, gualdrappina
sulla schiena, collana verniciata, finimenti da cavallo in testa.
2
Per tutti gli Italiani il “leone di Caprera” è Giuseppe Garibaldi e il “mor-
to di Staglieno” è Giuseppe Mazzini. Staglieno è il cimitero di Genova che
accoglie la tomba e il monumento a Mazzini.
148 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
149
150 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
Io spero che non avverrà mai, pur essendo molto contento che a
Delio piaccia Puskin e tutto ciò che si riferisce alla vita creativa
che sbozzola le prime forme.
Vorrei raccontare a Delio una novella del mio paese che mi pare
interessante. Te la riassumo e tu gliela svolgerai, a lui e a Giuliano.
1
Nell’edizione L’albero del riccio di G. Ravegnani c’è un errore di trascri-
zione: «e la mamma che non serve a nulla corre dalla capra per avere il lat-
te».
152 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
2
Metaforicamente si potrebbe considerare anche la “Teoria degli alimen-
ti” di Feuerbach.
3
Pjatiletka, in russo, “piano quinquennale”. In questo periodo (giugno
1931) Gramsci riceve l’estratto dell’“Economist” sul piano quinquennale so-
vietico.
“Caccia alle rane”
(Lettera a Giulia – 31 agosto 1931)
Una delle cose che più mi hanno interessato nella tua lettera
dell’8–13 agosto è la notizia che Delio e Giuliano si occupano di
acchiappare le rane.
155
156 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
2
J. Dewey, Come pensiamo?
3
Q 4, § 55.
158 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
1
Di questo racconto l’emittente nazionale televisiva svedese SVT1 ha per-
sino realizzato una versione in cartone animato (L’albero del riccio, colore,
SVT Sverige Television prd. Stoccolma 1987. Regia e disegni animati marì
Marten–Bias).
159
160 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
Ecco, a un tratto, sbucano i ricci, cinque, due più grossi e tre pic-
colini. In fila indiana si sono avviati verso i meli, hanno girellato
tra l’erba e poi si sono messi al lavoro.
Io ebbi il padre e due riccetti e li tenni molti mesi, liberi nel cortile;
essi davano la caccia a tutti gli animaletti, blatte, maggiolini, ecc. e
mangiavano frutta e foglie d’insalata. Le foglie fresche piacevano lo-
ro molto e così li potei addomesticare un poco; non si appallottola-
vano più quando vedevano la gente. Avevano molta paura dei cani.
Io mi divertivo a portare nel cortile delle bisce vive per vedere co-
me i ricci le cacciavano. Appena il riccio si accorgeva della biscia,
saltava lesto lesto sulle quattro gambette e caricava con molto co-
raggio. La biscia sollevava la testa, con la lingua fuori e fischiava; il
riccio dava un leggero squittio, teneva la biscia con le gambette
davanti, le mordeva la nuca e poi se la mangiava pezzo a pezzo.
Questi ricci un giorno sparirono: certo qualcuno se li era presi per
mangiarli.
162 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
2
In russo: contadino ricco.
3
Sono tutti titoli di fiabe e di libri scritti da Kipling.
4
In russo: lavoratore scelto, d’avanguardia.
“L’albero del riccio” 163
5
LC.
“La volpe e il pulledrino”
(Lettera a Delio – 10 ottobre 1932)
Ho saputo che sei stato al mare e che hai visto delle cose bellissime.
Vorrei che tu mi scrivessi una lettera per descrivermi queste bellezze. E
poi, hai conosciuto qualche nuovo essere vivente? Vicino al mare c’è
tutto un brulichio di esseri: granchiolini, meduse, stelle marine, ecc.
165
166 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
Ancora una volta, Gramsci scava nella sua memoria per ri-
portare alla luce immagini e vissuti della sua infanzia e lo fa
attraverso la narrativa. Le sue descrizioni, sempre molto atten-
te e ricche di particolari, tentano di offrire al lettore l’imma-
gine di un simpatico “animaletto”, lo scurzone, le cui origini
sono sconosciute e avvolte da mistero. Egli analizza questo
strano rettile con lo stesso rigore e medesimo procedimento
del quale si serve per discutere di Economia e Sociologia nei
Quaderni:
1
Larousse è il nome di un grande editore parigino. Ma qui si vuole indi-
care l’enciclopedia che, concepita e pubblicata appunto dal Larousse, ne pre-
se il nome. Tra le varie enciclopedie è una delle più antiche e celebri.
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170 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
molto simile al serpe comune (biscia), solo che aveva quattro zam-
pette, due vicino alla testa e due molto lontane dalle prime, vicino
alla coda (se si può chiamare così): l’animale era lungo 60–70 cen-
timetri, molto grosso in confronto della lunghezza, la sua grossez-
za corrisponde a quella di una biscia di 1 metro e 20 o 1 metro e
50. Le gambette non gli sono molto utili, perché scappava stri-
sciando molto lentamente.
Al mio paese questo rettile si chiama scurzone, che vorrebbe dire scor-
ciato (curzu vuol dire corto) e il nome si riferisce certamente al fatto
che sembra una biscia scorciata (bada che c’è anche l’orbettino, che al-
la poca lunghezza unisce la proporzionata sottigliezza del corpo).
Al mio paese, poi, non avevo mai sentito parlare delle qualità ma-
lefiche del basilisco–scurzone, che però in altri paesi era temuto e
circondato di leggende. Ora, appunto, nel Larousse ho visto nella
tavole dei rettili uno sfuriano, il seps, che è appunto una biscia con
quattro zampette (il Larousse dice che abita la Spagna e la Francia
meridionale, è della famiglia degli scincidés il cui rappresentante
172 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
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174 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
∗
Edizione parziale in Lettere, pp. 220–221.
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176 P ARTE IV – Racconti d’infanzia, ricordi e storie sarde
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Antonio Gramsci, maestro di pensiero e di vita,
al di sopra di ogni schema ideologico
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182 P ARTE V – Da “un’inviata speciale”: idee, immagini, emozioni
dai loro volti, cede il posto a timidi sorrisi e nei loro sguardi si
può scorgere una sorta di celata commozione.
Mi allontano, ma posso ancora scorgere le loro figure e le
loro mani che salutano in segno di gratitudine per l’attenzione
e l’interesse con cui avevo ascoltato i loro racconti.
Dalla casa–museo di Ghilarza: documenti, materiale
iconografico, oggetti… attraverso le immagini ∗
∗
Le testimonianze sono state raccolte, trascritte e incise su un nastro,
oggi custodito nella Biblioteca della Casa Gramsci, da Mimma Paulesu Quer-
cioli, figlia di Teresina Gramsci. I documenti, il materiale iconografico e gli
oggetti riportati nel testo sono stati fotografati durante la mia visita alla Casa–
Museo Gramsci e la mia permanenza in Sardegna, alla ricerca dei luoghi
che hanno visto Gramsci bambino prima, e giovane studente poi (Ales, Ghi-
larza, Santulussurgiu, ecc.).
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186 P ARTE V – Da “un’inviata speciale”: idee, immagini, emozioni
Sempre sullo stesso piano, vi è una sala nella quale sono di-
sposte delle teche che custodiscono effetti personali, fotogra-
fie, libri e vari oggetti usati da Gramsci durante la sua deten-
zione; non mancano oggetti che ricordano la sua adolescenza
come pure documenti, articoli di giornali e lettere che testi-
moniano il suo impegno giornalistico e politico.
La stessa stanza custodisce una nastroteca, preziosa per le
testimonianze orali di illustri antifascisti che condivisero con
Gramsci l’esperienza politica e la carcerazione: le voci di Per-
tini, Silone, Terracini ed altri.
Casa–Gramsci venne acquistata dal PCI nel 1965 e trasfor-
mata in Centro di Documentazione e Ricerca sull’opera gram-
sciana e sul movimento operaio, con il concorso di intellettua-
li e uomini di cultura sarda. All’inizio degli anni Ottanta venne
restaurata grazie al contributo di numerosi studiosi e artisti
nonché ex partigiani che avevano instaurato un valido rappor-
to di collaborazione con la già esistente Associazione “Amici
della Casa–Gramsci”. Oggi la Casa Museo rappresenta un im-
portante centro di documentazione, di ricerca e di attività
culturali di cui possono fruire visitatori e studiosi di tutto il
mondo per conoscere e approfondire l’opera e il pensiero di
Antonio Gramsci.
Dalla casa–museo di Ghilarza 189
«In una modesta casa a due piani, di tufo grigio, battuta dai venti che dal
Monte Arci calano verso la Piana del Campidano, nacque Antonio Gram-
sci il 22 gennaio del 1891».
190 P ARTE V – Da “un’inviata speciale”: idee, immagini, emozioni
Riproduzione del tipico carro sardo, ancora usato a quei tempi, costruito
per Giulia durante il soggiorno nel sanatorio Sieriebrianibor (Mosca) nel
1922. Donato al museo dal figlio Giulio e collocato in una teca posta
nell’ingresso della casa.
Dalla casa–museo di Ghilarza 195
La Sala “buona” con copia anastatica della lettera scritta da Gramsci per
la madre (maggio 1928).
La biblioteca.
196 P ARTE V – Da “un’inviata speciale”: idee, immagini, emozioni
Giulia Schucht.
Sposò Gramsci a Mosca nel 1924.
204 P ARTE V – Da “un’inviata speciale”: idee, immagini, emozioni
La sorella Teresina.
Dalla casa–museo di Ghilarza 207
Testi e pubblicazioni
217
218 Bibliografia
Gramsci A., C’era una volta… Le più belle favole dei fratelli Grimm, Editori
Riuniti, Roma 1987.
—, L’albero del riccio, fiabe presentate da G. Ravegnani, Editori Riuniti,
Roma 1966.
—, Favole di libertà, a cura di E. Fubini e M. Paulesu, Vallecchi, Firenze
1980.
—, Lettere dal carcere, a cura di S. Caprioglio e E. Fubini, Einaudi, Torino
1973.
—, Quaderni del carcere, a cura di V. Gerratana, Einaudi, Torino 1975.
—, Il materialismo storico e la filosofia di B. Croce, Einaudi, Torino.
Lombardi F.V., Idee pedagogiche di A. Gramsci, La Scuola, Brescia 1969.
—, Problemi di pedagogia nel pensiero di A. Gramsci, in «Pedagogia e vi-
ta», 6, 1965.
Makarenko A.S., Consigli ai genitori, Roma 1952.
Manacorda M.A., Il principio educativo in Gramsci, Armando, Roma
1970.
Manacorda G., Muscetta C., Gramsci e l’unità della cultura, in «Società»,
1, 1954.
Marx K., Engels F., Scritti sull’arte, Laterza, Bari 1976.
Mastellone S., Gramsci: i Quaderni del carcere. Una riflessione politica in-
compiuta, UTET, Torino 1997.
Meocci A., Gramsci e i bambini, in «Rinascita», 8–9, 1951.
Natta A., Problemi della scuola negli scritti di A. Gramsci, in «Società», 4,
1957.
Panfili O., Gramsci e il suo pensiero in rapporto alla scuola e alla pedago-
gia, in «Problemi della pedagogia», 5–6, 1964.
Pasolini P.P., Le ceneri di Gramsci, Garzanti, Milano 1957.
Paulesu Quercioli M., Gramsci vivo, Feltrinelli, Milano 1977.
Paulesu Quercioli M., Forse rimarrai lontana…, Albatros–Editori Riuniti,
Roma 1987.
Propp V., Morfologia della fiaba, Newton & Compton, Roma 1976.
Bibliografia 219
Studi gramsciani. Atti del convegno (Roma, 11–13 gennaio 1958), Editori
Riuniti, Roma 1958.
Gramsci e la cultura contemporanea. Atti del convegno internazionale (Ca-
gliari, 23–27 aprile 1967), Editori Riuniti, Roma 1970.
Politica e storia in Gramsci. Atti del convegno internazionale (Firenze, 9–11
dicembre 1977), Editori Riuniti, Roma 1977.
Gramsci nel mondo. Atti del convegno internazionale (Formia, 25–28 otto-
bre 1989), Fondazione Istituto Gramsci, 1995.
Convegno su Gramsci dell’Istituto della Enciclopedia Italiana (Roma, 21
novembre 2002).
Gramsci, le dimensioni della politica (Ghilarza, 2 maggio 2004).
Gramsci: cultura, educazione, scuola (Torino, 23 aprile 2007).
Le lingue di Gramsci e delle sue opere. Scrittura, riscritture, letture in Italia e
nel mondo (Sassari, 24–26 ottobre 2007).
Antonio Gramsci, un sardo nel “mondo grande e terribile”. III Convegno
della IGS – International Gramsci Society (Cagliari–Ghilarza–Ales, 3–6
maggio 2007).
Gramsci nel suo tempo (Bari, 13–15 dicembre 2007).
220 Bibliografia
SCRITTI 1914–1926
LETTERE
www.aracneeditrice.it
Finito di stampare nel mese di luglio del 2011
dalla « Ermes. Servizi Editoriali Integrati S.r.l. »
00040 Ariccia (RM) – via Quarto Negroni, 15
per conto della « Aracne editrice S.r.l. » di Roma