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CAPITOLO 14
OPERE DI SOSTEGNO
14.1 Introduzione
Esiste una grande varietà di strutture utilizzate per sostenere il terreno e/o l’acqua sia per
lavori temporanei che per opere definitive.
In questa sede esamineremo brevemente gli usuali criteri di dimensionamento, progetta-
zione e verifica geotecnica di:
1. opere di sostegno a gravità (muri, gabbionate, crib walls) e in cemento armato (muri a
mensola, muri a contrafforti e speroni);
2. terra armata;
3. paratie (palancole e diaframmi);
4. strutture di sostegno di scavi e trincee.
La principale differenza fra i muri (di ogni tipo) e le paratie, consiste nel meccanismo di
trasmissione, attraverso l’opera di sostegno, della spinta esercitata dal terreno sostenuto al
terreno di fondazione. Nel primo caso la trasmissione avviene attraverso la struttura di
fondazione dell’opera di sostegno. Nel secondo caso essa è assicurata dal prolungamento
della parete nel terreno di fondazione, e dal sistema equilibrato di spinte e contro spinte
che viene a determinarsi.
Un’altra importante differenza consiste nel fatto che il terreno sostenuto dai muri è di ri-
porto, mentre il terreno sostenuto dalle paratie è spesso il terreno naturale.
Inoltre i muri di sostegno sono in genere opere definitive, mentre le paratie, e specialmen-
te le palancole, sono spesso opere provvisionali.
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a)
Terreno di b)
riempimento
Piattaforma
Terreno di
Terrazzamento riempimento
provvisorio
Piattaforma
Terrazzamento
provvisorio
Figura 14.1: Muri in sterro (a) e in rilevato (b)
Nel caso dei muri in sterro, può determinarsi la rottura localizzata del ripido pendio a
monte che si crea con i lavori di sbancamento preliminari. Per limitare tale rischio è op-
portuno prevedere una realizzazione per brevi tratti.
Nel caso dei muri in rilevato può esservi il rischio di una rottura generale profonda o su-
perficiale del pendio dovuta al sovraccarico costituito dal peso del terreno di riporto mes-
so in opera (Figura 14.2). Le verifiche di stabilità dell’insieme muro-terreno sono eseguite
con i metodi illustrati al Capitolo 18 (“Stabilità dei pendii”).
a) b) Sovraccarico
Sovraccarico
Scavo
Terreno a minore
resistenza
Figura 14.2: Rotture di pendio conseguenti alla realizzazione di un muro di sostegno: profonda
(a) e superficiale (b)
In Figura 14.3 sono rappresentati i più comuni tipi di muri di sostegno a gravità ed in ce-
mento armato, la loro geometria e le loro proporzioni.
I muri di sostegno a gravità (Figura 14.3a) resistono alla spinta esercitata dal terreno
esclusivamente in virtù del proprio peso. Essi sono realizzati con muratura di mattoni o di
pietrame, o in calcestruzzo. Affinché ogni sezione orizzontale del muro sia interamente
compressa è necessario che, ad ogni quota, la risultante del peso e della spinta del terreno
sia interna al nocciolo d’inerzia. Si tratta pertanto di strutture tozze, la cui altezza massi-
ma supera raramente i 3,5m, poiché per altezze maggiori non sono economicamente con-
venienti.
I muri di sostegno a mensola (Figura 14.3b) e a contrafforti e speroni (Figura 14.3c)
sfruttano anche il peso del terreno che grava sulla fondazione per la stabilità al ribalta-
mento ed alla traslazione orizzontale. Le diverse parti della struttura (fondazione e pareti)
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sono armate in modo da resistere anche a flessione e taglio. I muri a mensola sono più
semplici da realizzare, come carpenteria e armatura, ma poiché sono costituiti da tre men-
sole convergenti in un nodo, i momenti flettenti di incastro crescono molto rapidamente
con l’altezza del muro1. I muri a contrafforti e speroni, essendo strutture scatolari, compo-
ste da lastre incastrate su tre lati, consentono un migliore sfruttamento dei materiali e sono
quindi preferiti per i muri di grande altezza, ma richiedono molto più lavoro di carpenteria
e di armatura.
Per ridurre l’intensità della spinta, ed in particolare della sua componente orizzontale, è
opportuno utilizzare terreni di riempimento sabbiosi e ghiaiosi, caratterizzati da un alto
valore dell’angolo di resistenza al taglio.
a) b)
c)
Figura 14.3 - Geometria e proporzioni usuali dei muri di sostegno: a gravità (a), a mensola
(b), a contrafforti e speroni (c).
Per limitare l’influenza sulla spinta del terreno naturale in sito dietro il muro ed il suo
riempimento, il pendio che si realizza con lo sbancamento deve avere debole pendenza.
1
Si ricorda che il momento alla sezione di incastro di una trave a mensola di luce l soggetta ad un carico
triangolare con valore massimo p=l all’incastro vale Mi = l3/6.
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Terreno di Terreno di
Fori di drenaggio riempimento riempimento
Materiale
drenante Tappeto drenante
Argilla Argilla
Canaletta al piede
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Tabella 6.2.I – Coefficienti parziali perle azioni o per l’effetto delle azioni
Coefficiente
( A1 ) ( A2 )
CARICHI EFFETTO Parziale EQU
STR GEO
F (o E)
Favorevole 0,9 1,0 1,0
Permanenti G1
Sfavorevole 1,1 1,3 1,0
Favorevole 0,0 0,0 0,0
Permanenti non strutturali G2
Sfavorevole 1,5 1,5 1,3
Favorevole 0,0 0,0 0,0
Variabili Qi
Sfavorevole 1,5 1,5 1,3
R 1,15
Tabella 6.5.I – Coefficienti parziali R per le verifiche agli stati limite ultimi STR e GEO di muri di soste-
gno
COEFFICIENTE COEFFICIENTE COEFFICIENTE
VERIFICA
PARZIALE ( R1 ) PARZIALE ( R2 ) PARZIALE ( R3 )
Capacità portante della fondazione R = 1,0 R = 1,0 R = 1,4
Scorrimento R = 1,0 R = 1,0 R = 1,1
Resistenza del terreno a valle R = 1,0 R = 1,0 R = 1,4
Nel caso di muri di sostegno dotati di ancoraggi al terreno, le verifiche devono essere ef-
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angolo di resistenza al taglio del terreno: ʹk = 32 °
peso di volume del terreno: k = 20 kN/m3
angolo di attrito base della fondazione‐terreno: kʹk = 32 °
peso di volume del c.a.: bk = 24 kN/m3
sovraccarico sulla superficie del terrapieno: qk = 10 kPa
qk = 10 kPa
b 1 =0,5m
= 20°
ʹk = 32°
3
h=6 m H k = 20 kN/m
b2 b3 b
h 1 =h 2 =0,8 m
O
B
Figura 14.6 ‐ Schema geometrico del muro di sostegno da verificare.
Per poter utilizzare lo schema di spinta attiva sulla parete virtuale (linea tratteggiata) è necessario
che la lunghezza b sia tale da consentire lo sviluppo di una superficie di rottura piana alla Cou‐
lomb (inclinata di (45° + ʹk/2) rispetto allʹorizzontale) entro il volume di terreno sovrastante la
fondazione, ovvero dovrà essere:
bmin = h tan(45° ‐ 32°/2) = 3,33 m
b = 3,5 m
B = 5,15 m
b tan = 1,27 m
H = 8,07 m
VERIFICHE:
Si eseguono le verifiche di sicurezza agli Stati Limite Ultimi esclusa la verifica di stabilità globale
del complesso opera di sostegno ‐ terreno
1.Stato limite di ribaltamento (EQU)
Lo stato limite di ribaltamento non prevede la mobilitazione della resistenza del terreno di fonda‐
zione, e deve essere trattato come uno stato limite di equilibrio come corpo rigido (EQU), utiliz‐
zando i coefficienti parziali sulle azioni della Tabella 2.6.I delle NTC e adoperando coefficienti
parziali del gruppo M2 per il calcolo delle spinte (Tabella 6.2.II NTC). Tutte le azioni agenti sul
muro di sostegno possono essere ricondotte a una forza risultante applicata al piano di posa.
Angolo di resistenza al taglio di progetto: ʹ =ʹd = arctan(tanʹk/ʹ)
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ʹ = 1,25 (da Tabella 6.2.II colonna M2)
ʹd = 0,464 rad = 26,56°
cos = 0,9397 cosʹ = 0,8945
cos2 = 0,8830 cosʹ2 = 0,8001
sen = 0,342
cos cos 2 cos ' 2
KA
= 0,533
2
cos cos cos ' 2
qk = 10 kPa
b 1 =0,5m
6
= 20°
h=6 m 4 H 7
5
3
b2 b3 b
8
h 1 =h 2 =0,8 m 1 2
O B
0,95 0,7 b
Figura 14.7 – Diagrammi delle azioni agenti sul muro.
Azioni dovute al peso del muro e del terreno sovrastante.
il momento è calcolato rispetto al lembo anteriore della base (O)
peso (kN/m) x braccio (m) = momento (kN m/m)
1) 31,680 x 0,825 = 26,136
2) 67,200 x 3,400 = 228,480
3) 14,400 x 1,083 = 15,600
4) 72,000 x 1,400 = 100,800
5) 420,000 x 3,400 = 1428,000
6) 44,586 x 3,98 = 177,508
Somma 649,88 x3,04 = 1975,635
Spinte.
7) Pa(qk) = KA qk H cos = 40.42 kN/m spinta dovuta al sovraccarico
8) Pa(k) = 0,5 KA k H2 cos = 326.18 kN/m spinta dovuta al peso proprio
Valori di progetto delle azioni.
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Al peso proprio del muro e del terreno sovrastante, si applica il coefficiente di sicurezza parziale
di riduzione per carico permanente favorevole F = G1:
F = G1 = 0,9 (da Tabella 2.6.I colonna EQU)
Wd =0.9x649,88 kN/m= 584,89 kN/m
Le spinte dovute al sovraccarico qk sono sfavorevoli allʹequilibrio, pertanto ad esse di applica il
coefficiente parziale di incremento per carico variabile sfavorevole F = Qi
F = Qi = 1,5 (da Tabella 2.6.I colonna EQU)
Pad(qk) =40.42x1.5 = 60.63 kN/m
Pad(qk)h = Pad(qk) cos = 56,974 kN/m componente orizz. di Pad(qk)
Pa(qk)v = Pa(qk) sen = 20,735 kN/m componente vert. di Pad(qk)
Le spinte dovute al peso proprio del terreno sono sfavorevoli allʹequilibrio, pertanto ad esse di
applica il coefficiente parziale di incremento per carico permanente sfavorevole F = G1
F = G1 = 1,1 (da Tabella 2.6.I colonna EQU)
Pad(k) =326,18x1.1 = 358,80 kN/m
Pad(k)h = Pa(k) cos = 337,164 kN/m componente orizz. di Pad(k)
Pad(k)v = Pa(k) sen = 122,710 kN/m componente vert. di Pad(k)
Coordinate dei punti di applicazione delle azioni rispetto al lembo anteriore della base (O):
Spinta x ( m ) z ( m )
Pad(qk) 5,15 4,04
Pad(k) 5,15 2,69
Wd 3,04
I momenti vengono calcolati rispetto al lembo anteriore della base, assumendo positivi i momenti
che danno origine ad una rotazione antioraria:
(20,735 + 122,710) = 143,445 somma delle componenti verticali delle spinte
143,445 x 5,15 = ‐ 738,742 momento dovuto alle componenti verticali delle spinte
56,974 x 4,04 = 230,175 momento dovuto alla componente orizz. di Pa(qk)
337,164 x 2,69 = 906,971 momento dovuto alla componente orizz. di Pa(k)
584,89 x3,04 =
Al momento stabilizzante, dovuto al peso proprio del muro e del terreno sovrastante, si applica il
coefficiente di sicurezza parziale di riduzione per carico permanente favorevole F = G1:
F = G1 = 0,9 (da Tabella 2.6.I colonna EQU)
0.9x(‐1976,524) kN m/m= ‐1778,072 kN m/m
Il valore di progetto dell’azione vale dunque:
Ed = 230,175 + 906,971 ‐ 738,742 – 1778,072 = ‐ 1379,668 kN m/m ≤ Rd = 0 verifica soddisfatta
(essendo in questo tipo di verifica Rd = 0).
2.Stato limite per scorrimento sul piano di posa (GEO)
Nello stato limite ultimo di collasso per scorrimento, l’azione di progetto è data dalla componente
della risultante delle forze in direzione parallela al piano di scorrimento della fondazione, mentre
la resistenza di progetto è il valore della forza parallela allo piano cui corrisponde lo scorrimento
del muro.
Approccio 1 ‐ Combinazione 2 (A2 + M2 + R2)
Coefficiente parziale da applicare ai parametri geotecnici (tanʹ)
ʹ = 1,25 (da Tabella 6.2.II colonna M2)
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Coefficiente parziale da applicare alle azioni permanenti sfavorevoli (spinte)
G1 = 1; (da Tabella 6.2.I colonna A2)
Coefficiente parziale da applicare alle azioni permanenti favorevoli (peso)
G1 = 1; (da Tabella 6.2.I colonna A2)
Coefficiente parziale da applicare ai carichi variabili sfavorevoli (sovraccarico qk)
Qi = 1,3 (da Tabella 6.2.I colonna A2)
Coefficiente parziale da applicare alla resistenza allo scorrimento
R = 1 (da Tabella 6.5.I colonna R2)
Azioni di progetto dovute al peso del muro e del terreno sovrastante:
Wd = 649,88x1= 649,88 kN/m
Spinte di progetto:
I valori delle spinte Pa(qk) e Pa(k) sono gli stessi calcolati nella verifica EQU (i coefficienti parziali
per il terreno sono sempre del tipo M2), e quindi i valori di progetto sono:
Pad(qk) =40.42x1.3 = 52,546 kN/m
Pad(qk)h = Pad(qk) cos = 49,377 kN/m componente orizz. di Pad(qk)
Pad(qk)v = Pa(qk) sen = 17,971 kN/m componente vert. di Pad(qk)
Pad(k) =326,18x1 = 326,18 kN/m
Pad(k)h = Pa(k) cos = 306,511 kN/m componente orizz. di Pad(k)
Pad(k)v = Pa(k) sen = 111,554 kN/m componente vert. di Pad(k)
Risultante delle azioni di progetto orizzontali:
Hd = 49,377 + 306,511 = 355,888 kN/m
Risultante delle azioni di progetto orizzontali:
Vd = 649,88 + 17,971 + 111,554 = 779,391 kN/m
Azione di progetto: Ed = Hd = 355,888 kN/m
Coefficiente dʹattrito fondazione terreno: tank = tanʹk = 0,625
Coefficiente dʹattrito fondazione terreno di progetto: tank / ʹ = 0,500
Resistenza di progetto:
Rd = (1/R) x (Vd) tank / ʹ = 390,289 kN/m
Rd > Ed verifica soddisfatta
Rd/Ed = 1,10
Approccio 2 ‐ (A1 + M1 + R3)
Coefficiente parziale da applicare ai parametri geotecnici (tanʹ)
ʹ = 1 (da Tabella 6.2.II colonna M1)
Coefficiente parziale da applicare alle azioni permanenti favorevoli (peso)
G1 = 1; (da Tabella 6.2.I colonna A1)
Coefficiente parziale da applicare alle azioni permanenti sfavorevoli (spinte)
G1 = 1,3; (da Tabella 6.2.I colonna A1)
Coefficiente parziale da applicare alla resistenza allo scorrimento
R = 1,1 (da Tabella 6.5.I colonna R3)
Coefficiente parziale da applicare ai carichi variabili sfavorevoli (sovraccarico qk)
Qi = 1,5 (da Tabella 6.2.I colonna A1)
Angolo di resistenza al taglio di progetto: ʹ =ʹd = arctan(tanʹk/ʹ)
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ʹ = 1 (da Tabella 6.2.II colonna M1)
ʹd = ʹk = 32°
cos = 0,9397 cosʹ = 0,848
cos2 = 0,8830 cosʹ2 = 0,719
sen = 0,342
cos cos 2 cos ' 2
KA
= 0,398
2
cos cos cos ' 2
7) Pa(qk) = KA qk H cos = 30,180 kN/m spinta dovuta al sovraccarico
8) Pa(k) = 0,5 KA k H cos = 243,569 kN/m
2 spinta dovuta al peso proprio
Azioni di progetto dovute al peso del muro e del terreno sovrastante:
Wd = 649,8866x1 = 649,88 kN/m
Spinte di progetto:
Pad(qk) =30,18x1.5 = 45,270 kN/m
Pad(qk)h = Pad(qk) cos = 42,540 kN/m componente orizz. di Pad(qk)
Pad(qk)v = Pa(qk) sen = 15,480 kN/m componente vert. di Pad(qk)
Pad(k) =326,18x1 = 316,64 kN/m
Pad(k)h = Pa(k) cos = 297,540 kN/m componente orizz. di Pad(k)
Pad(k)v = Pa(k) sen = 108,300 kN/m componente vert. di Pad(k)
Risultante delle azioni di progetto orizzontali:
Hd = 42,540 + 297,540 = 340,080 kN/m
Risultante delle azioni di progetto verticali:
Vd = 649,866 + 15,480 + 108,300 = 773,646 kN/m
Azione di progetto: Ed = Hd = 340,080 kN/m
Coefficiente dʹattrito fondazione terreno: tank = tanʹk = 0,625
Coefficiente dʹattrito fondazione terreno di progetto: tank / ʹ = 0,625
Resistenza di progetto:
Rd = (1/R) x (Vd) tank / ʹ = 439,480 kN/m
Rd > Ed verifica soddisfatta
Rd/Ed = 1,29
La verifica secondo l’approccio 2 (A1+M1+R3), essendo soddisfatta, rende inutile quella secondo
l’approccio 1‐Combinazione 1 (A1+M1+R1), essendo il coefficiente R di quest’ultima (1) inferiore
al coefficiente R previsto dall’approccio 2 (1.1). Inoltre, come risulta dal rapporto Rd/Ed, la verifica
secondo l’approccio 1 risulta più severa.
2.Stato limite di collasso per carico limite dellʹinsieme fondazione – terreno (GEO)
Nello stato limite di collasso per raggiungimento del carico limite della fondazione, l’azione di
progetto è la componente della risultante delle forze in direzione normale al piano di posa. La re‐
sistenza di progetto è il valore della forza normale al piano di posa a cui corrisponde il raggiun‐
gimento del carico limite nei terreni in fondazione (ovvero capacità portante della fondazione, de‐
finita nel capitolo 15).
La fondazione, di larghezza B = 5.75 m, viene assunta di lunghezza illimitata (nastriforme) e risul‐
ta soggetta a un carico eccentrico e inclinato, mentre come profondità D del piano di posa,
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per il calcolo del sovraccarico agente ai lati della fondazione q, si considera la condizione più cau‐
telativa, ovvero D = h1 = h2.= 0.8 m
Per quanto riguarda il sovraccarico qk agente sul terrapieno, si sceglie la condizione di massima
eccentricità e massima inclinazione della risultante, ovvero con carico qk agente fino alla verticale
del lembo posteriore della fondazione (Figura 14.7), rispetto alla condizione di carico qk agente
fino alla parete del muro (Figura 14.6, massima forza verticale).
Approccio 1 ‐ Combinazione 2 (A2 + M2 + R2)
Coefficiente parziale da applicare ai parametri geotecnici (tanʹ)
ʹ = 1,25 (da Tabella 6.2.II colonna M2)
Coefficiente parziale da applicare alle azioni permanenti sfavorevoli (spinte)
G1 = 1; (da Tabella 6.2.I colonna A2)
Coefficiente parziale da applicare alle azioni permanenti favorevoli (peso)
G1 = 1; (da Tabella 6.2.I colonna A2)
Coefficiente parziale da applicare ai carichi variabili sfavorevoli (sovraccarico qk)
Qi = 1,3 (da Tabella 6.2.I colonna A2)
Coefficiente parziale da applicare alla capacità portante della fondazione
R = 1 (da Tabella 6.5.I colonna R2)
Angolo di resistenza al taglio di progetto: ʹ =ʹd = arctan(tanʹk/ʹ)
ʹd = 0,464 rad = 26,56°
KAd = 0,533
Con riferimento allo schema di carico di Figura 14.7, le azioni di progetto che agiscono sulla fon‐
dazione sono quelle già calcolate per la verifica allo stato limite per scorrimento (Approccio 1‐
Combinazione 2):
- Wd = 649,866 kN/m
- Pad(k) = 326,18 kN/m
Pad(k)h = 306,511 kN/m
Pad(k)v = 111,554 kN/m
- Pad(qk) = 52,546 kN/m
Pad(qk)h = 49,377 kN/m
Pad(qk)v = 17,971 kN/m
e le coordinate dei rispettivi punti di applicazione rispetto al piede esterno O:
Azione x ( m ) z ( m )
Pad(qk) 5.15 4,04
Pad(k) 5.15 2,69
Wd 3,04
e la risultante delle azioni orizzontali e verticali vale, rispettivamente:
Hd = 49,377 + 306,511 = 355,888 kN/m
Vd = 649,866 + 17,971 + 111,554 = 779,391 kN/m
da cui si ricava l’inclinazione della risultante rispetto alla verticale:
tani = Hd/Vd = 0,457
i = 24,56°
Il momento risultante della azioni, sempre rispetto al punto O, calcolato assumendo positivi i
momenti che danno origine ad una rotazione antioraria, vale:
M = ‐649,866x3.04‐111,554x5,15‐17,971x5,15+306,511x2,69+49,377x4,04 = ‐1618.76 kN m/m
ed il relativo braccio, rispetto ad O, risulta:
xM= |M|/V = 1618,76/779,391 = 2.08 m
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da cui si ricava l’eccentricità del carico:
e=B/2 ‐ xM = 5.15/2 – 2.08 = 0.495 m < B/6 = 0.858 (risultante interna al nocciolo centrale d’inerzia)
Si può quindi calcolare la capacità portante della fondazione:
qlim = c Nc sc dc ic bc gc + q Nq sq dq iq bq gq + 0,5 Bʹ N s d i b g
c = 0
q = k h1 = 16 kPa
B’ = B – 2e = 5.15 – 2x0,495 = 4,16 m
= ʹd = 26,56° = 0,464 rad tanʹd = 0,500
Nq = e tg tg(/4+/2) = 12,63 sq = dq = bq = gq = 1 iq = (1‐ Hd/Vd)2 = 0,252
N = 2 (Nq ‐1) tg() = 11,65 s = d = b = g = 1 i = (1‐ Hd/Vd)3 = 0,127
qlim = 137,156 kPa
Ed = Vd = 779.39 kN/m
Rd = qlim Bʹ / R = 570,586 kN/m
Rd < Ed verifica non soddisfatta
Rd/Ed = 0,73
Approccio 2 ‐ (A1 + M1 + R3)
Coefficiente parziale da applicare ai parametri geotecnici (tanʹ)
ʹ = 1 (da Tabella 6.2.II colonna M1)
Coefficiente parziale da applicare alle azioni permanenti sfavorevoli (spinte)
G1 = 1.3; (da Tabella 6.2.I colonna A1)
Coefficiente parziale da applicare alle azioni permanenti favorevoli (peso)
G1 = 1; (da Tabella 6.2.I colonna A1)
Coefficiente parziale da applicare ai carichi variabili sfavorevoli (sovraccarico qk)
Qi = 1,5 (da Tabella 6.2.I colonna A1)
Coefficiente parziale da applicare alla capacità portante della fondazione
R = 1.4 (da Tabella 6.5.I colonna R3)
Angolo di resistenza al taglio di progetto: ʹ =ʹd = arctan(tanʹk/ʹ)
ʹd = 32°
KAd = 0,398
Le azioni di progetto che agiscono sulla fondazione sono quelle già calcolate per la verifica allo
stato limite per scorrimento (Approccio 2):
- Wd = 649,866 kN/m
- Pad(k) = 316,64 kN/m
Pad(k)h = 297,540 kN/m
Pad(k)v = 108,300 kN/m
- Pad(qk) = 45,27 kN/m
Pad(qk)h = 42,540 kN/m
Pad(qk)v = 15,480 kN/m
e le coordinate dei rispettivi punti di applicazione rispetto al piede esterno O:
Azione x ( m ) z ( m )
Pad(qk) 5.15 4,04
Pad(k) 5.15 2,69
Wd 3,04
e la risultante delle azioni orizzontali e verticali vale, rispettivamente:
Hd = 49,377 + 306,511 = 340,080 kN/m
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Capitolo 14 OPERE DI SOSTEGNO
Vd = 649,866 + 17,971 + 111,554 = 773,660 kN/m
da cui si ricava l’inclinazione della risultante rispetto alla verticale:
tani = Hd/Vd = 0,440
i = 23,73°
Il momento risultante della azioni, sempre rispetto al punto O, calcolato assumendo positivi i
momenti che danno origine ad una rotazione antioraria, vale:
M = ‐649,866x3.04‐108,30x5,15‐15,48x5,15+297,54x2,69+42,540x4,04 = ‐1640.87 kN m/m
ed il relativo braccio, rispetto ad O, risulta:
xM= |M|/V = 1640.87 /773,660 = 2.12 m
da cui si ricava l’eccentricità del carico:
e=B/2 ‐ xM = 5.15/2 – 2.12 = 0.455 m < B/6 = 0.858 (risultante interna al nocciolo centrale d’inerzia)
Si può quindi calcolare la capacità portante della fondazione:
qlim = c Nc sc dc ic bc gc + q Nq sq dq iq bq gq + 0,5 Bʹ N s d i b g
c = 0
q = k h1 = 16 kPa
B’ = B – 2e = 5.15 – 2x0,455 = 4,24 m
= ʹd = 32° tanʹd = 0,625
Nq = e tg tg(/4+/2) = 23,15 sq = dq = bq = gq = 1 iq = (1‐ Hd/Vd)2 = 0,270
N = 2 (Nq ‐1) tg() = 27,68 s = d = b = g = 1 i = (1‐ Hd/Vd)3 = 0,141
qlim = 322.86 kPa
Ed = Vd = 773.66 kN/m
Rd = qlim Bʹ / R = 977,80 kN/m
Rd > Ed verifica soddisfatta
Rd/Ed = 1,26
Anche in questo caso la verifica secondo l’approccio 2 (A1+M1+R3), essendo soddisfatta, rende
inutile quella secondo l’approccio 1‐Combinazione 1 (A1+M1+R1), essendo il coefficiente R di
quest’ultima (1) inferiore al coefficiente R previsto dall’approccio 2 (1.4). Inoltre, come risulta dal
rapporto Rd/Ed, la verifica secondo l’approccio 1 risulta più severa.
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Terreno di
riempimento
Terreno naturale
b)
Terreno di
riempimento
c)
sulla faccia esterna dell’ammasso sostiene il terreno, che altrimenti scorrerebbe tra le ar-
mature. Esso ha solo funzione di sostegno locale del terreno, ma non interviene nella sta-
bilità generale dell’ammasso.
Armature
Zona attiva Zona resistente
Terreno di
riempimento Spaziatura
Paramento
esterno
Terreno
Lunghezza
Larghezza
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- la zona resistente, più distante dal paramento e maggiormente estesa, in cui le tensioni
tangenziali sono dirette verso l’interno ed il terreno tende a trattenere le armature.
Per il calcolo delle strutture in terra armata si fa riferimento allo schema di Figura 14.13.
Si assume che la pressione orizzontale vari linearmente con la profondità (Figura 14.13a).
Le corrispondenti forze di trazione nelle armature sono calcolate come indicato in Figura
14.13b.
45
2
Superficie potenziale
di scorrimento
H
i
La lunghezza delle armature deve essere tale che la porzione oltre la superficie di scorri-
mento potenziale sia sufficiente a garantire l’ancoraggio con un adeguato coefficiente di
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sicurezza, la sezione delle armature deve essere dimensionata in base alla resistenza a tra-
zione del materiale costituente. In genere la lunghezza delle armature è dell’ordine di 0,8
volte l’altezza dell’opera.
Per la stabilità di insieme devono essere eseguite le stesse verifiche dei muri di sostegno.
La terra armata è utilizzata non solo come opera di sostegno ma anche per la stabilizza-
zione dei pendii in frana, per la realizzazione di rilevati e argini, etc..
Le opere in terra armata, che possono anche raggiungere altezze elevate, sono caratteriz-
zate da una grande deformabilità e sono quindi idonee a sopportare senza danno cedimen-
ti assoluti e differenziali.
14.5 Paratie
Le paratie sono pareti verticali parzialmente o interamente immerse nel terreno, che pos-
sono avere funzione idraulica, di sostegno del terreno, di fondazione profonda, o mista.
In questo paragrafo ci occuperemo di paratie con funzione di sostegno del terreno.
Le paratie con funzione di sostegno del terreno sono pareti verticali immorsate nel terre-
no, con quota diversa ai due lati della parete. Tale differenza di quota può essere dovuta
ad uno scavo o ad un riporto. Nel primo caso la struttura è interamente a contatto con ter-
reno naturale, nel secondo caso il terreno di fondazione è naturale e quello sostenuto è di
riporto.
Il meccanismo di funzionamento delle paratie si basa sul fatto che l’intensità della pres-
sione mutua di contatto fra la parete e il terreno dipende dal movimento della parete, e
quindi dalle conseguenti deformazioni del terreno, come abbiamo visto al Capitolo 13
(“Spinta delle terre”). In condizioni di equilibrio, le azioni orizzontali, a monte e a valle
della struttura, hanno risultante di eguale intensità, verso opposto, e stessa retta d’azione.
Nella risultante vanno comprese le eventuali forze concentrate trasmesse da vincoli, come
tiranti di ancoraggio o puntoni.
I movimenti e la deformazione della parete, e di conseguenza le tensioni orizzontali mu-
tue, dipendono dalla rigidezza relativa della struttura, e dovrebbero essere determinati
mediante un’analisi di interazione terreno-struttura. Tuttavia, nella progettazione corrente,
si utilizzano metodi all’equilibrio limite, ipotizzando note le distribuzioni di pressione.
Nel termine paratie si comprendono le palancole e i diaframmi, strutture che possono dif-
ferire molto fra loro sia come materiale costituente, sia come tecnica di messa in opera,
sia come geometria, ma che hanno in comune il meccanismo di funzionamento.
Le palancole sono strutture permanenti o provvisorie, messe in opera a percussione o a
vibro-infissione, con battipalo. Possono essere di legno2, di cemento armato3, o più fre-
quentemente d’acciaio. Le palancole d’acciaio hanno resistenza elevata, peso ridotto, pos-
sono essere facilmente trasportate e movimentate in opera, possono essere rimosse, recu-
perate e riutilizzate, hanno elevata durabilità anche sotto falda, e possono essere facilmen-
te collegate fra loro, in orizzontale, per saldatura.
2
Le palancole di legno non sono più usate ma possono incontrarsi nei lavori di restauro
3
Le palancole in cemento armato sono usate solo per altezze modeste a causa del peso e delle dimensioni
elevate
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Capitolo 14 OPERE DI SOSTEGNO
In Figura 14.14 sono riportate le sezioni tipo delle palancole in acciaio NKSP, e in Tabel-
la 14.1 sono raffigurati gli schemi di accoppiamento e le caratteristiche geometriche e
inerziali.
I diaframmi utilizzati come ope-
re di sostegno delle terre4 sono
pareti in c.a. realizzate con pali
accostati, pali intersecantisi o
con pannelli, che possono rag-
giungere elevate profondità.
L’uso dei diaframmi consente di
ridurre al minimo i volumi di
scavo e le aree di lavoro, per cui
sono spesso impiegati in am-
biente urbano. Per limitare la
flessibilità della struttura sono
spesso vincolati al terreno con
tiranti di ancoraggio, anche a più
livelli, o con puntelli provvisori,
che sono poi sostituiti, nella loro
funzione, dai solai della struttura
definitiva. Talvolta, per aumen-
tarne la rigidezza flessionale, i
diaframmi sono ottenuti acco-
stando elementi con sezione a T
o ad H. Più raramente sono pre-
compressi in opera.
I diaframmi a pali secanti sono
composti da pali trivellati di
diametro ompreso tra 60 e 80
cm, e interasse i tra 50 e 60 cm.
Sono prima realizzati i pali pari
(o dispari), non armati, e succes- Figura 14.14 - Sezioni tipo di palancole metalliche NKSP.
sivamente i pali dispari (o pari)
che intersecano i pali già gettati e sono dotati di armatura metallica. I diaframmi di pali
sono un ripiego rispetto ai diaframmi a pannelli, giustificato talvolta da ragioni di costo,
sia perché hanno spessore variabile e non buona disposizione delle armature, sia perché a
causa degli errori di verticalità nella messa in opera, alcuni pali possono svergolare dalla
parete rendendola meno resistente e più permeabile.
I diaframmi lineari sono costituiti da pannelli le cui dimensioni usuali sono: spessore S
compreso tra 50 e 120 cm, lunghezza L compresa tra 200 e 600 cm.
Le fasi esecutive per la realizzazione di diaframmi a pannelli lineari sono:
4
I diaframmi con funzione idraulica (ad es. come taglioni impermeabili di argini e dighe in terra, o a prote-
zione dall’inquinamento della falda, oppure filtri permeabili di depurazione delle acque, etc..) sono realizza-
ti con materiali diversi.
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Capitolo 14 OPERE DI SOSTEGNO
i. scavo dei pannelli pari (o dispari) a sezione obbligata in profondità con benna
mordente e/o con idrofresa, previa stabilizzazione delle pareti con fango bentoniti-
co;
ii. posa in opera della gabbia di armatura preassemblata e di eventuali casseri recupe-
rabili per la formazione di giunti;
iii. getto del calcestruzzo nello scavo, dal basso verso l’alto (sistema contractor), che
si sostituisce al fango bentonitico:
iv. ripetizione delle operazioni per i pannelli dispari (o pari).
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I metodi all’equilibrio limite per il calcolo delle paratie assumono le seguenti ipotesi sem-
plificative sulla spinta del terreno:
1. legame pressioni-spostamenti di tipo rigido-plastico (con spostamenti infinitesimi
sono raggiunti gli stati di tensione limite attivo o passivo);
2. il valore delle pressioni attive e passive è indipendente dalle modalità con cui la
parete si muove e dalla sua deformabilità;
3. la distribuzione delle pressioni è lineare e il suo valore può determinarsi mediante
i coefficienti di spinta attiva e passiva.
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Nel primo caso si assume che la resistenza al taglio del terreno valga: f cu , per cui le
tensioni orizzontali limite (totali) attiva e passiva, valgono rispettivamente:
a = v – 2cu ≥ 0, e p = v + 2cu.
Il coefficiente di sicurezza può essere applicato al valore della resistenza al taglio dispo-
nibile, cu.
A titolo di esempio in Figura 14.16 sono riportati i diagrammi di tensione netta (risultante
della tensione attiva e passiva) per paratie a sbalzo in terreno di fondazione coesivo saturo
e riempimento granulare (Figura 14.16a) e in terreno omogeneo coesivo saturo (Figura
14.16b).
14.5.2 Metodi convenzionali di calcolo di paratie con un ordine di tiranti
a) Metodo del supporto libero (free earth support)
Il metodo convenzionale del supporto libero si applica a strutture di elevata rigidezza
(diaframmi in c.a.).
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Riempimento granulare
Argilla
Linea di dragaggio
Argilla
Argilla
Figura 14.16: Diagrammi di spinta netta a breve termine per paratie a sbalzo in terreno di fon-
dazione coesivo saturo e riempimento granulare (a) e in terreno omogeneo coesivo saturo (b).
Lo schema di Figura 14.17, rappresenta una paratia rigida, con un ordine di tiranti o co-
munque con un vincolo prossimo alla sommità, in un terreno omogeneo, incoerente e
asciutto. Si assume, per ipotesi, che il movimento della struttura sia interamente verso
l’esterno, e che quindi il terreno retrostante la parete sia ad ogni profondità in condizioni
di spinta attiva, e quello antistante in condizioni di spinta passiva.
Il problema risulta staticamente determinato, poiché si hanno 2 incognite:
- la profondità di infissione d
- la forza F (per unità di lunghezza della struttura) esercitata dai tiranti,
e 2 equazioni di equilibrio:
- alla traslazione orizzontale
- alla rotazione intorno al punto di ancoraggio.
La sicurezza è messa in conto assumendo un valore ridotto della spinta passiva (solita-
mente si applica un coefficiente di sicurezza FS = 2). Per il dimensionamento e la verifica
di sicurezza degli ancoraggi dei tiranti si amplifica il valore calcolato di F, di norma mol-
tiplicandolo per 1,25.
Anche in questo caso, il metodo di calcolo del supporto libero per una paratia con un or-
dine di ancoraggi, illustrato per semplicità di esposizione con riferimento ad un terreno
omogeneo, incoerente e asciutto, può essere esteso a differenti condizioni geotecniche,
anche con terreni stratificati, in presenza di falda e di filtrazione.
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Capitolo 14 OPERE DI SOSTEGNO
Tabella 14.2: Stima della posizione del punto di flesso per una palancola flessibile ancorata in
terreno omogeneo incoerente
’ (°) 20 25 30 35 40
x/H 0,25 0,15 0,08 0,035 -0,007
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Capitolo 14 OPERE DI SOSTEGNO
Figura 14.19: Analisi di stabilità di una palancola flessibile ancorata in terreno incoerente,
omogeneo e asciutto, e relativi diagrammi delle caratteristiche di sollecitazione
Per quanto riguarda le verifiche di esercizio (SLE), con riferimento sia ai muri di sostegno
che alle paratie, le NTC-08, al § 6.5.3.2, recitano:
“In tutti i casi, nelle condizioni di esercizio, gli spostamenti dell’opera di sostegno e del
terreno circostante devono essere valutati per verificarne la compatibilità con la funzio-
nalità dell’opera e con la sicurezza e funzionalità di manufatti adiacenti, anche a seguito
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a) b)
La forza T deve essere garantita dalle tensioni tangenziali di attrito e/o di aderenza fra la
fondazione ed il terreno circostante.
Se invece che con un bulbo iniettato la fondazione del tirante è realizzata con una piastra,
la posizione di quest’ultima deve ricadere nella zona indicata in Figura 14.22b. In questo
caso la forza T è garantita dalla differenza fra la spinta passiva sul lato di valle e la spinta
attiva sul lato di monte della piastra d’ancoraggio.
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5
Ed ≤ Rd
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Capitolo 14 OPERE DI SOSTEGNO
R a ,m medio R a ,m min
R ak Min ; (6.2.12)
a1 a2
Nel caso (b), il valore della resistenza caratteristica Rak è il minore dei valori derivanti
dall’applicazione dei fattori di correlazione a3 e a4 rispettivamente al valor medio e al
valor minimo delle resistenze Rac ottenute dal calcolo. Per la valutazione dei fattori a3 e
a4, si deve tenere conto che i profili di indagine sono solo quelli che consentono la
completa identificazione del modello geotecnico di sottosuolo per il terreno di fondazione
dell’ancoraggio.
R a ,c medio R a ,c min
R ak Min ; (6.2.13)
a3 a4
Nella valutazione analitica della resistenza allo sfilamento degli ancoraggi non si
applicano coefficienti parziali di sicurezza sui valori caratteristici della resistenza del
terreno; si fa quindi riferimento ai coefficienti parziali di sicurezza M1.
Nei tiranti il cui tratto libero è realizzato con trefoli di acciaio armonico, nel rispetto
della gerarchia delle resistenze, si deve verificare che la resistenza caratteristica al limite
di snervamento del tratto libero sia sempre maggiore della resistenza a sfilamento della
fondazione dell’ancoraggio.
Nei tiranti di prova, l’armatura a trefoli dell’acciaio armonico del tratto libero deve
essere dimensionata in modo che la resistenza caratteristica al limite del tratto libero sia
sempre maggiore del tiro massimo di prova.
Il diametro dei fori non deve essere inferiore ai diametri nominali previsti in progetto.
La tesatura dei tiranti deve essere effettuata in conformità al programma di progetto. In
ogni caso, la tesatura può avere inizio non prima che siano praticamente esauriti i
fenomeni di presa ed indurimento del materiale costituente la fondazione
dell’ancoraggio.
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Capitolo 14 OPERE DI SOSTEGNO
Tavola
in legno
Puntoni
Puntoni
Palancole
Vista in sezione
N.B. Per N = 6 il fattore di sicurezza Per N > 7.5 la rottura alla base è pro-
contro la rottura alla base può essere babile
insufficiente
Figura 14.24 - Diagrammi di pressione del terreno sulle pareti di scavi puntellati
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