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DI MICHELE VANINI
IDEAZIONE REDAZIONE E IMPAGINAZIONE
DISEGNI
Diego Pasquino
FOTO DI COPERTINA
Arc en-ciel (VR)
I CINQUE RITI TIBETANI
la edizione febbraio 2001
©DEMETRA Srl V i a Stra 167 S S 11
L'energia vitale 19
Dal Prana ai chakra 20
Invecchiare, secondo Chris Grisom 22
I chakra 24
I chakra da vicino 27
Il primo chakra 31
Il secondo chakra 35
Il terzo chakra 39
Il quarto chakra 43
Il quinto chakra 47
Il sesto chakra 51
Il settimo chakra 55
Tecniche di respirazione 59
I Cinque tibetani ................................................................. 61
L'origine .................................................................... 62
Il momento opportuno ............................................. 64
Il luogo opportuno ................................................... 67
Gli esercizi da vicino ................................................. 69
Il primo rito tibetano ................................................ 71
Il secondo rito tibetano ............................................. 77
Il terzo rito tibetano .................................................. 83
Il quarto rito tibetano ................................................ 89
Il quinto rito tibetano ............................................... 95
Qualche utile consiglio ........................................... 101
Un tibetano al giorno .............................................. 104
Il sesto rito tibetano ................................................ 107
I
I monte Kailash, in tibetano Gangkar Ti-se, con i suoi
6658 metri, svetta isolato tra altre cime montuose.
Spartiacque dell'Asia meridionale, dai suoi fianchi
sgorgano i fiumi sacri: il Brahmaputra, il Karnali che è af-
fluente del Gange e il Sutlej. Sulle sue pendici la neve disegna
simboli magici, sacri per chi crede che l'universo intero sia
energia cui tutti possono partecipare. È considerato dai
buddhisti, e non solo da loro, il cuore del mondo e proprio per
questo i pellegrini gli girano intorno in senso orario.
Camminano da uno a più giorni per compiere gli oltre
cinquanta chilometri del periplo completo, in condizioni
ambientali decisamente difficili (è necessario, tra gli altri
ostacoli, superare anche un passo a 5200 metri s.l.m.) e si
prostrano a terra di fronte ai suoi diversi versanti per rendere
onore alla sua potenza cosmica e geomantica.
«Un cristallo azzurro, che penetra nel ciclo, nelle nubi. Le luci
che scendono dalla montagna: i ruscelli che diventeranno I' lndo,
il Gange, lo Chang Jang fanno il Kailash bello dappertutto. I
tibetani compiono un viaggio lunghissimo (2000 km) con i mezzi
che posseggono, generalmente a piedi.Vorrebbero fare cento
volte nella vita quei quarantacinque chilometri, il giro della base
del padre del mondo, della montagna delle montagne, del
Kailash: ma ce la faranno, sì e no, una volta.» (da un'intervista
degli anni Ottanta a Reinhold Messner).
Tu-je chenpo e khor-lo
Il Tibet e la Cina
P
er secoli impenetrabile, culla di una civiltà millenaria e
patria di monaci buddhisti, il Tibet è definito "Paese
delle nevi", "Città degli dèi" e anche "Tetto del
mondo". Dopo le dure repressioni operate dai Cinesi
sono solo un migliaio i monaci sopravvissuti contro i diecimila
presenti nei monasteri intorno alla metà del secolo XIX. I
monasteri si sono ridotti da settemila a una cinquantina, mentre i
coloni cinesi sono diventati oltre sette milioni.
11
Sapevate che!
Y
ack e scimmia gialla: due specie in via di estinzione in Tibet. I
Cinesi infatti hanno abbandonato la pratica buddhista che
considerava questi animali intoccabili, sacri.
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COME I "RITI" GIUNSERO IN OCCIDENTE
Passarono gli anni e «... una sera, di ritorno dal mio ap-
partamento, trovai una lettera scritta di pugno dal colon-
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nello. L'aprii in fretta e lessi un messaggio scritto, a quanto
sembrava, in uno stato in cui la gioia si mescolava alla
disperazione Il colonnello diceva che, nonostante i ritardi e
gli insuccessi, riteneva di essere sul punto di trovare la
"Fonte della Giovinezza" Passarono molti mesi prima che
ricevessi altre notizie Quando, infine, mi venne recapitata
una seconda lettera, per poco non mi tremarono le mani
nell'aprirla Per un attimo non riuscii a credere a ciò che vi
era scritto Le notizie erano migliori di quanto immaginassi
Il colonnello non solo aveva trovato la "Fonte della
Giovinezza", ma la stava portando con se negli Stati Uniti,
e sarebbe arrivato entro due mesi da quella data» Sono
ancora le parole di Peter Kelder, che si ritrovò, dopo
qualche tempo, di nuovo di fronte al colonnello Grande fu
tuttavia la sua sorpresa perche gli si presento dinanzi un
uomo molto più giovane che riconobbe a stento. Invece di
un vecchio curvo e dal colorito malsano che per sostenersi
usava camminare aiutandosi con un bastone da passeggio,
si trovo davanti una figura alta, eretta, dal volto florido e
dai capelli neri che crescevano folti, spruzzati appena di
grigio
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L'energia vitale
DAL PRANA AI CHAKRA
21
INVECCHIARE SECONDO CHRIS GRISOM
23
I CHAKRA
26
I CHAKRA DA VICINO
29
Il primo Chakra, o Muladhara Chakra,
detto anche il Centro della Radice,
il Chakra della Base o il Centro del Coccige
31
Il primo chakra, localizzato alla base della spina dorsale, è
associato alle ghiandole surrenali. Costituisce il fondamento
vitale di tutti i chakra superiori ed è considerato la fonte
della forza vitale, della capacità di sopravvivenza. È collegato
al mondo fisico, alla terra, e consente alle energie che
provengono da essa di venire a contatto con l'individuo.
Rientrano quindi nella sua sfera d'influenza i bisogni primari.
Chi sa mantenere aperto questo chakra e sa renderlo attivo è
in grado di accettare la vita terrena nella sua totalità, e di
conseguenza di agire in armonia con le forze della natura,
con pazienza, ed equilibrio. Sa essere costruttivo, sa
procurarsi ciò che serve alla vita di ogni giorno
assicurandosi, attraverso la formazione di una famiglia, la
sopravvivenza oltre la morte terrena, nei propri figli.
34
Il secondo Chakra, o Svadhistana Chakra,
detto anche Chakra Sacrale
o il Centro della Croce
Il secondo chakra è localizzato nella parte inferiore del-
l'addome, dove hanno sede gli organi riproduttivi, i reni e
la vescica; è correlato inoltre a tutti i liquidi corporei come
il sangue, la linfa, i succhi gastrici e lo sperma. Viene
sempre associato alle emozioni e alla sessualità; il suo
elemento è l'acqua, capace di pulire e purificare, dissolvere
ed eliminare tutti gli ostacoli che bloccano il flusso vitale.
38
Il terzo Chakra, o Manipura Chakra,
detto anche il Chakra del Plesso Solare
o il Chakra dell'Ombelico
39
Il terzo chakra è localizzato nel plesso solare, all' incirca
due dita sopra l'ombelico; è correlato al sistema digestivo, e
cioè lo stomaco, il fegato, la milza, la cistifellea, e al sistema
nervoso autonomo. Viene associato al potere personale e
all'energia metabolica; il suo elemento è il fuoco, che
rappresenta il calore e la luce, l'energia e l'attività purificatrice.
«Che cos'è questa vita che fluisce nei nostri corpi come
fuoco? Che cos'è? La vita e come il ferro caldo pronto da
colare Scegliete lo stampo e la vita lo brucerà »
MAHABHARATA
42
Il quarto Chakra, o Anahata Chakra,
detto anche Chakra del Cuore
o il Centro del Cuore
43
Il quarto chakra e localizzato sopra lo sterno, al centro del
petto, in corrispondenza del cuore E evidentemente collegato
al cuore, ma non solo, si associa infatti anche alla parte
superiore della schiena, compreso il torace con la cavita
toracica, alla parte inferiore dei polmoni, al sangue e alla sua
circolazione nonché all'epidermide e alla ghiandola del
timo Viene associato all'amore, il suo elemento è 1'aria E' in
grado di collegare i tre chakra inferiori con quelli superiori ed
e pertanto il centro all'intero sistema dei chakra
46
Il quinto Chakra, o Vishuddha Chakra,
detto anche Chakra del Collo o della Gola
o il Centro della Comunicazione
47
Il quinto chakra è localizzato nella gola, tra l'avvallamento del
collo e la laringe, all'altezza della vertebra cervicale. Viene
collegato al collo, alla gola e alle mascelle nonché alla tiroide.
È associato alla creatività e alla comunicazione e il suo
elemento è il suono.
«O Devi! O Sarasvati!
Risiedi Tu sempre nel mio discorso
Risiedi Tu sempre sulla punta della mia lingua.
O Madre Divina, datrice di perfetta poesia »
SWAMI SlVANANDA RADHA
50
Il sesto Chakra, o Anja Chakra, detto anche
Chakra delle Sopracciglia o il Terzo occhio
od Occhio della Conoscenza, della Saggezza,
il Chakra dell'Occhio Interiore o del Comando
51
Il sesto chakra e localizzato nel centro della fronte, un dito
sopra il ponte del naso, e collegato al volto, agli occhi, alle
orecchie, al naso, al cervelietto, ai seni frontali, al sistema
nervoso centrale e all'epifisi Viene evidentemente associato
all'intuizione, all'immaginazione, alla chiaroveggenza, il
suo elemento e la luce
54
Il settimo Chakra, o Sahasrara Chakra,
detto anche Chakra della Corona o Centro del Vertice o il
Loto dai mille petali
Il settimo chakra e localizzato al centro della sommità della
testa, e collegato al cervello e alla ghiandola pituitaria o ipofisi
ed e evidentemente associato alla conoscenza, alla
comprensione, alla coscienza trascendente, il suo elemento è il
pensiero
58
TECNICHE DI RESPIRAZIONE
Il respiro di transizione
Mettetevi in posizione eretta, con i piedi uniti e le mani sui
fianchi; inspirate profondamente attraverso il naso ed espirate
con la bocca formando con le labbra un cerchio. Ripetete due
volte questo tipo di respiro dopo aver eseguito ciascuno dei
Cinque riti tibetani.
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I Cinque tibetani
L'ORIGINE
63
IL MOMENTO OPPORTUNO
Tutti i giorni
II mattino presto
Non sarà difficile ad alcuni eseguire i Cinque tibetani il
mattino presto, appena svegli, prima di fare colazione E
questo il momento ideale, per iniziare la giornata al me-
glio, stimolando 1 energia vitale necessaria ad affrontare
senza tensioni lo studio o il lavoro E tuttavia indispensa-
bile avere a disposizione, oltre al tempo necessario allo
svolgimento degli esercizi (una ventina di minuti circa),
anche quello per fare una salutare colazione prima di
uscire di casa
La sera tardi
Chi non può permettersi un risveglio anticipato, per
motivi diversi oppure perche costretto a rispettare oran
cosi particolari da non poter vivere la mattina come mo-
mento d'inizio della giornata, potrà dedicarsi agli esercizi
la sera, al termine di una giornata intensa, per favorire il
sonno. Se eseguirà gli esercizi la sera, dovrà pero avere
l'accortezza di lasciar trascorrere almeno tre ore dal mo-
65
Il ritmo
el cuore di ognuno di noi, nonostante le imperfezioni,
66
IL LUOGO OPPORTUNO
L'abbigliamento
Avvertenze
70
IL PRIMO RITO TIBETANO
71
l primo esercizio, o per meglio dire "rito", è
molto semplice. La sua funzione è
72
73
Sapevate che...
74
e/
Frasi da ripetere nel corso del primo rito
76
IL SECONDO RITO TIBETANO
77
Anche il secondo rito tibetano, come il primo, stimola i sette
chakra principali e quindi da un notevole contnbuto al
processo di rinvigorimento del corpo e dello spinto La sua
esecuzione e ancor più semplice di quella del primo I Lama
lo praticano su un tappeto da preghiera largo sessanta
centimetn e lungo due metri, fatto di lana e di una fibra
vegetale
78
i 2
79
Ricordatevi...
80
81
Frasi da ripetere nel corso del secondo rito
83
l terzo rito tibetano, che deve essere eseguito subito
86
Frasi da ripetere nel corso del terzo rito
88
IL QUARTO RITO TIBETANO
89
E seguite il quarto esercizio, che apparentemente
sembra essere più faticoso dei precedenti, curando il
ritmo respiratorio Inspirate profondamente quando sollevate
il corpo e trattenete il respiro mentre tendete i muscoli Espirate
completamente quando rilasciate i muscoli
90
91
Ricordatevi...
92
93
Frasi da ripetere nel corso del quarto rito
94
IL QUINTO RITO TIBETANO
96
Sapevate che...
98
66
Frasi da ripetere nel corso del quinto rito
100
QUALCHE UTILE CONSIGLIO
103
UN TIBETANO AL GIORNO
Difficoltà di apprendimento
Insonnia
L'insonnia insorge il più delle volte in individui che non
riescono a rigenerare l'energia vitale durante il sonno. Lo
scompenso che ne deriva aumenta la sovraeccitazione. Una
corretta pratica dei tibetani può avere un effetto positivo anche
se alcuni hanno notato che eseguire i tibetani la sera non
"concilia il sonno". In questo caso è opportuno spostare la
pratica dei riti al mattino oppure lasciar trascorrere almeno
tre ore dal termine degli esercizi al momento in cui ci si corica
per un sonno ristoratore.
106
IL SESTO RITO TIBETANO
«O mio caro, ti auguro che la tua testa sia un guscio vuoto, in cui la
tua mente possa guizzare, all'infinito.»
107
«Vi ho insegnato cinque riti che si propongono di restituire la
salute della giovinezza e la vitalità. Vi aiuteranno, inoltre, a
riacquistare un aspetto più giovane. Ma se volete recuperare
completamente la salute e l'aspetto della giovinezza, dovete
effettuare un sesto rito. Non ve ne ho parlato finora perché
sarebbe stato inutile se non aveste prima ottenuto dei buoni
risultati con gli altri cinque.»
108
109
Mettetevi in piedi con la schiena eretta e lasciate uscire
molto lentamente tutta l'aria dai polmoni (vedi figura 1)
Contemporaneamente piegatevi appoggiando le mani sulle
ginocchia (vedi figura 2) I Espirate completamente l'aria
presente nei polmoni e ritornate lentamente nella posizione
eretta.
Appoggiate le mani sui fianchi e spingete verso il basso
sollevando contemporaneamente le spalle, ritraendo il più
possibile l'addome e sollevando il torace (vedi figura 3)
110
E per finire...
ALIMENTAZIONE E BENESSERE
«Nel monastero himalayano in cui ero un novizio non era
importante stabilire quale fosse il cibo idoneo o la quantità
sufficiente E vero che i Lama sono vegetariani, ma non
esclusivamente » E ancora il colonnello amico di Peter
Kelder che ci introduce in un ambito significativo, quello
dell'alimentazione, senza tuttavia comunicare diete
specifiche, ma con quel senso della misura che rende
semplice seguirne i consigli, di volta in volta adeguandoli
alla propria situazione
Dieta "tibetana"
Il burro
Sembra, se si vuole prestare fiducia ai consigli del co-
lonnello e alla sapienza dei monaci, che il burro sia un
cibo "neutro". Può pertanto essere abbinato sia con gli
amidi sia con le proteine; i monaci infatti a volte lo con-
sumano sia nel pasto a base di latte o uova, sia nel pasto a
base di pane.
Le uova
«I Lama non mangiavano mai uova intere a meno che non
dovessero svolgere un lavoro manuale faticoso. In quel
caso era possibile che mangiassero un uovo intero
parzialmente bollito.» Questa abitudine, strana inizial-
mente agli occhi del colonnello, proveniva dalla convinzione
che l'albume è un nutrimento importante per i
116
muscoli che, se scarsamente esercitati, non ne hanno bisogno.
Il tuorlo invece contiene in percentuale elevata elementi utili
a nutrire i tessuti del cervello. Tali elementi sono utili anche in
piccole quantità. Vale dunque la pena di prestare attenzione a
un alimento così facile da reperire e anche da consumare.
Mangiare lentamente
«C'è un'altra cosa importantissima che ho appreso dai Lama.
Mi hanno insegnato quanto sia importante mangiare
lentamente.» Nelle parole del colonnello non è difficile
riconoscere una modalità di assunzione dei cibi che è pratica
quotidiana di chiunque abbia ormai capito quanto la
masticazione, associata alla salivazione, sia un processo di
disgregazione del cibo che non affatica lo stomaco. Quanto
più il cibo viene masticato, tanto più si frantumerà in elementi
microscopici facilmente assimilabili. I monaci, per esempio,
masticano tutto ciò che mangiano fino a farlo diventare
liquido prima di ingerirlo.
Mangiare moderatamente
«All'inizio avevo fame, se considerate la dieta a cui ero
avvezzo... » La dieta cui si riferisce il colonnello era quella di
un occidentale abituato ad avere a disposizione quantitativi
di cibo rilevanti. Non così per i monaci, che avevano a
disposizione solo quello che sapevano trarre faticosamente
dalle terre intorno al monastero. Eppure bastò un breve
periodo di dieta "tibetana" per restituire forma fisica perfetta
a chi era alla ricerca dei segreti dell'eterna giovinezza.
Consumare troppo cibo sottopone il
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corpo a un lavoro di assimilazione che ha come risultato
l'invecchiamento precoce degli apparati come quello di-
gerente, per esempio.
In sintesi
118
OLTRE I RITI
Se l'alimentazione gioca un ruolo di notevole importanza per
rivitalizzare l'intero organismo e per mantenere o ritrovare
una "eterna giovinezza", non bisogna dimenticare che ogni
gesto quotidiano consente di mettere in moto le energie
regolate dai chakra e dalla miriade di canali presenti in
ciascuno di noi. Per comprendere meglio il significato di ciò si
può ancora una volta fare riferimento all'esperienza e ai
consigli del colonnello che svelò a Peter Kelder i segreti del
monastero tibetano in cui ritrovò l'eterna giovinezza.
Un dilemma da risolvere
122
GLOSSARIO
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BIBLIOGRAFIA