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TENSIONE DELLE CORDE

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Tralasciando teoria e algebra, di seguito troverete tutto ciò che vi serve sapere sul come diametro e
tensione delle corde influenzano il suono e il "feel" del vostro strumento.

Quando accordate non fate altro che applicare una tensione alla corda fino a che essa raggiunge una certa
nota. La corda è strutturata in modo da restituire quella data nota a quella data tensione senza rompersi.

La corda è fissa in due punti: al ponte e al capotasto. Vibrando forma un'ellisse che ha la sua massima
ampiezza a metà della sua lunghezza, il punto che sulla chitarra e sul basso elettrico corrisponde al 12°
tasto.

A parità di accordatura e di tocco, una corda di misura più grande risulterà più tesa e restituirà una sonorità
più ricca, più presente sulle medio alte con più volume e più sustain.

Una corda più sottile risulterà invece meno tesa restituendo meno volume, producendo meno sustain e
offrendo una timbrica più acuta sulle frequenze molto alte e più povera di "corpo".

ll pattern di vibrazione della corda forma un'ellisse. La massima ampiezza


della vibrazione della corda avviene sopra al tasto.

Sempre a parità di accordatura, di altezza sulla tastiera e di tocco, una corda di misura più grande restituirà
un pattern di vibrazione più contenuto e tenderà perciò a frustare meno di una corda più sottile la quale
risulterà più morbida al bending e tenderà a frustare leggermente di più per via della maggiore ampiezza del
pattern di vibrazione.

A parità di accordatura la vibrazione di un mi 008 risulta


più ampia di quella di un mi 010.

Variazioni nella lunghezza del diapson (scala) infuenzano a loro volta tensione, suono e "feel" sulla tastiera.

A parità di accordatura la scala corta (tipo Gibson) è caratterizzata da una minore tensione ed una lunga
(tipo Fender) da una tensione maggiore.

Questo significa che a parità di gauge e di accordatura la stessa corda risulterà più morbida su una Gibson e
più dura su una Stratocaster.
La porzione di corda non direttamente coinvolta nella vibrazione (in rosso) può
variare a seconda dello strumento da un 15% a un 30% del totale.

TENSIONE E FEEL SULLA TASTIERA


Ogni chitarra elettrica e basso elettrico possiede porzioni di corda suonanti e porzioni di corda vibranti che
non contribuiscono al suono in maniera diretta. Sono le porzioni di corda che partono dal capotasto e si
dirigono alle meccaniche e che partono dalle sellette del ponte e si dirigono al bloccacorde.

Queste porzioni di corda non hanno influenza sulla tensione ma influenzano il modo in cui le dita
percepiscono la "durezza" delle corde specialmente nel bending e specialmente vicino a ponte e capotasto.

Per esempio, contrariamente a quanto si crede, ridurre l'altezza dell'abbassacorde di una Les Paul non
incrementa la tensione della corda. Di fatto aumenta tensione e la nota ma poi per ottenere nuovamente la
stessa nota di prima, dovremo allentare la tensione delle corde scordando ed ecco che la tensione è tornata
quella originale.

A quel diametro di corda (stessa marca e modello) e a quella nota corrisponde sempre la stessa tensione,
indipendentemente dalla situazione esistente oltre le sellette del ponte e oltre il capotasto.

E' vero però che la quantità di corda (e l'angolo di incidenza della corda stessa) presente oltre il capotasto
e il ponte, influenza la "percezione" di durezza che abbiamo della corda al bending e l'attacco al plettro
TANTO PIU' QUANTO STIAMO SUONANDO VICINO AD ESSI.

Vediamo perché.
L'angolo di incidenza della porzione di corda presente oltre il ponte
e il capotasto non influenza la tensione della corda ma bensì
la percezione di durezza sulle dita.

Tutti noi sappiamo che è più facile piegare una corda tesa al suo centro piuttosto che agli estremi. La stessa
cosa accade su uno strumento.

Nelle immagini qui sopra sono illustrati 4 diversi tipi di impostazione della corda.

Supponiamo di applicare nei punti verdi "X" un bending sempre uguale di due toni.

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Nell'immagine "1" la corda è fissata immediatamente in prossimità del capotato e del ponte. Questa è la
classica situazione da Floyd Rose. In questa situazione la resistenza della corda al bending è massima. Se
provate ad effettuare un bending nel punto "X" la forza che applicate con le dita verrà dissipata
principalmente in una porzione di corda che va da "X" a "B". Questo è dei quattro il caso in cui lo sforzo per
arrivare alla nota che avete in mente sarà più elevato.

La figura 2 rappresenta una classica situazione dove le corde si estendono oltre capotasto e ponte e sono
fissate per esempio a destra alle meccaniche e a sinistra ad un attaccaccorde. In questo caso applicando lo
stesso bending l'energia si dissipa principalente in una porzione più lunga di corda (X-D). La tensione è
uguale ma avremo l'impressione che il bending sia più morbido.

La figura 3 mostra la stessa situazione. La porzione di corda oltre il capotasto e oltre le sellette del ponte
(X-F) è uguale all'esempio precedente ma questa volta l'angolo di incidenza è maggiore per cui il bending
risulterà leggermente più duro rispetto all'esempio 2 per via del maggiore attrito nei punti di frizione (ponte
e capotasto).

La figura 4 mostra un caso limite in cui la corda si estende di parecchio oltre il capotasto e oltre le sellette
del ponte (G -PONTE) e oltre il capotasto (CAPOTASTO - H) con un angolo di incidenza molto basso. La forza
viene dissipata tra X e H (situazione comune sumolte semiacustiche). Questo è il caso in cui il bending
risulterà più morbido.

In tutti gli ultimi 3 casi, minore è la frizione su capotasto e sellette del ponte più si avrà la sensazione di un
bending morbido e facile.

Per questa ragione abbassare l'attaccacorde ci da la sensazione di una tensione maggiore e di


corda più tesa (più fatica al bending). Questa operazione infatti aumenta la frizione sulle sellette
ricreando una situazione più simile all'esempio 1.

Non solo. Dalla parte PONTE/ATTACCACORDE incrementare l'angolo di incidenza sulle sellette ci darà
l'impressione di una corda più dura da pizzicare anche col plettro, il che si traduce in una sensazione di un
attacco maggiore. Ecco perchè LES PAUL ha previsto una attaccarode regolabile in altezza in modo
indipendente dal ponte.

Questa soluzione ci permette oggi di abbassare l'attaccacorde se suoniamo un genere piu' rock, dove un
attacco maggiore è imporante per certe tecniche di picking, mentre possiamo alzare l'attaccacorde se
desideriamo un attacco più morbido e dolce per esempio per suonare jazz.
L'altezza dell'attaccacorde (tailpiece) influenza il "feel" delle corde.

DROP TUNING
Molti chitarristi vorrebbero raggiungere col proprio strumento note più gravi (basse) aggiungento corde oltre
il mi o utilizzando accordature alternative molto più basse dello standard, senza sacrificare la suonabilità
trovandosi corde enormi o meno grosse ma lente come spaghetti.

Questo problema si risolve cambiando la struttura stessa della corda al suo interno e il modo in cui essa
viene costruita.

Per ottenere una corda più rigida (meno frustamento sulla tastiera) a parità di diametro occorre aumentare
il diametro dell'anima interna e ridurre quello del filo di rivestimento esterno. Questa operazione genera una
corda più rigida, dal suono più grave ma di diametro inferiore e ci permette di utilizzare comodamente le
varie accordature "drop-tunings" che sono tanto di moda per esempio nel metal.

CONCLUDENDO
In pratica riducendo l'angolo di incidenza su capotasto e ponte avremo la sensazione di maggiore comfort
sulla tastiera e di una action più morbida. In particolare eliminando gli abbassacorde ed utilzzando
meccaniche "staggered" dalla parte della paletta e riducendo l'altezza delle sellette al ponte, compensando
con l'inclinazione del manico, otterremo bending più comodi nelle prime posizioni e la sensazione generale di
una action più morbida.

Aumentare l'angolo di incidenza al ponte abbassando l'attaccacorde contribuisce a conferire più attacco della
nota.

© 2018 Galeazzo Frudua. All rights reserved

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