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VIAGGIO IN PALESTINA
testo di Blanca e foto di Luisa
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Ciao a tutti:
siamo andati a Nablus che e propriamente bella. E' una delle 4 città più antiche del mondo.
Dopo dalla vice-governatrice di Nablus, una donna bravissima. Ci ha parlato di come si difendono
dalla occupazione cercando di andare avanti, come per esempio diminuendo il tasso di
disoccupazione.
In fine, ci ha parlato
della resistenza non
violenta ma ha anche
detto che non
escludono la lotta
armata se ce ne fosse
bisogno.
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Questa immagine ha vinto un premio Pulitzer, ma, anche se non lo avesse vinto, mi sembra una bellissima fotografia
Dopo dalla famiglia di Youssef, altra emozione per lui. Questa partecipazione diretta del gruppo
con le famiglie e stato importante e fa parte di quello che tutti devono sapere, ossia l'oppresione di
un popolo che non si puo neanche visitare.
la città circondata
completamente dal muro ,
soltanto un pezzetto
rimane aperto.
Dopo siamo andati al campo di Jenin e abbiamo visto le case ricostruite grazie agli aiuti
internazionali. Il campo di Jenin e un lusso di fronte a Chatila ma comunque situazione diverse
giacche loro stanno nella propria terra e non ostante soffrono comunque questa oppressione
direttamente.
Campo profughi di Jenin: gli israeliani hanno dato il permesso di ricostruire solo se le strade fossero state a misura
di.. carrarmato. Se non altro la prossima volta non butteranno giù completamente le case! Tutto quello che è nuovo è
stato ricostruito dopo l’invasione..
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C'erano 3 manifestazioni oggi. Noi abbiamo partecipato a Nilin insieme a francesi, belgi e spagnoli.
E'stato emozionante andare per le
strade sterrate con le bandiere
palestinesi gridando per la sua
liberazione. Queste manifestazioni
erano organizzati dai comitati di
resistenza che lavorano
unitariamente. I ragazzi tiravano
sassi contro il muro e dopo 2 ore il
comitato ha deciso di andare via
per evitare le provocazioni Durante l’incontro precedente la manifestazione
In vece a Bilin dove c'era la delegazione di Morgantini e dove non si sono buttati sassi hanno
lanciato lacrimogeni e fermato per un po' la Morgantini.
Tomba di Darwish
Oggi 24 luglio siamo andati a Betlemme dove c'e un cartello che dice vietato l'ingresso agli
israeliani.
Per arrivare si impegna un ora e bisogna fare una strada abbastanza tortuosa che in alcuni punti e
larga 2 metri e mezzo. E' la strada che devono fare le macchine palestinesi, per gli israeliani c'e una
bella superstada. Nel cammino verso Betlemme vedi una marea di insediamenti. E' terribile vedere
tutta la terra rubata ai palestinesi.
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A Betlemme abbiamo avuto un'incontro con la mezzalunarossa palestinese dove fanno un bel lavoro
di aiuto alla popolazione e contribuiscono con lo sviluppo produttivo. Hanno una sartoria
all'interno dando cosi lavoro a varie persone.
Dopo abbiamo visitato la chiesa della natività. Molto suggestiva e abbiamo girato le stradine
bellisime di Betlemme. Domani andiamo a Gerusalemme dove a parte la visita della città andremo
a vedere le case demolite dagli israeliani e incontreremo i deputati che fanno lo sciopero della fame.
Come vedete il viaggio è intenso e tenta di far vedere esperienze diverse.
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Ieri alla manifestazione si gridava in varie lingue. Uno dei gridi era. Somos todos palestinos y
somos todos amigos del pueblo palestino.Siamo stati dopo nella sede del Comitato di resistenza,
tutti ragazzi giovani. Ci hanno offerto i panini. Il comitato è unitario. Yossef ha proposto di fare una
colletta tra quelli che c'eravamo li e abiamo raccolto 450 dollari per aiutare lo sviluppo del comitato
come segno di solidarieta al lavoro durissimo che svolgono.
Abbracci e saluti dalla Palestina .
Blanca
Ciao a tutti:
Oggi 30 luglio il gruppo di solidarieta' con la Palestina degli amici della mezzaluna rossa
palestinese e' rientrato in Italia. Bassam ed io ci siamo fermati ad Aman per stare 2 giorni con la
famiglia di Bassam.
Ieri 29 era previsto partire al mattino presto per Aman per fare un giro della citta' e per andare dopo
al Mar Morto.I nostri programmi sono falliti giacche' l'uscita dalla Palestina e' stata lunghissima.
Siamo arrivati alle 9 a Jerico con il pullman palestinese che ci ha accompagnato tutto il tempo.
Siamo scesi, presso le nostre valigie che sono state depositate in una montagna di valigie. Era un
mucchione. C'era tantissima gente che doveva uscire dalla Palestina.
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A Jerico l'aurorita' palestinese ha controllato i nostri passaporti. C'era una sala riempita di gente,
uomini, donne con bambini piccoli in braccio. Dopo una lunga attesa siamo saliti sul pullman
palestinese insieme ad altri.
La situazione era difficile giacche' la gente era abbastanza nervosa. Arrivavano i pullman e ti
cominciavano a spingere. Veramente era molto triste vedere una situazione del genere. Abbiamo
cercato di fa passare avanti le donne con i bambini in braccio. Dopo comincia il viaggio del
pullman per attraversare il ponte di Allenby.
Allucinante. Siamo stati ore per attraversare 4 km. I pullman fermi senza motivo giacche' entrando
dopo al controllo passaporto non c'era tutta questa gente. Arrivando al ponte ci hanno fatto
scendere ,hanno controllato le nostre borse con il metal detector come nei aeroporti. Dopo siamo
risaliti sul
pullman ed
altra attesa. Il
pullman e'stato
parecchio
fermo e per
tanto non
funzionava
l'aria
condizionata, i
bambini
piangevano.
Noi esausti al vedere tutta questa oppressione. E' evidente che gli israeliani si sentono proprietari di
tutti , fanno come gli pare, senza un minimo d’umanita' di fronte al pianto dei bambini. Vogliono
fare vedere che sono loro quelli che decidono si ti fanno muovere e come. E' impossibile non
indignarsi di fronte a tanto sopruso.
Continuiamo l'attesa per arrivare. Finalmente arriviamo al ultimo controllo ma con sorpresa le
nostre valigie non c'erano li'. Noi eravamo dalla parte dei turisti e come avevamo viaggiato con il
pullman palestinese le nostre valigie erano state portate insieme a quelle dei palestinesi. Ci hanno
detto che potevamo aver presso un pullman privato e cosi' evitare tutta questa fila e attesa. Ma credo
che e' stato utile aver fatto di questo modo. Abbiamo sopportato e vissuto come i palestinesi lo
fanno sempre. Noi a differenza torniamo alla nostra vita normale in Italia, loro continuano tutti
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giorni a subire questa oppressione. Finalmente un pullman ci porta alle nostre valigie. E' stato triste
vedere tutte le valigie buttati per terra. C'e' in fondo un disprezzo evidente in confronto al popolo
palestinese. Dopo 7 ore finalmente saliamo sul pullman messo a disposizione del Comune di
Amman ,che ci aspettava dalle 10 del mattino!
Tante cose avevo letto ma toccare con la propria mano la realta' e' diverso.
Tornando indietro
La città è affascinante e ti fa sognare, se non fosse per la presenza continua e ossessiva delle
impronte israeliane: le bandiere sulle case “espropriate”, i militari nella zona est, palestinese, anche
la vendita di oggetti legati al culto ebraico finiscono per infastidirti: se ci deve essere apartheid,
dovrebbe essere completo!
Siamo riusciti a visitare la spianata delle Moschee (e naturalmente passare ben 2 chek point e il
muro del pianto per arrivarci).
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Nella spianata ci sono delle scuole di base: gente, in genere solo maschi, che si riuniscono a cerchio
per ascoltare un maestro che insegna loro la sua conoscenza.
A Gerusalemme esistono scuole dove imparare a fare in seguito lezioni qui, di tutti i tipi.
E questo diventa una buona occasione per proteggere la spianata delle moschee da incursioni non
volute.
Dopo abbiamo
incontrato i 4
deputati di Hamas in
sciopero della
fame:sono rifugiati
nella sede della
croce rossa
internazionale e se
mettono il naso
fuori li arrestano.
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La cosa più sconvolgente è stato l’incontro con la gente di Sheik Jarrà: il quartiere è stato preso
d’assedio dai coloni che vogliono impossessarsene secondo il piano 20 – 20 (cioè entro il 2020 non
più di 20% di popolazione palestinese a Gerusalemme. Alla faccia dei propositi di pace di
Netanyau!)
Una casa palestinese di Sheik Jarrà occupata dai coloni israeliani e accanto la tenda dei vecchi proprietari che
attendono “giustizia”
I palestinesi vengono cacciati dalle loro case con varie scuse: perché non hanno consegnato in
tempo i documenti di proprietà della casa, perché questi documenti risultano incompleti, perché un
giudice – israeliano ha emesso una sentenza contro.
I palestinesi cacciati organizzano una tenda vicino la loro casa, espropriata, e aspettano di avere
giustizia. Intanto debbono pagare le tasse, il trasloco, ecc. altrimenti perdono anche il diritto di
restare cittadini di Gerusalemme
Intanto vedono i coloni che usano la casa, il giardino, tutto
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Lo stesso giorno abbiamo avuto un incontro con Nemer Hamad, consigliere politico di Abu Mazen
che ha spiegato la situazione attuale e la situazione dei negoziati.
Dopo abbiamo avuto un incontro con la Unione Generale delle donne palestinesi che hanno
spiegato la situazione della donna tanto in Cisgiordania come a Gaza. Lavorano su 2 binari: La lotta
per la liberazione del popolo palestinese, l'altro binario su le lotte sociali, per i diritti al ritorno, per
la libertà in generale.
Partecipano alla campagna di boicottaggio. Rispetto a questo argomento nelle incontri effettuati con
le autorità hanno ribadito come punto d'azione il boicottaggio dei prodotti delle colonie. C'e' una
risoluzione specifica della Autorita'Nazionale Palestinese. Rispetto al boicottaggio in generale e'
portato avanti da una parte della società civile palestinese.
Dopo abbiamo incontrato un medico della Mezzaluna palestinese che ci ha spiegato le difficolta'
che hanno per portare avanti il lavoro.
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Prima di visitare la citta' siamo stati nella sede de la Land Researc Center che e' una ONG
palestinese che si occupa delle violazioni perpetrate nei territori agricoli . Fanno micro-proggetti di
aiuto .
Sviluppano un lavoro di documentazione delle violazioni della terra. E' stato molto interessante
conoscere l'azione dal basso.
E' chiaramente molto importante conoscere il lavoro quotidiano, le diverse strutture che si muovono
per combattere l'occupazione cosi' come e' importante sentire direttamente le forze politiche
palestinesi ,il loro programma e li loro lavoro. Sono aspetti diversi che confluiscono.
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Dopo ci dirigiamo a vedere Hebron. Una citta' bellissima, con un suk storico, vecchio mercato che
ti affascina. Ma
purtroppo questa
bellezza e' disturbata
dalla presenza degli
israeliani. Arriviamo e
dobbiamo passare per
il chek point, controllo
con il metal detector,
ci aprono le borse.
Lì vedi proprio l’occupazione. Sopra le case c'e' un insediamento dei coloni. Ti viene una rabbia
addosso che pero' ti la devi controllare altrimenti c'e'il rischio che ti arrestano. E 'impressionante
vedere questi soldati sopra le case con le mitragliette. Volevamo andare alla moschea e cominciamo
a camminare. Nel gruppo c'era un compagno palestinese che e' stato fermato perche' gli hano detto
che non poteva camminare per quella strada , che era riservata agli ebrei, che doveva fare il giro
Facciamo cerchio in torno a lui. Abbiamo detto che era la nostra guida, che ci accompagnava nel
giro turistico pero' senza esito. Abbiamo deciso di fare il giro che fanno i musulmani per non
lasciarlo solo. Devo
dire che si bene il
gruppo era
eterogeneo,alcuni
senza nessuna
esperienza politica,
ha agito compatto e
abbiamo fatto il giro
piu' lungo. Eravamo
tutti controllati nei
nostri movimenti.
Meno male che Israele e' un "paese democratico"come tanti pensano,compressa parte di quelli che
si considerano sinistra. In un momento camminavamo tranquillamente per il suk e vediamo arrivare
7 soldati che camminavano in assetto di guerra. Hebron mi ha colpito molto
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Li' vedi proprio l'occupazione, la repressione, l'umiliazione. Sono loro i proprietari, e fanno sentire
che sono loro che comandano. L'indignazione era forte pero ' dopo pensi che ci sara' un giorno che
la resistenza palestinese vincera'
La situazione vista ti dice pero' che sara' una lotta lunghissima e che senza l'unione di tutte le forme
di protesta non ci sara' la liberazione. Alla sera abbiamo incontrato un membro del Comitato
Centrale di Al Fatah.
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che sono stati adottati dalla Mezzalunarossa palestinese e le loro famiglie. E' stato emozionante
questo incontro.
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Per me questo viaggio che desideravo da tanto tempo finalmente sono riuscita a fare. E' stato molto
importante. E' stata unita la parte culturale con la realtà, con le emozioni come per esempio
l'incontro di Bassam e Youssef con le loro famiglie, l'incontro con le strutture di base cosi' come la
possibilita' di sentire le autorita' politiche.
Dispiaciuta di gia' essere al ritorno ma con l'impegno di ritornare. Per il popolo palestinese sentire
la solidarieta' che arriva da tutte le parti del mondo e' importante.
Un abbraccio a tutti.
Blanca
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