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INTRODUZIONE al QUADERNO (Attualità e prospettive della fenomenologia)

a cura di Eugenio Borgna

La fenomenologia è un indirizzo psicopatologico che, sulla scia della "Psicopatologia generale"


pubblicata da Karl Jaspers nel 1913, si è costituito nella sua radicale alternativa alle psichiatrie
organicistiche dominanti nell'ottocento, e oggi ancora vitalissime, nelle quali l'oggetto della
conoscenza in psichiatria non è se non la struttura cerebrale. Uno degli psichiatri più famosi
dell'ottocento, Wilhelm Griesinger, direttore della prima Clinica universitaria di psichiatria del
mondo, quella di Berlino, ha sostenuto che le malattie psichiche sono malattie cerebrali; e questa
tesi è tuttora quella che sta a fondamento delle psichiatrie biologiche di oggi.
L'indirizzo fenomenologico, in psichiatria, non ha come oggetto il cervello ma la interiorità, la vita
interiore, la soggettività dei pazienti. L'oggetto della psichiatria è, per la fenomenologia, un
soggetto, una persona, analizzata e descritta nelle sue emozioni, nei suoi pensieri, nelle sue fantasie,
nelle sue immaginazioni: nei suoi modi di essere che non si identificano nel comportamento ma nei
significati che si esprimono in ogni singolo comportamento.
Da questo cambiamento metodologico, apparentemente giocato su di una semplice diversità
semantica, sono scaturite radicali differenze nel modo di confrontarsi con i pazienti, nel modo di
articolare gli orizzonti di conoscenza e, anche, in ultima istanza nel modo di curarli.
Non si può capire fino in fondo cosa sia la fenomenologia se non la si considera nella sua
dimensione relazionale (interpersonale) antitetica nei confronti di ogni psichiatria biologica che è
radicalmente estranea alla dimensione dialogica.
Nella psichiatria fenomenologica la conoscenza si realizza solo mediante modelli psicologici che
sono costituiti dalla introspezione (dalla capacità di analizzare e di sondare gli stati psichici,
interiori, soggettivi) e dalla immedesimazione (dalla capacità di immergersi negli stati psichici degli
altri-da-noi). Solo sulla scia di questa continua interscambiabilità di penetrazione degli stati
psichici, personali e interpersonali, si attua, del resto, il conoscere psicopatologico e anche clinico.
Se non conosco, se non intuisco, se non partecipo emozionalmente della vita interiore dell'altro, non
mi sarà possibile conoscere cosa realmente una persona (un paziente) prova e cosa induce una
condizione di sofferenza, o di disperazione.
Nell'orizzonte di conoscenza della fenomenologia non è nemmeno possibile giungere ad una
diagnosi clinica se non si segue questo cammino che porta all'interno: alla interiorità propria e
altrui, con un capovolgimento copernicano nei confronti della modalità di conoscenza nell'area di
ogni psichiatria biologica nella quale la conoscenza è legata alla freddezza emozionale e alla
neutralità affettiva: alla attuazione di glaciali osservazioni indirizzate non ad un soggetto ma ad un
oggetto.
Delle risultanze emozionali, a cui giunge la fenomenologia, non si può fare a meno in psichiatria;
anche se è necessario dire che la fenomenologia, proposta da Karl Jaspers, è chiamata soggettiva:
proprio perchè si limita a confrontarsi con i fenomeni soggettivi, con le esperienze soggettive
(normali o patologiche) di una persona, escludendo, con questo che la psichiatria possa consegnare
significati alle esperienze psicotiche che non possono essere rivissute da ciascuno di noi, quando
non sia immerso in esse.
La fenomenologia, chiamata invece obiettiva e scaturita dalle indagini psicopatologiche di Ludwig
Binswanger, si confronta anche con le esperienze psicotiche: mettendo tra parentesi ogni riflessione
clinica, e analizzandole nella loro immediatezza. Analizzate con i criteri della fenomenologia
obiettiva, che sono i criteri della fenomenologia husserliana, anche le esperienze psicotiche
acquistano significati e orizzonti di senso. Nelle sue indagini la fenomenologia binswangeriana si
serve di categorie, come quella del tempo e dello spazio, del corpo (inteso come corpo vissuto:
come corpo-Leib nella definizione che ne dà la lingua tedesca) e della intersoggettività. Nelle sue
splendide descrizioni di alcuni casi di schizofrenia, Binswanger dimostra, in fondo, come
fenomenologia soggettiva e fenomenologia obiettiva possono integrarsi, e possono riconciliarsi
nell'area di quelle che sono le scienze umane.

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