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sez. E-O
prof. M. Guilizzoni, ing. L. Vitali
Questo documento contiene la raccolta della maggioranza degli esercizi per le esercitazioni del
corso di Fisica tecnica per Ingegneria Meccanica nell’A.A. 2017/18. Non tutti gli esercizi qui
presenti saranno effettivamente svolti a esercitazione, e di contro durante alcune esercitazioni
verranno svolti anche esercizi estratti da prove d’esame dei precedenti anni accademici.
Nota: Per alcuni esercizi la soluzione è riportata sotto forma di listato Matlab, che può essere
copiato e incollato in un m-file in modo che lo studente interessato possa agevolmente
cambiare i dati di input e costruire cosı̀ nuovi esercizi. In questi casi i risultati numerici sono
per brevità riportati in una tabella, tutti uniformemente con valori a 6 cifre decimali anche
quando le stesse non hanno alcun significato ingegneristico.
Esercitazioni FT MEC 2018-17
2
Grandezze e unità di misura
Questa prima esercitazione non è orientata allo svolgimento di esercizi numerici, sebbene qualche cal-
colo sarà presente, bensı̀ ad una introduzione agli argomenti del corso e ad un ripasso dei concetti
fondamentali su grandezze e unità di misura, che verrà svolto utilizzando come esempi grandezze di
utilità per il corso stesso.
***
Scopo della Fisica Tecnica è presentare i concetti fondamentali sull’interazione tra energia e materia,
al fine di comprendere come generare un effetto utile, ossia un trasferimento di calore o lavoro, con
quali limiti fisici e con quali componenti impiantistici.
Le esercitazioni si propongono di proporre problemi quantitativi sulla base dei concetti visti a lezione,
in modo da sviluppare sensibilità ai numeri ed alle quantità caratteristiche dei sistemi termodinamici e
della trasmissione del calore. Questi argomenti sono tra le fondamenta della preparazione dell’ingegne-
re, al pari della conoscenza dell’anatomia per un medico o del controllo e passaggio per un calciatore,
in quanto non vi è sistema ingegneristico noto che sfugga alle regole all’apparenza astratte della ter-
modinamica.
***
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
quantità
= numero
unità
usata ad esempio nel linguaggio tecnico-scientifico nelle intestazioni di grafici e tabelle. Il SI defini-
sce un sistema di quantità di base, tale che tutte le altre siano definite in funzione di esse. Ad
ogni quantità di base è associata una dimensione, e le dimensioni delle unità derivate sono scritte
come prodotto di potenze delle dimensioni delle quantità di base. Le unità sono invece quantità
scalari definite fisicamente in modo univoco, cioé in modo sperimentalmente riproducibile, rispetto cui
paragonare le altre quantità avente la stessa dimensione per esprimerne il valore.
Dim(Q) = Lα Mβ Tγ Iδ Θε Nζ Jη
dove gli esponenti sono generalmente piccoli numeri interi che possono essere positivi, negativi, per le
grandezze che si trovano a denominatore, o nulli. Analogo discorso vale per le unità derivate, alcune
delle quali, per la loro importanza o derivazione storica, hanno nome proprio.
Osservazioni
• Le quantità derivate costituite da rapporti di quantità avente le stesse dimensioni hanno dimen-
sione uno. La loro unità (1) è generalmente omessa nella scrittura, per cui si parla di unità
adimensionali.
• Quantità a dimensione uno sono anche quelle che rappresentano un conto (numero di molecole,
numero di fasi). In questo caso, non derivando da moltiplicazioni fra unità di base, l’unità 1 può
essere intesa come ulteriore unità di base.
L’analisi dimensionale esprime la dipendenza di una quantità dalle dimensioni base e prescinde dal
sistema di unità adottato. In questo corso si utilizza come sistema di unità solo il SI, pertanto
si privilegia l’analisi delle unità di misura a quella dimensionale, in quanto, pur fornendo le stesse
informazioni, è più intuitivamente legata alle quantità tipiche delle analisi in questo contesto. Tale
analisi è fondamentale nella soluzione degli esercizi, per più motivi:
1
L’uso del SI è obbligatorio in Italia, con qualche eccezione, per il D.P.R. 12 AGOSTO 1982 N. 802, firmato dal
presidente Pertini un mese dopo la vittoria ai mondiali di Spagna.
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
• costituisce indicazione della coerenza dimensionale di una problema (errore comune è la mancata
divisione per il termine che rende una grandezza specifica, es. per u. di massa, per u. di
superficie);
• permette di ricostruire formule parzialmente dimenticate, noto il significato fisico, ad esempio la
quantità
ρV C
τT =
hA
come si vedrà è la costante di tempo di un transitorio termico secondo il modello dei parametri
concentrati. Nota l’unità (s), eventuali termini mancanti saranno evidenziati dall’analisi delle
unità;
kg J
· m3 ·
m 3 kg K J
= =s
W 2
W
·m
m2 K
• consente di eliminare ogni dubbio sulla conversione fra unità di misura, sostituendo il concetto
“basta moltiplicare per...” con “moltiplica per il rapporto tra due quantità uguali con unità
diverse”, es:
km km 1000 m 1h m
1 =1 × × = 0.28
h h 1 km 3600 s s
Ci si concentrerà ora sul collegare le quantità più in uso nella Fisica Tecnica con le relative unità,
evidenziando attraverso di esse il loro significato fisico.
• Forza: La quantità forza è definita dalla seconda legge di Newton come
F = ma
L’unità della forza è il newton2 , la cui unità, in termini di unità di base è quindi
m
[F ] = kg · 2 = N
s
Si nota che anche l’accelerazione è una quantità derivata. A titolo di esempio, in termini di
analisi dimensionale è corretto scrivere
dim(F ) = MLT−2
• Pressione: La pressione è una forza esercitata per unità di superficie, ed è misurata in pascal
(Pa).
F N
[P ] = = 2 = Pa
S m
In Fisica Tecnica si usano sovente suoi multipli, con ordine di grandezza pari alla pressione
dell’aria ambiente.
1 kPa 103 Pa
1 bar 105 Pa
1 atm 101325 Pa
1 MPa 106 Pa
Più raramente in gergo tecnico si misura la pressione in ata, unità riferita alla forza peso esercitata
da una massa di 1 kg su 1 cm2 :
1 kgf 9.81 N
1 ata = 2 = −4 2 = 98100 Pa
1 cm 10 m
2
Si noti che le unità chiamate, per omaggio, con nomi di scienziati sono scritte con iniziale minuscola. Parziale
eccezione sono i gradi Celsius (◦ C), dove il nome dell’unità è “gradi” e “Celsius” è nome proprio.
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
• Energia: Mentre è difficile3 dare una definizione generale ed univoca di energia, è possibile e
comprensibile definire diversi tipi di energia e le modalità con cui ne avvengono gli scambi, al
fine di comprendere come generare attraverso essi un effetto utile di tipo ingegneristico. Dalla
meccanica classica sono note ad esempio l’energia cinetica Ek e potenziale Ep di un corpo di
massa m, quella elastica Ee :
1 1
Ek = mv 2 Ep = mgh Ee = kx2
2 2
dove k è la costante elastica di una molla, che esprime la forza da essa esercitata quando soggetta
a deformazione, ed è pertanto misurata in N/m. L’unità derivata SI per l’energia è il joule (J).
m 2 m N
[E] = kg · = kg · 2 ·m= · m2 = J
s s m
Il trasferimento energetico avviene secondo due modalità: gli scambi di lavoro (W) e di calore (Q).
Entrambe queste quantità avranno quindi la stessa dimensione dell’energia, e saranno misurate
con la stessa unità. Ad esempio, l’unità del lavoro dilatativo (espresso in termini differenziali) è
N
[δLd ] = [−PEXT dV ] = Pa · m3 = · m3 = J
m2
ed è coerente con la definizione meccanica del lavoro come forza per spostamento. Storicamente4
la prima unità dello scambio di calore è la caloria (cal), definita come l’energia necessaria per
aumentare da 14.5 ◦ C a 15.5 ◦ C la temperatura di un grammo di acqua distillata a pressione
ambiente. Nella vita di tutti i giorni si incontra più spesso la kilocaloria (kcal), riferita ad 1 kg
di sostanza. In termini matematici, questa definizione può essere scritta come
kcal
1 kcal = 1 kg × 1 K × 1
kg K
4.186 kJ
Ebody = 2000 kcal = 2000 kcal × = 8372 kJ = 8.4 MJ
kcal
Mediamente, quindi, il corpo umano consuma un numero di joule al secondo pari a
8.4 × 106 J J
Ė = = 97.2
24 × 60 × 60 s s
Ossia, anticipando il concetto di potenza e la sua unità, circa 100 W di cui 55 percento circa
dispersi a riposo: per i progettisti di interni, infatti, il calore da smaltire per persona in una
stanza è 55 - 60 W.
3
Ad esempio la pagina http://www.ftexploring.com/energy/definition.html effettua un confronto fra definizioni
(o non-definizioni) in vari testi.
4
si veda J. L. Hargrove, Does the history of food energy units suggest a solution to Calorie confusion, Nutrition Journal
2007, 6:44 per un’analisi più approfondita
5
Il calore specifico varia a rigore con la pressione e la temperatura, da qui piccole differenze nella definizione del
legame Joule - kcal. In molti casi si riterrà costante utilizzando una media relativa alla trasformazione
6
Esercitazioni FT MEC 2018-17
• Potenza La potenza quantifica l’energia trasferita nell’unità di tempo. Per analogia, in uno
scambio energetico l’energia rappresenta la distanza percorsa, la potenza la velocità con cui ci
si muove. In particolare, la potenza meccanica si riferirà all’energia trasferita con interazione
lavoro, ed è misurata in Watt (W). Attenzione a non confondere l’unità della potenza (W) con
la quantità lavoro, spesso indicata, dall’inglese work, come (W ) o potenza (Ẇ ).
m2
dW J
[Ẇ ] = = = Kg · 3 = W
dt s s
Il Watt è anche l’unità della potenza termica Q̇. Per i nostri scopi, è bene ricordare che la
potenza dissipata in calore da una resistenza elettrica6 è pari a
Q̇ = RI 2
quindi, in caso di resistenza e corrente costanti, il calore scambiato in un tempo τ è pari a
Q = RI 2 τ
La termodinamica nasce come disciplina orientata alle applicazioni e, pur avendo ricevuto con-
tributi importanti da parte di studiosi di varie parti del mondo, ha origini anglosassoni. Sono
pertanto diffuse in diversi campi applicativi unità di misura di lavoro e potenza alternative (ca-
vallo, dyne...). In particolare, si evidenzia come il Wattora (Wh) e il suo multiplo kWh è unità
di misura dell’energia e non della potenza. Infatti
J J 3600 s
1 Wh = 1 ×1h=1 ×1h× = 3600 J = 3.6 kJ
s s 1h
e
1 kW h = 3.6 MJ
• Densità energetica: Per produrre gli effetti utili desiderati si ha bisogno di sorgenti energetiche.
I meccanismi fisici per l’ottenimento di energia dalla materia sono svariati (ad es. combustione,
fissione nucleare, effetto fotoelettrico), la maggior parte dei quali permettono di ottenere calore.
Interessa quindi sapere quanta energia è liberabile da determinate sostanze per unità di massa, o
volume, o moli: tale informazione è fornita dalla densità energetica u. Per fornire un’idea degli
ordini di grandezza, l’equivalenza E = mc2 , dove c è la velocità della luce, fornisce, al kg
E m2 J MJ
= c2 = (3 × 108 )2 2 = 9 × 1016 = 9 × 1010
m s kg kg
Con la fissione nucleare si libera un’energia pari a 3.4 × 108 MJ/kg, due ordini di grandezza
inferiore rispetto alla famosa formula di Einstein, ma enormemente superiore rispetto ad altre
sostanze di uso comune attraverso combustione, tra cui se ne presentano alcune a scopo indicativo
in tabella 1.3.
legno 14 MJ/kg
carbone 30 MJ/kg
benzina 46.9 MJ/kg
metano 55.6 MJ/kg
Nell’ipotesi di calore specifico costante, per portare a ebollizione a pressione atmosferica l’acqua
contenuta in una tazza d’acqua (230 g) da temperatura ambiente (20 ◦ C), servono:
kJ
Qw,boil = M C∆T = 0.230 kg × 4.186 × (100 − 20) K = 77 kJ
kg K
6
Nel SI l’unità della tensione (volt) è definita come V = W/A, mentre la resistenza elettrica si misura in ohm: Ω =
V/A. Entrambe dipendono solo dalle unità di base.
7
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Grazie alla densità energetica si può stimare quanto legno servirebbe idealmente bruciare per
produrre questa energia:
Qw,boil 1 kg
Mwood = = 77 kJ × = 0.0055 kg
uwood 14000 kJ
cioè 5 g. Naturalmente ne servono in realtà molti di più, perché entrano in gioco fattori quali
l’efficienza del processo di combustione, del trasferimento di calore all’acqua, delle dispersioni
termiche dalla fiamma all’ambiente per irraggiamento e convezione, dall’acqua all’ambiente per
evaporazione e del calore necessario a scaldare il contenitore.
• Viscosità Per la realizzazione di un ciclo termodinamico che sia in grado di generare un effetto
utile continuativamente, è necessario avere dei vettori che trasportino l’energia, quindi materia
che sia in grado di fluire attraverso una macchina. Concentrandosi sui fluidi, quindi gas e liquidi,
ed in particolare su aria (è gratis!) e acqua (è quasi gratis), si nota che il loro moto è fortemente
dipendente dalla viscosità dinamica µ, che è la proprietà di un fluido a resistere a sforzi
tangenziali. Considerando due piastre parallele di superficie S, una fissa e una mobile, separate
da uno strato di fluido di spessore h, la viscosità lega la forza tangenziale da applicare alla piastra
mobile alla sua velocità w:
w
F = Sµ
h
Dimensionalmente è facile verificare che la sua unità è Pa · s. Il Pa presente nell’unità è affine non
alla pressione, ma al modulo di elasticità tangenziale delle prove meccaniche sui solidi; il tempo
è legato al tempo di rilassamento, ossia una misura di quanto il fluido impiega a tornare ad uno
stato stazionario se sottoposto a perturbazione meccanica. Come curiosità, si veda il pitch-drop
experiment dell’università del Queensland, dove della pece è fatta colare da un imbuto: data
l’elevata viscosità, l’intervallo fra una goccia e la successiva è dell’ordine di una decina di anni.
Dimensionalmente
m3 m 1 m3 m2
[ν] = Pa · s · = kg · 2 · 2 · s · =
kg s m kg s
Il significato fisico dell’unità m2 /s è quello di una diffusività: si immagini infatti la diffusione di
una perturbazione puntuale in un mezzo omogeneo come la superficie di una sfera che si espande
nel tempo. In questo caso la grandezza che viene diffusa è la quantità di moto all’interno del
fluido. La stessa unità è usata per indicare la diffusività anche in altri campi (calore, massa,
ecc...).
• Quantità di sostanza La quantità di sostanza è misurata in moli (mol). Una mole è la quantità
di sostanza di un sistema che contiene tante entità elementari quanti gli atomi in 0.012 kg di
8
Esercitazioni FT MEC 2018-17
carbonio 12. Ne consegue che la massa molare del carbonio 12 è esattamente 12 grammi per
mole, o
g
M M (12 C) = 12
mol
La costante che lega il numero di entità (adimensionale) alla quantità di sostanza (moli) è
il Numero di Avogadro (NA = 6.022 × 1023 mol−1 ): per l’esempio precedente, 12 g di
12 C contengono N atomi di carbonio. Per rendere tangibile l’enormità di questo numero si
A
consideri che un corpo umano è costituito, considerando l’ordine di grandezza, da 1014 cellule.
Moltiplicando questo numero per la popolazione dell’intero pianeta terra, cioé circa 6.023 · 109
si ottiene pressapoco NA . Come per il caso del calore specifico, si riferisce più spesso la massa
molare al kg per kmol: vige l’equivalenza 1:1 con i g per mol.
Considerando ad esempio sostanze di uso comune, come l’acqua, il sale e lo zucchero comune
(saccarosio7 ):
g
M M (H2 O) = 1 + 1 + 16 = 18
mol
g
M M (N aCl) = 23 + 35.4 = 58.4
mol
g
M M (C12 H22 O11 ) = 12 × 12 + 22 × 1 + 11 × 16 = 342
mol
sostanze apparentemente molto simili come il sale e lo zucchero mostrano come la loro diversa
complessità molecolare si traduca macroscopicamente.
Gas Perfetti L’equazione di stato dei gas perfetti discende dagli esperimenti svolti nell’arco di due
secoli (da metà 1600 a metà 1800) da scienziati affascinati dal lavoro di ingegneri e inventori8 che
hanno analizzato sperimentalmente i legami fra le grandezze misurabili dei gas.
Può essere espressa in varie forme9 :
P V = nRT
V
P = P ṽ = RT
n
MM
PV = n RT = M R∗ T
MM
V
P = P v = R∗ T
M
1 ∗
P = R T = ρR∗ T
v
7
Il saccarosio è un disaccaride: è costituito da due molecole di zuccheri monosaccaridi: glucosio e fruttosio
8
Le prime macchine a vapore di Savery e Newcomen risalgono rispettivamente al 1697 e 1712
9
La forma più nota dell’equazione di stato dei gas perfetti deriva dagli esperimenti di Boyle, Charles e Gay-Lussac, che
hanno verificato, rispettivamente, la costanza dei prodotti P v, vT −1 e P T −1 mantenendo costante la restante variabile
di stato. Di notevole interesse è la verifica di Charles della contrazione del volume, a pressione costante, di 1/273 K a
partire da 0 ◦ C, di fatto il primo indizio del concetto di zero assoluto di temperatura.
9
Esercitazioni FT MEC 2018-17
J
R = 8314
kmol K
è interessante notare come in questo modello l’informazione quantitativa è data dal numero di moli
n, che lega attraverso una costante le variabili di stato. L’informazione massica è esplicitata solo nel
momento in cui si introduce la costante specifica del gas R∗ = R/M M . Infatti, esprimendo il volume
molare in condizioni standard (P = 1 atm e T = 0 ◦ C), si ottiene
J m2 1
8314 × 273.15 K kg 2 K 3
ṽ = kmol K = 22.412 s kmol K = 22.412 m
101325 Pa m 1 kmol
kg 2 2
s m
Convertendo le unità
m3 kmol 103 dm3 dm3
22.41 × 3 × = 22.41
kmol 10 mol m3 mol
cioè una mole di gas perfetto, indipendentemente dalla sua massa molecolare, occupa a pressione at-
mosferica e 0 ◦ C un cubo di circa 28 cm di lato (alternativamente: alla stessa T e P , uguali volumi di
gas perfetto contengono lo stesso numero di molecole). La M M influisce invece sulla massa contenuta
in quel volume, che varia a seconda del gas.
Tra i gas perfetti, particolare rilievo riveste l’aria, che è costituita da una miscela di gas e microparticelle
in proporzioni variabili da punto a punto. Ai fini dei dimensionamenti, è prassi usare l’aria tecnica,
costituita in moli per il 79% da azoto e per il 21% da ossigeno. La sua massa molare media è
kg
M MN2 = 28
kmol
kg
M MO2 = 32
kmol
kg kg
M Mair = 28 × 0.79 + 32 × 0.21 = 28.8 ≈ 29
kmol kmol
Di conseguenza la costante universale per l’aria è
R 8314 J
R∗ = = = 286.7
M Mair 29 kg K
Numero di Knudsen Il numero di Knudsen è un indicatore della validità dell’ipotesi del continuo
nella trattazione della materia. In particolare, tale ipotesi si ritiene valida se
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
si ragiona in termini di micrometri, unità piccola dal punto di vista macroscopico ma comunque ap-
prezzabile con un microscopio ottico decente, e considerabile piccola rispetto lunghezze caratteristiche
almeno dell’ordine del millimetro.
1 m3 1
2.7 × 1025 × = 2.7 × 107
m3 10 µm
18 3 µ m3
cioè 27 milioni di molecole per micrometro cubo. Se si analizza la dimensione lineare, però
q
2.7 × 107 µm−3 = 300 µm−1
3
Che è un numero non cosı̀ enorme rapportato ad una dimensione sperimentalmente alla portata di un
microscopio ottico.
Il libero cammino medio è funzione dello stato di una sostanza. Una cosa di particolare interesse è
la sua stima per identificare il regime di moto di un fluido: se vale l’ipotesi del continuo la condizio-
ne a parete è di aderenza (no-slip), cioè il fluido ha velocità relativa nulla rispetto la parete in sua
prossimità; per Kn oltre 0.1 questa condizione viene a cadere, quindi il fluido può avere una velocità
relativa alla parete diversa da zero. Per valori di Kn oltre 3 si entra invece nel regime dei gas rarefatti,
modellabili con simulazioni di dinamica molecolare.
Nell’ambito di questo corso l’ipotesi del continuo sarà sempre verificata.
E’ infine interessante notare come un vuoto non spinto comporti un libero cammino medio dell’ordine
di distanze osservabili a occhio nudo (v. tabella 1.6).
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
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Gas ideali
Esercizio 2.1
Argomento: Apertura/chiusura del freezer
Se si apre la porta di un freezer (temperatura interna T1 = -18◦ C, superficie della porta A = 0.25 m2 ,
volume del freezer V = 0.125 m3 ), la si lascia aperta per un breve tempo e poi la si richiude, riaprirla
immediatamente dopo risulta difficoltoso. Questa difficoltà non si ha se si attende un po’ di tempo
prima di riaprire la porta. Come mai?
Soluzione:
La massa d’aria contenuta nel freezer è inizialmente a T1 , Patm ; con l’apertura della porta si ha
uno scambio di aria con l’esterno, e la stessa aria che rimane nel freezer venendo a contatto con l’aria
esterna si riscalda fino ad una temperatura T2 (non coincidente con quella esterna) e quindi si dilata.
Quando la porta viene richiusa, nel freezer rimane quindi intrappolata una massa d’aria M2 minore di
quella iniziale, e di conseguenza quando essa si ri-raffredda si ha una depressione all’interno del freezer
rispetto all’esterno:
M1 = V1 Patm / (R∗ T1 )
M2 = V2 Patm / (R∗ T2 )
Ri-raffreddando la nuova massa d’aria fino a T1 :
P2 V1 = M2 R∗ T1 = V1 Patm / (R∗ T2 ) R∗ T1
P2 = Patm T1 /T2
La depressione tra interno del freezer ed esterno è quindi:
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
Esercizio 2.2
Argomento: Gas ideali
Una bombola di volume interno pari a V = 200 dm3 contiene ossigeno (O2 , MM = 32 kg/kmol) a
pressione p1 = 200 ata e temperatura T1 = 20 ◦ C. Calcolare la massa di ossigeno presente nella bom-
bola. Se la temperatura sale a T2 = 60 ◦ C, a che pressione arriva l’ossigeno? Infine, se dopo alcune
ore di utilizzo a T costante della bombola la pressione dell’ossigeno è dimezzata, quanto ossigeno è
stato consumato?.
Cosa sarebbe cambiato se invece che ossigeno la bombola avesse contenuto una quantità di azoto (N2 ,
MM = 28 kg/kmol) sufficiente a garantire la stessa pressione iniziale?
Soluzione:
Dall’equazione di stato dei gas ideali è possibile ricavare direttamente la massa di ossigeno conte-
nuta inizialmente nella bombola: M = (p1 · V )/(R∗ · T1 )
Se dopo l’utilizzo, ipotizzando che la T non cambi durante lo stesso, la pressione dell’ossigeno è
dimezzata, tra stato 1 e 2 V , T e R∗ non cambiano.
Per entrambi gli stati è quindi possibile scrivere, dall’equazione di stato dei gas ideali:
14
Esercitazioni FT MEC 2018-17
***
Passando da ossigeno ad azoto, nelle stesse condizioni iniziali, per entrambe le specie possiamo scrivere:
Risultati numerici:
La massa di O2 contenuta nella bombola è: M = (19.62 · 106 · 0.2)/((8314/32) · 293.15) = 51.52 kg
Nota: la densità calcolata nell’ipotesi di gas ideale è 257 kg/m3 ; se si facesse il calcolo considerando
il gas come reale (utilizzando tabelle/diagrammi o equazioni di stato di gas reale), si otterrebbe una
densità superiore: 280 kg/m3 .
Dopo l’utilizzo della bombola, sono stati consumati: M2 = 51.52 · (1/2) = 25.76 kg di O2
Passando a N2 , la massa iniziale diventa: MN2 = (19.62 · 106 · 0.2)/(8314 · 293.15) · 28 = 45.08 kg
Esercizio 2.3
Argomento: Gas ideali e “legge di Stevino”
Una campana, con l’apertura rivolta verso il basso, è sospesa appena sopra il pelo libero del mare e
contiene un volume V0 = 2 m3 di aria alla temperatura T0 = 30 ◦ C. La campana viene calata in
acqua fino alla profondità h = 20 m dove la temperatura è T1 = 15 ◦ C e ivi viene lasciata fino al
raggiungimento dell’equilibrio termico. Durante la discesa, il 10 % (in massa) dell’aria contenuta
inizialmente nella campana riesce a sfuggire. Quanto vale il volume finale V1 dell’aria nella campana
(si tratti l’aria come un gas perfetto e si trascuri la presenza del vapor d’acqua)?
Soluzione:
Considerando l’aria come un gas perfetto, si determina la massa volumica nelle condizioni iniziali:
ρ0 = p0 /(R∗ · T0 )
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
e la pressione non è più quella atmosferica, ma bisogna tener conto del ∆p dovuto alla colonna d’acqua
sopra la campana, che è pari a: ∆p = ρH2 O · g · h
Note M1 , p1 e T1 , si calcola la densità nelle condizioni finali con l’equazione di stato dei gas ideali:
ρ1 = p1 /(R∗ · T1 )
Risultati numerici:
Si considera l’aria secca (ipotesi non realistica, dato che si è appena sopra il mare), per cui: MM
= 28.96 kg/kmol
ρ0 = 101325/(287 · 303.15) = 1.165 kg/m3
M0 = 1.165 · 2 = 2.330 kg
M1 = 0.9 · 2.330 = 2.096 kg
∆p = 1000 · 9.81 · 20 = 196120 P a
p1 = 101325 + 196120 = 297445 P a
ρ1 = 297445/(287 · 288.15) = 3.597 kg/m3
V1 = 2.096/3.597 = 0.583 m3
Esercizio 2.4
Argomento: Gas ideali e “legge di Archimede”
Una mongolfiera è in volo livellato (in orizzontale a quota costante) a bassa quota. La temperatura
dell’aria esterna è TAE = 20 ◦ C. Sapendo che la massa totale della struttura vuota è M = 300 kg
(pallone vuoto + navicella + equipaggiamento + equipaggio) e che il volume del pallone (riempito
d’aria) è V = 1000 m3 (il volume della navicella può essere considerato trascurabile) determinare la
temperatura minima dell’aria interna TAI al pallone che permette all’aerostato di sostenersi a tale
quota.
Soluzione:
Ipotizziamo che la mongolfiera stia volando a quota abbastanza bassa da poter considerare la pressione
dell’aria esterna pAE pari alla pressione atmosferica, dall’equazione dei gas ideali (nell’ipotesi di aria
secca)si ricava immediatamente la densità dell’aria esterna al pallone ρAE .
Il peso totale di pallone + navicella è: M · g + V · ρAI · g (ρAI = densità aria contenuta nel pallone)
La spinta aerostatica che la mongolfiera riceve è invece pari al peso dell’aria esterna spostata, e cioè
(trascurando l’aria spostata dalla navicella, in quanto questa ha volume trascurabile): V · ρAE · g
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
Ipotizzando che la pressione dell’aria interna al pallone pAI sia uguale alla pressione atmosferica esterna
(se cosı̀ non fosse si avrebbe entrata o uscita di aria, o alternativamente un afflosciamento/dilatazione
- fino ad eventuale esplosione - del pallone), dall’equazione dei gas ideali si ricava la temperatura
dell’aria interna alla mongolfiera:
TAI = pAI /(ρAI · R∗ )
Risultati numerici:
Esercizio 2.5
Argomento: Miscele ideali di gas ideali
Soluzione:
Dalla legge delle pressioni parziali sono immediatamente ricavabili queste ultime, dopo conversione
dell’informazione sulle frazioni massiche nella corrispondente in termini di frazioni molari:
Sapendo infine che 1 kmol di un gas ideale in condizioni standard (1 atm, 0 ◦ C) occupa 22.414 m3
(legge di Avogadro), si può calcolare il volume occupato da ntot moli di aria secca.
17
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
Osservazioni:
Si noti come i valori ottenuti differiscano leggermente da quelli per la vera aria secca, che include
∗ = 287 J/kgK, M M
anche i costituenti minori (Ras as = 28.96 kg/kmol).
Esercizio 2.6
Argomento: Miscele ideali di gas ideali
Calcolare le pressioni parziali e la densità di una miscela di gas ideali costituita dalle seguenti percen-
tuali in massa:
• 28 % di azoto N2
• 12 % di elio He
• 16 % di metano CH4
che si trova ad una pressione totale di 9 bar e occupa un volume totale di 2.5 dm3 alla temperatura di
3 ◦ C.
Soluzione:
pi = Mi Ri∗ T /Vtot
18
Esercitazioni FT MEC 2018-17
calcolando le masse dei singoli gas attraverso le frazioni massiche percentuali note: Mi = xi Mtot .
Risultati numerici:
Calcoli:
M M N2 = 28 kg/kmol
M M He = 4 kg/kmol
M M CH4 = 16 kg/kmol
M M CO2 = 44 kg/kmol
Ri∗ = 498.84 J/kgK
Mtot = 0.0163 kg = 16.3 g
MN 2 = 4.57 g
MHe = 1.96 g
MCO2 = 7.19 g
MCH4 = 2.61 g
pN 2 = 149890 Pa = 1.499 bar
pHe = 449998 Pa = 4.500 bar
pCO2 = 150069 Pa = 1.5 bar
pCH4 = 149808 Pa = 1.498 bar
ρtot = 6.536 kg/m3
Osservazioni:
Si nota che le pressioni parziali dell’azoto, dell’anidride carbonica e del metano sono estremamen-
te prossime il che fa pensare che, a meno degli errori di troncamento, siano uguali. Per verificare
ciò devono risultare uguali le frazioni molari dei tre gas ideali ovvero il loro numero di moli. La
verifica conferma tale fatto risultando nN 2 =PnCO2 = nCH4 = 0.1633 P [le frazioni molari si ricavano
immediatamente considerando che x ei = Ni / Ni = (Mi /M Mi ) / ( Mi /M Mi )].
19
Esercitazioni FT MEC 2018-17
20
Stati di aggregazione reali e miscelamenti
Esercizio 3.1
Argomento: Coefficienti termovolumetrici
La tecnica di taglio Water-Jet sfrutta un getto d’acqua (diametro dell’ordine dei decimi di mm) ad
altissima pressione per tagliare materiali leggeri e compositi o, con l’aggiunta di polveri abrasive, anche
materiali di maggiore resistenza quali metalli, marmo e vetro. La pressione del getto è intorno a 7000
bar nel primo caso e intorno a 4000 bar nel secondo. In queste condizioni la comprimibilità dell’ac-
qua non è affatto trascurabile. Approssimando la compressione dell’acqua dalla pressione atmosferica
alla pressione di lavoro a isoentropica (TinizialeH2 O = 20 ◦ C), calcolare le variazioni % di volume tra
inizio e fine trasformazione nei due casi (si considerino tutti i coefficienti termovolumetrici costanti
al variare della pressione).
Soluzione:
Ciò che viene richiesto di calcolare è: ∆v% = (vf − vi )/vi · 100.
Approssimando la compressione a isoentropica e sapendo che il coefficiente di comprimibilità isoen-
tropica è definito come:
ks = −1/v · (∂v/∂p)s = −1/v · (dv/dp)s
si ha che: (dv/dp)s = −v · ks =⇒ dv = −v · ks · dp =⇒ dv/v = −ks · dp
Risultati numerici:
Con ottima approssimazione kT è indipendente dalla pressione; dipende invece dalla temperatura;
21
Esercitazioni FT MEC 2018-17
a T = 20◦ C si ha:
Dunque, utilizzando la relazione ricavata per il ∆v% (attenzione che nella formula vanno usati i valori
in P a):
Esercizio 3.2
Argomento: Coefficienti termovolumetrici
finale.
Soluzione:
dv = kP vdT − kT vdp
∂p
per un processo isocoro risulta: = kP /kT , ovvero
∂T
v
∆p = kP /kT ∆T
dove i valori dei coefficienti termovolumetrici sono, in prima approssimazione, valutati come valori me-
di nell’intervallo di temperatura considerato e a pressione atmosferica. Un successivo calcolo valuterà
il risultato finale adottando un valore medio tra le pressioni iniziale e finale.
Risultati numerici:
kP = 3.93 · 10−4 K −1
kT = 4.56 · 10−5 bar−1 Nota: attenzione all’unità di misura non- SI base!
da cui ∆p = 8.62 · 50 = 430.9 bar.
22
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 3.3
Argomento: Miscelamento in fase aeriforme
• il lavoro scambiato dal sistema con l’ambiente esterno tra inizio e fine del miscelamento;
Soluzione:
%DATI IN INPUT
ViN2=0.1;
ViO2=0.05;
TiN2=333;
TiO2=473;
P=101325;
R=8314;
%SOLUZIONE
%masse molari
MMO2=32;
MMN2=28;
%costanti specifiche
RN2=R/MMN2;
RO2=R/MMO2;
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
%composizione massica
xN2=MN2/(MN2+MO2);
xO2=MO2/(MN2+MO2);
%composizione molare
NN2=MN2/MMN2;
NO2=MO2/MMO2;
xmolN2=NN2/(NN2+NO2);
xmolO2=NO2/(NN2+NO2);
DSN2_pp=MN2*(cpN2*log(Tf/TiN2)-RN2*log(PPfN2/PPiN2));
DSO2_pp=MO2*(cpO2*log(Tf/TiO2)-RO2*log(PPfO2/PPiO2));
DSN2_vt=MN2*(cvN2*log(Tf/TiN2)+RN2*log(Vftot/ViN2));
DSO2_vt=MO2*(cvO2*log(Tf/TiO2)+RO2*log(Vftot/ViO2));
DStot=DSN2_pp+DSO2_pp;
Esercizio 3.4
Argomento: Entropia di miscelamento per sistemi omogenei
Si consideri un recipiente dai contorni adiabatici, impermeabili e rigidi, diviso in due parti, di volume
V1 e V2 rispettivamente, da un setto diabatico impermeabile flessibile. Nella prima parte è contenuta
24
Esercitazioni FT MEC 2018-17
una massa M1 di un gas perfetto avente costante specifica R1∗ , nella seconda una massa M2 di un altro
gas perfetto avente costante specifica R2∗ . Il setto viene rimosso e i due gas si miscelano. Determinare
la variazione di entropia tra inizio e fine del processo (“entropia di miscelamento”).
Soluzione:
Essendo il setto separatore diabatico e flessibile, i due gas ad inizio processo sono alla stessa T ed
alla stessa p. Essendo poi il recipiente chiuso, adiabatico e rigido, esso è isolato rispetto all’esterno (si
trascurano eventuali campi esterni) e quindi ∆Etot = 0 e ∆U = 0. Dato poi che per un gas perfetto
U = f (T ), ne consegue che Tf = Ti .
Essendo S variabile estensiva, la variazione complessiva di entropia sarà pari alla somma delle variazioni
dei due gas singoli. Per un gas perfetto:
δq du + p · dv dT P dT dv
ds = = = cv · + · dv = cv · + R∗ ·
T T T T T v
Integrando tra stato iniziale e finale si ottiene:
Tf vf
∆s = cv · ln + R∗ · ln
Ti vi
in cui il primo termine è nullo, dato che la temperatura non varia. Per cui risulta:
dato che Vf = Vi1 + Vi2 è lo stesso per entrambi i gas. Ovviamente il volume finale è più grande di
entrambi i volumi iniziali, pertanto l’entropia aumenta anche per entrambi i gas singoli.
Osservazioni:
Cosa succederebbe se si miscelassero due masse dello stesso gas? L’utilizzo della formula appena
vista sembrerebbe evidenziare ancora un aumento di entropia, ma che significato fisico avrebbe? Nes-
suno, ed infatti è un caso in cui la Matematica si “scolla” dalla Fisica: miscelando due masse dello
stesso gas, nelle stesse condizioni di T e P, non succede nulla dal punto di vista dei modi possibili di
disporsi dei costituenti microscopici, in quanto manca la distinuibilità degli stessi (sono tutte molecole
indistinguibili).
25
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 3.5
Argomento: Miscelamento di due correnti liquide
Una portata M h = 100 kg/s di acqua a P atm e T hi = 80 ◦ C e una portata M r = 75 kg/s di refrige-
rante HF C134a (cpr = 1419 J/kgK) anch’essa a P atm ma a T ri = 45 ◦ C vengono miscelate in un
miscelatore di massa trascurabile, esternamente immerso in una grande massa di acqua a temperatura
T ae = 10 ◦ C (approssimabile a costante). Sapendo che il miscelatore è progettato per funzionare a
pressione costante e che la temperatura della miscela a fine miscelamento è T mu = 35 ◦ C, determi-
nare la potenza termica ceduta all’acqua in cui è immerso il miscelatore e l’irreversibilità del processo
(produzione entropica totale) per unità di tempo. Determinare anche la temperatura di miscela e l’ir-
reversibilità che si avrebbero se non ci fosse cessione di calore all’ambiente.
Soluzione:
%DATI
Mh=100;
Thi=80+273.15;
cph=4186;
Mr=75;
Tri=45+273.15;
cpr=1419;
Tae=10+273.15;
Tmu=35+273.15;
Q=Mh*cph*(Tmu-Thi)+Mr*cpr*(Tmu-Tri);
%produzione entropica
Dsh=cph*log(Tmu/Thi);
Dsr=cpr*log(Tmu/Tri);
DSh=Mh*Dsh;
DSr=Mr*Dsr;
26
Esercitazioni FT MEC 2018-17
DSae=Qae/Tae;
DStot=DSh+DSr+DSae;
Risultati numerici:
Osservazioni:
Cosa succederebbe se invece che miscelare due fluidi differenti si miscelassero due portate dello stesso
fluidi, ad esempio acqua calda e fredda? Si potrebbe risolvere nello stesso identico modo, o si potrebbe
osservare che nell’ipotesi di liquido perfetto il calore specifico non cambia con la temperatura e quindi
sarebbe possibile semplificarlo nella relazione per il calcolo della T di miscela, ad esempio nel caso
senza cessione di calore all’ambiente:
Quest’ultima formula è corretta per questo caso, ma si presti molta attenzione a non dedurne che si
possano in generale fare operazioni di media pesata su grandezze intensive!
Esercizio 3.6
Argomento: Proprietà dei solidi
Un blocco di metallo 1 (M1 = 10 kg, T1i = 15 ◦ C), di cui si vuole misurare il calore massico, viene
posto a contatto con un blocco di acciaio (M2 = 40 kg, T2i = 45 ◦ C, cV 2 = 450 J/kgK). L’insieme
viene isolato verso l’esterno e dopo un certo tempo i due blocchi si portano in equilibrio termico a Tf
= 35 ◦ C. Calcolare il calore specifico cV 1 del blocco di metallo 1 e la variazione totale di entropia del
processo ∆Stot .
Soluzione:
Il sistema in esame è costituito da due blocchi metallici a contatto tra di loro. Inizialmente i due
blocchi sono a temperature diverse, mentre nello stato finale si portano alla medesima temperatura.
Il sistema è isolato verso l’esterno, pertanto la sua variazione totale di energia deve essere nulla. Es-
sendo nulle le variazioni di energia potenziale e cinetica, deve essere conseguentemente nulla anche
la variazione di energia interna. Dunque Ui = Uf , e quindi (essendo per un solido l’energia interna
27
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Urif + M1 · cV 1 · (T1i − Trif ) + Urif + M2 · cV 2 · (T2i − Trif ) = 2 · Urif + (M1 · cV 1 + M2 · cV 2 ) · (Tf − Trif )
in cui l’unica incognita è cV 1 , che risulta (si noti come il valore dell’energia interna nello stato di
riferimento Urif si elida, cosı̀ come la temperatura di riferimento Trif ):
M2 · (Tf − T2i )
cV 1 = cV 2 ·
M1 · (T1i − Tf )
La variazione totale di entropia del processo è data da:
Risultati numerici:
40 · (35 − 45)
cV 1 = 450 · = 900 J/kgK
10 · (15 − 35)
La variazione totale di entropia del processo risulta invece:
! !
308.15 308.15
∆Stot = 10 · 900 · ln + 40 · 450 · ln = 29.1 J/K
288.15 318.15
Esercizio 3.7
Argomento: Proprietà dell’acqua
2. muovendosi lungo una trasformazione isobara partendo dalla temperatura dello stato di riferi-
mento;
5. approssimando direttamente i valori a quelli dello stato di liquido saturo a pari temperatura T1 .
Soluzione:
28
Esercitazioni FT MEC 2018-17
2. per l’acqua lo stato di riferimento è acqua liquida satura a 0 ◦ C, la cui corrispondente pressione
di saturazione è Psat (Trif ) = 611 Pa. Non è quindi rigorosamente a P1 . Trascurando però il
contributo legato alla pressione, si può calcolare:
R
• dh = cP dT ⇒ ∆h = cP dT = [se cP viene approssimato a costante] cP (Tf − Ti ) =
4186 · (303.15 - 273.15) = 125580 J/kg.
R
• ds = cP dT /T ⇒ ∆s = cP /T dT = [se cP viene approssimato a costante] cP log (Tf /Ti )
= 4186 · ln(303.15/273.15) = 436.21 J/kgK.
3. in questo caso si procede in modo assolutamente analogo al punto precedente, in questo caso
senza nemmeno dover trascurare il contributo della pressione, partendo dal punto P1 , Tsat (P1 )
(leggibile sulle tabelle dell’acqua a saturazione). Per il caso in questione, Tsat (1 bar) = 100 ◦ C
quindi hsat = 419170 J/kg, ssat = 1307.2 J/kgK:
• h1 = hsat (30 ◦ C) + vsat (30 ◦ C) · (P1 − Psat (30 ◦ C)) = 125730 + 0.00100441 · (100000 -
4247) = 125826 J/kg.
• s1 = ssat (30 ◦ C) = 436.75 J/kgK.
Esercizio 3.8
Argomento: Proprietà dell’acqua
Soluzione:
Per determinare in che condizioni è l’acqua a T = 180 ◦ C e ρ = 100 kg/m3 , si deve confrontare
il volume specifico v con i valori di liquido satuto vLS e di vapore saturo vV S , ricavati dalle tabelle in
corrispondenza di T = 180 ◦ C:
Risultati numerici:
29
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Il volume specifico dell’acqua è compreso tra i valori di liquido e vapor saturo, per cui l’acqua a T =
180 ◦ C e ρ = 100 kg/m3 è una miscela liquido vapore, il cui titolo è:
Esercizio 3.9
Argomento: Proprietà dell’acqua
Determinare il volume di un serbatoio che contiene una massa M = 4 kg di acqua allo stato di vapore
umido con frazione massica x = 0.2 e temperatura T = 100 ◦ C.
Soluzione:
Si noti che se ci si trova nella zona di transizione di fase liquido/vapore alla temperatura di 100
◦ C, la pressione è quella atmosferica (P
atm = 101325 P a).
Risultati numerici:
Esercizio 3.10
Argomento: Riscaldamento isobaro + evaporazione
Calcolare il calore necessario per riscaldare 10 litri di acqua dalla temperatura iniziale Ti = 20 ◦ C fino
alla condizione finale di miscela liquido-vapore con titolo x = 0.8 alla pressione costante di 1 atm.
Soluzione:
Alla temperatura di 20 ◦ C e alla pressione atmosferica l’acqua è nelle condizioni di liquido sotto-
raffreddato, per cui l’entalpia dello stato iniziale è pari a:
hf = (1 − x) · hLS + x · hV S
30
Esercitazioni FT MEC 2018-17
dove hLS e hV S sono rispettivamente le entalpie di liquido e vapore saturo, che si ricavano dalle tabelle
del vapor d’acqua in corrispondenza della pressione atmosferica.
Per il riscaldamento a pressione costante, il calore da fornire alla massa d’acqua risulta quindi:
Risultati numerici:
mentre quella dello stato finale risulta: hf = (1 − 0.8) · 419.04 + 0.8 · 2676.1 = 2224.7 kJ/kg
Il calore da fornire alla massa d’acqua per il riscaldamento a pressione costante è dunque:
Esercizio 3.11
Argomento: Raffreddamento isobaro
Una massa M = 5 kg di vapor d’acqua alla temperatura Ti = 100 ◦ C e titolo x = 0.9, viene posta
in contatto con una sorgente fredda isoterma a Ts = 60 ◦ C. Determinare il calore che deve essere
asportato dall’acqua per raffreddarla fino alla temperatura finale Tf = 80 ◦ C a pressione costante p =
101325 P a. Determinare la variazione di entropia complessiva del sistema (sorgente + massa d’ac-
qua).
Soluzione:
Il calore che deve essere asportato dall’acqua (raffreddamento a pressione costante) è pari a:
Q = M · (hf − hi )
dove:
hf = cH2O · Tf
hi = (1 − x) · hLS + x · hV S
con hLS e hV S rispettivamente entalpia specifica di liquido e vapore saturi, ricavate dalle tabelle
del vapor d’acqua in corrispondenza di p.
dove:
31
Esercitazioni FT MEC 2018-17
• ∆SH2O è la variazione di entropia della massa d’acqua. Il raffreddamento dell’acqua può essere
diviso in due parti: una prima a temperatura costante, in cui si passa dalle condizioni iniziali a
quelle di liquido saturo (Ti = TLS ), ed una seconda a temperatura variabile, in cui si passa dalle
condizioni di liquido saturo a quelle finali di liquido sottoraffreddato. Per cui risulta:
Z f !
dQH2O Tf M · (hLS − hi )
∆SH2O = = M · cH2O · ln +
i TH2O TLS Ti
• ∆SS.C. è la variazione di entropia della sorgente di calore isoterma, che riceve tutto il calore Q
dovuto al raffreddamento della massa d’acqua:
Q
∆SS.C. =
Ts
Risultati numerici:
Dalle tabelle dell’acqua, in corrispondenza della pressione atmosferica, si ricavano i valori dell’entalpia
di liquido e vapore saturi, rispettivamente pari a:
Le variazioni di entropia della massa d’acqua e della sorgente di calore isoterma sono rispettivamente
pari a: !
353.15 5 · (419.04 − 2450.4)
∆SH2O = 5 · 4.186 · ln + = −28.37 kJ/K
373.15 373.15
10577.3
∆SS.C. = = 31.15 kJ/K
333.15
per cui la variazione totale di entropia del sistema sorgente + massa d’acqua risulta:
Osservazioni:
La variazione di entropia dell’acqua ∆SH2O è negativa in quanto l’acqua cede calore e la sua en-
tropia diminuisce, mentre la variazione di entropia della sorgente di calore isoterma ∆S.C. aumenta in
quanto riceve calore.
L’aumento di entropia della sorgente di calore è comunque maggiore della diminuzione di entropia
dell’acqua, per cui la variazione totale di entropia del sistema sorgente + massa d’acqua è positiva ed
il secondo principio della termodinamica è rispettato.
32
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 3.12
Argomento: Miscelamento di sostanze pure
In un sistema chiuso si miscelano adiabaticamente e a pressione costante (p = 2.7 bar) una massa M1
= 4 kg di vapor d’acqua con titolo x = 0.2 ed una massa M2 = 2 kg di acqua liquida alla temperatura
T2 = 80 ◦ C. Determinare lo stato finale della miscela.
Soluzione:
Quindi:
M1 · h1 + M2 · h2 = (M1 + M2 ) · hf
dove:
• h1 è l’entalpia del vapor d’acqua con titolo x = 0.2, pari a:
h1 = (1 − x) · h1,LS + x · h1,V S
dove h1,LS e h1,V S sono rispettivamente l’entalpia di liquido e vapore saturo, ricavate dalle tabelle
dell’acqua in corrispondenza di p = 0.27 MPa.
Risultati numerici:
Il vapor d’acqua iniziale con titolo x = 0.2 si trova alla pressione p = 0.27 MPa. I valori di h1,LS e
h1,V S sono tabulati per le pressioni di 0.25 e 0.275 MPa: per cui per ottenere il valore di h1 è necessario
innanzitutto interpolare linearmente i valori di entalpia di liquido e vapore saturo tra le pressioni di
0.25 e 0.275 MPa. Risulta dunque:
hLS,0.275 − hLS,0.25 548.89 − 535.37
h1,LS = hLS,0.25 + · (0.27 − 0.25) = 535.37 + · 0.02 = 546.19 kJ/kg
0.275 − 0.25 0.275 − 0.25
hV S,0.275 − hV S,0.25 2721.3 − 2716.9
h1,V S = hV S,0.25 + · (0.27 − 0.25) = 2716.9 + · 0.02 = 2720.42 kJ/kg
0.275 − 0.25 0.275 − 0.25
L’entalpia della massa di acqua liquida è invece pari a: h2 = 4.186 · 80 = 334.94 kJ/kg
33
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Tale valore è compreso tra quelli di liquido e vapore saturo (h1,LS e h1,V S ) precedentemente calcolati
per il vapore iniziale, per cui lo stato finale è una miscela liquido-vapore con titolo:
765.67 − 546.19
x= = 0.101
2720.42 − 546.19
Osservazioni:
È stato dimostrato, che trasformazioni adiabatiche a pressione costante per un sistema semplifica-
to chiuso, sono anche isoentalpiche. La cosa vale anche per i sistemi fluenti in condizioni stazionarie.
Esercizio 3.13
Argomento: Miscelamento di sostanze pure
In un cilindro adiabatico, chiuso da uno stantuffo sul quale agisce una pressione p = 2 M P a, sono
contenuti Mv = 7 kg di vapore surriscaldato alla temperatura di Tv = 350 ◦ C e Mg = 3 kg di ghiac-
cio alla temperatura di Tg = −30 ◦ C. Individuare le condizioni dello stato finale e la variazione di
entropia.
Soluzione:
Mv · hv + Mg · hg = (Mv + Mg ) · hf
da cui, noti:
Mv · hv + Mg · hg
si ricava l’entalpia dello stato finale: hf =
Mv + Mg
Nota l’entalpia dello stato finale (e quindi noto lo stato finale), è possibile ricavare l’entropia specifica
finale sf .
dove:
Risultati numerici:
34
Esercitazioni FT MEC 2018-17
L’entalpia dello stato finale risulta quindi: hf = (7 · 3137.0 + 3 · −397.80)/(7 + 3) = 2076.56 kJ/kg
Il valore trovato è compreso tra quelli di liquido saturo hLS e di vapore saturo hV S , valutati a p = 2
M P a. Per cui lo stato finale sarà una miscela liquido/vapore, il cui titolo è pari:
Osservazioni:
Nella formula dell’entalpia del ghiaccio hg , la temperatura è espressa in ◦ C perchè è stato assunto
come riferimento hg = 0 a T = 0 ◦ C.
Se si volesse utilizzare la temperatura espressa in K, bisognerebbe utilizzare la seguente relazione:
Esercizio 3.14
Argomento: Miscelamento di sostanze pure
Un recipiente chiuso contiene acqua liquida a 25 ◦ C e vapore d’acqua saturo a 50 ◦ C. Per ciascuna fase
è presente una massa pari a 1 kg. Durante il miscelamento tra le fasi, attraverso i contorni del reci-
piente la miscela cede all’ambiente esterno, che si trova ad una temperatura Te = 15 ◦ C, una quantità
di calore pari a Q = 1 kJ. Sapendo che il recipiente è costantemente mantenuto a pressione costante,
determinare lo stato finale della miscela, la variazione entropica della sola miscela (commentandone
il segno) e l’irreversibilità del processo (variazione totale di entropia del sistema isolato che permette
la trasformazione descritta).
Soluzione:
%DATI IN INPUT
Ml=1;
Mv=1;
Q=-1e3;
Te=15+273.15;
Tl=25+273.15;
35
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Tv=50+273.15;
cpl=4186;
sl=cpl*log(Tl/273.15);
sv=8.0763e3; %da tabella
%bilancio entalpico:
hm=(Ml*hl+Mv*hv+Q)/(Ml+Mv);
DSm=(Ml+Mv)*sm-(Ml*sl+Mv*sv);
%positiva malgrado sia una cessione di calore perchè domina l’entropia
%di miscelamento
%dell’ambiente:
DSe=-Q/Te;
Risultati numerici:
36
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 3.15
Argomento: Gas reali
Determinare, per tre punti appartenenti alla curva limite (il punto critico e altri due) e per un punto
nella regione dell’aeriforme surriscaldato, lo scostamento % tra i valori di volume specifico (note T
e p) calcolabili attraverso l’equazione del gas ideale e l’equazione di Van der Waals e i valori “veri”
sperimentali (la sostanza sia acqua).
Soluzione:
R∗ T a
mentre dall’equazione di Van der Waals: P = − 2
v−b v
dove: a = 27/64 · R∗2 · Tc2 /Pc e b = 1/8 · R∗ · Tc /Pc
Risultati numerici:
I punti appartenenti alla curva limite sono stati valutati a: T = 373.15 K e T = 523.15 K
Il punto critico per l’acqua è a: Tc = 647.29 K Pc = 22089 kP a
Nella regione dell’aeriforme surriscaldato è stato scelto il punto a: T = 1173.15 K P = 100 kP a
Esercizio 3.16
Argomento: Equazione di Clausius-Clapeyron
Soluzione:
L’equazione di Clausius-Clapeyron per la transizione di fase da solido a liquido può essere scritta
come:
dP sl − ss hl − hs
= =
dT vl − vs T (vl − vs )
Essendo ∆s e ∆h > 0 durante la transizione di fase da solido a liquido, per una sostanza per la quale
37
Esercitazioni FT MEC 2018-17
∆v è < 0 si avrà dP/dT < 0 e dunque il corretto diagramma P − T qualitativo per l’acqua è quello
di sinistra.
38
Primo Principio della Termodinamica per sistemi chiusi
Esercizio 4.1
Un sistema chiuso subisce un incremento di energia interna di 125 kJ a fronte di un lavoro entrante
di 460 kJ. Supponendo nulle le variazioni di energia potenziale e cinetica, determinare l’entità del
calore scambiato esplicitando se entrante o uscente e adottando le diverse convenzioni di segno.
Soluzione:
Nel caso proposto il primo principio della termodinamica in termini finiti contempla solamente i
termini ∆U, Q, L che in base alle convenzioni di segno adottate sono cosı̀ relazionati:
Risultati numerici:
Le unità di misura delle grandezze sono già nel sistema internazionale e quindi non necessitano alcuna
conversione.
Osservazioni:
Coerentemente con quanto precedentemente detto, si osserva come i risultati siano invarianti rispetto
alle convenzioni di segno adottate fornendo la stessa informazione circa la direzione dell’interazione
(in questo caso uscente).
39
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 4.2
Argomento: Primo Principio per sistemi chiusi
In un serbatoio sono contenuti 35 litri di un liquido di densità 920 kg/m3 . Durante un intervallo
di tempo pari a ∆τ = 15 minuti viene sottratta al liquido una potenza termica variabile nel tempo
secondo la legge Q̇ = 2 · τ + 2.5 · 10−4 · τ 2 . Determinare la potenza meccanica costante che deve essere
Soluzione:
Adottando per il liquido il modello di fluido incomprimibile, per esso non si hanno interazioni mec-
caniche di tipo dilatativo e pertanto la potenza meccanica scambiata è di tipo L̇∗ che, come tale, è
solo entrante. L’indilatabilità del sistema comporta inoltre una variazione nulla di energia potenziale.
Non essendo specificato né implicitamente né esplicitamente, si considera il serbatoio come contorno e
non come sistema termodinamico che risulta pertanto essere costituito dal solo liquido. Considerando
poi gli stati iniziale e finale assoggettati a velocità nulle e il sistema immobile, il bilancio energetico
in termini di potenza ci fornisce:
R
∆U Q̇ · dτ
Z
∗ ∗
L̇ · ∆τ + Q̇ · dτ = ∆U =⇒ L̇ = −
∆τ ∆τ
Conoscendo la variazione di energia interna specifica, per il calcolo di ∆U si deve determinare la
massa:
M =V ·ρ
Risultati numerici:
La relazione che esprime Q̇ è una relazione alfanumerica e pertanto deve essere specificata la mi-
sura, ovvero il sistema di unità di misura adottato per la quantificazione della parte numerica. Tali
considerazioni devono sempre essere fatte quando si tratta di relazioni alfanumeriche tra grandezze
di dimensioni non nulle. Non essendo specificato nel testo, si è pertanto autorizzati ad associare la
relazione Q̇ = 2 · τ + 2.5 · 10−4 · τ 2 a qualsiasi sistema di misura e pensare quindi Q̇ espressa in W ,
kcal/h, BT U/h ecc. Supponendo allora per comodità che la relazione esprima la potenza nel SI,
ovvero che il fattore numerico 2 sia espresso in W/s e il fattore numerico 2.5 · 10−4 sia espresso in
W/s2 , si riportano anche tutte le altre unità di misura nel sistema internazionale SI:
V = 35 l = 35 · 10−3 m3
∆τ = 15 min = 15 · 60 = 900 s
La potenza meccanica scambiata è (i segni negativi sono legati al fatto che la potenza termica è
sottratta e l’energia interna decrementata):
R
∗ − 579.6 (−Q̇) · dτ
L̇ = −
900 900
40
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Osservazioni:
Il bilancio energetico (in termini di potenza) vuole positivi calore (potenza termica) e lavoro (po-
tenza meccanica) entranti. Poiché U decresce e la potenza termica è uscente, il primo termine del
secondo membro risulta negativo e il secondo termine positivo; da cui il risultato che essendo positivo
sta a indicare che la potenza meccanica è entrante.
Esercizio 4.3
Argomento: Primo Principio per sistemi chiusi
Un sistema chiuso 1 subisce a seguito di un processo termodinamico una variazione di energia interna
di 200 kJ. Durante tale processo il sistema assorbe dall’ambiente una quantità di calore pari a 1200
kcal e scambia lavoro con un secondo sistema chiuso 2 che presenta una variazione di energia interna
di 3700 kJ. Verificare se il secondo sistema è adiabatico e in caso contrario calcolare il calore scam-
biato con l’esterno dichiarando se entrante o uscente.
Soluzione:
Si ipotizza, non essendo diversamente specificato nel testo, che i sistemi siano immobili e non soggetti
a variazioni di energia cinetica e potenziale e pertanto con riferimento al primo sistema, il bilancio
energetico fornisce:
L1 = ∆U1 − Q1
dove si è indicato con L il generico lavoro scambiato non essendo indicato nel testo se dilatativo e/o no.
−L1 = L2 = ∆U2
Si è supposto, come appare implicito nel testo, che il secondo sistema scambi lavoro solamente con il
primo sistema.
Risultati numerici:
Pe il secondo sistema, invece: L2 = +4823, 2 6= 3700 e pertanto il secondo sistema non è adiabatico.
Il calore scambiato con l’esterno risulta: Q2 = ∆U2 − L2 = 3700 − 4823.2 = −1123.2 kJ (uscente).
41
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 4.4
Argomento: Primo Principio per sistemi chiusi esteso
Una coppia cilindro stantuffo disposta verticalmente contiene un gas che occupa inizialmente un vo-
lume Vi di 9.5 litri con una densità ρi di 158 g/dm3 . Sapendo che il gas subisce durante il processo
termodinamico un incremento di energia interna di 50 kcal con un incremento di volume cui compete
una variazione della quota iniziale del pistone di 500 mm e sapendo che nel sistema viene introdotta
una quantità di calore pari a 450 kJ, determinare il lavoro scambiato sapendo che lo stesso è solamente
di tipo dilatativo.
Soluzione:
Ld + Q = ∆U + ∆Ep
dove:
∆Ep = M · g · (zf − zi )/2
Risultati numerici:
Osservazioni:
Il segno del lavoro è negativo ad indicare (secondo il bilancio energetico) che esso è uscente, coe-
rentemente col fatto che il sistema subisce un incremento di volume e quindi una espansione con
conseguente cessione di lavoro all’esterno.
Si nota inoltre il modestissimo valore assoluto e il peso del tutto trascurabile dell’energia potenziale:
questo fatto è tipico dei sistemi chiusi costituiti da aeriformi per i quali in generale la modesta densità
(che genera piccole masse) e le modeste variazioni di quota comportano modesti valori assoluti della
42
Esercitazioni FT MEC 2018-17
variazione di energia potenziale. Inoltre gli scambi di calore e lavoro di tali sistemi sono generalmente
tali da superare di diversi ordini di grandezza l’effetto dell’energia potenziale. Sotto questo profilo
l’esempio è significativo in quanto pur trovandosi di fronte a volumi, variazioni di quota e densità inge-
gneristicamente rilevanti (per sistemi chiusi costituiti da aeriformi) associati a una modesta variazione
di energia interna e a modeste energie in transito (calore e lavoro), il peso della variazione dell’energia
potenziale è pari a 1.5 %.
Esercizio 4.5
Argomento: Primo Principio per sistemi chiusi composti
Soluzione:
• Per l’i-esimo sottosistema (dove non si è distinto tra Ld e L∗ non avendo dal testo informazioni
in merito):
δQi + δLi = ∆U
• Per il sistema totale - isolato - ricordando la proprietà associativa dell’energia interna, si ha:
X
dU = dUi = 0
Risultati numerici:
La variazione di energia interna del sistema composto (isolato), risulta automaticamente verificata:
43
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 4.6
Argomento: Primo Principio per sistemi chiusi composti
Un sistema rigido e adiabatico è diviso, tramite un setto fisso, rigido e diabatico di massa M3 = 2.5
kg, in due semi volumi di cui uno il triplo dell’altro. Il semi volume più piccolo V1 è di 2.8 dm3 ed
è riempito con un gas di densità pari a 48 kg/m3 , mentre l’altro semi volume V2 è occupato da un
liquido di densità 875 g/dm3 . A partire dallo stato iniziale di equilibrio viene azionato all’interno del
semi volume V2 e per la durata di 45 minuti un agitatore alimentato da una potenza (espressa in W )
funzione del tempo secondo la legge L̇∗ = 300 − 0.06 · τ .
Dopo lo spegnimento dell’agitatore ed il raggiungimento di un nuovo stato di equilibrio, determinare
rispetto allo stato iniziale la variazione di energia interna totale dell’intero sistema, quella dei singoli
sotto sistemi e i calori scambiati tra il setto, il liquido e il gas. Sono noti i calori specifici a volume
costante cv del setto, del liquido e del gas che valgono rispettivamente 1.8, 1.2 e 0.4 kcal/kgK.
Soluzione:
Poiché il setto è caratterizzato da una certa massa e pertanto non è un contorno, la struttura si
presenta quale sistema composto da tre sotto sistemi per i quali si può dire che:
• Il setto (sistema 3) può scambiare calore con il gas (Q3,1 ) e con il liquido (Q3,2 ) e non presenta
alcuna interazione meccanica.
• Il liquido (sistema 2) scambia lavoro di tipo L∗ con l’esterno e calore con il setto (Q3,2 ).
• Il sistema totale (essendo rigido e adiabatico) scambia solo lavoro di tipo L∗ con l’esterno.
Ovviamente per tutti i sotto sistemi e per il sistema totale non si hanno variazioni di energia cinetica
e potenziale.
Pertanto il primo principio in termini di potenza applicato all’intero sistema totale fornisce la prima
immediata risposta: Z
∆UT = ∆U1 + ∆U2 + ∆U3 = L̇∗ · dτ
Per quanto concerne le variazioni di energia interna dei singoli sottosistemi, si dispone del bilancio di
conservazione dell’energia ad essi relativo e cioè:
∆U1 = RQ3,1
∆U2 = L̇∗ · dτ − Q2,3
∆U3 = +Q2,3 − Q3,1
Una delle ultime tre relazioni è ricavabile dal primo principio per il sistema totale, che risulta essere
una combinazione dei bilanci di conservazione dell’energia dei singoli sottosistemi. Ci si trova di
fronte pertanto a un sistema di tre equazioni in cinque incognite (tre energie interne e due calori).
La chiusura del problema è fornita dall’osservare che nello stato iniziale e finale, che sono stati di
equilibrio, i tre sottosistemi si trovano tutti alla stessa temperatura ovvero subiranno tutti la stessa
differenza di temperatura ∆T . Essendo i tre sotto sistemi rigidi, la loro evoluzione termodinamica
avviene a volume costante e pertanto le variazioni di energia interna sono espresse dalla relazione:
Aggiungendo cioè altre tre equazioni e un’altra incognita (∆T ), il sistema diventa a sei equazioni in
sei incognite.
44
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Dal primo principio applicato all’intero sistema è quindi possibile esprimere ∆T come:
3
! Z
X
∆T = 1/ Mi · cvi · L̇∗ · dτ
i=1
Noto ∆T , dai bilanci di energia dei singoli sottosistemi, sostituendo i ∆Ui , si ricavano i calori scambiati
e successivamente le variazioni di energia interna.
Risultati numerici:
1
∆T = · 591.3 = 10.57 ◦ C
2.8 · 10−3 · 48 · 1.67 + 8.4 · 10−3 · 875 · 5.02 + 2.5 · 7.53
Osservazioni:
La somma delle ∆Ui , ricavate alla luce del primo principio relativo ai singoli “i” sotto sistemi, coincide,
a meno di errori di troncamento, con la ∆UT ricavata dal primo principio relativo al sistema totale,
coerentemente col fatto che per l’energia interna, che è una grandezza estensiva, vale la proprietà
associativa.
Si osserva inoltre che la variazione di energia interna del gas è notevolmente inferiore alle altre es-
senzialmente per la ridotta massa di questo. Per contro in termini specifici le tre ∆u sono dello
stesso ordine di grandezza e stanno nel rapporto dei calori specifici a volume costante. Risulta infatti:
∆u1 = 17.63 kJ/kg, ∆u2 = 53.06 kJ/kg, ∆u3 = 79.59 kJ/kg.
45
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 4.7
Argomento: Primo Principio per sistemi chiusi esteso
Tre sfere aventi diametro di 20 cm e caratteristiche fisiche riportate in tabella vengono lanciate con una
velocità costante di 200 m/s contro un bersaglio rigido. Determinare per le tre sfere sia la variazione
di energia interna totale e specifica dopo l’urto, supposto anelastico, sia la rispettiva variazione di
temperatura.
ρ [kg/m3 ] cv kcal/kgK
Sfera 1 (piombo) 11290 0.03
Sfera 2 (alluminio) 2710 0.208
Sfera 3 (ottone) 8520 0.092
Soluzione:
Considerando quale condizione iniziale della sfera quella assunta un istante prima dell’impatto anela-
stico e come condizione finale quella assunta un istante dopo, risulta trascurabile e al limite nulla la
variazione di energia potenziale, mentre la variazione di energia cinetica risulta pari all’energia cine-
tica iniziale essendo nulla la velocità dopo l’urto. Per quanto riguarda le forze esterne che possono
promuovere, stante il movimento del sistema, il lavoro Lm , esse sono nulle dal momento che la sfera,
dal nostro istante iniziale a quello finale, procede a velocità costante e quindi la risultante delle forze
esterne (tipicamente data dalla forza di lancio originaria e dalla resistenza d’attrito) risulta essere
nulla. Supponendo inoltre il contorno della sfera adiabatico e rigido, il primo principio fornisce le
relazioni:
dU = −1/2 · M · dw2
dT = du/cv
dove: M = 1/6 · π · d3 · ρ
Risultati numerici:
d = 20 cm = 0.2 m
cv1 = 0.03 kcal/kgK = 0.03 · 4.186 = 0.126 kJ/kgK
cv2 = 0.208 kcal/kgK = 0.208 · 4.186 = 0.871 kJ/kgK
cv1 = 0.092 kcal/kgK = 0.092 · 4.186 = 0.385 kJ/kgK
46
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Osservazioni:
Dopo l’urto la sfera subisce una deformazione che risulta essere a volume costante e che, come tale,
non è associata a un lavoro dilatativo. Essa da un punto di vista puramente meccanico è associata a
un lavoro di deformazione coincidente con la variazione di energia cinetica; dal punto di vista termo-
dinamico, viene a coincidere con la variazione di energia interna. Tale valore risulta massimo nel caso
di urto anelastico (come nel caso in esame) mentre risulta nullo nel caso di urto perfettamente elastico
dove la velocità finale (dopo l’urto) è uguale e contraria a quella iniziale (prima dell’urto) talché la
variazione di energia interna risulta nulla.
Si osserva inoltre che le differenti variazioni (incrementi) di temperatura delle tre sfere risultano, a
pari velocità, inversamente proporzionali al calore specifico a volume costante (cv ).Il valore piuttosto
elevato della temperatura finale è legato all’elevata velocità (che per altro compare al quadrato): se
per esempio la velocità fosse 18 m/s (64.8 km/h) risulterebbe ∆u = 162 W e conseguentemente ∆T1
= 1.29 ◦ C, ∆T2 = 0.19 ◦ C, ∆T3 = 0.42 ◦ C.
Esercizio 4.8
Argomento: Primo Principio e coefficienti termovolumetrici
1. ipotizzando che sia l’acqua sia le sfere siano approssimabili a perfettamente incomprimibili, deter-
minare la temperatura finale del sistema liquido + sfere una volta raggiunto lo stato di equilibrio,
e la corrispondente variazione totale di entropia rispetto allo stato iniziale.
2. ipotizzando invece che il contenitore sia flessibile, le sfere perfettamente incomprimibili e l’acqua
caratterizzata da un coefficiente di dilatazione isobara kP = 2.1 · 10−4 (approssimabile a costante
con la temperatura) e che l’ambiente esterno sia a 1 bar, determinare il lavoro scambiato dal
sistema tra inizio e fine del raffreddamento delle sfere.
Soluzione:
%DATI IN INPUT
47
Esercitazioni FT MEC 2018-17
P=1e5;
rhoCu=8900;
cvCu=385; %=cp
rhoH2O=1000;
cvH2O=4186; %=cp
vH2Oi=1e-3;
D=50e-3;
T1i=200+273.15;
T2i=150+273.15;
TH2Oi=10+273.15;
Vltot=0.5e-3;
kp=2.1e-4;
%SOLUZIONE
%calcolo del volume di acqua rimasta nel serbatoio dopo che un po’ ne
%esce causa immersione delle sfere
Vs1=4/3*pi*(D/2)^3;
Vs2=Vs1;
Vl=Vltot-Vs1-Vs2;
MH2O=Vl*rhoH2O;
48
Sistemi Fluenti
Esercizio 5.1
Argomento: Sistemi fluenti
In un condotto di sezione circolare caratterizzato da un brusco aumento della sezione stessa scorre
acqua liquida in regime stazionario, con portata sufficiente a riempire completamente il condotto stes-
so. Nel primo tratto, a monte della singolarità, il diametro della sezione del condotto è D1 = 0.5
m e la velocità dell’acqua è w1 = 10 m/s; nel secondo tratto, a valle della singolarità, il diametro
della sezione del condotto diventa D2 = 1 m. Calcolare la velocità w2 con cui fluisce l’acqua in questo
secondo tratto.
Soluzione:
Risultati numerici:
Esercizio 5.2
Argomento: Sistemi fluenti
In un sistema aperto adiabatico, orizzontale operante in regime stazionario fluisce una portata massi-
ca di aria (cp = 1 kJ/kgK, MM = 29 kg/kmol) pari a 0.2 kg/s; nella sezione d’ingresso si ha una
temperatura Ti di 50 ◦ C, una pressione Pi di 5 bar e una velocità media wi di 40 m/s, mentre nella
sezione di uscita si ha una velocità wu = 100 m/s e una pressione Pu di 3 bar. Sapendo che al fluido
viene fornita una potenza di 6 kW , determinare la temperatura nella sezione di uscita e le aree delle
sezioni di ingresso e di uscita.
Soluzione:
49
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Non essendo meglio specificato, assumiamo la potenza entrante quale somma dei contributi L̇d e
L̇∗ , chiamandola genericamente Ė; inoltre essendo il sistema disposto orizzontalmente risulta nullo il
contributo gravitazionale per cui dal primo principio risulta:
Per la determinazione delle aree di ingresso e uscita si ricorre all’equazione di continuità, previa
determinazione della densità dell’aeriforme tramite la sua equazione di stato. Risulta pertanto:
%DATI
cp=1000;
MM=29;
M=0.2;
Ti=50+273.15;
Pi=5e5;
wi=40;
Pu=3e5;
wu=100;
E=6e3;
%SOLUZIONE
%dal bilancio energetico
Dh=E/M+(wi^2-wu^2)/2;
Tu=Ti+Dh/cp;
%sezioni di passaggio
Rs=8314/MM;
rhoi=Pi/(Rs*Ti);
rhou=Pu/(Rs*Tu);
Ai=M/(rhoi*wi);
Au=M/(rhou*wu);
%Di=sqrt(4*(Ai/pi));
%Du=sqrt(4*(Au/pi));
Risultati numerici:
Osservazioni:
Provare a ripetere il calcolo senza fornire potenza termica, per verificare cosa succede al fluido (risposta:
si raffredda).
50
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 5.3
Argomento: Centrale idroelettrica
Soluzione:
Approssimando:
Ṁ · (g · zi + pi · vi ) + L̇ut = Ṁ · (g · zu + pu · vu )
51
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
mentre con le sezioni 2 e 3: L̇ut = −100 · 9.81 · 100 = −98100 J/s uscente
Osservazioni:
La scelta del contorno del sistema può influenzare il procedimento di calcolo, che può diventare più o
meno semplice o complesso, ma non il risultato.
Esercizio 5.4
Argomento: Turbina
In una turbina in cui il fluido di lavoro è vapor d’acqua si verifica un’espansione adiabatica dalla pres-
sione p1 = 1 M P a alla pressione p2 = 0.1 M P a. Sapendo che la temperatura T1 del vapor d’acqua
in ingresso alla turbina è di 900 K, e che le sezioni in ingresso e uscita sono state dimensionate in
modo che risulti w1 = w2 , calcolare il lavoro specifico fornito dalla turbina:
Soluzione:
Scrivendo il bilancio di energia per il sistema aperto turbina (in termini di potenza):
ed introducendo l’entalpia: h = u + p · v
lut = h2 − h1
52
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
h1 ∼
= 3755 kJ/kg valutata a T1 = 900 K e p1 = 1 M P a
h2 ∼
= 3010 kJ/kg valutata a s2 = s1 e p2 = 0.1 M P a
e quindi: lut = 3010 − 3755 = −745 kJ/kg
Se la turbina non è ideale, invece: lut = 0.85 · (3010 − 3755) = −633.25 kJ/kg
Osservazioni:
Provare a rifare i calcoli con le tabelle e con il gas perfetto partendo da p1 = 0.1 bar e T1 = 900
K e arrivando a p2 = 0.01 bar. La differenza tra i due approcci è maggiore o minore del caso prece-
dente?
Esercizio 5.5
Argomento: Turbina ideale
Una turbina ideale (rendimento isoentropico unitario) processa aria secca (portata massica Ṁ = 5
kg/s, portata volumica V̇ = 2 m3 /s) che subisce una trasformazione politropica di indice k = 1.75.
Le condizioni di uscita sono Pu = 1 bar, Tu = 10 ◦ C. Determinare la potenza fornita dalla turbina in
condizioni stazionarie.
Dal Primo Principio per sistemi fluenti in condizioni stazionarie e trascurando le variazioni di quota
e velocità, per una turbina ideale si ha:
Per calcolare Ti si parte dalla densità in ingresso ρi = Ṁ /V̇ , da quella in uscita ρu = R∗ Tu /Pu e
dall’equazione delle trasformazioni politropiche in coordinate (T, v) (che è T v k−1 = cost). Si ha:
53
Esercitazioni FT MEC 2018-17
%dati
M=5;
V=2;
k=1.75;
Pu=1e5;
Tu=10+273.15;
%soluzione
Rs=8314/29;
rhoi=M/V;
rhou=Pu/(Rs*Tu);
Ti=Tu*(rhou/rhoi)^(1-k);
cv=5/2*Rs;
cp=7/2*Rs;
cx=(k*cv-cp)/(k-1);
q=cx*(Tu-Ti);
lut_is=cp*(Tu-Ti);
lut=lut_is-q;
Lut=M*lut;
Esercizio 5.6
Argomento: Condotto convergente
Soluzione:
Dall’equazione di conservazione della massa, dato che il fluido è incomprimibile (ρ1 = ρ2 = ρ), si
ricava la velocità in uscita dal condotto:
ρ1 · w1 · A1 = ρ2 · w2 · A2 =⇒ w2 = w1 · A1 /A2
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
Scrivendo il bilancio di energia per il sistema aperto condotto convergente (in termini di potenza):
ma essendo:
• il fluido incomprimibile: ρ1 = ρ2 = ρ
p1 1 2 p2 1 2
+ · w1 = + · w2
ρ 2 ρ 2
in cui l’unica incognita è la pressione in uscita dal condotto p2 , pari a:
Risultati numerici:
w2 = 1 · (0.196/0.00785) = 25 m/s
Esercizio 5.7
Argomento: Compressore non isoentropico
Un compressore di gas (He, approssimabile a gas ideale monoatomico, MM 4 kg/kmol) opera tra le
condizioni iniziali pi = 3 bar, Ti = −50 ◦ C e la pressione finale pu = 12 bar, secondo un processo
adiabatico irreversibile, assorbendo una potenza meccanica L̇ut = 200 kW. Conoscendo la portata del
gas Ṁ = 0.2 kg/s, calcolare:
• il rendimento isoentropico del compressore ηIS ;
• l’entropia totale prodotta per irreversibilità ṠP .
Soluzione:
L̇ut = Ṁ (hu − hi )
55
Esercitazioni FT MEC 2018-17
L̇ut = Ṁ cP · (Tu − Ti )
Dato che la potenza scambiata L̇ut è nota, l’equazione precedente può essere utilizzata per ricavare
Tu :
L̇ut
Tu = Ti +
Ṁ cP
da cui immediatamente l’entropia totale prodotta per irreversibilità:
Tf pf
∆sP = cP ln − R∗ ln
Ti pi
!
Tf pf
ṠP = Ṁ cP ln − R∗ ln
Ti pi
Considerando invece un compressore ideale, isoentropico, la temperatura di uscita ideale può essere
ricavata o tramite l’equazione
Tu,iso = Ti · (pi /pi )(1−γ)/γ
o imponendo ∆sP = 0.
Una volta nota Tu,iso , si ha immediatamente il rendimento isoentropico:
Risultati numerici:
M M = 4 kg/kmol
R∗ = 2078.5 J/kgK
cP = 5196.25 J/kgK
γ = 1.67
Tu = 415.6 K
Tu,iso = 388.5 K
∆sP = 350 J/kgK
ṠP = 70 W/K
L̇ut iso = 171.9 kW
ηiso C = 0.86
Esercizio 5.8
Argomento: Compressore reale con trasformazione politropica tra gli stessi stati
Un compressore adiabatico reale, con un rendimento isoentropico ηisC pari a 0.85, comprime un flusso
d’aria a pressione ambiente e temperatura di 300 K fino a 1.8 Mpa. Si determini:
• l’indice k della trasformazione ideale politropica che porti l’aria dalle stesse condizioni iniziali
alle stesse condizioni finali della compressiore reale descritta;
56
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Soluzione:
%DATI
Pi=1e5;
Ti=300;
Pf=1.8e6;
eta_is=0.85;
%soluzione
R=8314/29;
cp=7/2*R;
gamma=7/5;
Tf_id=Ti*(Pi/Pf)^((1-gamma)/gamma);
l_id=cp*(Tf_id-Ti);
l_r=l_id/eta_is;
%Tf reale
Tf_r=Ti+l_r/cp;
%ds per il caso isoentropico, deve dare 0
ds_i=cp*log(Tf_id/Ti)-R*log(Pf/Pi);
%ds
ds=cp*log(Tf_r/Ti)-R*log(Pf/Pi);
%calcolo dell’indice direttamente da T e P
%n=(log(Tf_r/Ti)/log(Pi/Pf)+1)^-1;
%calcolo dell’indice passando attraverso v
vi=R*Ti/Pi;
vf=R*Tf_r/Pf;
n=log(Pi/Pf)/log(vf/vi);
%l per compressore isotermo int. rev.
%dl = v dp = RT/P dP
l_isoT=R*Ti*log(Pf/Pi);
Risultati numerici:
Esercizio 5.9
Argomento: Confronto tra turbina e laminazione
In un ramo di una rete ad alta pressione di distribuzione del metano (gas ideale, molecola CH4 ) fluisce
una portata Ṁ = 300 kg/s a Pi = 60 bar e Ti = 20 ◦ C.
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
Dovendo portare le condizioni del gas a Pu = 6 bar, Tu ancora 20 ◦ C, si hanno tre possibilità:
• espansione in una valvola di laminazione isoentalpica;
• espansione in turbina, poi riscaldamento;
• riscaldamento, poi espansione in turbina.
Determinare per i tre casi la potenza termica da fornire perchè la T finale sia quella richiesta.
Soluzione:
Considerando l’espressione del Primo principio per i sistemi fluenti applicata ai modelli usualmen-
te adottati per le turbomacchine e le valvole di laminazione (trascurabili la differenza di quota e di
energia cinetica fra ingresso ed uscita, e considerato adiabatico il processo) si ha:
• nella valvola di laminazione hu = hi
Utilizzando invece una turbina, avendosi un abbattimento entalpico con cessione di lavoro si ha an-
che un raffreddamento del gas e quindi dovrà effettivamente essere fornita una potenza termica per
riportare il gas alla temperatura di ingresso. Supponendo isobaro il processo di riscaldamento si ha
per quest’ultimo, sempre dal Primo principio per sistemi fluenti: q = ∆h = cP ∆T .
Nel caso 2), riscaldamento dopo l’uscita dalla turbina, si ha quindi (Tout T è la T di uscita dalla
turbina):
Q̇ = Ṁ cP (Tu − Tout T )
mentre nel caso 3), riscaldamento prima dell’ingresso in turbina, si ha (Tin T è la T di ingresso in
turbina):
Q̇ = Ṁ cP (Tin T − Tu )
Essendo noto γ, cP è determinabile dalla relazione cP = γ R∗ / (γ − 1).
La T incognita (Tin T , Tout T ) può essere invece in entrambi i casi calcolata tramite l’equazione della
politropica adiabatica:
• nel caso 2) Tout T = Ti (Pi /Pu )(1−γ) / γ
Risultati numerici:
M M = 16 kg/kmol
R∗ = 8314 / 16 = 519.6 J/kgK
cP = 4/3 · 519.6 / (4/3 − 1) = 2078.5 J/kgK
• caso 1: Q̇ = 0;
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
Osservazioni:
• Si osserva che sia nel caso 2) che nel caso 3) il calore necessario per riscaldare il gas coincide
numericamente con il lavoro utile della turbina (L̇ = Ṁ ∆h = Ṁ cP ∆T nell’approssimazione
di gas ideale) per cui dal punto di vista del bilancio energetico del solo processo in gioco non si
configura alcun vantaggio utilizzando la turbina. Tuttavia si deve considerare che per fornire una
potenza meccanica/elettrica ad esempio di 80 MW (caso 2) le centrali termoelettriche attual-
mente disponibili richiederebbero una potenza termica in ingresso di oltre 180 MW, pertanto in
un contesto energetico allargato l’adozione della turbina appare senz’altro attraente (malgrado
il superiore costo della macchina) ed è tipicamente utilizzata.
• a T = 172.62 K, P = 6 bar potrebbe venire il dubbio di essere sotto la curva limite: un controllo
sulle tabelle / diagrammi del metano conferma però che anche in tali condizioni il metano è in
fase vapore (Psat (164.8 K) = 1.92 MPa). Entrambe quindi le strade 2) e 3) sono percorribili:
nelle centrali reali viene solitamente utilizzata la 3) in quanto, pur comportando di dover fornire
energia termica ad alta temperatura (per scaldare da 293 a 521 K invece che da 164 a 293 K),
permette alla turbina di offrire poi molto più lavoro (e v. osservazione 1).
Pi=60e5;
Ti=20+273.15;
Pu=6e5;
Tu=20+273.15;
g=4/3;
MM=16;
M=300;
ToutT=Ti*(Pi/Pu)^((1-g)/g);
TinT=Tu*(Pu/Pi)^((1-g)/g);
Rs=8314/MM;
cp=4*Rs;
Q2=M*cp*(Tu-ToutT);
Q3=M*cp*(TinT-Tu);
Esercizio 5.10
Argomento: Turbina non adiabatica
Una turbina a gas, non ben isolata, espande una portata di aria secca da T1 = 650 ◦ C, P1 = 30 bar a
T2 = 100 ◦ C, cedendo una potenza termica Q̇ = 5 MW all’ambiente esterno a TE (costante) = 25 ◦ C.
Sapendo che la portata massica in ingresso alla turbina è Ṁ = 25 kg/s, calcolare la potenza meccanica
fornita dalla turbina, la pressione di uscita e la variazione entropica totale del processo per unità di
tempo.
Soluzione:
59
Esercitazioni FT MEC 2018-17
%DATI
Pi=30e5;
Ti=650+273.15;
Tu=100+273.15;
Mp=25;
Qp=-5e5; %punto di vista del gas
Te=25+273.15;
%SOLUZIONE
R=8314/29;
cV=5/2*R;
cP=7/2*R;
%Qp=Mp*cx*(Tu-Ti);
cx=Qp/(Mp*(Tu-Ti));
k=(cx-cP)/(cx-cV);
Pu=Pi*(Ti/Tu)^(k/(1-k));
l_noQ=cP*(Tu-Ti);
l=(cP-cx)*(Tu-Ti);
L=Mp*l;
DSgas=Mp*cx*log(Tu/Ti);
DSae=-Qp/Te;
DStot=DSgas+DSae;
Risultati numerici:
Esercizio 5.11
Argomento: Formula 1 con le “minigonne”
Una vettura di “Formula 1” con le “minigonne” sfrutta la deportanza indotta grazie al condotto che
si crea tra vettura e terreno per aumentare la propria aderenza alla strada. La “Formula 1” può
essere [rozzamente] schematizzata come in figura. Si calcoli la forza totale che preme la vettura a terra
durante una curva con raggio R = 200 m percorsa a w = 180 km/h. La vettura rimane in strada o
finisce fuori pista?
60
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Soluzione:
La forza totale che preme a terra la vettura è pari al ∆P tra sopra e sotto la vettura, moltiplica-
to per la superficie orizzontale A della vettura stessa. Nota la superficie, bisogna dunque calcolare il
∆P .
La superficie inferiore del corpo vettura, il terreno e le minigonne creano un condotto, in cui è come se
l’aria scorresse con velocità che ha la stessa direzione di quella della macchina, verso opposto e modulo
dipendente dalla sezione.
In A1 alla velocità della vettura, in A2 più velocemente dato che la sezione è inferiore e l’aria è
approssimabile a incomprimibile (w1 = 180 km/h = 50 m/s < 1/3 c). Dall’equazione di continuità si
ha:
u1 + P1 v + w12 /2 = u2 + P2 v + w22 /2
Dato che l’aria può essere approssimata a gas perfetto, u = f (T ) e quindi potendosi ritenere T prati-
camente costante (attenzione: non rigorosamente costante, perchè altrimenti fissando sia v sia T anche
P sarebbe fissata - il sistema è monocomponente monofase quindi ha 2 g.d.l., se li si blocca entram-
bi nessuna trasformazione è possibile - in contrasto con quello che avviene e che si vuole valutare),
u1 = u2 per cui:
Una variazione di pressione piccola rispetto al valore assoluto di P , per cui l’ipotesi di incomprimibilità
è ragionevole.
P2 − P1 è la differenza netta di pressione tra sotto e sopra la macchina, e moltiplicata per la superficie
della macchina stessa dà come già detto la forza di schiacciamento.
Approssimando la superficie della macchina (tra l’altro confondendo la superficie del condotto con la
superficie complessiva della macchina) ad A = 6 m2 si ottiene una forza risultante in modulo pari a
Fris = 26224 N, contro un peso proprio del veicolo pari a M g = 5886 N.
Grazie alla deportanza indotta dal condotto che si crea usando le minigonne, la macchina durante
la curva rimane in strada. Il solo peso - anche nell’ipotesi peraltro abbastanza vicina alla realtà di
61
Esercitazioni FT MEC 2018-17
coefficiente di attrito unitario - non basterebbe invece a tenere la macchina attaccata alla strada:
Osservazioni:
E’ lo stesso principio sfruttato dagli aeroplani per decollare/sostenersi in volo (ovviamente al con-
trario) e dalle barche a vela per avanzare.
I valori nei risultati di questo esercizio non hanno pretese di realismo, in una vettura reale intervengono
ovviamente moltissimi altri aspetti qui non considerati.
Esercizio 5.12
Argomento: Perdite di carico
Determinare la perdita di carico totale per il condotto rappresentato in figura sapendo che vi scorre
una portata massica d’acqua Ṁ = 10 kg/s (a T = 20 ◦ C e Pingresso = 1 bar, µH2O = 0.001 Ns/m2 )
e che:
• h1 = l1 = 10 m; l2 = 5 m; l3 = 4 m; l4 = 19 m;
• D = 0.1 m;
E’ sufficiente la variazione di quota h1 per far scorrere l’acqua nel tratto di condotto se in fondo allo
stesso (dopo i rami 4) la stessa deve ri-sfociare in atmosfera? Se non fosse presente il tratto 1, quale
sarebbe stata la potenza che una pompa avrebbe dovuto fornire per movimentare l’acqua?
Soluzione:
E’ necessario verificare che non venga completamente dissipato a causa degli attriti. La perdite di
carico complessive sono pari alla somma di quelle distribuite e di quelle concentrate. A loro volta le
perdite di carico distribuite sono da calcolare utilizzando velocità diverse per i tratti 1, 2 e 3 (stessa
velocita) e per il tratto 4: alla biforcazione infatti il flusso trova davanti a se due condotti uguali
62
Esercitazioni FT MEC 2018-17
ciascuno di sezione pari a quella del condotto di partenza, al termine dei quali c’è la stessa pressione
per cui si divide in due parti uguali e, potendosi considerare la densità costante, la velocita risulta
dimezzata.
w4 = 0.636 m/s
A livello di rugosità relativa invece i condotti possono essere considerati tutti uguali (uguale diametro,
uguale materiale e tecnica realizzativa). Per cui dall’abaco di Moody entrando con la stessa rugosita
relativa e differenti Re:
2
∆PL = f1,2,3 /D ρw1,2,3 /2 · (l1 + l2 + l3 ) + f4 /D ρw42 /2 · l4 = (3465 + 924) = 4389 Pa.
Le perdite di carico concentrate risultano invece (nell’ipotesi di aver scelto per la biforcazione un coef-
ficiente che si riferisca al termine cinetico a monte della singolarità, per tutte il coefficiente di perdita
di carico moltiplica lo stesso termine cinetico per unità di volume):
2
∆PC = (b1 + b2 + b3 ) · ρw1,2,3 /2 = 2229 Pa.
La perdita di carico totale risulta quindi: ∆Ptot = ∆PL + ∆PC = 6618 Pa.
Quindi il ∆ quota h1 è più che sufficiente perche il flusso sfoci in atmosfera a fine condotto.
La potenza richiesta ad una pompa per movimentare l’acqua nei tratti 2,3,4 (dovendo considerare
anche le singolarità 2 e 3) sarebbe stata:
Soluzione:
Il processo si fermerà quando la pressione dell’aria nel recipiente sarà diventata pari alla pressione
atmosferica: P = Pa .
Considerando il recipiente vuoto come un sistema fluente con un ingresso e nessuna uscita, in condizioni
di transitorio.
Il contorno del sistema è rappresentato dalle pareti del recipiente, approssimabili a perfettamente
63
Esercitazioni FT MEC 2018-17
∂M
= Ṁin
∂τ
∂U
= Ṁin hin
∂τ
A questo punto, sostituendo la prima nella seconda e considerando che:
• nell’approssimazione che il riempimento non cambi le condizioni esterne, hin è una costante;
• la massa e l’energia interna iniziali nel recipiente sono nulle dato che lo stesso è inizialmente
vuoto;
si ottiene:
hin = cp (Tin − T0 )
Si noti che se si fissa in un certo stato di riferimento h0 = 0, s0 può essere anch’essa scelta nulla nello
stesso stato di riferimento, ma u0 no, perchè sarebbe incoerente con h = u + P v.
Il processo è spontaneo e avviene sotto una differenza finita di potenziale di interazione meccanica;
pertanto, anche trascurando gli attriti, esso non è reversibile.
Per quanto riguarda la variazione entropica, il bilancio entropico sul sistema può essere scritto come
(sistema con un ingresso, nessuna uscita, trascurando l’effetto degli attriti ma includendo il fatto che
la trasformazione avviene a causa di un ∆P finito e quindi ha una esterna irreversibilità):
!
∂S ∂S
= Ṁin sin +
∂τ ∂τ
∆P
dunque:
64
Esercitazioni FT MEC 2018-17
!
∂S Tf
∆τ = Mf (sf − sin ) = Mf cp ln
∂τ Tin
∆P
(il contributo della pressione non compare nel ∆s perchè la pressione esterna e la pressione dell’aria
nella scatoletta a fine riempimento sono uguali).
***
Il problema può anche essere risolto considerando un sistema chiuso, inizialmente in disequilibrio,
contenuto in un contorno in parte reale - le pareti del recipiente - ed in parte virtuale: una superficie
che delimiti tutta l’aria esterna che entrerà nel recipiente.
Quando la pressione dell’aria nel recipiente sarà diventata pari alla pressione atmosferica, nel recipiente
sarà entrata una massa d’aria M che all’esterno, a pa e Ta , occupava un volume Va ; mentre a fine
processo il suo volume sarà ovviamente pari al volume interno Vs del recipiente stesso.
Ipotizzando che il recipiente, il rubinetto ed il contorno ideale che racchiude l’aria che entrerà nel
recipiente (il tutto risulta un sistema chiuso) siano contorni adiabatici:
Q=0 =⇒ 0 + L = ∆U =⇒ L = ∆U
Il lavoro si può esprimere come: L = −P ·∆V = −Pa ·[Vs −(Va +Vs )] = Pa ·Va = M ·Pa ·va = M ·R∗ ·Ta
(R∗ + cV ) · Ta = cV · Tf =⇒ Tf = cP /cV · Ta = γ · Ta
Note la temperatura e pressione finali è possibile calcolare la densità finale e quindi se fosse noto il
volume Vs della scatola sarebbe possibile determinare la massa d’aria entrata, da cui il volume Va
iniziale, che è in ogni caso minore di Vs (la pressione non varia, Tf > Ta =⇒ ρf < ρa ).
La variazione di entropia può essere in questo caso calcolata considerando fittiziamente che una massa
di aria Mf passi da condizioni (Ta , Pa ) a condizioni (Tf , Pa ), e quindi:
Tf
∆S = Mf cP ln
Ta
o anche volendo considerare i volumi:
Tf Vf Tf
∆S = Mf cV ln + R∗ ln = Mf cP ln
Ta Va Ta
dato che le pressioni iniziale e finale sono uguali, il rapporto tra i volumi coincide con il rapporto tra
le temperature.
65
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Sono noti D1 = 0.2 m, D2 = 0.07 m, a1 = 0.15 m, a2 = 0.05 m, ∆ = 0.1 m e la densità del fluido
manometrico ρm = 13548 kg/m3 .
Soluzione:
Scrivendo il bilancio di energia per il sistema aperto venturimetro tra le sezioni 1 e 2 (in termini
di potenza):
ma essendo:
• il fluido incomprimibile: ρ1 = ρ2 = ρ
p1 1 2 p2 1 2
+ · w1 = + · w2
ρ 2 ρ 2
Dall’equazione di conservazione della massa, dato che il fluido è incomprimibile (ρ1 = ρ2 = ρ), si
ricava che:
ρ1 · w1 · A1 = ρ2 · w2 · A2 =⇒ w1 = w2 · A2 /A1
mentre impostando l’equazione di equilibro del manomentro, si ottiene che:
p1 + ρ · g · a1 = p2 + ρ · g · a2 + ρm · g · ∆ =⇒ p1 − p2 = ρ · g(a2 − a1 ) + ρm · g · ∆
66
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Nota la velocità del fluido in una delle sezioni, la portata di fluido risulta dunque: Ṁ = ρ · w2 · A2
Risultati numerici:
Determinare che potenza può fornire un aerogeneratore ad asse orizzontale avente rotore di diametro
D = 104 m investito da vento a 14 m/s (T = 20 ◦ C, p = 101325 P a, vento ⊥ al rotore), nell’ipotesi
di rotore ideale (∞ pale, cp = 1 kJ/kgK ∀ wvento ) progettato per avere la massima efficienza.
Soluzione:
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
Ipotizzando di poter definire un tubo di flusso che non abbia interazioni con la corrente fluida ad esso
esterna, è possibile applicare il primo principio per sistemi aperti e l’equazione di continuità al sistema
(con contorno quindi ideale) tubo di flusso + rotore/generatore:
Ṁi = Ṁu =⇒ Ai · ρi · wi = Au · ρu · wu
• con contorno perfettamente diabatico e senza trasferimenti di massa se non attraverso le sezioni
di ingresso e uscita (ipotesi di isotermicità e non interazione con la corrente fluida esterna)
ed approssimando l’aria a incomprimibile (ipotesi valida per velocità di quella del suono):
nonché l’equazione di conservazione della quantità di moto (in cui F è la forza che agisce sul rotore):
F = Ṁ · (wi − wu )
per cui la potenza che il vento comunica al rotore può anche essere espressa come (in cui w è la velocità
del vento al rotore):
L̇rot = Ṁ · (wi − wu ) · w
Eguagliando le due espressioni ottenute per la potenza L̇rot :
quindi il rallentamento della corrente fluida avviene per metà a monte e per metà a valle dell’aeroge-
neratore.
Questo risultato, unito all’equazione di continuità, ci permette di esprimere la potenza sottratta
dall’aerogeneratore alla corrente fluida esplicitando la massa:
L̇rot = Ṁ · (wi2 − wu2 )/2 = A · ρ · w · (wi2 − wu2 )/2 = A · ρ · (wi + wu ) · (wi2 − wu2 )/4
La potenza invece disponibile in una corrente fluida di sezione A (e avente densità ρ e velocità wi ) in
assenza dell’aerogeneratore è (energia cinetica per unità di tempo):
rapportando L̇ut a L̇vento e rielaborando l’equazione, otteniamo una funzione del rapporto wu /wi :
Derivando questa espressione si evidenzia che essa ha un massimo per wu /wi = 1/3 e che in corrispon-
denza di questo valore la potenza fornita dall’aerogeneratore corrisponde a 16/27 (valore noto come
efficienza di Betz, dal nome dello studioso che per primo lo ha ricavato) della potenza disponibile nella
corrente fluida.
68
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
L̇rot,max = 16/27 · 1/2 · A · ρ · wi3 = 0.592 · 0.5 · 8495 · 1.204 · 2744 = 8.32 M W
Osservazioni:
Un aerogeneratore orizzontale tripala reale, con pari diametro del rotore, a pari velocità del ven-
to, fornisce 3.6 M W di potenza (situazione non ideale, tre pale, efficienza non massima, cp = 6 1,
rendimenti non unitari dei componenti meccanici ed elettrici, ecc.).
69
Esercitazioni FT MEC 2018-17
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Trasformazioni politropiche e non
Esercizio 6.1
Argomento: Trasformazione politropica
Soluzione:
Dall’equazione di stato dei gas ideali si ottengono il volume iniziale e finale di azoto, rispettivamente
pari a:
M · R∗ · Ti M · R∗ · Tf
Vi = e Vf =
pi pf
Dall’equazione caratteristica della politropica (p · V n = cost) tra stato iniziale e finale si ricava l’indice
della trasformazione:
ln(pi /pf )
pi · Vin = pf · Vfn =⇒ n=
ln(Vf /Vi )
Lo stesso risultato sarebbe stato anche ottenibile direttamente dai dati di T e p, tramite la riscrittura
dell’equazione delle politropiche in tale sistema di coordinate:
T p(1−n)/n = cost
Per l’azoto, considerato gas ideale biatomico, il calore specifico a volume e pressione costante è
rispettivamente pari a:
cx − cp n · cv − cp
n= =⇒ cx =
cx − cv n−1
La variazione di energia interna è pari a: ∆U = M · cv · ∆T
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
∆U = L + Q =⇒ L = ∆U − Q
Utilizzando la relazione che esprime la variazione di entropia specifica per un gas ideale in coordinate
T e p, la variazione di entropia del sistema risulta:
! !!
Tf ∗ pf
∆S = M · ∆s = M · cp · ln − R · ln
Ti pi
Risultati numerici:
ln(5/30)
n= = 1.027
ln(0.213/1.219)
Osservazioni:
L’entropia è diminuita: la riduzione dello spazio a disposizione dei costituenti microscopici (e quindi
delle loro possibilità di disporsi) è solo parzialmente compensata dall’aumento dell’energia degli stessi.
72
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 6.2
Argomento: Riscaldamento isobaro
Soluzione:
Per l’azoto, considerato gas perfetto biatomico, il calore specifico a volume e pressione costante è
rispettivamente pari a:
Dal primo principio per sistemi chiusi, considerando che l’unica forma di lavoro che il sistema può
scambiare è quella dovuta alla variazione di volume, si ottiene che:
∆U = Q + L = Q − p · ∆V
Uguagliando le due espressioni ricavate per ∆U , si ottiene che per la trasformazione a pressione
costante la variazione di entalpia è uguale al calore scambiato:
∆H − p · ∆V = Q − p · ∆V =⇒ ∆H = Q
Utilizzando la relazione che esprime la variazione di entropia specifica per un gas ideale in coordinate
T e p, la variazione di entropia del sistema a seguito della trasformazione a pressione costante risulta:
! !! !
Tf p f Tf
∆S = M · ∆s = M · cp · ln − R∗ · ln = M · cp · ln
Ti pi Ti
Risultati numerici:
Il calore scambiato durante la trasformazione, che è uguale alla variazione di entalpia, risulta:
mentre la variazione di energia interna è pari a: ∆U = 0.1 · 742 · (50 − 10) = 2969 J
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
Dal primo principio per sistemi chiusi si ottiene il lavoro scambiato durante la trasformazione:
L = −4157 + 2969 = −1187 J negativo uscente
La variazione di entropia a seguito della trasformazione è pari a:
!
323.15
∆S = 0.1 · 1039 · ln = 13.73 J/K
283.15
Esercizio 6.3
Argomento: Trasformazione isoterma
Determinare il calore scambiato e il volume specifico finale di una massa M = 3 kg di un gas ideale
(H2 ) che esegue una trasformazione politropica isoterma a T = 80 ◦ C tra la pressione iniziale pi = 3
bar e la pressione finale pf = 9 bar.
Soluzione:
Si tratta ovviamente di una compressione per la quale, essendo isoterma e di un gas ideale, risul-
ta ∆U = 0. Trascurando variazioni di energia cinetica e potenziale, dal primo principio, essendo il
lavoro entrante, si ha L = −Q, cioè:
Z
Q = M · p · dv = M · R∗ · T · ln(vf /vi ) = M · R∗ · T · ln(pi /pf )
Risultati numerici:
pi = 3 bar = 3 · 105 P a
pf = 9 bar = 9 · 105 P a
T = 80 ◦ C = 80 + 273.15 = 353.15 K
Osservazioni:
Il segno negativo è coerente col fatto che il calore è uscente dal sistema.
Si nota il valore molto elevato dell’energetica associata al sistema, caratteristica questa tipica dei
sistemi costituiti, a pari massa, da aeriformi; inoltre si vede la forte incidenza della massa molare
che gioca in modo inversamente proporzionale. Ovvero, una volta fissati la temperatura della com-
pressione/espansione e il rapporto di compressione/espansione, il lavoro e quindi il calore variano,
per una isoterma di gas ideale, in modo inversamente proporzionale alla massa molare del gas ideale
indipendentemente dalla sua struttura molecolare.
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 6.4
Argomento: Trasformazione politropica con cx noto
Una massa M = 0.5 kg di gas ideale si riscalda seguendo una trasformazione politropica avente calore
specifico cx = (cp + cv )/2. Le condizioni iniziali sono p1 = 2 bar e T1 = 150 ◦ C, mentre le condizioni
finali sono T2 = 200 ◦ C. Calcolare la variazione di energia interna e di entalpia, il calore e il lavoro
scambiati lungo la trasformazione nei casi in cui il gas ideale sia He (MM = 4 kg/kmol), O2 (MM
= 32 kg/kmol), vapore di zolfo (MM = 32 kg/kmol) e N2 (MM = 28 kg/kmol).
Soluzione:
Note le condizioni iniziali di equilibrio e una variabile di stato finale, lo stato di equilibrio finale
risulta implicitamente determinato dal tipo di cammino effettuato, ovvero dal tipo di trasformazione,
che in questo caso è una politropica con cx noto. Risultano pertanto determinate le variazioni di tutte
le funzioni di stato e l’energetica del processo.
∆H = M · cp · ∆T
∆U = M · cv · ∆T
Q = M · cx · ∆T
L = ∆U − Q = M · (cv − cx ) · ∆T
Risultati numerici:
p1 = 2 bar = 2 · 105 P a
T1 = 150 ◦ C = 150 + 273.15 = 423.15 K
T2 = 200 ◦ C = 200 + 273.15 = 473.15 K
75
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Osservazioni:
Il risultato evidenzia che, conformemente all’espressione della variazione di energia interna ∆U , du-
rante la trasformazione termodinamica si ha calore entrante e lavoro uscente.
La differenza tra le variazioni di entalpia ed energia interna è pari, per la relazione di Mayer, a
M · R∗ · ∆T .
Oltre all’effetto della massa molare si nota, contrariamente a quanto accade per l’isoterma, l’effetto
della struttura molecolare su ∆H, ∆U e Q mentre L risulta dipendere, come per tutte le politropiche
(L = M · R∗ /(n − 1) · (T2 − T1 )), solamente dalla massa molecolare, aumentando al decrescere di
quest’ultima (si confrontino ad esempio elio e ossigeno).
Esercizio 6.5
Argomento: Trasformazione politropica in sistema composto
Un sistema cilindro + pistone adiabatico contiene del gas perfetto (Mg = 1 kg di He, a pi = 5 bar
e Ti = 25 ◦ C) caricato con nanoparticelle di alluminio (cAl = 905 J/kgK) la cui massa totale è 0.1
kg. Il pistone viene mosso comprimendo il gas in modo internamente reversibile fino alla pressione
finale pf = 10 bar. Identificare la trasformazione subita dal gas e calcolare il lavoro richiesto dalla
compressione.
Soluzione:
Impostando il bilancio energetico sul sistema totale e sui sottosistemi gas (pedice g) e nanoparti-
celle (pedice p), non essendo presenti lavori di tipo non dilatativo, si ha:
76
Esercitazioni FT MEC 2018-17
∆Up = Lp + Qp
Sostituendo i risultati fin qui trovati nelle equazioni di bilancio energetico, si ottiene:
∆Utot = Lg
∆Utot = Lg + Qg + Qp
se Mp = Mg =⇒ |cxg | = |cAl |
se Mp Mg =⇒ |cxg | −→ inf trasformazione isoterma
se Mp Mg =⇒ |cxg | −→ 0 trasformazione adiabatica
In ogni caso la trasformazione è identificata: si tratta di una politropica (è internamente reversibile,
per un gas perfetto e con cxg costante lungo la trasformazione) con cxg , e quindi n, noto.
Il gas è monoatomico, quindi: cvg = 3/2 · R∗ cpg = 5/2 · R∗ n = (cxg − cpg )/(cxg − cvg )
T · p(1−n)/n = cost pi , pf e Ti sono note, per cui si può calcolare Tf = Ti · (pf /pi )(n−1)/n
Per quanto riguarda il lavoro, si può determinare con l’equazione del lavoro per una politropica:
Risultati numerici:
77
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 6.6
Argomento: Politropica + scambiatore di calore
Una portata Ṁg di aria (gas ideale biatomico) subisce una trasformazione politropica dalle condizioni
p1 = 5 bar, T1 = 600 K, alla condizione p2 = 1 bar. Il cx della trasformazione è cx = 5 kJ/kmolK.
Dopo tale trasformazione tale portata entra in uno scambiatore di calore, isobaro e con mantello
perfettamente adiabatico, all’interno del quale scambia calore con una portata Ṁa = 5 kg/s di acqua
che passa da: Tai = 20 ◦ C a Tau = 50 ◦ C.
Determinare:
1. la portata Ṁg di gas sapendo che esce dallo scambiatore alla temperatura Tgu = 70 ◦ C
Soluzione:
La trasformazione subita dal gas è una politropica con cx noto. È quindi possibile ricavarne l’in-
dice (per l’aria gas ideale biatomico MM = 28.96 kg/kmol, cp = 1004.5 J/kgK, cv = 717.5 J/kgK)
come:
cx − cp 5 · 103 /28.96 − 1004.5
n= = = 1.529
cx − cv 5 · 103 /28.96 − 717.5
La temperatura di fine trasformazione si ricava tramite l’equazione della politropica in coordinate P ,
T:
T2 = T1 · (p1 /p2 )(1−n)/n = 600 · (5/1)(1−1.529)/1.529 = 343.85 K
Nelle equazioni per il calcolo energetico dello scambiatore di calore è cosı̀ tutto noto tranne la portata
di gas:
Q̇gas = Ṁg · cpg · (Tgu − Tgi )
Q̇gas = −Q̇acqua
per cui è possibile ricavare quest’ultima:
78
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 6.7
Argomento: Trasformazione non politropica
In una coppia cilindro stantuffo adiabatica è contenuta una massa M = 385 g di un gas perfetto
triatomico di massa molare MM = 63 kg/kmol, in equilibrio alla temperatura iniziale di 35 ◦ C. A un
certo istante viene azionata una ventolina che assorbe una potenza costante di 30 W per una durata
di 9 minuti. Determinare il lavoro dilatativo sapendo che al pistone è consentita una espansione alla
pressione esterna costante pari a 2 bar.
Soluzione:
L’azione della ventolina è strettamente associata agli attriti generati nel gas rendendo quindi il pro-
cesso non politropico. Dal momento che le condizioni iniziali di equilibrio richiedono l’equivalenza
delle pressioni interna ed esterna (non è previsto un vincolo che blocchi il pistone supportando un
eventuale disequilibrio barico), ed essendo dichiarata un’evoluzione isobara, risulta nota la pressione
finale/iniziale del gas. Tuttavia l’accertata irreversibilità del processo non consente di determinare il
lavoro scambiato secondo quanto previsto per le politropiche adiabatiche.
Per contro dal primo principio si ha:
M · cV · (T2 − T1 ) = Ld + L∗ = −M · P · (v2 − v1 ) + L̇∗ · τ
Le due incognite T2 e v2 sono legate dall’equazione di stato per cui: v2 = R∗ · T2 /P
Risultati numerici:
La temperatura finale risulta: T2 = 308.15 + 16.20 · 103 /(385 · 10−3 · 527.87) = 387.86 K
Osservazioni:
Il lavoro calcolato con la procedura indicata, deve pur sempre coincidere con quello calcolato se-
condo la relazione L = −M · Pe · ∆v = −M · R∗ · ∆T , come risulta verificato. Utilizzando la pressione
esterna, si aggira il problema del non conoscere (a causa dell’irreversibilità interna)come evolve la
trasformazione interna.
79
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Si osservi anche che si raggiungerebbe lo stesso stato finale di equilibrio del caso irreversibile se, tolto
il vincolo dell’adiabaticità, venisse fornita isobaricamente allo stesso sistema una quantità di energia
sotto forma di calore pari a L∗ . Dal punto di vista energetico Q e L∗ sono indifferenti, non però
cosı̀ dal punto di vista della possibile reversibilità, e questa trasformazione fittizia segue un percorso
differente da quella argomento dell’esercizio, per cui potrebbe solo essere utilizzata per calcolare valori
che dipendano esclusivamente da funzioni di stato.
Per il calcolo del lavoro ad esempio si sarebbe potuto procedere valutando che:
l + q = ∆u ⇒ l = ∆u − q = cV ∆T − cP ∆T = −R∗ ∆T
riottenendo cosı̀ ancora una volta la stessa espressione del lavoro, e potendosi calcolare ∆T dal fatto
che il fittizio Q = M cP ∆T è uguale a L∗ .
80
Aria umida
Equazioni
Le equazioni che verranno utilizzate più frequentemente sono le seguenti, numerate in modo da poter
poi far riferimento ad esse rapidamente nelle soluzioni degli esercizi:
Mvapore
X = (7.1)
Maria secca
PV
ϕ = (7.2)
PV S (TBS )
M Mv ϕ PV S
X = (7.3)
M Mas P − ϕ PV S
X P
ϕ = (7.4)
M M v PV S
X+
M Mas
PV S = PV S (TBS ) (7.6)
e l’informazione sul processo di saturazione adiabatica:
ĥAUBU = ĥAU iniziale + (XBU − Xiniziale ) hH2 O liquida (TBU ) ≈ ĥAU iniziale (7.7)
Esercizio 7.1
Argomento: Aria umida
Una portata ṀAU = 2 kg/s di aria umida a TBS1 = 29 ◦ C e ϕ1 = 90 % viene riscaldata a X costante
fino a TBS2 = 39 ◦ C, quindi raffreddata a ϕ costante fino a portarla nuovamente a 29 ◦ C (TBS3 ).
Rappresentare su un diagramma dell’aria umida a piacere lo stato iniziale e le trasformazioni subite
da tale aria umida.
Calcolare il ∆h e il ∆X complessivi dell’aria umida e la potenza da essa complessivamente scambiata
con l’ambiente esterno.
81
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Soluzione:
La variazione totale di entalpia e di umidità assoluta sarà pari alla differenza tra i valori iniziali e
quelli finali, per cui:
M˙AU
Q̇ = M˙AS · ∆ĥtot = · ∆ĥtot
1 + X1
Note TBS1 e ϕ1 si calcolano X1 dalla 7.3 e 7.6 e ĥ1 dalla 7.5. Note TBS2 e X2 = X1 si calcola ϕ2 dalla
7.4. Infine note TBS3 = TBS1 e ϕ3 = ϕ2 si calcolano X3 dalla 7.3 e 7.6 e ĥ3 dalla 7.5.
Risultati numerici:
Esercizio 7.2
Argomento: Aria umida
vengono miscelate adiabaticamente. Determinare analiticamente ĥ, X, TBS , TBU , TR della miscela
nello stato finale (esprimere i risultati in u.d.m. SI). Rappresentare gli stati iniziali delle arie umide
e lo stato finale della miscela su un diagramma termodinamico a piacere.
Soluzione:
Noti i valori di umidità assoluta, le portate di aria secca sono: ṀASi = ṀAUi /(1 + Xi ).
• per il punto 1 note TBS1 e ϕ1 si calcolano X1 dalla 7.3 e 7.6 e ĥ1 dalla 7.5;
82
Esercitazioni FT MEC 2018-17
• per il punto 2 note TBU 2 e X2 si calcola TBS2 dalla 7.7 e 7.3 [considerando che ϕ(BU ) = 1] e
quindi hˆ2 dalla 7.5 e X2 dalla 7.3;
• per il punto 3 note ϕ3 e X3 si calcola TBS3 dalla 7.4 e 7.6, quindi ĥ3 dalla 7.5.
Impostando poi un bilancio energetico tra stato finale ed iniziale si ricava l’entalpia della miscela:
A partire da Xm e ĥm , con le consuete relazioni si possono poi determinare tutte le altre proprietà
della miscela:
• note Xm e TBS , dall’equazione 7.4 unita alla relazione PV S = f (TBS ) (leggibile sulla tabella
dell’acqua a saturazione liquido-vapore) si ricava ϕ;
• il calcolo della TBU è il più complesso. E’ infatti necessario mettere a sistema le equazioni:
(nella quale - come si nota sostituendo l’espressione 7.5 in entrambi i membri - le incognite sono
TBU e XBU )
M Mv ϕBU PV S
XBU =
M Mas P − ϕBU PV S
ϕBU = 1
PV S = f (TBS )
Dato che l’ultima equazione è nota solo in forma tabellare o tramite equazioni approssimanti
piuttosto complesse, la soluzione del sistema richiede in generale una procedura iterativa: si
ipotizza un valore di TBU (sfruttando l’informazione che TR ≤ TBU ≤ TBS ) e si procede per
successivi raffinamenti finché le equazioni non sono tutte soddisfatte entro una soglia di appros-
simazione ritenuta accettabile.
83
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
ĥm = (3.968 · 50.23 + 0.996 · 18.84 + 4.912 · 71.16)/(3.968 + 0.996 + 4.912) = 57.47 kJ/kgAS
Xm = (3.968 · 0.008 + 0.996 · 0.004 + 4.912 · 0.018)/(3.968 + 0.996 + 4.912) = 0.01257 kgH2 O /kgAS
Esercizio 7.3
Argomento: Torre evaporativa
Si vogliono raffreddare Ṁli = 500000 kg/h di acqua da Tli = 40 ◦ C a Tlu = 20 ◦ C utilizzando una
torre di raffreddamento.
L’aria atmosferica entra a Tai = 20 ◦ C con un’umidità relativa ϕ = 50 % es esce satura a Tau = 35
◦ C. Determinare la portata di aria e la quantità di acqua perduta per evaporazione.
84
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Soluzione:
Nella torre evaporativa l’acqua viene fatta scendere a pioggia nella torre, in modo che possa vere
un’ampia superficie di contatto con l’aria umida che sale dal basso. L’aria salendo si riscalda e si
umidifica e la sua massa volumica diminuisce: questo meccanismo assicura la circolazione naturale
dell’aria (NOTA: nella realtà è spesso necessario introdurre anche un ventilatore ausiliario, che qui
non verrà considerato).
Il processo è adiabatico ed isobaro, in regime stazionario. Trascurando le variazioni di energia cinetica
e potenziale, considerando la portata di aria costante (Ṁai = Ṁau = Ṁa si scrivono le equazioni di
conservazione della massa (per l’acqua) e dell’energia:
Ṁli + Ṁa · Xai = Ṁlu + Ṁa · Xau
Le condizioni (temperatura ed umidità relativa) di ingresso ed uscita dell’aria umida sono note: si
possono quindi ricavare le umidità assolute e le entalpie. Per l’aria in ingresso:
ϕai · pV S (Tai )
Xai = 0.622 ·
p − ϕai · pV S (Tai )
85
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
Per cui umidità assoluta ed entalpia dell’aria in ingresso ed in uscita sono rispettivamente:
0.5 · 2.339
Xai = 0.622 · = 7.26 g/kgas
101.325 − 0.5 · 2.339
da cui la quantità di acqua perduta è: ∆Ṁl = 500000 − 486030 = 13970 kg/h
86
Cicli termodinamici
NOTA: in tutti i seguenti esercizi i calori Qh e Qc scambiati dal fluido di lavoro con le sorgenti
saranno calcolati e utilizzati sempre secondo il punto di vista del fluido di lavoro. Nei dati dei testi
invece potranno comparire indicati in valore assoluto.
Esercizio 8.1
Argomento: Macchina motrice
Determinare il lavoro perso da una macchina termodinamica motrice irreversibile che opera con sor-
genti a temperature Th = 600 ◦ C e Tc = 25 ◦ C, sapendo che prelevando Qh = 800 kJ si produce L =
300 kJ.
Soluzione:
Impostando il bilancio energetico sulla macchina (punto 4), si ottiene che il lavoro prodotto è pari a:
L = −Qh − Qc
Impostando invece il bilancio di entropia su tutto il sistema, si ricava che la variazione totale di
entropia è pari al contributo dei singoli componenti, ovvero:
dove:
87
Esercitazioni FT MEC 2018-17
• ∆S1 è la variazione di entropia legata allo scambio di calore con la sorgente isoterma calda
(calore uscente dalla sorgente), che risulta pari a:
Qh
∆S1 = −
Th
• ∆S2 è la variazione di entropia legata allo scambio di calore con la sorgente isoterma fredda
(calore entrante nella sorgente), che risulta pari a:
Qc
∆S2 = −
Tc
• ∆S3 è la variazione di entropia legata all’interazione di tipo lavoro, che viene assunta trascurabile.
• ∆S4 è la variazione di entropia della macchina, pari a zero dal momento che la macchina è ciclica
e quindi stato iniziale e finale coincidono.
• ∆Stot è la variazione totale di entropia, nulla solo nel caso di macchina reversibile.
Il lavoro perso dalla macchina è pari alla differenza tra il lavoro massimo ottenibile (macchina rever-
sibile) ed il lavoro effettivamente prodotto, per cui risulta:
Nel caso di macchina reversibile, dal bilancio di entropia si ricava il calore scaricato nella sorgente
fredda:
Qh Qc Tc
∆S1 + ∆S2 = 0 =⇒ − − =0 =⇒ Qc = −Qh ·
Th Tc Th
Il lavoro massimo ottenibile si ricava dal bilancio di energia applicato alla macchina:
Lmax = −Qh − Qc
L L
ηI = − ηII =
Qh Lmax
Risultati numerici:
Il calore scaricato nella sorgente fredda, nel caso di macchina reversibile è (temperature espresse
in Kelvin): Qc = 800 · 298.15/873.15 = 273.08 kJ
88
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 8.2
Argomento: Frigorifero
Una macchina operatrice (frigorifero) opera in modo irreversibile tra due sorgenti a temperatura co-
stante Th = 300 K e Tc = 250 K. La potenza termica da estrarre al serbatoio freddo è pari a 25
kW , mentre il rendimento di secondo principio della macchina è 0.55. Calcolare la potenza meccanica
necessaria al funzionamento della macchina.
Soluzione:
Impostando il bilancio energetico sulla macchina (punto 4), si ottiene che il lavoro necessario al
funzionamento della macchina è pari a:
L = −Qh − Qc
Impostando invece il bilancio di entropia su tutto il sistema, con considerazioni analoghe all’esercizio
precedente si ottiene:
Qh Qc
∆Stot = ∆S1 + ∆S2 = − − ≥0
Th Tc
Qc
Per un frigorifero l’efficienza è pari a: εf =
L
εf,reale Qc /Lreale
mentre il rendimento di secondo principio : ηII = =
εf,rev Qc /Lrev
Lrev
che, a pari effetto utile Qc , diventa: ηII =
Lreale
Nel caso di macchina reversibile (ideale), dal bilancio di entropia si ricava il calore ceduto alla sorgente
calda:
Qh Qc Th
− − =0 =⇒ Qh = −Qc ·
Th Tc Tc
dal bilancio di energia, invece, si ricava il lavoro reversibile necessario al funzionamento della macchina:
Lrev = −Qh − Qc
Lrev Lrev
ηII = =⇒ Lreale =
Lreale ηII
89
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
Il dato di ingresso è la potenza termica estratta dalla sorgente fredda. Per la risoluzione numerica del
problema si utlizzano ugualmente i bilanci e le definizioni scritti in precedenza in termini energetici,
sostituendo ai calori e ai lavori le corrispondenti potenze.
Se il processo è reversibile la potenza termica scaricata alla sorgente calda è pari a:
Esercizio 8.3
Argomento: Ciclo di Carnot diretto
Un ciclo di Carnot diretto funziona tra due sorgenti isoterme a Th e Tc assorbendo dalla prima Qh
= 1000 J e cedendo alla seconda Qc = 400 J, con un rendimento di secondo principio ηII = 0.75.
Sapendo che Th = 750 ◦ C, determinare l’irreversibilità totale del sistema e l’energia utilizzabile non
utilizzata.
Soluzione:
Dalla definizione di rendimento di secondo principio si ricava il rendimento del ciclo di Carnot
equivalente reversibile:
ηI ηI 0.6
ηII = =⇒ ηrev = = = 0.8
ηrev ηII 0.75
per cui il lavoro netto del ciclo reversibile risulta:
È possibile calcolare la temperatura della sorgente fredda dalla definizione di rendimento reversibile:
Tc
ηrev = 1 − =⇒ Tc = Th − ηrev · Th = 1023.15 − 0.8 · 1023.15 = 204.63 K
Th
Quindi dal bilancio entropico per il sistema ciclo + sorgenti, si ricava l’irreversibilità totale del sistema:
Qh Qc 1000 400
∆Stot = + =− + = 0.978 J/K
Th Tc 1023.15 204.53
90
Esercitazioni FT MEC 2018-17
In alternativa scrivendo la definizione del rendimento di secondo principio ed il bilancio entropico per
il sistema ciclo + sorgenti, si ha immediatamente un sistema di due equazioni nelle due sole incognite
Tc e ∆Stot che possono quindi essere facilmente determinate.
L’energia utilizzabile non utilizzata è quindi immediatamente calcolabile come Tc · ∆Stot .
Esercizio 8.4
Argomento: Macchina motrice con sorgente a T variabile
Si supponga di voler sfruttare l’energia posseduta dai residui del ciclo di lavorazione di un’acciaieria
con l’impiego di una macchina motrice che opera in contatto con l’atmosfera (Tc = 20 ◦ C).
Determinare il massimo lavoro ottenibile durante il raffreddamento dell’acciaio tra Thi = 200 ◦ C e
Thf = 50 ◦ C (calore specifico dell’acciaio c = 450 J/kgk).
Soluzione:
La macchina opera tra una sorgente calda a temperatura variabile (acciaio che si raffredda da Thi
a Thf ) ed una sorgente fredda a temperatura costante (atmosfera).
Si vuole determinare il massimo lavoro ottenibile, per cui si deve supporre di avere una macchina
reversibile (∆stot = 0).
Impostando il bilancio entropico sull’intero sistema, in termini specifici perchè non si ha alcun dato
sulle portate, si ottiene:
La variazione di entropia della macchina ∆sM e quella legata all’interazione lavoro ∆sS.L. sono nulle,
la sorgente calda è a temperatura variabile, mentre quella fredda è a temperatura costante, per cui
risulta:
c · ln(Thf /Thi ) − qc /Tc = 0
dalla quale si ricava il calore ceduto alla sorgente fredda: qc = Tc · c · ln(Thf /Thi )
quindi, impostando il bilancio energetico sulla macchina M , si ottiene il massimo lavoro ottenibile:
lrev = −qh − qc
91
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
mentre quello sottratto dalla sorgente calda è: qh = −450 · (50 − 200) = 67500 J/kg
Per cui il massimo lavoro ottenibile risulta: lrev = −67500 − (−50298.7) = 17201.3 J/kg
Esercizio 8.5
Argomento: Macchina frigorifera con sorgente a T variabile
Soluzione:
La macchina opera tra una sorgente calda a temperatura costante (atmosfera) ed una sorgente fredda
a temperatura variabile (acqua che si raffredda da Tci = Th2 o = 15 ◦ C fino a diventare ghiaccio a
Tcf = Tg = -10 ◦ C).
Qc = Mg · (hi − hf )
dove:
• Mg è la massa di ghiaccio, che è la stessa di quella dell’acqua (ma il volume dell’acqua è inferiore),
pari a:
Mg = ρg · ((π · D2 /4) · s)
La macchina è reversibile, per cui ∆Stot = 0. Impostando il bilancio entropico sull’intero sistema si
ottiene:
∆Stot = ∆SS.C.h + ∆SS.C.c + ∆SM + ∆SS.L. = 0
92
Esercitazioni FT MEC 2018-17
La variazione di entropia della macchina ∆sM e quella legata all’interazione lavoro ∆SS.L. sono nulle.
La variazione di entropia della sorgente calda a temperatura costante è pari a:
∆SS.C.h = Qh /Th
∆SS.C.c = M · (sf − si )
dove:
• sf è l’entropia specifica dello stato finale (ghiaccio): sf = ∆hsol /TP.T. + cg · ln(Tg /TP.T. )
Qh = −Th · ∆SS.C.c = −Th · M · (∆hsol /TP.T. + cg · ln(Tg /TP.T. ) − ch2 o · ln(Th2 o /T P.T.))
Risultati numerici:
da cui il calore ceduto alla sorgente calda è: Qh = −293.15 · (−194.3 · 103 ) = 56.9 · 106 kJ
Esercizio 8.6
Argomento: Pompa di calore
93
Esercitazioni FT MEC 2018-17
2. la produzione di entropia
Soluzione:
Il capannone ha un volume costante, pertanto nel momento in cui l’aria interna viene riscaldata
si possono verificare due situazioni: o la dilatazione dell’aria viene compensata tramite trafilamenti
attraverso le intercapedini tra finestre e muri, ecc. (e quindi si ha un sistema aperto in condizioni
tempovarianti, senza ingressi ma con uscite) oppure - se si ipotizza un capannone “sigillato” - si avrà
un incremento della pressione interna. La situazione realistica è la prima, che si configura però come
situazione a P costante ma massa d’aria variabile e quindi complica la soluzione. Per semplicità quindi
l’esercizio verrà risolto utilizzando la seconda ipotesi, non realistica per un capannone, che permette
però di assumere che l’aria all’interno del capannone subisce una trasformazione a volume (e massa)
costante.
Il calore che deve essere fornito per il riscaldamento dell’aria, considerata gas perfetto biatomico (MM
= 28.96 g/mol), è pari a:
Dalla definizione del COP della pompa di calore è quindi possibile ricavare il lavoro che deve essere
fornito alla macchina:
COP = −Qh /L =⇒ L = −Qh /COP
Impostando il bilancio energetico sulla macchina, si ricava il calore che deve essere prelevato dalla
sorgente fredda:
L = −Qh − Qc =⇒ Qc = −L − Qh
La produzione di entropia si determina con il bilancio entropico sull’intero sistema:
La variazione di entropia della macchina ∆sM e quella legata all’interazione lavoro ∆SS.L. sono nulle.
La variazione di entropia della sorgente calda, a temperatura variabile (aria che subisce una trasfor-
mazione a volume costante), è pari a:
Risultati numerici:
94
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 8.7
Argomento: Macchina frigorifera
In una macchina frigorigera di un impianto di condizionamento ambientale si tratta una portata di Ṁa
= 30 kg/min di aria, che viene raffreddata a pressione costante dalla temperatura Tai = 35 ◦ C alla
temperatura Taf = 15 ◦ C. Come sorgente superiore si utilizza un ambiente alla temperatura costante
Th = 38 ◦ C. Calcolare la potenza minima necessaria per eseguire il processo.
Soluzione:
L’aria ambiente subisce una trasformazione a pressione costante. La potenza termica che deve es-
sere sottratta per il raffreddamento dell’aria, considerata gas perfetto biatomico (MM = 28.96 g/mol),
è pari a:
Q̇c = Ṁa · cp · (Tai − Taf ) = Ṁa · (7/2 · R/MM · (Tai − Taf )
La minima potenza necessaria per eseguire il processo si ottiene nel caso di macchina reversibile.
Per cui impostando il bilancio entropico (in termini di potenza) sull’intero sistema ed imponendo la
condizione ∆Ṡtot = 0 (macchina reversibile), risulta:
La variazione di entropia della macchina ∆ṡM e quella legata all’interazione lavoro ∆ṠS.L. sono nulle.
La variazione di entropia della sorgente calda, a temperatura costante , è pari a:
mentre quella della sorgente fredda, a temperatura variabile (aria che subisce una trasformazione a
pressione costante):
Sostituendo nel bilancio di entropia le espressioni appena ricavate di ∆ṠS.C.h e di ∆ṠS.C.c , si ricava
la potenza termica ceduta alla sorgente calda:
quindi, impostando il bilancio energetico sulla macchina M , si ottiene la minima potenza necessaria
per eseguire il processo:
L̇ = Q̇c − Q̇h
Risultati numerici:
95
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Dal bilancio entropico si ricava la potenza termica ceduta alla sorgente calda:
" !#
288.15
Q̇h = −311.15 · (30/60) · (7/2 · 8314/28.96) · ln = 10489 W
308.15
La minima potenza necessaria per eseguire il processo risulta:
L̇ = 10048 − 10489 = −441 W
Esercizio 8.8
Argomento: Ciclo termodinamico diretto
La sorgente calda di un ciclo termodinamico diretto è una portata ṀV = 50 kg/s che passa dallo stato
di vapore saturo a quello di liquido saturo a PH = 10 bar, mentre la sorgente fredda è acqua liquida
che passa da Tai = 15 ◦ C a Tau = 35 ◦ C. Sapendo che il rendimento di Primo Principio del ciclo è
ηI = 0.25, determinare la potenza meccanica fornita dal ciclo, la portata di acqua che costituisce la
sorgente fredda e l’entropia totale prodotta per unità di tempo durante il processo ciclico.
Soluzione:
%DATI
Mv=50;
Ph=10e5;
Tai=15+273.15;
Tau=35+273.15;
etaI=0.25;
%SOLUZIONE
%da tabella le proprietà di vapore e liquido saturi a Ph
Th=180+273.15;
hvs=2777.2e3;
hls=763.19e3;
Qsh=Mv*(hls-hvs); %punto di vista della sorgente calda
%potenza meccanica
L=-etaI*Qh;
Qc=-Qh-L;
%portata di acqua
%essendo |Qc|=Mc*cpc*(Tcu-Tci)
cpa=4186;
Ma=-Qc/(cpa*(Tau-Tai));
%variazione entropica
DS=Qsh/Th+Ma*cpa*log(Tau/Tai);
Risultati numerici:
96
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 8.9
Argomento: Ciclo termodinamico diretto
Una massa MF e = 20 kg di ferro (cP = 0.45 kJ/kgK) inizialmente a TF e1 = 700 ◦ C, cede calore a
pressione costante a un ciclo termodinamico diretto costituito da due adiabatiche reversibili e da due
isoterme. A sua volta tale ciclo cede calore a una sorgente fredda (pozzo) a TC = 20 ◦ C. Sapendo che
il calore assorbito dal ciclo è QH = 3 MJ e che il suo rendimento di primo principio ηI è pari a 0.2,
determinare l’irreversibilità del processo, l’energia utilizzabile non utilizzata e il rendimento di secondo
principio.
Soluzione:
%DATI
MFe=20;
cPFe=450;
TFe1=700+273.15;
TC=20+273.15;
QH=3e6;
etaI=0.2;
%SOLUZIONE
L=-etaI*QH;
QC=-QH-L;
TFe2=TFe1-QH/(cPFe*MFe);
DSH=MFe*cPFe*log(TFe2/TFe1);
DStot=DSH+DSC;
Eunu=DStot*TC;
97
Esercitazioni FT MEC 2018-17
etaICR=-Lid/QH;
etaII=etaI/etaICR;
Risultati numerici:
Esercizio 8.10
Argomento: Ciclo triangolare
Un ciclo a gas ideale biatomico di massa molare MM = 29 kg/kmol è costituito dalle seguenti
trasformazioni:
1. compressione politropica da p1 = 1 bar, T1 = 30 ◦ C a p2 = 5 bar, T2 = 150 ◦ C
Soluzione:
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Esercitazioni FT MEC 2018-17
2. una trasformazione isoterma, durante la quale ∆u = 0 e dunque, dal primo principio, il lavoro
scambiato risulta:
l = p·(vf −vi ) = p·(R∗ ·Tf /p−R∗ ·Ti /p) = R∗ ·(Tf −Ti ) = 8314.5/29·(30−150) = −34405 J/kg
Il lavoro netto ln scambiato dal ciclo è ovviamente pari alla somma algebrica dei lavori scambiati
durante le tre trasformazioni, e risulta: ln = 28526 J/kg
Il calore in ingresso al ciclo qh è solo quello ricevuto durante la trasformazione isoterma (durante le
altre trasformazioni il calore viene ceduto), pertanto il rendimento di primo principio è:
Il lavoro perso o energia utilizzabile non utilizzata può essere infine calcolato come la differenza tra il
lavoro prodotto dal ciclo reversibile (a pari qh in ingresso) ed il lavoro netto del ciclo, pertanto:
Esercizio 8.11
Argomento: Ciclo Joule a vapore d’acqua
Calcolare, approssimando il fluido di lavoro a gas perfetto o con l’ausilio delle tabelle e/o dei diagram-
mi dell’acqua, il valore degli scambi energetici per unità di massa del fluido di lavoro ed i rendimenti
di primo e secondo principio di un ciclo Joule ideale a vapor d’acqua, che funzioni tra le pressioni
p23 = pmax = 5 bar e p14 = pmin = 1 bar e tra le temperature T3 = Th = 700 ◦ C e T1 = Tc = 200 ◦ C.
Soluzione:
Con l’ipotesi di gas perfetto si devono calcolare prima di tutto le temperature di fine compressione e
di fine espansione:
!(γ−1)/γ !(γ−1)/γ
p2 p4
T2 = T1 · e T4 = T3 ·
p1 p1
dove: γ = cp /cv
99
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Utilizzando invece le tabelle del vapor d’acqua surriscaldato si ricavano direttamente i valori di entalpia
(e di entropia che servono per analizzare le due trasformazioni nelle turbomacchine).
• Per il punto 1 si legge il valore in corrispondenza di p14 = pmin = 0.1 M P a e T1 = 200 ◦ C.
• Per il punto 2 si conoscono la pressione e l’entropia, che è pari a quella dello stato 1 (noto).
Quindi il valore di entalpia del punto 2 si legge in corrispondenza di p23 = pmax = 0.5 M pa e s2
= s1 .
• Per il punto 3 si legge il valore in corrispondenza di p23 = 0.5 M P a e T3 = 700 ◦ C.
• Per il punto 4 si conoscono la pressione e l’entropia, che è pari a quella dello stato 3 (noto).
Quindi il valore di entalpia del punto 4 si legge in corrispondenza di p14 = 0.1 M pa e s4 = s3 .
Gli scambi energetici e di lavoro ed i rendimenti di primo e secondo principio sono definiti analoga-
mente a quanto fatto risolvendo il problema con l’ipotesi di gas perfetto.
Risultati numerici:
100
Esercitazioni FT MEC 2018-17
7.8343 − 7.7938
h2 = 3271.9 + (3483.9 − 3271.9) · = 3301.1 kJ/kg
8.0873 − 7.7938
• Per il punto 3: h3 = 3925.9 kJ/kg e s3 = 8.5952 kJ/kgK
• Per il punto 4 nella tabella a p = 0.1 M P a non è presente il valore di entalpia in corrispondenza
di s = 8.5952 kJ/kgK. Per determinare h4 occore interpolare linearmente tra i valori di entropia
in cui è compresa s4 . Risulta quindi:
8.5952 − 8.5435
h4 = 3278.2 + (3488.1 − 3278.2) · = 3315.5 kJ/kg
8.8342 − 8.5435
Esercizio 8.12
Argomento: Ciclo Joule-Brayton
Una centrale termoelettrica operante con un ciclo Joule-Brayton ha una potenza L̇n di 60 M W . Il
fluido di lavoro è aria (MM = 28.96 kg/kmol), sono dati T1 = 300 K, T3 = 1600 K, p1 = 100 kP a,
il rapporto di compressione β = pmax /pmin = 6. Si richiede di:
2. determinare il rendimento del ciclo nel caso in cui la turbina avesse un rendimento isoentropico
pari a 0.8
3. determinare il rendimento del ciclo nel caso in cui venisse aggiunto un rigeneratore ideale
(considerare nuovamente un rendimento isoentropico della turbina unitario)
101
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Soluzione:
La trasformazione 1-2 è una compressione isoentropica, per cui dalla relazione dell’isoentropica
in pressione e temperatura si ricava la temperatura del punto 2:
1−γ
T2 = T1 · (p1 /p2 ) γ
dove γ = cp /cv . Per l’aria, considerata gas perfetto biatomico: γ = (7/2 · R)/(5/2 · R).
4. La pressione del punto 4 è la medesima di quella del punto 1. La trasformazione 3-4 è un’espan-
sione isoentropica, per cui dalla relazione dell’isoentropica in pressione e temperatura si ricava
la temperatura del punto 4:
1−γ
T4 = T3 · (p3 /p4 ) γ
Invece, nel caso di turbina con rendimento isoentropico inferiore a 1, dalla definizione di rendimento
isoentropico è possibile ricavare la nuova temperatura di fine espansione T40 :
lreale cp · (T40 − T3 )
ηis = = =⇒ T40 = T3 − ηis · (T3 − T4 )
lideale T4 − T3
Analogamente al caso di espansione isoentropica, noti il calore entrante nel ciclo e quello scaricato in
ambiente, si determinano il lavoro netto prodotto ed il rendimento del ciclo.
Il rigeneratore è un componente aggiuntivo del ciclo, in cui si ha scambio di calore tra il fluido che
0 0 0
evolve tra 4 e 4 , e quello che evolve tra 2 e 2 . Al posto di scaricare Q̇c in atmosfera, lo si utilizza per
0 0
riscaldare tra 2 e 2 , evitando cosı̀ di fornire Q̇h .
È quindi possibile suddividere la fase sia la fase di riscaldamento 2-3, che quella di raffreddamento 4-1
in due parti:
0 00 0 00
Q̇h = Q̇h + Q̇h e Q̇c = Q̇c + Q̇c
Nel caso di rigeneratore ideale, ovvero di scambiatore di superficie infinita che permette che tutto il
0
Q̇c venga trasferito all’aria in uscita dal compressore, si ha che:
0 0
Q̇c = Q̇h
102
Esercitazioni FT MEC 2018-17
00
Per cui il lavoro per unità di massa entrante nel ciclo è pari a: qh = cp · (T3 − T20 ) = cp · (T3 − T4 )
00
mentre quello scaricato in ambiente: qc = cp · (T1 − T40 ) = −cp · (T2 − T1 )
00 00 00
da cui, analogamente ai casi precedenti: ln = −qh − qc e η = −ln /qh
Risultati numerici:
Il calore per unità di massa entrante nel ciclo, quello scaricato in ambiente e il lavoro netto prodotto
sono rispettivamente:
Nel caso di turbina con rendimento isoentropico pari a 0.8, la temperatura di fine espansione diventa:
da cui si ricavano il calore scaricato in ambiente, il lavoro netto prodotto ed il rendimento del ciclo,
rispettivamente pari a:
103
Esercitazioni FT MEC 2018-17
00
qc = 7/2 · 8314/28.96 · (300 − 500) = −0.2009 MJ/kg
ln = −0.6441 + 0.2009 = −0.4432 MJ/kg
η = 0.4432/0.6441 = 0.688
Osservazioni:
Nel caso di ciclo rigenerativo, la presenza del rigeneratore non influenza il lavoro netto che si ri-
cava all’asse della turbina.
Nella realtà non si ha uno scambiatore di superficie infinita, quindi non si riesce a riscaldare il fluido
fino a T20 = T4 , ma solo fino a T200 < T20 .
0
Il calore rigenerato idealmente è pari a: qh,id = cp · (T20 − T2 )
0
mentre quello che si riesce a recuperare effettivamente è: qh,re = cp · (T200 − T2 )
0
qh,re T200 − T2
da cui si definisce l’efficienza del rigeneratore: εrig = 0 =
qh,id T20 − T2
Esercizio 8.13
Argomento: Turboreattore
Un motore di un aeroplano jet opera con un ciclo Joule-Brayton processando aria secca (considerando
i gas combusti uguali alla sola aria). L’aria in ingresso è in condizioni atmosferiche (T1 = 20 ◦ C). Il
rapporto di compressione è β = 15 e la temperatura massima del ciclo è T3 = 1573 K. Determinare
la velocità di uscita dell’aria dall’ugello di scarico del motore.
Soluzione:
Il principio di funzionamento del motore jet prevede che la turbina fornisca il solo lavoro necessa-
rio alla movimentazione del compressore, ed il restante contenuto entalpico del fluido di lavoro venga
convertito in energia cinetica nell’ugello di scarico.
E’ pertanto necessario innanzi tutto calcolare le condizioni del fluido all’uscita dal compressore (T2 )
e dall’ugello di scarico (T4 ). Nelle “solite” ipotesi di gas perfetto, turbomacchine e ugello adiabatici e
ideali, ecc. si ha quindi:
1−γ γ−1
T2 = T1 · (p1 /p2 ) γ = T1 · β γ
1−γ γ−1
T4 = T3 · (p3 /p4 ) γ = T3 · β γ
E’ cosı̀ possibile determinare (oltreché direttamente il rendimento del ciclo ηI = 1−T1 /T2 = 1−T4 /T3 )
gli scambi energetici.
Il lavoro richiesto dal compressore è lc = cP · (T2 − T1 ).
Nell’ipotesi che la meccanica (trasmissione, ecc.) sia ideale, questo è esattamente il lavoro richiesto
alla turbina.
Il lavoro complessivamente disponibile è pari a
lc + lt + ∆hugello = −qh − qc = −cP · (T3 − T2 ) − cP · (T1 − T4 ) = cP · (T4 − T3 ) + cP · (T2 − T1 )
104
Esercitazioni FT MEC 2018-17
e dato che lc + lt = 0 rimane solo ∆hugello che è convertibile in ∆w2 /2 secondo la consueta relazione:
Se si ipotizza che la velocità di uscita dalla turbina e ingresso nell’ugello sia trascurabile rispetto a
quella di uscita dallo stesso, quest’ultima può essere immediatamente calcolata come:
√ p
wu = − 2 ∆h = 2 cP · (T1 + T3 − T2 − T4 )
√
che può essere confrontata con la velocità del suono nel mezzo, pari a c = γR∗ T nell’ipotesi di gas
ideale, calcolando il corrispondente numero di Mach M = w/c.
Risultati numerici:
cP = 7/2 R∗ ≈ 1 kJ/kgK
γ = cP /cV per molecole biatomiche = 1.4
T2 = 636 K
T4 = 725 K
ηI = 0.58
wu = 1005 m/s
c = 540 m/s
M = 1.86
Esercizio 8.14
Argomento: Ciclo Rankine diretto
Calcolare, con l’ausilio delle tabelle e/o dei diagrammi dell’acqua, il valore degli scambi energetici per
unità di massa del fluido di lavoro ed i rendimenti di primo e secondo principio di un ciclo Ranki-
ne diretto a vapor d’acqua che funzioni tra le temperature T1 = 15 ◦ C e T3 = 300 ◦ C, nell’ipotesi
di assenza di qualsiasi fenomeno dissipativo (ηturbina ed ηpompa unitari) e di scambiatori di calore
ideali, e considerando per semplicità un solo surriscaldamento a temperatura T5 = 500 ◦ C. Se il ciclo
descritto dovesse fornire una potenza L̇ di 125 M W , che portata di fluido di lavoro sarebbe necessaria?
Soluzione:
105
Esercitazioni FT MEC 2018-17
• Il punto 6 è nella zona di coesistenza di liquido e vapore e sono note temperatura (T6 = T1 ),
pressione (p6 = p1 ) ed entropia (s6 = s5 ).
Nota l’entropia della miscela e quella nelle condizioni di liquido saturo s1 e di vapore saturo s7 ,
è possibile calcolare il titolo della miscela:
x6 = (s6 − s1 )/(s7 − s1 )
Quindi volume specifico ed entalpia del punto 6 si possono valutare con la regola della leva tra
le le condizioni di liquido e vapore saturo:
v6 = (1 − x6 ) · v1 + x6 · v7 e h6 = (1 − x6 ) · h1 + x6 · h7
I rendimenti di primo e secondo principio sono cosı̀ definiti: ηI = −(lt + lp )/qh ed ηII = ηI /ηrev
106
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
La portata di fluido necessaria per fornire L̇ risulta: Ṁ = −125000/(−1467.24 + 8.59) = 85.67 kg/s
Esercizio 8.15
Argomento: Ciclo Rankine inverso
Calcolare, con l’ausilio delle tabelle e/o dei diagrammi dell’acqua, il valore degli scambi energetici per
unità di massa del fluido di lavoro ed i rendimenti di primo e secondo principio di un ciclo Ranki-
ne inverso a vapor d’acqua che funzioni tra le temperature T1 = 5 ◦ C e T3 = 50 ◦ C (si ipotizzino
compressore e scambiatori di calore ideali), nel caso venga utilizzato come frigorifero e nel caso venga
utilizzato come pompa di calore.
Soluzione:
Per risolvere il ciclo occorre determinare i valori di temperatuta T , pressione p, volume specifico
v, entalpia h, entropia s e titolo x di tutti i punti del ciclo.
• Il punto 1 è in condizioni di vapore saturo ed è nota la temperatura: quindi dalla tabella
dell’acqua satura in corrispondenza di T1 = 5 ◦ C si ricavano i valori p1 , v1 , h1 ed s1 .
• Il punto 3 è in condizioni di vapore saturo ed è nota la temperatura: quindi dalla tabella
dell’acqua satura in corrispondenza di T3 = 50 ◦ C si ricavano i valori p3 , v3 , h3 ed s3 .
107
Esercitazioni FT MEC 2018-17
h2 − h2,0.01 p2 − 0.01
=
h2,0.05 − h2,0.01 0.05 − 0.01
• Il punto 5 è nella zona di coesistenza di liquido e vapore e sono note temperatura (T5 = T1 ),
pressione (p5 = p1 ) ed entalpia (h5 = h4 , laminazione isoentalpica).
Nota l’entalpia della miscela e quella nelle condizioni di liquido saturo h6 e di vapore saturo h1 ,
è possibile calcolare il titolo della miscela:
x5 = (h5 − h6 )/(h1 − h6 )
Quindi volume specifico ed entropia del punto 5 si possono valutare con la regola della leva tra
le le condizioni di liquido e vapore saturo:
v5 = (1 − x5 ) · v6 + x5 · v1 e s5 = (1 − x5 ) · s6 + x5 · s1
108
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Se il ciclo viene utilizzato come frigorifero l’effetto utile è il calore sottratto dalla sorgente fredda, per
cui l’efficienza è: εf = qc /lc
Se il ciclo viene utilizzato come pompa di calore l’effetto utile è il calore ceduto dalla sorgente calda,
per cui il COP è: COP = −qh /lc
Risultati numerici:
Se il ciclo viene utilizzato come pompa di calore il COP è: COP = 2757.57/456.3 = 6.04
109
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 8.16
Argomento: Ciclo termogravimetrico diretto
• compressione isoentropica in fase liquida 1-2 (t1 = 15 ◦ C, h1 = 220 kJ/kg, cP liquido = 1.61
kJ/kgK)
Trascurando gli effetti della compressione in fase liquida (∆T = 0, L = 0) e supponendo che la sorgente
calda si trovi alla temperatura (costante) tH = 100 ◦ C e che il pozzo freddo sia costituito da ghiaccio
fondente alla temperatura tC = 0 ◦ C ( λf us ghiaccio = 334 kJ/kg):
Soluzione:
%DATI
T1=288.15;
h1=220e3;
cpl=1610;
T3=363.15;
s3=1440;
lambda_evap=83e3;
s5=1940;
h5=479e3;
lambda_cond=-187e3;
T6=T1;
Th=373.15;
Tc=273.15;
%SOLUZIONE
110
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
111
Esercitazioni FT MEC 2018-17
112
Trasmissione del Calore
Esercizio 9.1
Argomento: Termocoppia schermata / schemi elettrici equivalenti
Determinare lo schema elettrico equivalente per un sistema costituito da una termocoppia schermata
inserita in una corrente di gas in moto dentro un condotto.
Soluzione:
Esercizio 9.2
Argomento: Irraggiamento tra pareti piane
Si considerino due pareti piane infinite di spessore nullo, la prima a temperatura costante e uniforme
T1 = 25 ◦ C (1 = 0.4), la seconda a temperatura costante e uniforme T2 = 100 ◦ C (2 = 0.7), im-
00
merse nel vuoto. Calcolare la potenza radiativa netta per unità di superficie (flusso areico Ė = Ė/S)
che si scambiano in condizioni stazionarie. Se le due pareti fossero entrambe nere, cosa succederebbe
113
Esercitazioni FT MEC 2018-17
al flusso scambiato? Se poi tra le due pareti (ancora ipotizzate nere) ne viene interposta una terza,
anch’essa indefinita e nera, a che temperatura si porta quest’ultima all’equilibrio? Il flusso radiativo
netto scambiato risulta differente? Di quanto? Cosa cambierebbe se fossero sfere concentriche invece
che piani paralleli?
Soluzione:
Secondo la legge di Stefan-Boltzman la potenza radiativa per unità di superficie emessa da ciascuna
faccia di una parete grigia a temperatura T è pari a:
00
Ė = Ė/S = · σ · T 4
in cui σ è la costante di Stefan-Boltzman (pari a 5.67 · 10−8 W/m2 K 4 ) ed è l’emissività (pari a 1 per
il corpo nero).
00
Dunque la parete 1 emette: Ė1 = 1 · σ · T14
00
mentre la parete 2 emette: Ė2 = 2 · σ · T24
Poiché le superfici sono grigie, è necessario considerare anche lo scambio dovuto alle quote parti riflesse
da ciascuna parete verso l’altra. Lo scambio netto tra le due pareti è quindi calcolabile secondo le
formula generale (valida per superfici indefinite e parallele):
00 00 σ · (T24 − T14 )
Ė2 − Ė1 = −
1 1
+ −1
1 2
Se le due superficie sono approssimate a nere, il fattore correttivo funzione delle emissività risulta
unitario e la formula si semplifica:
00 00
Ė2 − Ė1 = −σ · (T24 − T14 )
Quando viene interposta una terza parete, ciascuna delle due precedenti scambia solo con quest’ultima
e dunque, per mantenere le condizioni di equilibrio (senza che nessuna parete riceva piu di quello che
cede o viceversa, il che farebbe cambiare il valore delle variabili termodinamiche in ciascun punto del
sistema, contro la definizione di condizioni stazionarie) deve essere:
00 00 00 00
Ė2 − Ė3 = Ė3 − Ė1 =⇒ σ · (T24 − T34 ) = σ · (T34 − T14 )
che è un’equazione nell’unica incognita T3 , da cui: T34 = (T14 + T24 )/2
114
Esercitazioni FT MEC 2018-17
A1 · σ · (T24 − T14 )
Ė1,2 = −
1 − 1 1 − 2
+1+
1 2 · A2 /A1
se poi A2 A1 , il terzo termine del denominatore tende a 0 (indipendentemente dalla forma effettiva
delle superfici, tra l’altro) e si ottiene:
Ė1,2 ∼
= −A1 · 1 · σ · (T24 − T14 )
Risultati numerici:
Lo scambio netto per unità di superficie tra le due pareti grigie è:
00 00
Ė2 − Ė1 = −5.67 · 10−8 · (373.154 − 298.154 )/(1/0.4 + 1/0.7 − 1) = −222.4 W/m2
La temperatura di equilibrio di una terza parete nera interposta tra le due, ancora ipotizzate nere,
risulta: p
T3 = 4 (298.154 + 373.154 )/2 = 341.78 K
ed il flusso radiativo netto scambiato:
00
Ė = −5.67 · 10−8 · (373.154 − 298.154 )/2 = −325.65 W/m2
Osservazioni:
Provare a replicare l’analisi sullo schermo anti-radiante senza assumere che le pareti siano nere, ma
invece considerandole grigie e provando a vedere cosa cambia al variare delle emissività.
Esercizio 9.3
Argomento: Scambio termico e aria umida
Soluzione:
La temperatura di rugiada Tp1 , che porta a condensa sulla faccia interna del vetro, si ricava dai
diagrammi dell’aria umida.
La potenza termica per unità di superficie che l’aria ambiente cede all’esterno è data da:
00
Q̇ = −hf l1 · (Tp1 − Tf l1 )
00
ma è anche pari a: Q̇ = −(Tf l2 − Tf l1 )/(1/hf l1 + s/kvetro + 1/hf l2 )
00
da cui si ricava: Tf l2 = Tf l1 − Q̇ · (1/hf l1 + s/kvetro + 1/hf l2 )
115
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Si noti che non è possibile avere condensa sulla faccia esterna, perchè la T minima è quella dell’aria
esterna, pertanto per poter avere condensa sulla faccia esterna dovrebbe essere Tf l2 < TR .
Risultati numerici:
mentre la temperatura dell’aria esterna è: Tf l2 = 20 − 85.84 · (1/8 + 0.003/0.8 + 1/25) = 5.51 ◦ C
Esercizio 9.4
Argomento: Parete piana
Una parete piana indefinitamente estesa lungo due direzioni spaziali ortogonali è costituita lungo la
terza da quattro strati:
Soluzione:
∂ 2T ∂T
=0 → = cost → T = C1 x + C2
∂x 2
∂x
con le opportune condizioni al contorno si ottiene il profilo T (x), quindi nel caso di temperatura sulle
facce imposta:
116
Esercitazioni FT MEC 2018-17
00
Q̇ = Q̇/S = −k/s · (Tp2 − Tp1 )
Nota questa e l’equazione di Newton per lo scambio alle interfacce fluido-parete solida, applicando
l’analogia elettrica, il sistema è costituito da 7 resistenze termiche in serie, 4 convettive e 3 conduttive:
00 00
Q̇ = −1/Rtot · (Tf 2 − Tf 1 )
00
in cui Rtot è la resistenza equivalente totale per unità di superficie:
00 1 sr si 1 1 sa 1
Rtot = + + + + + +
hf 1 kr ki hai hai ka hf 2
Si noti come all’interno dell’intercapedine la resistenza convettiva (si ipotizza che si instauri convezio-
ne all’interno dell’intercapedine, anche se sarebbe da verificare, o con lo spessore dell’intercapedine o
meglio con Ra <=> 1000) deve comparire 2 volte: esiste una resistenza convettiva ogni volta che si
ha uno scambio fluido-parete!
00 00
Q̇ = −hf 1 · (T1 − Tf 1 ) T1 = Tf 1 − 1/hf 1 · Q̇
00 00
Q̇ = −kr /sr · (T2 − T1 ) T2 = T1 − sr /kr · Q̇
00 00
Q̇ = −ki /si · (T3 − T2 ) T3 = T2 − si /ki · Q̇
00 00
Q̇ = −hai · (Tai − T3 ) Tai = T3 − 1/hai · Q̇
00 00
Q̇ = −hai · (T4 − Tai ) T4 = Tai − 1/hai · Q̇
00 00
Q̇ = −ka /sa · (T5 − Ta ) T5 = T4 − sa /ka · Q̇
Per la rappresentazione del profilo T (x): a pari Q, la pendenza di T (x) all’interno della parete è
inversamente proporzionale alla conducibilità termica.
Risultati numerici:
Si noti come all’aumentare del coefficiente di scambio termico convettivo diminuisca la differenza di
temperatura tra il fluido e la parete.
117
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 9.5
Argomento: Coordinate cartesiane anche se non sembra
Quattro dischi cilindrici 1,2,3,4 ciascuno di spessore s = 150 mm e diametro D = 680 mm sono
posti a contatto perfetto attraverso le basi. La superficie laterale dell’intera struttura cosı̀ come la
superficie di base (esterna) del disco 1 sono adiabatiche mentre l’altra superficie di base (superficie di
base esterna del disco 4) è lambita da aria alla temperatura Ta = 10 ◦ C, velocità w∞ = 15 m/s. I
gruppi adimensionali caratterizzanti lo scambio convettivo valgono rispettivamente: Reynolds ReD =
120000, Prandtl P r = 0.7, Grashof GrD = 107 .
Le conduttività termiche dei quattro dischi sono rispettivamente k1 = 0.5 W/mK, k2 = 45 W/mK,
k3 = 12 W/mK, k4 = 15 W/mK. Il disco 3 è sede di una generazione interna, uniforme, di potenza
termica.
000
1. Determinare il valore di tale potenza termica specifica Q̇ (W/m3 ) uniformemente dissipata nel
disco 3, sapendo che la temperatura t3−4 dell’interfaccia tra i dischi 3 e 4 è di 65 ◦ C e determi-
nando il coefficiente liminare per lo scambio convettivo tramite la correlazione appropriata tra le
seguenti (si usi il diametro dei cilindri come dimensione caratteristica, e karia = 0.026 W/mK):
1/2
N uD = 0.664 ReD P r1/3 ReD < 5 · 105
1/4
N uD = 0.59 GrD P r1/4
4
10 < GrD < 109
Soluzione:
Dato che i cilindri hanno le superfici laterali adiabatiche, il problema è 1D, lungo l’asse dei cilindri,
con 4 resistenze in serie, e vanno bene le coordinate cartesiane.
A = πD2 /4
00
Rtot = 1/hai + s/λ1 + s/λ2 + s/λ3 + s/λ4 + 1/has
00 00
Q̇ = − (Tas − Tai ) /Rtot
00
Q̇ = A · Q̇
000
U̇ = Q̇/V
Risultati numerici:
A = 0.3632 m2 , V = 0.05447 m3
Gr/Re2 = 0.000694, quindi convezione forzata e dunque si utilizza la correlazione che include il nu-
mero di Reynolds.
118
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Q̇ = 144.7 W
000
U̇ = 2656.2 W/m3
Esercizio 9.6
Argomento: Parete piana con elementi in parallelo
Determinare la potenza termica Q̇ che attraversa la parete schematizzata in figura, nel caso di:
Soluzione:
Con riferimento all’esempio schematizzato in figura (per i valori numerici si veda la tabella delle
soluzioni), si hanno i due scenari seguenti:
0 T∞2 − T∞1
Q̇ = −
1 sA 1 sD 1
+ + + +
AA · h1 AA · kA AB · kB AC · kC AD · kD AD · h2
+
sB sC
Risultati numerici:
119
Esercitazioni FT MEC 2018-17
h2 4 W/m2 K T∞2 0 ◦C
0 0 − 100
Q̇ = − = 67.27 W/m
1 0.1 1 0.1 1
+ + + +
0.4 · 10 0.4 · 7.5 0.18 · 1 0.22 · 5 0.4 · 0.5 0.4 · 4
+
0.1 0.1
0 0 − 100 0 − 100
Q̇ = −0.18 · − 0.22 · = 64.85 W/m
1 0.1 0.1 0.1 1 1 0.1 0.1 0.1 1
+ + + + + + + +
10 7.5 1 0.5 4 10 7.5 5 0.5 4
La differenza percentuale assoluta tra i due flussi, valutata su quello minore, è pari al 3.74 %.
Esercizio 9.7
Argomento: Potenza termica scambiata tra fluidi
Si considerino due fluidi a T1 = 100 ◦ C (h1 = 100 W/m2 K, maggiorato per tener in conto l’irrag-
giamento senza considerarlo esplicitamente) e T2 = 25 ◦ C (h1 = 50 W/m2 K), separati da una paree
solida di spessore s = 5 mm (k = 15 W/mK). Si calcoli la potenza termica scambiata tra i due fluidi
nel caso in cui la parete solida sia:
Soluzione:
T2 − T1
Q̇ = −Si ·
1 s 1
+ +
h1 k he
Nel caso del cilindro:
T2 − T1
Q̇ = −
1 ln (Re /Ri ) 1
+ +
Si · h1 2 · π · k · L Se · he
120
Esercitazioni FT MEC 2018-17
T2 − T1
Q̇ = −
1 Re − Ri 1
+ +
Si · h1 4 · π · k · Ri · Re Se · he
Risultati numerici:
25 − 100
Nel caso della parete piana si ottiene: Q̇ = −1 · = 2250 W
1 0.05 1
+ +
100 15 50
25 − 100
Nel caso del cilindro: Q̇ = − = 2667 W
1 ln (0.21/0.16) 1
+ +
1 · 100 2 · π · 15 · 1 1.314 · 50
25 − 100
Nel caso della sfera: Q̇ = − = 2747 W
1 0.33 − 0.28 1
+ +
1 · 100 4 · π · 15 · 0.28 · 0.33 1.386 · 50
Esercizio 9.8
Argomento: Tubazione circolare
Un fluido ad alta temperatura scorre in una tubazione di sezione circolare (diametro interno Di = 210
mm) il cui involucro è costituito da sa = 5 mm di acciaio (ka = 80 W/mK) e si = 40 mm di materiale
isolante (ki = 0.09 W/mK). Sapendo che la temperatura della faccia interna della tubazione è Ti =
400 ◦ C, mentre la temperatura dell’aria esterna alla tubazione è Tae = 20 ◦ C (hae = 20 W/m2 K),
calcolare il flusso termico disperso per unità di lunghezza. L’isolante si comporta davvero da isolante?
Soluzione:
Il flusso termico disperso per unità di lunghezza può essere espresso come:
121
Esercitazioni FT MEC 2018-17
0 2 · π · (Tae − Ti )
Q̇ = Q̇/L = −
1 Ri + sa 1 Ri + sa + si 1
· ln + · ln +
ka Ri ki Ri + sa Re · he
Data l’elevata conducibilità termica e il piccolo spessore dello strato d’acciaio, quest’ultimo risulta
praticamente trascurabile ai fini del calcolo del flusso disperso.
Per sapere se l’isolante diminuisce davvero la potenza termica scambiata, bisogna valutare il valore
del raggio critico di isolamento:
T∞ − T (RIs )
Q̇ (RIs ) = −
RCond,Acc + RCond,Is + RConv
RAcc,Ext RIs
ln ln
RAcc,Int RAcc,Ext 1
RCond,Acc = RCond,Is = RConv =
2 · π · kAcc · L 2 · π · kIs · L 2 · π · h · RIs · L
!
dQ̇(RIs ) T∞ − T (RIs ) 1 1
= · − +
dRIs (RCond,Acc + RCond,Is + RConv )2 2 · π · hAe · RIs 2 · L 2 · π · kIs · RIs · L
dQ̇(RIs ) kIs
=0 =⇒ RIs,CRIT =
dRIs hAe
Se il valore del raggio esterno Re è superiore al raggio critico di isolamento, l’isolante si comporta
davvero da isolante. In caso contrario, l’isolante aumenta il flusso termico scambiato.
Se si trascurasse la curvatura delle parete del condotto (approssimazione a parete piana) il flusso
termico disperso per unità di lunghezza risulterebbe:
!
0 1 1 Ri + Ri + sa + si
Q̇ = − · (Tae − Ti ) = − · 2·π· · (Tae − Ti )
Rtot sa si 1 2
+ +
ka ki hae
dove 2 · π · R è la superficie per unità di lunghezza di un cilindro di raggio R; per ridurre l’errore, si
utilizza un raggio medio tra quello della superficie interna e quello della superficie esterna.
122
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
!
0 1 0.105 + 0.105 + 0.005 + 0.04
Q̇ = − · 2 · 3.14 · · (20 − 400) = 615.6 W/m
0.005 0.04 1 2
+ +
80 0.09 20
con un errore rispetto al calcolo rigoroso in coordinate cilindriche del - 2.54 %. Errore che dipende
dal rapporto spessore/diametro!
Esercizio 9.9
Argomento: Sfera piena a due strati
La sfera piena rappresentata in figura è costituita da due parti solide distinte: la prima è una sfera
centrale di raggio R1 = 0.25 m e conducibilità k1 = 40 W/mK, in cui si ha una generazione di potenza
000
interna Q̇1 pari a 105 W/m3 ; la seconda invece è una corona sferica di spessore R2 − R1 = 0.25 m e
conducibilità k2 = 60 W/mK.
Sapendo che la sfera è lambita esternamente da aria a T∞ = 20 ◦ C (h = 20 W/m2 K) e che il
sistema è in condizioni stazionarie, determinare la potenza termica trasmessa all’esterno ed il profilo
di temperatura all’interno della corona sferica.
Soluzione:
Esistono due modi per risolvere questo esercizio, uno “brute force” e uno più “astuto”.
123
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Iniziando dal primo: si impongono le quattro condizioni al contorno disponibili, per determinare i
valori delle quattro costanti che compaiono nell’espressione dei generici profili di temperatura T1 (r) e
T2 (r) (ottenuti dall’integrazione dell’equazione di Poisson) rispettivamente per gli strati 1 (sfera piena)
e 2 (corona sferica) della sfera composita.
00
Q̇ (0) = 0
1
T1 (R1 ) = T2 (R1 )
00 00
Q̇1 (R1 ) = Q̇2 (R1 )
Q̇00 (R ) = −h · [T − T (R )]
2 2 ∞ 2 2
cioè:
∂T
−k1 · =0 =⇒ A1 = 0
∂r
r=0
000 000
Q̇1 2
A1 Q̇2 A2
− · R1 − + B1 = − · R12 − + B2
6 · k1 6 · k2
R1 R1
000 000
Q̇1 · R1 k1 · A1 Q̇2 · R1 k2 · A2
− = −
3 R12 3 R12
000 000
" !#
· ·
Q̇2 R2 k2 A 2 Q̇ A 2
= −h · T∞ − − 2 · R22 −
− + B2
3 R22 6 · k2 R2
000
in cui Q̇2 = 0 in quanto nella corona sferica non c’è generazione distribuita di potenza termica. Si
tratta di un sistema lineare di quattro equazioni nelle quattro incognite A1 , B1 , A2 , B2 , risolvendolo
si determinano i profili della temperatura e del flusso termico (da cui la potenza trasmessa all’esterno)
nelle due parti della sfera.
Un secondo modo più semplice e veloce per rispondere alle domande poste nel testo dell’esercizio
è però il seguente: il sistema è in condizioni stazionarie, quindi tutta la potenza termica generata
internamente deve essere smaltita tramite la convezione esterna.
La potenza termica generata è pari a:
!
000 4
! Q̇1 · · π · R13
000 4 00
3
Q̇ = Q̇1 · · π · R13 e quindi Q̇ (R1 ) =
3 4 · π · R12
che eguagliata all’espressione del flusso nello strato 2 permette di ricavare immediatamente A2 :
000
Q̇1 · R13 /3
A2 = −
k2
Nota A2 , dall’equazione che eguaglia il flusso conduttivo e quello convettivo in R2 si può ricavare B2 :
" !#
1 k2
B2 = T∞ + · 1− · A2
R2 h · R2
124
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
La potenza termica trasmessa all’esterno è pari a: Q̇ = 105 · (4/3 · 3.14 · 0.253 ) = 6541.6 W
Esercizio 9.10
Argomento: Stima di h - parete piana isoterma
Una parete piana (k = 0.0355 W/mK) orizzontale isoterma a TP = 20 ◦ C è lambita da aria le cui
condizioni indisturbate sono: T∞ = 330 ◦ C, P∞ = 10 kN/m2 , w∞ = 10 m/s. Determinare la potenza
termica per unità di larghezza scambiata tra lastra e aria fino ad una distanza L = 0.5 m dal bordo
di attacco.
Soluzione:
0
Q̇ = Q̇/larghezza = hL · L · (TP − T∞ )
Le proprietà termofisiche vanno calcolate alla pressione a cui si trova il fluido e alla temperatura di
film: Tf ilm = (TP + T∞ ) /2. La dipendenza dalla temperatura si trova tabulata, tipicamente però
per pressione atmosferica. L’unica proprietà termofisica di interesse che varia sensibilmente con la
pressione è la ν (a causa della sua dipendenza da ρ), di conseguenza è necessaria una correzione:
125
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Nel caso di lastra piana orizzontale il numero di Reynolds critico è ReL,crit = 5 · 105 . A seconda della
tipologia di moto (laminare o turbolento) bisognerà scegliere l’opportuna correlazione per calcolare
il numero di Nusselt (N u = f (Re, P r)), da cui ricavare il coefficiente di scambio termico convettivo
medio e quindi la potenza termica scambiata.
Risultati numerici:
νT ab = 31.8 · 10−6 m2 /s
ν = 31.8 · 10−5 m2 /s
P r = 0.718
Quindi il moto è laminare su tutta la parete. Si può quindi utilizzare la seguente correlazione:
1/2
N uL = 0.664 · ReL · P r1/3 (Pr ≥ 0.6)
Esercizio 9.11
Argomento: Stima di h - lampadina
Il bulbo di una lampadina da L̇ = 40 W è assimilabile ad una sfera di diametro 50 mm, la cui superficie
quando la lampadina è accesa raggiunge una temperatura TP = 140 ◦ C. Determinare la percentuale
della potenza dissipata per convezione rispettivamente quando:
Soluzione:
Nel caso 1, di convezione naturale, una correlazione adatta per sfere è la seguente:
1/4
0.589 · RaD
N uD = 2 + !9/16 4/9
0.469
1 +
Pr
126
Esercitazioni FT MEC 2018-17
valida per RaD ≤ 1011 ; P r ≥ 0.7, con proprietà termofisiche da calcolare a Tf ilm .
Dunque: Q̇ = hD · 4 · π · D2 /4 · (TP − T∞ )
Nel caso 2, in presenza di una corrente fluida con una velocità indipendente dai campi termici, lo
scenario può essere duplice:
• convezione forzata
• convezione mista
Per verificare in che caso ci si trovi, bisogna valutare il rapporto Gr/Re2 (con proprietà termofisiche
a Tf ilm ):
Risultati numerici:
ν = 21.69 · 10−6 m2 /s
Pr = 0.699
La potenza termica dissipata per convezione è: Q̇ = 8.9 · 4 · 3.14 · 0.052 /4 · (140 − 27) = 7.9 W
che risulta essere il: 7.9/40 · 100 = 19.8 % della potenza totale dissipata.
Nel caso 2, in presenza di una corrente fluida indipendente dai campi termici, si ha:
127
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Gr/Re2 = 1.2 ≈ 1
Dunque si tratta di convezione mista, in cui lo spostamento del fluido indotto dai gradienti termi-
ci e quello forzato dall’esterno sono paragonabili, e dunque la convezione naturale non può essere
trascurata. In questo caso:
n n n
N uD = N uDF ± N uDN
“+” per flussi aventi medesimo verso (che collaborino nello scambio termico), “−” per flussi opposti
(che si ostacolino nello scambio termico); n = 3 per la maggior parte delle geometrie “semplici”.
Per calcolare il N uDF si può utilizzare la correlazione di Whitaker, valida per sfere in convezione
forzata:
!1/4
1/2 2/3
µ∞
N uDF = 2 + 0.4 · ReD + 0.06 · ReD · P r0.4 ·
µP
µ∞
valida per 3.5 < ReD < 7.6 · 104 ; 0.71 < P r < 380; 1 < < 3.2, con proprietà termofisiche da
µP
valutare a T∞ eccetto che µP valutata a TP .
Nel caso non valga l’ultima condizione, la correlazione va applicata senza il termine correttivo finale
sulle viscosità, valutando però le proprietà termofisiche a Tf ilm .
Bisogna quindi verificare innanzi tutto il rapporto tra le viscosità ∞ e alla parete. Esso risulta < 1 e
dunque la correlazione va applicata senza termine correttivo e con proprietà calcolate a Tf ilm .
Se ne ottiene N uDF = 15.2, da cui hDF = 9.2 W/m2 K (effettivamente dello stesso ordine di grandezza
di quello da convezione naturale!).
q
3 3 3 √
Quindi: N uD = N uDF + N uDN = 3 15.23 + 14.53 = 18.7, da cui hD = 11.4 W/m2 K
La potenza termica dissipata per convezione è: Q̇ = 11.4 · 4 · 3.14 · 0.052 /4 · (140 − 27) = 10.1 W
che risulta essere il: 10.1/40 · 100 = 25.3 % della potenza totale dissipata.
Esercizio 9.12
Argomento: Stima di h - lastra quadrata
La superficie di una lastra quadrata di lato pari a 500 mm (area A, perimetro P ) ha emissività ε = 0.9
ed è mantenuta alla temperatura di 90 ◦ C. Calcolare la potenza scambiata dalla lastra in un ambiente
costituito da una stanza con aria tranquilla a 25 ◦ C nel caso la lastra sia posta sul pavimento e nel
caso invece sia attaccata al soffitto. Per semplicità si consideri in entrambi i casi adiabatico il retro
della lastra e si ritenga la stanza una cavità nera a 25 ◦ C.
Soluzione:
128
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Per lo scambio convettivo per lastra piana sul pavimento, con faccia superiore riscaldata, una corre-
lazione adatta è la seguente:
1/4
N uL = 0.54 · RaL
con L = A/P , proprietà termofisiche da valutare a Tf ilm , valida per 104 ≤ RaL ≤ 107 .
da N uL si ricava: hL = N uL · k/L
Per lo scambio convettivo per lastra piana sul soffitto, con faccia inferiore riscaldata, una correlazione
adatta è la seguente:
1/4
N uL = 0.27 · RaL (= 1/2 · N uLpavimento )
Per lo scambio radiativo, sia che la lastra sia sul pavimento, sia che sia sul soffitto, la potenza scambiata
per irraggiamento è pari a:
Q̇R = ε · σ · A TP4 − T∞
4
Risultati numerici:
P r = 0.703
Ra = 7.296 · 106
N uL = 28
hL = 6.4 W/m2 K
N uL = 14
hL = 3.2 W/m2 K
129
Esercitazioni FT MEC 2018-17
La potenza scambiata per irraggiamento è: Q̇R = 0.9 · 5.67 · 10−8 · 0.25 363.154 − 298.154 = 121 W
La potenza complessivamente scambiata è pari a 225 W nel caso di lastra sul pavimento e 173 W nel
caso di lastra sul soffitto.
Osservazioni:
hR · A · (TP − T∞ ) = ε · σ · A · TP4 − T∞
4
da cui:
hR = ε · σ · (TP + T∞ ) · TP2 + T∞
2
e quindi:
Esercizio 9.13
Argomento: Parametri concentrati - termometro e termocoppia
Soluzione:
Si tratta di un esercizio “base” sul transitorio a parametri concentrati, nel quale si può utilizzare
hA
− ∆τ
direttamente la formula classica T = T∞ + (T0 − T∞ ) e ρ V c
Fe Hg
R 0.0004 0.0035
ρ 7600 13500
c 502.32 136.045
T0 20 20
T∞ 190 190
h 29.07 29.07
A/V 7500.00 857.14
130
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 9.14
Argomento: Parametri concentrati - condotto lambito da aria umida
Soluzione:
Scrivendo il primo principio della termodinamica per un dominio solido, in assenza di lavoro e
generazione interna di potenza ma con due scambi convettivi, si ha:
dU
= −hA · AE · (T − TA ) − hG · AI · (T − TG )
dτ
dT
ρ·V ·c· = −hA ·AE ·(T −TA )−hG ·AI ·(T −TG ) = −(hA ·AE +hG ·AI )·T +hA ·AE ·TA +hG ·AI ·TG
dτ
131
Esercitazioni FT MEC 2018-17
ρ·V ·c dT hA · AE · TA + hG · AI · TG
− · =T −
hA · AE + hG · AI dτ hA · AE + hG · AI
hA · AE · TA + hG · AI · TG
e ponendo θ = T − (quindi dθ = dT ), si ha:
hA · AE + hG · AI
dθ hA · AE + hG · AI
=− · dτ
θ ρ·V ·c
Si noti come rispetto all’equazione che si ottiene con un solo scambio convettivo, qui si ha come
“trasmittanza convettiva” la somma delle due trasmittanze singole, e come “Tf ” la media delle tem-
perature dei fluidi pesata attraverso le superfici di scambio e i coefficienti convettivi.
Risultati numerici:
T0 = 25 ◦ C
Ti = 5 ◦ C
Te = 25 ◦ C
hi = 200 W/m2 K
he = 5 W/m2 K
Ai /L = 0.15708 m
Ae /L = 0.163363 m
T∞,P = 5.506823 ◦ C
htot = 32.232741 W/m2 K
ρ = 8900 kg/m3
V = 0.00016 m3
c = 385 J/kgK
Bi = 0.00051
esponente = −0.058712
e si ottiene la variazione nel tempo della temperatura sulla superficie esterna riportata in tabella:
Esercizio 9.15
Argomento: Parete piana con faccia adiabatica
Una parete piana indefinitamente estesa lungo due direzioni spaziali ha una faccia adiabatica e l’altra
lambita da un fluido a T∞ = 25 ◦ C (h = 35 W/m2 K). La parete ha spessore s = 45 mm, è omoge-
nea ed isotropa con conducibilità costante λ = 10 W/mK ed è sede di una generazione distribuita di
000
potenza Q̇ = 104 W/m3 .
Ipotizzando di essere in condizioni stazionarie, determinare la temperatura Tp della faccia lambita dal
fluido e indicare in che punto della parete si ha la temperatura massima raggiunta dalla stessa.
Soluzione:
132
Esercitazioni FT MEC 2018-17
τ T τ T
0.5 24.436077 6.5 18.815775
1 23.888467 7 18.430756
1.5 23.3567 7.5 18.056876
2 22.840316 8 17.693813
2.5 22.33887 8.5 17.341252
3 21.851931 9 16.99889
3.5 21.379079 9.5 16.666433
4 20.919907 10 16.343594
4.5 20.474017 10.5 16.030094
5 20.041027 11 15.725663
5.5 19.620563 11.5 15.43004
6 19.212263 12.25 15.002562
Esercizio 9.16
Argomento: Tubazione cilindrica
Vapore condensante alla temperatura Tv = 320 ◦ C fluisce all’interno di una tubazione di ghisa (λ =
80 W/mK) i cui diametro interno ed esterno sono rispettivamente Di = 5 cm e De = 5.5 cm. La
tubazione è rivestita da un isolante di lana di vetro (λ = 0.05 W/mK) con spessore s = 3 cm.
Si ha trasmissione di calore verso l’ambiente circostante alla temperatura Te = 5 ◦ C, con un coefficiente
di scambio termico he = 18 W/m2 K. Il coefficiente di csambio termico all’interno della tubazione è
hi = 12000 W/m2 K.
Si determino:
• qualitativamente il profilo di temperatura nella sezione dell’insieme tubo-isolante;
• la potenza termica dissipata dal vapore per unità di lunghezza della tubazione;
• la differenza di temperatura tra le superfici che delimitano la tubazione e quelle che delimitano
l’isolante.
Soluzione:
Passando all’equivalenza elettrica, dall’interno della tubazione verso l’esterno si incontrano 4 resi-
stenze in serie.
Per cui la potenza termica dissipata per unità di lunghezza è pari a:
Q̇ Tv − Te Tv − Te
= =
L Rtot Rcvi + Rcd + Rcdis + Rcve
133
Esercitazioni FT MEC 2018-17
dove:
• Rcvi è la resistenza convettiva interna:
1 1
Rcvi = = = 5.3 · 10−4 mK/W
2 · π · ri · hi 2 · 3.14 · 0.025 · 12000
1 1
Rcve = = = 1.54 · 10−1 mK/W
2 · π · ris · he 2 · 3.14 · 0.0575 · 18
per cui la potenza termica dissipata dal vapore per unità di lunghezza risulta:
Q̇ 320 − 5
= = 125.8 W/m
L 5.3 · 10 + 1.89 · 10−4 + 2.35 + 1.54 · 10−1
−4
Dato che le resistenze sono in serie, il flusso che le attraversa è il medesimo e pari a 125.8 W/m. Per
cui le temperature alle interfacce sono:
Tse = Tv − Q̇/L · (Rcvi + Rcd ) = 320 − 125.8 · (5.3 · 10−4 + 1.89 · 10−4 ) = 319.91 ◦ C
Tsis = Te + Q̇/L · Rcve = 5 + 125.8 · 1.54 · 10−1 = 24.36 ◦ C
Il profilo qualitativo di temperatura nella sezione dell’insieme tubo-isolante è il seguente:
Esercizio 9.17
Argomento: Parete piana con generazione di potenza
Una parete piana indefinita avente uno spessore s = 75 mm e conducibilità termica λ = 12 W/mK,
000
è sede di generazione uniforme di potenza Q̇ = 2 · 105 W/m3 .
Sapendo che sulla superficie di sinistra è imposta una temperatura T1 = 20 ◦ C e su quella di destra
una temperatura T2 = 50 ◦ C, determinare:
134
Esercitazioni FT MEC 2018-17
2. il coefficiente convettivo sul lato della superficie di destra sapendo che il fluido coinvolto si trova
a una temperatura T∞,2 = 2 ◦ C.
Soluzione:
Listato Matlab:
s=75e-3;
k=12;
Up3=2e5;
T1=20+273.15;
T2=50+273.15;
Too2=2+273.15;
C2=T1;
C1=(T2+Up3*s^2/(2*k)-C2)/s;
Qp22=Up3*s-C1*k;
h=-Qp22/(Too2-T2);
Risultati numerici:
135
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 9.18
Argomento: Conduzione, convezione, irraggiamento
Una parete piana (s = 18 cm, λ = 0.2 W/mK) indefinitamente estesa lungo due direzioni spaziali
(y,z), presenta sulla superficie x = s, caratterizzata da una emissività εs = 0.8, una temperatura Ts =
85 ◦ C. Tale superficie è lambita da aria con temperatura indisturbata T∞ = 40 ◦ C, h = 25 W/m2 K
ed è affacciata ad una superficie grigia ad essa parallela ed indefinita lungo y e z con temperatura Tp
= 10 ◦ C e caratterizzata da un coefficiente di assorbimento αp = 0.65.
Si determini la temperatura T0 che si presenta sulla superficie x = 0 della parete.
Soluzione:
Attraverso l’intercapedine si hanno sia flusso convettivo sia flusso radiativo, la cui somma eguaglia
(dato che si è in condizioni stazionarie) il flusso conduttivo attraverso la parete solida. Dunque:
00
Q̇ = −λ/s · (Ts − T0 ) = −h · (T∞ − Ts ) − σ · (Tp4 − Ts4 )/(1/εs + 1/εp − 1)
T0 = 85−0.18/0.2· 25 · (40 − 85) + 5.67 · 10−8 · (283.154 − 358.154 )/(1/0.8 − 1/0.65 − 1) = 1383.56 ◦ C
Esercizio 9.19
Argomento: Lamina sottile con effetto Joule
Tra due pareti piane indefinite di ugual spessore, s = 18 cm, è interposta una lamina di rame con
spessore trascurabile dove viene dissipata elettricamente una potenza specifica di 1 W/cm2 . Sapendo
che una parete ha conducibilità termica λ1 = 10 W/mK ed è lambita da aria alla temperatura indi-
sturbata di 15 ◦ C con coefficiente convettivo h1 = 20 W/m2 K, mentre l’altra parete ha conducibilità
termica λ2 = 10 W/mK ed è lambita da acqua alla temperatura indisturbata di 20 ◦ C con coefficiente
convettivo h2 = 60 W/m2 K, si determino:
Soluzione:
La dissipazione elettrica nella lamina centrale porta ad un flusso termico che deve essere smaltito
dal sistema (per il resto composto da strati puramente passivi), in parte verso destra in parte verso
sinistra, in proporzione legata alla configurazione del sistema dai due lati della lamina.
Dato che il dominio conduttivo è simmetrico rispetto alla lamina, ma il dominio convettivo no, tale
flusso termico si divide in parti disuguali. E’ dunque necessario impostare il sistema:
136
Esercitazioni FT MEC 2018-17
00 T∞,sx − Tlamina
Q̇sx = −
s/λ + 1/hsx
00 T∞,dx − Tlamina
Q̇dx = −
s/λ + 1/hdx
00 00 00
Q̇ = Q̇sx + Q̇dx
tot
da cui: 00
Q̇ + T∞,sx /(s/λ + 1/hsx ) + T∞,dx /(s/λ + 1/hdx )
Tlamina =
1/(s/λ + 1/hsx ) + 1/(s/λ + 1/hdx )
L’andamento di temperatura nei due strati solidi è lineare, con pendenza legata al flusso termico dato
che la conducibilità è uguale. Il salto di temperatura tra le facce esterne degli strati solidi ed i fluidi
indisturbati dipende invece sia dal flusso termico sia dal coefficiente convettivo, diverso tra aria e
acqua.
137
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 9.20
Argomento: Errore di lettura del termometro
Soluzione:
Impostando un bilancio termico in condizioni stazionarie sul termometro e considerando che il termo-
metro è molto piccolo rispetto alla “cavità” costituita dalla stanza:
TA = TT + εT · σ · (TT4 − TP4 )/h = 295.15 + 0.7 · 5.67 · 10−8 · (295.154 − 281.154 )/25 = 297.3 K = 24.13 ◦ C
Esercizio 9.21
Argomento: Scambio termico per conduzione, convezione, irraggiamento
Una sfera cava di diametro esterno Ds = 100 mm è costituita da due strati aventi spessori e condut-
tività rispettivamente s1 = 10 mm, λ1 = 0.5 W/mK, s2 = 20 mm, λ2 = 10 W/mK. Lo strato interno
000
1 è sede di una generazione interna di potenza U̇ = 5 · 105 W/m3 . La sfera è immersa in una
corrente di aria che scorre all’interno di una condotto di diametro Dc >> Ds . La temperatura della
superficie esterna della sfera è Tp = 100 ◦ C, mentre quella delle pareti del condotto è Tc = 15 ◦ C; il
coefficiente convettivo tra aria e sfera, approssimato a uniforme su tutta la superficie della sfera, è h =
45 W/m2 K; la superficie esterna della sfera è approssimabile dal punto di vista radiativo ad un corpo
grigio con emissività εs = 0.75. Sapendo che il sistema è in condizioni stazionarie, determinare la
temperatura del fluido lontano dalla sfera e la temperatura dell’interfaccia tra gli strati 1 e 2 della sfera.
Soluzione:
sigma=5.67e-8;
Ds=100e-3;
s1=10e-3;
s2=20e-3;
k1=0.5;
k2=10;
Up3=5e5;
eps=0.75;
138
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Tp=100+273.15;
Tc=15+273.15;
h=45;
Rs=Ds/2;
R1i=Ds/2-s2-s1;
R1e=R1i+s1;
Vs1=4/3*pi*(R1e^3-R1i^3);
Qp_Rs_conv=-h*(Too-Tp);
Qp_Rs_rad=-eps*sigma*(Tc^4-Tp^4);
C1=-Qp2_Rs*Rs^2/k2;
C2=Tp+C1/Rs;
T12=-C1/R1e+C2;
139
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
Esercizio 9.22
Argomento: Scambio termico per conduzione, convezione, irraggiamento
The flat wall sketched in the figure (thickness in the 3rd direction 1 m, λA = 3 W/mK, λB = 1
W/mK, λC = 5 W/mK, λD = 4 W/mK, λF = 2 W/mK, heat source only in block E) exchanges
heat by convection with two fluids, that are in contact with the external faces of the wall (Tsx = 100
◦ C, h 2 ◦ 2
sx = 10 W/m K, Tdx = 0 C, hdx = 15 W/m K). In addition, it exchanges heat by radiation
(on the right side only, with emissivity εp = 0.7) with another flat wall, which can be approximated
as black and which has surface temperature Ts = −20 ◦ C (the two wall are near enough to consider
them as including a cavity). The upper and lower surfaces of the wall are perfectly adiabatic and
the temperature of the right face of block F is 220 ◦ C. Knowing that the system is in steady-state
conditions:
Soluzione:
%DATA
140
Esercitazioni FT MEC 2018-17
%conductivities
lbdA=3;
lbdB=1;
lbdC=5;
lbdD=4;
lbdF=2;
l1=20e-3;
l2=30e-3;
ltot=50e-3;
s=10e-3;
%heat source
Up3=1e6;
Tsx=100+273.15;
hsx=10;
Tdx=0+273.15;
hdx=15;
TFdx=220+273.15;
Ts=-20+273.15;
ep=0.7;
es=1;
sigma=5.67e-8;
%SOLUTION
%in steady-state conditions, all the generated heat has to be dissipated
%as parallel elements are present, power and not fluxes must be considered
Qp=Up3*(ltot*s*s3);
Qp2dx_conv=-hdx*(Tdx-TFdx);
Qp2dx_rad=-sigma*(Ts^4-TFdx^4)/(1/ep+1/es-1);
Qpdx=(Qp2dx_conv+Qp2dx_rad)*(ltot*s3);
Qpsx=Qp-Qpdx;
%Qpsx=-(Tsx-TEsx)/(1/(hsx*ltot*s3)+s/(lbdA*ltot*s3)+
% + [ 1/((lbdB*l2*s3)/s+(lbdC*l1*s3)/s) ] +s/(lbdD*ltot*s3));
TEsx=Tsx+Qpsx*(1/(hsx*ltot*s3)+s/(lbdA*ltot*s3)+1/((lbdB*l2*s3)/s+...
...+(lbdC*l1*s3)/s)+s/(lbdD*ltot*s3));
%lbdE cannot be 0.5. If one integrate the Poisson equation, fluxes on the
%left and right sides and extreme temperatures of block E should be
%consistent with the fluxes in the left and right direction and the E
%right temperature calculated - as it is done in the exercise - considering
141
Esercitazioni FT MEC 2018-17
%the external block. And this would not happen with lbdE=0.5.
%The value of lbdE consistent with steady-state conditions with the given
%temperatures and fluxes imposed by the surrounding blocks and heat
%exchange conditions is 0.01393, as it can be found solving the system with
%the Poisson equation in block E and the following b.c.s:
%TEsx already given
TEdx=TFdx+(Qp2dx_conv+Qp2dx_rad)*s/lbdF;
Qp2sx=Qpsx/(ltot*s3);
Qp2sx_in=-Qp2sx; %Qp2sx was calculated before, but exiting from E, now the
%flux is needed entering the block, to be consistent with
%the integration direction
lbdE_calc=-(Up3*s^2/2+Qp2sx_in*s)/(TEdx-TEsx);
142
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 9.23
Argomento: Scambio termico per conduzione, convezione, irraggiamento
Una parete piana, indefinitamente estesa lungo due direzioni spaziali, è costituita lungo la terza da tre
strati:
• uno strato A, di spessore sA = 5 mm e conduttività λA = 12 W/mK, la cui faccia sinistra è
perfettamente adiabatica; la faccia destra è in contatto perfetto con lo strato B;
Soluzione:
%dati
sA=5e-3;
sB=15e-3;
sC=10e-3;
kA=12;
kB=7;
kC=1;
U3=100e3;
fi=0.3;
X=0.006;
Ptot=100000;
Pvs=X*Ptot/((0.622+X)*fi);
143
Esercitazioni FT MEC 2018-17
%Infine quindi:
T_Cdx=T_Csx-Q2*sC/kC;
h=-Q2/(T_oo-T_Cdx);
Risultati numerici:
Esercizio 9.24
Argomento: Scambio termico per conduzione, convezione, irraggiamento
Un cilindro pieno di raggio R = 0.1 m, infinitamente lungo, è sede di una generazione interna di
000
potenza uniforme U̇ = 105 W/m3 . Esternamente il cilindro è investito da una corrente di aria secca
a T∞ = 290 K, con conduttività termica λ = 0.0253 W/mK e velocità w∞ = 10 m/s trasversale
all’asse del cilindro. Il coefficiente convettivo h per lo scambio tra aria e cilindro deve essere stimato
con quella opportuna tra le correlazioni fornite in coda al testo. I gruppi adimensionali potenzialmente
di interesse valgono rispettivamente P r = 0.714, Re =135135 e Gr = 1.5 · 108 . Sapendo che il si-
stema è in condizioni stazionarie, determinare che valore deve avere la conduttività del materiale che
costituisce il cilindro perchè la temperatura sull’asse del cilindro sia T (r = 0) = 150 ◦ C.
N uD = CRem
DP r
1/3 (P r ≥ 0.7)
1/2
N uL = 0.664ReL P r1/3 (0.6 ≤ P r ≤ 50)
Soluzione:
%DATI
R=0.1;
144
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Up3=1e5;
woo=10;
Too=290;
Pr=0.714; %(@ 290 K)
ni=1.48e-5;
lambda_f=0.0253;
To=150+273.15;
%SOLUZIONE
D=2*R;
ReD=woo*D/ni;
Tp=411.36;
GrD=9.806*1/Too*abs(Too-Tp)*D^3/ni^2;
conv=GrD/ReD^2;
C=0.027;
m=0.805;
NuD=C*ReD^m*Pr^(1/3);
h=NuD*lambda_f/D;
Risultati numerici:
Esercizio 9.25
Argomento: Evaporazione parziale con calcolo entropico
Una portata Ṁ = 0.05 kg/s di acqua liquida satura a P = 1 bar deve essere fatta passare completamente
in condizioni di vapore saturo mentre scorre in un condotto (Di = 50 mm, De = 54 mm, k = 100
W/mK).
Sapendo che:
145
Esercitazioni FT MEC 2018-17
determinare:
1. se una lunghezza del tratto di condotto pari a L = 20 m è sufficiente per completare l’evapora-
zione;
Soluzione:
2. Poiché l’evaporazione non è completa, in uscita dal condotto si ha una miscela liquido + vapore,
con entropia:
!
Q̇ric Q̇ric
sM = x · sV S + (1 − x) · sLS e cioè sM = · sV S + 1− ∗ sLS = 2141 J/kgK;
Q̇nec Q̇nec
M=0.05;
Di=50e-3;
De=54e-3;
lbd=100;
hi=1000;
he=250;
Te=125+273.15;
Rfi=0.00035;
L=20;
%a Patm
Ti=100+273.15;
DhLV=2246e3;
sls=1.307e3;
svs=7.354e3;
146
Esercitazioni FT MEC 2018-17
s_mix=xv*svs+(1-xv)*sls;
Esercizio 9.26
Argomento: Forno da essiccazione
A oven for desiccation can be approximated as a prism with length L = 20 m and equilateral triangu-
lar cross section with side l = 1.5 m. The upper sides are the oven walls. They are kept at a fixed
temperature Tw = 900 ◦ C and can be assumed as gray surfaces with ε = 0.85. The humid material is
placed on the oven base, completely covering it. The humid material enters the oven at a temperature
Tm = 35◦ C and it behaves as a black body. It is also known that when it exits the oven, it is still
slightly humid (the desiccation is not complete). As the oven base is horizontally translating, a relative
velocity wa = 0.2 m/s exists between the humid material and the [dry] air stream, which is at a tem-
perature Ta = 500◦ C (for the calculation of the convective coefficient, the oven base can be assumed
as a flat plate in a freestream). Assuming that only radiation in the band of wavelengths between 10−1
µm and 102 µm is effective in drying the humid material, determine the water mass flow rate that
evaporates in the oven.
Soluzione:
Assuming that the border effects at the entry and exit of the oven are negligible, the oven may be
approximated as a cavity enclosed by the two upper sides (which are at the same temperature so they
may be considered as a single node for heat transfer) and the base.
The net radiation exchange between walls and base may be therefore calculated as:
σ Tm 4 − Tw 4
Ėw,m = − = 2946.6 kW
1 − εw 1 1 − εm
+ +
εw A w Aw Fw→m εm A m
where Aw = 2 · L · l and Am = L · l.
As the cross-section is an equilateral triangle, the view factor Fw→m is 1/2 (for a generic triangle it
would have been equal to the cosine of half of the top angle). An even simpler way would have been to
consider the reciprocity rule and use Am Fm→w in the denominator of the [denominator of the] central
term of the, as the view factor for the base looking at the walls is 1.
Of the exchanged radiation, only the fraction in the band 10−1 ≤ λ ≤ 102 is assumed as effective
in drying the humid material. Selecting the limits of this band for the oven walls (that gives the
dominating contribution in the process) and using the blackbody tables:
So given the temperature of the oven walls, practically all the emitted radiation is in the band of
interest.
147
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Concerning convection, the Reynolds number for the relative motion between air and the material is
ReL = ρa wa L/µa . With the thermophysical properties evaluated at Tf = (Ta + Tm ) = 540.65 K (i.e.
ρa = 0.6441 kg/m3 , µa = 28.623 · 10−6 Pa s, 4.2455 · 10−2 W/mK, P r = 0.7), Re = 90012.
Therefore, the flow is laminar over the whole oven base. With P r = 0.7:
1/2
N uL = 0.664 ReL P r1/3 = 176.882 and h = N uL λa /L = 0.3755 W/m2 K
Ėw,m + Q̇a,m
ṀH2O = = 1.22 kg/s
λLV
Listato Matlab:
%INPUT DATA
l=1.5;
L=20;
Tm=35+273.15;
Tw=900+273.15;
em=1;
ew=0.85;
T_a=500+273.15;
w_a=0.2;
sigma=5.67e-8;
%SOLUTION
%from water tables:
Dhlv=2418e3;
%radiation
Fmw=1;
Am=l*L;
Aw=2*l*L;
Qdrad=-sigma*(Tm^4-Tw^4)/((1-em)/(em*Am)+1/(Fmw*Am)+(1-ew)/(ew*Aw));
%convection
Re_L=rho_a*w_a*L/mu_a;
Nu_L=0.664*Re_L^(1/2)*Pr_a^(1/3);
h_a=Nu_L*lbd_a/L;
Qdconv=-h_a*Am*(Tm-T_a);
148
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Qdtot=Qdrad+Qdconv;
Md=Qdtot/Dhlv;
Esercizio 9.27
Argomento: Convezione forzata laminare
A perfectly horizontal and flat plate is isothermal at Tw = 47 ◦ C. Air is flowing over it with T∞ = 7
◦ C, P 5
∞ = 10 Pa, w∞ = 15 m/s.
1. Calculate the local heat flux from the plate to the external air at a coordinate x = 0.1 m from
the leading edge of the plate.
2. Calculate the averaged heat flux from the plate to the external air over the length between the
leading edge of the plate and the coordinate at which the transition between laminar and turbulent
flow is conventionally assumed to occur.
Soluzione:
%INPUT DATA
P=1e5;
Tw=47+273.15;
Too=7+273.15;
woo=15;
%SOLUTION
T_film=(Tw+Too)/2;
%@ Tfilm:
l_air=26.384e-3;
m_air=18.537e-6;
R=8314/29;
r_air=1e5/(R*Too);
cp_air=7/2*R; %ideal gas assumption
Pr=cp_air*m_air/l_air;
%case 1:
Dcar_1=0.1; %L
Re_x=r_air*woo*Dcar_1/m_air;
Nu_x=0.332*Re_x^(1/2)*Pr^(1/3);
h_x=Nu_x*l_air/Dcar_1;
Qp2_x=-h_x*(Tw-Too);
%case 2:
%transition between laminar and turbulent for external convection over flat
%plates is for Re=1e5 =>...
Re_tr=5e5;
Dcar_2=Re_tr*m_air/(r_air*woo);
149
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Nu_L=0.664*Re_tr^(1/2)*Pr^(1/3);
h_L=Nu_L*l_air/Dcar_2;
Qp2_L=-h_L*(Tw-Too);
Risultati numerici:
Esercizio 9.28
Argomento: Convezione e irraggiamento
Soluzione:
%INPUT DATA
T1=-180+273.15;
D1=400e-3;
D2=800e-3;
D3=1;
Tr=25+273.15;
T3=20+273.15;
h3e=10;
eps1=0.2;
eps2=0.1;
eps3=0.1;
sigma=5.67e-8;
%SOLUTION
150
Esercitazioni FT MEC 2018-17
%verification
Qrad12=-sigma*(T2^4-T1^4)/Rrad12;
Qrad32=-sigma*(T2^4-T3^4)/Rrad23;
Qrade=-eps3*sigma*A3*(T3^4-Tr^4);
Qconve=-h3e*A3*(T3-Too);
Qtote=Qrade+Qconve;
Risultati numerici:
Esercizio 9.29
Argomento: Transitorio a parametri concentrati
151
Esercitazioni FT MEC 2018-17
T∞ = 10 ◦ C and having with the rod a convective coefficient h = 20 W/m2 K) that cools it down to Tf
= 25 ◦ C. Neglecting heat transfer across the cylinder bases:
1. verify if the lumped parameter approach can be used
2. calculate the time needed to cool the rod to Tf
3. calculate the total heat amount removed from the rod during the cooling process
4. calculate the time-averaged heat tranfer rate and heat flux from the external surface of the rod
Soluzione:
%INPUT DATA
lbd_s=40;
rho_s=7800;
c=450;
D=1e-2;
L=1;
Tsi=250+273.15;
Too=10+273.15;
h=20;
Tsf=25+273.15;
P=1e5;
R=8314/29;
%SOLUTION
Risultati numerici:
Si accende una lampadina di potenza L̇N Dl in una grande stanza in cui l’aria è a Ta (ha noto). Esau-
rito il transitorio, determinare la temperatura del vetro (coefficienti r, a, t per incidenza normale)
152
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Soluzione:
La lampadina è molto piccola rispetto alla stanza, e le pareti sono a temperatura molto più bassa
di quella della lampadina. Quindi si possono considerare le pareti nere dal punto di vista dalla lam-
padina, e trascurare qualsiasi trasmissione di potenza per irraggiamento dalle pareti alla lampadina.
Allo stesso modo si può ragionare per gli scambi energetici per irraggiamento tra filamento e vetro
nella lampadina.
A questo punto si può focalizzare l’attenzione sul sistema “vetro”, che è quello di interesse.
Dato il ridottissimo spessore del vetro, si può trascurare la conduzione all’interno dell’involucro della
lampadina approssimandolo ad isotermo. La superficie interna e quella esterna della lampadina sono
inoltre considerabili di pari estensione A = 4 · π · Dl2 /4.
Gli scambi termici presenti sono dunque:
• per convezione sulla faccia interna della lampadina, tra il vetro e l’argon contenuto nella stessa:
Per semplicità, si trascurerà questo contributo perchè è ridotto e concettualmente del tutto
analogo a quello di convezione esterna.
• per convezione sulla faccia esterna della lampadina, tra il vetro e l’aria della stanza:
• Q̇i0 = Q̇ emessa dal filamento, che a sua volta è data da Q̇ = εtungsteno · σ · Af ilamento · Tf4ilamento ,
ma più semplicemente pari a L̇N Dl .
• Q̇r0 = r · Q̇i0 ma Q̇r0 va a sua volta a ri-incidere sul vetro della lampadina (date le dimensioni re-
lative solo una parte trascurabile incide sul filamento) e a sua volta viene scissa nei tre contributi
riflesso, assorbito e trasmesso. E via cosı̀... “all’infinito”?
153
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Q̇r0 = r · Q̇i0
Q̇r1 = r · r · Q̇i0 = r2 · Q̇i0
Q̇r2 = r · r2 · Q̇i0 = r3 · Q̇i0
...
Q̇rj = rj+1 · Q̇i0
Q̇a0 = a · Q̇i0
Q̇a1 = a · r · Q̇i0
Q̇a2 = a · r2 · Q̇i0
...
Q̇aj = a · rj · Q̇i0
∞
X ∞
X
Q̇a,tot = a · rj · Q̇i0 = a · Q̇i0 · rj
j=0 j=0
1
Q̇a,tot = a · Q̇i0 ·
1−r
• allo stesso modo per la parte trasmessa (che non interessa però per il bilancio):
1
Q̇t,tot = t · Q̇i0 ·
1−r
• infine va considerata la potenza emessa dal vetro della lampadina:
1
Q̇a,tot da Q̇e = a · Q̇e0 ·
1−r
Il bilancio energetico del vetro della lampadina in condizioni stazionarie è quindi:
Q̇a,tot da Q̇i + Q̇a,tot da Q̇e + Q̇e0 verso l0 esterno + Q̇e0 verso l0 interno + Q̇ce + Q̇ci = 0
154
Esercitazioni FT MEC 2018-17
155
Esercitazioni FT MEC 2018-17
156
Heat exchangers
Esercizio 10.1
Argomento: Shell-and-tube heat exchanger / part of the Rankine cycle
Water vapour with mass flow rate Ṁv = 100 kg/s enters a steam turbine (having isoentropic coefficient
ηis = 0.8) at Tv1 = 650 ◦ C, Pv1 = 175 bar and is expanded to a final pressure Pv2 = 20 kPa. After
exiting the turbine the water/steam mixture enters a shell-and-tube heat exchanger, shell side, where it
completely condenses with a heat transfer coefficient he = 5000 W/m2 K. Within the N = 5000 tubes
of the heat exchanger (having Di = 30 mm, thickness s = 2 mm, conductivity λ = 300 W/mK) an
unknown mass flow rate Ṁa of water (dynamic viscosity µa = 8.544 · 10−4 kg/m s, conductivity λa
= 0.608 W/mK) is heated from Tai = 25 ◦ C to Tau = 35 ◦ C. Calculate:
• mechanical power given by the turbine and heat flow rate exchanged in the condenser;
• Re < 2500 (laminar flow) N u = 3.66 for uniform duct temperature, N u = 4.36 for uniform heat
flux exchanged with the duct walls;
• Re > 4000 (turbulent flow) N u = 0.023 Re0 .8 P rn with n = 0.4 for fluid heating, n = 0.3 for
fluid cooling.
Soluzione:
%INPUT DATA
Mv=100;
Tv1=650+273.15;
Pv1=175e5;
etaIS=0.8;
Pv2=20e3;
he=5000;
Nt=5000;
157
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Dti=30e-3;
st=2e-3;
lt=300;
mia=8.544e-4;
la=0.608;
cpa=4186;
rhoa=1000;
Tai=25+273.15;
Tau=35+273.15;
%SOLUTION
%TURBINE CALCULATION
%IDEAL TURBINE
hv1=3693.9e3;
sv1=6.7357e3;
sv2=sv1;
hls2=251.40e3;
hvs2=2609.7e3;
sls2=0.8320e3;
svs2=7.9085e3;
xv2id=(sv2-sls2)/(svs2-sls2);
hv2id=xv2id*hvs2+(1-xv2id)*hls2;
lidturb=hv2id-hv1;
Lidturb=Mv*lidturb;
%REAL TURBINE
lrturb=etaIS*lidturb;
Lrturb=etaIS*Lidturb;
%THE WATER MASS FLOW RATE FLOWS IN TUBES WITH KNOWN SECTION
A1t_cr=pi*Dti^2/4;
ANt_cr=Nt*A1t_cr;
%WATER SPEED IN THE TUBES
wa=Ma/(rhoa*ANt_cr);
%DIMENSIONLESS GROUPS
Rea=rhoa*wa*Dti/mia;
Pra=cpa*mia/la;
158
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Esercizio 10.2
Argomento: Shell-and-tube heat exchanger
In the N = 50 tubes (Di = 12 mm, De = 14 mm, stainless steel with conductivity λ = 20 W/mK) of
a shell-and-tube counter-current heat exchanger a mass flow rate Ṁr = 10 kg/s of a refrigerant fluid
(1,1,1,2-Tetrafluoroethane, having ρr = 1206 kg/m3 , cP r = 1419 J/kgK, µr = 2.02·10−4 Pas, λr =
0.0824 W/mK in the liquid phase) is flowing with an inlet temperature Tri = 5 ◦ C. Shell-side, water
is flowing with mass flow rate Ṁw = 2.5 kg/s and it is cooled from Twi = 70 ◦ C to Twu = 25 ◦ C. The
shell-side convective coefficient is he = 4000 W/m2 K.The thermophysical properties of both fluids can
be approximated as constant with temperature. Calculate:
• the heat transfer rate Q̇ between the two fluids;
• the refrigerant fluid outlet temperature Tru ;
• the convective heat transfer coefficient hi within the ducts;
• the total heat transfer coefficient referred to the internal ducts surface Ui knowing that fouling is
present within the ducts with a resistance per unit area Rf i = 5·10−5 m2 K/W;
159
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Soluzione:
%INPUT DATA
N=50;
Di=12e-3;
De=14e-3;
lambda=20;
Mr=10;
rhor=1206;
cpr=1419;
mur=2.02e-4;
lambdar=0.0824;
Tri=5+273.15;
Mw=2.5;
cpw=4186;
Twi=70+273.15;
Twu=25+273.15;
he=4000;
Rfi=5e-5;
%SOLUTION
%Q
Qw=Mw*cpw*(Twu-Twi);
%Tru
Qr=-Qw;
Tru=Tri+Qr/(Mr*cpr);
%Ui
%the following are the theoretical relations, N is unknown but it is
%simplified:
%Ai=pi*Di*L*N;
%Ae=pi*De*L*N;
%K=(1/(hi*Ai)+Rfi/Ai+log(De/Di)/(2*pi*lambda*L*N)+1/(hi*Ae))^-1;
Ui=(1/hi+Rfi+log(De/Di)/(2*lambda)*Di+Di/(he*De))^-1;
%LMTD
%as the heat exchanger is counter-current:
DT0=Twu-Tri;
160
Esercitazioni FT MEC 2018-17
DTL=Twi-Tru;
LMTD=(DTL-DT0)/log(DTL/DT0);
%TUBE LENGTH
L=Qr/(Ui*pi*Di*N*LMTD);
%PRESSURE DROP
f=0.184*Rer^-0.2;
DP_L=f*L/Di*rhor*wr^2/2;
Risultati numerici:
Esercizio 10.3
Argomento: ε−N T U method
In a radiator (cross-flow, both fluids unmixed) a mass flow rate Ṁw = 2 kg/s of water is flowing
within N = 100 tubes (Di = 5 mm, L = 1 m, negligible thickness) while the external air (atmospheric
pressure, mass flow rate Ṁa = 6.25 kg/s) is flowing across flat plates having a total surface area which
is 20 times the total internal surface area of the ducts. The internal (for water within the ducts) and
external (for air outside the ducts) convective coefficients are hi = 8000 W/m2 K and he = 400 W/m2 K
respectively. The inlet temperatures of water and air are Twi = 80 ◦ C and Tai = 12 ◦ C respectively.
Temperature dependence of all the thermophysical properties may be neglected. Calculate:
161
Esercitazioni FT MEC 2018-17
162
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Soluzione:
clear
%INPUT DATA
N=100;
Di=5e-3;
L=1;
area_ratio=20;
he=400;
hi=8000;
Mw=2;
Twi=80+273.15;
Ma=6.25;
Tai=12+273.15;
cpw=4186;
Ra=287;
cpa=7/2*Ra;
%SOLUTION
%CAPACITY RATIO
Cw=Mw*cpw;
Ca=Ma*cpa;
Cmin=min(Cw,Ca);
Cmax=max(Cw,Ca);
R=Cmin/Cmax;
%areas
Ai=pi*Di*L*N;
Ae=area_ratio*Ai;
%NTU
%Ui
%K=Ui*Ai=(1/(hi*Ai)+1/(hi*Ae))^-1
Ui=(1/hi+1/(area_ratio*he))^-1;
NTU=Ui*Ai/Cmin;
%EPS AND Q
%from the equation (or the chart) for the eps-NUT method for a cross-flow,
%both fluids unmixed radiator
eps=1-exp(1/R*NTU^0.22*(exp(-R*NTU^0.78)-1));
Qmax=Cmin*(Twi-Tai);
Q=eps*Qmax;
163
Esercitazioni FT MEC 2018-17
Risultati numerici:
164