Você está na página 1de 6

Quando i due gameti si unirono in quella provetta risuonò

nell'aria un grido di gioia: l'equipe internazionale che tentava


ormai da anni la ricostruzione completa della catena del DNA era
riuscita a portare a termine la sua missione. Di lì a nove mesi
una donna ignara in una qualche parte del pianeta avrebbe messo al
mondo l'individuo senza difetti, dotato dalla scienza di un codice
genetico assolutamente perfetto. E così fu...

Nel primo periodo della vita di Hub Soltus tutti si stupivano


delle sue qualità quasi soprannaturali: aveva la capacità di
riuscire perfettamente in tutto ciò che faceva e di riuscire anche
dove i "grandi" fallivano. Era una sorta di gran fenomeno da
baraccone, visto che le esigue finanze della famiglia non gli
potevano permettere grandi studi. Ma dopo qualche tempo trovò
degli strani "finanziatori" anonimi che gli permisero di
proseguire gli studi. In questo modo passò gran parte della sua
adolescenza a riempirsi la pancia di ogni bendiddio ed a
sperimentare tutte le esperienze più folli che un giovane può
procurarsi con una buona dose di denaro. In effetti gli studi
procedevano alla perfezione, ma vista la sua incredibile capacità
di memorizzare tutto in pochi istanti aveva a disposizione più
tempo libero di ogni altro. Con il passare del tempo però Hub si
stancò di divertirsi ed iniziò a fare progetti per il suo futuro:
tutti gli avevano sempre detto che da uno come lui ci si potevano
aspettare solo grandi cose e lui aveva preso questi vaneggiamenti
in parola. Stava preparando qualcosa veramente degno della sua
fama ed era certo che non avrebbe deluso nessuno. In fondo era
sempre riuscito in tutto ciò che aveva fatto e nulla faceva
presagire che questa volta le cose sarebbero andate diversamente.

I primi veri problemi che Hub dovette affrontare erano la relativa


solitudine in cui era costretto a portare avanti il suo progetto:
nessuno infatti aveva avuto il coraggio e le capacità necessarie
ad entrare a far parte della sua comunità, ma di ciò Hub non si
curò molto. Era abituato a non essere circondato da rompiballe. E
la solitudine gli dava ampi margini di azione: si trovava talmente
bene ed a suo agio che tutto ciò che faceva riusciva alla
perfezione ed il suo piano procedeva con un tempismo assoluto.
Prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con il resto del mondo, ma
se aveva programmato bene le sue mosse non avrebbe avuto problemi
nemmeno in quello.
Un giorno arrivò il momento di entrare in azione: Hub stappò la
bottiglia di champagne che aveva conservato per l'occasione, si
ubriacò per benino e si coricò con il proposito di entrare in
azione il mattino seguente. E così fece.

Per portare a termine la prima tappa del suo piano aveva bisogno
di una notevole quantità di denaro: aveva messo da parte un bel
gruzzoletto negli ultimi tempi, ma aveva bisogno di trovare
finanziatori che gli permettessero di non rischiare di trovarsi
con l'acqua alla gola. Fu facile convincere qualche ricco idiota a
consegnare nelle mani di quel giovane bello e rampante grosse
somme di denaro che, sosteneva Hub, sarebbero dovute servire a
costruire importanti infrastrutture in paesi del Terzo Mondo che
ne erano sprovvisti. Non fu costruito nessun ospedale in Africa,
nessuna scuola in Indocina, ma quel denaro serviva comunque per
una giusta causa, quella che il Destino in persona aveva dato da
portare a termine ad Hub Soltus. Una volta portata a termine la
prima tappa, ovvero la costituzione di un'ampia comunità di
persone che si battevano per il medesimo scopo sotto l'effetto di
farmaci che generavano una fortissima forma di dipendenza, non
c'era altro da fare che passare alla seconda: sguinzagliare tutti
i suoi migliaia di fedeli adepti in giro per le strade nel periodo
pre-elettorale e convincere la gente, con le buone o con le
cattive, a votare per Hub alle prossime elezioni. Fu così che il
nostro baldo giovane divenne il presidente del consiglio più
giovane che il Paese avesse mai avuto. E questo non fu che il
primo passo!

Quello che rendeva Hub più felice era il fatto che riuscisse
sempre a trovare soluzioni che, una volta portate a termine, non
potessero in alcun modo ricondurre a lui: se si faceva consegnare
del denaro non rivelava mai la sua vera identità, se mandava i
suoi fedeli adepti a "convincere" qualcuno non lo faceva mai a suo
nome! Così, operando nell'ombra, riusciva a mantenere una
reputazione perfetta, aldilà di ogni sospetto. Era veramente un
genio!
Il secondo passo si articolava in due tappe: dalla presidenza del
consiglio del suo paese alla presidenza dell'organismo politico al
vertice del suo continente e da lì ala presidenza dell'organismo
politico che reggeva le sorti dell'intero pianeta. I mezzi con cui
raggiunse questi scopi furono pressappoco gli stessi che aveva già
utilizzato in passato e che sembravano funzionare alla perfezione.
Il suo piano era progettato veramente bene!
A questo punto le cose si fecero un po' più complesse: l'organismo
che Hub presidiava non aveva gran voce in capitolo nelle politiche
dei singoli Stati aderenti. Inoltre non tutti gli Stati del mondo
ne facevano parte e il sistema democratico con cui era retto non
si addiceva molto bene agli scopi che Hub si era prefissato.
Questo fu sicuramente il periodo più duro della vita di Hub: ci
volle qualche anno per riuscire a ricondurre a sé, spesso dovendo
ricorrere a mezzi non del tutto innocui, tutti gli Stati ostinati
e recalcitranti che non volevano entrare a fare parte di quella
importante organizzazione e ci volle ancora di più per concentrare
nelle sue mani un potere che gli permettesse di agire in modo
incontrastato, come del resto era abituato a fare. Aveva ormai
superato la trentina d'anni quando si accorse che il secondo punto
del suo piano era stato raggiunto: ora era solo a capo del mondo.
Non restava che passare al terzo punto!

Il terzo punto, che all'apparenza sembrava più complesso, non era


in fondo di così difficile realizzazione. Ci voleva solamente del
tempo per fecondare con il DNA "perfetto" di Hub tutte le donne
del pianeta, questo è vero, ma nel frattempo si potevano preparare
gli eventi che avrebbero portato al superamento del quarto punto.
Tutto procedeva secondo il piano di Hub che, a dire il vero, non
aveva mai avuto dubbi sul funzionamento del medesimo. Le donne di
tutto il pianeta iniziarono a dare alla luce bambini che per metà
avevano il DNA perfetto del "padre". L'altra metà era impura, ma
Hub non pretendeva di avere tutto dalla vita: i suoi primi tristi
anni d'infanzia gli avevano insegnato che ci si doveva abituare ad
accontentarsi di quello che la vita ci riserva, senza farci troppi
problemi. Inoltre non era possibile che i suoi adepti fossero
riusciti ad inserire nell'utero di tutte le donne incinte del
pianeta il seme di Hub: qualche individuo completamente impuro
sarebbe rimasto, ma, come ci insegna la legge della selezione
naturale, alla lunga questi individui più deboli si sarebbero
estinti. Il terzo punto si poteva considerare in fase di
completamento. Finora non c'era stato nessun intoppo.

Il quarto punto prevedeva che venissero selezionati i migliori tra


i "figli" di Hub sparsi in tutto il mondo. Dall'incrocio mirato
tra questi individui "perfetti" solo a metà sarebbero nati altri
individui tra i quali qualcuno avrebbe avuto un grado di
perfezione molto alto. Così come per selezionare alcune precise
caratteristiche in animali domestici si fanno incrociare tra di
loro gli individui che sono dotati di quelle particolari
caratteristiche, ed essendo l'uomo a tutti gli effetti un animale,
non fu difficile prelevare i gameti di questi individui
selezionati e farli incrociare tra di loro. Sarebbe stato più
semplice clonare il DNA stesso di Hub o utilizzare le tecnologie
che avevano portato l'equipe internazionale a sintetizzare il
codice genetico perfetto, ma Hub aveva voluto che fossero
eliminati tutti gli scienziati in grado di svolgere questo tipo di
lavoro sulla faccia del pianeta, per non avere strani ed
improvvisi inconvenienti. Il sistema adottato non era quindi il
migliore o il più veloce, ma funzionava lo stesso!

Mentre il terzo punto era ancora in via di compimento, il quarto


punto iniziava a dare i primi evidenti risultati: Hub era ormai
entrato da un bel pezzo in quella che viene definita l'età degli
"anta", ma aveva un fisico molto forte che gli permetteva di
seguire sempre in prima persona gli sviluppi del suo progetto.
Erano nati i primi individui di seconda generazione e, tra questi,
si riuscì a selezionare una discreta quantità di bambini ad alto
grado di perfezione. Dall'incrocio tra questi sarebbero nati
individui dall'altissimo grado di perfezione. Il quarto punto era
in fase di soluzione!

Il quinto punto, che secondo il piano di Hub avrebbe dovuto essere


il penultimo, poteva dirsi iniziato: tra gli individui di terza
generazione sarebbe stato facile trovarne un paio, un maschio ed
una femmina, ad altissimo grado di perfezione da dare in custodia
ad Hub perché potesse insegnare loro tutto ciò che sapeva e
iniziarli al loro importantissimo compito, quello di ripopolare il
pianeta con individui di razza superiore. Ma, come spesso avviene,
le copie non vengono sempre perfettamente somiglianti
all'originale! Infatti i due individui selezionati portavano
ancore dentro di sé qualche residuo del codice genetico delle
madri impure da cui erano stati generati i loro nonni semi-
perfetti. Ma, avendo un altissimo grado di perfezione (comunque
inferiore a quello di Hub), riuscirono a nascondere i loro intenti
al vecchio uomo che, pur essendo ancora perfetto ed in forma
pressoché smagliante, non si accorse degli scopi che i suoi due
migliori pronipoti si erano prefissati. Una volta cresciuti
decisero infatti che era giunto il momento di staccarsi da quel
vecchio così possessivo, razionale fino all'eccesso, presuntuoso
ed egocentrico e che non riuscivano più a sopportare. Se ne
andarono una sera, senza dare nell'occhio, in perfetto silenzio.
Sapevano che una folla di migliaia, se non milioni, di adepti
allucinati li avrebbero cercati e scovati ovunque fossero, quindi
decisero che la cosa migliore da fare era staccare completamente
la spina con il loro passato. E così fecero.

Il mondo non fu più lo stesso dopo quella sera: la morte


improvvisa di Hub Soltus, le cui cause non furono mai rivelate,
colse alla sprovvista milioni di persone su tutto il pianeta
convinte che il loro idolo fosse immortale. Col tempo ci si abituò
di nuovo alla normalità di una vita che tornò ad essere
pressappoco come ottant'anni prima, ma qualcosa era cambiato: le
persone sembravano essere meno disposte alla collaborazione, più
solitarie e egoiste. Comunque le nuove generazioni erano diverse,
più aperte, più disposte a socializzare, ad aiutarsi l'uno con
l'altro: questo perché gli anziani portavano inevitabilmente
dentro di sé tracce del DNA "perfetto" di Hub, ma questi pezzi di
codice genetico si riducevano nei giovani e, soprattutto, nei
bambini, perse nella diversità che è la caratteristica
fondamentale che permette alla razza umana di sopravvivere.
Frammenti del DNA di Hub continueranno a "vagare" eternamente
all'interno del codice genetico dell'umanità, ma stando a contatto
con altri derivanti da chissà dove si "imbarbariranno" e, così
facendo, si confonderanno perdendo la loro efficacia. Il tempo
cancellerà con la confusione genetica l'incredibile diffusione di
quell'unico codice genetico che per anni ha sostituito ogni altro
DNA maschile, ma tracce del medesimo rimarranno sempre impresse in
qualcuno di noi. Fortunatamente però non potremo mai sapere chi
sarà lo sfortunato portatore del codice "perfetto"!

Ann Emesis e Peck Strans avevano dentro di sé una gran gioia di


vivere. Si sentivano portati a socializzare con gli altri, a non
vedere gli uomini come una minaccia. Fu per loro veramente
difficile scoprire che il mondo che non avevano potuto vedere
prima d'ora di persona era tutt'altra cosa da quello che era stato
descritto loro. Ma furono estremamente felici di scoprirlo! La
gente, l'umanità, così strana, diversa, piena di colori, di suoni,
ognuno con una sua bellezza, una sua romantica essenza sembravano
sprigionare enormi quantità di vita nell'aria tanto che si poteva
respirarla. Si accorsero che vivere non voleva dire null'altro che
respirare quell'aria, impossessarsi per un momento del soffio
vitale per poi cederlo immediatamente a qualcun'altro che si trova
di passaggio in quel preciso momento in quel luogo. Respirare
l'aria già respirata da qualcun'altro: un concetto che fino a poco
tempo prima avrebbe tormentato i loro sogni fino a non farli
dormire, ma che, ora, riempiva di poesia ogni attimo della loro
vita. Adesso non si sentivano più perfetti di nessun altro
individuo sulla Terra, semmai a loro era mancato qualcosa che
altri avevano sempre avuto e, in quel momento, lo percepivano
benissimo: la libertà.
Si accorsero di quanto fosse bello vivere in un mondo popolato da
barbari, semi-perfetti, individui inferiori quando nessuno, e di
ciò ne erano fermamente convinti, fosse veramente superiore. O,
almeno, non più!
Postilla: se ami la cultura falla girare. Invia questo racconto a due tuoi amici: ti sarò debitore di
una pizza virtuale.

Você também pode gostar