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I documenti
Sono necessarie alcune precisazioni sulla storia
dell’edificio a chiarimento e a correzione di quan-
to emerso in precedenti riflessioni (ill. 2, 3).
Due sono le campagne di lavoro tradizional-
mente individuate dagli studiosi che si sono oc-
cupati dell’importante fabbrica milanese. Ad
un’iniziale fase condotta sotto il controllo di
Pellegrini dal 1578 al 1586, durante la quale il
primo ordine del tempio è posto in opera – an-
che se solo parzialmente compiuto –, ne succe-
de una seconda caratterizzata dall’avvicendarsi
di alcuni dei professionisti lombardi più affer-
mati. Nell’ordine, a Giuseppe Meda, a Dionigi
Campazzo, a Pietr’Antonio Barca, sono stati
ascritti nel tempo importanti interventi, peral-
tro di incerta definizione2.
Recenti contributi hanno definitivamente
sciolto le vicende riguardanti l’innalzamento
del tiburio a protezione della cupola – in origi-
ne dunque a vista – indicando l’esatta cronolo-
gia e le ragioni del cambiamento3. Non risulta
altrettanto risolto il nodo della paternità pelle-
griniana quanto a ideazione del secondo livello
dell’edificio, mentre povera di osservazioni ap-
pare, anche se di indiscutibile attribuzione, la
parte del tempio realizzata prima della partenza
di Pellegrini per la Spagna nel 15864.
I primi anni di attività sono ricostruibili con
1. San Sebastiano localizzato in una pianta In data 15 ottobre 1576, il Consiglio Generale precisione guardando alle stime del lavoro svol-
del XVIII sec. dei Sessanta Decurioni decide di rivolgere un to. Dalla lettura di tale documentazione si evin-
voto a San Sebastiano. Tra le disposizioni for- ce (informazione non inedita, ma finora sfuggita
mulate nella circostanza, è assunta la decisione alla critica nella sua reale portata) che entro feb-
di realizzare un edificio da dedicarsi all’omoni- braio del 1581 sono introdotte delle modifiche al
mo santo. La scelta del Consiglio Generale cade disegno prescelto. Tra queste, l’aggiunta delle
su una parrocchiale esistente, già dedicata a San basi all’ordine dorico all’esterno del tempio è se-
Sebastiano, localizzata lungo l’importante diret- gnalata ripetutamente in diversi documenti5. È
trice congiungente Pavia al cuore di Milano, ancora fatto riferimento nelle “prethensioni”6 di
l’allora Corso di Porta Ticinese (ill. 1)1. Come è Martino Carate, lapicida, agli archi all’interno
noto risulta incaricato della redazione del pro- del tempio, inizialmente previsti in cotto, succes-
getto Pellegrino Pellegrini, architetto di fiducia sivamente disposti in ceppo7. Per quanto riguarda
di Carlo Borromeo. il “cornisone” (termine con il quale sono indiffe-
Due piani di lettura sono stati utilizzati per rentemente indicate tanto l’intera trabeazione,
studiare il San Sebastiano: da una parte è stata che la cornice al di sopra del fregio) il maestro
analizzata la fabbrica come oggetto architettoni- scalpellino chiede che gli venga riconosciuta
co nel suo farsi, dall’altra, sulla base delle cono- l’aggiunta di “materia e l’ Intaglio qual non è
scenze acquisite, si è tentato di produrre più am- compreso nelli Capittoli”8.
pia riflessione sul legame stabilitosi tra l’archi- Si segnala inoltre che l’elencazione di parti in
tetto e il proprio committente-promotore, l’ar- ceppo, lavorate dall’impresa di Martino Carate,
civescovo di Milano Carlo Borromeo. ma non comprese nel capitolato d’assegnazione
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L’architetto
Che a Pellegrino non sia da attribuirsi la respon-
sabilità della “trasmutacione del disegno” è consi-
derazione sostenibile su più basi.
Nel manoscritto composto negli ultimi anni
di attività è indicato da Pellegrini come com-
11. Giulio Romano (?), semiprospetto- vasi di frecce e faretra – in ossequio alla tradi- portamento da evitarsi l’alterazione del proget-
semisezione di San Giovanni dei Fiorentini zione inaugurata dal tempio di Bramante, men- to in corso d’opera39.
(XVI sec.). (Monaco, Stadtmuseum,
36/1928 b). tre alla cornice sono aggiunti i dentelli (ill. 14)34. Non solo, ma dalla documentazione esisten-
In chiave d’arco risultano apposte grandi bugne te è possibile ricostruire con precisione la forma
fuse parzialmente nella trabeazione, al centro del rapporto che legava l’architetto alla fabbri-
delle quali una “cartella” in forma di voluta ro- ceria. A Pellegrini era stato richiesto, in aggiun-
vesciata è chiamata a ribadire il principio di ge- ta all’iniziale predisposizione del disegno, la ve-
rarchia che ad una dimensione maggiore carat- rifica annuale del realizzato, non un controllo
terizza le relazioni dell’intero organismo (ill. continuativo sul farsi dell’opera. È inoltre diffi-
15)35. Lo stesso dispositivo risulta esteso all’in- cilmente assegnabile alla volontà dell’architetto
terno del tempio (ill. 16 e 17). Gli ingressi infi- l’iniziativa di modificare quanto già parzialmen-
ne, seppur un diverso trattamento distingua gli te posto in opera, essendo, questa, una decisio-
accessi laterali da quello principale, risultano ne, per carattere ed impegno, presumibilmente
commentati per individuazione di componenti a discrezione della committenza. Le ragioni di
chiaramente isolabili (ill. 18 e 19)36. quest’ultima sono ricostruibili unicamente per
Si segnala peraltro che il cambiamento opera- via indiziaria non essendo sopravvissuta docu-
to conduce parallelamente ad esiti “deboli” dal mentazione in proposito.
punto di vista lessicale e sintattico che introduco- Nel caso del tempio milanese la committenza
no comunque a perplessità rispetto al maggior è individuabile nell’istituto della fabbriceria, or-
controllo verificabile altrove nella produzione ganismo misto, laicale-ecclesiastico, eletto a ge-
dell’architetto. stire la realizzazione della fabbrica, come nel pro-
Nel prospetto realizzato la rinuncia alle fi- sieguo, la cura e il mantenimento della stessa40.
nestre previste al primo ordine del tempio non Relativamente al San Sebastiano è riscontra-
trova infatti adeguato ridisegno. In particolare bile che all’attenzione esercitata da parte eccle-
non convince l’inedito espediente della bugna siastica sulle vicende del tempio – argomento che
gentile (o sono tre?) in chiave d’arco “appesa” sarà ripreso in seguito – corrisponde altresì
senza soluzione di continuità al soprastante ar- un’effettivo potere gestionale. Il peso della com-
chitrave pur non mancando allusione alla cul- ponente ecclesiastica è infatti attestato dalla no-
tura sperimentale “romana” della generazione mina a prefetto della fabbriceria di Ludovico
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Borromeo. È nostra ipotesi che l’attento presu- settembre 1576 è presa la decisione di promuo-
le, al pari di una “politica artistica”, ne condu- vere un voto al santo di origine milanese per la
cesse parallelamente un’ulteriore, di matrice più liberazione dalla peste. Solo al momento della
prettamente politico-giurisdizionale. proclamazione dello stesso, in data 15 ottobre –
È riscontrabile allusione, all’interno della te- dichiarazione peraltro mutuata da quanto dispo-
stimonianza prestata da Tibaldi sulla più estesa sto negli incontri precedenti –, sono inserite due
vicenda della sua nomina a architetto del Duo- interessanti specificazioni66. Al primo punto si
mo di Milano, al carattere “impositivo” della legge: “dichiarando però d’essere d’intenzione
mediazione dell’arcivescovo. Se non altro, Bor- sua che la eletione del Cappellano habbia da es-
romeo dimostra un grande interesse a che l’ar- sere perpetuamente d’essi. Signori Vicario et do-
chitetto, che fino a quel momento aveva essen- deci et si facia per suffragij secreti, nè il Reve-
zialmente prestato opera per lui, accetti l’incari- rendissimo Arcivescovo di Milano presente et
co offertogli dall’importante fabbriceria. futuro, ne anco l’istesso sommo Pontefice hab-
L’intervento di Borromeo non si dimostra, biano l’autorità d’impedire, che il modo, il tem-
nella circostanza, da poco: l’arcivescovo, da una po, la persona, et ogni altra cosa pertinente a
parte, solleva Pellegrini dagli impegni preceden- questa eletione dipenda solamente dal’arbitrio et
temente assunti con la corte papale, dall’altra, lo libera volontà di essi Signori, Vicario e XII”. Ri-
rassicura a proposito dello scarso compenso pro- suona in queste parole memoria di fatti recenti.
spettatogli: ”quanto al salario quello che non Milano aveva conosciuto dal maggio del 1575 la
fusse venuto per strada ordinaria sarebbe venuto presenza in Città di Gerolamo Regazzoni, ve-
da altra parte”65. Non risulta dunque trascurabi- scovo di Famagosta, formalmente inviato dal pa-
le l’atteggiamento assunto dal presule nella vi- pa, in realtà decisamente atteso da Carlo Borro-
cenda, tenuto conto che la Fabbrica del Duomo meo per creare velocemente le condizioni di
era istituzione a carattere misto laicale-ecclesia- un’estensione della potestas arcivescovile rispetto
stico, e che tradizionalmente la gestione di essa a prerogative laiche difficilmente riformabili.
risultava affidata soprattutto a laici. Il visitatore apostolico aveva concluso il pro-
Le vicende della chiesa di San Sebastiano of- prio mandato con due gesti particolarmente
frono ulteriore materia di riflessione in questa eclatanti: aveva proceduto all’ispezione dell’am-
direzione. Il 1576 è non solo menzionabile come ministrazione del Capitolo del Duomo e dell’O-
l’anno della peste, ma è altresì identificabile co- spedale Maggiore, istituzioni di fondazione du-
me l’anno che registra il massimo livello di ten- cale, per statuto e tradizione a gestione soprat-
sione tra l’arcivescovo e le magistrature cittadi- tutto laica67. Nell’espressione “ne il Reverendis-
ne sulla base di vertenze giurisdizionali in atto. simo Arcivescovo di Milano presente et futuro,
Nella genesi del voto a San Sebastiano sono rin- ne anco l’istesso sommo Pontefice” è probabil-
tracciabili segni di tale conflitto. mente registrato tale sensazionale evento.
Nella seduta del Consiglio Generale del 20 Poco più avanti nel documento è scritto: “di-
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Appendice sto a tutta spesa dell’Incantatore, sì di materia, ma- tetto di detta fabrica, li quali sarano de pezzi acor-
nifatura, condotta, et posto in opera per quel che sati in modo che un pezzo sia alto on. 12, de pia-
apartiene all’arte del Scarpellino, et il precio si fa- no on. 6 in 7, longhe le ditte on. 26 et l’altro cor-
ra un tanto il braccio corrente, in longhezza et di so sopra il detto sarà alto on. 6, di piano on.12
Archivio di Stato di Milano, Notarile, 16463: tutte le altezze et grossezze che qui abasso si dirà longhe le dette on. 26 et ogni quatro corsi vi sia
Marc’Antonio Torriani (segnalazione in Schofield- nonostante che siano de molti pezzi et varie altez- un corso alto on. 12, largo in piano on. 30, longho
Della Torre 1994, nota 55 a p. 47), 28 marzo 1579. ze et grossezze, et il tutto ben lavorato con molta on. 13, aciò che doi faciano le on. 26 diminuindo
Dello stesso documento esistono copie anche in diligenza et ben commisse poste in opera come di come è detto di sopra li quali pilastri risalteranno
altri fondi dell’archivio milanese: Religione ammi- sopra la qual chiesa sarà per diametro di netto di fuori dal vivo del muro on. 3
nistrazione, 1003 (segnalazione in Randi 1931-32; dentro da pilastro a pilastro br. 33 1/2, che girerà 4 Et più li 16 capitelli sopra li detti 16 pilastri an-
trascrizione parziale in Baroni 1968, doc. 622; tra- braccia 105 et di fuori girerà br. 135 in circa darano di cieppo, alti on. 13 et per il muro de pia-
scrizione parziale in Ghellini Sergenti 1981-82, Prima vi andarà un dado di fuori qual sarà de mie- no on.16 con il sporto longhe on.(così nel testo) con
doc. 32) e Culto 1150. rolo et circonderà detta chiesa salvo dove sarano il sporto, la qual altezza possa esser de doij pezzi
le 3 porte alto on. 14 computa on. 3 che sarà sot- et de un pezzo solo se così piacerà all’Incantatore,
In Instrumento conventionis Fabrice seu delibe- to la superficia della terra largo de piano verso il lavorati et messi in opera conforme al disegno
rationis Factj inter Illustros Domines deputatos muro on. 12, et li pezzi longhi br. 2 almeno 5 Et più sopra detti Capitelli vi andarà il corniso-
Fabrice Ecclesie sancti Sebastiani et Magistrum 2 Et più sopra il detto vi andarà un altro dado di no, cio, è architravo, frigio et cornice; prima l’ar-
Martinum de Carate rogatj per me notarium et cieppo il qual sarà sotto li pilastri et membretti, chitravo de cieppo alto on. 14 qual altezza possa
Cancellarium Infrascriptum sub die 28 Martj sarà alto on. 20 qual altezza si farà de doi pezzi, il esser de doi pezzi et de piano per il muro on. 12,
1579 adsunt Capitula tenoris Infrascripti pezzo di sotto de piano on. 20 et il pezzo di sopra longhi li pezzi per ciaschuno br. 2
Capitoli per il vivo cio è cieppo gentile de Vaprio on. 15 a ciò s’ incatenino bene con il muro, longhi 6 Et più sopra detto Architravo vi andarà il frigio
et serizzi come sarà notato nelli presenti Capitoli li pezzi per ciaschuno br. 2 di cotto con le trigliffe de cieppo alte on. 19, lar-
per far la nova chiesa di Santo Sebastiano in Mila- 3 Et più sopra detto dado vi andarà pilastri quadri ghe on. 12 et de piano per il muro on. 18
no per fabricare il primo ordine, cioè dell’Imposta n° 16, tutti de cieppo senza base, alte il suo fusto 7 Et più il Cornisono sopra detto frigio tutto di
della volta principale in giù, sì di dentro come di br. 15, on. 2 per uno, larghi nel pie on. 26, dimi- cieppo alto on. 18. La sua altezza de doi pezzi il
fuori et come mostra il disegno dell’opera, et que- nuendo in cima come li sarà ordinato dall’Archi- pezzo di sotto di piano on. 24 et il pezzo de sopra
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Senza l’appoggio e l’incoraggiamento di scovile di Milano; BAM, Biblioteca Am- pleta e articolata ricostruzione di L. Be- dello spurio tiburio, innalzato a seguito
Howard Burns, Richard Schofield e An- brosiana. sozzi, Le magistrature cittadine milanesi e delle infiltrazioni verificatesi (A. Rovetta,
na Bedon questo studio difficilmente la peste del 1576-1577, Bologna 1988. Via Torino. Tempio Civico di San Sebastia-
avrebbe conosciuto forma. 1. I diversi tempi e le successive decisio- no, in Milano ritrovata, Milano 1986, pp.
Un ringraziamento particolare va a Don ni riguardanti l’iter del voto risultano ac- 2. Bibliografia completa sul San Seba- 213-225). Si veda inoltre C. Baroni, Do-
Bruno Bosatra, direttore dell’Archivio corpati in un transunto degli atti relativi, stiano è esposta nella recente scheda di F. cumenti per la storia dell’ architettura a Mi-
della Curia Arcivescovile di Milano, per collocato in ASMi, Religione amministra- Passoni, in “Arte Lombarda”, 123, 2, lano nel Rinascimento e nel Barocco, II, Ro-
l’amplia disponibilità dimostratami, e a zione, 1002, 1003, 1006; in Culto parte an- 1998, p. 58. ma 1968, pp. 157-165.
Monsignor Giovanni Molteni, Rettore tica, 1150; in Cancelleria Arcivescovile, 61; È rimasta esclusa dalla nostra attenzione
di San Sebastiano che, come più recente- nell’archivio della Rettoria di San Seba- la questione relativa alla costruzione del- 4. Pellegrini dall’inizio di maggio non ri-
mente il suo successore, Don Paolo, mi stiano, alla data 3 settembre 1577. Nella la cappella maggiore che, seppur impor- sulta più presente in Milano. Il 23 giu-
hanno agevolato nel lavoro, avendomi lettura dei documenti la nostra ricerca è tante, esula dagli ambiti di studio affron- gno annuncia al conte Renato Borromeo
concesso gentilmente accesso al tempio e stata facilitata dall’esistenza del lavoro di tati in questa sede. il suo avvenuto arrivo in Spagna all’Esco-
all’Archivio della Rettoria. P. Ghellini Sargenti, Il tempio civico di S. rial (lettera pubblicata in A. Buratti Maz-
L’aiuto di Alessandra Chemollo (autrice Sebastiano a Milano: ricostruzione delle vi- 3. È merito di Ghellini Sargenti, (Il tem- zotta, Carteggio inedito tra Pellegrino Pel-
delle fotografie) infine si è rivelato indi- cende architettoniche del monumento e dell’ pio civico..., cit. [cfr. nota 1], p.72) aver in- legrini e la famiglia Borromeo, in “Studia
spensabile per chiudere adeguatamente il area circostante, Tesi di laurea dattiloscrit- dividuato l’esatta cronologia – 1601- Borromaica”, 7, 1993, p. 166). Sui tempi
presente lavoro. ta, Milano, a.a. 1981-82, Università Cat- 1603 – della realizzazione della cupola, del trasferimento di Pellegrino in Spagna
Elenco delle abbreviazioni utilizzate nel tolica del Sacro Cuore, Facoltà di Lette- mentre il successivo contributo di Rovet- cfr. M. Scholz, New documents on Pellegri-
testo: ASMi, Archivio di Stato di Mila- re e Filosofia, rel. prof. M. L. Gatti Pe- ta amplia le scarne e discontinue infor- no Tibaldi in Spain, in “The Burlington
no; ACAM, Archivio della Curia Arcive- rer. Sulla peste di Milano si veda la com- mazioni a proposito della costruzione Magazine”, 981, dicembre 1984, p. 766.
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