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niziamo una vasta e articolata trattazione relativa all’inquinamento acustico ed ai trattamenti di fonoisolamento e correzione acustica de- gli ambienti abitativi Gli articoli che pubblicheremo, facenti riferimento alla normativa esi- stente, vogliono essere un valido aiuto per iniziare ad affrontare il «proble- ma rumore» prendendo, in seguito, dimestichezza con alcuni principi e grandezze fisiche generalmente misconosciuti 0 poco considerati. Ci propo- niamo di fornire, in un’opera di ampio respiro editoriale, gli elementi per poter individuare il rumore e i suoi effetti, al fine di orientarci negli inter- venti da adottare per poter ascoltare al meglio i nostri amati impianti Hi-Fi senza disturbare i vicini. INQUINAMENTO ACUSTICO: EFFETT! NOCIVI, NORMATIVA, CONDIZIONI AUSPICABILI Il problema del rumore, uno dei «mali socialin maggiormente diffusi nella nostra epoca, con i conseguenti danni all'udito da esso provocati, ¢ stato finora sottovalutato. La sordita da rumore 0, meglio, la ipoacusia (di- minuzione dell'udito provocata dall'esposizione al rumore) in Italia, come in quasi tutto il mondo, @ in continuo aumento. Naturalmente, quando parliamo di «rumore» in- tendiamo riferirci alla vibrazione acustica nella sua pid generale accezione, senza fare differenza alcuna fra il suono (rumore pit) 0 meno gradito), il rumore propriamente detto (continuo e costan- te, impulsivo, variabile o saltuario), 1a vibrazione armonica, 1a vibrazione musicale, ecc. Nella conferenza a cura dell’OCSE (1) che si ten- ne a Parigi nel 1980 fu documentato con scrupolo- se e vaste indagini statistiche che nei paesi mem- bri oltre 100 milioni di persone, circa il 15 per cento della popolazione, vivevano in condizioni acustiche inaccettabili, essendo esposte ad un li- vello continuo equivalente (EQLA) di rumore su- periore ai 65 dBA nelle ore diurne, mentre altri 240 milioni di persone vivevano sottoposte a con- dizioni di rumorosita diurna non confortevoli per la loro vita, essendo esposte ad un EQLA superio- re ai 55 dBA. Altre successive indagini eseguite per conto di commissioni specialistiche appositamente costi- tuite dalla stessa organizzazione internazionale in citta quali Chicago, New York, Londra, Parigi ¢ Niza, oltre che in aleune citta della nostra peni- sola, hanno permesso di stimare sia le generali in- cidenze delle cause di inquinamento acustico nel- le aree urbane sia l'incremento che l'impatto acu- stico avra nell’anno 2000 nei paesi europei ¢ in quelli del Nord America. Ebbene: esso potra subi- re un aumento contenuto entro il 25 per cento so- Jo se verranno adottate severe prescrizioni per Fabbattimento e il contenimento delle emissioni sonore dei veicoli a motore, altrimenti, tenendo conto di come influiscono e si sommano i fattori costituenti il rumore ambiente, in tale anno l'im- stereoplay patto acustico tenderd addirittura a raddoppiare. Allinizio dello scorso anno, tanto a Genova ¢ a lano come a Roma ¢ a Napoli, nelle strade a pid intensa circolazione, durante le ore di punta, sono stati misurati valori di 80-85 dBA; molto di pit, quindi, dei 65 dBA che il Ministero della Sa- nita ha fissato come massimo della «soglia di tol- lerabilitd» (la soglia di pericolo é stata fissata a 85 ABA per una esposizione di otto ore). In base ad una recente indagine effettuata nel nostro Paese si @ appurato che ben 4 milioni di persone, circa il 7,8 per cento della popolazione, soffre di ipoacu- sia. Nel 1971 la percentuale era del 6,7 ¢ nel Due- mila, stando alle proiezioni demoscopiche, sara ell’8,4 per cento (circa 5 milioni di persone). Ci troviamo quindi di fronte alla malattia pid diffusa in senso assoluto; a quella che detiene anche il tri- ste primato di avere l'incidenza pit alta tra le ma- lattie professionali riconosciute, con i conseguenti gravosi oneri sociali che investono la collettivita. Una spedizione scientifica condotta nel 1987 pres- so le popolazioni nomadi del deserto Giordano ha provato che tutti i numerosi soggetti esaminati, abitanti nella parte del nostro pianeta probabil- ‘mente meno esposta al rumore, avevano T'orec- chio sano ed efficiente, sia i giovani che le perso- ne anziane, non presentando nessuno dei proble- mi di invecchiamento che affliggono la stragrande maggioranza dell'umanita. Questa ricerca Italo- Giordana, che non ¢ stata l'unica 0 tantomeno ultima a mettere il rumore sotto accusa, ha con- fermato una tesi che viene avanzata dal mondo scientifico sempre con maggior insistenza negli ul- timi anni; cioé che a fare indebolire progressiva. mente 'udito non é 'avanzare dell'eta, ma l'ingui- namento acustico causato dalla societa industria- le. Benché alcuni effetti fisiologici del rumore fosse- ro noti sin dall’antichita, basti pensare ad una tor- tura in uso pid di duemila anni fa nell’antica Ci- nna, che consisteva nel mettere il «malcapitato di turno» da giustiziare all’interno di una enorme campana che poi veniva percossa dall’esterno, non @ da molto tempo che si studiano in maniera rigorosa ¢ scientifica le molteplici conseguenze biologiche del rumore. Del resto, come si pud de- durre anche dalla consultazione delle tabelle (Tab. 1), il rumore «inquinante», generalizzato nell’'ambiente, si é prevalentemente diffuso con la od CAUSE DI INQUINAMENTO ACUSTICO DELL’AMBIENTE (Percentuale statistics) 62% TRAFFICO STRADALE 14% IMPIANTI TECNOLOGIC! FISS! 10% TRAFFICO AEREO ‘8% APPARECCHI DOMESTIC! 6% TRAFFICO FERROVIARIO motorizzazione dei trasporti ¢ delle attivita uma- ne. Lipoacusia non si considerava interdipenden- te dal rumore stesso sino al Settecento (la prima descrizione medica ufficiale pervenutaci di questa malattia la troviamo sul «De morbis artificum diatriba» di Bernardino Romazzini da Modena). Il corretto funzionamento dell’orecchio é stato spiegato compiutamente solo meno di trenta anni fa dal fisico tedesco Georg von Bekesy, al quale fu assegnato nel 1961 il premio Nobel per le sue scoperte sul funzionamento di questo complesso organo. EFFETTI NOCIVI Prima di accennare alle conseguenze che il rumo- re ha sulludito e sugli altri organi del corpo uma- no, c'é da evidenziare che contrariamente a quan- to da molti viene ritenuto, non esiste uno «stato di adattamento» al rumore. Senza entrare in dettagli anatomici possiamo mol- to sommariamente dire che la trasmissione del suono al cervello avviene mediante la catena: tim- ano - ossicini - coclea - nervo acustico (Fig. 1). Nella coclea, nella parte pit interna dell'orecchio (simile ad un doppio tubo contenente fluido, av- volto a spirale) le vibrazioni meccaniche prove- nienti dall'esterno, mediante il sistema «membra- na tectoria - cellule ciliate», vengono trasformate con processi biochimici in impulsi elettrici. Tali impulsi arrivano al cervello per mezzo del nervo acustico. Ricollegandoci a quanto prima asserito al riguar- do della non esistenza di uno stato di assuefazio- ne al rumore, clinicamente si é rilevato sia che le cellule ciliate, dopo prolungate compressioni do- vute al rumore, si deformano permanentemente perdendo la loro elasticita e, di conseguenza, non trasmettono pill adeguatamente la sensazione udi- tiva, sia che la prolungata esposizione al rumore, ‘stereoplay a Livello det nostro cervello, puo arnivare a mani- festarsi_ con alterazioni elettroencefalografiche, che sono segno di sofferenza della corteccia cere- brale. In pratica, il corpo umano considera il ru- ‘more, tanto quello particolarmente intenso quan- to quello magari meno intenso ma continuo nel tempo, come un agente dannoso al quale esso cer- a di reagire e sottrarsi. Ormai, quindi, si é inequivocabilmente accertato che l'esposizione al rumore provoca molteplici € complessi effetti sull'essere umano (molti dei qua- li sono ancora nella fase di pitt approfondito stu- dio), praticamente tutti dannosi 0, per lo meno, «ad alto fattore di rischiow, e non solo per i nostri orecchi. Tali effetti dipendono da numerosi fattori: alcuni dalle caratteristiche fisiche del rumore stesso, quali intensitd, durata, evoluzione temporale composizione spettrale; altri dallo stato del sog- getto esposto, come la sua sensibilita, eta, latti- tudine psicologica. Lorientamento della Medicina del Lavoro su questo argomento & indirizzato prevalentemente su due distinti gruppi di effetti: quelli che influen- zano Vorgano dell’udito ¢ quelli che hanno azione su altri organi ¢ funzioni. Entrambi, a loro volta, si articolano sul livello di ingiuria che pud essere patito, che va dal «fastidio» (stato o sentimento soggettivo di scontentezza riferito al rumore), al «disturbo» (alterazione psico-fisica temporanea) sino al , Vedremo meglio in seguito, quando trattere- mo di psicoacustica, che la risposta soggettiva allo stimolo acustico non segue una legge di tipo li neare ma obbedisce a una legge di tipo proporzio- nale logaritmica, rappresentabile mediante una relazione del tipo: Sensazione uditiva = K log dello stimoto. In base a tale relazione si verifica, tra l'altro, il fenomeno che al crescere dell'intensita del suo- no aumenta anche l'intensita della sensazione, fi- no ad un certo limite detto «soglia del dolore» dove, appunto, si inizia a subire una vera e pro- pria sensazione dolorosa. L’orecchio umano, oltre anon essere un trasduttore lineare del suono, sen- te «male» ¢ in misura differente le alte e le basse frequenze. Nel campo compreso tra i 500 Hz e i 7.000 Hz che é quello tipico della voce umana sente» addirittura di pitl, Nel caso poi di uno sti- molo di intensita acustica doppio o triplo rispetto ad un altro precedente, se questo é effettuato in Prossimita della soglia di udibilita o a quella del dolore, esso produce un aumento di sensazione di uguale entita. La corrispondenza tra la sensazione uditiva e i vari fattori che la influenzano é stata fissata dal Fletcher mediante la seguente relazio- ne, ovviamente anch'essa logaritmi L = 10 tog 2 = 20 tog 2 log — = 20 log — eT 8 dove: J = intensita acustica del suono che si sta considerando; J, = intensita di riferimento (per convenzio- ne = 10 W/mq) P = pressione sonora che si sta consideran- do P, = pressione di riferimento (per conven- zione = 20 Pa) Facciamo ora alcune considerazioni di carat- tere pratico su tale relazione per appurare alcune cose che da essa scaturiscono. La parte L = 20 stereoplay 15

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