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“Con l’ipnosi regressiva posso scavare nella memoria. Sono al sicuro dalle bufale”
«E’ notte e percorriamo una stradina non asfaltata. Sulla sinistra c’è uno spiazzo con
alcuni camion militari e lì atterrano i dischi. Ce ne sono tre. Esseri biondi, alti più di due
metri, mi conducono in una base sotterranea, dove mi sparano un piccolo proiettile nella
narice».
Cerchio nel grano a Milk Hill - Wiltshire, England, 12 agosto 2001
M.M.: «I critici del fenomeno ufologico sostengono il contrario: come si fa a essere sicuri
che i racconti non siano pure invenzioni?»
MALANGA: «I racconti di rapimenti sono tutti uguali. Alcuni sono sovrapponibili fin nei
minimi particolari. Eppure i soggetti non si conoscono. Gli “addotti”, ad esempio,
descrivono le stesse creature. Sono di quattro tipi: c’è un essere biondo, alto due metri e
80, con la tuta attillata e l’occhio a pupilla verticale. Poi c’è un alieno che somiglia ad un
coccodrillo in piedi, con il muso da serpente e le mani palmate. Alcuni “addotti” descrivono
invece una specie di mantide alta più di due metri. Infine c’è un essere piccolo, alto un
metro e 20, glabro, con tre dita, il pollice opponibile, senza orecchie e con gli occhi
grossi».
M.M.: «E’ una teoria estrema. Ma chi sarebbero gli «addotti»? C’è un identikit?
MALANGA: «Ci sono stati diversi tentativi del governo americano di mascherare le
“abduction” con malattie mentali o con un tipo di insonnia con paralisi notturna. Il
capostipite è Roger Mc-Nally. Ma i suoi dati sono stati contestati da una serie di ricercatori.
In più questa sindrome non spiega le prove oggettive: cicatrici, disturbi fisici e
microimpianti nel corpo».
di Marcella Miriello
fonte:www.reiki.info