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LEONZIO DI BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME:

UNA CHIARA DISTINZIONE

Uno studio recente di D. Krausmueller da! titolo Leontius oljerusalem,


a theologian 01 the seuenth century, apparso su journal 0/ Theological Studies1
riporta all' attenzione degli studiosi la questione prosopografica dei
due Leonzio. Gia nel 1887 F. LooEs nella sua prima monografia su
Leonzio di Bisanzio, intitolata Leontius von Byzanz und die gleichnamigen
Schriftsteller der griechischen Kirche 2 , aveva affron tato la questione,
risolvendola in modo unitario, ossia sostenendo l' esistenza di un
unico Leonzio autore dell'intero corpus leontianum. Questa soluzione
influenza gli studiosi per un certo periodo di tempo, finche nel 1944
M. Richard nel suo famoso articolo: Leonce de jhusalem et Leonce de
Byzana!, non distinse nettamente i due autori, intendendo per Leonzio
di Gerusalemme il 1tav(Jo<po~ J..lovax6~ Kat i\€OV'tlO~ 0 'I€po(JoAUJ..li'tTl~
autore dei trattati Contra Monophysitas4 e Contra Nestoriano~, e per
Leonzio di Bisanzio il piu nota autore dei tre libri Contra Nestorianos
et Eutychianos6 , di un trattato contro Severo d'Antiochia conosciuto
con il norne di Epilysis7 , infine dei Triginta capita contra Severum8 •
Questa soluzione di Richard che, pur distinguendo i due autori, li
considerava coevi e li collocava al tempo dell'imperatore Giustiniano,
ossia nel secondo quarto deI secolo sesto, e divenuta opinio communis
tra gli studiosi 9 , nonostante qualche sporadico dissensolO. Percia le

1 Journal ofTheological Studies n.s. 52 (2001), pp. 637-657.


2 Nella serie Texte und Untersuchungen zur Geschichte der altchristlichen Literatur
111, 1-2, Leipzig 1887.
3 In Melanges de Science Religieuse 1 (1944), pp. 35-88.

4 PG 86, 1769-190l.

5 PG 86, 1399-1768i.

6 PG 86, 1268-1396.

7 Chiamata solitamente con il titolo in latino Solutio argumentorum a

Severo obiectorum PG 86,1916-1945.


8 PG 86,1901-1916.

9 Cf. C. Moeller, Le chalcedonisme et le neo-chalcedonisme en Orient de 451 a La

jin di V1e siede, in A. Grillmeier - H. Bacht, Das Konzil von Chalkedon. Geschichte
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rieerehe su questi autori negli ultimi einquant'anni si sono rivolte,


nella maggior parte, al pensiero teologieo dei due Leonzio, traseurando
o dando ormai per risolta la questione prosopografica ll .
Ora, abbiamo intenzione di tornare sulla questione, riesponendo
sintetieamen te le posizioni elassiehe di Loofs e Riehard per vedere
come si e giunti all'attuale opinio communis. Sueeessivamente metteremo
a eonfronto queste rieerehe eon il nostro studio su Leonzio di Bisanzio
e eon il contributo di KrausmuelIer, per giungere ad una piu ehiara
eonoseenza di questi due enigmatiei autori, il eui pensiero teologico
aequisisee un significato diverso a seeonda delI' epoea in eui viene
eolIoeato.

1. Le soluzioni di F. Loofs e M. Richard

La rieerea pioneristiea di F. Loofs, frutto, senza dubbio, di un


enorme lavoro di studio e di intuizione, unita alla dogmatiea sicurezza

und Gegenwart I, Wuerzburg 1951, pp. 686-687; A. Grillmeier,jesusderChristus


im Glauben der Kirche 2/2: Die Kirche von Kostantinapel im 6. jahrhundert, Freiburg,
Basel, Wien 1989, p. 289 (trad. it.: Gesu il Cristo nella fede della Chiesa, Brescia
1999); P. Gray, Through the Tunnel with Leontius ofjerusalem in P. Allen - E.
Jeffreys (eds) The Sixth-Century. End or Beginning [Byzantina Australiensia 10],
Brisbane, 1996, pp. 186-196. COSt pure in tutti i dizionari e lessici di teologia
e storia della teologia, ad esempio cf. B.E. Daley, Leontios von Byzanz,
Leontios von jerusalem in Lexikon für Theologie und Kirche 6, 838-839.
10 Tracce della tesi di Loofs sono in S. Otto, Person und Subsistenz: die

philosophische A ntropologie des Leontios von Byzanz. Ein Beitrag zur spaetantiken
Geistgeschichte, Muenchen 1968; S. Rees, The Literary Activity of Leontius ofBywntium,
in journal ofTheological Studies 19 (1968), pp. 229-242. Un diacono della Chiesa
Ortodossa Rumena nella sua dissertazione dottorale alla Facolta Teo10gica
dell'Universita di Atene ha confutato la tesi di M. Richard, riaffermando
l'identificazione dei due Leonzio: 1. Fracea, '0 Aeov'tlo<; Busav'tiou. Bio<; Kat
LuyypaJlJla'ta (KP1'tlKt; \1ECOPl1all), Atene 1984, in tal senso cf. la recensione di
A. de Halleux in Revue d'Histoire Ecclesiastique 81 (1986), pp. 139-143.
11 Si vedano per esempio gli studi di J. Meyendorff, D.B. Evans, JJ.

Lynch. Anche nel nostro studio sulla cristologia di Leonzio di Bisanzio: C~


Dell 'Osso, Il calcedonismo. Leonzio di Bisanzio, Monopoli 2003, come pure
nella nostra introduzione aHa traduzione italiana delle opere di Leonzio nel
vol. 161 della Collana Testi Patristici, Roma 2001, abbiamo volutamente
trascurato 1a questione prosopografica in mancanza di studi approfonditi su
Leonzio di Gerusalemme. Lo stesso dicasi per 10 studio A. Basdekis, Die
Cristologie des Leontius von jerusalem. Seine Logoslehre, (diss.) Muenster 1974.
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con cui 10 studioso proponeva le sue congetture, fece si ehe molte


sue ipotesi furono riconosciute valide da diverse generazioni di studiosi
senza, perö, un effettivo controllo della loro corrispondenza alle
Eonti I2 • Egli dedicö tutta la seconda parte della sua monografia alla
vita di Leontius Byzantinus seu HierosolymitanusI 3 •
In sostanza LooEs sosteneva ehe l'unico e medesimo personaggio,
Leonzio di Bizanzio ovvero di Gerusalemme, autore dell'intero corpus
leontianum, doveva essere identificato, in primo luogo, con il monaco
scita Leonzio ehe partecipö attivamente aHa controversia teopaschita I4 •
Nel qual caso caso, perö, pur avendo avuto diversi seguaci, come J.P.
Junglas l5 , O. Bardenhewer I6 , B. Altaner I7 , Eu ben presto criticato

12 Seguirono l'ipotesi di Loofs, seeondo eui uno solo era l'autore dell'intero

corpus leontianum: J.P. Junglas, Leontius von Byzanz. Studien zu seinen Schriften.
Quellen und Anschauungen, Paderborn 1908; aBo stesso Junglas si deve la voee
Leontius von Byzanz in Lexikon für Theologie und Kirche 6, 511-12. Segue Loofs
anehe O. Bardenhewer, Geschichte der altkirchlichen Literatur V, Freiburg 1932,
pp. 9-13; U. Mannueei - A. Casamassa, Istituzioni di Patrologia 11, Roma 1950,
pp. 305-309: gli autori di questo manuale, pur eitando in nota gli studi di M.
Riehard, seguono sostanzialmente le ipotesi di Loofs. Cosi troviamo in tutti
i manuali, lessiei ed eneielopedie fino al 1944, ossia fino aBo studio di M.
Riehard. U n esempio deI passaggio dalla tesi deI Loofs a queBa deI Riehard
si vede nel manuale di Patrologia di B. Altaner, ehe neBa sua edizione
tedesca dei 1938 riferiva le ipotesi di Loofs, mentre neUe edizioni degli anni
'60 in eoBaborazione eon A. Stuiber distingue i due Leonzio.
13 Il titolo di questa seeonda parte e il seguente: Kritische Untersuchungen

über das Leben des "Leontius" Byzantinus seu Hierosolymitanus, pp. 223 - 317.
14 Cf. Loofs, Leontius, pp. 228-261. Abbiamo i nomi di questi monaei ehe

sostenevano la formula Unus de Trinitate passus est in una lettera dell'imperatore


Giustiniano a papa Ormisda deI 519: sunt autem nomina eorum Achilles Iohanes
Leontius et Mauritius in E. Sehwartz, ACO IV,2 pp. Vss.
15 Cf. S. v. Leontius von Byzanz in Lexikon für Theologie und Kirche 6,511-512.

16 Cf. Geschichte der altkirchlichen Literatur V, Freiburg 1932, pp. 9 - 13

17 Cf. Patrologie 1938, p. 330. E singolare notare ehe, quando ormai la tesi

era gia stata eritieata e messa da parte, M. Ubaldi e A. Casamassa nel 10ro
libro di Istituzioni di Patrologia sostengono fortemente questa identifieazione: "da
questi tratti, e piu aneora daU'indole degli errori monofisitiei ehe impugna,
il Loofs ha reso della massima probabilitä la sua identifieazione eol «Leonzio»,
ehe in Costantinopoli eontribui pareeehio, anehe eon l'appoggio deI suo
parente il comes Vitalianus, aBa questione dei monaei seiti" p. 307.
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autorevolmente da E. Schwartz 18 e dallo stesso Altaner 19 • In secondo


luogo, Leonzio di Bisanzio andava identificato con il monaco inteIVe-
nuto, al seguito di Ipazio di Efeso, aHa collatio cum Severianis deI 532 e
presente al sinodo antimonofisita deI 5362°; e, in terzo luogo, con il
monaco origenista daHo stesso norne di cui parIa Cirillo di Scitopoli
nella Vita di Saba21 •
Per quanto riguarda le opere, secondo Loofs, a quest'unico e
medesimo autore andava ascritto tutto il corpus leontianum, dunque,
anche il Contra Monophysitas e il Contra Nestorianos, di solito attribuiti
a Leonzio di Gerusalemme, che egli riteneva delle rielaborazioni
successive 0 adattamenti postumi di una parte di una grande opera
perduta deI Bizantino, owero gli LxOAta 22 • Secondo 10 studioso,
anche la paternita deI De sectis, solitamente attribuita a Leonzio
Scolastic023 , andava riconosciuta all'unico Leonzio. Mentre su questa
ipotesi Loofs da subito non ebbe seguaci, non avendo convinto gli
studiosi24 , per tutto il resto influenza molto la successiva letteratura25 •

18 ACO IV,2 p. XII, dove si legge: nullo igitur modo Leontius Scyta cum

scriptoribus homonymis graecis eiusdem saeculi debet confundi.


19 Cf. B. Altaner, Der griechische Theologe Leontius und Leontius der skythische

Moench, in Theologhische Quartalschrift 127 (1947), pp. 147-165.


20 Cf. Loofs, Leontius, pp. 261-273.

21 Cf. Loofs, Leontius, pp. 273-297.

22 Cf. Loofs, Leontius, pp. 167-197. In partieolare Loofs sosteneva ehe il

Contra Monophysitas non poteva essere stato redatto prima dell'ultimo ventennio
deI VI seeolo, quindi andava eolloeato tra il 580 e il 620 0 640, cf. Leontius, p.
183. Ritorneremo sulla questione quando affronteremo la datazione delle
opere di Leonzio di Gerusalemme, seeondo l'ipotesi di Kraumueller.
2~ Cf. Loofs, Leontius, pp. 136-163: Die Schrift de sectis, eine Bearbeitung der
axoAla Aeovriov.
24 Si opposero all'attribuzione deI De sectis a Leonzio di Bisanzio: J.P.

Junglas, Leontius von Byzanz. Studien zu seinen Schriften. Oy,ellen und Anschauungen,
Paderborn 1908; S. Rees, The De sectis: a Treatise attributed to Leontius of
Byzantium, in Journal ofTheological Studies 40 (1939), pp. 346-360; M. Riehard,
Le traite ''De sectis" et Leonce de Byzance, in Revue d 'Histoire Ecclesiastique 35
(1939), pp. 695-723; J. SpeigI, Der Autor der Schrift ''De sectis" ueber die Konzilien
und die Religionspolitik Justinians, in Annarium Historiae Conciliorum 2 (1970),
pp. 207-230.
25 Sostenitori della patemira di Leonzio di Bisanzio per il Contra Manophymtas

e Contra Nestorianos sono: J.H.I. Watt, The Authenticity ofthe Writings ascribed to
Leontius of Byzantium. A New approach lry Means of Statistics, in Studia Patristica
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Contrariamente a quanto sostenuto da Loofs, ben presto si delineö


la distinzione tra Leonzio, autore deI cmpus leontianum, Leonzio monaco
scita e Leonzio Scolastico, autore deI De sectis. Resisteva, invece,
l'identificazione tra Leonzio di Bisanzio e Leonzio di Gerusalemme.
Oitre cinquant'anni dopo 10 studio di Loofs, S. Rees "sistemava"
la questione in un articolo apparso nel Journal oj Theological Studies,
in cui affermava che l'attivita letteraria e polemica di Leonzio ebbe
tre momenti: il primo costituito dalla composizione deI I libro deI
Contra Nestorianos et Eutychianos, dei Triginta Capita e delI' Ep i lysis; il
secondo dalla composizione deI II libro 0 Diaiogo contro gli Aftartodoceti,
in cui prornetteva di scrivere piu estesamente su Severo; promessa
mantenuta, poi, con Ia pubblicazione deI Contra Monophysitas negli
anni 523-531. 11 terzo momento, infine, sarebbe costituito dal III
libro deI Contra Nestorianos et Eutychianos, al termine deI quale l' autore
aveva promesso Ia composizione di un'altra opera contro Teodoro
di Mopsuestia, compiuta, poi, nel Contra Nestorianos, che andrebbe
collocato nell'ultima parte della sua attivita, ossia negli anni 531-
26
543 • In effetti, Rees aveva fatto cadere l'idea di una datazione
tardiva deI Contra Monophysitas e deI Contra Nestorianos, che egli non
considerava piu rimaneggiamenti successivi di opere perdute di Leonzio,
ma un vero e proprio frutto della sua personale elaborazione.
Si era giun ti cosi alla conclusione che Leonzio di Bisanzio 0 di
Gerusalemme sarebbe stato un autore vissuto fra la fine deI V secolo
e la meta deI VI ed avrebbe operato nella prima meta deI VI secolo,
essendo uno dei maggiori artefici della teologia della corte dell'im-
peratore Giustinian0 27 •
M. Richard riprese la questione con l'intento di distinguere i due
personaggi e di situare Leonzio di Gerusalemme aIl'interno dei
movimenti teologici deI VI secol0 28 • Le considerazioni di Richard

7, Texte und Untersuchungen 92, 1966, pp. 321-336; S. Rees, The Literary Activity
0/ Leontius 0/ Byzantium, in Journal 0/ Theological Studies 19 (1968), pp. 217-246;
Fracea, '0 AEOVttO<;, pp. 217-246.
26 Cf. S. Rees, The life and personality 0/ Leontius 0/ Byzantium, in Journal 0/

Theological Studies 41 (1940), pp. 278-280.


27 L'ultimo capitolo dell'opera di Loofs e dedicata ai rapporti tra Leonzio e

la teologia della corte dell'imperatore Giustiniano.


28 Cf. M. Richard, Leonce de Jerusalem et Leonce de Byzance, in Melanges de

Science Religieuse 1 (1944), p. 37.


236 C. DELL' 05S0

erano fondate su una rieerea storieo-letteraria molto preeisa ed aeeurata,


diversamente da quella di Loofs, la eui opera, inveee, aveva l'aspetto
di uno zibaldone di pensieri tra eui non e sempliee distriearsi.
Riehard si eoneentro sugli seritti Contra Monaphysitas e Contra Nestarianos,
sostenendo di rawisare in essi un buon numero di indizi ehe eonvergono
nel eolloearli al tempo deI regno dell'imperatore Giustiniano e, piu
esattamente, nel eorso deI seeondo quarto deI VI seeol0 29 . 11 primo
argomento in favore di questa datazione e la presenza di un brano
attribuito a papa Giulio nel Contra Monophysitas, rieonoseiuto eome
un testo di Apollinare, nel quale l'autore afferma testualmente:
"Giovanni, veseovo di Seitopoli, avendo fatieato a lungo sugli anti-
ehissimi seritti di Apollinare, trovo questa eitazione alla lettera"3o.
Riehard sostiene ehe nonostante ehe non ci siano note le date
preeise dell'episeopato di Giovanni, eon il riferimento al suo prede-
cessore e sueeessore, si puo eoneludere ehe Giovanni fu veseovo di
Seitopoli tra il 536 e il 550 31 . A eio aggiungeva ehe nel Contra
Monophysitas Severo veniva visto eome il eapo ineontestato deI partito
monofisita 32 e nel eontempo 'si aveva notizia deI suo patriareato ad
Antioehia edella sua espulsione da quella eitta 33 • Inoltre, nella
m.edesima opera vi sono indizi ehe fanno allusione alla morte di
Severo, assoeiando il suo norne a quelli dei defunti Dioscoro e
Timoteo Elur0 34 • Dunque, il terminus post quem per il Contra Monophysitas,
seeondo Riehard, sarebbe il 538, ossia l'anno della morte di Severo.
Sueeessivamente 10 studioso nota ehe nei due trattati non esiste
aleuna traeeia ne delle lotte interne al monofisismo, ne della disputa
dei tre Capitoli ehe si aeeese dall'anno 544 in poi. Da questo silenzio
10 studioso francese deduee ehe i trattati in questione furono seritti

Cf. Richard, Leonce, p. 43.


29

PG 86, 1865 C 1-3 (nostra traduzione).


30

31 Giovanni Eu vescovo di Scitopoli tra gli anni 536-548, queste date vengono

dedotte da quelle riguardanti il suo predecessore e successore, infatti, egli


successe a Teodosio ehe era stato presente al Concilio di Gerusalemme nel
536 ed ebbe come successore Teodoro, gia igumeno della Nuova Laura,
consacrato nel548 cf. A. Di Berardino (ed.), Patrologia V, pp. 289-291.
32 Rimanda a due testi in PG 1805 A, dove si legge: "11 vostro capo,

Severo, grida ... "; PG 86, 1881 A: "11 vostro stesso patriarca Severo ... ".
33 Cf. PG 86, 1845B, 1876D, 1888C.

34 PG 86, 1868D; 1881B.


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prima dell'inizio di questa disputa 35 . Dunque, per Riehard i due


trattati, Contra Mono-physitas e Contra Nestorianos, furono redatti tra
gli anni 538 e 544 e, sieuramente, non oltre il 548; di eonseguenza,
l'ipotesi di Loofs ehe tendeva a postieipare la redazione dei due
trattati veniva respinta, attribuendo gli indizi ehe andavano in tal
senso alle in terpolazioni di un lettore della fine deI VI seeolo 0 degli
inizi deI \11 36 .
Poi Riehard eoneentrandosi sulla dottrina eontenuta nei due
trattati, si sofferma sulle grandi differenze eoneettuali esisten ti fra il
loro autore e quello delle restanti opere deI corpus leontianum, sia
dal punto di vista filosofieo ehe teologie0 37 , e giunge alla seguen te
eonelusione: 'J' espere que tous qui s'interessent a l'histoire de la
theologie voudront bien a l'avenir admettre l'existenee, au seeond
quart du VIe sieeie, de deux Leonee, tous deux moines, tous deux
ehaleedoniens, tous deux philosophes, theologiens et eerivains. Le
premier, que nous avons appele avee la quasi-unanimite des historiens,
Leonee de Byzanee, est eonnu depuis longtemps. L'autre, Leonee
deJerusalem, un nouveau, n'est guere moins interessant"38.
Infine, 10 studioso franeese identifieo l'autore deI Contra Monophysitas
e Contra Nestorianos, ossia il Leonzio monaco e teologo della prima
meta deI VI seeolo, eon I' apoerisario dei monaei della Palestina
presen te nel 532 alla Collatio cum Severianis e nel 536 al sinodo deI

35 Per un'articolata presentazione di questo argomento e silentio cf.


Riehard, Leonce, pp. 46-47.
3ß Gli indizi segnaIati da Loofs erano il fatto ehe i monofisiti fossero

ehialnati Giaeobiti, ossia diseepoIi di Giaeomo Baradeo, poi I'aeeenno ai


Longobardi. Ritorneremo in seguito su questi indizi ehe portano a datare i
due trattati tra Ia fine deI VI seeoIo e Ia prima meta deI VII. Cosi Riehard,
Leonce, p. 50: "Autant iI est diffieiIe d'attribuer ce reeit a Leonee de
Jerusalem autant iI est aise d'en expliquer l'insertion par un Ieeteur de Ia
fin du VIe ou du debut du VIIe sieeIe".
37 Cf. Riehard, Leonce, pp. 52-63. In partieolare Riehard mette in parallelo

prima sei passi deI Contra Nestonanos eon altrettan ti passi tratti dalle opere
di Leonzio di Bisanzio per dimostrare ehe non e' e aleun tipo di dipendenza
cf. pp. 69-73. Inoltre, Riehard rigetta Ia dipendenza deI florilegio eontenuto
nel Contra Monophysitas da quelli eon tenuti nei tre Iibri deI Contra Nestarianos et
Eutychianos, mentre e disposto a rieonoseere soltanto l'uso di fonti eomuni tra
i due autori delle suddette opere cf. pp. 77-78.
38 Riehard, Leonce, p. 81.
238 C. DELL' OSSO

patriarca Mena39 • Questi, secondo lui, sarebbe stato l'esponente piu


significativo deI neocalcedonismo.
In un articolo successivo Richard 40 passö ad occuparsi dell'altro
personaggio, ossia di Leonzio di Bisanzio, identificandolo con "Leonzio
l'eremita" della Vita Sabae di Cirillo di Scitopoli 41 • Questi, invece,
sarebbe stato un esponente di rilievo deI calcedonismo di stretta
osservanza42.
Queste soluzioni di Richard furono 'consacrate' da C. Moeller
nel suo studio presente nella miscellanea sul concilio di Calcedonia,
curata da A. Grillmeier e H. Bacht, dal titolo: Le chalcedonisme et le
neochalcedonisme en Orient de 451 ci la fin du VIe siecle43 • Egli, infatti, con
il suo contributo diede un'impostazione pressoche definitiva delle
correnti teologiche e degli autori deI VI secolo; per i due Leonzio
accolse la teoria di Richard, collocando Leonzio di Bisanzio, autore
dei tre libri Contra Nestorianos et Eutychianos, delI' Epilysis e dei Triginta
capita contra Severum, tra i rappresentanti deI calcedonismo di stretta
osservanza44 e Leonzio di Gerusalemme, autore deI Contra Monophysitas

39Ibidem.
40M. Richard, Leonce de Byzance etait-il origeniste?, in Revue des Etudes
Byzantines 5 (1947), pp. 31-66.
41 Secondo Cirillo di Scitopoli, Leonzio sarebbe stato un monaco della

Nuova Laura, originario di Bisanzio e eapofila degli origenisti palestinesi.


Fra i piu stretti seguaei di Nonno, Leonzio accompagno S~ba nel viaggio a
Costantinopoli nel 531, la fu scoperto e eondannato dal veeehio uomo di
Dio, per aver rivelato le sue tendenze origeniste. Fra il 537 e il 540 ritorno in
Palestina e favori Teodoro Askida e Domiziano di Aneira nella Ioro aseesa
all'episeopato. Nel 540 fu a eapo di una banda di monaei origenisti ehe
attaeearono eon armi rudimentali la Grande Laura. Si adopero presso il
patriarca Pietro di Gerusalemme perche rompesse la sua comunione con
Efrem di Amida, patriarca di Antiochia. Secondo 10 Scitopolitano, Leonzio
era giä. Inorto al tempo dell'editto dei tre Capitoli dell'imperatore Giustiniano.
Cf. E. Schwartz, Kyrilws von Skytopolis, in Texte und Untersuchungen 49.2, Leipzig
1939 pp. 176ss.
42 COS! Richard: "Sa doctrine christologique peut se definir: un chalcedonisme

tres strict interprete a la lumiere de la theologie cappadocienne et d'une


philosophie originale" Leonce de Byzance, p. 46.
43 In A. Grillmeier - H. Baeht (a eura di), Das Konzil von Chalkedon.
Geschichte und Gegenwart, Würzburg 1951, vol. I, pp. 637-720.
44 Cf. Moeller, Le chalcedonisme, p. 663, dove si legge: "Il est partisan d'un

chalcedonisme tres strict".


LEONZIO DI BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME: UNA CHIARA DISTINZIONE 239

e Contra Nestorianos, tra gli esponenti dei neocalcedonismo in senso


stretto 45, identificandolo con il monaco palestinese presen te aHa
Collatio cum Severianis deI 532, apocrisario dei monaci palestinesi nel
536 a Costantinopoli. E questa l' opinio communis ancora oggi presente
in tutti i manuali e dizionari 46 •

2. Leonzio di Bisanzio: identijicazione e datazione

In un nostro recente studio si e avuto modo di venire a contatto


con Ie opere di Leonzio di Bisanzio 47 e di confermare Ia sua apparte-
nenza ai teologi deI cosiddetto calcedonismo di stretta osservanza
della prima meta deI VI secolo 48 • In realta, ci eravamo concentrati
sul pensiero di questo autore, mettendo da parte Ia questione proso-
pografica, anche se molti dubbi erano sorti nel corso della ricerca
sul suo presunto origenismo e sulla sua identificazione con il monaco
omonimo di cui parIa Cirillo di Scitopoli neHa Vita di Saba49 • üra,
sembra giunto il momento di ritomare sulla questione in considerazione
deI rinnovato interesse da parte degli studiosi anche sull' epoca di
Leonzio di Gerusalemme. L'attenzione si concentrera sulle notizie
provenienti dagli scritti di Leonzio di Bisanzio. In particolare, il
prologo deI [;ontra Nestorianos et Eutychianos da una prima notizia: alcuni

45 Cf. Ibidem, p. 686, dove si legge: "Leonce est un neo-chalcedonien au

sense strict".
46 Cf. le voci Leonzio di Bisanzio e Leonzio di Gerusalemme nel DPAC, vol. 11,

1928-1930; 1931-1933; A. Di Berardino (ed.), Patrologia. I Padri orientali (secoli


V - VII!), Genova 2000, pp. 308-310; 312-314, in cui a proposito di Leonzio di
Bisanzio si dice: "Leonzio, teologo calcedonese deI VI secolo, a lungo confuso
con il suo omonimo Leonzio di Gerusalemme, e orn1ai identificato dagli
studiosi con il monaco della Nuova Laura, originario di Bisanzio e capofila
degli origenisti palestinesi, di cui ci parIa Cirillo di Scitopoli nella Vita di
Saba" (p. 308); di Leonzio di Gerusalemme si dice: "monaco e teologo di
controversia attivo nella prima meta deI VI secolo, ormai distinto in genere
dal suo omonimo di Bisanzio, viene oggi riconosciuto come il rappresentante
piu coerente della cristologia neocalcedonese, in conformita con la linea
dottrinale propugnata da Giustiniano e dal V Concilio ecumenico" (p. 312).
47 Abbiamo offerto la traduzione italiana di tutte le opere di Leonzio di

Bisanzio nella Collana Testi Patristici vol. 161, Roma 2001, ehe utilizziamo in
questa sede.
48 Cf. C. Dell'Osso, Il calcedonismo. Leonzio di Bisanzio, Monopoli 2003.

49 Cf. Dell'Osso, Il calcedonismo, pp. 177-182.


240 C. DELL' OSSO

"uomini pii, appassionati delle divine dottrine", molto probabi1mente


monaci, vo1evano essere informati sulle dispute che Leonzio aveva
sostenuto in pubb1ico e, per questo, 10 avevano esortato a metterle
per iscritt0 50 • Dunque, Leonzio doveva aver partecipato ad alcune
dispute, probabilmente come un vero e proprio controversista; non
si puo escludere che egli fosse stato il rappresentante di questi
"uomini pii" alle dispute in questione. Ora, considerato che i1 prologo
e riconosciuto essere posticcio aHa composizione deI Contra Nestorianos
et Eutychiano1 1, e ragionevo1e pensare che l' autore, per soddisfare 1a
richiesta di questi "uomini pii", abbia assemb1ato tre lavori diversi
sotto un unico prologo, 1avori che in qualche modo dovevano rispondere
alla medesima richiesta, ossia essere dei resoconti 0, per10meno,
rimandare ad alcune dispute pubbliche secondo i1 genere delle
quaestiones et responsiones52 • In tal senso, sappiamo che nell'anno 532
ci fu un colloquio pubblico fra ortodossi e severiani, 1a cosiddetta
Collatio cum Sevenanis , cui partecipo un monaco, di norne Leonzio,
a1 seguito di Ipazio di Efeso. Innocenzo di Maronea in una sua
lettera a Tommaso, prete di Tessa10nica, fece un resoconto di quel
colloquio organizzato dall'imperatore Giustiniano a Costantinopo1i
con 10 scopo di trovare un'intesa tra gli ortodossi e i severiani53 • In
que1 colloquio il capo della de1egazione degli ortodossi, fra i quali
c'era anche il summenzionato Leonzio "monaco e apocrisario dei
padri della citta santa"5\ era proprio Ipazio di Efeso. 11 colloquio
duro tre giorni: durante il prima Ipazio fece dichiarare ag1i awersari
l' eterodossia di Eutiche e di conseguenza anche quella di Dioscoro.
Nel secondo giorno si discusse sulle formule "da due nature" e "in
due nature", quindi vennern portate le "testimonianze patristiche",

50 PG 86, 1268B. Cosi come si presenta, il prologo e un topos letterario,

ma la cosa non ci impedisce di pensare a una reale sollecitazione da parte


di alcuni teologi e monaci.
51 Cf. in proposito le considerazioni di GriHmeier, Gesu il Cristo, 2/1 pp.

101-104; 2/2, pp. 245-25l.


52 Cf. il prologo in questione PG 86, 1268 B 5-6. Quanto aHa diffusa

"dialogita" nel VI secolo cf. L. Perrone, II «Dialogo contro gli aftartodoceti» di


Leonzio di Bisanzio e Severo di Antiochia, in Critica storica 1 (1980), pp. 411-442.
53 ACa IV,2, pp. 169-184. Cf. GriHmeier, Gesu il Cristo, pp. 304-324; W.

H.C. Frend, The rise of Monophysite Movement, Cambridge 1972, pp. 265ss.
54 ACa IV, 2, p. 170.
LEONZIO DI BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME: UNA CHIARA DISTINZIONE 241

fra le quali i severiani vantavano Dionigi l'areopagitaSs . Il terzo giomo


intervenne l'imperatore Giustiniano in persona, proponendo una
formula di compromesso vicina a quella dei Teopaschiti, ma non
riusci a trovare una sostanziale intesa tra le parti.
In breve, le osservazioni dei severiani erano le seguenti: prima di
tutto, il Concilio di Calcedonia, quandanche fosse stato riunito legit-
timamente, era uscito dal solco della tradizione con l'introduzione
della formula delle due nature; in secondo luogo, il Concilio,
contrariamente ai precedenti, non aveva accolto i XII anatematismi
di Cirillo, ristabilendo nella loro dignita Ibas di Edessa e Teodoreto
di Cirro. Infine, Cirillo, pur ammettendo la formula "da due nature",
non aveva mai riconosciuto due nature dopo l'unione, come, invece,
sosteneva il dettato conciliare. Per controbattere queste posizioni,
Ipazio porto una serie di passi di Cirillo in cui l'Alessandrino non
negava la formula "in due nature" e nemmeno la loro distinzione
nell'unione Sfi .
E sintomatico osservare quanta corrispondenza ci sia tra il I libro
deI Contra Nestorianos et Eutychianos e il resoconto della citata Collatio.
Infatti, nel primo libro della raccolta l'autore e in disputa non
contro i nestoriani, bensi contro i seguaci di Eutiche, per questo
scrive: "Ci ascoltino anche i seguaci di Eutiche: noi, infatti, combattiamo
una comune lotta contro gli uni egli altri (ovvero nestoriani ed
eutichiani), ma in particolare contro costoro"S7. Con il norne di
eutichiani Leonzio intendeva coloro ehe sostenevano la formula della
J.lia <pu cr tC; , per cui una sola e Ia natura deI Verbo dopo l'unione s8 ,
contro la formula calcedonese delle due nature, di cui Leonzio,
invece, affermava la perfezione nell'unione, owero nessuna confusione
ne di nature ne di proprietaS9 . üra, sia nella Collatio sia nel I libro
deI Contra Nestorianos et Eutychianos notiamo l'intenzione di mantenere
un'equidistanza dai nestoriani e dagli eutichiani. Per questo si ha la
sensazione di essere dinanzi alla stessa impostazione generale ehe
accomuna nella condanna Eutiche, Nestorio ed i loro seguaci. Ma

55 Cf. ACa IV, 2, pp. 172-73.

56Ipazio aveva riportato i passi tratti dalle lettere sinodali di Cirillo, ossia
quelle accettate dai concili di Efeso e di Calcedonia.
57 PG 86, 1276D 13.

58 PG 86, 1277A 1-4.

5Y PG 86, 1281A 3-4.


242 c. DELL'OSSO

quello ehe piu sorprende e ehe una buona parte dei testimonia
patristici eontenuti nell' opera di Leonzio eonsiste di brani di Cirillo
in eui eompare la formula delle due nature. Sembra, dunque, ehe
Leonzio voglia dare una risposta ai severiani ehe affermavano non
esserei in Cirillo la dottrina delle due nature. Cosi, infatti, si legge
nello seolio ehe introduee il florilegio eirilliano allegato al I libro
deI Contra Nestorianos et Eutichianos. "In tutto quanto abbiamo trattato
preeedentemente, abbiamo tentato di esporre le eitazioni deI beato
Cirillo e dei Padri prima di lui ehe eonfermano e interpretano tutto
il suo insegnamento, affinehe sappiano ehe ne lui, ne qualehe altro
padre ha affermato ehe la formula «da due» 0 «da entrambe le nature»
si oppone a quella «in due». Infatti, in molti luoghi eonfutando la
divisione delle nature di Nestorio, non solo ha ammesso la formula
«da due», ma si e servito anehe della preposizione «in» per entrambe le
nature, eome e faeile apprendere dai suoi passi ehe abbiamo qui
riportato,,60. Se mettiamo a eonfronto questo seolio di Leonzio eon il
resoeonto della Collatio, notiamo ehe esso eontiene l'obiezione ehe
i severiani avevano sollevato il seeondo giorno della riunione, soste-
nendo l'assenza della formula "in due nature" negli seritti di Cirillo.
Un'altra singolare eorrispondenza si puö osservare tra l'opera di
Leonzio e il resoeon to della Collatio, ossia il riferimen to alle eresie
di Ario e di Sabellio ehe si ritrova, quasi alla lettera, in entrambi gli
seritti 61 . Sembra, dunque, ehe il monaco presente alla (~ollatio cum
Severianis sia dawero l'autore deI I libro deI Contra Nestorianos et
Eutichianos, da lui seritto per mettere al corrente i suoi "uomini pii"
deI eolloquio teologieo tenutasi a Costantinopoli. E evidente ehe
l'opera di Leonzio doveva essere eoeva 0 di poeo sueeessiva alla
Collatio; per questo non si puö neppure eseludere ehe un eomune
florilegio eirilliano, seppure non esattamente quello ehe abbiamo in
Leonzio, doveva essere tra gli strumenti portati al eolloquio da
Ipazio e dal suo seguito62.

PG 86, 1316A 7-B 6.


60

Nel resoconto della Collatio: ACa IV,2, pp. 173-174, nel I Iibro deI
61

Contra Nestorianos et Eutichianos: PG 86, 1276C 1-5.


62 Rieordiamo ehe gia da tempo cireolava il Florilegium Cyrillianum: una

raccolta di 244 estratti da 30 opere di Cirillo, tale raecolta, attribuita a uno


scrittore di norne Doroteo, doveva fornire Ia prova ehe Cirillo era d'aecordo
eon Ia formula delle "due nature dopo l'unione". 9.~~~~~ fl()~i!~gio_ f~.l __
LEONZIO DI BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME: UNA CHIARA DISTINZIONE 243

Dopo quattro anni ci fu un altro evento pubblico, owero, un


sinodo a Costantinopoli nel maggio-giugno 536, in cui il patriarca
Mena aveva condannato come eretico Antimo ed aveva rinnovato il
bando contro Sever0 63 • Certamente la disputa non dovette essere
molto tranquilla, dati gli esiti della riunione. Nel mese di agosto,
infatti, l'imperatore con un editto bandiva Antirno, Severo e i loro
sostenitori dalla Capitale e da tutte le grandi citta dell'impero,
ordinando la distruzione di tutte le copie degli scritti di Sever064 •
Anche a questo sinodo partecipü Ipazio di Efeso, ehe parlo a norne
dei vescovi greci nella quarta actio, formulando l'accusa contro Antirno;
insieme con lui risulta essere stato presente un monaco dal norne
Leonzio "egumeno e rappresentante dei monaci deI deserto"65. Pertanto,
l' oggetto della disputa, il luogo, i personaggi e l' epoca ci portano a
ritenere ehe il monaco dal norne Leonzio presente al sinodo deI 536
sia 10 stesso ehe era al seguito di Ipazio di Efeso aHa Collatio deI 532.
Quanto alle opere di Leonzio di Bisanzio, e da notare ehe egli ne
dedica tre esclusivamente ed esplicitamente alla disputa contro i
severiani: il Dialogo contro gli aftartodoceti, l' Epilysis e i Triginta Capita
contra Severum. E evidente pertanto ehe egli ebbe una chiara conoscenza
deI movimento monofisita e delle sue differenziazioni interne. Di
queste tre egli inseri solo il Dialogo nell' opera ehe aveva assemblato
per soddisfare la richiesta dei suoi "pii uomini", probabilmente perche
anche quest' opera contribuiva ad illustrare i contenuti delle diverse
dispute occorse con i severiani in quegli anni. Quanto al valore deI
contenuto deI Dialogo contro gli aJtartodoceti gli studiosi si sono espressi
diversamente; secondo Draguet, esso non puo essere considerato
come un testimone deI giulianismo autentico, ossia deI pensiero di
Giuliano di Alicarnasso, bensi di quella visione classica e stereotipa

esaminato eritieamente da Severo di Antioehia, ehe naturalmente 10 respinse


cf. R. Hespel, Le jlorilege Cyrillien rifute par Severe d 'Antioche. Etude et edition
critique, Louvain 1955; Grillmeier, Gesu il Cristo, 2/1, pp. 94 ss.
63 Cf. Grillmeier, Gesu il Cristo, 2/2, pp. 439-443.

64 Cf. W.H.C. Frend, The rise 0/ Monophysite Movement, Cambridge 1972

pp. 272-273; L. Perrone, La Chiesa di Palestina e le controversie cristologiche, Breseia


1980, pp. 195 ss.; P. Allen - C.T.R. Hayward, Severus 0/ Antioch, London New
York, 2004, pp. 28-30.
65 ACO 111, p. 130, 24.
244 c. DELL' OSSO

dell'aftartodoeetismo, ehe dobbiamo a Severo di Antioehia66 . Nella


stessa direzione, e eon una maggiore aeeentuazione, andavano le
riflessioni di Riehard, il quale sosteneva ehe Leonzio non avrebbe fatto
altro ehe riportare nel Dialogo la earieatura dell'aftartodoeetismo
eosi eome era stata fornita da Severo, attribuendola all'interloeutore
ealeedonese 67 . In senso opposto, L. Perrone, studiando gli aspetti
letterari, il metodo e i temi teologiei delI' opera, ha visto una relazione
diretta di Leonzio eon le dottrine di Giuliano, giudieando l' opera
deI Bizantino meno deformante rispetto alle dottrine originarie dell'af-
tartodoeetismo, per eui Leonzio avrebbe avuto un approeeio al
giulianismo parallelo e diverso rispetto a quello di Sever068 • Üra,
non bisogna dimentieare ehe a Costantinopoli le idee di Giuliano
erano note gia dall'epoea deI primo soggiomo di Severo nella eapitale,
ossia il 508-511 69 . Dunque, il monaco Leonzio, ehe sieuramente doveva
essere nella eapitale nel quarto deeennio deI VI seeolo, poteva aver
aseoltato gli eehi di questo dibattito in eampo ealeedonese 7o . Per tale
motivo egli pose anehe questo dialogo nell'opera ehe doveva
indirizzare ai suoi "eommittenti", in quanto rispondeva all'esigenza
generale, esposta nel prologo, di presentare le dispute teologiehe
awenute in quei tempi. Sembra verosimile, dunque, ehe anehe
all'intemo deI partito ealeedonese ci fossero state delle "eonversazioni"
sul giulianismo 0, quanto meno, ehe il problema fosse stato
an' attenzione dei teologi ealeedonesi, come si evinee dal prologo
deI Dialogo, dove Leonzio afferma ehe la diseordia tra gli awersari
dovrebbe aiutare ad "approfondire e eustodire le nostre opinioni
almeno neno stesso modo in eui fanno i nemiei"71. AHo stesso tempo

66 Cf. R. Draguet, Julien d 'Halicarnasse et sa controverse avec Severe d :4ntioche

sur l'incorruptibilite du carps de Christ, Louvain 1924, un eontributo fondamentale


per Ia storia deI giuIianismo.
67 Cf. Riehard, Leonce, pp. 36 ss.

68 a. Ia eoneiusione di Perrone, n <<Dialogo contro gli aJtartodoceti», pp. 441-442.

69 Circa Ia diffusione deI giulianismo a Costantinopoli cf. Draguet, Julien,

pp. 5 ss.
70 Prima di eomineiare il dialogo vero e proprio, Leonzio diee ehe "re-

eentemente" (evayxo<;) ha avuto un dialogo eon un esperto di tali dottrine


cf. PG 86,1324 A 1.
71 PG 86,1317 B 11-13.
LEONZIO DI BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME: UNA CHIARA DISTINZIONE 245

Leonzio diee "attuale"72 la diseordia tra severiani e giulianisti, il ehe


ci puo dare un aiuto per la eolloeazione eronologiea dell'opera. Infatti,
Severo si oppose fortemente a Giuliano dopo il 518 quando eompose
tutta una serie di opere eontro l'aftartodoeetism0 73 • Verosimilmente,
dunque, il Dialogo puo essere eolloeato nel terzo deeennio deI VI
seeol0 74 e sueeessivamente assemblato eon il 1 e il III libro deI Contra
Nestorianos et Eutichianos.
Veniamo, infine, aHa Deprehensio et Triumphus super Nestorianos,
owero al III libro deI Contra Nestorianos et Eutichianos, all'inizio deI
quale troviamo un riferimento autobiografieo di Leonzio, da eui
apprendiamo ehe egli da giovane aderi ad un thiasos di seguaei di
Diodoro di Tarso e Teodoro di Mopsuestia, ehe fingendosi sostenitori
deI eoneilio di Caleedonia, eereavano di irretire i piu sproweduti.
Sueeessivamente, per una speeiale grazia eeleste, Leonzio riusel ad
allon tanarsi e liberarsi di loro 75. Stando a questa notizia i nestoriani,
al contrario dei severiani, non venivano aHo seoperto ma, fingendosi
ealeedonesi, propagandavano le dottrine di Teodoro e Diodor0 76 •
Nello stesso luogo, riferendosi aH' opera ehe si aeeinge a serivere per
eonfutare il pensiero Teodoro, ne parIa eome di un suo "veeehio
debito ... ehe doveva essere estinto gia da tempo"77, dunque, l'esperienza
tra i nestoriani era omai Ion tana daH' epoea in eui seriveva.
Non e sempliee stabilire di quale thiasos Leonzio stia parlando,
ne individuare, nei primi deeenni deI VI seeolo, una corrente 0 un
ambiente dove si potessero annidare eoneezioni di tipo nestoriano.
Tuttavia, nel quarto deeennio deI VI seeolo, oltre aHa erisi severiana,
assistiamo anehe aHa eondanna nel 534 da parte di papa Giovanni II
dei monaei Acemeti eon l'aeeusa di nestorianesimo. 11 monastero

72 PG 86,1317 C 9. In realta nel prologo Leonzio fa spesso riferimento

all'attualita della questione, infatti spesso ripete l'avverbio temporale vUv.


73 Cf. Critica al tomo di Giuliano; Conjutazione delle proposizioni di Giuliano;

Contro le aggiunte al tomo; Contro l'apologia di Giuliano; Apologia deI Philalethes.


74 In tal senso L. Perrone ritiene ehe il Dialogo dovrebbe essere stato

seritto prima della Collatio cum Severianis deI 532, in quanto in quella sede
Ipazio di Efeso rifiuto di accettare come autentiei gli seritti dello Pseudo-
Dionigi, ehe inveee e la prima delle autorita eOllocate nel florilegio deI
Dialogo, cf., II Dialogo, p. 413 n. 4.
75 Cf. PG 86, 1357B 1 - 1360D 5.

76 Cf. PG 86, 1360 D 13 - 1361B 5.

77 OUAU10V XPEO~ 1357D 12.


246 c. DELL'OSSO

degli aeemetl SI trovava all'Eirenaion nei pressi di Costantinopoli,


eontava circa mille monaei e non dipendeva dal patriarea eeumenieo
ma dal metropolita di Caleedonia 78 . Questi monaei eollaboravano
eon gli arehimandriti di una parte dei monasteri di Costantinopoli e
eon i rifugiati proealeedonesi ma, soprattutto, eon i papi di Roma 79 ;
a eostoro ehe erano i piu strenui difensori della eristologia ealeedonese
si devono le false Lettere a Pietro Fullone. Tornando alla testimonianza
di Leonzio, notiamo ehe egli usa il termine thiasos per indieare il
gruppo dei sostenitori di Caleedonia di eui aveva fatto parte; questo
termine indiea letteralmente una moltitudine, una sehiera numerosa80 .
Inoltre egli afferma ehe questi tali erano eosi potenti da promettere
"i primi posti tra i magistrati e la famigliarita eon gli eruditi"81. Ora,
in quel periodo l'unieo gruppo numeroso einfluente di persone
proealeedonesi, aeeusato di nestorianesimo, fu proprio queHo dei
monaei aeemeti, dunque, non ci sembra lontano dal vero pensare
ehe in gioven tu Leonzio fosse stato attratto da questi n10naei ed
avesse aequisito una grande familiarita eon la eristologia difisita e
eon gli seritti di Teodoro di Mopsuestia. In tal senso, il 111 libro della
raeeolta Contra Nestorianos et Eutiehianos dovrebbe eonsiderarsi una
presa di posizione rispetto aHa teologia di Teodoro di Mopsuestia,
poiehe il pensiero di Leonzio, risultando molto vicino sia a quello
delI' Epistula de dualms naturi!,2 deI monaco Eustazio sia a quello delle
false Lettere a Pietro Fullon!3 provenienti dall'ambiente degli aeemeti,
poteva essere veieolo di nestorianesimo. Per questo, pagando un
antieo debito, egli dimostra agli "uomini pii" ehe la sua riflessione
non ha nulla a ehe vedere eon il nestorianesimo. Dunque, anehe
questa terza opera, pur non essendo il resoeonto di una disputa
orale ne avendo gli elementi letterari di una eontroversia, fu inserita
dall'autore nella raccolta per far eonoseere ai summenzionati "uomini
pii" il pensiero di Teodoro di Mopsuestia ehe probabilmente le dispute
e, forse anehe 10 scalpore sorti attorno aHa eondanna degli aeemeti,
avevano riportato alla ribalta negli ambienti monastiei eostantinopolitani.

78 Cf. Grillmeier, Gesu il Cristo, 2/2, pp. 328-340.


79 Cf. Grillmeier, Gesu il Cristo, 2/1, pp. 360ss; 370.
80 Cf. Thesaurus Graecae Linguae V, 383; Lampe p. 652.

81 PG 86, 1361A.

82 Cf. CCG 19, Turnhout-Leuven 1989.

83 Cf. Grillmeier, Gesu il Cristo, 2/2, pp. 337-340


LEONZIO DI BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME: UNA CHlARA DISTINZIONE 247

Per quanto riguarda la data di eomposizione di quest'opera,


abbiamo un terminus post quem, ossia l'anno 528, poiehe Leonzio
afferma ehe Antioehia e ehiamata Teopoli 84 • Ora, noi sappiamo ehe
nel 528 ci fu un violento terremoto ad Antioehia in seguito al quale
la eitta assunse il nome di Teopoli 85 • Dunque, anehe quest'opera
andrebbe eolloeata nel quarto deeennio deI VI seeolo, epoea in eui
Leonzio non era piu giovane, eome egli stesso afferma, dovendo eon
questo pamphlet pagare un vecchio debito. Allo stesso tempo questo seritto
sembra rimandare ad un epoea in eui stavano maturando i tempi
per una eondanna dei Tre Capitoli,di eui eomunque non si fa
nessun eenn086 • Verosimilmente, dunque, l'opera dovrebbe essere
stata seritta dopo il 528 e prima deI 543, anno in eui l'imperatore
Giustiniano promulgo un editto eontro i Tre Capitoli 87 •
In definitiva, di Leonzio di Bisanzio sappiamo ehe visse nella
prima meta deI VI seeolo, ehe eertamente non era piu giovane nel
quarto deeennio dello stesso seeolo e ehe probabilmente mori prima
deI 543. Sappiamo, inoltre, ehe da giovane appartenne ad una sehiera
filonestoriana identifieabile eon gli ambienti monastiei vieini agli
aeemeti, i quali, dopo la morte deI patriarea Aeaeio, rafforzarono il
loro potere a Costantinopoli tra la fine deI V seeolo e il primo e
seeondo deeennio deI VI seeolo, owero durante la giovinezza di
Leonzio. Nell'anno 532, poi, 10 ritroviamo a Costantinopoli al seguito
di Ipazio di Efeso aHa Collatio cum Seuerianis, qualifieato eome "monaco
e apocrisario dei monaei della eitta santa", e nell'anno 536 al sinodo
deI patriarea Mena, qualifieato eome "egumeno e rappresentante
dei monaei deI deserto". Pertanto e leeito supporre ehe, dopo aver

84 PG 86, 1364D.
85 Cf. S. Rees, The literary activity of Leontius of Byzantium, in journal of
Theological Studies 19 (1968), p. 230.
86 Perrone sostiene ehe "il pamphlet eontro Teodoro di Mopsuestia e

servito speeialmente ad illustrare la parte deeisiva ehe Leonzio avrebbe


avuto nel promuovere la eondanna dei dottori antioeheni ad opera di
Giustiniano", Il Dialogo, p. 413. Questa opinione ci sembra ehe non si possa
suffragare a suffieienza eon le notizie ehe abbiamo dalle opere di Leonzio,
seeondo eui sarebbe stato un eonsigliere 0 per 10 meno un ispiratore della
teologia dell'imperatore Giustiniano.
87 L'editto deI 543 In damnationem Trium Capitolorum (CPG 6881) e andato

perduto, se ne trovano ampie eitazioni solo nella Defensio di Faeondo di


Ermiane. Cf. Grillmeier, Gesu il Cristo, 2/2, p. 520.
248 C. DELL' OSSO

frequentato in gioventu a Costantinopoli gli ambienti vicini agli


acemeti, Leonzio abbia trascorso un periodo di tempo nel deserto
della Palestina, per poi tornare a Costantinopoli ed intervenire alle
dispute pubbliche contro i severiani. Fu monaco, teologo e contro-
versista. 11 suo pensiero teologieo e riconducibile al cosiddetto ealce-
donismo di stretta osservanza88 in sin tonia eon la teologia di Ipazio
di Efeso, deI monaco Eustazio e di Eracliano di Calcedonia. Appartenne,
dunque, a quel fronte teologieo ehe nella prima meta deI VI secolo
difendeva l'autorita deI coneilio di Caleedonia con la formula della
due nature ed il Tomus Leonis contro il monofisismo dei Severiani e
il difisismo esagerato dei Nestoriani 89 •

3. Leonzio di Gerusalemme: identiJicazione e datazione

Di reeente D. Krausmueller90 e tomato sulla questione prosopografiea


relativa a Leonzio di Gerusalemme, giungendo ad alcune conclusioni
ehe presentiamo ora sintetieamente e che confermeremo eon qualche
nostra ulteriore riflessione. Innanzitutto, 10 studioso riprende eritiea-
mente le considerazioni di Richard partendo dal florilegio deI Contra
Monophysitas ehe contiene il testo attribuito a papa Giulio, ma ehe,
in realta, eome osserva Leonzio, era stato rinvenuto dal vescovo
Giovanni di Scitopoli tra gli scritti di Apollinare di Laodieea91 • Seeondo
Krausmueller, questo riferimento a Giovanni di Scitopoli non implica
necessariamente che egli fosse in vita al momento della eomposizione
dello scritto, ma diee semplicemente ehe questa seoperta va riferita
a un passato indeterminat092 • Nulla, infatti, fa pensare ad una eon-
temporaneita tra la scoperta fatta dal vescovo di Seitopoli e la
composizione dell'opera. Dunque, datare l'opera al 536-550, ossia al

88 Per una visione d 'insieme deI pensiero teologico di Leonzio cf.

Dell'Osso, Il calcedonismo.
89 Questa nostra proposta di identificazione concorda sostanzialmente

con quella proposta da Grillmeier, Gesu il Cristo, 2/2, pp. 245-249, ma se ne


distanzia in quanto distingue iI nostro Leonzio da quello di cui parIa Cirillo
di ScitopoIi nella Vita di Saba.
- 90 Leontius of jerusalem, a theologian of the seventh century, in journal of

Theological Studies n.s. 52 (2001), pp. 637-657.


91 Cf. PG 86, 1865 C 1-4. Cf. quanto abbiamo detto in precedenza.

92 Cf. Krausmueller, Leontius, p. 639: "In Leontius' sentence John's discovery

is mereIy referred as beIonging to an indeterminate past".


LEONZIO DI BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME: UNA CHIARA DISTINZIONE 249

tempo dell'episeopato di Giovanni di Seitopoli, non ha in questa


notizia un fondamento sieuro.
Sueeessivamente, Riehard nota I'assenza di quaisiasi riferimento
aHa eontroversia dei Tre Capitoli, anehe quando ci si sarebbe attesi
un rimando neHa sezione deI Contra Monophysitas in eui Leonzio
rifiuta l' 0 biezione dei suoi awersari seeondo i quali il Coneilio di
Caleedonia non sarebbe stato valido perehe vi avevano parteeipato
degli eretiei 93 • Per questo l' opera sarebbe stata eomposta prima deI
543, quando Giustiniano, per Ia prima volta~ uffieialmente eondannö
Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Cirro ed Ibas d'Edessa, sostenendo
eontestualmente ehe i veseovi di Cirro e di Edessa si erano distanziati
dalle loro posizioni eretiehe prima deI 451, per cui al Coneilio non
avrebbe parteeipato alcun eretieo. Üra, Leonzio non avrebbe mai
potuto fare una simile eoneessione ai suoi awersari, owero sostenere ehe
Ia presenza di eretiei al Coneilio sarebbe stata irrilevante ai fini della
sua validita9 \ senza infrangere I'editto imperiale. Dunque, secondo
Riehard, l' opera doveva essere anteriore al 543 95 • A questa ipotesi
Krausmueller obietta, in primo Iuogo, ehe Leonzio nega fortemente
Ia presenza di eretiei al Coneilio e, rivoigendosi agli awersari, pone
Ia questione in modo ipotetieo per intavolare la diseussione 9ö , senza
eondividerla affatto; in seeondo luogo, ehe non si puo paragonare
Ia posizione deI sempliee monaco Leonzio eon I'ineertezza di papa
Vigilio sulla questione dei Tre Capitoli, eome fa Riehard; infine, ehe
si da per seontato ehe Leonzio di Gerusalemme abbia seritto al
tempo di Giusriniano in base al preeedente riferimento a Giovanni
di Seitopoli. Di eonseguenza, Krausmueller sostiene ehe Leonzio
scrisse in un'epoea eonsiderevolmente piu tarda, in eui i toni polemiei
della eontroversia si erano giä. placati 97 • A sostegno di questa sua resi
10 studioso osserva ehe tra le aporie contenute nel De sectis, opera
seritta tra il 581 e il 608 98 , si trova anehe la possibilitä. della presenza

93 Cf. PG 86, 1876D 1 - 1889A 9.


94 Cf. PG 86, 1877B - C
95 Cf. Richard, Leonce, p. 46.

96 PG 86, 1877B 10-11.

97 Cosi Krausmueller: "As a consequence, Richard's argument is no longer

conclusive since we can now equally suppose that Leontius wrote at a considerably
later time when the controversy had already calmed down" (p. 642)
98 I.a datazione in Grillmeier, Gesu il Cristo, 2/2, pp. 599-609.
250 C. DELL'OSSO

di eretiei al Coneilio di Caleedonia, rispetto alla quale l'ignoto autore


aSS1.1me la stessa posizione dell'autore deI Contra Monophysitas, dieendo
"anehe se eoneediamo ehe erano owiamente presenti degli eretiei,
non si puö rigettare il Coneilio"99, dunque, Krausmueller eonelude
ehe gli autori delle due opere dovevano essere eontemporanei lOO.
Una volta rigettata l'ipotesi di Riehard ehe datava il Contra Mono-
physitas alla prima meta deI VI seeolo, ossia al tempo dell'imperatore
Giustiniano, Krausmueller riprende in eonsiderazione le argomentazioni
di Loofs, ehe, inveee, datava l'opera agli ultimi deeenni dello stesso
seeolo. Infatti, seeondo Loofs, nell'ultima parte delI' opera e' e un
riferimento all,eresia dei "Giaeobiti"lOl, norne eon eui venivano ehiamati i
monofisiti siriani, nelle ultime due deeadi deI VI seeolo, dal loro
esponente Giaeomo Baradeo (t 578), e ehe rieorre per ben due
volte nell'ultima sezione deI trattato. L'opera, dunque, non poteva
essere stata seritta ehe verso la fine deI VI seeolo 102 • Krausmueller
eondivide l'opinione di Loofs e, eontrariamente a Riehard, ritiene
ehe l'ultima parte deI trattato eon i due riferimen ti ai Giaeobiti e
all'episodio deI miraeolo awenuto tra i Saraeeni, siano parte integrante
deI trattato stesso e vadano aseritti veramente all'autore di tutta
l' opera 103 •
11 seeondo argomento, portato da Loofs in favore di una datazione
tardiva, si deve al riehiamo ai Longobardi nell'ultima sezione deI
Contra Monophysitas 104 • Ora, dal momento ehe i Longobardi entrarono
per la prima volta in Italia nel 568, si deve eonsiderare questa data
eometerminus post quem, anehe se sarebbe piu aeeettabile una data

9YPG 86, 1237B 14-15.


IonCosi Krausmueller: "The similarities between De Sectis and Contra
Monophysitas are best accounted for when we assume that both authors were
near con temporaries who had come to be equally disillusioned at the
efficacy of the line of argument that had be defined during the reign of
Justinian" (p. 642).
10} Cf. PG 86, 1900D.

102 Cf. Loof, Leontius von Byzanz, pp. 182-183.

103 Krausmueller riporta Ie obiezioni di Richard circa l'autenticiti delI 'ultima

sezione deI Contra Monophysitas e Ie critica cf. Leontius, pp. 643-646. A Grillmeier
presentando Leonzio di Gerusalemme segue le posizioni di Richard e taglia
corto su questa parte, dicendo: "La concIusione (1900A, 9-1901A, 2) non e
autentica", Gesu il Cristo, p. 352.
104 Cf. PG 86, 1896C 9-11.
LEONZIO 01 BISANZIO E LEONZIO 01 GERUSALEMME: UNA CHIARA DISTINZIONE 251

iattorno al 580, epoea in cui i Longobardi si erano gia stabiliti in


IItalia ed erano ormai noti lO5 • Anehe in questo easo Krausmueller
eondivide la posizione di Loofs, non ritenendo suffieiente la eritiea
di Riehard l06 , ed aggiunge che se e vero ehe i diplomatiei di Giustiniano
eontattarono i Longobardi eome alleati contro gli Ostrogoti, tuttavia,
risulterebbe molto strano ehe fossero stati conosciuti cosl bene da
un normale eittadino, eome Leonzio di Gerusalemme, mentre essi
aneora vivevano nell'attuale Ungheria lO7 • Dunque, va mantenuto eome
terminus post quem l'anno 568.
Per quanto attiene poi alla diseussione sul terminus ante quem,
seeondo Loofs, il riferimento al "eonfine barbarieo"108 ehe leggiamo
nell'ultima parte deI Contra Monophysitas, owero nell'episodio dell'attore
ehe, aceusato di sedizione e di omieidio, era fuggito per il deserto
ed era stato catturato da aleuni Saraeeni eristiani, autorizza a eolloeare
l' opera prima della conquista araba della Palestina, ossia nel 638, 0
addirittura prima della eonquista persiana deI 614. C'e poi un rife-
rimento eronologieo. Leonzio, infatti, diee che l'episodio e awenuto
"ai nostri tempi,,109, donde Loofs eonelude ehe il tenninus ante quem
doveva essere il 640 0 il 620 11 °. Krausmueller scarta la piu reeente di
queste due date perehe la ritirata dei Persiani dalla Palestina avvenne
nel 628 e le provinee orientali assistettero ad un ritomo alla normalita.
L'episodio, dunque, si potrebbe eolloeare agli inizi degli anni trenta
deI VII secolo, e eomunque, sostiene 10 studioso, l'espressione "ai
nostri tempi" e troppo indefinita per giustifieare la data estrema
possibile, ossia il 640, come terminus ante quem Il1 •

105 Cf. Loofs, Leontius von Byzanz, p. 183.


106 Richard, volendo con traddire l'opinione di Loofs e quindi predatare
1'opera, aveva sostenuto che gia dai tempi deI regno di Giustiniano sarebbe
stato possibile un riferimen to ai Longobardi come pure ai Franchi. Cf.
Leonce deJemalem, p. 51.
107 COS! Krausmueller: "While it is true that Justinian 's diplomats forged

links with Lombards as allies against the Ostrogoths it is highly unlikely that
they would have come into the view of an ordinary citizen like Leontius of
Jerusalem while they still lived in what is now Hungary and Northern
Yugoslavia", Leontius, pp. 647-648.
108 PG 86, 1900A 12-13.
109 PG 86, 1900A 9-10.
110 Cf. Loofs, Leontius von Byzanz, p. 183.
111 Cf. Krausmueller, Leontius, p. 648.
252 C. DELL'OSSO

A sostegno di quest'ultima data, ossia gli inizi degli anni trenta


deI VII secolo, Loofs rilevava I'assoluto silenzio dell'autore su due
grandi questioni: il monoenergismo e il monotelismo, la cui discussione
venne iniziata dal patriarca Sofronio non piu tardi deI 633/634.
D'altro canto, Krausmueller non esclude che Leonzio abbia evitato
intenzionalmente di menzionare il dibattito, per cui un terminus ante
quem puö essere ricavato soltanto dalla notizia della presenza di
taumaturghi ariani tra i Longobardi, cosa che sarebbe stata possibile
solo dopo la conversione dei Longobardi al cattolicesimo, ovvero
aHa fine deI settimo secolo112.
In definitiva, Krausmueller ha riconsiderato le soluzioni di Loofs,
proponendo due alternative con1e termini di oscillazione cronologica
deI Contra Monophysitas: un periodo piuttosto ampio, ossia tra il 568
e il 680 ca., ed un altro piu breve tra il 580ca e il 640 ca. 1l3
A questo punto 10 studioso prende in esame il Contra Nestorianos
e tenta di individuare un terminus post quem facendo riferimento al
capitolo ottavo deI 111 libro in cui Leonzio cita un trattato nestoriano,
nel quale si afferma che il norne "figlio di Dio" e applicato all ,essere
umano di Cristo secondo l'adozione divina e per il conferimento di
una grazia celeste, ovvero non diversamente da quanto avviene per
tutti gli altri cristiani 1l4 • All'interno di questo ragionamento Krausmueller
fa notare un esempio molto significativo, ossia quello dell'incoronazione
deI figlio dell'imperatore appena nato oppure ancora nel senn della
madre. Infatti, cosi scrive Leonzio: "Come se (fosse scelto) un figlio
dell'imperatore incoronato dopo essere stato generato nella porpora
o ancora nel senn della madre, essendo cinta della corona la madre
in questo caso, come spesso avviene"115. In primo luogo, Krausmueller
sostiene che l' evento d'incoronazione di un figlio, durante il regno
deI padre, doveva essere un fatto familiare ai lettori, il che porta ad
eliminare tutti quegli imperatori ehe non ebbero figli maschi 0

Cf. Krausmueller, Leontius, p. 649.


112

Cas! Krausmueller: "Through a vindication of Loofs's arguments, we


113

have thus been able to establish the years between 568 and c. 680, or
possibly those between c. 580 and c. 640, as the time during which Leontius
could have written his 'Against Monophysites'" (p. 649).
114 Cf. PG 1628D 1-1629C 4.

115 PG 1629A 5-8


LEONZIO 01 BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME: UNA CHIARA OISTINZIONE 253

generarono solo figlie femmine 1l6 . Ora, soltanto nel 590 l'imperatore
Maurizio (582-602) ineorono il primo figlio, Teodosio, ehe allora aveva
quattro anni. Seeondo Krausmueller, tuttavia, l'epoea dell'imperatore
Maurizio non poteva essere quella eui si fa riferimento nel testo
perehe sappiamo ehe Maurizio, pur avendo avuto altri figli, ineorono
solo il suo primogenito. 11 testo, inveee, rimanda ad un periodo in
eui queste ineoronazioni awenivano "spesso". Solo dell'imperatore
Eraelio (610-641) sappiamo ehe feee ineoronare non soltanro il
primogenito, ma anehe i figli piu pieeoli avuti dalla seeonda moglie
Martina l17 • Dunque, l'epoea dell'imperatore Eraelio potrebbe essere
quella di eui si parIa nel testo di Leonzio.
Sueeessivamente 10 studioso fa un'altra osservazione ehe permette
di restringere ulteriormente i terrrüni eronologiei, notando il fatto
ehe nello stesso luogo si parIa dell'ineoronazione deI figlio dell'im-
peratore quando era aneora nel senn della madre. Quindi Kraumueller
eerea delle notizie su eventuali ineoronazioni prima della naseita,
eselude l'epoea dell'imperatore Maurizio 118 e si volge ad Eraelio, ehe
ineorono il primogenito a meno di otto mesi dalla naseita e il figlio
piu giovane aneora prima. Verosimilmente un'ineoronazione prenatale
poteva aver luogo al tempo di Eraelio, dal momento ehe l'impero,
speeie all'inizio deI suo regno, era in una fase politiea di forte
instabilitä. politiea. Dunque, 10 studioso suppone ehe tale ineoronazione
poteva essere awenuta nel 612, ossia al tempo della naseita deI
primogenito di Eraelio, per eui il terminus post quem per il Contra
Nestorianos, 0 meglio per il trattato nestoriano da eui sembra tratto
l'esempio, dovrebbe essere il 612. Per rafforzare ulteriormente quest'i-
potesi Krausmueller porta un altro passo dell' opera tratto dal eapitolo
deeimo deI VII libro, in eui, utilizzando l'analogia antropologiea di
anima e eorpo in riferimen to al Verbo, tra le altre opzioni possibili
l'autore afferma ehe si puo attribuire quelle ehe e proprio di una
sola parte ad un'altra 1l9 ed in tal senso diee: "Quante anime furono

lili I seguenti imperatori non ebbero figli maschi: Anastasio I (491-518),

Giustino (518-527), Giustiniano (527-565), Giustino 11 (565-578) e Tiberio 11


(578-582) .
117 Cf. Kraumueller, Leontius, pp. 650-652.

IH! Cf. Kraumueller, Leontius, pp. 652-653.

119 Cf. PG 86, 1768hC 5-6.


254 c. DELL' 0550

ueeise nella presa di Gerusalemme!"120. 11 ehe, seeondo Krausmueller,


sarebbe il riferimento ad un evento vissuto, ossia un massaero in
oeeasione della eonquista della eitta santa. Ora, noi sappiano ehe
per ben due volte Gerusalemme fu eonquistata nel VII seeolo: nel
614 da parte dei Persiani e nel 638 da parte degli Arabi. Considerato
ehe Ia eonquista araba non fu eruenta, ma negoziata dal patriarea
Sofronio, non resta ehe prendere in eonsiderazione Ia eonquista
persiana ehe, inveee, fu molto eruenta. Ci troviamo, dunque, quasi
in eoneomitanza eon Ia data della naseita deI primogenito di Eraelio,
ossia il 612, per eui Krausmueller eonelude ehe il terminus post quem
di eomposizione deI Contra Nestonanos e il 614 121 .
In definitiva, 10 studio di Krausmueller da prove suffieienti per
stabilire, eon una eerta sieurezza, ehe i due trattati Contra Monophysitas
e Contra Nestonanos siano stati seritti rispettivamente dopo deI 570 e
deI 614, per eui l'autore delle due apere, ovvero Leonzio di Gerusa-
lemme, non andrebbe eolloeato nell'epoea dell'imperatore Giustiniano,
eome era stato proposto da Riehard ed e sostenuto fino ad oggi,
bensi dovrebbe essere posto nel eontesto degli autori ehe fiorirono
tra la fine deI VI egli inizi deI VII seeolo.
Questa lueida e persuasiva disamina di Krausmueller sembra
trovare un'ulteriore eonferma nella natura deI pensiero di Leonzio
di Gerusalemme. Infatti, a nostro parere, i due trattati in questione
si ispirano alle risoluzioni deI Coneilio Costantinopolitano 11 deI 553
di eonseguenza, eontrariamente a quanto di solito si afferma, non
ne sarebbero gli ispiratori. Riteniamo, infatti, ehe il Contra Monophysitas
e il lAJntra Nestorianos siario l' espressione di una teologia piu modema e
non eoeva a quella dei ealeedonesi di stretta osservanza. Sebbene
questa nostra affermazione riehieda un piu esteso approfondimento,
ci limitiamo ora a presentare solo aleuni aspetti della modernita di
questa teologia 122 . In primo luogo, foealizziamo la nostra attenzione
sul eoneetto dell'uniea ipostasi in Cristo, eosi leggiamo nel Contra
Nestonanos:

PG 86, 1768hC 7-8.


120

Cf. Kraumueller, Leontius, pp. 655-656.


121

122 Per la teologia di Leonzio di Gerusalemme cf. A. Basdekis, Die Christologie

des Leontius von Jerusalem. Seine Logoslehre (Diss.) Muenster 1974; Grillemeier,
Gesu il Cristo, 2/2, pp. 355-396; Dell'Osso, Il Calcedonismo, pe-=-~~~-~~i--_--------
LEONZIO DI BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME: UNA CHIARA DISTINZIONE 255

L'essere umano in Cristo non possiede come noi la sua propria


ipostasi umana, che 10 separa da ogni natura simile e dissimile, ma la
comune e indivisibile ipostasi deI Logos, sia per la sua natura umana
sia per quella divinaI2~.

Questa definizione di ipostasi dei Yerbo in eui sussiste Ia natura


umana di Cristo non solo si differenzia notevolmente dalla definizione
di ipostasi di Leonzio di Bisanziol~4, ma aHo stesso tempo presuppone
Ia definizione deI Coneilio Costantinopolitano 11 in eui tale verita
era stata annuneiatal~5. Dunque, va considerato "rnoderno" il p3.ssaggio
deI eoneetto di ipostasi da apoteZesma, ossia effetto eonereto dell'unione
delle due nature, a Logos, ossia Ia seeonda Persona deHa Trinital~6.
11 ehe influenza tutto il proeesso di ineamazione ehe, seeondo Leonzio
di Gerusalemme, ha il seguente svolgimento: I'uniea ipostasi deI
Yerbo ha assunto una natura umana senza ipostasi e senza prosopon
attraverso un'azione ereativa ehe appartiene a Dio solo 1~7; e questo si
e realizzato in quanto Ia stessa potenza di Dio ha ereato neHa sua
divina ipostasi Ia natura deI kyriakos anthropos ed ha operato miraeoli
durante tutta Ia vita terrena di Cristo fino alla resurrezione 128 . A eiö
va aggiunto un altro aspetto della "modernnita" di questa teologia,
ovvero l'uso deI termine synthesis al pasta di henosis, 0 eome inter-
pretazione di henosis1 29 , per eui nell 'inearnazione si puö parlare di
un Christos synthetos, ovvero di un' ipostasi eomplessa deI Logos1 30 •
Questa posizione e straordinariamente simile a quella di Massimo il

123 Contra lVestorianos, V, 29: PG 86, 17-19 B 10-C l.


121 Per Leonzio di Bisanzio l'ipostasi e }'effetto dell'unione delle due
nature, dunque, il concreto Gesu Cristo perfettamente uomo, perfettamente
Dio cf. Epilysis PG 86, 1945 AD. Come studi cf. Grillemeier Gesu il Cristo, pp.
257-259; Dell'Osso, Il calcedonismo, pp. 82-9l.
12~, Cf. Denzinger Schoenmetzer 426.
12ü A. Grillmeier definisce questo passaggio "faticoso" cf. Gesu il Cristo, p.

357.
127 Cf. PG 86, 1593 C.

128 Mentre Leonzio di Gerusalemme accentua i miracoli egli aspetti


meravigliosi per dimostrare la divinita di Cristo (PG 86, 1712A), Leonzio di
Bisanzio sottolinea la rarita dei miracoli nella vita di Gesu (PG 86, 1336BC;
1352 C-1353 A).
12~ Sul nuovo linguaggio per la kenosis in Leonzio di Gerusalemme cf.
Grillmeier, Gesu il Cristo, pp. 362-379
uo Cf. PG 86, 1568 A.
256 C. DELL'OSSO

Confessore ehe, eome Leonzio, non adopera il termine henosis ma


parIa di un'ipostasi deI Logos eon1pIessa 0 eomposta, eondividendo
le definizioni di ipostasi e la dottrina delI' enhypostasia della natura
umana nella divina ipostasi deI Logos1 31 . Pertanto, se si aeeoreiano le
distanze eronologiche fra Leonzio di Gerusalemme e Massimo il
Confessore e se vengono aeeolte le soluzioni di KrausmuelIer, i due
personaggi si troverebbero ad essere coevi e, di conseguenza, si
spiegherebbe la eontiguita dottrinale e eoneettuale dei due. Dunque,
in aggiunta a quanto sostenuto da KrausmuelIer, ci sembra ehe anehe
da un pun to di vista teologieo, e non solo storico-Ietterario, vadano
eondivise le sue eonelusioni, perehe il pensiero e la teologia di Leonzio
di Gerusalemme troverebbero agevolmente la loro eolloeazione tra
Ie fine deI VI egli inizi deI VII seeolo.

4. Suggestioni conclusive

La questione prosopografiea relativa a Leonzio di Bisanzio e a


Leonzio di Gerusalemme non si puo fermare all'ambito storieo-
letterario, eome rieerca e proposta di una piu sicura eolloeazione di
una autore rispetto all'altro, ma investe anehe la teologia nella misura
in cui inquadra i diversi orientamenti teologiei deI VI e VII secolo.
In realta, tutta Ia rieerca degli ultimi einquant'anni e stata influenzata
dall' opera di "sistematizzazione" fatta da C. MoelIer 132 le eui soluzioni
sono rimaste, grosso modo, inalterate anche nei piu recenti studi
sulla cristologia deI VI secolo, come nel volume 2/2 della colossale
opera sul Cristo di A. Grillmeier 133 e nel contributo di L. Perrone

131 Non e questa la sede per una disquisizione sulla dottrina cristologica

e trinitaria in Massimo il Confessore per cui rimandiamo a P. Piret, Le Christ


elnTrinite selon saint Maxime le Confesseur, Paris 1983, in particolare al capitolo
111: L 'ypostase composante et composee, pp. 157-199; cf. anche le nostre riflessioni
in Dell'Osso, Il calcedonismo, pp.134-144.
132 Le chalcedonisme et le neocalcedonisme en Orient de 451 a la fin du VI siede

in A. Grillmeier - H. Bacht, Das Konzil von Chalkedon. Geschichte und Gegenwart


I, Wuerzburg 1951, pp. 637-720.
133 Jesus der Christus im Glauben der Kirche 2/2: Die Ki'fche von Kostantinopel

\im 6. Jahrhundert, Freiburg im Breisgau 1989, di cui esistono traduzioni in

inglese, francese, spagnolo e italiano.


LEONZIO DI BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME: UNA CHIARA DISTINZIONE 257

apparso in un volume di storia della teologia 134 • In sintesi, si ritiene


ehe tra il IV e il V Coneilio Eeumenieo, speeie nella prima mera deI
VI seeolo, le dispute teologiehe vertevano essenzialmente sulla "de-
finizione" di Caleedonia, originando tre eorrenti di pensiero: Severo
e i suoi seguaei, ehe si attestavano su posizioni antiealeedonesi, i piu
rigorosi sostenitori della eristologia ealeedonese, tra i quali eeeelleva,
Leonzio di Bisanzio, infine, eoloro ehe eereavano un aeeordo tra la
formula di Caleedonia egli Anatematismi di Cirillo, owero i eosiddetti
neoealeedonesi, tra eui emergeva Leonzio di Gerusalemme. Dunque,
il neoealeedonismo sarebbe una "teologia di eonlpromesso" ehe
venne aHa luee nel seeondo deeennio deI \11 seeolo, e le sue prime
manifestazioni andrebbero situate nelle regioni dove piu forte era il
monofisismo, ossia il patriareato di Antioehia eon le zone limitrofe
dell'Asia Minore e la Palestina. Questa "teologia di eomproIIlesso"
sarebbe stata aeeolta e favorita da Giustiniano e da Teodora ehe
eereavano un aeeordo eon i Severiani, ed avrebbe poi trionfato al V
Coneilio Eeumenieo nel 553 135 •
Anehe noi abbiamo eondiviso questa soluzione ß6 , ehe oggi tuttavia
non ci trova piu eosi eonvinti, perehe, in realtä., questa presentazione
della teologia deI VI seeolo deve molto alla eontemporaneita dei
due Leonzio ed al preteso influsso di Leonzio di Gerusalemme e
della sua teologia sulla eorte e sull'imperatore Giustiniano. DeI resto,
questa posizione alt.ro non e ehe la tesi di M. Riehard nel suo studio
deI 1944 137 •
Inveee, se e vero ehe l'autore deI Contra lvIonophysitas e deI Contra
lvestorianos e vissuto dopo il Coneilio Costantinopolitano 11, ossia tra
la seeonda meta deI VI e la prima deI VII seeolo, e se le Glle opere,
eome abbiamo dimostrato, appartengono rispettivanlente ad epoche
sueeessive al 570 e al 614, allora oeeorrera decisamente rivedere non

l:H L 'impatto del dogma di Calcedonia sulla riJlessione teologica fra N e V Concilio

Ecumenico, in AA. VV., Storia della Teologia vol. I, Casale Monferrato 1993, pp.
515-58l.
135 Cf. Moeller, Le chalcedonisme, pp. 669-671; A. Grillmeier, Mit ihm und in

ihm, Freiburg 1975, pp. 371-385.


13fi Cf. C. Dell'Osso, La cristologia nella teologia mzantina del Y7 secolo, in

AA.VV., Gesu di Nazaret ... Figlio di Adamo, Figlio di Dio, Milano 2000, pp. 178-
210; Idem, Il Concilio di Calcedonia e il neocalcedonismo, in P. Scarafoni (ed.),
Cristocentrismo, riflessione teologica, Roma 2002, pp. 43-62.
137 Cf. Richard, Leonce deJbusalem, pp. 81-88.
258 C. DELL' OSSO

solo la questione prosopografica ma tutto l'assetto della teologia tra


il VI e il VII secolo. In particolare, si dovranno coraggiosamente
prendere le distanze dalle tesi di Richard e di Moeller, ma anche di
Grillmeier edella maggior parte degli studiosi circa l' epoca e la
natura deI neocalcedonismo, se si vuole riconoscere Leonzio di
Gerusalemme, come il massimo esponente di questo orientamento
teologico.
Non e certamente questa la sede per affrontare una questione di
tale importanza, pur tuttavia non ci esimiamo dal proporre alcune
suggestioni conclusive, ehe avranno bisogno di studi piu approfonditi
e prolungati. In primo luogo, sembra da escludere una qualsiasi
influenza deI pensiero edella teologia di Leonzio di Gerusalemme
sulla corte imperiale e su Giustiniano, in particolare 138 • Ci sembra,
infatti, ehe vadano cercate altrove le radici di quella ~'teologia di
compromesso" favorita dall'imperatore e trionfante al concilio
costantinopolitano 11; in tal sense riteniamo piu probabile un
influsso sulla corte deI teopaschismo dei monaci seiti, ehe avevano gia
tentato una reinterpretazione cirilliana di Calcedonia139 • Di conseguenza,
il neocalcedonismo non sarebbe quella "teologia di compromesso",
ehe trionfera al V concilio ecumenico, bens! quella teologia ehe
nascera dal concilio deI 553, frutto dello stesso eoneilio, ehe poi
diventera la fede della Chiesa universale, portando in se la tradizione
calcedonese senza chiudersi alle istanze della teologia cirilliana e
alessandrina. Pertanto, occorrera stabilire prima di tutto chi debba
essere considerato veramente "neocalcedonese" e, di conseguenza,
bisognera rileggere la riflessione di questi teologi alla luce delle
definizioni deI V concilio ecumenico e non semplicemente della
definizione di Calcedonia, sottolineandone la novita rispetto alle
riflessioni preconciliari. In tal senso, sara necessaria una ricollo-
cazione delle corren ti teologiche tra il VI e il VII secolo, ponendo
come spartiacque il V concilio ecumenico, per cui prirna deI 553
dovremmo assistere alla contrapposizione tra calcedonesi di stretta

138 KH. Uthemann ha posto il pensiero teologico dell'imperatore Giustiniano

fra quello dei neocalcedonesi cf. KaiserJustinian als Kirchenpolitiker und Theologe,
in Augustinianum 39 (1999), pp. 487-565.
13Y Cf. J.A. McGuckin, The 'Theopaschite Confession ': a Study in the Cyrilline

Reinterpretation of Chalcedon, in Journal of Ecclesiastical History 35 (1984), pp.


239-255.
LEONZIO DI BISANZIO E LEONZIO DI GERUSALEMME: UNA CHIARA DISTINZIONE 259

osservanza e severiani, evidentemente non eome due bloeehi


monolitiei, ma eome due eorrenti variamente diversificate al loro
interno. Tra i due. bloeehi si sarebbero inseriti sueeessivamente i
monaei seiti ehe, eon la loro teologia teopasehita, avrebbero offerto
una via di eompromesso allo stallo della diseussione, influenzando
l'imperatore Giustiniano. Solo dopo il 553 dovrebbe naseere la
teologia neoealeedonese ehe e l' erede deI vecehio ealeedonismo, la
eui sparizione dopo il 553 non si eomprenderebbe se non eon la sua
eonfluenza in un nuovo ealeedonismo ehe aveva trovato nelle
soluzioni deI V eoneilio eeumenieo la via di useita aHo stallo della
diseussione ehe eontrapponeva Caleedonia aHa teologia eirilliana. Ed
e eosl, dunque, ehe il neoealeedonismo sara l'espressione delI' orto-
dossia aHa fine dell' epoea patristiea, essendo la teologia non solo di
Leonzio di Gerusalemme, ma anehe di Massimo il Confessore e
Giovanni Damaseeno.
In eonelusione, la nuova eolloeazione eronologiea di Leonzio cli
Gerusalemme tra la seeonda meta deI VI seeolo e la prima deI VII
potrebbe far naseere una nuova primavera di studi sulle eorrenti e
gli indirizzi teologiei di questa epoea, non solo per favorire una
maggiore eomprensione della fine dell'epoea patristiea, ma anehe
per riportare alla luee le ultime, e forse le piu sistematiche, riflessioni
teologiehe della Chiesa indivisa.

CARLo DELL'OSSO
Facolta Teologica Pugliese
Bari

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