Escolar Documentos
Profissional Documentos
Cultura Documentos
Esta es una copia digital de un libro que, durante generaciones, se ha conservado en las estanterías de una biblioteca, hasta que Google ha decidido
escanearlo como parte de un proyecto que pretende que sea posible descubrir en línea libros de todo el mundo.
Ha sobrevivido tantos años como para que los derechos de autor hayan expirado y el libro pase a ser de dominio público. El que un libro sea de
dominio público significa que nunca ha estado protegido por derechos de autor, o bien que el período legal de estos derechos ya ha expirado. Es
posible que una misma obra sea de dominio público en unos países y, sin embargo, no lo sea en otros. Los libros de dominio público son nuestras
puertas hacia el pasado, suponen un patrimonio histórico, cultural y de conocimientos que, a menudo, resulta difícil de descubrir.
Todas las anotaciones, marcas y otras señales en los márgenes que estén presentes en el volumen original aparecerán también en este archivo como
testimonio del largo viaje que el libro ha recorrido desde el editor hasta la biblioteca y, finalmente, hasta usted.
Normas de uso
Google se enorgullece de poder colaborar con distintas bibliotecas para digitalizar los materiales de dominio público a fin de hacerlos accesibles
a todo el mundo. Los libros de dominio público son patrimonio de todos, nosotros somos sus humildes guardianes. No obstante, se trata de un
trabajo caro. Por este motivo, y para poder ofrecer este recurso, hemos tomado medidas para evitar que se produzca un abuso por parte de terceros
con fines comerciales, y hemos incluido restricciones técnicas sobre las solicitudes automatizadas.
Asimismo, le pedimos que:
+ Haga un uso exclusivamente no comercial de estos archivos Hemos diseñado la Búsqueda de libros de Google para el uso de particulares;
como tal, le pedimos que utilice estos archivos con fines personales, y no comerciales.
+ No envíe solicitudes automatizadas Por favor, no envíe solicitudes automatizadas de ningún tipo al sistema de Google. Si está llevando a
cabo una investigación sobre traducción automática, reconocimiento óptico de caracteres u otros campos para los que resulte útil disfrutar
de acceso a una gran cantidad de texto, por favor, envíenos un mensaje. Fomentamos el uso de materiales de dominio público con estos
propósitos y seguro que podremos ayudarle.
+ Conserve la atribución La filigrana de Google que verá en todos los archivos es fundamental para informar a los usuarios sobre este proyecto
y ayudarles a encontrar materiales adicionales en la Búsqueda de libros de Google. Por favor, no la elimine.
+ Manténgase siempre dentro de la legalidad Sea cual sea el uso que haga de estos materiales, recuerde que es responsable de asegurarse de
que todo lo que hace es legal. No dé por sentado que, por el hecho de que una obra se considere de dominio público para los usuarios de
los Estados Unidos, lo será también para los usuarios de otros países. La legislación sobre derechos de autor varía de un país a otro, y no
podemos facilitar información sobre si está permitido un uso específico de algún libro. Por favor, no suponga que la aparición de un libro en
nuestro programa significa que se puede utilizar de igual manera en todo el mundo. La responsabilidad ante la infracción de los derechos de
autor puede ser muy grave.
El objetivo de Google consiste en organizar información procedente de todo el mundo y hacerla accesible y útil de forma universal. El programa de
Búsqueda de libros de Google ayuda a los lectores a descubrir los libros de todo el mundo a la vez que ayuda a autores y editores a llegar a nuevas
audiencias. Podrá realizar búsquedas en el texto completo de este libro en la web, en la página http://books.google.com
Informazioni su questo libro
Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è
un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.
Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.
La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com
ñ~4l_n..` ` ~…-7.1`,.,__,` ."1 ‘q ;a
Z -..A ñ f** ’
K.K. HOFBlBLlOTHEK;
OSTERR. NATlONALBIBLlOTHEK ‘ ’ ~ p
*a
, a
O I\ I |
I I
4 I I I
. .n ` l _
.
d ' A
o
- a
.
-
z. 4 .
, _
x
1 4|.
\ o
. z
w
‘I I a
4 l I I i
~ - ñ
n n _
I ñ .
Î -
n N .
- \ u. .
O
`
_
.- - -
`
”I u J a .
l I v
-
' I
v ñ
K -
` I\
l
.
i. ~
`
a l
` l ñ .
a .
I
. ‘
V ñ
N \
.
. . ñ , .
a \\
a
I o
o I
t -
n
_, a I -
Q
I - -
_
l
ó
1
o
l
a p p
k I
n .v
\ s
~ \
a _
- _
I I a
n _
l
I
. \
- I I
ñ
I _
.
a n
- o
_ ‘I p
1 O .
ñ
a
fl
a r o
`
a
7 PO Egg :- :ſi`
VVLGARLZZATA. -
ET SPOSTA
Per quouíco Caſtcluctro.
'i, ` ,Principe
Imperiale, Sealtezza
la S. M.del
V. da quella
ſupremo
grado delle coſe mon dane , alla
quale non‘ meno per gli ſuoi meriti
l grandiſí'simhöc për lîſuc virtu fin_—
’ .a o ari sime che e uoi ma iori
gol fauorc diuino è ſtara clääata,
degncra mai la ſua buona mcrcè,o le ſara conccduto agio
tra tante 8C tali occupationi,tra quante , 8c quali ſi truoua
di continuo per proucderc,8c per ſoucnirc a biſogni,&.a
difetti de popoli, 8c delle nationi tutte del mondo Chri
ſtiano d’opportuni rimedi di leggi,& d’armi,di riuolgerc
a baffo, gliocchi per riguardare per ſe , o per alcuno dc
ſuoi intendenti Icttcrati,dc quali al ſuo ſcruigio n’ha gran
douitia, l’humile e’l pic`ciolo dono , che io hora con ogni
debita diuotionc 8C riucrcnza lc fo della poetica del va
lentiſsimo philoſopho Ariſtotele vulgarizzata, 8c ſpoſta
da mc in ſegno 8c in dimoſtrationc della gratitudine del
l‘anim o mio & della ricohoſcëza del bcñeficio fatto dalla
ſomma 8c incffabilc corteſia ſua-a mio fratello 8c a me,CfiG
i A.ií. cſſcpdo
'eſſefldo noi ſoprapreſi 8c combattutí da fieroöc fbrflmo
ſo temporale cihabbia prcſtato luogo lbttol’ombra della
gratioſa 8c potente protettionc ſua da poterui-ci ritrarre
8C riparare quaſi in tranquillo 8( ſicuro porto in.- fino a
tanto che ſoprauenga tempo mi liore, potra chiaramente
{e io non m’in’ganno, com renäerc che ueſta mia fatica
qualunque ella fi fia non è cl tutto ſuper ua o vana per:
cheKAueroe i_l gran commentatore Ariſtotelico poncſſc
mano a queſta operetta interprctádola, o perche Giorgio’
Valla prima , 8c Aleſſandro Pazzi poi perſone lettcratc ‘
fa recaſſero di greco in latino, o perche Franceſco Ro
bertello,& Vincenzo Maggio , 86 Pietro Vittorio Luo
mini forniti di ſottile ingegno,& di varia dottrina tuner
tre ſucceſsiuamcnte
lſpoſitioni l’vno dopo
lunghe commentata 8c l’altro ſlk-abbiano
illuminata 8c alcunocon
di ſ
l‘oro anchora larinizzata , &Bernardo Segni con chioſi:
brieni didiiarata 6C inſieme. vulgarizzata. Perciochc a
queſti corali valenthuomini con tutto illoroperſpicace
agume della‘mcmc,& con tutto il l'oro gran ſapere perle
loro dichiaratìonio dìffilſe o riffrettc non èpotuto venir i
fatto di rimuouer tutte le difficulta, 8C di rëderpiani tutti:
ìpaſsi forti, d’iche è abondcuole molto & ripieno queſto
/
libretto in guiſa che ſenza rifare i0- quello che efii hanno'
'fatto, 8c ſenza ridire io quello che eſsi hanno detto m'è
teſtato che fare , 8C che dire , 8C donc effircitare Ic forze
del debile miointcllctto. Le quali io conoſco,& confeſiö
non eſſere taliv chei’o habbia potuto ageuolare tutte lc
difficolta 8c appianarc tutti i paſsî forti tralaſciari da
Jom” tentati inda rno. Pctcfic non fili-eb be marauìçlia ſe
a coloro che dopo-me ſ1'metterai-modi nuovo a nueffa im?
preſa le alcuni perauentura di nuouo viſi metteranno non‘
micaſſe materia done impiegare &far con lode apparerc
k’náufirìa
la'nduſh-ìa loro & Ia diligenza. Si come medcſimamente
a (j di coſtoro che l’hanno traslatata in latino o in volgare ì
nö è potuto venir fatto dì traslatarla coſi bene 8c in guiſa,
che traslacione piu fedele 8c piu accoſtanteſi alla verita
del ſenſo delle parole reche in molti luoghi , 8c con piu
chiarezza non ſi pote efare. [aqua] coſa io non afferma
che traslatandola dinuouo habbia fatta'. Ma il lettore in—
tendente & non aſsionato ſe confrontera _la mia' trasla—
tione con quelle (figlialtri, otra di leggiere far giucſicio
comelacoſà ſtea. Iononlaſfiero di dire che doue la’nten
rione de íòpradetti interpreti èprincipalmëte indirizzata
a dichiarare le parole del teſto Ariſtorelico,& a ritroua.
re luoghi in altri autori per dar luce 8c notitia maggiore
dell’hiſtorie, 8C delle fauole 8c delle coſe antiche non lla
Pute a queſti di da ognuno communeinente rocche 8c tra.
non‘ffefauecllando eſsi dell’arte
in ueſtovolumetto poetica ſe nondapoco
accidentalmente 8c le -
Ariſtotele,
’ x Ajiîi.. iÎnPcrfcſ-KB
împerfetta,& non polîta_,dell'arte poetica la nale èverl
ſimile che l’autore conſeruaſië perche ſerui e in luogo di
raccolta d’inſegnamëri 8C di brieui memorie per paterle
'hauere preſte uan do voleſſe compilare 8c ordinarel’art’:
'intera ſi cofneîece poì,öc come è da credere compiuta,&
*limata 8C degna del miracoloſo ſuo intellettóLaquale arte
intera per ingiuria fattaci dal tempo nonè peruanuta a
noſtra notìtia. Diche glialtri ſpoſitori ſenza entrare in
altro riguardamëto non aueggendoſi,& credendo queſta ‘
operetta eſſere quella che non è fi ſono contentati di ſpie;
.gare quello che ſolamente v’háno trouato ſcrittoLaonde
potra chiaramëte la S. M. V. comprendere che queſta mia
fatica 'non ſolamente non è ſuperflua o vana perche altri
habbia commentata queſta operetta,o traslatatà ſecondo
che ho detto ma potra anche-ra comprendere che poteſſe
in certo modo pertcnere al ſcrui i0 di quella. L’attionì
della quale 8C de ſuoi maggiori per ſe auanzando di
Zan lunga tutte quelle deglialtri huomìnì di magnificëza
di gloria 8c per lo grado altiſsimo 8C porentiſsimo di
nobilta & di ſignoria delle perſonc,dalle quali ſono ſtatc
' operate,ſono ſoggetto, & materia pari 8C conuencuolea
quella parte di poeſia conla qualcſi cantano &ſí celebra:`
no le ſopra bumane opcratìoni de ſemidei,della qual parte
Principalmente 8c ſpecialmente fi tratta 8C ſi diſpura nel
preſente libretto, delle quali ſue attìoni molti cleuatî iñ
gegni hanno inſinoa qui poetato 8t poetano tutta via , 6C
poeteranno per l’auenire,& Perauenlera non ſem za‘ alcun
pro procedente dalla lettura di queſta mia ſpoſitìonc. Il
'che non hauendo ardir di ſperar tanto deſidero che fia.
Ma perche tra l’altre molte ſingolari doti , 8C gior-joſe,
delle quali non altramëtc che il cielo èadornato dilucide
ſtcllc,èprivilegiata 8c riſplende la S. M. V. è veramente
a ñ marauìgljoü
maraùiglîoſa quella piena conoſcenza 8c notìtia che ba
delle diuerlë &molte lingue,& ſpecialmente dell’idioma
Italian0,col quale fauella coſi puramëte,& coli vàgamëtc
che aſſai chiaro appare che non v’habbia poſto meno ſtuñ’
dio,che in alcuno deglialtrime che meno i pregi,& l’ami,
che alcuno de lialtti,io m’induco ragioneuolmente a cre.
dere che queſäë mia fatica non debba cffirlc punto meno
gradoſa perche fia ſtata dettata in queſta lingua piu toſto
che in alcuna altra, &poi che non dec unto cſſeí‘ men
' ratiofi alla S. M. V( perche ſia ſtata (fidata in queſta
ñngua,alla quale è indirizzata, donata, 8c conſacrata , a
me altreſinon dee eíIère punto diſcaro l’haueruela dettata
E er’queſto maſsimamëtcfi erche io mi do adintëdere
d’Eaucr fatto cio in queſta lingua alquanto meno male,
nella quale non niego d’hauerc ſpeſo qual che tempo per:
impararla,& per auanzarmi alquanto in ella, & d’haueruì
anchora ſcritta alcuna volta alcuna coſetta,chenö haurei
fitto in vn altra doue fo ſsi meno cſſcrcitato , 8C pgr poco
ſcrittore nuouo. Senza che io ho indicato che queſta
folle opportunita conueneuole 8c a non tralaſciare da
fare vna Volta eſperiëza, il che da niuno infino a qui non
pare cheſia ſtato tentat0,ſe folle poſsibile che con le voci
proprie 8c naturali di queſta lingua ſi poteſſono fare ve.
dere & paleſi-are altri concetti della mente noſtra che
d'amore,&di coſe leggiereöqpopolari,&ſi poteſſe ragio
nare 8c trattar d’arti , 8c di ottrinc 8C di coſe grani 8t
nobili ſenza bruttare , 8c contaminar la purita ſua con
la’mmondi tia delle voci barbere, 8c ſcolafficheìöc ſenza
variare 8c alterarla fimplicita ſua con la miſtura delle voci
' rechc 8c latine, quando la neceſsita non ci coſtringea
ärcio acciochc riconoſcendoſi 1-1 ſufficienza c’l valore di
queſta lingua anchora in qucſtapartcnon reſti priua piu
lungamente‘
lungamente della debita ſua lode. Laziale eſperienza ſe
non parta cſſcre ſtata fatta indarno, non diſpiacera a
tutti,io mi tetto pienamëtc apäiagato,& ſodisfatto d’ogni
opera che v'habbìa mefià, & ’ogni diligenza che v’hab
bia vſata. Et täto voglio che mi baſtihauer detto intorno
a queſta mia fatica ,alla quale mi rendo ccrtiſsiino nonfi
ſcemera punto di gratia appreſſo coloro che la leggcräno
perche orti ſegnato in fronte il glorioſo nome imperiale,
6c ſi P11 lichì 8c eſca in luce come dono hu‘miliſsimo 8C
mal conuenientc fatto allÎaltiſsima S. M. V. Per laqualc io
pricgo la diuina bonta affettuoſamente &ardentemente i]
piu che ſ0 8C poſſo che non pure la conſeruì 8C mantenga
nello ſtato grandc,tranquillo, 8C felice, nel quale al pre
ſente ſi truoua ma le doni 8c conccda anchora maggio:
grandezza , tranquillita , 8( fclicìta,nella cui buona gra.
tia humilìſsìmamentc raccommandandomi con ogni
diuota rinercnza le baſcio la potentiſsi
ma 8C cortcſiſsima
mano.
Di. V. S. M.
L
Lìcj
‘l
percioche egli non dice ma; in quello libro Tetto di níuna ſpetíe co
me di ſpetieEgÌi dice bene, .che la tragedia li era l'a nimo noſtro dale
le paſsioni miſericordia, & ſpauento . malatragedia non è ſpetie di
poeſia,io dico, che non è ſpetíe delle prime di poeſia, di cui parla Ari:
florele ſenza ſalloin queſto luogo,& intende, come ſi ved”, 81 oltre
acio dice egli quello della tragedia incidentemente per diſenderla dal:
l'accuſe ſattele da Platone ſuo maeſtro, in guiſa che non ſaceuz me- —
[fiere farne mantiene in propoſitione. Veſte parole adunque,(Qa—
le ſorza ciaſcuna ha,ſi deono ſporre , cori quale [tormento diſtinto
dallo ſtormento dell’altre ſpecie , & in quale materia rappreſentata
diſtinta dalla materiadell'altreſ etie, & per qual modo di rappreſen
tatione diſtinto da quello dell’a tre ſpecie ciaſcuna ſpecie operi la ſua
raſſomiglianza, ſi come egli ſteſſo quaſi ſponendo ſe fleſſo poco apo'
preſſo uſa queſta voce .Nvan per ſignificarci gliſtormenti dicendo ”E
Ìirrms'inçat Tux-imc” 0'505” *ron-:Fm *rÌg Num”. Et per dire breuemente
tanto viene adire, Bale forza ciaſcuna ha, quanto, Per quale forza
[i diſtingua l’vna dall' altra. lies: PE Evil's-.:D Toi!! luiîwſo 0`uantunque
dvi-'5x3 poſſa hauere ſignificationeattiua alcuna volta in alcu n luogo,
non dimeno_ gliiì conuiene qui la paſsiua, poiche non ſi fa mentione
niu na del confiituentele ſauole in ſig nifieatione attiva, come ſareb- .
be ſe foſſe ſcritto 71-65 &Emmi-2 Hora Ariſtotele dice miſe-ls nel nu
mero del piu', percioche parlera di ſotto delle ſauole della tragedia,
& dell'epopea, &delle ſimpliei, & delle doppie, 6t dell’altre maniere
ſecondo piu diſtintioni. Etfa in queſtapropoſitione ſpetial memo
ria della fauola tra tutte le parti di qualita di poeſia non ſolamente
perche entra in tutte le poeſie, le qualiſenza lei non poſſono hauere
l’eſſere, &èla principale,&come anima, della poeſia , ma anchor:
perche laconſtitutione ſua è propria di queſta arte , & non propria
di ni'ma altra, o commune con alcuna altra, coneioſia coſa che i co
[lumi fieno fiati prima eſſaminati da philoſophanti,& preſi, 8: adope
rati da ritorici , ehe ſoſſono eſſaminatida mac-ſtri di poeſia , 8( eſſer
citati da poeti,&la’nuentione della ſentétia,ſceo ndo che dira Ariſto
tele, ſia tutta dell’arte ritorica, 81 ſua propria, &quindiſi debba pi
liare, & la conſtitutioae dellafauella , della quale fiparla in qUeſto
ibro, ſia per lo piu commune alla proſa anchora, 8t maſsimamente
non ſi parlando della conflitutione del verſo, che pare eſſere pro
pria di quefla arte', quanta nque, poſto che ſene parlaſſe, perterrebbe
ſecondo Ariflorele ad vn’altra arte, cio e‘ alla verſificatoia , 8t quindi
_lidtbba impararez Hora, manifeſta coſa è che l: harmonia clio è il
nono,
6
ſuono, il canta, e'l ballo s’imprende altrónde che dall'arte poetica, ſi
come ancliora s’imprende la vifla cio è l'edifica mento delpal eo , &
l'appreſtamento degli habiti, & delle perſone. Perche non è da ma
rauigliarſi ſe Ariſtotele propone di trattare della conſhtutione ſola
della ſauola, & non della conſtitutione dell' altre parti diqualita poi
che nó appertiene al maeſtro di poeſia trattare dell’altre parti di qua.—
líta del poema in quito ſi conflituiſcono, come gli appertiene tratta
re della conſ’citutione di queſta, eſſendo l’altre c0nſtituite, o potendo
eſſere conflituite da altre arti , ma bafla ſolamente che il maeſtro di
poeſia inſegni d’eleggere le altre parti di qualita gia co nſtituite , che
fieno acconcie, & atte a formare il poema buono- llclze Ariſlotele
farain quello libretto,Ei` pm” aaa-Ss‘ſèm i' mſi…, Qfli ſi prendemſma
per la tragedia, &per l’epopea , poi che Ariſtotele in queſto libro
non parla della ſauola della poeſia generale, ma della ſauola di que*
ae due ſpetie ſingolari. Adunque dice mſm: in luogo di compoſitio
ne poetica quaſi dica l‘opera, & la fattura hauendo riguardo all’ori
gine del verbo mis, onde ſi dice Wait”, 'in Jim ”610… ai mſm ?xl ”a
;ſoffi ſ1 dubita a quale delle tre coſe gia dette o fauole , o ciaſcuna
delle ſpetie, o poeſia ſi debbano refer-ire quelle parole. Alcuno de
gli'nterpreti le reſeriſce alle ſauole,& vuole che Ariſtotele percio dica,
diche particelle di quantita conſifie la ſauola, percio che di ſotto egli
la diuidera in particelle di quantita per lo creſcereinfino al trapaſſa- i
mento di miſeria in ſelicita. o di ſelicita in miſeria, 8c parimente dio
che particelle di qualita perche diuidera la fauola in ſimplice, inra
uiluppata , 81 in altri modi che ſono di qualita. Ma non pare che
queſte parole ſi poſſano referirealle ſauole per due ragioni, & perche
s e parlato delle ſauole nel numero del piu dicendoſi ttt-'tous alle
quali queſta voce ‘isl poſta nel numero del meno non puo haue
re riguardo ragioneuole, 8t perche pare che eſſendoſi detto ms:
»E duw'flb-uJOot/s ſia detto di neceſsita ancliorà delle parti , della
qua ntita., 6t della qualita, ſenza lequali non ſi poſſono conflituia
re le ſauole, in guiſa che il reſerire alle fauole qneſle parole ſareb
be ridire il detto. ll che in propoſitione è vitioſo. Perche alcuno
altro degli'nterpreti le referiſce a ciaſcuna delle ſpetie. La qual co
ſa ſimilmente non poſsiamo approuare per due ragioni, 8: perche
quelle parole liv-rm Nm” 'iu-s” 7x9, ſono molto lontane, &tra
loro, 8t quefleſono trapoſte tante altre parole, che il voleruele reſe:
rire ſarebbe coſa ſconueneuole, & perche Ariſtotele in quello libro
non parlarmi delle parti della quantita, o della qualita di ciaſcuna
C z delle
*e
:i
delleſpetie diàpoe‘fia ſecondo 'clie'egli prende ſpetie' dipoefiá in queflb*
librai-:onde pareva che ſi-doueſìonorcſerirea poeſia che e‘ voce ſm >
gelate-,8: proſsima . 6:, poi cheintende per poeſiala compoſitione
poetica, ,che ha ſotto di ſe la fauola, come e` pogniamo la tragedia, ſi:
vede che Ariſtotele della tragedia parlando la diſtingue chiaramente
in parti-di Juantita, &‘di qualitá. Ma eda porre mente , che dicendo
Ariſtotele m all‘1 ;x m’to- x3 mi'… èsl yet-'ov cio è; Etappreſſo di quante -
6: di qualiparticelle è co nſl’ituita,n0n intende per ‘ric m’dm mg!… delle -
particelle ſoledi quantita, 8t pei-‘Zu mſm melo-*delle particelle ſole dií
-qàialitazma per :x m'dm intende coſi dell’v ne come dell’ altre. Percio
c e le particelle della poefia cio èdella tragedia prima ſono di due ml*
niere cio è l’vna di qualita,8c l’altra diquantita.. Poi‘la maniera delle'
particelle in
Ìentia,.& di cſituella,
ualitaſi8:divide in quattro
la maniera in fauola,in
delle particelle coſtume,, inſi ſen
di quantita puo~
diuidcre,anchoraclte Ariſiotcle non ne faccia inentione-,in duein le
game & in ſolutione..Appi-eſſ0 egli-intende per ii mióvmgi'm non'
meno delle particelle di qua ntitacliedi qualita proponendo di volee
re moſtrare comedebbano eflì-re.ſattel'vne & l’ altre, 8t diche quali
ta, 8t' natura fia. ciascunaſt per diſtinguerle l'vne dall' altre ſi per'
poter ſapere qpali ficonuengano piu o meno* a formare: il poema
tragico oepopeioo. Ne è da dimèticarſiche qui-eglipropom. di voler
dire di quante, 8: di qnali particelle ſi conflituiſta bene il- poema , 6:
noncome ciaſcuna particella ſ1 conſiituiſca , percio chequeſto ſolo è‘
&atopropoſ’t’ocdella ſauolaz della quale ſt. dira non ſolamente come
concorraa conflituire il poema ſecondo che altreſi concorrono l’al~~
tre partibenche eſſa con maggiore efficacia, ma ſi dira~ anchora c0-
me eſſa ſi conflituiſCa pertenendo la conflitutioneſua propriamente
all’arte poetica. ”à nigi-ras‘- BMW. Ogipmpone Ariſtotelein gene
rale di voler dire di molti altri inſegnamentiv che ſt. contengono in _
queſto lib‘ro gioueuoli alla poeſia moi @Jam-5m Sarà -rosti nyámv. Si`
vede ehe la natura comincia ſempredal confuſo 8c dal generale# poi~
paſſa al diſtinto, Se allo ſpetiale- La quale Ariſtotele ſeguendo pro
mette nello’nſegnamento dell’arte poetica di‘ c0minciarc dalla ma*
niera generale di poeſia 8t. poi diſcendere-alle ſ etiali.. _
,,.P’A R* T l C E L L A SEC O ND A..î mmſía Jlí, x3 i717: Tyne-01’”
,, avi-615,?” 4"! wap-ſlide, ’là-i J‘ieuçmflommflxii ,K3 ’TIÎI «Shui-iui?! ii ”Aitgii’xà ”exp-
,, .et-iis, ”adam-,Witon oſltíatl wand” -rà du'voltop. Atacpfzoudi J"; &at-62:09 mel-,"
” ’xò‘- TZÃ five‘u’tçou nupíä‘, ii rë ‘inça, ii TB 114505 là ”il ràp aapol reſo-op.
CO. N T E N-E N ZA. , Comemaniera generale di poefiaèraſſm
-, ', r ..- miglianzat
miglia nza, &’ come le prime ſpetie ſono tra ſe differenti per iſlotme”
to, per materia, 8t per modo. .
VV L G A R l ZZA M EN T O. Hora l’epopea, 8t la poeſia del— (e
l’a tragedia, & appreſſo la comedia, &la dithirambica compoſitione, u
& la maggior parte dell’ arte del fiuto, 8t della citara, tutte ſi ritruo- u
uano inſieme eſſere raſſomiglianza , ma ſono differenti tra l0ro in a
tre coſe , perdo che o ſono differenti raſſomigliando con coſe di .z
maniera diuerſe,.o coſe diuerſe, o diuetſame nte,,& non iñn vn mede- u
ſimo modo; ~ › p
S P O SLT lO N5 E. E'mnmia MM. ryan-Mſi‘: mſi-It:. Wi cOmincia
la ſeconda particella del teſto d’Ariſtotele , che contiene, che coſa ſia
l’a poeſia in en‘erale, 8: appreſſo quali differentie conflituiſcano le
ſue ſpetie, cñe è l’eſſecutione delle prime coſe propoſte. Hara Ari
ſtotele per tr0uare che coſa ſia poeſia, &'la ſua maniera generale vſa
coſiſatta' inueſtigatione. Noi' veggiamo che tutte le ſeconde ſpetie
della poeſiadelle quali-habbiamo piu certa conoſcenza, che non hab
biamo delle prime,hanno tra loro vna coſa commune,che è la raſſo
miglianzafldu nque poeſia è raſſomiglianza, & la ſua maniera gene—
rale è raſſomiglianza. Ma, accio che piu chiarameme ſi comprenda
la’nue fligationeAriſtot’e-liu, e` da ſapere, chela generale maniera di
poeſia è raſſomiglianzazla quale ſi'diuidenelle prime ſpetie, che ſono
tre, cio è raſſomiglianza per iſlormento‘, nel quale ſi comprendono
parole,ballo, c‘lzſuono,~ raſſomiglianzatper materia,~ ſotto‘ la quale fi
comprendono i migliori,i piggioti, ei -mezzani,~& raſſomiglianzañ‘per
modo, ſotto il quale ſi comprendono il racco neo ,. &la rappreſenta! '
tione,e'lmeſcolamento del racconto 8t della rappreſentatione- Hora
la raſſomiglianza per- iſtormen to da alla poeſia le ſeconde ſpetieche
ſhno hauendo riguardo allo [tormento atterzato, tragedia, co media,
&dithirambica , 8c' allo {tormento ſimplice epopea 8tv arte di ballo,
& allo ſtormento doppio atte difinto, &di-citara , La raſlbmiglianza
per materiada alla poeſia le ſeconde ſpetie hauendo riſpetto' a mi.
gliori; a piggiori, 81 a'mezza ni‘ tre ſpetie d'epopea-, 8t tre ſpetie di di-`
thirambica, &hauendo-riſpetto a* migliori ſolamente da la tragedia‘.
à a piggíori ſol’amenteda lacomedia, &ila- raſI‘omìgli‘anza per modo
da leſeconde ſpetie alla poeſia liauendo riſpetto al racconto l'a dithi.
rambica & hauendo riſpetto’alla rappreſentatione la tragedia , 8t la
cOmedia, & hauendo riſbettoal'meſcolàmento del- racconto, & della
rappreſentatione l’epopea. Prende adunque Ariſtotele le ſeconde
ſpetie; cio è l’epopea” tragedia, la comedia, la (llèllſí‘ambl :3,8: Tage"
. . z i e,
del fiuto, &della`citara per mezzo datmuare la maniera generale
della poeſia, & veggendo, che tutte queſtefſpetie ſeconde hanno
per coſa commune tra loro la raſſomiglianza conchiude , che la
raſſomiglianza ſia la maniera enerale della poeſia, ſi come ſe noi
voleſeimo trouare, che coſa ſ0 eanimale, 6: la ſua maniera gene
rale, & iprendeſsimo le ſeconde ſpetie, che ſono gigante, nano,
buomo communale , cauallo , bue. aquila, colombo, ltorione, car,
pione, aloro , quercia , &diceſsimo tuttefqueſte ſpetie hanno per
coſa commune tra loro che ſono ſubſtantia viuente, dunque ani
[nale è ſubſtantia viuente, Gt clie cio ſoſſe la maniera generale del
l' animale. Ma perche queſto ancliora ſarebbe vero ſe ſi conſidera[
ſono le prime ſpecie coſi. A nimaleſi diuide nelle ſue prime ſpetie,
che ſono tre, delle uali la prima è animale ragioneuole, ſenſibile,
Cz vegetabile, la ſeconda èanimale ſenſibile , 8! vegetabile, 6: la ter
Za è animale vegetabile, & tutte 6t tre quelle ſpetie come in coſa
commune a loro cchOrrono in cio , che ſeno ſubſtanti’a viuente,
adunque animale è ſuſtantia viuente , non ſarebbe meno vero nel
la materia noſtra, ſe Ariſtotele haueſl‘e preſe le prime ſpecie di' poe
ſia permezzo dipruoua,& liaueſſe detto coſi. La poeſia di parole, di
ballo, &diſuonolla poeſia di migliori, di piggíori, & di mezza ni, 8t
la poeſia di raccomo , & di rappreſe ntatione, 8c di meſcolamento di
racconto,& di rappreſentatione tutte concorronoin cio come in co
ſa commune tra loro', che ſono raſſomiglianza,adunque poeſia è raſ
ſomiglianza, 8: queſta è la ſua maniera generale. Ha adu nque Ariſto—
tele vſate, come dico, le ſeconde ſpecie di poeſia, 8( non le prime
per via,& mezzo da trOuare la maniera generale d' eſſa poesia, &
che coſa ſia. Ma perche non pare clieil lettore s'appaglii che ſi ſia
trouata la maniera generale della poeſia,& detto ſimplicemente che’
ſia raſſomiglianr, ſe la predetta maniera non ſi ſepera cOn certa di—
flintione dall’ altre raſſomigliaiize ,concioliacoſa clie la pittura , 6c
la ſcoltura &altre arti ſieno altreſi raſſomiglianza non pertenente
a poeſia, come non s’appa herebbe ſe domandando egli che coſa
e' animale gli foſſe riſpoſto limpli’cemente che foſſe ſuſtantia uiuente
non aſſegnandoſi diſtintione niuna certa , che ſeperaſſe queſta ſua
maniera generale dadio , dall‘ angelo , dall’anima ſeperata dal cor
po, che parimente ſono ſuſtantia viuente , Ariſtotele per ſodisfare
pienamente al lettore ſe erando la raſſomiglianza della poeſiada
quella.che non c‘ di poe ia con certa differenza dice, che per taſſo
mìglianzz di poeſia intende quella raiîomi'glianza, che lia per mate
ria
ria i migliori, iplggîori, ei ſimilí,& per ífiormento le parole, il bal
lo,e’l ſuono, per modo il racconto, &la rappreſentatione, e'l med
ſcolamento del racconto, & della rappreſentatione. Er cio è tanto
per ca ione d'eſlèmpio, quanto ,ſe poi che ſi foſſe detto animale
eflìre uſtantiaviueme perdíſtinguerla dalla ſuflanria viuentedidio,
dell'angelo, 8: dell'anima ſeperata dal corpo , ſi diceſſe s'intende
per ſuflantia viuente ſolamente quella, che ha ſottopoſta aſc la
fuſtantia viuente per anima ragioneuole, ſenſibile 8c vegetabile, a
la ſuflantia viuente per anima ſenſibile 8c vegetabile , & la ſuſtantia
vivente per anima vegetabile. Pereio che dio; l'angelo, & l’ anima
ſeparata del corpo‘non ſono ſuſtantia viuente per anima vegeta
bile ma dio c‘ ben ſuſtantia. viuente per anima ragioneuole, 8:
l’angelo,&l’anima ſeperata dalcorpo ſono ſuſtantia viuente ra i0
neuole & ſenſibile ſi come ſpetialmente dimoſtrano le pene egli
angeli rubelli, &dell’anime de dannati. Hora non è da ignorare,
che Ariſtotele truoua qui ſolamente le ſpetie della poeſia , che s'u
ſauano in publico per ileuo del popolo aſuoi di, con alcune del:
le quali concorreua l' harmonia, e’l ballo, nella guiſa `che ſi vedra
poi. Ma pare, che Ariſtotele, il quale fa mentione dell'arte del
fiuto , 81 della citara in cercando la maniera generale della poeſia,
non doueſſe tacere del ballo, poiche egli l’ha per maniera di poeſia.
A ehe perauentura e da dire , che a lui baflò porre vna diquellearti
cio e‘ il ſuono per eſſempio non eſſendo ne l’ una nel’altra arte ne:
eeſſaria alla poeſia , maſolamente di mag iore diletto. Comincia
dunque da Ai- particella cheſi richiede ad e ecutiom di coſe promeſ
ſc,& prende,eome s’è detto,leſperie ſeconde per prouare,ehe la poe
ſia habbia per ſua'maniera generale la raſſomíëlianza , &prima pro
pone l’ epopea, perdo che nello fiormenm è implice , 8: in quello
flormento che pare eſſere naturale della poeſia cio ènelle parole
Poi pone l’eſſempio della tragedia, 8t della comedia, che con l’epo
ea communicano pure nelle parole , 8: u'aggiungono il ballo , &
llliarmo nia quanto e‘ agliſtormemi,& appreſſo la dirliirambica,che lu
per iſt0rmemi pure le parole,il ballo,& l’harmonia ma inſieme in vn
tempo la done, la tragedia ö: la comedia gli liaueuano in diuerſi tem
pi.lo laſcio di direche l’epopea ha data la forma alla tragedia, &che
pei-cio ragioneuolmentedee andare avanti alla tragediafiora pareua
cheſi come haueua poſto l'eſſcmpio della poeſia ſimplice in ifiormen
to delle parole,& poi dell'accompagnata in iſtorméti aiterzari coſi do
ugſſc porre l’eſſcmpio della poeſia ſimpliceiniſſormento delballo,
poi che`
ñ".
J
*poiche S' uſa lapoeſiafimplicein íſtormento del ballo,‘& non diano
no Ariſtotele lo‘tralaſcia .o come inopera non limata,& imperfetta,
0 gli parue clic vgli baſtaſſe lîeſſempio dellaàdoppia -poi che l’arte del
fiu o, &.della citara non-s*uſaua mai che non ;foſſe accompagnata
dal allo come ſi dita poco appreſſo,~qua ntunque il ballo ſolo poſſa
hauer luogo ſenza harmonia. 'Et appare ma nifeflamente per quello
eſſempio, ›& per le parole ſeguenti , che la -poeſia conſiſte hauendo
riſpetto alloflormento, non ſolamentein -parole accompagnate da
ba lo, 81 da-liarmonia inrv no 'ſteſſo tempo, o in diuerſo, ma ancliora
in ballo ſolo, ño in'ballo accompagnato dalmrmonia , :81 che ſi face—
uano uedere al popolo attioni per ballo ſolo, o per ballo accompa:
gnato dailiarmonia prima che ſi ſaceſſetovedere .0 narratiuamente,
o rappreſentatiuamente per parole, o poi che s'erano fatte vedere o
narratiuamentep rappreſentatiuamente per parole,o anchora ſenza
che fi faceſſero vedere o narratiuamentep rap preſentatiuamentc pri:
opoiper parole. Lequali .due raſſomiglianze ſtormentali per ballo
& per liarmonia hanno piuageuolmente,chel'altreraſſomiglianze
d’ altre arti , come pogniamo della pittura, 8( della ſcoltura , ö; diſi
mili, trouate luogo nellcſpetie di poeſia, percio che accompagnano
gratioſamente le parole, lequali ſono llormento principale,8t natu
-rale della poeſia, & accompagnantì le parole conflituiſcono diuerſe
ſpetie di pOelia. ll che non auienedell’altre arti ralſomigliatiue dalla
pittura .8t dellaſcoltura. `
P A R ;ſi C‘E L L A T E R ZA. ma ,af x5 7434…” @nia-…inaſ
” nm' Malaguti-UN‘ ”Xii Jliàrixvnſ, oiá‘** J‘ià duvaàtlas, Îrtçoll‘i J‘w‘: -ríJ' quñ‘í’oîim
" lit’z’V mi! u‘guy'wais TiXVaU, a'z’mx'ai ”Xu ”LoVe-rai pin-im ?u {7-19515 x5 A57@ là 029m
” glia, TOUTOlS.‘\›gX0\'lſ, i; ”hawaii/als, ol” &pruvian uè, 5311951!? xçéyualm'v”
" iiflàc/Mrmi, ’sà thçlílk’l, xà’v Z'irivzsſiiflçaa ruyxívouc‘iv aid-i Telaií’ratl "niv ma:
” un ola” ñ ”Sv duçt’flm, ainë J“t 72,3 Zur-uè umoö’vm xmçlsaìçuovi’ad oirrSV apc-:57.
" ai ` 03 roth‘: *raSv dxuuariſonímv Puàfläv mmövni ai iis-1,115 miO-I, xi 113152”.
C N ,T EN E NZA. Eſſempio d’arti, nellequalila raſſomiglí
glianzaſi Fa per materia, per modo &pc-r iſtormento.
VV L G AR lZZA M E NT O. Percio che ſi come alcuni effi
*’ gia ndo con col-Ori, .8: .con ,figure raſſomigliano molte coſe , ma gli
” vni per arte,.& glialtri per uſanza , 18t cern altri congli vni , 8: con
” l’altre coſi trale predette arti ogniu na ‘fa la ralîomiglia nzaeol nume
” _ro, col parlare, &con l'harmonia, &,conqucſtetoſe, o ſeperate, ,o
v meſcolate, come (ſanno)vſa ndo l’harmOnia, ei numeri ſolamente-,GI
1* “quelladel fiuto, 6: quella della citarakòt se alcune altre li miomap;
~' N * C
di coli Fatta potenza. come è quella delle ſampogne. Ma con lo fleſ: u
ſo numero raſſomëglnno ſenz: harmonía certi ballatorí. Perciochc u
‘queſtiqer figurarinumen' raſſomigliano anchora ö: coflumi, &tor; a
ment', &attio ni.
S P O S lTl O N E. Procede Ariſtotele a ſar piu maniſeſte le tre
ſpetiede la paeſia precedenti dalle tre differentie clie ſono per ma
teria, periſtormento, R per modo,& moſtracon Vno eſſempio d'al
cuni art:fici,che aſſomiglia ndo vſa no queſte tre differentie , come
ſimilmente i poeti l'vſano nella poeſia. L’eſſempio ropoſtoè de
facitori d'imagíne o d‘idolo, i0 domando ìmagìne la pittura in pia
no, & idolo la figura che non ſia in piano,li qualifacitori hanno per
materia o per ſoggetto molte coſe raſſomigliate, & per iſtormento.
colori, & figure ſeperati, o colori 6: figure meſcolati inſieme. Hora
l'imagme ha colori ſoli, 8t l'idolo lia figureſole alco na uolta,& per
che ſi puo colorare puo alcuna volta liauere colori 8t figure meſco
Jati i nſieme. Ne l'imagine nel noſtro teſto ſi dee poter dire hauer figu
l'e porche ella non le ha rappreſentare ſe non per mezzo de colo
ri,& non per ſe, ſi come le lia l’idolo. Et l’una, 6t l' altro lia nno per
~modo l'arte & l’vſa nzz. Nelle parole del quale eſſem i0 ſono ſpe
cialmente da notare tre coſe, la prima .è quella , che ha biamo detto
'per figure intenderſi lo ſtormento ſolamente toccante lo'r'itaglio
di legno o di pietra, o la ſcoltura di marmo, o la ſorma di loto,o di
cera, o di ſimile materia, oil coníamento, o la ſtatua di metallo, 8c
pergli colmi lo ſtormento toccante 'la pittura anchora che ſi faceſſe
ſola mente dichiaro & di ſcuro che ſi domanda appoi grect ,io-Snow:.
Le ſeconda coſa è, che ſecondo me il teſto ha errore in quelle parole
'anni J“r ./là flîs ”oi-ir, percioclie, quantunque ſi truouiuoniolti,& ſpe
tealmente que, che lo nod’anlmo vile ſecondo Platone nel ſuo com
mune, li qualicon varieta di voce rappreſentano le voci degli ani‘
rmîi no n di meno qui non pare che poſſa hauer luogo ſimile manica
‘ra digerite , ne che dilmo lìpoſſain modo alcunointendere,con
cio ſia coſa che voce non ſia ſtormento compagno decolori, o delle
'figure, ſi come il colore puo eſſere flormento compagno della figu
ra, 6K ſi come il ſuo no, e’l ballo puo eſſere &or-memo compagno del
verſo Per la qual coſa io mi laſcioindurre acredere,clie,c0me dico,
'qui liabbia err0re, il uale ſi poteſſe ammendare coſi. ‘in-goa .ll'- &geo-ri:
"air, & che s'intendefle del meſcolamemo de colori & dcllc E urf,ſi
'tomedall’altra part-:ſi deono intendere quelle altre-flop“: in kim
ù decolonfl delle figure ſeperatifit non meſcolati inſieme, accíoche
L . D l‘eſſemf
’efl'empîo riſ'pond” uellò, che intende AtîfiOtele d' inſegnare , It
maſsimamente in que parte dello [lor-mento ſeperato,& meſcolato
la quale tralaſcian o l’altre imprende ſubitoa trattare. La terza co
ſa t‘ che proponendoſi l'arte,& l’uſanza per lo modo nell'eſſempio
i dell'arti, che vſa no per iflmmento i colori, & le* figure, non pare
che ſi conuengano molto col modo della poeſia. elie è o rappreſen
tamento, o narrationc,cio è o raſſomiglianza a’ attione poſsibile con
parole do ue ſono nell’autune parole, & con coſe, doue ſ0 no nell’at
rione coſe oreſſomiglianza d’attio ne poſaibile con parole ſole doue
ſono nell’attione parole Gt coſe, co ncioſia coſa che ciaſcuno di quelli
modi o faccianſt le imagini per art-8,0 ſaccíanſi per vſanza,o faccianſi
gl'idoliper arte,o per vl'anza non ſi forma nuoua ſpetie d’imagíni,o
d’idoli, ſicome pur ſi forma nuoua & molto diuerſa ſpetie di poeſia
,perlo modoſecondo chee‘o narratiu0,0 rappreſentatiuo. Et pure
poteua Ariſtotele non ſl partendo dall’ eſſempio della pktura,mr›ſtra
re in certo modo queſto modo con coſa piu ſimile, & dire coſt. Poi
che la poeſia vſa due modi in rappreſentarel'attione poſstbile cio è
parole & coſe,0 parole ſole,l’vno de quali modi è piu ſimile alla coſa
rappreſentata,& l’altro meno, piu ſimile modo ſono le parole, & c0
ſe,& meno ſimile modo ſono le parole ſole ponendoſi parolein luo
go di parole & di eoſein queſto, a doue in quello ſi poneuano paro
le in luogo di parole, & coſe in luogo di coſe, ſi puo in cio moflrare
la conformita nella pittura,la quale rappreſenta cOn varieta de colori
,la varieta delle coſe colorate, o rappreſenta put* la varieta delle coſe
colorate non con varieta di colori,ma con lo chiaro 8t lo ſe uro, che
,dicemmo chiamarſi appo igreci mríxgupa. Et queſto ſecondo modo
_di calorare è ſimile al modo della poeſia narratiuo,cl1e nó vſa ſe uo rl
paroleín rappreſentare arole & coſe,& quel primo modo di colo
rare è ſimile al modo della poeſia rappreſentatiuo , che vſa parole in
luogo diparole,& coſe in luogo di coſe. Ne e` da tacere,clte nel modo
che è meno flmtle,èda riporre quella poeſia,clie raſſomiglia col ballo
ſolo quando rappreſenta ballo & altre coſe,percio clieil ſuono e'lbal
lo ſaranno da riporre nel ‘mëdo piu ſimile quando ſi rappreſentera
` ſuono &ballo,nella guiſa che ſi fa con le parole nel modo piu o men
i . ſimile ſecondo cheſt rappreſentanooparole ſole,o parole Gt coſe
”3) A R TIC F- L’ L A 'O`Y A R T A. I‘J‘Î immuiam'vovroÎSMÎ-ou 4M:
²’ n 107: airgolsflà *rw-rat: îi n …Mu ln T’ÈM‘AO'P. '9,9' "l’73" ?l'3 X2054… ?<39
5’ [L‘TÎD‘J rvrzámda "ixçt 'rei' i5!, &Mi- yíp ì' {www ‘Nudi-‘I Kotviîi 'rails ‘0’420
» m, ”ù ;iv-mau,”mtv-*,11ìreifm-gatlxpifMywsitlJ‘i, "inf Jſià ha‘: 20,3,
u mnfluf,
. . . e to
:in-MW, irc-?p YM!” ?Hair TDIÌTON Unire-:U- aſa-0'”— MÌ! ai' ir'váfbmi fl d’u- u
”fiumi 15 .uiiçn 15 :mi-,7M ,air ihqafflloiü, 701i: Ji} immuni: ina-LIM”, 05x “
o‘: nina-rà “laueivmmràs, &Má remi' unità 'rà .ai-rgap. HLOÎKYDPU'OHÎJ. aj , i”
init-rin} uovflKo'v-ri J‘ià 76°- fiv-vm iwíçoum, 0570 map :aio-m. 051“” J‘inots ‘
”'v is” Sanzo, ”321. inni-ſicula‘ ”AED ”5 ’ti-rw). J‘làJ’òI ma; mtwáfi, J‘i'xato! Ka— “
Aëv, ?rip J't, @Fun-5705 farina" n mmie-ö, {Hoſt->5 N, ai” iſfls «iframe Tè nina“
‘uz-wo', ”muro n’a-7- una"… , maxiçxaiçflaov inoſndu imoxívmgop, “mln‘- è” “
+pl‘i'av WAV-top ”Sp el‘uſo', ai!! {MM muſa-i- alfoearofiuri”. nigi ”firmi-top “
.mf-:rc Fra‘: ‘É 723W”- ‘i
C 0 N T E di' E N ZA. Alcuna poeſia vſa le parole ſo‘le come l'e
popea,ne ſi puo ſare in proſa, neſi diuerſrfita per diuerſita di verſi.
VV L G A Ri ZZA M E N T O, Ma l’epopea (raſſomiglia) ſola— “
mente co” parlari nudi,o con miſurati verſi,&con queſti o uero me- “
ſtola ndo li inſieme, overo vſanddu na certa maniera di miſurati veri “
ſi, de qua irimane appagata infino a queſto tempo. Percioclie non “
poſsiamo a partito niuno nominare per coſa communei mimi diSo— “
plirone,& di'Xenarcho,ei ragionamenti Socratici. Ne, ſe altri per trio “'
metri,o per ele-gi, o per alcuni altri coſi fatti verſi non fara raſſomi- “
glianza,auegna che gli huomi ni congiugnendo 12,! ati-:gu 1D miiv nomi “
nino pOgniamo queſii elegiopei , &.quelli epopei non appella ndogli “
poetiperclie liabbia no …Petto alla raſſomiglia nza, ma cómunemen- “
(e ai verſo,concioſia coſa che ſe publicano alcuno ſoggetto di medici- “
omo di muſica per verſi,coſi gliſogliano chiamare-.Ma nulla ha di cö- “
mune tra Homero &Empedocle fuori che il verſo.Laonde giuſtamé.- “
te è da chiamare quelli poeta, 8: queſti ſaueliatore di natura piu toſto “
che poeta.Horſimiimëte ſe altri meſcolando tutti i verſiinſieme non “
fara raſſomigliíza nella guiſa che Cheremone fece nel Centauro vna “
Rhapſodiadimeſcolata
‘Adunque di tutti
queſte coſe i verſi in
ditermimſi nOn ſara gia
queflo da appellare poeta`'A “ſi
modo.
S P O S l Tl O N E. Haueua Arifloteleimpreſoa diflinguere le
ſ etie del la poeſia perla diuerſita degliſtormenti, et detto che alcu na
[Bene vſaua due flormenti, ſi come quelle del fiuto, etdella citara
i: della ſampogna vſauano i' harmonia e' [numero, 8: comealcuna
altra uſano vno ſtormento ſolo,come quella de ballatori, [i quali
vſa no il numero ſolo . Hora ſo iugne che cen’ e' vna altra , che
vſa vno flormento ſolo, la qua eè l epopea, 6c lo it0rmento è il
arlare ſolo. Ma perche poteuano naſcere_intorno aqueſta ſpetie
nella mente dellettoredue dubbi prima , che ſi proceda piu oltre,
gliſolue.l'vnoera,ſ`e l'epopea,cio è quella poeſia, che ialſomiglia cort
pailareſolu ſi puo diſtendere in proſa porche SAB-’one &Xenarchgc
a
’ L_Sr Platone hanno raſl'omîglíate con proſa, a` clic riſpondendo Ari
, ſtotele che no , vſa molta mOdeſtia hauendo perauentura riſpetto a
Platone ſuo maeſtro dicendo ſolamëte che cio non è coſa vſitata,ne
riceuuta communemente. L'altro dubbio era ſe l’epopea poi che ſi
ñ vede liauere il nome da certa maniera di verſo, & l'altre ſpetie , clic
ſono cognOminate dalla gente dalla t'arieta delle maniere de verſi ‘
~ debbano eſſere reputate diuerſe ſpetie di poeſia hauendo riguardo
» alla diuerſita de verſi,a clic ſimilmente riſponde ,che no,dimoſtran
. do che la maniera del verſo non opera che altri ſi poſſa domandar
poeta, ma la raſſomiglia nza. Anzi che il Verſo, done non èraſſomic
glianza,non opera c ie altri ſicpoſſa domandar poeta, nOn che poe
. ta di coſi fatta maniera liauen o riſpetto al verſo. Ma , perche queo
. ſto teſto e‘ reputato alquanto oſcuro, tenteremoprima,che diciamo
altro in iſpo nendolo pianamente di dargli al quanto di luce. i‘m to'
. miia návov A570” .wii-'s, ii uí-rçois. ſono da ripetere le parole ſopra
poſte miu-Um ,.3 l’39”, ai mlt”, ai nyíças, per liauere il compimento del
ſenſo. Et queſte parole A57”: 41m: nonſono da ſporre per proſa
apartito niuno, 8t noi ſiamo ſtati i primi clie liabbiamo conſiderato,
E: detto cio a molti,della quale noſtra conſideratione eſſendo per lo
noſtro detto peruenuta ad alcun degliſpoſitOrialcuna netitia ne ſa
uella in guiſa che egli ne paia eſſere ſtato il trouatore , qua ntuiique
io non nic-ghi clie ſi truouino queſte parole in piu autori poſte in
luogo di proſa. Hora ſono da prendere qui nell’uno de due modi,
o che ſi dica M704: Mafia, cio è con arlari nudi. Il che venga a dire
ſenza veſtimento 8( compagnia d’a tri ſtormentiliarmonia 8L nume
ro. Ma perche altri non credeſſe, che egli intendeſſe della proſa
ſoggiunſeînſrçois cio e‘ con miſurati verſi ſponendoſiil percio è, ſi
come e‘ coſa vſitata di farſi appo Ariſtotele, o che fi dica A170:: +1
Ìioîs'íu'flgm cio ècon uerſi humili,o con uerſi alti diuidendo i verſi in
in due maniere in liumili,& in alti,8: che dica cio non ſenza cagione,
percio che l’ epopea lia vſata ogni maniera di verſo ſi come ſi Vede
l’eſſempio, ſecondo che afferma Ariſtotele in Cheremone aurgna
che da luiin cio ſia biaſimato, percio che l'eſſametro ſicome verſo
piu che gli altri ſer mo,& magnifico, 8a capace conue niua all’epopea,
8: per tale è ſtato riconoſciuto, 8t adoperato in cio da glialtri- Hora
non ſolamente Ariſtotele in queſto luogo lia vſato+iA0îs Ati-…5 per
uerſi liumili , 81 ii‘t—rçois per verſi alti contraponendo gli Vni agli al
tri, ma anchor} nel terzo libro della ritoríca dicendo îníuîfl oÎ-i "Sf fl(
rgog uom-'m una tiro, tà &gu-’118W ?riſi-y 7a} ixisiximgſ 5c’, ai o?” A370! , 7- i“;
19"15 +V
fl
ad’: A370” umts :AM-m, n' 7a} :zlatan :AX-'1'107‘, :ad ai {new-t :aa-n.: :nm
”ME-ro, :Mſn vi” àzynr‘rstgopj ;maſſa Ao’yp ”flange-Sv. 8t ancliora in quel
medeſimo terzo libro, ÎÙJſl mſg…, Ii ñ dixit! , ai mmáçoçau ”6mm IFA;
1K‘. -rö- {lÃÌVÃñ-Oîl AiÈ”. Ne qui ſe pogniamo ben mente haueua biſoe
gno di .ſnc-Ts in quanto fi ſignifica nudita peruolerci ſignificare la ſoli
!udi ne delle parole ſepetate dall’ liarmonia & dal numero. Peſcia
cite ci era ao'va- che ſignifica cio aſſai apertamente ſi come anchor;
lo ſignifica poco prima in quelle parole o'ov-zìgnoviapfii , alè-moi: xgómm
w".- &c. @un ,a3- 'ſxoiflw Simila- xvi-iv &c- Veſte è la prima riſpoſi!,
cheſt da alla prima domanda, o dubbio poſsibile a farſi in quefio
luogo ſe l’epopea ſi poteua diſtendere in proſa , poi che l’epopea è
:aſſomiglianza che ſi fa con parole ſole, 6t poi che veggiamo che i
mimi di SOPllſO ne,8t di Xenarclio, ei ragionamenti Plato nici ſono
raſſomiglia nze fatte con parole proſaiclie , A clie riſponde Api.
flotele che queſto flormento di par'ole non miſurate, 8: non or
dinate in verſo non e‘ ſtato riceuuto communemente in ſ0rmare l’e
popea, & percio non è da approuare come coſa ben fatta, poi che
non è commune ne vſitata non eſſendo ci ſtati molti che l’liabbiano
vſato.Et è da notare prima che Ariſtotele sÎè imaginato che ſe i pre.
detti mimi di Sophrone, & di Xenartho , ei ragionamenti di Plato
ne ſoſſero da riceuere per iſpetie lodata di poeſia,ſoſſem da riporre
ſotto l'epopea cio èſotto quella ſpecie ehe vſa lo (tormento ſolo di
aroll'. 6K non di me no pareva, poi che eſsi caggíono a 'treſi ſotto la
ſperic- rappreſentatiua , percio che non ſono meno rappreſentatiui
che ſia la tragedia, 8t la comedia, la qual tragedia , & comedia ha per
iflormento non ſolamente le parole, ma il ſuono, e’lballo ancliora,
pareua dico che eſsi dOueſſono eſſere della ſpetie che riceue per iſtorc
me nto le parole e’l ſuono, e’l ballo. Ma Ariſtotele hebbe ri uardo ſo
lamentea quello, the era in vſo aſuoi tempi,& non a que o, che ſi
ſarebbe pOtuto o ſi doueua ſare ſecondo la proportiongpoiehe aſuoí
di non s’erano mai rappreſentati ſimili mimi, & ra ionamentiin pao_
lco, ma erano ſtati ſolamente letti da vn ſolo nelſecamere , o nelle_
ſcuole. Egli èvero, che Plutart lio rende teſtimonianza che poi alcu
ni ragionamenti di Platone ſi rappreſentauano da fanciulli nella gui
ſa che ſi rappreſenta no le tragedie, 81 le comedie. Ma perche alcuni
_vogliono che i mimi di `depliromz, di cui fa tnentione in queſto luogo
Ariſtmele, foſſero ſcritti in verſo,& alti che i mimi del predetto So—
phrone con que di Xenarcho,& co ra ionamenti di Platone ricor
_dati guida Ariſtotele non oſtante Clieîoſſero ſcritti in proſa, fieno
D 37 contenuti
Î l
Perche non polſo ſe non alquanto marauigliarmi di’ Pietro Vitto- ñ'
rio che veglia quiaggiugnere ria-.Murri 5 -rii «ſiaçoçäxvàirgayçá‘la, &c;
Wella e‘ la quinta 8a vltíma ſpetie dello fiormento comprendente’
verſo, ballo, 8c hàrmonía congiunti inſieme per tempo ſmceſsiuo
col qualeſi raffomigliano i migli'ori,i` piggiori, ei ſimili'a noi, come
' ‘ appare nella tragedia doue ſi raſſomiglianoi migliori,& nella come
‘ dia doue ſi raſſomiglia no i p gior-i' preſupponendo Ariſtotele che-i
ſimili a noi ſiraſſomiglino n51’ v-na 6: nell’ altra poiche vſa quella ~l
2.6
ippreſſo cöſiderafe le raſl‘omlglíanze ,dello (loi-niente accompagna
te con quelle del modo ſono oltre all’ vndici , alle quindici , 6c alle
noue altri quindici ſpetie di raſſomiglianza & congitàgnendoinſie
me le raſſOmiglia nze della materia dello flormento 6t el modo oltre
alleëſopra dette trouerannoſene altrequarantacinque. Si ohein tut
te pofle inſieme ſanno il numero di notrzntacinq ue,` ma accioclic pie
namente , 8: diflintamente ſi conoſca h coſa (hr coſi le portò per
Ordine ſeperate 8: ”camp-;nate
Materia,
Migliori ſimili, Piggioria s
. Hormento.
Numero. NHartnonia. Parole. N.-H.P.in NH Rin diuerſo 50
vn tempo. tempo.
Modo.
Narratiuo mutato. N. non mutato. Attíuo. 3.
Materiadtormm. ,
Mi líori
Numerog Simili
Numero l Pi
Nume-gog îori. 1"
N.Harmonin N. Harmonía N. Harmania.
Parole ’ Parole Parole
NH. P.in vn tempo N.11. P.ín vn tempo N‘H.P.in vn tem`po
N.H P.in diuerſo N.H.P.in diuerſo N-H.P.indiuerſo , 4..."?_ ,.A_ñ4 ._-.
., tempo. ſo tempo
ermutato N.mutat0 N.mutato N.muat0 N-mutaflo
d. :un in ta Nnó muta.N ”ó mutaN-nunmutaN non mutato- -
Acuuo Àtfluo_ Attilio Attiuo Attiuo.
H s Narrati
Narratin mutato
o
Narraríuo mutato
tempo
Narratin mutato_
Narratíuo mutato
l
m…
NH P ín N. H. P. inì
..fl—...LEO a.qu Sm
N. non mutato
N. non mutato
ZZ
m N- non mutato
N .non mutato
QuìWE w
92:5 :o: .z w .H mm . …5: :EB-o
ll
.
_ NM
d
9...:: opus—..uz m .no. :EO
in
wu
Attivo
Attiuo
Attíuo
onm
Attiuo
o r
u
.5u ”u. r.
a
A N t
V” temp.
ozuëu . AN N ?BB-…co 3:25
93:8 co: .Z N …H Z. :o: 8:33
*Wu-5:0 num-ED.— Fra—nm
cas-Eoszfltuzw …d ?2.20
O l. . u *RW-m.z ehm-:uz
azz-...2.2 p. ffrlqllld Î,||L L
Parole
bau—au 'a 22.328 :EB-0
93…:: cazz-«Z
è …E
o . .a . IK54. Z. :o: 5:38
baco
M. ì! J
r L
N. Harmonia
.nf J T
?ci H 75:52.3 act-.o
93::. :2.2 u 2. :o: :ESS .rh
23:8 cent-…Z .mu. ?nno
Stormcnto
Materia
Modo
ſxîumero
Out-{fl N Znäñäo :E83
Benfica-TZ W Z. :o: 8:38
9-a :E LEE.;
. Z a Paco
ML
93:»
²7
So no adunque ſpetie di raſl‘omíglia nza nouanta cinque , come di'
cemmo, ſecondo Ariſtotele, ſe prendiamo le ſue parole nella uiſa, -
che paiono ſonare- Del quale numero io dubito aſſai, concio ia co:
ſa che non mi paia eſſer vero che ciaſcuna ſpetie del modo paſsi
per ciaſcuna ſpetie dello [tormento, ſi come io veggo che paſſa per
ciaſcuna ſpetie della materia. Percioche io non miſo imaginare co
me col numero, o pure col numero & con l' liarmoniainſieme ſi
poſſa raſſomigliare narratiuamente con mutatione del narrante , o
c6 mutationein mod0diuerſo dal raſſomigliareattiuamente,Appreſ.
ſ0 ſe l' epopea ſola fa la raſſomiglianza ſua con parole ſole , nella
quale epopeal’ietro Vittorio niega che ſi truoui maiil modo narra
[iuo non mutato, 8t ſi vede clie Ariſtotele le niega l’attin ſeguita. a
che ciaſcuna ſpetie del modo non puo hauer luogo in ciaſcuna ſpe
tie dello ſtormento- ll che anchora ſi ma niſeſta piu ſe preſtiamo ſede
a Platone, che afferma che il ditliirambo cio è lo ſtormento di paro:
le, di numero, & d’ harmoniain vn tempo non riceueua altro mo
do che il narratiuo non mutato , 6: poſsiamo credere clic leleggi
non riceueuano parimente altro modo poi che il dithirambo, & le
[eggiſono da Ariſtotele propoſtici per eſſempio di quella raſſomi—
glianZa che vſa lo \_t0rmento parole , 8t numero & harmonia in vn
tempo, Et ſe preſtiamo ſede ad Ariſtotele medeſimo che preſuppo
ne che la tragedia,& la co media, che è ſotto poſta allo ſtormento pa
role, numero, & harmonia in diuerſo tempo non riceuono altro
modo clie l’attiuo,Si che conſiderando noitutte le maniere di ſaſſo:
miglia nze 8t ſeperate, 8: accompagnate non ne troueremo nouanta
cinque, come liaueuamo detto ma ſolamente cinquanta cinque ſa
cendo il conto in queſta guiſa. Pi ima la materiaſeperata cene porge
“e, s: loſtOrmento cinque, e’l modo tre. Poi la materia accompa
gnata con lo {tormento cene porge quindici, & accompagnato col
modo noue. Poi lo (tormento accompagnato col modo nó ne puo
porgere piu di cinque, ſe &Vero quello ,che è ſtato detto di ſopra, 8: ,
vltimamente la materia, 8t lo [tormento è'l modo congiunti inſieñ
me nOn poſſono paſſare il numero di quindici la qualcoſaſi puo an.
chora piu manifeſtamente vedere perla’nfra ſcritta figura.
Materia. ‘
L Migliori Simili Piggiori. ffl
Stormento.
Numero. N.Harmonia. Parole. N.H.P.in N.H P.indiu.tempo ’i, ~
" ² -i vn temp. H z Modo
` 03-' - Narrativo mutato:
Moda- '
N. non _mutato Attivo: J
_ id Stormmto. ſ` f
. ` Migliori' Simili Piggioti i
"il“- Num'ero ' Numero Newero .J
N. Harmonid N. Harmonia N. Harmouia
Parole Parole Parole
N.H,P.in vntempo N.H.P.in vn temp. N H-P. in-vn temp. ñ
NEI-Pin diuerſo tempo N~H.P.in diutemNH Polli dio-temi”)
Mdrei-_ra Modo, ' '
o p- , Migliori Simili Piggiofi. ‘
, , Narrattuo mutato " Narratiuo mutato Narrativo mutato
N. non mutato N. ~non mutato N. non mutato
;Attiuo Attivo Attin
Stat-menta Modo.
i* Numero N- armonia Parole N.H.P.infN-HtP*Îñ
' Affi!” Attin
' Narratin mutato N.vnnon
temp. indiu.t_empo
mutato Attiuo, ì
` dietro-id Marmi-nta Modo- ’ ì
— Migliori j Simili ` Piggiori
Its' èNnmero , >Numero` ?Numero _ »
ë-N.Harmonia ' ’ a-N.Harmonia è‘ &Hat-monta .
9 N. H. ,Pdndiuer-t- ° _N.HÎ-,indiu-típ- e N-;HPrin illumëc.
z- .,z . ,é _
E
EPM-ol;
ñ 5ſei-Parole 'E=l~ Parole
o
D i? . u
alGMWGU-uw
8
?3 ì\ 5
_z a
z ..
_'
. ñ s -
INR-Pan vntemp. ;NH-?jam tipo. è N.“.Ptinv‘ntëp
è‘
E". E‘. E". . ~
i‘. P.
a 9 è . ~ . v
&dallng
I".
28
Adu nque ſe vogliamo intendere le parole d’ Ariſtotele, :facendo
che paiono, come dicrmmo, ſonare, che col modo ſi poſſa raffo
migliare ciaſcuna ſpetie dello flormento ſi come ſi puo ciaſcuna del
la miteria noi troueremo queſto numero eſſere falſoLaonde pere
:ventura e‘ da dire, che le parole ſue ſono da intendere ſanamente ,
~cio c` che alcuna volta auiene che il modo nel raſſomigliare s’accom
pag na con alcune ſpetie dello [tormento, il! nOn tutte le ſpetie mo.
dali con tutte le ſpetie ſtormentali isli Enaip, Ste. ínuíp ;nervi-.num
*ut 'i ‘lnga'wi ;yiyvr'imop- lo non ſon btn certo ſe Ariſtoreleli-abbia
unla opinione che commuiientelia occuparci: mei-gi di tutti gli
liuomini, Cio è che tre ſieno i modi l' vno narratiuo , che ſi fa J‘i*
ìmyyw'as & l’altro rappreſentatiuo cliefiſa .igm-cſi”: ,e’l terzo
mel'cola‘oo compoſto dell’ Vno 8t dell'altro , quax'e è quello che e
ſtato oſſervato da Homero 8: che Ariſtotele lrabbia cominciato
dal compoſtoa pai lare de modi, o ſe pure [rabbia opinione , che
A non ſieno ſe non due modi l’ vno narratin , 8t l' altro rappreſen—
tariuo, ma che il narratiuo ſi diuida in due cio è nel narratin pie
no , 8t nel narratiuo ſciemo. lo chiamo modo narra iuo pleno
quello, per lo quale il parlatore parla in ſua Perſo na , 8t in perſoo
na altrui,percio che altripuo fare l’vna coſa 8: l‘ altra ſenza tras
formare la ſua perſona, 8: modo narrativo ſciemo, per lo quale :lla
niparlainſua perſona ſola. ll che mi pare aſſai piu verilimile,&
s’acccſta piu alla verita,la quale parlando de modi noi ſcopriremo
p0.. o appreſſo. Narrare adunque o modo narratino pieno ſara
ueilo , clie vſa Homero, il quale Homero non ſolamente narra in
P,..- perlona , &in perſona altrui,come fanno molti altri, 8: pera
c… quanto è a queſto non face-ua meſtiere che s'adduceſſe l’ eſſem
pio d’Homero, ma fa anchora quello, che non fanno gli altri, cio è‘
narra poche cOſe in ſua perſana,& quelle poche perche fieno piu eo
ſtg prolierzzio, 8: appreſtamtnro adintrodurre altri a ragionare,.che
alrra cñſa. l- tappreſſo perche ſi poſſono nell' epopea le perſone in
due rrzoilialtreſiintrodurre a ragionare cio e`-in vno ſenzalegëme,&
in Viio altro co lì Irgame,H<)mt'ſO nó vſa ”tai il modo ſenza legame.
Io domando modo incrodiittiuoa ragionare ſenza legame ,quan
ao ſenza dire il corale diſſe coſi, e’l cotale riſpoſe coſi,ſi ſe na ſolar
m…: netta ſcrittura [a prinvalextera dtl nome della per ona par—
la me,ſi came fa \ irgi-lin iiell'ecloga Furte ſub arguta &tc-Ct Cicero*
ſont: i ci libiodell'amiiitia , 81 chiamo n-odo con legame quello
‘1… ha caſina! parlai-i il come diſſe coſi, e'l corale riſpoſe cos;
‘ c
.
elia ſono 'vie da pafl‘are dalla .perſona ”ari-ante alla' perſonaintroì
- dotta aparl‘are euidenti, o ſono legami che Congigngono inſieme g
quel’ce due Perſo ne,che nell'altro modo ſono l'aperate, ,8: diſſolute.
_ Hora perche Ariſtotele lodi piu il parlar ſacco in perſo na dell’autor'
narra nte, che il molto altrOue in queſto libro chiaramente lo dice,
& perche no n lodi il modo ſenza legame ſi Puo dire che c` coſa aſſai
‘ma nifeſta co-ntraí’cando ſimil modocon la natura del mutato. ’1517s—
gívîiyiyvímvffl. Vſa Ariſtotelejl‘ſeſſo ,neutro percioche nella narra
tione non s’introduce ſolamente a parlare o lxuomo ,051.0 nna , ma
altra coſaanchora, Concioſia coſa che i parlatori _introdotti nella'
harrationepoſſa no eſſere di cinque maniere, la primarie-lle quali ſo
no gli huomini, & le donne, de quali tratutti gli altrianimali il parz
Iare è proprio, la ſeconda ſono gl'iddi‘j celeſtiali, 8: coloro che ſono
:ceduti godere la gloria cter na in cielo lÎeco ndo le credenze delle
religioni, came dio verace glíangeli eletti 8: l'anime beate,& Gioue,
8c Giu none, Apollo,Merciirio,&`_fimili inſieme con gl’iddij terreſtri‘,
marini, 8c infernali,.come ſono le’ nimphe de fonti, de prati,cli mon
ti,di ſelue, ei Fauni, ei Satiri, 8: breuemente tutti i Semoni, &come
ſono Nettuno, Proteo, &ſimili, 6c Galatea con’l’ altre nimphe del
mare, &come ſono Platone, Prolërpina, 8c le furie, & coſifatte deita
con l'a nime tormentate, 6c con l’anime godenti, 8c tranquillanti ne’
eampiEliſi, o come'ſono i diauoli, 8L l'anime de dannati, Percioche
tuttii ſoprad etti ſOnO creduti dagli huomini groſsi ‘haſiuerefOl‘ma hu'
ma BC per conſeguente poter parlare, o perche ſi deano gli huo
mini ad intendere chein coſiſatta forma ſieno loro a‘ppariti alîuna
volta, o perche non ſipoſſanofare a credere che gl’iddij, 8: l’altre
ſopradecre ſulla nzc vere o fauold’e habbiano forma diuſierſa dalla lo
r0 reputa ndo la laro perfettiſsima,.& fatta’ a ſimilitudíne della diui
nao La _kEl‘Za `ſ0 no quelle affettioni o vitiio virtu dell’a nímo noſtſo.
che .apprcſſo la religione pagana non hanno deira perſonale, ne cei‘
to naſcimento come hanno gli ’altri ſuoi lddij come ſono l'nuidia.
Odio, Perſeuera nza~,Caſtita,alle quali aggiungere ſi poſſono le con`
ditio ni,&gli fiati degli ,huo mi ui,comeRicchezza.,Pouerta` G loris)…
fan-ia, Nobilim, Vilfa, e ſimili-,Et di queſta ſchiera ſono anchoralç
citta,& le prouintie,lequali coſe tutte’ſi figura no informa di don na",
o d’liuomo, 8c s’att-ribniſceloro la fauella numana , 8c ſono flimate
aecoflarſi alla natura diuina- La quarta ſono tuttigli a nimali’ſenſibili,`
BZ vegetabiii, o gli animali vegerabili, a quali liaue'nclo riſpetto ;alla'lo’
ro naturali-0 anchora alla Cöditione accidentales’aſſeg' nano lorq l‘a)
‘3-- ) * '
z9
gione & ragionamenti c‘onueneuoli alla 'natura, o all'aceidente.Eſo
po attribuiſce ſpecialmente loro ragionamenti COnueneuoli alla na
tura, ma molti altri in ſarcio hanno piu riſpetto all'accidenteſi c0‘.
mehebbe con molta uagheua il Petrarca in quel ſenetto- Apie de
colli nue la _bella ueſta. Liquali animali non ſi dourebbono potere
introdurre a _ragionare in palco rappreſentariuamente poi clie non
ſono attia fare ſe non per mezzo delle voci degli huomini cio. 8t
non per meuo delle loro non hauendo eſsi parole , ne eſſendo in
formatidi ragione. cOme habbiamo detto vna altra volta auegnl
che alcun poeta di grande aurorira alcuna fiata l' halibia fatto. La
quinta. 8t vltima ſono coſe inſenſate, & vegerabili come ſaſſo, oro,
ferro` letro,cauola, 81 ſimili. et nel farle parlare s'ha riſpetto o alle
natura della coſa, o all'accidente , come s’haueua nella quarta ma*
niera 8: Catullo fece parlare vno vſcio, ne s’allontanò da predetti
riſpetti, ne altri le potrebbe introdurre in palco a ragionare rappre
ſentatiuamente con piu lode che ſi ſaceſſeanimali non ragionevoli.
Adunque qucſla ſu la cagione la qualeinduiîe Ariſlorele ad vlarc il]
queſto luogo il ſeſſo neutro come generale piu toſto che il maſchi
le. 'fly-‘is röç air-'ip ”WWW-rc. Crede Pietro Vittorio,che queſto ſeco”
do modo non ſi poſſa eſſemplificare ſe non nel ditlurambu non
bauendo egli mai veduto niuno poema epopeo , doue il poeta parli
ſolamenrein ſua perſona. Ma ſe gli foſſe tornato a mente d’hauer
letto Il Mereto di Virgilio, che èpoema epopco raſſomigliatiuo de
piggiori, nel quale il poeta parla ſolamente in ſua perſona non hau
rebbe detto COſlo 'n' míth a‘: ”foi-Jonas. Aia-fia è la terza ſpetie del
modo, & della quale, & della ſeconda ſi compone 8: ſi ſor ma la pri:
ma ſecondo gli altri, ma non ſecondo me come s' e‘ detto. Ma per:.
che qui ſi dicemívws pare che Ariſtotele in queſta tenza ſpetie dd_
modo ricluegga numero nOn ſolamente trapaſſante .vna perſona‘
ma due anchora non potendo ”liv-m5 llauer luogo in meno di tre
perſone. Laonde ſtglîerbbCClle non ſi pOteſſe fare vn poema rap
preſentatiuo, doue s’introduceſſe, o vnao anchora s’imroduce e.
ro due perſone J‘fn'uamtass a ragionaiecome ſan no Tlieocriro,& Vir
äilíënelle loro canzoni paſtorali. A che c‘da riſpondereo che Ari
0 le diſſe mir-m5 liauendo riſpetto a qualunque numero (li perio
ne in generale-:lie puo montare in palco, o veroè da dire che Ari
flotele ln tutto queſto libro non parla d'altra poeſia , che di quella,
che s’uſa—ua in publico. ll che habbiai-no detto vn altra volta, o reè
citando come l’epopea ſirecitaua per gli* dicitori o rapſodi, &Fap
l pre en
preſentando comelî faceuaſa tragedia , & la'comedia per gli buſy
ſani, 81 raſſomigliatori, o cantando come ſi faceuano idithira mbi.
Lequali poeſie conueniua che foſſero lunghe, 8t non brieui come
ſono verſi paſtorali', o elegie o epigrammi, o ſimili,accioclie per po
chiverſi non ſi ragunaſleil popolo contanto diſagio , nelle quali
poeſie lunghe quando ſono rappreſentatiue co ntengonopiudi due ì
ſone,& parlando Ariſlotele di coſi fatte oeſie non ha hauuto ri
petto alle poeſie priuate 8: brieui,delle qua iconuei rebbe ſare altro
trattato, ſi come molti hanno tentato dl fare. :5m -rîi “RUS-H: Z12(
giuria Bic. Non ſarebbe perauentura ſtato male poi-re l'eſſempio
non pure di due ſpetie di raſſomiglianze coſi comeñha fatto Ariſtoce
le, cioe‘della materia dicendo, che Homero è vno fieſſo raſſumí
gliatorecon Sophocleín quanto ame ndu ni' raſſomiglia-no i miglio
ri, &del modo dicendo che Sopliocle con Ariſtopha ne è vno ſteſſo
raſſomigliatore in quanto amendu ni raſſomigliano gli’mpacciati in
facende, ma anchora della terza dello ſtormenro dicendo che SO:
phocle èvno ſteſſo raſſomi'gliatore con Ariſtopha ne non pur perlo
modo ma perlo flormento a ncliora in qua nto amendu ni rappreſen
tano con parole, con ballo, 8; con hannonia in diuerſo tempo. FUILI
”b J‘çáima &c. ſicome ſi domanda mimi; il trouatore ,e’l fattore
del poema, & :io-'ina la coſa trouata & fatta liauendo riſpetto alla'u
uentione che dee eſſere del oeta coſi pareua che J‘g-imt doueſſe eſ
ſere detto quando ſignifica petie di poeſia per riſpetto della’nuen* '
rione del trouatore, non dimeno alcu ni credono die ſia detto coſi
non per riſpetto della’nuentione,ma per riſpetto del modo rappre
ſentativo delle perſone in attione. ll che pare aſſai veriſimile poi
che non s’attribuiſce J‘ 'un ad ogni maniera di poeſia,come ſi fa mio
mi ma ſolamente a que le che ſi rappreſentano in attione.H0ra tem
po è che io dica il parer mio intorno a modi-da introdurre ragiona
menti, poi chein queſta materia non mi ſodísfa pienamentequel
lo,che è Ratto ſcritto dagli altri, & dico coſi. Si paleſano le coſe,&
le parole,0 per parlare piu dirittamente ſi paleſano le imagini delle
coſe, 81 delle parole che ſono ripoſte nella memoria per gli dicitori
in vnde tre modi, o con parole ſolepofie in luogo di coſe, 8: di pa
role, che ſi domanda modo mrratiuo, o ſipaleſanocon coſe ö: con ‘
parole poſte in luogo di coſe, ù di parole, che ſi domanda modo rap
preſentatiuo cio è J‘gaumuàs' o ſi paleſano con coſe, & con parole
non poflein luogo di coſe 8: di parole , ma ſimigliantí alle coſe &
alle parole, che ſipuo domandare modo ſimilitudinarío. Egli e‘ Ve)?
- G E
30
che pare che Platone,&Aríflotele non [rabbino riconoſciuti ſe non
{due primi modi cio e‘ il narratin e’l rappreſentativo, ma non il lÎ-Î
militudinario, De quali due rimi modi hanno creduto comporti'
un meſcolato eſſemplificando o nell’ lliada d‘ Homero, nella qua(
le nOn dimeno, ſecondo che a mepare non e‘ neperſe,ne per meſco
lamento il modo rappreſe ntatiuo.Ma u'è bene in parte il modo ſimí
litudinario non perſe, ma meſcolato col narratíqul qual ſimilitui
dinan'o come dicemmo , non èflato da quedue grandiſsimi huomió'
ni, ne dagli altri, riconoſciuto che hanno fauellato dopo loro di
queſta materia. Si che due errori ſi ſono commeſsi, l‘vno di non ris
conoſcere il modo ſimilitudinario , l’altro di riconoſcere il modd
rappreſentatiuo nell’ lliada , done non era. Hora non ſara male
ſpenderealquante parole nella diflíntionedi quelli tre modi per ſe;
perargli chiaramente l'vno dall' altro. Prima adunque parlando del
modo narratin io dico che eſſo con parole ſole paleſa coſe 6: paro:
le, che erano dateín guardia alla memoria,& perche non vſa altro
che parole in paleſare che che fia ſi puo raſſomigliare a quella ſpetíe
di pittura ſi to me liabbiamo detto vn'altra fiata,clie Vul armente ſi
domanda dichiaro & di ſcuro 6t appoi greci navigano. a qual pit
tura ſecondo che i0 auiſo ſu trouata per rappreſentar ſolamente la
ſcolturade marmipma poi S’è ampliata a rappreſentare ogni Coſa.
Ma è da ſapere che ci ſono tre modi di parole. co quali 'ſi poſſono
figurare 6: paleſare le parole, che ſono raccommandate’ alla memo'
ria, cio c‘ il modo oblico e’l modo diritto, il quale modo diritto fidi;
uide in due cio è in quello col quale ſono le parole dette dalla per
ſona ripofla in luogo di perſona &in quello, col quale le parole ſooì
no dette dal narratore ſeruando la' ſua* perſona. ll modo oblico è
proprio della maniera narratiua, 8t di cio s'auide ben Trogo Porn*
peo, il quale ri preſein Liuio, & in Salluflio le diceric diritte ſecon
do che teſtimonia Giuſtino nel libro XXV…. dell’ abbreuiamento
della ſua liifioria ſcriuendo eſsi narratiuamente. Ma il modo diritto
quando è ripoſia perſona in luogo di perſona non illa bene altroue
che nella rappreſentatan maniera, ſi comeil modo diritto quando
il narratore conſerva la ſua perſona non illa ben'eſe non alla.` manie-9
ra ſimilitudinaria. ll ual modo ſu ripreſo perauentur‘a ſenza ragioſi
ne in Liuio 8t in Salluſtio da Trogo Pompeo* ſe percìo'eglí il tipi-e“.
ſe non hauendo riſpetto ad altro clie a‘ ueſto’ che foſſe proprio il
odo oblico della maniera narratiua. Percio ch‘e le dicerie diritto di
è’ 'uio, & diSalluflioquantunque ſieno ſimilitudinarie, &rappreſenì
tatiue, ſi come io auiſo, 6c percio poſſano liauer' luogo néll’a‘iíarfaſi
a nua,
tina nondimeno ſi poſſono riprendere ſi come nen contenenti ve'
rita il qual falloè dirittamente eommeſſo contra l’eſſenza dell'hiſto‘
ria non eſſendo punto vero cheí ſermonanti diceſſero ſimili parole,
& poſto che cio ſoſſe ſtatovero,non è, ne vero, ne ueriſimile, che
altri [e habbia raccolte ofermatiſi i ſentimenti in guiſa nella memo*
ria che il narratore poi poſſa hauere vſate coliſatte diL erie per dimo
flrare quali ſoſſerole uere de dicitori-La narrativa maniera adunqne
paleſe. le coſe & le parole con parole, cio è le coſe con parole, 8: le
parole con' modo oblico di parole o anchora con diritto ſi militudi
nario non riponendo perſona in luogo di perſona del narratore. Et
perche il narratore puo eſſere di due maniere cio è mezzano 81 in—
differente quale Vuole eſſere l'hiſtorico, ſe dee eſſere buono hiſtori
‘co, overo paſsionato, & parte, quali ſono coloro che hanno inte
reſſe nelle cole,clie narrano,l~1 maniera narratiua parimente puo eſa
ſere di due maniere,cio &indifferenteo paſsionata,& nominoindiſ
fel-ente quella maniera che non giudica quel lo, che narra,ne lo bia
fima, ne lo loda ma laſcia il giudicio intero 8t la paſsioneall’aſcolta:
tore, &quinci il narratore non ſi leua ſede, ne ſi rende ſoſpetto la
doue giudicando, lodando, 8: biaſimando quello the narra, 81 tra
hendolo ad inſegnamenticiuili o altri ſi moſtra pienodi paſsio ne, &
diminuiſcela credenza deglialcoltatori che egli dica puramente la
verita. Perche molto e' in queſta parte da commend .re Homero,che
di ſua perſona non ſi laſcia traspor tare in quefle coſe in guiſa che
poffi parer meno veritiere. Diche non ſi guardò alcuna volta Vir
gilio tanto quanto conueniua, 8t molto piu ſpeſſo dilui non ſi guar
dò Lucano, 8t altripoeti, liquali percio non ſono da giudÌCare eſſe
re punto migliori poeti narratiui- Paſsionata è quella maniera nar
ratiua che fa quello, diclie diciamo douerli guardare l’hiſtorico , la
quale c0 nuiene a quelle perſone,che hanno intereſſe nelle coſe,clie
narrano, 8( ſono parte & queſta parte è commune alla rappreſenta
tiua, 8t alla ſimilitudinaria,& e‘ principalmentel ua,ſi come la’ndiffe—
rente èprincipalmente della narrariua. La qual narratiua puo ant
clio ra ricevere vn altra diflintione perciocne puo eſſere o v muerſas
leggiata, o particolareggiata. Et domando Vniuerſaleggiata quella
narratione, che narra per ca i, oper i ſpetie, o per tutto le coſe , 6t
non per membra, 0 per co e particolari, o per parti, & particola
reggiata doma ndo quella clienarra per membra, o per coſe partico
lari, o per parti- Et l’eſſempio dell'v niuerſaleggiata ſi puo vedere nel
l'Eneida di Virgilio ſi come della particolareggiata nell’ lüfldîlzë
’ ' "'- n‘. ' Ì
nell'Odiſſea d'Homero.Hora l'vniuerſaleggieta ha pei-fe delle gran
dezza & della magnificenza n:- in lei appaiono iviti) quantunqufli
ſieno coſi di leggiere ma la particolareggiata ha per ſe dell'humil”,
Il della baffi-223,8: leggiermente vi ſi diſcer nono ivirii ben che pics
cioliſsimi quando vi ſono. Et ſi puo raſsomigliare l’Vniuerſaleggiau
allepitture picciole 8: confuſe nelle qualínon ſi comprendono age’:
uolmente ivit't) ,8t i pecc… ti dell’arte della pittura, 6:13 particolareg
fiata ſi puo raſſomigliare alle pitture grandi 8t maggiori del natura
e, & diſtinte, nelle quali ſi ſcopre ogni minimo difetto dell'arte-La
Ondei rei dipimori che riconoſcono la loro poca ſufficienza non
s’inducono a dipingere ſe non figure picciole, 6: confuſe 6t ſpeſſe,
ma i valen‘ti dipintori,& confidantiſi della’nduflría ſua per dimoflra
re quanto vaglinno dipingono le’ figure grandi & trapaſſanti la com
munalc ſtatura ſi come ha fatto Michelangelo Bonarotti ſapendo
quanto chiaramente viſi diſcerna ogni minimo mancamento. Per'
che Hcmero vſò per lo piu la maniera particolireggiata in pruoua
delſopra huma no ſuo ingegno dandoſi ad intendere , che Valeua
quello, che Vaxeua, 6: facendo coſa nella uale ſi vedeſſero ſervza
falloi falli ſen’haucſſe fatti. I )a che ſi guardo a tutto ſuo potere Vir
gilio naſcondendo” nell ’v niuerſa leggi-na di minore fatica & appa
rente per le grandiſsima & magnifica ſapendo che egli non era da
tanto che vſandola particolareggiata poteſſe ſäre riuscire magnifi
cenza 0 fuggire molti altri viti). Laonde anchora in queſta parte
Virgilio è ſuperato da H omero. Ma come alcuna narratione ſi poſſe
con granndem particolareggiare è da dire _altroue- La ma mera rap
preſentatiua che dicemmo riporre coſe in luogo di coſe; Pz parole
diritti: in luogo di parole è differente dalla narratiua prima in que
flo che ripone coſe, & parole in luogo di coſe, & di parole la doue
la narrattua ripone parole ſole in luogo di coſe-,8t ripone paroleob
liche in luogo di parole diritte- Anchora è differente che la rappre
ſentatiua e’meno ampia quanto ‘è a luoghi , che non è la narratiua
non potendo quella. rappreſenmeluoghi diflanti perlungo ſpatio,
la doue queſta congiugne inſieme i luoghi tra ſe lontanilsimi. Am
chora èdifferente chela rappreſentatiua è meno ampia quanto èe
tempi congiugnendo la narratiua inſieme diuerſi tem i. il che non
puo ſare la rapp’reſentetiua. Appreſſo ha tra loro dl erenza che' le
narratiua narra coſe viſibili & inuiſibili udeuoli ,81 nOn udeuoli, à
la rappreſentativa non rappreſenta ſe non coſe viſibili &udeuolLOl
ne a. C10 ſono differenti
‘ chela narrati” non
ì coinmuoue
z tanto glie
ſcalato
l ' l
& gli Athenìefi‘, l’ altra quanto alla comedía quali ne fieno fiati i
primieriautori trai Megareſi Doreſchi di Cicilia ei Megareſi Dore
ſchi di grecia,& ſi puo direclie Ariſtoteletrattil’v na queſti0ne &l'al
tra, ma non èperauentura ſe riguardiamo bene le paroleſue male
a dire che ne tratti ſolamente vna cio e‘ la prima , quali ſieno flatii
primi autori della tragedia,& della comedia tra i Dorieli,& gliAthe—
nieſistſi conchiuda i Don'cſi eſſereflatii primi uſando in prouar
cio i Megareſi Doreſclii di qua l'argomento della popolareſca liber
ta, il che non haueuano gli Athenieſi nel naſcimcnto della come—
dia, ſotto la quale ſolamente puo 'naſcere, & viuere la comedia, 8c v
fando i Megan-ſr pur Doreſchi di Cicilia in prouarcio l’anticliita
d'Epicharmo ſuo poeta molto piu vecchio de poeti comici d'Athez
ne, 81 vſando glivni,& gli altri Megareli ſopra dettiinſieme con gli .
altri Dorieſi,& certi altri della M01 ea, che ſi ſanno autori primi del
la tragedia gli argomenti tirati damomi Dorici Jk .ua-m ”gh ad… ”I
pruoua della loro intentione. és :ani-s mè «ist ”acquiſti-u ”voltim
La comedia antica, che nomi natamente metteua in ſauola le p erſo
ne c0 noſciute non puo hancreliauuto luogo ſotto loſtato de tira n:
ni, o de re, o de pochi, percio che o eſſo tiranno oire,o i ſuoi cor
tigiani, o i podii ſi come conoſciuti, 8t perla poſſanza prendendoſi
Ogni licenza di ſare, & di dire contra le leggi, e’l douero ſarebbono
loggetto 8t ſegno nel quale ſerirebbe tutta via l’arco della comedla, ſl_
come altreſi la tragedia non ſara mai gratioſa ſotto quello ilatorims
prouera ndoſi a tirarmi, o are o a pochi con l’eſſempio altrui le loro
opel-a'ioni,&minacciandoſi loro la debita pena per giuſta ſententia.
diuina. Ma la comedia nuoua è cariſsima allo ſtato de tirarmi , de re,
&- de pochi, percio che non rimprouera loro niuna loro operatio
ne, ne minaccia loro punitione .ninna ne ſolleua il minuto »popo
lo,ne il commuoue a paſsio ne niu na eſſendo l’attioni rappreſenta
tt- di diſpiacere non grande , 6t mitigare da ſcpraucgnente alegrezs
za. Si come dall'altra parte la tra edia è di gra ndiſsimo Utile-,8t mol
to piace allo ſtato popolare con erma ndoii il popolo a* co nſeruarc
la liberta & a portare odio a tira nniſi comea pcrſone ingiuſte & di
ſpiacenti adio, liq uali ſotto l’eſſempio altrui ſono propoſti dina n
zi a gliocclii del popolo, E’níau za} íçîmſſxzçms. Adunqpe per queſtoñ
argomento fi puo direche i toſcani ſieno flatii trouatori della terza
rima o del capitolo,pcrci0che Dante per quanto è peruenuto a no-`
ſh-a noutia eilpiu antico che habbia vſata coſi ſalta catena di rima ,
&ſimilmente dell'art-tua tina, clic anchotaiìanza ſicluama, poi che
ì i .i Giouaia ’
Giovanni Boccaccio è il piu antico per quello ‘che rie ſappiamo che
l'habbia nata , & ſimilmente del ſ0netto poi che i poeti toſca ni ſono
ipiu antichi cliel' habbiamo vſato, Et che i prouenzali ſieno fiati
itrovatori della ſeflina poi che Arnaldo Danielloèil piuantico che
l’habbia vſata. Fucili"… 'ni Wim-nr ”miop- Se altri dvbitaſſe pogniamo
dell’ origine del givoco dello ſcacco per queſta cagione ſi puo dire
che c‘origimto, 8c nato in lſpagna , 8: che è trOuamento degli ſpa
gniuoli poi che ha i nomiſ:pagniuoli. w'n ha lOfláífl ”firms-mſm evo
ce Dorica , 81 xöms, 8: uomini ſono voci communi quanto nqve di
ſcendano da vna ſteſſa origine ma per diucrſi riſpetti,cio é da :5,che
ſignifica dormireö: ripoſare. :im adunque è detta la villa cio cla
caſa villeſca,perchei lavoratori quivi dopo la fatica durata il giorno,
& dopo la vigilia ne campi ſi ritiranola notte a ripoſare & a dormi
re, & nam: èdettn il cònuito che ſi celebra nen lontario dal tempo
d’andare a dormireo anchora nel tempo che ſi ſuole dormire., non ì
erthe viſi dorma, ma perche ſiſ'a in quel tempo-uoyalai ſigniſiea
quello chei vulgaridicono fare la mattinata cioè il cantare dell'a
mante di notte nel tempo che gli altri ſogliono dormire ſotto le fi- ~
neſtre della caſa della donna amata,&coſi nona[…- diſcende pur da ü -
in quanto ſigni'ſica dormire. Laonde non è vero che non-;ſai uenga -
a3 -ám come afferma Pietro Vittorio. mfl a”; .a. 13”… - , poiche
Ariſlotele ſa ui la coneluſione delle differentie della rai omi
glianza coſa aſſai manife ſh chela q'ueſlione quali `
(ieno flati'i primi trovaton‘ della tragedia
6! della comedia è ſtata trattata per
accidente, 6t non per ma- `
mia prinCipale.
K z FiNiscſt .,
_ ll'
_P-ÎNlSCE L A P R l-M A PARTE PRlNClPALE
della poetica d' Ariſtotele vulgarizzata, 8t ſpoſta diuiſa in
noue particelle, nella quale ſi dice, che coſa ſia
* poeſia in generale &iniſpetíale.
dente traspOttata la' maniera della villania a riſo & a diletto nel
Mar ito con intentio ne di dare forma alla comedia ma da addolcirc
ibia 1miacci0che non riempieſſero di tanta amaritudine gli aſcol
tatori, ſu la tragedia aumentata da colero che cantauano iditliiram
bici in lode di Bacco, & la comedia da coloro che in proceſsione
celebrauanoi phallici. Hora e‘ da leggere queflo teſto coſi, yum'…
”la di! in’ &mi; MXN-mis ”ù «H ”la i uouçtſiz,&c. Et ſono pofle
queſte parole in caſo diritto per figura quando dourebbono eſſere
poſtein oblico coſi ?evofliw'n’ìl o?” Maffi-Ts Anaao-lumi: ,où min-”cà
'1745 milan-a! &c- ”Fili ;Blu ?tri 'F îÈaçXo'v-rm flip J‘ÎOJçfluBov. Hebbe la trage:
dia per madrel’epopea, 8t per nutrice la diehirambica perche ſu al
lenata & accreſciuta da lei, ma non dice Ariſtotele quali accreſcimen
ti riCCueſſé da lei, ma perauentura ſuronoil ballo,il canto, e’l ſuono
6t alcune maniere di verſi & di paroleanchora, percio che l'epopea
non le pote preflare il ballo e’l ſuono non hauendogli ella ne ado
perandogli perſe, ne alcune maniere di verſi 6t di parole negate alz
l'epopea & coneedute alla tragediaflhe ſono communi alla ditliiram
'bica.Hora e‘ da ſupplire il verbo poſto diſotto iuçám , ma è dubbio ſe
‘ſi debba ſupplire il verbo ſolo , o il verbo accompagnato da ma…
uçìv, ſe ſi ſuppliſceil verbo ſolo intenderemo che la tragedia riceuet
tele predette coſe tutte in vna fiata, ma ſe ſi ſuppliſce il verbo accom
pagnato da mizawàp intenderemo che la tragedia riceuette le pre—
: detce coſe in piu fiate cio è ciaſcuna per ſe. 55 &niaäp‘àç-üvllud, Heb
be adu nquela comedia per madrela giambica & per nutricela phal
lica poi che ſu alleuata 8! accreſciuta da lei. Ma nOn dice Arifiotele
~ quali accreſcimenti riceueſſeda lei, li uali perauentura furonola diſ
honeſta‘, alcuna maniera di verſi, a: iparole, il ballo, 8: l'harmonil
non hauendo preſo, ne potuto prendere la comedia dalla giambiea
altro chedilaparole.
vmaniera villaniaHora
rideuole,
che 8t la maniera
maniera de verſi
di pompa ſoneiambi , & certa
la pliallica, 8!
in honore diclii foſſe Ordinata, & perche anchora clic ſi poſſa rico—
'oliere da diuerſiſcrittori ure è ſcritto piu allungo da Theoderetq
nel libro della medicina alle’nfermita paga ne , al quale mirimetto
perintendere bene queſto luogo. Et ſono da accompagnare queſte
vociërà *r con nella 7!!i~7lr~rop,& è da dire Età *r ”geni-rm -n‘z Wiion `
Percioche an ando in proceſsione cantavano quelli verſi, 8: celebra
uano ueſta fefla. Seguitano appreſſo alcune parole che s’interpre
tano iuerſamente,&in niuno modo bene al parer mio dagli ſpoſi
cori, 8K ſono quelle anni"… i’m :zig-mv piangi” cei-tits, ſcompagnancèo.
e 3!
. _ . 47
'gr-i Moi da In)10‘003( aeeöpagnandoio con fior. Pereioelie dico
no alcuni,ehequefle parole vogliono ſ* nificate che la eomedia foſ
ſe ,pmoſſa da phallici,& accreſciuta in no a quel termine che ſi tro
uaua eſſer peruenuta al tempo d’ Ariſtotele quaſi che egli non negaſ
ſe,cl1e poteſſe anchora riceuere maggiore luce,ſi come riceuette tra*
mutídoſi la comedia vecchia nella nuoua.La quale ſpoiitio‘ne nó è da
riceuere percioche daltróde che da phallici la comedia come apparira
poco
ſte appreſſo‘
parole è,cheliebbe acereſcímëti.Ma
la comedia altri& dicono
ſoſſe ,pmoſlſia cheacereſcimëtida
riceueſſe iiſenſo di que
phallici eſſendo anchor: poco ereſcruta,& nópienamëtelſormata co
me è al preſe nte,& come era la tragedia quído riceuette accreſcimen
ti da dithirambici.Ma clii dubita ſe la comedia ricevette accreſcimentì
da phallici che non liriceuette,quanta era allhora che gli riceuette,
& che il dire cio nó ia vna cia ncia fuori della materia,diche ſi ragio
na, va na 8: indeg na d'Ariſìotele 'ñ' Adunque laſciate da parte quelle
ſpoſirioni dichiarero queſto luogo in vno de tre modi,de qualiil pri
mo ſara, che perche il Verbo iui-;m ha per ſe quella forza ſenza ag
íugnere ?Topſhop ad 5'591, che ha aggiungendouelo mi piace come
go di ſopra detto che ”yoerſvrm ſi c0 ngiunga con "mir-SV pain-xè, Gt
ſi dica che apoco apoco prendendo la comedia da phallici hora vm
coſa, ö: hora vn altra ſu aumentata tanto quanto dilei era maniſeſto,
a è comeſe ſi diceſſe elieella fu aumentata tanto che per gliaccreſcio
menti venutile da phallici peruenne a notitia degli huomini , 6t ſu
prmatl percioche prima non era in conto niuno, ne maniſefla a]
mando. ll ſecondo modo ſara cheſt legga non fluflmv ma ”7; 5.7.’.
”m eſſendo Rata ageuole la mucatione di ”i Z70’qu in ”ton-,hm- ad v.
no ſcrittore o ignorante o traſcurato, 8t che ripetendoſi íçaçxlm” ſi
congiunge; con amarzy @am-cà, 81 che ſi dica che la comedia fu accre
ſciuta tanto quanto era paleſe dilei m’è MW!! cio è auanti che foſſe
rappreſentatain theatro quaſi dica che l’accreſcimento phallico la
rende famoſa, & atta a montare in palco cittadineſco. ll terzo modo
ſara che ſi ſeperi fm dalle coſe di ſopra, 6c che ſi faccia vn principio
di diuerſa mite-ria cio e‘ degli accidenti che &pe-raramente ſi narrano
cſTere ſoprauenutialla tragedia 8: che fi dica 71013 dim” Qaflfa'” M:.
Ma quanto ſi ſeppe d'elſa tragedia fatte molte mutationi &aEr ſi di
ce ClO nauendoſi riſpetto alla comedia della quale non ſi ſa quali
mntationi faceſſe, & in queſte parole 34015 trim” ’cv-g5- Emi; ſl pre
ſupzone Che è poſsibile che la tragedia faceſſe ancliora piu murarin
ni ' quelle ene ſono peruenute a noritía dîäli huomin: à piu di
Ì quelle
K ì a
.quelle diche egli è per ſauellare- Ma nOn laſciero di dire che ninna
di que-ſie tre ſpoſitioni mi ſodisfa pienamente, 6: che perauentuta è
da cercarne Vn altra piu conueneuole. &"z'fl ”ù v3- :n ”om-:Ts «Sp m3
,Non dice Ariſtotele quefle parole per biaſimare quefla maniera i
pompa ſolenne per la dishoneſtà, ma per dimoſtrare che la come
dia pote agevolmente riceuerel'accreſcimento da lei poi che ſi cele
braua alſhora publicamente pertutte le citta, conciofia coſa che do
po tanto tempo ſi coſtu maſſe anchora in ta nte citta. ?darà :firm-u Qnm
,av ein-ris xò :am-it &c. Qi} ſi dice ſeperatamente quali accreſcimenti o
mutamenti habbia riceuuti la tragedia 81 perchi, e’l primo accreſci
menrop mutamento diche parla qui Ariſtotele ſu fatto da Eſchilo ti
tando la moltitudinede rappreſentatori 0 de contraſacitori da vno
a due.Ma accioche s’intenda bene quel che voglia dir qui Ariſtotele
& poco appreſſo è da ſapere che Diogene Laertio nella vita di Plato
ne dice come da prima îv-rîi TfaTQJ‘llQllJVoſ 5 xoçàt Molly-main@ cio ènella
tragedia il choro ſolo rappreſentaua intendendo perlo clioro tutte
le perſone de rappreſentatori che ſono introdotte nella tragedia, o
nella comedia operareficome lo’ntendePlatone nel ſuo commune,
& elſo Ariſtotele poco appreſſo quando dira aj per} xoçàvuopçfiv Nim]
Îà’çxuv iá‘mxzv. ll quale choro Terentio domanda Gregem. Etintende
Laertiodi dire che la tragedia] ſ1 rappreſentaua ſenza ballo 8t ſenza
canto;& ſenZa ſuono nonintroducendoſi in palco altre perſone che
l'attiueol'operanti ſi come a noſtri di alcuna volta s’e‘ſatto. Et poi
dice il detto Laertio che oſciaTheſpi trouò'ſva ömxprrìv cio èvna ma
niera di contrafacimri,c 1c egli domída vno cótraſacitore pereioche
Una perſona ſola cótra ſaceua ballando, cantand0,& ſonädo inſieme
l'atrio ne della tragedia,& quädo dico vna perſona ſola i ntëdo ſola ha:
uendo riſpetto alle tre coſe ballo cito 6t ſuono fatteda Vna ſola per:
ſona inſieme,conci0ſia coſa che ſoſſe Vna moltitudine ciaſcuno della
quale faceſſe cio,& ſoggiunge che Theſpi trouò quello vno cótraſa
eitore per ſare che il choro haueſſe ripoſo,ne foſſe in cótinua attione
ſi che quädo ſi ballauaJr citaua,& ſl ſonaua nó 11 recitaua la tragedia,
fi come diſſe Ariſtotele di ſopra, & dira di ſotto. Et appreſſo ſoggiù
gne che Eſclu‘lo trouò il ſecódo cótraſacitore cio èvna altra ma niera
de cötrafacitori,cócioſia coſa che veggendo Eſchilo come èveriſimi
Ie che il ballo impediua il cito e'l ſuono facédo vna perſona ſola que
ſte trecoſe inſieme perlo mouimento,diuideſſe il ballo dal c5t0,& dal
ſuo no,& volle chei ballatori ballaſſero ſolamëte,& vnaltra maniera
de cötrafacitori ciuffi-,8: ſonaſſe inſieme,& quello è quello che inten
de di ſignificare Ariſtotelequando dice, che Eſchilo tirò la moltitudi:
ne de
Ke de cötraſaciton' da vna a'dueſi,cioèdi quella che ballaua, cantava;
8t ſo naua inſieme,la quale era vna ſete due ſeperando il ballo dal can
to 8t dal ſuono & volendoche vna’moltitudine ballaſi'e ſolamente,&
Vnaltra citaſſe & ſomſl'e inſieme.Vltimamëte dice il predetto Laertio
che Sophocle trouò il terzo contraſacitore cioè la tera ma niera de
cótraſacitorí diuidendo i cantOri da ſo natori,ſi come Eſcliilo liaueua
diuiſi i ballatori da Cantori & da ſonatori,Et queſto fieſſo afferma A
riſtotele poco appreſſo dieëdo -rçtît à nemmeno &Soplrocle operò che
ì cOntraſacitori foſſero tre,cio è tre ma niere,vna de ballatori,vnaltra
de cantori,& vn altra de ſOnatori,douc prima per Theſpi non erano
ſe non vna che conteneua ballatori, cantori, 8t ſonatori inſieme,&ì
per Eſchilo due cio èvna che cóteneua ballatori ſoli,& vn altra che
conteneua cantori,& ſo na tori inſieme. xi -n‘z -r’i x99; Miſa-Fu. (Meſſe
parole ſi poſſono prendere in due ſentimenti, cio è o che Eſcltilo di:`
minui le parti del choro limita ndo gli la lunghezza del ragionare,
che gli era permeſſa da poeti paſſati, o vero che dimintti- le parti del
choro non introducendolo a ragionare come choro nella tragedia
tante fiate quante faceua no ipoeti paſſati li quali lo d0ueuan0 intro—
durre ſenza hauer riſpetto alla diflintione de gli atti che nö vogliono
eſſere piu di cinque ne men0,ne puo eſſere introdorto piu di cinque
volte a ragionare come choro nella tragedia per la quale introdot
(ione ſi riconoſce la diflintio ne c’l termino degli atti.Si puo ancho
ra dire che intenda del diminuimento del numero delle perſone del
choro che erano prima cinquanta che fu poi riſtretto in quindici did
che parla Giulio Polluce. Et quello è il ſecondo accreſcimento o mu
tamento che riceuette la tragedia poi che ſu conoſciuta &pr-2m”.
Poiche ci ſi amo abbattuti in luogo doue ſi fa mentione del choro
che è introdOttſ) nella tragedia non laſcieremo di dirnealcune poche
parole perdargli alquanto di luce.Choro èvna moltitudine di perſo‘
ne ragunateinſieme citanti che rappreſenta vna vniuetſita come vn
opolo,ovn altra maniera digëte,clie ſi truova nel luogo,doue ſi ſx
F’attione tragicamella quale attione eſſa vniuerſita nó ha parte ſe nö
per aecidétc,& per cóſeguenteil choro che rappreſenta quella v niuer
fita nó puo dirittaméte hauer luogo nella tragedia ſe nó per acciden
te,& come l'ha l’v niuetſita nell’attione. Il choro adunque veggendo
o vdendo l’attione tragica ne giudica,&ne parla nel ſuo canto come
'gi udica 8: parla il popolo dell’atflioni auenenti de ſuoi ſignori ne ſuoi
‘ragiona menti-Egli o vero che il choro poi che e‘introdorto nella tra
gedia alcu ”a volta eſſendo domandato o rapportando quello che in
tende pertenere a ſuoi ſignOri ſa vſficio diſuddito, 8t d’vno 11110133
ſ
( \
?el popolo con le ſu‘erírpollem ooſuoírapportí. Ma in quello ca-~
o non ſi puo domandare propriamente chcro. Pereioehep- imiera
mente non canta in compagnia,dal quale cantare conrpagneuule ha
preſo con ragione il nome di clioro, ma ragiona, & appreſſo i ſuoi
ragionamenti ſono particolari, & ſeruenti a menare a fine la ſcuola
ſenza che nulla monta che fieno molti o vno a far q—xeflo. Et viti
wamente non pare che ſi poſſa negare che non habbia parte nel
l'attio ne, la doue il canto del ehOro comiene ſermOni non partico
lari, non ſeruentia menare a fine la ſauola , ne come d'v na perſo
na, ma dipiu,percio cheèil giuditio o il ragionamento commune di
tutta l'vniuerſita,& ſe nza coſiſatto canto, & coſiſatto ehoro l'atrio
ne tutta lraurebbe il ſuo compimento. Laſciando adunque ſhre da
parte quel choro che ſerue amenare a fine l’attione tra ica, 8t l’aiu
ta che non ſi puo propriamente appellare choro dico Cîlc quello che
è propriamentechoro ha luogo nella tragedia 81 non nella comedia
nuoua, percioche hora non parlo della vecchia, & la ragione è aper
ta poiche la tragedia contienein ſe attione reale, nella quale dirizza
tutta via gliocchi, 8: gliorecclri il popolo , 6t ſpetialmente quando
tra paſſa l ordine vſirato delíe coſe, quale è quella che è riceuuta dal—
la tragedia, & veggendola & intendendola ne giudica & ne ragiona
La quale non gli puo eſſere naſcoſa per l’altezza del grado delle per*
ſone reali, ieui detti, & fatti ſubitamente ſi diuulgano pertutto. Ma
nella comedia nu0ua non puo eſſere introdotto il ehoro cio è non
vi’puo hauereluogo il giudicio e’l ragionamento del popolo con
tenendo eſſa in ſe attione priuata, la quale ſecondo il verifimile‘ per
l'oſcurita 8t baſſe-22a delle perſone priuate non peruiene a notitia del
popolo, ſe non poi che ha hauutofine, 8: per lo piu dopo molti di,&
alcuna volta no vi peruiene mai. Hora nella tragedia s’introduce il
ehoro a ragionarecinquevolte, percioche il popolo giudica 8c fauel
la di parte… parte del] atti-one reale ſecondo che moſtra d' indiriz
zarli verſo alcuno termino & fine,s’introduce dicoil thoro a ragio
nare in fine di ciaſcuna parte della tragedia che è diuiſain cinque
parti, che atti ſi chiamano, liquali ſono come membra del corpo di
tutta la tragedia oattione, Ma perche la tragedia o l’attione ſia di
uiſa in cinque parti oacti 8K non in piu o in meno alrroue perauen
tura ſi rendera vna ragione neceſſaria, al preſente ci contente] emo
di dire che LÌO s'èfatto anchora per aiutare la memoria de vedicori
a tenerſi a mente vna attione non miga brit-ue diuidendola con quel
la diviſione che ſuole eſſere reputata conueneuole per ricordarſi coſa
ñ t. lunga
lunga, percioclie la di'ui liane maggiore & perfetta nOn dee paſſare il
numero del cinque naturalmente poiche ſi vede che la natura ci ha
formata la mano con cinque dita , 8t non conpiu , ſu le quali come
in luogo proprio della diuiſione ſogliamo allo are & affidare le
partidiuiſe. Laonde Cicerone riguarda mlo a que o diceva che Hor
tenſio ſi conſtituiua la cauſa ſuledita. Et forſeigreci volendo ſignifi
care che ſi narri vna coſa compiutamente con tutte le ſue parti dico
no War-ile”. Adunque poi clieil choro rappreſentail giudicio e'l ra
gionamento del popolo* che fa & tiene dell'attione deſuoi ſignori
in parte o in tutto, e'l popolo communemente è di coſtumi buoni,&
ſpecialmente in apparenza 6: in publica ſeguita che egli nel ſuo can
to lodera le coſe ben fatte, 8t biaſimera le mal fatte, 8t preghera dio,
che dea buona ventura a buoni,& la debita pena a rei,& liaura com
paſsione degli afflitti, & gli eonſolera, 81 non s'attriſtera punto del
mal de rei, a ſimili coſe, che ſono agevoli ad íma inarſi. Et tanto ci
baſti liauer detto del choro. ”ù ‘mp Ao'… ara-mou,..- ”apdnádiDLeſto
e‘ il terzo accreſcimento o mutamento che riceuette la tragedia, &
quantunqueio non affermaſei, che in queſte parole non poſſa eſſe
”flmmnmmmmmflummſhhuüfflmſſmmſtmamMMkſh
non in picciola parte cio e` leuandov finalea ”Form-ovini!, & ſcriuen
do Manzoni io dico che Eſchilo operò, che ſi teneſſe conto di coe
lui, che rappreſentava le prime parti, 6t che gliſi deſſe maggiore pres‘
mio che a li altri rappreſentatori, accio che gli altri ſtimolati dain
uidia ſi ſtudiaſſero d’elſeguire con diligenza le parti loro Per porere
eſsi altreſi eſſere reputati atti a ſoſtenere il peſo delle prime parti , 8t
Ottenere quando che ſia ſimile premio. Hora pure per queſta cagio
ne di migliorare la rappreſentano ne fui-Ono poi c0 nſtituiti maggio
ripremi a que, li quali rappreſentaqano le ſeconde parti, che a que
liquali rappreſenta ua no le terze. rgat '5' ”ù aiutarmi'… ”nomu-ll quar
to accreſcimento o mutamento della tragedia ſu fatto da Sophocle
il quale diuiſe i cantori da ſonatori come èſlato detto di ſopra, 8t fu
pm…wmuhſhſſhmüquodoèhdmſhmmddpdm,&èda
credere che ſorto queſto no me di dipintura s'intenda la proſpettiva,
accioclie i palazn reali pareſſero maggiOri 8t convenienti alla di
gnita 8t alla magnificenza della materia, la quale s’amPllfica Per ll
redetta proſpettiva. ’t'fl 5 16 nino” la uixfasi [ai/'tot ”la Alèws nio-'as , &c
ll ſeſto accreſcimento o mutamento tragico non ha certo autore,
ma fu eſſaltacione d'liumilta, 8: di vilta di materia, 8: di ragionamcn
ti in altezza &in dignlta. Et non ci laſciamo dare ad intendere the
. o quelle
’quelle voci'ix miu”,- uſim {intenda no della brenita delle fauole per;
cioche co ntradirebbo no a uelle che ſono palle di ſotto, nelle qua*
li s’afferma che da prima le auole non ſolamente erano lunghe, ma
anchora trop po lunghe dicëdoſi i Simo-mia 'atfllflîoí *ro 74h@ n‘a-riore .ſia
Qigetptà ‘rol ”fé-mv ;mſm iv rai: rgqoá‘i'als *rav-m :mimi: là ‘tirth ſarei!. Ma lì
deoiio intendere della leggerezza, 81 dell'humilta non prendendoſî
materia da rap preſentare che foſſe graue 6t altera ſecondo che ſi ri
chiede alla tragedia. Et s'vſaua parlare rideuole cio è morti conue
neuoli aſatiri, 8t a ſimiliperſone piu toſlo che a di) ſeueri, 8t a re- A!
dunque la grandezza riceuette dignita &compimento fcoſta ndoſi dal
le fauoledi poco valore,& dal parlare rideuole mutata la maniera
ſatireſca in ſeuera. Aià 16 'in Ea-ruftxî arma-Mi. Adunque la tragedia da
prima haueua la mater ia humile e'l parlare rideucle percioche o ſe
uiua la ferma dell'attioneötdel parlare della ſatira, o riceueua iſa
tiri ſleſsiin ſe, come nel clioro.La qual coſa fu levata via percioche
pare-ua coſa l co nueneuole, che i ſatiri i quali ſOnO liabitato ri delle ſel
ue, 8t della villa compariſſOiio in attiore reale, che per lo piu auiene
nelle citta. Egli èvero che ſe in vna ſorella foſſe auenuta l'attione
tragica, ſi potrebbe comportare il choro de Satiri ſi come Euripide
gli'ntroduce nella tragedia intitolata timo]. percioehel’attione ſi fa
in campagna lotano dalla citta. Ma la tragedia laſciata la forma della.
Satira,0 polli da parte i Satiri preſe dignita & grandezza tóueneuO*
leo'nlfltu'i'rçov 'tx mea-aim Farneti” Mim." ſettimo accreſcimento o mu
tamento riceuuto dalla tragedia ſenza paleſarſi l'autore, per cui ſoſ—
ſe riceuuto,ſi fu la maniera del verſo giambico laſciata quella del te
trametro. il qual tetrametro haueua hauuto luogo nella tragedia in
q el tempo, nel quale ella s’atteneua alla Satira quanto alla baſſe-zu
della materia , 8t al parlare riileuole ſi come verſo co rifaceuole acio,
& ſpetialmente al ballareöt al ſaltellare coſe compa nede Satiri. Ai
giusò mogli-os. Rende Ariſlorele la ragi0ne perche ſi Ea mutata la ma
niera del verſo tetrametro in quella del giambo nella tragedia, a
dice che tenr ndoli ragiona menti vicendeuoli nella tragedia poſpofie
le canzoniei motti ſatireſchi la natura ſteſſa trcuò il proprio verſo,
percioche in coſi fatti ragionamenti cadono a c.-.ſo ſpeſſo giambie
Adunque è da dire Alì…: per gli ragionamenti tenuti tra le perſone.
ll che altramente poco appreſſo ſi dice iv *ri- eſi-:Riſſa: 17.( vri’às ;AA-’ms ſi
come ſi dice coſa appartenente a coſi fatti ragionamenti Au’Ii-ìi, 8t
Ae—Îlxís, .ua'msq puff ;inquir- ”Sp n'erin *rò iaflgíov isl, B( ”sù 2x baſtoan 'riis Mu:
Îlmá’dgaollaS- E &orange; omar”. W lurgflvn dubbio ſi diſpuiaua
perche
50
perche la tragedia liaueſſe laſciati i tetrametri da parte, 8t preſe i
giambi , & di cio ſi rendeua la ragíOne dicendoſi che i giambi lenza
penſamento 8: a caſo cadeuano ſu la lingua a fauellatori. l’erclie il
douere richiedi-ua clieſi ſuggiungeſſe, non ìçñ-îm a mi iau-lia: ma w
”ai/”mei J‘i Ein-luis accioche la ſolutione riſponde ie al dubbio, & non
di meno AiiilOtele dimenticati ſi i tettametri dice che gli eſſametri
cadono meno ſpeſſo ſu la lingua, &ſolamente quando cialziamo ol
tre alla. naturale harmonia & vſitata a fauellanti. A che è da riſpon
dere che Ariſtoteletiſpondead vna tacita oppoſitione che, gli poteva
eſſere fatta in uefla guiſa. Tu di che l’lepopea c‘ madre della tra
gedia perche unque la tragedia poiche rifiutò il verſo tetrametro
perla ra ione detta nonſi preſe il verſo eſſametro ſi come coſa ma:
terna f on ſcl preſe riſponde Ariſtotele per due ragioni, & per
clie no” c‘ famigliare de ragionamenti, & percheſi leua in troppa
altezza. Ma ſe queſto è vero come ſcuſeremo noi Tlieouito, 6:
Virgilio liquali in verſo eſſametro hanno ſcritti de ragionamenti
paſtotali vicendeuoli a’ Che ſe nella tragedia a re fauellanti che ſono
eleuati in coſi alto grado non ſi conuiene ne ſi conciede il verſo
eſſametro come troppo alunteſi lo permetteremo noi a paflori
parlanti inſieme, liquali ſono nello'nſimo grado di baſſezza '.ì Et
appreſſoi volgari come potranno comporre in verſi tragedie o
eomedie non iauendo maniera di verſi, la quale per ca ione della
rima non trapaſsi la naturale harmonia, & vſitata a auellanti ‘-’
Benclie quanto appertenga alla comedia ella co ngrandiſsima diffi
culta poſſa hauere luogo per vn altra ragione nella lingua vulgare,
la qualeè cliein queſta lingua non ſono parole vili, 8t quali richie
de la comedia , le quali ſieno ſtate riceuute dalle buone ſcritture
'i’ri Jil iaudoá‘i’oi ”Aia-o. l’ ottaun acetcſcimento o mutamento ſifu,
che le moltitudini degli epiſodi furono ordinate ſecondo il con
ueneuole , delle quali moltitudini, & per eſſere troppe in nume
l’0, 6t troppein miſura le fauole ſi doueuano diffendere in lun
gliezza oltrea modo, A' eſſere vguali alle fauole dell' epopea ſi
come teſtimonia poco appreſſo Ariflotelei Hora ſi parle-ra degli
epiſodi di ſotto. ”ii ni ir'Mc, ó.: 'ius-Woman” hip—iron. Pone Ari
fl0telefine al nouerare particolarmente gli accreſcimenti o muta
menti clie lia ſalta la tragedia , 8t generalmente parlando dice
_clie le altie coſe ſi dicono eſſere ſiate ordinate ſecondo il douere,
;i quelle ducvociài 'iwsa ſi ſpengono coſiſecondo che ciaſcuna d’eſ
O a ſe coſe
ſe coſe conueneuolmente fiſtamçiifimſmp. Seuſa perche non parli
di ciaſcun degliaccreſcimenti o de mutamenti della tragedia piu pie—
namente o piu ſpetialmente. i `
P A R T lC E L L A 0`Y1N TA.- iöxopaá‘ſaîstv, tw :ram-..'
” and” QNVÃOTllçUV M, a'u'um unì ”Eden mſn”, ZM‘Ì 7017 Zig“; iîl 'n'a YMOTOU aa'
” gio', -iò zip 727M” isii &fláfflmá-ÎÌ, lui-t ;1x05 àvól‘um, ”ù i pane-ru?” , 01'” 16 7”
” Aoiov motomv aim-'m ”ù J‘usfmflévflvix'm Mſi”. <
” C ON T E N E N Z A. Clic il vitioin quanto muoue riſo èſogget
to della raſſomiglianza comica.
VV L G A R l Z Z A M E NT O. Hora la comediaè cOme dicem
” mo raſſomiglianza de piggiorinnn gia ſecondo ogni vitio. Mail ri
” deuole e‘ particella della turpitudine. Percioche il rideuole èvn cer
” to difetto, 8c turpitudineſenza dolore, & ſenza guaflamento , come
i’ per non andarelo nta no per eſſempio Ridcuole c` alcuna faccia tur
” pe 8t ſtorta ſenza dolore
” 8 P O S l T l O N E. i J‘i aopgl‘iüçlvflmg iſo-vai”, &c. (Della par
ticella ſecondo che a pare non c‘poſta al ſuo luogo percioche e‘ vna
giu nta che ſi doueua fare a quelle parole dette di ſopra. ?um ”ù -n‘a
*ii: xouçfli'at Xſara-n ”fr-$765 drm-Lu, i .Limit-“è 11" ww?” »jane-ro muſt-tt.
Nelle quali Ariſtotele dice che Homero fe Vedere nel Margite le figu
re della cOmedia non rappreſentando villanie d’attiom di maluagita
di mente,che
ma liaueua
il rideuole, 6t cheil Mar itealla
haueua quel riguardo alla
comedia l'lliada & l'Odillsea tragedia, Hora loggiu:
gne per maggiore diclliaratio ne che qua monque habbia detto chela
comedia ſia raſſOmiglianza de piggiori, ſi come diſſe di ſopra :v n’a-?ì
*rîi ?Way-ì ”ia -rça-yçdìa mi: 1b) WILQJH’!! Jin-”m i p3), 7a} xáçws, ma
n'a:: alii-*35 Botſlt'ſn 7:3“ v5!. non intende de piggiori ſecondo ogni
manierade viti1, ma de piggioii ſecondo quella maniera de Viti"
che fa ridere quale è laſdoccliezza dell’animo o la bruttezza non
nociua del corpo ſecondo la qual maniera de viti-i era de piggio—
ri il Marghe rappreſentato daHomero. Hora per trouare queſta. ma
niera di Vitii, che fa le perſone atce ad eſſere raſſomigliate dalla co
media vſa coſi fatta iuueſtigatione.\’itio non e‘altxo che turpitudi
ne humana, la quale turpitudine ſi diuide in due altre turpitudini,cio
è in quella dell’animo, &in quella del corpo, 81 ciaſcuna di loro ſi
diuide ſimilmente in due altre cio è quella dell’animo ſi diuide in tur
picudmeprocedente da maluagita, & in turpirudine precedente da
ſciocchezza. Et quella del c0rpo ſidiuide ln tui pitudine doloroſa o
3106an 8t in turpitudme non dolorOla ne nec-ua. Hora la turpitudi
ne del*
’l
ne dell’anímo procedente da ſciocchezze genera riſo in’altruí, 8: ſi
milmente la turpitudinedel corpo non nociua ne doloroſa ſi come
ſi vede per pruoua che altri non puo contenere le n'ſa quando liſi
preſenta vm facci-;1 torta 8t contraiatta,clie non reclii dolor-call ha:
uente. Adunque poiche ſi cerca la materia rideuole per la comedia ci
conuerra prendere perſone ſciocche o contraſatte o sformate da
contrafare , alle quali non torni danno o dolore per la loro ſcioc
cliezza dell'animo, o per la loro bruttezza del corpo. Belle coſe ſi
poſſono cogliere dalle parole d’Ariſtotele,0piu toſto dalla'ntentione
ſua anchora che non ſia pienamente diſtela nelle ſue parole. Per:
cioche a lui baſtò per conſeruare la memoria ſcriuer queſte coſe ſole,
le quali e‘ verilimile cliepoi in altro volume &in luogo conueneuo
le rallargaſſe, poi che di quefla materia rideuole dice ne libri della
ritmica-inner trattato nel le coſe poetiche. Ma con tutto che la
materia pertenente a riſo foſſe, ſi cOme io m’imagino diſteſa da Ari
flotele nelibri poetici, non dimeno Cicerone non la leſſe mai , per
cioche ſe i’liaueſſelerta, non direbbe ſotto perſona altrui , che i li
bri di q ueflo ſoggetto liqualihaueua veduto deſſero piu tofio materia
da ridere che inſegnaſſcro certa dottrina di riſo, co ncioſia coſa che
gli nſcgna menti d’ Ariſtotele per iſcioccheZZa non die no da ride
re, ma per lottilita rendano altrui flupefatio. Hora diciamo alcune
coſe di queſia nuteria, 8t per intendere meglio quello clie Ariflotea
le ha detco fl- ettamente 8c ſolamente per vnabrieue memoria,& per
aucnrura per intendere ancliora quello che egli ha tralaſciato. ll ri
ſo ſi muoue iu noi per coſe piacentici compreſe per gliſentimenti, o
per l'imaginatione. le qualicoſe piacenti ſi poſſono diuidere in quat
tro tnaniere. La prima delle quali co di perſone care , o di coſe care
quando s’abbatiiamo all’vne o all’altrela prima volta o dopo alcun
tempo altre volte. Le perſone care ſono padre,madre,figliuoli,aman
ti, amici, 8L ſimili. Laonde il padre 8t la madre con riſo &con fefla
riceuei figlioletti piccioli, 8c eſsi dall'altra parte ricorrono al padre a
alla madre pur con riſa ſefleuoli, 8: parimeme l’amante raccoglie la
dOnna amata con riſo, & e‘ con riſo raccolto da lei. Le coſe care ſo
no come lionori magiſtrati, gioie, polleſsitmi, liete ricuelle, &bre
vemente tutte le coſe che ottegniamo poi che l'habbiamo o lunga
Menle, o ardentemente deſiderate. La ſeconda maniera delle coſe
piacenuci potente a della”: il riſo in noi ſonogli'nganni d'altrui, io
dico quelli inganni per cagione de quali altri dice 0 ta,opatii`ce co
le, legna-i cale ne duebbe ne fai ebbe nepatirebbc ſe non foſſeingan
' O 3 nato,
fiato. Gli’ngan ni altrui adunque ci piaccio no oltre a modo, & ci di—
lettano 8t ci coſhingono per l'alegreua a ridere eſſendone cagione
la, natura noſtra coi-rotta per lo peccato de noſb-i primi parenti, la
quale ſi ralcgra del male altrui come del proprio ſuo bene, & ſpetial
mente del male che procede da quelli parte cheè propria dell'uno
mo cio e‘ dal ſen no naturale parendo :i coloro, che no” ſono i ngan
naziveggendo gli altri ingannarſid'eſſere da piu diloro, & di ſoper—
clii argli in quella coſa maſaimamente cio è nella ragione perche egli
no s’auicinano adio, 8: trapaſſano di gran lunga tutti gli altri anima
li. ll che ſi conoſce eſſere vero,perciochc altri non ride ne a’alegra,
o almeno tanto ſei] poſaimo ſuo ècoſtretto da forza o da neceſsita
o da caſo a dire o a Fareo a patire coſe contra la ſua volonta, c0r cio
ſia coſa che in lui nOn ſi vegga diminuimento di ragioneo d'inteileta
to qua ntunque riceua danno o dis honore.Hora glingan ni die ſono
materia del riſo ſi poſſo no diuidere in quattro maniere,la prima del
le quali edi quelli i nga n ni che procedono per ignoranza delle coſe
che ſono nell’uſo 6t nel ſenſo commune degli huomini,o per ebbrez
1a, oper ſogno o per farnetico.l.'altra contiene quelli inganni che
procedono per ignoranza dall'arti, & dalle ſcienze o dalle forze del
corpo o dello'ngegno vantandoſi altri di quello che non puo nó lia
vendo prima giuſtamente miſurato il ſuo valore. La terza contiene
quelli i nganni,clie procedeno per trauiamento dellecoſe in altra par
te 0 per riuolgime nro delle punture in colui che n'èl'autore. Etl'vlc
tima contiene quelli inganni che procedono per inſidie altrui o dal
caſo. Rallargliiamo al quanto, & con eſſempi paleſiamo queſia ma—
teria deglinganni. Coloro che mancano diſenſo commu ne, & ſono
ſimplici & ſciocchi dicono, ſan no, & patiſco no coſe, onde ſi prende
diletto, &cagione da ridere eſſendo eſsi ingannati per non cono
ſcere quello che conoſcono tutti gli huomini cOmmu nemente, 8: ta
le èCalandrino che crede cſſere pregno, che crede che vna don na
col toccamenro d’ vn brieue lo ſeguaa forza , che crede le ſauole
miracoloſa della contrada di Bengodi , clie crede liauer troua
ta la pietra elitropia di coſi miracoloia virtu, Et tale e‘ Ferondo che
crede eſſere-in purgatorioöt eſſere m0rto eſſendo viuo, che crede
eſſere riſiiſcitato. Et tale è maeſiro Simone che crede Bru no & Buſ
falmacco andare in corſo. Et tale è Alibecli che crede col rimetterei]
diauolo in ninſerno ſeruire adio. Et tale e‘ madonna Liſetta da ca
Wirini che crede giacere con l'angelo Gabrielle giacendo con vno
frate.
a- . , *
52
frate. Et tale era Margíte rappreſentato da Homer-o elie era coſi
ſciocco che non ſapeua che haueſſe piu eta oegli o ſua madre, o
qual i’ liaueſſe partorito il padreo la madre, Maquantunque leſim
plicita di ſimili perſone facciano ridere non dimeno e‘ da guardare
che non ſieno d’alcuno danno graue a loro altrimenti o non ci fa
rebbono ridere o ſcemerebbo no buona parte del riſo fi come anche
ra moſtrano queſte parole del Boccaccio- Molto haueuan le donne
riſo del cattiuello di Calandrino,& piu n’haurebbono anchora ſe ſh
to non foſſe che loro increbbedi vedergliancliora torre i capponi
a coloro che tolto gli haueuano il porco. Et la ragione è aſſai ma ni
feſta die eſsi perla groſſa ignoranza delle coſe mondane ſono ſpo
fli ad eſſere ageuolmente dannificati- Et l’ageuolezza di potere eſ
ſere dannificato genera compaſsio ne del dan nificato negli animi al.
trui, 8: ſorſe inuidia osdegno contra il dannificante. Lequali tre
paisiodcompaſsione, inuidia , & sdegno ſpengono ogni ardore di'
riſo. Ma pei che Ariſtorele richiede ſpetialmente queſta maniera
d’ingan r-i per materia propria della comedia è da ſapere che non in
tende della materia,che propriamente conuiene alla comedia nuo
ua,la qualedomanda per materia vna ſauola che liabbia altrondei]
diletto che dallo’nganno cotiſatto conuenendole piu roſſo quello
che è teſodalle'iiſidie degli huomini, o dal caſo ſi come paiimente
conviene alla tragedia ben clie in diuerſe conditioni di perſone, & in
di uerſe auerſita ofelicitaDello’ng'an no precedente per ebbrezza,per
farneiico, & per ſogno ſi vide l’eſſempio che die materia di ridere in
Pinuccio, che giacqut con la Nicoloſa.Maſe il ſogno l'ebbrempil
ſarnetico operaſſono che altri foſſe per ſare coſa di nocumenro ad al
cuno no n ſarebbe no riderefli tale èil ſogno che crede Nicoflrato ſo
narii Pin-0,8: tale èl'ebbrezza appoſta dalla mogliea Toſan0.E t ta*
ſce l'ebbrezza appoſta dalla moglie ad AIſÌgUCCÎO. Et tale è il fameti
co appoſto da Lidia a Piu ro. Percio che la grauezza del noctmen
eo abbaſſa ogm riſo poſsibile a ſurgere dallo’nganno. Seguira che
parliamo di color-oche in ga nnandoſi per ignoranza dell'aria', o del
le ſcienze o delle foi ze loro liauendoie prima mal miſurate ſi van
[ano di ſapere o di porer ſar che che ſia , & poi per non ſape
re o per non potere vengono meno al vanto loro porgendo ale"
eroi cagio ne di ridere. Et diciamo che l'eſſere ignorante dell’arti , o
delle ſcienze non e‘cagione di riſoſi Cſi“: non non ècagione il non
ſapereoii non POtere tare qual ſi voglia coſa,ma cagione di riſo e il
` darſi
l
ſi *I
DI l
mente peccato che ha fatto coſi fatto prolago alla tragedia ſu:: no
mata Orbec il qual peccato non ſi puo ſcuſare ſe non l’accuſiamo
‘ . d’hauer
d’hauer commi-[l'0 vn altro peccato molto maggiore cio è d'liauerë
preſo per ſoggetto della predetta ſua tragedia v na attio ne, che non
[i ſa mai eſſere auenuta ne per hiſtoria,ne per fama,& di perſone rea
li ,le qrali mai non furono vdite nominare da niuno in guiſa che ſe
coſi fatto prolago e‘ſoſtenuto per ragione dell’ignora nza dell’attio
ne, 8t delle perſone nella comedia dee a buona ragione. per queſta
medeſima cagione d'ignoranza dell’attione, 8t delle perſone eſſere
tolerato nella tragedia predetta di GiOuanni Battiſta chiamata Or
bech,il quale peccato di prendere ſoggetto tale per la tragedia non
èda perdonare ſi come al ſuo luogo ſi moſtrera. Se adunque nella
comedia per cagione dell'ignOríza dell'attione,& delle perſone ſi per
[nette vn prolago coſi fatto,nó ſi doura gia permettere in qurlle co
medie che hanno l’attione &le perſo ne co noſciute,& ci conuerra di:
re che Plauto habbla fatto male che al ſqumphitrio ne antipoſe vn
tale prolagoeſſendo quella attione inſieme con le perſone conoſciu
aiſsima per ſama,ma quella*eoinedia,o tragicomedia di Plauto ha tan
tialtri err0ri graui che per hauere anchora queſto non ſara reputata
molto piggiore.Si trouo come dico da latini da prima per narrar l’art‘
gomento della comedia,& renderla piu intendeuole al popolo. l’at-`
tione della quale gli era ſconoſciuta. Et perche l’argomento ſi narra
come di coſa che t‘auenire,& che a'ha da ſare,& futura non lì puo ne
gare che il detto prolago nonſénta del profeta,& l'argomento della
profetia,& che molto meglio nonliabbia fatto Plauto ad introdurre
dei a prologare,clie nö liaſatto Terentio ad introdurre liuomini,con
cioſia coſa che vna attione futura, & che dee auenire non puo eſſere
ſaputa, 8K detta come dee auenire da vno huomo che s’introdute (0-.
meliuomo ſe non c’proſeta o indouino,Ma ſe s'introduce come lino.
mo che la ſappia ſenza eſſere profeta o indouino ſitoglie via tutta la
veriſimilitudine dell’attione futura,c0ncioſia coſa che ſi eo nſeſsì nar.
rando vn huomo l’argomëto che la ſappia,&ſapendola percio la ſaF
pia che è giaauenuta, &non èda auenire. Perche nOn veggo che r
poſſa cóportare huomo fimplice per prolago ſenza diminuimëto del-,
la veriſimilitudine. Hora poiche i poeti latini haueano trouata v na..
perſonache potea parlare della comedia narrando l’argomento ſot
to alcuna colorata caoione per giunta la fecerolodare ll poeta,& biau_
lim-tre gli auerſari,&ffire molte coſein accócio deſattiſuoiòz In iſcon
cio degli altrui,& ſpetialmente moſtra nd0,che quefle coſe dipendeſſo
no della comedſa 8t ſi conueniſſe dirle per ragion ſua. La qual cold_
hcbbe ongmcda poeti narratiuip epopeícyliqualiſuini-Jo: narra ng
. om pero.
. 58
do in perſona loro poſſono lodarſi , oſcuſarſi,` o anchoradíre male
d'altruiquído n’e‘i’oro porta ”gione-,6: fa nno cio nel principio del!
l'0pere loro ſicome ſece Virgilio nel principio dell'Eneida dicendo.
[lle ego qui quo ndam gracili modulatusauena Carmen , & egreſſuc
ſyluis vicina coegi Vi quanuis auido parerentarua colono Gratü o
pus agricolis.^t nunc horrentía Martis Arma virumtj; cano. Et Sta)
cio nel pi‘incipiodell'Aeliilleida. Mei); inter priſca ſuorum Nomina,
cumq; ſuo me mora ntAmpliio neTliebçp vero nel fine dell'opera.- co
me Ouidio commenda ſeſteſſo nel ſine delle trasformationi. la.qu
opus exegi quod nec louis ira,nec ignes Bic. EtStatio nel fine della
Thebaida,O mihi biſenos multum vigilata per anno: &C.Ma i vulga
ri nelle loro canzoni,ſecondo clic moflra Dante nel cOmmento del*
la ſua canzone chiamata contraglierrami miei, non doueuanoparla
re di loro o lodandoſi,o ſcuſandoſi, o bíafimando altri altroue che
nel ſine, 6t in vna mezza ſia nza 8t non intera accioclie ſi conoſceſſe
chela materia trattata nelleflanze intere della canzone non conti
nuaſſe,ma foſſe ma materia diuerſa,nella quale mezza flanza ſi riuol
geua il parlate ailaca nzone per modeſtia accioclie altri ſenza offeſa
poteſſeintëdei-e, la qual coſa è poi maleflata oſſeruata dapoeti,liquao'
iinſieme Col Petrarca medeſimo hanno no n pure nel ſine della can
zone & in vna mezza ſianza,& riuolgendoil parlarealla can20ne eo
ine inſeg naua Dante, ma nel principioa ncliora della canzone, 8t in
vna ſtanza intera,&in piu,& rivolgendo il parlare all’aſcoltatore ſen
za laſciare il luogo della ſine voto ragionato di ſeſteſsi. 'Et cio poſſo
no hauer preſo dagliliiflorici , clie non ſi guardano a ragionare di
ſeſteſsi i n ualunq; parte pare loro eſſere vtile. E'l Boccaccio parla di
ſeſteſſo ne principio delle nouelle,nel mezzo,& nelſine.Hora quan
tunq; ſia licito al oeta epopeo c6 mendare ſeſteſſo,e'l ſuopoema nä
crederei percio c ie gli foſſe licito cömendare il ſoggetto del poema
oltre a quelloche e‘ per narrare,&ſpetialmëte in propoſitione ſi co
me fece Virgilio quando diſſe-lnſerretq; deos Latio genus vndelati
nu Albaniq; patres,atq; altç ma’nia Romç.Laſec6da maniera de pro
laghi non èdel tutto ſeperata dall'attione cOme c‘del tutto ſeperata
quella della comedi'a nuoua trouata da latini,ma nö c‘ pereio congiura
ta come ſi cöuerrebe,& è quella clie è vſata da Euripide nelle ſue tra
gedie nelle quali in ſu il principio introduce o dio , o liuomo a rac
contare alcune o molte coſe paſſate, o preſenti'per le quali altri
intenda pienamentele coſe ſeguenti, ma il piu delle volte , anzi qua
(i ſempre con poca veriſimüitudine facendo che alcuno ſolo
’ ‘ Q_ Q tenga
g)
`Ò
H.
'o
k"
.da rolex-are poiche eſsí del tutto la-rifiutarono perchei latini ſi die
dono a ſcriuere la ſatira quale è nella di Lucilio d’Horatio, di Per
ſio, &di Giouenale, nella quale :nominano le perſone 8c ſibi-aſi
mano diſpettoſamente l’attioni loro vitioſe f la qualeſatira perche
Ìla perſoggetto cofiumi, & inſeînamenti pliiloſophici non poteua’
eſſem riceuuta per poeſia lodeuo e 8c commendabile. nel… umäv Ao’
7005,} (Li-‘90115. Per queſte parole, ”95m mu?- A570” ſeio nOn m’in
Sanno Giulio Ceſare dalla Scala s’ è imaginato che Crate com
poneſſe le comedie in proſa poi che afferma in piu d’ vnluogo
della ſua poetica che Crate le compoſe in proſa, ma ſe non
haargomento piu fermo di queſte parole non gli fi, dee preſta
reſede, ſenza che non è verifimile che Ariſtotele haueſſe taciuto
di Crate ſe haneſſe compoſta poeſiain proſa come non tacque di Xe
narcho, di Soplirone, 8( di Platone- Hora queſte parole ſi poſſono
intenderein due modi,o che Crate fece i ragionamenti vniuerſali in
maniera prouatiua declinando dall’idea giambica che gli faceua par
ticolari &in maniera pur prouatíua, ſolamente in vna parte cio è
laſciandoil particolare, 81 appigliandoſi all’vniuerſale, &ſece an
cliora delle fauole in maniera rappreſentativa. O è da dire che Cra
te fece i ragionamentivniuerſali, il che tanto figñifica quanto le fa_
uole, 8c clie'á ſia ſpoſitiuo 0 didiiaratiuo come liabbiamo anchor:
veduto di ſopra +IÌloÎ5 A570” Eflírçou 8: che percio dica A5700: perche nö
non gliſaceua da prima rappreſe ntarein palco nel theatre , ma gli
leggerla altrui. ì“
PA R T'l CELLA S ETTI MA. 3418): ?manila *ri-rçay’éá‘i'e ”dei “
“5” gli-fs per": Mya “ſpam Îtm cms-J‘ai… intollmiëfldfl. 72,3516 pîrçov &Moá‘u TX”, “
”E &mq-mi” Èvau , *ru-ir! J‘moigwdm i'fl “Stemi p3); I” pámsu, aragä‘rm farà "
ni” mçioä‘oviim'ou &ra-,ii ,umpàv &am-417m. ñà‘ío‘omfíu ào'çlsos 7B ”ho xò *mi-ro “
d‘la-(pign- vs‘: 'ni-n‘a 7130619- oÎucu'os 'fl mi‘: ÎgaÎQJ‘ious 17m imr’oü'v, Ksù îi wi‘: ?mn “
[tng Ì'isi ‘rà ”Jia Tali-m, 11515 lJ‘i'ae 17” *rçaqrçJ‘lſias , J‘lmç ‘65” mgl rçnq—QNas aid‘: “
ara-l‘ala; , goa-ih” , nic/imc‘.- mgi 'mr-Sr. É .gli ;mm-mia :7.9, Griffin-:ij 77a: “
We’ll-C. ot’urii, oifmîw-m :i fi_- íu‘omſl'qrmgi (di o?” rís'ìÈayírgu aim-HMS, ”è ”ggl “A
muçJ‘ias zflffl'íçdfli‘d, \i
C O N l” E N F. N Z A. Vale conſormitaòl quale differenza hab
biamo tra ſe l’epopea, 8c la tragedia. l“
V V L G A R l ZZA M E N TO. Hora l’epopea acc’oſhpagnò la“
tragedia infino a ( queſto ) termino ſolo, che con parole è raſſomi- “
glianza de nobili. Ma ſono differenti in queſto che quella ha il verſo “
miſuratoiimplice, 8: è raccontati” 8c fornita di lunghezza , 6: u_e- I‘
fl
” ſta ſi sforza quanto puo il piu difiare ſottovn giro del ſole, o di mu
” tar ne poco, ma l'epopea è :moderata per tempo , &in cio è diffe
"' rente (dalla tragedia.) Egli e‘vero che da prima ſimilmente faceua no
” qucflo ſteſſo nelle tragedie , 8: ne verſi epici- Horadelle parti della
” tragedia alcune ſono quelle ſteſſe dell'epopea 8: alcune ſono (ſue)
” proprie- Laonde chiunque habbia conoſcenza della trae-:dia buo
" na & rea l’haura anchora dell'epopea. Percioclie nella tragedia ſo—
” no le coſe, che ha l'epopea, ma tutte le coſe non ſono nell’epopea
” che ha la tragedia… Adunque della raſſomiglianza che ſi fa colverſo
" eſſametro, 6c della comedia parleremo poi.
S P O S l T l O N E.- íuìv ;mm-ic,&c. Well-a parte riguarda a quel
lo che fu detto di ſopraä imàs ”ù FNM-a ”rà-t *rita rçayeá‘ſas,&c. 8: vi
ſi cOngiugneín queflo 5:30. Haneua detto Ariſtotele che all’epo
pea era ſucceduta la tragedia, 6:_ che liaueua ricevuta da lei certa ſar
ma ma perche altri poteua domandare in quali coſe ſpeciali la trage
dia foſſe ſuccedutaall'epopea, a quale ſpetialeinformatione liaueſſe
riceuuta da leiqui fi riſpOnde prendendo Ariſtotele vna traslatione
d'vna ſante che accompagna vna ſua donna, che l’epopea ha fatta
compagnia alla traoedia inſino a queſto termino che e‘raſſomi lian
za de nobili con parole. E’adunque la tragedia ſucceduta all’epopea
nella nobilta della materia che ſi'raſſomigſia, che ſono l'attioni de
gli huomini magnifici, & nello ſtormento con che ſi raſſomiglia,cl1e
ſono le parole miſurate, 8t da lei ha riceuuta queſta informatione,&
le èſtata fatta compagnia in ſino a queſto termino. Et per queſta
traslarione m lla quale ſi ſcopre la maggioranza della tr.a edia ſo
pra l'epopea come di donna ſopra la ſanteappare del giudicio d’Ari
flotele, che haueua qual di loro foſſe da ſiimar piu che poi nel fine
di queſto libro manifeſtera diterminando la queſtione quale di loro
ſia da piu, Hora queſte parole ”ixçlna'vouuí-rçu @mi: nba-,6m- ſono ſpo
[le degli altri che s'inte ndano che l’epopea ha accompag nata la tra:
gedia in fino al ſolo metro cio è col verſo ſolo n0n haue'ndoinſieme
col verſo ſuono ca nto 8: ballo come lei accioche eſſa tragedia ſia raſa
famiglianZa de nobili,clie ſi fa con parole coſi come è l’epopea. La
quale ſpoſitione pare conuenire aſſai alle parole del teſto, & alla' n
Ientione. Et non dimeno quantunq ue non rifiutiamo come dicem
mo queſſa ſpoſitione , perche le predette parole nel vero liannoal
guanto di durezza non ſiamo ſenza ſoſpetto che u’habbia alcuno di
etto,&ci ſiamo imaginati che vi poteſſe ma ncare nu'… o ſi mile coſet
_ta volendoperauentuta il teſto ſtar coſi atx- fltîmgím “trp, 8t che
c) “lil"
I
60
p'c-rçl non foſſe da ſporre per verſo ma per termino dicendoſi lnfino
a queſto ſolo terminoper iſpianare la’ntrata alla traslatiOne ſeguen
te dell’accompagnamento. 13 il“ 16 ”luci ano-ñ- 't'xav, Bic. Hauendo
Ariſtotele detto le coſe che lia riceuute la tragedia dall’ epopea
dice quelle che non ha riceuute , 8t cio ſono tre la {implicita del
verſo,il modo narratiuo, & la lunghezza della fauola ancliora che
da prima riceueſſe la lunghezza. Hora perche liaueua detto che l'epo
pea liauelia fatta compagnia alla tragedia in fino al verſo ſolo cio cal
uerſo non accompagnato dalſuo no dal canto, & dal ballo ſecondo
Vna ſpoſitio ne di quelle parole néxçi iti-w it's-17v, ſeguita che la trage
dia la quale riceuette il verſo , 8( u’aggiunſe il ſuono , il canto, e’l
ballo die non riceuette la ſolitudine,cnevi`aua l'epopea nel verſo,|a
quale qui è nominata ſimplicita, ne ci laſciamo tirare a credere che
li prenda qui [implicita per vna maniera ſola di verſo che vſì l'epo
pea cio èl’eſſametro in riſpetto di piu maniere, che uſi la tragedia.
_ Percioche ſe Ariflotele haueſl'e hauuto queflo riſpetto n0n haurebbe
anchora taciuto chela tragedia nOn riceuette queſta medeſima ma
niera di verſi lieſſametri. Siclie haurebbe dettm Ma ſono differenti
in queſto che l’epopea ha il verſo miſurato ſimplice , 8c diuerſo, Ne‘
riccuette ſimilmente il modo narratiuo, il quale è proprio dell’ epo—
ea & non commune con la tragedia-La qual coſa ſe è vera come io
fa reputo vera, l’epopea non dee hauere il modo rappreſentatiuo
con iunto col narratiuo, 8t la ragione e‘queſta. Se vogliamo chela
pe ona narrante che èil poeta conſeruando la ſua perſona di' nar
rante trapaſsi dal modo narratiuo al rappreſentatin percioclie con
paroleſenzafare veramente vedete nuoua perſonainduce altrui in
atto a parlare, perche negheremo che la perſona rappreſema nte co
me èvn meſſo, o altri che narri coſe auenute fuori di quel tempo odi
quel palco non altrimenti che farebbe il poeta narra me non tra
paſsi dal modo rappreſentatin al narratin c' Ma ſe non vogliamo
come qpi non vuole Ariflotele che nella tragedia ſi truOuiil modo
narratin per ſe,0 congiunto col rappreſentatin ſeguita che nell'e
popea non ſi dee parimente trouare il modo rappreſentativo per ſe
o congiunto col narrativo contra quello che e‘ſtato detto di ſopra.
,- Appreſſo la tragedia non riceuettela lunghezza della ſauola dell’e- "t
popea cio e' non riceuette quella atiione che trapaſsi Vngiro del ſoa** ’
l
"d e, nel poteua riceuereſecomlo il poſsibile ſi come moſtreremo. Hz,- `
," I ra perche la tragedia da prima l‘lECUC‘ſſC anchora la lüglitzzad-.ll'epo ,. *
l
\ Pe o‘
(N
pea, la qualeha rifiutata poi eſſendoſi aueduta che non leſi conuer
niua come coſa impoſsibile Ariſtotele parla ſpetialmente dello ſpatio
che puo al piu occupare la tragedia che Ègngiro del ſole laydoue lo
ſpatio dell’attione dell'epopea non e‘ dirermrnatoÎ’ei-/cioche l'epo
pea narrando con parole ſole puo raccontarevna attiene auenuta
in molti anni, &in diuerſi luogliiſenza ſconueneuolezza niuna pre
ſentando le parole allo' ntelletto noſtro lecoſe diſtanti di luogo 81 di
tempo, la qual coſa non puo fare la tragedia la quale co nuiene ha—
. nere Per ſoggetto vn'attione auenuta in picciolo ſpatio di luogo, 8t
in piccioloſpacio di tempo cio e in quel luogo 8: in quel tempo, do
d ue 8: quandoi rappreſentatOri dimorano occupati in operati‘one, &
nOn altr0ue, ne in altro tempo. Ma coſi come il luogoſtreito è il
palco coſi il tempo flrettoè quello che i veditorí poſſono a ſuo a io
dimorare ſedendo in theatro, il qualeio non veggo che poſſa pa a
reil giro del ſole ſi come dice Ariſtotcle, cio è liore do dici concioſia
coſa che perle neceſsita del corpo come è mangiare , bere , diporre
iſuperflui peſi del ventre, 8c della velica, dOrmire, 81 per altre neceſsio
ta non poſſa il popolo continuare oltre il predetto termino coſifatta
dimOra in tlieatro Ne e‘ poſsibile adargli ad intendere che ſieno paſ—
ſati piu di, 81 notti quando eſsi ſenſibilmente ſanno che non ſono
paſſate ſe no n poche hore non potendo lo’nganno in loro hauere
luogo,il quale e‘ tutta via riconoſciuto dal ſe nſo. Perla qual coſa veg
ganſi Plauto 8: Terentio come ſi poſſono ſcuſare di non hauere er—
rato chein alcune comedie loro hanno fatto rappreſentare l’attione
piu lunga d'vngiorno. Hora quantunque l'epopea come habbiamo
detto nonſotrogiaccia alla neceſsita di queſla legge, & poſſa racconr
tare vna attioneauenura in molti anni,non che in molti di,&in luo
ghi molto diſſanti,uon che in Vn luogo largo,non puo non dimeno
eſſa tirareil ſuo raccontamento in lungo tanto che non foſſe coſa
veriſimile che eſſo epopeo ſ’haueſſe POtuto recitare alpopolo in vna
ſiata cio èin tante horein quante con ſuo agio l'haueſſc potutoil
popolo aſcoltare per quelle medeſime ragioni perle qualila tragedia
non ſi puo tirarein lungo oltre il giro del ſole. Et percio ſitrouola
diſiintione dell’epopea lunga in libri di ta nta lunghezza, di quanta è
veriſimile che agiata mente [rabbia l'autore potuto recitare, 8( l’aſcol
tatore vdirein una ſola volta. Perche io mi ſono marauigliato di cos
loro che affermano Ariflarcho eſſere ſtato il primo diuiſOre dell‘llia
o da, & dell’Odiſſea d’Homero diuidendo ciaſcu n'a delle dette opere in
venti 8c quattrolibri. llclie non mi poſſo indurre a credere non mi
partn
o
6:
parendo coſa da credere , che Homero auedutiſsi'mó oltrea tutti gli
altri haueſſe commeſſo vno errore coſifatto di continuare venti &
quattro libri ſenza diſtintione niuna recitando eſſo, & aſcoltando gli
altri in vna fiata. Anzi mi pare eſſere certo che diſtingueſſe con di:
ſcreto ordinei predetti poemi, il quale eſſendo perauentura poiſtas
to confuſo da gli ſcrittori fu rinouato & rimutato &ridottoin quella
ì f;rma,nella quale il veggiamo :il preſente, da Ariſtarcho , *Sc come
che egli ſta ſtimato huomo d'aguto giudicio,non moſtrò percio d’ha*
uerne tutto quello che biſognaua in far queſto partimento, o in ri—
nouellarlo. Percioclte la narrationed'Vliſſe appreſſo Alcinoo de
ſuoi errorièdiuiſain quattro libri & non dimeno fu fatta da lui inv
na ſera, Adunqne o fece male HomerOcheinduſſe Vliſſe a ragiona
rein vna ſera quelle coſe,le quali non è veriſtmile che in coſi piccio
lo ſpatto recitaſſe, o ſe le pote veriſimilmenterici'tare male ha fatto
Ariſtarclin a Patirlein quattro libri quaſi faccia di meſtiere recitarle
in quattro ſere. Ma io non ſon perdite cite Homero habbia fatto
male pare ndomi che ſenza ſconcio di perſona ſi poſſano i libri quat
tro predetti' recitare in vna ſera, anzil’errore ſia pure d’ Ariſtarcho,
il quale c'ſtato teguito da Virgilio che non ſapendo perche 81 guar—
da ndo iimphceme- ice all 'eſſempio che hauendo dauanti credeua buo:
no diuiſe la narratzoned’Enea appreſſo Didone de ſuoi errori in due ì
libri non oſtante che ſoſſe fatta in vna. flata in vna ſera. Ma non mi
nore errore fece' Platone neſuoi ragionamentidel commu ne,d’Ari
flarcno 8t di Virgilio,il quale gli fece rappreſentativi,& tenuti invna
ſera, 8t ſono tanto lunghi che non ſolamente non ſi potrebbono
rappreſentarein vna ſera, ma a gran fatica huomo velocemente gli
lt‘ggcl’tbbt‘ in quattro iorni, & non oſtante che gli faccia tenuti
in vna ſera glilia tliuiſi in dieci libri in guiſa che non ſolo ha fallato
in diuidere quello che non ſi doueua diuidere ma in pOrreinſieme
troppa moltitudine di coſe cliee impoſsibile eſſere ſiate dette in coſi
brieue tempo.Ma naſce vn dubbio talein queſtoluogo Se l’epopea
puo diuideic il raccontamento ſuo in piubbri, il quale non dimeno
non contiene piu d’v n’attione, 6: puo in piu di recitargli recitando
vn libro per giorno perche non puo il poeta tragico diuidere la ſua
tragediain piu parti, & farne rappreſentare vna parte per giorno,io
.non aprei i egare che non ſi poteſſe fate,ma e’ da pot'rnente che do
po il primo giorno venuta la notte nella quale le perſone della tra
gedia operano alcuna coſa non ſarebbono ne vedute., n ne vdite dal
popolo che toſſe tornato_ a caſa ſua , 6t con gſÃndllsuna difficolta
L_ ſi p0
l’1 potrebbono ordinare le coſe ſi che il di ſeeoodo foſſe pieno di fa;
cende, & di ragionamenti memoreuoli & meriteuoli d’eſſere aſcol
tatí,& c0 nmol to maggiore difficulta ſi potrebbe riempiere il terzo di
di materia conueneuole ſenza mutare palco, &ſare nuouaſpeſa, &
granarei rappreſentatori ad imparare piu che no n comporta la loro
memoria.
i uedere Ne credo
& inudire che il popoloattendere
conuenendogli voleſſe perdere
a ſuoi piu di continui
meſtieri, 8t launin
FIN]
‘i
\
64
Eſſere raſſo miglianza ſanza ſa perſona raſſomigh’ante, 82 la coſa raf
ſomigliata ſeguita che ragioneuolmente per due riſpetti & di fare &
di patire ſia raſſomiglianza, 81 che ragio neuolmente la raſſomiglian—
za regga i due predetti caſi tra ſe diuerſi di natura Hora perche la
perſona raſſomilgliantſſecondo la diuerſita degli ſtormenti che vſa
a raſſomigliare ipuo variare. & ſi varia, Agu'rro‘i in queſloluogo
ſignifica quattro maniere di perſone raſſomiglianti cio è rappreſenta-ì
tori, ballatori, cantori & ſonatoripoi che quattro ſono gli flormenl
tidiuerſi co quali ſi raſſomiglia cio èparole, ballo, canto, & ſuono, K
di queſte quattro ma niere di perſonecorne c" ſiato detto di’ſopra ano‘
chora ciaſcuna ſeperatamente perſe raſſomiglia co ſuoi propri ſtor
menti` & queſta coſifatta ſeperario ne ſi puo domandare ſeperatiorìe’
di perſo ne ſi come ſi puo domandare pur quella delle predette perſo
ne ſeperatio ne di tempo,che nella raſſomiglianza non permette chei
irappreſentatori parlino, i ballatori ballino,i cantori camino, ei
ſonatori ſuOnino in vn tempo medeſimo , ma richiede quando ì
rappreſentatori parlano, chei ballatori, icantori,eiſonatoriceſ
ſmo dalle loro artioni, & quando queſti fanno le loro atrio ni che i
rappreſentatoriracciano- ll che dice apertamente Ariſtotele ſeruarſi
nella tragedia in quefle parole irradin A379 x/;çiſ ‘mis-w -räp áJ‘Jv i'
7075 pzîſou Pci-’trop, Hora percheiraſſOmiglianti ſi diuidonoin quat
tro maniere di perſone ſecondo le diuerſita degli ſtormenti che
eſsi vſano a raſſomigliare , ſicome habbiamo detto, &oltrea cio in
due altre ſecondo cheeſai tutti poſſono raſſomigliare in vn tempo'
medeſimo ſi come auiene nella dithirambica , oin diverſo tempo ff
come auiene nella tragedia, ma di nuouo ſi diuidono anchora in’
duehauendo nondimeno riſpetto ad vna maniera ſola delle quat
tro ſopradette de raſſomiglianti cio c‘ a quella che raſſomiglia con
parole concioſia coſa che alcuni di loro raſſomigliano t‘aPPreſenl
tatiuamente , & alcuni narratiuamente. L’ vna delle quali manie—
re-cio è la rappreſentatiua ſola fi cOnuiene alla tragedia, 8t l` altra#
nò- Ariſtorele hauendo detto J‘ai-ivrea‘: voce generale 6: commune
perſignificate le quattro maniere di raſſomigliatori, 8: volendo ri
flringere i raſſomigliatori, che vſano le parole , che diciamo di
viderſi in due maniere , alla maniera ſola conueneuole alla trage
dia che è la rappreſentativa ſoggiunſe, ”ſi .i J‘r’ .nun-of”, Mo
”ávç M79. A me pare che Ariſtotele di ſotto ſponendo queſta voce i
”mſm cio è fatto diletteuole intenda per compag nia del numero, e:
dell'harmonia,& della melodia cio è del ballo,deſſuono Ct del canto.
Gt non
K non parli punto _, queſtavoce n37@ preſupponendoehe il arlare
debba ~---~-- in verſohauendo per coſa ſtabíiita che il v.er 0 è ne.
ceſſ'ario ad 0g ni maniera di pc- --... Ma ſe pure altri foſſe oſtinato,&
_ Yoleſſe che ſi richiedelſe ancliora in queſta voce Mia la miſura‘
eóſtitutiua del verſo ſaremo coſtrettia ſporre le parole ſeguenti ai” *
. .N iii‘ ,aim ”Sii Iſt-"70v flip ’ixom Midi iis‘c &miſe-v, i@ (AMS coſi ?vuiàp il nu!
mero cio è il ballo, &fuori-i', cio è il ſuono,e’l canto, ahi: la melodia ,
aio e‘ la miſura del verſo e'l eoncento,ne con tutto cio firemosforza_
ei a cibiate aim in ui'rgo‘i come voglio noalcuni contra la ſcrittura di
tuttii te RB‘ Egli e‘ vero che ſe Vogliamo nella detta voce Mardi-o rino
eliiuderela miſura e’l co mento del verſo ci conuerra ſporre ma non
per parlare ma per ragio ne cio è per mento col quale ſi raſſomi*
glia, pezcioclie far be pur coſa troppo fuori del ragioneuole ſe altri
voleſſe che ſi doinandaſſe parlare fatto diletteuole il ballo, il canto,
e’l ſuono ſi come ſi domandail verſo. AçaSvromoi ſpogniamo Mr
-ziw, cio è di coloro che parla ndo o ballando, o cantando, o ſonata
do raſſoniigliano, 8t non intendiamo ſolamente delle perſone atti—
* ue della tragedia, i} J‘n’ìmmm’zsc‘ da leggere b J‘i’ätmm-w’as perciÒChe
imma-’e ſig nifita pro iſsione 6t non raccontameñto. Hora e’ da ere
dere che Ariſkotele liahbia aäiunta queſiti. parola 8t non per raccon
tamento per ſaperar la rage 'a non tan to dall’epopea quanto dal
la di tliirambica. Et nel Vero la dithira mbica’era molto piu ſimile alla
tragedia vſandn parole ballo, canto & ſuono l’vna _8c l'altra , che
non era l'epopea, la quale non vſa ſe nó parole ſole,& perdo-aquel
la faceua piu di biſogno di queſta differenza per ſeperarla che a que—
fla, EMA J‘i’îAíx init o! 3,8“:. E da ſporre ?Wai cio è oltre acio- Maſi dir
ea non ſolamente la tragedia lia le coſe di ſopra dette, ma lia a nclioev
ra queſta che induce con lo ſpauento, 8t con la miſericordia purga.
lione di coſifatte paſfloniriſpondendo Arifiotele, & o nendoſi a
Platone maeflro ſuo che diceuail contrario della trag Ma c‘ da
Vedere come egli voglia che la tragedia con queſte vie induca la pi ea
detta purgatione ſe prima diremo che in quantoin queſta diffinit 7
ne ſi diceche la tragedia è raſſomiglianza d’attione mag nifita, cöpiuz
ta,clie habbia grandezza, 8: non dice che ſia attione imaginata in
buona parte, 8: non auenuta ma poſsibile ad auenire ſi dice difettuo
ſamente ſi come gia s’è moſtrato, & piu pienamente ſi moſtrera poi.
Hora èda ſapete che è ufficio d'aueduto 6t ſauio legiſta di vetare nel
le leggi che piopo ne al popolo tutte quelle arti, meſtieri , 8c eſſerci
iä Che-poſſono per alcuna via cori-onipei-ei'_ buoni coſtumi de ciäîaç
, , _› . ill
~díni & far loro alcu no'danno. Perla qual coſ‘a parendo a Platone
chela tragedia con l'eſſcmpio delle perſone tragice poteſſe nuocere
a cittadini, ,& fare piggiorarein loro i buoni coſtumi facendogli vili
codai di ,6t compaſsioneuoli non vuole che ella ſi rappreſenti nel ſuo
commune aceioche il popolo vdendo 8t vedendo gli huomini filma
ti di molto valore fare 8t dire coſe che fanno &dicono i compaſsim
neuoli, gli ſpaventati, ei viſi, no n ſi co nſoli, & perdoni a ſe ſteſſo la
tenerezza dell’animo ſuo 8c la paura 8t la puſillanimita veggendo vi
ſi hauere compagni di grande affare comel'ono i re, 6t non impren
da ſeguendo loro a laſciarſi trasportare oltre il conueneuole da ſimi
li paſsioni. Ma Ariſtotele accioche altri non credeſſ’e per l’autorita
di Platone, che ſi foſſe meſſo a fare vna arte ſcriuendo dell’artificio
delle tragedie, che foſîe nociua alla cittadinanza 8t contaminaſſei
buoni coſtumi ripruoua con poche parole quello che dice Platone
affermando che la tragedia opera dirittamente il contrario cio è che
con l'eſſempio ſuo, 8t con la ſpeſſa rappreſentatione fa i veditori di
viſi magnanimi, di pauroſi ſicuri, 81 di compaſsioneuoliſeueri auez
zandoſi per la continua vſanza delle coſe degnedi miſericordia , di
paura ,& di viſta ad eſſere ne miſericordioſi, ne pauroſi, ne vili ingui
ſa che la tragedia con le predette paſsio ni ſpavento, ,8t miſericordia
purga 8c ſcaccia dal tu WC degli huomini quelle predette medeſime
paſsloni. Hora per fare-intendere chiaramente quello che Ariſtotele
perauentura ha voluto dire, 81 lo dice alquantooſcuramente, 8K apc:
na l’accen na ſi perche come èſlato detto piu volte le coſe ripofle in
queſto libro ſono brieui memorie per ſcruire a libro piu largo,ſi per
che non t'oleua apertamente biaſimare l'opinione del ſuo maeſſro
Platone eſſendo forſe ritenuto da certa rinerenza, èda ſapere che ſi
comeii vinn puro di certa quantita non eſſendouidentro meſcola
to gocciolo d'acqua ha piu vigore 8: ſpirito che non ha altrettanto
vino d’altrettanra bonta,nel quale ſia meſcolata molta acqua, 8t per
cio ſoperchi l’altro in quantita. Percioclie per la’nfuſione della co
pia dell’ acqua di viene acq uidoſo 8: perde ogni vigore 8( ſpirito,clie
haueua prima. Et ſi come l’amore e molto maggiore 6: piu feruen
te de padri Verſoi figliuoli, & n’hanno piu cura quando n'hanno
ochi cio e‘ tre o due o vno che ſe n'han no aſſai come cento o mila
e, o piu, coſi la conzpaſsione & lo ſpauento degli liuorr-iniriuolgen
doſi intorno a pochi caſi compaſsioneuoli,& ſpauenteuoli ſono piu
vigoroſi in loro, 81 piu gli commuouono che non fan no quando ſi
ſpargono in piu auenimentidegni di nuſericoriîsia 6t di paura. Adun
que
l
3).
que fa tragedia che r inappreſë nta ſimili attioiii & cele fa vedere & va"
dire moltopiv ſpeſſo che non vdiremmo ne vedreian ſenza lei,e c
giore che l‘a' compaſsione, & lo ſpavento ſi diminuiſcain noi contre
nendocicompartire l' affetto di queſte paſsioni in tanto diverſe at
ti‘o ni. ll che piu ſenſibilmente conoſciamo per prvoua nella morta
lita peſtilentioſa nel principio della quale quando comincia no a mo
rire tre o-quattro perſone ci ſentiamo commuovere da miſericordia,
6: da ſp.iuento,mapoi che ne veggiamo morire le cëtenaia 8t le mi—
gliaia ceſſa in noi il cómouimento della miſericordia 8t dello ſpauen
to;Conoſciam0~a nchora queſto per pruoua nelle pericoloſe ſcherañ
miigge , nelle *quali la prima volta iſoldati novelliſono ſpaventati
dal rimbombo degli ſcliioppi,& degliarchibvgi, 8t hanno cópaſsi'ine
gra ndi-'sima de fcditi,& de morti, ma poiche piu volte viſo no tornati
{ſanno-ſicuri & ſenza eſſere ſtimolati molto da miſericordia veggo
no da vanti agliocchi ſuoi fedirſip morirſi i còpagnid equali—ragio
ni peraventura,qiiantu nque ſteno molto vigoroſe,non ſono da tan
to che per loro ſidebba annullare la leggedeldiuieto della tragedia
eſſendo eſſe dirizzaie al troue che nel ſeg no,nel q nale riguardo Plata
ne con quel ſuo (liuieto- Et acCioche appena chiaramente la coſa ſtai'
‘coſi è da ſapere che ci ſano le perſo ne,le quali patiſcono.l`attioni ſpa
tienteuoli & CO-ilÎPaſSÌ'Oſiquh,&Ci ſono l'atrio ni predette. Le perſo—
ne ſono di due maniere cio è ſorti , & timidi, 8t l'attioni parimente di
due maniere cioe‘ rade oſpeſſe,& l'v ne 81 l’altre ſero ndo la divertita
delìe maniereopera no divertita d’effetto. Percioclie ſe le perſone
che patiſcono ſono forti 8t ſofferenti opera noró i'eſſempioſuo for
tezza & ſofferenza negli animi deglialtri,& ne ſca-;ciano lo ſpaven
to 81 la mi‘ei icordia,ma ie ſe perioneſono ſimldt& tnferme có l'eſ
fempio loro accreſcono lo fpauento 8t la compaſsione ne Vcditon 6t
gli confermano nella loro paura & debilezza d'animo- ll cries’è ve
` duro in coloro, a quali fu rivelata per benignita divina la luce del
l" euangelio concioſia coſa che in quelle co n.rade doue ſi videro
alcuni co r gagl'rirdo & ſicuro animo ſoſtenere il martirio molti s’in
corarono aſi reſi pareſſempio ſuo a ſoſtenerlo cófermezza d'animo,
ma in quelle contrade doue iprimi chiamati a rendere teſtimonia n
Za della verita ſt lmarrirono per l' aſptezza de [Ormerti , 8: rine
garo Chriſto ſono ſtati di grande ſca ndalo agli alti-icon l'eſſempio
ſoro,& ſono ſtati cagione che gli altri ſimilmente ”abbiano rincgato
'Chriſbo pur per paura de tormen; i.Parimenteſel’attioni ſpaventeuo
li'öt càpaſsionevoliſorio rade piu cómvovono a ſpa uento,&a com
paſtionqma ſe ſono [PeſſenÎçno çómuovono,& con la loi 0 ſpeſſez
› za Palo
66 '
la paiono put-gare lo ſpavento & la compaſsione de cuorîde mortali,
6: cio auiene per due ragio ni,dellt quali l’vna e‘, che veggendo noi
molte diſauenture auenirc, & m'u na toccare a noi apoco apoco ci fi
'curiamo, 8: ci facciamo a credere che dio fi come ci lia guardati piu
volteperlo paſſato coſi ſia anchora per guardarci per l’auenire. L'al
tra èche quelle diſauenture lequali auengono ſpelTo,& a molti non
ci paiono tanto ſpauenteuoli,& per conſeguente non ci paiono tan
to cópaſsiOneuolianchora che folîsimo certi che toccaſſono a noi poi
che Veggiamo che non riſparmiano tanti altri , Bacio ſi vedeauenire
negli cſſempi dati della mortalita pefiilëzíoſa, & nelle ſclieramuggie
pericoloſe de noſtri tempi-Platone adunque quädo veto la tragedia
come induttricc di ſpa-mento# di compaſsione la veto per cagione
dell' eſſempio delle perſone ſtimate da molto,il quale nuoce alſai ab
popolo moſtrando eſſe vilta d' animo in ſupportare l'auerſita. La
qualcoſa è vera ſe c‘ veroclie nella tragedia come preſuppone Plata '
ne s' introducono ſempre ſimiliperlone. Male ragioni imagi nate
danoi per prouar quello che dice Ariſtotele ſimplicemwte, non
abbattono la ra ione di Platone quantunque fivcrifichino nella ſpeí
ſezza delle aucrhtaſhppreſſo è daſapere che la moltitudine de figliuo
11' cegli fa parere men cari non perche i figliuolio moltiopoclu non'
ci fieno vgualmente figliuoli, 8c vgualmente congiunti, ma perche
quanto alcunacoſa è meno delle coſe piacentí tantoa proportione
ci è piu cara ſt come li puo vedere nell’oro che ſe altri n'haueſſe aſſai
non farebbe quella ſtima fecondo proportíone dell'aſſai, che fa del
poco.Et l’eſſempio dato del vino puro & non meſcolato con acqua,
& meſcolato non è a tempo.Ma conueniua dire che altri fa piu ſtima
d’vn flaſco di buon vino nó n'hauendo piu,& piu lo cura che non fa.
di molte bottiapropprtione hauendo molte botti piene di quel mede
ſimo vino facendolo la copia men prezioſo-Cócíolia coſa che i figliuo
li molti come dicëmo fieno nó meno figliuoli che i'pochçatnö meno
uri figliuoli,&parimëteleauerſita molte nó ſono meno auerſita che
poche,& nó meno pure auerfita--rò J“- Waçu r AM” -iñ 413 n’nçm 'lui-;Bic
Wçſte vocixozu 15(- éá‘öv vagliono quäto valeuano tutte quelle x0
’îs ‘más- r M39- &c. ne ſono poſte ſe nó per ripetere pienamëte quelle,
Lequali parole poſſonoliauere due intelletti l’v no de quali liabbiamo
ia detto cioè che la tragedia ſia attio ne tli coloro che rappreſentano
ſaper-ata mëte per particelle di ciaſcuna delle ſpetie ſupplédo ñ A57! .‘
”yfl'm cioe‘ delparlare diletteuole. Mal'altro intelletto,che apprOuia
mo lì perche leparole piu pianamente vino ordinate ſi perche nó fa
al: S il dl bi'
di biſog no ſupplire coſa ninna a ſpetie,è the fi dica che la tragedia è
[ttiOl‘lt’tll ciaſcuna delle ſpetie dl coloro che rappreſentano ſepera
tamente per particelle intendendo periſpetie de rappreſentatOri, par
latori, ballatori,cantori, & ſonatori. Adunque dichiara Ariſtorele
quello che haueua detto che ciaſcuna ſpecie de rappreſentatori per* '
particelle raſſomiglia l’attio ne diuidendo gli in due ſpetie ſole , cio è
in vna riponendo coloro che raſſomigliano con parole, 8c nell’al
tra coloro, che raſſomigliano col ballo col canto 81 col ſuono,li—
quali anchoratlie ſieno diuerſi tra ſe come ltabbiamo veduto di ſo
pra non di meno ſono da riporre in vna ſperie ſola de ralſomiglian
ti perche in vn tempo medeſimo elſercirauano il loro meſliere in
certe particelle della tragedia ceſſa ndo in quel tempo i ſauellatori
fi come dall’altra parte celſauano qua ndoi taueliarori faceua no le
parti ſue- Et nota che ſotto la voce ad” ſi comprende il ballo, il
canto, è'l ſuono quantunque fieno eſſercitn difiinti, 6: fatti da per
ſone diſtinte ſi perche ſi ſanno in vn tempo medeſimo , & paionoin
guiſa congiu nti che l'v no non‘ ſi poſſa cſſercitare ſe nZa l'altro,ſi per o
che ninno di loro appertiene al poera.Laonde anchOra per l’auenire
gli comprendera tutti ſotto vn nome ſolo “Homliah
'n PART l CEL LA S ECON DA. E'miö ”fáflomr'mmñflg di)
a, uſa-rd”, ”Y‘S-ro! ali: ltd-,Un’me ì" Jun ”igm erJ‘Î’cs i 13“45 34-10: *frangia-ru au
” MUDth La‘: Alè”. iii-Miro” N_Ufllîuîi1aa 1142- uuumv .' Aly” Aeg-…Bl- u’nráò ’ü
,a vöpgírpr allow”, ”Monari-n 5, Î 1G Num anqa‘v ſxo arnie”. “enti J“t ?tfr-Zara':
ì 91 ?Fidulullflg *mi-Hera; 7110p ”faſi-Tav, al: ora-ln” Moris :ius E… ”mi ro
,, 1b ièos, mit 1A} ”Aim-,413194 *nd-rue» ”ù *ai: ”Paí-u iam ”W Ulaſſd’ nm, ”'1
,, num ari-ria J‘do ”Sp flfàÈtov Fava!, J‘iámar, ”l‘a 3305 ”ù agi-rà voti-ius ”ù Wyxávoudl,
,a ”à &Mi-”790211561 mir-ru. 't'si 5 'fils all'0 Mafie!” E (Mes uſura:. M7” ”70” *raiſ
,, m, Tzu‘- driver,… -ró'p Wayne-'tro', KO”, ut" 5 muori: nm, ?un nali?” ”ls ”fai-r:
,, Tufflífl‘la’mlav iv 70‘015 Aiyogflsînrd‘andovci 'rl ilmçalllural7vduáu,a‘va7c
z, iui o?” ”fit-is mero-Mrs flip! ìtm‘iÈ, ma‘ ìmraffls {gli i -rçqgáſſla, wii-m J"îsiv.
,, ”7605, leo-,1924 Alè:: ma J‘tàvoiaflsù 3+”, ”ù (Amami-x. oi: u‘u rif ”tuorli-Tau J‘v'o
,, Elf” lslv,i.‘›.r fllflouîledfl, ci? armi-m rçi'x. ”ù mag-ì mö‘w eian. Wii-rai: ai!
,, ai” olix ihllyotñlñmSp, és émîr xixlumu ‘mis tiá‘tdi ”il 3+” {7La 7b näv, ”il i503
,, ”ù ”3907, ffiÃlÈllflçda gia”, ”ù J‘advomádau’ws. -
C O N T E N E N Z A. Come fienoſei parti di qualita della trage—
dia & quali, 6t a qual maniera di raſſomiglianZa pertenga ciaſcuna.
`delle ſei parti. e
,, V V L G A R l ZZ A M E N TO. Hora perche (Perſone) operano.
,, do fanno la raſſomiglianZa di neceſsita primieramente tara vna paró,
[nella ._`
67
ticella della tragedia l’ornamento della viſta. Poi l'opera della i'm-lor“
dia, 81 la faut-lla. Percioclie conqueſte coſe fan no la raſſomiglian- “q
, za. Et dico fam-lla la compoſitione ſteffa de verſi miſurati, 81 opera “
di melodia quelloplie hala forza ſua paleſea tutti. Et perche èraſ- “ -
ſomiglianza d'attio ne, 8t è fatta per aſcu ni, che operano, liq uali è di “
neceisita che habbiano alcune qualita ſecondoil coſſume,& ſecondo “
la ſententia, percioclie per queſti (co fifatti) diciamd l'attioni di cer’- “
tequalita,ſono naturalmente due cagioni, percliel’attioni ſieno di “
certe qualita la ſententia, e'l coſtnme- Et ſecondo vqueſte tutti li“
. huomini ſoiio ſelici,oinſ`elici- Hora dell’attione la ſauola è ra o- “
miglianza , percioclie dico ſauola queſta , che è compoſitionedelle “
facende, ei coſtumi (q neſſi) ſecondo i quali‘ gli operatori diciamo eſ- “
ſere dicerta qualita. Et la ſente ntia (conſiſterein quelle coſe) nelle “
quili iſauellatori dimoſtrano coſa particolare, o anchora proſeri- “
ſcono ſententia Vniuerſale. Adüque di neceſsita ſono ſei partid'ogni "
tragedia, ſecondo ſe quali la tragedia e‘ di certe qualita. Et ſono ue— "
ſte Favola, Coſtumi, öl Fauella,.& Sententia,&Viſta,& opera di e- “
lodia percioclie ſono due parti CONCHE raſſomigliano , 8t vna “
Come‘ raſſomigliano & tre CVſ raſiomigliano. Et oltre a queſte niu- “
na (ci) lia. Non pochi adu nq ue hanno adoperata queſteſpetie d’eſ— “
ſe ( tragedie) accioclie dica coſi. Perciochela uiſta comprende il tut “
’to, e’l coſtume, & la ſauola, 8: la ſauella, 8: la ſententia ſimilmente. “
S P O S l T l O N E. Trapaſſa Ariſtotele dalla diſfinitioue della
tragedia a trouare le parti di qualita d’elſa tragedia, le quali ſono ſei
Viſta clie contiene in ſe le perſone gli habiii e i palco. Melodia che
contiene in ſe baſſo, canto 6c ſuo nO, Fauella, Coſtume, Sentcntia, CB
& Favola- Lequali ſei parti di qualita ſi poſſono riducere a due capi.
L'Vno de qnali ſi puo nomu-e capo inter no & l’altro capo foreſtíea
r0. ll capo interno e' imaginetiole ci'o è lia per ſoggetto le coſe ſotto
oſ’te all’imagi natiua, e’l capo ſorefliero è vdcuole, 6t vedeuole, cio è
Ea per ſogge; to le coieſottopoſte alla Veduta, & all’ vdita. Hora ſoc
to il c ;po interno ſi ripone la f .uola, le quale percioclie è rappreſen
tatio ne d’attione liuma na ſi tira ſeco di neceſsita il coſtume-,Bi la ſen
[entia ſcoprendo” ſa bonta, &la maluagita nel fare l’attione per gli
coſtumi, 8: per la ſententia degli huomini. Perche tre parti di quali
u cio c", t`auoìa,cuſtunie, 8: ſententia ſicontengono nel capo inter:
no o imagineuvie. H: :ra pei-clic da coſtumi buoni o rei, 5c dalla ſen
tentia ſi HCO” , :toi-Q coſt.; 0 che_ fannoì’attione cio è ia ſauoia eſſe:~
”buoni
` o regia ah‘e-..ciítfllu l'ai
` * aio nc ſecondo
ſi' ii deſìde:
g iu :oro
‘ o tra,
co n-q_
i]
,l
l
n
., la, & de eoſtumi, clie ccnſtituiſcano (bene) le coſe. Comi anchor"
,, ( moſtrano) qnaſitvtti i primi poeti. Adunqveprincipio & come ani
maèla ſavoia della tragedia. Et la ſeconda coſa ſonoieoſtumi.Pee
cieche coſa ſimile auiene anchora nella pittura poiche coſi non dilet
, terebbt alt‘riliauendo diſteſi belliſsimi colori confuſamente (come fa
rebbe) ſe di chiaro 8:_ di ſcer haueſſe figura” .v na imagine. Et è raſa
ſomiglianza d’ attione, & per queſta maſsimamente di coloro che o.;
perano,la teiza coſa-ela ſententía , Ct cio è il poterdire quelle coſe
” che viſono, o cheſarebbe conveneuole che vi foſſero. ll che è opera
de ragionamenti dell’arte cittadineſca o della ritmica Percioclie gli
’ an-~ hiintroduceua no le perſo nea parlar ſecondo la Ciſtailſnefca,
ma i modernile’ntroducono ſecondo la rit0rica. Hora il collante è
” tale, che dimoſtra quale ſia l’attione, nelle coſe nellequali non e‘ ma*
” nifeſto ſe il favellatoreól'elegga, o rifiuti- Laondeei ſonoderagiona
” menti che non hanno coſtume. Et la ſententia èin quelle coſe-,nelle
” quali dimoſtrano alcuna coſa come è,o come non è, ovniverſal-~
” mente ſpengono alcuna coſa,La quartacoſa è; la ſauella deragionz
” menti. Hora dico, come èſtato detto prima,la fauella-eſſerela ſpo
”g ſitiorie cheſì ſa per parole. ll cliene verſi , &Éeſh proſe ha quella
” medeſima foizaJ-Iora oltreall-'altrecinqve co ha l’opera della me
” lodia grandiſsimo diletto, & la viſta, con utto che tiri a ſe gli animi
n non è dell’arte,&apartiio niunoè p ' della poetica. Peſcia
D che la forza della tragedia è _anchora ſenza paſiiire all'atto & ( ſenta )
i* ieontrafacirori. Anc ora èpiv propria l’arte del legnaiuolo perl’ap‘
*i parecchio del- palco, che (l’arte )del poeta. __i
S P O S l Tſ O N E. "ì-Is” Brit-'mi kim-&c; Poiche riſtote ha
trovate le parti della tragedia di Qualita 8t provato che ſono lei bom
inueſtiga la dignìta loro,& in qual grado ſi debba riporre ciaſcuna
diſoro- ’Vuole adunque prima che la favola ſia la partedi ualitz
principale, 81 quella che ſi debba ſtimar piu & da antiporre‘a ltre
per cinque argomenti.Egli èvero che nö parecheco ’ primi-”go
~ menti voglia antiporre ia favola ſe non a coſtumi quaſi non foſſe di
ſputa del primoluogo ſr! non tra qucſte due pa ', 8: che c0 tre aſili
voglia antiporre favola ſe non a coſtouii,alla ſentent‘ 8t alla fa“
nella, quaſi l’opera della melodia 8t della viſta non per eſſe al poe-Î
ta ſi come non pertiene , o non ſempre accompagnaſſe la tragedia
Ma ſi come vedremo de due argomenti primi , ſi come dimoſtrano
ame ndvni la maggiora n2a ſopra i Coſtumi', coſi l’ vno la dimoſtra ſ0"
pra l alti e parti, Sil’ altro ſopra la ſentenda l’opera della melodia,&
_ [av-Ra,
. * *ñ o’ o ' .
5
ſa viſta non che ſopra i coſtumi la ſententia 81 la ſauella. Adunq7ue
il primo argomento per lo quale mette la ſauola inanzi a coſtumi è
tale. (Luc-lla parte che è il fine d’ vna coſac‘ da piu & dee eſſere anti
poſtaalſ’altra parte che non è fine, percioclie da piu èil fine,che non
è la coſa ’perla quale ſi peruiene al fine. Poiche adunque l’atrio ne che
altro che
guita nonlaè‘she la fauola
fauſidla e il fine della
è da antiporre tragedia,
a coſtumi. Ma8tperche
non icoſtumi ſe
altri pote
… dubitare ſe la coſa ſteſſe coſi, cio è ſel’attíone, 6t per conſeguente*
la Fauola ſoſſeilfine della tragedia. 6: non icoſtumi pruoua cio per
due ragioni. Et la prima e‘ che la tragedia Vuole per ſuo natural ter
mine la mutatíone di ſelícita in miſeria o di miſeria in felicita, la qua.
le mutatione non auiene per mezzo de coſtumi, ma per_ mezzo del.
l’attio ne, nella quale attione ſono richiuſi i coſtu mi peraccidenre.Az
dunque la ſauola è il fine della tragedia 6t non i coſtumi' Et la ſecon
da ragione è che niu no poeta in componendo la tragedia prende
l’attio ne per riſpetto de coſtumi, ma dall’altra parte prende i coſtumi
per riſpetto dell’attione & le perſone coſtumate per ſecondare l’at
tione,& per parlar piu chiaramente dico che quel fine d’alcuna coſa
che e‘ piu lontano è da piu che nOn è quel fine che è meno lontano; ,
Adunquela ſauola che è fine piu lontano della tragedia è da piu che
no n ſono icoſtumi,cheſono ſine meno lontano. Hora eliei coſta
mi fieno fine menolontano che nö èla fauola nella tragedia ſi pruo.`_
ua per quello che èdetto, che niun poeta in componendo la trage
dia prende la ſauola, &l’attiOne per riſpetto de coſtumi, ma dall’al
tra parte prende bene i coſtumi fper riſpetto della ſauola. Et ad.“
pormente che queſta ragione con erma che la ſauola non ſia‘ì ſola
mente da eſſere antipoſta a coſtumi, ma a tutte le altre parti ancho
ra, cio è alla ſententia, allafauella ,alla melodia 8c alla viſta, concio
ſia coſa che non ſolamente i coſtumi, ma queſt:- altre parti a nchorz
fieno preſe per cagionedella fauola, 8: non la fauola per cagione di
ninna di loro. Perche appare che la fauola è ilfine della tragedia a;
non i coſtumi. ll ſecondo argomento perlo quale Ariſtotele pruoua‘
chela fauola ſia da ant~ orrea coſtumi ètale. nella parte (ht-lena;
ta via diſtrugge il tutto e da ſtimar piu che non e quella,che leuata via
non diſtrugge il tutto, ſi cOme è da ſtimar piu il capo che l’Vna ma no
percio ;he ſpiccatone il capo, il tutto cio e‘ l'animale huomo e diſtrut,
to 8: non è piu animale,ma ſpiccatanc l’vna mano tl tutto cioè l'ani
male huomo non ècltſtrutto, 81 rimaneanimale,& huomo anchora.
Adunqu ſe ſi truouano tragedie ſenza coſtumi lequalipurc che habè
" ì V 3 biamo
. ñ
. , e . . ‘
liiano la fauola ſono non dimeno tragedier ſe ſitruouano tra-~
gedie ſenza fauola, lequali anchora che habbia n0| coſtuml non
ſono percio tragedie ſeguita che ſia piu da filmare la favola che
non ſono icoſtumi. Hora queſto ſecondo argomento dimoſtra
la maggioranza della fauola non pur ſoprai cofluml miſopl'al‘
ſententia anchora , 6; ſopra l’ opera della "161mila 3‘ ſopra v"
ſta potendo eſſere tragedia non meno ſenzaqutſte ſlk parti, che—
ſenza i coſtumi, ma queflo argomento non dimoſtra la maggiq*
ranza della fauola ſopra la fauella non potendo eſſere tragedlí
mancandoui la lauella ne piu tie meno come ſe vi mancaſſe la fa'
U013- ll terzo argomento è addotto da Ariſtotele a prouare che
la ſfluola è da anirporrea coſ’tumi, alla ſententia, &alla fauella che
ſ0.no le tre parti proprie del poeta , 8t e‘ tale. Pogniamo da vna
parte che vna tragedia hauelſe queſle tre parti perfette coſtnml,
ſententia 6t fauella, 8t men perfetta la favola, &pogniairo dal‘
raltra Parte, che vna riagedia liaueſſe vna facola pei fetta ,8t le
‘ſcſOPradette partlrren perfette, certo li vedrebbe per eſperien
za che ſarebbe piu da lodarela tragedia della favola ſerlcrta, 6c
d“ll’altre Parti imperfette, cl.e quella delle tre altieparti perfette,
a della favola irrperfetta. Ma peiche ſi conoſca piu chiaramente
la forza diqcrflo argomento temo diciamo coſi Quella parte è da
Piu dell’altie parti, che eſſendo eſſa perfetta opera che le’mpei fet
tionidell’alcre parti ſono meno biaſimexfloli, ma la perfettione del—
la fauola rende le’mperfetrioni delle altre Paſſi mcnbiaſimeuolí
che non fa la Pcrfcſtloneflclſaltl't' parti la' nipclſcſſlomf della.
iauola adunque la fauola e` da antiporre a ccſti mi' aſententia, 8:
a fare-lla. Ei perche quello mt‘tltllſſo alztrſçblìc‘ ſe Vila tragedia.
liñutſſe non pur le tre parti Perleltt: ma anchora inſieme le
due rimanenti cio è la melodia, 8c la viſta, 81 laſauola men perfet
ta, .8t dall’altra parte le cinque rr-en perfette 8t la favola perfetta.~
Ò ſimilmente coſa manifeſla che la fauola per quello argomento
&da intlſ-Oſſſr a tutte le parti. ll quarto argo mento per prouare
la maggioranza ddla fauola ſopra l'altre partie' è totale. Quel—
la parte che lia inſe poſe, che piu tirino a ſe glianimi tlc-teſſere
antipcſta a uelle parti che non hanno in ſe coſetantoattratiue;
adunqL-e la ‘fauola che ha in ſe la mutatione 6t la ric0noſceiiza,
che ſono due cole molto piu attrattive, che non t‘ niuna conte*
ali-ta ne coflumi, ntlla ſententia, &_ſtc1la fauella dec tlſere fanſlF o
Ãaa loro
fia a loro, Mapei-queſto argomento non dee gia la fauola eſſ -
n-—-_:-
a
re antipoſia alla melodia o alla viſta dicendo poco appreſſo Ari
floreleclie la melodia oltre all’ altre cinque parti perge diletto, 8t
|
che la viſta tira a ſe gli a nimi- ll quinto argomento per lo quale ſi ſo
pra pone la fauola alla fauella 8c a coſtuml è coſifatto., Wndo al—
trid'a prima impara vn’arte prima impara a far bene lecoie ageuoii
a farſi, &di minor dignita, &poi le piu malageuoli 81 di maggior
dignita- Adu nque la fauola, che dal poeta ſi come coſa piu difficile
a; Pindeona ſi compone bene piu tardi, che non ſi fa perfetta la fa”
nella, e'l’coſtumc, ſi come coſe piu ageuoli, 6t meno degne,è da anf
tiporrealoro. Et perche ſi dee far quella ragione di tuttiipoeti
per riſpetto deſecoli conſiderati inſieme che ſi a d’Vno ſolo ſepera—
to per ri ſpetto deſſ’eta ſi vede ancliora che i poeti che furono nel pri
mo ſecolo quaſi all hora primieramenteimparaſl’ero l’ arte del ſare
tragedia fecero beiiela fauella, ei coſtumi , 8: quelli, che ſega-iro
no nel ſecolo appreſſo fecero bene lajfauoia quaſi ſi foſſoro meſsi ad
imparare poi la coſa piu difficile- ll quale argomento non meno
pruoua chela fauola ſia da mettete auanti alla fauella & a coſtu—
~—_ñó-—ñ nñ—vr—v mi clie alla ſententia, ma nongia alla melodia o alla uiſta le quali
ſono arti per ſe &ſe erate, 8t I'eruenti per accidente alla tragedia.
Ma ſe alcuno nega e che la fauola foſſe da piu, che l‘altre partidel.
1a tragedia potrebbe peraueniura riſpondere agli argomenti d’ A»
- riſtotele con non molta fatica dícmdo prima che le cinque par»
ti coſtumi,ſententia, faut-lla, opera di melodia, &Viſt-a ſono coſe
che ſono ſtate trouate, & eſſercitate in altro che in tragedia, 6:
prima che foſſe trouata la tragedia concioſia coſa chela fauella s’ v
ſaſſe in publica, 6: in Priuato, & ſi coltiuaſſe per Ottenere quello
eſteſi deſideraua da gli altri huomini, 8c per diletto ſuo, o d’ altrui
un:
*ñ
a‘.-- anticamente ſi baſtaſſe, fi cantaſÎe , & ſi ſu naſſe, 61 s'eſſercitaſſe l'ar
te del legniuolo in vſo commune de glihuowmi, eipliiloſophi ha.
ueſſono inſegnati i coſtum: ei ritorici la ſementia prima che foſſe
{tata trouata la tragedia. Perche non c‘ da marauigliarſi ſeiprimi
potti tragici, o anchora alCun poeta imparante a farle tragedie
ſapeſlono o ſapeſſe ottimamente queſte coſe prima che compone-ſa,
ſono o ' omponeſſe bene la fauol -,.Ia quale non er.. ſtata prima trio
y..r.—-’s-ñ -
uata,o al meno adoperata# racconcia nella gu ſa ci‘ie ſi conueniua
alla tragedia Non fuſo-O adu nque- p=ima rendute perfette le altre
partì, che lafauola pe. che foſſeio piu ageuoh, o meno degne, nl”
. P .l LI le
‘l
`
perche erano flate prima meſſc in opera in ſare altro che tra eclíej,r
ſi miſono di tempo in tempo,& tuttauia ſi mettono. Apprel 0 ſecou
do Ariſtotele medeſi mo non ſeguita che perchev na parte tiri a ſe piu
gli animi o gli diletti ſn etia ndio da [Elmar piu .81 da entiporre-all al
tre, ma ſi richiedeanchora che l'operanteviduri fatica ma giore ln
ſare quella parte. che non ſa nellealtremoiglu: non _Vuolec ie la me:
lodia qua ntu nque lenza contatto niuno (laſornita di piu diletto,clae
tutte l'altre parti,& I: Vlſta quantunq; tiri a ſe glianimi ſicno oamen
dune o l’v na di loro da antiporre alla ſauola; a coflumi, alla ſenten
tia 6c alla fauella percioche il poeta non viduraſatim come fa nelle
tre predette parti. Laonde non baſh the Ariſtotele dica che la fluo
la tiri a ſe glianimí con la mutatione &con la riconoſcenza, piu che
non ſan no icoſtumi, la ſententia,& la fauella con quelle coſt-che
hanno eſſe in ſe per dimoſtnre che fia da' antiporre a loro ſe non fi
pruoua anchora che il poeta duri piu fatica nel comporrela Fauola,
che nel Fare le altre parti. Senza che ſono molti atempi noſtri, 81 ne
ſo no fiati molti a tempipaſſatiffihe niegano …che la fauola tiri piu l'a
nimo hu ma no a ſe che alcu ne altre parti. Perche di quelli corali al
cuni rogiionoche il dilettoprincipale naſcente dalla poeſia non ſia
prodotto altro ndexhe dalla fauella , .& altri , che proceda da coſtu
mi,& altri oltre a tuttelecoſe‘ammirano la ſententia. Diche al pre
ſentealcro non dico- Anchora non‘ſeguitache con tutto che alcu
na parte dea piu perfettione al tutto ~o ſia. di piu eſſenria della coſa.
o piu finale che l"altre parti, ſi debba mettere auamia loro ſe non ſi
inoltra che vi concorrela maggiore fatica 8t i nduſtria anello” nel
facitore. ll che non `lia-fatto Ariſtotele nella ſcuola , concioſia coſa
che gli argomenti fatti da lui potrebbono hauere luogo nel ditermi
narc la maggioranza delle parti dell’opere formate dalla natura ma
per ditermr nare cio nelle parti dell'opera artificiali ſi conſidera ſola.
mentc la fatica & la'nduítría mag-giore, _fi come ſi puo vedere chi-1
ra mente la pruoufl nell' opere dell'arte della pittura, 38! dell'eſt:: del:
[a poeſiz doue nell'v ne cio è nell’opere dell'arte della pittura l’hiſto:
ria o vero favola nOn èdi níum ſtima,& nell'altre cioè in quelle del
l'arte della poeſia e‘dí t:. nta ſtima che Ariſtotele l'a ntípone a tutte le
altre parti. ll che no” procede da altro che d-l".l fatica ingcîfnoſa
maggiore o minore che ſt ſpende in diuerſe arti inſvna tn_ cfima
parte. Laonde Lezn Battiſta Alberti Fiorentino ſoleua direchej con
flu mi erano la princiral par te nella pittura' perçíoçhe ſi richieden
maggior fatica 6‘ ‘ittduſtriîag rappreſentargli che a ſare altro. i)?
'WTO-P1‘
vçaroá‘la niflndſs içiv .indugi-Tor” &c ſormaAriſtotele il primo ar
omento per trouare che la fa uola ſidee antiporre a coſtumi dalſi ne
della rragediajl quale e‘ l’atrio ne & non icoſtumi.Dice adunque che
ſela tragedia iiaucſſe per finei coſtumiſarcbbe ſtato poſto nella diffi
nitione , che la tragedia foſſe raſſon’a’ lia nza degli liuomini, 6t non
delle attioni,ma è ſtato poſto che èra omiglianza dell'attioni,adunr
Bue l'attione è il fine. Main quanto dice che non è raſſomiglianza
egli huomini intendi coſtumati,ne princi almentc,ne per ſuoſine.
Percioche acceſſoriamente la tragediaè ra omiglianza degli l1u0mi
mini ccſtumati per accompagnare conueneuolmente l'atiione- Na
molto monta ſecondo me che ſi legga piu toſto ”uſim che ”faſi-ati,
percicolie quantunqenella diſſinitioneſia nelnumero del meno 1mi
çcas,& che la tragedia richiegga elie l"attione ſia.vna ſola,non dimeno
l’v na ſola attione ſi conſtituiſce di piu altrcattioni ſi comezvn corpo
ì"-’~
ñ’—
{i co nſtituiſce di piu membra Laonde dice Ariſtotele 733 ”Jeeg iii-a di.
’diſp -röp Tifa mex-reputi ai'ou ”i {Malawi-:s xi wá‘aimvi'at. Conferma l’argo
mento gia ſaato in quanto lia preſuppoſto che l'attione ſia il fine
della tragedia,o la felicita ola miſeria,la quale ſelicitap miſeria non
'ir-i x‘ congiurita co coſtumi,neoperata daloro,ma è con iunta con l'at
'ë-È‘É
ſi
Α
ti'o ne della tragedia,& prodotta da quella , adu nque il fine della tra:
edia è l’attione ſk non i coſtumi. Per clie _chiaramente appare che
* non è da leggermi aſi-,ma ai M ma poſto clieſi.legga gli è da ſporre
della vira felice o miſera ſi come neſanno fede le uoci ſeguenti i)
îoJ‘aiflou'as ai Mminoiſas.Lequali ſono aggiunte per interpretatione
.à _. di‘ ;(01581 ſorſe ſarebbe da leggere its-‘i e'ou xsà Eſiffiſflfl@ 'sù mááiyovgñ.
Ea: ”ù ;cifzòó’mmw'a ii ”dia îsl, quiſenza ſallo manca ”ù Marcianiſe‘ cioè
la ſeliciſafiz la miſeria è congiunta con l’attione. ”ù 151MB- rif-&Ei; fl':
Fflíëuì isipffi’mio'fls. N on poſſono eſſereicoſtumi il fine della tragedia oi
che il fi ne della tra edia èattione ſicome e‘ -ſtaio detto,& non qualita
a ncliora clie non egui rebbe di neeeſsita poſto che il fine della ira
gedia foſſequalita che icoſtumi ſ0ſi`ero il ſine ſi come dall'altra parte
ſeguita di neceſsita dicendoſi il fine non èquaiita,adu nque i coſtumi
i quali ſono vna ſpetie di qualita non ſono il fine. Et queſte parole
ſono dette per dichiarare piu la confermatio ne del primo argomen
to, 8( per dimoſtrare che‘ monta aſſai che il fine della tragedia ſia atrio
neo-qualita, perciocheſe il fine i‘: attione fagli liuomini ſelici,o miſe
ri ſecondo ehel’attione auiene ſecondo & cótra il deſiderio loro.Mz
*'c
'è
t-:t-
[a uali'ta cioei coſtum'anon fanno gli liuomini felici o miſerí,ma
vùzuofip vitioſip d’alire ſimili qualita acoſtuini, ch; ſonoin loroillî
- qua
*ſi".
ñ .s.
m'u na ſeguita clic lia picciolezza,& per queſto ella no n è ama e075“
flituire la tragedia richiedendo effa almeno alcuna grandezza della'
ſauolaJMp ‘5 ;a 135W &gx-7p :Led nido‘: ”ù erlip- Per che la prima coſi
richieſla alla ſauola è il tutto dice che coſa ſia il tutt0,cio èche e‘ q ue[.
lo che ha principio &mezzo &fi neaL‘a quale diffi nitione uedremopo
co appreſſo co me ſi Verifichi nella ſauola poetica,&percio laſcia odo'
hora il tutto della ſauola da parte diciamo che ci è alcun tùtto che
non ha ne principio ne mezzo ne fine comeèil cercl1i0,e'l cielo, &
dio,che pera-io ſi rappreſenta con uno cerchio , 8t ciha alCun tutto ‘
che ha principio ma non ha fine come l’anima ragioneuole, &Fan
gelo eletto o il dannato,&ci è un altro tutto che ha principio &mezl
zo,& fine come dice qui Ariſtotele. Ma perche iltuttoſi conſidera '
per alc u ni riſpettidiuerſamente come per cagi0ne d’eſſempio ſe con-~
ſideriamo il tutto del cielo per riſpetto della figura tenda non [la ne'
principio ,ne mezzo,ne fi ne ,ma ſe-lo conſideriamo per riſpetto d el
l'eſſere ſtato ſatt0,&del doueruenir meno haura principio, mezzo,&'*`
fine,Et puoancliora hauer principi0,mezzo 8t fine per diuerſi altri ’
riſpetti,che altri ageuolmente ſi puo imaginare, ſarebbe ſtato bene
elle ſi foſſe moſtrato per quanti riſpetti diuerſamente ſi poreſſecö- '
ſiderate vn turto,& quale conſideratione di tutto ſoſſe conuenuta al
ia’ fauola accio che altri non caminaſſe albuio in coſa che ta nto mö
tia-3:90? in“ :af-TW ZE bh”: mi ”UTM-o is'i ,fluviltìſo A“ riçopwíçvn‘a è, `
IWBanDrce che cOſa ſia ciaſcuna partedelletre, che conflituiſcono ‘
il tutt0,& prima che ſia principio,la qual parte` non puoeſſere princi
pio ſe non ha due coſe,l’v na che non dipenda’ di neceſslta da coſa
paſſata l'altra che da eſso dipenda coſa uegnente che fiain eſſere, o -
che debba eſſere.Adunq; il principio in quanto riguarda le coſe paſs -
ſare ha due riſpetti cio è o che non dipendeaniun modo da quelle, o
ſene dipëde nó ne dipendedi‘ncceſsira in guiſa che non poteſſe ſtar
ſenza quella dipendenza.Ma in quanto riguarda le coſe uegnemi ha ~
ſimilmente due riſpetti.Bercio ene riguarda le coſe che ſOno in eſſer
re o che ſiſaranno,& cio ſl dice per che ſono molte coſe acuidopo il ‘
principio ſubitamente ſeguono il mezzo e’l fine , 8: moltealtre coſa ~
ſono,acui dopo il principio ſubitaméte nó ſeguono il mezzo e'lñne
m’a tardano a ſeguire,&nó dimenocóuiene,clie diſëdano dal princi
io altramëte no ſarebbo no mezzo-&fi ne-Laonde a ncliora Ariſtore- -
euſò la Voce ”{Quup che c‘ coſa naturaleche - cio ſia o [i faccia dopo ~
il principio. La ſauola adüq; deehaUCreil principio nö dipendente *
di neceſsitadaaltra attione. Et percheil principio dell’ Orlído furicr ~
ſodi!.on uicoArioflo dipcfdedi necelsitadallo'namonméto del cóce -
I
' ' Mat-n
88
'lil-{then Maria‘Boiardo ;ne ſenza hantrne pienanotítía ſipuoi nten
.dere ſeguita Che quel libro habbia anclioraq ueſto difetto che non 11%
principio lodeuole--Muu-niä ?Sun-'omfiwë atr’äÈMo niçvnp è? I iz Giuſy”: I
is innanzi-Sei] principio preſuppone coſa ſe uente che è o che ſara,il
_ſi ne dall‘altra parte dee preſupporre coſa pa lara clieèo che ſu perdo
ehe-il principio ſi truom~ in- eſſere alcuna volta col fine,& alcuna vol
ta eſsèdoſi dileguato nó ſi truoua in eſſere col fine-.Hera il fine di pë
de dal principioidi neceſlita alcuna fiata 8K alcuna fiala nó dipende-di
neceſsita anchor-a che perla-piu ſoglia ſeguitare. quel fine,&queſto è
quello che intéde di ſignificareA riflotele perquelloiá ó: :mn-vm'. Mala
diflintione nó è cópiuta percio che cie‘ un fine che nóauienedí nece’ſ
ſita,ne per lo piu, ma rade uolte. Adüq; o il fine e‘ neceſſario-comeclie
dopo il naſcimëto dell’animale ſeguiti la morte,0 il fine nó è neceſſa
rio ma auiene per lo piu,come che dopo il ſondamëto,&le paretidella
Caſa ſi faccia il tet:o,o il fine nó è neceſſario ma auiene rade volte c0—
me che dopo la repulſa hauuta dalla ſua dóna altri per diſperato s’im
piccln. mn‘i 517m :Modifica-Se il fine èquello a che nulla ſeguita appreſ
ſ0 nó petealtri all’Eueidad1Virgilio,ſe haueha liauuto il ſuo Engag
giugnere coſa alcu na,a nchora cheMaffeoVeggio u’aggiu ngeſſe il_ iii
' io terzo decimo lodato da molti poco in ciointëdëtiſi di poelia,ne
par iméte pote altri ali'lliada d’ Homero ſe, haueua [nuoto il ſuo fine
'aggiugnere coſa alcuna auegna che0`uiato le faceſſe vna buona giun
taÒiclxe o ci cóuiene biaſimareVirgiJo &Homero che habbiano ſat
tele loro ſauole sëza fi ne debit0,0MaffeoVe gio &Vintoxhe hab
bia no fatto le loro iñte doue nó faceua me iere di glü te-Aí liga (una
:Em eü iii-*iau: [ciò-'3 ”Ze-&cfloyi chiaramé;einſegnaAriſtmele che laſl
--_ñ~w—ñv-ñ— uola,ſe dee eſſere ordinata bene,debba lxauere il principio nódipëdifte
di neceſsita daaltra coſa,e’lmezzo e’lfire ſecódo che è flaro detto cnc
ſi ricliieggono acóſtituire il tutto accioche ella uiſia tutta Ma ſequeſto
inſegnanéto e' uero &lodeUOlt—,cótraſta a quello, 8t lo diflrugge che
Ariſtorele-dira diſotto cómëdädo Homero, il quale volèdo leriuereil
poema dell'iliada nó preſe tutta l’attióe della guerra fatta daga-etici;
tra Troianigna ſola mëie vna parte percio che ſarebbe riuſcitonoppo
gräde,cócioſia coſa che dica cluHomero tra glialtri puo apparere eſſe
re diuinojl quale nó mi.ſe mano a cóporre unapoeſia dituttavna guer
r:. quîru nq; haueſſe &principio &fine,percroche.ſarebbeflata troppo
guide, ne bë dacó pi ëdere in u no ſguardo” d‘vna mezz: na grida-zz*
rauiluppata di varieta, ma ha hora-.pgëdëdoneu na ſolaparte lia-uſate
molte digrcſsiói ricori Edo agnelli(principio &fineſſi comeq nella del
racconto delle naui,& altre digreisio ni,có le quali occupa la POQſll.
z z Horn
Hora è fiala opinioue deglianti chi, &de moderni & ſpetialmente
d' Horatio,& diRidolſo Agricola,la quale per auentura ha hauuta in
certo modo origine dalle predette parole d’Ariſtotele , che l'ordine
della narratione poetica ſia mOIto differente dall’ordine della narra
tione hiliorica,periochein q nella ſi conſerva l’ordine della natura,&
ſi comincia narra ndo dal principio delle coſe , che prima ſono ſiate
ſane,& poipaſſando perlo mezzo ſiſegue in fino al fine,& in quella
no nlſi conſerua ſimileordine di natura,maſeiie tiene vno artihciale
thee di cominciare dal mezzoodal ſine,& poi per alcune opportuni
ta o digreſsioni di raccontare le coſe prima aue nute, o poi,o in mez
zo.Et affermano congran ſicurta che Homero ha ſeguito quello or
dine artificiale nell’lliada,& nell’ Odiſſea , & parimente Virgilio nel
l’Eneida , concioſia coſa cheHomero dea il principio all’lliada dalle
coſe auenute nel mezzo della guerra T roiana,cio è dallo s degno che
nacque tra Achille & Agamemnone .narrando con alcuni trapaſſa
menti fatti a tempo hora le coſe del pri ncipio,& hora le coſe del fine
di quella guerra,& quello medeſimd' Homero all'odiſſea ſua che con
tiene il viaggioo ritorno d’Vliſſe da Troia ad ltaca, dea comincia
mento alle coſe auenuteverſo la line di quel ritorno,cio &dalla parti*
ta diluida Calipſo prendendo cavi0ne di narrare lecoſe prima aue
nute perla bocca d'Vliſſe appreſſo Alcinoo in Cor ſu. Et quindi di
ceua (hintiliano vbi ab initiis incipiendum ,vbi more Homerico a
medijs vel vltimiaHora dicono che Virgilio medeſimamente non s'è
punto ſco fiato dalle veſtigia d'Homero in narrare lauenuta d’Enea
in italia cominciando non dalle coſe auenute prima madalle coſe
auenute verſo la fine cio è dalla partita ſua di Cicilia ,81 prima che gi
unga al fine,con la cagione che gli è preſtata dalla curiOſita di Dido
ne anni-rare adEnea le coſe prime 61 tralaſciare da lui. Et quindi af
fermano :dc uni eſſere nato quel motto prouerbiale Jun-:gina: d'armi ny‘
W. Et qutſla opinione dell’ordine tramutato col quale il poeta deb
ba raccontat le coſe e' coſi fiſſa nelle menti degliiiu0mini,& v’ha
meſſi: ſi altamente le radici che Giacopo Pelatiere maeſtro di que
lla arte del tutto da non isprczzare vuole che Luca no non per altra.
cagione ſia da rimuoucre dalla ſchiera de poeti,& da co mari-tra i ſa
uellatori ſe nOn perchein raccontare la guerra Pliarſalica non tra
muta l’ordine naturale. Coſíoroadunque uogiiono che la fauola poe
tica ſia intera 8: tutta ma che l’ordine delle parti riempienti il tutto
clic ſono principio,mezzo & fine ſia turbato,& transmutatofitin cio
ſia differente da.l’lu`ſl0ricochec` Ordinato Bi naturale” qual coſa
_ a me
e ‘ a
. › 39
a me non pare dire Ariſtotele ancliora clic conceda che per via di di
reſsioni li poſſano toccare delle coſe del principio, 6t del ti ne qua n
äo latoſa foſſe troppo lunga ſe ſi prendeſſe tutta non efleniloſene
preſa ſe non vna parte. Hora non poſsíamo credere che ſia differen
za tra l'ordine di narrareliiſtoricamente 8c l’ordine di narrare poe—
ticamente percio the ſe la poeſia come coſa rappreſentante-,comeè
t mio denogiguarda nell’liiſtoria come in coſa rappreſentata per qua]
ragione dee eſſere differente da lei nell’ordine f Certo non ſi
moſtrera cio per niuna. Ma ſe non ſi moſtrera perragione non
ſara percio per auentura ageuole il moſtrarlojpcr clſempi , & pu
re_ per quelli eſſempi, che ſono addotti da coloro , che portano
ſimile opinione, per pr0uarla, comee‘ perl'lliada d‘ Homero nel
la qualeſc Homero uolleraccontare tutta laguerra troiana con l‘or
dine trasportato ſecondo che eſsi afferma no , dee parere coſa ſtrana
adognuno,clieegliſpenda tanti uerſi in narrare l'ira d’AclxilleJa qua
lefu una picciolxi particella della guerra troiana acceniiando ſola—
mente con Pochi verſi la venuta de reci a Troia,& la dimora di
noue a nnicontinui.che quiui fecero a ediandola & mettendo a ſa n
gue,a fuoco,&airubail circoſtante paeſe , tante citta,caſtella , & ville
ſottopoſtep' fauoreggia nti ,o danti aiuto a Troia con tante nouira
che auen nero in queſto tempo. Le quali coſe tutte furono inanzi che
Achille ſi sdegnaſſe. Et poiche l’ira hebbe fine perche con tanta
breuita ſi ricorda no o del tutto ſi rralaſcia no coſe ta nto memoreuo
li come èlapreſura &l’ar ſuradi Traia,la uenuta di'l’anraſilea , ›& le
ſu: prodezze,& la morte,& la venuta di Memnone, 81 le ſue valen
tie & la ſua mai te,& breue mente la morte d’Achille,la morte d'Aia
ce,& tante impreſe degne dilungliiſsimo racconto.Adunq; nó dob
biano credere che Romero voleſſe raccontare tutta laguerra diTro
ia,ne che [rabbia tramutatol’ordine del narrare naturale ma debbíar
mo credere che non voleſſe narrarealtro,che quella parte della guer
ra tr0iaua,cheauéne perl’ira d’ Achillep per dir per auentura meglio
che egli non ſi pro poſe dicantare Coſa niunadella guerra troia na,-.na
ſolamente l’ira d'AchilIe,clie fu una attione di lui ,laquale racconta
dal princrpio, 81 trapaſſando pet-lo menu perſeguita diſteſamente
in fino-1. fine. Diche ſe altri dubitaſſe, aſcoltrla prepoſitione, che
non famentione niuna di guerra troiana , ma ſolamente dell'ira (li
ee ml ſi uíup ir'eù ati-.Ne perche 'inc :dente mente ſi dicano alcune co
ſe :ritenute prima che auenille l'ira d’Achille o aueuute poi che fu
uff.; t.: dubbia mo dire che `l-lomero voglia narrare o nani quelle,ma
‘ Z z nat ra
n l
‘ mali trouarſi (v na) grandezza' & quella coſi'ſatta che ſi poſſa com
prendere in v no s‘è-.tardo coſi anchora nelle ſa uole(dee)trouaſſì~ vna
lunghezza”: que a cofiſatta che ſi poſſa tenere-a mente. Hora ll ter
mine della lu ngnezza quanto alla rappreſentatlone ln atto,& al ſen
”ſo no n pertiene all~'arte.Percioclie ſe faceſſe biſogno (di termine-;per
" rappreſentar trage'diein atto,ſi rappreſenterebe no ſenza Fallo alla
” clepſidra ſi 'come gia & alcuna uolta affermano eſſerſiſatto Hora il
"termine che e'ſecondb la ſteſſa natura della coſa ç‘piu bello’hauend’o
”'riſpetto alla grandezm quanto ſi ſa maggio” pur che ſia manifeſto.
”Ma accioche ſimplicemëtediterminidOneſauelliamo in quanta gran
i’ dezm facendoſi le coſe ſueceſsiuame nte ſecondo la veriſimilitudine o
~ ›"la neceſsita auieneche di miſeria ſi trapaſsi infeiicita, odi ſelicita-i?
”mii‘eria,q~,icſ`tn è ſufficiente termine della granda”.
SPOSlTlONE. Trapaſſa Ariſtotele'dalla prima coſa richieſta alle
ſauola bene ordinata a parlare della ſeeondaJa quale è che la ſauoſa
ì anchora ſia grande,& dimoſtra non ſolamente cliedebba eſſere gran*
de ſimplicemente,ma ditermi natamente anchora quanto debba eſſe
re grande- Hora e‘ da ſapere per comprendere ottimaméte alcune eo
ſgcllc dice Ari ſlotele in queſta particella,che alle coſe prodotte dalla~
natura ſi richiede certa grídezza perdouere eſſere belle,come pogml
mogli animali 'nó ſaranno belli ſe mn ha n no Vna conueneuole gri
dezza,la qua] có ue‘neuole grandezza ſi cóſidera ſecondo la ſtatura vfi
tata della [Oro ſpetie laonde giudicheremo vn huomoi eſſere bello
quäto è alla grandezza quando arriua alla miſura perfetta degli-hu”
mini. Percioche ſe trapaſſaſſe la- miſura vſmi ta della ſpecie huma na dt
ì molto potrebbe eſſere reputato moſtro,& non huomov naturale co
me-per ſimile trapaſſamento ſono reputatii giga nti ſl‘IOflTUOſl ne fi
tru0uache gli cómendi-per bellicótutta la loro [miſurata grandezzu
Ra nelle coſe artificiali-,8c raſſomigliatiue delle naturali nó s’ha que
flo riguardo che non ſoperchinola dubiſfl grandezza della loroſpe
tie o ſie no minori per eſſere, belle come ſi vede nelle pitture-,8c negſ'l**
doſi. lequali, & qu uali per miſura maggiore o minore della naturale
non ſi ſtimano piu o men belle o belli- Anzi l’huomo dipinto,.o ra p
preſentato in idolodiqualunq; grädezza 0 piccíolma ſi diminuiſce,
o s’accreſce dal giudicio de riguardanti tanto che ſi riduca alla [latu
ra commune deil‘huma na ſpecieflzegli o grande o picciolo che ſi ſia
è delle coſe artificiaíi, che l'accompagnauo, cOme ſono caſe, alberi,
— canixaualli, [anorma,& la debita [mf-urti conuenendo Lllc tuttele al-`
tre coſe ſiena ſecondo propor-tione verſo l'huomo dipinto ofqrmsto
ln l 0‘
`
90
in idolo grandi , o picciole come ſo oo grandi, o piccioſe veramente
_verſo l’huomo viuo d'vſitata ſtatura- Perche a'auera ſpetialmente nel
la pittura,& in ſimili arti quel detto,che l’liuomo ſia la miſura di tue'
te le coſe-Hora le figure ſi dipingono grandi , 8: gl’idoli ſi formano
grandi per alcuni riſpetti,tra quali è quello della lontananza. Percioll
circle figureo gl'idoli allogandoſiin parte lontana da glioccliide ve
ditori conuien che ſieno grandi accioche poſſano eſſere compreſe
dalla Viſta come ſi ſanno le coſe le quali ci ſono preſentate in dcbitl
diſlanza nello fiato ſuo naturale. Perche nella colonna diríZZ-îta ad
110n0re di Traiano imperatore nel ſuo foro a Roma tanto ſi mofira
nograndia coloro che le mira no ſtando in terra le figureintagli aſte
nel marmo-alte & verſo lacima, quanto le baſſe, 8t verſo il piediſtal
lo, .o le mezzane,concioſia coſa che cominciando da baſſo .fieno di
certa miſura laquale anda ndo verſo l’alto ſi ſa maggiore ma con ta
cito. creſcimento tale, che l’occhio non diſcerne la maggioranza ſo
pragiunra d’altezzain altezza in guiſa che le .giudica tutte d'vgual mi
ſura-l’altro riſpetto per loquale ſi ſanno le figure 8c gl' idoli grandi
fi e‘ per dimoſtrare l’eccellenza dell'arte, percio che nelle figure pic
ciole,,& negl’idoli piccioli nó ſi rico noſcono ivitii che vi ſono,ſi co
me ſi ſanno nelle grandi,& ne grandi,d0ue qualunque picciolo pec
cato appare. Laondei ,dipintori rei delle-figure, ei formatori rei de
glſidoli ſan no le loroopere picciole perche nó fieno di leggieri ſcoe
perti i mancamenti da ognuno, mai buoniartefici , 6: conſapevoli
guanto eſsiſieno ſufficienti,&ſicuri dell’eccellenza del loro artificio
a nno le loro figure grandi,ſapendo che altri non ,Vi notera coſa da ria
prendere, *S: tale e‘ come [rabbiamo detto vn altra volta Michelan
gelo Bo narotti,concioſia coſa che ogni minimo errore nella gran
dezza delleimagini,ſe v'è,ſi maniſeflnPerclie quella coſa e vera menf
te bella,uella quale non ſi ſcopre bruttezza,ma ſe viſoſſe mſi ſcorri
rebbe. Et quella Veramente nó è bella,che eſſendo brutta per' alcuna
cagione nó apparendo la bruttezza par bella. 1-‘ uo ancliora eſſere vn
altro riſpetto che muoua iſopradetti maeſtri adare alle loro opere
forma grande-,8; cio è al riguardare piu all’autorita 6: alla maefla del
la perſona eſfigiata che alla miſura ofiatura ſua.Si come ſono in Ro,
ma alcune ſtatue di marmo rappreſentanti Coſtantino imperatore il
magno trapaſſantidi granlunga la ſua flatura,clie ſu molto piccioli,
&Pliidia fece la flatua d’auorio a Gioue .Olimpio a Piſa täto grande
che iltépio nól’ltaurebbe cótenuta ſe l'liaueſſe formata in piede nó pa
tendo agli artefici delle flatue di Coflantino , & a Pſiidia di quella di
Gioue che ſe eſſe foſſero flate fatte ,di Miſura
A acommunale
a ì ì liaucſſgno
raPprlo_
\.
rappreſentato degnamentel'auéorita &la mae ſia d’v n tanto im'pe
ratore,& d’vn tanto dio. E adunq; differente la gra‘ndeZZa delle con
ſe naturali dalla grandezza delleeoſerartificiali fatte dalla pittura &da
ſimili arti,elie rappreſentano quelle conuenend'o'la grandezza delle
coſe naturali lodeuole eſſere ne maggiore ne 'minore de termini con
muni ordinati a ciaſcunaſpetie di coſe,& potendo quella delle coſe at
tiſìciali eſſere ſenza biaſimomaggiore, & minOre non che _v uale ſe.
cOndo cliepiaceall'artífice, anchora che per alcuni riſpetti e faccia
piu toſto maggiori clic vouali ominori. Hora veggia mo quanto dee
eſſere la ra ndezza-della ſ’auola, la q uale co nuiene che ſia doppia ſe
condo c ie l'a ſauoia èdòppia o ſi puo conſiderare in due modi , per-
cioelie la ſauola ſipuo conſiderare ſeco ndo che ſi: comprende con
la menteſola ſe'perata’dagli ſtormenti che cela ſottopongono eſenfir
8t ſi puoconſiderare ſecondo che ei e‘ſottopoſta a ſenſi per gli flor
mentipöt‘comprendeſi con-la vifla.& con i vditatinſieme o con i'v
ditaſola; DEllagrandezza della ſauola,clie non èſottopoſt'a-v a ſenſi,
ma comprend'eſi con la‘mente ſola liora‘altro non‘dico,percioclie ſe**
ne parlera poco appreſſo Ma della grandezza della ſauola che è ſot
topoſiàa ſenſi,fl& comprendeſi 'con il‘: viſta, 8t con l'vdita inſieme ed:.
dire,.clie ſia' tanta quanta ſarebbe quella d'vn caſo fortunoſo degno
d’hiſtoria'clie aue mſſe veramente eſſendo di neceſsita che corra ta'ns
to tempoin rappreſentarequeſtoeaſo della ſauola imaginato,poi`chel
le coſefi ripongono in luogo di coſe,& parole diritte,mluogo di pa
rol'e,q uäto corſe in ſimile caſo,‘o correbb‘e mentre veramète auen ne;
o aueniſſe. Perche ſi puo‘díre che la gra ndezza della ſauola,laq nale è
coſa artificialein quanto è ſottopoſta a ſenſi ſia vguale alla grandeZZl
della verita del caſo fortunoſo,& che ella tenga quelluogo che tiene
pog niamo la figura quído èd'vguale grandezza all'liuomo viuo figu
rato-Hora queſta grandezza della ſauola, che ſi cóprende per la Viſta
8t per l’vdita inſieme non dee paſſare il 'termino di dodici ſtore-ſi c0
me c0 n Ariſtotele liabbiamo ìaltroue detto; &ſaſſegnate ne lè ragioni:.
La qual grandeZZa‘ è commune alla ſauola ‘della tragedia , 8t della“
‘comedia. Ma la grandezza della'ſauola che ſi comprende con l’edi
ta-ſolamente non ſi puo miſurare con la verita della 'gi-andena del
Caſo fortunoſo, ne ſi truoua miſura ches’- ad atti all' vna grandezu‘
&all’altra.Percl1e laſciata dall’vn de lati flare la verita della gran**
dezza del caſo,~ la gra ndma della fauola‘è 'lioratmaggiore 8t è hora‘
minore,& pare che ſimilegrandezza ſia `propria dellîepopea, 61 della
dithirambíca quamo non‘dimenoì pertiene alla' flormentodèllo pa
role. E’maggiore guido la ſauola ſi narra particolarmentefl .diſtinta
ñ ñ * " * mente.
9!
menteE’minore uando ſi narra generalmente,& ſommariamente;
Hora pare cliepo si'amo para oha’rela grandezza maggiore della fa
uola fattaci conoſcere per l’ugita pogniamo incerto modoalla figu
ra maggiore che nö èſ’liuomo uiuo,&mtttrale,ſi come poſsiamo pa
ragonate la minore a q‘uella figura che è minore dell’liuo‘mo- uiuo &
naturale. Et coſi come s’è detto ,che gliartefici ſa ceua‘noìp'er tre rii
ſpettifle forme delle ſi ure maggiori del natUra’le coſi iv poeti epopei
ei uſano'la grandezza ella ſauola per tre riſpetti non moltoìdiſsimi
li a‘tr‘e ſe pradeterercíoche ſegli artefici faceuano‘,&ſanno‘le'ſ1gure
che ſi deo n‘o riguardar di lontano,magglori1 aceio‘ che poteſi'ono, &
poſſano eſſeruedute da ſunge da riguarda nti‘ o‘oſi' medeſima'm‘entei
poeti ſanno le-ſauo’le‘grandiaccioclie lo'ntelletto del uul 'o,&del c6
mu ne popolo,clie è-lótano dal compri-di mëto delle coſe ette'ſtrettz-ì
mëte,&liabiſog nodella'mcggiore grídezza della ſauola,ne poſſa eſ
ſerecapace.Laonchbmeroiacciochepropog niamoinmezzo‘uno eſ
ſépio col q‘uale facciamo‘maniſeflbqiieiloehe diciamoſpëdeîmolti uee
ſi nella narr’atióe del tirar' l’arcodiPandaro;&molti'piuneſpëde nel
la narratióe d'armare 'Achille particolareggiando & diſtinguëdo ogni
mi nuta coſa diq‘uelle dueattioni,&per queſta uia aggrídendole 8: pet*
cOnſeguentt: facendole meglio intendere al popolo rozzo che non'
ſe l'harebbe potuto‘imagí'na‘re tali per' narratiohe gen'erale,&ſomma‘
ria-A nchora s'è detto‘clie‘gli artefici ſaceua no'le figure grandi per di'
moſtrare l'eccellenza del‘loroartificio;&acqui\t‘ar ne'gloriarmettödoſì
a riſchio di poterepiuageuolmente eſſere‘ripreſi nella grandezza' che“
nella picciolezza,&io anchpradicoìclie‘ ipoeti epo’peici, liquali ſito'—
noſcono‘di ualere aſſai uſano la maggiore grandezza ſi come uſcì“
Homerogh` che ſi cOme dicemmo di ſopra fi ſg‘uarclò` Virgilio e
tutto ſuo-p‘ot‘ere,ſi~ come colui ,che douena eſſere conſapeuole della?
—-ñu-ni—-ñ
debilma‘d‘el ſuo ingeg'no:Et ſi come‘Homeroſpetialmëte e per queſta
coſa da ſopraporre a Virgilio‘eofiDante’dèe eſſere ſopra poſto alP‘eeÎ
. trarca hauëdo impiegato quelli lo ſtilein poema gride &magnifico 8:'
nel quale ‘chiaramëteapparerebbono lierroriſe uiFoſſero,8:queſti~it‘l`
poema picciolo ò: modeſto@ nel qua enon-ſi diſcernonoìcon molta*
agevolezza glierror'i ſe' uiſ0no'concioſu c‘oſa’ch‘e i‘ſonetti gli' epigrío'
mi &ſimili poemi piccioli fieno ſimili alle ſioure picciole ſtádocelato‘
negliuni 8tnell'altro'diieggiereognigran-dite1to, Di cliepuorëde‘re
nera teſtimoniäza il Petrarca,il quale liauëdoacquiſtata lode marito’
uiglioſa per gli ſonettí,&’per gli‘poemi brieui~ non ſia potuto s‘cliiſao'
ue biaſimo quando‘hatcntato di rallargarſi,& d’vſare grandezza ſeria*
nando capitoli-Si diſſe ultimamente che i maeſtri delle figan dzuanoì
Aa a loro
lato grandezza liauendo riſpetto all'autmita &alla maefia degli liuo-ſi
mi ni,o degl’iddn rappreſentati piu tofl0,clre alla {la tura loro.” che pa
(imëte fanno f’ll epopeici che in ringratiare o in lodare le perſone
publiche &gl iddlij uſano grandezza maggiore che nonrich-iede vn
ringratiamëtop Vna lode per quella medclima cagiOne ſeſi faceſſe ad
vna perſo na priuata percioclie le perſone publicheſoſtengo'no la c6
ditione di tuttala perſona d'un popolo. Et percio non le” puo parla
re ſe non allungo,&c0me dicoſa che monti aſſai.” che oſſeruò Otti
namëte ben chefuori di poeſia Cicerone nel ringratiamëto che fece
a Giulio Ceſare perla reſtitutio ne alla patria per Marco Marcello ,6c
oſſeruarorîo ottimamëte pure in rëdere grazia che fecero Plinio Ni
pote aìTraian0,&Auſ0ni0 aGratiano,ma per auëtura nò' oſſeruó gia,
eoſi beneMartiale ringratiído con epigrämi brieui DomitianoJ-lora.
ſi come la grídezza della fauola che ſi cópre nde c6 lauiſta 8( conl’udi
ta non puo paſſare dodici liore come e‘ ſtato detto coli la gra ndezza
della fauola che ſi comprende per l'vdita ſola non puo paſſare que*
(lo medeſimo termino di dodicr liore. Et qualeltuomo ſarebbe quel
lo che poteſſe o le oerevn poema piu di dodici hore o aſcoltare? Etin
cio l’una &l’altra auola ſon pari,ma in qnello nó ſon pari,clie quel
la ha il ſuo ultimo fi ne intra dodici liore &in vna fiata,&q ueſta non è
coflretra a terminare tuttain dodici hore in Vna fiata ma balla cheu
na parte d'eſſa non trapaſsi quello ſpatio potendoſi in uno altro gi a
orno darfine ad vn altra par.e,&in un altro ad un altra infine a tan
to che le lì dea l’vltimo compimento-Et quinci ſono ſtate trovate le
diuiſioni,&d’vna fauola fatti n'e piu libri ſeruendo ciaſcun libro all*
narratio ned’vngiorno,nc èdi neceſsita che tutta la fauola ſi for ni
ſca in vngiorno,&*in vna fiata,poi che non famefliere per far cópren
dere quella fauola ne di palco,ne di rappreſentatori,ne diſpeſa niu—
na,nelo'ntramettere ancliora alcuni giorni tra l'u na narratio ne d'u
na parte &l'altra d’v na medeſima fauola non è punto coſa ſconue no
uole.Ma tëpo è di ueníre homai al teſtoá'fl ‘5' ‘mi mi‘: mi: ſcs.” ai Zar-p ri
”fam-:,&cffloiclie s’e‘ ueduto chela fauola dee eſſere per fetta, & per
conſeguente ui dee eſſere tutta &liauere il principio , il mezzo_,e’l fine
8: cominciando dal principio,&paſſando perlo mezzo peruenire al
fine,&non cominciare dal mezzoo dal fine come molti s'lianno ima—
Finale che ſi debba fare,ſoggiug ne Ariſtotele che ancliora vuole eſ
ere rande,&entra a fauellare della ſeconda coſa ricliieſta alla fauola
per c ie debba eſlere bella- Hora eda por mente-all'ordine delle parole
che pareiuterrotto,&flare inpendente. ſ’é’rciocheliauendo detto-Et
appreſſo Per che l’animale bello,&ognicola _conſtituita di _cei-te parti
L . ee
92
dee hauere non ſolamente quelle Parti ordinare , ma 'eſſere an( hora
accompagnata da Frandezza pendëdo tuira nia quefio ragionamëto
ſoggiugiie laonde ameſtieie che ſi come ſi richiede a corpi,&agliani
mali grädezza &clie queſta ſia tale che ſipoſſa cóprëderein vno (guai'
do coſi anchora è richieſta lunghe-221 alle fauo‘le,&clie queſtá ſia r”
le clic ſi poſſa agencimëre_ienere a mëie.Perche è da dire 0 che Ari
flotele parëdogli che ràbnifoſſe iäto lontano che il letioreſe l’liaueſ
ſe dimëticato perle molte coſe,che erano ſeguite,lo laſcia in penden
te,&come ſe liaueſſe hauuiaſua riſpoſta raccoglie in c0ncluſione le
coſe detedídoloro nuouo principio , o è da dire clie 15851 non lu
qui quella ſignificatione che cómunemenie ſuole ha uere cio e' di‘ pero
clie,o perla qual coſa,m0ſtrando il parlare paſſato eſſere cópi uio,ma
clic qui venga adire Adunque o percio , 0 ſimile coſa accio clie non
fia particella diſgiu ma da imi- Ai‘o è'… Wáflſhxgoíu lim 74mm M5@.Ar1ſt0o
tele poria opinione che la grandezza della ſauola voglia eſſere tanti
che fi poſſaxſcnza fatica tenere a mente, & tenta di prouarla o di ſar
la ma niieſh con una comperatione dicendo che quale proporrio ne
ha la miſura dell'animale verſo l'occhio noſtro tale ha la miſura del
la fauola uarſo la memoria noſti'a. Hora ſe l’a nim'ale è gra nde oltre il
contieneuole non puo elſeie compreſo tutto dall'occhio noſtro in
ſnno
i er laſguardo,&ſe è pzcciolo
ſua picciol’ezzz oltreben
puo eſſere il conueneuole fatica l'occhio
compreſofflarimenke , ne
ſc la ſauod
ſara grande Fuori di modo, non porra eſſere ritenuta interamente
nella memoria,& ſe ſara picciola oltre a modo accio che la compa.
ratione riſp:›nda anchora in queſta parte biſogna dire che fatiche-ra
la memoria,& clic perla ſua picciolezza non potra cſſere compreſa
dalla memoria-ll che è falſo eſſendo molto piuageuol coſa il tenere
0 il mandare amante le coſe picciole,o brieui, clic le gra ridip le lun
ghe-’Senza che anchora la miſura dell' animale che è grande oltre il
conuencuole non lia i-nieraméiequellaproportione ueriol’occhio,
che ha la miſura della ſauola grande verſo la memoria-,conciofia coi
fa che ſe la grandezza dell'animale non puo tutta eſſere compreſa iſt
uno ſguardoſſi poſſa comprendere in dueoin piu- preſſo Che in vir
rempoſacendo l’occhio
'dezza della fauola l'ufficio
non èturta ſuotempo
in vn in un momt nio.l\’l a ſe la gra na
nella memoriamoiſiipuo‘
miga ſubiramenreeſſere compreſa dalla memoria in piu volta-,parco
clie oicorre tempo a mandarla a mente perpar.i. Perche per auenru—
ra la comperaiionehaurebbe con piu proponione riſpoflo ſe liſoſſe*
detc0,clie coſi comele coſe naturali,.c0nie ſono animali grídi oltre il
conucncuox, auicinace all’occhio non poſſono elſere compreſe in
` ~ vno
-unoſguardo non potendo i raggi uiſiui diffenderſi per tutto il con'
ñpo accoflato all’occhio ma ſe ſene ſcoſta no alquanto,& ſe ſi confli
euisco no in luogo vn poco eleuatopotran noieſſete compreſe per lo
ſpargircëto de raggi,che_abbraccia no &circódanoin .vno ſguardo tu!
ta q nella grädezza &fiaquäto ſi vogliadöz ;le coſe picciole oltre il c6
ueneuole per la loropicciolezz-a-ſaticído l’occhio nó poſſono eſſere
ben cópreſe ſe coſa accidétale nó le ſa parer grídi,come ſono gioie,
&tra l’altre il caitbóchio,che paiono maggioriper lo lipo,& per c6:
ſeguente ſo no cóprcſe dalla vifla ſenza fax-[Ca , medeſimamëecofi la
grädena della-ſemola che naturalméte ſarebbe difficile da ricordarſi ſi
puo per arte diſtinguereñin certe partifltpuo raccogli-:iſt incerte pat
ti,&riceuere tale ordine che og ni cómune memoria ne ſara ricorde
uolecögridiſsimoidilettofl la ſauola picciola la quale perla ſua pic
ciolezza ſarebbe ſprezzata,&q uaſi come coſa urle ſarebbe dalla memo
ria gittata viacon alcu na coſa accidétale ſi nobiiira 8t ſi ‘rende memo
ſcuole pogniamocon alcuna ſingolare no uita,che handle in ſe didet
lo o di ſano RM’ 31741… 1075 Mei-n -ràîv ”il *rà :Mei iuris' .du-231'“ Ariſto
tele nella particella proſsima ſeguente dita come ſi richiede ancho
ra alla ſauolaiche ſia vna,c io ‘è rappreſentatione ,d'vna aldo ne ſola
d’ vnohuomo ne troppo lunga, ‘ne troppo .corta. ;Hora in quel
la guiſa lamemoria non dee poter comprendere ſe ,non-v na ſauola
ſola, the non ,fia .nettoppo lunga ne troppobrieue, ;nella quale A
riflorele dire,che l'occan «non puo comprenderein uno ſguardo ſe
non u noanimale che non ſia ne troppo gra nde, ne troppo picciolo
perdo che ‘ſexè troppo grande l’occhio nol puo in .vno ſguardo ri
guardare tutto,& fi dilegua il tuttodalla veduta, BK nonzſenc uede ſe
non alcuna zparte,ne ii puohauere quel diletto dellayedutapgiudi
care la coſa 'ueduta comeſi ſarebbe ſeſi .vedeſſe tutta -inun te`mpo ,&
in Vna guardatura percio cheſi vedrebbe la propertione dellemem
bra,& [i potrebbegiudicare ſe riſponde-[Tono tra ſe,o` no;La qual co
ſa non ſi puo ſare-dirittamente ne ſenza difficulta quando ci conuies
ne ſpenderevno ſguardo-in vedereciaſcuno membro per ſe. Parimë
te non puo altri hauere diletto niuno d'vna ſauola in giudicareſeflea
bene o male ſe nOn ſela ricorda tutta in Vn tempo concioſia cola che
l'vna parte dipenda dall'altra ,-&ll'u na operi che l'altra ,ſia bella o
brutta,& alla fine _tutte _in {ic-me .concorrano a farla fauolabella 0
lai-urtaddunqueconniene che il tutto dell'animaleſia compre ‘n dal
l occhio in VnO ſguardo cl tutto della fauola ſia compreſo dalla me
.mona invn tempo ſe (ene dee trarre compiuto d.lei to;6iſeper alcu
.nO "N
fi“
l
*ñ.
-
‘u-*ó'~'l-l‘
ato impedimento Opei- troppa grandezza , oper aſtro!? ſciema o ſi
perde i'l tutto,.ſi ſciema ancliora 81 ſi perdeil pieno diletto che ci
potrebbe ſeguire o dal riguardare l’animale-,o dall'udire 8t dal vedere
la ſauola,o dall'udirla ſolamente. Horaio non ſo ſe Ariſtotele cre—
deſſe che l'occhio non poteſſevedere in vnoſguardo ſolo ſe non v na
coſa ſola &ſeperata dall’altre, ma certo dalle parole della ſua com
peratio ne ſi puo cogliere che egli non foſſe lomano da ſimile
(redenzaJa quale per aue ntura nOn e‘ vera.Perc|0 che l’occhio della
fronte, & l’occhio della mente paiono eſſere dotati in CONO‘ modo
d’v na medeſima pote nza,& in congiugnereakmetme inſieme leco
ſe.diuiſe,&ſeperate,&di piu farne una,& indiuidere &leperarel’vnitn
delle coſe,& la congiuntione,&d’vna farne piu. Come l'occhio coi-s
_óAñ—.-v —-ó -ów poraleſe altri dÎin ſii un colle rimira vno elſercito pollo in u n piano
cio e‘ tante coſe diuiſe che ſono inynoeſſercito ,8t ſeperate huomini
eaualli, padigliOni,tende,lancia-,ſpade , usberglii, elmi, & che nò c'
eongiugne,& mette inſieme , 8t di tune le predette coſe-fa vna ſola
8t la riguarda,&la comprende in vna ſola Veduta , 81 dall’altra parte
pogma modîvna donna che e‘ coſa ſola , & una fa piu parti, 81 dluln.
lioniſeperando anchora dal tutto un picciolo neo, o alcuni pelucci,i
liquali lolamente uede in uno ſguardo non adocchiando alcuna-dele
lîaltre partiJÎLtlìoccliio della mente uede,&.conlidera come unaco—
ſa lola la ſpetie dell’huomo,o.del cauallood’altro animale che ſi nia
empie d`inlìnitil1uomiiii,o caualli,o altri animali , 8: diuide, 8t ſepera,
co nla co nlideratio ne le coſe che ſono v ne 6K inflperabiliper natura
Be le uede come ſe follero piu li comes’imagina la ſuſtanza nuda ſen
za gliaccidenti,o gli accidentilenZa la ſuſtanzia , Zinio 'il ”vg-"op má‘lo‘a
:lege-SOÎHPJÌ‘ lar troppo ;moderato ſarebbe ſe Ariſtotele liaueſſe detto
come ſuonano le parole come ſe foſſe vno animale di grandezza di
dieci mila ſtad-;Îche ſono milledugento cinquanta migliaitalia nel?”
che i0 ho per collante chein quío tefio ”abbia errore, 8t che .ſiz
aa… ſL rjtto uuçi’op in luogo di uv che ſignifica quaranta , 8t che
lîeri-ore lia nato da.la linea tirata ſopra i” che alcuna volta -ſi
fa in dimoſtramento dxlla lettera, 81 alcuna in dimoſtrarffl , cz che
lo ſei-irtore non molto intende-nre habbia ſtimato Cllc m lettera
ſignificante quaranta per abbreuíamemo uoleſſe dire ing/mp. F.:
quantunque ſu parlare ſmoderato quello anclÎora come ſe ſoſſe
nno a ni'male dígrandezza di quaranta fladi cio ve` di cinque' :ni-
lia italia nc non è pero tanto ſmoderato, E'l ſerpente Pitlione‘
ucciſo da Apollo ſudi [tizi ſurata guidezzaflòzfi [aCCOLÎlñ che ſono nel
~
.A B mare
a>
"7.“,
›
" marebalene coſi grandi che ſono da nauiganti alcuna volta ſtimate
iſole. 1-73" ai',st ſg@- rifà: ”Xu *mis &773m; xvi; -ráîr 213m? oi: 'ris ?ixus ‘tsin
Parla della granchZa della fauola in quanto ſi comprende col ſen
ñ ſo dell'vdita St della veduta, 8t dice che queſta grandezza non pertie
ne all’arte del comporre la ſauola, ola tragtÎdia, 8t lo pruoua c6 que
flo argomento. O`uflle coſe non pertengono all' arte ſenza lequali
l'opera dell’arte ſi mandaad eſſecutione, mala tragedia, o la ſauola
che ſi comprende perla viſta 8t per l’vdita ſi manda ad eſſecutione
ſenza hauer riſpetto niuno a tempo miſurato, adu nque la grandezza
coſi fatta non ſottogiace ad arte,& ſe alcuno negaſſe che ſi mandaſ
ſe ad eſſecutione ſenza hauer riſpetto niuno a tépo miſurato ptuoua
cio con coſi fatto argo mento.Qielle opere che nell’eſſere mandate
"4:3“ ad eſſecutione hanno riſpetto al tempo ſi manda no ad eſſecutione
con l’horiuolo , ma la tragedia non viſi manda con l’ horiuolo
adunque non ha riſpetto al tempo. Hora non pare che Ari flocele di
‘h ea vero, che il termine delia grandezza della ſauola checade ſotto
iſenſi del c0rpo, 8( ſi puo domandareſauola di fuori non ſottogiac
cia all'artedel comporre la fauola & la tragedia, Et'pare che contra
dica aſeſteſſohauendo detto di ſopra, chev ſa tragedia non poteua
trapaſſareil giro d’vn ſole, cio è‘dodiciliore, cheè miſura ſenſibile,
concioſia coſa che la fauola o la tragedia quantoappertiene al man
darla ad eſſecutione, habbia iſuoi confini non potendoſi diſtendere
in piulungoſpatio di tempo di dodici hore per quelle ragioni che
~`\..//`~~ ſono ſtate di ſopra da me addotte,ne riſtringere in tanto brieue tem—
po che il popolo ſi adegnaſſe ſe ſi uedeſſe eſſere ſtato inuitatoin the;
tro cOn tanto ſuodiſagioo per Vna 'hora , oper due anchora. Et
quantuuque non ſia preciſamente diterminata la certezza del tem
po,nel quale ſi debba eſſere dato fine alla tragedia,ſi come è dirermi
nato quel tempo,0ltre il quale il fine non dee paſſireinguiſa che nö
fameſtiere d'horiuolo, non dimeno nOn è che ſimile grandezza non
ſottogiaccia all’arte,& che coloro, liquali la ſpreZZano allunga ndo
[a tragedia oltre alle dodici hore non pecchino,& non fieno da bias
ſimareſicome none da lodare Plauto che in alcuna ſauola delle ſue
comedie s'è diſteſo oltra il predetto co nfine.Si come dall’a l tra parte
ſono dabiaſimarecoloro che riſtringon o la grandezza leggittima del
1a fauola,&1e danno prima fine che non biſogna non tirandola oltre
ad un brit-ue termine,come ſarebbe quellodi due hore o piu. Perche
c‘da riſpondere all'argomento d’Ariſtotele,che non tutte quelle coſe
che hanno riſpetto a1 tempo 'ſi mandano 5d eſſecutione con l’ho
riuola
96
rîuolo, m’a 'uiſi mandano quelle , ~alſine dell'eſſecutiOne delle quali
èfiſſo un termine immobile , al qualeſi debba peruenire neſi debba
paſſare.Delle quali non è l’eſſecutio ne della tragedia,la quale ha ſpa
tioſo il tempo da terminare,ne c‘coſa agevole a prendere err0rc and
chora chemonon
diſcendia ſi miſurino
a ſporrele paroleſottilmente per artificiol'hore-
delſſteſto le quali ſonoguaſte in Hora
alcu—
na parte,& poſſono riceuere due intellettiſfcoudo che ?tn-‘(4 8: 3:70
nliàxi poſſono ſignificare due coſe,ci0 è dop ſimplice recitamento
in atto,& aren't-a.. fimplicemente recitare in atto, o E759 riſpettiuo
recitamento in atto a pruoua & in contraſto & arm-’fida riſpet
tiuarnemerecitare in atto apruoua &in contraſto, Sono guaſte in ‘
quella parte .:i 7a]- L'J‘a 'Wap Tfnçl‘ſaſ ati-miſta”. percio che non
e poſsibile ſlando cofi a trarne ſentimento-ragiOneuole,& con poca
mutatione ſipoſſono conciare dicendoſi íi ri]- Z’J‘e ‘lviu 7; ?fam-:eſſa: ho
viſta-u , ö: apparira douerſi .conciare `coſi dalla dirittura dell’uno
65 dell'altro intellett0.Se prendiamo adunque ?Help & &yo—alpina per
[implice recitamento 61 per ſimplicemente recitare in atto,queſ’to
"il ſenſo. ll termine della lunghezza della .fiuola quanto e‘ alre
citamento in atto & all'eſſere compreſa dal ſenſo non pertiene al
l'arte percio che ſe faceſſe meſtiere di termine miſurato da ſenſo pei-,g
ragione di recitare in atto tragedie le ,recitarebbono in atto all'horí
uolo,ſi come gia alcuna ~volta ſi dice .:eſſerſi _fatto uído le tragedie
ſi recitauanom atto a pruoua &in contraſto. .Ma e prendiamo ſul,
È &yu-ſtarai per I ecitamento riſpettino,&per recitare riſpettiuamen
le a pruoua 6t in contra flo queſto ſara il ſenſo.Poteua alcuno imagi
narſi che trattandoſi della grandezza della fauola della tragedia ſi do
\
ueſſe hauer riguardo a termine di certe hore ſi come haueuano hann
to i poeti antichi quando le loro tragedieſi doueuano recitare in con
traſto,Alla quale imaginatione riſponde Ariſtoteleche il termine del
tenipo,che ſi ſpende a nchora in recitare le tragedie a pruoua &che ca
deſocto il ſenſo non ſi deediterminare dall'arte, percio cheſefoſſe
neceſſario certo ditermi nato tempo perlrecitare le tragedie almeno
in conttaſto non ,ſi ſarebbe pomta laſciare _l'ulanza di reciçare all’ho
riuolo, ſi come s’e‘iaſciata,ll che anticamente ſi face - ,Staleu na uol
Ia,& non ſe‘mpre uolendo moſtrare che gliantichi non haueuano
cio per coſa neceſſaria,&pare cheAriſtotelevſi l’argome'to dalla. mag
giora nza alla minoranza dicendo. Se nel recitamento delle tragedie
che ſi ſa in contraſto non s’ha niun termine certo d’hore appo noi,
ne s’hebbeappogliamichi ſempre tanto menofi dec haut-re nel reci
- Bb l tamento
‘N
i
97
Materia di poche hore, cheſi ſarebbe medcſimamente tenne nuto rio.
firmgere la ſauola dell’ epopea alla materia di poclielaore à abbre
uiarle il termine, il quale èd’ attioni di molti di anzi di moltianní
ſecondo che dira Ariſtotele contenere l' Odiſſea compreſe non (il’
meno ſotto vna attione ſola che è il ritorno d' Vliſſe da- Troia alla
patria, 8t pure non deela memOria de lettori, o de gli vditori delle
fauola dell' epopea eſſere iu tenace in ritenere che quella de vedi
t-ori, 81 degli vditori della auola della tragedia. Anzi dee eſſere mea
no tenace la memoria di quelli chela memoria di queſii.- Percioche"
piu ſi fermano, &mettono le radici piu altamente le imagini delle
coſe nella memOria raccommandateuipe‘r la via degliocclii, & degli‘
Oreccni , che non fanno le imagini raccommandateui ſolamente*
per la via degliorecelii- Laonde diceua Horatio Seg nius irritant ani—-v
mos detniſſa per aureis. O`uàm quae ſunt oculis ſubieéta fidelibus.'
Senza che oteua ben vedere Ariſtotele, che le fauole ſono coſe ſe'
quali non ono fu0ri del commune corſo del mondo,&-percio' don
grauano la memOria ſi che ſe paſſaſſero quel termine preſcritto i?
doueſſono dileguare della memoria- Adunque coſi brieuetermine'
non è fiato poſto alla fauola della tragedia dentro del qual s’ opera
per cagione della debilezza della ricorda nza , ma per quella cagione'
che gia habbiamo aſſegnata della rappreſentazione, 8t dell’agio de ve*
ditori occupa ndo tanto ſpatio di tempola rappreſent—atione quanto
occuperebbe vna veraee operatione, 8t non potendo il popolo ſtare
in tlieatro ſenza diſagioin ſupponabile piu di dodici lmre. 3 J“r u‘
*inni- n’a) Qtidl! to; ”yi—:mo: 2'905. Ariſtotele vuole che il termine liauen
do riguardo alla naturadella favola ſi poſſa diſtendere in fino a quel
punto, dal quale puo eſſere tutto infieme compreſo 6: rammemora
to da chi con la memoria ſiriuolge indietro,& che quanto è maggio
te tanto ſia piulodeuole, öt dice zçáyuxros riguardando all'attionì
--T"`—_ó_— comenute nelia ſauola 8t non a niuno termine di fuori, &vuole'elie
[abbiamo per prouato che quanto e‘ maggiore tanto ſia piu bello
per quello, che c‘flato detto di ſopra che la bellezza conſiſte in gran
dezza 81 tJvJ‘qus riguardandoallamemoria che ſi poſſa ricordare d’o- "
gni coſa paſſata. Ma perche queſto non è veramente termine ſecon- `
do la ſteſſa natura della coſa ſe non in certo modo poi che riceuev `
nuſura dalla capacita,& dalla contenenza della memoria, che è put- `
coſa di fuori, 6: alla uale ſi rapporta il predetto termine ſog
giugne. ó: Minas: Prog-durate'mñv. Accioche ſimplicemente di ter— ) -
Bb z miniamo ì“ l
è '“‘
ininiamoqueſta grandezza ſecondo ſa natura della fa uola ſenza li”
uer niun riguardo di fuori.îv ?to abita ma rà :1x55 i ria-47:47.9 iqnÈís "ll
'Mito‘s-in quanto tempo auenendoſueceſsiuamente lecoſe l’v na do
po l’altra ſecondo ilveriſimile oſecondo la neceſsita ſi ſa il muta
mento di miſeria in ſelicita o di felicitain miſeria. Hora il tem
po di queſto mutamento non uuole eſſere ne molto lungo,ne mol
to brieue accio cheſi ſenta l'alegrezza maggiore per la’ſelicita, &
la triſtitia mag giore perla miſeria- Percio che ſe il mutamento
tarda troppo atarſi di miſeria infelicita nonpare che h ſenta l’ale
grezza coſi come ſiſaquando nOn tarda tanto. Laonde nel prola
odella nouella di madama Beritola appreſſoil Boccaccio ſi dice.
ointendo di raccontaruene una neuella non meno Vera clic pia
toſaJa quale anchoraclie lieto ſinehaueſſe fu tanta &ſi lunga l'ama
titudine,che apena che iopoſſa credere che mai di letitia ſeguita ſi
raddqlciſſe. Parimente ſe il mutamento diſelicita in miſeria s'in
dugia molto a ſarſi non ſi ſente il dolore coſi pungente .come
ſi a quando non s'indugia tanto. Per che Carlo primo rc di
Napoli , 8t di Cicilia udita la nouella doloroſa della rubellione
di_ Cicilia diſſe. Site dio dapoi t'e piaciuto di farmi aduerſa la
mia fortuna piacciati che il calare ſia apetit paſsi. Et dall'altra
parte il ſubitano mutamento o di ſelicrta in miſeria , o di miſe
ria inſelicita non opera quel gran dolore , che il maturo mu
tamento opererebbe,&quin di ben diſſe il Petrarca. Et fia ſe io
dritto eſtimo un modo di pietate uccider toſto. Ne ſimilmente ope
ra quella grande ale-grezza, cheil temperato mutamento operereb
'Was‘ PGYCÌO ragioneuolmente diſſe il Petrarca. (Lueſta eccellentia è
gloria ſe io non erro,Grande a natura,a me ſommo diletto-Mi Che‘:
uien tardo,& ſubito ua uia. Hora eda pormente che q ui Ariſtotele ha
perfineleggittimo della tragediail mutamento di miſeria in felicit
öt per uguaſea quello del muta mento di- ſelicita in miſeria &no-1 di
meno diſotto apparira che non l'liaura per coſi leggitcimo ne per u:
guale a quello. '
” P A R T l C E L L A S E S T A. M5605 N‘icivîis, Buxlîmçm‘u Fiat-rn,
” i3! mgi'ſvu ‘Im/Utd per), ”i ’garanti-E riveduufsaſra, iÈ ſi! iiiſſovòuîiv is ivſſit 057.
” xs“: zya'ëasìràs ?it-Mal" ëd” iÈ 31 iiJ‘tiu'z yi'vmu ?iz-XE: ra‘iì ”aims im'mdipaìgq
” -roſvev, ?dol 7:51 gviurövíçmuaiſh ”il tutti” ”sù mini-m upiflárammliwtiv, oi”—
” nel rtf, ſmi *iis iv içamisfiva ”ſi ròvu'íàovë‘ſ? fl’fodlſnat i 5 ?pages :amg X9?!- *rà
” TIM-e d"a-?ita ”ù roöroi’utemäs Mai-*l’10: .ma -rſxm, "Mal ed…, iMac-v 7a"
” awd’ ovximiidwa'ímm 3,64 all-ri} ívvaaſvaflm ”MNÎMI [Ji: ir 14 ?cugina-*'23, ſlk-II'
ms
98
M ”POMlſJa-d'n 2nd Èflçflfljr FJ" ſi ixrſçw ytvmſrw 'RVRTIKTMEV, ii èiàs Jin: “
çaiyfliíñ‘n, RMA mgîwſiar *in-EE”, Zia-i Aly-muffa) BMJ-Ham duv'isiio‘w, ſpoſo; 5,1@ “
eſa-’J iMíJ‘e. xvi aſti, uflámç i! mi: :I'Malſ paramenti: l‘ uſa [ll'flllſlleflilí is” aſino x3 “
11'” 1M” ſmi ”Lr-&m; ui’yfldi's ismſes 1133‘ ”ù miſi-ut FAM ”sù -n'x gip drives-Am “
riſp maxi-op offrorfilsc yemzflziilw 1|vò$flſçou5fiiàçmçuflívfl Jqu'eçflds, ”à "
Minds 1-”va 7ryoo’3v,’é .uſ 7mm má‘ìr miä' ini‘J‘nonflJ‘ì nſçlo’v íçi -raü 3M. u
CON'I'EN ENZA. Chela faUOla debba eſſere vna, 8c come s’inten
da eſſere Vna, 8: quale ſia o non ſia parte del tutto.
VVLGARlZZA M ENTO. Hora la fauola èvna, non come alcu— u
ni eſtimano ſe ſi rigira intorno ad vna perſona , percioche molte& u
infinite coſe alla maniera auengono, d’alcune delle quali non puo u
eſſere pu ntovna coſa, &coſi’anchora ſono molte atrio nid'v na per- u
ſona, delle qualipunto non ſi fa v‘na attione- Perche tutti que poeti u
paiono prendere errore, liquali han no compofle Hercoleida,& The- ‘ ,
ſeida, 81 coſifatti paemi, percioche ſi danno ad intendere , POÎCÌÎe u
Hercole e‘ vna perſona douere anchora la fauola eſſere v na. Ma H0! a
mero'ſi come nell’altre coſeauanza (gli altri coſi ) pare anche che ve- u
deſſe opfl‘ arte, o per natura quello che in cio ſtaua bene. Percioç a
che compilando l’Odiſſea non poetò di tutti: le coſe chea lui auen- u
nero come dell’eſſere fedito nel Parnaſſo, 81 dello'nfingere d’eſſere u
pazzo nella ragunanZa dell'lioſle. Delle uali coſe non era punto di :e
necefsita o verilimile cliefatta l’vna folſeſatta l’altra, ma (poetò) di u
uelle coſe, che ſi rigirano intorno ad Vna attiene, quale diciamo a
(eſſere) l’OdüIEa, 81 ſimilmente anchora l’lliada. Biſogna dunque u
che coſi come nell'altra (arti) rappreſentatiue vna è la raſſomiglian u
za d’v na coſa, coſianchora che la fauola, che è raſſomiglianza d’at: u
cio ne, ſia d’vna,& di quella tutta, & che le parti delle coſe ſieno di- e.
ſpoſte coſi, che trasportata l’v na parteo leuata via ſi trasformi, o ſi fl
mutiil tutto, Percioche quella particella che eſſendo o no n eſſendo u
preſente non opera coſa notabile non e` particella del tutto. u
S P O Sl T lO N E. Ariſtotele poiche ha fauellato delle due prime
coſe richieſte alla fauola, perche rieſca bella, che erano che vifoſſe
tutta, & che foſſe grande hora ragiona della terZa, la quale èche ſia
una ſola, 8t dichiara come s’intenda che la fauola ſia vna ſola dicen
do quella fauola eſſere u na, che contiene vna ſola attioned'vna per;
ſona, & nonl’attioni auenute ad vna perſona mentre e‘viuuto,c0ua
cl’ofoſſe coſache alcuni ſi deſſero ad intendere che la fauola foſſevnz
erche non conteneſſe altre attio ni,che d’v na perſona ſola rappor
grado l’Vnita falJOlî all’Vnita deu‘ perſona‘ 6( non al nàjſſlxrò
' el ’ata
`
\
Per mezzo Per mezzo delle‘ Per mezzo' ` Per mezzo della
niuno ſpetie niuno dipendenza
v na Vna
Hera perche queſto teflo ritenendolo noi eoſiſattoè alquíto oſcuro
altri non ſi marauigliera ſe u’liabbiamo ſpeſe alquante parole a ren
derlo chiaro,& ſe vi ſ enderemo anchora le poche ſeguenti. mm”;
intende delleſpetie c ie fiſottomettonoìalla maniera generale ſenza
mezzo xi Zampe i ntëde delle coſe particolarilequali ſonoin‘numerabili,
Gt ſi ſottomettono alla maniera enerale ma nó ſëza mezzo delle ſpe
tie îçós in'… oiá‘íoîsiv'iv.lntende de le ſpetie le quali non poſſono diue
nire vna coſa ſola,& ſe diueniſſono nó ſarebbono piu ſpetie,& dicen
- doſi alcune delle qualinon poſſono punto eſſere vna coſa ſi preſupei
pone che aICune altre cio e‘ iz'naçu le coſe particolari innumerabil
poſſono eſſere vna coſa ſola. Il che ſi ſa col meno delle ſpetie & fat—
te ſpetie ſi ſottomettono alla maniera generale.th ſe ci indurremo a
credere che in quello teſto habbia errore il qÎiale errore con vna
diſtintione, 8t colgettame’nto d'vna lettera ſi gſſa ammendare leg
ge ndolo Coſi,de per) x.in garage rëy’ìvl dannati”, EEE” in'… Buá‘ív ;vivi-.Se
condo che io gia m’haueua imaginato, che u'liaueſſe ſimile errore,&
ſecondo che poi ho trovato Pietro Vitt0rio altreſi ha uerſi imagina
to ſi come appare ſpetialmente nel capo terzo del libro z l. delle ſue
uarielettíoni, confermando l'ammendatione predetta con vn'altro
luogoſimile pure d'Ariſtotele del ſecondo libro della pliiſica -iò ”Se
al!! ”il a'uò Zinio!, ógw’flím, nl dovrà (anzianità: Rifle”, 2716p: 7*;- Zz’v r’é Mi' dum
;n'a
, 98
‘E~r‘-~WT’"Zſ'iHu ui!, quello luogo ſara molto pianodicendoſi che coſi come ad v na
coſa auengono molte coſe o anchora infinite d’alcune delle quali
non ſene puo conflituire vna , C_0ſi molte attioni auengOno ad vna
perſona d’alcune delle quali non ſi puo conflituire v na atríone. Fura
5 K9!“ MÉÈas‘ivösmMc-fl’ id” a” ?Mia yl'm-Ki ”yi-È”. Si preſup one che
ſono di molte attioni auenute ad vna perſona, delle quali ſi poſſa fa
ke vna la qualcoſa non ſi fa ſe non per lo mezzo della dipendenza
come e‘ fiato detto,ſi preſuppo ne cio dico pniche ſi dice che molre
artioni d’vna perſona ſono dellequali non ſi puo fare vna attiene, 8:
*ſono quelle, le quali non ſi congiungono inſieme Per dipendenza
ſl come Ariſtotele eſſemplífichera nell’attione _della~ caccia, nella quae
le ſu fedito Vliſſein Parnaſſo,& nello'nfingere d’eſſere pazzo quàn
do ſi ragunaua l'hoſte de greci per andare ſopra Troia. Hora non
appare per le paroled'Ariſlotele, ſe foſſero Epicharmo, Phormi,
ö: Crate,i qualiprimi ordinaronole ſauole,come s’ è veduto,che por
È.
taſſono l‘opinione riprouata qui da Ariflotele reputando piu atrio
ni eſſere Vna quando foſſero auenute ad v na perſona ſola, o pure al:
tri dopo loro, che liaueſſonodonato coſifatto inſegnamento nel con
‘A"RET-32a flituire le fauole, a quali preflando fede alcuni poeti haueſſono com
poſta l’Her-coleida, 81 la Tlieſeida 6: colifatti poemi. Ma Chl che ſoſ
ſero gli autori dellapredetta opinione eſsiiurono ſeguiti da pregictti
poeti, 81 inſieme co ſeguenti glíeaddero in errore. Laondc {aggiun
ge Ariſtotele- AI’Ì ”iv-res ior'umflìuaçívav Im 15 uma-res' íguxÌſuM-c ”ù OI”
en‘iJ‘a xsà 'rà Form?” muſa-m mm”'®u.Ma po tre be dire alcunoiocre
do che Ariflotele ſapeſſela'nrentione dl que dottori che porrauano
fimileepinionedclla ſauola,& dell'attione hauendola ſcopertaſela
voleua no inſegnare altrui,ma nó veggo come Ariflotele ſappia la’n.
tentione di que poeti,& che eſsi perche Hercole foſſe vno reputaſſO
no anchora‘le actioni ſuevna. Anzi credere che eſsi penſaſſero che
foſſero piu actioni, .8c piu fauole, oche foſſe vna fauola ſola, 6-: che
non foſſe coſa ſconueneuole che vna fauola comenga piu attioni ſen
2a fame vna poiche non appare coſa che ſcopra precrſamente que
K4“ Ro, 8c quantunque haueſſo no erratoin cöpone piu fauole 8: in met
Tcü‘ſi-*KLÎK tere inſieme piu attioni quando non doueua no comporre ſe non v
na fauola, & prendere ſe non vna attiene, non haurebbono pero er
ratoin darſi ad intendere che piu fauole,o piu attioni foſſero vna o
doueſſono eſſere ſtimate vna. Hora c‘da riſpondere che Ariſtotele ha
L'Îä'
‘,\ compreſola mente loro eſſere rale da titoli,o da ſopranomi de loro
poemi, perciocheágawí's &onda-'is ſono nomi del numero del meno
P9_ z dimmi
di nominatiui dalle perſone, iquali cla prima erano aggiunti", &s'ae;
compagnauano Col ſoſta. nriuo ?rx-ai” 6( poi laſciato il ſoſlanriuo'l'ag
iunro e‘ diuenuto ſoſta nciuo,& ſignificano attiene d’Hercoleauio.
ne di Theſeo. Se adunque iprederti poeti haueſſono penſato di ſcri
uere piu artioni non poſsibili adiuenire vna, 0 piu ſa uole liaurebbo.
nointitolari iſuoilibri n‘gamíJ‘is,,oi-dfl'u‘u nel numero del piu. Hora,
poiche ſi fa mentione de titoli dell’epopea preſi dalla Perſona intoc
no allaquale s’aggíra l'actione, o l’attioni c‘da ſapere che ititolia
fi formano dalla perſona in forma parronimicale come queſìi if,
IAIls,ÒuKI‘l`$ Eneis, Achilleis, o in forma poſſeſsiua cOme öJli’a-aa, 8c
all’ vna 8: all’ altra Ferma ſiſuppliſce il nome ”yî-Èu‘i Er s’vſano co
ſiſatti titoli quando l'attione s’ è difieſa in piu luoglii,& non ha ha
uuto ſuo principio mezzo & fine in vn luogo ſolo come ſi vedel’eſ
ſempio neglierrori d' Vliſſe nel ritorno ſuo da Troia o da Calipſo g
caſa, 8: neglierrorid’ Enea nella venuta ſua da Troia o di Cicilia in
italia, glivnide quali compoſe Homero ſotto il nome d'flJ‘wéizs a:
gli altri Virgilio ſono il nome d' Eneidoso--Maſel'arcionc,..ole at—
tioni liannoliauuto principio & mezzo & fine in vn luogo ſi ſuole
dare il- nome al poema dal nome patronimicale del luogo', come
ſmi-s, Thebais- Percioche appreſſo llio nacque , crebbe, &finiloì
ldegno d' Achille, o quiui ſi ſecequella parte di guerra che è cantata
da Homero ſottoíl titolo d* l'AiáJ‘os, & non altroue , 6( ſimilmente
appreſſo Thebe auennerol’atlioniclie ſi raccontano da Static ſotto
il titolo di Thebaidos- Adu nque la ſauola della tragedia, della comes'
dia, &dell'epopea vuole eſſere vna ſola & contenere v-na attiene
ſola d’ vna perſona ſola ſecOudo clieapertamente ſicoglie dalle pa
role d’ Ariſtotele,alle quali ſe preſteremo ſede ci conucrra' biaſirnare
Static che fece, o intendeva di farel` Acliillejda, & Non…) che in.
vn poema cantò tutte le acrioni- di Bacco, & Girolamo Vida che
compoſe la Chriſteida nella quale ſi raccoutano le molte & miraco
loſe anioni di Cliriſto. Percioclie cofioro raccontano piu atrio ni
d'v na perſona ſi come ſaceuano q ue poeti biaſimati da A riſtotele che
compoſſero l' Herccleida, &laTlieſeida cioè piu attionid' Hercole,
18( piu attioni di Theſeo. Et appreſſo non porremo command”:
per ſauola ben ſana quella dell' lliada d' Homero, la quale auc
gna che contenga vo'attiOne ſola o piu roflo v na parte d’lv na ato*
tio ne ſecondo A riflotele, cio e‘ v na parte della guerra troia na nom
è pero atrione il’ vna perſona ſola, ma d’vna genre, percjochc qua-[
la guerra ſu ſana di commune conſentiranno de principi della.
› ñ- '. . greca
ì 99
grecia clieper giuramento fatto a'Tindareo padre d’Helena era no`
ubliggi'a riſcattarla con armata mano ſe aueniſſe che foſſe rapita.
Ne perauentura ſimilmente potremo i'iceuere per ſauola ben fat
ta quella della Thcbaida di Statio che contiene Vna attione ſi, ma
non atrione d’ vna perſo na ſola cio edi Polinice ſolo, anchora clie
a cagione ſua la guerra ſi moueſſe, ma e‘ attione deſerte re. Lao]]
de ancliora Escmlo in titolò la tragedia di coſi fatta attione 16 'i
,mi és Otis”. Et tanto meno potremo riceuere per ſauola ben ata
ta quella che non ſolamente contiene piu attioni d'una perſona ,o
una attione di piu perſone ma inſieme contiene piu attionidi piu
perſone come contiene il poema delle trasformationi d’Ouidio, 8t',
queſto vitio è anchora riconoſciuto nell'Orlando furioſo di Lo.
d0uico Arioſto narrando l'vno 8t l'altro piu attioni di piu perſo
ne. Ma per intender pienamente come ſtea la uerita di chſta cot
ſa ,è da ſapere ſi come liabbiamo detto ,- chela poeſia e‘raſſomiglian
za dell’liiſtoria,& che ſegue le ſue veſtigia tutte eſſendo da lei dif::
ſerenteoltre al uerſo ſolamente nella materia , che la ſua c‘ poſ;`
ſibile ad auenire ma non auenuta , 8t quella dell’liiſtoria e‘ gia.
uenuta , & Ariſtotele nella particella proſsima ſeguente parlerz
della predetta differenza. Perche non lia dubbio niuno,che,ſe
nell’liiHOria ſi narra ſotto im raccontamento piu attioni d' una
perſona ſola, come lia fatto Plutarcho, Suetonio , Cornelio Ni
pore,& tan-;i altri liiſtorici Greci , 81 latini tanto commendari,
nella poeſia ſi potra ſotto una ſauola narrare ſenza biaſimo piu
attioni d’ una perſona ſola, ſi come parimente nella poeſia ſen
Za biaſimo li potra narrare una attione ſola di' una gente. Pera,
cioclie l' liiſtoria ſa cio con molta lode , come ha fatto Salluſtio
che narrò conſeperata hiſtoria vna attione del popolo Romano
come la guerra de Romani contra Giugurta , 8t non ſolamente pu
re nella poeſia ſi potra narrare una attione d’v na gente,maanchora
piu attioni‘d’una gente , fi come fi vede che lia facto Liuio,& molti
altri liifiorici greci &latini conoſciuti per fama :i tuttoil mando. Et
ſe le ſiconcedera la narratione di molte attiòni di molte perſonefldi
wñìîî< moltegentimon pero-ueggo clie bi.iſi'moalCUno le debba ſeouire , ſe
ſegue lode a quegli hifior ici , che hanno meſſa mano a coliſatta hi.
ſtoria come è ſeguita a Trogo Pompeo, &ad aſſai altri- Ma non
per tanto Ariſtmele qui 8t altroueoſtinatamente comanda cliel’ar
tione riempientcla ſauola ſia una 8t d' una perſoiia-ſola,& ſe pure
.ſono piu attioni che l’ una dipenda dali' altra ,_ne dicio adduce
CG z ragione
ragione ò pruoua niu na ſe nOn l'eſſempio de poeti tragici, & :l'Ho
mero,che ſi ſono attenuti alla ſiu‘golarira dell'attione d' ma perſo
na in c0mporre la fauola,ma egli ipoteua bene auedere,cl1e nella
tragedia 81 nella comedia la ſauola contiene una attione ſola o due,
le quali per dipendenza poſſono ellère reputate ma, .8: piu toſto d’u
na perſona c lc d'v na gente non perche la fauola nOn ſia atta a con
te nere piu attioni,ma perche lo ſpatio del tempo al piu di dodici ho
re nel quale]] rappreſenta l’attione,& laſtrettezza del luogo nel qua
le ſi rappreſenta l'attíone, non permettono moltitudine d'anioni o
pure artione d'u‘nagentganzi bene ſpeſſo non permettano tuttau na.
attioneínrera ſe l'attione è alquanto lunga. Et quella è la ragione
principale 81 neceſſaria per c'he la ſauola della tragedia 8,: della come
dia dee eſſerevna cio è contenereuna attione ſola d'una perſona o
due ſtimate v na perla dipendenza- La qual ragione di ſtrerrezu di
tempo & di luogo non ha potuto operare che Homerohabbia pre-~
ſa vna attione ſola , & d'vna perſona ſola nell’epopea,la quale puo
ñ 'raccontare nOn Pure vna attione , ma piu 6: lunghiſsime 8: auenute
in diuerſi paeſi. Per che egli è da dire che nella ſingolarjta dell'artic
nehebbe altro riſpetto,cio è che egli 1giudico , che la ſauola ſarebbe
piu bella &eglipiu ammirato ſe non prendeſſe ſe non una attione ſo
h,&' d’una perſona ſola.Conci0ſia coſa che non fia pu nro da mara
uigliarſi ſe piu attioni d’una perſona, o vna attione d'una gente , 0
piu attioni di piu perſonecidilettas ſon-3,8( ci rendeſſono intenti ad
aſcoltarle portando ſeco la fauola perla moltitudinedell’attioni,per
la uarieta,per glinuo ui auenimenti 8: perla moltitudine delleperſoc
ne,& della genre 8c piacere,& grandezza .8t magnificenza, nella quale
narratione poi che per ſe quaſi opera il fine della poeſia,lo’ngeg no
del poeta nó moſtra molta eccellenza-Ma in narrare una attioneſo:
la d’una perſona che in prima uiſta nó pare hauer potere di ritenere
glianimi ad aſcoltare con diletto ſl ſcopre il giudicio 8t la'nduſtria
del poeta operando quello con una attione d'una perſona,clie altri
apena poſſono operare con molteattioni,& di molte perſo ne. Per
che e‘ da comme ndare ſoinmamente Homero, il quale d' u na atrio ne
ſola d'Achille,& di quella ,che ſu delle minOri delle ſue cio è d'vno
ſdegno ſeppe ordinare una teſtura di coſi riguardeuolefauola. Et
parimente d'v na attione d'Vliſſe cio è del ritorno ſuo da Calipſo al
lapatría ordinò la ſeconda teflura non men marauiglioſa. Laonde è
' da. con chiudere, che la ſauola della tragedia , 8t della comedia per
neceſsita dee contenere vna attione d’v na per[0na,o due dipenden—
' do l’um
IOO
do l'una dall’altra,&la ſnuola dell' epopea dee contenere vna atrio
ñ--.T
"ñ-›
“.ñ-~ñ-,-
ne d’una perſona non per neceſsita ma per dimoſtratione dell'ec
cellenza del poeta,della quale eccellenZa ſe alcuno non fa Rima, o
flima non poterui peruenire miſurando giuſtamente leſue forze po:.
tra confiituire la fauola di piu attioni d’una perſona , o una attiene
d' una gente o piu atrioni di piu perſone , ma contentiſi anchora di
Commu ne & di minore lode laſciando la ſingolarita della gloria aco
lui che ſa con la ſmgolarita d'una attione d’una perſona ſingolare
ordinare una fauola che ſtea bene. 3' 5 Kung@- flame rsù 1A 713M” J‘ia qn'çl
”ü n‘u‘1’ì’oixtmës ME“ 'ivo-‘W Tlwi ,il «Là @ii-ny- Homero ſu molto a
ueduto in comporre una ſauola con una amone ſola d’u na perſona
ſola,& procederre queſto ſuo auedímento‘ o da arte che gli ſnſſe fiala.
inſegnata da l’hemioperſona letter-na appo il qUale fa‘alleua‘to ,. a'
i’ſi—Q‘auîa’fl róñ ſotto la ualeimprcſe molta dottrina, o da altri,o uero procedete:.
dallaſua uona natura,& dall’acumedel ſuo ſottileintellettouldun
que Aríſtorele non' riconoſce in Homero niun furore poetico,al qua:
le attribuiſca queſta eccellenza d'auedimento , ma ſe n'ol riconoſce.
in Homeroì moltomeno il riconoſcera in altro poeta-Adu nque Aria'
ſtotele hauoua l’opinione del furOrepoetieo per uana & introdotta
periſcioccllezza dì credenza dal uul'go ſicome dicemmo di ſopra.
{Advance-70g mms‘… {mimi-lug &zum- ida @12,1 mis”, &c; Nie a Ariſtocele.
che Homero habbia poetato nell’Odiſſea di tutte le co e che ſo no a-.
:a
—<._ venute ad Vlilî'e , & per prouare qUeflo che niega‘adduce che non
liabbia poetato della ſedita che ri‘ceuerte nella' coſcia~ dal‘ cianghiale
nella caccia fatta nel monte Parnaſſo. Il che è falſo conciofia coſa
che n'habbia poetato 8: allungo fi come appare nel libro T dell’0
ñ
I'
||
Îîl'ul dillèa.Per che èda dire ſe non uogliamo dire che egli non ſi ricor
daſſe che Homero‘n'haueſſepoetato,cheegli intendeſſe che altri‘non
poetaſſed'alcuna atti’one quando- non ne poetaua principalmente
quantunque accidentalmente ne poetaſſe per ſar piu manifeſto quel
lo,dicl1epoetaua principalmenrefl come H‘omero poeta della Prc,
detta caccia 81 Fedita per farci intendere quale margine foſſe qUella
che haueua Vliſſe nella c0ſcia,all'a qualev fu riconoſciuto dalla balia,
della qual riconoſcenza principalmente poetauà, **uo-'os à ;rà-fl‘… FAM…
Anchora che la fauola dell'lliada contenga’ una attlone ſola,o una
"m
parted’una attio ne , non contiene pertio vna attio ne,oVna parte
d'attioneauenuta ad Una perſona come co ntienela ſauola dell'0
rà_
-̀‘K diſſea,ma l'atrio ne,o la parte d’una attione d’unagenreflio è vna par.
te della guerra fatta da principi della Grecia contra Troiani ſecOn- _
> ~ do che
do che Arillotele crede,& díra diſotto. Et per-cio veggaſi egli come
l’eſſempio dell'lliada ſi confa ccia conquello,che ha denodell'attio—
ne auenuta ad vna perſona,&confermato con l'attio nedell'Odzſſea.
&noi crederemo che contenga non oſta nte l'autOrita ſua nOn ,vm
parte della guerra Troia na , mavna attione d'Acliille come è fiato
detto piu voltexffi oſſöp ”Oo-’med -raTs ?Mars flip-nua?! &C.Niunn ſi troue
ra che nieghi cliell'imagini non debbano eſſere vguali di numero alle
r coſe imaginate,6t che non dica che ſe la coſa imaginata è una ſima
*ine debba eſſere vna,& che ſe le coſe imaginate ſo no piu,le imagini
Sebba no eſſere piu,& per conſeguente che la fauola,la qualeèima—
gine dell'attiOne ſia vna o piu ſeco ndo che l’atrio ne è'v na o piu , ö:
che non c0nſeſsicliel'attione dt bba eſſere vna , &in fino a qui cia:
ſcuno ſara d'Vn parere con Arifl0tele- Ma coloro che credono che
vna fauolapoſſa eſſere vna 8t contenere piu atrio ni non ſaranno
d’vn parere con lui,chepiu attionifi poſſano far diuenire vna 6t eſ
ſere reputatevna Per v na Via ſola,che èquella della dipendenza che
`l‘v na lia di [l'altra ſeco ndo neceſsita o W'riſimilrtudingma crede-ran
no che ci fieno molte altre ‘vie perle quali ſimilmente piu atrio'ni ’
poſſano di venire &eſſere reputate Vna , delle quali ſi conflituiſca una
fauola ſola 8( non piu,come è quella del rapportamento ad vna per
ſona ſega ita da poeti ripreſi da Ariſtotele che compoſti'o ,nn-mir.
n'a-‘trip Oat‘n'Ì'J‘ar , 8c da Static nell'AchilleidarcSc da Girolamo Vida nella
Cnril‘teida Et come è quella del rapportamento adv n‘a …rione-,per
la quale uoleua caminare Virgilio quando ‘ſi propoſe dicelcbrare le
l‘mpreſede Romani ſecondo alcuno o uero dere d'Alba ſecondual:
cuno altro,ma ſ`pnueuentato dall'aſprezza de nomi,& nó dalla uia tra
laſciò la'mpreſa. Etcome e` quella d'vn medeſimo auenimento , la
quale nOn fu scliifata ”eda Ouidío nelle ſue trasformatiOriifle da
V alerio Maſſimo nella ſua liiſtoria. Hora ci oſlo no eſſere molte a l
tre vie da congiugnere diuerſe 8c piu attioniinſieme,& da farle dio'
uenire vna,&‘un corpo come quella del luogo,o clelſemlìo reputa n
doſi piu attioni tina perche ſono auenute in vn luogo medeſimo, o
repurandoſi pju attioni vm perche ſono auenutein Vn tempo mede"
ſimo,delle quali uiela prima fu calpeſtata da Raphaello Volnterano.
& la ſeconda da Marco Antonio Sabellico.Ma queſto nOn c`il lungo
da raccogliere tutte leuie da pervenirea ſimile effemo pia: un??? ,un
Much-isSuggiugne Ariflotele quella u0_ce ?Mr per liaueiecagione
di fare una giunta alle coſe dette dl ſopra intorno alla prima coſari
flueſta alla fauola,la qual giunta qui glitornò a mente ,Bè è la uiada
conoſcere
ioí
conoſcere quando le parti del tutto fieno ſulla ntieuolip non ſuflan
tieuoli. Et dice che ſi conoſcono per queſta uiale parti eſſere ſuſtítie
noli,'q uando traſportate da vn lungo ad un altro o leuate uia ſi tra
sforma il tutto,o ſe non ſi trasforma ſi guaſta,& e‘ ma neheuole. Et la*
ſciata da parte la via del trasportare le parti ſenza pruoua,pruouache
la uia del leuar via le parti ſia ottima da cOnoſcere quali parti fieno
ſuſiantieuoli o ,no- Et dice quello non èſuſtantieuole della coſa che
eſſendoui non la confliruiſce piunOtabile ,8t non eſſendoui non la
laſcia men notabile. Adunqueparte ſuflantieuoleèquelia cliele
uata via trasforma il tutto o il guaflaHora noi porremmo eſſernplifi
.careil trasportamentodelle ,parti in molti modi,ma ci contentere
m0 di due, per giiquali ſi nioſtrera euidentemente quantoqueſto ira
,eportamento monti,l' _unodequaliè qua rido la narrationediſteſa ſi
~trasporta ,dall’eſi‘ecutione al conſiglio. Bogniamo che ſi narri come
Romoioeſſendo alui & a ſuoi negateda circoſtanti vicini le loro dó
ne per mogli s’imaginó _come ‘le poteſſe hauere &ſenza ſeoprirei]
` .conſiglio ſuo ſi ſeguiti raccontando ,come ordino vna ſolenne feſta,
&inuitoui ipopoli ~vicini,&le loroldonne , &venutiui al ſegno poflo
furono [edonne rapiie.H0ra ſe noi nel raccodëage il conſigliodiRo
molotdifleſamentediremo cio chepoi metten egli ilconfiglio ad
xſſecutione aueiine,&nel narrare l'eſſecutíone diremo ſtrettamente
vcio è.Et coſi apuntoauenne comeRomolo s’liaueuaimaginato &01
dinatovedremo a ncliora `q ua nto ran diſſe-reo:: fia chequeſtìa parte
diſieſa,&aperca ſia piu‘toſtonell'ffleguireche nel conſigliaflreflqpan
to dilettipiu in quel .hogo,cliein queſìo. Et la ragione E mani efla
percroche ſpoſio il _conſiglio allarga piu non aſpettiamocoſa nuova,
lenza che noi che aſcoltianio,&non ſappiamo quello che ſia per farſi `
fiamo ſoprapreſi dalla novitainyn medeſimo tempoeliei popoli ſo _
no ſoprapreſi dal la'ngiuria &ſiarnopunti da compaſsione o ‘da altra
paſsione ragioneuole che ſu0ri di miſura ci diletta. l'altro modo E
.quando la diceria fatta appreſſo certe perſone ſi trasportaſſe,&ſi fa
ceſſe appreſſo a certe altre." che ſe trasporteremo la narratione che
fa Enea de ſuoi errori oin Cicilia appreſſo Aceſte, o in Italia appreſſo'
.Euandro conoſceremoquanto opera piu appreſſo Didone.Laqu:ile
eſſendo uedoua `:Illiauendo nome di caſta non ſi poteua fare inamos
rareſenza una coſi pompoſa rammemoratiOne ditanti errori,&di tan
te pericoloſe impreſe menate per ſommo ualore d’Enea a fine. Poſ
ſiamo anchora eſſempliſic..reil leuamento della parte che non gua
ſta o trasforma il tutto nella mutatione delle nauid'Enea in nixnplie
quídoTurno ui uolle mettereiiſuocofiarderlslàerc ioche illeuamî"
tod
a
'-1
’uſage, 8: con l’altro che nomina 12 ui' 'iu-ny non ſara male prima
che ſi proceda piu oltre,ehe ſi uegga che coſa ſi poſſa intëdere per gli
due modi,& perle due riſpofieJ-Iora rà J‘ai-nè , "á da .Zu yivom cio ele
coſe poſsibili,o quali poſſono auenire ſono prima da diuidere in due
ma niere, nell’Vna checótíene le coſe auenute,&poſsibili ad-aueníre,&
nell’altra che contiene le coſe poſsibili ad aueníre ma non auenme
anchora; Poi le coſe auenute &poſsibili ad auenire riceuo no v n altra
diſtintione percio che ſono o naturali,o accidëtali , le quali naturali
auenute,&aueneuoli ſono o ſecondoil corso di natura, o cövra il cor
ſo di natura,le coſe auenute &amneuoliñſeco ndo il eOrſO‘di‘ natura
ſono per cagione d’eſſempio,che huomo generi huomo, clie aquila
generi aquila,clie cauallo generi cauallo~, che uite produca nua ,6t
pero,pera.Le coſe auenute & aueneuoli contra il' c0rſo di natura ſo
no alcunecoſe moffruoſt-,o miraml'oſe , le quali alctma=uolta ſon 0`
auenute,& ſſono di nu0uo‘auenirecome auen ne comm‘mt‘ura il
farmarſr il Ole al‘tempo di Gioſue acciocbe’ liaueiſe ſpario da perſe
guirare i nemici,ll che affermanoi luſmgliierifdi Carlo (pinto imp:
ratori: di nuouo eſſereaucnuto il* ion-no che egli prefeGiouanni Fe
derigo duca drSaſſogna-Etſi con idera queſta poſsihile` mturalita ap'
venuta,&aueneuole in due modi anchora ,. percio che ſipuo confi
dernre che huomo poſſa generare huomo-per che huomo ha genera
to huomoJo dico huomo in generale,& come ſpetie,&‘nó come parti
colare oAgamënone,o ſi p uo cóſiderare in particolarepheágaméno
nc il quale ha generata vna figliuolício è lphigenia‘ ne‘ puo -a ncho
ra generare vna altra cio e‘ Helettrx. Lev coſe accidentali auenute 8t
aueneuoli riceuono parimente diuifione,& fi partono nelle fortuna
li,& nelle voluntarie,l’vne &l-'aſtre delle quali fiſorropongo no alla
ſpetie,& alla particolari”; Percio che molti ſimili accidenti ſono a
uenuti a caſo ad vna maniera di gente‘ ,. come è aut-:noto a: moſti= pz.
dri, liquali haueua no ſmarritii figliuoli , ritro'uargliëacaſo qua n
do meno lo ſperauano- Et que medeſimi accidenti ſono- auenuti
iu volte ad vna particolare perſona ſi come auenne ad Helen.
l’elſer rapita due volte vna da Theſeo , & vn altra dai Paris,Et'mol
[i ſimili accidentivolontari ſo’noauenuti ad una maniera digerire co
me e‘ auenuto a molti inamorat't , che di lor volonta ſi ſono impic
`cati,& ue medeſimi accidenti volontari ſOnO ſtati reiterati da u m
- artico are perſona come da Giaſone di: volonta fu reiterato l’ab
Eandonare le donne con poca gratitudine- laſciata prima lſiphile &
poi Medea,_l_ſlal_e goſç aueneuoli g non avenureancliora ſono di
‘ ume
IO
-…"-
‘—-ÌHWLÈñ tante maniere dl quanteliabbíamo detto eſſere le auenute, 82 le pol”;—
ſibili ad auenire. Primaadu nque poſſono auenire ſecondo il corſo
della natura coſe, leq uali non fieno anche” auenute come potrebbe
auenire che la terra produceſſe alcun frutto nuouo come al preſente
ne produce degli ſcOnoſciutiagliantichi, 8: poſſono auenire contra
il corſo della natura coſe non mai piu aueuute ſi come due cambiare
le loro nature divenendo il lërpente ltuomo, & l' huomo ſerpente
appreſſo Dante. ll che ſu coſa non mai piu auenuta. Onde eglidiſſe
Taccia di Cadmo,& d'Aretlmſa Ouidioplre ſe quelloinſerpente , 8t
quella in fonte Cóuerte poetandoío non lo’nuidio Che due nature
mai a frontea fronte Non trasmutò, Si che a’ mendue le forme A
eambiar lor materie foſſer pronte. Et parimente poſſono auenire co
ſe accidentali per fortuna non mai piu auenute ſecondo ſperie ne ſe
condo particolari” ,. fi come ſecondo particolarita auenne vno ac
cidente nouiſsimo ad Vn gentil liuomo di Prouana nOn ha guari di
-&*c‘
l‘
“I
EtÃ-"è
{i.QcK—È“
hv'a—-ñ‘J’a tempo ingrauidaudo egli per ignoranza la madre,della quale glinac
que vna figliuolafllie eglipoi perignoranZa preſe per moglie,&nege
nero piu figliuoli,ſecondo che racconta nelle ſue v‘eraci nouelle Mar
glierita Valeſia rei na di Navarra. Vltimamente poſſono auenire ace
cidenti volontari non mai fiati. Egli e‘ vero che biſogna accioclie le
coſe aueneuoli,& non auenute anchoradîeno veriſimili,& credibilip
che ſiena ſimili a quelle che ſono auenute altra volta, o a quelle che
baueua no minore veriſimilitudine di douere auenire, & non dimeno
ſono auenufe, o al meno che le arti d’eſſe, o le particelle lie no ſi
mill‘ aquelle parti o particellec ie ſono auenute in diuerſi accidenti
a diuerſe perſone. Si come ad Vn figliuolo e" auenuto a giatere con
la madre‘ per ignoranza,& ad alcun padre giacere con la fioliuola per
' noranza, ma per auentura non è mai auenuto cliev no l eſſo giac
cia con ſua madre, 8: c6 ſua figliuola gene-ata daluidi ſua madre per
' notAnZa,& per ignora nia tale che giaccia can la madre credendo
la eſſere Vna donna ſîrana amata da lui,&con la figliuola credendo la
vm donna flrana & atta ad eflëre ſua leggirtima moglie. Etpoflo an
chora che ſimile accidenti‘: ſoſſe aUenuto non ſara Vero che ſia auenu
to per que medeſimi mezzi,0 pure ſimiglianti. Et tanto vogliamo ha
uer detto per dichiarationedi quel primo modo con che Ariſtotele
ſignifica la poſsibilita. Hora ſeguita che parliamo della ſua riſpoſta,
che e‘ -nù ?Mutu-Le coſe auenute anchora clic fieno poſsibili ad aue
niremo n fi conſiderano mai come poſsibili ad aue nire,ma ſi conſide
,ano ſempre come coſe auenute o fieno naturali ſecondo il_corſo, o
z contra
`.
~ a
- . L .Come/s’iinpongonofitìomí aliezperſone; - z
;Della ,Dell’eptgpeaI _ Della: tragedia, Defl’elegìg&&gë
. …<M-'rxì
- `< ` ' ,i atti-_150m
ininoia
ei äv mA FQ ’HW’A
E.Ù 'daer.- s “axva. '3)ì' ~
v.eri
Nmb‘
“I'ñ 5
LD ,
I,
.i
. l ‘3“,
..la
a,- `g.,
.ä g_ ñ,
(o ;1
.3‘.6, ' o
Y’S
bg' tg, ".3' E.
Peri-lucrezia
*
:è: -‘ ñ
'..l-u.. , ’.nffi. -~ ,~ .Ea **Bj . ‘, ‘ el",
-' ' , W.
_ ‘._ '\ .7’
v
. . --Épeçfignificatoäcofi . .della vita >3 i
i . ’.- . . .ñ “dellarnorte
z - 'x' ‘ . ñ î . › ‘ . .y
-,— › r ..y s `.cla falſa a uera religione
- ;Come per . ‘ i ;da vita Èelerata a ſanta
(altrigclaigi. ;Si muta per … da ignoranza a ſcienza
` t ;jláóme Î ñ a ;da mortalita a :deificà:
-.L ~‘ .
l
'l Ì _tiene '
-- d--á per lo vulgo ,,
.W'Ì'“'“-"—u.-~`—i
—-"cñu per dio 8c Chriſto :percoronat‘ioru dipoca,
&ſoprapone perlOmagühato per appellatione d’altt
- e ñ - _ artigiana; p. a
. i.. .- ‘ ‘ .perſuceeſsione i
.. . ñ- .ñ -' peradOttione
per &anchigia _
~. _, - per donadone - - i
' _ Gg Sim-9!
_ _ h ’per giunta
' `‘ -` ~ ’ ' ` ſi ` ` :N
. . Beetral‘p‘ſiol'iîiìdiie*l
erdiminuitíbne "
;pes nuqqístçW
come
tr" altri'a
fo re_lda ſe muta
2 l ſoprapone
p e:‘i Pergiouare aſe '
as q rmai nome — - .* pergtonareaſtruzó;
‘V
'i Itri-È 1575 ?ça-Mſn:- ”Sn yamaha‘: iron-lion ìvfl‘ìchd. D'a nomi -
richieſli alla comedia &alle Perſone ſue Ariſtotele crapaſſa a Ja.—
giomrede nomi riohiefii_ allelaperſone
imaginati,m.ueri.&aflſi:gna ragionedella çragediadi
per- che quali
ſienoveri ſonolinfa‘
contra n6
fido-naturale della po 1a che ee troùando' raſſornigliareLSLHiGe‘
che qnelle coſe le quali non ſono-reputate poſsibilimon ſicleonopo:
tere metterexin pOefia,percîoche non ſono veriſimili. Ma l’attione '07
o la ſ-'auolaidellatragedia he contiene‘v‘cciſìoni diuna dri‘fatire da ſigh':` .
iíoli o di figliuoli atte ì madri Se ſimili non ſono_ reputa te poſsilzi:`
li & per conſeguente non veriſimili ne credigli , adunque il poeta
non dee potere trouare ſimile ſauol ,Baſe ,n n puo trovarci'th
' fauolamon puoanchora imporre-alle perſone i nomi imaginatiPeie
~ , che accioche egliñſottoponga miteriaveriſimileäc credibile alla tra:.
gediadee pmdere-attione auenuta & conoſciuta concioſia coſi
che quelle coſe,le quali n01 ſappiamo eſſere auenute crediamo ant
.gelmra eſſere poſsibili-ád auenire. Et perche l’arcione è auenuta an::
cliora i nomi veri fi debbono ritenere di quelle perſone intorno alia'
quali è anemita. Et pare che Ariſtotele liaueſſè inìnente in render la;
`ragione perches’impongonoi nomi veri alle perſone della .tragedia.
quello perche Romolo nelle ſue l i non-` haueflè fatta menuone
della pena del figliuolo , che uccide e il padre, che Fu ſecondo che
,a’imagina-Plutarcltozche alui non poreua capere_ nell’animo che
folle oſsibile che ſi trouaſlè figliuolo niuno tanto ſce-lara to che cò'e
_merci e coral maluagita. Ma con’ tutto .cio fi vede quanto credeſſe'
dic-.haueſſe di ferme-ua queſtaragione‘il quale ditermina- ſenzadeg
v nar ‘di darle pur-e vna riſpoſta‘leggíera ,che l’attioneo la-fauola dei:
a tragediainiiemeco nomi puo eſſere tutta imagmata 8t trova ra..
da] poetaAdunque anchor-a ſee,on_í10j‘ Mlmele non ſi prendonov
iraniani auenute per; ſoggetto della tragedia perchele imaginate
_7- , q [Renè
e . - ñ . "4
fieno veriſimílip credibiliSenza che (è cofiſakte attíoni,& molte ſu:
no auenureperche non deono parere veriſimili le imaginate,& p0ſ~ '
ſibili ad aueniref: Et certo eglijè affini yeriſunile,clie a Romolo il qua
le ſapeua che Amulio Zio materno heueua caCcia to Numitore fi'atelñ
io dilui & auolo ſuo diflato contra ogni ragione 8dm;nanita,&occu
patogli il regno,&fatto morire crudeliſsimamente [lia nipote dilui,
6: madre ſua & mandato lui,&Remo ſuo fratello innocenti,& apena
nati agitrare nel'Teuero perche s’affogaſſer0,& che egli s’liaueua ar
ditamente bruttate le mani nel ſangue del Zio materno,& nell‘an
*gue del fratello nato con eſſo lui ad vn corpo,&haueua data franchi
‘gia a piu ſc'elerati &maluagi huomini del mondo raccogliendogli
per cópagni, er ha bitatori della citta nouellamëte edificata da :lug
è aſſai ven'ſimi e dico che aluinon poteſſe capere nell’animo che ſol'
ſe poſsibile che aueniſſe alcuna volta che vn figliuolo uccideſſe il pa:
dre. Ma ſe queflacofa era coſi fuoriclella eredëzaliumana comecads
de nell 'animo di coloro che domädarono perche nö haneua egli im:
oſta pena a coſifatti malſii ttori .Perche è da dire c-heRomolo con
‘poc‘riſia,&apparéza diböta di mite volle coprire la dimëtícñza ſua
tracutataſiè riſpoſe ſecóde che s’imagina-Plut‘arclioEt è da dire che
nö molto meglio di lui riſpoſe Solone,il quale nö hauendo ſimilmë:
"te fatto ricordo niuno nelle leggi della punitione del Egliuolo mici:
diale del padre diſſe advno che `gli domädaua la cagione,che egli non
‘haueu’a voluto col diuieto,&con1a pena ricordare 8c mettere nel ca.
po ad alcuno di ſarquello che ſorſe ſenza diuietozòcſènza pena nö ſi
‘-ricorderebbe negliverrebbe volöta‘di ſareQuaſi inflthen'e altri n03]
‘ſl doueſſe ricordare dell ’eſsëpio d’Oreſte che ucciſe-la madre di cuiſu
ñ-w"_Ì~—~ -fatto quello famoſo giudicio nell’Ariopago,o quaſi ſi poteſſe dimen
ticare dell’eſſempio di Theſeo che ſu cagione della morte crudeliſsi=
:ma d’Hippolito ſuo figliuolo innocente. Ma ſe eglie vero , che il
diuieto , 8c la pena impoſta dalla legge al pecca to ſtimola & in:
fiamma l’ humano animo al farlo , & Solone come ſuonano le
ſue parole ſapeua, & credeua quello perche haueua uetati tanti al:
tri peccati molto minori ſotto aſpriſsime pene nelle ſue leggi:
*Egli adunque ſi kuſó della (ha tr'acutag ine aſſai tracutatameñ:
te. {map J" :Il meal'. in 13 J‘vvnöfflflufi: o (I mi 795mm :Fa-o ”minare
31‘?" Non) . Da queſte parole chiaramente ſi rico lie , che quel:
le coſe non ſono credibili o veriſimili , o poſsr `ili ad ’auenine
che non ſono auenute prima cio è o eſſe , o ſimili , & poi elle
non ſono poſsibili non (ono ſoggetto della poeſia# quindi alcuni
' G5 z ”Pren
…_._._'n-__
r
italia ſe altro non fi dice. Poiche Ariſtotele conſente che la poeſia ,'
anchora che di natura habbia per ſoggetto le coſe poſsibili ad aue.:
nire,& non le auenute,& poſſa in alcun caſo liauere anchora le :rue:
nute cio e‘ quando le poſsibili ad auenire non ſono credibili,pare che
-foſſe da vedere ſe l’hiſtoria ,la quale di natura ha per ſoggetto le co: `
ſe auenute poſſa hauer mai le coſe poſsibili ad auenire,& quantum
que di ſopra ſi ſia detto a ſufficienza in quali poemi,& infino a quan:
to la poeſia poſſa riceuere le coſe auenute non dimeno per compa:
gnia diquell0,che ſi dee dire per ſapere ſe l’liiſtoria poſſa riceuere le
coſe poſsibili ad auenire, non filaſCiera di fauellare di nuouo come
la poeſia iiceua le coſe auenute per ſoggetto. Adun ue ſono due
campi larghiſsimi l’vno de quali ſi puo domandare de a certitudíne
& l’altro della ’ncertitudine. Perſo campo della certicudine corre
communemente i ſuoi arringlii l’hiſtoria ,e’l poeta corre i ſuoi com:
munemente per quello della ’ncertitudine. Ma il campo della certitu:
dine è alcuna volta attrauerſato & addogato da alcuno ſpatio d’in.
certitudine,ſi come dall’altra parte il campo della’ncertitudine è mo]
to piu ſpeſſo attrauerſàto,& addo ato da _alcuno ſpatio della certi,`
tudineJo chiamo campo della certitudine quello che Ariſtotele no:
mina 14 yen-’mu 'i rà ut‘ 'ſus-ip cio e le coſe’auenute, ole coſe pan
ticolari, e’l campo della’ ncertitudine quello che egli nominare} leiz’
qà Evitare!”- cio è le coſe poſsibili ad auenire,o le coſevniuerſalLLc
quali ſi dicono eſſere vníuerſali perche poſſono auenire a ciaſcuno
& non ſono anchora auenu te a muno, 6t perche nonſono anchora‘
auenute a niuno & poſſono auenire a ciaſcuno ſono incerte,&n6fi
ſa che liabbiano ad auenire piu ad vno che ad Vn altroſi come le cd
ſe auenute particolari ſonocerte,&ſi ſa che ſono auenute,& anche”
ſono certe,&ſi ſa che ſono auenute al cotale.Lecoſe certe ſono come
ècoſa maniſèſta &afferma anchoraAriſtotele lamateria deli’hiſtorico,
Ma perdielecoſe certeſi poſsóo rendere incerte Per vagliezza dello
ſcrittOre, operche hanno meſcolate conloro alcüavolta coſe inter
re per difetto di teſtimónòtdi memone fededegne.& pieneſi domäda
rima ſe l’hiſtorico poſſa o debba fare le coſe certe imerte & poſcia
nale ſia l’ufficio ſuo quido s’apbatte alle coſe incerte. Primadñque
1 liiſtorico deeguardarſi
i cé ogni diligéza ,da
i i ;feltre
i egli la~certimdiiie
delle
` I
delle coſe incertitudine per dar vaglrezza all’liiſtoria# farla piu gt]
tioſa accreſcendo o diminuendo o tramutando la verita dellecoſe ~
certe,& dicendo le coſe poſsibili ad auenire in luogo dell’auenute,
percioche queſto e errore graue & eſſefltiale dell'liiſtoria,& non ſl
perdona ,ne ſi puo perdonare ſi come ſi pei-donano , 8c ſi poſſono
perdonarequelli Cl‘ſOſchle ſi commettono nell’Ordine delle .coſe
mal cliſpoſſo,o nel narrare le coſe ſuperſlue o pane# non deone da
tenerne COHÈOADCl‘Cl-chle ſono errori piu leggieri,& accidenta i._Ma
ſe ;l’hiſtorico s’auiene alle’ coſe incerte puo ſeguendo il poſsibile
e"lveriſimile congiungere la’ncertitudine con la cei-titudine & act
compagnare le coſe poſsibili ad auenire con le auenute. Egli è VGT@
che fa dimeflieri che appaia per parole chia re,& mani feſte dell'hiſto
rico quale ſia la’ncertitudine &lecoſe poſsibili ad auenire,& quale
la certitudine,&le coſe auenute,accioclle l’aſcoltatore o il lettore
non prendeſſe inganna ndoſi la’ncer titudine 6t le coſe poſsibili ad a*
uenireperla certi tudine,& per le coſe auenute. Pet-cieche graue er:
rore 8t eſſentiale è (lell’liiſtoria, quando'l’hiſtorico propone altrui
auanti la ’met-titudine perla certitudine,& ſenza premoſtrare com
certe parole-,che egli ſia vſcito del campo della certinidirie nam le
coſe poſsibili ad auenire o veriſimili come ſe foſſero auenute o foſ
ſero vere. Nel quale errore caggiono communemente l’hiſloriá
nel formare le diceriemellequali piu che in niuna parte t ell’hiſtorlfl
ficompiacciono,& ſi pagoneggiano ſpiegandoi 'pomPoſi ornamcn
ti delle parole,&_delle ſententie.Conci0 ia coſa che eſsi ſenza punto,
predire pur con vn ſolo motto che non' ſanno certo che il corale
capitano o il corale ſenatore ſermonaſſe in quel tempo o in quel luo
g0,percl1e pare a loro che alſhora conueniſl’e o 'foſſe veriſimile che
ſermonaſſe aſſegnino ad alcuno ſicuramente l’liauer ſermonato co:
me ſe n’liaueſſonoi
za roſſore teſtimoni
niunohauer au toreuoli,&
ſermonato appreſſo affermino
colìſa ttamente,üclievnon ſen:
ſolamë
te non èyero onon veriſimile,ma non è anchora poſsibile il piu del
le volte attribuendo a perſone groſſe & ad idioti dicerie delle quali
migliori o piu ſottili non farebbe Dimoſtliene. Anchor-a errano nel
raccontare le preſure delle citta a forza, & le tempeſte foi-_tunoſe del
-mare dicendo ninna di quelle coſe, che ſono auenute o almeno p0=
che,maquelle che ſogllono auenire &ſono poſsibili ad auenire,&bſc
uemente per poco eri-ano coli in tutte quelle diſcrittioni che da gre:
ci ſono chiamate IiMWM’dgLMa le coſe incerte ſono la ’materia delpoe
ſta anchora ſeCOndo_ la teſtim0nianza .d'AriſtotelèJe-quali ſi deono
L narra;
ll 7
narrare o ſar ra ppreſentare come coſe certe, & auenute ſenza moſtra
re che fieno imaginate. Anzi per rimuouerc la ſoſpettiOne che fieno
imaginate il poeta puo nell'epopea pregare le muſe deita ſopraſtan
te alla conſerua della memoria delle coſe paſſate o celare agli liuomi
ni, che gli rammemorinoquello clie non pare poſsibile che egli ſap
pia. Perche non polſo ſe non marauigliarmi come lio ancliora det
to di ſopraronde i latini liabbiano preſa quella maniera di prolaglii,
che a ntipongono alle loro come-die, & nc` uali ſpengono l’argomen
to dellaveriſimilitudinè,
fleſsih ſauolache ſi dee81rappreſentare
predioendo cheiſtru gendo
quegllo che del tutto eſsi
ſi recitera è
_imaginato, ma piu co nuien clieio mimarauioli di coloro, clie a tern—
pi nolìri hanno trasportata ſimile maniera i pnolaghialle tragedie
ancliora, nOn liauendo la ſauola della tralñediadi ſua natura biſogno
d' argomento, poi cheè per fama o per li' Oria ſommariamente ma
.niſeſtn. Perche anchora nó ſqnoida lodareque poeti clic raccótando
lecoſe incerte 8t poſslbſll ad auenire vſa noi modi de parlari, per gli
,quali diminuiſcono la ſedeaquello_cliedicono,& moſtrano anche
che è imaginato,quali ſono queſti. Egli è credibile che coſi paſſaſſela
c()la,C0ſi ſi dice,coſi crede la roaa anticliita,&fimili. Percioche.ñqueſìi
ſimili modi di parliriſtanno beneall’liiſtorico quando vuole dimo
flrare che eſte fuori de confini della certitudine, ma ſtanno maleal
poeta, laſicui, ſua maggiore lodeqè, clie faccia la’ncertitudine parere
certitudine per _tutte quelle vie, che puo. ,‘Laonde non ſo come mi
poſſa c0 mmendare Giovanni Boccaccio, il quale con alcu ne parole
attribuite alle perſone che racconta no -le nouelle alcu na volta le rene
de ſoſpette di fallita teme ſa con queſte. Se ſedeſi puo dare alle pa
role d’alcn ni genoueſi .Ne ſo_ come alti i ſipoſſa lodare ilPetrarca,clie
dicendo.Vna altra fonte lia Epiro Di cui ſi ſcriue che eſſendo fred
da ella, Ogni ſpe ntalſacella accende,non.doueua con q uelle parole
Di cuiſi ſcriue leuare laſede al miracolozdi natura di quellaſonte,clie
ſi prendeva per fondamento certo ;della-ſua -ſimilitudine.ì~Le quali
aroledtqueſta medeſima-ſont:- paijlatido :.vſa ſant’ Agoſtino v.nel li
E10 della citta di dio liauendo_racconrate alcune fonti miracoloſe Vea
(luke da. lui, & acco mpagnataui queſta nonveduta da lui, 8t quanto
ſono dette a tempo da quel ſanto padre tito ſ0n0 dette ſuori ditem
po dal Petrarca non liauendo egli píuvedute le altre fonti nomina
te da lui, che queſta. Hora 'lecoſe irchl‘te 8t poſsibili ad auenire, che
.diciamo eſſere materia del poeta non ſolamente nó d‘eo no eſſere mai
_auenute, ma non deouo ancliora mai eſſere ſtate tr0uate 8; ſcritte da.
H li niuno
a.»
AL
'niuno altro poeta. Percîoclie nulla monta, che fieno anenute,'o che
non eſſendo aucnute ſie no ſtate trouare da vn altro poiche v n altro
endemlole nondura fatica ninna in trouarle, le quali ſe traeporta
in altra lingua da quella, nella quale il trouatore le ſcriſſe, è trasla
tori-,81 ſe con altre parole di nu0uo le ſcriue in quella medeſima lin
ua e‘ ladro,& nell'vno modo,& nell’altro ſimplicevertihcatoreJfla
e coſe incerte,& non piu auenute non baſtano per ſoggetto al poe
ta- Percioclie la ſauola della tragedia,&dell'epopea non ſi puo con
[iituire ſe non dicoſe auenute & conoſciute,coſi richiedendo lo ſtato
reale ſopra il qu ale ella e’ſo ndata.Le quali coſe auenute non dimeno
non deo no eſſere conoſciute ſe nó ſommaria mente accioche il poe—
ta poſſa eſſertitare,& ſar vedere il ſuo ingeg ”0,61 trouare le coſe par
ticolari ei mezzi pergli quali quella attiene ſu co ndorta al ſuo termi
ne. l’ercioche ſe l'attione Foſſe conoſciuta ſommariamente 8t patti
colarmente nó potrebbe eſſere materia pnetica nó potendo il poeta
ſci-inere coſe diuerſe perche ſarebbe riprouato come ſalſario dall’hi—
floria,& dalla verita paleſe, ne quelle coſe medeſime perche ſarebbe
biaſimato come ladro ſcriuendo quello,clie èſtato ſcritto,& come in
gt nnatore liauendo con iſcriuerlo in verſovoluto dare ad intendere
altrui chela materia foſſe dicoſe poſsibiliad aucnire,& non auenute
ì mi! a… ”a :i mi': tg mtb-’aut ivi-ut n’a"iv iiá‘u'o F rroçi'uov 25‘” 'oiopámv, tiri
:ZA/“ra mia-omniu- Non in alcu ne tragedie ma in tutte ſono alcuni nomi
*conoſcimi per famapper ltiſtoria,& veridi quelle perſone reali alle
quali èauenuta l’attione, 81 gli altri nomi nen ſono imaginati , ann'
nonſo no nomi propri ma—nomi appellatiui 8: d’vffici , come eſtate
detto dl ſopra iv ivi-is Ìíaiv ai” in?) &yaíîovos Hüafimſos Sir 10619 ”in ma'?
uan x.) rà 5445…” ”tmſuriñ,&c- Seguita per congiugnimento neceſſario
ſei nomi ſono imaginati nella fauola della tragedia, che ancliora le
coſe fieno imaginate, 8t ſe la ſauola è di tragedia, che le coſe ſienodi
perſone reali,&ſe la favola della tragedia d’Agatone cOg no minata il
Fiore thus bene che altri ſenza aſpettarne biaſimo poſſa finger”:
che non fieno m_;i ſtati,& attioni reali non mai piu auenure ne cono
ſciure per ſa ma o per hiſtoria. Et coſi non douremo a ragio ne poter
biaſimate il Conte Mattlieo Maria Boiardo,che nel ſuo Orlando in
amora to nomi na per re,gli Agramiti i Sobri ni ei Ma ndricardi,& ſi—
mili di varie regioni del mondo non mai ſtati. liq-nali furono nomi di
ſumiglie de lauoratori ſorropoſti alla cótea di Sca ndia no , onde egli
era e0nte,caſtello del diſh-etto di Reggio, 8c ne predetti nomi fu ſe.
guito da LodouicoArioſto nel ſuo Quando furioſqne douremo go
^ ter li"
118
…!er biaſimare tutti quelliſerittor‘i ſpagniuoli o ſra nceſchi che nell'lu'
fiorie loro ſauoloſe c'hanno preſa coſi folle licenza d'imaginarſi re
8t attioni reali non mai [late, & propoſleci da low non ſolamëte per
reali, ma per miracoloſe a nchora per lo piu. Et approueremo come
ben fatta la nouella d’Aleſſa ndro che di preſiatore ad vſura diuen ne
genero del re d'l nghilterra,& ſu coronato re di Scotia, & la nouella
del conte d’A nguerſa appreſſo il Boccaccio con certe altre contenen
ti attioni reali non mai piu auenute,& riprouate mani ſeflamente per
falſe dall'liiſtorie. Hora ſi vede a qualeſconueneuollezza ci conduce
l'autorita d'Ariſlotele, & l'eſſempiod’Agathone ſe ſguiremol’vna
à l'altro per buoni. Percioclie ſe ci è licito a formare re non mai piu
ſtati,& ad imaginarli attioni reali non mai piu auenute,ci ſara ancho
ra iicito a formare nuoui monti,nuoui fiumi,nuoui laghi, nuoui ma
ri,nu0ui popoli,nuoui regni,& a trasportare i ſìu mi vecchi d’vn pael.
ſe in vn altro,& breuemente ci ſara licito rifare vn mondo nuouo, o
trasformare il vecehio.Concioſia coſa che non ſia coſa meno ſtrana,
'& moſtruoſa ſe altri raccontaſſe,clie Goſlantino ſolſeſlatoimperatov
re tra Giulio Ceſare, 8t Auguſto in Roma che ſe racconraſſe che tra
il Rodano 8t la-Senna correſſeil Teuero.Ma ſe mi ſidiceſſe che glio:
ehi della fróte moſtrano che il raccontar queſto ètropo gräde errore
veggendo no: ilTeuero eſſere in ltalia,e’lRodono &la Senna in Fri
cia,& io dico che gliocehi della méte moſlrano che non‘è me no gra
‘ue errore il raccontare quello eſſendoire,& gli’mperatori con le lo
ro attiani conſecrati all'eternita per l’hiſloria,&per la fama & ferma
ti in v no fiato dal quale per bugie non poſſeno eſſere rimoſsi. Hora
veg iamo quello che dice Ariſtotele a difeſa di quella ſua opinione,
La lauola della tragedia preſa dall'hiſtoria con parte de nomi diletta.
tutti gli aſcoltator|,&veditori, 6t non dimeno pochi ſono quelli, che
ſappiano,chel'atrione 8: parte de nomi ſono vere.Adunq; non ene:
‘ceſſaria coſa che l’attione o i nomi ſieno veri. Egli èda riſpondere
che tutti non ſanno ſe l’attione o i nomi non fieno veri,oimaginati,
ma quelli,che nol ſanno credono-che l’attione ſia vera ei nomi reali
veri,& percio loro porgono diletto,8: ſe ſapcſſono che foſſono ima
ginati ſentirebbono diſpiacere non altramente che alcuno liauendo
vna gioia, 8: reputandola buona gode, ma riſapendo che è falſa ſi
contriſta,&ſpetialmenteſe gli èſtata venduta per Vera.Adüq; l’actio
-ne rea le,ei nomi de re deono eſſere veri,& non imaginati. Et dicio io
‘ho veduta l'eſperienza in certa vita,che va attorno,di Marco Aurelio
imperatore imaginata da cei to ſpagniuolo,la quale leggendo alcuni
‘ _ i Hh a 8t non
A
ehe ſoſſe ſalſal' lnneuano cara, & ne prendevano gran diletto , ma.,
liaue rido Poi ſaputo che non era vera la ſprezzÎirono, 8: pareva che
ne ſentiſſono noia. Mai-dice Ariſtbtele- la tragedia d’ Agathone c0
gnominata il Fior-e, thelia tutti i-nomi imaginatl inſieme‘con l’at
tione diletta parimentequelli, che ſanno, &'quelli'clie non ſanno la
coſa (lareoſi,~ _adunque non è di neceſsita ritenere i nomi conoſciuti
o l’attione auenutanella tragedia. Etio riſpondo o la tragedia pre—
detta-d? Agnthone conteneva materia'reale, o priuata ſe reale non è
verosche dilettaſſe ognuno indifferentemente percioche gli'ntenden
ti per. le ragioqiſopradette nonnepoteua no liauer diletto, ſe priuata
la tra edia-nOnera da lodare non liauendo la ſua-propria materia.
Aion of” {i *rou'mrì'fl num-á): LEM” -róp uiaoffi &t; Dice Arrſlorele che
dalle coſe ſopradette appateñche il poeta ètanto piu` poeta nel com
porre la fauola clic nel comporre i verſi quanto è piupoeta nel com:
porre la fauolalaqpale. contenga attiene tutta trouata da lui, che
non è colui, il quale- non truova; ma prende cOſe auenute- 0'_ trovate’
dagli altri-Etditermina clieil verſo non conſtituiſce il poeta come‘
alcu ni‘eſtimauano, li come coſe auenute nOnlo conflitmſcono. Ma
perle coſe dette s’ è molli-ato che le coſe auenute non conflituilcoo'
noil poeta, adunque il verſopuntoznon conflituiſcc-il poeta. Hora*
lia gra ndifferenza tra le coſe auenute o trouate da gli 'altri e’l com
porreverſi, ſe rapportiamo ll Vne, & gli altri'allasconflitutione del
poeta percioche nelle coſ'eauenutezo trouate da gli altri il poeta non
pena punto, ne uis-aſſottígli’apurc- vn poco in trovarle trouandole
trovate, ma nel ſarei verli che ſieno buoni leggiadri, & conueneucr
li *alla materia e`~ coſa molto difficile opera d’ingtgno acuto 8: eſſcr
cintozin tanto come h'o anchor-1 dc tzodiſopfl molti lia nno giudi—
cato che cio ſiaîcoſa piu malageuole che-non e‘- il trouamento delle'
coſe, ,6c quindi han no voluto che l'eſſentia della podio conſifla nel
verſeggiare, 8: non nel trouareÎAdùane ~non"era fimplicementc da
_ argomentareñcoſi come ſai Ariſtotele; che il' formatOre della fauola
lia tanto piu poeta che non èil fácitore de verſi citiamo piu pot-tà c‘ il z
formatore della ſauola d’- attione-nouata da‘ñlui chenon è— il - raccom
tfltox e d’attiore-auenuta eſſendo molto piu poeta il 'trouacore verſo
colui, che non truoua clic nó è il ſormatoredelia ſauola VE] ſo ll ver
fificatore- Hora colìirìciie truoua ètanto‘pin poeta- che* non è colui?
the non truona ſeglitpîaragoniamo inſieme; q-;iamo è. Plu buon-o
pogniann Cela! e che? non c` vn caneñnpn-eſſendo Culùl ', che nonñ
.u uoua della ſpetie dclji‘omzficomeii cane: non circuit-(pene del—
“memo,
"9
l'liuomo, ma coluiche tru0ua è tanto piu poeta che non ècolui che
verſeggia quanto ſu mCflſÉ'*fl.dl ſopra la fauola eſſere da piu che la`
fau‘ella.-Et di qui‘pare che ſegui” vna concluſione che poi che le co
ſe auenut'e non'poſſonoìconſtituirepoeta, ne concorrono alla con
flitutione del poeta debbano‘ c0nc0rrere al la diſtruttione del poeta,
8c alla diminutione qua ndo eſſe ſone‘meſcolate cOn le coſe poſsnbili
ad auenircòt con le coſetrOuate dal poeta ſe‘noí- ſaremo paragone
di que ſte auenüte 8t poſsibiliad auenire meſcolate inſiemi-,con le pun
re poſsi biliad aue nire cio è pare che la fauola della tragedia & dell’e
popea quando e‘formata d’ attione auenuta ritenendo i nomi rea li
veri come lxabbiamomoſt‘rato douere eſſere ſormata,debba operare
che il ſuo formatore ſia men poeta che ”o’n è’il formatore della ſa
uola della comedia, o della fauola di quella tragedia'cli'e truoua tutti
l'atrio-ie inſieme contuttii nomi quale era quella della tragedia d'A
gatlio ne cognominata il- Fiore, perciocbe ſel’attione tutta di coſe a
uenute non fa che altri pu nt`oſia poeta, l’attionein parte di coſeaue
ì nute gli leuera liauendo riſpetto‘ alla part’e l’eſſere poeta, & per con:
ſeguente ſai a men porta‘clie non ſara‘coluí' che c‘- conſtituito- tutto
poeta per l'attione tutta di coſe'tro’uate, 8t poſsibili ad auenire. Gina'
dico non dimeno'clieil formatore della ſauola della tragedia, 8t dela
l'epopea preſa dall’hifloria co’nomi‘ reali veri non ſia da eſſere ſtima:
to minore poeta, che il formatore della ſauola cótenente tune le co
ſe, 8c tuttii nomi imaginati; anziperauent'ura dee eſſere ſtimato mag:
giore. Percioche le coſe auenutgalle quali il predetto formatore ri
guarda nel conflituire la fa uola del] epop’ea,& della tragedia, non ſo
no tante", ne diſteſe in modo che gli ſciemino la fatica del trouare
pmenklociaſcuno imaginarli ſimili coſe ſenza molta ſottilita d’i ngc.
gno. Concioſia coſa che ogn huomo ſi poſſa di leggiere i'ma inarè
pognia’mo che in generale vn figliliololiabbia vcciſa la madre a qua
le haueſſe vcciſo il mal-ilo &’ cacciatolui del regno godendoloſi con
lîafllultero. Ma la diſticuIL-a è—'nel t'rouare le vie perle quali il figliuolo
fia pervenuto a queſta vcciſione in‘níodomarauiglioſoz— &-’ non mai
piu 'auenut0. La qual difficulta è maggiore che non ſarebbe il`trouao~
re l’attionein- generale, & le vie PII‘IÌCOlIſÎ, ei mez’zi pergli q'uali lia**
ueſſe li uuto il ſuo ſi ne,~ c'oncio ſia' coſa che l’attio‘ne generale tr'o
uata dal poeta‘non ſia ((iſiſ. rma &ſt,\bilita,clie non la poſſa alterare‘,
fi mutare 'egli torni-r’… bene, Si the nonpoſſa‘fiire‘ le perſoneaut‘e
di te oſciouhe o .l'alariroſt` nm ſeco `do che giudica ſtar me lio per
[tv-.e che gli ſi panno auanti per far pat’er b: la la fa -o .lg che
_ H ii 3 nom
f
non puo far colui, che prende l'attíóne delle eoſe auenute eſſendo’
riſtretto dentro da certitermi ni da qual-È :In alicito vſcire. Et per mo
Rrare con vno eſſempio quale ſia quella differenza dico che non ſ0
no molti anni cauandoiìm Roma. ſu trOuata vna ſtatua di marmo~
d’vn fiume bella 8: gra nde,ma la barba eta ſpezzata 8: mancheuole;
6: per quclla parte chele era reſtata intorno al mento moflrauaſiche
la barba ſe foſſe flat-a intera doueſſe giug nere ſecondo prepartione
infi no al belico,& non dimeno la punta della barba ſi vedeva rimaſa
nella ſommita del petto non paſſare piu oltre.Diche ognuno ſi ma“
rangllau" 1 ne alcuno ſi poteua imaginare came ſteſſe quella barba
quando era intera Solo Michel A ngelo Bonarorti ſcoltOrc di rariſsio
mo ingegno che {i trouaua preſente ſtato alquanto TOPra ſe cóPl’cſh
come la coſa fieſſe,& diſſe Rechimíſi creta,la quale recata fOrmó con
quella la parte della barba che mícaua ta nto grandequanto ii richie
deva alla proper-rione della rimaſe, 6t aggiungendOue-la la tirò infino
al belico poi an nodatala con vn groppo fece vedere chiaramëte,cl1e
la punta della barba formata da lui batteua alla ſommita del petto in
quel luogo medeſimo nel quale era la punta della barba rotta.Adun
que cqn grande a rum-nation: di tutti col0r0, che erano preſenti fece
vedere come era fatta la barba che mancaua,& come era annodata;
Et non u’hcbne m'uno che non giudicaſi'e che non foſſe Michel An*
gelo per ſo‘ttilita d’ingegno per hauere riempiuta quella barba mäclie
uole c0ſi marauiglioſa mëte da antiporrea ciaſcuno altro artefice che
lraueſſe fatta ma batba intera conueneuole a ſuo ſenno ſenza hauer
riguardo a pezzi di barba alcuni rimaſiJVla ci è Vnaltra difficulta mol
to _maggiore della ſopradetta nell’attioni preſe dall'hiſtoria, la quale
eeſſa nell attioni imaginate,& è queſta che le vie ei mezzi da menarc
r 'a compimento l’attioni preſe dall’luſtorie conuiene che fieno pochi
di neceſsita eſſe ndo fiati piu volte occupati da primi poeti, 8( eſſendo
(late trouate dagli altri Iecoſe piu conueneuoli 8: piu marauiglioſe,&
adoperare mguiſa che Fa biſogno che altri ſia valentiſsimo trouatoa
ſe›& Fi“? Per poco n-apaſsi la códitio ne bumana ſe vùole meritare no
med' dÈS ‘1° POGta in attione preſa da hifloriaAdunq; veramente Fa
ra melliereodi ſopra liumano ingegno achi vorra pog niamo ſare la ſa
uola d Oreſte che vccideſſe la madre eſſendone {kate formate tante,
Bf bene da tanti poeti paſſati,& eſſendo ſtate trouate tante vie,& tano
fl ”odia peruenire a queſta vcu‘ſio ne,& coſi veriſimili,&ma rauiglío
ſnmuno de quali modi puo prendere il poeta nouello ſenza i nfa mia
dl furt0,dalla‘quale flrettezza èlibero lo’nuentOre dell’attione nó piu
aucnuta-Adunq; il formatore della fauola della comedia,& della tra.
o zed:.
120
edia d'attione tutta imagi nata non è piu poeta,o da ſlimar piu che il
ormatOte della ſauola dell’epppeap della tragedia d’attione auentc
[audio ’a'çtſugj ,ultime mtaviuoh i170! min-lis isi. Altſte parole ſono da;
intendere ſonamëte,cioè che ſe auerra che il poeta nó ſapendo le con‘
ſe eſſere auenute, 8t hauendoleſi egli da ſe imaginare le riporra nel
ſuo poema ſara poeta non altramente che ſequelle mai auenute non`
foſſero, percioclie egli ha durata la fatica perla quale altri guadagna
il titolo di poeta , ma ſe prima le liaueſſe ſapute eſſere auenute non
haurebbe durata ſaticaniu na in trouarle,ne ſarebbe poeta,come non
è poeta colui per quella cagione che recaſſe le coſe ſcritte da Hero—
doto in Verſi- Hora quella ragione chevieta al poeta, che non poſſz
prendere le coſe auenute,gli vieta anchora che non poſſa prenderele
coſe ſcritte,& tr0uate da vn altro poeta ancliora che nó ſieno auenur
te.Percioclie coſi dura poca fatica in prendere le coſe ſcritte dagli al
l tri come ſainprendere le coſe auenute,& pare che ſia furto piu -blaſi‘›
meuole ad inuolare quello che habbia tr0uate v n’huomo,& èſuo pro
prio,cl1e non cad inuolare quello,chee`ſtato prodorto dal corſo ſor—
tunoſo del mondo che pare in certo modo cömu ne 8t nó proprio di
niuno. Hora nó pure in poeſia e'reputato furto lo'nuolare quello che.
è fiato tr0uate da v n altro poeta, ma a nchora inqualüq; altra ſcienza
quídoaltri publica il trouamëto del proſsimo per ſuo. Ei leggiſli' vo
gliOno che Vn dottore,che leggëdop c6 ligliando racconta vna opi
nione intorno :il le leggi tr0uata agutaméte da vu' altro dottore per
ſua lia ſottopoſlo alla pena ordinata cótra coloro,che fanno ingiurie
öt cómettono furto. thueſti cotali inuolatori delle' nuëtioni altrui
ſono moſirati adito, &ſcherniti dal módo có l'eſſempio della coi-me
chia che s*ad0rnò delle penne degli altri vccelli per parere riguarde
uole &bellaoltre a tutti, & poi ritogliendole ciaſcuno le ſue pé ne ria
maſe ſ pen nacchiatajt ſcherneuole, 8t_ turpe. Ma ſe mu no inuolatore
delle'nuentioni altrui dee eſſere ſcliernito,&punito ſidOUrebbe eſſere
il poeta inuolatore, la cui eſſentia cóſiſle nella’nuétione,& ſenza eſſ.
inuétio ne nó è poeta. Et nó dimeno ſono moltipoeiidigri grido che
liä no inuolata o dall'lirſtoriep da altri poeti parte,o tutta la’nuério
ne delle loro poeſie & truo ua no degl i huomini coli flordiià coſi ie
norîti,che gliammirano 8: cóii éda no per quello quádo gli doureb
gono biaſìmate,& ſprezzante-come per cagio ne d’elſempio GlOl-a n ni
Boccaccio ripoſernella nOUclla del cóte il’A nguerſa l'amore di Giai;`
chetto verſo la Gia netta preſo dall’ liiſtoria dell’ amore il' Antioclio
verſo la mati igm-Et Lodouico Arioſto prendèdo hora vua parte daz
Ouidio,8c hora Vn altra da St.;tlo,& gallo cei ta alti .i da Marulloäöc
qua li
.\
,quando altre da altri riempieil ſuo Orlando ſurioſo, 8t ſpetíalmelv
ee inuolando ſenza mutar nulla la ſauola di Zerbino da Hentico ſan
uolatore d’Henrico quarto imperatore. Ne il Petrarca ſig'uardò di
rubarela’nuentione di molti ſuoi ſonetti a poeti latini,&vulgari, &
quella del ſonetto O cameretta che gia ſoſtivn-potto a Plinio nipo
te,Clie piusirgilio medeſimo ſe prcſtia m0 ,ſede a Macrobio fui ò va:
rie & non poche parti ad _Ho mero, le quali egli ricoglie, 6: racconta,
8t credendolo perqueſto eſſtltarelo paleſa perladro con nOn molta
ſua lode-Lecomedie intere ſono ſtate rubate a poeti greci da ,Plauto
8t da Terentio,& le tragedie intere da Seneca pure a poei greci. Et ,
ſimilmente le npuelleintere dal Boccaccio come quella della donna
Guaſca dallenouelleantithe, & come quella di (juido Caualcante
dal Petrarca,& comequelledt Peronella,&d'l~lercola no da Apuleo,
il quale Apuleo non liaueua trouata vda ſe, ma rubata altrui la'nuen
tiene del ſuo Aſmo d’ oro. Ma non piu, che queſto non 1t‘ il luogo
da ſcoprire tutti i furti degni di biaſimo di q ueſti, 8t degli altri autori.
Solamente e‘ dadire che ſi rruoua no di queſti inuolatod, liquali vo
glio no eſſere creduti p0eti, tanto sfacciati che ardiſcono d’affermaí
re,che ſia licitoa ſurare le coſctrouate da gli altri poeti,poiclie il ſur
to ſiſa ſenza dannodi colui a cuiè fatto.& motteggiando dicono, ſe
tu noi credi va a vedere ſene lib:i loro per noſtro rubare manca nul
la, o almeno ilfurto nó ſi fa contra volonta del ſignore, 6t pur moti
teggiandodicono che coloro che non guardano il ſuo non ſi polſo
nodolere ragioneuolmente quando ſonorubati, ſi come ſono gli
ſcrittori,.clie laſciamoi ſuoi poemi in abbandono, 6t gli publicano a
tutti ſenza mandare con loro guardiano niunó che 'gti difenda dal
furto. Anzianchora hanno maggioreardirc, 8t affermano che non
commettono ſurto,netolgonocoſa ninna altrui quantunque ſcn’
-uano lecoſe ſcritte da altrui neſuoi poemi , concioſia coſa cliealtri
nOn truoui, o non poſſa trovare coſa che non .ſia ſtata prima detta
A quali breuemente riſpondendoeda dire che, quando la'nuentione,
[a quale era propria dello'nue ntore diuiene per ladroneccio «l'alcu
no commune alui anchora, & n’è creduto eſſere coſi inuent :re lo'n
uolatore come colui, che la' trouo, la gloria clic doueua eſſere—tutta
&propria del primo inuentore ſi diminuiſce accommunandoſi con
vn altro, ma quando la‘nuentione per ladroneccio ,è teputata di co
lui, che l’lu inuolata, il primo trouatore attorto 8c del tano e Priva
to della meritata ſua glOria, della quale dee eſſere ſolicitu _6: fedele
_guardiano 6c conſeruawre CilîgnunPſcndC diletto ;Lella gratioſa ſa
~ “CJ
[2(
tica dello’nuentore abomínando i rubatori della’nuentione altrui
come ingrati,& ſconoſcenti 8c degni d’ogni graue punitione. Hora
egli c“vero che non ſ1 dice coſa che non ſia prima flata detta, ſe con:
fideriamo di ciaſcuna coſa le prime parti,ei primi elementi,de quali ſi
compone,& confiſte ciaſcuna coſa,ma ſe la conſideriamo come un
tutto non e‘ vero che ciaſcuna coſa lia prima ſtata detta, altramente
'ci conuerrebbe dire che tutti i poemi foſſero vno li quali ſucceſsiua:
mente di tempo in tempo ſono ſtati fatti,& che l’Odiſſea d’Homero
che fu fatta dopo l’lliada foſſe l’lliada,o altro poema prima C0mP0:
flo,p oi che l’Odiſſea è ſtata-prima detta o nell’lliada o in altro poe:
ma prima compolio.
P A RT-l C E-leL A O T T A V A. Tóp'Ì &flaöp mio”, ”il Mirano“
;ſinonimi-l‘a: id! xéçts'ntdtiwà ?zato-J‘ai” alſo-ip, ip 9" nl iafldſá‘ia mr' {illa-M “
îr'étàs JFK—4477i” 33%', ”orafi-rat Sam-firm livrà ”Ihr-Sp pei-'Amp mllrrts‘i J‘i t’Xſl’ſOſ’S “
51m‘ flip à) and‘: .fij- -mſſs ;mai-pmi!- &wu/(tum: ottima‘ ”ù ”guidi-Aim “
. mp Wafnll'VR'TIÎlL-WO _MANI J‘lts-f'rçap :tv-;riaſſunti HAWK:. . u
C 0 N TEN E Z A. ,Che la fauola non debba liauere digreſsio.
ni iconucneuoli. i ;. ,
VV LGARZZAMENTO. Hora tra le fauole ſimplici,& (tra)le at: “
uoni ſono peſsime otſ Ezedtá‘iáil‘as `( cio è quelle che hanno le cligreſ: “
ſioni ſconueneuoli.Et.dico(quella ”auola hauere le digreſsioni ſcon_- “
ueneuolimella quale la digreſsione ne _ſecondo verifimilitudine ,ne “
ſecondo neceſslta ſono incatenatel’vnacon l'altra.Et coſifatte (- fa: “
uole) ſonofatte da poeti rei per loro ſteſèi,& da buoni pergli rappre; “
ſentatori.Perci_oclie tenzonando a pruoua , 8t tirando la Eiuola in “
lungo piu che non ſipuo ſpeſſe ſiate ſono coſtretti `a percui-bare “
l’ordineincatenato. “
-_.—Ìñ-. —_-wñ' SPOSlTlONEanuefla particella ſi tratta della quinta-coſa richie
ſìa alla fau ola la quale èche non habbia .vſcite vane,& ſeperate dal.- ,
l’attione.H ora ſe noi leggeſsimo inluogo di ”Sc-5 aian “WoW-law:
È-röp .tritati. cio e‘ Et ,breuemente tra le fauole, &,le attioni ſono peſ:
lime le digreſsioneuoli,parrebbe che queſta particella ſeguitaſſe le
coſe pallate. Ma ſe ci pare che la mutatione d’oìzrais‘a in ibra-85,3( la tra:
portatione di 02:25: ci'vn luogo in vn altro foſſe gran nouita , 8c ara
dimento,& vogliamo ritenere le parole come ſtanno,&nel luogo do
ue ſono ſaremo costretti a dire che queſta particella ſia ſtata poſta
qui come in lu ogo‘non alei conueneuole quando doueua‘eſſere po:
ſlaaltrouefflercioclie viſi ,presuppone che ſi ſia .ragionato delle fa:
wie Odeſſa-attionifipplici -adietw , 6: nondimeppnw ſe n’èfpmî
:i‘ve v~ tt‘
fatta vna parola!! t’riſi preſuppone die non* ſolamente ſeneſia ragía
nato,ma che le (implici ſi ſienoiper diterminatione poſpoſte alle dop
pie,p0iche hora ſeguitandoſi-dice che tra le ſimplieisè ancliora diffe
rentia.perciochc aut-gnatlie tutte le ſimplici fieno ree Puie peſsime
ſono le digreſsioneuoli. Perche queſta particella conueneuolmente
dec trouare il ſu oluogo la do'u’c Ariſtotele* parla della fauola raui
luppata,& ſimplice intendendo quella ſauola eſlère ſimplice che lia '
Vn perpetuo tenore di Fortuna ſenza mutamento niuno-eome ha il
Prometheo legato d’Escllilo Hora gli epiſodi o digreſsiom biaſima
te qui darln'ſtotele ſono quelle coíèparticolari che deono riépierc la
fauola vm' uerſale,& moſtrare come l’action:: vniuerſale e ſtata mena
ta a fine.Le quali digreſsioni ſonobiaſimeuorli quandoo non dipem
dono l'vna dall’altra come anellaincatenate inlieme,o non conuen
' gono alle coſe vniuerſaliHora fi puo dare vno eſſempio della di:
i greſsione vitioſa nella~ diſcrittione del monte Atlante nell’Eneida_
' di Virgilio percioche non era nect-ſsita` che Mercurio volando -
cielo a Carta inc volaſſe prima in ſu il monte Atlante,ne veriſimili
:udine non hgſtancando nel volare come ſanno gliuccelli, a quali
, dopo certo-ſpade fa biſogno d’ alcuno ripoſo, 8c 'pollo che ſol}
Lveriſimilitudine a che ſerue quella diſcrittione e le diſcrittionl
de monti, & deluoghi ſi fanno perche ſeruono a ſare intendere piu
chiaramente l’attione fatta in-quel luogo, Che montaña ſapere che
il monte Atlante haueſſc neui,o fiumi , o non haucſſe ne l'vne‘, ne
lialtri quantunque Mercurio viſi ſennaſſe ſu 2 Percioche ſe foſſo
ata neceſsita o veriſimilitudine che Mercurio volando dicielo l
Cartagine ſi foſſe prima fermato in ſu il monte Atlante , &íì ſoſſc
pergiunta fatta la dilerituone del monte predette-tì queſte coſe fi do
neuanonarrare la prima volta che Gioue mandò Mercurio di cielo
a Cartagine 8: non- dimeno-ſolamente ſi dice.Volat ille per aer
magnum Remigio alarum, 8t Libya: citus allitit oris- Di fimili di:
greſsioni adunqvc credo io che intenda Ariſtotele. rSflÈMA-Sfm'f
, .0‘: ,ns-‘4 Wim‘: ai* brad-PAM:. Riguarda‘ la voce ci‘ brado-MP” di
ſetſo ſeminino-al nome zig-&Eme- piu vicino ſi come là diſotto-mi
m. To'aì'fll 5 mmümu M ”Se Qaeñöp,&c. L’attioní che hanno co
ſiſatte digreſsioni vitioſe ſono fatte da poetirei , 8c buoni , me
per diuerſi riſpetti percioclxe ſono fatte da rei per ignoranza crer
dendo clieſteano bene,ma da buoni dechinando alquanto dal‘dí:
ritto ſentiero nonper ignoranza ma per iſcienza ſapendo che ſtanó
no
o-
male per comandare
l l
altruisz dee adurque il poeta penom
ì
piacere_
- ”.2
piacere ‘altrui napom alcuna digreſaione vitioſa nel ſuo poema ſe.
scondo che inſegna qui Ariſtotele. Alquale inte namento ſe liaueſſe
hauuto riguardo Virgilio per iuſingare il popo o Romano , & per
compiacerlo non haurebbe trapoſta nella ſua Eneida la `digreſsio.
ne dell ’amore diſordinato di Didone verſo Enea , la ,quale c‘ vitioſa
li perche è attione reale ſalſa & riprouata dall’liifloria nel modo, &
nel tempo. _Nel modo perche Didone per conſeruamento del
l'ltoneſtà ’vcciſè volendo ſeruare la fede al marito morto anchzora.
Nel tempozperche Enea _non pote .capitare in Africa che Dido:
ne foſſe viua. Senza che non ,pare che s’aue a , che la’nfamia
con la quale tenta di macchiare la gloria dell’edi cati-ice di Cartagine
per parlare a grado fl Romani ècommune con Enea primo'loro o:
a‘igina tore,perciochenon paſsò lacoſa con molto ſuo honorema ſi
non molta ſua ingratitudine.Et perauentura fi potrebbe dire che la
digi-eſsione fatta da lui pur per queſta medeſima cagione di luſmga:
reil popolo di Romapfluguſtoflelländata d'Enea allo’nſerno tra_` ‘
poſta nella ſua Eneida ſia vitioſa non apparendo nulla prima dique: _
lla ſuaandata allo'nferno ne per :hiſtoriame per‘ ſama,ſi come pur fi
‘aa dell 'anda ta d'Hercole,di Tlmſeogli Pirithoo,& d’OrpheoLaon:
dea nchora ſi vede quanto Romero foſſe, meno ardit o,il qualeſa che Î
Uliſſe per via vſata d’incanteſimo vegga le anime de 1110111,[ng .
tie Enea per ardite ſmoderato di Virgilio va ,in pprſona allo ’nſerno
per via petmcſſa a pochi eſſendo viuo,& vede l’anime non ſolamen=
ce de mortinna ancliora vede l’anime ,dicolomxlie non ſono na ti,_& _
intende i nomi propri di ciaſcuna# le loro attíoni diſtinte &partico `
lati da Anchiſa ſuo padre come intenderebbe da ,vnoluſtorico peç.
cando Virgilio nella conueneuolezza della profetia , la quale non
ſuole condeſcendereanomi propri,ne a coſe tanto chiare,& particg.
[ninna tacendo i nomi ſuole manifeſtare le~perſone,8de loro unioni
conſigure di ,parlare alquanto oſcure, ſicome ſi vede Oſſeruare nella
profetie della ſcrittura 1àcra,& nell'Aleffiindra di Licophrone. Nella
Falc conuencuoieua peccò ſimilmente Catullo facendo alle nozze
` Peleo &di Tlictide le Parche pro fetare del na ſcimento , 8t di
fatti glorioſi d’Acliille col nome proprio , &eon ogni particolaf,
n'ta.Ma Ouidio inducendo Proteo a profetare di quefio medeſimo
a Theticle non nominò Achille per nome proprio,& ſotto generali:
ta comprendendo l’attioni ſue diſſe come ſi conueniua a prophetia.
Cöcipe mater erisiuuenis qui fortibus armis Acta patris vincet ma:
ierq; vocali-init .illoMa chi vuole vedere eſsépio di digrcſsioni (con:
, " li a ueneuoli
ueneuoli fitte per cÒmpiacere altrui legga quelle dell’Orlando ſi::
' rioſo di Lodouico Arioſto introdotte iora per via di propltetia,&
hora per via d’altri modi,niuna delle quali vie è leggittimamente
calpeſta ta da [uN-lora ibuoni poeti ſeeondoAi-iſtotele s’induceua:
no a ſare le ſauole digreſsioneuoli delle tragedie per compiacerc a
rappreſentatori delle loro tragedie quali tenzonauano con altri
rappreſentatori delle tragedie cl altri poeti acetoche le tragedie con
le digreſsioni,ſe per auentura erano piu hneuuche non ricluedeua il
tempo preſcritto da giudiCi poteflono l'lEmPlcrlO tutt0,& eſs per
bre-nta della tragedia non reſlaſſeno perdenuEt per_ auentura que:
fle digi-e‘ſsioni fatte per compiacerei rappreſenta tori riguardauano
piu a q::ello,cl:ei rappreſentato” ſapeuano bene contra fare , che
alla materia naturale della fauola accioclte eſsr moſtraſſero quello
chevaleſſero inquello cl0ue erano piu eſſercitati,&percio piu ageuol
` i” mente otteneſſeroNONA.
PARTlCELLA la. vittoria.
?mi oimſvop Mein! Zsl ”falst i ”ſpam EMI
,, ”it çosifaîp , Kgítfhievöp wii-rn: 7ſve1utufl'1ucñt totali-ru ”ü ”Zam-g , :lr-up fini-iſa
,, ”ag-ì 161- a‘a’ìflp J‘l 'JAN-M. 75 ;if flames-‘ip oſrps‘ièfl Wap, n èímì rs ſtu-rotti:
,, -rov ,uit 1T” mix”. {ml ”à ”Sp ’th Tu'an 1113111 ”medici-nm: Mau , ?da 25mq' 'mi
,, TIlJ‘tS (pain-rai rtyciviut- oſap öìſ ìvá‘çtds 3 7T! yuſiwvi iv l'ip-s ?mix-rante 'trip aim’
- ,, Tir @dire Mullîv'íàîwçvüfl;BMW-{wanna yi’ 'ni Touriſm oi” èÎuî ”viñ'ahäñ 'ani
Txn *ml/5 morir”: rw KLM- ou! ,mio-i”. i
CONTE NENZA. che la fauola debba eſſere marauiglioſîa. ` `
;t VVLGARlZZAMEL'TOzMa poiche (la fauola) è raſſomiglianza_
,, non ſolamente d’attioneñp‘erfettama di coſe anchora ſpauenteuoli
,, 8t miſericordioſ‘è;&qu‘eſte coſe(permarauiglia) ſono maſsimamente
,. corali,&(molto) piu ſono corali qua‘ndoauengono fuori d'ogni ere:
,, dere l’vna per l’altra , percioclte la marauigliaſoprauiene maggiore
,, in queſta guiſà,che ſe aueniſſero temerariamente,& per fOrtuna,cont
,, cioſia coſa che tra le coſe della fortuna quelle paiano marauiglioſiſ:
,, ſime, le quali moſtrano d’eſſere‘ſtate fatte come a ſtudio , come x ſu)
,, quando la ſtatua di Mitio in Argo vcciſe colui che era colpeuole del:
,L la m0rte di Mitio _cadendogli adoſſo mentre era in theatre. Pereio
,, che coſi fatti auemmenti non paiono auenire temerariamenteAduR
,, que è di neceſsita che coſifatte ſauole fieno belliſsime.
‘SPOSlTlON E.Ci ſi preſenta la ſella coſa richieſta alla ſauola per:
che ſia bella,la quale e che elſa ſia marauiglioſa,concioſia coſa che ſi
z ſia detto nella diſfinitione della tragedia che eſſa ſia non ſolamente
raſſomiglianza d’ attione magnifica , & perfetta &cma anchOra di
-: - coſe
- iz;
coſe ſpauenteuoli & campaſsioneuoli. Et perche-quelle coſe ſpauem
teuoli,& compaſsioneuoli ſono principalmente ſpauenteuoli,&comz
paſsioneuoli per opera della matauiglia,;ion eda laſciar di dire della
` maraui lia clie genera 8c accreſte lo ſpauento 8c la compaſsione ac
cioclie s liabbia piena conoſcenza dello ſpauento , & della corſſpaſ;
ſione parti dell’attione o della ſauola della tragedia principali. Ma
prima clie mettiamo mano alla ſpoſitiOne delle parole del tcllo d’A:.
riſtotele ci pare di dire di tre coſe , cio è prima quale ſia il fine pro:
rio della tragedia,o della ſauola della tragedia,& inſiem e quale ſia
il fine proprio della comedia o della ſauola della comedia.Poi quale
ſia la perſona propria 8: principale della tragedia,o della fauola del:
la tragedia ei ſuoi ſegnali.Et vltimamente qual marauiglia Faccia l’at:
lione piu ſpauenteuole,& piu compaſsioneuole,percio clie di chiara:
tefiuefle tre coſe aſſai chiare & piane ci fi moſtreraiino le parole
d’Ariſtotele-Adunque cominciando dalla prima coſa propoſta dico
che il fine della tragedia@ della fauola della tragedia c‘letitia o tri:.
llitia,ma non ognjletitia o triſtitia accioclie non ſi coiiſonda la le.
titia & la ttiſtitia finali della tragedia con la letitia,0 con la triſlitiade
quali ſono fine della comedia o della ſauola della comedia come fi
dira.La letitia adunque finale della tragedia conſiſte & ſi tillringe
nel ceſſamento a ſe,o a perſone-care della morte, o della vita dolo:
roſa, o della perdita dello ſtato reale.Si come dall’altra parte la tri
flitia conſifl’e,& ſi riſtringe nell’auenimento a ſe o a perſone care
della m0rte,o della vita doloroſa,o della perdita dello ilato reale, E:
quelli due-ſono i ſuoi fini propri.ll fine della coinedia come dico cſi::
milrnenteletitia,o triſhtia,ma non quella medeſima letitia,ne quella
medeſima .triſlitia clic dicemmo eſſere della tra edia, conciolia coſa
die la letitia,la quale è il fine della comedia,con illa nel ricoprimento
d’alcuno ſcornofatro a ſe o a erſone care z o d’alcuna vergogna
che altn' non credeua potere ce are,0 nel ricoueramento di perſona
o di coſa cara perduta,onell’adempimento di diſiderio amoroſoMa
la triſlzitia’conſiſtc,& ſi riſhi ne nel riceuimento in e o in perſone
care d’alcuno`ſcorno,o vergogna mezzanap nel danno di roba non
molto grate,o nello‘mpedimento di godere la perſona amata,& in
corali coſe,& queſti ſono i due fini propri della comedia: Ma ſi puo
domandare pei-clic la tra edia,o la favola della tragedia non riceua
0 non poſſa riceuere que a letitia o trifiiria per fine le quali riceue la
comedi'a,& perche dall’altra parte la comedia o la ſauola della come
dia non riceua o non poſſa riceuete quella letltllél o ti-iihtia pei-ñfirlie
. ‘ i z c ie
I
‘.
COR);
:ammettendo inceſto congiugnendoſi col parente. Et per nantes'
nerſi queſto bencchc haueua,opera ſceleratamenre vccidendo Aga:
memnone ſuo marito,& ſcacciando Oreſte ſuo figliuolo del regno
paternooyella che riguarda il male parimente è di due maniere c6
cioſiacotà' che altri s’induca ad operare perceſſare il maìe futuro, o
per rimuouere il male preſente. l’hedra poi che hebbe in vano richie
flo d’amore Hippolito dubitando che riſapendoſi il fatto infamia
non le ſeguiſſe,& danno per ceſſare quello male futuro opera ice
leratamence accuſando attorto Hipp olito al padre Theſeo,& infi:
ammandolo d’ira contra lui.Phedra medeſimamente per rimuouerc
il male preſente che era il dolore della mente,& lo ſtimolo della co:
ſcienza che ſentiua inſupportabih' de malefici commeſsi,cio è d’eſſexfi
laſciata trascorrere in coſi dishoneſto 8c ſcelerato amore, d’hauere
accuſato lo’nnoLente per nocente,d`hauer Cè bugia indottoTheſeo
ad uccidere il figlinolo come maluagilàimo la doue era ſantiſsimo,&
d'eſſere Rata cagione delia morte di coſi valente,& coſtnmato,&bcl=
lo giovane opera horribümente impiccando eſſa ſeſteſſa perlagola.
Hora ilmale preſente ſi rimuoue con vendetta,con pena# con cam
bio _cio èſon minore male ,e’l male futuro ſ1 ceſſa con via ingiufia#
con via apparente ragioneuoleflì come il bene s’acquiſta , .k ſ1 man:
tiene parimente con uia ingiuſta, 6c con via apparente ragioneuok.
Il mal preſente ſ1 rimuoue con vendetta come Medea vccide i figh
uoli per vendicarſi di Giaſone,con pena come Torquato uccide]]
figliuolo,con cambio o con minor male come Phedra s’ impicca. ll
fiituro male ſi ceſſa con via ingiuſta come Phcdra accuſa falſamente
Hippolito per isſorzacore accioche non ſia ella inſamata. Convin
apparente .ragionevole come Hei-cole 'vccide la moglie,ei figliuoli
a-edendogli fiere.S’acquifla il bene con via ingiuſta come Clitemne—
ſtra facendo contra honeſtà copia diſe ad Egiſto ha quello,che defi*
dera.Si mantiene il bene con via ingiuſta come clitemneſtra ficuran
doſi con la niorte d’Agamemnone ſuo marito,&conla cacciata d‘o:
reſte tuo figliuolo del regno paterno.S’acquiſta il bene con via app!
rente `ragioneuole come Edipo prendendo Gioeafla per moglie ore
. .dendOIa donna ſtrana acquiſta il regno diThebe.Si mantiene il bene
con Via apparente ragioneuole come Canace mandando il figlìuolo
nato coperto fuori di caſa cerca .dicoprire i] fatto ſuo dishonefioEt
tanto baſh hora hauer detto della cagione,&paſſando a faueflare del
i operatione d1c0,che l’operatione,ſi puo diuidere in cinque maniere
mquella che èſcelerata come in quella di Phedra quando
d’amore
Il
.d'amore il figlíaſtran quella clreèſcelerata 8: horrilgile inſieme co!
me ſu quella di Medea qua ndo veciſe i figliuoli innocenti, in quella
che dairgoſtioſa,come -’ele0 andar rapina ndo perlo mondo caccia
to di caſa per haut-re vcciſo Phoco ſuo fratello. ln quella che ſr puo
'domandare ſcuſeuole come è l'attione dr Lucretia quando acconſen
kialle :frenate voglie di Tarquinio contraſua voglia per non mcría
reinfame. Et vinmamente in quella cheè horribrle, la quale riceue
vna diuiſione di quattro maniere, percioche ſi commette l'liorribilí
ta per neceſsica o quaſi neceſsita, come altri puo chiaramente vede
re la neceſsita ola quaſi neceſsita che induce Cato ne a darſi la mor
te, 8c induce Orelle ad vccider la madreJi quali non'ſono punto ſce”
lerati,&ſono percio collretti l’vno & l'altro a ſare quello che ſan
no. Si truouaanehcra l'horribilita ſcompa nata da maluagita per
cagione della ignora nza delle perſone come itruoua nella mcrte di
Laio datagli da Edippo & nel matrimonio di Giocaſta co ntratto pu
re con Edipo non conoſcendo egli loro per padre & madre, ne eſci
lui per figliuolo Anchor: l‘liorrìbllita puo liauer luogo ſenza eſſere il
commettentc la malvagio per cagione d‘errore di mente came q uan
do Hercole ſorſennatovceiſe la moglie,ei figliuoli,& Atliama nre pur
forſennatoil figliuolo,Vltimamente puo eſſere liornbilita ſeperata
da ſceleratezza per errore di {tormento ſi come fu quando l’eleo cre
dendo ſedire la fiera fedi Eur-itione cariſsimoſuo amico 8: vceiſelo,
& Atlraflo medeſimamente credendo ſedire la fiera ſedi Athi ſuo ſi
gnOre figliuolo di Creſo 8: vcciſelo. Refla che parliamo della paſsio!
nc. Prima la paſsione ſi conſidera o come doloroſa, o come ango
ſrioſîr . lo domando paſsione doloroſa come è l' eſſere vccilo come
fu Laio, 0 l'eſſere ſeditocome ſu Philottete, o l’eſſere legato nella
mala ma nieraclle ſu legato Prometheo nel m0nte Caucaſo, o l'eſſer
fatta forza come fu fatta a Thamar, 8: ſrmill coſe. Et doma ndo paſ
ſione angoſcioſa come ſu quella, che ſoſtenne Theſeo credendo che
Hippolito ſuo figliuolo lraueſſe fatta forza alla matrigna, & come
quella che ſoflen ne Eolo quando riſeppe lo ſcelerato congiugnimen
to di Macareo, & di Canace ſuoi figliuoli. Poi ſi conſidera la paſsio
ne o come meritamente auenuta alla perſona che patiſce , ſi
come meritamente e‘ data la morte a Ca nace, o come non meri
tamente auenuta alla perſona, che patiſce,ſi come immeritamente
è data la morte al figlioletto innocente di Canace, 8: di Macareo, o
come ſceleratamente luflituita in luogo di meritato bene ſi come
la marte ſceleratamente fu ſuüituita in luogo di meritato bene ad
Hippoli
i'
a
Per le
Di mom
ln letitía percefl'amento Di vita doloroſa
Di perdita diſtato reale
Di tragedia
Di morte
ln triſtitia per aueni- Di vita doloroſa
mento Di perdita di ſtato
lino
Per ricoprimcnto di ſcorno
Per ricovera mento di coſa, o
In Ietitia di perſona perduta
Per adempimento di deſiderio
amoroſo,
Di ”media
Per rÎCC'JÎmCMO di ſcomo
Per riceuimento_di danno di ro
In tríflitia ba mezzano
Per impedimento di deſideria
ameroſo
Operanti
Perſone tragico P atientì
Operanti & patienti
Con uia ingiuſta
Per acquiſtare il ben futuro
Con uia giufla
Del bene
Con via ingiuſt
Pet mantenere il ben preſente
Con via giuſt a
Cagîone
Ccnuendem
Per rimuouere il mal preſente Con pena
Con cambio
Del male
Con via ingiuſta
Per ceſſare il mal futuro
Con via gíufla
Scelerata
Îñ ‘É'". ì
_ A
Seek-rata o_ ' _ . q ſii K’ 12.} ~ _ `
Sockerata & horribíle - - - 4 - ' ì ._ f
. .'í .Ango o , .l. — ‘i' "aM
ü.
Operations o Seuſeuole - Per neceſsítamjuafinëeeñítl* _ ì .
'per errore della mento' _
Horiibü'e, ` per More‘ di fiorme‘ntoſ ~ .
d per ignoranza di Pèxſonf .
i** ' . i ' i i * -
Met-itaca» 7.5 “n
` _D01oroſei Non meritata ‘ :'3' * Z." .
Suſtituita in luogdxdí premia 4 ‘ì Î'
o "Meritata M i 1
.
**- ſ u
~ ‘~ `
ӏ '
Angoon Non ineríçata .
. tuica'inluogo di premio ‘.
l p
4
‘Ota i \ 1‘
-\ .
~ 70.7*
ñ‘ ` , *i
` "K
’ ‘I
...
L l. e . '
.~ .
o
"a
è. .
.. ` J \,fl g
, t
.
~
-J‘
ñ. f — E'-
.
* * i
4 4‘
r ,T ' Ì
n ' r `
. - T‘. 'ì ‘ ~
\ . ` Ì
- .. Î
T
IW* `
fl -r ` '
:3J"
x
"--
é
Îi
‘
J ì *
3
. T
a ` `. j
` ai i‘ 1'` i
.- . ——. . ~ ` ñ
a; L. a J 4
. C - i
Ì
i
i
i
Ì
I
o u
Ì
i Lſſſſ O er tiene ~ .Paſsíone Operatione ,
- d’ijpqlita di Phedra di Phedra- , . .
l - fugge 'renne infamia Accuſa fell-”WW
ó , ~ . a . L Hippohto › .:p-.ñ 'e
o u è
e .è
.’3' e’r. _ì «'È .ñ
2 0- :a ñ':
Q ñ . ’E - .o.
8- . ~ .n.2
"a .
.a 5 :E *è s ñ
e a v:- ~- o 2-* 1 Le EL. :gf
Bè“; ‘ omoddffl ;1 > ZB Aceuſanclo alſamenteHipa ;Lg-s
E I fl.- ,owe‘p 011110”;th H P011“) g— ° °
, ~ . ſ
‘s L pn
I 2
II-Ì’ñ‘
“rà colonna della ſe? qlk'ura della matrigna caduta da ſe addoſſo al figli:
aſh-o vccíſolo ;Mapa-mis awè@ Alan-g ?Swe ”Feg- , i: da“ :TWO-xl 'n'a’
.-rço'meo o’u’puoo’_ -ráqaç mmm?” miu-au ”Thy ”mmm çíuym mm) ñ: ”ù
*112290901* ?Who-0|. YM ìvízka 8m. La riſpoſta manca ad îmî-poſtoin
ùrn' prmcipio di quella particella. La quale per molte coſeincidentemens
-tc- dette s’c‘ tralaſciata, 8c fi ſala concluſione, o è da dire che 8a hab:
bia ſignificato di riſpoſta come nel vulgare l'ha Adunque,di che an: ñ '
.chora di ſopra ſ1 parlò. añañ
:a
PARTICELLA PECÎMAÃU} 37,5” Pv'wçlm‘nxv &vm-T, ”"5 :München
_ 13'121 ;cè-s al‘ ”fáèss , o‘: mfuídfls ol' @vos: Emo: R özoſgxoua‘; îuoòs oÌo‘m *lord-rm,
I‘m.: ”3” ?UE-ZX‘: ,‘is woflívns z Bang mçlsm , dvvflxoîîs ”è mas, à'… m:
flmTtlaj n alarìwglîfm'í nuaraíèam ruſrm` ”L’I’À‘zhu‘i‘m 5; ig Ìs …và Sturm;
. gup“- u mçlrmîas , n &pepaìîa n HETÃHKCU is!. ’ru'u'mfj J“u yzvíàm ?È ?ra-:ñ: TT”
”Mms-md' .Hulk. 3! 1t 7K 1:5": ?mv-,umímç Emax-'mp '1: {È àafl'yxns , ;una u
’ và àxb fl'flflàat TUE-m'. J‘Nîh’çfl mm‘- -rä rlſiveñau -ròz'J‘fl JLÒ: WU‘: , ’À (mò a
IA”, g ?mg-:7121? ”Xu ,il és ?òîFaV7ll`o(J*'rë-Î\q` 13-32170142 mc: mmflmî , mafia“ e:
”gn-m- ;Lu 10VT05,`Ã@\L^1'7'0A6;J , ”ma 70 ano.; u ava-,uſava Zeme HU SMD-m ‘
l‘a , ?Muy ás îupçavéf-rëfm‘rmub , ”ò Tam-AM0‘: Le; ?très 1M/ ,uu-r'ñg ça’eu , J‘u- “
Aóc’a’s , 3’: 7|! la?? Town-n'a‘: îcm'flde, ”in îv Axl-”u , 3 Mib-‘AHO- ,155 Qnm“
Oavoumv@ ,17 ácflavçtàî ?Won/94V , 55 mem'ó‘q ,-rèſs ”Xu duu'ffin 'tn-:(3°: affina“
' 7517M‘: ’amo .vata , 15V 56091171…, àvzva'çxm J" ?5:5 , 302722191‘: voÎ-'vofla day-:Iva u
i?, 27710!” és WWW umsohì'è és çlAl'uv ,3: 'Exaçaî, 1035 mè: ;mA-1°; ,’,Ì ha…“
;Jay àfldfl'flwg mm'snf'j &vnváçmsj’wol Km mghímaz 71‘vovm,ós 'fl'xéflî iv“
wo'lá‘l'mh. ádîlſh o'äcaxsùît'mafl &varroçx’deL x924”) ma: &'4va , mi; 73, 7-4:“
. xiv-m îsΑJ ?n ,Zar-'kg ’illplml ,íUflEallfflL Dùèvr'mçafl 115’): a; ,ri-,Wava ;51‘, am“
?my/c’e”. EM’ Éflémsa 707 …9:1 , ’UPA l? ”Amm 77”' ”Mems ,i éng'm Z; »Tr-;o “
"…J-r” ìmyvóçldls, ”è mçm'rraa , ’È 77.10‘.: :La ,3: @52091 , 0’109: ?rr-;Emy ñ Te“"g‘h'a “
aſma; 5716x911”. 'el-”'5‘ usò *rà Îmxflîp ’Led -ràíuruXtTlo 77m‘ *rc-?f mchmísduyu’co"
' {ZA-HDD íîxvnfláçms rleSy is‘: 3m flaígms. ’t’fl ìvayVöfllfffl,ìl` ”351 ëd} eyz-zig! 77743 “
73‘; 112W “Away-Fray i J‘ÎÀ@ mg@- , -n's îslp- Îfl N &uçorîfoui J-Itî Unreal‘
{anche ñ ”Sì- îcpx-,íva-x ?fl'ëçísxjàvzymç’m 'u -nîs MANU-[ITS Emmi: ,îxávç 5“
”PBS-rà) Wiz—(map HMHS’i'J‘a Ètquugl'c'wi. “A
CONTENENZA. Che la favola debba eſſere rauíluppata che colà
fia ñ mgm'rraa cio è riuolgimento,& che fia Ia riconoſcenza.
VVL G ARIZZA M ENTO.H0ra alcune delle ſauole ſono ſiſſplíci 8a a
. alcune ſono rauiluppategercio che l’atdonydellc quah'le favole ſono“
' raſſomiglianze acciodle non cerchiamo altra pruoua, ſono cofim
_ fatte. E! chiamo fimph'ce actions quella , il trapaflàmentou
l deb '
” della qualc,eſſendo effifi come è fiato ditemínato,contínuata . &
” vna ſola fi fa 22m mgzm-ráas cio è ſenza ríuolgimentop riconoſcenza.
” Et rauiluppata c‘ quella , della quale il trapaſſamento è con ricono-~
” ſenza,o conriuolgimentop con amenduni. Et conuiene che queſtc
n coſe fieno generate dalla conflitutione della fauola inguiſa,che eſſe
n auengano erle coſe paſſate o di neceſsita o ſecondo vcriſimilitudi:
p, ne.Percioc le ha _gran differenza che alcune coſe auengano per alcu
,7 ne,o dopo alcuneÃJ-lora riuolgimento èla mutatione in cOntran'o
,, delle cole che ſi ſanno ſecondo che è ſtato detto. E; cio come dicia:
,, mo facciali ſecondo veriſimilitudinep neceſsita. Si come nell’ Edipo
,, vegncndo altn' per fare ralegrare Edipo,& perliberarlo dalla pan
,, ra che eíli haueua della madre , hauendogli manifeſtato chi egli elſa '
,, operò contrario , 8c nel Linceo. Egli è menaro come colui,
,, che dee eſſere mOrto , 8( Danao lo ſeguita come colui , che lo
,, dee vccidere 8c fluenne per le coſe interuenute chequeſti fu morto, &
,, quelli ſaluo. Et la riconoſcenza fiſcome anchora il nome ſignifica#
,, mutatione d’ignOra nza in conoſcenza o per amiſta,o per nemiſta dl
”coloro che ſono dcſtinati a ſelicita o a miſeria. Et belliſsima riconOf
,,ſcenza èquando inſieme ſi fanno iriuolgimenci come ha neTEd!
,, po.Adunque ſono anchora altre riconoſcenza Percioche auiencím
,, che alcuna fiata,come e‘ ſtato detto,che la riconoſcenza appcrflflîc
,,a coſe ſenza anima,& di caſo.Et ſi puo riconoſcere ſe alcuno habbia
,, o_ non habbía fatta (alcuna coſa.) Ma quella che maſsímamentech
' n tiene alla ſauola,& che maſsimflmente (per-tiene) all’attione èla prtîf
,dettaZPercioche coſiſatta riconoſcèza &riuol imëto haura o miſcn:
cordia o ſpauento,per quali attioni la trageäiaxfi conflituiſce raffo
m1glianzalît oltre acio `auiene in cofifatte atrioni l’eſſere infelice °
feliceJ’erche la riconoſcenza c‘ riconolcenza d’alcuni,alcune ricono
ſcenze ſono d'vno verſo vn’alcro ſolo,quando l’vno (ſolo) fa "nam"
feſto chi egli ſia. Etalcuna volta ſi dee riconoſcere l’vno l’altro,fi
come [plug enia fi: riconoſciuta da Oreſte per mandare la lettera#
a 1m ſaceua di meſtiere d’ vn altra riconoſcenzá verſo lphígeníí- ;
SPOSI T l O N E. ln queſta decima particella ſi parla della ſetmpa
coſa ſ1Cl1i`Cſta alla fiuola— che eſſa debba eſſere rauiluppàta,& nOn 11m
PÌ‘CCaöî S intende per rauiluppata quella che è compoſta di due dl:
"STEP Piu ſOÌO contrarie materie,cio è di ſelicita,& d’inſelicita, 0
d "FffllCſta ,3! di ſcllſicíta,& ſimplice .quella che è compoſta d’vna ma:
tem ſola cioè di ſelle-ira ſolap‘d'inſelicita ſola continuando vn ſ6‘
-nol‘e (ll fortuna dal principio in fino al ſine.Ma prima che procedia!
. mo piu oltre non ſara male per intendere meglio quello,cgîi<ſlícc
0-’
-fl
..a ,., *
13 4
[e ragioni perche l’ vne‘fiem‘) piu da lodare che l’altre ſi tralaſciano
ſi come aſſai maniſeſte. citi J“t 18g fluidi.” ai‘ “ivi-MJ, oi J"- mflìáflaim, Per
le coſe dette ſi puo comprendere quello che Ariſtorele intenda per
ſauole ſimplici, 8t per rauiluppate cio è egli intende per ſimplici
quelle' ſauole che conſervano vno tenore dr ſtato o miſero, o felice,
81 per rauiluppare quelle favole, le quali non conſervano vno teno
re'ma hanno mutarione di fiato o di miſero in felice , o di felice in
miſero ſenza che egli lo manifeſta nelle parole ſeguenti prendendo
l'attione per mezzo di pruoua. My» J‘ì 027m?- u”, uffi”, eee. &mum
pflvt {"1 íÉ 35, &c. U‘l 7a}- ttſ ‘ÌlTa'iÈCJ’ uv umide! “- 540001' l'6” &Smau-6’” iuîtil
oim muffin-Volendo Ariflotele prm are chela ſauola e* [impliceora
uiluppata vſa quello fleſſo argomento clie-vſò di ſopra nella ſcſi-1
articellaxvolendo prouare che la ſauola era vnaöt nOn piu, il qua
ſu coſiſatto-.La coſa rapprenſentante dee hauere quello, che ha lt
coſa rappreſentata,~& non piu, ne meno. Mal' attiene, che e'la co
ſe rappreſentíte dee eſſere vnarſoiaflznó piu,adunqs la ſauola chee‘l-Ì`
coſa rappreſentante dee eſſere v na ſola & nó piu, 6t hora parimente
dice, poiche l’attio ne che è la coſa rappreſentata è o ſimplice, o rn
uiluppata, Gt non altra adunque la ſauola che è la coſa rappreſen
tante è o ſimplice, o raurluppata Gt non altra. Et ſe èvero_ che l'at
tionëſta tale, 8: non altra ſeguita anchoràclie la 'fauola ſia tale &
non ,altra-‘Ma altri porrebbe negare che l’attione foſſe ſolamente di
due maniere come preſuppone Ariſtotele, concioſia coſa che ci-ſia
alcuna attiene dÎ-Vn tenere continuato come c‘ `ſtato detto di fiato
miſero, o di fiato 'felice,‘›& cene ſia anclmra alcuna ñaltra cii-díuerſo
:tenore in vnoflato medeſimo, come è quella, -nella'quale ſoprauen:
no altrui alegrezze ſopra alegrezze, o miſerie ſopra miſerie. Siclxe
'a mutarione ſi ſa non ſolamente di miſeria inſelicita, o di Felicita in
miſeria,,maanchora di miſeriain miſeria, o di felicita in felicita. ‘in
.Ou'tſi prende qui in-quella medeſima ſig nificatione che ſt pre-ſe di ſo
;pra quando lt diſſe ahi-:Ms fl) ma?” nfádoUv, &c. Accíoche non an—
diamo cercando eſſempio o pruoua lontana per provare quello di
che trattiamo prenderemo quello che ci è preflo 81 .vici no, quaſi di
ca Ariſtotele io potreiprouare queſta dtſtintione per altri argomen—
ti, ma mi contentero hora di queſto che mi.ſi para ina nzi. 2:70 M at
”air ”fata-,8m 'No è preſa la tratlatíone-da drappo ſpiegato o rauilup
pato co meltimano alcuni da Ariflotele,& traSportata a queſta diſtin
tionedi ſauole ſimplici, & rauiluppate, .quali che le ſimplici come
,dr-ppi ſpiegati fieno damiani _ſubito mamſefle agliocchi della men
-. Mm z 4 le d'og
~
\
'3)'
Ir”; cio èla rauiluppata è quella , della quale il trapaſſamento ſi ſe
con mutatione,o cOn riconoſcenu 8: co n mutatione,& con eſſe oſea
peratamente, o con amendu ne meſcolate inſieme; Et nel vero ſe
non diciamo coſi non potremmo verificare quello che parrebbe dire
Ariſtotele, cio e‘, che la rauiluppata poſſa eſſere con la riconoſcenza
ſola ſenza la mutatione concioſia coſa che non poſſa eſſere rauilu cv
para ſe non u’interuiene la mutationedi felicita in miſeria, o di mi e
ria inſelicita.^dunque mutatione di ſtato miſero in lieto ſenza niuna'
riconoſcenza ſi puo vedere appreſſo ilBoccaccio nella nouella di m”
donna Iſabella che ſi trouo ha uere due adulteri in camera ſoprauec
nendo il marito.La riconoſcenza nell’Helettra ſi ſa tra Orefle & Her
lettra ma non ſeguita in conta nente la mutatione,ne la riconoſce nb
La è cagio ne proſsi ma della mutatio ne. La riconoſcenza 6: la muta
tione ono cagiunte 'inſieme, & la riconoſcenza è' cagione roſsima
della mutatione nell’ Edipo il tiranno. ver-‘Ta J‘s .M Wiz; i duri: iis'
mirto: roîm'îow La mutatione 8t la riconoſcenZa, ſe deonoeſlëre lo
dcuoli, deo no eſſere prodotte della conſtitutione della ſauola cio è
ie cagioni della mmatione, & della riconoſcenZa deono procedere
dalle coſe i nterne della ſauola ord'matea contrario fine, 0 dalle coſe r
di fuori 01 clinatca diverſo flne,come liabbiamo di ſopra detto quan
do s’è fauellatodeila favola interna o ſoreſtiera, diclie quiin queſte
:role pare intendei e Ariſtotele. Amii?“ 7“} WAH ?ſnai ?i di di@ "A 5a
tim-ra‘: rà J“r. Non ſa rebbeperauentura ſtato malea ſare vna diſtintioe -
ne piu piena, & a dire che alcune coſe della fauola intetncſuccedoo
no l'vna all'altra ſenza dipendenla come il furore d'Hercole ſucce
de alla vendetta preſa di Lico ne dipende da quella.Alcune altre ſue
eedonol’vne all’altre con dependenza 8: queſte in ire modi. o per—
elie ſono ordinatea diterminato fine,o perche ſono ordinate a diuer
ſo fine o perche ſono 0= d* nate: contrario fi ne. La morte di Clitem
neſtra ſuccede c6 di pende nzaalle'n ſidied’Oreſte,le quali era no teſe
&ordinate aqucflo fine diterminato alla morte della madre-La mor
te d'Atliiſuecede condipendenza al lanciare del dardo d'Adraſto che
eraordinato adiuerſo fine cioèalla morte della fiera. La morgediLaio,
& lo’nceſlo di Gio caſh ſuccedono c6 di pendenZa alla partita d'Edir
po da Coranto che ſu ordinata a fine diritta mente contrario.^ Pari
mente alcune coſe della ſauola toreſliera ſuccedo no l'vne all'altre
ſenza dipende 02a, 81 alcune ſuccedeno l'Vne all'altre cOn dipende n
za, 8t queſte 'ſimilmentein tre modi, o perche ſono ordinate a diter
mimco fine, o perche ſono ordinate a, diuerſo fine-,o perche ſo no 0r
, Mm z dinate
din-te e centrnrio fine. Diquelle coſe della favola forefliera che ſue
cedono l'vne all'altre ſenza dipendenza non ſi dee tener cor-to niu
no ſe non per ſuggirle , ma di quelle che ſuccedono l' vne all'altre
con dipendenza, 6t ſono ordinate a diterminaro fine o adiuerſo di
ſopra ſi ſono moflrati li eſſempi la doue ii parlò della ſauola fore- '
.fliera. Et di quelle che ono ordinate a fine contrario ſi puo vedere
i l'eſſempio in Hormiſda che corre all'aiuto di Paſimonda,& non che
'7 l'aiut' ma egli èvcciſo-nella nouella di‘Cimone appreſſo il Boccac
cio i; ”eçlnirulu'w iis-nl ivan-'u Töf ”arſogivov per-Wi. Moflra Ariſtor
'l tele che coſa ſia mmiue cioè riuolgimento dicendo clie e‘ murano
‘ ' ne in contrario delle COſe che ſi fa nno ſecondo che è‘ſtato detto ri
mettendoſi e quello che diſſe nella quinta particella con queſle paro
le. 'Ma accioclie ſimplicemente diterminando fauelliamoin qua ma
&randezza facendoli le coſe ſucçeſsiuamente ſeconda la verilimilinf
ineo lÌ-neceſsita auiene che di miſeria fi trapaſsi in ‘ſelicita,o di ſeliu
ta in miſeria,queflo è-ſufficiente termine della grandezn. La muta
tiene adu nque delle-coſe che ſi ſanno in contrario, è il diuenire di
-felice miſero, o di miſero felice. Et queſta mumio ne fifa ſecondo
:veriſimiliiudine o neeeſsita ſi come Ariſtotele dice -in que-fia particel
.h con quelle parole. Et conuiene che ueſte coſe ſie no generate dal'
[A COnſtitutionc della fauola inguiſa c xe elſe auengano per lecoſe‘
. paſſateo di neceſsita o ſecondoveriſimilitudine. Della quale neceſ
ſita overiſimilitudineliabbiarro noi di ſopra parlato a ſufficienza
‘ Ma perche-la mutatione di miſeria infelici” odi felicira in miſenalu
,luogo nellaſauola della tragedia tal hora Vna volta ſola & tal ho"
piu vol re pareua che le ſauole foſſero da diuiderein ſimplici 8: indol’
pie domandando ſimplici quelle,clie non cótengono ſe non ma…"
raduni-3,8: doppie quelle,che ne contengono piufi come l'hab‘blam‘!
diuiſe noi di ſopra per queſto riſpetto. am ‘ev-n} oile‘l iÀOei!,&C- l’61'
.dueeſſempi ci di moſtra Ariſtotele comeegli inrëda mutatione inCOD
trario delle coſe che ſi ſanno. Prima per l’eſſempiodi colui clzevenu*
to da Coranto credendo di recare lieta novella ad Edipo 8: di ſicura!“
lo dalla paura che eglihaueua d‘auicinarſi aquella,che ſalſamenſéffi
deua eſſerc ſua madre facendogli conoſcere chi egli era lo centri?!
,& ſa il centrario di quello che era ſua intentione dl ſare. Poi per ‘ſ‘
ſempio di Li nceo 8: di Danao eſſendo aucnuto di loro il contrario
quello,che d') ueua auenire cioè eſſendo auenlito che Linceo ſc5P-Îſ‘
ſe 8c Danao moriſſe douendo per le coſe ordinate a contrario fin‘
`”unire dirittamemeil contrario. Con quelli eſſempi adunq;
e , 136
Arífloteſe ciiei myizſragddſi nude in queſto -ſuogo pirla, &i; qua!.
egli app ruoua perla ſoprana è quella,cſie ha le cagio ni ordi nate nó
I queſto,o a diuerſgfineflu acótrario dithe di ſopra noi habbiamo
parlato-13h13 Amy, Diſotto Ariſtotèle neminera il Linceo di' Theo
dettcilquale non ene puo eſſere queſto diche fa qui mëtione,percio
che in quella tragedia ſi trattaua diDanaod’Hipermeflra,&diLinceo,
&in quella di Theodette,di Tliere0,di Progne,&d'lthi ſecondo,~ che '
in ue] luogoſi moſhera-Hora in qual modo propriamente Da nao
ſol e vcciſqöiLin-:eo ſcampaſſe contra quello,ciie era ſia to ordinato
lo n liauendo n0i la tragedia no n poſsia mo i ”donnine-.Ma ci poſti;
mo bene imaginare alcun modo perlo quale cio poteſſe auenire co
meſarebbe che Dama haueſſe ordinate & poſſe genti a paſsi in agun.
to che doueſſono vccídereſe perauentura aim no de ſuoi generi Fu a
giſſe dalle mani delle figliuole dicendo o moſtrando loro come ſoſi
ro veſtiti accioche gli riconoſceſ'ſero. Er che Hipermeſtra che era cöo,
ſapeuole di queſto ordine facendo fuggire Linceopccíoche non ſoſq
ſe conoſciuto da maſnadieri’ paterni gli' miſe indoſſo l'habito dei pe
dre perſo quale ſu laſciato paſſare ſc nza impedimento credendo che
foſſe D3 nao- Et Danno hauédo infretta albuio preſo l’habito di Lin=
eco che Hipermcfira haueua ripoſto in luogo del tolto vſcendogh‘.
dietro per vcciderſo ſu da ſuoi eſſendo creduto eſſere Lince-o morto…
Ne edi taccreſccondo che-è ſcritto appreſſo Higino che Linceoſîî i
ricouei ò in vn tempi.) la donc Abante gli recò la nouëliadelia mori
te di Da nam—a cui- donò vno ſcudo ſpiccato dal tempio. &iQ-dpi” Nu,
,ii am, rà n7ioflx,&c Per intendere qnt-ilo che qui dice AſiſtotCiedclñ.
la riconoſcenZa ;St iuita qucſta materia è da ſapere checíſono cinque
iiîmiei-e diriconoſcenza,v La prima ma niertcótiene la riconoſcenza`
delle perſone quando il fatto ſi co n0ſce,&le perſone operatrici s'in
gnoranop vero la riconoſcenza del fatto qua ndo ie-perſoueſì cono
ſcono , ma iiſatto s’ignora. Mentre chele perſoneoperatricíſonoz
ignorate qua ndo i] fatto ſi conoſce , ilſatto etc-punito giuſto , ſi co-,
me era reputato giuſto 81 ſeggi… mo il dormireinſ'ieme d' Edipo a,
di Giocafla eſſendo tra loro co-xtrartoii matrimonio ſerva:: le dee.
bite ſolenni” mentre che s'ignoraua che Edipo foſſe figliuoſoàñ.
Giocaſh madre , ma quandoie perſone ſono riconoſciute ii -fatl
cp’ digiuſto ſi moflr-i ingiuſto , 8K abomineuole ſi come anennea,
quando ſi fece la riconoſcenza dÎ Edipo &‘.di Giocaflañ,& ſi ſCOl'W.
perſe l' vno eſſere figliuoloöt l’altra madre. Ma mentre che il fat-,3
‘o' s’ ignora, ,guanciale perſone ſono conoſciute,,ie perſone-fox;
. . ,. ` nobrei‘
N.
I
ñI
- ~ 5
. ’142.
horribilita commeſſa dello'nceſtuoſo matrimonio , 8( puo reſtare ~
ſenzatrapaſſare a nuoua llorribillta come Hercolc hauendo vcciſi
nel-furore la moglie ei figliuoli riuenuto in buon ſennocontutto
che ſenta dolore ,8: sdeg no non traſcorre a nuo ua horribilita- Se la
perſona tragica ſente dolo'reöi sdegno per coſa liorribile commeſſa.
da altri ſuole eglialtreſi .commettere coſa liOrribile come Eolo ſend
;tendo d0l0re &,sdegnoper lo‘nceſto di_ Macareo 8: di Canaces’in
› duce a dare il nipote innocente alle fiere, 8t ad: uccidere la figliuola;
Se la perſonatra gica ſente dolore’,-& sdeg no per coſa non 'lion-ibi
le commeſſa daſe paſſa all’lmrribilita ’come Aiace ſente ndo dolore 6t
Tsdegno d'hauere nel furore morte beſtie _credendo d'vccidere huo
*minuvccide ſe lleſſo. Se la perſona tragica ſentendo dolore &sdegno'
per coſa liorribile nó commeſſa ma vicina a commetterſi reſta_ ſenza
dar ço mpimento acoſa horribile.ſi co me‘lpliigenia in Tauris 'ſenten
;lo dolore &5\l(‘gllí) d’hauerc per poco ignorante-mite morto ill-ra;
,tello procaccia il ſuo ſcamp &glflj'wö We@ OalW‘rll (ui-lle parole pol*:
ſono ſpongrſi in piu modi,& per conſeguente non ſonoſenza oſcu:
_i-ita. Alcuni dicono che Arillotele parladelle morti,lequa'lii n preſen
_Za del popolo ſi rappreſentano inpalco quaſi ſimili morti quído ſ0’
no raccontare da meſsi,& da altriòcſatte vclire congliorecchi nö pa
iano coſi doloroſe come paio no qua ndo, ſono rappreſentate in atto,
6t ſattcvedere conglioccliiſecondo quel motto d’Horatio. Se nius
irritant animos demiſſa per aurea-Qnm quae ſunt oculisſubieäa fi
.rclelibus.Mapercheſi truoua poche volte cſſerſi vſato di ſare _quello da
,poeti,&è biaſimato da Horaciolleſſo nelodato da Ariſtotele,&e`coſa ,
;im’poſsibilq o almeno malageuoliſsima comeha’b'biamo moſtrato al:
_ _troue,non e da credere-clic Ariflotele intenda delle morti .che ſr‘fan
p novedere in attoin palco-Perche altri non intendono delle morti,
,che lì rappreſentanoin
,ſi fanno palco,cioè
morirele pgrſonc la marappreſentatione
, la quale nicra delle morti,nella quale ‘
non èſicom
munementelodata, ma intendono delle morti aleſate in palco, cioè
o ,de corpi morti ſacri pOrtare in publica in pa co per commuouere
,il popolo con la viſta,cr›me fi ſa nelle Suppliclxeuoli appreſſo Euri
ide-,o vero intendono de corpi de morienti fatti portare in publico
_.m palco pure per quella cagione di commuouere il popolo non
pur con la viſia,ma` con le voci lamenreuoli del moriente,ſi come
, ,fi ſa del corpo moriente il’ Hippolito appreſſo Euripide nell’Hip
_ v olifo- Et almſo no di parere clic quelle parole ſi debbano intende
` .dere _delle morti paleſate in palco non per altra via che per leyoci
‘ -ñ ` Oo a " ditelo
`
i
-›,
Parti
\ [‘[lue `
:a z l _, ' g)I g v l
n mlonc
~ . . 9- :: ñ‘à = - ’ñ = ì'
:Dxſpoſiuone È Yo, 9. Îz‘ſiä 'E' '
Parti di qualita
F v1
`3 aue.:
3 È i?,’3 èè gE P-’T ‘MW
dif-CHE‘
a!... '
’o 4Pr0fer_cnza a ’o ' ’
.4‘
4 . i
.la
.. ' l’artí’di quamîm ſ
1 23 4-56 739 -
ca'
do il terzo, il quinto, e'l ſettimo luogo , per qualita di' perſone non
hauendo le perſone cantanti, le quali ha il choro. ’e’ëoá‘o: J“i gh@- Fm
:mq-Nu atta’ .íxìsl x…?- plAO. L’uſcita è diſtinta dall'altre parti per
luogo, 6t da alcuna per qualita di perſone, per luogo liauendo elſa
l’vltim0,per qualita di perſone non hauendo le perſone cantanti, le
quali ha il choro. xaçmv J“t ”zip-l‘9- ”Bi- i mi” Alèuhov xoçoö. Il ClIOI‘O
entranteè parte diſti nta dall'altre per luogo, 8t da alcu na per ma:
nie-ra di piedi,& da alcune altre per qualita di perſone per luogo ha'
.nendo eſſo il ſecondo,per maniere di piedi hauendo l’ancpeflo, e'l`
~ P p a. trachea
,
r
D
r .a -ſ ` o I .- n a ~ \ a e I `
,4 s'uxl a' *rm-mlt; rm ;erp cf” I'm-zum”, oçaai. “Milia" _J‘i ”tz-mr, rxrflîäp x_
`,inavîiv xà -räp ?narran- Tfaylîflſdfl’m air volati-m @ai roma, 0:! ”cuffie-?fl a; a' iugmufiu ie
i là rà à-'Ma mi i?! OMIÎMLH, Mrçarlxiím‘tós _'71 ”Sp m…,rlip 'KI'VETH J‘turíçat N u
vtr-$1.- Affln‘wu îm’flwv ìsl eſimermi &mal-Bn 1di- dámfìílflſa, ”Manzi Eolica-t _a
'Lair *rtAfluÎöda LE havi-l'as NT: Balli-ſo ai@ ’Wigan, J‘mî e… ”pd-r” dba-Beretti' 'fl
flop Zaire-v. èashouàoídr oi mllul ”v'è/xiv mxoñ'ſts 107i Otxraſiſs. 7;@ 05)“;
,Zu-rn La): Tfl7Qd`ſì5 Moni, RMA ”EM-u 75‘” Kc‘pçl‘ſas aiuti", iui 7572,21 oi‘ ſxülfll a
_ 5m ?v 15 ad”, mv, àçísns,x9üîr'71\d©', oſa” ma'va iantM'JTIÎJ iëimqwm, un‘: :u ñ 7
i ìu'rìu‘dxajáìtis Fn’äá‘uſs-,ist 4:9): o'öì‘lò @Ming xs?! &Ateràt in 'fils 'News find, ſ5: _u - -
J‘i ”sì-i {Edu-1175 n75 áuseínos Töp ‘az-quannu ,i'mg isl ”pi-tmp@ min-ri} Until-oro:. è:
.J‘tſ 7a} uit i:le 'rod’ ;fiv/,0310 dum-aim …pf-'Ora, Z151 11'” &Karim-n! -rà ?trim-mx ,m': _u
‘tiva là fiſſaggi; ;Meſi ix -räp 'fungaiívmpſiſmç Zip ”zia-…s &venir->5 rod‘ oiJ‘i'n'e `u
Ji@- #'ÌΑOON 1b W717: *0’410: nm Zrcçnîntulzèsv Strixiíraçovguſi-”çvíd J‘iéfltpv’v i: "a
Ftp. of ö (an '16 ?cuffia *ris-741.05 'Mila *xò nçmr-S‘J‘is adv/op araçdxwáloms: Sfizi“;
;rgnçd‘l'çnsnovoídlp. i ”Ed-:p «MKII ”Toi Upim) 3M1ga7çá‘la5, RME dui giura", _a
.dal 5 da) èm‘ Muy@ lo!” @Nm-nos J‘ai »J‘in ”Maw-lim @zampa-‘1,2“,
flnçov, ó; 72m Ep roîs ”pa-madip {Amlfliflſh l , ce
CONT EN ENZA. Vale perſona ſia da ſciegliere per ‘generare pei-1,' ì
. riuolgimemo ſpauento 81 compaſsíone,& quale riuolgimento,& qua.“
lc cagio ne di-*riuolgimento ſia da-ſciegliere per farcio,che loſpauen
VVLGARIZLA
- eo MENTO.Adunque
& la compaſsi0ne le parti-della
poſſono eſſere generati tragedia. le quali u
dalla viflau
.‘-ſi debbono riceuere (come ſpetie) ſono ſiate dette, &(-le parti) ſecon u
do quantita,& nelle quali ſidiuidono ſeperate ſono queſtcHora qua.“
:ñli `coſe: debbano perſeguita”, & quali fuggii e coloro che ordinanofl
- le fauole,& onde procedal’eſficacia della tragedia dopo _le coſe al pre ,g
. ſente dette àper ordine da fauellare. Adunq; perche fa meſüereñdloj‘.
_ la compoſirione della belliſsima tragedia lia non ſimplice ma rauilup'fu,
pata,& che queſta ſia raſſomigliatrice dicoſe ſpauenteuoli~& degne di“,
. comPaſaione pereioche queſto è`proprio di coſifatta Faſſomiglianzar'.;
ñ primeramcnte e‘ coſa manifeſta che non conuiene che_ li huomini diM
ſantiſsima vita fidimoflrino trapaſſare di felicirain unitaria percioclxej.,
. queſta non è coſa neſpauenteuole,ne degna di compaſsiqnegna _aber-l“.
mineuolc. o che gli vliuominidi maluagiſsima vita (fidimoſtrino trae_ “e
._-_ paſſare) dimiſei iaz infelicita.Percioclie qmſta è _tr-a tutte le coſe luana...
- -z niſsimad’alla tragediafloncioſia coſa che non [rabbia niuna diquelleoa
- coſe, che dee hauere poiche non è gratioſa agli huomini ne com-;w
L, paſsioneuole, ne ſpauenreuole. Nezdall’ altra parte (conuiene dig...
vno molto miuagio trabocclii di felicita-v in miſeria. Perciozeliem.
ſ eoſifattacompoſitione petra hauere coſa piacentc agli huomini', a_
› - Pp z- ma non… -
,, ina non (Trama gia ) ne compaſsione , ne ſpauento, concioſia coſa
,, cheſquella ſorga Perche altri ſia indegno della miſeria, 8t queſto per
,, che altri (ci) ſia ſimile. Et certo s’lia compaſaione dello'ndeg no, à
,, ſpauento per lo ſimile. Laonde (corale) accidente non ſi dimoſtra,
,, (eſſere) ne compaſsioneuole, ne fpauentenoie. Adunque reſta que
,, gli,clieè mczzano tra queſti. Hara colui è corale,il quale ne per bon
,, ta ne per giuſtitia trapaſſain altri, ne per malitia, neper maluagita
,, traboccain miſeria ma per certo errore eſſendo e li vno di coloro
~,, che ſi truouanoin ranglOria & in ſeliu'ti come E ipo 8: Thieſte,&
,, glihuominichiari aimi per fama di coſi fatte ſciii'atte. Adunq; di ne
,, ceſsita ſe la favola dee ſtar bene,dee eſſere pin toſto ſimplice che dop
,, pia ſecondo che alcuni affermano, 8t trapaſſare non di miſeria in fe
‘ ,, icita ma per io contrario di felicita in miſeria non cr malo-agita
-,, per (alcuno) gra nde errore (d'huomo) cliente e‘ ſtato etto,o piu to
,, ſto (d'huomo) migliore che piggiore. Et l'eſperienzaanchoraſcene)
,, uo far fede- l’erciocheanticamente ipoeri metteuano in cóto qua
* ,, unque ſauole ſi paraua noloro daua nti- Ma al preſente le'tragedie
,, belliſaime ſi compongono aggira ndoſi intorno a poche famiglie co
,, me intorno ad Alcmeone & ad Edipo,& ad 0reſte,& a Meleagro, &
,, a Tliieſte. 81 a Tele lio, 6: a ,tutti quelli,a quali eauenuto o patire co
” ſe graui, o fare. Acibnque quella tra ediaſecondo l'arte è belliſsima
,, clieè formata di com oſitione coſi atta. Laondecoloro errano che
,,, biaſimano queſtoite oin Euripide perche fa cio nelle tragedie, &
,, molte delle ſue terminano in miſeria. Perci'oche *queſto come e‘ſta
, to dettoédin'tta mente fatto, & (dicio) è gra ndiſsimo argomento che
,, ne palchi, 8: nelle rappreſenta tioni in atto le coſi fatte (tragedie)ap
,, paiono eſſere maſsimamente tragice ſe fienobene dirizzate- Et Euri
,, pide auegna che diſponga non bene le altre coſe, nó dimeno tra poe
,, ti appare eſſere maſsimamente tragico. Hora [a ſeconda compoſitio
,, ne, la quale èdetta eſſere ſapri ma da alcuni è quella, che ha doppia
,, l! èOnfflfütiOntäſi comeè l’Odiſſea, v8t ha il termine contrario ne mi
., gliori.& ne piggiori,& pare che ſia prima perla debilezza de theatri.
,, Percioche i poeti poetando a grado a veditOi-i gli ſecondario. Et que
” ſto dilettanon viene dalla tra edia,anzi piu tolto _è proprio della to.
,, media. Perciocliequiui ſeſolëero nemici mortali nella fauola come
,, Oreſte 8t Egiſto diuenuti amici allafine ſi dipartono, & i'vno non e‘
. ,, morto dall'altro. Adunque puo naſcereloſpauentofit la compaſaio
,, ne della viſta, & puo (naſcere) della ſteſſa conflitutione delle coſe. Il
3 n clic è da antiporre, & e di poeta piu lodeuole. Perciocliedeea ?cho
_ ra enza
[48
fa ſenZa la viſia coſi conflituire ſa ſauola, che colui, che ode le coſe “
luenutc,& ſi ſmarriſca, 8: ſiabbia compa "aione Pergll auenimenti, le “
'qualicoſe ſenza fallo ſentita colui clie Ode la fauol’a «l'EdipmMal ap “
preſtar cio perla Viſta ècoſa doue lia meno luogo l'arte, &fa meſìie: “
re di grande ſpeſa. Hora coloro che appreflano non ſolamente lo “
ſpavento per mezzo della villa, mail moflruoſo nOn hanno coſa c5- “
mu necon la tragedia, percioclie nen deono cercare ogni diletto dal “'
la tragedia, ma il proprio. Et perche il paeta dee appreſtare il dilet: ‘e
to precedente dalla compaſsíone & dallo ſpauento per opera della ‘a
raſſomiglianza e coſa manifeſta che queſìo ſidee operare c6 l'atrio ni., ‘.
SPOSlTlONE. Perche haueua Ariſtotele detto di ſopra che tre
coſe tiuolgi’ memo, riconoſcenza 8t paſsíone generaueno ledue ſpa
uento,& compaſsione,le quali due ſono il fine della tragedia come
e‘ fiato detto, rito rna a dire piu allarga, &piu diflintamente, le coſe
che liaueua dette, & ven' giugne alcune altre ancliora.Prirna adi'i—
que dimoſtra quale dee e ere la perſona clic per riuoigimento poſſe /
generare la compaſsione, & lo ſpauento feperandola da quelle che
non poſſono operare cio, o coſi potentemente. Et appreſſo qual ri*
nolgimemo poſſa operare le’ predette paſsioni ſeperandolo da quel
li, che non poſſono ſarcio , o coſi porentemente, & oltre a queſto
_ quale debba eſſere la cagione del riuolgimento che induca mag iore
ſ auento, & compaſsione- Et poi dice qualiſono le paſsioni do oro
e, 6t per quali perſone debbano auenire,& Vltimamente quale rico
eo noſcenza fia piu da lodare. Si clie ſono cinque coſe principali del*
le quali parla Ariflotele, ſenza che d' alcune altre anchora dice inci:v
dentemente, & ſecondariamente ne fa inentione per fare conoſcere
onde propriamente naſcono lo ſpauento 81 la compaſsione.Ma per
che le tre prime coſe ſono in guiſa nel (eſſo rauiluppate inſieme che
non ſi poſſono ſeperare l’vna dall'altra l'liabbiamo compreſe ſot
to vna particella ſola. nigi ai! ai” quer-'es, Bic. Hora prima che‘ Arifla
tele imprenda a fauellare d' alcuna delle tre coſe principali, delle
qualiſi tratta in quefla particella ſi raccogliein brieui parole nonſe
iamente quello,diclie proſsimamente s' i! parlato cio ſono flatele
parti di quantita della tragedia, ma anchora quello, diclie piu adie
tro s' è parlato, cio ſono ſiate le parti di qualita delia tragedia.. Et ſi
raccoglie queflo per poco con quelle medeſime parole,con le quali
di ſopra aflcliOra ſi raccolſe quando ſi volle paſſare a fauellare delle
parti della quantita, ci ſi raccoglie quello per poco con quelle mode
lime parole, con ſe quali ſr propoſe quando ſe ne’mpreſe a fauîlllare.
qu a:
ì
liqufle raccogiimento non gióua -punto ’alla giunta che ſi 'fa inque
‘fla pirticcllaìafla materia deilo ſpausnto, 8: della compaſsione, ma
fidoueuaìfaccogliere quello che era ſt‘ato detto ,di ſopra di queſta ma
’_teria per ſoggiug nere quello, ch'c vi mancava of: ”Ji-M Mia; èa que
ſtc parole da aggiungere Zu 'ç'xJ‘dr ſi come di ſopra ſi díſſe. a?” J". -rgzro
d‘l’ab’ëöfsxfi: 652'1sz N xiàflcairrimemi non ci ſarebbe ſenſo compia'
to, ’ov’ o“ Mir-Moby où :I J‘ai zu Aazzîxx. (Luefla è [a propoſitione delle
coſcche ſ1 deono trattare, 8: perche ſi tratta deiîo ſpauemo, 8t della
eompafsione nOn è cſſs da prendere per propoſitione enerale di
*cuttequelle coſe clzedcbbano i compoſitori ’delle ſano e cercareo
ſchif‘áre perſare chela ſauqia rieſca bellá, ma ſola mente per propo—
firíoneſpetìzle di qu'elic coſe, che debbono i compoſitori dellefauole
ce'rca're o ſchiſare per Fare naſcere lo ſpau‘mto 8c la co mpaſsione,,a
bagna che le parole paiano generali, 8c di propoſitione generale.
”E n53” {gn u‘: rn‘: vga-,Mſn im'. Intende A ri Rotele per 'i'm- ""5 1m»
Na: la purgatio ne defle paſsir) ni ſpavento 8: compaſsione porque[
le’medeſime pal-'zioni daH'anim‘o deveditorifiiche fece di ſopra men:
tipne neHa diffinitione riprOu—Sdo benche tacitamente :Piatmiep in—
te'nde per‘i'çyov 77” :mo-Nu l’ efficacia della tragedia in produrre-(ba- ‘
vento BZ co mpaísione nelſ’a rimo de vcreditori. {pzèís 32-2'… miſi” 1075 vg‘
Içm'iw. 'Altri Puo Vedere come ſucceſisiuamcmeſia per ordine dg' .
dire delle coſe delle quali propone di Parlare dopo le coſe proſsima
men-tc-dette,'& raccolte in poche parole. Enea/.c‘- o‘öv (ii-azz”, &cc-Volen
do Ariſtotele dar principio a Fauellare della qualita della perſona, lg
qòale poſſa produrre maggioreçompnſsioneöz ſpauento ripete due
coſe che haueua dtttc‘di Iopra. 'L'zvn‘a che la ’favola dee eſſere non
ſi‘mpiite, ma rauiluppata 8: l’altra che dee eſſere raffomigliatrice di
‘coſe ſp'aìuenteuoli, 8: c0 mpaſsioncooli. Ma accioche veggiamo come
qucfle due coſe ripetite aprano la via a trOuare laquaZ-ira della perſo
'na che cerchiamo e‘ da ſapere, che la fiuola ſimpiicc puo c'ſſcrc raſſo
'migliatríce di coſe piace-nu' come chev na rea perſona continui in vno
'flàto peſsimo, o ‘che vna‘ perſona da'bene continui-in“-Vno ſtato otti
Îmo, 8: puo eſſere raſſomigliçuri; c- di coſe ſpiacenti come che vna rea
,perſona co nrinui don'perpetuo tenore in ſu vno fiato .Ottimo o che
-vnaperſom da ben': cominui cón perp-er‘uo tenorein ſu vno fiato
'poſsimo, Ma il tenore ch‘) {iam peſsimocha perfonad.: bene ſola
‘meme genera Epauento 8( compaſsio nt, G: per conſegna-M612 ſano.
² Ia contenente corale tenore è raffomigliatrícc dello lpaueuto 8: del—
la compaſsione. Panimentela. fauoh rauíiuppara‘ puo eſſcre raſſnmi
;Marſica
l49 '
migliatrice di coſe_ piacenti,& di coſe ſpiacentLE'raſſo migliatrice di
coſe piacenti quando vna perſo na da bene da miſeria è ſolleuata a ſe
licita, overo una perſona rea di Felicita trabocca in miſeria E raffo‘
migliatrice di coſe diſpiacenti qua ndo v na perſo na da bene di fell c i
ta trabocca iu miſt-ſiam vero vna perſona rea da miſeria è ſollevata
a Felicita- Ma percheil mutamento della perſona da bene di felicita
in miſeria puo ſolamente generare ſpauento & compaſsione, la ſa
tioſa cótenente ſimile mutatione ſara raſl'omigliatrice di coſe ſpauen
teuoli 8: cOmpaſsioneuoli. Hora perche la ſauola ſimplice, & la ra
uiluppata poſſono no n pure liauere vna perſo na buona o v na rea ſe
perata,ma l'v na 8: l'alrra congiunta inſieme puiclre liabbiamovedw
to quale fauola ſimplice,& quale rauiluppara liauente la perſona o
buona ,o rea ſeperata poſſa porgere ſpauentn &compaſsione veggia
mn quale ſauoía ſimplice, o quale rauiluppara liauente le due perſo:
ne la buona 6t la rca inſieme poſſa fare compaſsione 8: ſpauento. A-~
dunque la ſauola ſimplice che ha la perſona buona & la rea inſieme
riceve quattro diuiſioni,l’ercioche o la perſona buona 81 la rea con
tinuano in ſu Vno te-tOre di ſtato felice vgualmente, ocontinuano
in ſu V00 tenore di fiato miſero vgualment:: ola buona continua in
ſu Vno tenore di ſhto ſ’cÎice,&la rea continua in ſu vno tenoxe di ſia
to miſero,o la buona con iuua in ſu vno tenore di ſtato miſero,& la
rea in ſu vno tenore di ſta;0ſelice.Wa nilola perſona buona &larea
continua no in ſu v no tenere di ſtato ſelice,&quando la buona in ſu
vno tenore di ſtato felice, 8: la rea in ſu vno tenore di fiato miſero
quindi non puo naſcere ne ſpauenrome comparizione, ma quido l’vi
na perſona & l’altra c0 ntinuann in ſu v no tenore di fiato miſero, 6c
quando la buona co ntſnua in ſu vno tenore di fiato miſero,&la rea
in ſu vno tenore di ſtato felice naſce ſpauëm & cöpaſsícne, ma mag
giore ſpauento, 81 co mpaſsione naſce qua ndo la buona continua in
ſu vn ten0redi ſtato miſero,& la rea cótinua in ſu v n tenore di ſtaro
felice,clienó ſa quando l’vna St l’altra perſona cörinuano in ſu Vno
tenore di ſtato miſero- Et la ragionec‘ che l'liauere compagnia nella
miſeria èvn certo alleggiamento, & non pare clic-la perſona buona
patiſca tanto quanto pare patire quando la rea,patendo lei, gode. Si
chela ſauola ſimplice che contiene le perſOne buone & ree inſieme
puo in due caſi eſſere raſſomigli'atrice di coſe ſpauenteuoli & cópaſ
-"~_‘-’- — —
paſsioneuoli Medeſima mente la ſauola rauiluppa ta laquale ha la per:
ſana buona & la rea inſieme riceue le ſopradette quattro diuiſío m,per
_cieche o la perſona buona &la rea trapaſſano v ÎualmetÎte da miſe: ia
OJ a felici”
_,'_.—
a ſelicîta,o la perſo na buona & la rea trapaſſano pure vgualmëte da
felicita a miſeria,o la buona tra paſſa da miſeria a ſelicita & la rea da
felicita a miſeria,o la buona trapaſſ.: da ſelicita a miſeria, 82 la rea da.
miſeria a felicita.Et parimeme th‘ delle predette diuiſinni non gene
ra no ne ſpauento’me compaſsione,cioc` quando l’Vna 8t l‘altra perſo
na trapaſſaiio da miſeria a ſelitiſa,&quando la buona trapaſſa da mi
ſeria a felicita, 81 la rca da felicita a miſeria. Et I’altre due genera no
compaſsione 8x' ſpaue nto,cio ſo no quädo l’vna 8c l'altra perſona t- ai
paſſa no da feliciraa miſeria,& qua ndo la buona trapaſſa da felicita a
miſeri-1,6( la rea da miſeria a felicita. MJ perche ahchora la faizola
fimplice &la rauiluppata poſſono liauere due perſone d7vna medeſi
rna qualita, cioè o amenduebuo ne,0 amendut rec ſeguita che l’ vna,
8: l’altra fliuola habbia ſeperata mente vna diuiſìone di ſei parti, per—
cioche ſe la ſauola ſimplice contiene due perſone ree l’vna R l'altra
perſona poſſono perſeuerare con vn tenore in ſu vno ſtato miſero,
03( poſſono ancliora perſeuerare l’vna 8t l’altra con vn tc‘nox'e in ſu
Vno ſtato felice, 8-' poſſono anclioraperſeuerare l’ vna fernando v n
tenore in ſuv no ſtato miſero,8; l’altra fernando v no tenore in ſu v:
no ſtato felice. Parimente ſe cótiene due perſone buone poſſono l’v
na &l'altra PC’l‘ſC‘UfſaſC ſeruando vn tenore in ſu vno fiato miſero=&
poſſono put el’v na 8: l'altra pei-ſeuerareſeruandovn tenore in ſu v
no ſtato felici—,8: poſſono l’vna perſeuerare tenendo vn tenore in ſu
vno ſtato miſero,& l'altra in ſu vno ſtato felice non mutando teno—
re. Due delle quali parti ſolamente poſſono generare ſpaucnto & c6—
paſsione, cicè quella che contiene due perſone buone perſeveranti
con perpetuo tenore in ſulo ſtato di miſeria, & qreîln che contiene
due perſone buone,l`vna delle quali perſeurri in ſu lo ſtato di miſe—
ria, & l’altra inſulo ſtato di felicita Etſe la ſauola rauiluppata cori—
tiene due perſone ree poſſono l’vna 8c l’altra ”ripaſſare da miſeria a
ſelicira, 8: poſſono dall"alti a parretrapaſſare da ſcſi-:ita a miſeria , o:
poſſono anchora trapaſſare l’v na da miſeria a Felicita 3x' l’aitra da ſen ,
licita a miſeria. Similmente ſe la ſquda rauiÌuppara contiene due per!
ſont-.buone poſſono l'vna 81 l’altra ”apr-[Tate da ſelicita a miſeria,&
poſſono per lo cOntrai-io trap-'sfilare da miſeria a ſcilCiFJpÌi t-ltiinan eri
te poſſo no trapaſſai e l’vna da miſeria a ſeÈiCita, È l'altra da felicita a
miſe: ia.l\îa di quelle ſci vitime "aſſi non muouono ſpavento 6t com
paſsiore ſe non le due qirai ta 5; vlrima cio c` quando le due perſone
buo-;etrapaſlli no da ſtilſlſa a miſeria o quandoſvna :rap-eſſa da miſe
ria a ſeicita, 8x' l’altra d:. fcîicita a miſe: ia. Hora ci ſono anchor-a ſe
dici
- 150
dici dini-ſioni di qualita di perſone oltre alle ſopradette procerlëtidal—
[a compagnia della fauola ſimplice 8: rauiluppata potendoſi eſſe con
giugnere inſltîiîîe,& dandone elſe otto quando contengono due PE!"
ſone didiuerſa qualita cioè [a buona 81 la rea 8c altre otto qua ndo co o
tengono le due perſone d’v na medeſima qualita cioè o due buoni-,0
due ree.Pctcíocire quando s’accompagna la ſimplice con [a rauilup
pata,[e.qua[i [rabbia no [e perſone di diuerſe qualita_ çcmmene che ola
ſimplice [rabbia la perſona buonaJa quale continui in ſu v no ſtatoſe
lice,& [a’rauiluppata [rabbia [a rea [aquale tra paſsi da miſeria a felicita
o che [a ſimpliçelrabbia la perſOna buona la qualecontinui inſu VnO
[lato felite,& clrelar-auiluppata [rabbia la rea,la quale trapaſsi da ſcii
cita a miſeriap che [a ſimplicelrabbia la perſona buona [.1 quale Con
tinuiin ſu vno fiato di miſeria,& clre la rauiluppata lrabbia la perſo—
na rea clre trapaſsi'da miſeria a felicitap che [a [implice habbia la pera
ſona buona,la quale continui in uno ſtato di miſerir,& clre [a rauilup
pata [rabbiala perſona rea,laquale trapaſsi da felicira a miſeria,0 vc
' ro clre [a ſimplice [rabbia [a perſona rea [a quale continui in ſu vno
[lato diſclicita,_& che [a rauiluppata lral~bia la buona la quale trapaſsi
da miſeria a felicita, o che [a ſimpliçe habbia la perſona rea, [a quale
continui in ſu vno ſtato di ſe[icita,8t che [a rauiluppata [rabbia [a per
ſona buona [a quale trapaſsi da felicira a miſeria , o chela ſimplice
[rabbia la perſo na rea la quale continui in ſu vno ſtato di miſeria, 8:
elre la rauiluppata [rabbia la perſona buona laquale tra‘paſsi da miſe:
ria a fericita o che la [implice [rabbia la perſona rea che continui in
ſu vno fiato di miſeria,&clre la rauiluppata [rabbia la perſona buona,
la qual trapaſsi da felicita a miſeria.Siclre ſono otto diuiſioni quando
[a [implice 8: [a rauiluppata _co ngiunteinſreme [ranno le perſone di
qualita diuerſa. Vauro delle quali poſſono generare ſpauento 8c
compaſsrone, cioè quando [a ſimplice [ra la perſona buona, la quale
continua in ſu Vno ſtrto di miſeria,&la rauiluppata ha [a perſona rea
la quale trapaſſa da felicita a miſeria o quando [a ſimplice ha la per—
ſona buona [a quaiecontinua in ſu Vno ſtato di miſeria di [a rauilup
pata [a perſona rea la quale trapaſſa da miſeria a ſelicita,oquando [a
ſimplice [ra la perſona rea,la quale continua in ſu vno ſtato ‘di miſeria
8t [a rauiluppata ira la buona la quale trapaſſa da felicita a miſeria , o
quando [a perſona rea cótinua inſu vno ſtato di ſe[icita,& la rauilup
para [ra la perſona buona [a quale tcapaſſa da felicita a miſeria. Me
deſrmamentequando la ſiinpiice 8t la rauiluppata congiunte inſieme
hanno le Perſone d’vna medeſima qualita cio è o due buonpo ,due
QI l rct:
rec conuiene che ci dieno come dice-'nino‘ e.:th díuiſioni,percio~; lie o
la ſimplice [13 la perſona buona l.-. qwl‘; continua in ſu vno flatodí
&lieu-1,8: la rauiluppata ha pu! e la; crsſiona buona, la quale trap-ſſa
da miſeria a ſelicita o la ſimplire lla la perſona buona la quale conti
nua in ſu vno ſtato di ſclicita 8: la racilurpata ha la perſona buona la
quale trapaſſa da ſehcita a mileriapln limplice lia la perſona buona la
qpale continua in ſu vno (lato di miſe; ia,&la rauiluppata lia la buona
che trapaſſa da ſelicita a miſeria, o che la ſimplice lia la Perſonav buo
na la quale comincia in ſu v no {lato di miſcl‘za,& la ra uiluppata lia la
perſo na buona la quale trapaſſa da miſeria a ſcii-;ita,o la implitelxa la
perſona rea che continua in ſu vno ſtaao di ſclkiaa,& la rauilupparav
ha la perſona rea clie trapaſſa ’da miſeria a felicita,o la ſimplice halo
perſona rea la quale continua m ſu v no fiato di ſelicita,& la rauilup:
pata ha' la perſona rea laquale trapaſſa (la ſelieita a miſeri3,0 la ſim
plice ha la perſona rea la quale continua in ſu uno ſtato di miſeria, 8t
la rauiluppata ha la perſona rea la qualetrapalſa da miſeria a felicrta
0 la ſimp‘lice ha la perſona rea la quale continua in lu Vno [lato di mi:
ſeria,& la rauiluppata lia la perſona rea la quale trap-ſſa da felicita a
miſeriaſonoadu nq; ſimilmente otto diuiho ni da qualita di perſone
quando la ſimplice 8! la rauiluppata inſieme häno le due perſone d’v5
na medeſima qualita cioèodue buone, 0 due ree. Ma dl quelle orto
diuiſioni ſolamente tre ſono atte a generare ſpam: mo & con--paſsio—
ne,l'vna è quando la ſimplice ha la perſona buona la'quale continui
i‘n ſu vno fiato di felicita & la rauiluppata lia la perſona buona laquue
l'c trapaſsi da ſelicita a mileria,l'altra e‘ quando la ſimplite lia la pere
ſona buona la quale continuiin ſu vno ſtato di miſeria,&la rauiluppa
ta ha la perſona
quando buona,la
la ſimplice ha la quale trapaſsi
perſona buona,(lalamiſeria
quale acontinua
felicita. La
in ſuterza
vno
[lato di miſeria,&la rauiluppata ha la perſOna buonaJa quale trapaſ
ſa da felicita a miſeria.l~lora delle coſe di ſopra dette ſi poſſono rico
gliere tre concluſiOni,dclle quali la prima ſara, che la ffluola (implica
non è punto meno ricca divie da produrre-lo ſpauento,&la compaſ
ſione,cl1e ſia la rauiluppatamoiclie l’v naëtl’altra n’iiaci nq; proprie,
62 ſette cómuniLa ſeconda concluſione ſara che non è cola prepria
della rauiluppata la generation:` del lo ſpaue nto 8t della compaſsronc
'concioſra cola che non ſia menpropria della ſimplice, o co nſxderiſi
la ſimplice ſepera ta, o cóſldt—riſi cögiu nta inſieme con la rauiluppata
Laterza concluſione ſara (lie non èvero che la ſauola rauiluppara,
la quale liabbia vm perſona ſola,o anclioradue d‘vna qualita medeſit
ma non è da antiporre'a quella rauiluppata la qualelmbbiadue per—
ſone
151
ſone di diuerſa qualita, ne èpiu acco ncía a ſare comPaſsione & ſpa
vento-ll che ſi din oſtra coli. Se la rauiluppataè da eſſere reputaea piu ‘
compaſsìuncuole &ſpauentcuole che non c`la ſimplice , certo nonj
(Le eſſerc reputata per altro ſe non perche la fcllciſa nella quale ſi `
trova-*a la perſona buona quando cadde in miſeria opera che la miſe
ria pare maggiorecreſcendo la miſeria perla comperatione della feli
,cita pei-dui ~. La qual comperatione ceſſa nella ſimpliCe cótinuando
la pei-ſona buona in ſuvno {lato di miſeriaAdunque la rauiluppata
di due pei ſone di qualita diverſa dee muovere maggiore ſpauentost
compal`sl-'Ìne,cl1e non dee fare la rauiluppata d' Vna perſonaſola, d
anchor.: didued’vna qualira medeſima al menoin Vno caſo,quando
'la perſona buona trapaſſa da felicita a miſeria , 8: la rea trapaſſa da
miſi-:ia a ſelicita. Percinçhe la rauiluppata, che ha vna perſona ſola,
o anchora due d’vna medeſima qualita non puo hauerè ſe non vna
cöperatiOne la quale procede come dicemmo dalla felicita,nella qua
le ſi trouaua la perſona buona quando caddein miſeria,o dalla felici
ta,nella quale ſi trouauano le due perſone buonequando caddero in
miſeria, 62 per vna comperatione ſola augumenta lo ſpauento 6: la'
compaſsione, ma la rauiluppata,clie lia due perſone di diuerſa qualita
nel ſopraſcritto calo ha due comperationi l'vna delle quali procede
dallo ſtato’della perſona buona che trap'aſſa da felicita a miſeria &I’al
tra dallo fiato della perſona rea clietràpaſſa da miſeria afelicita.Lequa
li inlicmecongiunte quanto operino maggiore ſpauento 8t compaſ
ſione che non fa l’v na ſeperata ognuno ſe lo puo imaginare. Hora
queſte tre COflClUſiOſll non permetteranno che ſimplicemente fieno
a riceuerc per vere certe coſe che dice Ariſtotele ſi cOme ſponendo
il teſto moſtreremo- Ma prima facciamo vedere in brieui 8K manife*
ſie parole le diuiſ10ni di ſopra pofle. " ‘ì *'
della perſona ſanta da ſelicita a miſe: ia _ſia non meno lontano dal
predetto camino che ſia queſto. ' Concioſia cola che iècondo iui la
perſona ſanta per mutanone di ſehcira in miſeria non ſ oila m‘uouc;
re ne ſpauento ne compaſsionc , ne punto diiexci la gente,anzi le di:
ſpiace tanto che la_ fa sdegnare contra dio, 8: la pei zona maluaèia
per mutatione di miſeria infelicica non poſia medeſimamcnte mnozf
nere ne ſpavento ne compaſsione , m- diiecti punto la gente anzi le,
dee diſpiacere tanto che la di e fare sdcgnare verſo dio. Fei-cinche ai:
tri non ſi carica meno di sde no quando vede il malvagio godere
che'quando vede il giuſto tri olaie.Ma ſicome-,ſecondo che diCcm:
m0 il popolo , il quale crede tutte le cole aucnire per dnpoſuione
giuſta' di dio,& che egli particolar”. ente n’haLbia cura,anciiora che
Raſmus: edile cagioni proſsime,& vic…:.pexk quali ii ſanto buo
mo’è caduco di ſeiicita in miſeria ſi da ad intendere quando “5113!’
da dio che cio ſia fiato permcſſo per gioria 1ua,&_ per bene del :anto
coſi ii predetto pop olmquando ii maiuagio c i'oiieuaco da miſeria a
felicita ben die mala'dica, 8( voglia male; aiie cagioni proſsime & vi:
cine,per lc qi :ali è auenuta ſimiie ſolieuatione ſe ſi riuoige a dio s'in:
duce a credei-e,che egli habbia conceduco qurſto `felice auenimento
al maluagio o per meritarlo in queſto mondo d’aicune ſue bucne
.opere,ciie alcuna volta tra le molte malvagia* izabbia'ſattcp per ina]
:ario a piu alto grado, accioche quindi traboccando ſia la caduta
maggiore-,o per conſtituir Io quaſi ginſtitierc & manigoiiío a punire
di a. cafligarcgii eletti ſuoi,li quaiiil piu delle volte tiasandando in
[Liu-,coſe nel tempo della pace non ſanno quel conto de comanda.
` menti di dio che dourebbono 0 s’induce a credere ogni altra coſa
di diozdie queſta,ciie egli habbia fatto queſto bene ai malvagio per
inale,& che egli ſia cagione dei mai-2,0 che ne poſſa eſſere. E: è bene
da confiderare,ciie ſecondo che naſce ſpauento in noi,& compaſsu):
ne quando veggiamo il giulio ri'apaſiàre da felicitaaa miſeria perdo:
che a noi potrebbe auenire fimiie coſa eſſendo auenuca a periona ſl:
mile a noi o a migliore dl' noi awi doueua ragionevolmente meno
ancnire clic-_a noi, & a. perſona che. n’eraindegnflanchora puo na.
ſcere ſpauento 8c compaſsione in nox quando vg iamo ii maluagio
trapaflare da. miſeria ’ai fidicita., percioche porre ,be coſiauenire a
noi ſimiic (ma. lì come ”enne-,8c auenne indegnamence a coloro
.che furono a quei tempo dei trapaflàmentq del Maluagio di' miſeria
.infelicira,cio~e’ porrebbacofi al't‘qù‘fi) a noi fin: vp malua io di nuou
;no &nei noi’cro ”polo vſcifle di catn'uita 8c ocmpàflè a ſignoria,
&cuf
Z:, ciaffliggeſſe,7_, 8ci ci perſeguitaſſe crudelmentc
. non
. meritando
_ _rnsoi5
ſimile. nil olationcái che puo nó meno il r1 apaflàmëto del malvagio
da miſeria a felicita generale* lſaiéto 8( cópalàione che il trapaflàmë
to del giulio da felici ca a miſeria l‘iSüdt‘dädO in quelle perſone , nelle
quali lì dee ,o fi1{uo riguardare Nu‘: ?szxllöol J‘Jflffitfi QIMVÎfUfflf:.
Sono tre caſi di inti di iauole di nagcdie, da quali procedono tre
maniere di dileru diſtintiJi quali veduu altri potra vedere quanto AL
riflotele poco intenda quale ſia diletto che fi puo prendere della
ſauola della tragedia.” primo cáfo è quandoil giulio monta di mi:
ſer ia in fc[iuta,0 u mali-agio trabocca di felicita in miſeria,percíoclie
tanta alt-gi ezza ;ente l'liLomo da bene veggendo il giuſto eſſalrato
quanta veggendo il maluaëio aLbaſſato,& qucfia ale rezza procede
diririamc-nu: dall'eléàltan:enlo del giulio o daü’abéaſſamento del
maluagioJl
miſe:
l'alcznzza ſecondo
ia,o il mali-agio
che (aio
ſl ocede da q!c' di
monza quando
caíoilèinfelicita.
eflomiſeria n.110 trabocca
molto diuerſa diquella
Etla da felicirache
maniera
'za car-retta non è differente dalla prima di queſtc tre ſecondeJo ’non '
is pendero piu parole in dichiarare queſta ſimilitudine preſa dalla
ca’rretta,& dalle parti ſue per ſignificare pienamente la natura de ſ0.
pradetti ſei trapaſſamenti delle tre perſone parendomi che perle co:
ſe dette da Ariſtotele,& da me infino a qui debba eſſere a tutti mani:
feſto come ella ſi conſaccia con la coſa.,con la quale ſi paragona. So:
lamente ſaremo vedere come in figura diſei carretteiſel trapaſſa
menti coſi.
PR [MA CARRETTA.
Speranza ff
~
'W'Wmv Perſona ſantiſsima
da mlſeria tra a ante
a felicilìa .
"NPS" r.
Congratulatione '
SECONDA CARRETTA
Sicurta
; , Perſona maluagiſsimatrapaflante .
- "Wima- da felicita amiſeria “MW
[uſultau'one
TERZA CARRETTA
Speranza
'Midway Perſona mezzana trapaſſanrc "x-3‘151'
da miſeria a felicita
Congratulatione
QVARTA CARRETTA
Spauenro ‘ i
i, 9 Perſona ſantiſsima trapaffimtc .
P' *’ WW* da felici ra a miſeria "u-:e
Compaſsionc
(LVlN TA CARR ETTA
Invidia
- thflm‘l Perſona maluagiſsima trapaſſante Dj,.
da miſeria a felicica
sdegno
SF x TA'
` _1157
'SESTA CAR RETT'A.
ſpavento.
;Compaſsionc
;Anchora per piu piena dicliiaratione non (acero comeil trapaſſamen
í‘O della perſo na ſanriſsima da miſeria: ſelicir—a *è ſtimata coſa gzuſta,
sàcomeil trapaiſauiento dellaperſona mezzana da miſeria a ſelicit;
,è ſtimata coſameno gíufla, & come il trapaſſamento della perſona
maluagiſsima dx miſeria a ſelícita èſtimata coſaringiufla,& dall'altra
.parte come il trapaſſamento dellaperſona‘ ſa ntil’sima dxſeliciia a mi,
, ſeria ècflimataeoſa ingiuſt i,'& comeil trapaſſamento della pei ſom
mezzma 'da ſelieita a miſeri-mè ſtimata coſa meno ingiu'fla, -& come
,iltnata
trapaſſamento della
COſaglſiu‘ſtL‘H oraperſona
ſecondomaluagiſsima
Ariſtotele ſe da
»1.1ſalitha
perſonaa miſeria è fli
ſantiſsima
;trapaſſa da ſelicita a miſeria preſia cagione allagenre di mormorare
contra dio, 8: di dolerſi di lui,che permette coli fatto trapaſſamemo,
i ma ſe la perſona ,mezzana trapaſſa da‘felicita a miſeria non‘da cagio
-ne alla gente di mormorare contra dio, -ne di dolerfi._di lui, peſcio
'che ſi come ci puſsiamo imaginare è aſſaíñragioneuole che auenga
queſto coſi ſarto trapalſa mento a quella perſona pergli 'peccati ſuoi
luegna clienon fieno de piu horribili del mondo,~& fieno miſthiati
.tra alcunebuoneoperationi. Hora parrebbe ſottilmente conſidera”:
do la coſa che ſe quello trapaſſamemo della perſona mezzana da fe
licita a miſeria non preſta cagione alla gente' di mormomreco ”tra
di0,ne di dolci-ſi di lui, clic'ſia reputato giuſto,:& appreſſo, che ſe gue
flo `trapaſſamento è reputato giuſto chela perſona mezza na .nonne
-lia in'degna;& v`ltimamenre ſe la PerſOna mezzam non -n‘Ìe‘ indegna
che altri-non debba ne poſſa liauere di leieompaſsio ne. Ecco doue
. ci conduce la ragione-d’ Ariſtotele ſenoila ſeguiremo per quelloca—
mint), per lo quale e‘ inviata. 'Percheei‘ia direclie-quanto pertienc al
,mormorare della gente contra dio quando la perſona ſaniiſsima o' la
:nella na trapaſſano da ſelicita a iniſcria,come è flato‘detto di ſopra,
,Ugo-finto per tiene alla perſona mezzana
ì che pergh
.S a ſuoi pcc _gna
caciaue
che
\
f l‘55”: ai” mi: 102- 1ixv” muſs” reno-l‘io: 7x min” dura’ítoſis 7;!. Aiello ÒÎ '
"r
detto da Aríſtolele o hauendo riſpetto allecinque coſe ſopradette, o ‘
hauendo riſpetto all’v na ſolamente di quelle cioe‘ alla mutatione di ſe
licita in miſcria,& pare che piu collo ſia ſtato da lui detto hauendoI
riſpetto a quello ſolamente poiche ſoggiug ne incanta ne nre che at i
torto Euripide è biaſimat0,clie habbia fatto terminare delle ſue trage’
die in miſeria-Aiàxàei íuçrm'J-y irxalſoüim 1b oil-n‘: &paga-Avant…, (Deſio èilſen '
timenro.Molti ſo no Harii riprenſori d’Euripide,&alcu no s’è dama' ~
:iprendei'e in lui alcuna coſa,& alcunoalcuna altra. Ma molti ſl ſo- “’
no acnordali in riprendere quella coſa fleſſa cioè-che rappreſenti per '
lo piu nelleiue tragedie il trapaſſamento da felicita a miſeria, 8( s'in- ' '
~4-Î
annano ripremleudolo atprro. Percioclie quello è diritramente‘
gatto ſecondo cheè fiato detto poco prima quädo s’e‘ approuato per'
lo migliore, & per lo piu cóueneuole alla tragedia che gli altri,il una‘
paſſamento della perſona mezza na da ſeliciraa miſeria, concioſia coſa‘
che tuttii fini lieti delle tragedie ſi ripruouinodiquelle che continua '
no eſſendo la perſona ſannl’sima, o mezzana, o maluagiſsima in ſu ‘
vno perpetuo tenore di letitia , o fieno di quelle che trapaſſano '
eſſendo la perſona ſantiisima o mezzana, o malvagilsirrña , da mi- '
ſeria a felicita ma non e‘ riprouaco ogni fine triflo della tragedáaá
. , . .V va r
`.‘J
ne intendere quello che dice Ari flotele e‘da ſapere, che ſono alcune
‘ore, ~che la ragione moflra douere eſſere di grande :efficacia a‘ pro
durre l'effetto dell'arte, le quali lÎeſpcrie nza moflra eſſere di piccio
hfffica cia a,cio, anzi di ditruggimemo ,chl' effetto, come per ca
glOne dleſſempio 8t accioche non _ci allontaniamo dill'artedella Poe
‘DLL-,ragione ci moflra theſiamo piu commoſsi per lo ſentimen
‘D della‘veduta che perſo ſentimento daii' udita cio è che ſiamo Pm
commoſsi ;veggendo le ’coſe _congliocchi-ciie_velendole narrare, 8:
comprendendoieconglíorecchi, 8c che percioi poeti dOUl’tbeno
,ſare çappreſcntarei micidiöz ie coſe horribili in palco, 82 farle ve
fiereal popoloprocacciando eſsi a tuttoloropotere d' inducerlo in
.lſpaucntoflzin`coxnpaſsi0ne,'& non di meno eſsi nol ſanno, & ſe [i
,fanno ne ſono biaſimati,ñma introducono o meſſoo altraperiona‘,
ìche per via' narratiua gliele faccia udire ſolamente, 'pei-cio che
' - ~~ ~ .l'eſp erica
i@
’ :a
?l’eſperienza ha moflrato che ſimili crudeſta,& horríbifl'ita non [i poi?
' ſono veriſimilmente ſar vedere in atto , & che fanno anzi ridere clic
piangere 8c che producono non effetto di tragedia ma di comedia,
& ſe alcuno ne dubitaſſe ritruouiſi alla rappreſentatione della paſsio
nc di noſtro ſignore doue cio s’ vſa 8t ſpecialmente a Roma 8:
contenga le riſa ſe pu0.Et ſono alcune a!trecoſe,clie la ragione mo.
Ãra douere eſſere di grande efficacia a produrre l’effetto dell'arte,
.le quali l’eſperienza ſimilmente dimoſtra eſſere della predetta effica
-cia riuſcendo per eſſa in marauiglioſa maniera l’effetto ricercato. Et
di queſte c' il fine’triſto nella tragedia, il *quale per ragione s’è Proua:
to eflère di valore grandiſsimo a generare ſpauento 6c compaſsione
& cr eſperienza i truoua medeſimamentela coſa ſtar coſi. Anzi
i tra edia ſenza il fine triſto non ſi puo ragioneuolmente gene:
{are ne, ,i genera-,ſecondo che moſtra l’experienzaſpauento ne com:
Èſsiopefldunque dice Ariſtotele poi che la ſperienzamoflra queſto
1_ Quale è la maggiore. dimoſtratione che ſi puo fare nell'arti,& alla
,quale nellÎarti ſolamente ci dobbiamo attenere , nonne dubbiamo
punto dubitare anchora che la ragione ci tirafl'è a credere altramen:
:teLa quale non dimeno in queſto è conforme con l’esperienza come
;’_c‘ dettm Hora perche lauoce MÌW poſta in quello luogo puo fi
gnificareſimplice recita rione della tragedia in atto ſenza riſpetto-dia
:renzone d’altra tragedia , 8t puo ſignificare anchora recitatione di
‘tragedia in atto in prua-ua d'altra tragedia per riſpetto di _teuzonc
`come èflato detto di ſopra,queſte parole îzl yìf 76g MWÉV , ”Mafi- `
761W igm-:Sum «i 'ſa-«Wai eau-'vennriceuono tre ſentimenti cio è .o
`che ‘le tragedie di coſiſatto fine meſſe in palco & recita tein atto _lim
plícemente paiono liauere la perfettione ’della tragedia o chele tra.:
gedie di coſiſatto fine & meſſein palco [8: recitare in atto a pruoua
&in contraito d’altre 'tragedie paiono hauere la perſettione tragi
ca,o che le tragedie di coiifatto fine hi 15 cri-16 cio e‘ recita te in at:
to ſimplicemente 8t in palco ſenza conti* o d’aſtre tragedie , ”sù hl
ns[- iiyéw‘e cio e‘ recitatein atto a pruoua 8t in contraſto d'altre tra:
gedie paiono liauere la perfettióe tragicaEt queſto terzo ſentimëto
come che il primo,e’l ſtcödo nó mi du‘ iacciagni ſodisfa piu degli _al
tri,& dice per oco coſi Ariſtotele. Lo inſegnamento per medato che
la tragedia dexba hauere il fine triſto perla ragione detta di ſopra
viene confermato dall’eſperienza quando è meſſo in eſſccutione 8t
recitanſi le tragedie in atto ſimplicemente,& reeitanſi in paragone 8:
intenzone d’altre tragedieme ſeggiugne ſenza ragione o recitanfi in
paragone' &in tenzone d'aitre tragedie , perdo al): molte coſtola::
* ì ì l n
l _.
o
K
-U
' iono belle &buone ellſiendo ſole & ſenza paragone clie per compe-~
`catione d’altra coſe paiono brutte 8: rec , concioſia coſa che 'nulla
ſcopra piu il bene o il male diclie che ‘ſia che il paragone.Appreſt`o ſi
'domida ſe l’cspcrienza rnoſtra che le tragedie del fine triſto meſſejn
palco,&recitate in atto o sëza contraſto‘ o con contrafio d’altre tra:
gedie del fine lieto paiono hauere la perfettione tragica perchep oco
appreſſo ſi dica. che piaccia piu aueditori il fine lietc&clie i poetiſecó'
dädo la’nſermita,&la ignoríza loro compongano tragedie di fine lie
to_.La qual coſa par contrariare a queſta che ſi dice quinora-e da ri:
ſpondere che qui ſi parla della tragediaphe liabbia il fine trifio,&dcl
la tragedia cótrapoſta aquella,clic tabbia il fine lieto,& poco appreſe
ſo ſi parla della tragedia che liabbia la perſona mezzana di fine trifLo
a cui ſi çontraponga [a tragedia che habbia due perſone l'vna mezza
na di fine lieto,&l’altra rea d’fine triſto,&dice ehe il popolo ap ruo
ua piu quella delle due perſone di diuerſi fini,èhe quella che lxábëia i':
perſona mezzana di fine triſto,&auegna che il popolo s’ingäni in an:
tiporre il fine triſto del reo al fine triflo del mezzano non antipone
pero il fine lieto al trifl0.ll clze èil püto di cliefi dillouta qui.Sëza che
fi puo anchora riſpondere che qui fi parla del fine .,lxe opera quello,
dic c‘proprio effetto della tragedia‘,cio è che opera ſpauëto &co mpaſ
ſione,&poco
popolo,8{è fine appreſſo
propriofi peraue-ntura
parla di quellod’vn’altra
fine,il quale è piu :gliratioſo
maniera poeſia#al
, - 162
de'll’vna & dell’altra quando ſi rappi~eſciitano,& mefl‘è in palco ſi re,
citano in atto dando aciaſcuna il conneneuole appreſtamento della
v'iſta.'Et di queſto effetto moltranteſi,& lèopi-enteſi piu nella recita
tione in atto nell’Vna tragedia che nell’altra ſi fa gran conto,& ſene
tra-lie argomëto dimoſtra tiuo quale fine ſia-da ſOPſaPOlTC all'altro.
Ma poco appreſſo ii dilputaſe ſi dee tenere conto dell 'apparecchio
del palco,&della vifla tanto che operädo daſhòznon per virtu della
fauola della tragedia ſpauento 8c compaſsioneíia da preporre alla
confliturione delle cole ordinata dal poeta,fin0uentele predette
paſsioni aucgna che non coſi potentemente,&ſi dice clie in queſto
caſo non è da prezzare il palco ne la viſta li quali rimoſsi 8t poſtida
parte ſi dee giudicare la tragedia per la lettura per poter ſapere ſe lo
ſpaiiëto,&la compaſsione procedono dalla conflitutione della fano:.
le,o` dal palco & dalla viſta. Et breuemente qui ſi diſputa di finelieto
&di‘fine triſto di tragedie non recitare o recitare in atto,&la fi diſpu
ta di compaſsione 8t di ſpauento procedenti dall'opera del legnaiuo
lo,&da.ll'opera del poetal‘ç xmçoasii’iSe le tragedie tenninanti in mi;
ſeria ſono ci'edute hauere la perf; ttione tragica pur che per altro
fleano bene,& cliei mancanienti dell’altra* parti non iſèiemino loro
queſta dignita.si che puo auenire clie alcuna tragedia liauente il fine' '
lieto'ſia ragioneuolmente da antiporre ad alcuna tragedia hauente il
`fine'triſio quando quella del ſine heto Tiaura tutte le altre parti con:
neneiioli,& quella del fine triſto liaura tutte l’altre parti che nó i-ſtca
no bene,n0n giouandolepùnto la conueneuole terminatione in mi
ſeria' perche dice Ariſtotele-clic_ Euripide è creduto hauere la perth‘:
rione tragica tra gli altri poeti facendo terminare molte delle ſue
tragedie in miſeria con tutto clic le altre parti delle ſue tragedie fie
_ no cüfettuoſe potendo piu il fine triſto delle ſue tragedie che ſia
bene in farlo commendai e, che non poſſono le altre parti tutte che
flanno male in ſa rlo condennarez'Peiclie dico vuole Ariſtoteleche la
terminatione della miſeria reclii perſettione tragica alle tra edie
c'onquefla conditione che l’altre parti Reano bene 8t inſieme c ie la"
terminatione predetta reclii perſettione tragica alle tragedie d’ Eur-i’:
‘hide', ſiclie egli tragli altri poeti ſia i] ſoprano -maeſtto di tra edie
ſenz'aconditione che le altre parti Reano bene ‘.’ Hora accio c ie A:
kiſtotele non contradica a ſette-iſo , ſi come pare che ſi contradica in
?ueſte parole e da dire,clie egli non intende d’inſermare la conclu:
ione gia pofla , che le tragedie liauenti il fine triſto ſono da ſo
ipraporre a quelle clie l hanno lieto conqueſta conditione che
s. ~ - * It z lealhze
le altre arti Reano bene perche ſo iunga che Euripide fia miglior
re mae 'o di tragedia che alcuno a tro poeta facendo il fine criſto
alle ſue tragedie anchor-a che non faccia bene le altre parti. Per-cio
che egli intende che Euripide trapaſsi gli altri poeti in quella parte ñ
del fine crittoda quale è principale della tragedia & ’ropria ſenza pa:
ragonare la tragedia delfine trifio , & di tutte le tre parti che flan
no male d’ Euripide con le tragedie del fine lieto, 8t dell'altra parti
che ſtanno bene degli altri p06ti.Et ha ſolamente riſpetto alla parte
delle tragedie finalefl’non all’altra: parti anchora,c9me hebbe quam.
do formò la ſopradet a cOnclufione. é mi: 'rai Sim mi rö aſus-m5., Ve:
{le parole non ſono dette per vna coſa ſpetrale,cio-e` che Euripide;
non ordini,& non di@onga bene le parti delle ſue tragedie,ma ſono*
dette generalmente per qualunque coſa , nella quale pecclii- Euripide‘
o ſia ordine 8: diſpoſitione rea,o poca conueneuolezza in fare phi:
loſophanti le perſone idioti oin_far prolaghi che nOn ſieno congi.
i* umi con lav materia della tragedia. ſecondo che s’è detto di ſopra, &
per ſimili coſe,delle quali è ripreſo Euripichìc quelle parole à ”da
13 22mm) Ji oi:oro#5,ſ0110 da ſp orre coſi. Perche non tratti bene ſe::
condo che richiede l’arte l’altre parti. Et ſono contra oſte a quelle
Ìip ”Forks-’i Aut-riga J‘fi ”fi-?iran cui” l‘fllfi'l’llüpl îsi _ſiiín‘lſpflfcuni leggono
&wríga .0’ i nyéna-&CJA qual lettura par fare ilſenſo piu piano.. Hora
hauendo Ariſtotele moſh-ato che fi richieggono ánque condition#
alla conflitutione della belliſsima fauola & per conſeguente che quel-
la ccnfiirutione che ha le cinque conditioni dee eſſere eflimata la pri:
ma tra tutte,<lichiara hora la eonſt‘itu rione la quale di ſopra nominò
fimplicemente tloppia,& ripruoua con piu parole l’opinione la qua:
le ſtrertamente laaueua dannataldi ſopra di coloro li quali voleuano`~
che fi‘a tutte foſſe la prima aſſegnando le e li il ſecondo luogoAdun
que diet.: che queſta conflitutiOne di fauo a è doppia pei-cio die ha*
due maniere di perſoned’vna di buone 0 di mezzane,& l’altra di ſce‘
lerate,& ha parimente due maniere di fini l’vna di felicita,& l’altra di
miſeria,& ſi dee il fine di f’elicita aſſegnare alle buone o allemezzane
perſone,e'l fine di miſeria alle ſcelcrate fi come fivedehauereſatto»
Home-ro nell'Odiſsea nella conflitutione della ſanola della quale. ſ1'.
centiene vna maniera di` pei-ſone buone , o mezzane,& queſte ſono
Vliſſe,& Telemacho,& vna maniera. (liſèeIetÎate,& quelle ſono i] dm;
di di Penelope,& [e ſanti,& vi-ſi contiene vna maniera di fini di felix
dea# quella s’aſſegna ad Vl-ſſe , 8t a Telemadxo,& vna manici-adi
miſeri-3,61: quafias’aſſcguaadrudi 8c allefanti. Hora queſta condito’
I
lione era reputa” prima percioclie primieramente haueua dallapar‘
teſua Homero,che l’liaueua eletta come ottima & belliſsima perla`
(ha OdiiTea.P0i liaueua la gratia della gente communela quale mira
bilmente fi ralegra 8: gode quando odei buOni- di miſeri diuenire ſe. ,
lici o gli ſcelerati di felici diuenire miſeri. Vltimamente non gli noce: .
ua punto non eſſere Rata schifata da nobili oeti tragicidi quali lun
no compoſta a pruoua l’Helettra, nella qua e le perſone ſono ſcele:
rate Clitemneſh~a,& Egiſto, 8c trapaſſano da ſelicita a miſeria , &le
perſone ſono mezzanc Oreſte , &fleletti~a,&trapaſſano da miſeria a
felicita 8c molte altre tragedie di ſimile conflitutione- Ma dall'altra
parte Ariſtotelc confideraclie chſta conflitutione non èſimplice
cio ènon ha vna maniera ſoia- di perſone cio è di perſone buone o
mezzane,& che non ha vna maniera di fini ſola cio èquella di miſi:
ria,le quali due coſe congiunte inſieme poſſono generare ſpauento,
& compaſsione. ll che è di neceſsita ſecondo Ariſtotele richieflo alla
tragedia. Et perche cio non, è di neceſsita richieſto all’epopea
non ſa meſtiere che ſi metta avanti l’eſſempio dell’OdiHZ-a d’Hoe
mero , ne parimente dalla tragedia ſi. rieerca la gratia o il di.
letto diritto- ,. ma 1.’ oblico , la qual gratia e’l qual diletto o:
blicamente non puo procedere dal fine miſero degli ſcelerafi , ,
ne dal fine felice de buoni o de memni.. Ne quantunque i poeti
ſtimati valenti habbíano fatte delle tragedie, che hanno quella
conflicutioneſii dee pei cio dire ghe queſta ſia da antiporre a quella
che ha tutte
addette le cinque
la prima,& condition:
la piu bella tra, tutte
Ia qualec‘
l’ſialtreperle
oniif‘jragioni di J‘ai:
GV' nyc-41a ſopra”ip
I'd-rw(- aaa-W.” popolo commune che non conſidera che altro dilet- ~
to dee eſſere quello che naſce dalla fauolz della tragedia,& altro ,
quello che naſce dalla ſauola della comedia, 8c altro quello che naſce e
dalla ſauola dell’epopea,& che aHpruoua affini ìíu quello che naſce`
dalla ſauola dell'epopea,clie que o che naſce da a fauola della tra e: _
iliadoda piu quelle ſauole della tragedia che meno conuengono a a
tragedia pure che- ſreno ſimili a uelle dell’epopeaper inſermita di L
mente cio è per poco ſapereDi c e aueggendofii poeti,li quali ce:: ‘
cano di procacciarſr il ſauore popolare ſi dannoa ſare le conſtitu:
tioni delle ſauole,ond‘e il popolo poſſa trarre diletto diritto,& non .,
oblíco,fi come trahe il. diritto della ſemola.` dell'epopea. Si che il po: .
polo commune per ignoranza appruoua piu quefia maniera di con: -
flicutione nella tragedia,ei poeti piu l’vſano che l'altre,& per conſe:
gun-nie paiono piu approuarla nonper ignoranzazma per loro in:
, \ ì " 'I t. z meſi‘:
.r ‘D ` '--v
‘ giurì ,8c perche non concedeſlè chevn ſolo fine lieto rocqalſe nella,
'predetta conſtitun'one agli mi 8c agli altri concioſia coſaclie ilpop‘o
'lo ſl_ di letti anchora aſſai di vedere le perſone tra ſe contrarie di coat,
;fiumiòt d’affettione‘riconciliarfi inſieme , &ñ-dchnire'amici fi come—
dopo la nemiſta , -& la battaglia divennero‘komolo 8c Tacio e' Ali'
' .canffituu'one
[aqua] domanda' doppia hauente
riſponde‘ il ;fine lieto
Ariſtotele che nell’Vna maniera.,
il diletto naſcente&nelí
l’altra delle perſone non è commune alla comedia & alla tragedia-’fi’
come quello’che naſce dalla_ .confiirutione‘ doppia liaueme' il fino(
ne Buoni lieto ,8: ne rei-triſte) 'e‘ commune‘all’ epopea `& ‘allatraë*
äedia , ma -è proprio 8c domeſtico della “come-dia. ’Et ‘la' ragionev
_ iqneſtopuo eflère,che nella tragedia , ’&nell’ epopea le neiziiifi"
capitali,& le perſone reali ~," nelle qualieſiè'caggiono non- 69111110#
tano che eíèeſi erdoníno,& che -le perſone diuëgano tra 'loroëz‘niîiZ
che ,Be-che hab ia l' vna maniera 8t l’altradi‘p‘erſhne vn fine‘ſoiflf
communelieto come poſſono lia-nere 'le perſone diuerſe della 'con‘
media ;le quali ſono ‘di pouero 8c baſſo cuore,l nemicitie delle qua:
li auengtmo per coſe.che non ſano di molto ſei’o ſecqnclo che elia
[0 detto di ſopra. fit; 'flip oi‘ Éxfli'soi &Zi-dig ii mia@ mi ſei”: ”Uli-ì
,ls'oc‘ çihoi wo'mvotìinl TT” Muri': ZÈ'efxov-ral ,n‘a bean?” &ii-'ius ‘dar' WMO.”
Pruoua che vn ſolo' ’fine lieto ò commune al ‘ma‘ maniera & al'
I’ altradi perſone nella comedi‘a 'Cadice èxä, quiui nella comedia ſe
e ſaräno nemici mortali divenuti alla fine amici fi'partiräno di palco 8c‘
i’vno nö ſara morto dall’altro. Hora i0 ‘dubito che non ſia crrox'e di '
tr‘aſportatíone di parole ;in _U uu'oa Ja‘- Îgis'lli ”è ?In Wei', &'clie 'vo-ì
gliano eſſere ordinate coſi. oîng iv wake äçíëamà Eſpero-5 8c che quei‘
Ro fia 'il ſentimento. .Se ſaranno nemici mortali come-in-prouer:
,bio ſono Oreſte ’8: Egiſto diuenuti amici alla fine ſl partir-armadi7
palcoconcioſia coſa che le predette *arole h Mix-;eq poſſano iìè
,gnificareein prouerbio,8c volendo ‘ Ari otele per eiìèmpio moſtrarev
negllſtacapitale grandiſsima dica quale ela nemifla d’OLeflÃ:
.i A. W '. ‘ *- .p ~ a" ,'-d'*g'_h.
l
-`a
o
W—--ññ ñ— ñ--ñ—-ó- ñ" ñ - - ñ --ñ
.v.
; i . - -16 ñ
`d'Egi-flo laquale è famoſa , 8: paſſata in rouerbiOMa ſenoivoglfa
mo conſeruarc il luogo alle partle :fi . mina, che eſſi-:hanno occus
pato non veggiamo ſentimento degno d’Aril’cotele da trarne. Per:
cioche qual ſentimento degno di lui ſi potra trarre dicendo.- Pere
. cio che ſe quiui cio è nella comedia ſaranno nemici mortali nella fa':
uola comeOrcfle &Egiſto diuenuti amici alla fine ſi aráríno di pal
co,non operädo coſa níuna quelle parole nella ſauo a,le quali nondi
meno pofie altroue come vedremo non ſogliono eſſere otioſe. 'In
M, ".59 75 @ong-ic. rà iam-39. &c.AriRotele ia le quattro maniere del dilet
lo,la prima e‘ del diletto procedëte da fine miſero della perſona mez
r zana o buona quando trapaſſa da ſeijcita a miſeria,che liabbiamo no
minato diletto oblic0,& moflrato naſcere oblicamente. La ſeconda
e del diletto procedente dal fine lieto della perſona mezzana o bue;
'na,& dal fine triflo della perſona malvagia che [rabbiamo nominato
diletto diritto,&moſtrato naſcere diritta-mite. La terza e‘ del diletto
ó del fire lieto commune delle diverſe 8: tra ſe nemiche perſone che fi
puo ncminare diletto dirittd or olareſcoLa quarta e diletto proce
dëte da vifla ſpauéioſa & tro rcoſa clze ſi puo domädare diletto di
ſpeſa,&d’artificio manuale. Hora la prima _& la ſeconda maniera di
diletto rieeucA rillotele nella fauola della tragedia,& commenda ben
_che piu la prima che la ſeconda, & rimu oue dalla ſauola della come:
. dia,& quanto è alla tragedia biaſima la terza 8c la quarta. Ma perche -
habbiamo gia veduto il giudicio d’ Ariflotele intorno alla prima ſe
conda 8c terza maniera di dilettoreíta clielo veg 'amo intorno al:
ia quarta. Dico adunque poiche il diletto procecînte oblicamente
dallo ſpauento &dalla compaſsione puo naſcere dalla conflitutio:
ne delle coſe,cio è dalla ſavoia, 8c puo naſcere dalla viſta-cio è da gli
habiti & dal palco , conuiene che lo ſpauento,& la compaſsione pro
cedano da due cagioni cio è o dalla fauola o dalla villa. Ma quello
ſpauento,8<quella compaſsione che procedono dalla fauola ſono da
antipon-e allo ſpauento,& alla compaſsione procedëti dalla -viſta, a_
l’artefice di quella e‘ antiporre all’artifice di quella." che fi pruoua .co
fi.CQiella coſa che puo per piu vie moſtrarſi & operare ilſuo effetto‘
e da antiporre a quella clze nó puo moſtrarfi 8c operare il ſuo effettoî
ſe non per vna.Ma lo ſpauenro &la compaſsione precedenti dalla ſl
uola ſi poſſono moflrare 8: ſar ſentire per lÎvdita ſeperatamente ù’
I
inſicme per l’vdita &per la vedutaJa doue lo ſpauétofldañcöpaſsione:
precedéti dalla viſta nó ſi rrofiranome ſi ſanno sëtire ſe nò per larve:
dura ſolaAdunque lo ſpauento 8c la compaſsione procedentàálälìa
fauola ſono da antiporre a quelli che procedono dalla villa. Apprefl
ſo quello artefice che fatica Piu lo’nge no, 8t moſtra piu agutezaarfi
7‘ fa minore ſpeſa in fare ma opera e a antiporre a quello artefice,
che fatica meno lo’ngegno, 8: moſtra meno aguteZZa 6c fa maouiore
ſpeſa in fare vna opera.Adunque il poeta, che compone la ſauo a at
u a generare ſpauento & compaſsione, 6c moſtra in comporla piu
a uit-27a ‘d'ingegno,& ſpende nulla e da antiporre a quello artefice,
ref-t gli habití e’l palco atti a generare ſpauento 8c c0mpaſsione
poi che in far li moſtra meno _agutezza d’mgegno,& ſa ſpeſa smo;
deraca.8íza c xe non ſolamente lo ſpavento con tutto che ſoſſe mo:
flmoſoſht la compaſsione precedenti dalla viſta ſono da poſporre
a quelliflhe procedono dalla ſauola , ma ſono anchora dal poeta da
mettere del tutto in non calere ſr come uelli che non hanno da far
nulla con la tragedia. Concioſia coſa xe ſ1 richieggano dal poeta
quello ſpauento 8t quella compaſsione che poſſono procedere ſola
" mentedalla ſauola , 8: non qualun ue ſpauentoòt qualunque com;
paſsione poſsibili a procedere dall altre arti,o dalla viſtada quale è
opera d’arte ſepera ta dall'arte della tragedia. Hora ſeil poeta debba
o non debba tener conto dello ſpauento & della compaſsione pro:
cedenti dalla villa era ſeio non m’inganno da dir coſi. Sono alcune
fauole,che non hanno biſogno per douere eſſere rappreſentate in
atto ne di molti ltabiti ne di molta ſpeſa, ne di palco di ſingolarear:
tificio come è quella d’Edipo il tiranno,percioche non fa meſtiere a
ſcoprire l’attiofne come e paſſata perIpoco d'altro che _di parole. Et
ſono alcune Fauole le quali hanno di iſo no per douere eſſere rap
, preſentate in _atto di molti habiti 8c di mo ta ſpeſä,& dipalco di mol
to artificio,c0me ſono l’Eumenidi,oil Prometheo]] legato d’Eſèlu’:
[o,conuenendo comparere l’Eumem‘di in palco con vna contra fit:
ta,& non vſata figura,& eſſendo Prometheo íncatenato in palco che
rappreſenti il monte Caucaſo, &douendo eſſere viſitato da tante 8:
~ da tali ~diuinitaDi queſte due maniere di ſauole ninna riceue il poe:
` ta,ne ninna rifiuta il‘ poeta erclie piu o meno compaſsion'e o ſpauen
' ì to conſiſta nella villa, ma e rifiuta o le riceue hauendo riſpetto al
ì modo o alla cagione erlo quale o perla quale :altri èperuenuto in
quella fortuna,come Edipo giacque con la madre , & quindi ſimpli.
cemente non naſce ne ſpauento ne compaſsione. Il che èmaniſeſto.
Nino ſimilmente iacque con la madre ne quindi altri ſl ſpauenta o
gli porta compaſsione, ma ilmodo col quale Edipo giacque con la
_madre ſpauenta 8t muoue compaſsionc neglianimi de veditori. Et
com,
. …- i 65
come le Furie perſeguitarono Oreſte per clic liaueua vcciſa la madre
6c quindi ſimpiieemente non naſce ne ſpauento ne compaſsione al
trimenti naſcerebbono altreſi perche le Furie perſeguitarono Nero,
ne,che ſimilmente liaueua vcciſa la madre. Ma la cagione perla quale
Orcſte e‘ perſeguitato dalle Furie parendo in certo modo ingiuſta
liauendo la madre meritatod’eſſere vcciſa genera ſpauento & com:
paſsione.Perche adunque quanto l’afflittione che cade ſotto la viſh
e piuliorn'bile tanto piu genera ſpauento 8c compaſsione ſe è accom
pagnata col modo o conla cagione conueneuolea ſarcio,non` è
da ſprezzare perche la viſta ſua pertenga ad vna altra arte,o erclie
vi faccia biſogno di molta ſpeſa, o pei che il poeta ſia da piu c ic non
è l’artefice degli habici.Ma tſolamente da conſiderare ſe la viſta ſpa
uenteuole 8( compaſsioneuoleſi puo menare veriſimilmente in pala
eo,percio che ſi dee tralaſciare ſe non vi ſi puo menare veriſimilmen
te cóme veriſimil men re non vi ſi puo menare la viſta dellÎvcciſioni,&
degliatti dislioneſti. E'mg is] ayo’nçop 79“:. ovini-07 Raiſing. L0 ſpavento 8c
la compaſsione procedenti dalla conflirutione della Fauola ſonoda
antiporre a -quelli , che procedono dalla viſta cio è dagli habiti -&
_ dal palco,& ſono dd'arteſicemigliore. Et ſi prende la voce muri-Lin
. queſto luogo non perpocta ſimplicemente,ma generalmente per ar
tefice &facitore 8: ſi paragOna il poeta ſacitore della ſauola all’arte
, fice o agli artefici ſacitori della viſta,che ſono maſclieriere,ſartore,li:
gnaiuolo, architetto, di intore 8c ſimili,a qualimtri fi ſoprapone i!
poeta,&dalla dignita de ſacitore ſivuole che l’0 era riceua autOrita.
uaſiîfi dica.v L’effetto della conflitutione d a ſauola.èda piu che
n0n è l’effetto della viſta 8t perſe , 8t per che vieneper mezzo della,
contlitutione da autore piu degno che nonviene l’effetto della viſta.
Hora io ſono indotto a ſporre-qmſtaffloce mimi? per. artefice,&non
per poeta ſimplicemente, pertio chela viſta cOme Ariſtotele afferma
non appertiene al poeta,- -Se non appertenendo al poeta non Pa biſo:
gno che ſ1 dica che lo ſpauento & la compaſsione procedenti dalla
conflitutione della fauola fieno di poeta migliore pre‘ſupponendo
cheiil poeta piggiore faccia quelle paſsioni per l‘opera della viſta,del:
la quale viſta egli non e‘ ſacitore. Egli e‘ il vero che io nOn niego che
nonſi poſſa ancliora ſporre la predetta voce With-07)‘ ſimplicemente
per poeta,& che non’ſi poſſa dire che il poeta,il quale muoue le pre:
dette paſsioni per la conſtitutione della ſauola ſia migliore poeta che
non è quel poeta che non le muoue perla conſtitutione della fauola
;ma laſcia queſto mouimento agli altri artefici.” che non dimeno è al:
Vu quanto
3
quanto impropriamente dettoAä rif où 8m m ogacp o'vm (mel… 1-59
”hop-Parc clieAriflotele voglia inſegnare a conoſcere quando la- con
flitutione della fauola per ſe,&non per mezzo,0 con aiuto o in com:
pagnia della viſta muoue ſpauento &compaſsione,&doni queſto in:
ſegnamento che noi dobbiamoàleggere la tragedia ſenza tirarla in pal
co,& ſe ci ſentiamo commuOuere a ſp auento & a compaſsionedob;
biamo credere chela coſa paſsi bene, &che lo ſpauento &la compaſ:
ſione procedano donde deono procedere, ma ſe non vici ſentiamo
commuouere dobbiamo credere che la coſa non pa ſsi bene.Ai-iſt0te:
le qui &altroue èdi queſta opinione che quello diietto ſi tragga della
tragedia in leggendola che ſi fa m vedendola &in vdendola recita:
re in atto. La qual coſa io reputo ſalſa 8c riſerbo le ragioni adire a
a-
quel luogo,che c‘ proprio di queſta queſiione. Tè 5 41g; flîs ’54…: 1031”::
ì ,aiuta-;(513 ànx-írtçoffiSe vogliamo che queſte parole riguardino il poe:
ta non ſappiamo come ſi potranno ben bene verificare non veggen.
do noi che il muouere le paſsioni perla viſta ſia coſa meno artifiaoſa
al poeta.Percioclie cio gli ſarebbe piu artifici oſa coſa ſe egli con le
ſue mani voleſſe appreſtare per mezzo della villa lo ſpauenteuole,e’l
compaſsioncuole non liauendo quelle arti cheſono-neceſſarie a fiu
queflo o non gli ſarebbe onto artificioſa,&non meno artificioſa,eo
me ſuonano le parole de teſto ſe egli per opera d’altri artefici ope
raſſe cio. Laonde è da dire che queſte parole deOno riguardare li ar,
tefici dell’altre arti,le quali ſono meno›artificioſe,che nó è que- adel
la poeſia,& ſono di maggiore ſpeſa. Ma ſe pure ſaremo oflinati in vo
lere,che riguardino il poeta ci conuerra dire che cio gli è coſa meno
artificioſa facendolo per mano d’altrui che non èil farlo per vigore
dell’arte ſua della poeſia,&tireremo le parole al quanto in improprie
rami ”i -rì oxsqëp {Liz r” Neos &flà :regaröhrflſnp ”eg-:mediana: JM[- tg”
Mſg …vo-om. Se coloro li quali per opera della viſta inducono non
ſolamente ſpauento ma moſtruoſo ſpauento anclioradl che non eſal
tro che ſoprano ſpauento non hanno da tar nulla con l’arte della tra
gedia come vogliamo che loìndurre ſpau ento per opera della viſta
cio è ſpauento mezzano habbia da fare col poeta piggiOre '.'o ſia ar:
te meno artificioſa del poetafColoro adunque li quali appreſtano ſt':
mile moſtmoſo ſpauento per opera della viſta ſe ſonopoeti lo ,Fanno
per mezzo d'artefici d’altre arti, o ſonogli artefici ſieſsi d’altre arci,
neglivni,ncgli altri hanno coſa cómune con la tragedia. Et'con que
fle parole Ariſtotele intende di pugnere l'appreſtamento dell’Eumcz
nidi d’Eſcliilo,per lo quale per auentura la tragedia era commendata
ſegnali furono introdotte cOn coſi ſpauenteuole &ſtrana &molli-uo
ſa .apx ~
166
ſañapparenza'in-palco che ſi trouarono delle donne grauide nel the“
tro,le quali perpaura ſi ſconciarono. E: poiche Ariſtotele parlaua di
nouita moſtruoſa pare che ſi ſia dilettato d'allogare con nouita non
vſitatale parole,& di turbare il diritto ordine lo: o il quale doni-ebbe
eſſere coſi fa tto. ai 5 mi ”ſup ”trentina-iva 15 Wii‘. 4La“; n75 Niagìmì rd
*Mq-;Ms ad“, 'ka-,Wiz noimvoîo‘i. oli rif ”Idata .l‘3 {unici I‘M-”tip &ar-‘a “WMV“
l'Alta‘: 'rip elitth Weſte parole poſſono hauere riguardo generalmen:
te a quello che è fiato detto di ſopra cio è che non ſi dee ricercare
dalla tragedia quello piacere clic non èſuo proprio come equello pia *
cere che ſi trahe della fauola di due nemici di diuerſe qualita alla ſine
.riconciliati inſieme, il quale èpiacere Pl‘OPrio della comcdia,&ñ non
della ”tragedia , & come è quello piacere che ſi trahe dalla viſta che
muoue a compaſsione 8: a ſpauento o ancliora a ſpauento moſtruo
ſo.Pereioche ſimile piacere non e proprio della tragedia ma d’altre
_arti come è ſtato detto. Hora pare che ſia coſa ragioneuole che non
ſi debba ritercare dalla tregedia quello piacere che è proprio dellaicoì
media,&cl1e procede dalla fauola conſtituira in guiſa che due nemici
di diuerſe qualita alla ſine diuengano tra loro amici, percioche ſimile
_piacere non puo hauerluogo nella tragedia a partito niuno ſe le aſſe
gniamo per fine lo ſpauento &compaſàione. Ma non pare gia coſa.
ragi oneuole che non ſi debba ricercare dalla tragedia quello piacere
che ſi trahe dalla viſtada quale induca ſpavento &compaísione po:
_tendo ſimileviſta liatierelu ogo nella tragedia.Anzi eſſendoui neceſſa
ria ſe la tragedia dee hauere la ſua perfettione,laquale ella ha quando
è recitata in atto con la viſta conueneuole.Aclie e‘ da dire clieAriſto
tele quäto e alla viſta non è per negare che non debba accópagnare
la tragedia quando ſi recita,& che nOn debba eſſere dirizzata a com:
muoucre compaſsione &ſpauento ſecondo che richiede la fauola rap
presentata ma intende (ll du e perle ſue parole,che non è vfficio del
poetadi cercare,&di ſcie'glierevna ſauola,nella quale poſſa hauere luo
go la viſta ſpauëteuole 8: cópaſsioneuole poco curädoſi ſe l’accitiéte
,ricliiuſo nella fauola. ſia o non ſia ſpauí-teuole 8c compaſsioneuole.
concioiiacoſa che il poeta debba principalmente cercare & ſèicgliere
_vna fauola per ſe atta a ſarcio laſciando la cura ad altri di trouar la
viſta che le ſi cóuenga. E adunque proprio diletto della tragedia quel
lo che ſi trahe dello ſpavento 8t dalla cópaſsione procedëti dalla mu
tatione della perſona mezzana per errore di felicita in miſeria. Ma al.—
.tri potrebbev domandare quale ſia queſto diletto , che ſi tralie di
Finder: vno ‘huomo da ,bene indegnamente di ſelicita traboc:
' V `u a :CW
-ſſ
j-.'g.
Al
lente ſi come fi vede nelcaſo dell-’ignoranza ,~& del diſuölere ſem_
effetro,&non cialxradifferenza tra queſto 8c quello ſe non che l’vm
perſona &l’alrra muoue compaſsione &ſpauento in queſto caſo,l’v:
n’a perche_ è erE-ire uello che non ſarebbe ſe conoſceſſe contra cui
lo faccſſcJÎ tra per e è cr patire quello che non merita di patire‘
.dalla perſona ,amica,& ne ’altro caſo vm perſona ſola muoue come_
:paſsione &ſpauèrqcioè quella che è per patire quello,clie non men':
.:a di patire della pcrſhnaflmicafldüquedriſtorelc non d0ueua dire
;che gpeſto caſo non liaueſſe coſa tragica, ma che haueua meno quam-p
cita ` coſa _tragica :elſe non haueuano gli altri,percioche ſe lo para
goniamo col caſo della volonta ,Galella conoſcéza con effercogroue
'.remo che ha meno della coſa tragica,concioſia coſa,che dOue _quello
_lia l’effetto della paſsiöe quello habbia ſolamëte. la minaccia della paſ
,ſione e'l pericolo,&ſe lo paragoniamo col caſo dell’ignoräza, 8c dd
.diſuolere sëza effetto vedremo che ha meno della coſa tragica cócim
;flacoſa che doue queſto ha il pericolo ola minaccia della paſsió: nel*
l’vna perſona,&nell’alrra,quello non l’lxabbia iè non in vna perſon!
'Joy ip ?im-1754 1d‘: ”Zam i Bimota. La ſceleratezza ‘per .penitenza ſopra
uegnente ceſſa o almeno ſi diminuiſce. Laonde appare che dando
Ariſtotele l’eſſempio ilÎEmonc che fu per vccidere Creonreſuo -pas
dre,& non l’vcciſe ſoſſe impedito , 8c non mandaſſe ad eſſecntionell
ſuo propoflo per la fu a del padre , 8: non per buona diſpoſitivi:
d'eſſe -Emonç,concio a coſa che queſito eſſempío non ſi potrebbe
verificare nella ſceleratezza, laquale come dico ccíſa,& non puo lw
uer luogo incompa niadella buona diſpoſirioneEt dico quello-per
che Ariflotele intenäe dell’Antigona di Sophocle doueſecqndo al:
,cuni chioſa tori poco’intendenti non è coſa ben chiara ſeEmoLIc r5'
-ſtaffè d’vccidere-il padre per ſua buona diſpoſitione o per fuga pa:
terna.síA*ri 57-‘- izyvoouìia-raiiíi: zyè‘gai, ”AZ-em: Sami-offra. Ariſtotele
poſpone 'i caſo dell'ignoranza , 8c deldiſuolere con effetto alcaſO_
.dell i noranza 8c del diſuolere ſenza effetto , & mi dubito clic c'gll
non rabbia detto il contrario la doue diſlexzm'fl Ììyarvç'gidiià‘rqi a”
;nigile 7|"qu 657x62‘. U‘ »ici-'mn .Et perauentura apparraliaucr dd‘
tov il contrario ſe conſidera-emo che egli lmueua conchiuſo , che PÎU
lodevole è quella mutátione È; la quale ſi ſa di ſelicita in miſeria che
,non èquella che ſi fa di miſei‘ia in ſelicira, 8t poi ſoggiunge che bellffi
ſima è quella riconoſcenza la duale-fi ſa inſieme con la muta donc-fi
ècome c‘ guella riconoſcenza d Edipo , la quale ſi fa inſieme,& in :ſi
i ‘ :Rudy :
. \ ,
._ . . . *76’*
- medeſimo tempo con li mntatioue di‘ &lie-ita in miſeria, &’ quantum
que la riconoſcenla pogniamo d'lpliigenia 6: d’Oreſte ſiſaccia al
treſiinſìeme,&invn medeſimo tempo con la mutatione comeſi ſi
quella d'Edipo non dimeno la mutatione non ſi ta di felicita in mi:
ſeria anzi perlo contrario di miſeria infelidta. Adunque Ariſtotele
di ſopra ha antipoſto queſto terzo ‘caſo al quarto, .8c qui 'o non n':
‘ eordandoſi di qnello,chehaucſſe rima ſcriuendo ſtabilito ',oliaue”
- do mutato parere. poſpone qu o medeſimo alquarto.Ma veggia
mo ſe per leragioni preſuppoſte per leggittir’ne in queſtoluogo da
Ariſtotcleda giudicare quale di queſti ‘quatn-o caſi ſia da antiporrep
da poſpone all’altroè ragioneuolmente 8t le 'ttimamente ſtato
riſeruato l’vltimoluogo al quarto caſo ſi come piu perfetto & de
gno d’eſſere meſſo auanti al terzo.L’accidentelodeuole non dee ha;
uere ſceleratezza,& quello è piu lodevole che ha meno ſcekeratezza,
lÎaccidente lodevole dee hauere paſsi one,& quello è piu lodeuole che
-ha piu paſsione:Hora il terzo e l quarto caſo non hanno ſceleratez:
za,ne hanno piu o meno ſceleratezza l’vno clrel’altro.Percioche la
ſceleratezza confiſte nel conſentire della volonta al peccato, 8:
non nel mandare ad eſſecutione il peccato; Perche non eſſendo con
'ſentimento divolonta piu nel terzo che nel quarto caſo quantunqueñ
nel teaoil peccato s’eſſeguiſca & nel quarto non s’eſſcguiſca ſe
ita cheil terzo,e’lquarto caſo* quantunque almancare diſce:
finezza fieno pari , non' ſono miga: pari quanto call’ hauere
della paſsione,percioclie il terzo l’ha piena,& auenuta la doue ilñ
uarto l’ha ſeiema & minacciata ſi come'è ſtato detto di ſopra
dunque contra ragione‘ è ſtato reputato caſo piu conneneuo
le alla tragedia il quarto che il terzo quando doueua_ ſecondo
’ra ione eſſere reputato meno conueneuole. olo": ip 1’”le
1; n “lg-'a1 ‘uan 15‘; lil-(i Hound-ap. lo lio alcuna ſoſpettione che
in queſto teflo‘n-on habbia errore , 8c che in luogo di wp!”
7| voglia eſſere ſcritto mtça’mg. ‘Percioche non ſl pote far tra.
” gedia nella quale Merope- foſſe per vccidere il figliuolo nomina:
to Creſplionte , concioſia coſa che eſſa non veniſſe añ queſto atx
to ſe non molti anni dopola morte di Creſphonte, 8: accioche
'-s'intenda ienamente la- coſa ſcriuero l’argomento della trage
- dia,il qu ñ è appreſſo Igino. Poliphonte iauendo vcaſo Cre
ſphoote ei figliuoli tutti fuori che vn picciolo nomato Teleplionz
teoccupa ilregno di Meſſenia , &inſieme Merope Rata mo lie di:
Creſplrontefla quale di naſcoſo mandò il figliuolo rimaſe vitro
m .
f
"l
tenza”: da vna vbligatiene verſo la madrgòçdlezápollodiun An?
hiai'ao era fiato ſacerdote,& ſecondo alcuni »anchor—a figliuolo , gli
_ Euaffi: lo’ntelletto,e’l diritto conoſcimento in tanto che non cono:
l
Î ſcendo la madrenc ſapendo quello che ſi faceſſe l’vccideſſe,& vcciſa
lei,ſubito la riconoſceſſeEt è da p`orre mente,che Arülotelefa ſpa
tialmente mentione d’Alcmeone d’Afiidamäte,percioche egli fiparti,
… attribuendo gli che haueſſe vcciſa la madre per ignoranza 8: per diſi
7 uolere,da quello,che haueuano fatto gli altri poeti, i quali haueuano
fatto che egli l’vccideſſe conoſcendola,& ſapendo quello che ſi faceſ:
ſe. Et quantunque addnca 'ſimile tragedia per eſſempio dell’horribili:
v la commeſſa per ignoranza dop ola quale ſubitamente ſia ſeguita la
riconoſcenzanion dobbiamo per cio dire che Ariſtotele lodi in que
(lo Afiidamante 8c quindi voglia concludere che fia permeſſo a ſol
nere cio e‘ ad alterare in queſta parte le fauolc degli-antichi 8c atramur
tare la conoſcenza &la volonta con effetto nell’ignoranza 8c nel diſ:
uoluere con effetto. i; E ”Rime-Z if w 'ſſa-mari" Blu-dì. Wtſtc‘ ehi"
tro eſſempio per lo quale ſi pruoua chela riconoſcenza puo ſeguire
roſsimamente il misfatto ſi come auennc aTelegono a riconoſcere
lille ſubitamente_ poiche l’hebbe ſedito a morte. Di quella tragedia
l’argomento è a po lgino 8t è tale.Tcle ono figliuolo d’Vliſſe &di
Circe mandato lla madre accrcare d padre per fortuna eſoſpin*
toinffaca,& quiui coſtretto dalla ſame mette a ruba le ville dell’Iſola
‘col uale Vliſſe & Telemacho nol conoſcendo-vengono abattagllai_
V li c è ucciſo da Telegono ſuo figliuolo poco valcnd'ogli che gl*
foſſe per riſpoſe diuino detto, che li guardaſſe di non eſière morta_
:dal figli-1010,” quale poiche l’hebbe riconoſciuto# ſecondo che U
ldobbxamoimaginare primache ſpiraffe,come eraVliſſe ſuo padreqxſ
. comandamento diMinerua menati con eſſo ſeco'l'elemacho &Pentr
‘ lope nell’Iſola Eea ſua patria ritornò a Circe,& quiui portato ilcor
, po morto d'Vliſſe i1 lèpellirono , & per conſiglio della-predetta Mie'
.nerua Telegono-preſè per moglie Penelope, & Telemacho Circe**
Jr* ?gi-roy nega‘: ”UT-1!! *75g ;i'sMov-n! amanti-;(4 ìvau'iço‘a. Queſtcè il terzo ca: o
.ſo e’l piu con..nendato da Ariſtotele quando- altri per ignoranu ~
.i per commettere cotha quale ſe ſhſſe commeſſa non riceucrebbc am
:menda & prima che la commetta per riconoſcenza ſoprauenuta non
o la comette. Et per che ſoggiugnc u‘- mçàmtí-m ai”. ’(5-19 ?MMSiamo GO’
&tettiza dire,che in ueſto tetto liabbia diſctto,& vi manchi il quam
‘caſo che è quando tri non per ignoranza,…a conoſcendo,& volta:
.doèper commettere cola danncuole non poſsibile Mamme”de
per
i
l
\.'PC!"— altro impedimento
ciochenon che-per
ſolamente parla riconoſcenza
di queſto nortlaellì-mplificmdolo
quarto caſo comm" tte.
in Emone nell’Antigona che ſu pervccidere Creonte ſuo adre,&
non l’vcciſe per la fuga d’eſſo Creonte, ma anchora perchelîa ragioe~
. ne che adduce del numero de caſi pru0ua chefieno quattro , 81 non
tre ſolamente dicendofiì’ rif nyöèau àvím il mi, i'sù’ &PJ-ms, :mi Din:.
Saluo ſe non diciamo che quando egli dice che non ſono o non poſi
ſono eſſere ‘altri caſi oltre i tre ia detti intenda de caſi,che fieno da
- lodare-,Sz da riceuere nelle fauoñ: delle tragedie,& ſe egli intende co:
fi.ſeguira anchora che habbia parlato di queſti caſi con ordine con:
ueneuole cominciando prima dal meno laudabile,& oi paſſando al
mezzano ſia vltimamente peruenuto al piu commendìtbile. Ma poco
veriſimilmente oſsiamo dire queſto.Percio che chiaramente diceA:
riſtotele rei-‘mp 57} Mi: Tim-idro!” ”mſm ”ù mi ”Pag-u xfiçifl preſuppo
nenclo d’hauer parlato de quattro caſi,& non de- tre ſ amente. La:
onde ſara per duentura men male che diciamo che le parole di‘ ”gl
‘min ai”: ì’sip Kms non riguardano le coſe paſſate,& gia de‘tte,ma la
dilìintione ſeguente 8K le coſe che s’hanno da dire,& ſe' diremo cofi
non ci conuerra dire‘che il teſto habbia di ſetto, oriſtringere le pa:
role alla bonta detre capi con alcuna contradittione delle parole
ſeguenti 15 n70;- Mag-397x11, vsù .Fk-mè‘: lina-ei‘: ,uz-.ll fondamento della
- compaſsione,& dello ſpaucnto-,che ſono-quelle coſe ſecondo Arifio
* tele ch.- conſljtuiſconoil tragedieſimo,èla paſsione.Adunque quam
do altri conoſcendo & ſapendo qucllo,clae ſi &,èper commettere va
maleficio grande, à nol commem- per impedimento ſoprauenu to
‘ non puo ciare materia conueneu ole alla tragedia,percíoche il malefi
eio non ha effett0,ne alcuno pa tiſce , la quale ragione ſe noila rice-'1
uiamoper buona‘ come non ci cofiringera a dire che il caſo tanto
commendato da' Ariſlotele quando altri per ignoranza èper come
mettere il maleficiozòt per riconoſcenza ſoprauenuta nol commette
- non puo eſſere materia degna di tragedia poiche non ha la-'paſ'sios
ì zac-.Ma ſe miſi (lira che il eaſo della conoſcenza & della volonta ſen:
. za effetto ha ſalento-223,8( io dico ſimilmente che il caſo della cono:
a ſcenza,& della volonta-con effetto ha ſce-leratezza ne ercio èripro:
~ nato‘ dalla tra ecliatEt ſe di nuouo miſi dira che que oeaſo non ſo:
lamente'ha ſce eratezza,ma anchora paſsione,che puo fare naſcere la’
compaſsione 8t lo ſpauento,la quale paſèione non ha quel caſo,& io
dico che la compaſsione 8: lo ſpauento naſce non‘ ſolamente dalla
palle-ione auenuta‘ , ma anchor-a dalla paBiOne minacciata 8t ſopra
' Y 3 ſtante
L . ,
. «[77
d'lnó ad Athamante- ll re inteſo il ‘fatto diede lno-ſua meglie e'l fi
gliuolo nato di lei Melicerta a Phi-iſſo che gli faceſſe morire , liquali
menando egli agiuſtitiare Bacco miſe Nephclc in luogo d’lno ſua
nun-ice, 8: liberolla 8: egli riconobbe la madrein ſu il volerla ſar mo
rire, 8: _come pare dire Ariſtotele nel darla nelle mani al giuſtitiere
credendo di darglila matrigna, Et è da. porremente che in Igino le
parole che ſono ſcritte coſi. Rex facinore cog nito vxorë ſuam lnò,
,6c filium eius Melicertam Phrixo dedidit necandos, qUOS cum ad
ſupplicium duceret liber pater caliginem iniecit, 8: l nò nutricë ſuam
eripuit vogliono eſſere ſcritte coſi liber patcr Nephelë ſubieçit 8: lnò
ſuam nutricem eripuit. Aia‘. 1?”an mi… àgum oimçl mn ,iva ai 'ſme
vNon èdl. Ariflotele che non approuuua molto quella raäione, che di.
ſopra adduſſe perche le ſauole della tragedia l] prende ero dall’hiſto:
ria, la quale ſu che ſimili auenimcnti non ſare-_bbono fiati izeputati
yeriſimili ſe nó ſi ſoſſe ſaputo per hifloria che ſoſſero aucnuti, ne ſa
pe ua trouarnc alcuna migliore affermò che ſene potcſſono compor
redallo'ngeg no del poeta, 6t per pocobiaſima i poeti tragici cliefi
ſono laſciati tirarea ricogliere le fauole dall’hiſtoria percioclte ſono
coſtretti a _rigirarſi intorno a poche famiglie 8: a tor nare ſpeſſo“;
~quelle, concioſia coſa che, ſell commettere coſa horribile,o l’eſſe
re percommetterla èauenuto poche ,voltefla di neceſsita che-fia aue
nutoin pocheſamiglie, 8c ſi dee prendere dall' hiſtoria per riempier
' ne la ſauola, adunque è di neceſsita a rigirarſi intorno a poche fami
glie, 81 a tomare ſpeſſoa quelle medeſime. ll che come dico non pa:
r epcommendare Ariſtotele dicendo aſſai diſpettoſamente- (nre-i‘m:
7a} aim Zur-3 'rixvils EM’ ànà -ru'xus täíflp'fll ”10171091 :ragadxwa'iîflv iv wi.: [tt-'0015. 03,3
`ſ1 ſl fieno per non dura_r fatica _voluti piu toſto co ntentarſi di quello
che loro appre flaua il caſo conſatieuole ritornata a certe poche fa
miglic che per via d'artificio vſare diletteuolc 8( glOrioſa varieta , ma.
cOme s’inganna di ſopra èſtajo moſtrato. mel uîíu a?” flîs rà(- mamo"
‘mp 60502305,@ ‘Milaus, ”ù *riva: d"a *tells m'ha/s, î-ſſçu‘m Émvñí. Se ha ra:
ragionato a ſuficie nza di queſte coſe perche poiche haura fauellato
de coſtumi ne tornera di nuouo a ragionare!
P ARJlCELLA (LVlN TA D ECIMA. ”gglá"z1àîeurí1'[a- ì
girls”, E” dvi-ll saxáîzà‘lw a”; 7a? ”ù ”TB-mvſiſſzos Maga i, :gf-IMHO‘ ”211,237 Same “
v' “Xu 1% 34@— àn’ "1x &mlffq 7mm" ,1d &thin; J‘evllv è?, rgr'wvá‘ì 15 Kuoni. *rat
i’ ro za} ‘Riad' 'ro'v' Rugby ñIJD-_nsü 021.115110- mnim , Same d"a…: riff-:froci .l
O’ ed îuahìd KY?! _và oÒ/'íflailhfls i i 11:5 gigli!” mgíxop, ’Lg-1701051” i3@- îmmleiſ.
\\
a’ [un: Sanctis a’mydÃM J‘ai‘ GF. is! 5* ?raga'tá‘uraa ”ov-mas ”In ”Deus ai &ſullain
›’ 0701,15 fluida@— lv rë Seiya. 183“* 'amçmì's, ”hai «Edu-'101m, i fl 9çív9- ?l‘udi
a’ o: îv ai: (till-2,11515 -fiu unu-'mm çífls. 1? J"- a’mnám, i :v ai-W'J‘l içn'wea
a’ Mſn 'c'enxui l‘xumiouda ñ: ös'içç. xgi I** xò iv -roîs’xloedn, amg là iv 17g 15;; 'nyc
,, mir ‘Haim Bai ;nflîn'il 7b Din-”505: &xh-là Tim mò 1'911: ”WM Zùaflaîal Zilli!.
CONTENENZA. Chei coſtumi ſieno buoni, conueneuoli, ſimili,
‘ & vguali.
,, VVLGAR [ZZAMENTO- Hora ſono quattro coſe intomo a coflu
,, mi, alle quali e` da dirizzare la’ntentionc. Vna (delle quali ) 8: la Pſi
,, ma è che fieno buoni. Et ſe la fauella o l’ operation: ſecondo cheè
,, fiato detto ſara manifeſta Vna certa elettione haura il eoflume reo ſe
,, ( ſara maniſeſta Vna elettione) rea, e’l (coſtume) buono ſe(fara ma‘
,, niſeſta vna elettione) buona. Et ſono in ciaſcuna manie-'ra- Perciothk
,, & la donna è buona , e'l ſeruo.Et veramente Forſe di queſte perlan
,, l'v na èpiggiore, 8t l'altra del tutîo rea. l‘lt la ſeconda coſa e‘,che fic
,, no convenienti. Concioſia coſa che l’eſſere coraggioſo ſia coliqu
,, buono ma no n conuiene alla donna l'eſſere coraggioſa o fiera* E'
,, la terza coſa è(che il coſtume fia) ſimile. Pereioche queſtae coſa d'nm
,, ſa da ſare il coſtume buono 82 conveniente. Et la quartacoſa &(ſll‘
,, fia) vguale.Et anchora che alcuno ſia diſuguale che ci fi preſtadì
,, ſere rappreſentato & preſuppone cofiſatto coſtume dee non dimm*
” eſſere vgual mente diſu nale. Hora eſſempio di reita di coſtumeè c0'
,, me Menelao nell’Ore e, 8( del disdiceuole Cz del non conuentuo e
,, èil pianto d'VlilTe nella Scilla,e'l ragionamento di Menalippe,& dël
,, diſuguale e l’lphigeniain Aulide- Percioche non parepunto(vgua~
,, le)quclla che ſupplicaua alla ſezzaia- Hora fa biſogno coſi ne coſtu
,, mi,co me anchora nella co nſtitutíone delle coſe cercare o quello che
,, è di neceſsita, o quello che è di veriſimilitudi ne,& che ſi faccia qurſto
,,` dopo quello o per neceſsita o pervenſimilitudine.
SPOSlTlON-E. W li parla per Ariſtotele de coſtumi liqualiſono li
:conda parte di qualita della tragedia,& ſe foſſchro,che egli havtſ‘
ſe pollo fine al ragio namento della ſauola ſi come egli affermauaJÈ
che non foſſe per tornarui piu , ottimamente ſarebbe allogara qu'
queſta parte ha uendo aſſegnato il ſecódo luogo a ccſtumi tra Itp":
n‘ di qualita,tra lt qual-i liaueua aſſegnato il primo alla fauola, HH”
o I'
[78
ſolamente nOn ha poſto fine al ragionamento della ſauola, od0po
queſto de coſtumi tornera a ragionarne, ma parlera de coſtumi qui
aſſai brecemente,& di ſopra incidentemcnte n’ha parlato,& altroun
nnchora non reſtera di toccarncalcuna coſa. Et perche quello è o
dourebbe eſſere il luogo proprio, doue ſi dourebbe ragionare de _cos
(lumi, nö ſara ſe non bene che io raccoglia & metta qui inſieme quel
lo che qua & la in diuerſi luoghi di quello volume èſparto de collin
mi aceioche ſi poſſa vedere quaſi in vno: uardo tutto quellocheg
flato,detto diqueſta materia. Et comincian dalla diffinitione dico,
che Ariflotele diffiniſce il coflumein `quanto entra nella tra edia eſ
[erevna dichia ratione di quello,che altri appetiſce, o rifiutaíaqualç
;dichiaratione fi ſa con ſauellao con atto ladoueſe quefla dichiarano_
ne non ſi faceſſe per quello che ſi dice o ſi ſa principalmente non
apparrebbe dell’appetito,o del rifiuto. Laonde _ſi truouano alcuni
:agio namenti, liquali ſono ſenza cofiumi o perche eſsi uó hannoin
TCC-“85011; d'appento _odi rifiuto 8: per conſeguente non riceuono
Leoſlumip perche altri non glivuole ſare,0 non gliſa ſarecoflumati.
Pri micramente adunq ueſi dice che la dichiaratio ne dell’ appetito o
.del rifiuto ſi ſa confau ella o cenato auegna che non ſia fa“? ſpl-'tia
`le mentionedell‘ atto la doue egli ponela diſfi nitione dicendo ’(51 ;“
:OO: MI *xò rotoli-row 3 J‘umî -nluî- ;ryan/fit” 3 mio:sz i! of: aim 75( J‘íhop 'I' ”filma-rail
‘e pena hip-op. J‘ià oi”- l'xwdlp i09— ì‘vioi ”Sp M’Wp. Perciochc :111i Piaggio‘
gne l' atto, & accompagna l'atto 8: la ſauella dicendo &MMG-,W l
ich-amg nike-4,71”; Qa'ltpà‘qÎM’ÌO‘z i ”alam mmle 1…, Egli e‘ vero che
egli altroue parlando de coſtumi entranti nella tragedia gliappelle
ſolamenteèídasisixàs quaſi ſl ſcoſti da quello che dice qui,&_voglia che
la dichiaratione de coſtumi ſi riſtringaalla ſauella,ma è da riſponde
_re,che la doue egli gli appella fida: itinàsconſidera la tragedia come
ſcritta &atta aleggerſi,&nó come rappreſentata in palco &atta :ue:
,derſyconcio ſia coſa che allÎliora la dichiaratione coſtumale li faccia
con ſauella,& con atto-Appreſſo è daiapere chela dichiarationedel
l’appetito odel rifiuto ſi ſa confauella ſola,come e‘ fiato detto,nella
’tragedia quando eſſa ſi conſidera come ſcritta,& come atta ſolamente
ñ leggerſi,&a nchora nell'epopea quando s’introduce alcuna perſo
‘ ma ragionare per quella medeſima cagione che l’epopea nó_ ipuo,
conſiderare ſe non comeſcritta,&çome atta aleggerſiſh'nclioraico—
_fiumi ſi pale-ſano col ballo (i come col ballo ſi paleſail rimanentetdel
,ſections (C50qu che teliimonia eſſo Ariſtoxrlc dicendo. iii-”ö Jîi 1;‘
Zgz 3 jeep}
çuài-.ëmani-‘unu xoçls &gang-is oi' 759 ?MHZ-'Wok ya‘, a’ml 013: 75°! 7@an
'Gpl ‘Evan-Sci iiiuouîim ”ù dei, ”ù miei , i921 n'çáías. Ma ſe li palefino i
coſtumi col canto 8t col ſuono egli noi dice, ne io altro ne dico rimet
ccndomi a cantori 8t a ſonatori. l’oſcia nella predetta diſſi nitione ſi
preſupponeclie i coltumi fieno vna parte diueiſa dalla parte princi
pale-,della quale ſi tratta nella tragedia. Et quinci ſi colgOno alcune
concluſioni, tra le quali la prima èchci coſtumi ſono vna parte'di
qualita di tragedia, la quale per eſſere diuerſa dall’ altre partiècome
ſpetie di tragedia , diclie Ariſtotele parla in due luoghi- Et perche
c‘v na parte della tragedia 8: non è la principale ſi coglie la ſeconda
concluſione, cliei coflumi ſono vna parte di qualita da menoclie
non è la parte principale, la quale è la ſauola, 8t dalla quale elſa dipen
de. HOra icoſtumi dipendono dalla ſauola, o dall’ attione in queſh
guiſa. Non ſi ſa attione ſe non ci ſono perſoneclie la facciano, nele
perſone-3,' che la ſa nno ſono ſenza coſtumi , liquali coſtumi ſpenal
mente ſi ſcoprono nel ſare l’ attione. Adunque per mezzo delle pet
ſOne in quanto operano, icoflumi entrano in tragedia come parte
acceſſoria 8: dipendente dalla ſauola-,Aquali per quella cagiones‘at
tribuiſce anchora il ſecondo luogo nell-1 tragedia, Appreſſo ſi coglie
la terza concluſione, chei coſtumi, poi che ſono acceſſori della ſi‘
uola 8: dipendendo da quella &ſeruono a quella,ſ0no intiodOttintl
la tragedia perla ſauola come per fine, 8t non la ſauola c‘ introdotü
nella tragedia pergli coſtumi. Et ſimilmente ſi coglie la quarta the
poiche icoſtumi ſono ſatti per la ſauola come per fine, 8: nonlall‘
uola pergli coſtumi conuie ne che ll poeta ſappia Prima la dOttrinadC
oſlu mi,clie la dottrina della fauola. Et la quinta che i coflumi,poiilie
:lì prendono perla ſauola ſienocagione dtll’attionc, & vltimamentc
'la ſella che pc-iclie i coſtumi ſi prendono per cagione della ſauola,&
ſono ca gione del l’atiio ne ſi deono prendere tali, quali poſſano fire
‘riuſcire l’atrio ne piu compaſsioneuole 8: piu ſpaumtcuole 8t piupol'
[ibileJl che ſara ſe i co fiami della perſona tragica ſaranno buonlflon_
'ueneuoli,ſimili& vguali,vcriſimili, o neceſſari. Hora. quantunqut’l
coſtumi [ic-no parte dipe ndentc & acccſſoria della favola, cemec'ſh
to detto,`non dimeno è di tanto vigore che da loro dinominiamo
‘ma delle quattro ſpetie della tragedia cio &quella che iaixi s’appel‘
la, 8( ſimilmente v na delle quattro ſpetie dell' epo ea ſecondo di‘
dalla fauola ſi dinominano l’ altre ſpetie di tragcxia & d’CPOlWi
cio è limplice, rauiluppata,—& tormentoſa,;mv-,immunit-iLvà mf"
. ‘mf
179.
”er. non eſſendo niuna deli' altre quattro parti di qualita della
tragedia da tanto chehabbia poruto dare nome a ſpetie alcuna di tra,
gediao d’ epopea. Appreſſo ſono alcuni ragionamenti che per ſul
natura non riceuono la dimoſtratione acceſſoria dell’ appetito, o
del rifiuto quali ſono quelli, ſecondo che preſuppone Ariſto—
tele li quali hanno queſta dimoſtratione principale, & per ſe,
C" quali ſono quelli, a quali non fa biſogno di ſimile dimoflra
tione acceſſoria come ſono quelli delle ſcienze &dellearti, 8: co
me ſono quelli delle narrationi fatte per la perſona del poeta, o del
l' liiſtorico, perciocheſe il poeta narratiuo o l' hiſtorico in narran
do di moſtraſſe acceſſori-amante quali coſe appetiſſe, 8t quali rifiu-`
taſſe ſi dimoſ‘trerebbe paſsionato, &ſeſi dimoſtraſl'e paſsionato ſi le
uerebbe la fede che narraſſe la verita, la quale fede dee l’ hiſtorico o
il poeta che rappreſenta l’ hiſtorico, vſar tutte le ſue forze per man
te nerſi. SenZa che l'hiſtorico oil poeta rappreſentante l’ hifloricò di
moſtrando quelle coſe , che appetiſce & quelle che rifiuta delle c0
ſe narrare dimoſtra anchora di credere che il lettore ſenza la ſua di‘
moſlratione non ſia atto come lui a ſar giudicio delle coſe che legge,
8: a ſapere quali fieno da appetire,& quali da rifiutare, & per conſe
guente non ſuggela ſoſpettione della ſuperbia, la qualcoſa vide ot
timamente Homero,che poche volte ſa giudicio delle coſe che egli
narra. La quale non poſsiamo gia dire che coſi ottimamcnte vedeſ
` ſeVirgilio, che piu volte di lui fa qutſto giudicio.Ma quando le per
ſone, che hanno intereſſe nella coſa narrata narrano 81 per conſe—
guente ſono paſsionatc deono ſare queſta dimoſlratione acceſſoria
dell’appctito 81 del rifiuto. Laomle leperſone introdoue da Home:.
ſ0 a ragionare fan no ſi come teſtimonia Ariſtotele queſta dimoſtra
tione ne mai ſono ſenza coſtume,& di cio e commendato ſi come
dall’altra parte deono eſſere bialimati que poeti tragici piu moder—
ni , liquali hanno fatte le loro tragedie ſenza coſhtmiconuenendo
_queſta dimoſtratione aCCcſſoria (l’appetito, 8t di rifiuto a queſta ma:
niera de ragionamenti, poi che i ragionanti hanno intereſſe nelle
coſe ragionate. Ne veggo come la tragedia poſſa eſſere ſenza coſlu
mi, che ſtea bene. ll che peraucnlura potrei-,be auenire nella pittura
quando ſi dipingeſſe perſona in tale attione 8: ſtato,che non haueſ
ſe biſogno di dimoſlratione di coſti-mi anchora che come [rabbia
mo detto piu debba eſſere lodato il dipintore che prende aſare le
pitture in attione tale, che ſi richieda il coſtume, ö; le fa ccflumate
' Zz 3 per la
i . .
per la difficolta che è nel dipingere il eoſtume. Vltimamentezè da l'a
pere che in quelle parti del poema, nelle quali interviene quella di
mſtratio ne acceſſoria dell’ appetito, 8t del rifiuto non richiede mol
lio armamento di parole, & la ragione, puo eſſere, che qua ndo altri
è paſaionato, & ſoſ'pinto dalla paſsione non ragiona ſe non natural*
mente, &ſecondo il coſtume,che lo ſig noreggia,&n0n artificialmene
te o ritoricamente. Tante, 6t non piu ſo no le coſe , diche Ariſtotele
ſauellain queſto libretto intorno a coſtumi., le quali ſenza diſtender
mi in molte parole ho qui raccolte haue ndodetto & eſſendo per di—
rea ſuoiluoghi il parer mio. Hora trapaſſo a ſporre quello che de
goſtumi fi_contiene nella preſente particella. mfl J‘ir *rd ’ita ríríxçrhffl
e” l‘rî ÉWLÌM. Non ci laſciamo dare ad intendere a niun partito del
mondo che"Ariſtotele dicendo che dobbiamo per cagio n'e de coſiul
mi riguardare a quattro coſe a bom-,a conue neuolezza, a mazza”
[1,13: acontinuacione , che` egli parli de coſtumi di tutte le perſon*
generalmente. Lequah o principalmente o atceſſoriamente ſono
introdotte, 0 poſſono eſſere introdotte nellatragedia_ ſi comes’ han
poalcu ni laſciato dare ad intendere, & ſi ſono trovati rauiluppatlrl”
graue errore non potendo eſsi trarre ſentimento niu no ragionevo—
k delle parole d' Ariſtoeele, ma ſono da riſtringere acoſtumi diqutl
le perſone. delle quali infino a qui ha parlato , B: le quali egli Vuole
che s’ elegganofi come atte a ſare maggiore compaiäionc . &’ (Pi’
uento, 6c ſono quelle che noi habbia mo domandare perſone tragica
ñNe eglidíce coi a nuoua,` ma dichiara come Vuole che-s’intenda quel
— [oche haueua detto in guiſa che queſta epiu t`oſto ma ,dichiarationF
. delle coſe dette, che vna num” dottrina. Hora haueua detto the la
perſona tragica atta a muouere maggiore c0 mpaſsio ne 6t ſpavento
dee eſſere mezzanarne nte buona per quelle ragioni cheſt ſono ‘MF'
-&Per cóſeguente deeeſſere fornita de coſtumi mezzanaméte boom
-Adunque per trouarequeſti coſtumi mazanamente bu0ni , che ſie
-no tali, qualiallä perſona tragica ſi richicggono ſi dee riguardare a
-fiuattro coſe bonta,conueneuolezza, mena nica, co ntiuuarÌOnc.Al’
: le quali ſi peruie ne per queſta via. Perche prima i ‘coſtumi _ci ſi pre_
ſentano í-nanzi confuſamente & generalmente eſſendo buoni# ſe', `
'- noi che h bbiamo biſogno de bu oni ſolam c me di ſtinguiamo i hop‘
`ni da rei, & ' niamo ſolamentei buoni, 8t queſtiſoli adopfſlîmoz
-zPoí di nuovo . e queſti coſtumi: buoni ci ſi preſentano manu
,pur confuſameme
ſi ` generalmente"eſſendo
8t i i coſtumi_ buoniW‘?
clip!"
l
180
maniere per natura , per accidente , 81 per induſiria ſi come ſidira; '
nciche habbiamo biſogno piu d'vna maniera che d' vn altra che'
accompagni conueneuolmente la perſona, che habbiamo preſa da
raſſomigliare, dobbiamo bene diuidere li vni da gli altri, & ritenu
re ſolamentei cOnueneuoli , 8t appre o perche anchora i coſtumi‘
eonueneuoli alla perſona , la quale habbiamo preſa a raſſomiglia
re ciſi poſſono preſentate inanzi conſuſamente & generalmente
eſſendo i coſtumi buoni conueneuoli alla pel ſo na o in ſoprano gra
doo in mezzano o in infimo buoni, noi che liabbiamo biſogno de
buoni del grado del mezzo gli dobbiamo ſeperare da gli altri &v
ſargli, 8: vltimamente perchei coſtumi buoni del grado di mezzo
ſi poſſono di nuouo preſentare inanzi confuſamente , 8t general
mente eſſendo eſsi coſtumi buoni del grado mezzzni continuati , &
non continuati, noi che habbiamo biſogno alcuna volta de conti-v
nua-J, & alcuna' volta de non continuati gli dobbiamo ſeparare gli
vni da glialtriaccioche non s’vſino i non continuati quando ſi
deonovſareicontinnati , o non a’ vſino i continuati quandoſi
deono vſare i. non cominuati. Perche appare che dobbiamo riguar
' dure a quatro coſe nel formare i coſtumi della perſona tragica a*
bonta, a conueneuolezza , a mezzanita , 8t a continuatione. La.
bonta lia riguardo al vitio, 8: ſi contrapone al vitio, & li puo chia
marelimplicemente bonta, percioche bonta in ogni manieradi
perſone e‘, &e‘ vguale bonta nelle perſone diuerſe d’vna maniera,
&èvgualein ciaſcun tempo in vna perſona, La conueneuolezza
(le coſtumi e‘ benta che ſi puo nominare riſpetti-ua,la qnaleèbon—
ta liaiiendo riguardo alle bonta dell’ altre maniere , le quali poſte
nella ſua ſarebbono virio- La mezzanitn ſimilmente èbonta rupe[
tiua, la quale diciamo bonta per riipetto della bonta dell‘alrre
perſonedi quella ſteſſa maniera, la qual bonta dell' altre perſone
attribuita a quella della mezzanita ſarebbe vitio. La continuano:
ne e‘ pur bonta riſpettiua liauendo riſpetto alla varieta‘di quel
la ſteſſa perſona. Laonde varieta e‘ vitio , perche corrompe la con
tinuazione de coflumi della pei-ſona che è richieſta come bonu
Adunque ci e"vna bOnta ſimplice , 8c ci ſono trev bonta riſpet
tiue vna d’ vna maniera di perſone diuerſa da quella dell’ altre
maniere, l' altra di perſone d’ vm maniera diuerſa da quella,
dell’ altre perſone di quella medeſima maniera per quantita,`&
la teiza d’ vna perſona diuerſa da quella.” quella *medeſima 7
perſona_
o.
~ perſona per tempo. Et laſciando da parte ſtare la banta de coflumi
ſimplice,& parlando della bonta riſpettiua dico prima che per inten
dere benequello che qui ragiona Ariſlotele della conueneuolezza
ciconuienediuidere le maniere delle perſone in tre principali in v;
na che nomineremo naturale,8:in Vn'altra che chiameremo acciden
tale,& nella terza che appelleremo indufirioſa. Naturale chiamo
quella maniera di perſone che è taleper natura, come l’eſſere huo
mo, l’eſſere ſemina, l’eſſere fanciullo , l' eſſere; attempato. Et chia
mo accidentale maniera quella, clie è tale per accidente come l’eſſe—
rse ſignore, l’eſſere ſeruo, l’ eſſere re, l'eſſere priuato, l' eſſere ricco,
lieſſere pouero. Et chiamo induſtrioſa quella maniera di perſone clic
per induſtria ètale comel'eſſere pittore , l' eſſere rirorico , l’ eſſere
pliiloſopho, 1-' eſſere aſtrolago. Hora ſi vede chiaramente che Ari.
ſtotele lia fatta quella diſtintione di tre maniere principali di erſo
ne ponendo la naturale, quando dire, che quelli coſlumi me eſimi.
liquali conuengono all' huomo non convengono alla ſemina, 6t po*
ne ndo l‘accidentale qua rido dice che quelli medeſimi coflumi, liqua
li flannobene al franco non iſlanno benejallo ſchiauo, 8t ponen
dola’nduflrioſa quando dice clie quelli medeſimi coſtumi che ſono
lodeuoli nel pliiloſopliante ſo no biaſimeuoli nella perſona idiota
dando l' eſſempio nel ſortile ragionamento di Melanippe. Hora eda
conſiderare che non ſola mente le maniere principali naturale, acci:
dentale 8t induſ’crioſa richieggono di verſita di coſtumi , come altri
ne ricliiedeil philoſopliante induſtrioſo , 8t altri l' idiota naturale ſi
come ſi vede nell’effempiodel ragionamento di Melanippe , ma le
maniere diuerſe ſottopoſte ſenZa mezzo a ciaſcuna principale ri:
eliieggono diuerſita di coſlumi cOme diuerſe maniere ſono l’ eſſere
ſignOre, l’ eſſere ſeruo, l’ eſſere re, l' eſſere priuato , 8t ſono l’ vna
8t l’altra maniera ſotto poſte all’ accidentale principale, ne conuen
gono quelli coſtumi, che vſa il ſignore verſo il ſeruo , o il ſeruo ver
ſo il ſignore al re verſo il priuato o al priuato verſo il re,& non pure
le maniere di verſe ſottopoſte ad vna delle principaliſenza mezzo ri
cliieggono diuerſita di ccſtumi, ma anchora le maniere diuerſe ſot
togoſle ad vna delle principali con mezzo d' alcuna manieracome
altri coſtumi deono eſſere quelíi della perſona del priuato, 8: altri
quelli della perſona del re, lequali perſone ſono di due maniere di
uerſe 81 ſottopoſte all' accidentale per mezzo della maniera della
_perſona del reggimento ciuile. Hora Ariſtotele riprende come
peccantç
f
18:
peccante in queſta parte di ſcöueneuolezza certo poeta che attriboi
ſte'ad Vhſſe coſtumi mal convenienti ad vn huomo forte quando ſi
A trouo nel mare tra Scilla 8c Caribdi facendolo pauroſo & ramari:`
canteſi,ſi come poteua riprendere? Homero anchora che pure gli-at-`
tribuiſce coſtumi mal conuenienti nella fortuna che lteblie preſſo a
› Corphu ſi come ſi coglie da que verſus-‘i rin Miani@- lui” ”Jana-.M
,fw my öxaſm J"äça i… ”yoer Mſi-qnt Ovaàp &GNella quale ſconue
_ neuolezza rigua rdido‘biu alle pedatc d'Homero chealla dirittura
del camino rraboccòVirgilio facëdo Enea trouítefi in' tëpeſta patiz'
mente pauroſo,& ramaricanteſnlequali ſono coſe indegne d'vn’huo
mo forte dicendo Extemplo Acne: ſoluuntur fiigore membra,|nge.~
' mit 8c duplices tendensadſydera palma: Talìa voce refert Ste. Ap
preſſo riprende come pure peccante _in queſta parte di conueneùor
. lezza Euripide clicka Melanippe giouinetta non ammaeſtrata, negli
~ ſtudi di philoſopliia,che pruOui perragioní ricercate-dalla piu ripo
- ſta 8c profonda philoſophia‘due fanciulli ,li quali ella haueua ad m‘
parto partoriti eſſendo ſtata in grauidata di fiar,to,eſl`ere nati di vacr'
ca,& ſi sforzi di farlo credere al padre.Lc quali ra ionifi come pera
uentura ſi _cöuerrebbono ad vno aflbttigliato neg `ſtudi,coſi~ſtanno
male alei. Da ſimile ſconueneuolezza non èmolto lontano Giovan:
ni Boccaccio facendo Ghiſmonda giouane,non inſegnata di lettere
& ſopra preſa dal padre a traſtulla’rſì con vno amante di baſſa con
ditione,& indegno dilei,difi:ndere la .coſa malfa tra dinanzi al padre
con ardire da huomo 'fortiſsimo , 'ehehaueſſemenata afinéalcuna
' glorioſa impreſa,& con ragioni ſottili 8c atte apenaad eſſere trouar
te da piu ſpeculatiui plriloſophi, & da piu valenti ritorici dellmondo.
Diche anche s’auide- Lodouico Arioſto ,' 6c nel ſoletta biaſrmare. A”
_ dunque è da conſeruare perlo ſcrittoreleconueneuolezza de coſta:
mi,la quale non dimeno ſi puo tralaſciare allhor‘a che l’hiſtoria ci co':
ſtringe a tralaſciarla ſi come ſi puo in formare Pantheſilea o alcuna
altra Amazzona fiera 8: cruda in arme &in battaglia contra la con:
ueneuolezza de coſtumifeminilipercioche ſi ſa per hiſtoria cheil po
olo delle donne Amazzonie era tale.'~Et ſi puo anchora tra laſciare
conueneuolezza anchora che la ven'ta dell 'hiſtoria non cel coſtrin
ga a ſare,pur che-facciamo prima . acc0rto il lettore-che la perſona a
cui ſiamo per aſſegnare coſtumi non vſati alla ſua maniera trauia ne
coſtumi dall’altre perſone di quella maniera per alcuna ſpetiale ca:
` gione ,ſi come fa Virgilio quando dee aſſegnare coſtumi di valente'
‘capitano 6t difiero caualiere a Camilla dicendo prima, Hos ſuper"
Aaa _ aduenit
aduenit Volka de gente Camilláfflgmen agens cqüitum,& ſlorentn‘
` :re cateruas Bellatrix non illa colo,calatluſue Miner uae Fix-mine”
aſſueta'manusſied przlia virgo Dura pari curſucj; pedum razucrtero
ventos &c.Nella qual coſa, cio è in ſai e`ñ prima accorto il cttore,cl1c
li foſſe per a {ſegnare coſtumi ad vn prete non vſati agli altri preti
_ i quella medeſima maniera peccò grauemente il Boccaccio, il quale
in quella muellffinella quale il geloſo confeſſa la moglie ſa che ilcapc
pellano concede al marito che ſi veſta d! prete , & che in- for
ma di prete o da la oonſeſsione della moglie-Amon ſolamente} gliele
concede ma c‘ ancliora mezzano dicendo alla donna,cl1e nOn la pote
ua vdire,&chele mandercbbe vno ſuo compagno,&in quella mattina
nella quale ſt doueua communicare. Et qual cappellano ſarebbe ſtato
coſi ſcelerato,&di coſi poca diuotioneverſo dio,&di coſi poco timo
re della pena del mOndo eltos’luueſſe laſciato in durre a conſentire—
Sta tenermano a coſi maluagio inganno coſi toſtofConueniua düque`
dreîpn'mafi Foſſe detto,&conmolt:Farole dimoſtrato come queſto
cappellano foſſe tanto pieglleuole male» operare che foſſe coſa ve
riſimile che egli hauefl'e fatto queſto &peggio Dopo le-coſe ſopra
dette ſarebbe da ragionare della meuanita de coſtumi , ma perche‘
adietro n’èſtato ragionato aſufficienza altro qui nó ne diciamo,&paſñ
ſando a ſauellaredella continuatione facciamo a ſapere a:: laicontin
nuatione de coſtumi puo eſſere di tre maniere lontana,vicina,&pre~
ſentejo chiamo continuatione lontana quando nel formare i coſtu=ñ
mi d’vnaccrta ,erſona &guidamb quello dc coſtumi ſuokclkn’llínm
ſCritto prima a tri poeti,&in cio ciconformiamo con loro nellaguiſa
che Horacio conſigliava doucr ſar colui,che fi metteva a ſcriuerd’A
chille dicëdo Scriptor honontnm ſiſorte reponis Acltillem, lmpiger`
iracundusjnexorabilis cſto,lura neget fibi nata,nil1il non arroget ar
mis-Pcrcioche gli altri prima l’haueuano coſtumato coſi.Et chiamo
continuatione vicina quando vno ſcrittore in vno de ſuoi libri parla*
de coſtumi d’vna certa perſonañſccondo che anchora ne parla in vn
altro come fa Homero,cl1e parla d’Vliſſe perlo piu ſeruando vn me:
defimo tenore ccſtumalc nell'lliada,&nell OdiſſcaEtchiamo conti:
nua tione preſentequädo in vno fieſſo libro non ci diſcordiamo mai.
da noi ſteſsi ne coſtumi d’vnañcerta perſona inniuna parte. Hora ci~
dÒbbiamo guardare di non peccare in niunadi eſte tre continuano
ni accordandoci con~gli~altn',&con eſſo noi 0- cciamo piu libri ov
no ſolo.Et quantunqueii falli cOmmeſsí in tutte &tre le continuano:
tificno grauipw-e Piu graue-è quelloxhe fi commette per vn ſerie-
KW`
.18»
tore in vo medeſimo libro;&meno graue èqmllo che ſi commetteper
vno ſcrittore in diuerſi libri,&afiài meno raue dell’vno &dell’altro
è quello ehe ſi commette per lo ſcrittorec ie diſcordi dagli altri ſcrit
tori.” quali Falli s'aggrauano piu quando ſi cangiungono inſieme
fi come Euripide facendo Menelao di coſtumi rei nell’Oreſte con i:
unge due di queſti falli inſieme percioclie fi parte da quello de coſëu-`
mi di Menelaophe dagli altri ſcrittori,&da lui medeſimo in altri poet
mi e‘ſtato detto eſſendo egli ſtato fermato coſi dagli altri come dalai
altroue ſemplre di coſtumi di mezzana bonta.Adunqueliabbiamo- in'
Euri ide ne ’Oreſte l’eſſempio del fallo della continuatione lontana
poic ie quiuifece Menelao di coſtumi rei ſcoſtandofi daglialtri, che
ne ſuoi poemi l’liaueuano fatto di coſtumi buoni,&inſieme habbiamo
;l’eſſempio del Fallo della continuatione vicina poi che ſi [coſta anclio
ra da ſeſteſſo,che in altro volume l’liaueua fa tto di coſtumi buonilî't
' ,habbiamo il fallo della continuatione preſente nell’Iphigenia in Au v
,lide facendo eglii coſtumi d’ lplxigcnia in ſi] il principio dell’ atrio:
,ne molto diuerſi da quelli , che ha poi in procedendo auanti
_l' attione , concioſia coſa clie,in ſu il principio dell’ attiene ella fi
demoſtri `pauroſai , ~& -temente la -morte ,-;& _poi procedendo a:
-uanti l’attione ſi di moſtri ſorte, & non curante la morte. Ilquaz‘
,le fallo non eſſendo ſta to riconoſciuto per fallo da‘ vn certo Buca'
;nanogpoeta ſcoccſe-in comporre a ſimlitudine dellatpredetta [pliis'
genia vna tragedia ,la quale e‘ cognominata .leplithe ſiiFÌſeguito. An‘:
.allora commette Dante fallo in continuanone vicina' facendo il
;once Guidoda Montefeltro nel conuito ſuo ornato d-'octimi ci”
fiumi# facendolo nello’nſerno della ſua comedia pieno di peſsimi.
Et commette fallo in continuatione preſente dicendo in vna parte
della ſua comedia cio è nello’nſerno Bruto come ſeguitatore della
ſetta ſtoica quantunque foſſe tormentato piu che niuno 'altro
-non far mott0,& in vn altra, cio è nel paradiſoper ragione di quel
~lo ſteſſo tormento lati-are ,8t vrlare come cane. tra?“ vsù’ ’T3109 'Kaos
;zar-;à i.Priniieramente vuole Ariſtotele-clic i coſtumiſieno buoni,nö
perche egli tema come gli’nterpreti dicono,che ſeſoſſono rei doneſë
ſono eſſere di ſcídalo aueditoriñl _quindi eſsi doue‘ſſono apprëdere ñ
.eſsëpio di maluagita,percioche,poſto :hei coſtumi ſoſſono rei ſe la
-ñ erſona di coſifatti coſtumi cadeſſe di felicita in miſeria,a cui potreb
z ono eſſere di ſcädaloe 8t clu' ne potrebbeapprëdere eſtëmpio dimal
-uagita t' certo ninna-Anzi altri ne trarrebbe eſſempio profitteuole',
_zeri-ſi _coutèrmerebbe in ſeguire la via del ben fire. Et come _e
- ~ ì A” x ' *NM
. I
vero che tutte le perſone introdotte in tra edia fieno,o poſſano eſa'
ſcre buone non ſl potendo far tragedia c le non liabhia vna,o pin
perſone malua ie {Adunque Ariſtorele vuole che i coſtumi fieno buo
ni accioche cadendo il buono di felicita in miſeria muoua compaſsio
nc &ſpauento-8t baſta che vna perſona ſola della tragedia cio è quel
la,0nde dee procedere la compaſsione 8c lo ſpauento ſia buona,&de’
coſtumi di queſta perſona ſpetialmente, 8: non dell’altre perſone ge:
neralmcnte parla qui Ariſtotelefiora che parli qui de coſtumi di que.
ſta perſona ſolamente 8: non dell’altre‘ancliora aſſai chiaramente ap
pare poiche richiede che i coſtumi non pure fieno buom,rna che ſic:
no buoni 'mezzanamente
ſſne popolo dicendo
per le cagioni gia detteche fieno ſimili
di ſopra. a que
Le quali duedel commux
pa rtidi cor
fiumi ſono proprie della erſona tragica in quanto eſla ſempre le ha
&le altre ſempre non le :anno,o poſſono non hauerle,alle quali ha
accompagnate le altre due conueneuolezza , 6c continuatione, che
ſono communi anchora all’altrc,& non meno neceſſarie a quellatrlie'
all’altre non potendo ne queſta,ne l’aln-e mai eſſere ſenza.°l ga à ia@
uXu ialpſiamçîhíxîa ,voti QC'IÈH E Abe-il ”za-?EU nfulçffl'mve,D| ſopra è lla:
to detto della ſauella quando diſſe ’t's-i ö i3@- iìiçv ri roloîfflçi “n°71‘ M*
çllçtlflf o‘UDTarUipois oh ’ſsi NA ’i ”Yongìjai ’il çuîzflo‘ .a'cyep. Et *ci ato
detto dell’attione quando di e,î~rtl ÌMÌJoü-'ſei ;inlpnlntvoi WYÉTTOV-llaſ’ìo
”17m Toi-'Tous MWJMP'WS 'il çau‘ÌlouS c1” . ` ` 'iàrdxd‘àp Etiruírcis ammini
m:. 'lei 5‘ îp'uplse ylvup‘i 7a" ”mi ls: xgus” &c. O`<elle parole non ri.
guardano quello,che èllaro detto ,cio c‘ che i collumi deo no eſſerc
uOni,ne e‘ da dire che fieno vna dichiaratjone delle predette pai’òlc,
ma è da dire che è vna pruoua della conueneuolezza, & riguardano
le ſcguenti paroleffilníflſ” 5 TÙ—ÉÌKÃTÎOKMBZ nOn ha dubbio che rlourcb ›
be eſſere ſcritto coſi l‘io-tw o l’lpl -nì &wifi-me, o in altra guiſa pure che
appareſlë,che quelle parole dipendellono o naſceſſono da queſtel-Io
`ra ſe noi vorremo che queſte parole riguardino le paſſate,& fieno di
chiaratione di quelle non ſara differenza niuna tra Mas-è & &qué-z ma
cio è tra il primo capo e'l ſecondo condoſia coſa che coſi nell’vno
capo—come nell’altro la bóta cóſdlerebbenellaxóueneuolezza,p oiclie
coſinell’vn capo come nell’altroſi cóſiderain quäto ſolamëre e‘ pro:
Príadiciaſcüa manlcrfluùyaprvuſſísl xml di‘oíihogulmfl TUOI mimi -ràu'iv
xtîgopgìz ?Aus 94W(- :çi V uole dire che »tanto moma la conueneuor
lezza che quello coſtume# quale e ſtimato . buono nella ſua manie: a ñ.
non ſolamente in vn altra maniera è ſtimato-:meno . buono.ma è ſtiñ
mato anchora deltutto ”3058i comeci ſono i coſtumiñbuoni della dò *
”Arci ſono -i coſtumi buoni del.ſcruo,&.ci ſono parimente i-coſtu- -
mi rei .
18 '
mi rei della donna,ei coſturrii rei del ſemoHora ſe traſporteremozí
eoſtumi bu oniſidella donna all’liuomo— per mutatione della perſona
piggiorcranno,& non ſaranno in quel grado di bonta nell’liuomo,
che erano nella donna.Se trasporteremo i coſtumi buoni del' ſerua'
al franco per mutatione della perſona non ſolamente piggioreran:
no ma mute-‘ranno del tutto natura,&di buoni ſi cambieranno in rei.
Qiciamo adunque m 71‘} mi? ;si fps" in riſpetto della donna rea,ngh’
NAQ‘ è buono in riſpetto del ſeruo reo Raf-‘ulfi i'm: ”time i“: ”if Xlîr
Mia dóna in riſpetto dell’huomo buono c‘coſa meno buonam‘i 55m: .
çaVMpîsi, ilſeruo buono in riſpetto del fianco buono e‘ coſa del tue
to rca-m’rcç "375 B'uoieîiflu'i-i-W'lnçoîi mi xçusìfnì &qui-J” ;Solidi-:Mame 'i'içii'ſaa,
In niuno luogo di ſopra e ſtato detto come ſia coſa diuerſa il ſare il
ſimile,d311a bonta 81 dalla conueneuolezzaPcrclie è da dire che que]
le parole Emigìi'içi’ſei non ſi congiungono con le proſsimefſoîi’p 7a}- 8a:.
ma con le piu lontaneagſſo '9" n' J’mlop dwg ?Man-St Ariſtotele u’lia ag,
giunte queſte parole lo” rif-»7m in'ilcuſa perche non ſi diſtenda indi
cliiarare che coſe` è coflume ſimile come s’è diſteſo in dichiarare
che coſa‘ èñ coſtume" ſconueneu ole , 8t dice che il ſimile è co:
me è ſtato di ſopra detto la doue li clicchi@- ”in mçl-ràp &va'Èumo’so-ä
mgl 139 hm‘: &c.Et tra le parole 5’”l”0pl,& ?img ſon o__trapoſtc quelle 70571
’eq, &cjigià ”ang‘auumnçtſſus ”ip 750005 ”è &Unita-l‘0‘: Funivia@- iv w ’ozio ñ
”Parma clic il douere richiedeſie che volendo dare eſſempiAriſto:
nile-de falli commeſsi in ciaſcuno di queſti quattro capi de coſtumí
Haueſſe cominciato dal primo,& ſeguito in finO’al quarto continuan
doma egli ha tralaſciato il prim0,0 ſe non l’ha tralaſciato-mon ha -
dato efl'empio che ſi confaccia con quello,& ha tralaſciatoril*terzo.`
Adunque doueua dire che nel-primo capo‘che. èrdellaìbonta ſi pec
ca quando s’introduce vnol ſcelerato,a cui auenga alcuna notabile
ſuenturapercioche di ſimile ſventura non naſce neſpauentome com
paſsionedì come auerrebbe ſe ſi ſormaſſevna tragedia diCapaneo ſol
minato‘o di Salmoneo pur folminato; E't vqtiiannmque egli riprenda
Euripideeliehabbia formato Menelao' reo" nolriprende perche la
'reita ſciemilacompaſsione, & lo ípiiUento per la qual coſa ſola in
queſto capo‘il poeta è da riprendere' , ma‘ lo 'riprendene per altrolo
puO'riprendere ſe non perche l’ha' formato 'reo dilè0rdandofi da
altripoeti,& da ſeſteſſo liauendologli altri poeti ſempre ne li altri
poemi 8: etſo altroue fatto buono,&’ ſcoſtandoſi dal veriſimde non
’ cffindo coſa veriſimile clievn zio 'ſtadi coſtumi ‘cofi `rei,ehe perſeguiti '
` a morte vn nipote clic-habbia'vcndicata la morte ingiuſta del padre
ſuogòxdelfi'atello di lui.Hora clic la reita de coflumi di Menelao ſor* '
Aaa z , mata -1
n
nata 'da Euripide nen iſeiemi la 'compa ſsionel &lo ſpauento appare
.manifeſta men te,percio che Menelao i n quella tragedia,o non e‘ per:
ſona tragica o ſe è perſona tragica cio e‘ ſe patiſce , patiièe perla rcita
&ſe foſſe ſtato formato buono non ’patirebbe. -Et acciochc meglio
`a’intenda quello che i0 dico è da ſapere che Oreſte_.& Pilade hauen.
do vcciſa Clitemneſtra ſono perſeguitati da Tindareo padre di C“:
eemneſtra volendoegli Fare la vendetta della figliuolaat cuiípreſta aiu
to Menelao perſeguitídogli egli altreſrck amando piu il ſuocero,che
il_ nipote. PercheOreſte,&Pilade preſa H elena &Hermione moſtrano
&minacciano d'vcciderle per rimuouere Menelao dalla loro perſecu
tioneOreſte &Pilade adunque ſono le perſone tragiceJi _quali elſen
,do di mezzanalbonta caggiono di felicita hauendo fatta la vendetta
della morte d’Agamemnone in miſeria eſſendo in pericolo di perde:
,re [anita Et ſe diremo che alcreſi Menelao è. perſona tragica eſſendo
di ſelicita caduto in miſeria ſentendo diſPiacere che gli ſia per eſſere
vcciſa laA‘noglie,& la figliuola c‘ da riſpondere che il diſpiacere e` ſtato ~
rocacciato da lui &cendo quello, che non doueua fare,percioche ſe
, ` ueſſc fatto quello che deueua,&ſ01ſe ſtatobuono come ſol-:ua non
ſarebbe caduto in ſimile miſèria.Egli è il vero che la` ſauola non ote
ua procedere auanti,ne ha nere compoſitione `di coſe che ſteſſe ene
ſe non ſi ſaceua Menelao reo. Percioche ſe ſi riteneua nell'vſata flia
.bonta non haurebbe Tindareo hauu to l’aiuto del genero,& non har_
uendo hauuto l’aiutodel genero,non poteua riducere gliucciditorí
della figliuola in neceſsita,&m pericolo di morte,&non rnluccndOgli
in neceſsita,&in pericolo di morte ne el’si ſarebbono ſtatime altri per
ſone tragice. Si che per ſare che la cònſtitutione della ſauola potcſſc
_hauen- perfettione,èſtato di neceſsita a farMenelaoreozLaonde non
`veggo come poſſa dire Ariſtotele ClleMenelao ſia formato reo ſenza
`ricceſsitaDi che erauentura torneremo aparlare.Appreſl`o doueua
dare eſſempio de fallo de coltumiin perſona che foſſe di coſtumi tra
paſsíti in böta la cómune bóta degli altri ,huomini , onde poteſse
naſcere opinione per la caduta ſua in miſeria negli huomini
che dio nö haueſſe prouidenza ne cura delle coſedi qua giu ſi comcſè
_fondo Ariſtotele auerrebbe ſe ſi ſormaſſe vna tragedia della morte
di Soci-ateo di Glauanniil-Battiſtaffii 5 ”in "Ts—Wi Sami-ù 3- ‘Iíſ 7a
fluí-rog dos-‘ſa ,Hilfe-Wii riìvqnîrg &c. Weſt! parte o è ſuperf lua, 0 e‘
vna giunta fatta alla conueneuolezu 8c alla continuatione.-Pcrcio=
,Che ſeguire ola nçceſsiçap la veriſimilitudine nc coſtumi non e altro
.flmio parere,clte ſeguire la conueneuolèua o la continuanone,tlelle
. 184‘:
quali gia-;o n’eraìáto parlato pienamente‘pnon n'era fiato parlato -
pienamente,ſe n’eraflato parlato pienamente ſùperſluainente ſi rito't
na a parlarne,ſe non n’era fiato parlato pienamète hora per cópimë
to di quello che mancaua alla conueneuolezza 6t alla continuatione
fi dice che nella con'ueneuolezza ñ, 8t nella continuatione de coſtumi‘
ſeguitiamo alcuna volta la neceſsita, &alcuna volta la verifimilitudic
ne. E'di neceſsita che la madre,la~quale s’induce ad ‘vccidere ſapendo
quello che fa il figliuolo innocente ui- s’induca con gran turbamento
d’animoLaonde Medea non ſi dee ſare vccidere i gliuoli ſenza ha:
uer dimoſtrato che prima ſia ſia ta combattu ta nell’animo lungamen- -
te,E’vei-iſrmile che quella perſona che è ſtata pauroſa perlo paſſato-r
ſempre non diuenga fortelubit'amente ſenza apparerne la ragione
. potentePei-che non è veriſimile che lphigenia,c le da‘prima fuggiua
la morte,&ſene moſtraua tanto pauroſa in ‘poche'hore ſenza cagio.
ne potente eſſere ſoprauenuta mu'taſſe natura 8b non la ſchifi,&l`ene*v
moſtri non curanteE'Veriſìmile che Tindareo perſona di coſtumi di
mezzana bonta ſtimolato dal dolore per la morte di Clit mnèſtra- r
ſua figliuola foſſe pieno di mal talento contra Oreſte,& cercaſſe di le‘
uarlo dal mondo,ma non è veriſimile non che neceſſario che Menea
lao perſona di coſturni di mezzana bonta doueſſe perla morte della'
eognata,la quale doueüa per li ſuoi ſcclerati pOrta-mcnti eſſere odia
ta mórtalmente‘da lui c-aricarlr ſi di disdegno contra il riipoteſuoO‘
reſſe che lo doueſſe perguitare,&cetcare chemOriſſe. Et ſorſe che A
riſtotele quando diſſe l’yi S ”cfu/Alyflamnçſózs ”lp’iiäoùſ ”iaia-,n’a- preſe
mi arm-ah‘- ne‘l predetto ſignificato in quanto‘ 1-’attiene fatta da Ore-ì
ſte in-vccidere la madre non doueua ſecondo neceſsita,o pure Recon:- `
do veriſimilitudme coſtringere Menelao a cambiare coſtumi,& a äî
moſtrare tanta iniqnitae'
' "xchfflfle‘ {ni-çme "MTA-‘c *n'a &KIM;- Hrdäg 'XA ÎfllçO'. ”7112 5h?
”Mar-gif(- ”ü ”3-5: *nu'rols :ni: ”ci {AEE ?mb-nf LIÒ‘KWOÒMU m'ìíímpîi mmm! M
n 74?' xiſ’ìuîàs îîlî: imflaívu‘a anni!” :tz-ſſa” 5”th [zz-;ISP i‘: 197: {Jumbo-s hi:
n 7m :“16:- '
CONTENENZA. ñ (Dando ſ1 conccda la ſolutionc della ſauoh
per OMÈmEhe il poeta dcc haucreappo vſe: vno cſſcmpio perfec
to da: ço ſui-Che la viſta,&l’harmonia non fia da ſprezzarc.
VVLGAR|ZZAM ENTO. Manifeſta colà adunque è,chc le ſoluxío
ni delle fáuolc deon'o aucnírcpcr la ,ffluola ſteſſa , 8; non cqmc nella
‘ ” Médeg’per ordigno”: ,ncü'lliada le cole del nauígarcjndien‘o. Ma è
’ dà vſare l'oxdígno nella coſe che ſono fuori della rgpprcſcntatione
n o‘ in quelleshè ſono paſſate ,Le qualinon è_ poſsibflczdxe huomo ſap
” pia,o.in quelle-,che ſono aucm’rc , lc qual! lunno biſogno di premo:
lt'rau'on’c‘ 8c di rap orto. ,Pcrçioclxc attribuiamo a liddñ ü vedere
’ rùttc lc coſe-.Hor tra lc coſc- non fia alcuna chchnonfia ragioncuolc,
ſe 'nò,ſ1aſuoridc11a tragedia come le coſe nell’Edipo di ‘Sophode. Et '
Poichc_ la_ tragedia è raſſomigllanza dc migliori conuicne che noi raf}
-” ſomigliaan i buoni dipintori d’imagínífcrcíoche ſ1 come quelli at.—
, ” tribucndo (loro ) la dimeſh'ca forma ,fimili facendo`(gü)píu belli (gh)
" dipingonopoſi dce il poeta raffomigliayc gl’iracondl,e1 manſuetí, 6c
co'loro,d1c hanno altri (llabiçikOſiffltd dicoſtumi gol farfi *vno cſſèm
” p'o di iac’cuolczza q di durezza come ançhora Home” fece]] buo
. › " nó 4c_1illc.fVeramcntequeſtc coſc'ſopo da guardarc,ma oltre a quer,
'J fieflueflé anchorch quali non ſon dl neccſsita ſeguaci della pocſia,
o. 8c caggíono ſotto il ſçnſo. Pcrciochc ſi puo in eſſc ſpcſſo e] rare , 7.6:
ì a. d’eſſe è fiato detto nc libri pubhcatì ſufficientemente. ' '
4 sPQSlTION E.Haucua Ariſtotcle imprèſo apa'rlarcldç coſtumi ch
' la perſona tragèdíca & non hauendo anchora detto tutto guello,che
intended: dt” dirc,perç10chc po“co à preſſo he tornera a parlare pri:
' "dc 'dagíone di parla!? delle ſolutjom dcflçſauole da .quello che habe;
dà dctçodelle
_ſi tutionc proſsímamcntc,che biſognáneceſsita
coſe chicarc ſempcha nc 'coflumjfi
, 0 ,lacome nella( confli
vcriſimílítudine
'6! che quello auenga do ` o qucſto p di hcccſsíta, o di vcrjſimilitudí:
nc.Pcroioche ſc nella conflitutjone'dellc coſe dec auenire qucſtp do:
_ ' po qucſtqdincccffit'ap di vèriſimilítudinc non ſara lodcuolc que-1h
[blutionç
,ſpcrlo piuv che
ſonoauerra fuori auengono
quellc,cl1e di neceſsíta",
pero miracoli.
di vcriſimxlimdinc
Aduhqucfièícofi
come
Muniſeſta che le ſolutioní che fauolc deOno aucnírc per la fauoh
" 18 .
fleflà cio è,clxe l’vlèite de pericoli , 8: che i ceffimentí delle difficult:.
ſoprauenute nella fiuola deono auenire per mezzo delle coſe della
fauola,cl1e di .neceſsitap di verifimilitudine ſeguitino dopoi pericoli, `
o le difficulra. Et è da pormëte che pare contradire a~ ſeſìeffo fi come‘
anchora è ſtato detto m quanto fa queſta giunta alle coſe gia dette
della conſh'rurione della ſauola hauendo poco rimaz detto. md al,
*754 1T” 739: ”Pam-'imp Judd-o: ,và mio-15,@ -n'ms è” MiTo-'vs ”JO-us 'ing-nu
ÎKn55.PcrciÒ che ſe u’ haueua ,biſogno di quella giunta `non è vero
che ne ſoſſe ſtato detto {MSFHor'a perche habbiamo gia _dichiarato
che coſa .Ariſtotele intenda in queflo luogo per ſolutione alti-_0 non
ne diciamoAdunque ſx truoua l’vſcíta de pericoli o la ſolutione ‘del
le difficulta per quattro vie,due_delle quali _fi poſſono dire eflëre ſu: `
te per mezzo della fàuola,& due per altro niezzo che della ſauolaflt
iu commendabili ſono quelle ſolutioníflhe fi ſanno permeuoxle’l:
a fauola,che quelle che ſl fanno per altro mezzo che per-la &upla fi
come n* apparira chiaramentela ragione poco appreſſo.& apparira
,anchora che coſa s’intenda per ſolutione per' mezzo della fiuola ,L
per ſulu rione per altro mezzo che per la ſauola dídone elſempiin
' ciaſcuna viali( parlando prima della ſolutione della primayia per
`mezzo della fauola diciamo che quella èdoppia percioche o vlä quel
le medeſime perſone a ſhodare il nodo del pericolo o della difficult:
che l’hanno indottop vſa quelle medeſime coſe aleuareil pericoloo
la difficulta ,che ne ſono Rate cagiöi. S’vſanoquelle perſone a ſcioglie
re il grojapo le qualil’lmueuío annodato nella nouella di madónqlſa -
bella appo ilBoccaccio,cöcioſia
vprapreſadal coſa che
marito hauercdue adulteri in eſſefldo
camera mado’na‘lſabella ſo:
meſſerLîbertuccio
&Lionetto,~ne potëd 0in nakàlerefloue meno doueua poter celare
il fallo ſuo per cagi one de due adulteri ,prenda cagione colorata da
due aclulterí di naſconderlo al marito,S’vſano anche le coſe a fuggi:
rei] pericolo o la difficulta, di che eſſe erano fiate cagione come
vſòiltabarro ilell’adultero vna noſtra cittadina non ha molto tem
po ad vſcire del pericolo , nel quale per quel medeſimo rubarro era
caduta.Ella ſapendo-che il marito doueua vna mattina caualcare’ín
vna parte doue flarcbbe almeno buona parte di quel giorno fece in:.
tendere all’amante ſu_o’,che veniſſe a fiarſi con eſſo lei." che egli fece
volondcri,& ſtandoſi con eſſo lei in camera 8c traſtullandoſi auéh:
ne ſhori della credëza dellá donna,cheil marito tornò,&ella Ramiro il
marito tornato fece ſpacciatamente ricoùerare l’amantein certa ca:
vtorretta oíèura accioche non foſſe trouato ne veduto dal marito , fl
‘ . Bbb qu ale
i
carro tirato’da dragoni alatí mandatole dal ſole ſtampa 'dalle mam'ì
di Giaſone.La quale ſolutione è ſeguitata da Seneca nella ſualfledea.
3t da Ouidio nellibro delle trasformationi. Et quindi ſi comprende
che Ariſtotele per queſte parole ana mxavís non ſi riſtringe all ’appa
ritione della perſona di dio ſolamente,ma intende generalmente del:
l’apparitioni di tutte quelle coſe clic miracoloſamente per ordigno
ſono fatte di ſubito contra natura comparere in palco come appar:
ue il ſopradetto carro. ioù :ci 'iii i’máa‘i rámg‘x amy-M910 non credoclie
Ariſtotele intenda qui di tragedia niuna intitolata ma: , ne di quella
che di ſotto dira porerfi prendere dell’lliada picciola nominandola
lavati-:Gp conciofia coſa che egli non uomini mai iAiáJ‘a ſimplicemen
te che non intenda di nella d’Homero ſi come fa qui,& è da credere
che quando egli dice cſie dell’liiada picciola fi potrebbe tra l’altre
prendere vna tragedia che ſi nominaſſe nauigatione a dietro,che in:
tenda d’vna attíone auenuta nella tornata verace de greci da Troia
a caſa,clie foſſe conueneuole alla tragedia, come ſarebbe pogniamo
la fulminatione d’Aiace fi liuolo d’ Oileo, ma qui parla delle coſe a:
venute quando i greci vo ero ternate a caſa eſſendo ſommolèi dal
ſermone d’Agamemnone,le quali ſi contengono nel ſecondo libro
dell’lliada ne poſſono preſtare materia conueneuole a ſauola di tra*
gedia. La qual tornata a caſa non ſu mandata ad efiècutione."Per:
cioclie er confi lio di Giunone Pallade ſceſa di cielo in terra con:
fortòV ſſe a fi-al ornare queſta torna tal-lora eſſendo diſpoſti,& gia.
moſsi igreci ad andarſene via pareua che il ritenerin foſſe coſa moi:
to difficile,& Homero ſciolſe queſta difficulta facendo che Pallade ap
pariſce ad Vliſſe,& che gli’nſegna quello , che debba fare per ritener
gli.Et queſta ſolutione non piace ad Ariſtotele perche non è fatte
per mezzo di perſone o di coſè,le quali fieno ſiate cagione della diffi
culta.Et è da pormente che nell’lliada nel predetto luogo o altroue
non s’vſa dificio niuno per ſare ſcendere gliddij di cielo in terra,per
cioche l'epopea non lia biſo no di lìmili ordigni potendo ſare cio
che le piace con le parole ſofia La quale attiene ſcſi rappreſentaſſe
Ayala-iiqu non ſi potrebbe ſubitamente fare ſcendere Pallade di cie
*lo in terra ſenon per alcuno dificio. Et ſereio Ariſtotele non dice
che la ſolmione auenuta nella diſiculta del ritenere i greci dall’an
darſene ſia per ordigno , come dice che è per ordigno la ſolutione
della diſficulta della fuga di MedeaDalle coſe ſopradette ſi poſſono
.cogliere tre concluſioni la prima ,che Ariſtotele,come liabbiamodet
*10,non parla ſolamente della, ſolutione della difficulta finale della Fa:
‘. . l Doll,
18
uola , ma Parla' anchora della ſolutione di ‘qualunque difficult;
in qualunque parte della ſauola. La ſeconda è che non par::
la ſolamente delle ſolutioni che ſl ſanno per ordigno & per
apparidOni d’lddi‘i ma delle ſolutioni anchora che ſi Panno per or.
digno & per apparitioni miracoloſe d’altre coiè.La terza è che par:
la non ſolamente delle ſolutioni che ſi fanno per ordigno 8c per ap
paritioni d’lddij o d’altre coſe miracoloſamente , ma parla generale
mente delle ſolutioni che ſi fanno per miracolo in 'qualunque modo.
Percio che il non liauere la iolutione dipendenza dalla diſficulta
lia luogo vgualmente o ſia la difficulra finale o non finale o appaia;
no ` liddi'j o altre coſe miracoloſamente per ordigno,o fieno i mira-z
col' iſognoſi d’ordigni,o non biſognoſi d"ordigni. &Mal’ unix-zig x o.
;hp &C.Hauendo Ariſtotele biaſimate le ſolutioni delle difficulta c ie
ſizſanno per ordigno o per altra uia miracoloſa ſ0 iu ne che non
intende di biaſimare coſiſàtte ſolutioni quando fi Zëe ero per fiu
ſapere le coſe lontane perluogo,& per tempo paſſato , o vcnturode
quali ragioneuolmente l’huomo non po ceſſa-:ſapere per altra via,pcv
cioche ſi crede che dio habbia memoria di tuttele coſe pallàte,&veg:.
ga tutte le coſe preſenti quantunque ſi Ercolano in luoghi diuerſi . '8:
tra ſe molto diflanti,& antiuegga tutte le coſe future. Et queſto dice
Ariflo _tele per Higgire la ſconueneuolezza della poca veriſimilitudinc.
che altri ſenza rammcmoratione,rapporto , o prophetia habbia la:
puto quelle coſe le quali non pare colà poſsxbile che egli ſappia. Ma
non doueua egli ſolamente intendere a rimuovere la ſconueneuo:
lezza della poca veriſimilitudine che altri non ſappia le Coſe antiche
preſentiòz future con l’apparitione di dio , ma doueua anchora in:
tendere a rimuouere vn altra ſconueneuolezza di poca veriſimílitu:
dine che dio habbia voluto ranunemorarle,rapportarle-,& proſetar—z
le quaſi dio ſia ſeruitore dell`huono,& ſia tenuto alàr cio , 8c queſta
poca veriſimilitudine ſl poteua rimuouere quando la diuorione di
coloro verſo dio,a cui ſono ſcoperte le predette coſe,ſoſſe molto
grande inguiſa che Pareſſc quaſi meritare che dio ſaceſſe cio non ſen:
za giufla cagione.Adunque poi cheAriſtotele non vuole che a pari:
tione di dio poſſa hauer luogo ragioneuolmente ſe non perriuelare
le coſe agli huomini le quali eſsiper altra via humana non poſſono
läpere,medefimamente non dee ragioneuolmente potere hauere luo
go la predetta apparitione per ſare altro giouamento a li huomi
ni ſe non quando eſsi per altra via human-1 nol poſſono iauere. Et
nondimeno veggìamo nell’efl‘empio dell’lliada addetto qui daAri:
Bb z Ro tele
lorele che pur Pallade er conſiglio di Giunone ſcende di cieloill‘
terra,& commuoueVlii e a ritenere i greci che s’apparecclxiauano di
tornare a caſa non dicëdogli pero coſa,o inſegnídogli coſa,che egli
perſe 0ttimamëte,ſe non era del tutto priuo d’intelletto,non ſapeſſe.
che è da ſapere che la commune gente crede che dio al presëte reg
a altramente il mondo che non reggeua anticamente. Percioclie è
opinione che neſecoli preſenti lo regga tacitamëte ſenza dlmOſti‘al‘ſi
in perſona con iſpirationi,con ſogni,o con viſioni,con ammonitioni
de ſuoi ſerui &con altri menu~ non inteſi , ne conſiderati dalla gente
‘ ’ Oſſa,ſi come dall’altra parteè opinione che ne primi antichi ſecoli
‘al tëpo de ſemidci dio haueſſe cura del mondo apparëdo perſonal:.
' mëte;&ragiónäélo con gli huomini,li quali ſecondo il paganeſimo e:
`tano ſuoi figliuolip nipoti,&conſigliand0 li, & aiutñdogli non pure
jielle’mpreſe pericoloſe o impolìibili ad e ere mena te a fine per ibn:
;10,0 per forze humaneflna in quelle anchora nelle qnali non era pe:
;icolo niuno o impoſsibilira al potereliumano, Et ſeguendo queſta
opinionei poeti tragici,& ep opeici ,liquali hanno per ſoggetto della
loro poeſia l’attioni de predetti ſemidei non ſi guardano d'introdur
rel’apparitioni de l’iddij anchora in caſi, ne quali ſi potrebbe ſare
, uello.che c` da fai i ſenza quelle,ſi come ſi poteua'ſare quello,che era
_ a farſi ſenza l’apparitione diMinerua nel predetto luogo dell ’lliada.
Perche anchora Catullo diſſe Talìa pi-zſentes quondam ſelicia Per
leiCarmina,dìuínocecinerunt pec‘lore- Parc:. Pr'xſentes nanque ante
domos inuiſere caſtas Szpius,&ſeſe mortali oſtendere cztuCrrlicola:
nondum ſpreca piera te ſolebantSzpe pater diuüm templo inſulgen
‘te reuiſtns Annua cum feflis veniſſent ſacra diebus Conſpexit terra
zentum procurrere currus.Sçpe vagus Liber Parnaſi vertice ſummo
Thyadas effuſis euanteiserinibus egit.Cum Delphi tota certatim ex
vrbe ruentes Acciperent lztí diuüm fumantiLus aris. Sçpe in leti:
ſero belli certamine Mauors, Aut rapidi Tritonis hera,aut Rhannu:
ſia Virgo Armatas hominum eſt pratiensliortata cateruas. Sed pol}
guam tellus ſcelere eſt imbuta nepliando. luſh'tíamque omnes cupida
e mente fiJgarunt, Perſudere manus fraterno ſanguine frati-es De:
flitit'extinéìos natus lugere parenteis Optauit genitorprimarui ſunez
ra nati Liber vt innuptae potiretur flOre nouercçdgnaro mater ſub
flernens ſe impia nato lmpia non veri ta eſt diu os ſcelerare penates,
Omnia ſanda neplianda malo permixta furore luſtificam nobis
'mentem auertere deorum. Ware nec tales dignantur viſere cçtus.
fiec ſe_contingi patiuntur luminç dato. i'nm 905- ìml‘im flîe
l
188
6”” 3,54. Veſte parole 'nonſono da intendere coſi géneralinente co
me paiono ſonarc,cio c‘the tutti i dei indifferentemente vcggano cut
tc le coſe paſſate,preſcnti 6t futurefloncioſia colà che parlando del
le coſe future tutti i dei non le ſappiamo tuttc,ma ſolamente quel
li le ſanno li quali hanno il dono della proſctia,& dello ’ndoumare co
mc ha Apollo,Ncrco, Proteo 8( certi altriEt conuicnc che il poeta
Sguardi bene di non introdurre nella ſua poeſia alcun dio a predire
ltCOſc ſu ture ſe egli non è di quella ſchiera,che habbia quello priuile
gio,0 ſe non èdi quella ſchiera il poeta dee dire come quel dio ſappia
quelle c0ſc.Diclle aueggendofi Virgilio quando ſeco Vulcano,il quae
lc nOn è di quelli dei,li quali ſappiano quello,cl1e dee aucnírc,ſculpirc
nello ſcudo d'Enca
futuro,quaſ1 le coſea quelloxhe
nſiſpondcſſc che doueano
gli ſiauenirc
porcuadiopporre,diſſc,lllie
Roma nel tcmpó
"z.
L
C
die era pieno diterra,ſi come auenne,ma ſe foſſe auenuto,clie hauefi
ſe eletto quello,doue cita il teſoro ſecondo che era poſsibile che aue
niſſe,come ſarebbe paruto flo’lto quel re,c11e egli fa cOtanto ſauioi'co:
me ſarebbe reſtato ſcomato-:come liaurebbe ognuno detto che cio
gli ſteſſe bene hauendo voluto rimettere l'honor ſuo in mano di fort
nina-:Quanto a pei-tenga alle cole preterite ha piu auantaggio l’e
popeaxhe non 1a la tragedia percioche perla ’nuocatione generale
fatta delle Muſe in ſu il principio del poema, o per laÎnuocauone par
ticolare fatta in certo luogo,doue faccia biſogno ſapere le coſe paſ
ſate o Il poeta ep opeo narrare qualunque coſa qnantunque ſi vo
glia ontana dalla memoria molli-:1,8: ignorata danoi,concioſia coſa
che le Muſe fieno ſoprapoſt: alla conſeruatione della memoria delle
coſe auenutejlclie non puo fare il poeta tragico non parlando mai
egli in tra edia in ſua perſona. Ma quantunque il poeta epopeo per
opera de e Muſe ſappia le coſe paſſate,8:le poſſa raccontarein ſua
perſona non puo percio fare che le perſone introdotte le ſappiamo
ſe nOn ſono loro rapporta teda dio,o da perſone che le ſappiano,non
alti-amente che fa il tragicoNe crederci che foſſe licito ad introdur
cele Muſe anchor-ache fieno quelle clic conſervano le memorie an.
ficlie.c0me èſtato detto a ridire le coſe vpaſſàte dileguatcſi dalla me:
moriz degli huomini ad vna perſona' introdotta in tragedia o in epo
pea.Percioche cſſe non ridicono ſimiliauenimenti ſe non a poeti, 8c
a oeti come a ſcrittori.E_t percio non ſ0 come mi poſſa lodarc Cas
tu lo che diflèNon poſſum reticere dear qua Mallius in re luuerit,&
quand(-` iuuerit offici'fs Ne ſetslis veniens obliuiſcentibus ztas. lllius
hoc czca nocle tegat fludium.Sed dicam vobis iro's porro dicite mul:
tis Millibus G( ſacitc lia-c Carta loquamr anus.Perciocl1e le Muſe ram
memOrano le coſe apoclii cioe‘ ad alcuni poeti, 8c non a molte mi:
gliaia di perſone ne ſabiſogno che a loro ſ1an dette le coſe da poe
ti,concioſia coſa che eſſe le ſappiano 8: le conſeruin0,& le ridicano
6t le rammemorino ſolamente a POeti per opera dequali paſſano p'oi
a notitia d’infinite migliaia di perſone.Le coſe auenute fuori del luo:
go doue‘ſi rappreſenta tragedia ſono di due maniere percioclie al:
cune ſi poffimo _riſapere per mezzo liumano come per m:ſſ0,0 per
letter—ap pei-_altra via,& di ueſte qui non parla Ariſtotele,& alcune
ſono delle quali non ſipuo ſapere nouella per mezzo humano o per
difetto di teſtimonio percioclie ſono auenute in luogo ſecreto,oper
difetto di tempo,percioche ſono aucnme in lungo tanto lontano,
die non è pOſSibile che per mezzo liumano giunga la nouella _a tipo',
`‘ ' ‘ öl d ‘t
[89
8t di quelle parla qui' Ariſtotele. Delle coſe. le quali per di ſetto di `re
flimonio híno biſogno di riuelatione diuim per ſaperſi,è la morte di
,Sicheo appo- Virgilio, onde diſſe. lpſa ſed in ſom nie inliumati ve nie
vimago Coniugís, ora modis attolleus pallida miris Crudeleis ara:.
traiecìaque peflora ferro Nudauit, czcumque domus ſcelue Omne rea
tex: t. Et la morte di Lorenzo appo il Boccaccio che apparendo i i1
ſogno a Liſabetta gliele paleſò- Delle coſe che per difetto di ~tempi)
hanno di biſog nodi miracolo per riſaperſi el* eſſere VluO-mcllcr Io
tello,laonde per negromantia e‘ portato in vna notte d' Aleſſan
zdria in Pauia appreſſo il Boccaccio, à’muaì iii-c‘e è? :violi flying-dig,
54“* ai, :Èo 15“15 vga-yçl‘i'as ai” 13: lv *rë oMſmJ‘i *roll «penſino-t. Hauendo
,Ariſtotele detto che quantunque le ſolutioni delle coſe difficili fatte
,per opeia degl'iddij non ſieno lodeuoli, ſono non dimeno toi-:ra
i viii in tre cali delle coſe paſſate,o future, o preſenti auenute inluo
gçzlontano da'lla.rappreſentatione quando non ſipoil'onoſa .ere
'per altra via ,& per conſeguente hauendo r,…- mentione che la on
-tamnza o per tempo o per luogo dalla rappreſentatione .0 ta the
le miracoloſeſolutZOni, le quali non ſareb ono per altro odcuoli,
vſono per queſto riſpetto cöporteuoli, ſi ricorda che quella medeſima
lontananza dalla rappreſe ntarione opera che le cole non ragione
uoli ſono ſcuſate, che nOn `ſarcbbono ſcuſate,ſe ſi ra reſentaiſono,
’Cz ſi faceſſe che aueniſſero nel tempo della tragedia, come ſi ſcuſa
Sophocle che habbia ſarto che Edipo ignori come ſoſſe-vcciſo Laio
ſuo padre, & re di Thebe, dopola morte del quale ein liebbe il re*
gnoinſicme con la moglie che era ſua madre non eſſendo coſa ra
gionevole clic non voleſſe prima del tempo di quella tragedia ſape
re chi era (lato re inanzi a lui, 6t come foſſe ſtato m0rto,'poiche per
eſſere fiato morto a gliiado il regno vacaua.Della quale ſcuſa poiche
egli di ſuttone t0r nera a ſauellare, altro non dico alpreſenteſe non
che ſe queſta ſc uſa e‘ valeuole per Sophocle ìn hauer fa tra coſa non
ragione-uole doura a niliora eſſere ſcuſa valeuole per Homero , che
fa Pri-mo domandare ad Helena de capitani greci ſlancio in ſu vna
torre glivltimi tempidella guerra troiana non eſſendo coſa ragione
iiole, che prima non gli haueſſe veduti eſſendo alcuni di loro prima
a lui veneti per ambai'ciatoriòzquaſi che da quella medeſima torre pri'
ma non ſ1 fOſſe potuto informare di loro o dchlena, o da altri poi
che queſta traſcutaggine di Priamo era lontana dalla narratione che
;ll bora faceua Homero. Hara' ſe perauentura Sèophocle haueſſe ſor
GG mata
r
'[1127KE711’VÈÎV 1?; doçoKAíouS 'rilçsî *i ”75 xeçxl’á‘@ DOW'. Tçl, n l“i mining-xò …’31, “
by Tl {Ni-ra ?Same ai {o uniti'… 7075 J‘lKuc-fiVlSfiJ‘Gch 1L;- zgaqàb ?Mavi-tm” "
Hi Sinti-‘l ?confini livio! ;cip-T; ”aqua-7,!) ”ludilsiáüxpfln ?eu oàriymjàw— “
(ai. *rt-night i‘: lx Wildman?, m‘ov îv xanqo'çais. É’ii ’ii-iii; TlſiÀ‘ÀuÌE',5/fl01055éetl$ “
Duri} M5” 951@- ?y'ga Willie”: ”.oi‘i i mai-'ih iii doçisoíſ mglnîs ipnyew’as,áuàt ya? “
*159i Bye'an duMuyiMflhi Hr’ìá‘ünpiiî-nifluflsù alii-tè (uaui'm 95th, iui-i iii” 72,5 -r’ii Gw— “
Pim-ou TuJ‘iTJfl ha…, Bs‘wçiímp ijò cibi-5t, &m’ha-11…. ”Zi iii! ni: quivi” v. il‘oí- “
(aj 7a?? ”dei 715m‘, duvt^07ldnlwo ”Ms‘flíflw’ ’51| iv TÌJTQ‘UHKQTO HUM-iin sfuſi“ “
”li-;Jr ’iÈn‘ianeav îi Taiſen:. tsi 5m ”Lidi-'MTG- iu ”açaìicyirmä 105 Amii-fe, oiov, 'iv “
725 ëá‘umî rö le‘m'MQ, 5 ”951 ya‘f *ian 't'qi-i ric-iena, 3 äxîoço'tm, 5 Jtiàs J‘iîiiu'- “’
nu aci-«rioçiouYÎQ-.zfümin ivolndlvflafthdylfffllîflo mſg J“ Bell-rſs” aiuflófttls il “
íÈ Sons‘: 15g ”youbuy-n?! iméëwsylrvoflívns J‘i éxíiop, ciuffi-'i i115 doccia-n'a: ai: “
leá‘uy‘i 1! i'oifllti’g, (liti: ’eſp Bouhäìx iniätim Boiano-rat. :il rif rotaína ad'… “
{mi 70$‘: mmiuiívop diflllvf, ma mçlá‘lçflllocl. Milena-là ai* Ex (VMOÌWHOÎÎ. “
' Studioſamentc
Dal riconoſc euole
Non i Rudioſamentv
Paro
` le
‘e d e tñ Studioſamente
Dal terzo
Non iſtudioſamente
[lvl:
. 19
ll valore di tutti & tre queffi (tormenti ſe ní,atti',&`pa'role ficonſidg
ra nell’eſſere eſsi piu o meno dimonſtraouiPercioche alcuni alc’una
,volta ſono ſolamente indicatiui, & alcuni ſono alcuna volta non
pureindicatiui. ma dimoſtrati… anchora , 8c quantunque i dimo
-ſtrariui paian-o hauerc piu valere in quanto ſanno piu 'chiaramen
.te conoſcere ‘la perſona conoſceuole ,non dimeno gl" indicatiui ſo.
;io da ſh'mare piu,cl1e i dimoſtratiui, percioche pergli’ndicatiui la fa,
uola rieſce piu’bella 8c ſt peruiene per ſoſpettioni alla riconoſcen
~Za. l’vſo di tuttettre quelli ſtormenti ſegui, atti, 8: parole ſi confide:
ra nel fine,al quale ſono indirizzati# ordinati da colui, che gliuſa,
Perche
diuerſo,0poſſono eſſerc
contrario allaordinati alla riconoſcenza,&
riconoſcenza. ad paia
Et vquantunque altrochel’vſo
fine o
,de dirizzati alla riconoſcenza ſià vpiutla commendare che non è quel:
lode dirizza ti altrouepoiche ſiçcerca la riconoſcenza non dimenopiu
.è commendatol’vſo de dirizzati altroue 8t piu di que che ſono di:
rizzati a contrario fine che a diuerſo.L’oppoi-tunita per la quale tut.
…ti 8( tre queſti ſtormenti ſi poſſono,o ſi debbono, introdurre è la con
.ſlimtione delle coſe hauendo riſpetto alla veriſimilitudine o alla ne;
,ceſsita ,della quale conſhtutione quanto app rtiene all'opportunita
non Fa _quella mentioneArifiotele che dourebbe,& la quale conflitu
tione perche per tliuerſe vie puo preſtare ca`gione d’ introdurre ſe:
gni,atti,& parole ,che additino,o dimoſtrino la riconoſcenza ſ1 pote.
tua diuidere in piu capi,de quali Ariſtotele lia nominati due chiaman=
do l’vno_,n1emoria,& l'altro ſillogiſmozu quali non ſono altro che
due delle molte particelle-della conſtuunone delle coſe,da quali ſecon
- _do il verifimile o la neceſsita ,altri prende ſo ſpettione per la quale
poi peruiene alla riconoſcenza. ivaflo’çtm 5 :luis {gita Zig-mt mmm:.
Non ſolamente èſtato detto che coſa ſia riconoſcenza,la quale ri:
_empie la ſauola rauiluppatazòc diffinita, ma è anchora ſtato detto che
,cene ſono tre ſpetiqdue per cagione della materia ſottopoſta alla ri.:
conoſcéza che ſono perſone &fattLGda terza per cagiOne di clu rico
noſce,che ſono coſe insëſate.Si che ſono in effetto,&veramëte quat:
_tro ſpctie due per cagione del conoſciuto ,l’vna di perſone 8( l’altra
di ſatti,&due per cagióe del conoſcëteJ’vna dell’huomo,&l’altra del
.le coſe insëſatefs'w 5 &vaflegfl'anrcio èle maniere degli ſlot-mëti pergli
,quali ſi fa la-riconoſcëza intëdi ſono quattro percioche Ariſlo tele di:
uide gli &ormëtiper alcüi riſpetti in quattro maniere,le quali noilxab
biamo diuiſe in tte ,cio c‘ inſegni ,in atti , 8c in parole ., 8c ſono ſegni
parte della conflitutione di ſzluola ricordanza 8c iìllogiſimo. ”767-17
ìzmvoſaíſnnù i ”AJFoI‘xgöv’ſxiá‘l imaging i W159: dum-'0p. .Gli ſtormentiP
- ' " D d z Pets]]
p u'
Sari de figliuoli
g‘nelliflhe di Thiefle'
"voglic,& noncomm‘un’ement’e
volonta cornmuni alla faríilëlia tutta',qùa‘li
sic iàniàno‘, ſono'
Perdocliſſe
' credonopro‘cedere dalla‘volontaintenſa‘della‘madredeſidèrante' _
óofä‘ ſimile al ſegno quando è gravida# fi credono‘apparer'e in' qué]
Ja'. parte* del corpo'ch ñfigüuòloxhe primieram’ente‘ venuta_ le que-lla'
voglia tocca-con la mánO'nel ſu‘o’ corpo‘, non'- eſſend'ole Rella‘ ſegni
conoſciuti per hiſton’a ma ima inati,8i trOu'ati'da Carcino non'è ve:
*ríſin'n'le che Arlſtoiele n’hau'e e fatta tn'ëntione p'ar'tit‘to’lare. Dall’al:~
"thiſipai-të‘fxare‘ad alcuni la’ 'mu tatione’ ‘troppo ardita,& nuoaa ſe vör'
(i. .J ~ - i. A › 3,
L4
gliamo leggere Bs‘u ol'- la quale mutatione perche Tzetzes ſponitore
di Licophrone teſtimonia che in ciaſcun duPelopidi era naturale ſe:
no l’oſſo dell’auorio per la ſpalla dell’auorio cheliebbe Pelope lo
vro antico non altramëte che ſoſſe ſegno naturale la licia in ciaſcuno
‘de deſcëdëti de nati della terra,non ci dee parere coſa ardita,ne coſi
nuOua che nondobbiamo piu inchinare a lei,che almantenimëto del
l'altra lettura.Et perche Pietro Vittorio dice che GiouäniBoccaccio
afferma che a ſuoi di le donne in Firëze chiamauáo roſe quella mac:
çhia che Theodor-o haut-ua infiſſa nella pelle,perla quale Phineo ſuo
adre il riconobheao dubito che egli _né preda errore &clte nó ſiave
r0 che ilBoccaccio affermi cio. Percioche dicëdo egli,l’ vn de tre am
baſciatori,cheera huomo antico=8tdi gride autoritanomìnatoPlÎineo
li vide nol pettovna grä macchia di vermiglio non tinta ma natural
;nëte nellarpelle in ſill‘a a guiſa çhe uelle ſono che le donne qua çliia:
;nano roſe,moſh-a chiaramëte che a macchia era naturale,_&natacon
Tlieod0r0,&era vna voglia &perche era tintadi vermiglio &ſimile a
qnelle macchie accidentali che le donne in Firenze cluainauano roſe
pdc noſtre _domandano vola_tiche,8:ſono certi roſſori che col tempo
'ſeneuäno o trapaſſano in altra parte dal corpo, ”ſi 5 alla” ”tft-ligna
[ſegni aueniticci che ſono fuori del corpo cio è non infiſsi nel corpo
~ſono di due maniere,percioche alcüi ſono dirizzati alla riconoſcen:
za,& alcuni non ſono dirizza‘ti alla riconoſcenzalndirizzati ſono air
la riconoſcenza quelli,che .ſi prendono o ſi ſanno per queſto effetto,
'non indirizzati
vno per alla i-içonoſtëza
altro effettofipoi ſono quelli, ſiche
per oppormnita ſi prëdono
piegano o lìeffet
a queſto ſan.
‘tal-lora il ſe no del filo purpureo che legò la balia alla mano diPha
ſes che ſpor e fuori prima chevſciſſe del ventre materno per potere
,riconoſcerlo ſu tlegli’ndirimti
lo che la Giletta alla giouane
ſotto ſormaſid'vna riconoſcëzaEt di queſti
fiorentina fu lÎane]
volleda B.l`
tramo ſuo marito.Et di queſte ſono quelle coli-2*, che ſi ſogliono o fi
,ſoleuanopórrc co ‘ſanciu li,li ?nalial preſente ſi mandano dinaſcoſo
.agli ſp'edali,o anticamente ſi oleuauo laſciare ncl mezzo, della ſtra:
'da accioche eſſendo raccolti 8t allçuaci poſſono,o poteſſono eſſere
.riconoſciuti. De ſe ni non indiriZzati alla riconoſcenza' ſara l’anello,
' erlo qual; Tedgl o molli-antlolo alla ſua donna li fiace riconoſcere,
~ il uale ella gli haueua donato l'ultima notte, che era fiato con lei, 8t
e i hauea uardato con ſomma tliligenza,non per queſto effetto,ml
,perche ſo evn pegno dell’amore cheera tra loro. Di queſti ſara ſimil
,gente l’anello,per lo quale meſſerTorello da Paula ſu ricouqſtàîîlq
i"
~ ‘ e . . 195‘
dalla ſua dÒnna,cl1e da lei nella ſita partita gli era fiato donato non
perquefio effettoEtdi quefleſaräno quelle coſe,cl1e per altro effetto"
ſono meſſe coſanciulli che ſi ſpongono con intentione che fieno rié
colti,o pure che muoiano ſi come ſu la ciſlella imbitummata nellaqua
le ſu meſſo‘ Moiſe , quando ſu ſpoſlo nel Nilo,&la culla ol'albio nel
quale flirono meſsi Romolo 8c Remolo quando furono ſpoſli nel'I e:
‘D6ſ05& la Culi-'1,0 l’albio.nel quale Neleo 8t Pelias furono meſsi quí
do furono ſpofii nel mare. Delle quali coſe,auegna che nOn ſoſſono
da prima indirizzate a riconoſcenza , non dimeno la culla,ol’aíbio
nella Tirone ſu piegato poi alla riconoſcenszt queſta ſec0nda ma
niera di ſegni non indiriZZati a riconoſcenza è piu da commendas
re che nOn e la prima de ſegni indirizzati a ricOnoſcenzaHora noi
non babbiamo quella tragedia di Tirone,della quale ſa qui mentionc
AriſtOtele,ne alcuna altra.Percioche ſe io non m’inganno ſi poreua.
110,811] ſ-otrebbono di Tirone ſare almeno due tragedie l’vna delle
quali liaurebbe coſifatto ſoggettoSiſipho dandoſi ad intendere d’età
ſere offeſo grauemente da Salmone-o ſuo fi atello padre di Tii ont-,Gt
hauendo inteſo per riſpoſe diuino che ſe egli liaueUa figliuoli di Ti:
tone che eglino ſarebbero le ſue vendette ſopra Salmoiieo giacqug
z con lei,& ne nacquero due figliuolidj quali ella havendo ſaputo il ri:
ſpoſo diuino vcciſe,accioche creſciuti non faceſſi-ko diſiaiaCere al par_
dre di lei.Etl’altra potrebbe hauere quello ſoggetto. Tirone eſſi-nov
dole ſtata fatta forza da Nettuno,&ingrauida ta partori due figliuolj
ad vn corpo,che furono Neleo 6: Pelias,li quali ſi come è aſſai veri:
ſimile elia temendo l’ira del padre,& la vergogna del mondo poiche
gli hauetu partoriti di naſcoſo meſsi gli in vna culla,o albio ſpoſe in
mare raccommandandogli a Nettuno ſuo padre ,li quali eſſcndo ri:
colti da alcuno & allenati per prouidenza di Nettuno flirono do o
alcun tempo riconoſciuti dalla madi e per mezzo di ?vello albio.A.
dunque anchora che non poſsiamo affermare come a riconoſcenza
nella Tirone cita ta da Ariſlotelc ſteſſe no'n hauendo la tragedia ci'
' oſsiamo non dimeno imaginai'e che foſſe in tragedia vna ſauola cliè
Eaueſlì: vn ſoggetto ſimile al ſecondo poſto‘ da n01 ’is- ‘5 ”Jr-um”,
j’d‘rlófzxìçlp &c.l’vſ0 dl tuttettre le maniere de ſegni come habbiamo
detto puo eſſere piu lodevole & meno lodeuole ſecondo che la per
ſona vuole eſſere riconoſciuta pergli ſegni‘, o ſecondo thei ſegni ſo.
no appaia—Edp ſe ſono copertiíecódo c e ſi ſcoprono ex accidëti ſi'…
ri,o cotravolöta.Si che ſono quattro CaſiJ’vno è quîdo alti ivuole ef
ſere ricoóſciutopergliſegniòzinqueſiocaſo l’vſode ſegni-è mëo lodeuo
‘ ` le e’l
a
P v ~, ’
u'îv ”l'5 ”Mv Eli. Vuole Aríflotele che per rappreſentare benevn
paſsionato ſiaottima coſa che noi prima ci rendiamo paſsiomti di
quella medeſima paſaione. Percioclie coloro che ſono veramente
paſsionati ſenza arte per natura ſanno & dicono tutto quello , che
conuiene a quella paſtione, 6K commuouono altrui- Adunque Vuo
le c0ncludere che ſe altri ſi veflira di quella paſsione, che vuole rap
preſentare in altrui ſenZa arte ſara,&d1ra quellophe ſi conuiene. Ai)
là xaflal’va i Wii-flyer@- ai ”Ami-a 5 számvo t’xhîlm’mfl. O`uindi ſe
guita diſcendendo a coſa piu particolare che colui, che e‘ veramente
nella tempefla degli affa nnicó muoue gli altri a ſentire di quella tem
peſta hauendogli eſs‘Pcompaſsione, & che lo sdegnato commuoue
li altri ſecoa sdegnOvAu'Hrçvo’is immuni le”, 'í animi-106709- 7a) n‘ uk
flmìas‘ol, “‘4‘“ :Eu-Ami‘ ad”. S’ era co nehiuſo,che colui, il quale ſi ſa
pra ben trasforömare nel paſsionato ſupra ben rappreſentare il paſsio
nato, cio c‘ ſapra dire 8: ſare bene anchora ſenza arte quelle coſe che
ſi conuengono al cotale paſsionato. Et perche ognuno non è atto
a queſto, ma ſolamente colui che è fornito di buono ingegn0,&pél'
clic non ſolamente ſi puo ben rappreſentareVn paſsionato per qu!
ſta Vla ma anchora per vn altra,la quale èil conſiderare diligenteme
te quello che dicono &ſanno i paſsionaticoſiſattame nte. La qual via
pure non e‘ da ognuno ma ſolamente di colui che èſornico di buo
no ingegno ſeguita che la paella ſia trouamento , 8: eſſercitamento
della perſona ingegnoſa, & non della furioſa come diceuano alcuf
ni, no” eſſe ndml furioſo atto a trasformarſi in varie paſsioní,ne ſoli:
cito inuefligatore di quello che ſl faccianoëtdicano i paſsionati Ma è
da porre mente, che al parer mio ha errore nel teſto, percioc ie’íua*
”nali vuole eſſere ſcritto mi ”and-i. Ne è marauiglia che d' fl’: ſi ſia ſat
ml da coloro, li quali haueuano gia beuuta q L-ella opinione del furo
repoetico,la quale ſu introdotta nelle menti degli huominiper quel
la via perla quale diccmmo di ſopra, 6t e qui con queſto argomento
’*riprouata da Ariſtotele. Egli èvero che ſi potrebbe anchora ritenere
la lettura 'ila-mu? ſana ſcoſtarſi molto dal predetto ſentimento ſe
ſpol're'mo ;per 445M”: ſi come ſi truoua vſato appreſſo Homero Bon'
Mu’ ?70 Meindl-p 't'amo-J &mal-‘ian, cioè la poetica è piu toſto da perſona
ingegnoſa che da furioſa, ma perche i' pollo in luogo diamo‘: 'í pare
eſſere piu proprio del-verſo che della proſa ci atterremo a quellopliç
habbiamo prima detto. Etre‘ da pertinente che auegna che Ariſtotele
in quello inſegnamento parli ſolamente de coflumi nondimeno eo
-mîì queſto inſegnamento s'ampliaſſe `anchora allafauola , 8t allaſen
”mia dice generalmente die poetica, 8; non particolarme ntc la poe
tica
i 208
tica Pertenentea coflumí e' da perſona ingegnere, & non da Furioſa.
Percioche deglingeg noſi alcuni ſano cambieuoli in ogni forma , a:
alcuni ſonoinucſtigatiui cio è che alcuniſono atti per ſe ſtcſsi , &ſe
alcuni non ſono atti per ſefleſsiſono atti riguardando neglialtn' a
ſar bene la rappreſentatione. Et quello che dice Ariſtotele non ed;
riceucre, poiche e‘ conflituita l’arte della poeſia. Percioclie ſe gli'n.
ſegna menti dell’ arte ſono buoni, 6t compiuti, ſono ancliora atti ad
inſegnarciquello, che dobbiamo fare in ciaſcuna parte della~poeſia,
nec‘ di neceſsira, che noi ci trasformiamo in altra perſona, o che ri
guardiamo a quello, che ſa Vn’altra perſo-na , ma balla che ci atte
gniamo agli'nſeg namenti, altramentenoi accompagneremo ſenáa
neceſsita, o Vtilita ninna l’arte, 8t laimitationeinſieme, che coſi la
raſſomiglianza ſi ſuolechiamare ſi come in altro luogo perauentus
ra trattando al largo della materia di queſta raſſomiglianZa moflrc.
remo- 'lbv'S 'n A570”: Tui/‘S Multilovs iN! ”ù @155 MINT-*Tot E” 'ri ha ”iO-77W,
Weſto teſto li legge coſi come habbiamo ~ſcritto, 8t ancliora coſiſi
legge. ”ti-rav: n Mya-is, 1'le ‘iv-l: mmWÉm-ſ NI ”ù Miu confina E: 7|' 9La
”957-011. Hora queflo èil terzo inſegnamento, che ci dimoſira ſecon
do Ariſtoteledoue dobbiamo riporre gli epiſodi , 8: quali, Adunque
ſe vogliamo intendere done ſi deono riporre gli epiſodi, & quali
dobbiamo ſporre le tragedie fatte da gli altri poeti vniucrſalmeme
iecondo la prima lettura, o le noſtre, &quelle degli altri ſecondo 14
ſeconda lettura. Percioclie nell’vaiuerſale non ii contiene ſe non il
proprio della tragedia, 8c le coſe aueniticcie rimangono fuori, & fi
vede doue le coſeaueniticcie ſi convengono riporre, 8t quali ſi con.
uengono riporre,lc quali non ſono altro cli’e gli epiſodi. Ma accio
che intendiamo bene queſtoinſegnamentO, e da ſapere che le ſauo.
le della tragedia & dell’ epopea non ſottogiacciono ad impoſizione
de nomi ſe non quelle dell' epopea .in certe perſone ſecondo
che dieemmo di ſopra ne fi polſono o debbono ſpiegate mi:
uerſilmenteſc non in quella parte doue ſono conoſciute per hjflo
ria o per fama ſolamente vniuerſalmente , ma in quella parte
doue ſono conoſciute per liiiìoria o per fama particolarmente non
le poſsiamo,nele dobbiamo ſpiegare ſe non particolarmente come
ſe ſi ſu particolarmente per hiſtoria 0 per fama die Oreſte ande
nel paeſe Taurico per liberarſi dalla ſmania nella quale era cu
duro perla morte della madre non ſl potrebbe dire Wim-ſſa].
mente che quiui foſſe capitato per certa. cagione ſenza maniſea
flarc quale. Percioclie ſe queſta parte ſi ſpiegaſſe in Vniueriale
ene foſſe capitato quiui per vna cagione, ſi potrebbe ſpecificare per
- vno
v no epiſodio in diuerſe guiſe lontane da quella che ſi fa periti ſioni;
oper fama,& ſi porrebbe dire clie- foſſe capitato quiui per fortuna
volendo andarealtrougoclte foſſe fiato preſo in mare da corſair di
quel paeſe, ,8t quiui condotto ,Lſi come ,ſ1 puo ſpecificare la pteſura
poiche fugiunro-quiui‘in varie guiſe.Pcrciodle ſi puo dire , .che foſſe
preſo da dauOratori, o che foſſe preſo da ſoldati che foſſero ſtati po
ſti a confini per guardare il paeſe , 82 ſi come la riconoſcenza tra
lui _Gi lpliigenia ſi ſpecifica in diuerſi modi ſecondo che eſſo Ariſtote
"lt-'Ju cla-140,35: dicf.Percioclie la preſura,& la riconoſcetiZa lì ſan
WEEK-hiſtoria o per fama ſolamente in vniuerſale,&nó in 'particola
IF-Adu nq ue altri dee prendere le tragedie,& ’epopee iaſatte , 8t
,ritenere tutto quello clic-.ſi ſa per hiſtoria o per fama el ere auenuto
.diquelleattioni o vniuer‘jale die ſia o particolare, 8t rimuouer _loro
tutto quello,
.10,5116 che non-è
è aggiunto alcu n proprio
poeta 'u'ha aggiu
della nto ma
-fauola delſuo, & perche
vaueniticcio quel
ſi domi
._da_ epiſodio, 8c a pp'reſſo dee il noueilo poeta ripone nuòui epiſodià
lmaginati da luiinluogo de rimoſsi,& coſi_ potra diquella medeſima
,fauolaſOrmarevna nuoua tragedia, o-vna nuoua vepopea noñíi di
Pìr‘ñ‘ìmio da quello medeſimo accidente, neda quelle medeſime per
.ſoffe- Ma perauentura Ariſìotele riguarda aliroue, & non vuole che
11_01 riduçiamo le fauole noflreo d'altruiall’vniuerſale per rifare ,33:
nformarein altraguiſaquello medeſimoaccidente 8t raccontarlo in
.epopea O ſînprclemarloin tragedia come auenuro a quelle medeſi—
me Peſſhnc_ ll comcveggia mo 'che di quel medeſimo accidente delh
‘Mr-“fl' Qlécmneſt'rafl d’Egiflo ſono ſtate fatte-piu tragedie.- da'va—
[mt'ſs‘m‘ Poe“, _le quali ſi ſono conſcruate' in fino a noſtri di, non
VUOL‘ dico ArilIOtelt-tanto queſtqquamo vuole, ’che noi riduciamo
[e “Caſe- ‘8‘ le altrui fauole‘all’ .v niuerſale, perche poſsiamo di quel;
|° accldthfe ridono all’vniuerſale formaredi nuouo .v na tragedia, o
?an ePOPGa non di quelle medeſime perſone, ma d’altrediuerſifican
do 'Fa'le Filuoglii,ti nomi delle perſone,&io incline a quefla par
te: 5‘ Piſmì che ‘Ariſtotele riguardi a cio.l’_ercioche egli ha opinione,
ſ1 COWcÎVtñ-dcmmo di ſopra che non ſolamente ſi poſſano imporre i
[10ml lmagufa i dal po'eta alle-perſone della tragedia, ma ſi poſſano
"Who" imagin ;ſe lecoſe, onde ſi compone la fauola. Perche} da
credere clievoglia inſegnare eo me s’imaginino le coſe per fermare
’ſimil' fauole. Hora c‘da porremente che le vogliamo fare d' vna tra
gedia gta fatta vna diverſa moſtrando che ſia auenuta in altro luogo
,R tempo & ad altre perſone la dobbiamo riducere all’ v niuerſalç, &
‘ ſi ’ ſpogliatth
109
'ſpogliarla de nomi delle perſone,&della certezza 'dc luogl:i,&de_tem
' pi,… dico chela dobbiamo riducere all’vniuerſale in tito,cl1e non ſia
'riconoſciuta eſlère piu di quelle perſone intorno alle quali è ſtata cös
poſtaxhe d’alçune‘ altre,&accioche non ſia riconoſciuta ſadi meſtiere
:che gli epilodi cio è le vie particolarijequali la ſarebbono riconoſce:
_re fieno rimoſſen’n luogo delle quali p'oi__ſx deono riporre dell’alnje
.diuerſe. Et ſe peraucnturaAriſtotele lia quella intentione,~& intende
l’vniuerſalé in queſto modo in queſto luogo ſl potranno prendere
argomenti di poefie non ſolamente dalle 'tra edie,’& dallÎepopee gia
[fatte danoip da alm’ma dalle comedie an ' lora &dall’hiſtorie poi:
’che rgli epiſodi eſſe ſi porranno diuerſificare ,'ſi che non ſàranno
punto 'riconoſciute eſſere preſe da quelle , che ſono ſtate vniucrſaleg:
` 'giatepfieno tragedie oepopee,o comedie,o hiſtorie come per ‘cagio
'ne d'eſlëmpio.Amaua alcuno focoſamente alcuna donna,&per alcu:
,no riſpetto non ardiua di aleſare quello ſuo-ſocoſo amore. Perche
non potenclolo ſofferire s inſerrnò a morte‘, ma coloro a cui la vita
_dell’amante era cara s’auidero er vna Qrta Via del ſuo cela to amo
re,&o ETM‘OHO cheegli gode e della donna amata,&coſi ſcäpóflue
fia, e l’ Moria di Seleuco d’Antiocho &diStratonica vniuerſalegg’iata
la quale mëtre ſl mitiene in coſxſatta vniuerſalita non ſl riconoſce eſ
ſere auenuta iu a predetti re,che a Tito a Giſippo;&a Sophroniap
'bero a Giacc 1etto & allaGiannetta apprcſſofil Boccaccio.Et perche
queſto vniuerſale non ſi riconoſce eſſere piu `di queſti che di quelli ſi
puoſtraſp. ortare a piuſauole,ma :lp-articolare che ſa riconoſcere l’v:
'niuerſale eſſere di certe perſone non ſi puo trasportare in altre ſauo:
leEc ſe queſta coſa particolare viſi traſportera ſara meritamente bia
fima ta ſ1 come coſa ſurata,ſi come dee eſſere biafimata tutta quell_
parte particolare appreſſo il Boccaccxo,nella quale ſa cheil medico
l'auedecheGiacchettOera inamoratodella Giínem al batteredel pol
ſo,il che ſu coſa particolare nell’hiſtoria de re ſopradetti , ſi come fix
articolare la lettura _del libro del principe Galeotto in fare ri:
ccnoſcere l’ amore ,celato _alla coppia d’Arimino appo Dante. A:
dunque le coſe' particolari , ;che operano che gli accidenti non
'poſſano eſſere di _molti apparendo Per quelle eſſere di certe per:
Tone non ſi poſſono prendere dal poeta con l’ vniuerſale in fa:
re vna nuoua poeſia ſenza biaſimo di furto , ma ne ,dee riporre
dell’ altre in ſuo luogo , le quali ſecondo Ariílotele domandare
mo epiſodi, il* in”: &vr-{MM ”i ”cp’tigep- Se ſi legge mpvéçap
' ² ' " 'H ll h ci con:
Econuieneſupplire îzetäá‘u,cio è biſogna poi epiſodiare,cio è metter‘
mano agliepiſodi , &traporre gli epiſodi nelle ſauole. ma ſe ſi legge
in luogo digmçmifnf ”agaîdvffl è da ſupplireîndoJ‘iou cio è biſogna poi
mettermano agli epiſodi,& congli epiſodi diſtendere le ſauole ai” :ni: \
îçiyiváflflui è da far punto, 8t da ripetererà Haim» Si dee adunque
cOnſiderare l’ vniuerſale dell’1 higenía ſecondo che ſeguita. Et è
da ſapere come habbiamo an Lora—- detto- cheAi-iſtorele non dice'
chiaramente come habbiamo da conſiderare queſtovniuerſaleil che
;ion è altro,che quello,che è auenuto a certe perſone, 8c puo auenire
anchora ad altre-,43:~ s’vniuerſalelèggia: tanto, che non ha coſa parti:
ticolare per la quale poſſa eſſere riconoſciuto eſſere auenuto piu ad
vna certa perſona'che ad alcune altre.Si che i termini dell’vníuerſale,
dentro da quali è riſtretto -,. 8t a: quali'ſi puo auicinare ma non toc:
care ſono leſriconoſèenZe,che.dimoſtrano l’vniuerſale eſſere partico
lare piu d'vna certaperſona che di molte.. Laonde i0 non ſo come
l’vniuerſale dellÎlphigenia ſe è quello , che dice qui Ariſio tele ſi poſſa
veramente domandare qu vniuerſale che noi cerchiamo .Percioz
che quantunque ciaſcuna de e coſe raccontata vniuerſalmenre d’lphí
genia per ſepoſſa auenirea moiteperſononon dimenopare che tnt:
te inſiemeoóſiderateparticolareggino coſiqueſtovniuerſale che ſi ri
conoſcaeſſereſolo d’lphigeniazöz non d’altra erſona. Et ſe coſi ſ’ta
la coſa Ariſtotele non ci ha inſegnato come. do biamo riducere la fit_
uola allÎvniuerſale ne dandoci norma niuna , ne eſſempio ſufficiente
occonueneuoleſueém xlç'u:..$e ſu [phegenia trasportata viua in altra
oontrada,& in ſuo luogo ſacrificata vna cerua,non ſi puo dire che el_
la toſſe ſacriffiatafflercheo è da ſporre. Eſſendo vna donzella ſacri:
ficata cio è condotta. all’altare per eſſereſacrificatap c‘da ſporre eſs
ſendo vna dOn zellaſacriſicata al parere de- ſacrificanti che reputaro:
no traueggendo la cerua eflère la donzella ”ù ;cpu-:Beirut ”{on 10759;?
cuiffilntendepergli ſacrificanti non ſolamente i ſacerdoti ma Agame
none etgli altri aronizötre della grecia che accöſentírono,&ſurono
preſenti a .coſiſakto ſacrificio: ;cui n’a@- ipm‘os Èívovs aulflfl‘ſîl 9-5@ che -
vuole eſſere ſcritto -mieeë’ad alcuna d‘ea vniuerſaimente, o ſe voglia:
mo ritenere laſcrittura comeſta. *iîi eri; è da dirc- che. per legge i'ſore:
flieri ſi ſacrifièauano alla dea,alla’quaie era ſtata offerta in ſacrificio.
la d0nzella,& la quale ne-i’haueua liberataxgévç J"T's'tçqp un@ 4.,…
..ann-,zz ‘rîisîifdaì .zz-ì- Tifflgcſtò tcſkoe da le ere-ſenza domanda co:
ſi.Et nel tempo auenireauenne cheil ‘fiat o ?della fica-docenza,.
Hitaſſe. Hernan (och-:lità daſottontenderequiui ſe .non hand (clio \
, 'like
_ u _ , _ t .:lo
-ñJI-.Et ſeguitano alcuneparole , perle quali .fi riſponde a due tacite
queſtioni, che ſi poreuano tai-ed'er era che altrit‘haurebbe potutodo
mandare perche fi foſſedetto vniuerſalmente 4La: 1‘1,',Cio è per non ſu
che,ienza ſottogiugnere altro,& ſi riſponde che ſe ſi foſſi: fottogiun:
tb,che percio il fra tello foſſe venuto quivi per ri ſpoſo di dio,accios
che foſſe libera to dal ;furore ,ſi ſarebbe {atto .diuenire l’vniuerſale
Particolarmperciocheſi ſarebbe compreſo ñche ſi parlaua d'Or-eſte.
L’altra e che altri anchora liaurebbe potuto domandare perche le
’ coſe auenute tanto a dietro ſi foſſero raccontate vniuerſalmente,co:
me e‘ del ſacrificio d’lphigenia fatto-da greci# della venuta del ſtate]
lola doue era la ſorella concioſia coſa -che doueſſehauer baſtato .a
cominciare dalla preſura d’Oreſte & di Piladgpoichel'attione .della
tragedia non dee paſſare lo ſpatio d’vn‘giorno,›nel qual giorno-non
erano auëute le predette coſe;A chefi riſPondexche egli è veroche le
Predette coſe ſono fuori della fa uola , &ñehe nÒn ,ſonoauenute :in
qtiel giomo,nel quale ſono auenutelecoſe,che ſono propriedellaſas
uola,non dimeno perche è di neceſsita per intendere le coſecheſoá
no proprie della fauola 8t dentro da lei, ſapere anchora queſte non
ſi doueuano tralaſciare raccontando l’vniuerſale. In àoäatv’ä Iu’sJ‘iío
”mq-'a‘. ’(20 m7 mſm ?Affini O`ueſta è la riſpoſta che ſi da alla prima
queſtione,'& ſi dice che percio 's’e detto vniuerſalmëtellii fl‘ percioche
Apollo dio fece intendere per ſuo riſpoſo ad Oreſte pet—,certa cagio.
ne particolare 8c non vniuerſale,che egli do'ueſſe andare cola,la`qual
ca ione ſe ſi folle detta particolarmente ſi ſarebbe ridotta la faüola
dài’vniuerſale in certo modo al particolare,_& ſi ſarebbe_ riconoſciu
'ta eſſere attione particolare 8c propria d’Oreſie. Et tanto vieneadiz
ſe “Ii-‘ma ’aiſi-pì” roì’ ”Ginori quanto J‘ai-rire: Elf/ap -nip'ſſizm ”ii m!…,cio È
'per certa cagione particolare”: pro ria dellaperſonadÎOreſte. La
guai ſu .che foſſe liberato dal furore,c le ſpeſſo l’aſſaliua per lÎllomici.- ,
io commeſſo nella pei-ſona della madrenoz‘i ip?” z, ?to ”Um-'0011. :Que:
ſia è la riſ oſta che ſi da alla ſeconda queſtione. Et diceſi, -quello an.
chora,il c le per ottenere Orelize fu mandato cola,intendi con tutte
le coſe dette infino a qui ſono fuori della ſauola,ne pero erano da tra
laſciare percioche ſenza eſſenon ſi poſſono piena mente intendere
uelle,che ſono dentro dalla fauola.'Hora ,conſiderando meglio que
e parole d’Ariſtotele x921 19'521] È’t’lîo Manitou giudicoche in eſſe ſi con
ten a pure vna riſpoſta data ad vna tacita queſtione,ma non a quel.
ia,cſie ia habbiamo forma rada quale ſia molto diuerſa 8c è tale. P0
teua ~ cunoidomandare ad Ariſtotele ,perche in queſto vniuerſale
. ’ H hh a dell’
a
Lì
213
PARTÌCELL’A DECÌMA NONA. :a Smil-”Mſn 'rà ai“ Jim.“
aday_ -nì “1p YÈQOÎN, ”ù 7m ”Sp 76W ”OM-'uu :im-:.75 ‘Snia-59a I‘Au'diM‘s. “
70 BMW (4‘191 c315; du‘- àxeocîs 544)@ 70'170” *roîſ giga”; SHX-'Ja'- îflp. {E 03 unu-1‘
sai'mp è; ,l-IVXÌ‘BUÌ Ada‘. àzà’h’s &fx-Ts 1551421416205 ”dei *thou-8m i‘: “
WII-17x; W Oro-l‘iflw, Jiídis ”Fil -ra’n m new-:mhz ”ù i «F ”Mico A54.”- num u
Sui iz”; -rìí 8117127105107 eavaffov ‘li-Xp 1051M”. *ça-p @Has 5 i'an è” ‘riaſaça , TO: “
(uff-n! aj và ai!” {MXP-«pi flip mnhflávn, iis *rà ?hop íçimçia‘írae, mi( &Van-nigi: n
“5. *i ‘panda mi. eiap ä'i'ſe È'iflnspuü oi TÈUNS. ii iiaixi, …‘90, m‘ ?QUA’TIJ‘t-T, ”ù ,3 u
'A1117109 Jap iii-"ſe ço'çxiJ‘u‘ , ”ù ”ſeguì-'15 ”l‘a É'ía ip “dal“ pì“ 00‘407.- “
nm J‘ai negäò‘zi ixap , üì ai, *rà flirt”, ”finds-z. XM”: n ui:. :35 vu‘?- “
duflçaíſoa‘diîmàs ”om-rà; ‘nrm'wpyìf mîîusop flif@ Buy-(Gap Ullîcsîo‘ixoisou “
”ii iJ‘iou &74:90; iÈiaFdl 7:- ÎvafimçfláMap. el'nalool Zafirçnql‘iqq ibm-ip ”ù ’ricava
M air-‘a ov’iJ‘ip ida: "5.0;'3590Jñ705 , ”pi Faſſi ”Ami ”ù Ain't! ,nomi ”73- u
La qs! i” , Aiiovo’l URSS, A75‘ Zia?” &tufnſiſtiò'ah o‘:
.CONTENENZA. Che la tragedia ſiparte in legame,& in ſolutionè
‘a che coſe ſicno,chc quattro ſono le ſpetie delle-tra edi: rauilu pa:
tagloloroſafloſtumatffiöt ſimplice ,che i] poeta dee uer tuttc ec:
cellenze della poeſiap la maggiOr parte.
',_VVLGARÌZZA M EN TO. ht d’ogni tragedia I’vna parte è legame_ “
‘8: l’altra ſolutione,lccoſc di fuori,& alcune dentro ſpeſſo ſOnO lega: “
,me,e’l rimanëte ela ſolutióeJ-o dico legameeſſere quello(chedura)dal “
rincipio in fino a quella parteche è lÎeſtrema,daE1a~quale ſi trapaſià: “
_ mfeiicita o in-miiëriagòcſoiutióequeliache duradai principiodel trapaſ"
zmëto infino alfine,ſicome neitinceo diTheodette.Legame ſono leco “
,ſe 'prima fatte, 6c la preſura del ſanciulio,‘& ſolutione quella .,che( du.- f‘
ra )dalia colpa della ~morte infino al'fine.H0ra ſono quattro ſpetie di “
tragedic,pcrciodlezanchoracſſerc tante parti eſtato detto. ‘La raui: “
luppatajdi cuiihutto-è il riuolgimento;&la ficonoièenzafl la dolo: “
roſa come Aiaciz‘òc gl’lſsioni,& la coſtumata -come le l’hthiotidi, “
Le’l-lfeieoffi( a quarta ſpetie come le Phorcidi 8c Prometheo ,8c ie co "
ſe infernali. Adunque dee maſsimam-:nte ( il poeta) sforzaiſi d’haue: '“
re tutte le-coſe,&`ſe nonfle puo hauere)almeno le maggiori &eie piu, "‘
8: ſpetialmente eſſendone al preſente accuſati i poeti non a ragione. “
Percioche eſſendoſtatí i poeti paſſati eccellenti particola rmentc in al: “
euna coſa eſtimano eſſere ragioneuoie che vno auanzi ciaſcuno nella “
ſua propria bontaflora ècoſa giuſta che non perauentura ſi dica la “
tragedia eſſete altra-,öcquelia ſteſſa er la ſauola,Ma quello è per quel “
le coſe per cagione delle quali èlo mbrigamento , &ia ſolutione , 8c “
molti imbrigauo bcne,& ſciolgono male'gna biſogna che l’vna coſa , “
&l’altra fia riceuuta confeſta.ì_
lii SPO.
SPOSÌTÎUNEJ 79"! l“i' ”a'flt’u'fvçero-Àiísîä (i‘qi Mu ÎBÈ Mim. Difſo‘pu'l"
Ariſtotele diuiſe la tragedia in parti di quantita,‘in pro lago,epiſodio '
vſèita,& canto
v&Ivolle che choreſco,&
queſte quello
parti foſſero ſi diuiſe aintutte
communi entrante,
le ſpetie6c delle
in iſtabile
tra: --
gedie,ma proprie quelle del palco ei corrotti. Ma _ ui la druide-*altra
mente pure in parti di quantita,&~c" vnanuoua'dluuione ,la quale ha ~
ſolamente due parti,delle quali la prima fi nomina J‘lns C10 e legame -
Ouero who-i cio è Imbrigamento &nla ſeconda -ſi domanda Aim cio è
ſolutione, &vuole the la materia della primapar—tcfiaeſſe ſiate ſia-’-.
doppia eſſendo meſcolata dicoſe,cl1e ſono fuori della ſauola cio èr‘
(li-coſe che precedono il giorno,dentro dal quale ſi ſala rappreſenn
tatione 8c di quelle che auengono dentro dalla Fauola,& 'dice ſpeſſe- `
fiavte,percioclie radeuolte incontra chela materia della prima parte*
ſia ſimplice cio è delle coſe ſole che auengono dentro dalla favola’
'Pòſcia vuole,cl1ela materia della ſeconda parte -ſia ſimplice cio èñ
delle coſe auenute quel giornale quali non ſaranno-&ateoccupato- ñ'
dalla prima parte.Poſcia aecioche ſappiamo diſlin’tamënte infino ax v
quanto ſl dillendano quelle parti,& doue habbiano il loro princi i0*
e‘lloro termino dice-,che la prima vparte dura dal principio in no -
all’eſtremita delle coſe , -clopo le ` quali ſeguita il prinoipiodcll-a "mu- -
tazione, & chela ſeconda parte dura dalprincipio della mutationc: ñ'
delle coſein ſino al fine.- Ci’nſegna- adunque quale ſiala materia :di V
queſte due parti,&quali fieno i ſuoi confini,&accioclae cöprendiamo * -
bene quello checi'nſegm ci proponelñ’effimpio del Linceodi’l'hco- ~ ~
dette accioche in eſſo riconoſciamo le coſeinſe nateei.v Efipemhe-lañ a'
tragedia-di-Theodette cognominata il Linceo , a quale propone qui '
AriſtotelePer-eſſempiopel quale ſi riconoſcano le coſe dette da lui
come meſſe in opera e efiimata dagli ſponitori contenere quella mes
deſima fau‘ola che conteneva il Lineeo di -ſoprañcitato da 'Arflbotele
ſenza nome d’autore,n0n èmarauigl’ia ſe eſsi confeſſano di non in!
tendere le coſeſeritte ui da lui.Ma il- Linceo di Theodette contenes
ua vna ſauola molto cbu‘erſa da quella che-era contenuta nel Lineeo ~
citato ſenza nome d’autore 4 8t haueua il nome da perſona diuerſa. ñ
Perciocl1c quello di Tlieodette content-ua la ſauola- di Tereoſicdi Pro ’
gne,&`d’lri,ſ& di Pliilomena &haueua il nome di Lincco da colui in ñ'
caſa cui ſu dato-a *Tereo a mangiare il ſigliuolo,& quello entato ſenza -
nome d’autore eonteneuala ſauola di Danno , d’Hipermeflra &dí *
Linceo ſuo cugino v"Ittnarito,clal qualelu—bbeianme. Adun ue per
bdidziaradonedelle paroletd’Ariſtoteledico-clxe nelLinceo diT codeà
le -
i
\
.. 214
- -teî ſi doma-contenere vnacoſi Fatta &indizi-imam' fii-grarí‘ſignorein
-Tliracia,&fii grandiſsimo amico di Tereo, 8t Tereo appo lui di poſe
,Philomenada qualeeſſendo reputata puttana di grado di Tereo da
i Lathuſa mogliedi LinceoJa quale perdoche era amica di Progne .fi
,. .come attchoradiflémo diſopra la mandò a chiamare per ſarlevedere
, la ’ngiuria,che riceueua dal marito.Ma eſſa riconoſciuta la ſorella,&
i .ſaputo il. fatto inſieme con lei deliberò d'vccidere ſti ſuo figliuolo 8t
i di Ter-:0,8: di, darlo a mangiare al padre,& coſi lo preſono’ömaſco:
ſerlojíora non comparendo il figliuolo,› Tereo ilquale haueua inte:
, ~ſo per riſpoſe diuino cheil figliuolo doueua eſſere vcciſo_ per mano
parenteuole hebbe erfermo che-ſuo fratello Driante-l’haueflè veci:
ſo,8t.alui ne diede acolpa,pereioche dopo Tereo ſe [ti non ſoſſe
' -flato vino,a lui toccaua il regno.La ondeiTeren vcciſe Driante &poi
;É-PrognezötPlÎilomena diedono Mgh’uolo al padre a mangiare,&c`da
.credere che 'ele deſſonoin caſa di Linceo. L’argomento di coſiſatta
, fauola ſi cog 'e & dalle parole d’l ino , 8t dalle parole. d'Ariſiotele
ſcritte qui,Dice adunque Ariſton-ſe cheil legamedel Linceo diTheo:
:dette ha per materia le _coſe che ſono prima auenute , che quelle del
giorno della rappreſèntatione qualiſono lo sforzo fatto daTereo a
"Plulomena ildiſpofito che ne fece-;Tereo a Linceo. La venuta di Pro
agne a caſa di Lathuſa.-& ſimili coſe-,BL ha anchora per materia le c0.
-ſe auenute quel giorno come cla preſura d’lti fanciullo fatta da Pro
nc 6c da Philomena. Et che la ſolutione ha per materia la colpadelia
-zmorte d’lti data da Tereo a Driante ſuo fratello hauendo per cofian
.te che eglil’haueſſe vcciſo poÎclie non compariua, 6t l'altre coſe aueñ
*ñiſV—'ſi
mute inſino alla fine comela morte di Driante ilzmangiare che ſeceTe
.creo d’iti-Et comincia la mutazione in Tereo di felicitain miſeria da
,che comincia a ſoſpettare cheDriíte gli habbia morto il figliuolo.[-1,o
{a è da ſapere che quella diuiſione nuoua della diviſione della trage
, dia in due parti di uantita non guaſta puntola prima diuiſione per.
“WBKÌ .cíoche la tragedia puo diuidere ſecódo la prima diuiſione in qu el:
,le parti,elie häno iſuoi riſpetti gia detti,&ſi puo diuidere ſecódo que
-fla ſeconda diuiſìone in queſte due partiJequali ſimilmëte híno i ſuoi
riſpetti comeèflato detto,&dobbiamo credere che queſta diuiſione
riguardando ſolamente la ma teria delle coſe non ſia propria ſe non
‘della ſauola,&non dell'altro parti di qualita ,come era quella altra di.
_uiſìoneJaquale diuideuanon menoi coſtumi la ſentenza &la Eauellaöt
zia viſta che laſauola. Ma perche ſi dice ‘lei 5 :ri-ras rgaz-ç-l‘i'ar -rà ;In N
' ' ` Mim _,Î ‘i appreſſo fi' dice` @‘70 , `
:.jujà; ,liti”ip _a &R'KMS jet-’wa
J‘íít‘i
,‘
…7+.- rñ .41,…me 7519 xx?” ,riſata-'m i5 {mx-’n pare che fi _dicano '
coſe poco‘ vere conciofia coſa che ogni tragedia non habbia la muta
tione ſi come non hanno quelle tragedie, che hanno la cominuatio:
ne della miſeria’ſo la continuatione della felicita.Et ſe ſi truouano del
le tragedie che ñ‘o‘n hanno la mutationefixroueranno anchora delle
tragedie che non' lì potranno diuiderejn due-parti legame , 8t ſolu
tione.A dunque non ſa ra vero che_ ogni itragedia fi diuida in legame,
di ſolutione lècondo che afferma. Arillotele.,il quale ſe vorremo ſal:
nare da falſita ci conuerra dire , che` egli intendaper ogni tragedia
quella maniera ſola di tragedieflhe hanno .la mu tatione,& le quali ſo
le egli ha per lodeuoli ago? @Wwf-@55 Max'çp alcuni leggono aqua-n‘a'
u ma ſorſe ſarebbe meglio che fi leggeſſe‘ſà ”un-Bau'mffi Et nOn ha dub.
bio che il teflo ha difetto di quell-:voci: è: Erri-7429:.. Et è da notare.
che Ariſtotele laſciami] ragionamentodelle due parti ’legame 81 ſo:.
lutioneſi da a ragionare ſenzaopp ortuna cagióe niunadelle quattro
ſpecie di'tragedic,& come fa meſtiere che il poeta habbia tutte l’eccel
lenze inſieme della poeſia,che.ſeperatamente ha lxauuto ciaſcuno de _
poeti antichi,& poi tor-…na a fauellare delle predette. due parti legame
& ſolutione in que-{lc ParOlC.á\|,MIOKJ Bffi'rçqçá‘iáp SEM” ”le TU! Ewa;- ai*
739 .Voip 7605 Mio-'IMA Ji‘i . anni lumi .:Moni un': ad… mami ‘Bali-Em”: J, .
aio-m ”155,131 z Phon 'ni ici-mimi, nelleqqali ſi puo dire che ſi contea:
gavn inſegnamentoſolo,&ſi p‘uo anchora. dire che uiſene. conten
gono due imorno.allegame,& allaſohitionc in .tanto ſonopoco a.:
perteSe vogliamo çheviſene contenga vno ſolo diciamogclie Ariſto
tele ci vammnniſce ’come non balla cheſvna di quelle parti fica bene,
ma comiiene che amendnne Reano bene. Percioclie ſi truouano mol
ti li quali fanno bene la-prima.parte,che e‘il legame,ma non ſanno be
ne laſeconda parte cheèla ſolutione,&la quale è piu malageuole aſar .
bene.chenonè la .primaconcíqſia coſa .ehe-.la. tragedia voglia eſſere ~
Vnamedeſima cioe continuata,& ſe fia bene il legame debba anello.—
ra flan bene la .ſolutione .6t nonÎaltraeio è diſcordante: da ſefleſſa. ll i
'che ſarebbe ſe la prima .partefleſſe bene,&laſeconda male. Si che la 'ñ
tragedia il giudica .eſſere quellamedefima,o altra per lo legame open
la ſolutione ſecondo:cl1e ſono l'vno &l’altra benfatti, .o l’vno ben
ſatto,&l’altramal ſatta,8,{non perauentura. erlalàuola, dalla quale
pal-ea clxecüpendeſſel’eflèrelatragedia que a .medeſimap altra qua:
ſi non ſi-poteſſono. conſiderare quelle due qnalitanellatragedia per‘
'altro riſpetto che-pe:. hauere vna medeſima Fauola‘p diuerſa dalla fa:
uola dîm’altra traggdia.LIl-a è coſa piu ragioneuole »che fi. conſideri I _
. P!“ I
ZI ñ'
piu toflol’eflère’ la tragediaivi'la medeſima” 'altra per le parti' ínterî
ne legame & ſolutione clic pei-la fauolada quale non puo dare alla tra
gedia que-ſie qualita ſe non riguardando fuori ad altre ſauole. Ma ſe
vogliamo che vi ſi còt'égano. due inſegnamëti ſecondo che piu ragio:
neuohnente dobbiamo volere,dobbiamo dire che Ariſtotele prima
ci ſa accorti che le tragedie nonſono da fare che fieno quelle medi::
ſime,che ſono ſiate fatte da altri poni, ma diiierſè,& chequeſta mes'
deſìmita per coſi dire,o‘ 'diuerſita non auiene per prendere quella met
deſima fa uola,che liabbia preſa vn’altro poeta,o vna diuerſä,ma per
lo legame,& per laſol'utione che-fieno quelli medeſimi, o diuerſi. Et
oi di nuouoci fa‘accorti,che non baila che alcun poeta faccia bene il
lizgame, ſe non fa anchora benela ſolutione, percioche ſi ’truouano
molti che‘compongono bene il legame, eſſendo ‘ageuol "coſa 1, come
habbiamo detto a legare bene,& compongono 'male laſolutione'eſs
ſendo coſa malageu ole‘ a ſciogliere' bene. ht quefio ſecondo inſegna
mento e‘ quello vno medeſimo Clic’S’è‘Clé‘tÎO potere contenerſi ſolo in
tutte le paroleEt è da pormente che ſe vo ſiamo che viſi contenga
vno inſegnamento ſolo l’eſIE-r quella medeſimala- tragedia c‘ coſa lo
deuole,& l’eſſere altrae‘ coſa biaſimeuole5ma' ſevogliamo che _viſene
contcn ano due l’eſſere quella medeſima la‘ tragediañ‘èeoſa _ biaſiine
nole,&~t ’eſſere altra c coſa'lode'uole. dui-p 5 xvi-'rm qá‘iap Magneti-ro)
ha; Mya-‘18qu Tous ‘ſul‘ nica. Se-vogliamo intendere` b’en'e—la mente
d'Ariſlo tele'ci conviene preſuppone-'che egli habbiaîp'ei‘ concluſione
vera 8c' ferma,che quella tragedia# quale‘e quella medeſima‘ c5 vn’a]
tra-non ſia da-commcii’dare,&` che quella che ſi ſcoſta dall’altre &pei
cio è altra quanto ſia a queſto- ſcoſtamento' ſiaìda‘ commenda're. Et la
ragione di cio è mainfeſta,clie oltre all’eſſere'coſä‘lät‘ieuoîe il vedere
ſpetialmente le tragedie tra‘ſè ſimili ', o quelle medeſime,il poeta non
vidr‘ira fatica ſeguitando le pedate altrui, 81' per’poco &finendoquela
lo;cheè fiato ſcritto.App'reſſo è da ſapere che l’eſſere altra la tragedia '
hl qual ſia commendabile ſi dice'eſſerein due modi ;o 'pei'clie’h‘a il lo:
’-\-`z' ame 8t la ſolutione diuerſi da quelli d’vnaaltra’tragediaflquantunque ì
abbia quella medeſima ſauola,0‘ ‘ perche ha il legamedaſolutione , 6c _
larfauola diverſi da quelli'd’vn’altrañ' tragedia.- t ſimilmente l’eſſere "
quella medeſima la cragedia,la~ quale-'non è commendabile ſidice-:in '
due modi,0 Perche' ha il* legame‘, &ñjla ſolutione conformi aquelli ~
dn’vnc’altra tragedia quantunque «habbiala-Î ſauola diuerſazo _ lie ha =
iliſegamezla -ſolutione,&la ſauola cunſormi con quelli'd’vn-altra tra!"
ggdſhEt perche fi- vede nc ñ due › modi dell’eſſere quella medeſima- la 1
li i t z, … “age“
z tragedia@ ne due modi dell’eſſem vn’altrala tragediaxhela conſon
mita della fauola o la dÌUU’fiH non toglie , ne da alla tragedia queſte
*due qualitaJe- quali dipendono ſolamente dalla conſci-mira o dalla
diuerfitadel legame# della-ſolutione ſeguita chela fanola in queſta
coſa non ſiada’conliderareJ-iora l’eſſempio dell’eflère vn altra tra:
gedia loquale è commendabile,che ha il legame,&la ſolutione diuetçſi
.quantuan liabbia quella medeſima ſauola ſi vede nell’Helettrezl’Eu
"'ripide &diSopliocle 8t nelle portatrici dell’offerte funerali d'Eſclu'
i lulù l’eſſempio dell’eſſere un'altra la tragedia, lo quale pure e‘ com:
ñ 'mendabile che ha diuerſita di le ame,&di ſolutione &di fauola ſivede
ſpogniamo nell’lphi enia in A ` ide,ſe la para‘gomamo con i'lphige.
‘niainTauris o nell” ipoilçiranno ſèilparagoníamo con l’lìdipo
` il Coloneth’eſl-exnpio dell’eſſere, quella medeſima la trañedia per
`Îiauere ’il legame & la ſolution‘e conformi. quantunque liab ia ſauola
“diuerſa (E quella' d’vn’altra tragedia ſi puo vedere in molte tragedie
ſi come'ſi puo .alt-reſi .vedere l eſſernpio‘ dellÎeflère quella medeſima
_ per liauere i] legame la ſolutions-Stia ſauola conformi non ſolamente
. nelle tragedie di Seneca recate di greco in latino & nelle comedia di
‘Plauto & di Terentio pure recate di grecoin latino nelle quali ſono
an che-conſeruati quelli medeſimi nomi,ma nelle nouelle del Bocca:
’cio anchor-a ,nelle pali egli tramuta i nomi.Ne con tutto cio biaſuno
;le traslariOni che ifanno de libri d'vna lingua in vn alti-ame credo
v,Ithe Arillotelein queſte ſue parole intendeſſe di biaſimare,o l’vne , o
.gli altri. Et per auentura egli non liebbe opinione che le altre lingue,
‘che i greci indifferentemente cliiamauano barbere haueſſono colà,
*lie valeflì-,ì o che meritaſiè d’eſſere trasla tata nella greca. 0 ſoſſona
da tanto che poteſſono rappreſentare con le loro Voci rozze la va
gheZZa de ſentimenti greci. -Ma bidimo bene quelle traslationi , che
ci ſono porte non come traslationi,ma come primi or‘iiginaliſht per
[e quali i tra slatori s’vſurpano ingiuſtamente il nome i trouatore,
6t di Poeta ſi come ſa Terentio,… iſpetialta .Hora queſto inſegna:
*mento Aríſtotelico non èpieno , percioclie non ditermina ſe vna
tragedia la quale hauefle illegame conforme , & la ſolution:: diuerſa
da vna altraitragedia, o per lo contrario liaueſſe il legame diuerſo,&
la ſolutione eonſorme con vna altra tragedia , o liaueſſe vna parte
del legame conſorme,& Vna parte diuerſa,& vna parte della ſolutio
`ne conſorme=& vna parte diuerſa {i doueſſe dire eflëre uella mede:
ilim-1 o altra. Ma coſi come queſto inſegnamento non I pieno coſi
. . . v . _ ’un,
‘ ai“
:ibn ‘è neceſſario;pe't-ciocl1e di ſopra la doue s'è parlato dell’vniu‘u-a
ſale 8t- degli epiſodi,& altroue s'è ragionato dicio , ſenza che ſi puo
anche dire,elie non inſegna nulla ‘nó moflrando la via,clie liabbiamoſ
a- tenere per alterare il legame,&la ſolutione-Mn ‘5,3‘. i :mi ”Anifffl‘l‘
dul’are
”In clae qui manchi
Au‘ns. cheriſponda vn membro
a queſto,cio coſiſàtto
è, (Lu-Ro ixíntraoencſia
chela 5, 1 “ſul and;
ſia quella
medeſima e‘ diquelle tragedie, delle quali è quello medeſimo legame,
&ſolutione , 3c' quello chela tra edia ſta altra -è di quelle tragedie
delle quali è altro il legame,&`la-ſo urionc. Etcoſi -la ſauola `non ha ‘
parte ne nell’alterare la tragedia, ne nel'farla quella medeſima':
mila‘- à ”ME-;med , Aiavdſ m5: aſa 5 ?una ”fiabaVeſto c‘* ſecondo?
che liabbiamo dettovn’altro inſegnamento donatoci intorno al les*
came ,Se alla ſolutione perlo quaie ſiamo confortati a' ſar coſi bene
a~ſolutione, concioſia coſa che-molti facciano bene 'il legame &male
la? ſolutiom.Ne ci- debbiamo punto-maraui iare dicio richiedendo ²'
laìſolutione piu- ingegno che non’ richiede il egatne a ſarſt bene. Ages f
uole coſa è per cagione d’eſlempio ', che di meſſer Tore-lo da ?Pauit
fiſpargeſièlaſàmache *foſſe morto eſſendo Rata la peſtilenza nel::
l’ eſſercito Clu-itìiano,nel quale egli era,& poi ſoprauenutaui la catti- ì
uita,&~per vno anno di lui non ſt ſapeſſe nouella a caſa ſua quantum'
que toſſe viuo in Aleſſandria. ll che ele-game' , ma che egli veniſſe in '
vna notte d'AleſÌändria in Pauia che e` il principio della ſolutióe èco `
ſl malageu ole appreſſo il Boccacci0,& percio gli comienne aſſai ua:—
namente ricorrere ad ‘incanteſimoìdc all’opera -d’vnt‘ negror‘nante -‘
per ſarqueſto con poca veriſimilitudine ſi per altro ‘ſl per quello, -
che ſe il Saladino haueſſe hauuto appreſſo ſe Vn cotale negromante 3
con metterſi a pericolo non ſateb e andato veſtito 'da mercatante
per lo ponente ‘per vedere l’apparecchio del- paſſaggio' ordinata
contra lui, ma haurebbe vſata l’opera di~lui in fa l portare ſu
bitamente \, & ſicuramente doue piu* gli 'ſoſſe paruto. lo laſcio
di'dire che il -poeta nel legame ha lo’ngegno piu vigoroſo., &
menollanco, che non ha nella ſolutione eſſendo uello la pria *
ma parte; &~ ueſta-ala ſeconda.- Ma quale-provi ione ci' mb:
{tra Arifiotele ghe dobbiamo fare a-queſìo male i :certo ninna"
altra ſe non che ci ricorda che ſi-dee-fate inn-todo che coſi piac
' cia la ſèconda parte come'la prima al-veditore.5eiltuedico diceſſe '
al-malato ‘ſa in modo che ſempre' “ſti ſañ’vgualmente , il me `
lato gli riſponderebbe . lo non --ſo *quello modo - ſe voi~non i
melo nſcguate , e’l poeta male ſciogliente potra- riſpondîe‘ëd
- _, ” -~ -* fl o J
,- riſtoteſe ſunilmente,lo nOn ſo queſto modo per Io quale ilvedítou
debba riceuere con tanta feſtala ſolutione cOn quanta riceueil lega:
me,ſe non melo’nſe na te.Adunque queſto inſegnamento è_voto d’in 1
ſegnmnentOJWQJ‘i-s 7”?” árl ?idaçarwómyif ”ù *n‘a [LiftDiUidc Ariſto .
tele tutte le tragedie in quattro ſpetie :&.queſta diuiſione q non ſi con: -
iugne con le coſe proſsimamente dette ìdi ſopra,_ne per queſta diui- e
Plone impariamo coſa niuna la quale dobbiamo o fuggire , _o ſeguire
_nel comporre le tragedie, ma ſolamente _ per queſta diuiſiones’am:.
plia quella diuiſione la qualeſu ſatta di ſopra della favola in due ſpex
‘tie ſole rauiluppa ta 8t ſimplice inſino a quattro ſpetiezöz ſi danno al:
,cuni ellempi per farcele riconoſëereLt e‘ da porre mente,che le ſpe: ñ
`tie delle tragedie ſono detteeſſere .quattro vmen che propriamente--'
,Procedendo la differenza conſtituente le ſpetie non 'dalla tragedia
_Principalmente-ma dalla ſ-auolaLa tragedia_ adunque non ſolamente
~per le partiſue di qualita ſi diuidein ſèi ſpetie , ſtcondo che le parti:
,ſono ſei,ſauola, co ume,ſen’tentia, ſauella, viſta,& melodia come s’e‘
~”damn-na fidiuide anchora inquattro, rauiluppamento , paſsione,
coſtume,& ſimplicitaHora di ſo ra s’era fatta vna diuiſione di ſauo.
1-;- & detto,cl1e alcune erano raui uppate, 8c alcune ſrnplici intenden:
'do per rauiluppate quelle,che haueuano il mutamento di miſeria in:
felicita,o di felicita in miſeria,& la ſpetie delle ſauole rauiluppate ci@
_Rata èſſemplificata
'ſimpſicinon era ſtataſpetialmente in Edipo
eſſemplificata. Perche, maAriſtotele
‘lafſpetie ripiglzandſio
delle ſauole
quella
vdia medeſima
l’ampia diuiſione,&
a quattro ſpetie. &dalla
dice fauola traſportandola
che le fauole erle qualialla
la trage:
trage
dia ſi diuide in quattro ſpetie ſono prima la rau' uppata,& perla ra:`
_uilu‘ppata‘ nonintende ſimplicemente ogni mutatione di miſeria in
&licitap di ſelic'ita in' miſeria,nia di quella mutatione ſolamente che è
,congiunta-con la riconoſcenza”: auiene pet-lei {8: nonne da eſſemz
’pio,percioche di ſopra ſudato come e detto in Edipo.Et appreſſo '.a
doloroſa,la quale ha mutatione di ſelicita in miſeria ma non per rico
noſcenza & di queſta ſi da l’eſſempio in Aiace,& in lſsi0ne. Et poi la
ſimplice,la quale ſi diuidein due,in quella che ha la miſeria doloroſa
contimmta quale hanno Prometheo# coloro li quali ſono tor-men.
tati nello’nſ'emo,& queſta e la quarta ſpetie poſta qui da Ariſtotele
' ſenza nome,& in quella,la qualeha la miſèria continuata ma di mez:
:ano dolore,&`di quella ſi dal’eſſempio'in-P’eleo',& queſta ſpetie da
Ariſtotele ſi domanda coſtume! ta. Hora pareua che ſi come la raui:
kappa ta,la quale ſi ſa per la riconoſcenza ha due fini lieto,& criſto?
ñ - co t
` 2.!
coſi gli dan-:ſli: liauere la rauiluppa ta la quale fi fa ſenza riconoſcen7= ~
za come ſarebbe mutatione di triſio in lieto ſtato degli Atlienieſi per
la fiiga di Xerſe,& che parimente ſe la ſimplice lia la doloroſa con:
tinuata doueſſe anchora lxauere la felicita lieta continuata effimplifi:
candola
liſij,& clicneſigmümente
l’lddij habitan’tiin cielo,ohanell’anime
ſe la coſtumata beate ne
inc-nana miſeria campian:
doueflè E: v
…da alla marauiglia,che era vna dell’atto coſe richieſte alla fauola , &
la terza al choro che è vna delle parti di quantita della tragedia , a:
perche non hanno con giuntione con le coſe proſsimamente dette
ne tra ſe ninna,& percioche ciaſcuna e‘ brieue ſi ſono ,compreſe tutte
8: tre dentro da ma particellaHor-a s’era detto dj ſopra paragonato
1 do la lunghezza della tragedia con quella dell’epopea in vn luogo,
_ ;he quanto alla lunghezza che cade ſotto il ſcuſo della viſta,& dell’y:
ì dita quella della tragedia non poteua paſſare dodici hora, la doue
o' quella dellÎepopea poteua paſſare molti di,& in vn’altro luogo s’era
_detto _che quanto agli epiſodi la tragedia gli haueua brieui,&l’epo:
pea lunghi , & hora qui alle coſe- dette s’aggiugne che la lunghezza
. della tragedia dee eſſere minore di quella dell’epopea per vna altra
.yigpercloche l’epopea puo hauere per ſoggetto vn’attione ripiena
di piu attioni o di piu fauole di endenti lvna dall’altra. llche non
'-‘ puo hauere la traîediafllla qua e balla l’vna delle molte a'ttioni,o fa:
uole per riempier a ſufficientemente. Si chela tragedia ha la lunghe:
’ za mmOre,che non ha l’epopea , a: perche non puo rappreſentare
a _vn'attionelè nondi dodici _hore , & perche deehauere gli epiſodi
* lil-[eni ,8: perche non dechaucre ſenon una parte d’una attione lun
i ga,& l'epopea puo narrare vna atn’onc , nella quale ſpenda molti di,
8c pu_o hauere gli epiſodilunghi,& contenere vna attiene quantum
que lughiſsima &atta ad elſçre diuiſa inpiu parti o piu ſauolexíàímg ›
?mm ”Mim “wi-M, Quelle parole non erano ne teſti gia Lamp*
‘ ' u quali
a
1-20
iîìquanttmque foſſero ne tefli ſèn'tti‘a inano,& ſëcondo che io m’ima*
gino percioche non ſi vede , che ſpeſſe volte ſia ſtato detto infino a
qui,chela cóſiitutione della tragedia non debba per alcuno-riſpetto
eſſere lunglia,quanco è quella dell’epopea non eſſendo ſtato'detto
cio ſe non due fiate,& parendo chemmlxis non ſi debba veri ficarejn
due ſiate ſole.Ma ſe pareua che mmm male ſi poteſſe verificare in
due ſiate ſole ſi poteua,& ſi puo diſtinguere ”Mim da Samy 'i'rgmr,
?8: congiugner e con ”miíä'm , 6( dire. H ora biſogna ſpeſſe volte ri:
c‘ordai-ſi di quello,cheè fiato detto,ci0e` non dimenticarſelo punto.
Percioche non ci dimentichiamo delle coſe, alle quali ſpeſſo tomia.
m0 con la memoria. NMUN.” immñnàîa tripla” THQ-i‘laſ. (Manto
e‘alla lunghezza della ſauola non e la conſh‘tuti‘one della tragedia
quella dell’epopea. Laonde non pare che Eſchilo , il quale fece la
t-ragcdia 'ſofia :rl ans-il, & gli altri , che in ſimile argomento il'ſeguita:
rono habbiamoñſatto molto bene eſſendo quella conſ’titutione-d’efo’
pea,& non di tragedia ‘per la moltitudine delle coſe . :mm-'ixàſi è aíyo
15 :who'me i'm: ripiani-'ihr :ſhop ani-TMW_ Si dice come s’intenda la
conſtimtione ep‘opeica,dalla quale ſi dee allontanare la confiitutioñ- '
ne tragica,cio è,che è quella,la quale uantunqùe contenga ſolamen
te vna fauola, non dimeno è compo a dipiu ſauole,ſi come la ſano:
‘ la dell’llia da non ſi potrebbe ſerrare tutta in‘- vna tragedia,percíochcì
le parti della redetta fauola non porrebbono liauere la debita gran
dezza'per la reuita del tempo preſcrittoalla tragedia. Hora fipuo‘
dire che Ariſtotele danilo l’eſſempio dell’lliada _intenda di quella
d’ Homero‘, o anchor‘a che intenda dell’lliadaingenerale cio è del:r
l‘attione della guerra che fee-ero i* greci' ſopra Troia. Se intende'
dell’lliada dz Homero nonſcontradice pero a quello,che dira diſot
wJa d0ue vuole che dell’iliada ſi poſſa fareuna- tragedia' aa] iu
due preſupponendo qui , che non ſene poſſa ſare niuna che ſlea Be:
1) ne.Percioche èda dire che non ſene puo ſare niuna che ſtea bene
uu prendendo tutta—l’iliada ma prendendone alcuna parte o pat ti ſe ne
"in?".
ì?
di otrebbe ſare vna,0 due concioſìa coſa che l’lliada d’Homero hab
ia poehe parti che fieno atte a ſarela tragedia,d’vna delle quali ſece
Euripide il Rheſo,ma ſe intëde dell’lliada in generale tanto meno tut
tn ſi potrebbe coprendere in vna tra edia, ma prëdendoſene le parti
ſèperataméte ſ1 otrebbono fare mo te n-agedimnzi d’vna parteſola
ſi come egli ne (ſara l’eſſempio nella preſa di‘Troia ri diuitlendola in
altre parti ſerie poſſono formare molte tragedie,&nó diméo 'di quella
parte ſola pelle è pregna di molte parti,nóſipuo formarevna ”age-gi:
'-e
che bene &cambi; (La: 1! Mue- unab- 13 ”imp ;ſmo-,Arena è _la ra
gione perche l’epopea puo riceuere la fauola lunga,o ripiena di moi
te parti,cio è erche ella nonè riſtretta dentro dallo ſpauo dl certe
hore,come è tra edia,la quale anchora ha vn’altro disauantaggio
oltre alla breuita el tempo che non puo abbreuiare lc facende o le
parole in rappreſentando piu di quello che ſono in atto quando ve:
tamente auen ono. Il che puo ſarel’çpopea . Laonde ſl ſoo iugnc
che nelle poche rappreſentatiue quale è la tragedia,& ia come ia ſe il o
poeta prendera vna fauola lunga quanto alle parti gli aucrra molto “
altramente che egli non s’haueua imaginato. îç 51-07: W mm'qu
"I‘Ml‘l &ana-'vo, Q`uçſte parole poſſono perauentura riccuere tre in.
telletti il primo è quello che gia habbiamo detto che ſe alcuno faceſſe
di tutta la ſauola dell’lliada vna tragedia farebbe male-,ma ſe ne face(
ſe vmepopca farebbe bene,percioche nell’epopea perla ſua iüghezza
&perl’agio,che ha di potereabbrcuiarc,&aliügarcpcrvigorc della nat
ratione a ſuo ſenno le facende,& le parole le parti hanno la loro dea
bita grandezza=ma nella tragedia,& nella comedia auiene molto ab
(tamente che non s’haueua dato ad intendere il poeta non porendo
le parti ricevere la debita grandeua fi per la breuita del tempo pre.
ſcritto loro ſi per non potere rappreſentare riſtrettamente. L’altro
intelletto è,che doue nell'epopea molte parti , truouano la debita
grandezza, vna ſola parte nella tragedia rieſèc grande oltre al crede
re del poeta per la maniera rappreſèntatiua in guiſa,che non fauoia
Eicna di molte parti è da prendere ma vna parte ſola riuſcendo quo[.
' maggiore che altri non credeEt ſe vogliamo ritenere qucſto in
tcHCttO dobbiamo leggere '{v 5‘ -roît »ghe-41,8: dire 'iN-iz@- vna part*
bond” and ricíèe molta 8t grande‘ſaîs Him: alla rappreſèntatiua. ll
terzo ſarebbenon molto diuerſo dal ſ6cond0,ma ſi conuerrebbe leg.
gere 73 mm'. accioche diceſsimo. Ma nelle rappreſentationi il molto
anime oltre il credere del poeta per le ragioni ſopradette in guiſa
che non fa meſtiere,che egli per riempierc la tragedia prenda fauola
di molte partir-m7” 550*” ”{çap 1'ai” Bic. Pmoua per l’eſperienza eſſere
vero uello che haueua detto cio è, che ci dobbiamo guardare da
pren ere pe; comporre tragedia fauola , che fia ri iena di molte fa:
uole o parti,ſe vogliamo piacere , concioſia colà c 1c coloro,li uaii
hanno preſa tutta la preſa d’llio per ſoggetto di tragediaan ra
dle non ſia ſe non vna parte dell’lliada.non dimeno perche tum
aqueſtn parte
veditonì ſi ridiuidc
con in molte altre
ſimile tragedia,& partiche
coloro non`
nonhabbiano ſodísfatto `
hanno prchkmtta
o
I
22(
:la preſa d'llio ma una parte-Cornelia fatto Euripide-’6; ERllÎlOJlab-î
biano ſarto bene &habbiano ſodisſatto a thlffli'LHOi‘fl dobbiamo
porre mente a piu coſe di queſto teſto;-&- prima che níçfl‘ir n‘a-’ou non e
poſta perl’lliada d'Homero,ne per l’Iliada picciola della quale An'.
ſtorele di ſotto fa mentione, o per tutta .la ' guerra troiana , ma ſola:
mente perla preſa di Troia o d’llio,della ;_,qual parte :ſi ſoleua ſar tra:
gedia ſi come egli teſtimonia di ſotto,lañquale. hauendo molte parti
‘ preſtaua argomenti a piu tragedie &.perciocoloro,cl1e la prendeua:
_ no tutta per argomento d’vnactragedia non piacevano .a veditori.
Appreſſoflre non par veriſimile anchora che altri ſtimjno altramen
te,c Îe ui ſi biaſimi Euripide oÎE-ſclulop ſi biaſimino amenduni,an~
zi che ſilodino amenduni,& che ſi contrapongano a coloro.,- che fa:
, ceuano in vna tragedia tutta la preſa, d’llio ; & faceuano male-preti:
dendone eſsi ſolamente‘vna parte penſare vna tragedia. ?Dictſifia
dupque i’m ”ígat‘i i'll-'eu {altri inoſſide ”ii ai ”rà AUTO! ’ii Exm’a‘lautiíujl Kat-851’::
’DilèoVTMJ’Oſ eſſendoſi detto piſani-ig':ng ſi ſoggiunge Zamç deliri?”
_ è da ſupplire :mm-fl mi: gig@- ‘8c appreſſo ſeguita ”il ni,d0uendoudi
i nuouo ripetere xmí gig@- Zane; linux-194. da ſupplireîo-oiëo'zp nce-rtl ulçu.
- Percioche ſe l’vno di loro ſi biaſunaſſe o amenduni ſi biaſimaſibno,
o l’vno biaſimato s’accompagnerebbe o amenduni s’aecompagne:
rebbono con Agathonejl quale è biaſimato (ſeſſi-re, caduto in'que
ſto errore con gli altri non oſtante che ,doueflèeſſereltatofatto ac:
î corto dall'eſlL-mpio de due predetti poeti,che l'haueuano ſchifiato.
Anchora,ch`e non pare veriſimileche Ariſtotele ſcriueffe NlOBHN H
MHAElAN ,-.O NIQBHN
ſ eſſempio dellapreſa d’llioſolamente. Percioche
poteua anchora ſi come
darlo,'& haueua , dato
l'haurelibe dato
nell’attione tutta ‘di Niobe o di Medea , o di Niobe ſola,ſe voleua lo
iÎ-_È'ÙV'
dare o pur biaſimare Euripide_ che haueſſe preſa parte dell’attione
o pur tutta l’attione di Niobe ,o di Medea o di Niobe ſola ſenza paſñ
ſare dall’eſſempio della preſa d’llio a quello di Niobe ,aſſai firm-i di
tempo che non ha coſa commune con la preſa d’llio.Perche e‘ da ſo:
ſpettare che ficomevltimamente eſta to aggiüto aqueſto teſto i .mi-lia:
{fa .Vle quali voci non ſi truouano nemeno ‘contaminati libri coſi pri.
ma ſia ſtato ag iuntoui‘Ntíanpp almeno che ſia ſtatoÎmutato quelZno
mute
me che prima u era ſcritto in Nuda-p eſſendo per auentura prima ſcri t:
to E‘xa’flnp.Adunque la preſa d’llio haueua molte parti, ciaſcuna delle
,quali ſi pot'eua Formare in tragedia comei’attione d’Hecuba,l’attio=
_ne di Priamo,l’attionedi Deiphobo , 8: d’altre perſone auenute in
{quella preſa.'i ímſñwrigii una: &yo-ſiam:. Le tra edie le quali hanno
‘ … ll godi!!
Mamaſ'eria ſopercliia,fic0‘mele altri-:.0 fi recitano ſei-12a Centra
o ’altre tragedie-;o con contrallo,ſe firecitano‘ séza’comrlafiomn
, piaceionoal popolo ei poeti di quelle caggiono da'gpello alto ñ' Q
» diſauore
tano con popolare
contraſto dove
rieſcono
erano
aſſaiſaliti,o
meti- belle,
ſperauano
che: quellein
'ſalire‘.Sè.
contraſto
delle quali ſono recitate,ei poeti ſuoi rePcanoſuperati con differenza
troppogrande da ſuoi auerſari.Adunque xauös inmffiñar ſignifica-nor#
ſolamenteeſſer vinto ma anchora eſſere vintoſenza batteri':ng
contraſto allÎauerſario,Et è da tanto queſto more che fi‘ commerci
in eleggere materia troppo pregna per ſarevna tragedia ,che tutte-lei
virtuJe quali puo hauere vna tragedia nonla" poſſono ſar toîerabile‘
appo il popolo quando hanno‘in ſua compagnia queſto vno ſol-o vis -
tio ſi come ſen-’ò veduta l’eſperienza in Agathoneív 5 ruîrmgi’zmáfl ”k
particella
‘.9 ni": ina-Ts&ſatta allaWella
mſm-tdi. mar-auígliada qualegiu-nta
è la ſeconda era richieſta alla-ſano
come-mira in per
_magnificare 8t accreſcere lo ſpauento,& la compaſäiónedicendoehe
non ſolamente accreſce lo ſpauento 8c la-compaſìionegnaril compia*
cimehtoancliOra.l-lora perche s’erad’etto di ſopra-?che laſeuola ‘haueſ’
ſe mutauone m felicita in miſeria , & appreſſo chehaueflè leperſone
d’vna qualita,come di m‘ezzana böta con le preſenti parole fi repete
7 ,no queſte medeſime coſe, & auegna che non fi repe‘tano pienamente
non dimeno le dobbiamo allargare ſècondo quello che è ſtato detto
di ſoprazE’adunque da dire ip È :in originaria-tmon in ciaſcvrìo riuolgi-`
mento ma’ inquelli riuolgimenti , li quali hanno il trapaſſa mento di
felicita in niiſeria,rsù i» roîs ainhoi! ara-nm: intendendo qucllecoſe elſe:
re finiplicide, quali auenendo non op erano due efletti-ma vno,li qua-z—
ii effetti ſono due quä'do le perſone operati &patiëtinon ſono d’vm…
ſola qualita come l’vcciſiöe de druditli Penelope opera due effetti cio
'è mutatione di ſelicitaja miſeria ne clmdi‘di Penelope, li quali erano
ſcelerati, 8t mutatione di miſeria inſelicita in Vliſſe 8t in Telemaclio,
[ſquali erano di mezzana bonta. ;E’l matrimonio inceſtuoſo ricono
. ſciuto opera in Edipo 8t in Giocaila-vno effetto ſolo,che è_ la muta
tione di ſelicita in miſeria,perciocliel’vno &l’altra erano di mewna
bonta.Poi iiſog iugne quello con che` ſpetialmente ottengono cio
che dfſideranoj che non è altro che la marauiglia tlicendoiipaxás
foi-'fai 5p BWlÃOWM Dmſhsb’:. lo m’intluco a credere per le paroleſeguentí _
che leggere ſi debba Oauflasë o piu collo UMA-:sëîoccano adunque
izpoçti con ,la ſanta della marauiglia il ſëgno delle coſe defideratedl
quale ſegno e‘ doppio;percioche l’uno è vicino,& l’altro piu lontano
pio vicino èil ſegno.” rolex-e muouere ſpauento 8c compaſsíonc o, I
com*
2.2.1
‘compiacimento per miſeria meritata.Piu lontano è il ſegno divolere
eſsi acca ttare i1 ſauorepopolarep di volere eſſere dichiarati per Vit;
terioſi ſopra i ſuoi auerſarixgaflxàweîf ”Un ”in çmíuçomp. La maraui:
glia congiunta con la mutatione di ſelicita in miſeria nella perſona di
mezzana bonta accreſce 8: magnifica lo ſpavento &la compaſsione-8c
per cio la marauiglia ſi puo domandare eſſere coſa tragica. Et la ma:
'rauiglia congiüta con la mutatione pur di ſelicita in miſeria nella per
ſona maluagia accreſce &magnifica con la conſolatione il compiaci.
mento ciel popolo.Laonde ragioneuolmente ſi puo la marauiglia do
mandare coſa aggredeuole agli huomini.Et quantunque di ſopra non
paia Ariſtotele commendare coſifatto piacere della tragedia,dobbia=
mo credere'clie non l’habbia commendato in riſpetto dell’altro piace
re, &nö perche per ſe ſenza riſpettomö ſia cómendabileffloiche inque
ſta giunta dichiara al largo come intenda l’eſſere aggradeuole agli
huomini.’t';| -ro'iîro Hiro; Nepi-5 zie-là ”ou-gia: ZÈaza’ſnèxÎ Sam’ NEW, ”ù o' 'ev
fgä@ pì” &Pinè; 55710-5, E’adunque aggradeuole agli huomini quando
vno aſtuto, & ſcelera to e‘ ingannato come Siſipho,il quale eſſendo a:
-uedutiſsimo tra tutti gli huomini,&adoperando l’auedimento ſuo in
. ~maie ſu inganna to da Autolico,che gli fiiraua il ſuo beſtiame-,rieſi po
teua auedere ne riconoſèerlo,percioche lo tra sſormaua ſubito come
prima l’haueua furatoD quando vn poſſente vſando la ſua poſſan:
-za ingiuſtamente,è ſuperatoxome Golia , che ſu ſuperato daiDauid f
paſtore,& giouinettoszt 510'610 iui: amg Sez-aſma: ai”. Sono due manie
're di veriſìmili,l’vna di quelli, che rappreſentano le verita,le quali a.
uengono perlo piu ſecondo certo corſo.Et l’altra di quelli,che rap:
*preſentano le verita che alcuna volta trauiano dall’vſato corſo come
e veriſimile che vno aſtuto maluagio inganni,& non ſia ingannatoflt
`ehe vn poſſente vinca,& non ſtavinto,percioche veramëte noiveggia
-mo per lo piu auenire coſi,& è ächora verifimile che vno aſtuto ma]
oagio volëdo in ?mare ſia ingannato alcuna volta,& che vn poſſente
voli-do vincere ia vinto alcuna volta. Si che l’vnveriſimile riguarda
‘l’aſſai volte della verita,& l’altro le poche volte della verita,& coſi
l’vno come l'altro è veriſimile,ma il ſecondo per la rarita è piu mara
uiglioſo Bce detto eſſere veriſimile fiaori del veriſimile pure perla rari
ta,& perche ſ1 torce dalla ſtrada del primo veriſimile. Dice adíique
— Ariſtotele che l’accidente marauiglioſoxlie è aggradeuole agli huo:
mini come che non auenga molte volte,&non ſeguiti la via del com:
mune verifimilenon eda rifiutare come non veriſimile percioche
egli è veriſimile , conciofia coſa che ſecondo che dicea Aga:
’ L1] y thom_
thone ſ1 truoui: alèimoverifimile quale è queſto che è fuori del veriſu”
mile nella’guiſa che habbiamo dichiarato. Di queſto motto Agatho:
neſco fa .mentione Ariſtotele di ſotto vn’altra volta nelleſolutionj '
ſenza nominarne l’autore ,8c nel ſecondo libro ' della ritorica nomi: v
nandone l'autore.x9ü`1àp xoçip Bui” PJ imhafläptäp imxpſſöppjx nigi” è?
”il Inw—.Qgeſta ela terza giunta contenuta inv quella particella-latta al
choro,delquale ſi parlò.di ſopra quando ſipario delle parti di quan:
tira della teagedia. Et perche ſ1 parlò di ſopra ñclel choro ln quanto
s’introduce in palco come cantante-ſolamente ñ só’aggiugne …che fi ›
uo introdurre anchora comezparlante , 8: meſcolato nell attiene.
Appreſſo’ perche di ſopra .ſi parlo' delv choro ‘cantantelènzapaleſare
qual materia doueſſe eſſere ſoggetto del ſuo cauto qui uis’aggiugne,
cherla‘ materia è di du'e maniere,o.ſh'ana &ſeperata dalla fauola,o con ~
faccuole,& congiunta‘conxlal ſauola',& ſ1 come ſl biaſima che in palco -
s’introduca il chorouparla nte ſimplicementez &ſi commenda che vi a
s’introduca~parlante,8cmeſtolato nell’attiene.; coſiñſibiafima che la -
materia del ſuocanto ſia ſtrana,&ſeperata,&` ſl commenda chela ma -
teria ſua ſia confaceuole 8c congiunta con la ſauola.Si dice adunque, ñ
-ſearlante
ilchoro iuùſiripdeeintrodurre
xogip z 'isz &mA-Baci
in palco
?Zip non
5:.”prcome
raffibiſ‘ogna-
cantantema
che ll choro
come ñ
. 22
pra mi@ ”diff-n‘a ha fifa In -nì ul;- aî &c. Le parti predette ſono com!
rnuni alla fliuola {k alla ſententia,& per lo modo del pale-ſare diuenl
gono proprie o dell’vna o dell’altra, percioche divengono proprie,
& particolari della ſauola quando ſono paleſate perla conflitutione
della fiiuola ſenza pruoua porta per parole 6t informa d’inſegnamen
to.Et diuengono’proprie 8t particolari della ſententia quando ſono
pale-ſa te perlo Fauella‘tore per parole,& informa di pruoua 8t d’inſe
gnamento. ai :ragà vb;- due; fl'ynáìaidn queſtoluogo ’ſafe‘ non lia ſom
d’eccetnone,ma di cagione 8t e‘ come ſe fi diceſſe ”è “n-5107:‘ 712'700 firm.
'1’( 7a} Z29; 'e'm ”17 AipnO't'gyep. Dice che ſuperflua,& vana ſarebbe l'ope:
ra del fauellacore ſele predette parti appariſſono per la eonſtitutio:
ne delle coſe.Adunque cinando appariſcono perla 'conltitutioue del:
le coſe lbfficientemente a ſementia non ha luogo, ne _ſ1 dee ‘di nuo:
uo tornare ad appreſtarle con parole concioſia coſa che non ſ1 deb,
ba appreſtare l'appreflato , ne maniſcſtare il manifeſto. áçxvän íá‘ie.
vColoroJiquali non riconolèono che qui ſia errore aſſegnino a queſte
parole' ſe poſſono ſenſo degno,& conueniente ad Arùtotele.Adun:
'que io crederci che nó foſſe male a leggere 'Mn in luogod'ñl‘ía,e’l ſenſo
ſarebbeconueneuoleazç 5m*- -du‘- ALL-*9154 n‘a: in‘: 373‘9- omçîas. Qui pri:
ma che ſi ceminci aparlare della fauella pertenente alla poetica,fi di
,ce che ci è vna‘maniera di ſpeculatione intorno _alla fauellafla quale
non pertiene,ne è indirizzata alla poetica concioſia coſa che il profe:
tere le parole con modo di comandare,di pregare, di narrare,di mi:
nacciare,di domandare 8t di riſpondere & con ſimili non pei-tenga
alla poetica,ma ad vn’altra arte cio e‘ alla contra ſattiua,che fi chiama
Saw-“linda quale perche ha ſotto ſe altre arti,che la proibrenza delle
parole ſeguita che non ſenza ragione anchora ſ1 chiama Mnifmni.
vHora è da ſapere,cl1e ci ſono de modi di proſerenzadi quali Ariſto.
tele chiama qui «Xu-;mis zíèws.& noi di ſotto chiameremo caſizöt ri.— ì
e._,.“"._e
’ perremgll ſotto il caſo delflverbo,& diſfini remgli eſſere ſupplimenti
di difetti d'vn ſentimento,o d’vn verbo fatti con la figurap con l’at
to del parlante come dice'ndofi A MO , 8t potendoui mancare,io di:
‘ moſtro che ,o io domando ſe,ſ1 ſuppliſce l'vndifetto,& l’altro eon la
figura o c0n l’atto del pa rlanteJVla perche puo naſcere dubbio intor
no ’a diſetti,cl_1e ſono da ſupplirecon la 'figura, 8t con l’atto del par
lante ſi deeprocedere. con queſto 0rdine,prima è da ſapere quanti,&
quali ‘difetti ſl poſſarro attribuire ad vn’a voce d’vn verbo come per
eagione d’eſſem i0 ad A'z'nJl ſi poſſono attribuire due difettiJ’vno è,
‘ [o comando,&l altro è,lo priego. Si cliei difetti ſono due,& l’vno è
' Mmm diítto
difetto comandatiuo,&l’altroì èp-regatiuo, Ecla conoſcenza (litio
è della` grammatica. Poi è da ſapere qual: dlíètto in certo luogo‘ fia
da ſupphre piu tolto , come per cagione d’cſſcmpio ,ncl'ſcflcmpio
d`H0mero addotto da Auſtotch wîuç Zaá‘e— hà. è da ſuppbrç piu
toſto- il diſerto pregati-uo che il comandarin perle circo flaan
cſſendo huomo mortale 8: biſognoſo del canto altrui colui , chç
dice 'n'a-JR, 8: diccndolo ad vna dea ,. che: nonc‘vbligata, ne puo
cſſcre coltrctta afarcio ſu non vuole.- Lt la conoſcenza dicio partie:
_ nc alla ſperimza delle coſe dal mondo,& al ſenſo commune. Vltima:
mente poicheſi ſa qual difetto ſ1 ch- ſupplire ,ſc vogliamo leggere
o pro ſcrerc quella voce Em. dobbxamo ſapere con quale figm a 8t A
atto ſ1 proſcra quando preghiamo, &_la conokcnzg (lido pcrtìene
allacomraſattiua. Hot-a ſtando Ia coſa coli vcggíamo-che coſa di
.ccſſc Protagora contra Homcro , 8: che coſa tiſpondtſſc Ariſtotele
per lui difendendolo , a potremo ſapere ſcl’accùſa pertcncffi: alla
contrafattiua o no-,& ſimilmente la dlſëſſhA ProtagOra parcua che
‘Romero haneſſe vſato il difetto comandatiuo , percioche egli cre.
dcuachela vocc Zia-m non poteſſe riccucrpanchoia *il difetto pre:
gaduo. , 8c peccaua ingrammatica pccſuppom-ndo.- quello che è fa!.
ſo,clxc la predetta‘voce non potcſſc ~r1ceucre ſe… non vn dxfctto , &
quello comandariuo. Et ad Ariflotclc pare che Protagora preti-refl
tè *Jam comandatiuamcme qu'ando lo doucua profercrc pregati:
uamcnte,& gh' apponc quello in che non peccauap ſevi peccaua,vi
peccaua perciochc egli non ſapcua grgmmau’ca ,A & non perche noh
.ſapeſſe il ſenſo commune ſecondo il quale :gli dlcena che Homcto
. doueua vſarc il difetto pregatiuo, & appreſſo dice che peccaua nel:
la contraſattlua. ll che non c‘ vero. Laonde nell’accuſa Protagora
ha commcſſo vno errore il“) grammatica , 8( Arjſtorele ha commcſsi
due errorſibella dſſeſaL’vno in credere che Prota ora habbia Mato
in èdigrammatjca
I*: ſenſo communeJ’altro in crederc-
fia fallo-della che l’errore i Protagora
contratättiuaEtèñdſia ,ilqua
ſapere ſecondo
che anchora diremo di ſotto dic gli errori del poeta commeſsi in gri
matica 0 in ſenſo commune., pertcnguno alla poetica non potendo
altri cſſere poeta
communidel ſenza la conoftenza
mondo-Perche dcſhdiérotagox'aſic
dall'accuſa rammarica,.& delle
foſſe coſe ſſ
itaca.”
gionruolc,Homel-o non ſ1 potrebbe fall-ale ſono lo ſcudo che ſom,
accuſa che pertencſiè ad altra arte come crede: Ariſtocelcflspä ’Wiz-'è
l 14.249,041'1 ſl prende A53” pax-_la ſar-:1La in uanto ſx parla. 8( fi proſa-ra.
a PüWſ-bi‘l‘ñ‘ffi? "m Confiderarfl‘one , *alla qual: lì ragiona qm ri:
. .- ‘ ` guarda
la
\
226
guarda la proi'crcnzaHora l'ordine e’l ſentimento Braſil'. Tra l’altre
manîere di confidc‘rationighe 1; I igirano intorno alla fauefla m quan
to ſi proſe-ra vna ccn’è della conti afattiua ,81 di colui che ha coſiſat:
ita principale arte,c-io èjl ſapere le figure della proferenZa della ſauella
.quali ſicno;Si che -n‘r «lx-?nam ”ſa .ME-'os è quarto caſo &non primo c0.
meſtrmano alcuni ,az eretto dallo’nfin’ito Mim che tiene luogo di
Primo caſ0.’E’i ſapere le figure della profcrcma della_ fam-lla quali
fieno , è que-'ila vna manici-'a di conſidei-ationc che tra i altre ſi ”gira
intorno atta proſcrenza della Panella. -n'u ömxfijuíd , n‘a-:BU Nlau‘rwe
7)ç›ff©'3tf)flflkflflkìf. Dicendoíi che qudia lpecuiationc c‘ dell’ar:
'tc contrafi-niua poteua altri penſare che qucfia arte foſſc ſonopoſta
alla poetica , 8c per conſeguente che i t‘aſh' comme—ſst in lei per mezzo
ſuo ſi trasporraſſono alia poetica. Laonde lì ſoggingneche c‘ .ſuccue
Iatione'di'colui ‘, che ha coiifat—taarte principale. Se adunqiieè arte
,principalgla quale comprende ſorto ſe altre arti,& alla quale ai tre ar‘-r
ti ſi rapportano 1'eguim,chc i falli comme-131 in ici non fienocha pm
_tiemEt C da ſſOrrè Wlfldfllía cio è (dif-atta îpçaiixöí,&c0ſi riguardcuo:
1-' perſe, &chc ha grado perſe,&,com[remic fotto le molteartí
non ch: eſſa ſia comprelaſotto la poetica, 6c s’appoggi a quella. :La
contrafartiua adunque ha molte ſp'etie ſotto ſe ſecondo gli ſtorm-?nq
ti,che vſa ’in contra-‘are come ſono la preferenza -ilcanto,ilſuono,
il balio,gliatti,o i reggimenti del corpo. Perla qual coſa non è mara:
uiglia ſe Ariſtotele la nomina &gx-mſmxi‘i, Et perche ſi [Appia che
,töſa intenda per figure di ſiiuelia per particolare cſſcmpio ci è dim o:
firato (iÎL`ClëtiOſi'oi.~f› -x'i Emmi, quale figura _ſia il comanda nento,qua:
le la fre luci-a, Stia narrationc , 8c [a minaccia , 8: ia domanda , &
la liſpol a , 6: ſe altra corale figura ci e‘. Hera l falli . come habbia
m0' deth , comr’nexsi in Proſerere male poſſono proceJere da ignoz
railza di grammatica, di ſenſo commune , ,8c di contraſattiua , 8c
guinon'cra da parlare‘ ſe non de falli precedenti da ignoranza di
Frammatica & di' ſenſo commune , ’ſecon In che' appare per
a riprenfione che Pacha Protagora ad Homsro , 6( non de
falli precedenti dall'ignoi'anza della contraſattíua. De quaîi ſalti
”ſe ſono ſcuſcuoli ne poeti perche pertcngono ad altra arte che
'alla poeticamonei-a
ſſdeli’accuſt-che ſimilmemeda
ſi fanno parlare
contra i Poe-;i ., quidcile
, maſcu'è
douech:
ſi park-ra
ſan:
_'no per gli poeti ’ragà' 'rai'- 10v’f03 ”53-3- u Uri-m, (Li parimen
te ”ceci ſignifica cagione,v & non eccettione. Ho. a' li rende la
ragione perche le flsurc nella faucèla .lieu-0 d' v na alti’ ’ ai tc ſuper ira
’ " ' ` Mmm z dalla
dalla poetica & ſ1- dice ſe perla conoſcenza delle predette figure,oper
la ignoranza non tornaſaude, o biafimo alla pOetica ſeguita che eſſe
ſi ure pertengano ad altre arti,concioſia coſa che quello ſiapropno
d vn’arte,che eſſendo ben ſarto la fa commendare,& eſſendo malſìt
cola fa biafimare. *My és dà mmm-‘m qui pare eſſere mcnoîynſmp'i ,
o coſa tale accioche coſi habbia la ſua riſì'20ſta ?ragà 7-} 1!.;- m'r ”da
per 'indizi-g cOme ha 'é à—,map perîm-n'mpaçáçmi. Ouero e da ire che
:qugflua non ſignifichi in quefio luogo ſunplicemente biafimo,ma at:
tribuimento o ſiadilodez o ſu, di biaſimo. n' 7a‘? ?xi-'ſir imaásaiiuqflîa
è’ NOWYRS îni'lluä. Con Vno eflempio dimoſtra Arifiotele clxei falli
commeſsi nelle figure della ſauella non recano biaſimo al poeta , o
alla poetica.Percioche ſe alcuno proſereſſe [nTvlp äaa- ed configura
di comandante fi come faceva Protagora, 8t per conſeguente ſallaſi
ſe douendolo proſetere con figura di pregante nonne terna biaſu
mo ad Homer-o come poeta ne alla poetica,rna èſallo della contre
fattiuaflia habbiamo moſtrato chela diſficulta dell’oppoſitione di
PratagOra non conſiſte nella figura della proſerznza male vſata , o
perche quella del comandare fiañfiata vſata da Protagora in ſuo o di
nella del pregare,ma* la diſficulta ccnſiſte ſe le voci del verbo de m0
:lo chiamato com’andatiuo da grammatici poſſano riceuere il ſignifir
cato del pregare,ſì come ſi ſa che riceuono quello del comädarelîe
Protagora iceua che non peteuano riceuere altro ſignificato che
quello_ del comandare ſi' per auentura per altro ſi per queſto ſpetialr.
mente,clie le voci del verbo di quello modo comandatiuo ſignifica:
no la diſpoſîtione dell’atto certa , o Ia priuatione dell'atto certa,ma'
ſe ſignificano la diſpoſitione certa dell’atto o la priuatione certa del:
l’atto non ſî uo dire che ”ſue Z'eJ‘e Già ſia pregare ſignificando ſe v0:
ei del modo c sfiderati'uo ,o -pi-egatiuo Ia ſoſpenſione dela certezza
dell’atto,o della priuatione.Et queſto .c‘ uello,che cſiceua Procagon
in quelle parole -nl ;to mai-?rai mnîvfl 'il m , îm‘nE-'s :eacio c‘perciOche
lo’ngiugnere'che alcuna coſa ditei'mina tamente ſi ſaccia o non ſi fac‘
' eiaècomandamentoſh come lo’ngiugnere che alcuna coſa non dite!“
minatamente ſi faccia o non ſi faccia c‘ pi eohiera. Alla qtale ragione
non riſ‘omle Arifio'tele come ſi e onuerre *be dicendo che è ſpecula
tione- d vna aſtraarte,che della f oetica cio è 'ris :immuni-f. Ma ati-Ta:
` :er mio era da negareche foſſe differenza ninna quanto è al ſignifica
to tra le voci-del vei bo del modo chiamato da grarrimatici roman
da[ſ1.~0,& tra le voci del ve] bo del modo chiamato deſidera-til o. Et
tra [6601340 ci.: anchora dicci:an` nella giunta fatta de noialtrats
m0
/
\ _ 22
raro de ve': bi_di meſſcr Pietro Bembo da dire coſi. ll modo del vez!
bo ſoſpcnfiuo riſpettino fi diuide in due maniere , l’vna delle quali
con vna voce ſola comprende due ſentimenti per Ordine de quali i]
primo ſempre fi cela, e’l ſecondo ſempre ſ1 manifeſta come AMA v0:
ce ſola comprende,clic io comando o priego , o conforto o ſimile”
che c‘ il primo ſentimento 6t e‘ celato,cl1e tu ami,il che è il ſec0ndo lèn
timento.& è apparente.Et l’altra mecleſimamente con vna voce , ſe
coli piace al parlante,o condue puo manileſtare i predetti due ſentì.
mtntl come A MI 10,0priegodio accioclie io ami,o tumi conſoni,
o tu mi comandiflxe i0 ami. La prima maniera chiamaronoí gram,
matici modo comandatiuo,& la ſeconda modo defiderátiuo maquan
to bene vcgganſelo eglino. Percioclie io tra loro nOn riconoſco
altra differenza alcuna oltre alla predetta. Et è da pormente che il
primo ſentimento èſcmpxe direi minatin con tutto clic il ſecondo
fia ſempre l‘oſpenfiuo. Et perche queſto ſc-cnndo ſentimento èil
principale-,8c ha riſpetto alpi-imc da eſſo habbiamo dinominato il mo
do 101Penſiuo:~ilj›ettiuo,& quindi apparela riſp ofla propria 8c po:
tente clze ſi dee e…: all’argc mento di Protagoraglquale argomento
Euſtatliio commentatore d’Homero ſi sfom di riſpondere anchora
che non uomini P1 otagora ma in vano,concedendo, che à'aJlu in quel
luogo non ſignifichi pre liiera , & negando che ſignifichi comanda:
Memo vuole che ſignific ll incitamento o conſono con‘ ditermina:
tiOne di certezzalîei anche ſi come ä'aJ‘t in quel luo‘go non ſignifica
comandamento nc direi-minatione _di Certezza ſecondo che habbiar
mo dimoſtrato coſi non ſignifica incitamento o ronſorto,ne diter:
minatione di certezzall che fi pruova coſi. Sempre nelle voci del ver
Ln del modochiamaco comandante ſono due erſoml’vm di co
lui,che dee operai-eat l’altra di colui che vuole c ies’opei i.La perſo.
na di colui,d:e dee operai-e o puo operai-e ſe vuole & fia a' lui,o non
puo pei che nö illa alui. Se puo operare ſe vuole 8t [la alui la perſona
che vuole che s’oy eri gli puo comädare,lo puo cóſortarep incitare
lo puo preìarc. Ma ſe nó p 1:0 operare fin-die nó iſta alui,la perſona
che vuole c e s’c}` eri puo deſiderare c ie egli poſſaHora ſi coma'n:
da al mxnoreiſi Lonrſſm ta 0 s’incital’v t ale & fi pi-iega‘ il maggio”,
61 ſi dcfidei a (Le poſſa il mir-m e l’vgna e e’l maggio”. Se la muſa, la
quale è per ſona (le dee cpu aſf,1`l.0 operai :Je vuole 8( (la a lei,&é
mflggimeadinqte Her. ci o (lle è la perſona che vuole clìe's’opcri
non le comand‘a ro la (Cl forte. o inci-‘mcr, cleſzdera che eîla pol;
ſigma la priega ſolamente. Et gia s’c‘ moſh amd-.e le vocx di qutſto
Lì ni m z modo
modo o ſignîñchino comandamento o incitamento o preghiera, o
deſiderio non poſſono eſſere con díçermmatione ‘di certezza. Per:
che Euſtathio non riſponde meglio gll’a rgomcmo.di l’roragoracue
ſ1 Faceſſe Ariſtorelc quantunque mollri riconoſcerepiu ll Vigore
… di quello. ` ` `
ì’ PAR “CELLA VFNTESIMA SECONDA. *ris 5 142m; &m'flu‘ſá
” P'îsÎ 11'! ”ig-L, ;WE-z. ,dvi-MB; dquMaZS JW!“ Jill”, ?map 1156:”, 151—9'.
’ì :alxîoîruffi nica 'Hi ?unì &fix-{fuoz o; RÎÉR; ,ÈM’ZÈ :i ”ìprnuruut u 7”an ſu"
i* nÌ. 791'; 16@ eng-'03 èdfflìJ‘lfl'ç-,m om”, mg cìä‘mffxîx ;Ver-o 9:u)ç;`op, '1mij ’j
’z ,zie-'707; @miu , ”ù 1b Îvu’puflſhuîx Ì‘éçmop. 1515 pmi-.w uffi ZZ… 'BYE'MÌFS ;E
ì’ Qmèu) :uo ‘SÉ‘UÌM’Q un‘. yu': .avrà ”fango/WS , x410 ‘pm/u) &io-$111), Joi- -rò e
”1B ’éçavofö, 15 u'lrù 'UVB Air mf «5:5 USI o-ÎJ‘ÉuI'aeíu '2,433 QUI-u) , …17"15 'TB‘.
n {Xin-u:: 11 và pavia) 7115543010?! ìu--síyflîo‘- 76 7,791" l‘,1‘u`íîu SAN-:piſta flxÎyzfl 'n
n re? einem?, vsü 753D”, ”à .Puffi-m, ”EL+1ho'rnfl "Uil ;né-raggi; kçaxÉrlmſç'n 32v*
”fln ;un [$1ijth , ”ü Mai@ , :ris: _6,4 ua‘ 'hp-op i? nl': guru-:Es m‘x’iu
Q) '.rpç.; .
CO V TEN ENZA . (LL-1h fieno le parti della fauella, che fia. elemen
t 1.6x qua i Ee_`parti ſue.
’ì VVLGARlLZA M ENTO. Hora della &ue-{L1 vníuerſalc queſte ſono
1’ le parti elemento,ſil(aba,legame, nome, verb0,articolo ,Caſo ,dlffinir
’I rione. Elemento :dunque è voce …diviſibile non (dico)qualunqne(v9
” ce indluifibüe )ma quella della quale ſi puo formare voce intende-uo.:
a’ le. Perctoch le vom delle fiere ſono indflulſibxiimiuna delle quah apx
n pello elemento. Er di queſta le parti ſono la VOL-ale, la mezza vocale.
n ’& la muta. Et e‘ vocale quella Lhc ſenza percoſſa ha la voce udeuoíc.
v’ Et mezzo vocale quell’a, che con [à percoſſa ha la voce "deu-01c- c0:
a’ me ,i Ì,& -ròç,Et la muta quella che con tutta la percoſſa perſe non
P* ha voce m'una,ma in compagnia di quelle-,che hanno alcuna voce di
" un'em— vdeuoie,come 1-5 7,113 J‘, Et queſte ſono dxffizrenrí per figure del:
”la bocca , 8: per luoghi,& per graſſezza ,8: per ma'grezza,& per lun:
”ghez'za;& per brcuita,& oltre ahcio per agutezzafll per grauezza , 8c
”per mezzanita, {memo a ciaſtuna delle qual] coſe lèperacamentc ſi
”conuiene ſpeculáre ne trattati del ven-lìſicare. '
S’POS‘T‘ONE.“nÎſÌAÉÈWHÎFà!” ma' :sì uffa. Qui fi comincia a ra
gionaf'e della fauella tutta che puo in .alcun modo pel-tenere alla
poetica
eſſere non oſtanre
communi alla che le coſe-.di
proſa che_rſiícOÎ-ica
u'o è alla ſi ragiona,poretlbno
o anchora ad anchor:
altra ar:
N275! ad altri, che a p0:ri,c0me alla grammauca , 8c á’coloro chrim:
Qua-no a leggere. Et anchora che queſto nitrato non fia del ruch
' ’ çompsóp
2.28
rompiuto,come ſimoflrera in alcun luogo,é nondimeno da credere
dae Ariſlotele il faceſſe compiuto & lo regiſti-aſſe ne libri della’mpre:
ſa dell’arte poeticaxLieflae adunque la quarta parte di qualita della
tragedia,& l’vltima di quelle che toccano al poeta.La qual finita s’im.
pori-a fine al ragiOnamento della tragediaLe parti adu nque della ſa.
uella,intorno alle quali ſipoſſono donare certi vtili inſegnamenti al
oeta ſono otto,diſfinitione,verbo,nome,caſo,articolo ,legame , file
iàba, &elemento , le qual! ſi potranno perauentura' trouare eſſere
qtzeſte,& tante,l'e diremo ,che tutta laſauella pertenente alla poe:
tica,1ìdiuida in quattro_ maniere di voci, la prima delle quali come
prenda le voci ſignifica uueJa ſeconda le voci non ſiìxiificatiue'da tera
za le voci (llhlſiblll,&la quarta le voci indiuiſibili. elle (piali (piat
tro maniere ſi ſanno_ tre accoppiamenti , il primo de_ quali contenga
levociſigniſicatiueöt diuiſibili/,ilſtcondo le voci non ſignificatiue
&diuiſibili e’l terzo le voci non lìgnificatlue &indiuiſibili. Dal pri:
mo accoppiamento procedeno le quattro parti diffinitione,verbq,
nome ,81 caſo,cl1e ſono voci'ſi nificatiue, & diuiſibili,dal ſecondo
procedono le tre parti articolo, egame & ſillaba, che _ſono voci non
ſignificatiue , & diuifibili , &dal terzo procede l’vna parte, 'che
el’elemento ,, il quale è voce non ſignificatiua 8t indiuiſibile
\ e . ñ . ,
”73705 ”ſu 07-9. ;5-1 çmn Mio-WO. Se elemento è voce indiuiſibile
ſeguita di neceisita , che le conſonanti non fieno elementi , &
ſperialmcnte tra le conſonanti le mutole , le quali per ſe non ſi
poſſono proferere in guiſa che ſuonino ,. &- ſieno voci ſaluo ſe
non s’accompagnano con vna vocale.— Et ſe ſi diceſſe,che pu:
te la conſonante e‘ voce indiuiſibilein quanto proiërta in com:
pagnia della vocale è riconoſciuta eſſere voce , e da riſponde:
re che egli ,è vero ,ñ che è voce i—ndiuiſibile mentre è accompaa
gnata con la vecale , ma la conſonante , ſpiccata da lei la v0.—
Cale, non refla piu ne voce ne indiuiſibile in guiſa che le vocali
ſole pei-Lettino elementi ,ñ 8t per compagnia loxo ſono anchora
le con onanti. ma non perſe.- Adunque per piena 8( chiara diſ
finit:one dell' elemento ſi doueua dir coſi._ Elemento e` voce in
diuiſibile perſe , o ſer compagnia d’ altra voce. ”ù ` 13@ o.”
flap dei“ LAUREN] çmai , ‘mp «ii-Aule‘: I'ma scixtToç-c Se qu’eîlla voce
incliuiſibile che è atta; con altre ,i o ſola a- conſtiruire vna voce
intendeuole è elemento non veggo come le voci degli animali*
0-dſlCllOſa delle coſe inſenſace non .ſic-no elementi. L30]]th an
elsora ſi ſono ſcimate tante Voci per adietro inv tutte le lingue
- pi'enilena
prendendoſi gli elementi dalle voeidegli animali, 8t delle coſe infin
late,le quali ſono domandare da alcuni con iſpetiale nome :ſemmai-a,
6: ſono intendeuoli.Perche per auentura era da dire, che elemento
è voce indiuiſibile d’huomo,& non qualunque voce,ma quella,la qua
le ſia atta a conſtituire o perſe,o con altri voce mtendeuoleEt quan
tunque fi prendano delle voci degli animali o delle coſe inſenſa teper
formare Voci intendeuoli,n0n ſi prendono percio ſe non quelle.che
ſono con formi có la voce humana,&ſe pure ſiprëdono di quelle che
’nóſono cóſormiſi piegano,& fi trasformano inguiſa che ſi conſorma
no con quella,& coli auiene,che elemento,onde èconflituita la voce
intendeuole ſempreè voce huma na , ne delle voci dellefiere diuerſe
dalle noſtre ſi uo conſhtuirevoce intendeuole coſi'come non ſ1 puo
'conſtituire de e noſtre che non ſono atte a farcio.Et coſi eſtil‘no che
ſia da intendere quello che quidice Ariſtotele-*miu: Salza-rin ?mie-;fi
rà finiamo‘. ”h ?po-og. Diuide Ariſtotele glielementi,o le voci indjuj.
ſibili atte a conſtituire voce intendeuole in tre parti,in vocali,in mez
zo vocali,& in mutole,cio è in voci di ſuono intero,invoci di mezzo
ſuon0,& in voci di niuno ſuono , 8c chiama vocali o voci di ſuono
intero quelle,che perſe ſenza aiuto di percoſſap d’altra voce ſonan=
ñte ſuonano,& mezzo vocali o voci di mezzo ſuono quell-.- , che con
certa percoſlä ſuonano con la qual percoſſa non ſuonano le mutole
o le voci di niuno ſuono, 6; mutole quelle-,che ne per ſeme con Per:
colla ſu onano,ma ſe deono ſonare 8c eſſere vdite cOnuiene che s’acz
compagnino con vna voce , che habbia ſuono, 8: quindi ſono dette
'mutole,& fi diilinguono dalle mezzo vocali. Ma parliamo prima del:
le vocali & poi parleremo delle conſonanti. 'Le vocali iimplici ſono
cinque appo i greci & ſono quelle,le quali tra le vocali ſono 8: ſi poſ:
ſono nominare elementi, percioche ſono indiuiſibili,& ſono quelle
*che fi chiamano vocali brieui A,E,I,O,Y, le quali quando diuen` ono
lunghe non ſono piu fimplici , ne elementi,cio è voci indiuiſibi i ma
-ſono elementi doppi , ö( diuiſibili, percioche ſono due voci congi;
-unte inſieme,concioſia coſa che altro non ſia A lungo che due AA
-brieuinſtretti inſieme , & non altro E lui-ico‘che due EE brieui ri:
flretti inſiemepnde anchora s’eſom-iatofi (Îie altro nö e‘ che dueEE
&non altro l lungo che due ll brieui. Laonde alcuna volta in din-ro:
`ſtratione dicio fi truoual lungo ſculpito ne marmi antichi ſoperchi
arele altre lettere in queſta guiſa Sabino uaſi .fieno due", 8: non
alti-00 lungo,che due OO brieui ritira-tti inſieme onde anchora s’è
formato Q cognominato për-2,6: nó altro _Y lungo che due YYbrieuÌ.
`Percl1ei greci non ſeeero opera ailà’i ` perfetta quando hauendo c0 =
_ ~ 229
minciato a ſegnare eo” diverſe figure le vocali lunghe da quelle del.
le brieui,& non hauendo ſegnato ſe non E lungo con la figura H,&
ñO lungo con la figura Q tralaſciarono di ſegnare l’altre tife.Sono ar
dunque le vocali limplici cinque,& le doppie cinque hauendo ciaſcu‘;
'na raddoppiata la ſua uocale,ma perche ciaſtuna delle tre ſimplici A',
E,&O Be ciaſcuna delle tre doppie predette A,H,&Q s’accompa: _
nano con l & Y ſimplici,& Y fimplice & doppia s’accOmpagna con
f ſimplice rieſcono anchora oltre alle predette cinque‘,lette vocali
’doppie compoſte di diuerſe vocali Al,AY,'El,EY,Ol,OY,Yl,& ſette
triplici per dir coſi compoſte di quelle due medeſime vocali, &d’vna
diuerſa come Al,A‘i’,Hi,llXQl,QY,Yl. lo ſo,che da grammatici greci
non ſono [late riconoſciute le cinque vocali lunghe per vocali dop.
pie ,o quelle ſette che ſono compoſle della lunga`,& della brieue di;
nerſa per vocali triplici , ma non dee parer marauiglia acolor’o,chç’
ponendo ben mente confidereranno che non hanno riconoſciute
'molte altre coſein quella arte.Sono adunque le vocali ſimplici &ele
mentali cinque,&’le compoſte dicin0ue,cio è cinque doppie compo
ſte ciaſcuna di due vocali lleſſe, 6c ſette altre pur doppie compolle
ciaſcuna di due diuerſe voc‘ali,& ſette altre triplíci compolle ciaſcuna
. di due vocali ſteſſi-,Gt d’vna vocale diuerſa# coſi fi diffinguono per
fimplicita,per dupplicita di _due maniere,& per triplicita, Hora le le'
vocali elementali ſono ſimplici ſeguitano di neceſsita due cOncluſio:
ni,clie paiono diſcordare dalle parole d’Ar-iſloteleL’vna è,che le vo
~cali in guanto brieui o elementi non hanno tra ſe differenza niuna
per lunghezza o per breuita eſſendo tutte 8( cinqueparimente brîé;
all'altra è,che le vocali in quanto lunghe o compoſte non caggiono
ſotto la diffinitione dell’elemento,ma della ſillaba ,ſi come filnoſtre:
_ra poco appreſſo.Et è vero che la ſimplicita produce la breuita,& I.
compoſitione la lunghezza-8c che l’arte verſificatora conſidera ſimi.
le breuita,& lunghezza per riſpetto de piedi ſenza le quali non gli po
trebbe conflituire,ma a nollri di noi perla proſercnza antica uenuta
meno ne noſtri labri non poſsiamo con gliorecchi diſcernere la lun:
ghezza delle vocali compoſte dalla breuita delle vocali ſunpliciJlehe
gliantichi anchora ſenza arte verſificatoia con l’vdita ſola potevano
_‘ottimamentc ſare.Appreſſo le voci ſono differenti tra ſe per cagione
_di piu,& di meno ſuono come ſuona piu O che A,& A piu che E,&
. ’nella differentia non c‘conlìderata dall’arte verſìficatoiajna è con,
ſiderata dalla compofitioneda quale ècommune a uerſi {Spalle proſe
45: della quale ragionano 'comnmnemente tutti i maeſtri ;18“Roſita
't ' Nnn &ſpe
l
z s
230
ne a noflri tempi nelle bocche degli liuomini la differenza tra l’accen ‘
to aguto,e’l ripiegare liauendo noi anchora in cio perdutala profe
renza verace antica. Ne piu appertiene alla verſificatoia la conſider ‘
ratione di quella differenza , che ſi facciano le due conſiderationi
proſsimamente ſopradette , ma inſieme con quelle appertiene alla
compoſitione. Ecci anche ra tra le vocali vna altra differenza,cl1e al:
curia ſi prot‘era piu piacevolmente & alcuna piu aſpramente, & cio
procede dal luogo piu lontano o piu vicino alla bocca,nel quale ſi
forma la vocale# dal movimento piu,o meno ſconcio della lingua
.Side labr i,<.ol quale ſi forma la vocale. Perche ſi puo domandare que:
fia differenZa di vocali per aſprezza o per piaceuolezzaDi clic molti
autori parlano,& ſpecialmente Dionigi Halicamaflëo nell’allegato
libro,& pertiene pure queſta (Peculatione non alla verſificatoia, ma
alla compoſitione.Vltimamente ſono le vocali 6t ſimplici 8t compa:
fle tra ſe differenti per cagiOne di nome , percioche alcune hanno il
nome tale a unto quale e’l ſuono,col quale proſerëdoſi ſi ſanno ſen
tire, &aleüe iänolil nome diuerſo dal ſuono &preſo altronde ſicome
A vocale ſimplice,o AA doppia fi demanda Alpha 6: lia preſo il no
me da vna aſpiratíone hebraiea nominata Aleph che ſi figura con ſor
’ma non molto diſsimile da A , 8c come I vocale ſimplice,& ll vocale
`doppia ſi dinomina lora,& ha preſo il nome da vna conſonante he:
braica nominata lod che ſi figura con forma nOn molto diíîsimile da
1,8{come H,_cl_1e è_ come dicemmo la doppia EE. ſi dinomina HTA,
ö: ha preſoìl nome da vna aſpiratíone hebraica nominata lietlr, che fi
figura conforma ~non molto diſsimile da HaEt queſta confideratione
tocca ne alla verſrficatoi ne alla compoſitione , ma alla grammatica
8t a colui, che inſegna a eggere. Adun ue moſtreremo come in _fir
gura le ſopra dette lei differentie di voca '.
Quinto
Quinta differenza di conſonante per no
234
me preſo.
Dal ſuono Daltrondo
.’59, ’o
. . 7l
al?, °
‘ WP"; N"lv - v `. fl
.(0
230
luoghezza & la breuita conſiderata nelle ſillabe pertengono alla ver_
ſificatoia conuerra che ſuperſluamente ſia ſtato detto che conſi det-a
te negli elementi pertengono alla verſificatoiadnìaNa-'u 75:90”) &Wi-m:.
Pare coſa ſtrana quella che Arifiotele dice del legame cio è che ſia
voce non ſignificatiua, la quale non opera ne vieta chela voce com
poſta di piu voci ſignifichi, concioſia coſa che il legame habbia la ſua
fignificatione,come hanno le altre parti del ragionamento” quale
L‘ di congiugnere,di continuare di diſgiungere di raccogliere 8t di ſi:
mili.l\îa quello che dice AriſtOtele è da intendereſanamenteflfida
dire che il legame è voce non ſignificatiuamon perche non habbia ſor_
i za di legare inſieme le voci , 8t di piu farne diuenirc vna, ma perche
congiungendo le voci ſignificatiue inſieme non opera col ſuo ſignifi
ficato di congiugnere che eſſeſigniſichino altra coſa,che quellaJa qua
le prima eſſe nOn congiunte inſieme ſignificauano conteſe io_ diro ſe;
peratamente queſte voci. Aleſſandro vinſe il mondo,Ceſàre vinſe il
mondo &ſe le diro legate inſieme.Aleſſandro vinſe ilmondo 8t Ce
ſare vinſe il mondo non mutero ſignificato, ma ſolamente doue pri:
ma erano due ragionamenti ſèpetati,poi per vi Ore del legame ſono
diuenuti vno. Et perche è compoſto di voci ignificatiue il legame
nOn‘glivieta o muta la-ſi nificatione ſua.Ma ſe il legame congiugneſl
ſe in teme iu voci non ignificatiue come piu elementi,o piu ſillabe
anchora clic faceſſe di piu voci vna non opererebbe miga che quella
voce fatta vna ſoſſe ſignificatiua. Hora ſono alcuni legami , li quali
ſi poſſono domandare grammaticali , cio è quelle particelle le qua:
li ſono riconoſciute da grammatici per legami,& ſono alcuni altri li
quali ſi oſſono domandare ritorici, &ſono ſta ti da maeſtri del bendi
re ripoſti nella ſchiera delle figure con queſti nomi.Prçteritio.Tran=
ſid0.Dubitatio &ſimiliMa Ariſtotele non parla di queſh ſecondi, ma
deprimi,intorno a quali a pro della poetica ſarebbe da conſiderare
ſe alcuni fieno propri del verſo , ohabbiano alcuna propria forza
di levare nel verſo diverſa da quella che hanno nella proſa. {ol-'n im:
ati-,om wii poni‘: play dnuav'ſuìp. Wella inſermita del legame non
puo operare , ne _impedire,clie vna voce atta ad eſſeie compoſta di
iu parole ſiafignificatiuama riguarda ſolamëte la fignificatione,&nö
PvnitaPerciocÌie in conſtituire l’vnita non è il legame punto infer.
mopma gagliardo 6t potente.Et queſta inſenmta non ſi truoua nella
ſillaEa quantunque ſia voce non ſignificativa come è il legame. Per:
cioche èatta o `eſſendo legate piu ſillabe inſieme,& alcuna volta eſſa
ſola ad operare che la voce ſia ſignificatiua.Et è da Porre meat-.2
1c
che Aríſtotele rende voce alcuna volta per- voce indiuiſibilecomefi
tru0ua negli c ementi ſimplici, & per voce compoſta come. ſ1 truoua
negli elem’enti o doppi,0 tripliCi ſecondo che entrano come parte
, nella filluba ,o per voce come entra per lillaba nella parola, o per
vote come comprende piu ſillabe cio e, per vua parola l‘otto la qual
~ voce cade il legameJ’arricolo , il nome, il verbo ,il caſo , pt alla vfine
per voce ſotto la quale ſi comprendono piu parole ſ1 come lì com:
premiano quando'per vigore del legame ſi cpilgiunguno inſieme, 8c
cofiſi prende in queſte luogo. {met-o(- 90"39] ”Wifi-tv (mm/923m. Con
uiene che queſta voce ſia atta ad eſſere compoſta mſi:.- e,& adiucuis
re vna per vigore del legame. Pe'rcioclie ſe lo diceſsi Alelſanclro il
magno vinſe ll mondo anchora che in quella voceſieno molte paro; ñ
le,non dimeno non è ella atta a diueuire vna per vigore del legame.
”ñ bn' rcsci'a’zàepoygaù ivrl fini-:mblel principio nel mezzo,& nel fine puo
liauere luogo il le ame,ma biſogna porre mente-,che non tutti _i le:
gami poſſono ,in ifferentemente eſſere allogatiin qualunque ſedia
principale,mez_zama,& finalePercioclie cene ſono alcuni,li quaiinon
illa _bene coſi portando la natura loro d'eſſere oſti altroue che nel
principio.Hora io credo che da leggere I gn &ggfflp,& non _Kn ai
ignàípj ,perche ſe ſi doueſſe leggerai"- non lì clirebbe &gnáílg ma &ça-51"[
&apPreſſo non fi direbbe ma' ;Zu-nl‘: ma uſi-raid. Adunque `il legame
Porre; occupare il principiojl mezzo,e'l finclaluo ſe _la natura del le.
game che non èaltro che l'vſo ſuo che coſi c` da interpretare né' in”
ed” n`on`comportaſſe che gli ſiçpoteſſc attribuire altro che la prima ſe:
dla ll .come ſono Nlp,='rO|,& J‘». Et quindi appare che Ariſtotele non
prende principio'del parlare per quello luogo che non liabbia niuna
parola auantiſe, ma ſimplicemente per la prima parte del parlare
,POP flfpmílënſe, ne le atacon altra parte precedente del parlare.
u çovu &tango; ~:rlleiſmp “Up ?0195 ”la &c_ Wella è vna altra diffinitione
del_ legame-,la qualeè aſſai piu brieue della prima,& contiene ſolamen
ſe 'l vigore ‘le legame,& non la ’nfermitameleſedie; che Poſſa occu:
Pare# Perſe# Perle coſe dette c‘ aſſai chiaraſiola'mentè c‘ da tlire che
0 la VQCC #155 è ſuPerflua,o chec‘ da leggere #(l,& quello è il ſenſo. ll
legame dſcnílo VOce vna è atta a fare che piu voci tliuengono una,
&fliCÉ'ſi iu’a quaſi inſonda l’vnita ſua nelle molte voci. Et poiche vo,
gliamo che ſl legga alla in luogo di mi; dobbiamo anchora legga”
[MARWIMSN in luogo di dana-mici. M a-ſc voleſsimo ritenere le voci co:
me ſellOſCrlttî ii ?mi HJHHO-îu M9050‘: (ſie: çmöp mësflmmxip J‘gmlſi'
,IW/“i“ W‘R‘T‘P’W- poſsiamo dire coſi
\ , o il legame è vna voce non3‘?!
gníficatiua d'vna voce compoſta di ,molte voci , la quale è atta a ſz
. .
- ”g
~ -. -Î
238.
”ffiì‘j ?By MçMVMÒ’W. ”7512M i) ?51:1 31511627@- n Nuevo—,É a”; 16 una “
167W?, ”Tau-FQ duna-Luana: ,xsù :da Tout-'112“? ’9 *mu-mk è ;MJ mMoTs "'0‘. “
È'végszm, 'i Eva-mms!? 'ju-rà -n‘zömxfnà, Joſie-.11” igm-mn‘: , 'i inn-rubo.. qò l.
` . u > ~ 7 1 - -l d l l .`. \ \
haha", ”FUN-À! , ”Tuus fune-r@- lux-n! mîn *rà uJ‘u i5'. A07@- 3 90v” dvvîqu u
num-tx”. E: ?ſu y‘vç” ”<5 &v-rè dna-”ti 1|. of: ra} Zara; A57@- Îx fmímç , ”ù u
320444210‘: dui-,xeflu , «Tap ,3 -ñs &vagano-1 Scrubs, EM’ 'st‘íxz-ml îz’vw ?ami-mv c.
'Ag'- l \ a I - d ’ n w ' 1 e l É A ,
Le” Hoya-,@3311 -m a2" dum-”fs É? ,a :Qua _ ”Piſa Mme: o ”WW-w g ‘91 u:
H7@- .’*|x480‘. a 7a} -î 4:16:15…va , ”Six ”Aao’mp Suùá‘ec'uë , Jul.: , ñ I’M-55 ”ha
…ng, z… i 5 fiàvsfomu,wîvduaalímf. Nume—5 ’fl'lJ‘u 16 ”In &nhîſhu
` \ , › t … .\. .. l .'. u \
immy 'j :iz-0,5’… zx ("mu-ſer dune-'ſoa old! 711.16 gl‘mmf. *num 3,10 ”Su ,in c‘
dupaívov‘ſg, Koh :xd-;mv- i 5h Éflpanóvr—of dvyxomu. 'i’ll è‘: ”ù ”DIMAko , ”ù ;e
Ten-«77^on ?una , ?sù UMMMFQÌ , ’o'îoîa 'IA `:WMA ?die ”maums-Sp "quoxamí— .z
ÈaVÒO. ` "
CONTENENZA. Che çoſa fia nome ,che coſa fia verbo. QuaIílſi-cì'
no le ſpetie del caſo,ehe coſa ſia diffinitione 8c quanto 1c ſnc ſpetie;
come de nom! alcuno fia ſimpüce, & alcuno doppio.
VTLGAR’ZZAMENÎI’O. -Et nome è voce compofla ſignjficatíua a
ſenza .tcmpo,della quale niuna parte è per ſeſteſſa ſignificatiua, ,Penn
cjoche -ne nomi doppi non vſiamo che eſſi: per ſeſtcſſa 11a ,ſignL- :e
ficanre come “9: W NNW i* _MW non figuifica. Et ,verbo .è v0; o*
ce compoſta ſignificau’ua con tempo della quale ninna parte figm.- tc
fica pcrſc ſh-ſſa , fi come anchora auiene ne nomi. Perciocheu
quello( nome-finge”: ouero AMB‘: non ſignifica inſieme il qua”: u
do. Ma .queſto (verbo) Bce-“uſa ouero mai-Pm lo ſignifica (ſ1 ma: u
cando míìcntc ) quello il tempo preſente, 8c qucſto il paſſato_- ’l ça “
ſ0 è del nome‘ 8: del verbo, 8c alcuno ſignifica quello che è ſecondo *‘
queſto m'… , ouerom'm” 8K alcuno quello che è ſecondo qucſtp a
's-î ,ouero ?rom-T: come Eugenia@- ouero Hygom. Et alcunoè ſe.- u
condo le figure rappreſentauue come ſecondo domanda o coman: a
(lamento. Pet-cioche-Zsáùdeç ouero Mlçl ſono _caſi di verbi ſeconfli
do quofle ſpetie; Et diffinínoneè vece compoſtaſignìficatíua‘della W
quale certe parti per ſe ſteſſe ſignificano alcuna coſa: Percioche non!!
ogni diffinitione è compoſta de nomi 8: de verbi come è la.“
dìffinitiom dell’huomo , ma {ì comporta la difflnitione ſenza ver“
bo,& nOn dimeno ſempre haura ‘alcuna parte ſignificante come .in W
queſte parlare Bd‘v'ſaä ”Imc-,0‘ mio’. Hora in due modi la dlffinitione “
e‘ vna.Percioche oè quella ,che ſignifica vna coſa,o_è,q1{ella che perle ì
game ècóflituju dipiucqſe,c,omel’1ljada èper legame ma,&la(diffim’ ‘f
. P pp z none
’, tione dell’huomo per’ſigniſicare vna coſa.Et delle (petit-“del nome al
n cuno è ſimplice,& chiamo ſimplice quello che è compoſto di(parti)
non ſignificanti,& alcuno è doppio , 8t di queíëodaieuno ſi compone
,, di (parti)ſignificante ,8t non ſignificante,& alcuno di ſignificante. Et
,, ſi potrebbe trouare il nome triplicato , &multiplicato come ſono
,,- molti‘Î-S'ç‘m-,fllori-Sg ignouîxáìavje; ‘
. SPOSlTlONE. Irma 515-1 @ma &eQ‘gçſtoèil terzo accoppiamento
i che dicemmo appertenere alla ſauella,& conſtituirſi di voci diuiſibili,
8:' ſignificatiue,& comprende ſotto ſe-il'nome,e’l verbo,il caſo ,8c la
diffinitioneDi ciaſcuna` delle. quali coſe per ordine cominciandoſi- ~
dal nome ſi parla in queſtavcntetquattreſima particellath fidice che
il nome è voce compoſta &fignificatioa ſenzaitemp o;della quale niu
na parte ſignifica per ſe. Hora inîqnanto ſi'dice che è voce compoſta
ſl ſepera il nome dall’elemento‘- ,- & ſi puo dire ancho‘ra che-fi iëpera
dalla fillaba,dal legamezòt dall’articolo:quandozconfiſtonoì in vno e:
lemento ſimplice ſolai-’oi inquanto fi-diceſc-he'è fignifieatiua -ſi ſepe‘
ra dall’elementozdalla fillaba,dal\legame,& dallÎarticolo;& appreſſo
_ in quanto ſi diceſenzatempo ſi: ſeperaìdal'verboäöt dal-caſo del ver:
bo,& vltimamente inquanto-ſi dice; della-’quale niuna parte è ſignifiz
eatiua per ſe ſu ſepera dalla diffinitione: Adonqp‘e èvoce compoſta
d’elementi ',81 per- mezzo d’elementi-'difillabeM-è ſignificatiua perſe
ſenza riſpettoflinon aſignificatiur per altro;&con²ni}zetto’c ome ha
biamo‘moſtratoache ſignificano‘il legamql’articoloäl pronomed’ag:
giuntod’auerbio; e’l caſo , ,8t .‘ non- reca coneſſoìſeeo :la‘ñlignificatione
del‘.temp0‘come reca il-verbo,dal quale-n on‘dimeno il nomeè ancho~
za diffcfé'te.in‘altro;perciocheñnó -reca‘con eſſoſecoíà ö’noiçmxàtio è
i modiii quali-recai] verbozöc‘reca- con‘: eſſo ſeco ‘la ſignificatione del
Ìflöllaqualenomecail‘verbo: Et ninna' parte del nome è perſe ſl:
gnificatiua‘. P-àre che Ariſtutele- voglia ’con queſte parole contradire
.a Platonezil ?nale nel Cr'atiloſiñ- sforza? di prouarexhesi vnomi hanno
le parti:figni icatiue per'ſe,ondezſono'compoſti5accioche- per l’0“;
gine dimoſtri la sibrza &iaproprieta‘delloro ſignificatozPare adun
que- che ~ dica- che: non-ſolamente iinomi ſimplici x hanno le par:
ti ſue non figniiicatiue z, ma‘ i" compoſti' anchora hanno *le parti ſue,
Onde ſonocompoſtiz-nonfignifieatiue; ſi'ccme fi vedein KM
nome proprio-,nelquale ia‘parte 'MW non ſignifica donoquaſi dica
argomentando ſe‘ ne 'nomii compoſti di r patti-fignificatiUe non ſi
g ‘ conſerva‘la fignificatione- delle parti Î'ſeperate',v quanto‘men‘oi nom_
' liquidinoinonſumocerti._che: fieno: compoſti diparu‘ figrniîèatiuel
ñ ñ . ì' ‘ ` hanno
- 239
Hanno le parñ,le quali ſeperate fieno ſigniſícatíueMa per intendere
bene come le parti de nomi ſignifichino o non ſignificliino e da :a:
pere che eſſendo l’huomo animale ragionevole non ha a caſo 6t ſen.
za ragione impoſti inomi alle coſe , anzi gli ha impoſti loro con
gran conſideratíone`, & fu moſſo da giulia cagione a nominarle
coli come le nominò.- Et oltre alla teſtimonianza della ſcrittura ſa:
cra,clie ci certifica Adam,il quale fu tragli liuomini il primo nomina:
tore,&al< uni aln-ihauer fatto coſi,n0i veggiamo chiariſsimamente le
cagioni in aſſaiſsim’i nomi anchora appreflb=noi,perle quali ſono ſta
ti introdotti cofifatti‘nomi ,. 8t maſàimamente quelli che ſi contorma.
no con la voce,& con 10'- ſtrepito ſi come ſono quelli* degli animali
perlo piu.Pi.-rciochechi~ dubitai che Bue non ſia nome fattodalla vo:
ce dell’arrimale,o"luſigniuolo ſimilmente {Et perche da'quella lingua
formata come dicemmo,_con la quale da prima ſi parlò infino all’er
dificamento della-torre di Babel, fi generaro‘no molte altre lingue,in
eſſe apertamente ſi-.doueua riconoſcere la madre,ſi come nella noſtra
vulgareflella franceſca,& nella ſpagniuola‘ſi- ricOnoſce la latina on:
de ſono nate-.Et coſi le- cagioni' che feceroa que primi 'nominatori
aſſegnare i‘cofifatrinom'i-alle cotali coſe nella prima lingua n apaſſa:
tono nelle-lingue ſeguenti che fin‘ono original-’e dalla prima benvche
con’gran mutatione'alcùnaìvolta.- Perche ſe le voci,o le parti loro
della prima-lingua furono ſignificatiùe anclioriale voci,o le- Partilo‘
ro delle lingue ſeguentiflhe» ſono deriuate da quella trauat‘e da llUO:
nîinj clie non operano‘ſenzaa ragione ſono’alrrefi ſignificatiue… La‘
qual coſa nie-piu che manifeſtamente appare eſſere ver-a ne nomi
compoſtide parti'de quali ſignificano concedente lo’an'chora-Ariſto
tele medeſimo q‘uando‘dice', che' alcuni nomi ſono compofli di!
p’arti‘ſi riificatiùe.P'erciocliequale negli-:ra le parti già': 8t »FW in Ou‘
~ ai ere fignificatiue ‘3-0 in &amigo; o m Among@- oìin ſimili :Mal
ed: porremente che la' ſignificatione delle parti de nomi puo eſſere‘
di'tre maniere; Percioche puo* eſſer’ela ſignifiCationedel tutto‘ ſepecñ
rata‘dalla natura della’colap‘deltutto coràgiunta, 0 ſeperata in par
t'e,& congiunta‘ in parte.La ſignificatione el tuttoſeperata dalla na
tura‘ della coſa ſi puov‘edc‘re anchora‘nel-nome tim-;ça ſignificando le
parti'ſuefdonoìdi dio,& eſſendo alcunaivolta nome di perſona, che‘
[i dourebbe-ragioneuolmente dire pergli‘ſuoi‘rei coſtumi' 8c credenza
effire dono di diauolo. la ſigniſicatione‘ del tutto congiunta ſi puo
vedere in Fiſchio, & in Affleck@- quando è dato per nome al.
tiranno & in Pages-'gg- quando è da to per nome al barattien
re.La ſignificatione in parte congiunta 8c in parte ſeperatafiz_veder
t P p p_ 3- mîbue:
in bue, 8c in luſigniuoloPei-cioche queſti nomi quanto è alle veci di
quelli animali ſono ſignificatiui & conformi,ma quanto e‘ al rimancn:
te de predetti animali ſono del tutto ſeperati , 8c nen dimeno ſe:
ne impoſti non aUe voci di quelli animali,ma al tutto deglianima:
[ill-lora peſte che Ariſtotele haueſſe opimene che parti de nomi ſim:
plici non foſſero ſignificatiueo ſe pure ſono figmficatiue ,che non
foſſero lignificatiue ſeperatamente & percie non ſi peteſſeredeman
dare ſignifica tiue,ſi come in alcuni nomi compoſti,le parti non ſono
ſignificaciue congiuntamente ſecondo che ſi vede nel nome Mei”
non ſignificande Mg.” ſepera to quello che ſignifica compoſte come e
{lare dettomon dune-ne noncredoclie Ariſtetele negaſſe che in al.
cun] netni compoſti le parti non ſicno ſigniflcatiue o Compoſtelo ſe:
perate,c0me appare mhp-.35gg- 8c inJ‘ogasíçG-,öc in ſimili, ne quali
eſſo il pare concedere. Perche dobbiamo dire che quando egli dice
5, “Cig. ;1.Ju? ;5| "e‘ ;mò ”nziriri-'ſt intenda clie niuna parte del nome
e‘ per ſe ſignificano.; nen eſſende ſeperata ſi come ſono ſeperate le
parti della diffinitione , le uali parti perche ſono ſaperate ſono an:
cliora ſignificatiue perſe. t perche il nome compoſto lia le parti le
quali ſi tmouano anchora ſeperate,& le quali ſeperate ſi niflcano
mggiugne clic ne nomi deppinon vfiamo di prendere la pa :te,& di
ſeperarla in guiſa che fia ſigmſicatiua per ſe ſi come in Oro-Mg@ MW@
,ogm-‘s J‘rmîs ai* xzáuia: 5: its-‘i z'mì nl &vr; ewx'iflSe non è vſanza che le
parti de nomi compeſti ſi conſiderino come ſignificatiue per ſe , ‘8t
ſeconde che quando ſono ſeperate & nomi ſimplici ſono ſignificati:
ue tanto meno ſi deono conſiderare come ſignificati…: le parti dc
nomi ſmplicide quali o veramente non ſono ſigm‘ficatiuep almeno
non ſono coſi ſignificatiue come ſono le parti de nomi compoſti
fiu- 5 ?mi read; cup-mm} and ”Ju-.Si dice ,che coſa è verbo per quelle
medeſime pa role,p6rlc quali s'è dette che coſa è nome le non che s’è
mutato :m in amì,cio è che doue il nome era ſenza tempo ,il verbo è
con-temp0,ma perche nen ſolamente ha tra cſsi queſta differenza ma
alcune altre anchora le quali per caſi ſi ſignificano inſieme c5 la prin
cipale ſignlflcacione ne parleremo ragionando del caſe. ñédmsö in“
Irina@- 'I' ?MTGÉ dure} &C.Si come dalle parole ſtc-ſſe d'Arifiotele
ſi puo comprendere il caſo non fi puo ne ſi dee domandare veceſ:
gifficatiua come è il nome èl verbeperfieclie non ſignifica prima’:
palmente quelle che ligmffca,ma le ſignihca acceſſoriamente,&come
coſa dipendente dal ſignificato principale?” la qua! coſa come an:
:hora eſtato detto di ſopra il caſo li doueua riporre tra kvoînofi
. igm:.
x
2 O
ſignificatiue,cio ènella_ ſchiera doue è ripoſto il legame &l’articolîJl
caſo adunque è del nome 8c del verbo,&cominciando da quello del
nome pogniamoîl’eſſempio d'vn nome in primo caſo cOme è o' i'm@
il quale non propriamente e‘ detto caſo,ſì come appai e , 8c ſignifica
principalmente la ſuſlanzia dell'animale chiamato cauallo,&ſecon= .
dariamente,& acceſſoriamente ſignifica maſchilitaſmgolarita ,perſo=
na,& attione.Quanto ſia alla ſuſtanzia del cauallo , 8c alla ma ſchilita
non appare neglialtri caſi cadicura niuna. Percioche coſi ſi conſer:
nano la ſuſtanza del cauallmö; la maſchilita negli altri quattordicica:
fi,ci0 è nel generatiuo,datiuo,accuſatiuo,& domandatin ſm olare,
& nel nominatiuoſh; negli altri caſi del numero del due,& nefnomi:
natiuo ,81 negli altri caſi delnumero del piu come nel nominatin o
nel primo caſo del numero ſingolare. Ma la ſingolarita,la perſon-1,6:
l’attione fi comprendono cadere negli altri cafi,ma alcuna delle pre
_ dette qualita in piu caſi,& alcuna in meno.Come la ſmgolarita ſi com
prende cadere in dieci caſi , cio ein tutti 8t cinque del numero del
due,8{ in tutti 8t cinque del numero del piu tramutamloſi la ſingola.
rita in dualira in cinque cafi,&in pluralita in cinque altri. Et la per:
ſona che è terza o incerta ſi comprende cadere in tre cali mutandoſi
di terza in ſeconda o d’incerta rillringentlo ſi nel caſo domandatiz
uo del ſingola-cme] caſo domandatiuo del (luc,nel caſo dom-fidarin
del piu.Etl’attioneſi comprende cadere in noue caſi nel generati:
uo,nel datiuo,& nell ’accuſatin delnumero ſingolare# in quelli me
(leſimi del numero del due , &in queſti medeſimi del numero del
piu mutandofi l’attione in paſsione. La quale paſsione lia la ſua
czditura del caſo generariuo in ſei caſi in datiuo &in accuſatiuo,
del lìngolare,in datiuo ,k accuſatiuo del duale 8c in quelli due mede:
ſimi caſi del piu ,6: ha la caditura del datin in ſei caſi ſimilmente
in geueratiuo 8c in accuſatino del ſingolare, &in quelli due mede:
fimi caſi del duale,& in quelli due medeſimi del piu , & ha la
caclítura dell’ accuſariuo pure inſei caſi cio è nel generatin , 8:
nel datiuo del ſm olare, 8c .in queſti due medeſimi del duale 8L in
_quelli due mede uni del piu. Hora quale fia queſta attione di:
paſsione 8c in che conſiſta n’è ſtato ragionato da me nella giunta
-fatta al ragionamento degli articoli di Pietro Bembo.Si come ladua
, lita ha la ſua caditurain diece caſi cio è ne cinque del numero ſingola
re,&ne cinque del numero del piu,coſi la plurallta- ha la ſua caclitura
pure indiece caſi ne cinque del duale, 8( ne cinque del ſingolare‘
Noi habbiamomofirata la ſflxllîül a c'e! no~re,&anclzora che non hab
biamo moflialala dliíîtuza rc: - ~ ' ‘ ,1.0 comprendere che la
. ` ` dirittu
dirittura è in quelli caſi,ne quali non è la caditura ,cheſi come-dice”
mo che la dirittura della ſuſtanza delgauallo. 8t _della maſchilita , le
quali ſi truouano nel primocaſoſicronſeruano iii-turti gli alti i , coſi
la din'ttura della ſingolarita del primo caſo ſi conſerua ne quattro
caſi del ſin olare ,Btla dirittura della perſona tem 0 incerta del pri.
mo caſo i conſerua .in vn dici caſi cio è in tre del ſingolare genera:
tiuo,datiuo,&:accuſatiuo,& in quattro del duale nOminaduo,gener_a:
tiuo,datiuo ,81 ,accuſatiuoflinquattro del piu pure nominatiuo,g‘e:
n'eratiuo,datiuo,& accuſatiuo, 8t la dirittura ,dell’a ttione ſi conſerua
in cinque vcaſi cio è in tre-domandatiui del fingolare,del duale, & del
piu,& in due nominativi l’vno del duale,& l’altro del piu.Et la dirit.
tura della paſsione del generatin ſi conſerva ne duç caſi generati:
ui dg] duale,& del piu,& la dirittura della paſsione del datiuoſingo:
larene due-caſi ſimili del duale , 8c del piu,&la dirittura della paſsiop
ne dellÎaccuſatiuo pure ſingola re _ſi _conſerua ,ne due caſi ſimili del
duale,;& del piu , Be la dirittura della dualita del primo caſo del duale
lì conſci-ua', egli altri quattro del ſuo numero ,ſi come ſi conſerua la
dirittuta de primo caſo del piu negli' altri quattro del ſuo numero.
Hora parliamo della caditura,& della. dirittura del caſo del verboJa
cui ,prima voce come _è er'cagione ?d’eſſe-mph 76:1» ſignifica princi:
palmente Yoperadone el battere,& ſecondariamente attione,per`ſo
na prima,\ingolarita,temp_o preſènte,& modo indicatiuo.thuantç
è all’operatione del battere non ſi comprende che ‘il verbo patiſca
caditura niuna in niuna voce. Ma quanto appcrtiene alle ſecon
darie ſigniſicationi la predetta prima voce cade in alcujna in piu“yo:
ci,& in alcuna in meno. Percioclie vl’attione cade in 'paſîçione in tutte
le voCi paſsíue,le quali ſono piu che l’attiue ſi perche nel verbo paſsi
uo ſono piu tempi che non ſono nell’attiuo,ſi perche il numero dua':
le perlo piu lia la prima perſona,il che non ha il duale attiuo. Et la pri
ma perſona cadenella _ſeconda in tutte le voci ſeconde fingolari,ilua:
li,& del piu,dell'vno verbo ël dell’altro, 8c' nella teria in tutte le voci
terze ſingolari,duali,& del piu dell’vno verbo 8c dellÎaſtt-o, E’l tempo
preſente cade generalmente parlando in tempo preterito &futuro,
' quali ſi diuidono in molte ſpetie ,.8( ſpetialmente il futuro del paſsi:
uo,i0 dico cade nel preterito,& nel futuro in tutte le voci di tutte le
predette ſpetie del verbo attiuo 8t paſsìuoE’l modo indicativo cade
in comandatiuo,deſideratiuo, congiuntin , & infinitin in tutte le
voci dc predetti quattro modi del verbo attiuo 6t paſsiuoHom dal:
l’altra parte la ſignificationeprincipale,‘la }quale era dell’opera-tiene
ñ\ ~ ‘ del
24!
del battere con ſerua la dirittura come è detto in- tutte le voci _del_
l’vn verbo,&dell’altro. Et le ſecondarie ſignificationi conſeruano ſ:
milmente la dirittura in tutte le voci , .che non ſono ſottopoſte alla
loro caditura.Et è da porre mente che la caditura di tutte 8t cinque
le ſignificationi ſi puo trouare d’vna voce ſola in vna voce ſola di
cinque,& di qulttſ0,& di tre# di due.Di cinque come ſe ”'110 d'attjo
ne,di prima perſona,(h ſingolarrta,di ten-po preſente 8t d’indicatiuo
cadeſſe in palàione,in ſeconda perſona , -nel numero del piu,nel tem
po paſſato,& m congiunſiuo come in mein. Di quattro come ſe ca:
deſſe di prima perſona,diſ1ngolar_it:i,di tempo preſente,d’lndicatiuo
in ſeconda perſona nel numero del piu,in tempo paſſato,& nel con
giuntivo come in n’ſu'enn . Di tre come ſe cadeſſe di _ſingolarita , di
tempo preſente,& d’indicatiuo , nel numero del piu nel _tempo paſ:
ſato,& nel congiuntivo comein 'nniçmip, Di due come ſe catleſſe di
tempo preſente,& d’indicatiuo , in tempo paſſato 81 in congiuntiuo
come in nniquO laſcio di dire come d’vna voce in vna voce potreb
bono cadere le quattro ſignificatioui le tre & le due altramente an:
cliora che non habbiamo eſſemplificato,pcrcioche io credo che ognu
no se’l vegga ſi come credo che ognuno ſi vegga che ſi potrebbe di:
moſtrarela caditura del duale nelſmgolare,& nel piu , 6c la caditura
del piu nel ſingolare & nel duale & ſimilmente la caditura
della perſona ſeconda 8c terza nella prima, 6c dell’vna`nell’altra, &
la caditura del ten'ipo preterito,& futuro non pure dell’vnonell’al:
. tro,& nel preſente,ma nelle ſue ſpetie , 8c la caditura dell’vn _modo
nell’altro. i? ”mi *raiuno-*rà »Top m’ ëçármp ii Eni-mhp &C. Modo del
verbo che in quello luogo Ariſtotelev domanda ſpecie del caſo del
‘verbo è vn mancamento d’ vn ſentimento, 0 d'vn verbo che fi ſup:
pliſce con la _figura o con _l’atto del parlante 8t non è da meno l’atto
l che ſarebbe il verbo mancante ſeui foſſe. come dicendoii lo amo, è
ca.”a."oa—-~. modo dimoflratiuo.Percioche tanto è come ſe ſi diceſſelo ,dimoſtra
che io amo,&5licend0ſr Ami io è modo deſidera tiuo lo deſidero
che io ami,& dicendoſi. Onde ſei,& cui figliuoloc’ è modo-domanda:
(iL'OJO domando onde ſei ,8t cui figliuolo a’ Da queſte paroleſi poſ
ſono raccogliere 8c fermare tre concluſioni, la prima delle‘quali ſara
the non puo eſſere modo di verbo in quelle voci nelle quali ,non ha
difetto niuno di ſentimento , ſi come non pare che habbia in quello
clell'nfinitola ſeconda è che in quelle voci nelle quali lia ſempre di.
ſetto di ſentimento come ha nelle voci del comandatiuo è veramente
vñil modo, 8t in quelle nelle qualipuo eſſere‘, &non eſſere come nel:
f
1
x i Nome 7 Nome u Nome Articolo
Nome Legame Legame
Nome 8 Nomi' la Nome Articoli
a Nome Legami Legami
Nome p Nomi l3 Nome Articolo
__,_ Legame Legami
z N°111e lo Nome lg None Articoli
Articolo Legami Legame
Nomi _ 7
Articoli lsNomi Articolo
Nomi Legame
Articolo u Nomi Articoli
e Nome Legami
Articoli ”7 Nomi Articolo
~ Legami
IQ Nomi Articoli
Legame
r
O
ſul" {e ”ii w ”tîpnùnknmza ’um, alcuni teſti hanno di piu ”Zi ma'
Aeflhoîl’y. ll che non e per auentura da biaſimare , ein‘- -iù unità ns‘- gi
”Aim-Sf. Non s'ha certezza niuna chi foſſero queſti Megaliou. alen
ni dicono che ſono popolo,alcuni che ſono poeti dithirambici, ma
ſenza teffimonianza niuna di ſcrittorep d’altra pruoua. ‘quote-t ”Em
09-,quefio el’eſſempio del nome compoflo di tre nomi che ſi chia:
ma -irlirhoîoi eſſendoſi di tre nomi di fiumi Hei-mo , Caico _6t Xantho
fatto vn nome ſolo. Et ſenza'fallo ha qui meno l’eſſempio del nome
compoſto di quattro nomi. Hora a qual maniera di poeſia , &pt-r:
che conucngono piu i nomi compoſti ,che i [implici ſi dir-a di
ſorto.
',, PAB‘TlCELL’A V'ENijEerA QVlNTA. zz., s :una :51,-: …7,
n gup ,n {Miſa , ri aiflçoçà ,-n rita@- ,Îi gimwuívoy , I Èmmwaívoçi. 'ii jam:
,, “ſup , n iZuManili-oîi- Aiyoj xvçlo‘i a?” i3 ”Bird din-50|, "MS-trap 5 ,ai 'iva
,, çoi. ?s’t Quì-('5‘: I‘m@ ”BJ-:gi , ”Zi xu'ç'íop è? ‘fluid-rà" 750MB’, ai: ”Ts oüu:
,, ”7:5 1d”) tiro-vip 'ita-irpino ”3” lu'glocl, iiqu rh-Îi'r'la. mnçogà P'èsip 31!”;
,, 1@— &Ma-iriu'iîmçqà ii Emi yívovs íiri Eli@- iiîvrì iiJ‘ovs îni piu@- ,il iurà iiJ‘ovS
,, Earl' ut'iallO- ,ii Milton'. Aíyloäàtnà yiious ”In hi Hull@- , ricci, win' ml
.ñ. EJ‘ *fritti 7a} Jena# is-ip 'ts—i‘m rl ;mi :tJ‘louS im‘fivt‘Oz *iP-i ”tiff Bam-mi!
n OM una. ;traumi-.i altri islf ,ainy "zip fi; mmm xfx‘qm ?uffi-PMi”
i 2
îzi 54‘@- . ai” , ;and La): 4100.@ anni!” via-'u 'ci‘ge Xenia‘, Bini?” 7a} ;'74 *‘
.Tric-u wuíiffi 1:': Èwaäf uſer's-u Iqua-- ?non àçtmîſi -ri iSi- ìò‘ iii-'107., u
1270 ,31- gt, Firefox 7);” i* J‘uinfoç mi: P" rtf-?wp , ”Ei 1b 'ſli-[dfſfl‘l ”3-35 Fò 19'- u
'nia, ip? &tri-Fe J‘w-ríçeu-iò-ríwgrop ,li ìfrl fa *rt-raiç'rou "ò-”iiiflfo‘l'fi in'o-rt “
”rail-aid” , 3M *ii hire, M55 7,351, ?ſq-05,0150», Juan-.>5 Exa çla’M rifà: 1M: “
”leg ,mìais ”755 Èigli:. ?gti 'rolW‘lv ”ù da) Ruſh will”, ?gres-,iui W“
’loiAlw &ani-l‘a: d‘la-tiro”. m , lucio: tx' 'iaíga mob: diga“ ,n‘i figa: rifà: ‘-‘
Filati. ?finiva- 13‘1 *cavie-ttt fifa! iifl'içad, ”ü 75 717V!, Imi…: Bien, 'ii'o’amf “
Zan-J‘ÒMS,A‘udm`-s 5/a”. îw’ols J"oiix 'i'st In” aim-.mg 16g &M'AWJKM'ÉJ‘l‘a “
{TT-af &mio; MXN-111”. Joey: r'p xaçarì‘i ”Sii àQl‘Vìl’ GPM"IÒB 1a;- çA/fl Bari *ñ ‘*
‘Lion , àVóVUBBQh Zan' Spoſa” i7@ *Fm 713255 713;: ‘Hop mi:. i‘ @drop ”fix *ci XK" “
uff, ‘iii-Zenu- amipr Moniga@ W570:. 'isià fa'er Tffdfll‘IIROfÉS xgiîòou ,1'324 a
fano: Mariner-ivan“ *n'a &ME-trio:: &mçlilal röf ”init-'tiri, oiop, é-rü &azz/l‘a “
'i'itm PIAN-w ai à'gwd, &MESH-op. ”munich 5 {gip , i Kaos mi item-iuiqu “
Fmi-river* ai’nòs 11’911” 3 Tommi:. Martiri} ’ina Gay *raid-rat , ain‘t, 'ni uifanî s “
miraggi-i169’ itgia ìflfiç‘..l7ríxriìrafliwívöîíll‘ *É 'upgrading *ii Mifiä‘açovíiv-rl “
.:twin-?go .iN-ui"… 0713519," ”ME Maryland!). 1b Zip Loki-pin’ {n u
:où-1714,“ iphflflfl'flw.inerenti…“ ahi , ciuffi# m’Mos MMG-- ”ù *n'a mAuJ‘ov, u
”uhuîál‘zojiflçifliwp
M7542”; 'ſip‘ís‘ipſi'mp-ñ5,0iof , Fò atri, ”Yi
16 AVS-”ù ai*: H‘n'ſül
,a5 …HW , ’3+ , {La ì“_
Biopaſauiiw aíi- mami” anni, oîop‘Îòá‘igiflgoP
”13m ipjivrl 'ñi J‘eìii‘i, ’
CONTENENZA.Che ceſia ſia proprio,lingua,traslatione, fatto,
allungato,accorciate,& tramutate.
VV LGA RlZZAME NTO. Hora ogni nome .èeproprim.
olingua ,o trasla tiene ,o ornamento, o fatto , o allungato” accerz ‘t
dato, o tramutate ,8c chiamo proprio quello che vſa ciaſcunafgen: “
e:
ma(la lingua,
lingua (quello)
e’l proprio
che vſa
puola eſſere
di verſa.
quello
Perche
medeſime
maniſeſta
ma non
coſa aè que
che ‘2
è da dire che origin, non ſignifica ſolamente que nome che è vſato i da
ciaſcuna gente particolarmente , ma che ſignífica‘ancllora quel nome
che ſi rimane nel ſuo natio ſignificato,& quello che gia ſza fiato fat
to,& quello,clie ſi conſerva nella ſua forma ſenza alteratione niu:L
na.Perche la diffinitióe che Ariſtotele in queſto luo caſſe-gna U war
'ig è particolare,& c‘ ſolamente Per diſtinguerlo ,dalla lingua, 6: non:
dall’altre maniere di parole.I-lora biſogna intendere ſanamenthuel: `
lo che dice Ariſtotele. Proprio è quello nomeil quale-e' ſtato vſato
da ciaſcuno,percioche non ſolamente è da interpretare da ciaſcuno
cio e da ciaſcuno popolo, o da ciaſcuna `gente,myè anchora da ſup;
.R t_ r Puff
“ha. r
r -
tr‘
Perche Ariſtotele ſa quattro tñaniere di fraslátiOní in quanto la'fla
gnificatione della maniera generale ſl traſporta alla ſpetie,o quella
della ſpetie alla maniera generale , »o della ſpetie alla i`petie,o ſl tras
porta per proportione dall'vna coſa all'altra,non poſſo ſar ſe io uo'
far vedere ſe Ariſtotele ha parlato bene quello,che ha parlato di que:
7 ſia materia,& sen’ha parlato piu, o meno,chc non ſ1 conueniua,che
io non fauelli 'di tutte le figure delle parole in quanto ſignificano,
Due adunque ſono le cagioni principali le quali producono tutte le
figure de ſignificati delle parole, chiarezza, & oſcuritaLa chiarezza
produce le figure de ſignificati cliiáii delle parole per due mezzi che
ſono proprieta 8c vſanza.Et l’uſcurita produce‘ le figure de ſignificaì
ti oſcuri delle parole per due altri mezzi contrari a‘ ſopradetti,li quad
li ſono communita &.diſuſanzaJo domando* proprieta quella perle~
quale la ſignificatíone della parola , è ſolitàrià d’vna coſa , 8c vlànza'
quella, per la quale la fignificatione della parolá ſi riconoſce eſſeré
piu vſitatalìt communita quella , perla quale la ligníficatione della
arola s’accommuna a pin-cole. Et diſuſanza quella perla quale la
Egníficatione fi riconoſce eſſere meno viàta.Horala communita,per
la quale la ſignificatione della parola s’accommuna à piu coſe è dop
pia.Perci0che ola ſignificatione della parola è commune apiu coſe
vgualíp diſuguali: Se la_ ſigniſicatione della parola s’accommuna 'a
lu coſe vguali ſi formano cinque maniere di parole clic ſono le dub?
gioie peregrinathe compera tive-,le traslate, & le’nſingeuoli, Se la ſic
nificatione della parola s’accommuna a piu coſe diſuguali ſi forma.:
no due altre maniere di parole-,che ſono le ſmoderate,`&la partimen
(cuoljSi che la commtînita da ſette maniere di parole,&la diſuſanZa,
perla quale la ſignificatióe della parola ſ1 riconoſce eſſere meno vfita
(a , ne da ſette altre,clie non accommunano la ſignificatione a piu
coſezòl ſono queſte,l_’antidie,le nouellamente formate-,lc foreſtiereJc
ſcompigliate,le paſsxona te,le ſuperfluc,lc manclieuoli,a lle quali quat
tordici maniere altre quattordici contrarie ſono prodotte dalla pro:
“prieta che ſ1 contrapongono alleſettc prodotte dalla communita,&
ſettedall’vſanZa che ſi contrapongono alle ſette prodotte dalla diſu
ſanzajnguiſa clic i] numero compiuto delle figure delle parole quam
to è al ſignificato ſi termina inmanierc principali ventotto. Hora di
chiariamo breuemente ciaſcuna di loro , io dico brevementcffleitió‘o
che ci conuerrebbe ſare vn lungo volume ſe voleſsimo dichiararle
-laraamenteo almenocí converrebbe di nuouo [criuere quello, die
.ziilubbiamo ſcritto neſſcſſamimtionc delle coſe ſcritte ne:qu
. ro
2
libro a Cai0~Hercnnio,al quale rimettiamo il lettore ſe voglia gli ue‘,
niſſe d’hauerne piu piena inſormatiomáiox a le parole dubbie ſono‘
quelle,clie hanno il ſignificato commune a piu c01`e,& poſſono eſſere
ſolitarie come 01'-pr che ſignifica Mulo,& Guardianmöc accópagna te
come,Notte il carro ſtellato in giroméa potèdoquefle parolelignifi'
care che la notte è maneta in girodal carroſlellato oche il carro ſtel
lato e‘ menatoin- girodalla notte.Et ſono differëti dall’altre parole in
queſto,clielacómunitadel ſignificato nó lia coſa in ſeclie l’aiuti a di'fiin
guerla di qual coſa ſi debba intëdere ſi come liäno le altre,& di queſta,
parole non fa qui mentione Ariſtotele.” parole peregrinate ſono
quelle,1e quali riceuono il figniſzcato,clie vſa vn’altra lingua in ſimili
parole-.Si che hanno il ſignificato commune a ſignificare quello , che.
e della lingua loro,~& quello che e‘ della lingua ſh-anad’eſſempiÒ ſiqu
dare nel luogo d’Homero quando parlando di Dolone dice ZIP@an
ma; addotto da Ariſtotele diſotto ſignificádo ELF@- in lingua creteſe
[a forma della fiaccia ſola,& nella lingua attica tutta la ſorma del con
po,della quale maniera di parole pieniſsimamente parlammo riſpon
dendo ad Annibale Caro; Di che parimente non fa parola niuna qui
Ariſtoteche parole comperatiuc non ſono riconoſciute per manie: `
ra di parole da Ariſtotele ,ma non ſolamente ſono maniera,ma ſ0
no anchora ma dridelle traslate, 8: ſenza hater conoſcenza diloro
non ſi puo liauer conoſcenza delle traslate. Adunque le parole com:
peratiue ſono quelle,che ſignificano piu coſe, cio e‘ prima quella che
cſſe ſignificano,& poi vna altra clic ſia ſimile, 8c ſono differenti dalle
traslate in qtieſto,clie le comperatiuehanno i due ſignificati aperti,&
manifeſti,& le traslate hanno naſcoſo & coperto quello della compe
ratione.Et quantunque paia che le comperatiue fieno tro-ate per
far chiarezza,& non oſcurita,non dimeno-nella ſopra detta eſſamina
tione habbiamo dimoſtrato come ſono,& deono eſſh‘e reputate pa:
role oſcure,0`uando adunque vo liamo formare le parole compera:
tiue dobbiamo trouare coſa che ia ſimile alla noſtra , che vogliamo
ſignificarc,in altra coſadjuerſa come non ci partendo dall'eſſempio
propoſto cidella traslatione proportioneuole o vicendeuole datoda
Ai-iflotele,ſe vogliamonominare lo ſcudo di Marte compera tiuamë
te dobbiamo cercare che cola ſia’ſunle allo ſcudo di Marte nel fia
ſco di Bacc0,& troueremo che egli difende l-îacco dalla ſete, ſi come
lo ſcudo difende Marte dalle ſeditefiadunque ſimile in difenderel‘ax
rimente è ſimile in-eſſere arneſe di Bacco. Percim'lie lo ſcudo è ame
ſc di MartaWeſta ſimilitudine genera la c ommunita,& la ſommo:
i ' R rr 3 mt;
ta ſi diſtende can la compera tione compiuta prima in queſti guiſa.
Si come il ñaſco di Bacco difende lui dalla ſete. & èſuo arneſe,c0ſi lo
&udo di Marte difende lui dalle ſeditqöt è ſuo meſe, 8t poi ſi riſtrin
e con la comperatione in vno de due modi eoſi come il fiaſco di
gatto difende lui dalla ſete 6t è ſuo arneſe,coſi Fa lo ſcudo di Marte,
ouero come ſa il fiaſco di Bacco coſi lo ſcudo di Marte difëde lui
dalle fedite,& è ſuo arneſe. Et vltimamente ſi riſh-inge anchora piu
con la comperatione inqueſta guilì,come il fiaſco diBacco èalui coſ)
lo ſtudo di Marte è aluiJ-iora ſe piu ſi riſtringe la communita ſipaſſa_
di comperatione in traslatione,la quale ſi fa ſpetialmente in due m0
di,nell’vno uando ſi pone l’vna & l'altra coſa con legame ,a ſenza,
con legame o ſcudo di Marte e‘il fiaſco di Bacco. Senza le ame. Lo
ſcudo Marte fiaſco di Bacco, del ual modo parlammo di ſamente
riſpondendo ad Annibal Caro,ne l’altro quando ſi poneſolamenre
la coſa diuerſa come il fiaſco di Marte. Et è da ſapere che le parole
comparatiuep traslatiue ſi poſſono diuidere in otto ſpetie haqu
riſpetto al fine,per lo quale s'introducono.La prima ſi puo chiamare_
di neceſsita,o di chiarem , & è quando ſi nifichiamo alcuna coſa
con comperatiom o con traslationeJa qua e non poſsiamo ſignifica
te con parole proprieötchiare come diſſeroi latini per queſta eagioae
Gemma,&noi occhio il nodo della vite/La ſeconda fipuo domanda
re di varieta,& è quando ſignifichiamo alcuna coſa con comperatío:
ne o traslatione non perche ci manchino ie parole proprie,o per
che le traslate fieno piu chiare ma ſolamente per-variare,ii comenon
ci manca parola chiara & propria da ſignificare il timone delia naue
ne da ſignificare il ñ-eno del cauallo,& non dimeno diciamo.Cofi co
me il timone gouerna la naue,cofi il freno regge il cauallo,ouero fi
come il freno regge il cauallo coſi il timone gouerna la nano-&dicia
mo freno della naue per lo timone,& tim one del cauallo perlo freno.
Et in queſta ſpetie è quella traslatione che Ariſtotele chiama fatta
per proportioneda quale è ſcambieuole, percioche vgualmente e‘ co:
noſciuta coſi l'vna come l’aitra.La terza ſi puo appeſiare dell'apparë
21,8: èquandoil poeta vſa certe comparationi o traslationi preſedal
i'arti o dalle ſcienzelontane dalla capacita, «Sc dall’vſo commune del
popolo non per altro ſe non per dimoſtrare d’eſſere dottrinatò, Ct
d'apparere,Nella qualeincappa ſpeſſo Dante nella ſua comedia, &
&- alcuna volta Lucano nella Pharſalia. - La quarta ſi puo no
minare della nobilta,& è quando vogliamo nobilitare alcuna coſaJa
quale {1.1.0 non fia perſe nobile con comperatiOnep con malaria-c
- ~ & non
248
6c no'n guardiamo ad Òlèurita pur clic ottegnlamo il nom-0 intendi:
mento 8( tale è quella compera rione di Vil'g!ll0.0ë,all$ ubilzybernm
Lyciam Xantliiq; fluenta Deſerit ac Delum maternam inuiſitApoi
` lo &c.&quella altra.Qi_1alis in Eurotç ripis aut per iuga Cynthi Exer.
ut ”una clxoros &c. le quali comperationi ſenza tällo‘ſono molto
meno conoſciutc,che non e‘ quello-clic per loro ſi vuole far conoſte
ite,ma ſerche hanno ſoprana nobilta _ſono commendate. La quinta
potra iaucre il nome dall'honeſta,&è quando conucnédoſi dire-coſa
dislioneflac‘kda ſare arroſſare l’aſcoltatore ſe vſaſsimo ivocaboli pro
pri i-icoriiamo acomperationip a traslationi di coſe lione-Re, nella
qual coſa e lodato Virgilio die diſſe nella Georgica Hoc faciunt ni:
mio ne luxu obtuſior vſus ſit genitali aruo,& ſulcos oblimet inertes,
Sed ra piat ſide-ns Venerem,interius 5 reconda t. Et non è da biaſmu
xe Giouanm Boccaccio nelle noue e. La ſeſta porremo dire ellëre
dell’oſcurita , la quale è quando alcuna coſa chiara naſcondiamoſon
to alcuna. comperarione o traslatione oſcura ſi come firmo perlo iu
Sli'namorati iſſecrc ci] degli loro amori. La ſettima potra e ere
intitolata della vilta & è quando vſilno alcuna comperatione o tra:
latione per auilire alcuna coſa nobile, l’ottima 6: l’vltima potra eſſe
rechiamata dal': dishonefla , 8t è quando con comperationip tras,
lationi dislioncfle facciamo apparerc tali le coſe con tutto che fieno
honefleJ-lora io non nicgo che le predette parole liauendo riſpetto
al fine non fi Poteſſono perauentura meglio dividere facendone pi u
o meno ſpetie,che non liabbiamo fatte noi,ma al preſente ci conten:
tiamo di queſta diuiſione qualunque ella ſi fia. Le parole infingeuoli
ſono quelle che hanno il ſignificato commune a due coſe contrarie,
perdoche ſignificano quello propriaméte che ſ niflcano,&anchon
il contrario come per cagione d echmpio five e in quello di Virgi
lio Egregiam vero laudem,&ſpolia am la _refertis Tuc’p pugni; mu.
magnum &memorabile nomenVna do o diuüm fi foemina viaa duo
rum eſt. Et tan to baſh' hauer dettodclle parole che ſi nificanodue
coſe vguali.Hora trapaſsiamo alle parole che dilìigua ente ſignifi
cano piu coſe,& diciamo, che le ſmodei'ate ſignificano piu coſe diſu
guali,pex‘cioclie ſe io dico lo ho patiti diete mile diſaái quando io ve \
ra mente non n’ho patiti ſe nó cí-to ſignifica# cëto 'ſagi,&diece mi
hdi {agi che ſonodue numeridíiugualiflc‘da} fipere che lo ſmoderamë
to confiſte coſi in troppo diminuire come In troppo accreſtereLepa
role pax nmëteuoli löcqucllc che ſignificäo due coſediſuguali,percio.
.glie perle tutto ſi ſignifica la parte , o per la parte ſignificazìl
1 . tutto
o
tutto
etie,&
o perla
ceſi inſpecie
queſtaſi ſignífiea
maniera diil genere,ò
parole auiene
Perla‘c leentre
vna parola
fi ſignifica
ſigm
f
r- *z* .
di dire m'ín'amora',o il ſole inamora iſnofiro hemíſperio in luogo (a
dire illumina il noſtro lie-miſperio. Perche ſi vede che la proportione
non è cagione della buona traslationenVla la traslatione buona [aqua
le lia la communita,nolla quale concorrono vgualmëte'le due coſe diè
uerſe,11a la proportione-,Bce ſcíbieuole,ſi come la ſer-a,&laveccl1iezza
concorrono in vna communita vgualmëte che è da terminare quella
il giorno,&quefla la vita,&quella proportione lia la ſera verſo il gi;
orno,clie ha la veecliiezza verſo la vita. Laonde ſi potra direla ſera
‘della vita,& la vecchiezza del giornoMa perche l'ali ei rami non c6
corrono in vna communita vgualmente , c'lie è pogniamo,di coprire
quelle gli vccellini 8c quelli le greggie co paſtori, coneioſia coſa che
diverſamente ſieno copertele greo ie co paſtori da. rami,& diuerſa:
mente fieno coperti gli vccellini all’ali la traslatione non rieſcei
bella neſcambieuole ſe diciamo Ali d’ albero , Rami d’vccello ſi co:
me altreſi non rieſce bella la traslatione ſe diciamo ,'fil ſole ina’
mora .il noflro liemiſperio , & la bellezza m’illumina , non con
'correndo vgualmente in vna coſa commune lo’namorare della
bellezza , 6t dell’ illuminare del ſole. aim È , *loc: Spoſo: {xs ,réa
”n°55 J‘iſvudo‘i ’où Email ”dsëçflm Il fl'alco è arneſe di Bacco &lo ſcudo
e arneſe di Marte , ma il fiaſco è per ficurare Bacco dalla ſe;
te, 8c lo ſcudo è per ſicurare Marte dalle ſedite. Hora erche
il fiaſco di Bacco, 8t lo ſcudo di Marte concorrono mo to diſc’
ugualmente in una coſa commune come in eſſere arneſe , eſſen.
do lo ſcudo arneſe glorioſo, e’lfialèo arneſe vituperolbo come
inſicurare ſicurando lo ſcudo dal pericolo con gloria , e’lfiaſco
dalla ſete con infamia. ſeguita che gueſta traslatione è rea;o di:
caſi il fiaſco di Marte perlo ſcudo , olo ſcudo diBacco perlo ſi;
aſèo, 8c da vſare ſolamente quando altri voleſſe firride're , 8c‘ -
mordere. Anchora che Ariſtide lodando Bacco dica che eſſo*
Bacco dimoſtri la potenza ſua vigoroſa hauendo la ſerula in luo o
dell’haſta,& la pelle del capriuolo in luogo di quella dellione ,e'l a:
ſcoinluogo dello ſcudo, quali come ſia in’vgual grado di gloria
appreſlo Bacco il combattere e'l bere,ne differenza habbia appre ſſo‘
lui tra la battaglia e'l triompho. :où :vi-fl ”yes-What… M' 03 hire 713055 o* in'.
Acſte parole ſono reputa te oſcme Perche il trasportamento d’una
parola… luogo d’vn’altra potrebbe eſſere oſcura in guiſa che non
:intenderebbe che ſoſſe ſtata traſportata comenon s'intenderebbe
clieil fiaſco 'ſoſſe ſtato traſportato in luogo dello ſcudo ſe altro nonv
fi-d‘°°ff° ‘11“‘ fiîſco Ariſtotele inſegna dueuie, perle quali faremo'
' ñ- ì ’ citano#
I
ñ 2 2.
riconoſcere la parola eſſe-re :flat-’t traſp Ortatfl in luogo dell’altrglxvi
na via,della quale parla qui,che ſi debba a ggiugnere alla parola trasa
portata quello a che la parola rimoſla haueua ri uardo,come lo ſcu:
do e‘la parola rimoſſa , 6; Marte o quello a che iaueua riguardo lo
ſcudo ,e’l fiaſco è la parola traſportata. Adunque diremo non fiaſco
ſimplicementeperdire lo ſcudo , ma fiaſco di Marte,l’altra via della
quale' parlera poi e'quando rimouiamo la'coſa propria dalla coſa traſ
portata in guiſa che appare che habbia mutata natura,& non ſigniſif
chi piu quello che ſignificaua prima ,come ſeſi diceſſe fiaſco non dAVi:
no.Et è da ſapere che non ſolamente s'aggiugnc quello a chela paro
la rimoſſa haueua riſpetto come pogniamo Marte a çhehaueua ri: \
ſpetto lo ſcudo,ma anchora altre proprieta dello ſcudo,&altri riſpet
ti,come ſeſi diceſſeil fiaſco da batta lia,& ſe volendoſi ſignificare lo
ſcudo di Pallade ſi diceſſe il fiaſco deſcapo MeduſeoNe Ie paroled’A
riſtotele rifiutano queſto intelletto anchora.Adunque dichiarando le
parole le quali perauentura hanno alcun difetto diciamo che alcuna
-volta i formatori delle traslationi proportioneuoli aggiungono ha
uendo poſta la parola trasp0rtata in iſcambio di quella,che dice pro
priamente,& maniſeſtamente quello a che ha riſpetto la parola rimoſ
ſa.Si che ſe le parole foſſero compiute perauentura dourebbonoeſſe
[e coſifiltte ”ù trim nycflòiadip ”enim -ñ's Emmi”, Eri' oi; À'lrs 1b rtf-Bs“
3’ imp. 7-1,”: Ji’ 05x Ì'ílp Zvon- Kdmvo‘t ”Sp ìmhíwp &C.Ha detto Ariſto:
tele,che ſe di quattro coſe la ſec onda ha quella proportione verſo la
prima, che ha la quarta verſo la terza che ſi potra iare la traslatione
ponendo la quarta in luogo della ſeconda,&la ſeconda in luogodella
quarta,ma perche aniene alcuna voltache o la ſeconda,o la quarta mi
ca di nome proprio dice che non ſi potra ſare la traslatione ſcäbieuo
le,ma non percio ſi rimarra , che non ſi faccia quella che ſi potra ſare
trasportädo il nome proprio in cui ſi truoua_ alla coſa laquale fi truo
,ua sëza nome proprio,percioche la proportióe coſi ſi truoua nell’v=
na coſa come nell altraötda l’eísèpio nel ſeminatore nello ſpargere il
ſeme nel ſole,&nello ſpargcrei raggipëella rpportióe chehalo ſpar
gere il ſeme il che c6 voce propria iidiceſeminare verſo il ſeminatore
halo ſpargerede raggi,il che nó ſ1 dice c6 vocefflpda verſo ilſole.Adü
que porremo ſola mète direJl ſole ſemina i raggi,ſi the ſono tre gra:
di di traslationi vno diquelle,che Tiäno l nomi propri della ſecondaòt_
della quarta coſa come lavita,&la vecchiezza il giorno,&la ſera,&que
`ſtogrado forma le traslatióiſcäbieuoli come la vecchiezzadel giorno
&la ſera della vita. Il ſecondo grado è—quando la ſec0nda colſla ha
no.:
\
il nome proprí0,& la quarta non I'ha,o la quartal’ha, & la ſeconda
non l'lia,<:ome ſeminatore ſeminarc,ſole ſpargere 1 raggimeue candi
dezza,capelli canutezza.thueſto grado non Forma ſecondoAriſtote
le ſe non vna traslatiOne, come ilſole ſcrrina i—rnggi 8! la canutezza
della neue.Percioche ſe noi diceſsímo il ſemina tore ſpa rge il grano,
e: candidezza de capelli non ſarebbe queſta nçaslatione perpropor
ti0ne,ma ſarebbe quella _traslatione che Arifiotelefldi ſopra appello da
genere alla ſpetie-,61m diede l’eſſempio nel verſo d’Homero dell ’viti,
mo libro dell'Odiflèa vuös d‘la-1D" ?mv-Condoſia coſa che ſpargere
ſia geawefiſeminare ſia ſpetie,& candidezza ſimilmente ſia genere,&
canuzezza ſpetie. Parc nondimeno che fi poſſa incerto modó ſare ri
uſcire la traslarione vicendeuole anchora in queſto grado ſe col ver
bo generale accompagni-:remo vno aduerbio formato dalla coſa on
de ſi trasporta,o ſe col nome generale acco mpagneremo vno aggiun
to formato dalla coſa onde ſi traſporta,come il ſemina tor-e ſparge ra
dialmentep a raggio il grano,&i capelli niuali,o di neue-,il terzo gra.
do e` quando alla ſeconda &alla quarta manca il nome proprio come
neue candidczza ,la tte candidezza,&pare che quello grad’onon poſſa
'formare traslationeniuna non che la vicendeuole,&non dimeno per
la via degli aggiunti come dicemmo ſi potra formal-ela traslationeöt
la traslatione vicendeuole,&porrem0 dire ~Latte niuale,odi neue, Se
neue lattea,0 di lattegstſi ſogliono anchora pori-,ei ſuſtamiui in luo
o degli aggimti,come Quella che haneueil yoltopro i capelliàn'
air-"4'3- Zrîopíuu'ot añxëítqarffinchora che manchi ,la ſeconda o la quarta
coſa di nome proprio,non dimeno non manca perriodi proportio:
ne,& ſaranno le predette coſe ſeconda &quarta-.lette proportiOneuo
li in guiſa che ilmancamento del nome proprio nOn torra loro che
non ſi dicano eſſere proportioneuoli,& che non ſi Faccia l'vna rrasla:
tione ſe nö ſi poträno ſare le due,&tanto viene adire Îaoiwd quäro z…:
1/70: Propordomu olmente.'om'o'nu'os 7)@ 107” ”5255 Per ‘ila-of@ -rò awégg,
'iz-3176;: ”p3p Qui ſenza fàllo lia di &tto di *F ’aprirne & decſi leggere
coſi ”è 15 :msz ”75: 76D- 'aqfl'ura 'ſl-g mgzàf.accioche ogni coſa tra ſe ſi ri
ſponda. Et perche io non credo che ci ſia pei ſona che non ſènga clle
qur-liabbia diſetto,&cl1e non appruoui che ſi poſſa ammendare con
coſa ſimile altro nonne dico.Aià ’Ing-_i da alcun poeta 8c è da ſupplire
J're,il‘quale
ÎAIQ- mſçog eum* .'flç yiha.Q1eſta èvna deſcrittone del razgio ſola
eluce diuinamente creata a differenza della luceſiclieſi ſi
dagli liuomini con candele di cera &di {buop con &celle-,clic non è
diuinamente creata,&ſi potrebbe alti-cſi ſpargere &ſeminarej-lordè
da ſapere che queſta traslatione del ſeminare iraggi per i @agere i.
- raggi
A 25
raggi è ſimilmente preſi da Lucretio nel libre ſecOndo dicendo Sei
etia sümo de vertice diſsipat omnis Arçlorem in partis,&lumine con
ſerit arua,o quindi e altronde _operauentura troua ta da lui.î;i *5' wir!
'91.71 .:iu-ça@ ,gina-'7,912 fino:. Q`ueſta è la ſeconda via per la quale ſe:
condo che dicèino ſrpuo riconoſcere .quando la ſecOnda o la quarta
coſa e traſporta ta laquai ta nel luogo della ſeconda, o la ſeconda nel
luogo della quarta ſe alla traſpOrtata levereme via alcuna roprieta
in guiſa che dimoſtriamo che non ſignifica piu quello _che i nificaua
prima come ſìaſco‘nm; da vine,&ſcudo non da ripararſi ſcia lancia.
Et percioche di ſopra s’e parlate dicie,altre `non dire ſe non che
i0 , 8c gli ,altri che deſideriamo d’intëdere la poetica Ariſteteliça
ci dobbiamo re utare eſſere tenuti non poco alla diligëza di ,Pietro
Vittorie che ci ra con poco mutamëto reſtituita la verace lettura di
queſto_ teſto fac-Edo d'äz-Aè ;nq- &Affini-ap euero Pinè Europ &inſieme il
vcrace intellette di queſte luogo. Qui trala traslatione e'lnomechia
mate Imeluflivof deueua cadere il ra ienamento nigi ñ iii-’pongo al me:
no alcuno eſſempio,acciocl_ie eſſen o la voce molte dubbia &poten
dOſi prendere in cinque modi ſi c Ome moſtrereme 8c per conſegue!!
te petende dare cinque maniere ,di parole ſapeſsimo di quale delle
predette cinque ſi debba intendere ,e ure d'alcuna ,altra ſtperauentu
ra s’intëded’alcüa altra oltre alle predette cinque." quale ragionamë
to o eſsëpie fu tralaſciato daAriſtetele non,…cememanifeſtaccoſa ſi co
me s’imaginano alcuni ma perquella cagione, perla quale nelle prime
memorie ſi tralaſciflno ,molteceſe _operche altri ,non ha le ceſeallho
ra bë digeſte,o pëſate a ſue modo,0 perchea colui,che ſcriuebaſta il
ricordo d'vna voce ſela,opure per altro riſpetto ſi come anchoradel
"nw'a~.e'.x.- tutto in queſte prime memorie ſu tralaſcia_ta _la mëtione delle parole
clziama re (ml-me ,delle quali arlò pei Ariſtotele ſecondo _la teſtimos
niäza di Simplicio nell’vnde ibri della'mpreſadell'arte poetica,o ſe il
ragionamjto :agi-ñ ”ruoí inſieme con l'eſsë ie,&cel ragionamento
"i ſap] ;royal-mpdire
rie cenuiene luultiflwp
che perſiitraſcutaſiggine
_ſcritto daAriſtote e in queſte
degli ſcrittori prime
l’vno memo
3&_Jl’altro
ſi ſia perduto. Primieramíte adñq;tr_ouiame che i' `uſing-,cio è l’oma
mëto puo eſſere vna general maniera _de parole che comprëda ſotto
ſe la linguada_traálatiene,lÎornainente,e lnqme fattoJÎallügatgd'ae:
cerciato,e’l mutato,&ſi contrapone alla maniera de propri, percio:
cheAriſtetele nel terzo librodella ritorica &COÎÎS‘A Finn-{wp xi jim-imp
datíaîìl UG 'ni Kiiçl'cſipii mari iii/mi nutrirſi-f {Biagi Ziſa-'m ?a î'ipi’) 'tv-rod
nq} marmi; cio èi prepriçtra i nomi ei verbi fanno la ſauclla maniſeſta
&tutti gli altri nomi di quíéi s’è parlato ne libr idella ſ oeticaſanno la
'` ' _T t t fauelí;
f ( i*
Buena non `humile 8t oltre aeío orna ta. Se adunque tutte queſte in”
uit-re di parole hannopotere di fare la ſauella ornata conuk ne che~ ſi
ſottopongano advna maniera generale,cl1e ſia chiamata ornamento
,della quale Ariſtotele a niuno partito dei mondo puo intendere qui‘
ſi perche nomina l’oma mento come ſpetiecompagna dell’altre che ſi
poſſono—ſtzttoporre all’ornamento come a genere nell'annouerare
queſte ſpetie,& piu chiaramente poco apprt ſl`0 quando dira mi in::
”et-ip »i 7M51'ſa, ”sù ſi ”traçoça‘t ”it Î xolt‘uO'flj-l Tììhhràçmiu :lh- & :indio:
ra i' "1071 ſtupiti”; (tè: *n‘a 5'16 pub-ch hitac- ”maà'iu n31- &gm‘r'ſa ?Jedi-”tw
:dels ”gli imho” Míifffllgîl Tetaſiſrra *n'a Kvſiftnp ”il “tutçogai *Leti :Jane—.Apprcſſa
ti ouiamo clieä aſti-O puo eſlere vna maniera di parole lodatiue che'
ſi contrapone alle biaſimatiue ,& conſiſte in traslationi,in aggiunti,
& ſenza ſallo in ogni altra maniera, 8t di queſta ſa pur mentione Ari.
ſtotele nel libro tel-zodella ritorica qui-.lo dice ai ;ſim Bot-'im 73414;! dara
m-nſyoo ,Tip 7 ?lvfl,çl‘flf ”gravoçàî-,îàp ñ}in *ami: vip Kofi-apt‘… eſe vuoi
o: nare conuiene prendere la traslatione delle coſe migliori,ch ſie:
no nella maniera ,8t ſe uuoi biaſimare conuiene prenderla delle coſe
piggiorLEt ancliora quando dice pil-r’ inl w :,-én -n iniet’ófl@ è” m‘,
..z-MP1'a oli-{lai oiopmm ”Mo-Sp , :mſm 'im 't’hflp ”il ?IME-QI HV 7:61”.
Mucio e la fanella liaurala conueneuolezza ſe han-ra la proportione
verſo le coſe ſoggettefit la proportione è ſe ad vn nome vile non ſia
ſoprapoſto l’ornamento,altramente parra comedia -ſicome ſaC eo
plionte percioche coſi diceua alcune coſe,& lmurebbe detto Reueren
do fico.t~lora Ariſtotele perſo nome .cka non puo qui intendere di
queſta maniera di parole,percioclie,ſe intendeſſe di lei,n0n haurebbe
taciuta la maniera delle parole,clie ſi contrapone a queſta,cl1e e la bia '
ſimatiuaSenza che la maniera lodatiua non ha perſe potere di ſare
altezza di fauella,concioſìa coſa che l’altezza dellafauelſa poſſa haue
re indifferentemente &la lode-,e’l bia ſimo per ſoggetto# parimente
la baffizza della ſauella la lode e'l biaſimo , & non dimeno Ariſtotele
dice che o‘ Magdi cui parla qui ha perſe queſto poterepercroclze di,
‘e “i ?Tm-'ir irffir'ſ- ”di “Fl-MLB" 3 Kim@- r’an-Tatìzmſmzw.,z5 .3,
,W 1a.:- {qſta-:9:3: oltre acio queſta maniera ſoda tiua non ſi conuicnc
piu a ragionamenti vicendeuoli o auerſi giambici che ad altre gone
di poemi ſi come ſas Hang-,di cui qui ſiparla ſecondo che teſtimonia
Ariſtotele dicendo aſp-{17.1 ra‘. ÈVDBÃTDLI Ft”: ”il ip A570” TU x“t'uá’slà rl
voi-vu ùnéçxoçflsùflflaçqà ”ù uſano. Anchora troviamo che: daneſi
puo
non prendere
opera cheper
eſſavna manierapiudi el‘ſilkn
ſignifichi pal ole, la quale
doui,cl'e poſta
non nellanon
*Lai el‘be ſave-lla
eſsE
doULtra le quali ſono quelle parole che ſi demi.de ;Manzi &ql'cuií
aggiunti
\
254
,aggiunti che ſono da alcuni domandati-perpecui,.&noí fogliame ap
pellare otioſi.›Pet-cioche c1 ſóo dl due maniered ’aggiiitid'vnadellcqua
li concorre,&aiuta la ſignifica tione,l’altra non vi concerre,ne l'aiutj
.ma ſiſta otioſa ſicome poco appreſſo direm0.Et perche queſta ma
niera di parole non è trauata Per ſignificare piu,ma ſolamë te per or
nares’appella ragioneuolmëte ornamëto,Hora non portiamo opia
nione clieArtſto tele poſſa in quello luogo intëdere perla voce alma
K iíiqueſta maniera di parole percioche egli vuole che il ſuo alui@- con
iti-ga a poemi giíbici,pclie maſSimaméte s’vſa ne parlari vicëdeuolida
quale s’vſa mëo in ſimili parlari,&mëo conuiëe a ſimili poemi,clie nó
s’vſa in niüo altro parlare,&che nOn conuiëe a niüo altro poema.Et
ehi nòn ſa che gli aggiíiti otioli ſono cóueneuoliſsimi,&c0me natura
li a poeminarratiui heroici.Poſcia troviamo chea‘ Kira@- poiche (igm'
fiCa ordine ſiporrebbe pri-dere per vna maniera di parole ordinate la
.quale ſi cótrapone aquella delle ſcopigliate,clellequali di ſopra habbia
mo ant hora ſàtta mt‘tione.Ma séza dubbioAriſtotele nonintëde per
.la voce uſino-diquelle nóſolamëte pche nö haurebbe trapaſſate cóſilé
tio le ſue cótrarie cioe‘ le ſcópighate ma perche ichora le parole ordi
nate nó operío altezza,come aller-na egli che opera queſto ſuo ilaria':
ízi le diſordinate 6c le ſcópigliate ſono quelle che operaio ma@ &
l’altezza.\ìltimamëte trouiamo che lit-’mlB-eſsëdo voceatta a `ſignifi
care modcſtia,&temperamëto zii-potrebbe prédere per vna maniera
di parolemoderate&d'vguale ſignificato alle coſe,che intëdono di fi
gnificare,laquale ſi contrapone a quella maniera, di parole,che noi di
ſopra chiamiamo ſmoderate,&ſono quelle che có appellatióe greca fi
chiamäo izqwlDella quale maniera non puo intédereAriſtoteleper
,quelle ragioni medeſimeper lequali s’è detto che non poteua inten:
dere dell’ordinatefloncioſia coſa che non ſolamëte non ſiſarebbono
trapaſſate con filcntio lt: ſmodei ate ſueñcontrarie,ma non ſi direbbe
di l oro che-operaſſono pi main &l’altezza come ſi dice dell'orna:
mento Ariſtotelico .operando mi ”inan &l’altezza nonle moderate
ma le ſmoderate,Adunque non c‘ ageuol coſa a peruenire al vero di
qual maniera di paroleintendtſlè Aiiſtotele per queſta voce I!,an
v ,ma egli è bene agueuol `coſa a peruenire al vero ſi come ſi vede
per le coſe dette che egli non inteſe degli aggiunti ſecondo che
Vuole Pietro Vittorio. item-*amg È :gip a‘ ho: .mi lalw‘flmp îmöt
map i’x-nòr n'oñm 5 mini:. (Lu parla delle parole fatte di nuo
uo , 8t perche queſta nouita puo liauere due riſpet’ti per ca:
gione delle perſone ſecondo che le pa role ſono formate da
piu , o da vna perſona ſola ſi dee dire che fieno due manie:
Ttt a re da
l
niere di parole cio è le communi primamente_ formate da piu, & le
particolari primamentc formate da vn0.Poíì.la l’vna & l’altra di que
{le mantere per cagione del tempo nouello accompagnato dall’vſo
preſuppone due altre maniere di parole l’vna delle moderne con:
tinuamente vſitate,& l’altra dell’antiche gia dileguantiſi dalla bacca
ñ degli huomini,& rade uolte vläte: :Si che ſono tre maniere di paro:
le per cagione del tempo , le antiche ,' le modcrne,& le n0uelle , le
quali n0uelle per c agione deformaton fi ;diuidono in due maniere
in communi n0uelle ſe ſono formate da piu, & in particolari n0uelle
ſe ſono formate da vno ſolo. Arilìotele ne ln quello libro della poe:
tica ne in quello della ritorica non fa mai mendone della’primz ma:
niera diparole , che fi chiamano antiche. Et cio dico perche nella
traslatione latina della ritorica d’Ariſtotele che publicò Danielle
Barbero come traslatione d’Hermolao Barbero ſuo zio o conſor:
te ſe ne fa ſpeſſo mentione. Si parla dunque qui della nouita delle'pa
role ,ma non di tutta la nouita, percioche hauendo due capi l’vno
in quanto le parole ſono formate da piu-8t in quanto ſono forma te
da vno non ñ parla della .nouita ſe nOn in quanto ſono ſormate da
vno ,SZ percio ſpetialmente ſi dice mmmuiup :st 3' 47^”: ai ”An/'uu'
”p ÎRÌTHOQl Ms vida-ul nomi! . Si che dicendofi ai”: -fl‘eem i omnis,
ſl rimuouela maniera dinouita di parole che è farmaca da pini-lora
erche ſono iu vie da far parole nuoue,ne di tutte intende diparla:
Ere Ariſtote e , non perche queſto non lbſſe il luogo conueneuole
z parlarne, ne perche la coſa non valeſſe che~ ſene parlaſſe , ma per:
che baſtò alui in quelfe prime memorie di fare vn cenno delle coſeJe
quali poi fi doueuano rallargare 6c alle quali moltefi doueuano ag
giu nere,ſi dice che alcune parole formate da vno paiono cofifatte
quali dica AriſtoteleJo laſctero al preſente zl’altrevie perle quali s’in
troduce la nouita delleparoleflhe non ſono poche &mí contentero
d’eſſemplificare la nouita in vna via ſola. La quale è quando tiriamo
noudlamcnte da vna parola vſata , vn’altra , non mai piu {kata vſata
8: anchora u’aggiu niamo vn’altro ſi nificato nouello,come, paro
la vſata era 7p@- & ignificaua ramo da quale da alcuno poeta no:
uellamente ſu tirata vn’altra parola cio èîgw'ns non mai tirata da niu
no altro,& ſoprapofiovi vn nuouo ſignificato volendo per quello
ſignificare ilcorno,& come era Zefa} parola vſata & ſignificaua pre:
ghiera pr & contra dalla qualef'ntirata da. Home-ro queſta altra pa
rola ;gung on mai piu ſtata tirata da niuno & ſoprapotto vi vn ſigni
ficato nogcllp vſandola in luogo di ſacerdotehora ſr legge ifſllrzs a;
. - k".
, . ` , ‘ ì 25
îçul7a3 .& pare che s’appruoui piu la lettura d' îçw') a: che d'îgiJ-m EZ
perche Heſicliio interpreta queſta voce per rami conuiene che que
ſta ſignificatione le ſia ſtata data poi & non quando ſu tirata nouella
mente da ?gig—,ne da colui clie primo la tirò altramentc ſe haueſſe ha:
uuta queſta ſignificatione di rami quando da prima ſu tirata non
liaurcbbe liauuta altra no_uita che ilnuouo tiramento ,8t ſe poi le ſoſ
ſe ſtata data la ſignificatÌOne di corna queſta nouita non cadrebbe ſor
to la maniera ñ mminyivw,ma della traslatione ,la quale è ”Perù-:ò liv-{Mx
mi liauendo quella proporti0nei rami verſo l’albero,clielianno le
corna verſo l’animale cornuto, ma perche Ariſtotele non parla ſe
non di queſta via di ſar nOuita io ſimilmente non parlero al reſen:
te dell’altre che come d ico non ſono poche, & richiedere bono
molte parole. Dnna‘l’apllcp Sislpll lie-guai”,- 1t pli- ,Hp Qüìlfl’l’lfiaw
*tng ä ñ mei-a Ktm-ti :ue-wai”. Wi ſiparla delle parole,le quali io
foglio domandare paſſionate ,8t ſi diſtinguono dall’altre per cam:
biare in parte la forma 8t non il ſignificato. Percioche o s’ allun
gano cambiando vna vocale brieue in vna lunga o riceuendo ac:
creſcimento d’vna ſillabap s’aceorciano perdendo alcuna coſa ſua
-propria ,o ſi tramutano perdendo alcuna coſa ſua propria ,& acqui:
ſtando alcuna coſa aueniticcia.Adunque il nome allungato ſeman
do tutte le ſue parti riceue o lunghezza di vocale, o vna ſillaba,l’ ac
corciato perde alcuna coſa ſua ropria.ll tramutato perde del ſuo,&
acquiſta dell’aueniticcnoSi cliel vno guadagna,l'altro perde,e’l terzo
erde,& guadagnaJ-lora l’eſſempio dell’allungatofquando riceue la
unghezza della vocale ſi da in ”GA-©— ſatta di zia-9- tale per liceali-l
poetica eſſendo ſtata tramutata a in a. Etl'eſſempio dell’allungato
qluando riceue ſillabaaneniticcia ſi da in queſta voce mutíùolfercio
c le doue la non accreſciuta era ”WIN-iu vi s'è er licentia poetica tra
oſta la ſillaba a 8t auegna che ſia vna voc e ſola vi ſta non dime
no in forza di ſillaba.Et è da ſapere che non pure in queſta voce m
ail-{ho è l'eflëmpío della ſillaba aggiuntaui , ma anchora l’eſſempió
della lunghezza della v0cale ſoprauenutaui eſſendoſi a ſeperato da a
che nel diplithongo a era ſeco congiunto,& cambiato in a. Si clic ſi
otcua dire che quel nome è allun ato,che riceuelungheaa di voca
,o accreſcimento d’vna ſillaba,o unghezza di vocale &accreſcime
to (l’vna ſillaba inſiemeJ’eſsëpio dell’accorciato ſi doueua poter da:
re ſeperatamëte o nell’abbreuiamento della vocalCIunga,o nel pera
dimento d’vna ſillaba,o nell'abbreuiamento della vocalelunga,& nel
perdimëtodella ſilla ba inſieme.Ma ſida ſolamente quello del perdimë
to della ſillaba in )ſfl eſſendo lo’ntero ,if-‘eu ſecondo alcuni & *rw-op
‘ Ttt z ſccondo_
Mondo alcuni altri# in A8 eſſendo lo’ntero Mn- & in 7+,efl'enda
lo’utero 7+”,li quali fi poſſono accorciare coſi per licentia poetica.
Ne ci laſciamo dare ad intenderqche l’accorciato poſſa eſſere quam
do perde ſolamente alcuna coſa aueniticcia ,che prima liaucſl'e gua
dagnataPercioche o perde tutto l’auemticcio,o parte dell’auemtic:
.eio,ſe perde il tutto rimane intero, & non accorcnaro,\èperde parte
ſolamente dell’aueniticcio rimane pure allungato, poiche ha anello:
ra parte'deil’aucniticcio non perduta,l’eſl`empio del tramurato 'quan
do perdeparte del tutto & guadagna dell'aueniciccio ſi da in l‘é-ugo
ín luogo di .M153 poſto , il quale nome N455 ha perduto os ſua parte
propria 6( guadagnato ng@- aueniticclo per licentia poetica. llquale
cſſempio io ſtimo che non ſia pollo a tëpo 8( che non dimoſtriquello
checrede perluiAriſtotelc dimoſìrarſi.Maio credo che in lui ſi pOteſſe
dare l’eſſempio dell’accorciato quando perde vna ſillaba, ercioclie
eſſendo lo’ntero Nat-inf@- perdéndo o che ſia in ſom di laba e‘ re
,flato ſenza guadagnar nulla J‘zÉi'nr-Qñ Il che apparita eſſere coſi,ſe ci:
- recheremo amente che .ff-Xmas _ſignifica comprendere,& capere,onde
è tirato liti-ls aggiunto che ſignifica comprendeuole o capeuole,&per
eliel'vna &l’altramano,è ſ’tormento colquale l'huomo cóprende che
ehe ſia ragióeuolmëte douena eſſere aggiüto dell’vna &dell’alcra mio
”Edil quale aggiüto ſu nó dimeno ſolamète datoper figura di trasla:
:ione a quella mano cheè piu atta,& ha piu diſpoſitione a comprenx,~
dere 8c a capere,c_he non ha l'altra,&per ſignificare anchora ſenza ſi
ura queſta maggiore ageuolezza,&diſpolitione a coprendereòc a ca3
gere ſi diſſe conferma comperatiua regolata 8c intera .Mya-(ça, 8( poi
per eſſere voce che ſpeſſo cadeua ſula lingua del vulgo'fu accordata t
&detta J‘rÈiríç-,li quali aggiunti per ſe ſoli pofli ſenza ll ſuſìanriuo ,gig
diuennero in proceſſo di tempo anchora ſuſìanriui, 8c ſignificati-ono, .
l’vno &l’altro la mano dellra. _l’oi hauendoſi riſpetto non a .Mx-ma,
&alla ſua fignlficationepndeera deriuato come da fonte JlñÈni :Se J‘- u
’lg- .m a alla fignificatione gia occupata da quelli nomi li diſſe ᇎ
J‘rÈinfflì-m dimoſtrare le coſe che ſono dal lato della mano delli-.2J la:
tini da quello J‘tëſſízn cacciationei diſſero Dexrera,&di nuouo caccia
. to j dgſſero Dextra J á'ms ai Moi-'um, &mirinole nome Fatto di nuouo
e quello che non è mai ſtato nominato da niuno ne di gente ſorclhe:
ra,ne di gëte nol’crale,Ma perche la nouita puo conſiſtere nella ſor-ma
del ſignificatopnella formade li eleméti.o nella Forma del ſignificato
&nella Forma degli elemëti in ieme pareua clxei nomi che liíno la no
_uita nella ſor-ma del ſignificato ſi doueſſóo ſeperareda quelli cliel'hí
no nella formadegli cleméti,&gü vm',&gli altri da quelli che l’ha…
I
co
\- '
. - . -. . . . 256'
’noli nelſigniflcatoſiorhe negli elemët'iJ nomi,clíeliíno la nouita nel '
la forma del ſignificato ſono ſtaticòpreſi in parte ſotto le traslatiom'
d’An’lloteleJ nomidie liíno la nouita nella ſorma degli eleméci ſono
di due‘maniere,percioclie alcuni nomi ſonodel tutto di nuouo forma
ti &alcuni ſolamëte imparte. Velli che ſonodel tutto dinuouo ſor: '
mari ſono quelli ſpetialmëte che rappreſentano il ſuono,& ſono dos' ~'
mädaſi finiti) ſi come Ennio d ſſe‘l’aratátara perlo ſuono della trom
ba.Quelli che ſono in parte di nuouo formati ſonoquelli'flie ſono ti’
tati da parole vſitate ſecondo le regole ordinate 6t vſita’te della lina‘
gua,doue ſ1 fa tale tirament0.Quelli che hanno la nouita dell’Vna 8:’
dell’altra ſor ma inſieme ſono come {gu-'m 6t Erg-rif come s’è gia detto
Ii) DI" îìío ”vñmnaxfm'Ì-o ”xvi-Aim 3-” wifi“.Coſi ſidee leggere quello te'
Ro come habbiamo molli-ato &coſi ſi legge ne libri migliori ſcritti a
manojmmnflnp ”3” donò milita” ”i’m-@wii ì mind-l‘aa maflél‘iu. Hora in
now-@- ſi conſidera i co me vocale piu lunga che non i vocale propria
di ”Silent o di wóhsflflnon fi conſidera o vocale lunga & o v0cale brie
ue. Percioclie quelle non lono l’vna allurrgata,&l'altra abbrcuia taper'
licentia poetica,ma per vſo di lingue,& in quanto ſi diuerlifica l'vna.
dall’altra caggiono ſotto la maniera delle lingue ſi come anchora vi:
cade la diuerſita de fini di mMiJ‘ou &di mhioſá‘mflia rtl-mm ;lapo-rigo* 34,‘
Arc-ſia c‘ la fine cl‘vn verſo d'Empedocle di cuipure perl’accorcia.
mento che s’e‘ fatto nella vnce 34,1: rimanendo ”o-j, t'amentione Strabo
ne la d0ue parla di Meſſene,clie per ſimile accorciamento ſu appellar
ta da Homero uim,&Euſtliatio nel racconto delle nauij'm-íì Fiona-(a:
iii-.u. Quando il petra conſerva parte del nome nominato cio è vſa:
to.&parte ne forma di nuouo ſi fa il tramuta to. Si clic e“ da dire Fiom
mi!” prima dagli altri. ‘
ARTICELLA v F. NTESI—M A s F STA.:TITÌP|310”:!7`U°Î ma :ça-.fi
*ni Ìhihu, 11‘! Sannita', :dë-aaa a”: :da TMW-[ëd: *n‘a ”di g ,uit :fa in ‘ns *ré'f Èçu'.- u’
m..-J,.J)_1nì‘1ùijí51 .Maffi ñl, ,19:42 “mi 52'”: 'u ”Sp (tornio-mp :un 'ni Le" ma
'A ;T v’è: a là ”noir -rëp imnmmiiwp (QI-[,BSí ("petite ”Miu-613'(- :è 'fieno‘.
”ii *rà ;nile-:,16 ~lñ ”ù 16 È "Fm 'is-iffiíó ViTa-'op eiá‘p :vom: reſa-:ìeià È! “
’UTFÌPÀWXJÒ ;31g , ,rlknlmdumlxéflfll,Wimeél 51v‘: u ”im ,MB-:,16 ta'zv, 16"
,JW ,16 Pip-,173 ?91.73 5 piro-Eli in' rai-rapa v , 1,921 d. ì *_‘
CONTP~ .\ hNZA. l n quali tlclnci'iti finil'cano i nomi maſchili ſemiz"
nilj 6c mezzani. v u
VVLG’A Rl .’.7 A M Fl NTO. Et d'eſsi nomi alcuni ſono maſchilifllcu.- u
ni ſen—indi , 61 alcuni r.- eazam. l maichili ſono quelli,clic finiſcono u
in y ,8c g , ‘8c a .- 8t in qrelle lette] e che della r, 81 delle mutole ſi‘
_compongonoEt quelle tono due la + , &la LEtſemínüi q-èelli clse "
~ mi
Q. finiſcono tra le vocali nelle ſcmpre lunghe corde iu n, 8t in o, 8c tra
,, l’allungate in a Iaonde auiene clie ſono .vgua‘li di immero ( gli ele:
,. menti) ne quali finiſcono l maſhlnll ei fcmlnlil, Percmçhe’ la {8: la E,
,, &la ñ]. ſono quelle ſteſſe ,8c in mutola nlun nome finiſce,ne in voca
,, le brieue.Ei in l tre ſoli m’ii,u:’am,ní›rsgi,& nella v cinque :az-WW’…
,, ,Hz-,,L'st-.Et chZÌ-ni in quelle Heſſe# in a, 8c 1,6: ç, 8c e;
SPOS! ſlONE. Prima che ſi metta mano alla ſpoſitione di qucfl;
particella è da ſapere che lo’nſegnarnento contenuto in eſſa non {i
congiugne ne con le coſe proſsxmamente aſſatc,ne çon le COſcdproſs
fimarncnte ſeguenti,ma dourebbe eſſere a legata dopo latlxffimtione
del nome proſsimamente.Percioche poſta la diffim’tione predetta ſi
doueua ſar queſta diuiſione de nomi in maſèhili, in feminih Bin :pez:
zani,li ualiſi riçonoſçeflèro glivni da gli altri perla ditermínatíone
del fine. ?oſcia quello trattato non ha ſuo compimento,perciochc fa
conucniua moſtrare i fini difiinti delle tre ſpetie non pur del prima
caſo,ma delîli altri cafi anchora , 6c ſpetialmemc hauenrlo Ariſtotele
nominato ` caſo per parte ſeperata dal nom:. Et oÎtre acio non ſa.
rebbe _11a to male che haueſl‘e anchora data alcuna diſh'ntíone’de ver
bi,la quale ſ1 ricoglieſſè da fini COſl del caſo diritto çome degli altri
ca'ſi,_c0mç che alcuni verbi foſſero attiui,alcuni palèiui,& alcuni mez
zmhëc _ſimili coſe, Le quali coſe polloche foſſero fia'te inſegnate la do
ue ſi count-pina# come ſi conueuiua nohſartbbono [late digiouamë
to proprio della pocfia,allaquale non one miophi non le ha prima`
imparate nella gramma tiça con tutto c 1c :ion haueſſe intëcione di di:
uenire poeta.Vltimamente non è da ignorare che ſono in queſto te:
ſto alcuni diſetti,ll quali con non molta difficulta o per aiuto di buo
ni teſlip di ragiorie ſi poſſotao ammëdare &ſupplirezl’rima adunque
doue è ſcritto ‘mi ”Sp ëymárflç -n‘x a”: èda ſcriuere n'a-7555515,@er -flì uz”.
Perche coſi hanno i buoni teſh'.Appreſſ0 doue c‘ ſcritto Rſa-tua?” 5'“
Miu-[E E! :i v , ”ü f , ”Fuffa in *Fu *n85 àço'v 10') :and , è da ſcriuerc
Yin”: M170" -nluwä à: v, 'uit ,uit d, m Fd” in *Fu d ”ü 75°] 'zoo’
wffl Girl-1'!! ,' perche è aſſai veriſimile che foſſe ſcritto coſi. Poi do:
’ ue è ſcritto _Sfil’o‘a (ma :i've ”A599 és B’da *rà à'ègm: ”h -ra‘n dim , 75 7a? 4- uh
sò È ”Frà {rica c‘ da ſtriuere 851 Td- doma-'w umida è: In rà 22??”
”li 13 Olii…: 1-) ;eq-'j, iui: mi ñ} ,uh 1t': Z ”In 751‘- dimoſti'îmdo la ne:
ceſsita della ragione _che ſi debba ſcriuere coſi. Vitiinámente dOue‘è
ſcritto u‘ä inn È?- és m7?! ?sù v, xs?” , è da-ſcriucre ul à …ra-Eu' á: {-qu- ”i
a , ”ù v , ndkfioſtringendoci a ſèriu'erècoſi i‘fini dc nomi'mtzzauij
quali ècoſa Liu che manifi-ſta eſſere Hindi-lora vcgniañno alla ſpolìr
,none ,árüvj Sua-'wii :i ai“ ëäſhfläüm *d zur-raga'. DiuiJei nomi
mm
²57
in maſchili in ſeminili,& in mezzani , & noi dobbiamo intendere che
fieno maſchili,o ſeminilip mezzani non ſecondo il ſeſſo naturale, 8t
verace , ma ſecondo il ſeſſo artificiale‘ö; grammaticale. Perche e‘ da
vedere che coſa è ſeſſo grammaticale &Îq uante ſonole ſue ſpetie ac
cioclie intendiamo' bene-quello,che dice Ariſtotele. -Scſſo grammati
cale e‘qualitaihternadel nome n ſoreſliera per laquale ſtcompre nde
ſe la ſulla mia o l'accidemc ſignificato dal name ſia da reputarema
ſchile o ſeminile, o ne maſchile ne-ſeminile. Nealtri ſi dee mao-aui
gliare ſe molte ſuſta nzie & accidéti ſignificati da nomi naturalipñnon
naturali che‘ſieno ſireputano nella lingua greca maſchili oſeminilj,
6: ſia, loro attribuito l':v nn ſeſſo ,o l'altro a nchora che inverita non
lialëbiano ne l'vno., ne l'altro. Conciov ſia cola che il ſeſſo propria
mente parlando .non habbia luogo ſe non neglianimali per ſeni”:
atti a generare. :Periodie la-lingua Hebrea molto piuantica della
greca , & dalla quale veſſa greca inſieme con lealtrev è veriſimile che
-deriuaſſero,& predeſſeroquello,clie hanno in tuttoxoin-partefl cia
ſcu no de ſuoi nomi aſl'egoò o ilſcſſo maſclrile,Q il ſeminile con tutto
che ſignificaſſe ſullamia o accidente molto lontano 'dal ſeſſo , 8t in
eſſo non ._appareſſe ſimile differenzaper natura. ll che alcuni hanno
creduroçcheJia ;ſtato-traſportato nelle linguedi‘ gli Aſtrolaghi , da
Pi) iſici ,-&_ da l apidari , hquali n'epianeti,& ne celçſtiali ſegni 8t ne
Lgli alberi, 8c- nelle pietre PſL‘thſe per certe pro prieta loro 'altri nere
ſ putaro no ma ſchi, 8a altri ſemine ſecondo che per. qUellesÌaccoflaua
;no piu alla natura maſchile o femiuile , marquantobcnezeglino ae’l
vegga no diIcOrrendo molto prima l'uſo compiuto delle-‘lingue tra
popoli , che l’Aſtrologia , ola Phiſica , o lai-conoſcenza 'delle pietre
virtuoſe haueſſono hauuto cominciamento tra ſpeculantí, Hora le
ſpetie gramimticali primieramente ſono due, vna delle quali ſi puo
domandare interna del nome ö( l'altra forefliera,l’int_erna e‘quella
che di moſtra il ſeſſo per la lettera finale del nome ſenza ricorrere ad
aiuto niuno foreſtiero per riconoſcerlo come Piuma-inn n finale ſa ri
conoſcere ſenza altro la ſemindita di :quello nome. La ſorefliera è
quella , che in ſe non ha alcunadimonſtratione di ſeſſo per alcuna
lettera finale propria., ma co auiene prendere la predetta dimoſtra
tione di ſuon' , odall‘ articolo, o dall' aggiunto, c0meoìu^às a finale
non dimoſtra maſchilita,o ſeminilitap neutralita diſtinta 8t certa poi
che ſi truouano nomi di naſconde-.tre ſeſsi chefiniſcono in d. Adun
que ſi «riconoſce per l'articolo c‘è-mir che è nome maſchile, 8; la ri
.conoſcimza-viene ,dati-ori. Di nuouo la’nterna ſi diuide in tre ſpetie,
' Vuu in ſeminile,
...45. ì
n “z-1,16 Aízoura *rà inro'tfkoffiz &J‘J‘ujno‘val-m. liſt; wp cafe-16.1) 75V Lea-imc; (dvn:
.,:flſhìx ol",îlflî'fo Mifid”; ”iP-5 1M Braçoçfpfivflxflvgrîffl;Fr-Pza Îſſá‘ffl ”og-'xaA-àp
” in" Eníçl ”Rhuaíſalnà 10710101514‘ Ex ‘3'155 74011553 MySql-154.43:. á‘í á’ &andy-C421"
,7,70; min”. ?nica oüczyi‘! (3‘…th lol“{fli ‘5104133 è Htc-Sr] A@ E pſſaçofà ”ù Î
” …Img-3 ”il FEM-z rà éçmíu ÎJ‘”. xdçwſhráÌ-«c‘açóvd-ffi. in Lithust pit-‘@
n dupCiMov-n és-Îòóaq‘is ”Ts PELO-,ui mi "J‘Ìroùxìy al‘ îmfláds, ”ù 'non-”ni ”à {ça
,, "da" ”SU Mud-mg. ai‘: YM”: Îxlyji ó: i* ”mk-”(0 ”a è 1B èuààs 7|yvíp$psy , 16 -
” mi Miuth multil- dlà j 7578! NNTP F :ius-'TO, i* davis ss-au. 35-: u’x 5790?: #7150‘.
n .:-hgagſiv’luw 1010GT@ -rglmg Tís th'm’firü WKONQJ‘ÎIM damn-11G, Jo‘: Zv
” ”té-l‘a” ìçxuîç. óijſſl‘lop ”cläçifii'fls J‘áóÃîK-rád‘u i9’ 57MB"; Boville-r] :QLCMOIIΑKK
n’ ’az-ni} ofowirllxflçlq {Way uaçaàaSva Bañîoffa. là a?“ &i; fluidi@- -n‘z‘q ;xe-'Hr
”ñîÈ'iAécoçoqp 71‘) p‘. :ci Pain-“M ”Uſmápîflop Tanaro-79A` 725710, 74762709: , 73 5 a'nçoîa xs[
’I’vàîpla‘ffáqoî] ‘is- 1459 …gf-$91. xàyx} ”ilaqoçzîgxà »Gſm , ”ù roſs à’ſiwu Um xziís
” gm@- Dream-Sf , ”ü îmml‘zs Eni *róz'nmî- ,11531111333 "x-*Ofizmö *n‘a Éçflé-ré’fr
n Flos: {grigi '.7ri 1‘an îuaîyfiwçéàojvìàuíímf ?Big BVOMTUP és ‘n', ”i xfx:: , in“ :if
:rflaflnſöflù in‘ `r [a aſſuma-Wifi E”; 103‘” &Mar; MSD?) #qaclcäeix H9 74$ -nì inizia 3”
” szNJKRTI‘aqMJTI 717mb? A‘iyomffioieffi Tòîì’l‘ſò’ſoiídlì‘ſg' "aMCäocl &xfxu'hl ;cà ixgim'í ov,
p By,va 51m: fleſáìv'ſO—,ſiavri xuç‘ì àOQ’l‘I‘G'Q-ÃBYTRFTTÒ ſi‘ 'pc’lvwg ”Ààſh 'Iò J“;
”MKL &934MB- ;Î ici Tygquimifiíjçhrmſin-k, QcK/ima :mv da'guzs îàiè MN!. 3
i* Mſi F íä'épflö àouöffi ‘urban, Koh nü: J‘sh' hip 3hî7©~ *rgxsù di MHZ!, n; ?tv-‘5,,
” ;ſu níys ?ù [ll’fla f-ll‘ſla’hfflîî. ”ñ- J‘m' &Ji; yum -n và 'año-11x35 ”Ze M55, ”i A':
v fica‘ &axmiofflmüugëmrhi’e Raimi-tg. J‘íçfo‘a mme “Leinì, ““95- n ;ça
` "FLP
²59
”rl-p. 13h: *rd iii-'M 503ML‘:ijer mijn-ftp. 'in hood”: 1055 ?mx-’l‘ok inofln'á‘”. ‘f
l'fl È .Wait Ep ir'mlîp -ñi dighix'ſawówu xçäm, aiop,röáìuuá1a*yà'm. alt-131m‘ “
hà Ponzi-rom@ i Murgia ”fini J‘ivlpflloä -rò Sez-JW”: ”lp ,.imè mi ”gl àxm— “
him ”ù 5'”: HW: &KF-rat'. r‘- uiëîî' 'qu wîínçvçl'oll , mſi mi; mi 'dimm-'ct if ‘*
‘l’Îl RLA Zam-'ſa -nì Maffi-m. îuäv©~ *Fmi-71k'. ’(51 Spin É ñ‘cxásp ‘raîp Agna(- “
wp flftkîlhwí ;5‘735 , ’sù J‘mmîs Eviſu-m , ai noiv'ſaas. al) ls‘o‘u 1b ptwçoçixäp “
N‘ſho’vtp 1-053 all'72 71a? Hills” isi hardy. ?Will-0:5 71-. dùpÎoſip ;51. 115 piſa: u
"Wap -rò 5’540[on Togli” îsi. 15:4 sël-?Motu 1a‘: É Jllnh änáhrga Jçflo'fla wîrá‘teuçaſu— “
[al: , alè) HZ.” ZT: Égm‘lxoîs'aiö yqaçoçai 1075 ’muffins'. ”il ip É &i; informi! &l- a
Haifa Wiz-ma *ni: &mira-,lp 5 ëi‘s‘ iapcxio”, (E: "l'è 3:} …iP-m: Aly‘: unnëm , vaſi-m u
"Imi-[767%] Evauáwpîëglëlà A5701': ?LS M‘ósüfisl ö 'ni wlad’fl! 1b miglappuù aqua: u
pogèrsù üc‘nO. mg… out; rgafflá‘l a:. 79:11:75 ip_ ”yi-Jap malato: ’iso ha?? “
imc-ì 16: èçm‘zva; “
CONTENENZ'A. Vale maniera di' parole faccia la chiarezza,
quale l’humilta,qnalela magnificenza,quale l'enigma,quale i] barba
riſi mo , quale la chiarezza 8: lamag nificenza inſieme.- Vale ſia piu
ingegnoſa,& qua lea'qua' le maniera di poeſia piu conneneuole.
` VVLGARIZZA MENTO.
ra,8t non-*liumilfl-Et Horachiariſsima
veramente I-a virtu della ſauellache
c‘ quella è che ſia chia- "l
c" compoſta "
d‘e nomi propri,ma è-humile: Et I'eſſempio e‘la poeſia di Clenphon- “
rc 8: di—Sthenelo. Et la-magnifica 60 mutatricedell'ídínreſz mo &qurllL "
che vſa i~nomi- ſtraniel i. E: Maniero-chiamo lingua &traslatione, “’
8: allungamento ,8: ogni( nome) fuori“cheil proprio. Ma ſe altri “
Faraadunque
Se inſieme (turti i coli laFatti,
ſormera ( nomi
fauella )di)`traslationi
o enigma riuſcirap barbarilimo.
riuſcera eni ma, ma ſe “
"l
~di li nguebarbarilm-.OP ercioclie la forma dell’enigina è cfie il ſ‘auels “
latore ccngiu rga inſieme coſe preſenti impoſs: bili. Adunque per la “
compoſition” de nomifnon e‘ permeſſo a faſcio, ma ſi conCede che fi “
faccia pen la traslatione come gwá‘ça :4‘010 ”nigi xvi-Gp in" luigi ”Midaſſog ‘ì‘
cio è ‘,.Vidi huomoche incollaua rame con fuoco in" huomo &' ſiínili. “
, -Et delle lingue rieſce il barbaiiſimoz Adùane in certo‘modo ſono “
-da temperal e c0nquclli. Adunque non Far i 'idiotcſimoz nel’ltumil— "'
-ta,come la lingua , & la traslatitme, & l’ornamento,8:l'alt‘re ſpetie “
«(gia)detrefl h'l ‘proprio fara lau-chiarezza.. Et? non-'in-piccíoliſaima “'
parte ſono di pro :ſare che la-ſauella lia chiara 8c ſenza-idioteſimo, “
gli allungamentggh’accorcilmentizci mutamenti de nOmi; Perche in_ “‘
q ua nto lì dicono-fuori'dell’vlanza per-eſſere d’altra forma che- non è "‘l
il proprio non ſaranno-idiotaſimo,& in quanto communicano con "‘
[Mann ſarannochiaria— Lao nde` non dirittame nte biafimauano c0
' V u u- z. loro
\
268 ›
-— — —~—-
'I‘
oqual poco, oqual mezza no puo eſſere nel verſo giambico d’Eſcliiz
lo 8( d'Euripide non eſſendo vi altro clie Vna voce che 'in uello
d’Eſchilo è propria 8: in quel d’Euripide èlingua ’.ì Et ne verſi 'Ho
rnero ſono molte traslationi,& _niun proprio,& nondimeno non ſo
' no biaſimate , anzi ſono comme ndate, 8: pure doueuano eſſere biaſi:
mateſe ſi doueſſe riguardare alla miſura ,8t temperare co propri
Adunque Ariſtotelc non parla in queſto luogo di conueneuo edi
miſura , ma di conueneuole per altro riſpetto, 6: non inſegna per:
cio parlando di queſto conueneuole piu di quello che inſegnaſſe
quando parlo del conueneuole della miſura nOn dicendo in che coſa
conſiſta queſto ſuo nuouo &ça-5170p , 1t‘: 5 &gas-Jap mp , J‘mç'içfl :al di"
in?“ eccidi-‘do Meſſa. è vna pi'opoſiiione d’inſeonamento nuouo
intorno all’vſo delle parole oltre a due altri dati iſopra. L’vno de
quali era, che lelingue ,6t letraslationi ſì d0ueſſono temperare co
*afl#~w.~r-
rore
propri,l'altro,clieCiaſcuna maniera ſi doueſſe vſaremiſurata mente,
6t queſto e’il terzo che ſi debba conſervareil conueneuole, persioche
qneſto monta aſſai- La conueneuolezza precedente daltronde che
da miſura ſi conſidera,& ſi riconoſce ſpetialmcnte in due modi, nel
l'vno quando ſono poſti inomi d'vna maniera miſuratamëte,& con—
ueneuolmente pogniamo o traslationi , o lingue, 8t rimaniamo di
quelle traslationi, olingue à ripogniamo in luogo loro altre tras
lationi , 61 altre lingue meno conueneuoli , nell’altro modo quan
do rimouiamqle
atenëuolmente & traslationi o le lingue
in loro luogo poſte miſuratamente
ripogniamo ,8t com
ſii propri ,percioclie le
ſ ñ"“ `\ì&"—~raó’
parole conueneuoli ,8: le parole ſconueneuoli poſle in para one
ſv ne dell'altre ſi come contrarie auicinate ſcoprono piu la oro
conueneuolezza, 6t la loro ſconueneuolezza che non farebbono
per ſe ſole. Del primo modo non fida eſſempio, ma del ſecon
do ſi da eſſempio in vn verſo giambico d’Eſcliilo , 6: d'Euripide,
&ii-i alcuni verſi d’Homero. Hora perche Arifiotele parla della co n
ueneuolezza delle parole non mi ſeoflando da quello che egli ha in.
ſegnato dico primieramente clie la conueneuolezu ſi puo confide
”reín quanto Vna maniera di parole perſe naturalmente lia cliia-ì
a rezza ö: magnificenza inſieme, ö: poſcia ſi puo conſiderare in quan
(o alcuna maniera di parole è vſata con miſura , & la conueneuo
lezza delle parole ſi puo anchora c0rſiderare in quanto ſicon fa
iu ad vna maniera di poeſia che ad vna altra, ſi come di ſotto
fi dice che le lingue convengono piu all’epopea, 8( i nomicompo
[ki a ditliitambi, Et appreſſo la couueneuolezza delle parole ſi puo
'~. L " ' ' " " conſiderare
conſiderare in vna medeſima maniera di parole eſl'cndOui piu gradi
di parole in quella vna, l’Vn grado delle quali tal nora lara piu con.
ueneuole , 81 tal hora piu ſconueneuole che l'altro, della quale co n
ucneuolezza c’imaginiamo che Ariſtotele parli qui, Anchora ciè
vna altra eonuencnolezza , che ſi cónſidera inſormar bene alcune
ma nicre di parole come informare le traslationi , in ffirmar le parole
nuoue. Et vltimamenteuè Vna altra c0nueneuolezza che ”conſide
ra in no n prédere le rraslatio ni ſer mate da altrui ma conhſte in fc.;
marſeleil poeta dlſua induſtría. ueſte ſonoſci maniere di conne
neuolezza , delle quali Ariflorele parla in queſta particella ,iui F ha‘... .
Nonintende ſolamente de verſi heroici o eſſamerri, ma generalmète e
di tutti i vel‘ſi,ſiívù0uám(e P Sims-mir és 13 p'ngoç. Qaſi dica quantu nquei
nomi di ciaſcuna maniera fieno ſecondo miſura poſh' in V:rſi non
dimeno ſi dee anclrora liauere conſiderario ne ad altro percioche per .
altro anchora potrebbe no (lare bene & male , *.3: non dice il riſpetto
per loquale auegna queſto fiare bene & male ſe non che gli beffa.
dire che mura ndo grado di parole di quella medeſima maniera di pa
role conoſceremo queſto eſſere ver0,xà 70$? ini nÎs ;MJ-15513 Eni Faq-9|
gáfiflqîiſſli 'F Yung 541‘591 ”Jil-’axis 311115 *rà nigi-x Firmen:. Oltre acio ſe altri ri
porra i nomi propri in luogo delle lingue-,delle traslarium,& dell'al
:mandare s'auedra quanto monti la conueneuolezza, 8c ſia da prec ,
giareJaquale per leder te lingue,& traslarioni,&altre maniere ſi troua
ua_ ne verſr,della .q uale ſenza fallo ſen” quefloxiponimento altri coli
pienamente non ſi ſarebbe aueglutoñ Hora perleeoſe dette di ſopra è
coſa manifeſta che i nomi propri hanno chiarezza ſenza magnifi
cenza,& per conſeguente e‘ a nchora coſa maniſeſt,~,cl1ei nomi propri
ripoſti in luogo delle lingue 8c dell’slrre maniere non operera nno,
chela fauella, laquale ne verſi dee eſſere vmagnifica ſm tale. Perche
non ſaceua mefliere aproporre queſto caſo in mezzo,rlel quale niuno
poreua dubitare,ma conueni ua proporre vn caſo,nel quale la lingua
poſta in luogo della traslarione, o perlocomrario la traslatione poſta
in luogo della lingua faceſſe conoſcere queſta conueneuolezza na
ſcente piuda v na maniera di parole , che da Vnaltra in certi luoghi,
vicini 1”’: ;Mil-ns J‘i ”à in} *P ne’ſaçogesî.. Si dice perla lingua in numero
ſingolare forſe per l'cſſempio ſeguente dci verſo giambico , nel quale
è vna voce ſola 90”&13,Che egliappella lingua, 6: fi dice , per le trasla
tioni in numero del piu’ſorſe per l'eſſempio ſeguente de verſi d'Hon
mer0,ne quali ſono molte traslaríoni. Adunque per la lingua, &per
le traslatio ni altri conoſcera a pieno la cóuencuolezza, di cuiſrparh
- Et
269
Et è da porre mente ,che dice Minuti: M: -rì itu'çla Sala-Ta. cio ere altri
riporra nomi propri in luogo d’altre maniere di parole. ll che poi
s’eſſemplifica ne verſi d’Homero , à non dimeno da anchora vno
eſſempio nel verſo giambico ‘d'Eſchilo , nel quale Enripideripone
lingua in ;luogo tli proprio. Perche _conuiene dire che Ariſtotele ſe
haueſſe parlato pienamëte,eome doueua,haurebbe ”rimaſi-:Mil: M:
'là lil'qu ivíyaÎa,i'i 1G: ëör‘ſaffirsü *rd Bim.- Îá‘u inni “P Kvçſu‘v, o coſa ſi migliíte.
Îò ?xv-ò mtíófl@ **analog ;mx-im ai íuçim'llu. Hauëdo fatto quello medeſi
mo giambico Eſchilo,& Euripideft' Zak-9 ’510m icq-ume# hauëdo
Euripide vn nome ſolo in luogo JW] altro ripoſto 2411i xuçt’u &090'19
Hai-Jap , cio e` lingua in luogo di proprio vſitato auenne,che il verſo
d’ Eſchilo,che era coſi ſarto yqiá‘ma Haut-igm:: :Bri- ml‘is foſſeyile , e'l
verſo d’Euripide che era coſifatto anirl‘ava tutti…: ton-713 :iv-ſli: foſſe
nobile. Et quello eſſempio ſerue per lo caſo quando ſi rip0ngono no
mi conueneuolidell'altre maniere in luogo de nomi propri ſconue
neuoli. Et èda porre mente _che Ariſtotele domanda la traslatíone
roprio, percipche 'tdi'- èvoee traslata dagli animali , ehe hanno la
occa,& ſi cibano per quella,alla cancrena, che eòſuma la carne non
altra mente-che ſarebbe vno animale mangiandola. Ma è da ſapere
che non deono ſolamente eſſeFe reputati propri que nomi , liquali
Veramente ſono propri,ma anchora tutti que nomi dell'alrre manie
re,li`q uali ſono in commune vſo degli ſcrittori, à de quali non ſi puo
di moſtrare il primo facitOre 6t adopera tore. Perche ſapendo egli che
Vi'- nella ca ncrena era traslatione 8: volendola nomi nare proprio
per dimoſtrflre la .Vla per laquale ſoſſe diuenuto proprio v'aggiunſe
awaer cio e‘ vſitato,concio ſia coſa che i medi ci ſogliano domandare
ſimili malatie, ’i'm ;miu-uz. Appreſſo è da porre me nte che domanda
la traslatione alquanto ſmoderata lingua , percioclte noi-im non è
propriamente lingua non eſſendo voce ſtraniera o er corpo o per
accidenti, 0 per corpo Cc per accidenti inſiemep per ignificatop per
forma,ma ſolamente è domandata lingua per l’arditezza della tras
latione,laquale trap-aſi’adi molto la coſa ſig mſìcata, diche a nchora di
ſopra facemmo mentio ne. Laonde pare che ſimile traslatione non
debba eſſere meno ſtimata lingua , che la lingua laquale veramente e
li n ua eſſendo veramente ſirano modo di dire, che lacanerena fa vn
ſole-ne conuito della carne del mio piede. Et èda ſapere che ſan Fao:
lo ſorſe non meno arditamertte diſſe u‘ Air@— Wa,- ás rárſgma naſa) ‘igi
Et il parlar loro come cra’ncrena haura paſco attribuendo per trae-—
latione la paüura del beſtiame alla cancrenae Seguirano glieſſempl,
.z z z che
\
*che ſervono per dichiaratione del caſo qua rido i propri Fuori di con
ucneuolczu fi ripongOno in luogo dc traslaticonueneuolmemc al
legati. Et (1 producono tre verſi'd'Homc-ro ,doueſſono in effetto
quattro ”ul-[ioni tre da ſpetie a ſperic,o per proporriorxe,& vm dal
enerc alla ſpetie. Ma prima che ſl mDfll'ino le quanto traslatíoní è
ſapere che il verſo w1- J"- zr‘ íäp öAc'fls-i ”à 5mm”: vsü &anni; , il quale è
nel librai-81a dell’Odlſſca ſilcgge nel fine in u e modi cio c‘hai-'r co
lnshabbíamo ſcrict0,& ‘amis 84 ìdìs,dcllc quali letture rep uriamo ſo
hmëre buona iuris, percioche Bam-336( Bce-DEMO no propri 81 non tra::
[arioni. Ser-:a che-Link che ſignificaſpoſſato & dcbiìc non ſignifiche
rebbe coſa diuerſa da Zuril‘uvàs che per (l'aslatione ſignifica pure ſpoſ:
ſato & debil‘c. E ad'unque veriiimnle che' Poliphemo artribuìſcatre
qualita biaſimcuoli diuerſe ad Víiſſè che lrbaueua accecato poiche
l'haueua auinazzat0,cio èche ſoſſe picciolo, che ſoſiſſc dcbdc , 8( che
foſſe bruno. Hora la prima traslationc che è da ſperica ſpetie o per
roporticne è nella vorcä ^í7@,ìaqualc c‘ne] primo verſo wTu Nn’ ;Je
Aiflfl,& ”dia voceî »Blu-,clic C nel ſecondo verſo hifi-072 mimi-(0. U
quale facendo verſo Enel libro Y pur dell'Odrſſc-a. Perciodzc ha
uendo la quantita due ſperi: ſono ſcvna dzſcrcta,& l'altra centinua
o’è traſportato il ſignificato <1' 37“39— , 8t d'öm'flu che dimoſha pro
priamente qua nrim’dſh fera a ſignificare quantita continua ,di cui il
proprio tra mxfisſhl “imp. lv a ſc-;c cda n‘aslar'rone che è da ſpetie s
ſpetie-c‘ nella voce Bow-vir cſſcndo rraſpomro il ſuo ſignificato che
è proprio nella mercata mi: rea alla perſona dchile , concio ſia coſa
che ſc La roba vendemmia qua mio c‘rca PlOſ‘ſÌ-amenk‘ ſi dica Bow-à,
cio-1': di niunprczzo,& valuta,&ſc la per”. na è debile à ſana forze
per traslaiimn ſl dica Bau-uè:. La :e: za traslaliouc, laqualc è pure da
ſpetie aſpetie e' nella voce Mole-MMCÌJE c‘ nel renzo verſo ,il quale è nei
[doro ?ö dell'iliada eſſendo due ſpetie di ſare romore , l'\'na delle
coſe che hannoſcnſo che fi domanda ”Effiöl vm altra delle coſe in
ſenfate che ſi domanda xfóſap. Hora Ecäp c‘ ſtaxo traſportato dalle coſe
ſenſarea ſignificare il romorc che Far. no [c coſe in [enſure, cio c‘ i liti
dd mare-percoſ‘sitíall'oqda. 'ó'î J‘Înîr’îa’i Maxi” J‘lîzffi@ mnmîo Mg”
5:7‘ uom ”Wii-*loc: Zap! J“r’àxpal ”ÎJſinS Zaha‘. ;fw-7,11;”: &A5; ’l'20, L]
ull‘ſl &vlrima trasianonc che èdai genere alla ſpetie è nella voce
inci-ache è nel primo Verſo,& nella VOTO-à'ffllíhlep! dic è nel ſecondo,
le quali due voci deono cſſcre reputa tavm non la mo per lo ſjunifi'
cato che è vno medeſimo ſisnifiCando l’vna 8; l'alu‘a curpiesdinc
’moro per”: [nano vm medeſima Origin:. Adungue 30m‘: figai.
M
..—<—‘
L.
(I
_‘d’Homei-op‘ il volere magnificare il verſo, o il Pat- conoſcere chei
,poeta ſia andato attorno per diuerſe contra-.le , o far credere che il
.verſo ſia dettato delle muſe,& in tanto ſono concedute,che alcuni lii
.fior~ici,li quali non ſi ſono molli-ati ſchifi di traponerle nelle loro
hiſtoric per la ſimiglianza che hanno gl'hiſtorici con gli epopeinotl
_vengono biaſiman fi come Herodoro è ſcuſatn da Hermogene nel:
l’idea della dolceua , che llabbia vſata ſimile maniera di lingue con
dl’eſſempio d'Homero ,8t d'HeſiodoEt ragionando Dionigi Halicar
naſſeo dell'iclioma cli ’l’hucitlitle dice che egli vlò queſta maniera di
ñpai-ole per auanzare la’mpreſa ilell’liiſtm-ia ,nel quale vſo non ſu pa:
~ ri a lui Pliiliſto.Wiſ1p0trebbe domandare ſe queſta medeſima con:
ceſsione di lingue che non ènegata a poeti greci epopei,ſi debba ac:
communare a poeti epopei della lingua latina , 8c vulgare, &ſpetial;
mente ,ſe Dante,che nella ſua comedia ,la quale e` poema epopeico,
ha vſati tutti gl’idiOni d’ltaliaſia da lodare,o da biaſimare,o da ſcuſa:
re.Ma perche aſſai al lungo ho ſauella to dicio nella Ragioned’alcune
coſe ſegnate nella canzone d’Annibal Caro rimettendoni a quello,che
la s'c‘ detto qui altro non dicolçi ÌTOTS*ſal.tBáolS «Le -iòi'fl aims-i alè-p m
uäB-i 1451.; &wifi-i "Se. :WLAN-’cl Bce. Se vogliamo ſare l’affegnamento
delle maniere delle parole conueneuolmente alle tre manierede poe
ti dichirambici,epopeici,& tragici dobbiamo conſiderare quale ma:
.ni-:ra di parole vſi quella maniera di perſona la quale è rappreſentata
da ciaſcuna di queſte ſpecie di poeti,& dobbiano pei-lo piu vſare quel:
le,accioche qUanto alle parole in certo modo la perſona rappreſen:
tata,& la perſona rappreſentante fieno riconoſciute caminare per v:
na ſtrada Se coloro adunque che ſono ripieni di ſpirito di dio perla
moltitudine 8: grandezza de concetti non gli poſſono ma niſeſtare
con parole ſimplici &ſono coſtretti per ſare cio a congiugner .piu
parole inſieme,8c a raddoppiarle,& a componerle,i poeti ſecero ot:
timamente ne loro dithirambi,li quali rappreſentauano ſimile manie
ra di perſone quando vſarono le parole compot’chedeſtm-amente
i poeti narratiui.o epopei non ſecero malead vſar le lingue. Se egli è
vero,che vn rappOi-tatore di nouelle & vnraccOntatore dl coſe aue:
. nute,veramente vſi in raccontare le lingue. Perci oche il p 0eta epo
peo quanto è alla ſua perſona rappreſenta la perſona del ſdPPOZ‘fa:
tore,& del raccontatorc ma ſe non è vero,che il rapportatore-,e'lrac
conta toreſarto
habbiano vfi lemale
ljngue,non ſara Hora
vſandole. vero anchora checolaoro
perche di i oetiche
epopei non
parlano
' , 276
ſona non prima ccnoſcíuta per parole paſſate , ne preſential.
mente non ſono aggiunti , ma vn’ altra maniera delle predette
parole. Simili ſono quelle parole del Petrarca nelle quali vſa i]
vicenomc ſecondo. Glonoſa colonna , in cui s'appo oia Noſlra
ſperanza, e’l gran nome latino,Ch’anclior non torſe da dritto ca:
mino L’ira di Gioue per ventoſa pioggia. Ma tanto ben ſol tronchi,
8t ſai' imperfetto Tu.Et ſimili ſono quelle pure del Petrarca , nelle
quali vſa il terzo vicenome. O`uel che’n Theſlàglia liebbe le man fi
pronte a farla del ciuil ſangue vermiglia.Ma ſe perauentura ſoſſe pre
ſente Virgilio che diceſſe ille ego qui quOndam &c.o foſſe preſente il
cardinale colonna, a cui il Petrarca diiizzandogliil parlare diceſſe
Glorioſa colonna &c. o foſſe preſente Ceſare , del quale il Petrarca
additandolo diceſſe (Del che’n Theſſaglia &ef-oi che i predetti vice
nomi non conflituirebbono conoſcenza di perſone prima ſconoſciu
te,c0nucrrebbe,che queſte parole foſſero aggiunti , li quali aggiunti
non ci ſOnO preſentati ſolamëte ſorto la forma de nomi adietti'uí,ma ñ."
(le ſoſtantiui anchora col verbo come ſi puo vedere in alcuni degli
eſſempi ſoprap oſtiEgli e‘ vero,che gliaggiunti,clii,` conſiſtono in vna
parola ſola ſi ſo liono vſare in diucrſi m0di,&ſpetialmcnteinquattro
nell’vno de quali s’vſa come adiettiuo,& in queſto mododiuerſamen
te percioche ſi puo dire pogniamo Carlo magn0,& ſi puo dire con
l’articolo antipoſto all’adiettiuo Carlo il magno, à ſi puo dire anti,
ponendo l’adiettiuo articolato alſuſtantiuo ll ma no Carlo , 6c ſi
puo dire antiponendo l’adiettiuo articola to al ſu antiuo poſto in
ſecondo caſo comell cnttiuello di Calandri'no. Et queſta vltima ma:
niera di‘ dire pare noſtra propria volgare. Nel ſecondo modo l’aggi*:
unto d’adiettiuo ſi trasforma in ſuſtantiuo, e’l ſuſtantiuo Principalev
ſi pone in ſeCOndo caſov come di Dio benigno , ſi dice Ia beni:
gnita di dio , Gr di Re alto ſi dice Altezza di' re,& cofiìdice Home:
ro iii-9- ’emilio-”Nel terzo modo l’aggiunto ſi trasforma pure l’ad:
icſirtiuo in ſuſhntiuo e’l ſuſtantiuo principale in adiettiuo.come didio
benigno ſi dice Diuina benignita,di realto,reale altezza,&coſi diſſe
Homero piu iiçmnu'u per Hercole sſorzatore,Nel quarto modo l’aggi.
un to ſi trasforma in ſuſtantiuo &ſi pone in ſecondo caſo comedi pa.
drc celeſte ſi dice padre del cielo,&di donna virtuoſa ſi dice donnadí
virtu. Et queſto quarto modo pare eſſere piu proprio della lingua he
brca che dell’altre linguemçl pih veyëi‘iu ”li -nîs'u '(99) ”yi-Jap ,tſunami
7,@ .7qu ſicula' magma-.Pare che queſte parole preſuppongñoclzedriſto
tele habbia parlatodella tragedia,&della comeclia poiche ſidice che le
coſedette intoriÎOaUa tragedfiflalla raſſorr-iàliîz: clicconſiiie matto
c1 wono
Î \‘ *
deono baflarePercîocÎÎe quanhmqne la tragedia fia raſsomiglíam
che fi .rappreſenti in atto non dimeno non e ſola,conci0ſla coſa che
la comedia ſia medeſimarnente raffomíglranza che fi rappreſenta in
atto,ſi che parep che habbia parlato deda comedia , o voglia che 1c
coſe dette della tragedia fieno communi alla comedia,& s'mrendano
eflì—re detto non meno perla comedia che per la tragedia , & forſe
c0n queſte poche parole intende d'approuare quella opinione diPla
tone,che e‘ nel fiue del conuito detta ſotto la perſona di Socrate,
che ma ſola medeſima arte c‘ commune al comporre la tragedia”: al
comporre la comedrada qual coſa poi rallargò in piu parole ſ1 come
dobbiamo credere ne libri dell’ empreſa dell’arte poetica , oucro
dobbiamo dire che queſto brieue ”accoglimento fatto qui per paſſaá
rea ragionare dell'epopea non riguarda le coſe dette nelle due parti
printipali della tragedia,ma riguarda lecoſe dette in queſta terza pax
ce ſolamente-,nella quale ſl tratta della tragedia come fi poſſa con du;- -
:e in palco,!a doue nell’altra ſl trattaua come ſi trou0,& come
hcbbe accreſcimenti,& ſimili coſe,& per-cio hauendo det:
to,fl:i ns.- 1-74115 accioche altri non intendeſſe
delle coſe dette nelle due prime ſani
ñ principali riſtriuſe cio alîe coſe
dette in queſta parte ſog.
giungendo ai 11:5 i“ U
Îr-'rÎ-rwwñ
ln coinina
_i‘
²77
IN COMlNClA LA OJ'ARTA PARTE PRlN
cipalc della poetica d’Ariſtotele vulgarizzata & ſpofla diuiſa in
quattro particelle, nella quale ſl dice del:
l’epopea.
" ua coſa cò l’altra,delle quali niña diuiëe vno Enel-lora molti tra ipoc
” ti,coſi poſſoquali dire,fäno cio poetído. Laonde ſi come habbiamo
”detto(gia)per queſta cagione H omero puo apparere eſſere tliuino 0L
” tte aglialtriche non miſe mio a trattare in poeſia tutta la guerrajclio.
*’ ra che liaueſſe principio &fin-:,pcioclteſarebbe riuſcita troppo gran:
” de,&non da cöprëdere invno ſguardo,o(a trattarla)rauiluppata di.
H varieta
h ſina parteſehavſatj
ſoſſe flat:. modifica
molti ta nella
epiſodi di till!,giidezzalirla ltora ſpiccatane
come il racconto v:
delle naui,&
>1 altri epiſodi co quali diſtinſe la poeſia. Magli altri Fano le loro poeſie
a* intorno ad ſia pſona &intorno ad vntëpo &interi-road una attióe di
*ì molte parti come(ſece)colui che compoſe le’mpreſe Cipriäe,&la pic:
*v ciola llmda.Adüq;dell’lliada &dell’Odiſſea ſi fa vm tragedia per cia:
’o ſcüa o due ſole,ma molte delle’mpreſe Cipriiexèipiu d’otto della pic:
,I çiola Iliada come il giudicio del] ’armi,Pliilottete,Neoptolomo,l-Zuti
ai pilo,lllimoſìnare,Lacena,Diflruſtione d’llio,e’l rinauigamëto &Sino
2* ne &leTi-oiadi. Andiora l’epopea dee liauere @lle medeſime ſpetie,
w clie (lia la tragedia, Percioclte o dee eſſcre ſimplicep rauiiuppata 0
a- coſtumatap doloroſa,&le parti(deono eſſere)c]lle medi-ſime trattane
99 la melodia,&la viiìaPercioche ha biſogno di riuolgimëti &di ricono
” ſcEZe,&d’afflittioni,&olti-e acio dee liauere le sëtentieöda ſaucllade *jli
v coſe Homero äcliora primo vſò bene,&pienamète.Perciocheciaſcüo
v de poemiè conſtituito l’lliada(p0ema)ſimplice &afflitto,& l’Odiſſea
» rauiluppato,Percioche la riconoſcenza (è) per tutto,& coſtumato,&
a* oltre a queſte coſe n-apaſſò ognuno co:: lafauella 8: con la ſententia.
SPOSlTlONE. O`uí comincia laquarta parte principale dellap oetica
d’Ariilotele,nella quale ſi trattadeli’epopea con {ſito ordine,condos
/. ſta coſa che in trattando nella terza parte della tragedia ſi ſollerodet
z te molte coſe,clie ſono communi all epopea prima ſi dice quali c017:
della tragedia,delle quali gia s’c‘ ſauellato Limo communi anclzora il:
l’epopea.Poi lie in alcune diquelle coſe,che ſbno cómuni,l’vſ0 del:
l’epopea è di .ei ëte da quello della tragedia lì dice quale ſia queſh dif'
ſerenza,&perclie.A ppreſſo ſei-clic l'epo ea lia ache coſe propzíeclie
non ſono communi alla tragedia non tace quali ſiëo,&ſimofln in
qui
———ó
- _ 278
qual mod fieno commendabili.Vltimamente ſi raccontío ivitij com
muni da e ie ſi dee guardare l'epopea,&la tragedia moſtrandOſi [avi.
come l’vna &l’altra ne poſſa ſar diuenire _alcuni tolerabiliSi che que
ſta parte ſi puo 6t ſi dee diuidere non ſenza ragione in quattro parti
'celle,ln queſta adunque laquale è la prima ſi contiene che l’epopeaha
qUattro parti di qualita communi con la tragedia, lequali ſono ſauqla, i '
coſtumi,l`e~ntentia,òtfauella &quarti-o ſpetie,le quali'ſonozſunplicegaz
uiluppata,coll:umata,&dolorotà.Ma pche la ſauola della tragedianó è
ſimplicemente cómune all’epop’ea,cóciófia coſa die ſecondo che ſi di
’ra nella particella ſeguente la ſauola della tragedia ſia minore di lun:
_ ghezza di tempo,& minore di larghezza di luogo non potendo tra.
paſſarc in tëpo vn giro del ſole ſopra la terra,ne ſar vedere attioni
fuori del luogo del palco ſi dice m quale coſa maſsimamëte le ſia c6:
r’r.une.ll che e nell’eſſere vna &tutra ſi come citato detto che vuole cf
ſei-e la fauola della tra edia,&ſi ſa ſpecialmëte mëtione di queſta `cÒm
munita,che ha la ſauoñdella tragediacon la favola tlell’epopea,come
-che cene ſiëo ’dell'altre come ſarebbe per cagione d’eſsi‘pio che cOn
gg; attione di perſona diuina o reale,~ peicioehelnon pareua che do:
' e eſſere vna poiche l’hiſtoria narratiua ,nella qua e come in coſa
rappreſenta ta riguarda l'epopea come coſa rappresëtäte commune
métc contiene piu attioni aueriu'te in diuerſi luoghi & tempi, le'quali
non häno legame tra ſe ni_üo,_ſi che poſſa riuſcire vna attione ſola,sé':
za che molti poeti haueuano fatti i ſuoi poemi con ſauola compofl'a
di mo‘lte & diuerſe attioni,ne ſimilmente pareua che doueſleeſſer tut
ta cio e‘ d’vna conueneuole mezzana grandezza poiche alcuni poeti
epopei non s’erano guardati dicomponere vna ſituola d’vna attione
di ſconueneuOIe,& di ſmoderata ndezza. Alle quali autorita Ari:
florele oppone alcune ragioni gia t i ſopra dette,& l'eſſempio d’Hos
mero. llquale preſe ſolamente vna parte d’vna attxone,&non tut:
ta l’attione,~percioche ſe l’haueffi: preſa tutta ſarebbe ſtata di ſcon:
ueneuole lunghezza per ſormarne la ſauola della ſua ii'iada. Si
fa anchora ſpetial mentione delle quattro ſpetie che ſono commuz
ni alla tragedia,& all’epopea,cio ſono ſimplice,rauiluppata,coſtuma'
ta,&doloroſa,& ſi pruoua per eſſempio de poemi d'Homero,che ſo:
nocómäi all’epopea,accroc ie altri nó credeſseclie foſſero tu tteStquat
tro le ſpetie o alcíie proprie della tragedia perche' glialtripoeti nó le
haueuäo vſate tutte,o almëo coine ſi conueniua ſi come :ichora Ho: i,
mero vſòla ſentëtia 8t la Panella. mgifi ris d‘laflfla'rlxlſí. Perche ſi poteua \
intëdere della raſſomi liíza narrativa che ſi fa in proſa,la quale di ſo:
pra nöapprouo ſoggiuſe _oh in. ‘U altri: fluphmîſf moſtrargclie intëde
' ~ B b _b z delli
della raſſomiglianZa narratiua che raſſomiglia col verſo.Ma con'tutz
to cio non pare hauer molli-ato che intenda preciſamente dell’epo
peaPercioche quantunque l’epopea ſia raſſomigllanza narratiua flat:
ta col verſo la dithirambica non dimeno non è menoraſſomigliam
za narratiua fatta col verſo.Perclie conuiene dire che dicendo :p w
duro intenda del verſo lieroico fi come dice-muro di ſopra che aim‘:
riprende alcuna volta perlo verſo heroic‘o, & con quella differenza
del verſo lieroico che è proprio dell’epopea rimuouala ditlrirambia~
ca,o è da ſottontendere m'iqaccioche dicendo: col verſo ſolorimuo:
ua pure Ia ditliirambica , la quale rappreſenta col verſo ,col ball0,&
con l’liarmonia inſieme,Hora-io credo che a ueſta voce I‘m-mini”
ſia da ſupplire amino: voce poco prima po ,ſi come' s’accmppaè
gnano inſieme poco appreſſo- è za‘, -nr ig Em ml alun- J`|$7lMTlW ai':
pri-up WiFI-io. Et anchora ſecondo che leggono alcuni mçifln :où la…
7iiaa1ixäw’andis coſi come fi dice inviamo-rm “ſifilÙS-,BK ?Winlflllullfll di
ſotto ”611g opS mi@ il {mr-”rifiuta 'il imqçá‘mi a; mzídeîip 52m:. La
qual voce marino: credo anchora douerſi ſupplire a mmnnîAlui
ſuppliſconoa a Dimmu-oſs 8c a' piu-mic la voce miſti-mmaſe ci parng
ſupplire quello chenon` è nel tefio per-clic' non piu tolloiuppliaind
quello che ſi ſuole’ ſupplire propriamente a coſi fatti nomi cio è
”ixus la quale fiſuppliſce di ſopra ad vn di quelli nomi. Xii-Yen wai-ig:
:p *int: ?IM-.i5 ”prist i ”la “raid“ 'ifip ‘als , in M ”ls mito-:s mami‘- -nzîs
?Winx rai-155m ”mmm-‘i3 ”ù mçi ui’afl &eWeſto e‘ il ſentimento;Ma=
niſefla c oſa‘ e‘ che le ſauole narratiue nell’epopea deono‘ eſſere con:
[limite ſëcondocl’ieſi cornſtituiſcono' le ffiuole dramatiche orappre
ſentaciue nelle rragedie,& ſi ſoggiugne ſecondo quali coſe ſi deono
eonflituire,& che" ſi rigirino‘ int -no ad vna‘attione tutta 6: perfct:
ta,& che non fieno ſimili all’hiſtorie vfita te.Adunque la voce ”una
nio-'rs non è' d"a congiungerecan .:Jom in- quanto aims ſignifica le far
vole dell’ epopea-,perciodie Ariſtotele irr- queſto luog’onon‘inſegna
che nel modo* narratiuadobbiamo riporreil modo* rappreſentatiuoì
ma' dicc'che ſe ſauole narratiuedeblìanor hauere certe coſe,le quali lií
no le'rappreſentatiue come la fingolaritaJa perfiettione,e’l fuggire
d’eſière ſimili all'liiſtorie'vſitateSe'queſto parlare ſhflè ſtato* pièo ſa
rebbe pauëtura (fato coſiffittojíiop 5'” Fire-JU 10G: ”Jeans fa mi‘: immeſ
ai: duiisèvai J‘myuymnökflüngdzî'nís ”Jom {gr-Ts ?Wien davis-é… J‘çfl
pennelli-Et è da ſapere clievsù che e‘dopo Merini: è otioſo &ſeme p’
ornamento riguardanti!) di ſotto all’altro ”à mi Sao-'as‘ ”gli miv'pi'qi m'
ÙQMWQUÙ Mt REI 'i'xovc‘aîi :inclini ”sù aldo” U“ Till@- iv’ “long (Eat: ho“ miſta'
.ina-n
flrxciapilhovip. Se vogliamo prendere il diletto naturale,& proprio che
7-79
ſi dee prendere riguardando vno animale, egli dee eſſere vno,& ha:
uente tutte le membra cio è ne piu ne menoJe quali tra ſe fieno ſe:
condo pr0p0rtione riſpondenti ,*& fieno poſte nel ſuoſito.Perche
perderemo’ quel diletto naturale 8c proprio ſe altri ci porgera piu al
nimali da riguardare legati inſieme c6 fime o'cöeatë‘a in luogo d’vno
o ſeci porgera’animale che habbia meno il capo o altro membro, o
habbia capo o' altro membro che' non ſi conuen a con le'altre mem
bra,o habbia il capo doue dee hauere il bulio,o a tro membro in luo
g0,d’oue non dourebbeMa poſsiamo bene prendere alcun diletto di
iu animali portici per vno , o anchora altro diletto‘ d’v'n'o‘ che hab
Eia piu membri o meno o tra ſe non Confieeuolip tra'sport'ati,come
ſiprende diletto~ di piu coſi;` in altra maniera che non ſi fa' d’una, o di
, coſa m'oſtruoſa,o contraſatt‘a,che non ſi fa d’vna naturale,&ben com
poſta.Medcſimamente ſe v'ogliamoìprendere il diletto' naturale &pro
rio che ſidee prendere'd’vna ffiuola conui’ene' che ſia Vna' 1a quale
habbia tutte ſe parti.& non piu ne meno, & riſpondenti tra ſe‘pror
portioneuolmente 8c pofle al ſuo‘ debito‘ luo 0.Perche non ci deo,
no eſſere porte piu ſauole pervna,ne vna‘che abbia menop'piu par
_ ci,o tra ſe non‘ conſaceuoli,o moſſe' dal ſuo‘ luogo‘,ſe vogliamo hauù
re il predetto di letto,altramente o‘ liauremo il diletto’ che ſi prende
di piu ſauole,o d’vna favola difettuoſa,o ſuperſ lua,o’ ſproportiona:
ta o tramutata . Hora quantunque q‘ueſta ſimilitudine di prendere i]
diletto che naturalmente ſi dee prendere d'vno animale contenga
maſäimament’e cinque coſe-come habbiam’o detto” , che ſia vno,cl1e `
habbia membri nOn ſuperflui,chehabbia membri non’mancanti’, che
iglihabbia proportiomti,che gli [rabbia nel loro ſito]]a ciaſcunade]
equali cinqt‘ie'coſe viene il proprio & naturale’diletto d’vno anima.
le,Ariſtotele nondimeno nOn cela propone ſe'non per'vno riſpetto
d’vna coſa',cio' e in quanto il dileu‘o ſi prende percli’e e vno, & non
piu volendo dimoſtrare che ſimilmentela_ fa‘uola dee eſſere vna 6c
non piu altramente non prenderemo quel diletto proprio,& natura:
le che li ſuoleprendere d’vna ſauola. Et è da ſapere che di ſopraci
propone l’eſſempio d’vno animale nOn per farci intendereílìe la Paz
uola vuole eſſere Vna come ſa qui,ma per fiirci intendere'chela fauoñ
la vuole hauere tu tte le' ſue parti , cio è ne piu ne meno’,& eſſere ellit
fauola di mezzana grandezza ſi. come ’l’animale‘ dee liauere tutte le
ſue parti,cio è ne piu ne meno,ne moſſe dal ſuo naturale ſito,& egli
dee eſſere di mezzana grandezzaüora di ſopra anchora diſſe che la
B bbb z fauni
fauola voleva eſſere vm,ma non addufl'c l’eſſcmpío dcfl'animalcche
voglia eſſere vno per prouardopc l’cſsépio da non ſeguire degl’ hi:
floricj che ſcriuono piu atdoni ln vm [Mori-1.8i che alle coſe dettedi
ſopra ſano aggiitc qui due colë di nuouo. Ne midaro qui da capo a
tjdire quelîo chç gia hodctto,che la fauola della tragedia,& della co.
mcdia non della
fingolarita dee eſſcrc
fauolavm matragednòzcha
della due-,cio c‘ conccncrcduc attíoni.&cbe
comedlſia cio_ la
c‘la eonrené
:a d’vm attiene è ſtaca introdotta per neccſsita,ma h predetta ſingo
ladra dçîh &uola deU'cpopc-a none’ míga [kata introdotta Lucca-Etra
o ad cſsépio della fauola della tragediao dalla comcdigma pvaghcz
za di glm in del poeta,& per dimoſtra” l’eccdíí'u,&1a fingoxanmdel
lo’ngcgnoSolo diro che i’cläèpxo dcil’ammalc in quello luogo nè è
a tcmp0,}\erciochc all'anjmalc _prodotto dalla natura nonſx poſſono
aggiugncrc membrimc drm.nu1_zc,nc allungare ,nc accorcurcmc tra: _
mutare dc] ſuo luogo. Ma Faraone che: ſl premi’: dal poeta per for
marnc la ſavoia ſ1 diminuiiì‘c ſu com: conſt-iſa Arüìotde,chc Home”)
ha ſarto deli'atdonc (Lila gueì‘ra troianz,&ñ.ſvna action:- fi poſſono
fare piu fauolc come dic-cc ſi ſono fatte dcü'ſhada picciola che conte
neua vna 1K[IOHÈ,& li puo tramuure l'ordine drüc part! ,6: aìcunc ſi
poſſono ſare apparcrcma rrandogüghc &alcrc corte ſc'condocho pin
c al poeti alqualc non mancano vie da far digrçſsiom perichah c6
ghiga diuerſì; artionl inſicmc.S: che lc piu amqnl parrqnno vua ſ.1h
&dlucrríno vn corpo. Il che non ſx puo ſare dx due: o p|u animah Ma
perche il piu,&la diucrlìta delle cole piacéci generano maggiore di
letto che non F411 11113014…: &I; contbrmíud'vna cola piacentc nó
ha dubbio che maggiore fi trarra di veder: piu,&diuerſi animali pia
ecmi,chc non ſ1 n am: da vederne vno , 6: ſnndmcntc non ha dubbio
che non [ì tragga maggiorchctto alcoltído vna Fauola contenente
piu,& diuerſe aniomfhc quell-xche nc connéc vna ſola,ma ſc vna at
donc ſola foſſc cale o p ſc,o ?ingegno del poeta che haueſſc la varie.—
ta dc cafi dir-Säo' l'vno dal! altro nó In n :mi-ru mëo ſpcſsimc in no
vita mëo rari diçuchodìc ſogléono haut)- lc l‘lURLÌÃWſſt‘ action] non
firebbc da dubitare-,che ia fiuola conteni’rc colìtäcra action: non di:
lerraſſc php non foſſe d aácjporre a q-xeil.\,ch~:- ne conuëe piu 8: di’
ucrſcPrrcloch-:c‘ coſa méo vlìuu,&pcria r.” im da ſtima- pini-lx pa
rjmëtr è piu da Cummèdarc dl bellezza vno animale che [abbia torte
quelle and?” di b:iIc_ZZc,che hîno molu ani nali 12axzéd0ncl'vnl’w
m &l'altro l'altra ſi comclàrebbc ∾ da lodarc piu-,àpíu ſi ſarebbe
cópialjuto l'occhio vago ddl'huomo gm-Jjuolb -n mzcar; [ic-;fa dg
di 321,21*: Z-:ulsi ,a cippo-1# Èbſſc Rata donna w’ va uhcnó _haurdgbe
[atto
. . 280
- fritto a mirare le einq5donzelle,lequali ſi ,ppoſe auíti p eſsëpioda foi:
marſa, che tra tutte haueio quella medeſima bCÎlCZZI.A(ll-Ìq;Aſlſt0tcl
le voli-do dare eſsëpio d’vno animale per dimoſtrare chela faquado
ueſſe contëere vna attione ſola non doueua ſimplicemëte dare l’eſsë't
piod’vno animale.Pcrcioche di piu animali ſi puo prëdere piudilctto
che d'vno ſolo,ma doueuadarel cſsëpiod’vno animale che iaueſlètut
te @lle bellezze,che häuo molti animali hauëdonevna l’vno,&vn altra
l'altro,&dire che una fauola d’vna attiene ſola,che ha tutte lecagidni
da porgere tätodilettoquäto puo porgere lafauola che ha molteattiöì
diletta piuòtdee eſlère :'itipoſta,& appreſſo inſegnare come ſi poteſſe
per arte far diuenire coralefi'i’üamç (Jop‘ip 3'740 umida‘: oîxtiatp Dori». lo
hodetto,che ijſte parole ſi tleono‘intëdere c ie la fauola dee conti-ere,
’vna attione intera hauëdo riſpetto a tilla fauola la tile contiée piu at
tioni,&laquale non 1pduce quel diletto che e" rppti'odella fauola conte
nëte vna attióe,&ſono ſtato indotto a dire cio p le parole-ſeguenti',
nelle quali non pare che altra coſa alcña offétladriſtoteleſcnon ilpiu
dell’attioni,ola lt'ighezza dell’attione in guiſa che quella laqualc c‘trop
po lñga nó ſi puodire hauere principio,&mezzo,&fine quädo l’atrio.
ne troppo lüga ſi ricliiude tutta in üa ſauol‘a non dimëo ſe altrivoleſſe
pure che queſte parole s’intëtleſſono che lafauola dee contëere üa ar
tíoue intera,clie liabbía principio mezzo &fine hauëdo riſ etto atÌlle
fauule,le qll häno l’attione diminuita,&le (“gli ha'ino mëo oi principio.
oil mezzo,0il fine delle qli fauole non ſi sëte q'l piacere che èfflpriodel
' l’attione intera ,io n0n contra diroalui,&intèderemo che Q‘ſto ſiavno
inſegnamëtodiuerſodal ſeguëte,ötdiremo,clie la fauoladee hauereduc
.oſi-:,l’ña che ſi rigiri intorno ad ſia attione che non ſia michcuole l’a]
. -ó—-` óz
tra 'che non ſi i-igiri intorno a piu artioni muſt' 11:2- o'ixii-v iJ‘ovirſOloro,
che vogliono che la poeſia ſia trouata principalmëre pgíouarep per
giouare Gip di letrare inſieme veggñoclie non s’oppongano all’auto
rita d’Ariſ’totcle,il quale quiòtaltrouc nö par chele aſſegni altrochedí
letto,&ſe pure le cócede aicüo giouamèto gliele cócede per accidëte
‘Ome è la purgarióe dello ſpauëtoöcdclla cópaſsiöe p mezzodella tra
Sedia-à iu‘- Emi-:x igcçi’at -nis tap-ſeas &FOL-:ſte parole nó @o sëza alcíìo
icciolo errore di ſcrittura douëdo ellereſcrittecoſuà mi 5m?” ſsoçiiu!
wi': duo-ſoit” ;WM dice adüq;,che le fauole ſi deòo aggirare intornoad
v na attione ſola intera,&che nó deono eſſere ſimili all’hiſtorie,le qua
li per lo piu s’aggiräo intorno a piu attioni.Et tanto vic-ne adire mi:
furia-{ip quanto perlo piu,quaſi ſi dica. Poichc è paſſato in commu:
nc vſanza che gl'liiſtorici nat-rino piu &diuerſe attioni,&le porgano
altrui per vna hiſtoria ſola d’ma attiene , anchora che l’ cpqìjeá
. ia
/
il
fin &debba eſſere ſimîle all'hifioria non dee pero ſe uire l'cfl'empio
ſuo in queſto concioſia coſa che queſta maniera d'l ' oria non ſia lo:
deuole,& non habbia ragione che la fauoreggi non ellendo ſoſten
tata ſe non da vna folle 8: vulgare viZmZa. _Delle uali parole ſi poſt
ſono formare due concluſioni d’intendimento d ArjfloreleL’vna è
chela Eauola è ſimile all'hiſtoria, poiche egli dice che la &Hola,non
dee eſſere ſimile all'hiſtoria vſitata cio è non lodeuole preſupponenz
do‘ che debba eſſere ſimile all’hiſtoria lodeuole,& l'altra èçlie l’hiſto
ria,che racconta attioni non dipendenti l’vna dell'altra nonc‘lode:
uole,ma ſi comporta per l'vſanza,& perche le piu dell’hſiſton'e ſon
cofiſatteìç ci: îuífla 05x'- m’us W: umida: J‘ímflgfin’îzìs &cNonci
laſciamo dare ad intendere ſecondo che alcuni vo liono che Ariiìoz
tele voglia con queſte parole dire che l’attione dell epopea ſu diffe:
rente dall’liiſtoria in queſto che l’attíone epopeiea fia vna & che l’hi
fiorica ſia vna &piu ſecondo che vna o più auengonoin quello me:
deſimo tempo & che quello,che è lodeuole nell’hiſtoria,& commen
dato ſia biaſimeuole nell’epopea , 6c vituperato.Ma dice Come hai”
biamo detto che la ſauola dell’epopea dee eſPere vna,& non dee ſegui
re quello ,che s’vſa di ſare communemente nell’hiſtoriemelle quali ſi
congiungono piu atcÌOni diuerſe inſieme,& ſi propongono al lett0re
come ſe foſſero vna ſola,e’lvlegàme';çol quale fi congiungono inſieme
fi è il tempo poiche ſi promette di narrare quello,cl1e èauenuto in vn
corale tempo.Et queflophe dice Ariſtotele d’vp tempo c‘ poflo per
eſſempio non perche nell’hiſtotia ſl conueriga ,n’arrare tutte le coſe
auenute in vn tempo,& ſtea bene a fai-coſi, 0 perche ſolamente nel:
l’hiſtoria ſi narrino piu attiOni in luogo' d’vna ſono _il legame d’vn
tempo`,per_cioche come habbiamo anchora detto di ſopra ci ſOnopiu
legami diannodare piu attioni inſieme pergli quàlile piu paiono eſſe:
re vna.Vn de quali e'l piu lodato è quello della dipendenza dell’artic
ni quando dipende l’vna dall'altraNn’altx-o èquello de tempi del qua
le com'edi poço lodato fa mentione qui Ariſtotele proponendolo
per eſlèmpio da ſuggire.Vn ’altro è quello delle ptouimíemelle quali
ſono
rie,& auenutel’attioni
vn’altro è quellopur poco
delle lodatoyn'aitm
religiói,& èquello delleperſo:
vn’altro è quelloſſdelle 'ſigno
ne ſingolari pur poco Iodato,& queſto fi: adoperato da l’aniafi,clie
ſcriſſe l’Herculea,& per auentura di lui inteſe Ariſtotele quando biaſi
mò que pgeti,cl1e haueuano’ſcxfitta la vira d'Hercole,& di Theſe-o, 8(
foçſen’ptende anchora qui quando dice ol'Jì'är’Mol ’tv-;Hu mio?“. [o non
;ni dificdero_ in raccoglie; e tutti gli altri legami,che ſono ſtati adopt
rati,o fi
328!
rati,0 ſi potrebbono ad operare per queſto effetto,`percioclie queſti
ballano per far comprendere che quel del tempo ricordato da Ari:
flotele e propoſto per eſſempio da ſchifare inſieme con tutti gli altri
da quello della dipendenza in fuori, Adunque non è di neceſsita clie
nell’hiſtm-ie vfitate ſi prendaa paleſare yna .attione ſola come di ne:
ceſsita ii prende a fai-_e nellîepopeaflafi prende a paleſare vn tempo
o ſia vna atuone,o piu.o ſia quella vna attionelungap brieue,o me:
zana,o fieno quelle piu attioni dipendenti l’vna .dall’altra. o non di:
pendenti l’vna dall’altra, o auenute in diuerſi luoglii,o in vn luogo,
o fieno quelle atrioniñdl piu erſone ,o d’vna perſona , im’ ’"55 x7!…
cio è evſanza di ſarſi il p eſamento , 8c la narratione d’vn tempo
ñr’ îslp :xd-up'ch lp ”ha Ernie-4 cio è la narrazionedi quelle coſe, clic
ſono auenute in quello ſpatio -di tempo , al quale ſpa tio di ,tempo
l’liiſtorie vfitate riguardano, 8t finito il tempo è finita l’liiſtoria, 8c
non all'attione,clie vuole eſſer-enell'epopfea vna,&auenuta ,ad vna
perſona ſola 0,_a piu,le cui parti fienoincatenateinfieme per dipen=
denzane ſia oltre a modo lun a,3'1a'tp'ſfliw duri” mgl'hç. (Delli epo:
pei peccano,li quali kriuono ’attioni auenute in vn tempo ad vna
perſona, oa piu quando non hanno dipendenza l’vna dall’altra.
Samçyaìf nrà *rails ahi-rob: levm &C.Ariſtotele riſponde ad vna tacita do:
manda,clie li poteua eſſere ſatta.Poteua alcun dire. .lo veggo che
gli epopei rebe no male ſe imprendeſſono a fare la narratíone
d'vn tempo cio e‘ di quelle coſe,clie ſono auëute ad vno o a piuin vu
medeſimo tempo, percioclie non pare ,veriſnnile cliel'vna dipenda
dall’altra perl’vgualanza del tempo che pare annullare la dipenden
2a,ma perche non potrebbono eſſi imprendere .a narrare il tempo
ſucceſsiuo cio e‘ quelle coſe le quali _ſucceſsmamente auengono ad va
no o a piu,& è veriſimile che perla ſucceſsione del tempo dipendío
lÎvna dall’altra-.ìA queſto riſponde Ariſtotele che COſl come la dipen
denza non procede da vn tempo medeſimo,coſi non procede dal té.
po ſucceſsiuo. Et quantunque communemente la dipendenza dell’at:
tioni ricliiegga ſucceſsione di tempo, non percio tutte le attioni aue:
nute in ſucceſsione di tempo dipendono l’vna dall’altra.Et per inten
dere pienamëte quello,cl1e dice Ariſtotele dico , che 'qllo che egli' dice
15 7x agi: ?Male ita-rà 1t) éxàs i; miſti 15 ;clara-;Topſòl noi diciamo dipenden
za lel’vna coſa dall’altra ſecondo la veriſimilitudine, ola neceſsita
s’intende in due modi ſecondo che le coſe auengono om vn tempo
medeſimo,o in tempo ſucceſsiuo. Se .auengono in vn medeſimo tem
po la dipendenzaflhe llflMOfl‘a loro ‘non‘ puo eſſere perche l’vna lia
t . Cc cc ` prima
ó._._—-n
<7 .
’ i 284
ltacàjl quale ritorno è vna parte della guerra troiand,pcíoc11e non ſi
uodireh guerra troiana hauereil ſuo compiuto fine infino a tanto
che l’hoſte de greci vittorioſa tornata a caſa non è diſſoluta.Ma niüo
di nominato dinomínera mai il ritorno d’Vliſſe daCalipſo ad itaca al
tro che attione d’VliflèAdüq; (ìſtf parti dell’attione della guerra tro:
iana ridottein attioni ſeperate fi deono conſiderare come attioni di
coloro che le fáno,&non come attioni compreſe nella guerra troiana;
Laonde ben diſſe Statio nella ſua Acllilleida moflrädo d'hauererico
noſiiuto che Homero lIaueua citata alcüa attione d’Achille &non alì
cña parte della guerra troiía Magnanimñ Eaciden, formidatamflue
tonäti Progeniem,& patrio verità ſuccedere cçlo Diua refer,quanquaî
aaa vir'i multñ inclyta cñtu Mimmo, ſed plura vacant,nos ire pero:
mnë Sic amor eſt,heroa velis,nec in Hedorc tracto Siſtere,ſed iuuenë
tora deducere’l’miaSicome dall’altra parte mal diſſeHoratio che nö
are riconoſcere altro nell'lliada d’Homero che la guerra troiña dicë
daScriptorE belli troiäi Maxime Lolli Díi tu cleclamas Romç Prçneì
ſte relegj.Hora íclxora che paia che Statio riconoſca l’attione come:
nùta nell’lliada pre-nere adAchille in quätoera alla guerra troiana non
dimëo non riconobbe chel-lomero haueſſe ſarto bene a raccontare ſ0
lame"te @lla attione d’Achille,ma giudicò che foſſe il meglio il narrare
tutte le atriói d’Achille in quäto appartëeuío alla guerra troiana non
auedëdoſi egli del conſigliod’Homero,&nó hauédo letto qllo che qui
diceArifiotele,ſi come non ſi ſono aueduti del conſigliod’Homero ne
letto qllo,che qui dice Ariſtotele tutti coloro degli anticlli,& de mo
derni,the non ſono mica pochi ,ne di poco grido,li quali affermano’
con Horacio Homero laUCl'C cantata tutta Ia guerra troiana,comin
ciando la ſua narratione dal fine della guerra,&per digreſsioni'narrí
do le coſe del principio &del fine,nella qual coſa quanto grauemente
errino non ſi potrebbe eflimare. Et come voglióo coſtoro clic-Home
ro habbia nell’lliada narrata tutta la guerra u-oiäa ſe non ſ1 poſſono
prëdere d’eſſa ſe né íia odue tragedie al piu,la doue dell’lliada piccio
la ſe ne poſſono préclere piu xl’ottoJ nomi delle quali fi raccóríoqui
daAriſtoteleJiquali dimoſh-äo chía riſsimamëte le parti,o l’attiói della
guerra predetta tra laſciate da lui nella ſua lliadafPerchehaurebbe al
tri voluto ſcriuere ditìlle coſt—clic ani-nero auíti lo sdegnod’llcliillein
íjſta guerra pure p Ezſto,clu Homero le liaueua tralaſciare nella ſuallia
dafpche haurebbe altrivolutofcriuered'íjlle coſe-che auënero dopolo
ſdegnodiAcliille in *illa guerra pure p Eſitoclicflomcro lelmzeua rrala
ſcia te nella ſualliada le foſx’euero che ("gli haueſſe ſcritta tutta lag-erre:
crolla auegidze l’hauefle {cima có ordine turbato.l²reſeadſ;q;flame
te e‘ a
B
Ì
in guiſa
28
ai" guiſa che hi fauola’perſè. iiaurebbe operare eioflt‘non perlaìmiu’
e lt; ia dei poeta. Ma preſe vm attione di pochi di,& d’vna perſona ſq;
la,ia quale attione non eſſendo altro che vno ſdegno in viſtanoq
doueua parere atta a generare tante nouita per fare vna ſauola-dilet;
teuoliièima,& marauiglioſrſsimafl di conueneuole grandezzajl_ ua
le Homero ſe haueffe preſa a cantare la guerra troiana tutta,& l’ la;
”eſſe cantata nella maniera nella quale canta. queſta particellaſpoig
che quella maniera è lodeuoliſsima , & degna del ſuo miracoloſo in,
fegnop egli ſi ſarebbe Rico prima che ne foſſe peruenuto alfine., o
a vic; non gli-ſarebbe baſtata per mettere a compimento coſi lunga
opera,o coſi lungo poema ſarebbe fiato meno _caro allettore perla
ſua lunghezza,pei-cioche la copia _anchora delle coſe boniſsime non
ſolamente cele faſtimare men buone,ma ſatiandoci alcuna volta ce le
fa <iiſpiacere.$enza che altri,come dicemmo, lmurebbe potuto flimaq
te chela materia di quella guerra tanto famoſa luucſſe piu toſto opea
rato quello diletto,& quella marauiglia neglianimi de lettori che la
non vſàta maniera del poetare vſata da Homero. Weſte adunque
furono le cagioni perle quali s’induſſe Homero a* non narrare tutta
la guerra troiana quando la haueſſe douuta cantare nella manieradw,
ha cantato-lo ſdegno d-’Aehille,& non quella ragione, che dice Ari-fl
ſlotele della difficulta che haurebbe hauuto _il lettore a tenerſela a më
te.Ma ſe H omero preſa ,tutta la guerra -tr‘oiana,& ſattanevna ſano:.
la haueſſe tenuta altra maniera di narrare=clie non lia fatto _nel narra
re lo sdegno d’Achille riſh-ingendo inbreuita le coſe,egli non_ ſareb
be commendato per lo poeta ſoprano come‘ è non-hauendo , uello,
che l’ha fa tto,& fa , 8c fara ſempre ,commendare per tale. Ne e coſi:
narrare ſotto coſifatto riſtringimento brieue moſtrei-ebbono la loro
debita,& conueneuole magnific enza'. Et-quellophe monta piu aſſai,
ſimile fauola non ſarebbe poeticannazhifloricafflerciochel ’attioni rea
li ſommariamente narra te,& percapi delle coſe ſono hiſtoria# veri:
ta ſi come hàbbiamo moſtrato di ſopra,&in ſimili attioni sómamaria
mente narra te & per capi il pOeta non 'sÎafl'atica come poeta non tro
nando nulla di ſuo capo,& per conſeguente non puo acquiſtare glo;
ria niuna,fi come forſe per queſta cagione non dee eſſere cammeo:
dato colui,che compoſe l’lliada picciola , 8: colui che compoſe lç’m.-~
preſe Cipriane.^lle quali ragioni veriſimilmente hehbe riguarc‘lo~ HO; ,
mero non mettendomano _a comporre‘tutta la guerra troiana do: .
uendo la ritirare a certa moderata: grandezza ſenza hauere-riſpetto
niuno a quello,clie diceAriſYotelc ’cio _è‘CllC 1la predettaguerradfgſſç `
- Dd dd ‘ per
fl
l
286
date alwneopportuniu molte coſe del principio,&de1 fine dellaguer
a-a aut-gna che egli non halobia impreſe a trart are di quelle parti della
-guerra,o per riempiere ”varieta di cole la parte preſa accioche lava
rieta diletti piu,o perche meglio s'intendano le coſe che ſinarrano,le
quali ſenza ſapere le coſe paſlatc di quella medeſuna atrione,&le coſe
Venturenon s’intendono pienamente alcuna volta,ſi.eome per quell::
due cagioni cio e per variare, 6t per manifeſtare s'introduconolnella
narratione non pure delle coſe di quella medeſima attione,rna delle
coſe di diuerſe attioni and10ra,con tutto cheA riflotele non dica Ho
mero hauere fatto cio cio eſe non per l'vna ,cagione cio e‘per varia:
re,&non per manifeſtare dicendo old-l‘i- nana-lu 1G- mimp. Erqueſte pa
role d’Anſtotele ſono da tenerſi amenre peroppnnerel’aurorira di
lui a coloro,clie pure vogliono cheBomero [rabbia cantata la tra
troiía tutta có ordine turbato,ma permeſſo a oeti,perclze alcua vola
ta_ſa métione d’alcüe co ſe del principio dl que la guerra,&alcüavolta
d'alcíie di quelle del ſine,perciocl1e egli chiaramente dice cheHomer-o
le ha introdotte nella ſua narratione con altre d’alttc attiOni p adoe
nare 8c per variare la poeſia & non per narrarle principalmëte come
ſa lo ſdegno d’Achille,o quella parte della guerra che ſu menu-e durò
lo ſdegno d’Achille,&dice bene,altramente il ſoggetto dell’ lliada fa;
rebbe non pure la guerra di Troia ſe foſſe vero quello che coſtorfo di
cono., ma anchora molte altre attioni ſatrebbouo ſoggetto dell’llia da,
le quali per quella medeſima cagione ſono ſiate tirate dal poeta-den
tro delſuo poema,per la anale ſono ſtate tirateui alcüe del principio
&del ſine di quella guerra oiop »6p Indth Ariſtotele da l'eſſempiodel
racconto del e naui,che e nel ſecondo libro deU'lliada ;che poſsiamo
comprëdere come egli intenda quello che-dice che Homerolia uſati
gli epiſodi del principio,&del fine della guerra cio è che lia traſporta:
te alcñe coſe del principio &del fine di álla guerra nella ſua narratióe
per Variarla 8t per adornarla. l l racconto delle naui dunq; è coſa del
principio,&non di quella parte della guerra che Homer-o s'haueua ,p
poſta di narrare,ma per auenturaognnno non vede come il predetto
racconto ſia piu toſtocoſa del principio che della parte do ueÌpoſto.
Laonde diremo coſi. [Sono alcune coſe die ſono coſi tutte d'vna
parte , che non _ſono punto d' vna altra & non dimeno per al:
eum opportunita ſono rar contate dal poeta , o ſono fatte rac.
contare da altra perſona in quella parte delza quale non ſono
come per non dipartirmi dal racconto delle naui , non è in al:
cena maniera della parte , preſa ad elfi-re narra-ta da Homero la
nortediProwfilaAne l’eſſere ſtato laſciatoPl‘xilottctc in Lëno maè _del
Dddd z [ma
.`
X
‘principio della guerra# ’non ’dimenoüpoeta la narra come parte
roſa da lui Preſa cagione dalle genti loro che in quella guerra milita
”mio ſotto altri capitani. Non ſono della parte del ritorno d’Vli'iIè
‘da .Troia. ad itaca preſa a narrare dal poeta gli errori d’Vliſſe che ſu.
tono auanti clie egli ſi partiſſe da Calip ſo,ma ſono del princlpio del
ritorno,8: nondimeno il poeta introduce V liſſe che gli narra a luo
o &'tempo conueneuole inanzi ad'Alcinoo.Sono ancliora alcune
‘ooſede qualivè verifimile che. fieno d-'vn’alti-a parte ancliora che non
s’habbia certeZza che fieno d’vn altra-patte,& ſi narrano come ſe ſoſ
ſono della parte clic ilpoeta ſi prende a narrare-,8t non di quella al:
tra parteDi ſopra -noi dicio demmo l’eſſcmpioin Helena appreſſo
Homero,la quale moſtraua i capitani greci a Priamo ſi come non pri
ma conoſciuti dalui d’in ſu vna torre quaſi che ſia molto veriſimile
che eſſo Priamo in noue anni che haueua liauuta la guerra intorno `
non n'liaueſſe hauuta notitia niuna liauendo trattate con loro tante
coſe nelle tregue piu volte fatte o quaſi che d'in ſu quella medeſima
docrep d’vn altra non gli poteſſono altra volta eſſere ſtati moſti-ati
o da Helena -IÌÎCdCſln‘l3fl1 da altra perſona che n'liaueſſe contezza.So
no ancliora delle coſe che ſono d’vna parte perche auengono la pri:
malvolta in quella parte,& perche ritornano 8c auengono la ſeconda
Volta in maltra ſono anchora di quella altra parte,& ſi poſſono
narrare nella parte nella quale ſono auenute la Èeonda volta. Ma
quantunque eflë ancliora fieno della parte,nella quale ſono auenute
la ſeconda' volta,nondimeno perche prima ſono auenute in altra par
. te,& nonlianno coſa nuoua , 8c paiono quelle ſteſſe fi dicono eſſere
della prima parte,nella quale ſi ſono moſtrate la prima volta 8( ſe‘ ſi
narrano. nella arte d0ue ſi ſono rimoſtracela ſecOnda volta ſi polſo
no dirttdîeſſère ſtate-trasportate da quella pane a quefia.;Et di que:
fia maniera di coſe è il racconto .delle naui fàtto da Homer0.Percio=
che in ſu il principio della guerra cio è'íp U ®ni; nella ragunanza
che ſi fece dell’lioſte de reci in Aulide ſi &ce la moſtra , e'l racconto
de capitani,& delle naui, 8t di tutte le genti,& di nuoun ſi riſa nella
parte della guerra clie ſi prende a narrare Homero,il quale ſe liaueſſe
narrata tutta la guerra ſenza fallo liaurebbe fatto queſto coli dili
gente,&-V1ag0 racconto in, ſu‘il principio` 8: narramloz quella parte
quando la molti-aſi fece Lazprimañvolta di tutto l’eſſeizcito. Et ſe l’ha:
ueſſe factoín'qudla parte ſenza tallone:: l'luurebbe fatto in queſta
parte d0ue fi fece la moſtra lai-ſeconda volta, & ſe pure n’liaueſſe ſat
to il raccomoìſene ſarebbe ſpacciare’ con poche parole. Percliefi puo
.’. › ' *2. :.1.; I u:. -Ki‘l-.i)...-í—’.' .1.... i. .,. ,‘ i ...7 dire
‘ [l'31 ,a LL” '.1 >
dire ragionevolmenteflhe Homero habbia trasportato , come calza
28
auenuta in altra parte della guerra cio è in ſu il principio,il racconto
delle naui,nel mezzo doue non ſarebbe fiato narrato coſi diſleſamen
teſe egli haueſle narrata tutta la guerra. Hora di quelle tre maniere
d’epiſodi la prima 8t la terza ſono lodeuoli,& la ſeconda e‘ piu ſOlCra:
bile perche molti poeti l’vſano che perche habbia in ſe alcuna ſcuſa ra
gioneuoleHora non e‘ da laſciare di dire che ſi come Homero ſa mè:
rione nel predetto racconto dellenaui di Proteſilao , & di Philottcte
_ dell’vn morto & dell’altro viuo ma lontano coſi non ſi doueua di:
menricare di Palamede che era fiato vcciſo a torto dall’eſſercito dc
greci come traditore. Del quale c‘da credere che non faceſſe motto
per non hauer cagione ne di lodarlo, ne di biaſimarlo Perciochc ſe
lo lodaua conuemua che macchiaſſe d’infamia di maluagita Vliſſè e:
gli altri ſignori con tutto l’eſſercit0.ll che non voleua fare & ſe lo
biaſimaua,ſarebbe ſia to egli riprouato per falſario dalla ſama,da che
ſi guardaua. Si che eleſſe per meno male di trapaſlarlo ſotto ſilentio
da ndoſi ſorſe ad intendere,che altri, poiche e li nol nomina non ſia
perricordarſene.»iá` ÌíMn mçl 'iva mraödt ”ù mgl m: ,gr-.,- ”it ’ii/ge, "pag“.
mnuuipîAlcuni poeti errauano intorno alla conſtltutione della fauo
la dell’epopea percioche prendeuano tutta la vita , o piu attioni d’v:
na perſona per ſoggetto d’vna fauola,per compone l’epopea,dequa
li Ariſtotele parlò di ſopra moſlrando come s ingannauano creden:
do che piu attioni diuerſe non dipendenti l’vna dall’altra foſſero
vna perche la perſona a ,cui aueniuano foſſe vna.Altri poeti pure er:
rauano intorno alla conſtitutione della predetta ſauola poiche ſeguë: -
do l’vſo dell’hiſiOrie vulgari prendeuano piu attioni auenute in vnv
tempo medeſimo perſoggetto d’vna fauola delle quali ha parlato in
queſta particella moſſi ando cOme s’inga nnauano credendo che di.—
uerſe attioni non guardando ad vn fine ſoſſono vna,perche il tempo
nel quale aueniuano foſſe vno.Et altri poeti pure ſono fiati che ban;
no preſo errore intorno alla conflitutióe della predetta ſauola pren
dendo per ſoggetto della Fauola vna attione troppo lunga auegna
che le parti di lei dipenddſono l’vna dall'altra, de quali parla qui, 8c
l’errore de quali s’intende eſſere moilrato per quello che è fiatodet:
to rendendoſi la ragione perche Homero nOn imprendeſſe a canta:
re tutta la guerra di Troia auegna che foſſe vna attioneſola , le cui
parti dipendeuano l’vna dall’altra.Si che nella conflitutione della ſila.
uola dell ’epopea tutti gli altri poeti hanno peccato, ma alcuni in ri
guardare in componendola ad vna perſona, 8: non nella ſingolarita
f' > D d d tl z d’vna
I
d’vna attíone,& altri in riguardare in vn tempo,&non nella ſingolari
ea d’vna attione,&altri in riguardare {implica-mente nella ſingolarita
dell’attione,&non anchora nella menanitmDaquali errori ſi guardò
Romero ſolo o faceſſe cio per arte o per bonta di natura,&percio ſi
dimoſtra trapaſſare incio gli altrr,&eſl`ere piu che liuomo ”ù pi'a‘a ”fa
U9 una-img; Prendeno alcuni poeti vna attione ſola,&in cio ſanno be
ne,ma la prendontrripiena di piu parti che nun ſarebbe biſogno, &in
cio fanno male ſi come fece colui che ſcriſſe-ii iiitfll,&(0lüi,dltſiîſiſ²
ſc ,az ”nf-.K1 'MU-.Percile io non credo clieArifiotelecreda che vn ſo,
lo autore habbiaſcompoſte n‘ days-ii 71-2- iuü‘.. [o lio detto ,Et colui
che ſcriſſe '(43- nnçà‘i i'm-'J‘- arendomi che ſi doueſſe ripetere i miſta:
coſi ai i 7G pini-lp iui-J‘- mraru. Non nomina gli autori o perche non e:
ſano tali che meritaſſono d'eſſere nominau,o perche non ſi ſapeuadì
certo elii foſſero ſtati i compoſitori di quelle poeſie,come ſi vede per
quello che ne dicono gli ſcrittori antichi quando ſauellío dicio. Et pa
re clic_ ſi debba leggere ra‘ minu &nor-i ”i mafia-im perche ſi ſoggiun
ge 'u 5 rezza-'0p mu.i,& erclie gli altri autori citando queſta poeſia la
nominano cofi.l~lora iſa qua efoſſe quella vna attione di piu parti,
la quale non conueniua per fauola all’epopea contenuta nell’lliada
picciola per le parole ſeguend,ma non ſi ſa gia quale foſſe quella vna
attioneJa quale non ſi conueniua per fauola all epopea clic ſi come:
nelle ímîr "trio“.Ma cipòſsiamo bene ra ioneuolrnente imaginare
che quella attione foſſe la fa moía lire che tra le tre dee Giunone,
Pallade,&Venei-e,dalla quale dipendono molte parti atte a eonſh'm
ir ſene tragedie & tra l’altre quella del ratto d'Helena. Et che la coſa
Rea coſi appare manifeflamète per quello che diceHerodoto nell’Eu
terpe quando dice.Si che &queſh verſid’Hotnero &queſto luogo non
pruouio miga poco anzi aſſai che -rì :rinfr- non ſono d'Homero, ma
d'alcuno altro,ne quali dice, che Aleſſandro menando con eſſo ſeco
Helena daSparta il terzo di peruenne ad llio haqu lÎauuro il vento
ſecondo è l rnar tranquillo, la doue Romero dice nell'lliada che egli
menandoſi ſecoHelena ſu girtato qua &la dalla tempeſta. Et ſimile e:
popea fu intitolata r-l mim- non ſecondo che io m’imagino prendenñ
do il nome da Cipri iſola,ma dave-nere che dalla predetta iſola è‘ap:
pellata Cypris,&CYpria ,alla quale principalmente quella attiene ap:
perteneua.La quale epopea per auentura tiaslatò in latino Neuio,&
nominan
teneſſe (‘ypria
aneliora adllias
llio parendOgli come
perſo giudicio è dalite
della credere
famoſaclie
chel'attione
ſi ſſſece ap
preſo ad llio nelle valli del monte lda.&perlo giudicexhe ſu Paris n*
l‘0 In illo,& puflclcnaflie fil condona ad [1:0.Dellibro primo-…lella
quale
, 288
quale Chariſio cita queflo verſo Collumvmarmoreum torquís gemma
ta c0r0nat,&ſorſe ſi parla diVenere. Et del ſecondo Priſciano cita?
quelìo alti o. Fçcundo penetratperiirus,tl1alamoq; potitur,& ſbrſe ſi
parla di Paris quando la prima volta ſi congiunſe con Helena. id 7a"
ai‘. :x a”, 'iii‘d‘O- ”ù Mani-5 ul'- r-raí'ia midi-nunzio: Rc. Haueua det
to Ariliotele,clie attioneJa quale ſia di molte parti,& per conſegue”
te ſia grande troppo non foſſe da prendere per ſoggetto di ſauola e
popeica ſi come e quella che ſi contiene i‘. ni: wayne-r ouero ſi ii ma
”i MLMa perche altri oteua dire come conoſceroio quella attio
ne che [rabbia piu parti,c ie non biſogna,&per conſeguente ſia trop:
po grande egli inſegna come cio ſi poſſa conoſcere,&dice.o`uella ac
tione ha piu parti che non biſogna della quale ſi poſſono cogliere
molti argomenti di tra edit-,ac quella attione e grande quanto ſi con:
viene de la quale non i poſſono cogliere altri che due argomenti di
tragedie al piudi come noi veggiam0,che dell’lliada & dell'Odiſſel
non ſi poſſono cogliere per ciaſcuna piu che vno,o due argomen
ti,& :a uniti-{op molti & della picciola lliada piu d'otto. lo non ſono bë
certo che queſta pruoua inſegnataci da Ariflotele per conoſcere la 4—‘. —
› u, .
299
di piedi dattilo,& ſpondeo ha piu ſet-_mezza per ee ione de piedi,cl›e
non haurebbe per cagione d'altri piedi, che haue ono que medeſimi
tempi liauendo eſsi _eletti tra i cinque piedi che ſi poſſono formare
di quattro tempi idue piu ſtabili, cio è lo ſp0ndeo contenente due
ſillabe lunghe _- e'l dattilo contenente vna lunga 6t due brieui -w,
61 laſciati da parte glia] tri tre cio è il proceleumatico cOntení-te quat
tro brieui ,. . u ..- , & l’a napeflo contenente due brieui & vna lunga
.u- 8t l’amplnbraclto contenente vna brieue,vna lunga,& vna brie
Ue v - …liquali piedi dattilo,& ſpódeo non è da dubitare, che nóſieno
piu ſtabili che non ſono i piedi che ſi formano di' tre tempi , liquali
ſono il giambo contenente vnabrieue , & vna lunga u- e'l trOcheo
eontenëte vna lunga 8t vna brieue -u e’l tribaco contenente tre brie.
ui u o »,de quali piedi ſi compongono i verſi giambici , 8: tetrametri.
. Et appreſſo quanto e‘ all'ampiezza del verſo lieroico è anchora da
ſapere , che quel verſo , col quale ſt dee paleſare Vna ſauola grande
vari-1,: ntica,& magnifica dee eſſere teſſuto con vna catena , che non
ſia ſpezzata, ma continuata 8c atta a riceuere 1M metin@ ”ü da‘: ms!
"Ta-,dl cui parla Hermogene,hauëdo riſpetto alla moltitudine, 8t all-l
varieta delle coſe ,che con eſſo ſi deono narrare,& tale è la catena del
verſo heroico della lingua greca” della latina , ma non è gia tale , la
cate na dell’ottaua rima della lingua volgare trouata come ſi crede da
Giouanni Boccaccio , perche ci foſſe in luogo dell’heroicot Ne il
predetto verſo dee rifiutare le parole antiche poiche con eſſo ſt nar
ra ſauola antica, leq uali parole antiche ſecondo che teſtimonia Plu
tarcho nOn iſchiſò Homero nel comporre i ſuoi poemi epopeici , ne
dee rifiutare le parole ſoreſiiere cio è le lingue poiche con eſſo ſi
narrano gliauenimenti di erſone foreſtiere,0 auc nuti in paeſi ſore
ſtieri,ue ſimilmente dee ri iutare quelle parole, che poſſono preſtare
grandezza 8t dignita al poema come ſono non pure le parole anti
che o le ſoreſtiere, 6t le traslationi , ma tutte quelle che Ariſtotele
chiamò con vn nome generale nigi…) , poiche le coſe,clte con eſſo ſi
narrano ſono grandi & magnifiche. Laonde non e‘ da marauigliarſî
ſe il grembo di queſto verſo quanto éalla varieta delle parole debba
eſſere piu capace,& piu ampio , che non c‘ quello d’alcu no altro. lo
dico della varieta di quelle parole che fanno la grandezza , & la di
gnita ,Jul xsîi M6110:: ma iter-:pod: J‘íxem alture. Di ſopra Arillotele aſ
ſegno‘ le traslationi al verſo giambico,& qui medeſimamente l'atm
giambico
buiſce all’heſſamctro,n0n
con compagnia del
conproprio,öt
diuerſa compagnia,
dell’ornamëto,
attribuendo
Gt attribuen
lc
.G gas z 401
Hole all’hcſſamctro con compagnia delle lingue, & [e att'ríbuiſtc a ki
chora loro c0 ndiucrſo modo attr'ìbue ndolc all'hcſſamctro princi
palmentc,& al giambico ſimpliccmcmczqunſi dica che gran copia ne
dec eſſere nell'hcſſamctrpfi non gran quantita nel giambico , mfn'lì
;if xyz‘: i Play-nyc” xi -înflm :by PAM-“o. Qucſte parole hi no alcUno picciolo
errore di ſcrittura & ma ncamcnto dr i4 doue ndo [hr c017, mçnîi ;eg-E
-r‘ia lenzhí .:f-mm rai-à'mffl- S'c‘ra detto che trauerſi fcrmiſszmo cr:
l'heſſamerro , 8( percio conue ncuoſh alla narrazione, &hora fidi
ce,chc gſhhri VCl'ſi non ſono conucncuolí alla narranoncfflcrcioche
il mouimento loro le ſarebbe ſuperfluo 6t ſconue neue-'3. chudi Pt!
role perche non cr: no inteſe dagli ſpoſirori o dagli ſcritton di que
flo libro,c` fiato da alcuno tramurato m'nm inni):an non ſenza per.
dita del vcracc ſcnrímeno -rò i? Èçst'uìp ſi come anchora ſi diſſr di ſ0’
pra,
air-..113.76 É‘113 7a}
5 ?TNT-"tùit
'ng-35;: TiTçdBíTfí)
Pareche7x51”
Horatio
hà 1bhabbía
dae-rung
detto
?sù ?xml-raid@
altreſi Emileè?
coſa.
ſenza diſagioniuno ſuo in vna nottelin qUalunque paeſe piu gli pia
eeſfe & vedere cio che gli piaceſſe , 8c temarſcne la notte Lgue nte a
caſa z' Parimente fa meno veriſimile ,8: diſtru e uelle,che con tan
ta affettione ilSaladinodomanda a meſièr'l’ore] o c tedopo alcü tëpo
prima che egli muoia lo tOrni a vedere al meno vna volta. Percioche
pure potrebbe dire alcuno.Se egli liaueua appo ſe coſi valente negro
mance nol poteua egli ſar tornare piu volte, & quante voleua ſenla
ErauezZa niuna di melÎer Torello :’Appreſſo. Poſsibile è,c|1e Mene
o &uoraſlè piu Tindaro ſuo ſuocero inuendicare la morte di Cli
temneſtra che Oreſte ſuo nipotein fuggire dalle mani di Tindaromu
nOn èCſCdlbüc,Cilc lo doueſli: fare, 8t come coſa che non ſteſſc baie
‘- ñ ’ diſopra
- 3
di ſopra è Rata notata da Aríflotele, & di ſotto fi rinotera. Ma que:
ſto fauore di Menelao maggiore verſo il ſuocero che il nipote, con
tutto che fia poco credibile è di giouamento alla conflitutione della
ſauola,percioche,ſe Menelao haueffi* tauorato Orefic,come era cre
dibile che d0ueſſe fare,non fi ſarebbe potuto comp orre la fauola . Ap
'preſſo c‘impoſsibileclxe legni fi‘acidi lioramai & puri-eſatti quali era:
no le naui d’Enea ſi poteſſono trasformare in nimphe ſecondo l’opí
níone d'alcuni,rna. è credibile,che Cibele p oiche erano fiati alberi c6
ſecrati a lei nel monte lcla,voleſſe loro fare queſto honore,laqual tra:
ſormatione non dimeno non gioua nulla alla confiitutione della ſa:
a
uola.Pereioche ne lega ne ſolue la fauola,ne opera coſa niuna come
_ dicemmo di ſopra. Appreſſo Impoſsibile è appo Dante che Virgilio
andaſſe dal Limbo ne cerchio di Giuda al tempo che fu la guerra tra
Ceſare & Pompeo, non eſſme allliora morto,& per couſeguente
non eſſendo allliora nel Limbogna bene c‘ credibile accioche la giuſti:
tia diuina nó reſtaſiè di riſcuotere ladebita pena quel tempo che l’aní
ma del ſoldato di quel cerchio Fu richiamata al corpo ſuo da Erich:
(110,6: cio fu di giouamento alla conflitutione della ſauola accioclxe
` eſſo Virgilio come guida bene informata per eſperienza della via la.
{Lpeſſe moſtrare a Dante.lo non i ſpendere piu parole in dare li eſ
ſempi degli altri groppi,percioche altri perſe perle cole dette g i po,
tra ſenza difficulta trouare=Solo diro che il non giouamëto fidiuidc
in due parti,in vna che ſl puo domandare nocumento,& in quella,
ehe ſi puo domandare vanita. ll nocumento fi 'puo eſſempliflcare
nella nouella di meſſer Torello poiche l’eſſere in vna notte traſpor,
tato per incanteſimo d’Aleſſandria in Paula nuoce alla conflitutios
ne d’alcune parti
eſſempljficare nelladella fauola come delle
trasformatſip’ne è fia to dett0.Et
naui d’Enea lainva nita ſi puo
nimphe , la
quale ne gioua ne nuoce alla conflitutiòne della ſauola,& nella tras
formation:: della forma d’Amore in quella d'Aſcanio,la quale non
gioua ne nuoce alla conl’t‘itutione della fauola come di ſopra è itato
moſtſatOJmiJ fl ;li-,aus aims-&a- î- age-fa": Wrc-‘ça, ìnèaáusa n91- mJùp la
xflp ?moti ,è JIL. mi, ’Siofis ;Militare-.Vino è che le fauole ſl conflitulſca
no di parti non ragioneuoli,il che pare cheAriſtotele intenda di pro:
nare coſi.Le fauole ſ1 nominano 157@- adunque non deono hauere le
parti -Îù nigi Han-.Perdoche ſi congiugnerebbono due contrari in vu
ſoggetro ah@- &hqe—.Et coſi ſarebb ono ragionamenti non ragione
uo i.Hora le ſauole non ſolamëce non deono eſſere conflituite di tue
te,o di piu parti non ragioneuoli o liane”: tutte,opiu parti nó ragio:
neuoli,ma non deono pure lrauere ſia parte nó ragionevole ſe egli è
polsibilepa ſe pure auiëe che n’liabbiano üa deono liauere qu:- vn a
L l ll fuori
filari della ſanola,o della rappreſentationeSi che ſono due viti-j , o
vno ſi diuide in due da quali ſi dec guardare il- poeta tragico o ancho
ra epopeo nel conſtituirc la ſauola del ſuo poema,ch_e ſono le parti
non ragioneuoliJe quali ſono o piu,o vnafle ſeno piu non pare clie
ci ſia via da poterle fare diuenire tolerabili, ma ſe è vna ſola,ci è vna
via da farla diuenire tolerabile,la quale è che qudla parte non ragio
neuole ſia fuori della rappreſentazione. Adunque‘Ariflotcle appella
col nome di A31@- quelio che poco appreſſo appelia col n0me di pì.
W dicendo Sse 15 Ã’i7flf‘g‘l’l ;mijn ro 5"' Mia@- Tab?” ?Amfäp "lìóyüpl 0 tutte_
o piu.Et queſtc parti delle quali ſi parla quilficomprendono. ſorto-l
tre groppi,di che liabbiamo parlato@ ſe tono (digli Binar- conuiene che
fieno tali 0' perche ſono irupoſsrbilip perche ſono incredibili” per:
che ſono nun gioueuoli alla conflitutione dalla fauola Sarà mm.
Non ſolamente le ſauole non ſi tl-:ono conſtltuilf di tutte o piu Par:
ti non ragioneuoli’ , ma ſi dee anrlzora fare oz ni sforzo perche non
liabbiano pure vna parte non ragionevole , Zini, ?Eu *ſu ”Quinn-@3
Qui è da ſar punto.Poi è da ſeguire am, Mim: ( *ſu quam@ T7@ 'iii
dig@- L'Aura@ )16 mi Mim ”85 o‘m'@ Lula-m9* , KM} ( i7” mi :p w ;Pf-Ta“
fl. ?Samy i‘: i Aim-gg ai 'rà ”56m iraniani?“ 'im mi ip Jìfaiflan )É.\q …ma
3 ’dpi-”©- &127'an és article 'nile-dp (‘5"- w; 7 J‘ç‘áflflfl-CÌO è- Ma ſc non fi
fa queſto ,8: auiene che le favole lxabîiianoalcuna parte non ragione:
uole la deono liauere Fuori della rnppreſentatione,ſi come Edipo (di
Sophocle lia alcuna parte‘ non ragioneuole cio c)il non ſapere come
Laio moriſſema (l'ha) non nella rappreſentationeói come nell'He:
letra coloro che’ rapportano nouelle de giuochi Piili'n' ( ſono fuori
della rappreſentatione ) o ne Miſiani quello mutulovegnente di Te:
gea in Milia@ fuori della rappi~eſentationemora con tre eſsempi ci è
dimoſtrato come-la parte non ragiogeuole diuieue tolerabjlc quan: '
do non è nella fauolap nella rappre &manome- Il primo eſTempio è
nell' Edipo il tiranno di Soplioclcmcl quale è queſta parte 1:0” ragio
:renale-,che chi quando fu promoſſo al regno di Tliebe,& preſe per
moglie Giocaſta l imatà vedoua perla morte di Laio re diî liebe non
domandaſſe da prima come folle mai-to inguiſa che indugiaſſe a d0
ma'mlarne &ad intenderne infino a quel di che egli riconobbe che
Lato era' fiato ſuo padre,& che ein l’haueua vccií'o,& che riconobbe
che Giocal’ta era ſua madre-,Gt che haueua commeſſo con lei abomine
hole inceſtoJe quali riconoſcenze furono dopo molti anni. La qual
parte non ragioneuoleflo è che Edipo non d0mandaſſe,& non in
tendtfle comchaio ſuo predeceſſore nel regno folle morto e‘ comr
POP‘
, zi4
p orteuole percioclie non è` nella rappreſèntatíone,ma tacitamente
e preſupp ofla dal lettore o dal uedit0re auedutO. Ma ſe nella rappre:
fentatione s’introduceſſe Edipo da prima quando giunſe a Tliebe,il
quale non ſapeſſe come 'Laio foſſe itato morto 8c douendogli ſucce
dere nel regno 8t nel letto matrimoniale nonne domandaſſe appar:
rebbe maggiormente che cio ſoſſe nOn ra ioneuole che non appare
non eſſendo quella parte introdotta in paño. Hora dobbiamo ben
conſiderareclie Ariſtotele non appone a Sopliocle,come coſa ſcon
ueneu ole chei tliebani non haiieſſero preſa cura niuna della morte di
Laio loro re,ne inueſtigato degli vcciditori per farne debita vendet:
ta,ne ſolue queſta ſconueneuolczza con dire che ſia ſcuſeuole & tole
reuole poiche c` commeſſa fuori della ſauola ſecondo che Pietro Vit
torio ti-aſcu tamente afferma nel capo"xvi.del libro terzo delle ſue va
rie lettioni.Concioſia coſa che Ariſtotele non biaſimi nell’Edípo' di
Sopliocle per iſconueneuoleſe non queſto che Edipo non liaueſſe
prima ſaputo come Laio foſſe ſtato vcciſo,& nonn haueſſe doman: i
dato prima,& lo ſcuſi poi che cio è fatto fuori della fauola. Laonde
quello,clie dice Pietro Vittorio _come di mente di Sophocle ſcuſans
do i tliebani che non fecero inquiſitione ne vendetta della morte di
Laio loro re nel tempo che fu morto per eſſere eſsi molto tribolatí
dalla Sphinge non diminuiſce punto la ſconueneuolezza appoſta da
Arit‘cotelea Sophoclell ſecondo eſſempio è nell’Helettra di Sopho
cle,doue è vna parte non ragionevole, la quale è,che coloro , liquali
prima vennero da giuoclii l’ithij , & narrarono come erano paſſate
le coſe non diſſero nulla in Argo della morte d`0reſte:ſi come ſi pre
ſuppone perla dimoſtratione che ſa Helettra & Clitemneſtra nella
venuta del Pedagogo, d’Oijeſte , 8t di Pilade,che moſtrano di' recare
le ceneri del corpo morto & arſo d’OreſteJi quali ſenza Fallo non fu:
tono i primi che recaſſei-o le nouelle` de giuochi Pitliii,Ma quella par
te non ragioneuolqio la chiamo non ragioneuole perche rende que:
ſta della venuta del Pedagogo,d’0reſte,& di Piiade non ragioneuos
le,è fuori della rappreſentatione,&Jerclie ſi tace è tolerabilell terzo
eſſempio è preſo d’vna tragedia ~ ie doueua contenere come Tele:
pho ſu per ignoranza vicino a prendere la madre per moglie 8t accio
ehe s’intenda bene quale ſia la parte non ragioneuole raccontero l’ar
gomento della tragedia ſecondo cheio mi poſſo imaginare che po:
teſle eſſere.Au e figliuola d’Aleo ingrauidata da Hercole partoriſce
Teleplio,& lo aſcia in abbandono .nel monte Parthenio,& per tema
del padre li fugge in Miſia a Teutrante,ilquale n’era re,&eſſendo ſen
. Llll z za figlv
za figlíuoli ſe la fa figliuola adottiua- venuto Telepho grande in eta
B: valoroſo in anne capita da Teutrante,a cui in quel tempo Ida figli:
dolo d’Apliareo haueua moſſa guerra,& gli voleua torre il re no,&è.
aſſo'ldato da luicon patto didouergli darela figliuola per moglie e’lre
gno in dora dopo la morte ſua ſe lo liberaua da lda.Teleplio vince l
guerra 8c ſi celebrano le nozze,nelle quali prima che ſi congiunge”
inſieme Teleple riconoſce per madre Auge,& Auge riconoſce Tele
plzo per figliuolo,& ſecondo che appare qui dalle parole d'Ariſtote:
le i Hem@— îx mio:: és miſe” iixop,in queſta vicendeuole riconoſcenza ſi
diſſero parole,per le quali ſi preſupponeua che 'ſeutrante nOnliaueſ
fe prima domandato ne inteſe onde foſſeTelepho,nó altramente che
ſe Teleplio vegnente da Tegea in Miſta foſſe ſtato del tutto muto:
lo, ſi che non haueſſe potuto riſpondere parola. La qual parte non
ragioneuole è tolerabile poiche non e introdotta nella rappreſenta:
tione,ſi come non ſono introdotte quelle non ragionevoli degli altri
due eſſempi. Ma accioche s’intenda pienamente quello di che ſi ra:
giona qui,è da ſapere che ſono alcune attioni, le quali ſi fanno nel té
po,nel quale ſi deono fare, 8: ſi fanno anchora nel tempo nel quale
non ſ1 degno ſare,come pogniamo Edipo quando firpromoſſo alla
dignita del regno 8( del letto reale domandò come Laio foſſe morto
3t ne domandò nel tempo nel quale ne doueua domandare:&poi di
nuouo ſorſe dopo venti anni ne domandò,&in quel tempo,nel quale
ſi] per riconoſcere Laio eſſere fiato ſuo padre 8c Giocaſta eſſere ſu:
madre,cio è inquel tëpo nel quale nonne doueua domandare.Et per
ehe ne domanda nel temp0,nel quale nonne doueua domand are que
ſia ſeconda attione pecca in eſſer fatta in tempo non opportuno,&
eſche n’è fiato domandato gia la prima volta pecca anchora in ſu:
perfluita.Si che l’attione rifatta hadue errori.Anchora ci ſono alcüe
attioni, le quali non ſ1 fanno nel tempo nel quale-ſr deono ſare,&ſi fan
no nel tempo nel quale non ſi deono fare,come pogniamo Edipo
quando fu creato a re di Tliebe 8c fatto marito di Giocaſta non do:
mandò come Laio foſſe morto 8c ſe n'haueſſe domandato,n'haureb.—
be domandato nel tempo,nel quale ne doueua domandare. Poſcia
do o molti anni all hora che fu per riconoſcere ſe eſſere ſtato ſigh'.
uo o diLaio,&eſſere di Giocaſta ne domandò,& ne domandò nel r‘e'z
po,nel quale nonne doueua domandare. Et erche non ne domandò
nel tempo nel quale ne d0ueua domandare a prima attione pecca in
hauere tralaſciare due coſe nel tralaſciamento della domanda & nel
tralaſciamento del tempo opportuno. E t perche ne domandò nel tr'
po,nel quale nonne _do ueua domandarcla ſeconda attione pecca in
` hauere
I
ñ ‘ 37$
hauere vm coſa che non dourcbbehauerc cio è tempo non opporru
nuóiclic la prima attione ha due ſconuencnolezzc,&la ſeconda n’lit
vna.^ppreſſo ſono alcune attioni): quali ſi ſanno nel tempo nel qua
le ſi deono ſare,&ſi fanno veraccmcntc,&ſi rifanno nel tempo nelqua
le non ſi deono rifare# fi ſanno inganncuolmcnte. Come pogniamo
i primi venuti da giuochi Pitll'rj in Argo raccontarono come la erano
paflàte le coſc,& raccontarono vcraccmente come erano paſſa tc, a
raccontarono nel tcmpo,nclquale doucuio raccontare,&come doue
uano raccontare. Poi altri dopo alcuni di cio è il Pedago o Piladc 8c
Orcflc moſtrando d’eſſere quelli che non erano,& ſacen o viſtadi vc
nirc da giuochì Pitlu'i raccontarono di nuouo come le coſe la erano
paſſate,& raccontarono Falſamentc come erano paſſate rapportanz
«lo come Orcſtc u’era morto.Et raccontarono nel tcmpo,ncl quale
non doucuío,&comc non doueuanolù perche raccontarono fuori
di tempo debito queſta ſeconda attione pecca m prendere il tempo
non opportuno,& perche raccontarono attione raccontata pecca
inchora in ſuperfluita,&perche raccontarono attione riprouata per
fllſa dalla prima vcracc pecca ächora in Falſi”. Si che qucſta ſeconda
attione ha tre ſconueneuolezze l’üa di tëpo non opportuno,la ſecon
da di ſuperſluita,& la terza di ſalfita.$ono ancliora alcune attioni, le
quali non ſi fanno nel tcmpo,nel quale ſi dourÎÎbono farc,& ſe ſi ſa
eeſſero ſi ſarebbono veraccmente , 8c ſi ſanno nel tempo,ncl quale
non ſi deono farc,& ſi fanno inganneuolmentc.Come iprimi venuti
in Argo da giuoclii Pithii,li quali (loucuano raccontare come Ia foſ
ſero paſſate lecoſe non raccontarono,& er conſeguente tacquero la
verita Etperchc non raccontarcnoflra aſciarono la narra tionc,c]1e
doueuano raccontare,& inſicme l’opportunita del tempo 8: appreſ:
ſola teſtimonianza della verita. Si che quefia prima attione o ceſſa.
ment‘h della prima attione contiene tre 1'conuene‘uolczze,la prima è
il tralaſciamento dcll'attione che ſi tira clic-tro la ſeconda che è il tralz
ſciamcnto dell’opportunita del tcmp0,&la terza che è il tralaſciamcn
to della tcſtimonianza della verita. Poſcia gli altri venuti dopo al:
cun di raccontarono come le coſe la erano paſſate , & racconta
rono falſamente , 8: perche r'accontarono quando non doueua
no quella ſeconda attione non pecca fè non in prendere il tem:
o che non èſuo proprio,& non è ſuperflua non ellèndo ſtata fatta
a prima & non puo eſſere riprouata per falſa non apparendo la tc
ſtimoniíza della prima vera che la rifiuti. Se adüq; nella rappresëtav
tiene ſi faceſſero le prime attioni nel tcmp0,ncl quale ſidoueſſono.
fircflle ſeconde nel tcmpopel quale non ſi douelſono ſache quali
’ , I.. l ll z ſollono
b -
q’uíuí poſte,ma perche _è poema' ,cfleofi legge molte volte,& con moi!”
attentione 8c conſidetflöpnc ſeguita clie queſta virtu non civieta clic
che non veggiamo‘la pccdetta'olèurita , 8t la ſperienZa cel dimoſtra
poiche è (kata veduta non ſolamente da Ariſtotelc,ma da gli altri an:
choraReſta adun ucche gli rimanga quellavirtu che faqedere lÎoiìru
rita dc corpi den l perlo paragone molto maggiormente-,concim
fia coſa clicil lume delle molte è: belle coſe‘auicinate all'oſcurita del:
le ſconueneuolezzeJe quali ſono nel predetto luogo la çendano mol
[I
to piu oſcurayclie non app ati-rebbe ſe non vi foſſe. Perche Aril’cotclc
con queſta traslationc preſa dallalucediccndo vi’- 5 .flîrëmisìpaoîs
I mini): ;guiſa ñN-oçràà'flmpnon ci lia dimoſtrato quelloclie volcua
molto acconciamente.Appreſſ0 paſſando alla traslatione preſa dalla
conditura de cibi dicoclieè coſa manifella che i cibii qualiſuno per
fenomeno ſaporiti al palatop meno gioqcuoli alla ſa‘nita per condi
tiiija diuengono piuſdeſidersſbili ,8x piu profitteuoli,ma la conditura
non e‘ cibo ſeperato da ſe anzi è coſa accidentale-,clic da vna nuoua &
aueniticcia diſpoſitione al cibo lazqualc non liaueua da ſe,o cotto,0
_apparecchiato ſenza artificiodel cuocaMedefimamente _i ſentimenti
‘liquali ſonoìmenodiletteuoli , o .meno gioueuoli alla conſtìtutionc
‘ della @aiuola per certi adornamentiJi quali ſono in luogo di conditu:
ta,diuengono piu vaglii, & non paiono ,tanto ‘nociui‘. alla ’confli
tutione della fauola.Ma queſti adomamenti ,non ſono ſentimenti ſe;
pera-ti,anzi ſono~coſc_accidentali,li qqali pci-gonoa que coſifatti ſen
timentiyna nuoua qualita. 6( teinpera no qliella loro’natural malitia,
Et quelle ſono le maniere delle par ole,la diſpoſitionedelle paroler
diſpoſitione de ſentimenti,le maniere delle figure de legami,le ma nic
re delle figure dellÎaffettioni'öc ſimili. Ma perche/X riſtotelenon com
menda Homero in queſtoluogo di coſiſatta conditura, che fia [kata
ſoprapoſta alla konuèncuolezza del 'ſonno da ebbro o da letargieo
attribuito ad ‘Vliflè,ma lo commenda perche inſiemecon queſto ſen:
dmento diſsipíto ci ha meſsi dauanti éltn` ſentimenti ſaporiti appare
aſſai chiaramente che quella traslatione preſa dalla condimra non è
piu a tempo che ſi foſſe quella della luce dicendo iN'OF'äTOWffl.Vlfl-ma
mente io dico che la traslatiOnc preſa dalcarico non {adatta meglio
a quello çlieintende di ſa rci Vedere Ariſtotele neíla ſconueneuolezza
d’HomeÎ-o che vi s’adattino ſecondo che liabbiamo veduto l’altre
due traslationi , concioſia 'zoſaìchc il carico ſi Faccia ñcomporteuole
qiiando non è comporre-uole per troppo grauezza , o ‘diminuendo
gh fi la Srauezzffio diſponendolo_Gt-raſſettandolo in maniera piu a0'
- - - - i - ‘ con,
319
eoncia,o aecreſ'cendoſr forza al portatore,Niuna della quali co‘ſeſi fa
cr Homer-o nel carico non ſopporteuole della ſconueneuolezza del
ſonno V liiSeico- Percroclie non gd ſi diminuiſce la ſconueneuolezza
perla conueneuolezza di molte altre._coſe. _aggiunteuime gli ſi da nno_—
ua diſpoſitionene illettoreye gendolabonta dellÎaltrecoſì-giudlea
che percioclie quelle ſono; none :queflajgſia ,da .eſſere :reputata
buona anzi perla vicinanza Leggendo piu “chiaramenteladiflenew
za che e tra il.b,ene e'lzmale la-rèputa ;maggiormente rea "&_ non [op:
porteuole.Adunque Ariſtotelemqn doxieua -,vſ`are queſta traslarione
di carico dicegdojn queſito luogohiflu'ſi rl: ip Num-'e HM” và mjl di
'a'er :Italia ZipîpLhnràſhîho‘iëe;7tioirp,Ma doueua vſare_ altre~ traslauoz
ni,o ſimilitudini piuacconcie ~a quellorche voleua ’dire,come perim
, neo nonziaſciamo dicommendare vn ViſOLCllC per altro ſiatutto_ bel:
lo,ne rifiuti-amorvn gran uadagno perche habbia .congiunta-,con lui
vna picciola ſpeſa,& ſimi . Et coſi came negli alberghi publicid'Ala-o
magna
ma nonalle tauole
foſſero da prima ſiporrebbono
mangiati,ſi pongono meſsi
imeſsipcſsimi
ottimi,linequali
mai fit'iſet'
ſapri: ſi
uano alla ſine del mangiarePerclie altri mangia i peſsimí pen man 'a
re anchora gli ottimi coſi altri non dee ſcliifarequella viuanda pe si‘s
ma leggendo i quell.: ;ſconucneuolezza ſonnoccluoſa .dFHornero per
aſſa giare lemolteyiuandeeottime :leggendo le conueneuo'lezze piu
che defleflelle quali quella ſconueneuolezza èintorniatai Hora non
è da dubita reñchezqu‘el poetache fi men .falli iu poeſia òmenqda bias
fimare che non ,è quello. clic-nefa piu,& che quello poeta epiu_ da c6:
mendare cheriempie il ſuo poema .di piu-coſe lodeuoli che non _è
quello -chqjl riempie di meno , ;8c che ;Romero è ,meno da biaſimare
per vn fallo po niamo che egli liabbia fatto die non ſarebbevno al
tro poetarche n,haueſſe_fatti,molti ,dz perche Homero ha ripieno il
ſuo poema-dicpſe piu lodeuolnche non ha fatto niunoraltro poeta è
da commendar ſopra-ogni altro ,‘ma `non èpercio da commendare
inlquello vno Fallmclw preſuppoguiamo lui-hauer. commeſſo,&jl)auz
rebbe fatto molto meglio :mon-farlo ſi come-non ſono da lodare gli
hoſö d’Alamagna che çoſtringonoi viandanti azmangiarele peſsime
viuande ſe vogliono mangiare lîottimc anchora zclw'ioffWoFiu ;da
biaſimare ſe non appreſta ſſero ſea-ion -i ,meſsi-pefsimini} àaíèa M ,119- m
”ip ;p ”Ts &n°7; ”igm rs‘: flínitinoît ai” Pino-nubi;- 'Perche -di ſopra A riſto
tele liaueua detto che il verſo heroico gonfiatiſsimo tra tutti gli altri
verſi ſi conueniua'all’epopea , &clie per mantenerſi queiia ſoprana
gonfiatura riceueualPeualmc-nte le lingue _. 81 le traslatíuni qui dite‘
.- . v Mm m m 3 td”
O
ehe non dee conſeruare vn perpetuo tenore ‘ne -ſtare ſempre in ſum ñ.
alte”: ,ma è bene che s’abbaſsi alcuna volta,& che rimetta al quanto
di quella gOnfiatura,la quale procede dalle figure magnifiche &arqu
cioſe della fauella,& accioche ſi ſappia diſtintamente in quali parti fi`
debba attendere_a tale artificio di fauclla , 6K ſaticaruiſiintomo,& in
quali dell’epopea ſi debba rimettere lo ſtudio,& penarui meno dice
dle biſogna ſaticarfi intorno alla tormatione della fan-;lla artificioſc
nelle parti 0ti0ſt,&n0n faticaruiſitanto nelle partiLle quali nonſono
etioſe come ſono quelle le quali hanno i coſtumi &le ſententieflora`
Erice-rca quali fieno le parti otioſe nell’epopea,& pare che gli ſpoſt
tori intendano eſſere quelle le quali contengono coſe humili o vili o
non marauiglioſe & ſimili,le quali perſe non ſarcbbono atte a deſtare_
il lettore,& a farlo ſtare attento ſe l’artificio della ſauella ſoprapoſh:
oi nonoperaſſe cio-A quali è da riſpondere che le parti humili,o vili,
o non marauiglioſe 8c ſimili non ſono otioſe nell’epopea,anzi opera
no 6t concorrono alla conflitutíone della fauola per la ſua parte non
meno che operano & concorrono le magnifiche,le nobili,8: le mara
uiglioſe perla [Oro. Et percio non intende Ariſtotele di queſte in quei
flo luogo-Senza clieper vn altra ragione anchora nonne puo intens.
dereJa quale è che Ariſtotele diſtingue & ſepera le parti otioſe dalle
Parti le quali hanno i coſtumi# le ſententiegna i eoſtumi,&le ſente”.
tie poſſono eſſere alcuna volta humili 8c vili,& non marauiglioſi, 8K
alcuna volta magnifichi,& nobili &marauiglioſi,fi comealtrcſi poſſo
no eſſere l'altre parti-Adunque non ſi poſſono nominare quelle piu
otioſe,che quellelòc per conſeguente non ci poſsiamo indurre a crede
re che egli intenda di ſimili parti ſi come medeſimamente non ci poſ:
ſiamo indurre a credere che qui ſi debba intendere di quelle parti o:
tioſe le quali non giouano ne nocciono alla COnſtitutione della ſaun
la,delle quali liabbiamo parlato di ſopra , 8( ſi poſſono eſſemplificare
nella diſcrittione del monte Atlante, che_ ſa Virgilio nellibro quarto
dell’Eneida 8c nella trasfi uratiOne della forma d'Amore in quella
d_^ſcanio clic fa nel primo 'bro, & nella trasformatione delle naui
d. Enea in nimphe, che fa nel libro nono alcune delle quali come ne…
gioumo ne necciano alla conflitutione della fauola ma ſic—no orioſè
Jgia 'è ſtato detto, Percioclie i coſlumi &le ſentcntie poſſono eſſere
parimente o tioſi ne fiouaremc nuocere alla conſtitutione della‘ſauo
a non punto meno c reſi ſieno o poſſano eſſere le altre parti. Madob
biennio riguardare altroue &intendere per parti otioſe quelle nelle
‘1‘“… ‘l P0“ll Parla di'ſua perſona# con fauelſa ſua ci ſà vedere quglz‘.,
.a ;,.,,P, ` lo,ce
32.0
lo' che ſl fa,le quali percío ſi domandano “içtl &nà'che non ſono in
atto,& operanti come ſono quelle le quali ſono rappreſentare in pal:
co,& quelle,nelle quali pergli pOeti epopei ſono introdottele perſo:
ne a ſauellare,le quali parti perche paiono preſſo che montare in pal
eo & operare ſi contrapongono a e parti otioſe,&contengono prin
cipalmente le ſententie & acceſſOriamente i coſtumi. Semmai-37a} ”due
MG,- ;iqiagà A’iÈis -rán 'ita ”E 7a; cigni-15. Quando il poeta'epopeo ‘ narra’
di ſua perſona,percioehe le parti,le quali ſono otioſe, 8t non ſi veggo -*
noin atto ſe non per quella finefira della fauella,per la quale egli ce
le fa vedere,dee vſare tutto l’artificio di parole poſsibile=ma quando
fil ſauellare altrui vegga che {i come alla perſona introdotta a ſauella:
re ſi poſſono attribuire argomenti non cOnueneuoli, 6c per molti le ì‘
‘ſono attribuiti,nella quale coſa e‘ biaſimato Euripide 8t non è lodato
Giouanni Boccaccio nella nouella di Gliiſmonda come dicemmo da*
ſopra,non vſr fauella artificioſa 8c gonfiata come ſa quando parla di
ſua perſona,perci0che auerra , ſe uſera coſifà tta fauella,bene ſpeſſo -
che quella non s’adattera ne a coſtumi della perſona parlante ne alla _'
ſententia,&pche non vi s’adattera ricoprira la bellezza de coſtumi 8t
della ſenti-tialiquali ſidimoſtrío pienamëte quädo tralucöo agliocchi
della mente noſtra perla ſua naturale 8t conueneuoleſauellafit in
cio ho veduti molti moderni ſallare 8t ſpetialmente France.
ſco Mariaintroduceua
dalla Molzapafi0ri a ſauellare.e
in alcuni ſonetti, ne quali '
g, -ìaſi ._ _. . 'f
- A‘. . ..MPL
- .uni. 1 \ ‘W‘IJOu-ñ [N “
i‘
”Î
l
`
. ’ , 32
mk debbono 'eſſere dobbiamo dire che ci ſono alcune coſe natur‘alig
perpetue come ſono,Mari, Monti,lſble.Fiumi&altre naturali,&quaſi i
perpetue come ſono certeiſole,che ſono ſtate ſommerſe dal mare ,8c
alcuni monti che ſono fiati inghiottiti dalla terra,&alcune naturali 8:
mutabili come alberi &animali,&pietre. Et ci ſono le’coſe accidentali
delle quali alcune ſono quaſi perpetue come ſono le citta,le religioni
6t alcune mutabili come ſono le caſe, le famiglie , l’attioni degli [tuo,
mini . Hora delle coſe accidentali,o quaſi perpetue,o murabili alcune
ſonoJe quali per hiſtoria o per fama ſono conſacrate all’eternita, ſi
come ſono anchora alcune delle naturali,che ſono quasi perpetua, o
a'nchora mobili , & perche ſono conſacrare all’eternita ſi deono re:v
utare eſſere perpetue 6c ſiamo tenuti a prenderle tali quali ciſono
porte dall’hiſtoria ,o dalla fama coſi come ſiamo tenuti a prendere
tali quali le perpetue ci ſono porte dalla natura,ne le poſsiamo alte:
vó~ì
u‘u
‘á
'fi’l‘ì
In...“
Ta". rare omutare &.ci dobbiamo guardare di non commettere in que,
ſte ſimili coſe errore quale commiſe Lodouico Aoriſto nelle reli:
gioni , il quale fa nel ſuo Orlando Furioſo che Ricciardetto di
religione Chriſliana da ad intendere a Fiordiſpina di religione
Machomettana d’ eſſcre fiato trasformato di ſemina in maſchio
da vna Fata in premio d’ hauerla liberata da vn laccio , al qua:.
le era fiato preſa da vn Fauno che viua laſi voleua mangiare,~
concioſia coſa che la religione Chriſtiana o la Machomettana non
riceua per credenza ne ſimili fate , ne ſimili Fauni , ne la pa:
gana pure ſimili Fate , o che iFauni ſi mangino donne o dee
viue , 0 morte. Senza che è poco veriſimile , che liuomo mor:
tale poſſa ſciogliere vn laccio teſo 8L fatto da vn dio , il qua.
'n’
‘A'
E.\.ÌL
"-L
le nOn poſla ſciorre ne liber-ar ſe ne vna Fata,che puo tramu-`
tare perſona di ſemina in maſchilo_ ll che è coſa tanto mira
coloſa , & di potenza ſopra humana. Egli è adunque vero,
che la' di pintura , 8c l’ altre arti ſormatrici d’imagini raſſomi:.
-gliano l’vna delle tre coſe , o la vera , o la non vera. Ma la
non vera ſi diuide inclue in quella che è famoſa, o paruente ,.
’ù
8c in quella , che e“conueneuole. Ma in quanto raſlbmiglianor.
-laîcoſa vera ſono ſimili all'lziſloria , 8c non alla poeſia. La;
”I
cui raſſomiglianza non puo llauer luogo nella verita, ne paris,
mente in quanto raſſomigliano coſa Famoſa, o paruente ſono ſimili
alla poeſiaPercioche la poeſia non raſſomiglia quelle coſe altramett
‘e, che ſi faccia le vere prendendole daltronde , 8: _non- prog,
ducendole dale-Etnulla monta che ſieno vere ononvcre ,q ppi
. . c ie
kefl'a non dim piu fatica” pie in rafl'ouig'rìare quefie
eoſifatte non -eie cheſt l‘acci- le vere. Ma nella terza coſa che c la
connette-*40a: puo cſſae alcuna ſima-Koei”: tra la pirati-a 6: la poeſia
ſe inzendiamo ian-1mm” quella raiſomiglunu u"d conueneuolepd.
la quale amenduneconmirono_ Perna”: ia pittura i': pogniamo
vola-,07:20 di ſanta vita quale dee c‘ÃLre, 8c non quiet-n o e,o altrui
che dourſiè eſſere , A’ la porta_ fa vm i:u0h,& aſſomiglia
ma atti onehumznapsn quie ſup c,o ii dice che è,o altris'imflgina
che ſtagna quakdec eſſere, Et e' da porre mente che qxila cola, la
qualke‘ :iaia poeſia la 6t Jaſmin-:pieno c ii ratÎomtglia:
”cominciai-matti…: homme i vlnmaneüa pitmra,&da non
iflimarc punto cio e que-lia che ſin-Ole domandare lu‘tloria appo i di:
pintorifit quelli di pinroadëe ſono connpeooj dei loro poco valo
re ſo :22030 ”tenere l ved-:ori con la '.'aglzcaa delihiitotia:ma a VC:
lena :iiſlnſOTl baſh il .iipirigeiebene 8: namralinentequeilo che ci.
pzngono 6: ritengono ll vetiitoreconi'am’ficio apparente anchor:
in un picciolo m.r.~.'…ro iolocom: in ma mano o tn m piedeLtqnel
la coſa ch: e riſi-.:tata dada paeſi; (io e Il aſſomigliare lacoſa vera.
o la Porta :iti-onde e‘ non lolamrnte non rifiutata dalla pittura , ma
commendata & Intl-"Olii alia :Lmofa , aliaparuente,& aila conueoe.
noie. Di che di ſopra n: rendeinmo la ragione. Ma perauentura non
ſarebbe
dell'ortoma.c ſe ci facceſsanoa
di queL'A credere
razìſiomighanh’ dice‘ di: quellidella
propria tre capi non s'inten
poeſia,& con la
quale ſi conſtituiice la fauola , 6: ſi aſſomiglia ma amone laumana
poſs Liie ad auenire ma cl’zes'intendeiiono della raſſomiglianza non
propria della poeſia ma accidentale, che confifle nel prendere Ze coſe
per ricmpierc la raſſomiglianza poetica, della quale di ſoy-ra habbia:
mo parlat0,le qieaîi li poſto-10 prendere ocome furono, p ſcoop
come fi dicono o paiono eſſe-rep come deono cflëneJ-:t che iiconee
da al poeta qu eflo pfliuìegio di prendere le coſe da riempie-re la ſua
raſſomighanza poetiea,& inſieme , ſcgii pare.” poterle trasformare
in quei” modo,che dourebbono eſſere Er queſio dico percioche nel
la terza varieta,tiie e‘ quella dd peecare ncil’ai te poeticao nell'alta
arti fi Parla deila raſſomigîiariza che propriamente-,8: principalmente
tocca al poet-1,8: in @la prima varieta della nllomiglianz.; che non
pei-tiene propriamenxcnc pnt-cipalnenre al poeta ſe non per :eci:
dente come ſi vaſta-Et c' da dire co-ne di tutto a qudta ſ rima varie
ta {aggiunga-anno due aki-i :aſili-no tlc quali Ariſton-ie doman!!
ill ?Weber-'altro Eros Tim-.cio c‘ a caſo ii ianomigliano 1c car: co m:
i’oiio
’ ' 3²5
ſono.& neu-t pittura ſign? queflo capo effernplificare nello sdcgm
del pittore che ittò la [puglia pergmſhre l’opera,& formò la ſchiu
ma conue edi-*lla .bocca del.cauallo,di cui dicemmo di ſopra, 8c
nella poefiaſi puo eflëmplificare nella Medea .di Seneca quando in:
duceildloro a direNenientarmis Secula ſeris,quibus Oceanus Vin
aula rerum laxet Se _ingens Pateat tellus, ’Tipliysque nouos Detegef
_.orbes necſit ,terris Vltima Tule,& a .caſo ſcopre lo ſcoprimento del
mondo _nu0uo come a punto e‘flato fatto all’eta nolìrapuero ſ1 raf
forni liano le coſe come ſicofiumauano prendendo argomento c'lie
eofi li coſtumaſiono dalcoſtume che foſſea noſtri di anchora in al: ‘
cun lu ogo,come ſe diceſsimo che la cappa la qualeſi domanda fatta
alla ſpagniuolafli che s’e‘ vſata gia ſono molti,anni,& s’vla anchora
irritaliaſofle {tata in vſanza =anchora appo iñ romani quando erano
alla guerra non eri-crebbe prendendone argomento dall ’vſanza no:
lira-Senza _chealtri _ſene potrebbe certiſieare perle flatue de ſoldati
con cofiñtte cappe effigiare nell’arco triomphalc di marmo di SCUE:
ro imperatore in Roma . ,rain P'ìÈai—ſmfl') ?très ,il m‘i ”irqoçal's’ÌJñ mihi
-…"ì-Ì`\L-È<n`-Vl\t>
:i: Mim ;en-(Mello e11 ſecondo capo da trouare le ſolutioni aU’op:
pofitioni ingiuſte fatte a poeti che contiene la varieta dellfignificare
della-fiuellafflercioche, gli. oppoſitori alcuna volta prendono quello
ſigmfieato della fauella,perlo quale naſca_ ſconucneuolezza,& come
ſe elſa ſauella non poteſſe hauere altro ſignificato oppongono-al ,poe
ta che liabbia ſallato,& non dimeno ſe ſi prende vn’altro ſignificato,
che ſimil-mente puo riceuere, ceflà ogni ſconueneuolezza _8t ogni ſal:v
lmBiſognaadunquedie a ſqluere lecoſe ſconueneuoli app oſte apoe
ti per quella via,clze nonſi poſſa intendere dicendoſi nv… J"íían'sMD
alè“ le non delle maniere delle parole, le quali liabbiano piu ſignifica:
tì,le quali Ariſtotele diuide in tre in lingue,… traslationi & in parole
paſsionate Percth` di neceſsita che ſpogniamo frodi-ra &'íèm'üm’) ).íëflt
‘g’in fla'r'[us&c.Cio è le coſe varie raſſomigliate ſi raccontano con ſa.
uella cio e‘con lingue &C.lu guiſa che ’Ein …queſto luogo c` dichiarati:
uo 6c riſtringe la ſauella generaleſolamente .alle maniere ſeguenti con
cioſia coſa che le ſolutioni non pofl'ano procedere dalla ſauella ſim:
plicementeöcin quantolnon lia ſe non -vn ſignificato. Conueniua
dunque raccogliere qui tutte lc maniere delle paroledi piu ſignifica:
ti,delle quali noi di `ſopra facemmomentionetöz Ariſtotele compren
dele ſotto tre ſolamente cio ſono le lingueJe-tizaslationi 8: le parole
aſsionate,& di ſotto v'aggiungera vn’altra maniera che ſara quella
delle
'4…- Parole' dUbbich
i ,quali ,di ſopra
' come dicemmo
O 0 0lì0dim enrico.,qui
ne
If*
r
fl "x451 ,.3 ”lulu emilio!” &1- ìifll 13 ”ng-crudo“, n éçm'mp NMUN”, 091‘471“,
:Wi-ph“) ”Us 155 When, :1 Minſk-,1175; l‘45 :'113 F74) ,Î :E JW“,JM ,J
”Miei-©- 5171097,' a 741m”, ”455‘019- nuuíì ,Tu &any-im” .
CONTENEL ZA. Come per la va ricca delle coſe aſſomigliare ſi
ſoluono l’oppoſicioni ,come ſi confidare il facto o il detto ſelle: be:
.nc o male.
»YVLGARIZZAMENTO. Et oltre acio ſe ſara biaſimato,che le
”coſe non ſon vere,ma(ſono)quali deono eſſcrefi come anchora So:
*v phocle diccua,chc egli ſaceua(le perſone)qunli doueuaño cil'erc,&Eu
” ripide quali erano-Laonde con cilh via è da ſoluere.M-1 ſe non ſono
”,ne all'vno modo ne all’altro ( è da dire) che coſi dicono come(ſono_)
v le coſe(cl1e ſi dicon0)degliddìj. Et ſorſe è da dire che ne meglio, ne
”.vere ſono,ma ſu ventura ſecondo chediccua Xenophane ,ma non
”.dicono corali coſe# ſorſe nel vero non e meglio ,ma coſi s'vſaua, ſi
i* come quelle coſe che ſi dicono dell'armiJ-{ora le lancie loro (hanno
” diritta nel calzo Pcrciochc coſi all hora coltumauanofi come anch!)
”,ñn al preſente gl'Illù-ici. Hora per ſapere quello , che fia bene o non
o’ bene ſtato detto o fatto da alcuno non è da riguardare in eſſo fitto
" o detto perla riguardante ſolamente, ſe c‘ lodeuoleo biaſimeuole,
” ma anchora nel ñcciente(lo)& nel dicente( lo)a clu’,o quando ocome
”._o per cagione diche come o di maggiore bene eccioche ſ1 &ccſſc odi
v minore male acçiqche non ,fi faceſſe.
SPO:
3 o
"SPOS]’I'IONE.HauetÌdo Ariíloteleparlato dell’vſo dëlle ſolntîoù’
che fi conte neuano nel terzo capo p1 OſofloJe quali ſi danno all’Op
' ,Oſllleni-,dit ſi conteſſano eſſere errori, parla izora dell’uſo delle io:
liitioniffilu; ſi contenevano nel timo capo prop oflo,le quali-fi dino
ail’oppoſitioni che ſi nie ano e ere errori,coneioſia coſa the le coſe
raflemiglia te poſſono ei ere di cinque manierep come erío 0 ſono,
unefle fi comprendono ſotto la veritap come fi dicono eſſere &pa
iti-9,0 come dec. no eſſere,& queite ſi ccmprendono ſotto il meglio,
Et è da per: emente che di ſopra non furono propoer ſe non queflc
tre maniere,alle quali qui s’aggiurgono due altre,o come peramntu
ra‘furonop come fi coſh mauano. Poi perche nel raſſomigliare le
eoſe come deono flarc 0 come ſarebbe il meglio che fleſſono fa biſo=
gno d’alcuno inſegnamento perlo quale ſi poſſa reruenire a que-fia
aîodtia An'ſtotele inſe na come poſaiamo ſapere c :e quello che è det
to 0 ſarto da alcuno äea bene 0 male cio è Rea come deep non dee,
manina-13'” aim Exa-M. (Dando è fatta alcuna orroſitione al poeta
o niamo perche ha raflbmigliata alcuna coſa e 1c non e‘,& perdo è
falla,ſe il deſenſore non puo riſp ondere,clze è ven-1,8( che 02,0 era con
uiene che non potendo egli adoperare quefla ſolutione della verita
alsi ad altre,& dica perauentura che è quale dec efl`ere,& ſe queſh ſo
{Rione non è conueneu ole dee paſſare all’altrc.H ora in quanto dice
îòçîmrîua’m 0’” cin( ha”. Si preſrpronefllìc ſe ſ1 puo ſoluerc per quer
fia via dicendo che 'a coſa raſſomigliata dal poeta e‘,o era.la ſolutio
ne è buona,& non fa mefliere paſſa] e ad altra ſolutione in uiſa che
ſe altri haueſſe oppoflo a Sophocle, che haueſſe fatto nel ’Helettra
{lie nc giuodÎi Piilzij ſi tenzonaſſe a con-ere con le carrette al tem:
po d’Orefle,nel quale in verita non era anclxora Rata introdotta fi:
mile tenzona ſ1 ſarebbe retuto riſpondere che vera coſa era che viſi
tenzonaua al tempo di Sopltode qbando ſcriſſe quella tragedia , a:
`che quefla doueua eſſere ſolutiom- aceetteuoleper la figuraflie do
mandano Ì'cxçmîtîf cio èper dir coſi traſtéforamentoLa ualeſos
lutionc i0 diſsi di ſopra dicio non fotena commendare,& lora di
nuouo torno a dire che i0 non ccmmendo r-:putandociovv eſſere erro
re d’hiflox ia, nella quale non dee fallare il poeta,come ächora lzabliia
mo detto di ſopra.Ma quäto appertenga alla figura del traſportamëe
to del tëpo ſecódo che ioauiſo lia luogo ſoiamëte nella dinominatiöe
delle coſe.Percioclie plei è licito ad attribuire i nomi moderni alle eo
‘ſt iticlzc che a]] hora né gli haueuío,ei nomi ítidii alle coſe model nc
Che hora liínoaltrinomiccmcDätediflLJflbatternò l’orgogliodegli
ñ › ì Arabix
e ‘1
_Arabi ,che dit-erro adAnnibal paſſare l‘alpeſlre rocce Poafiche full!
biE’l Petrarca diſſe. Et da mandeſtra liauca queligran romano Che
fe in Germania e'nFrancia tal ruinalìt non dimeno gliArabi nó liab
bitauano l’Africa al tempo* d’Annibale,negli affricani ſi domandaua:
no all horaArabi,ne la Francia ſi domandaua al tempo _di Ceſare al:
troehe Gallia,ne iFi-anchi allliora l’haueuano_ occupata ne dinami
nata Francia,ma perla detta figura ſi ſalua ſimile dinominatióe, '8c ſi
potrebhe ächora appellare traslatione_ poiche ,(ìl nome che èd'vn po
. poloo d’vn paeſe in vn tëpo ſi traſparra ad vn `altro. Ma accioclic ſi
comprenda piu, chiaramente quello che io dico è da ſapere che ſe noi
riceviamo che alcüa coſa o alcüa perſona ſtata in vn tëpo ſi poſſa ſot
to coperta di (ìſta figura ,che è chiamata :nanni-más sëza biaſimo trai'
Berta”: ad vn altro come ſe faremo _ſecondo che ha fattoVirgilioche
idone &Enea fieno fiati dimmi &viuuti ad vna ſtagione,ſe uitera
ehe ſaremo tenuti idiota a riceuere che una hiſtoria 'oaltrod vn ſuo
‘ goſi— poſſaſotxo:copertad’vn altra-figura,cli_e perauëturaſi chiamera
ivi-”madr- sëzabiaſimo tra sportare adm'altro luogocome ſeſarmo
. che inAFrica naſcano,&ſiëo cerui in tilla parte doue ca itò Enea ſècö
ñdo che ha fattoVirgiljo,ſe .vero èſecódo che teſtimoniano alcſii, che
nonvene naſcono &non vene ſiëo-Et _ſaremo medeſimamëte tenuti
a riceuere clic ſia hiſtor ia o alcuna coſa ,auenuta ad vſia perſona ſi pol'
{a ſotto coperta d’vna ſi ra la _quale pera uentnra ſi potra chiama- ñ
re Licenza-dammi: ſenza Maſtian traſportare ad vna ,iltra perſona ſi co:
me vogliono alcuni ..che Virgilio traſportaſlè tilla attione che auëne
a Scilla figliuola diPliorci a Lilla. che era figliuola di Niſo quido diſſe
uid loquar aut Scyllä Niſi,quí ſama ſecuta eſt Dulichias vexaſſe ra
tes,-&gurñgite inalto Ah timidos .nautas canibns'lacei-_aſſe marinis f
Et come ſimilmente vogliono .che traſportaflè l'ufficio che era di
Caſtore a Polluce quando diflè Talis `Amyclaei domitus Pol-lucis ha:
benis Cyllarus.. Benche ‘eſsi s’ingannino 8: attribuiſcano a Virgilio
quello cheegli non ha fatto ſi comemoſtreremo in ~altro luogo. Et
co ſiſi potrebbono ſcuſàre tutti cÌlli autori,8_c ſcuſate ſotto lo ſcudodi
fiſh figura iiquali hanno involate le fauole intere .ol’hiſìorieplepar
› ti riconoſceuoli,&trasportatele ne .ſuoi libri ſotto nome d’altra pſ0
- mDequali furti di ſopra dEmo-. l’çſſcmpio ſpetialmëte nelle noudlt
del Boccaccio &nell’Orlando furioſo di Lodouico ArioſtoEtſare:
-mo ícliora tenuti a riceuere clic ſia atticîe auenuta in vn modo ſi po
teſſe racçötare eſſere aueüta in vn’altro sëza_ biaſimo ſo tto_ coptad‘ñl
' figurache ſorſe ſicliiatnerebbe pclii voleſſe ìiernidaìsdicomepc‘argiöf
d’c mi’
d'eſl'empio il modo della morte di' Cato raccontato da Virgilio nel
l'Eneida non è quei medeſimo che è raccontato da quel medeſimo
Virgiliopppreflo Da nte la doue ſi dice, Lo mio maeſtro dilſe,quegli è
Caro che ſotto il ſaſſi~ di monte Auëtino Di ſangue fece moltevolte
lato .\'o n va co ſum frate per v n camino, Per lo furar ſrodolëte che
ci fece Del grande armemo clieegli liebbe-vicino Onde ceſſar le ſue
opere biece Sotto la mazzad'Hercole,clic forſe Gliene die cento,&
nóſenti le diece.llqual mododella morte non ſi conſa con qlloche
è nell' Eneida Non tulit Alcides animis, ſeq; ipſe perig nem Przci
piti iecit ſaltu,qu‘:`i plurimus vndam Fumus agit,nebulaq; ing'ene ſpe
CLS .tſtuatatra. Hic Cacum in tenebris incendia vana mouentem
Corripitin nodum complexus ,6t angit inliarens Eliſos oculos,&
ſit-cum ſangui ne guttur.ſecondo che ſi doucua, Gt perauëtura ſi con
fa con quello che racconta Ouidio nel libro primo de Fafli col qua‘
le non ſi dovrebbe con ſare quando dice,Prima mouet Cacus collata
prçlia dextra Remq; Ferox ſaxis ſtipitibiìsngerit.Qieís vbi nil a gituſ' .
patria: male ſortie ad artes C0 nſiigit 8t flammas ore ſomnte vomit
A” quories perflat, ſpirareTyphoea credas. Et rap du 'n Arienzo
fingurab ig neiaci , Occupat Alcide: , addudìs '; claua ti-inodis Ter
quater ad verſi ſedit in ore viri.llle cadit,mixtasq; vomit cſi ſa nguine
flamas Et lato moriës pedore pla ngit liumü.Et breuemëte ſe noi ri
ceueretno per buono ſimile traſportamí‘to d'vn tf-po ad v n altro tëpo
ſaièmo coſtretti anchora a riceuere per buoni non ſolamente glialtri
ſopradetti traſportamenti ma deglialtii inguiſa clie non ſi potra fare
. errate niu no che nOn truoui ſt uſa, 6t perdono 6; alla fine nOn ciſara
preſſato luogo da poter peccare,& ſe nö ci ſara Pſtatoluogo da pecca
ſe nó ci ſai-.i ſimilmëte preſiato luogo da meritare. Apídſſo anchora
che lialibiamo detto che la figura detta ?ivan-aid”: poſſa hauer luogo
nella dinominatione traſportata da vn tempo :id vn’altro ſic0me
s’è eſſempli'ficato ne popoli d'Africa chiamati da Dante Arabi nel
tempod‘A nnibale quando non era no anchora ſtati appellati coſi, 8t
nel paeſe della Francia chiamata Francia dal Petrarcaaitempo di
Giulio Ceſareq -ando non era anchora ſtato appellato coſi,non di:
meno e‘ da porre mente che queſta coſa non e‘ ſiempre vera. Peſcia:
che pare clie per potere vſare l'aiñpellatione antica in luogo della;
moderna,0 la modeina …luogo dell'a ittica ſi iicliiegga che la Perſo
“ na clie l’vſa poſſa hauer nomi. deli’Vna 8t dell'altra appellatione , o
che nella lingua nella quale s’v’a, non ſia in vſo l'appellatione che ſi
tralaſciap che nó ſia per iiaſttreloſpeitione per l'appdhti-*ne vſur
.'-v `
' ' - ‘" Ss” ~ 'p.tta
, ,
;una erano coſe- ſeguaci alla morte, ſi come anchora nOn puo il
~ Clicil’tia no .clic vuole eſſcre tenuto Chriſtiane ſenza ſcídalo pridere
Jc forme de giurame riti .1 miglieffilpaganc 0 delle chiamate del diuinó
ſoccorſo quando gli ſi preſenta ragione da giurare o da chiamare
dio in aiuto,quali ſono Hercle,me lierculcs, Mcdius fidius Per’deok ~
immortalespitlhs placet,& ſimili. lcquali,ſe ben mi ricorda,riprende
Oi'igcne ne Cliriltiani ſcrivendo contra Celſo epicureo. Et lequaü
quan’tunq-ueſicn'o ſcädaloſe come tlico 8c ripreſe da Origcne,& ſchi
tate da ſaui Cliriſliani ſono non dimeno vſurpatc da certi che al ten”
po noflro Vogliono eſſcteten uti nö meno i ſolleg ni della gIOria della e1.
i ngua’laxina che _della pmita' della religi0nc Clirifliana'conie ſono .—
L01180“) Sadolctti 6: ſimili` Al quale ſcandalo il Petrarca alc una 'fiata .
aggiunſe alcun rimetlio',«&‘ tëperòl’ofiſieſa che potenti *rjuſci re di coſi
fatteappcllatiöi.Laonde~v0lí*do nominareApòllo ínluogo 'di Chriſto
"a iunſe [mmortale per difllnguglodal favoloſo dicëd‘o. Et che IÎ
noffieingegnó che d :l tizlo- Per_ gratia_tien de lo'mmortaleApollo’,
B: voli-do nomi nare Giove in luogo di dio verace v’aggiunſe Viuo
diſhnguerlo
ſiſi daGioue
vcd’eua inCreti figliuolo_
clitëUnLO viuó‘diGioue
Saturno',cl1e
Mida mori 81 la
priego cui ſepoltura,
il mio ip prima. ~
che il ſuo fi ne,’an›.’ 07a ,fili Jap xi (Et-amis ?ci &ur-t E‘ oì'us á‘iîmiîyjuçmatas 5 di]
` in". Nó fi procede ieco ndo l'ordi ne di ſopra poſto, percioche poiche
l'era Oppoſto che la coſa preſa nö e‘ quaíe era,0 c",ſi doueuariſpódlere`
prima ſecondol'ordinc
, giápoſto ſe la coſa
d' s s snona e‘ p'rcſa c'pcraucntur'l
qualt- eſa o è _ ſi
4-“
ſi?? ` .
'-
;a per-neuen” come _ñ dice , 8t come Pare all'agente, &‘ñ‘- ſi Foſſe-'ti
`nuouo oppoſto che la coſa nOn è preſa eome ſi diego pa're allagenſl
:fi doue!” poi riſpondere è'ñpereuentura quale doue-ua eſſere. Ma co*
me dico ſr 'riſponde , 8: ſi ſolue con ordine tramutato ſaltandofl
dal primo capo al terzo." che non dimeno non‘ monta molto.
Adu nque quando alcun poeta non ha preſe le coſe' tali quali ſono,
o erano, il poeta' ſi puo ſalvare riſponden chei uo preſe tali,
quali dourebbo no eſſere. Et peru e l’oppoſirioneè ſarta,ch_ele coſe
,non ſono vere cio Home io interprete che-non ſono‘qualiergo
‘no o ſono , conci, ,ſia coſa che il poeta le habbía alterate ,ñ & concíe
come gli e‘ parutàí) ’imaginateſen, delle nuoue biſo na, cenſideu
'rare ſe le eoſe predette non vere ſono di cìlla maniera dr coſeJequali
,non ſi poſſono alterare nc imaginarfi di nuouo , o ſe ſono di quelle,
che ſi poſſono altera-e,&imaginarſi di nuouo. 'Perdoche ſe ſonodi
`quelle che nOnſi poſſono alterare ne imaginzrñ di‘nuouo non veg
go come ſi poſlà riſpondere volendo riſpo bene, che ſono il”
_ te preſe non quali ſono cerano ma quali dourebbono eſſere. Elſe
_eondo che mi pare veramente di comprendere egli intende di que
ſta maniera
ſaceua- di coſe,
le perſone qualip doueua
e e ſoggiuu
no eſſe-Eree ,che Sophoclequali
& Euripide dieeua che
erano
' :eſſendo le perſone delle tra edie conoſciute per hifioria o per fama,
"i le nature loro. Et ſe ſo e vero che Euripide haueſſe facce le per
ſone tragice uali erano per hiſtoría o per fama lxaurebbe fatto bc
ie,& ſarebbe a commendflre. Et ſe Sophocle [e haueſſe fatte quali
doueuano eſſere ſprezzata l’autorita dell’hifloría 0 della fama lun
rebbe ſarto male, 8c ſarebbe da bia mare. Ma Ariſtotele di ſopra ha
detto , 8: di ſotto tornera :dirlo che Euripide no fece Menelao
quale era , ne quale doueua eſſere per eſſere vna perſona lodevole,
‘ma, quale doueua eſſere per fare che la eonflituk-ione della- ſmi
cltìamata l’Orefle líaueſſe il camino non interrotto in fi-no alfine‘,
'& oltre aeio pare che Euripide venga ripreſo, 8:‘ molto ra gioneuol
:menſe perche aſſegna alcu na volta alle perſo ne ſimplici etagl’ldioci
ragionamemí conueríeuoli aphiloſóplm mi , 6: grandi 8c ſortili ſa
"udlatori piu toſto che a loro inguiſa che pare coſa falſa , che eſſo ſa
eeſſe le perſone quali erano anchora che perauenrura non ſ'e faceſſe
p uall do veſſono eſſerc.Percioche poſsiamo dire che fieno tre gradi
di perſone preſe da p0eti vno di quelle , che ſono tali quali ſono
l ,parte per híſtoria
'pali , quali o per ſama,&
deprebbono vn'altroladlcondicioneloro
eſſere ſecondo quelle , che ſo no
6: vformate
n terzo
di quelle
\
. ' 343
'diquelle clic trauiano dalla qualita dell'eſſere pom dell'itiſtoria `o
'dal ;i fama,& dalla qualita della conditione della quale dourebbono
’ eſſere. Perche pei-aventura cda dire che quello che dice Ariſtotele,
‘à quello che diceua Sopliocle è da intendere altramente clie infi no
a qui non habbiamo dEltO , cio e‘ che Euripide alteraua a ſormaua
di nuouo le coſe , lequali ſecondo arte riceuono alteratione o nuoua
formatione accoltandoſi ali’vſo,& all’eſſere delle coſe come ſono , 6t
Sophocle alteraua 8t Formaua di nuouole coſe lequali ſecondo arte
rieeuono aſkeratione o ,nuoua formatione accoſtandoſi all'vſo 8t
all'eſſere delle coſe come doueuano eſſere hauendo riſpetto alla di
gnita & alla grandezza delle perſone reali, &"diuine che s'introdu—
cono nelle tragedie,ä J": uuhrîçotjn 0‘510 Qatle oſop 'rd mg] My. Sono al
cune coſe preſe dal poca-,delle quali non poſsiamo hauere certezza,
-—~ `.—- —vñó
à ſapere quali eran0,o ſono,ne percio ſono tali, quali ſarebbe il do
‘uero,clie ſoſſero,ma ſono preſe tali,quali ſi dicono eſſere,come ſono
le'coſe degl'ldd'r). Hora baſta per difeſa del poeta ,clic ſi poſſa dire,
clieegli in prenderle coſi fatte liabbia ſeguita la fama, à quello , che
ſerie diue— Adunque delle coſe didio alcune ſono quali fi dicono
eſſere, cio e‘ hanno il ſuo eſſere nonin ſu la verita,nc in ſu ildouero,
ma in ſu il publico grido , &in ſu la ſama,& tali ſono l'attioni mira
toloſe di dio appo i paga ni che di ſopra chiamímo principali, 6t di
queſteintende qui Ariſtotele. Et alcune ſono quali deono eſſere cio
'è hanno il ſuo cſſerenon in ſu la verita ,oin ſula fama, ma in ſu il
douero,& ſono quelle-,lequali di ſopra cliiamammo attioni miracolo
ſe ſecondarie o acceſſorie, & dl queſte non parla qui Ariſtotele. Per
cíoche queſte di neceſsita conuiene che [ieno tali quali deono eſſere,
8t ſe non ſono taliquali deono eſſere,non ſi puo , ne ſi dee ricorrere
per iſcuſarle al capo ſecondo, 6: dire che ſono quali ſi dico no eſſeri:
do eſſe ſtate imaginate dal poeta 8t non dette prima da niuno altro.
Perche veggaſi Virgilio preſuppoſto che ſia vero quello che afferma
no alcuni , cio è che egli primo a’imaginaſſe la trasformatione del‘
le naui d'Enea in nimphe marine , quanto bene faceſſe nella pre
detta trasformatione a ricorrere per volerla ſcuſate a qUeſto ſecondo
capoöt a dire,Tempore quo primü Phrygia ſormabat in lda Enea.
elaſſem 6t pelagi petere alta parabat lpſa deum ſertur genitrix Bere
cyntliia magnum Vocibus his affata louem. Coloro adunque che o
rimi s'lianno imaginate le coſe , o eſſendone certificatiſa nno come
ſe coſe ſono non poſſono dire per iſcuſarſi, o per altro riſpetto dire,
'che ſi dicono eſſere tali. Percioclie gli vni ſaranno riprouati come
` › Ss ss a bugiardi
bugiardi ſi come dee eſſere riprouato per bugiardo Virgilio nel ſopra
detto luogo,& glialtii ſaríno biaſimati comeinuidioſi naſcondendo
la certezza delle coſe mamſeſta a loro ſenza neceſsita ſotto la copcr:
la incerta della ſama.Del la ſchiera de quali vogliamo che fieno gl'ida
di) penati o famigliari d'Enea appariti gli in log no, liquaiiſapendo
come l'ltaſia foſſe ſtata nomznata eſſendo lddn ricarro no alia fama
non hauendone cagione—niuna da farlo in q-iel luogo_ Eſt lOCLS l—la
ſperiam Gra'n cogoomine dicu nt Terra antiqua peter” armis aiqw
vbere gîebr Oenotrij coluere viri , Nunc fama mlnortí lullam di
nſſe ducis de nomine gentem. Et parimente vogliamo , che ſia He*
leno,il quale, non oſtante clie foſſe ripieno di ſpirito diuino 8( AM‘
lineo ricorre alla fama quaſi non ſapeſſe certo ſe l'ira ia anticamente
foſſe congiunta can la Cicilia o no quando dice , Hzc loca viquon!
dam .Bi vaſta conuulſa ruina (Tantum Rui longion Valct mutare
vetuſtas) Diſtiluiſſe ſeru nt. Et per intendere bene la materia dtlll
ſ1m; , alla quale ricorre il poeta nondobbiamo laſciare di dire , che
queflo ricorſo viſi fa tal lio” per confermare maggionnffllc 9113""
che ſi racconta , & tal hora per disfermare quello che fi raccoma à
ſpeſſefiate per iſcuſa diſc per dire le coſe, ci-.e paiono Paſſare o la vcf
rita o il douere-Si prende talliora la teſtimonia nu di quelloclzrſf
dice o è ſcritto per lo pozta a conſermatione dclh cola l'aCC01‘iUll,U
Come ſi preſe perlo Petrarca quando diſſe. Et c‘ qLeſtu del ſeine l’cr
piu dolor del popol ſenza legge Al qual come ſi legge ‘Mario :perſe
ſi’l fianco Che memoria del'opr‘a anclio non langue (Lido .ill-ta
to & fianco Non piu beuue del fiume acqua , che ſangue- Quafi di‘
ceſſe ueſto c‘veriſsimo,& viene cóſermaro per l'luſloiia.Et ſi come
fi pre eper Dante quido diſſe, Se s’adunaſſe anchor tutta la gif-ae clic
gia in ſu la fortunata terra Di puglia ſu delſuo ſangue doiente Per
li Troiani,& per la lunga guerra,Clie de Panella ſcſi .dreſpoglie come
Liuio ſcriue che non erra Canudla Rc. Si préde talliora q uello che
ſi dice per riprovarlo , & per moflrare che c‘ ſalſoſr come ſete Virgi
lio quando diſſe, (Liid loquar aut Scyllam Niſiíquam fama ſecuta eſl,
Candida ſuccincîlam lattantibus ingui na monſtris Dulichias chaſſc
rates & gdrgite tu alto Ali timidos nautascambxis l-ceralſe mai i'nir,
intendendo egli di dimoſtrare che ſimile fama foſſe falſa ,6: clic non
le ſi do- ’cſſc pi eſtare ſed: ſi come al largo 8c chiaramente Cgihilmo’
(Ira in Cui dicendo , lmpia prodigi); vtquondam'citterruit ampli!
Sclea , nouosqi awum ſublimis in aere ccer‘us \-"idcrrt,&renwtoü!
ſcendcnç fidera penna Czruleis ſua tech ſuper volataucnt abs-Ha”;
: ~ i“
N_
?e
x,
‘Ll
'w
Ig. h
ñ).
per eagione d'cſſempîo non ſi puo liauer certezza pei_- altra via che
per vdita delle coſe delle ſtanze celeſtiali, & infernali, o quando ſi
parla di coſe,delle quali quantunque ſi poſſa hauer certezza per altra
via,ehe per vdita , & ſene poſſa ſapere la verita,non dimeno ſono pos
eo Cſcdlbili 61 hanno faccia di menzogna non ſeguendo il corſo
wſitato delle coſe monda ne. Hora non creda alcuno per le parole
ui ſcritte da Ariſtotele, che fia licito al poeta in quanto egli racconta
di ſua perſ0na & principalmente 'di prender qucilo che ſi dice per
ammonire il lettore , 8: fare ſcuſa cîîe a coſa raccontata ſia poco ve
~ rilimile,o poco cOnue neuole , concio ſia coſa che Ariſtotele conceda
queſtl ſcuſa non al poeta in quanto racconta, ma gliele concede in
quanto poiche ha raccontato & n'è accuſato,ſi difende. Egli è vero
ehe egli ha le forme daſ‘cuſarſi . lequali puo & deevſare quando rac
conta coſe poco veriſimili, opoco conueneuoli, [equal] non ſono
quelle,ma ſono quefle.Mirabilediflu- Eloquaffan ſileam e & ſimij.
Et come diſſeil Petrarca,Vero dirò ſorſe e‘ parra menzogna. & come
diſſe Da nte.Sempre a quel ver c’ ha facci.; di menzogna Dee l'huom
Chiuder le labbra quíco ei puote Percioche ſenza colpa fa vergogna
Ma ui tacer noi poſſo Percioche come ſu detto di ſopra il ricorrei e
eheila il oeta quando narra di ſua per"ona , 61 prmcipalmentealcu
no acci ente,alla fama,& a uello che ſene dice,non è altro che vno
ſcemarc la credenza alle co e che ſi raccontano. Egli è vero che
fimile ricorſo ii concede agl’hiſtor ici accioche con coſi ſano ſegnale
poſſano diſtinguere le coſe , lequali eſai narrano per vere , & ſanno
eſſere vere,da quelle-,che eſsi propongono ma nó s'obliga no a man
tenere per vere. Perche è da dire che Virgilio non e` molto da com
mendare in quel luo o,l)i)` quibus imperium cſt animarum vmme
ſilentea. lit chaos &Zhlegethon [oca noae ſilentia late‘, Sit mllil fa:
audita loqui,& in moltiaitriſimiii- i'm: ` main-‘niro KTW-77’512…
“JAM' :1|:th lame Eszánsfitn’oſſ ’ati-rai . I’oſti tre modi dl ſolutioni
per tre maniere di coſe raſſomigliate, percioche o ſi raſſomigliano le
coſe quali erano o ſono,o quali deono eſſere,o quali ſi dicono elſe: e,
fi ſoggiugne la quarta, laquale e` ſolutionefche ſi Fa perla maniera
delle coſe raſſomigliate, lequali nOn ſappiamo eſſere ſiate , o eſſere
coſi fatte veramente , & lequali non i flarebbono meglio ſe ſtcſſcno
eoſi,&lequali non ſi dicono eſſere coli fatte, ma perauentura eſſe ſi
ſono raflomigliate fatte come ſono , e’l caſo ſenza liauer riſpetto a
niuna delle ſopradette , coſe, celelia porte come ſono non eſſen—
do percio noi certiche le cole fieno coſi auegna che fieno coi:. Et
quell!.
34$
queſta ſolutio neè preſa da Xenoplianejl quale haueua opinione che
niu no poteſſe ſapere coſa niuna veramente,& ſpetialmëte delle coſe
di dio. Et ſe aueniua che altri alcuna volta ne diceſſe alcuna coſa di
vero quanto e‘ a ſui era per accidente,&a caſo, 6t non perche ſapeſſe
di dire la verita. Etbreuemente egli voleua, che l’huomo foſſe quído
l'abbatteua a dire la verita delle coſe,eome ſi dicono eſſere gli'ndoui
ni, 8t propheti pagani , & quale èCaipha appreſſo ſan Giouanni l’e
[la ngeſiſta,liquali dicono la veritaſi, ma non intendono quello che ſi
dicono, ne ſanno di dirla.Et .è da tenerſi a mente chequeſta ſolutione
come e‘ arichOra ſtato detto di ſopra non ſu propoſta, & è aggiunta
ſi come la ſeguente anchora non ſu propoſta , ma c‘aggiunta .qui da
Ariſtotele in guiſa che quello capo delle coſe raſſomigliate dat-a cina
que ſolutioni- Hora le parole ſono da interpretare coſi ſupplendo
di' 8t dicendo. Et perauentura non‘ſi deedire aim-p ciro. che le coſe
paſsino meglio coſi,cio e‘ cliele coſeſteano comedeono ſiare,& tan
to viene a dire ;inſup- quando da 4‘133‘, ne ſi dee perauentura dire che
lecoſe ſiçnçvere cio e‘ quaſi erano o ſono, a tanto viene a dire ìmi
quanto ſſa i‘, 'i &dit; ma è da dire che fieno ſiate dette a caſo quali ſo
no-ſecondo che diceua Xenophane,& non .èperaumtura .da 'dire che
ſieno quali ſi dicono eſſere. Et queſlc parole LM’ oſpiti nil‘a ſono po
ſpofle a quelle im’ Fiumi douendo naturalmente eſſere antipofle , &
accompagnate per coſa terza alle prime due ‘In aim-op dim 071' ita-oi‘,
poiche ſi reitera no le tre ſolutioni per aggiungerui la quarta. Aduncì
ſe non ſi potra direche le coſe fleano meglio Coſi,ne c ie ſieno vere,
ne ſieno quali ſi dicOno eſſere ſi potra dire che ſieno acaſo vere , ma
non ſi poſſono dire eſſere veramente ex propoſito vere. Percioche
colui’, che le dice non ſa di dire la verita.- Siche ſono due maniere di
coſe vere,|'vne di quelle che per ſe ſono vere,& inteſe da colui, che
le dice,& riconoſcjute per vere,& queſte ſi contengono ſotto la pri
ma ſolutione lia l’tp ’il àdip. Et l'altre di quelle che perſe ſono vere, ma
non ſono inteſe per vere,ne riconoſciute per tali da colui,che ledice,
& quefic ſono contenute ſotto la quarta ſoluti0ne, M’ Enix-'zu Hora
egli è vero che il detto del poeta il quale non ſu vero appo luin‘e
fondatoin ſuil douero,ne in ſu la fama, ſe poi al tempo del lettore ſi
truoua eſſere vero ſi puo ſaluare ſi come di ſopra ne ſu dato l'eſſcm
pio nella prophetía di Seneca dello ſcoprimento del mondo nu0uo
fatto al tempo
il`quale vnon deenoflro
dire omaſarnon
direſeiie
coſadee gia lo
ſenza dareperche
ſapere il poetaſeo laſaluare,
dica o
la faccia dire-,6t ſenzz fondamento o di vcritap di" douero,o di fama:
Tttt Perche
Perche di ſopra dicemmo clic il Boccaccio non era da :ammenda
re che fece the il re Amplioſo di Spagna fece mettere due ſorzíerí
l’vuo pieno di terra 8t l'altro pieno d'vn ran teſoro; ſerrati dinanzi
al caualiere Fiorentino accioche elege e l’vno quaſi che egli foſſe
ſicuro che il :caualiere doueſſe eleggere quello che erapieno di terra
in dimoflratione che il non eſſere e li ſtato premiato come ſi comic:
niua della ſua ſeruitu vſata infino alſliora verſo il re ſoſſe proceduto
non dalla poca magnificenza del re , ma dalla ſua ſucntura- Laqual
matta ſicurta del re non era fondata ne in ſu la verita,ne inſu il dae
uero,ne in ſu la ſama. Et quantunqñue poiil caſo ap rouaſſe quello,
che intendeua di dimoflrare il re eleggendo il caualiere il forziere
pieno di terra,non dimeno non eſe non temerariamente il reintro
' - _dotto a ſar coſa per laquale poteua rimanere conſuſo 8t ſcornato ſe
_perauentura,quegli eleggeua il ſorzierepieno del gran teſoro. Si co
me ancliOra diſsi che il predetto Boccaccio nó doueua ſare che l’a
bate non doueua ſar predire. a Feröd0,che della ſua donna liaurebbe
en figliuolo maſchio ,il quale doueſſe nominare Benedetto ad ho
nore di ſan Benedetto, percioclie per l'orationi del l’abate 6t della
dóna & per amor di ſan Benedetto dio gli ſaceua queſta gra tia con.
cio ſia roſa che la certezza della proſetia che doueſſe naſcere piu to*
Ro Vn figliuolo maſchio, che vna figliuola ſemina, quantunquepoi
naſceſſe vn figliuolo maſchio non ſoſſe fondata ne in ſu la verita , ne
ne in ſu il douero , tie in ſu la ſama. Perche ſe aueniua che naſceſſe
Yna ſemina ſarebbe la proſetia ſtata ſalſa ,,& ſarebeno ſeguite coſe
altre ſconueneuolifims 5 oi tim-p É‘AM’ .iii-05 Fix-p Jap 13 md ‘F :allopòta
Aieſtae‘ la .quinta ſOlutionc,che ſi ſa perle coſe :aſſomiglia te. Per
eioclie ſi raſſomiglia no non ſolamente le coſe', che il poeta ſa eſſere
vere,& inſieme illettorep le coſe che il poeta ignora eſſerevere e'l.
lettore le ſa eſſere vere , ma ſi raſſomi imc-anchora quelle coſe l e
quali il poeta ſa eſſere vere,e'l lettore e ignora eſſere vere. Siclieſo-.
oo tre ſpetie di coſe vere raſſomigliate. L’v na delle quali lia il ſonda;
mëto ſuo i n ſu la ſciëza del. pnt-tam del lettore inſiemed’altra lia il ſuo.
fondamento in ſu la ſtièza del-lettore,& in ſu la ignoríza del poeta,
Gt la terza lia il ſondamento ſuo iti-ſu la ſcienza del-poeta , 8t in ſu
la ignoranza del lettore ,i ſi come ha quella coſa che dice Homero
delle lancie de ſoldati di Diomede dormenti inſieme col loro capi:
tano ſuori del campo , lequali erano dirizzate, & piantate col calzo
in v`n cerclii'etto di ferro fitto in terra inguiſa che ſe inemici li ha».
nello-no aſſaliti prima ſarebbono peruenuu' loro ad doſſo c ic eó’si
_ - 2 . . ' haueſſono
- - 3+5
› haudi’ono hauuto tempo,& pÒtuto abbaſſare ie [ancie‘ Perches'via
v—-Ìr‘nmfl ‘ nel coſpetto de nemici o nel ſoſpetto di tenere le punte delle lan'
eie chinate verſo quella parte onde vengonoi nemici , o ſi ſoſpet
ta. Concio ſiacoſa clic ſimile dirittura di iancíein ſimile erica.
lo non ſia ſecondo [a buona maeſtria di guerra , della qua e è ve
riſimile che foſſe fornito vn coſi Valente capitano come era Dio
mede. O`ui non poſſo fare che non dica che io mi marauiglio non
poco d'Hadriano Tornebo reputato huomo di buon giudleio che
voglia‘- che Virgilio riguardaſſe a queſta vſanza tocca da Home:
'ro,& ſcoperta da Ariſtotele di tenere le lancie piantare in terra con
laÎpunta diritta verſo il cielo quando diſſe nel libro ſeflo dell'E*
neida,Arma procul,currusc']ue vir-ſim miratur inanes. Stantter
rae defixae lmſtae , paſsimque ſoluti Per campos paſcuntur equí.
Concio ſia coſa che Homero 8t Ariſtotele parlino deil‘vſanza che
ſi teneua nel tempo pericoloſo , & Virgili—0 parli dell’vſanza che
ſi tiene nel tempo della pace, della quale altri non ſi puo ragione
uolmente marauigliare. Et queſta quinta ſolutione come habbiaö
mo detto non ſu di ſopra propoſta , main queſto luogo è ſtata ag—
giunta da Ariſtoteîe ſi eomeanchora è ſtata la quarta cio ela ſolu
tione che ſi ſa per le coſe raſſomigliat’e che hanno il ſuo ſonda-ì
mentoin ſu la ſcienza del lettore 8: in ſu la ignaranza del poeta;
Hora quando la ſcienza del poeta della verita della coſa raſſomi:
gliata e accompagnata con la ignoranza del lettore , il quale per‘
la ſua ignoranza non puo ſtimare che il poeta liaueſie ſcienza
della predetta verita miſurando il ſapere del poeta con l‘ä‘miſura
del ſuo iguonre ſi ſcopre la predetta ſcienza perargomenti _81 per
alcuni veſtigireſtati anchora dell’vſanza antica , ſi come cr ſi ſco-ì -
re dice Ariſtotele ,che ſoſſe vero che anticamente foſſe vſanza che g
fe guardie de ſoldati fleſſono con le lance diritte iantatein terra
anchora nel maggiore ſoſpetto di douere eſſerea aiiti, della quale g
'ſanza Homero haueſſe ſcienza 8t la raſſomigiiaſſe nella poſtura del- a.
le lancie de compagni ‘di Diomede poi che ſivede che ſimile vſand
za di tenerle lancie piantate in terra diritte con la punta verſo‘ il
Cielo in tempo ſimile &anchor-a reſtata,& fi mantiene fra gl’llirngen‘
te guerriera. Lao nde non dobbiamo rifiutare ſimile coſa come non
vera anchora che la poſsiamo biafimare come coſa fatta contra
il douero della guerra , 6t anchora che non la poſsiamo appmuare
come coſa vera , della uale n’habbiamo certezza che s’vſaſſe a que]
tempo z à lnchora c ie non la poſsiamo approuare come coſa
Ttt t a Ch*
elie ſia peruenuta a noflra notitia per fama , i'm: 5-th 3?. Non ſi
one ſe non Vna ſolutioneLaquale non puo hauer luogo nelluogo
d'Homero della poſtura ſconueneuole delle lancie,& ſe nc douea no
porre quattro,& ſl doucua dire.Ma ſorſe la poſtura delle lancie raffo
migliata da Homero non e vera quanto è alla ſcienza del poeta,& del
lettore,ne è vera quanto e‘ alla ſcienza del lettore ſolo, ne è co nuene
uole,ne èſamoſa , ma èvera quanto e‘ alla ſcienza del poeta ſolo-Si
pone adunque vna ſolutione ſola,laquale non puo hauer luogo nel
luogo d’Homero,in luogo di tutte 8t quattro quelle che non vi poſ
ſono llauer luogo per breuita, 8: per non replicare di nuouo le coſe
dette. Hora quello , che dice qui Arifiotele delle coſevere raſſomi
gliate che ſi diuidono in tre ſpetie in quella che ha il ſuo fondamen
to in ſu- la ſcienza del poeta & del lettore inſieme 6t in quella,che
ha il ſuo fondamëtoin ſu la ſcienza del lettore ſol0,& in quella che
ha il ſuo fondamento in ſu la ſcienza del poeta ſolo ſipuo medeſi
mamente dire delle coſe nOn vere raſſomigliate ſecondo il douero,&
parimente ſipuo dire delle coſe non vere raſſ0migliate ſecondo la fa
ma,c0ncio ſia coſa,clie coſi l’v nc cio è le coſe raſſomigliate ſecondo
il douero (i poſſano diuidere in tre ſpetie come l’altre cio è le coſe
:aſſomigliare ſecondo lafama,lequali ſimilmente ſi poſſono diuidere
in tre ſpetie. Adunque le coſe non vere raſſomigliate ſecondo il do
uero ſono tli tre ſpetie , l’vna delle quali ha ilſuo fondamento in ſu
quelle coſe,leq uali ſono dqucroal poeta 8L al lettoreinſiemqut l’al
tra ha il ſuo fondamento in ſu quelle coſe lequali ſono douero al
‘ poeta,&~non ſono doueroal lettore. Etla terza ha il ſuo fondame
to in ſu quelle coſclequali non ſono douero al poeta,& ſono douero
al lettore. Ma li come di ſopra non lodai la aſſomiglia nza delle coſe
vere che haueuano ſuo fondamento in ſula ſcienza del lettore ſolo,
_ R non in ſu la ſcienza del poeta ,coſi non poſſo ſe non bialimare
quella
i ha ſuo raſſomiglia nza delle
fondamentoin coſe non Vere non
ſu quellecoſe,clie ſecondo
ſonoil d0uero , laquale
douere al poeta
quantunque lie-no douero al lettore come non era douero al Boe
" eaccio che raccontando le coſe degne di miſericordia di nuouo .ue
nute nel tempo della piſtolenzioſa mortalita taceſſe che perſone tra!,
paſſaſſero della Pſente vita ſenza hauere chi vdiſſe le loro co nſeſsio
ni,o clii gli communicach,o deſſe loro l’eſtrema ”rione-8! non di:
meno ad alcuna parte de lettori de tempi preſenti parrebbe doue:
ro che ſi ſoſſero taeiute ſimilicoſe non le reputando'atte a muouere
. compaſsiom perl'opinionc ſuprauenuta clic non fieno coſe neceſ
ſari:
\
347
ſarie in ſimili caſL AppreſTo le eoſe non vere raſſomigliare ſecondo
la fama ſono altreſi di tre ſpetie, l'v na delle quali ha ſuo fonda men
to in ſu (ille coſe,lequali ſono famoſe al poeta , & al lettore inſieme,
61 l'altra ha ſuo fondamento in ſu quelle coſe , lequali ſono famoſe
al poeta,& non al lettore, & la terza ha ſuo fondamento in ſu quelle
coſe, lequali non ſono famoſe al poeta , à ſonofamoſe allertore.
Delle quali queſta terza dz vltima ſpetie non è lodeuole ſi come per
cagione d'eſſempio non è lodeuole la morte di Didone aſſegnatalc
da Virgilio per diſperatione amoroſa per la partita d’Enea coneioſin
coſa che ſimile morte non foſſe famoſa a Virgilio liauendoſela egli
imaginata non ragiorieuolmente,pcrche era attiene di perſona reale*
Laquale morte al preſente è & per lo poema di Virgilio , 61 per gli
poemi di molti altri poeti famoſa al lettore. Ma non e‘da biaſimare
nella ſpetic,chc ha ſuo fondamento in ſu le coſe,lequalierano famo
c al poeta quantunque non fieno famoſe al lettore, come ſono al:
cune fauole,dellc quali e‘ fatta ſolamente mentione appreſſo alcuno
octa, ma la fama chiara non è paſſata a noſtra notitia. Della quale
ſpetie s’auide Pietro Vittorio , & ne fece vn capo nel ſuo volume
intitolato delle varie letrio ni anchora che il meno col quale ſi sfor
zadi prouare la ſua intentione ſia falſo ſi come liabbiamo moſtrato
"` alU'OUCfiflç‘ſ 5 ñ Mds" ai ”AL-'sà c. Perche prima s’e‘ detto di ſopra che
baſh che il poeta raſſomigli le coſe come deono flare auegna che
non le raſſomigli came ſono o era n0,o come ſi dicono eſſere, & poi
**è interpretato queſto come deono ſhre come è il meglio che fica
no,ſeguita,clie colui,il quale vuole ſoluere l'oppoſitioni er queſto
capo del dOuero habbia certi luoghi da rincorrere, ne qua i cercando
oſſa trouare gliargnmenti da prouare chela coſa ſia debita , & ſica
' meglio coſi,ehe alrraméte, ne qualiluoglxi fleſsi parimente ſi poſſo
no trouare gliargomenti da prouare che la coſa non ſia debita. ne
'flea meÈliocoſiJiqualiargomenti vſa colui,che oppone. Hera que
Ri luog ipreflano argomenti n0n ſolamente a prouare ſe la coſa
fica come dee , o non dee flare , ma pre-fiano anchora argomenti a
prouare ſe la coſa ſia,o ſia ſtata,o ſe non ſia o non ſia ſtata , & oltre
acio preſtano argomenti a prOuare ſe la coſa ſi dica o non ſi dica eſſe
re. Perche non doueua Ariflotele ſolamente pro onere quelli luo
ghi per prouare il douero o il nó douero , 'ma gli ou'eua proponcre
er prouare anchora il vero & il nö vero, e lfamoſo e l non famoſo.
one adunque ſei luoghi , de quali il primo e` quello del fatto o del
detto per ſe conſiderato, ilſecondo è quello della perſona , the fa o
'l' tt t 3 dic;
*.
" “ - 1 gione-uo e
~ i . o ._ . . , . 35°
gimme-'lc che non debba îmëdere,ma 'Ogliamo clìc lniëdà d(- guar- _
diam come Vuole Arrſtotelc che :gli intendamon dubbi-meme pol’:
‘ſumo dm: per la ragiOnc prede-tra che intenda (k‘ guardia ni hun
'mini cio è dc ſoldati, che: di di , odi notte facciano leguardic perche
i _nemici ſprouçdutamcme ſopraueaendo non aſſahſcane il ca mp0,
6: molto menoil dobbiamo opoſsiamo dire per lo verſo ſeguente,
_ncl quale chiaramemc ſ1 dicnche poi chela pcfiilt nza perucnne agli
huomini preſupponendoſi che prima ſoffi: peruenura alle bcſh'e 4'0
lamente ch‘ſ'ùf hm’ìuëîm 3h@- ëxmm‘fls àçu’u Bin'. lo laſcio di dire,
'che queſta pcſhlcnu mandata da dio , 8c balcürata dalla nuuolcdfl
, ‘Apoîlo ncll’cſſcrciro dc greci come diccmmo perſarc dxecſsi ſi ra:
"Cdeſſonodell'errorc loro non era recata dalxuomini dl fuori . fi
che ſoffi: di mcd'sitmchc i ſoldati che fleſſono a ſar la guardia o alle
,porre dclçampo o fuori foſſcro i primi ad dTrre tocchi dalla pelli
lenza# a morire. Et queſto ſpetiai mente diciamo perche alcuni v0
güono che s'intenda _Ìjíd dc ſoldati , che ſaceuano le guardie ma
poco ragioneuolmcntc come fivcdc. Ma intenderemo di neccſsita
dc Cini guardiani concio ſia coſa che de cani alcuni fieno buoni da
guardi-1,8: queſti ſono meno veloci, 6c alcuni {ic-no buoni da caccia,
6t queſti ſono Corridoi”: percio Homcro dlſſe äçías i? -msëp Exa;er
iu‘uv'ms EV”. Ma ſc qucſtc parole vizi-5 É ”751W s'intendono dal
'décimo libro dell'Iljada , & riguardano que vcrſi n': J“ .-710 mi
.li-3 ìvfisçmòg Scr, Giçonuerra dire che É ”ya-oe- ſiano parole d'A
rifloccle , & non d'Hocpcro , 6c che Ariſtoteledlca Prima veramenf
è; biſogna/ſolue” per via di llngua ma; detto da Homcro nel li
z "0K d‘è‘ll'lliadà, BZ che non intenda Homcro quiuidc muli, ma
a*** SUBÎdianí , Concio ſia coſa ſichc eſſendo andato Agamemnoneì`
dinette tempo a trouare Ncſtorè alla ſua nave-,8: al ſuo padiglione,
il quale non dormiua, ma vcduto lo venire & riconoſciuto lo gli
diff? , 'iis P'oîlw ”15! via: ’an'- s‘guöp Îgxm al@ nirm J‘l' ifpvalîw S’nó'
{HDMI ma} ÉÃMI im' figlio” Adam@- ii'mv' “rmçop non poſſa In:
tendere .Verlag di muli altramcntc biſognerebbe’ dire ,dic Nçflot
ſe non ſolamente non lia-Jeſſe riconoſciuto Agamcmnonc pei- Aga
`meml10nc,ma anchora l’haueſſc preſo in iſcambio (ſvn ni'ulaticrç.
dom-1 ”da ndolo di (Riello, dichc veríſimil-nemc ſi'domandçrcbbc v.”
mulatie'rc chcandallc di notre per lo cip3.l’c`rcio che gli’ h domídes
ſclábeſc andaſſe cercalo alcuno dc ſuoi muli'ſmarritip alcu none ſuoi
fópagni,_col quale la Pagina‘? tempo doveſſe.- ſa’rxfiqggloma biſogna
luxëçkrc tlc-guardiani) o delle~ pigptrcbclxc ſe' vcde’mmo vn cal"_taflfì
` Vvuu a pri-nc”
principale dell'eſſercito andare ſolo di notte noi penſeremmo el1e
andaſſe ariuedere le guardie o che an daſſe a trouare alcuno per mî
elarlo ſecret: mente aſpiare, o che andaſſe a parlare con alcuno altro
capitano per configliarſi *o perimponergli alcuna impreſa ſecret:
Perche Neſtore domanda al Agamemnone poiche lo vede ſolo anda
re per lo campo di notte ſe ctrca alcuno per fargli Er uardia,o er
ma ndarlo a ſpiarep alcuno' perche poſſa conſiglia-add? ſeco deli e
rare d'alcu naimpreſap perche gli ſia compagnoin alcuna impreſa
Et qua nrunq ue queſte parole Pg?” É‘ flröäp come-dico ſi poſſanoim
tendere del libro K, non dimeno io credo _dieffdebba nointendere
del libro A,percioclie quelle medeſime parole , tig-Tu i? xché‘: che ſ0
no nel predetto libro A, cípaiono mofirare cio ,. 6t la difficulla cheè
Rata moſſa da molti parendo coſa nuoua che Homero in quel libro
A,liabbia fatto che imuli ſienoi primi percoſsi dalla peſlilentioſain*v
ſermira,cel’accen na non oſcuramentepià u‘vp »hu-a, 33‘@ ,‘2 l'ira mi!, .i
dream- &Itiflfltrgop , Kiwi ai @Home .1045p. Perche Elle- commune
mente appo i greci viene adire la ſattezzalſiòt la forma di tutto ilcOtr‘
$59.81 Homero haueua detto che Dolone [d‘o- fi‘ 't'ha mir,cio èera di
corpo mal fatto# nonproponíonato attenendoſr al trialla ſignifi
eatione commune opponeua ad Homero che contradicendo eque
ſto-ſoggiungeſſe W mi‘u’nt ,cio è matt-*a veloce, & gran corridore .
eoncio ſia coſache nó poſſa eſſere gran corridore 6t preſto,cliiè m
fitto della perſona,& non proportioneto.Ma è‘ da ſoluere l'oppoſi
eione peruiadi lingua dicendo che Homero per quelle arole DGÎ
'ſu mi: non inteſe della fattezza,& della propertione iturto il’cor
po,ma della fattezze &della proportione del volto ſolo. La reita del
quale non impediſce la velocita del corpo traſportandola ſignifi
“rione della lingua creteſe alla voce ’UD-,Iaquale appo loro lignifi
ca volto. Hora le parole ſouodà ordinare coſi-,xl flip Allieve intendi
ai” fm@- eîx {finiti-rw 1d “TBC“, ;Marx-'zi 76 ”fiducioſi , &xflò mir:
W ſono trapofle l'e parole d'Home-ro checonflituiſeono l'a diff”
`eulta &.59- É 'l'h- ,yi-Sa, che ſono parte del verſo che e nel libro IL
dell’lliadanuîo'i.
:nu-'move 3': dé”-O`ueſlſia
iiJ‘O- èE‘la7“‘ mltr,àuímeu,1ò
pruoua ;cirie-Ns
che ZUC- ſecondo *i :piro
vna ſignifica!
rione vſataappo i creteſi s'intende del Volto* Hera e da ſapere che lì
poteva ſoluere znclëota l’oppofitiorne fatta ad Homero per un’altra
via elieperlingua cio è per la via della traalatione; Percioche ſe di
ſotto ſi di” che l‘Orſa tra le {Pelle ſola non tramonta ma': nonpd
altroſe non poiche lute piufl è piu `eonoſciuta,che l’aſtre augur
.
oi
-
i
.
o
* mo
357
[ramo ſimilmente dire,che *ng-Humor è detto EJ@ per traslatione . per
cioche 33‘9- ehe èvoee detta da vedere,appare piu , 8t piu ſi Vede in
'quella parte del cor o doue è il volto che in ninna altra parte,ſi per
che è piu eleuata & poſta agliocchi de riguardäti,ſi perche èpiu ſco—
perta. Laond’e anchora appo noi vulgari ffmpliccmí-te dicendo fac
cia s'intendedel volto,che ropriamente ſignifica ualunque appa=
”nn di qualunque parte el corpo 0d'altr0,”li 1510ng Ìlifltgt, .i
ni ämëç ris oiio’çhuÈipjiMÃ *iN-713@- Eſſendo fiati ma ”dati Aiace,Vliſſe,
a Phenice perſone tutte 'autoreuoli & Vliſſe attempato-, a Phenice
_ yecdiiſsimo, 81 per cöſeguente anchora modeſle,& temperaſc da A
gamemno neper ambaſciatori ad Achille per trouar modo di talm-`
miliarlo , 82 di pacificarlo Homero nen fece conueneuolmente che
diceſſe a Patroclo Achille poiche furono giunti alui ſoft-rw n'- "hſe
,cOndo che opponendo ad Homero diceva Zoilo, percjoche ?ot-‘rigo
commuuemente ſignifica piu puramente Meracius parendo che eg i
volcflè trattare coſi fatti huomi’ni da vbbriatlii & da gran bcuitori,
eò'mandando che loro ſi meſcelle del vino piu puro che vi ſoſſe.Alla
quale oppoſitione Arifl'otele inſegna di riſpondere 8t di ſoluerla per
via di lingua appigliandoſi alla ſi nificatione di (0,0'qu meno izſitatz
& meno conoſciutaflhe èpiuto o ‘mguila che Homero nó fece che
Achille diceſſe a Patroclo che meſceſſe vino piu purett’o,ma che mel
,fccſſc piu toflo 8t fiſolicitaffe. Hora' noi non cidobbiamo imaginare
che Arifloteſelìaueſſe l‘oppoſitione fa tra dai Zoilo ad Homero pollo
ehe Homero haucſſc inteſo (vg-'12205 del mel'cere vino piu puretto pei
fzgginimafl per valida,.& che per ſaluare Homero ſofſe di neceſsite
,a ricorrere ad‘vna‘ altraſi nificatio ne meno vſuata ,i & menO‘conor
ſtiuta,o che eglicrcdcffe c e il ricorſo allav ſigoificatione piu toſto [i:
betaſſe Ho mero da colpa,ſe colpa- haueua commeſſa- in po‘nere (agi.
nW-in ſi’gnificatione dì melìerc piu ”rette-Ma egli!” propoflo per'
effempio
flato A eſloluOgo-chc
meflguin queſtione-,82nel libro “Sw dell’lliad'a
communemcnte ñ dana,perci0che era. gi:
ſimileſolutione
alla predetta oppoſitione,& perauentuta dalla piu' gente era riceuu:
n per buona 8t apprOuata- Ma per parlare piu chiaramente ſe pre
—--2—_.ñ"—‘-.-`_-—,`
fuppogniamo che ſia coſa poco ccnueneuole che Achille dica a Pa
troclo meſci del vino piu puro a Coſi l’attiambaſciatori ſi per l’a per'
ſona d'Achille che è nemico in. tanto del bere , Zi dell'ebbrezza che
per ſomma inſa mia rinfaccia cio ad Agamemnone , l-î per la perſona
lor0,clie eſſendo attëpati, 8t ſig nori ſan non doueuano eſſere tra t
ntì,comc ſi trattano iſolenni beuitori , 8t in certo modo accuſati
V v u u 3, d'cſſere
e' .
.ñ
‘ t
d'eſſere inclinati piu ehe non ſi ccnueniua al vino,` ſenza fallo noli
ſara coſa piu conuencuole, che Achille dica a Patroclo che ſi ſtudi di
meſciere piu collo-non eſſendo minore ſtcmperanza in bere piu toſlö
che in bere piu puro , ne meno ſi rinfaccia la’nchinatinne altrùl al
bere in dargli toflo dabere , che indargliele puro , ſe egli t‘- Vero che
Wii ſi rinſaccia in dargliele puro. Della qual coſa auedutoſi Piu'—
clio nel libro quinto de_ ragionamenti tenuti atauola al capo
quarto per iſcuſare la ſconueneuolezu che gli pareua porrareſecg
‘ugo'nçop o' ſpongaſi Per meſciere piu puramente, o ſpengaſi per me_
ſciete piu toſto, racconta come altri con altre ſigniſicatíoni ſiſo
no sforzazi'di ſcoſtarſi da_ ſimili ſconueneuolezze, & dicechevna
certa perſona di Macedonia fornita octimamente diletrcre linueua
opinione che {og-'raw in quel luogo haueſſe ‘riſpetto non alla purira
del vino , ma al caldo nel quale conſiſte la vira , 8: che tanto veniſſe
a dire 'ſogíflçop rifare quanto meſci del vino che ſia tale che colcalf
do ſuo poſſa aiutare la vira , & rinuigorire gli ſpiritivitali. Dice ati;
‘chOra che Soſicle poeta s’era imaginato perche haueua letto in
Empedocle che ſógep ſicontraponc ad {xp-delç (age‘qu nel pre:- ~
detSp luogo d'Homero ſignificaſſc temperato 8: veniſſe a dire qua n
to linear-p , &ſì contraponeſſea non temperato cioe‘ a uro, &chr-l
percio conueneuolmente ſi coma ndalſe p'er Achille a _atroclohay
ue'ndo’riſpetto alla ſua natura ,8t all’eta d'Vltſſe 6t di Phenice,&
alla loro dignita che meſeeſſe loro temperato. Et dice oltre aria,
cheAntipadre conſideraua altranrente la voce {ozo'flgap &che; giu*
dicaua che veniſſe a dire vino piu attempato o dl piu anni volendo
che foſſe compoſta di (al particella accreſcitiua, 6( d' Sg” che ſignifica
anni ,81 voleua che Achille lxaueſíe ingiuntoa Patrocloche me
ſceſſe vino piu attemparo fi come piu pretioſo agli ambaſciatori per
honorargli ma ggiormente-Ma eſſo Plutarcho porta opinione chefi
debba ritenere la ſignificationc commune, &vſitata di (açínçqi nel
'predetto luogo’, che è, di meſciere piu puramente & che Achille fi
come valente medico , ſi come colui , che haue‘ut imparata ottima
mente la medicina da Chiro ne ſapeua che il vino puro era da dare
agliattempati come erano Vliſſc 51 Pheníce,& non perche glivoleſſè
trattare da ebbri,& da vaglxi di buon vino. Hora in tanta varietadl_
pareri intorno al predetto luogo non ſara forſe difficile coſa Iſo'
uare quale ſia ll vero ſe riguarderemo quale foſſe la’ntentione d A‘
chill: quando diſſe a Patroclo {’Qflnfníl nîçnçz, laqualeſenza Fallo
fu _d’honorare gliambaſciatorifl come quegli liuomini,chc il Mtv:.
. A . _ n
I
t. 5] r
Îzo, & glierano ſopra glialtri cariſsimi , percioehe egli diſſe loro pri- .
ma,poiche gli videJ-t ſi ſu loro leugto in contro da ſedere per racto=
glierc-li Wi'grëpj ?i'm ’a’vd‘pt i‘m'1in ih ”ahaxüai’al‘uol ”uſuário mg’ àxzzé‘g ~
@ſa-m2! Îsap- & appreſſo gli ſeceſedere. Et vſanza è d'honorar gliamiti,
ö; le perſone valoroſe venutici a caſa con atti 8t con parole , 8t ſp:.
tialmentecol dar loro bere del migliore vino che ſia in caſa. Et que
ſto coſi fatto honore non _e‘ reputato a malea colui,che il ſa,nea co
loro,che il riceuono,quaſi che egli cio facendo ſi dimoſtri beuitore,o
vbriaco,o che rimproueri la vaghezza del bere o l'ebbrezza a gli ho
fli,che cio ricevono. Perche non debbiamo ne poſsiamo penſare.-~
che Romero intendeſſe altro per (ogo'flgep che per meſcíere piu pura-4
mente commanda ndo Achille a Patroclo ad attingere del migliore
vino, che v’haueſſe , il quale vino puo eſſere miglioreo per riſpetto(
che ſia piu puro ſe voglia mo che ſogo’ngoci ſignifichi piu puro eſſendo’
il-vino piu puroöt migliore 8: piu caldo , dal qual caldo (myſflço ha,
"-ñ.-ñn-—_uñ.-—`u ſpa origine@ per riſpetto che ſia piu vigoroſo,& PIU’ riſtoratiuo degli,
ſpiritivitali ſe vogliamo che (op’qu ſignifichi il caldo della vita , o,
er riſpetto che ſia piu attcmpato , & di piu anni ſe v0 iamo che_
oça'flw poſſa ſignificare piu attempatu ‘& di piu anni. ’la non in-î
[eſe gia per (udan piu toſto con tutto che lo poſſa ſignificare. Per.l
cieche ſe Achille haueſſe voluto ſolicitare Patroclo haurt bbc prima,
detto non
come ſugo'nçop
inteſecioperqſOçaſinçap
e‘ uando diſſe
benuáſm J‘l mn? a ercioche
temperato. adſenſe” [ſinon
m". , ſi.
c’ho”,
n’orario i ſoreſtieri con temperar ben loro il vino.e'l cómandare cheè
fa‘Achillca Patroclo che ammanni xpmi'ga miſe”. moſtra che non fi‘—
ricordn di quella tempera nza iſ uiſita. Ne cilaſciamo dare ad interi-s
dere che per {uglflqop intende e del meſcíere piu puramente perlrifl
ſpetto di medicina,che ſapeſſe Achille , 81 p laquale conoſceſſe che il'`
vino piu puro foſſe piu ,pfitteuolea vecchi come erano Vliſſe &Plie
Dice.Pçrci0the nö ſi medicano eol0r0,che ſono ſani, ne ſi medicano‘
fuori di tempo,&, ſenza che eſsi ric hieggano d'eſſere medicati. Ne Ao,
cliilleJe era—quei buon medico,che ſi preſuppone,doucua per dar da
bere ſecödo la medicina _ad Vliſſe 8t a Phenice _vecchi dtl vino purofl
dare dazberc adAiaceöl a ſe giouani cötra la medicina di til medeſimo
vino puro inguiſa che per riguardare alla ſanita di due vecchi & mea_
aoyproſsiminuceſſe alla ſanita di ,due giquani, & molto piu prcſsifi
mi. Ma io non ſo vederg, onde ſi. raccolganq coſtoro che l-`lxenì-,~
ce,Vi,iſſ_e,& _Aiace foſſonohuor'nini ſpbri & tempo-ati, o haueſſo nq;
ceia'fllglla loro [anita. , “quali @error-.O dal Pediëîitàeîî d"^8~"~ menta
a]an ſubitat‘nente poiche hanno cenato hauendo egli r'ealrnénäe
ñ me a
anefl'a tauola,&m,engono’al padiglione .d'Acliillc . che non era guari‘
Ionra no,& di nuouo ce nano. Il che non ſarebbono pure i piu vili 8K
ſeoſtumati,& flemperaîi huominildel módo n5 che i baroni 8c prin
cipali ſignori dellzgreciaflîc ſemidei. Er non diconovna parola pure
co mebi no cenato v n'altra .volta per vetare l’apperecchio della cena
& per nó hauere cagione dior-'nare di nuouo. Et perche eſsi liaueoa
no-eenatofir l'hora deueua eſſere alqmnwurda è veriſimile che A*
chill: altreſi haucſſe cenato, R maſsimamente eſſendo ſcioperato. il
che il dimoſtrauail citarizzare che ſaceua e'l amare-.Ne perdo con
tutta la cura che egli haueua ſecódo Plutarcho della ſanita d'Vlich,
a di Phenice gli domanda ſe habbiamo cenato , ne egli con tutta la
ſua temperanza reſta di farloro compagnia a tauola a bere 6t a man
giare. Hora ſe Zoilo liaueſſe oppoflo ad Homero che poco conue—
neuolmëte haucſſc facto che coſi nobili huomini 8t ſem-'dei haueſſo
no cenato due volte ſucceſsiuameme ſenza traporre ſpatio di tempo
debito tra l'v na cena & l’altra haurebbe perauentura oppoſta gli coſa
che piu difficilmente ſi ſarebbe pocuta ſoluere,che non [i fa l'oppoſi
rione del meſciere piu puramente. Egli è vero che ſhua bene perfare
riuſcire la negatione , laquale doueua fare Achille dl .Volerſi riconcio
iiarc con Agamennone piu dui-1,8: piu marauiglioſa che (i mofiraſſe
che quefli ambaſciatori ſoſſono cariſsimi alui , & che egli honoraſſe
con com-ito &con ogni maniera di carezza,ma non per tanto ſl p0*
tra a nnularep ricoprire la predetta ſconucncuolezu. Hora {015m
ha dueorifiniflalle quali procedono tutte le ſopradctte ſig nificaeio*
ni,p,ercioc ie o {origina da 13,8( da ig” , &quindi procedela ſig nifi—
carióne d'attempato & di molti anni o s'origina dal ſcruore & dal
ealdo,&quindi procedcia ſignificatione del vino piu purqpercioclie
qua mod piu puro tanto è piu caldo,& fervente in far bollire il ſan.
gue, & quindi anchora procedela ſig nificatione di piu toſto. Pci-cio
che quanto piu calda mente 5L fernentememc ii fa alcuna coſa tanto
ſi fa piu (Oſio . anzi Toflo nella lingua .vulgare viene adire veloce à
preſto non per altro ſe non perche'diſcendcda Tonco Ten-cor T0
ſtua cio è ”ſo 8: inſocato. Et quindi a nchora procede la ſignificano
nedi piu vitale percioche la vita confiſtc nel caidofi come la morte
nel freddo , 6t quindi Ultimamente procede la _ſignfficflíone di ben
meſcolato a: di temperato. Perciodxe le coſe calde & fcruëtis‘amca
cano à t'appiccano infiemeöt diuengonovna ſi come fi vede per
eſperienza ne metalli infocati,& in molte altri: coſe "ib" 'min-WM*
*ing . 2M* fi) *dm &aPoflo fine alla ſolutioncflxe ſi fa per ie
o
poſſa Ariſtorele a ragionare della ſolutione,chefſi;ſa;per la traslatio
:053
ne. Hora ii come a coloro , che opponeua no a poetigöciopponendo
s’appigliauano al ſignificatoîdella parola piu vſitato 8t piumaniſetlo
,ſi riſpondeva per colorozche diſendeuano il poeta,& ſi ſólueua l’op
poſitione appiglia ndoſi al-ſignificato menovſitato, &.menmmaniſe
*flo,elie;~ſi domandaiinguaJ-'cofi .acoloro ,~ che oppongono alzpoeta
‘à opponeudoſi,s’appigliano al ;ſignificato proprio ,della parola :ſi
riſponde per coloro.chedifendonoilzpoetafl ſoluono l‘oppoſitione
.appigliädoſi al ſignificato :traslato- Pereioclieperîlo-.fignificato pro
.rprio della parola naſce la ſcöueneuolezza-delſenſo,’& per lo ſig nifi
.cato traslato naſce la conueneuolezza del ſenſo.Ariſtotele.adunque
:pone alcuni-eſſcmpi , ne-quali per lo ſignificato proprio naſeeua'no
.iconueneuolezze che erano appo’ſte ad Homero, icq ualiper lozſig ni
,ficato crociato ceſſa no. Et-,è da notare iche non -poncglieſſcmpi in .
:Hutch ma nierezditraslationi .delle-quali parlò di ſopraiöcche ne pone
.alcuno in alcuna ma niera,della quale non parlò di ſopra. Non pone
:eſſempio niuno della maniera della traslationc quando la ſpecieñè
,poſta in lUOgo del generc,dellañquale parlòdi ſopra ,81 pone l'eſſem-.
-P’io nella maniera ;qua ndo-il tuttoè poſtoztaerla’parte,dellañquale di ,
.ſopra non parlo‘. Percíoc‘lie -nell'eſſempio del ſecondo librodell'lflñ,
linda , ?JAM i? id OtoI'n ‘ &vige; ſnouoçvsxi ,.t'ilJ‘ppvr-zvvvixlal ’nel-_q uale altri
.attenendoſi al ſignificato propriodi navi-buoi ,opponeua ad Homero
.che liaueſſe detto che glialt-ri iddij, 8c glialtri liuomini guerrieridor
miſſono tutta la notte, laq uale ecoſa falſa negli liuomini guerrieri,
*non che negl‘lildij, riſpondendo ſi ſolue l’oppoſltÌOneche per tras
latione il tutto della notte e‘poſto per la-parte cio èper buona parte
della notte. Egli e‘ vero che alcuni ſono di parere,che Ariſtotele non
proponga il predetto eſſempio perche s’opponcſſe ad ;Homero la
*ſco nueneuolezza naſcente dal ſig nificato proprimdi J'ſllVi‘Vflol,ma che
lo proponga percliezs’opponeſſe .-adHomem ,che haueſſe detto che
;gl’lddn dormiſſono eſſendo .coſa ſconueneuole clie:vna natura ſim
:pliciſsima .‘& ſenza corpo quale e‘ quella degl'idd-'rj dorma , ö; dol-ma
;tutta la notte, alla quale oppoſitionefi doueſſeriſpondere,che zöl‘qp
vcio è dormire negli huomíni,& neglialtri animali mortalilig nifica il
,contrario di veggliiate,ma.ñdormire traslatiuamente iiegliddniignifica
non ,il contra-rio di Avcgghiare,ma,il cótrario d’operare , cio è il ceſſa
re dall’operatione,p erciocliein loro :il ceſſare dall’operatione è quel
lo che e‘ ne glihuomini , 81 ne glialtri animali mortali il dormire in
guiſa che qnefla ſarebbe traslatione _proportiomuole , az non trasla
X xxx :ione
rione, nella quale il tutto ſi po nell'e- in luogo della parte. Il qual pa
rere al mio parere è molto lolita no dal parere d'Ariflotele,ſi perche
le ſcóueneuolene,che paiono naſcere intorno a quello,che degl’lde_
dij raccontano ipoeti hanno la loro particolare ſolutione dettadt
ſopra da lui che è Bs pan,cio‘,e` coli di loro ſi dice,ſi perche egli paren
dogli ſorſe che ſi peteſſe dubitare in qual voce co nſifleſſe l'oppOſim
ne,& come conſiſteſſe preſuppone che conſiſta in zaivu'xioi, à cóſiſla
perche e coſa ſconueneuole che glialtri iddij 8: glialtriliuomini guer
rieri dormono tutta la notte poi riguardando a quel’co eſſcmpio dic#
1d 70?,- ”ìzi Earl ñ mn'- xafliepmmqu Tempi 7a} ad“ mlt-FLP” [equali'parolc
comprendiamo anchora che Aritlotele non porta opinione, che nel
ſopradetto eſſempio ſia la traalatione , nella quale come habbiamc
detto il tutto ſia poſto in luogo della parte,ma ſia la traslatióemella
quale la ſpetie fia lpoll-'i in luogo del genere, & ſtando la coſa coſi ſen_
guirebbe che que o non foſſe eſſempio di traalatio ne , della quale dt
ſopra non haueſſe parlatoconcio ſia coſa dice egli clre il tutto ſia vn
certo molto,ci0 è clie il tutto ſia ſpetie,e’l molto ſia genere. Laqual
coſa quäto ſia vera li puo ſapere,ſe diremo cofi‘. La notte e‘ vn tutto
co mpofio di molte hore notturne, cio è di dodici liore nottumc,ne
queſte molte horepoſſono eſſere piu di dodici per cöſtituire il tutto
della notte. Et tanto ſpatio di tempo è il tutto della notte quanto
ſono dodiciliOre notturne,& in quella guiſa il tutto è vguale al molo
ao,e’l tutto e‘ vn certo molt0,& anchora il tutto c‘ ſperic,c'l molto 8*
nere percioclie dodici hore hanno ſotto le ſpecie ſue cio èdodíci ho'
re del di,8t dodici liore della notte- Appreſſo cio è un'altro molto
minore 6: diſuguale al tutto pogniamo otto hore notturne ,lequali
conſideratein ſe ſo no vn molto , 8! non dimeno il tutto della notre
che è dodici hore non è quello molto,ne è ſua ſpetíe. Del qual molto
minore del tutto,& diſuguale al tutto intende Homero nel predetto
eſſempio ”miſmo-,8t quiviè pollo il tutto della notte per lo molto
pogniamo dell’orto liore, ne èvero che iltutto ſia il molto o poſſa
eſſere in quello caſo. l’ercioclie il tutto ſarebbe vguale alla parte, 8c
l'a parte ſteſſa- Perche è* da concludere che la ttaslatione nel predet
to eſſempio conſiſle nel tutto che è pollo in luogo della parte,& non
nella ſpe'tie che ſia poſta in luogo del genere, 8c che Artſtoxele parlò
in Quello luogo poco a tempo dicendo 'nl za) ml;- D'UMlìpU‘a -nì, ’iëi l'1' it'
aid-ing Tuir-wlan; &guidati; ,iti &vAcSp ÌVQÎ'TÌÒ'T'O-flîá‘ìíl. (Aiello è il ſecódo eſile-ì’
pio di traslatione propoſto da‘- Arillotele 8: è preſo dal libro chl
Fili-aida, dk non e‘poflo intero o perche alui baſtò diſegnare illuooa
[dame-nce con alcune parole@ perche altri ſcriuèdo c1110 librogiu-'Ìf
co
_ 354
cò coſa ſuperffm ſsríuerln tutto. L'e'sëpio :du mÎ inteſo èqueſtoſíëo
71’ io" ”Noci 16 ?ft i439 ìáçñcìla” Gavi” Iulm@ MULTE: ‘ír’hu'oi ”yi &oa-Sei, w’
g-'rſm-r' i-ozáàjaifla'n’ lui/WO”. Ma con tutto che ;toſſe fiato ſerirto inte:
- r0 da Ai'iſtotCle-,o dallo ſcrittorep ſia da mc nó ſi cöprendendcrebbe
` percio ne ſi cöprende diliinumétedi qua le parola appiglia ndoſi altri
~al ſig nificaro proprio poteſſe opporre Coſa ſc‘o’ueneuole ad Homero,
' laq ualeappigliídoſi alcuno altro al ſignificato traslaro poteſſe ſolue~
` te. Perche alcuni dicono che la ſcóueneuolczza c'o’ſiſte nel lignificas
j to proprio della parola &sfide-1,6( che ſconueneuolezza è che Agamë
none vedeſſe il ſuono de fiuti, & delle zampoguejc lo ſtrepito degli
huominichuali nö ſano coſe che ſi veggono,ma s'odo no,alla quale
oppoſirione lia da riſpódere Cllt‘lzflfídlml traslatiuamí’te lia (la to poſto
da Homero per vdire traſporta ndo til lo clle e‘ della Viſta all’vdita. E!
coſi voglio no che queſta ſia :raslationeda ſpecie a ſpetie,o pure proñ_
porrioneuolc. ll che noi n0n poſsiamo approuarc nö ci porëdo ſare
a credere che Ariſtotele haueſſe duo eſsépio di traslacione [ito diuul
gna come e‘ gli; che il vedere ſi- ponga per l’udire. Poiclie plc ſpeſſo
vſo li puo domídare anzi proprieta che traslatione,& veggendo noi
chiaramëte che EMC!” nó riguarda 'ami‘- dvçlrſávr’ívozáfll ’yaNI r'àvsgósraç,
ma e‘ Oxdmſu ſolo che riguarda il ſuono degli ſtormëti mulicl,e'l romo
re degli huomini. Siche Homero nó ha poſto il vedere per l’vdire,ne
dice che Agamënone vedeſſe il ſuono e'l rom0rc,ma dice che quando
egli riguardava verlo la pianura troia na ſi marauigliaua de molti ſuo*
chi,& del ſuono degli ſtorméii muſicali,& dello ſtrepito deglihuomini
il imëdi veggëdo egli ci…,ëz vdédo «ìſti, ſenza che ſe cöcedeſsináo an
chora clic 'zìguſſdlov riguardaſſc mf}- ”Miljuhög’duç'rſáv r' ímráxl341an 7'?”
ogíwîa nö li potrebbe dire che ciſl: foſſe piena traslatiöe poiche il ver.
bovederc lnurebbe propriaméce luogo ne molti legnai acceſi,&per
conſeguëte riſplëdemi,& vedcuoli,& ſperialméte dl notre-Ma altri e:
Rimani) cllela ſconueneuoleZZa. naſcëze dalla proprieta cöſifla nella.
parola &url-5,3 quali ci accoſhamo, pcioche la fauellaè propria degli
huominiſoli,& nó c5 mune a fiuti o alampogne,& tico pare la ſcó—
oeneuolezzz maggiore q ñíro piu ſubiramëre ll ſoggiug ne .fa-;Mv -r'azv
M do uëdoſl eſſere del to &MSc; dnf'rl'di O' Jaar-l‘3‘: ironia) r’ ;WMOQJ’qUî
fi ſi faccia la traslariöe proportiu ne .-ole attribuëdoſi ällo,cheè,ppn o
de li huóini cio è la fauella ag” ſturmèzi m*:lrci,& «illo clieè deglifloe
meri muſici cio e‘ lo ſtrepim .~gl1 huomini auegm che lo ſtrcpico lis a n
cliora degli huomini. Laq--alt ſnöuencuolezza li ſolue P traslatiöe di*
_cíìilu cheivoml ſi [3nd: L ſuono muſualc. Ma nel tcſto d Anſt.ſo:\o ma
ho parole,… P-uÎl—la :3111.5 lſCl‘lſſe. l’erci0:hehauëdo egliſcritfo
' i Xxx x z l';ffi"n}‘l.)
ll"cſſempio come è da credere-coſii'íä u,
dr" ,.i ”Wing óſi-rçüîxflp 'flag-{deep 8:2…
37l
"ue-. uns
la ſeconda
gioua maniera deglidella
alla ccnſtitutione errofi non principali
fauolalſi’ei cioclie ſe èMenelao
in ſe peccato ma
ſoſſe [la:
ì Z
zocontíene le ſolutioni che ſi ſanno perla varieta de peccati dël@
no tre, le quali coſi come chiaramente dimoſtrate di ſo: `
pra non repetiamo `qui di '
nuouo,
i ñ
' iNCoe
I N COMIN C I'A LA SESTA ET VLTIMA
parte principale della poetica d’Ariſtotele vulgarizzata 8t ſp o:
ſta ,diuiſa in quattro particelle,nella quale ſi dice
quale ſia piu da prezzare tra l’epopea
’0 la tragedia.
'"I’ARJI'ICEPL-A’` PRU” L‘atánptp BlÌſrllwpl'l‘ "mmiüfltui “l'auſisz'l'l‘ ir”
”ypſiu,al‘iat7iogiiíaîuítirit, á 7a} I luſſo‘: pegno &Mir-ip- rotatori i) ”rſs inno-:53…
fltîsi ,d‘iſMcl ari Il anzi-n! aluminiu- ”fruit-ai; 7a‘, ai” &iàximím‘; Zip mſm):
”yo-Ii] mania} aſiatici KNOW.). oiipgſ qaüMi ;camini KVMQ’HÉLH , He. Home: Mg ai:
näàaiflà '{Autiits 15‘; ”gup-Top, iii Juliana! iamüo‘ipj ”ip of!” -rfqol‘i'a Tonini
ígqiſiis ”sù Aſl'ÌUÎ'rfflal *uit &Siro-15 ittier i: am IÎMKfI'IùLÉÎS Aia: ’eſp «Tripla-'A3071'
”limitata :ni-'liſting' "n'a“ xs'tMiirari'J‘iipiinla.1-oiatJ-rii AJÎNJÌL mgi ”iiJ‘a'çov ai. u‘j
”J'airal 2x11” mi": Magia?” :‘4va ”gif 16}- ſmo-ati” txafllàg‘i‘u oſſei mi! 1-33:
”dazi-AS‘ igiexagoafip :25” ,J‘io O‘JJÌlſJ mu -röp Exmzroíigáò Z irain vipix qn
”Mvs a ou Qofîlall xuçoía J‘nilovm Z5! till.. _‘ '
CON EN EN LA. Per quali ragioni l’epopea ſia da antiporre al:
la tragedia.
VVLGARIZZAMENTO-Hora altri potrebbe dubitare quale ſoſ:
n ſe migliore tral’epopeica raſſdniiglianza , 0 la tragica. Perdoche ſe_
v quella ,che è non grauoſa c‘ migliore , & totale ha riſpetto a veditori
a migliOri manifeſta coſa ſi che la raſſomigli-ante tutte le coſe è grano:
bſa,percioche non _altramete che ſe ſoſſono inſenſibili, ſe egli non aggiu
n neſſe gran mouimento ſi muouono comei rei ſonatori di fiuti ri:
,,uolgendoſiſſe ſi dec raſſomigliare il diſco , 8t trahenclo(a ſe)il Cori:
n pheo ſie ſuonano col fiuto la Scilla.Adunque la tragedia? coſiſa tra,
ei maggiori hanno in ue] conto i minori rappreſentatoi-i tra loro.
, Percioche Minniſco c iiamaua Callip ide ſimia,ſi come colui,che tra
,,paſſaua di troppo il termine. Et cota e opinione anchora era di Pin‘.
”dai-oſui—ale proportiOne hanno quelli tra loro , cotale è tutta l’arte
”verſo l’epopea.Adunque dicono queſta pertenere aueditori diſcreti_
”Laonde nOn hanno biſogno di figure,Adunque maniſeſta coſa è,che
”la grauoſä ſia piggiore.
SPOSITIONE.QLc-ſta è la ſeſta,& ultima parte principale di quello
libretto della poetica d'Ariſtotele,nella quale ii tratta uale tra la tra
gedia o l’epopea ſia di maggiore ſtima ,la qual parte ſi puo diuldeſle
in quattro particelle non molto lunghe, delle quali queſta è la prima,
& contiene le ragioni,per le quali l’epopea pare douere eſſere antipo
ſta alla tragedia 8c la ſeconda contiene la riſpoſta data alle ragioni
C
del:
373
dell’epopea,& le ragioni‘perlé quali la tragedia auanza l’epopea. l:`.tñ
la terza contiene la ſentenza come l’epopea (lee eſſere ſtimata da me
no che la tragediaEtla quarta 8t vltima contiene il racconto delle
coſe dette-.Hora hauendo Ariſtotele parlato in particolare della tra
gedia,& in particolare (lell’epopea , 8t moſtrato in commune come
amendune ſi poſſono ditenderc dall’oppoſttioni ſalſe che liaueſſoa
no faccia di verita inueltiga quale di loro ſia piu degna.La quale que
ſtione ſi propone in mezzo o per ſare che piu pienamente ſi compré:
da la natura 8t la forza dell’vna 8c dell’altra poeſia ,percioche non fi
comprende mai pienamente la natura e'l valore d’vna coſa ſe non
ſene ſa comperatrone con l’altre,o per fare che ſi ſappia quale ſia piu
da commend are per honorare piu quella , che merita piu d’eſſere
eommendatap per appigliarſi aquella quando altri voleſſe eſſere poe
ta,clie ſia piu lodeuole.Er chi ſa che Ariſtotele perla diterminatione
diqueſta queſtione non intenda tacitamente di biaſimare il ſuo mac:
ſtro Platone.che del ſuo commune habbia ſcacciata la tragedia piu
degna,& ritenutaui l’epopea meno degna. Wónjo Samſopñ :mm-”M
Î1ça79d`tullá`lamgzlretf iz"…- Altra è la materia c ie pre ſta Lagione da
da inueſtigare quali delle due coſe auanîj l’altra,& altro e" il fine per
che s’inueſtighi cio. La materia che ci preſta cagione da inueſtigare
queſto auanzamento e la parita del valore delle ragioni che ſono in
ciaſcuna di loro inguiſa che altri reſta dubbio ſo quale debba autipoi*
re o poſporre all’altra-Ma il fine pelle s’ inueltighi cio è l’vtilita che
ſi lia per trarre di cÌſlo paragone, tli che quanto è alla preſente que:
ſtione liabbiamo parlato poco prima.Hora il dubbio che poteua na.
ſcere in altrui quale delle doc raſſomiglianze epopeica o tragica foſſe
migliore poteua eſſere per cagione della materia , 8c per cagione del
fine-,ma dobbiamo credere che le parole del preſente teſto s’intendo
no per cagione della materiaöc perche poſſono hauere riſpetto alle
coſe paſſate 8t dette,concioſia coſa che molte coſe degne ſi fieno der
te eſſere nell’epopea,& molte degne eſſere nella tragedia,& puo me:
deſimameme la materia liauer riſp etto alle coſe venture,& che s’lian.
no da dire,noi Crediamo che riguardi no le coſc,clre s’hanno da dire
& non le coſe che ſiſono dette,percioche ſubitamente ſi ſoggiugne
la particella 71.}- CllC rende ragione 6702p i 3770p &C.In queſta prima par:
ticella come dicemmo ſi contengono le ra groni, per e quali l’epopea
dee eſſere antipoſta alla tragedia.Le quali poſſono eſſere due l vna è
perche l’epopea c" meno granoſi! che non ela tragedia,& l’altra è per
che l'epopea pertlene aueditori piu intenclentixhe non pertiene la
C cccc trage:
tragedia-Le quali poſſono eſſere due,l'vna &pei-ehe l'epopea è mEo
grauoſa che non c‘ la tragedia,&l’altra c‘ perche l’epopea pertiene a
ucditori piu intendèti,che non pertiene la tragediaHm-a non ha dub
bio niuno che c'zlla coſa,la quale ſi facon minore grauezza è da ſtima
re piu,clie nö ècìlla che ſi ſa c6 maggiore grauezza purclie l’ñaöcl’altra
fifaccia vgualmëte bene.Et perche ſi dice chela epopea ha minoregra
uezza,&che la tragedia ha maggiore ärauczza noi cerchiamo quale
fia queſta piu,&meno grauezza coſi. noi conſideriamo l’epopea 6:
la tragedia in quanto ſi ſanno vedere,&ſì conduce l'vna in panca, 6: 1
”51'109 un': imraſóa‘b uiuuditii ”Sn innxöp.c’fl_uuop 5,71 ?cip Emma@ …glam-Mei:
”ut Peyo-l‘1'… yi'itvÙÃS-z iàp ,uipſiiva ”Jeep muSo‘rſhìm'ymii ;sf-:Xin Jourdan-Miu':
” mi oaſi” 3‘,,ii &Misàiuîny -ñz ”in-au 'mixer, Magi Up ”mioqu ?17-0 ,07310,
ma‘, in ”ÀUB’VOLI rrçlÈwpi duflzmívu, aii nie *Jan-{ii {Aids ?Xu Guilia‘: ma’an (Liga,va
”ri :iPaq-rulez. EZ iena uſim-rà 'ixu níyii@-~ xaiſiroi Tail”: *rà notiziari: iuris-”p :35 'n
Pixma Tips—apud ?'11 …ius-ar mi:: ”faſèzos aria-iti] inci.
CON TEN EN .Riſp oſtealle ragiöi dell ’epopeaRagiöi delletragedia.
,’ VVLGARIZZA M EN TO.l-’rimieramente adunque l’accuſa non è
a’ della poetica,ma della rappreſentatiua,poiche anchor-a il recitaredel
;l’epopea puo ſuperfluamente vſare i ſegni,il che faceua Soſiſtrato, &
a’ cautare,il che ſaceua Mnaſitheo Opontio. Appreſſo non ogni moui:
›’ mento e‘ da riprouarefi come non è ogni ballo,m:i quello de rei,llche
i’ era attribuito a biaſimo a Callippide 8c horaf ad altri fi come a que,li
‘ a’ qualinon raſſomigliano ledonne lioneſte.Oltre aciola tragedia ſipuo
a’ anchor-a ſare ſenza il mouimëto ſuo ſecondo che ſl puo l’epopea.Per
a’ cioche per la lettura è maniſeſta quale ſia-Se adunque nell'altre coſe è
,, mi *liore queſtoin verita non c‘ neceſſario,che vi ſia. Poi perche ha tut
,, te le coſe,le quali ha l’epopea,percioche l’è licito vſare il verſoeſſame
,, tro,&pche ha nó üa picciola parte(cio è)la muſica,&la viſta,perla qua
,. le ſi comprendono ſenſibilmentei piaceri.Appreſſo ächora ha la tizia
,, rezza nella lettura,&nell’operationiOltre acio il fine della raſſomi Ii
”anza ein minore lunghezza.Percioche il piu riſtretto e‘ piu diletteuqlc
ie
che non è il meſcolato di molto tëpo Et dico ſe alcuno componefle “
l’Edipo di Sophode in quíti verſi e‘ compoſta l’lliada.Oltre acio da “ -
mëo c’ di qual ſi voglia fia raſſomigliñza degli epopei. Et ci e‘ tìſto ar: “
gomëto che di qualüque raſſomigliíza ſi fanno piu tra edie.Percio- “
che ſe Fanno üa fauola e‘ di neceſsita o che dimoflrädoſi rieue appaia “
fia coda di topo,o che ſecondädo la lüghezza del verſo(appaia)acqui “
doſagna ſeme ſanno)piu,&dico come ſe di piu attioni foſſe compo: “
Ramon ſara üa,ſi come l’lliada ha molte coſiſa tte parti, 8d ’Odiſſeade “
quali perſe hanno grandezza anchora che quelli poemi quíto èpoſsi "
bile ſic-no ottimi,& raſſomiglianza maſsimamcnte d’üa attione. ì
SPOSITION Emyörof liv ci» *ris mmmís nneyoçi'ffiſiami n': 5mm” Kill”
(‘íſta particella ſi contengono le riſpoſte che ſi danno alle ragioni , le
quali ſurono addotte nella particella precedente per antiporre l’eñ
popea alla tragedia,&inſieme le ragioni,per le quali la tra`gedia ſi dee
antiporre all’epopea.Et perche le ragioni della maggioräza dell’epo
pea ſopra la tragedia erío due-,cio è la mEo grauezza,&la richiefia de
veditori piu intendëti,ſi riſponde alla prima ragione primieramente
conleſſando che piu grauezza èälla della tragedia quíto èamouimen
ti,ma perche cio c‘ peccato della rappresëtatiuaflnon della poetica fi
’ dice che nondee eſſere conſiderata come piu grauezza della tragedia
Poi dimoſtrando che queſta grauezza è commune alla tragcdia,& al:
l'epopea,ſi dice che non ſi puo addurre per pruoua che l’vna ſia da
antiporre o da poſporre all'altra,&vltimamente negando che la gra:
uezza conueneuole ſia grauezza ſi dice che non dee eſſere rcpurata
maggiore Eaueüa nella tragedia che ſi reputa nell’epopeaPoſda ſi
riſpondea ſeconda ragione,&ſi dice che alla tragedia ſi richieggóo
iveditori non mëo intëdenti,che all’epopea potendoſi la tragedia leg
_gere ſenza niuno mouimento,o altro arneſe ne piu ne meno come ll
`ſa l’epopealfla accioche bene s’intendano quelle riſpoſte è da ſapere
chela tragedia pun eſſere granata per cagione dell’arte rapprcsëtati:
ua in due modi o perche eſſa richiede per; ſua perſertione la predetta
arte,la quale comprendela Villa 8( l’harmonia anchora che nella pra
detta arte nOn ſi commetta errore niuno,o perche puo eſſere grana:
ta non ſolamente perche eſſa richiede la predetta arte,ma perche nel
la predetta arte li commettono errori.Se nell’arte rappreſtntatiua ſi
commettono errori non ſi deono attribuire alla_ tragedia,ma alla rap
preſentatiua,&di quella `erauezza ſi parla nella prima &nella ſeconda
riſpofla,ma ſe la tragedia è granata pche richiede l’arte rappreſentati‘
ua qucſta grauezza non ſi puo domandare accuſa della rappreſen:
D dd tatiua
tatiuamia èaccuſa della tragedia , & perche la tragedia è ſpetie della
pOctica-ſi dee domandare acCuſa propria della pocricaAlla quale ac
cuſa ſ1 riipond: nella terZa riſpoſtainegädo che ſia graueZZa citta ri:
chicſtafiora è da porremente clic di ibpraAriſtorcle quido parlòdd
la maggiore grauczza della tragedia per cagionc della richieſta della
rapprclèntatiua non parcua intendere le non della graueua che ha
la tragedia per cagionc della ricliieſla della rappreſenta-nua, la quale
non c‘ ricliicſta dall’ep opea,&non per cagionc anchora degli error-1,_
li quali ſi poſſono commettere nella rappreſentatiua.Et qui non dimc.
no lì riſponde quaſi ſoffi: detto che la tragedia r'oſſc grauata dell'üa
&dell’altra coiaJ’ercioclie :gli giudica the la tragedia non ſolainéte,
ſia da alleuiarc della principale gramma che cra,chc cſſa foſſe.- caricata`
ta dell’arte rappreſentativa,ma anchora di @lia dic l’è accidentale 8c
per accidëtc la poteua aggnrauarsflhe c‘ il cómcttcre errore nella rap
Preſcntatiua,înti is: mpeg-,á ;arm flîs ray-z’… ”ù ;SW-chain img. ìn‘a dan’.
"ng-,uh .ll-all‘01" img ìmn’u mari'Ì-Q-ömiim'Î-F. Wella è la ièconda
riſpoſta,che ſl da alla maggiore grauczza clic part-11a poſsibile ad aue
nirc alla tragedia pergli errori che ſi poſſono commettere nella rap:.
preſentariuada quale non lc puo elìèrc attribuita a maggiore grana-2
za eſſendo l’epopea ſottopoſta a queſta medeſima grant-71a concioq
fiacoſa ehei recitatori dell'epopca commettono altrcſi errori nella
rappreſentati” facendo alcuni atti 8( mouimcnti che non ſi comic-nr_
;ono ſi come ſaceua Sofiſtrato, 8c cantando alcuno altro li come ſa;
ccua Mnaſitheo Opunteſe Nella quale riſpoſta Ariſtotele preluppo
nc chiaramente che l’epopea liabbia la viſta 8c l’llarmonia poiche- fi
poſſono commettere Errori negli atti,& nel canto di colui che rcci:.
:51,8: la poſsibilita del comxrctterglilìtarica la tragedia del peſo dc:
li errori commune nella viſta , 8: nell’lxarmonial’cnza hauer riguar:
o a quello,chc infino a qui ha inſegnatoxlic l'epopea non ha viſta,
nc liarmOnia,& a quello clic poco apprcſſo ſi dura. Hora-c" da due,
che perche nel recitare l’epopea la rappreſentatiua non ha luogo ſe
nonleggierm-:ntc s’è detto di ſopra che l’epopea non èaccompaç
gnata dalla viſta 8: dell’hamionia come c‘ la tragedia , nel rtcitarq
della quale la rappreſentanti-alia pienamente luogo# che il recitare
dcll’cpopca nOn moſtra altro che nullo ,che noflrano lc parole , 8c
lc parole ſono la dimollrationc dc la favola# d'ogni altra coſa, ma
la viſta k i’ll-armonia nella tragedia dimoèh ano altro che non dimo:
ſh‘ano le parole nel rappreſentare la tragedia. Hora ſe la rappre
ſcntatìua neli’cyopea è coſa tanto leggiera , &ſcperau da lei che
non
o
.
non ſanetcnga conto quanto èall’cſſcnfl'a dell'epopca perche vuZlc
z 8
Ariſtotele che gli errori comma-ſei incſſa ſirno pari di grauczza a
quelli,che ſi commettono nclia rapprcſt-ntatiua richicſta alla (rage:
dia f Et è da pen-:mente che il Farc troppi atti,e’l cantar:- ſono c017:
bidimcuoli nel recitare alcll’cpopca ſecondo che dice Ariſtotclc dan
donc l’cſſcmpio dclſare troppi atti in Sofifirato# del cantare m
Mnafithco Opuntcſe.
non lì conuiene, Et è da aggiungermi,
c’l profſicrtre che il Fare meno at(i,c]1::
”eno harmonicamcnteche non ſi
conuiene
uoîi ſarrbbono
*îITC Zulfl Farimcntc
Iſt'l'uflî :vida nel redatto
@l‘aula-aes". recita
'l'lflìf M’ 7mm: tore coſePurim::
EMF? biaſimc:
&C
Qx—ſta ("la riſpuſta che ſi da alla gra uczza , che ſi diceua eſſere nella
tragedia pci-che richicdcua l’arte rappreſentatiua nel recitarliJa qiia:
[enon richjcdcua l’epopea nel recitarſi, la quale: è queſtaflxci’artq
rappreſentativa nonci]decballo
clu nell'arte-,ſl co.. eſſerenon
reputata Qrauezza
dee clk-“cic- pm che
rcputato nongrauc
coſa ſi ptc:
ſe
non quando fi pecca nell’arte del ballo. Hora io mi credo che ognu:
no vegga quanto que-fia riſpoſta ſia poco a tempo,percioche ii pun:
to della diſputa non è ſe'a rappreſentatiua ſiafimplicemcntc grauc
o non graue in guiſh che ſi poſſa riſpondere-,che è grauc quando vi ſi
commette :non: &non è grauc quando li Fa bene non haucndo ri:
guardo che ad cſſa artc.Ma il punto della diſputa è ſe la tragedia, che
nchicdcl'artc rappreſentatiua,il che non Fa l'epopea,per queſta ri:
chicſta ſia piu granata ,che non è l’epopea. Et Fare che nOn ſl poſſa
negare che non ſia piu granata poiche ha quel a arte per ſoprape:
ſo & ſi puo non dimeno dirc,che non è piu grauata perciochc la tra:
gedia non manifì—ſta con parole quella parte di leiJa quale ſi manife
fla con la rappreſentatiu a,la doue l'epopea manifeſtato” parole cia
ſcuna parte di [ci. Non ha adunque la [tragedia la rappreſentatiz'
ua per ſoprapeſo, ma l’ha come parte ſua neceſſaria , la quale ſi
conti-ripone a quella parte ilcll'cpopca, nella quale con pal-ol‘: firma‘:
niſcſta la favola ,&pcrchc la rappreſentatiua la n aniſrſta piu Chia
tamente ſeguita che non tolamcnte non debba cſſere giudicata gra;
uma malcggierczza dçlla tragedia in riſpetto dell’epopeaLtcÌſta è
la diritta riſpoflaJB-l‘e mms &nat-?xmſhuuasíffi Intèdidefla rappreſen
tatíua , che cade ſono la villa , la quale è non ſolamente propria
della tragedia ma parte della tragedia come habbiamo detto ,
6: [a ſepera dal ballo , il quale quantunque ſi poſſa compren:
dCſcſOth l’arte rappreſentativa non dimeno non èproprio , ne
A ddd d a par:
arte della tragediaLaonde a noſtri‘ di ſi recitano le tragedie ſenza
allo.llballo adunque per ſe non è grave ſe non ſi commette errore
nell'arte del ballo,& vi ſi commette errore quando ſi balla raſſomi:
gliandoſi le ſemine dislioneſte ouili,& non le nobili 8: le lioneflc.M.-L
pOnmente che l’argomentare dalla viſta al ballo,o dal ballo alla viſta
per dimoſtrare la grauezza ola leggerezza della tragedia non èvgua
le nelodeuole- Percioclie la viſta quando è conveneuole non c‘di
ſoprapeſo alla tragedia ,ma parte neceſſaria , & anzi leggerezza clic
nò,ma il ballo quantunque ſia conueneuole è ſempre di ſoprapeſo
alla tragedia ,8c parte ſuperflua , 8: di grauezzalìt ſorſe queſte pa:
role rsù vui- Lirio” a; aim ihtuà'ich Wuz-*m ”won't-o‘: vogliono eſſes
re ſcritte coſi ”ù di; 2mm és oi’m iMuOiçxſ 7nd”; plyouyiwlí. Tg”
WM?! Wi Zinio xiid'o’ws :ma -rù ’dv-{Fd Zar-tgii immila 473?: ñ Ici-7|.
"o'pr qiaviçì Sani'- n's îsig. Weſta c‘ la riſpoſia clie ſi da alla ſc:
conda ragione addetta per l’epopea , la quale era clie l’epopea
era oggetto de veditori piu intendenti , percioclie ſi recitaua
ſenza viſta , 8c ſenza liarmonia , ö: ſi dice clie la. tragedia altreſi
ſenza movimento cioè ſenza viſta 8t liarmonia ſi fa vedere non
meno cheſi faccia l’epopea potendoſi leggere , & per conſeguen
te c‘ oggetto de veditori intendenti. Ma è da conſiderare che
non è vero che la tragedia operi quello , che e ſuo proprio ,
perla lettura ſenza la viſta ei movimenti , come fa l' epopea ,
cOncioſia coſa che eſſa ſia ſtata ordinata per dilettare 8t eſſere com:
preſa daglintendenti , 8c daglignoranti. Il che fa con molta agevo
lezza quando è rappreſentata con tuttoil ſuo arneſe ma rappreſen:
tata con la lettura ſola non diletta ie non poco gli'ntendentj ſecon:
(Lo clie anchora teſtimonia Wntiliano al capo terzo del libro vnde:
cimo della’nſormatione del dicitorc dicendo. Documento ſunt vel
ſceniciaóioresgui & optimis poetarum tantum adijciunt gratis!, vt.
nos infinite magis eadem illa audita quam leda deleölentwt viliſsimis
etiam quibusdam impetrent aures ., vt quibus nullus eſt in bibliotlie:
cis locvs,fit etiam frequens in tlieatris , ne diletta punto gl'ignoran
ti non eſſendo inteſa. Etcome vogliamo che con la lettura ſola ſil
inteſa dagl’ignoranti ſe- nella ſcrittura nen ſi contengono ſe non ccr:
te parti della tragedia,clie ſono la ſententia, il coflume , & la faueſh
mancandoui la parte principale cheèla favola , la quale conviene
eſſere ſupplita 8t imaginata dallo'ngegno del lettore & per conſe:
gucnte conviene che lo'ngegno ſia aguto. 8d`pſeculatiuoc`Ma l’epopea
orecitiſi oleggafi 'ſempre preſenta con leparole allo’ntelletto deli::
. ſc j
379
ſeoltatorep del lettore la ſauola,la ſentenzía,il coſtume,8c la Eine-lla,
cio è tutta l’epopea intera,ne conuiene che l’aſcoltatore,o il lettore
s’aſſottígli per imaginarſi 8c per trouare quello che non v'e‘.La onde_
gl’lgnoranti ſono partefici dell’epopea,&la'ntendöo quäu'iq; perauë:
tura `gli'ntendenci ne fieno piu partefici,&piu la’ntendano conuenen
doſi comprendere l’attione,& la favola per mezzo della ſauella li co
me ſi comprendono anchora l’altre parti dell’epopea. .Si chela tra:
gedía non faquello che èſuo proprio con la lettura come fa l’epopea`
6c non c` vero che richieda per eſſere inteſa (illa maniera di letto
ri intendcmi che richiede l’epopea. Percioclie gli richiede molto piu
irnendenti,&perche glirichiede piu intendëti in cio è piu grauoſa dal
la partedc "editori-La quale e concluſione dirittamére contraria a
quella che di ſopra pareua ſtabílireAriſtorele cio èclie quä to la poeſia
richiedeiveditori piu intendenti tanto foſſe meno grauoſa è 0719 ;5|
:LAM np'fluſhñrm oîzx &vwîop ämîi Èwìgxup. Wella e‘ vn’altra riſpoſta
data alla ſeconda ragione , 8: vno appreſtamcnro a dire le ragioni,
Perle quali la trag.dia ſoperchia l’epopea. La riſpoſta è colifarra…
o niamo che ſia uero , chela tragedia ſia piu granata di mouimen
ti,c ie non el’epopea,& che non poteſſe ſar quello,c]1e é proprio ſuo
ſenza mouimenti,& in cio foſſe da meno dell’epopea non percio la:
rebbe da poſporre all’epopea,poiclieſoyercllia l'epopea nell’altre c0
ſe delle quali ſi parlera Si clie ſe èda meo in vna coſa c‘da piu in mol_ ì
te,&ſe eda piu in molte non è neceſſario cliehabbia anchora qlla vna
&che l’auanzi ancliorajn quella vna per eſſere Ioprapoſta all’epo:
pea.Adunque ñroyeoòx’xvaflçîffl ‘4077] &Ira'eçxtqu- s’intende chela tragedia
fäccia quel‘lo che è ſuo proprio ſenza mouimenri non l’è neceſſario. i
La quale riſpoſta non è di molto valore ſe altro non fi dice. Percio,
clic cìſta üa]coſa,nella quale latragedia è da mëo che l’epopea puo eſs
ſere di maggiore peſo che non ſono tutte l'altre,nelle quali l’epopea
è da mëo clic non è la tragedia Hora s'apre la via a dire le ragiom P:
la tragedia dicendoſì. Se adunque eſſa tragedia e‘ migliore nell’altra.
coſe,perciocl1e con qua opportunira ſi diranno le coſt-,nelle quali è
migliore.ì’”x|1a J‘io’ri mln’qu ?rami ?mami-e ”ù Wuízçç ?Em xçíáîfl.
Puo la tragedia eſſere migliore dell’epopeain due modi, o perche
habbia quelle coſe,clie ha parimente l'epopea,migliori o perche liab:
bia altre coſe,che non ha l'epopea.Prima adüq; che ſi dica qUaliſieno `
quelle coſe,che ha la tragedia migliori che non lia l’epopea ſi dicequa
li ſonoqlle,clxe ella [121,81 non lia l’epopea, 8: a moſh-arleſi procede
per'qucſta via, La tragedia ha la fauolaicoſhmiJa ſentenzia, 8( le
Ddddd z ſauelx
r
THE" DELLA
DELLA POETICA D'ARI
STOTELE VVLGARlZZATA , ET SPOSTA,
dual-ì inſei pmi principali. La prima fi ridmide in noue particelle,
ì nella quale fi dite cbe cofix fia poeſia nigeria-ile
(a‘ m iſpetiale.
CON'I'ENEN’ZAv DELLA
CONTENEN-ZA DELLA..
T P Rl M A P A R Ti C E L L A. Per laquale maniera d'huOi
mini ſu trovata la poeſia in generale”: come. 34b
Cl SECON
1 SE C O ND A, Per laquale maniera d'huominiſu tr0uate le
Î- p0efia in iſpetiale,& come. ’ 41 .a
q T E R Z A. Chealtroue è da dire ſe la tragedia ha le ſpetie b'aa
Ì ſteuoli,& ha quel valore leg endola che ha recita ndola. 45b
q Qy A R T A. Onde riceue lono alcuni accreſcimenti la trage
‘ dia , & la comedia, 8( perchi riceueſse la tragedia altri accreſci
menti, & alcuni mutamenti, 6t che certi altri ſenza ſaperſi
perchi. 46.;
T QV l N T A. Che il vitío in quanto muoue riſo èſoggetto della
raſſomiglianza comica. ;mb
‘I S E S TA. Che non ſi ſa ñperehi riceueſſe la comedia glialtri ac
creſcimëti a nchora che ſi ſappia p chi riceueſſe le ſauole. ”na
H S E T T l M A. -Wale conformita,& quale differenza habbiano
tra ſe l'epopea,& la tragedia. ;9.1
LA TERZA PARTE PRINClPALÈ
[i ridimde in Denti 0' lette particelle, nella quale
fi dice della tragedia*
CONTENENZA DELLA.
C P R l M A P AR TIC E L L A. Diſfinitíone della trageſi
ì dia. 6: b
'T S E C O N D A. Come fieno-ſei parti diqualita della tragediadöz
quali', &aqual maniera di raſſomiglianza pertenga ciaſcuna
fl t delle predette ſei parti. * öd-b
q T E R Z A. Della dignita di ciaſcuna delle ſei parti di ‘?qualita
della tragedia , 8t in qual grado ciaſcuna di loro ſi debba ;ri
- . porre, 74.:
il O`V A R T A. Da ragionareèprima della fanali-1,8: prima fi ra
giona cheſia perfetta ,o tutta. Biz-a`
T QVI N T A. Che la fauola debba eſſere grande-,Gt quäto. 89.3
T SESTA. Che laſauola debba eſſere vna , 8: quale ſia o non ſia
parte del tutto. 96.3
Qi S E T T l M A. Che la fauola debba eſſere poſsibile,chei nomi &
. le coſe poſſa no eſſere imaginati parte o tutti dal poeta. I0 l .b
fil O T T A V A. Chela fauola no'n debba hauere digreſSioní ſcon
ueneuoli V ` ‘ i: I .a.
T NO NA' Chela fauola debba eſſere marauiglioſa- l zz-b
Fffff z TDEClMAt
I D E C I M A. Che la ſauola debba eſſere rauiluppata-Che coſ’a
ſia Ìn’íçlfll’rfla cio è il riuolgimëto,& che ſia riconoſcenu. i; t.:
T V N D E CI M A. Che la ſauola debba eſſere doloroſa. 14 i.:
T D V O D E C l MA. Lui-fili fieno le parti di quantita della
tragedia. [43.:
Î D EC] M A T E R Z A. Wale perſona ſia da ſciegliere per
generare per riuolgemento ſpauento, &compaſsione , 8: qual
riuolgimento,& qUal cagione di riuolgemento ſia da ſciegliere
per ſar cio, Che lo ſpauento , & lacOmpaſsione poſſono eſſere
. - generati dalla viſta. - l 47@
E D EC l M A Q`YA R T A. Come ſieno-gliaccidenti horribili
& compaſsioneuolí piu 6t meno per amiſta, o per nemifla , per
.ignoranza o.periſcienza,pcr ſare o per eſſere per fare. [6 7.a
T D E C l M A QV l NT A. Chei coſtuiniſieno buoni,c0nue
uoli,ſimili,& Vguali. [77 b
T D EC] MAS ES T’A. Wanda ſi conceda la ſoliitionc della
fauola per ordigno,Che il poeta dee hauere appo ſe vno eſſcma
pio perfetto di coſtumi. Che la viſta 8( l’harmonia. non ſono
da ſprezzare. ”4 b'
fil D E C [M A S E T T l M A. Stormenti-della= riconoſcenza.v
Valore,Vſo,& Opportunita de predetti flormenti - 19:.a
*1; D E C l M A O T T A VA. Come-il poeta prëdendo la perſona
del veditore truoua il diceuole 8t ſchifa la contrarieta & come
prendendo la perſona del paſaionflto rappreſenti bene il paſ
fiomto, 6t come vniuerſaleggiando la fauola faccia bene le di
greſsionii aos. a
q D EC I M A N O N A. Che la tragedia ſi partein Iegame,&in
ſolutione,& che coſa fleno,che quattro ſono le ſpetie delle tra
gedie Rauiluppata , Doloroſa , Coſtumata , 8t Simplice , Cheil
poeta dec hauere tutte l’eccellenzedclla poeſia , ola maggior
parte.. a :3.1
T V E N T E SI M A‘. La confiitutione rappreſentatiua non dee
eſſere lunga quanto l'epopeica.Come il choro poſſa laſciata la
ſua prenderela perſona d’vn rappreſentatore 61 come non dee
cantare coſe ſeperate, Che il marauiglioſodeeeſſerc nella muſ
tatio ne 8t nella ſimplicita., z |9-a
1] V E N T E Sl M A P R l M A. Comedclla ſententia s’e‘ parlato
altroue,quali ſieno le ſ`ue parti,çhe la figurata profarenza non
pertcnga alla poetica-ñ z z ;.b
e T VENTI-lc—
I VENTESÎMASECONDA. Walíſienole parti della‘
ñ— fauella,che ſia element0,& quali le parti ſue. z amb
T V E N T E S l M'A-T E-R-Z A. Che coſa ſia ſillaba , che ſia le
game,checoſa ſia articolo- z ;4. b
Î V E N T ESL] M A (LV A R TA. Che coſaſia n0me,Che coſa
ſia verbo. Oglali ſieno le ſpetie del caſo, Che coſa ſia diſfinin’o:
ne,& quante e ſue ſpetie, come de nomi alcuno ſia ſimplice al:
cuno doppio- :za-a
T V E N T ES l M A QV l N TA. Che coſa ſia proprio ,lingua,
traslatione,fatto,allungat0,accorciato & tramutato 1441
Î VEN T E Sl M A S ESTA. ln quali elementi finiſcano i
, nomi maſchili feminíli & mezzani. :ça-a
T V E NT ES] M AS E TT i M A. Vale maniera di parole
faccia la chiarezza,quale l’humilta,quale la magnificenza,quale
l’enigma,quale il barbariſimo , quale la chiarezza & la magnifi
cenza inſieme,quale ſia piu ingegnoſa,& quale a quale maniera
di' poeſia ſia piu conueneuole, 159.8
[ZA (LVARTA PARTE PRINClPALE
[i ridini'de in quattro particelle , nella qualefi
dice ñ deſſe-pop”. -
CONTENENZA' DELLA";
p *2175257709
"`w
-vyñ.
.
. -
n - e l a
a
O
n I O
P n .
n, o V
o e
I
.
I F I
'7
a
. .
o fi
. …
` al
1
. ,
. u
.
‘
v r . I
.. A
u .. Ì
.- . . vn i..
4 A.
'~ -
l
s .o . . .. p. fl
_
.
. _ . …
4 o
.
I I . Ì
l ` - ,
V . __
z- ñ
4 . . A
. . a ‘ .. .
. ... u fl
. P." ‘
.3 a
, A
v .
a z > A
.
o
u U! u ‘
a . n
Q Ì
V I ñ
A
- q . \
Q
o
Q . . . . A
a T.
-.
7.
›
.
s
.
. ._
. .
.
r
. . ,
p . .
. . .
L. .. . .
V
`
. .… .
_n ._. .4 .
.
.. ... . l
. . u
e . I
.
_ .
--Il