FUMETTISTA 1 9 9 5

3 4 6
P A G . IL MERCATO P A G . DIRITTO LA PIAZZA
D'AUTORE
PAG.
LA CRISI: SCOPRIRE LETTERE: IO,
LE CAUSE PER DIRITTO MORALE FUMETTISTA O
TROVARE I RIMEDI & PATRIMONIALE COS'ALTRO?

PROFESSIONE 2 TRIM.
N.2
NOTIZIARIO DELL'ASSOCIAZIONE FUMETTISTI

1996: FUGA
NON BUSSATE...
È legge il prelievo del 10% a favore dell'Inps
perché con tutta probabilità, smenten-
do il motto evangelico, non vi sarà
aperto!
Come sapete, nel numero scorso ave-

DALLE COLLABORAZIONI
vamo messo insieme con tanta buona
volontà un prontuario per chi cerca
lavoro. Non che fosse pieno di occa-
sioni mirabolanti, ma qualche speran-
za, a un esordiente dotato di buona
penna o di buona mano, poteva offrir-
la. Purtroppo, già mentre il bolletti-
no andava in stampa e veniva spedito,

I
l P-DAY, il Giorno del della legge attuale rispetto alle prece-

la situazione è degenerata: la Granata

Prelievo, è scattato il 1° gen- denti versioni ventilate e mai applica-

Press ha praticamente chiuso i batten-

naio del 1996, anche se, te è che il prelievo si applica anche a

ti (anche se noi continuiamo a incro-

come al solito, qualcosa lavoratori dipendenti e pensionati.

ciare le dita e fare scongiuri perché

resta da chiarire prima di Questi, se in aggiunta alla busta paga

Bernardi possa risalire miracolosa-

poter applicare la nuova nor- o alla pensione sono titolari anche di

mente la china in extremis!) e la Star

ma che si propone di dare (e redditi di natura autonoma, dovran-

Comics ha deciso di chiudere tutte le

far pagare) a tutti una pensione. O no, su questi ultimi redditi, versare il

nuove testate italiane, mentre per

meglio, come vedremo, a quasi tutti. contributo di legge.

poter mandare avanti Lazarus Ledd

Ma veniamo subito ai contenuti della Contributo che è stato stabilito

sono stati ridotti sostanziosamente i

nuova disposizione di legge. Intanto, definitivamente nella misura del

compensi. Intorno, la situazione non

chi riguarda: i lavoratori che svolgono 10% (resta da chiarire se sull'importo

è migliore: Traini tiene in piedi l'ac-

attività autonoma e professionale lordo del compenso o se al netto delle

corpato Eternauta & Comic Art, ma

finora non interessati dai versamenti eventuali esenzioni forfettarie). Ma da

non produce praticamente più niente

all'Inps a fini pensionistici. La novità qui in poi le cose si complicano: per

di italiano. La Cierre ha dato forfait

(anche se, per il momento, Arthur
King è approdato alla Macchia Nera e
potrebbe anche star meglio di prima).
E via piangendo.
La disperazione spinge autori più o
meno giovani a tentare la sorte da
soli: all'autoproduzione Fumo di
China ha dedicato un breve dossier
sul n. 35, e a quello vi rimandiamo
per un eventuale approfondimento del
problema.
Resta il fatto che anche questo tenta-
tivo porterà difficilmente a qualcuno
il successo economico o, perlomeno,
di che sbarcare il lunario in attesa di
tempi migliori: a parte poche situa-
zioni abbastanza marginali, la produ-
zione fumettistica in Italia, come già
qualche anno fa, è ripiombata in una
© STEFANO CASINI

situazione di bi-monopolizzazione:
sul versante del fumetto umoristico-
per ragazzi c'è la Disney; su quello

1
(SEGUE A PAG. 8)

PAG.
cominciare, la collabora-
zione coordinata e conti-
nuativa è soggetta al pre-
lievo, mentre non è così
per la collaborazione sal-
tuaria. E questo comincerà
a creare una serie di dubbi
su tutte quelle forme di
collaborazione che sono al
limite tra le due posizioni,
con forzature in una dire-
zione o nell'altra a seconda
degli interessi.
Altra novità: a versare il
6,66% dovrà essere l'a-
zienda, mentre solo il
3,333% sarà a carico del
collaboratore. Questo
significherà inizialmente un maggior
aggravio di costi per le aziende (pro-
prio quello che ci voleva, in questo
momento!), almeno per quello che
riguarda tutti i rapporti già in essere,
ma è chiaro che si scaricherà invece
totalmente sugli autori per le nuove
collaborazioni (e per i rinnovi di quel-
le già esistenti), dato che gli editori si
affretteranno ad abbassare i compensi
fino a rientrare nei propri budget. E,
almeno nel nostro settore, possono
farlo tranquillamente, dato che non ci
sono Ordini di categoria e Contratti
nazionali a difenderci con minimi
garantiti e cose del genere. Se la
nostra associazione fosse sostenuta
dalla gran maggioranza dei fumettisti
forse potrebbe anche far sentire la sua
voce, invece la quasi totalità dei nostri
colleghi preferisce giocare la sua par-
tita da solo, o ritiene inutile spendere
50.000 all'anno (!), o teme, iscriven-
dosi, di irritare l'editore e perdere il
lavoro. Così noi siamo quattro gatti, e
tutto il settore continua a vivere confi-
dando nella correttezza dell'editore
(merce, sappiamo, decisamente rara).
Ma torniamo alla nuova legge.
Per far partire tutta l'operazione, dato
che per l'Inps i chiamati alla nuova
contribuzione sono al momento degli
emeriti sconosciuti, è necessaria
un'autodenuncia da parte degli
entrambi i versamenti fos-
se il datore di lavoro, che
per la quota del 3,333% si
rivarrebbe sul collaborato-
re al momento del paga-
mento del compenso (co-
me già succede per la rite-
nuta d'acconto). Questo
però presupporrebbe che i
bollettini dell'Inps arrivas-
sero a lui, e non all'autore
come, attualmente, preve-
de la norma di legge.
Vedremo se l'Inps troverà
il modo di conciliare la let-
tera della legge con le esi-
genze della praticità.
Il problema non si pone
per chi è titolare di "altri redditi di
lavoro autonomo", perché in tal
caso l'intera percentuale del 10% è
a suo carico. Sarà dunque lui a rice-
vere i bollettini e a provvedere perso-
nalmente a versare l'intero importo
alle dovute scadenze: in questo caso,
come per l'Irpef e la "tassa della salu-
te", gli acconti a maggio e novembre
e il saldo a maggio dell'anno successi-
vo sulla base dell'effettivo reddito rea-
lizzato nel periodo in questione. Per
quest'ultima categoria, dunque, non
si dovrebbe porre il problema di ver-
samenti nel corso del 1996; nascendo
la contribuzione in quest'anno, non
hanno infatti un reddito precedente
sul quale determinare gli importi, e
dovranno pagare in un'unica volta il
saldo a maggio del 1997 (insieme al
primo acconto per il '98; il consiglio è
quello di accantonare comunque la
cifra nell'arco del corrente anno, per
non trovarsi di fronte a problemi di
liquidità al momento buono).
Come già parzialmente anticipato in
precedenti articoli del nostro notizia-
rio, il prelievo non riguarda:
a) chi è già soggetto a contribuzione
obbligatoria;
b) coloro che ricevono borse di stu-
dio;
c) i redditi, e qui arriviamo al punto
che riguarda la gran parte dei
fumettisti, derivanti da "diritti di
autore", cioè dall'utilizzo economico
di opere dell'ingegno, di brevetti
industriali ecc.;
d) le indennità dovute per cessazione
di rapporti di agenzia;
e) le partecipazioni agli utili, quando
l'apporto è costituito esclusivamente
dalla prestazione di lavoro;
f) la partecipazione agli utili spettanti
ai promotori e ai soci fondatori di
società per azioni, in accomandita per
azioni e a responsabilità limitata;
g) i redditi derivanti dall'attività di
levata dei protesti esercitata dai segre-
tari comunali.
Per coloro che devono pagare, eva-
dere non sarà facile: infatti, il datore
di lavoro, che partecipi o meno alla
contribuzione, dovrà segnalare
all'Inps tutti i percettori di redditi tra-
mite il mod. 770 sul quadro D, che
già è tenuto a compilare per il fisco e
una copia del quale ora spedirà anche
all'Inps.
Per i ritardi nei versamenti è prevista
un'aliquota annua di quasi il 29%,
fino anche al 200% dei contributi
dovuti.
Ma cosa avranno in cambio di questo
versamento i contribuenti? La pensio-
ne, naturalmente. Secondo i parame-
tri indicati nel riquadro sottostante.
La situazione è dunque la seguente:
chi ha redditi da diritti d'autore non è
tenuto a fare i versamenti all'Inps, ma
non godrà di nessuna pensione, a
meno che non ne faccia una privata-
mente; per chi invece deve sottostare
al tributo, il problema rischia di essere
quello di far quadrare il budget fami-
liare, visto che questo nuovo salasso
(sia pure compensato dalla tranquil-
lità di una pensione) rischia di man-
dare in tilt i già delicati equilibri del
settore.
Insomma, l'incubo è tutt'altro che
finito. •

DATI & CIFRE

interessati, in conseguenza della
quale l'Istituto provvederà a inviare i
bollettini per i versamenti da effettua-
re nel corso dell'anno. La denuncia

Per avere la pensione occorrono i seguenti requisiti:

va fatta assolutamente entro il 31

• avere almeno 57 anni di età anagrafica;

gennaio del '96 secondo le modalità

• avere versato almeno 5 (cinque) anni di contributi;

dettate dall'Inps, e dovrà riportare le

• avere cessato il lavoro dipendente se se ne svolgeva uno.

generalità del denunciante, il suo

Nota: per cominciare a pagare la pensione al raggiungimento del

indirizzo, il codice fiscale e la tipologia

57° anno di età la legge prevede che questa raggiunga una cifra
esatta del lavoro svolto.
Presumibilmente dovrà indicare

minima mensile (nel 1996 è di Lit. 576.000, corrispondente a un

anche (la cosa non è stata finora defi-

reddito annuo di almeno 250 milioni, e crescerà di anno in anno con

nita) le "coordinate" del datore di

la svalutazione!), altrimenti la pensione più bassa spettante all'assi-

lavoro. E qui nasce un altro problema.

curato sarà comunque versata, ma solo a partire dal 65° anno di

La legge stabilisce che chi ha rappor-

età. E se si versano contributi su un reddito annuale inferiore ai cir-

ti di collaborazione o svolge attività

ca 21 milioni previsti attualmente come minimo, l'Inps accrediterà i

di amministratore, sindaco, revisore o

versamenti non come annualità completa, ma parziale (con un red-

venditore a domicilio deve pagare il

dito di circa 10 milioni, verranno accreditate solo sei mensilità ai

contributo entro il giorno 20 del

fini della pensione).

mese successivo a quello in cui ha
ricevuto il compenso per l'opera pre-

2
stata; o meglio: il 6,66% dovrà ver-
sarlo l'azienda, e il 3,333 il collabora-
tore. Praticità vorrebbe che a fare
PAG.
M Il
ERCATO
LA CRISI:
Punti di base per un dibattito
SCOPRIRE LE CAUSE
PER TROVARE I RIMEDI
DI MARCELLO TONINELLI
La crisi è in atto.
Se è vero come si dice nell'ambiente
che la Bonelli, rispetto all'anno scorso,
incassa ogni mese un miliardo in
meno (pur continuando a passarsela
più che bene, sia chiaro!), si compren-
de come per gli altri editori (che della
Bonelli non hanno né la forza econo-
mica, né le testate dalle vendite stra-
tosferiche) la situazione possa essersi
fatta di colpo insostenibile, portando
a chiusure precipitose, ridimensiona-
menti del parco testate e, per quello
che riguarda le ormai pochissime pro-
duzioni di materiale italiano, a drasti-
che riduzioni dei compensi.
Della quarantina di case editrici signi-
ficativamente operanti nel settore
censite a inizio anno sull'Annuario del
Fumetto, ben quattordici hanno chiu-
so i battenti, e una cinquantina di
testate sono scomparse dopo breve o
lunga vita, solo parzialmente sostituite
da altre testate che, nella maggior
parte dei casi, appaiono destinate a
una sorte altrettanto triste.
Se la situazione è grave (e lo è), cre-
diamo si imponga ora, prima di fare
altri errori, magari peggiori di quelli
che ci hanno portato fin qui, una
seria, impietosa, realistica analisi. Per
questo ci sarà bisogno del contributo
del maggior numero possibile di ope-
ratori, e invitiamo pertanto tutti gli
associati non solo a farci pervenire il
loro parere o, ancora meglio, la loro
testimonianza, ma anche a darsi da
fare per raccogliere ulteriori punti di
vista "intervistando" colleghi e editori.
A noi, tanto per proporre una prima
base di discussione (che potrebbe tro-
vare seguito oltre che sul notiziario in
qualche convegno da organizzare in
occasione di mostre fumettistiche),
sembrano abbastanza chiari alcuni
punti:
1) I fumetti sono un'operazione com-
merciale, né più né meno di un film.
Come per i film, si possono fare con
l'intenzione di raggiungere vaste fasce
di pubblico, o per pubblici più ristret-
ti, elitari.
1a. Nel primo caso occorre una strut-
tura solida capace di produrre pubbli-
cazioni a grande tiratura realizzate da
grandi professionisti con criteri che le
rendano adatte al pubblico più vasto
(è dunque necessaria una "banalizza-
zione" delle storie), di pubblicizzarle al
massimo e di distribuirle capillarmen-
te. Attualmente, in Italia, questo è il
caso della Disney, della Bonelli e, in
misura minore, dell'Eura e della
Marvel Italia.
1b. Nel secondo caso, rivolgendosi a
un circuito più amatoriale, d'essai, e in
quanto tale numericamente ridotto, la
maggiore libertà "artistica" degli auto-
ri e degli editori dovrà essere compen-
sata giocoforza da minori compensi
per gli autori e/o un più alto prezzo di
copertina delle pubblicazioni.
Tutte le situazioni editoriali a metà
strada tra queste due ci appaiono
destinate a muoversi come vasi di
coccio tra vasi di ferro: per resistere e
crescere fino ad assumere le caratteri-
stiche del primo gruppo hanno biso-
gno di grandissime capacità artistico-
manageriali... e di grosse dosi di for-
tuna. Altrimenti il loro destino è la
scomparsa dal mercato.
2) Operare per un mercato nazionale
è sempre più difficile, a qualsiasi livel-
lo si operi. Un'europeizzazione delle
produzioni si impone ogni giorno di
più. Per prepararla, occorre europeiz-
zare al più presto le menti degli ope-
ratori del settore, autori in primis, ma
anche editori: vendere una stessa
pubblicazione in più paesi (o dividere
le spese fin dall'inizio tra editori di più
paesi) renderebbe più agevole il paga-
mento di buoni compensi agli autori
(che sarebbero così messi in condizio-
ne di lavorare al meglio) e molto più
semplice la sopravvivenza di testate
che, su base nazionale, hanno pochis-
sime speranze di ripagarsi i costi.
Riuscire a trovare un "linguaggio"
comune tra le varie "scuole" dei paesi
europei è la scommessa dei prossimi
anni.
3) Esistono sempre più fasce di lettori
"specializzati" che fruiscono di generi
specifici di fumetti: i supereroi piutto-
sto che i giapponesi piuttosto che la
scuola francese. Questi pubblici sono
quasi impermeabili tra di loro. Chi si
rivolge a essi deve avere conoscenze
specifiche e proporre testate dai con-
tenuti marcatamente omogenei, se
non vuole andare incontro a fenome-
ni di rigetto.
4) Esiste tuttora un vasto pubblico di
potenziali lettori di fumetti che non
ha però le conoscenze spesso richieste
per accostarsi alle storie "a continuity"
come quelle dei supereroi o la curio-
sità intellettuale per fare la fatica di
affrontare prodotti culturali "diversi"
come i manga. Gli autori e gli editori
che riuscissero a parlare fumettistica-
mente il linguaggio del quotidiano
(sport, tv, politica, sesso, sentimen-
ti...) e a proporlo fuori dal ghetto del
"mondo del fumetto" potrebbero sco-
prire platee più vaste di quelle "inven-
tate" da Dylan Dog.
Per il momento ci fermiamo qui. Sulla
base di questi primi, sintetici quanto
parziali punti cercheremo di allargare
la discussione (magari esportandola
anche su pubblicazioni da edicola)
giacché, lo ripetiamo, dall'esito di
questo dibattito potrebbero dipende-
3
re molti aspetti del nostro futuro pro-
fessionale e artistico.
PAG.
D' Diritto
AUTORE
Le due facce di un problema
DIRITTO MORALE &
DIRITTO PATRIMONIALE
DI ENRICO TEODORANI
Il sunnominato socio Junior ci ha mandato questo interessante artico-
lo che approfondisce alcuni aspetti della legislazione sul diritto
d’autore fin qui poco trattati sul nostro bollettino.
Siamo felici di pubblicarlo col dovuto risalto.
Prima di arrivare agli argomenti che
mi interessano credo sia giusto partire
con una premessa generale, ribaden-
do alcune cose già scritte più stringa-
tamente da Luca Boschi nel suo inter-
vento del primo bollettino del ‘94 :
all’autore sono riconosciuti due distin-
ti diritti. Un primo diritto è il cosiddet-
to “diritto morale dell’autore”: è il
diritto alla paternità dell’opera, a
esserne cioè riconosciuto autore; ed è
anche il diritto dell’autore di non pub-
blicare l’opera (cosiddetto “diritto di
inedito”) e, una volta pubblicata, il
4
suo diritto di opporsi a modificazioni
che possano recare pregiudizio alla
sua reputazione (art. 2577, comma 2°
PAG.
del Codice Civile), nonché il suo dirit-
to di ritirare l’opera dal commercio
qualora concorrano gravi ragioni
morali, salvo l’indennizzo di chi abbia
acquistato il diritto alla utilizzazione
commerciale dell’opera (art. 2582 del
Codice Civile). Il diritto morale è con-
cepito dalla legge come un diritto del-
la personalità, alla stessa stregua del
diritto alla vita o del diritto al nome:
è, perciò, un diritto imprescindibile,
irrinunciabile, intrasferibile (artt.
2577, comma 2°; 2582, comma 2°;
2589 del Codice Civile): l’eventuale
cessione del diritto morale è nulla.
Dopo la morte dell’autore, il diritto
morale può essere fatto valere, senza
limiti di tempo, dal coniuge o dai figli
o, in mancanza, dagli ascendenti o da
altri discendenti diretti (art. 23 della
legge n. 633 del 22 aprile 1941), indi-
pendentemente dalla loro qualità di
eredi. Il diritto morale, in quanto dirit-
to alla personalità, non si trasmette
agli eredi: può solo essere esercitato, a
tutela del proprio sentimento familia-
re, dai suoi congiunti.
L’altro diritto è il “diritto patrimoniale
di autore”, ossia il diritto esclusivo
all’utilizzazione economica dell’opera.
Questo diritto, a differenza del diritto
morale, è trasferibile (artt. 2581, 2589
del Codice Civile) e può, inoltre, for-
mare oggetto di un contratto che, fer-
ma restando la titolarità del diritto da
parte dell’autore, consente ad altri lo
sfruttamento dell’opera. Questo con-
tratto è il contratto di edizione, con il
quale l’autore concede all’editore, per
una durata che non può superare i 20
anni, l’esercizio dei diritti di utilizza-
zione dell’opera, che l’editore si impe-
gna a pubblicare e a mettere in com-
mercio (artt. 118 e seguenti alla già
citata legge n. 663). Fin qui nulla di
nuovo. Arriviamo dunque alla parte
interessante: Luca Boschi, nel suo lon-
tano intervento del primissimo bollet-
tino dell’Associazione, lamentava giu-
stamente il fatto che - visto che il più
delle volte una storia a fumetti nasce
grazie all’apporto di due o più autori -
l’editore ha tutto l’interesse a conside-
rare il lavoro svolto come un’opera
collettiva, come avviene giuridica-
mente per un’enciclopedia. Questo
all’editore conviene perché nelle ope-
re collettive viene riconosciuto come
autore che organizza e dirige la crea-
zione dell’opera stessa (nelle enciclo-
pedie, ad esempio, NON sono consi-
derati autori i collaboratori che hanno
realizzato le varie voci, ne è ricono-
sciuto autore solo l’eventuale curato-
re), quindi, nel nostro caso, l’editore.
Senonché questa pretesa dell’editore
sarebbe facilmente smontabile a livel-
lo giuridico, e mi meraviglio che
ancora nessuno ci abbia pensato:
infatti per distinguere le opere colletti-
ve da un’altra categoria di opere
dell’ingegno create da più persone (le
opere comuni) si deve applicare il
“criterio della scindibilità”, ossia
l’apporto di ogni singolo autore deve
avere il carattere di creazione autono-
ma, che va a formare un’opera collet-
tiva solo perché assemblata organica-
mente con creazioni, di per sé auto-
nome, di altri autori. Ad esempio:
ogni voce di un’enciclopedia può
essere presa a sé senza che perda di
senso compiuto. Provate invece a
scindere il lavoro di un disegnatore e
di uno sceneggiatore: le tavole dise-
gnate non potrebbero esistere senza
una sceneggiatura a monte, mentre la
sceneggiatura è ALTRO rispetto alla
storia finita (soggetto e sceneggiatura
sono di per sé opere dell’ingegno
diverse e distinte dalla storia a fumetti
vera e propria, e come tali suscettibili
di tutela autonoma, come riconosce
anche una sentenza della Procura di
Roma del 22 dicembre 1986 riguar-
dante un soggetto cinematografico,
ma che per analogia possiamo benis-
simo applicare al soggetto fumettisti-
co). Un fumetto realizzato da più
autori dovrebbe rientrare, quindi, nel-
la categoria delle opere comuni, in cui
il contributo apportato da più autori è
indistinguibile e inscindibile (in questa
categoria rientrano anche le opere
cinematografiche: sono loro coautori
in comunione tra di loro, mentre il
diritto morale spetta individualmente
a ciascuno di essi; quindi l’opera non
può essere pubblicata né, dopo la
pubblicazione, può essere modificata
senza l’accordo di tutti i coautori (art.
10 della più volte citata legge n. 663).
Inutile far notare che l’eventuale
appartenenza di un fumetto realizzato
a più mani alla categoria delle opere
CENTOPERCENTO
comuni comporterebbe una tutela
I PERSONAGGI • I GENERI • GLI ANNI • GLI AUTORI
infinitamente più estesa per gli autori
rispetto a quella praticamente inesi-
stente che riserverebbe loro la discipli-
na delle opere collettive.
Concludo segnalando anche un’altra
forma di tutela giuridica di cui poteb-
bero usufruire i fumettisti che finora
4 FASCICOLI TRIMESTRALI DI 64 PAGINE A L. 10.000 - 400 VOCI - PIÙ DI 1.000 IMMAGINI
credo nessuno abbia mai pensato di
sfruttare, una tutela di cui usufruireb-
be proprio la categoria di fumettisti
più “debole” nel campo del diritto
d’autore, ossia i disegnatori che realiz-
DA GENNAIO NELLE PRINCIPALI EDICOLE E LIBRERIE SPECIALIZZATE
zano, su sceneggiatura di altri, una
storia di un personaggio non di loro
creazione.
L’opinione comune è che essi non
abbiano alcun tipo di diritto d’autore,
IN OCCASIONE DEL CENTENARIO DEL FUMETTO
eppure, se si conosce bene il Codice
Civile, si vedrà che un diritto morale e
un minore diritto patrimoniale sono
riconosciuti anche a loro. Infatti l’art.
2579, comma 2°, concede agli inter-
preti ed esecutori di opere dell’inge-
gno la possibilità di opporsi alla diffu-
sione o riproduzione della loro inter-
INTERNAZIONALE
pretazione o esecuzione quando pos-
ENCICLOPEDIA
sa essere di pregiudizio alla loro repu-
DEL FUMETTO
tazione; il loro diritto patrimoniale è il
RAGIONATA
diritto di ottenere un equo compenso
da chiunque, senza il loro consenso,
diffonda o riproduca la loro interpre-
tazione o esecuzione. Finora questa
norma è stata quasi sempre applicata
per tutelare attori, cantanti o musici-
sti; ma non vedo il motivo per cui un
disegnatore dovrebbe astenersi
dall’invocarla (una storia a fumetti è
•
un’opera dell’ingegno, quindi il suo
disegnatore - se non ne è giuridica-
mente l’autore - è a tutti gli effetti un
“interprete o esecutore di un’opera
dell’ingegno.
CENTOPERCENTO
P La
IAZZA
IN QUESTA
SEZIONE
trovano spazio tutte le
comunicazioni tra gli
associati, e tra gli associati
e l'associazione. Dunque, se
state cercando il disegnatore
giusto per la storia che state
scrivendo, se volete togliervi
una curiosità che riguarda la
nostra professione, se avete
un messaggio per un associato
o per la nazione (dei
fumettisti!), se volete vendere
o comprare del materiale, se
state organizzando un
convegno, o una mostra o
qualcos'altro che pensate
potrebbe interessare i vostri
colleghi, La Piazza di
PROFESSIONE FUMETTISTA è a
vostra disposizione.
Scrivete i vostri messaggi,
opinioni o quesiti a:
ASSOCIAZIONE FUMETTISTI
La Piazza
Via Berna, 11/4
o faxateli allo:
20147 Milano
02/48.300.386
IO ISTA
UN ESPERTO
ETT
R
FUM
GIUDICA I VOSTRI
JUN
L'iscrizione all'ASSOCIAZIONE FUMETTISTI e
il pagamento della quota annuale da
parte dei soci Junior comprendono
anche il servizio di valutazione degli
elaborati degli aspiranti fumettisti.
Dunque, se volete un giudizio, perso-
nale e riservato, sui vostri lavori, met-
teteli in busta e inviateli a:
ASSOCIAZIONE FUMETTISTI
IL GIUDIZIO DELL'ESPERTO
6
Via Berna, 11/4 - 20147 Milano
Per permettere ai nostri esperti di for-
PAG.
L E T T E R E
IO, FUMETTISTA O
COS'ALTRO?
Cari Soci,
ho la ventura di essere uno sceneg-
giatore, e questo lavoro mi dà non
pochi grattacapi.
Alla voce “professione” della carta
d’identità non so cosa mettere, nel
timore di essere scambiato per uno
scenografo.
Non so se posso aspirare al titolo di
pubblicista, dato che, stando a quan-
to ho capito, le sceneggiature NON
vengono considerate alla stregua del-
le vignette satiriche (!). Scrivo per
Fumo di China sin dal 1991, ma gra-
tuitamente: vale lo stesso? Non so
neanche se mi convenga aspirare al
titolo suddetto, visto che, senza parti-
ta Iva, godo di un trattamento fiscale
non eccessivamente oneroso...
insomma, vorrei un chiarimento.
Fra i miei progetti per quando sarò
grande (ehm...) c’è quello di costitui-
re nella mia città uno studio fumettisi-
tico con disegnatori, letteristi, colori-
sti ecc., in grado di offrire alle case
editrici sia collaborazioni individuali
che collettive.
Chiedo a voi lumi sulla forma
fiscal/amministrativa più conveniente
da dare a questo ipotetico studio
(cooperativa? studio associato?),
mentre invito i professionisti della mia
zona (Forlì-Cesena) a farmi sapere su
queste colonne cosa ne pensano.
Saluti e ringraziamenti assortiti da
GIOVANNI BARBIERI
LAVORI
mulare un giudizio sufficientemente
motivato, i materiali da inviare, SEM-
PRE E SOLTANTO IN FOTOCOPIA,
sono:
Per gli aspiranti SCENEGGIATORI, da
un minimo di tre a un massimo di cin-
que soggetti non più lunghi di una
pagina dattiloscritta, di uno dei quali
si dovrà anche allegare la sceneggia-
tura completa (massimo 12 tavole).
Non si accettano testi manoscritti.
Per gli aspiranti DISEGNATORI, da un
«Che fare?», ci domandi leninianamen-
te. Ebbene, nell'ordine:
1) fai scrivere sulla carta d'identità
"Fumettista". E che altro, se no? E lascia
che gli eventualmente ignoranti impie-
gati dell'anagrafe vadano a informarsi
sul significato della parola e tutte le sue
accezioni professionali, se son morsi
dalla curiosità!
2) stante la situazione attuale, come
sceneggiatore non puoi aspirare al titolo
di pubblicista (per quello che serve!), a
meno che tu non abbia soldi da buttare
(o un amico avvocato) per tentare una
causa all'Ordine dei Giornalisti. Se ci
fosse un desiderio generale dei nostri
iscritti in questo senso, l'operazione
potrebbe essere tentata dall'associazio-
ne... sempre trovando i soldi per l'avvo-
cato. Come autore di articoli su Fumo
di China potresti diventare pubblicista
solo potendo esibire due anni di lavori
fatti accompagnati dai relativi mandati
di pagamento... che non hai! Perciò
anche su quel fronte niente da fare!
3) Auguri per lo studio (doppi, perché
non è sempre facile gestire un gruppo di
fumettisti o farli autogestire!)! Per la for-
ma societaria, probabilmente quella più
indicata è lo studio professionale asso-
ciato. Ma, visto che al momento buono
dovreste comunque mettervi nelle mani
di un amministratore o commercialista,
meglio chiedere a lui (le leggi, in Italia,
cambiano di giorno in giorno, e quello
che oggi è più adatto, domani potrebbe
essere il meno indicato) dopo esservi
chiariti le reciproche aspettative e i pro-
minimo di cinque a un massimo di
dieci tavole, due almeno delle quali
ancora a matita (stiamo sempre par-
lando di fotocopie, vale la pena di
ribadirlo). In caso di strisce umoristi-
che o vignette, inviarne da un minimo
di cinque a un massimo di venti.
Per gli aspiranti COPERTINISTI, invia-
re da un minimo di tre a un massimo
di cinque illustrazioni per copertina.
Per gli aspiranti LETTERISTI, inviare
da un minimo di cinque a un massi-
mo di venti esempi di balloon fumet-
tati.
Il giudizio del nostro esperto verrà
allegato al notiziario successivo o
comunque inviato al più presto possi-
bile.
getti comuni.
Attendiamo con te lettere da fumettisti
della tua zona sperando che da cosa
nasca cosa.
PORTE CHIUSE
Tutte le porte a cui bussare...? tutte le
porte a cui non bussare, doveva inti-
tolarsi il servizio del 1° notiziario del
1955. Certo, se volevate disilludere gli
aspiranti fumettisti... ci siete riusciti
perfettamente. Comprendo, a questo
punto, lo sfogo di Luigi Simeoni che
definiva i professionisti del settore dei
gluteofagi, perché a quel che leggo,
se la situazione è tragica per chi anco-
ra deve entrare in questo mondo, non
mi pare che sia rose e fiori neppure
per chi lavora già da tempo.
Da ciò che scrivete, si evince che le
uniche “porte a cui bussare” rimango-
no quelle di Bonelli e Disney, ma se
considerate che il primo risponde,
dopo la visione di alcuni soggetti, che
non dispone di tempo per seguire la
formazione di aspiranti sceneggiatori
e quindi preferisce collaborare con
professionisti che abbiano già matura-
to una significativa esperienza nel
campo dei fumetti, cosa ci rimane
allora?
Mi chiedo cosa accadrebbe se le squa-
dre di calcio decidessero di abolire la
cosiddetta “Primavera”, il vivaio in cui
pescare i futuri professionisti. Dove
andrebbero a trovare, allora, dei gio-
catori già pronti per affrontare una
partita di campionato?
Ricordo con nostalgia i tempi in cui si
poteva scrivere a LancioStory, sicuri
che qualcuno avrebbe letto e giudi-
cato senza pregiudizi il tuo soggetto,
senza discriminarti perché eri al tuo
primo lavoro.
Ha un bel dire Capone quando scrive,
nelle pagine di Fumo di China, che i
giovani dovrebbero aspettare, per
esordire, l’occasione offertagli da un
editore serio, invece di prostituirsi con
il primo venuto. Per noi sbarbatelli,
poveri illusi, sarà già tanto se in qual-
che anno non ci saremo trasformati in
"gufi" che attendono con impazienza
la dipartita di qualche professionista,
Anche se l’editoria ci dà pochi spazi per cominciare, non vuol dire che non possiamo
divertirci a creare qualcosa per il nostro piacere. Io sono uno scrittore. Se tra voi c’è
qualche disegnatore che voglia unirsi a me, o qualche sceneggiatore che voglia scam-
biare idee e opinioni, be’... che si facciano sentire.
LEONARDO PILARA - Via S. Lorenzo, 176 - 90100 PALERMO
Tel. 091/341382 - 309000 (Telefonare ore ufficio)
nella speranza di poterne prendere il
posto.
Visto, comunque, il deserto che c’è in
Italia, che possibilità ha un fumettista
-leggasi sceneggiatore- nostrano,
dando per scontata la conoscenza
della lingua inglese, di essere pubbli-
cato all’estero, magari da un masto-
donte d’Oltreoceano, tipo Marvel,
oppure da qualche indipendente
curiosa di sperimentare lo stile euro-
peo? Non mi sembrerebbe una catti-
va idea se completaste l’elenco allega-
to al sopracitato bollettino con gli
indirizzi delle più importanti società a
carattere internazionale.
Comunque, visto che mi sono stanca-
to di scrivere storie senza mai vederle
tramutate in tavole disegnate, vi pre-
go di pubblicare l’inserzione che alle-
go. Così, almeno in parte, potrò vede-
re realizzato il sogno che inseguo da
tempo.
LEONARDO PILARA
Sì, la situazione è tutt'altro che felice, e
come avrai già letto nel box in prima
pagina è persino già peggiorata, rispet-
to al quadro che tu trovi (motivatamen-
te) desolante del nostro "prontuario".
E non basta a consolarci sapere che la
disoccupazione è alta anche in altri set-
tori. D'altronde, anche piangerci addos-
so non risolve molto: rimpiangiamo
anche noi il lavoro che svolgeva lo
scomparso Stelio Rizzo all'Eura (anche
se poi l'eventuale approdo professionale
era il contratto-capestro che quella casa
editrice proponeva agli autori italiani!);
e già su Fumo di China, che citi, se non
A N N U N C I
il fatto che Bonelli si limiti ad assumere
quelli che, per altre vie, sono riusciti a
diventar bravi (o, in qualche caso, han-
no le "conoscenze" giuste in redazione)
come tu stesso lamenti, abbiamo stig-
matizzato come non tenga aperta
neanche una piccola, economica pubbli-
cazione-palestra per crescersi nuovi
autori (almeno la Disney si è fatta
l'Accademia, a questo scopo... anche se
la cosa non ha solo risvolti positivi,
come forse una volta avremo modo di
dimostrare), ma è anche vero che può
permetterselo (o DEVE permetterselo,
non potendo assorbire più autori di
quelli che già assorbe) per insipienza
degli altri editori, che si sono dimostrati
incapaci di fargli concorrenza sia sul suo
che su altri terreni!
Dunque, l'unica cosa possibile da fare è
rimboccarsi le maniche, e non quelle
delle camicia, ma quelle del... cervello,
perché il lavoro che non c'è bisognerà
INVENTARSELO.
Le nuove tecnologie responsabili di tan-
ta disoccupazione sono però anche
altrettante chiavi per aprire nuovi sboc-
chi a chi saprà farlo con fantasia e in
maniera adeguata ai tempi. E, in questo
senso, c'è un gran fermento, in giro, con
iniziative che vanno dall'autoproduzio-
ne (indubbiamente meno costosa, se si
dispone di un computer e di uno scan-
ner) all'utilizzo di Internet come veicolo
di ricerca dell'editore per i propri lavori.
Noi pensiamo che, per evitare di muo-
versi in direzioni inutili o addirittura
dannose, ci sia bisogno però prima di
tutto di un'analisi quanto più possibile
realistica e precisa della situazione
attuale del nostro settore; in altra parte
di questo giornale cerchiamo di comin-
ciare a farlo, e lo faremo in maniera
ancora più approfondita nei prossimi
numeri. Intanto cercheremo anche,
appena possibile, di mettere insieme
anche un'edizione estera del prontuario
delle porte a cui bussare, come tu sug-
gerisci. E invitiamo in questo senso tutti
i soci che conoscono indirizzi di editori
di altri paesi e nomi dei relativi respon-
sabili redazionali a comunicarceli.
Il tuo annuncio, per finire, lo trovi qui
sotto: in bocca al lupo!
7
PAG.
PUNTI D'INCONTRO DEI FUMETTISTI NON BUSSATE...
(SEGUE DA PAG. 1)

del fumetto avventuroso per adole-

scenti c'è la Bonelli. E stop.
Questo non ha mancato di produrre i
suoi effetti: di colpo, la Disney Italia,
che dopo infinite discussioni e "batta-
glie" aveva concesso agli autori un
6% forfettario per la ristampa dei loro
lavori, ha unilateralmente deciso di
cancellare quell'accordo con la classica
filosofia del "mangiate questa mine-
stra o saltate da quella finestra". E
siccome oltre la finestra c'è il vuoto,
supponiamo che pochi si azzarderan-
no anche solo ad affacciarsi a guardar
giù.
Bonelli, da quel gentleman che è
sempre stato, non farà certo scherzi di
questo genere (ma fino a quando avrà
voglia di stare in sella alla sua creatu-
ra editoriale? Un nuovo proprietario,
in futuro, potrebbe sentirsi più vicino
alla filosofia della Disney ...o addirit-
tura a quella della Universo che pre-
tende anche la proprietà dei personag-
gi pubblicati!). Insomma, la situazio-
ne non è felice.
L'Associazione è appena nata, e avere una sede a Milano e un bollettino è già

Se conosciamo i nostri polli, la con-

qualcosa, ma per crescere veramente dovrà radicarsi nel territorio, dovranno
seguenza di questo sarà una rincorsa
al posto sicuro (da Disney o alla
cioè crearsi tutta una serie di iniziative locali, dei Punti d'Incontro. Niente di

Bonelli) per quelli che, per capacità o

speciale o di dispendioso, solo un posto dove potersi riunire di tanto in tanto

per conoscenze, potranno permetterse-

coi colleghi: il salotto di casa propria, un garage, un angolo appartato di un bar

lo; e l'accettazione di QUALSIASI

"amico"... l'importante è cominciare a incontrarsi, per parlare dei problemi reci-

condizione di lavoro per tutti gli altri.

proci, per passarsi delle dritte sui negozi "giusti" di articoli tecnici da disegno e,
Cioè, di nuovo, il Far West. Per
scongiurare una simile ipotesi, credia-
perché no, per inventarsi dei lavori insieme.

mo che sia il momento, per autori e

Chi riesce a trovare un posto dove potersi incontrare, un PUNTO D'INCONTRO PER I

aspiranti tali, di far partire una

FUMETTISTI, ce lo comunichi: PROFESSIONE FUMETTISTA passerà la notizia a tutti soci,

profonda riflessione sul settore.

Junior e Senior, così che quelli della stessa zona possano mettersi in contatto

Su come fare fumetti; per chi (quale

con l'intraprendente associato. Al lavoro: i fumettisti hanno bisogno di uno, die-
pubblico) farli; con quale editore; a
che prezzi; a quali condizioni.
ci, cento Punti d'Incontro!

INDIRIZZI • INDIRIZZI • INDIRIZZI • INDIRIZZI L'associazione, con le sue deboli for-

ze, cercherà di organizzare per la pros-
sima primavera uno o due convegni
in occasione di mostre. Non come
• A LA SPEZIA, presso la libreria specializzata Comic Land, esi-
quelli fin qui fatti per parlare dell'as-
sociazione, ma a tema, e aperti anche
ste da oltre un anno un PUNTO D’INCONTRO PER FUMETTISTI (P.I.F.) e
ai non associati, giacché crediamo che
aspiranti tali.
in questo momento ci sia bisogno
Crediamo che la nostra iniziativa sia utilissima e per questo mettia-
dell'apporto del pensiero e dell'espe-
mo a disposizione di tutti gli interessati il nostro indirizzo:
rienza del maggior numero possibile
di colleghi, se si vuol trovare una via
COMIC LAND - VIA GIULIO DELLA TORRE, 7 - 19100 LA SPEZIA
• Ho trovato la sede per gli iscritti all'Associazione Fumettisti nella d'uscita che non sia quella paventata
mia zona! Ci potremo riunire nei locali della biblioteca comunale (e già in atto) sopra.
M.T.
di CAPACCIO SCALO. Il mio recapito è:
VINCENZO CUOCO - VIA ANDREOLI, 7 84063 PAESTUM (SA)
TEL. 0828/72.20.30

Professione FUMETTISTA
Pubblicazione realizzata da NED 50 (Milano)
per conto dell'ASSOCIAZIONE F UMETTISTI e riservata ai soci
Stampato da: EUROSTAMPA - Fizzonasco di Pieve Emanuele - MI
Le immagini che corredano il notiziario sono di Stefano Casini e sono state utilizzate
per gentile concessione dell'associato che ne detiene i diritti. L'immagine di pag. 8 è di Luigi Simeoni
ed è stata utilizzata per gentile concessione dell'associato , che ne detiene i diritti.
Il nostro indirizzo è: ASSOCIAZIONE FUMETTISTI, via Berna 11/4, 20147 Milano

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Il nostro numero di telefono e fax è: 02/48.300.386
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