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LEEN SPRUIT
ad un materialista avant Ia lettre. A. ConsaNo,lI pensiero di Giordano Bruno nel suo saolgi-
mento storíco, Fitenze 1938, p. 278 ss., sottolinea esagetatamente la cosiddetta missione religio-
politica di Bruno, sottovalutando il suo interesse prettamente teorico per la magia. F. A.
Yaras, Giordano Bruno and tbe Hermetìc Tradition, London 1964, impíega quasi tutta la sua
attitudine analitica per dimostrare che Bruno nelle prime opere è da considerare come un
mago, ma dedica poi, stranamente,pochissimepagine alle sue opeîe magiche vere e proprie.
4 A. INcEcNo, Cosmologia e lilosofia nel pensiero di Giordano Bruno, Firenze 1978,
cap. VI, vuole giustamente interpretare Ia magia in un contesto gnoseologico,elaborando però
in misura ristretta il rapportc tra le prime opere e la produzione tarda.
s HBNnrcus Conxnrus Acnrppa ab Nettesheim, De occulta philosophia, herausgegeben und
erlàutert von Karl Anton Nou'otny, Gruz L967 (- ristampa dell'edizione più antLca che
porta l'anno 1,533). L'edízione usata di Asclepius è quella de1 Corpus Herrneticurn, ed.
A.D. Nock et A.J. Festugière,Paús L945-L954,4 voll,, vol. IL
ó Bruno scriveva'questi quattro ftattati nello stesso periodo; cf. D.\f. SrNcr'R,Giordano
Bruno, His Lile and Thoug&1, New York 1950, pp.21,1-212. Theses de magia, p. 491, poi
rimanda al De uinculis in. genere e De rerum principiis, p.542, al De magia. L'edizione usata
delle opere latine è: JonneNr BnuNr Nor,ANT,Opera latine consuipta, publrcis sumptibus edita,
i,18 LEEN SPRUIT
l
M AGIA: SOC IA N A TU R A E 149
16 De Ia cat!.sa,p. 106.
17 Ibident.
18 Si veda anche De Ia causa,p. 1.62: <<Profonda magra è saper trar il conttario, dopo aver
trovato il punto d'unione >>.
le Va notato che Bruno continua a pensare, anche dopo la rivoluzione copernicana, nel
quadro della logica della partecipazione per cui crede di potersi riferire alla religione egiziana.
Cft. Spaccio, p.778. Metafisica dell'esseree un realismo moderato caratterízzanoiI pensiero
metafisico di Bruno prima e dopo Coperníco.
m Spaccio, pp. 781"-782.Si vedano anche, al proposito, le osservazionidi B. or GrovaNNr,
<<Lo spazio della vita fra G. Bruno e T. Campanella>>,ín: II Centauro 1,1,-12 (1984), pp. 3-32,
in particolare p. 8.
21 Su ciò si veda M. Crlrnpn"ro, La ruota del tezîpo, 1,2 ss,
MAGIA: SOCIA NATURAE 15L
22.
gnifrcathominem sapientem cum virtute agendi>> Anche nel Theses de
magia predomina la tendenzaa considerarela magiaprevalentementecome
scienza:Ia magia è scientia, sapientia,facultas cognoscendiuel operandi.
A ciò Bruno aggiungedi essereinteressatoin questoscritto alla magia quale
<<sapientia,quae complectitur riplex genus scientiarumrealium cum ffi-
23.
plici moralium et tiplict rattonalium>>
A queste definizioni corrispondonole afiermaziontdi Bruno durante gli
interrogatori de1lainquisizíoneromana: <<La magiadunque tanto di Moise
quanto la assoh-rtamente magranon è alffo che una cognitione de i secteti
della natura con facoltà d'imitarc Ia natúra nell'opere sue, e fare cose maîa'
vigliose agl'occhidel volgoi ,>'0.
Concludendo,possiamoafiermare che la magia in Bruno va compresa,
in senso lato, come uno strumento di ricerca, come mezzo per attivate
aIIa conoscenza adeguatadelle forue naturali, e, in seconda istanza, quale
conoscenzaapplicata.L'operazionemagicaè impossibilesenzaconoscenza".
Bruno non escludeche la magiacome teoria possaessereresa operat\va,ma
nonostanteciò nutre delle grosseriserve sulle possibilità di una sua even-
tuale applicazionepratica. Quale suo campo di applicazionefrutti{era Bruno
raccomand,a la medicina'u.Sotto questo aspettosi rifà a Ficinon, úfl altro
teorico della magra,e in sensolargo anche a Pico, che voleva considemreIa
28.
magiacome parte pîatica delle scienzenaturali Ciò spiega anche la stima
di Bruno per Faracelsonel De Ia causa'n'.sappiaro inÍatti che Paracelso
m.
aspiravaad una riforma del1amedicina sulla base del1amagia
Avendo delineatoper grandi linee la concezionebruniana della magia
possiamopassareall'analisi del contesto metafisicoin cui la magia si può
svilupparee praticate.
n De magia,p. 400.
8 Thesesde magia, p. 455.
2a Sornmario tlel processodi Giordano Bruno, a cura di A. Mercati, Città del Vaticano
1942, n. 723.
2s De uinculis in genere,p. 65): <<...qui vincire debet necessariumest reftlm quodammodo
universalemtationem habere...>>.
26 De Ia causa,p. 105; De magia,p. 397 e p. 433; Sornmario,n. 197.
27 Ficino difende il suo ímpiego della magia mettendo quest'ultíma al servizio della medi-
cina; cfr. De uita, in Opera, pp.572573. Su questa questionesi veda G. Z.tNrnn, La medi-
cina astrologica e Ia sua teoria. Marsilio Ficino e i su,oi critici conternporlnei, Roma 1977.
28 Conclusiones, in: Operúr. Basilae 1"572, p. 104: <<Magia est paîs practica scientiae
t
naturalis>>.
2e De la ca.usa)p. 90 e p.95. Da questi passi appare di nuovo chiaramenteche alla filosofia
spetta il primato rispetto alle scienzepratiche.
30 L. GrvroroNAT, op. cit., p. 110 ss,
752 LEEN SPRUIT
e per questo motivo anche la divisione in tre tipi di magia mostra una
differente struttura concettuale. i
é
M AG iA: S O C I A r - A l U R A E 153
at In Phaedrum c. XI, Opera, p. 7372. Bruno attribuisce una simile divisione ai Platonici
nel De monade, p. 384: diuinus, archetypus,animalis, corporeus.
a2 In Timaeum c. II e X, Opera, p. 1,438e p. 1442.
a3Heplaplus, in: G. Prco DELLAMrn,qNnora,De bominis dignitate - Heptaplus - De
ente et ,tflo e scritti uari, a cura di E. Garin, Firenze 1942, p. 184; al vertice de1 primo mondo:
Dio. Si veda Iai, p. 190.
u Heptaplus, p. L92. P.O. KnlsrELLER,<<Giovanni Pico della Mitandola and His Soutces>>,
in: L'opera e il pensierodi Giouanni Pico della Mirandola, vol1. I-II, Firenze 1965, vol. l, pp.35-
84, osserva a p.73-74 che la tripartizione di Pico non è nuova, ma 1o schema della sequenza
1o è. Secondo Kristeller la teoria di Pico può essere considerata come una combinazione
di due schemi dualistici: quello platonico (idee-corpi) e quello aristotelico (realtà celeste e
sublunare). Kristeiler presume che ci sia una fonte cabalisticaalla base, ma non indica quale.
as Theses de rnagia, p. 462: < Idea tripliciter sumitur: ante rem, in re et post rem )>.
a6De umbris idearum, p. 38.
a Sigillus sigillorum, pp. 164-165.Cfr. anche p.2t6: il terzo mondo come sirnulacrum degls.
altri due. Poi:'Oratio aaledictoria, pp. t4-15; Lanpas triginta statuarurlt,p. 206 De intaginunt
conpositione,pp. 89-90, 94, L}L e 198.
aBDe umbris idearum, p. 42.Nel De gli eroici furori, p. 1027, Bruno applica quest'idea
tuttavia all'uomo intero; úr. Tbeses de magia, p. 458 e nota 34.
1.54 LEEN SPRUIT
con trltta Ia realtà. Il terzo mondo qui introclotto nel Sigilltts sigillorum
riguardat rationalia,non l'uomo nella sua tota"litàdi anima e corpo; 1o stesso
vale ancheper il passocitato dal De magia.Ficino. Pico e Agrippa dividono
la realtà in diversi lívelli. Bruno invece prescindeda una struttura vaîr
^
strati e fa una distínzionequalítativatra Dio e il mondo da lui prodotto;
relativizzacosì il concetto neoplatonicodi gerarchia,eliminando Ia distin-
zionetra mondo celestee sublunateoe. L'aníma umana occupauna posizione
particolarein quanto alf interno clel mondo svolgeun'attività riflessiva.Come
nel Corpus Hernzeticutn,l'anima può arrivare, contemplandoIa natuta,
alla conoscenza della realtà e della sua origine, condizioneprima per qual-
siasi intervento magico. Dal momento che tutto è prodotto secondo un
modello ideale,la realtà fisica o#re un aggancioper la conoscenza e quindi
to.
per I'azione La divisione di Bruno funziona alloru prima di tutto in un
contestoepistemologicoe solo in seconda\slanzain uno operativo.
La tripartizione della realtà - in nessun modo resa superflua dalla
rivoluzione copernLcanasi - è tagltataper l'anima úmana, che necessaria-
mente ne fa parte. La teoúa dei tre mondi fonda i1 processoconoscitivoe
1a prassi magico-operativa.Bruno dà una struttura alla rcaltà, alla quale la
nostra attività deve adattarsi,qualunquene sia la natura, se vogliamo con-
tare su dei risultati sicuri e validi. Nello stessotempo questa struttura è
anche quella del processoconoscitivo: Ia nostra mente arÍtva alla cono-
scenzapercorrendoil circolo tra Ia lons idearufti e se stessa.Questo anda-
mento nella realtà esprimei1 circolo chiusoche Bruno crea tra metafisicaed
epistemologia.Egli presupponeuna continuità Íra esseree pensiero che
ofire garunzieper la nostra conoscenza e per ognr ars humana.
La teoria dei tre mondi è, dunque, i1 quadro generaledel pensiero
bruniano,sia per 1ametafisicae I'epistemologia che per le questionioperative.
Questa teoria indica tuttavia soltanto lo scheleto della speculazionedi
Bruno sulla struttura della realtà, un reticolo che egli specificavolta per
volta in tutti i suoi scritti. Nelle opere ma-eicheciò è evidentenell'uso che
{a di alcunecategoriequali spiritus uniuersi,anima ruundi e scala naturae.
3. Spiritus uniuersi
a9 Ritorneremo nel prossimo parugrafosulla posizione del coelum in Bruno; cfr. nota 89.
fi De magia, p. 403 e Thesesde rnagia,p. 461.
sI Si vedano: De la cdusa,p. 69; Spaccio,p. 647 e 649; Cabala del cauallo Pegaseo,
cosae cognizione;poi Summaterrninorummetaphysicorum,
p.872: la verità comeca.usa, p. !05.
MAGIA: SOCIA NATURAE L55
corpus idearuru ad ogni livello della realtà benché semprein modi diversi.
Nel1eprime opere Bruno teorizzalo spiritus î4niuersio I'anima mundi come
opilex mundi, cioè come mediatore tîa il vertice e Ia base della realtà.
Questa entità assumenelle opere magiche una nuova configurazione:1o
spiritus garantisce,grazie alla sua pafiicolare complessità ontologica, non
'*. solo la comunicazionetra i diversi livelli della scala dell'essere)ma anche
::-
:: t:'
quella tta anima e corpo. In' questo paragrafo dedicheremoprima atten-
,:4.:
::'ji,:
zione alia posizione e aIIa funzione dello spiritus nei primi scritti per poi
f! : : ':
sofiermarcisul modo in cui Bruno configurala gerarchiade1larealtà negli
':,:
. .,j: :
- :
:
scritti magici. Infine considereremogli aspetti teoretici della posizionedello
ì:r:
spiritus.
n De Ia causa)p. 67.
* De Ia cattsa, p. 68. Ficino applicava questo termine a Dio, cfu. Theologia platonica
L5 e XVIII.3. Bruno adopera anche un altro termine platonico, que11odi fabro del nondo, il
demiurgo del Timaeus,2Bc, 29 a,29 d-30b. Cfr. Lampastriginta statuarum,p. 49, dove Bruno
usa il termine artilex per indícate il primus intellectus, il quale a p. 52 viene definito quale
rnundi faber.
se A pagina 67 e 78 Bruno cita di nuovo l'adagio virgiliano <<spiritus intus alit >>; cfr.
De rnagia,p. 434; De magia natbemaiica, p. 497; Larnpas triginta stdtuarum, p. 60; Documenti
della aita di Giordano Bruno, ed. V. Spampanatoe G. Gentile, Firenze 1933, p.95. Si veda
anche Ficino, De uita, p. 535; In Enneades IL1.2, Opera, L595 e 1597.
ffi De Ia causa)p. 69.
61 De la causa)p. 9 e p. 1,37.
e De rnagia, p. 402. Nel7'Acrotistnuscaft/oeracensis, pp.75-76 Bruno definisce Dio come
spiritus; egli atffibuisce a p. 777 questa opinione ai Pitagorici. Cfr. anche De minimo, p. 2I0:
Dio come spiritus omnia replens. Lo sfondo dottrinale di queste afiermazioni porebbe essere
Asclepius, c. 6: <<spiritus, quo plena sunt omnia, permixtus cunctis cuncta vivificat, sensu
addito ad hominis intelligentiam, quae quinta pars sola homini concessa est ex aethere>>.
Asclepius, c. 17, distingue tuttavia, come 1o stesso Bruno, tra Dio e spiritus.
63 De nagia, p. 404.
j
M AGIA: S OC IA N A TU R A E r57
àalla parte più rarefatta del sangueper vía del calore de1 cuorett. Come
sostrato dell'immagine1o spiríto è localizzatoal livello delf immagrnazioneT2.
Lo spirito non media solo ra anima e corpo a livello individuale ma anche
a quello universale'3.La posizionee la funzione dello spirito garantiscono
l'ordine e 1'organicitàdella rcaltà,naturale, ossia: \a congruitasdivina f.ra
rationes,ideae e formae sensibilesTa. Lo spirito rende possibile \a magia:
alimentando e purificando il proprio spirito diventerà possibile attirare e
controllare altrr spiriti tt. Lo spirito può essere manipolato per mezzo di
emblemi, talismani, rncafltaziont,preghiere etc.7ó.Le stesseidee saranno
ripreseda Agrippan:l'esistenzadei nessisimpateticiimplica per lui la pos-
sibilità di conmollarli nelle aziom magiche.
78.
Il pensierodi Bruno intorno allo spirito risale direttamente a Ficino
Egli 1o definiscecome un colpus subtile, come sostrato delle operazioni
fisichee magiche,cioè: un uebiculumomnium uirtutumTe.Lo spirito cura i
rapportí .ua anima e corpo ma è anche la materia occulta di alcuni metalli
e pietre80.Esso è il principio universaledel movimentout. Bruno non è
molto sicuro sulla determinazionedella nattrrà fisica dello spirito; lo associa
non solo alI'aether\2,ma anche all'aer\3 e per \a sua funzione aggregante
i,
#'u,.,
160 LE E N S P R L'IT
agli eventuali influssi asffali e planetari, ma si dimostra molto diffidente verso ia letteratura
astrologicadei suoi giorni; cfr. De rerurn principiis, p. 544 e p. 549. Bruno non sostieneuna magia
astrologicacome Ficino. Per un'analisi approfondita dell'ambiguità di Fícino nei confronti del-
]'astrologia, si vedano P.O. KnlsTELLER, Il pensiero filosolico di Marsilio Ficino, Firenze
L953,Pate II, cap. IV e D.P. WaLrBn, op. cit., Part I, ch. I-IL La posizionedi Ficino non è
molto dissimile da quella di Tommaso: gli astti influiscono sul corpo e sul1e facoltà infe-
riori, ma non sull'intelletto e la volontà. Si veda a proposito TH. Lttr, Les corps célestes
dans I'uniuers de Saint Thomas d'Aqttin, Paris-LouvatnL963.
s I demoni sono delle sostanzepresenti nello spazio ma senza occuparlo, sono ptivi di
caratteristiche materiali come impenetrabilità e solidità. Per le diverse specie, cft. De rnagia,
pp. 427-432.Bruno respinge7a magia demoniaca,ma non ne esclude tuttavia la possibilità; cfr.
anche De Ia causa, p. 106.
et De magia, pp. 408-409;cfr. Thesesde magia,p.463,
e2 De nagia, pp.410,41,3 e 435; cfr. anche Lampas tilginta statuarum, pp. 59-50 e Som-
ntario, n. 255, dove Bruno paragona la pluralità delle anime con uno specchio frammentato.
s3 De magia, p, 4I4. Cfr. A. INcacuo, Cosrnologia e filosofa nel pensiero di Giordano
Bruno, p. 238 ss.
ea De uincalis in genere,p. 691 ss.
]VIAGIA: S OC IA N A TU R A E 161
es Cfr. De magia, pp. 418-419e Tbesesde magia, pp. 468-470.Si tatta del movimento che
qualifica il flusso de1le particelle minime nel corpo e tra i corpi, che pervadono tutta la realtà
narurale. Così possono esserespiegati fenomeni quali ii magnetismoo l'agire a dístanza senza
contatto corporale; cft. De magia, p. 422.
% De magia, p. 402 e Thesesde magia, p. 457 e 462. Per la materia come tenebraesi veda
anche De umbris idearum. Il concetto della materia è soggetto a grandi e profonde vanazioni
nel pensiero di Bruno, come risulta con evidenza da un confronto ffa De umbris idearum, De
la causa,De l'infinito, Lampas trignita statuaruru e le opere magiche.
q De rnagia,pp.400-401 e p.
40).
eBDe xinculis in genere, pp. 693-694e p. 696; cfu. De Ia causa,dialogo IV.
i e De rnagia, p. 41,0.
lm Si veda Sigillùs sigillorum, pp. 172 e 212; Cena de Ie ceneri,jd. G. Aquilecchia,Torino
v ,
:: L955, p. 205; De I'infinito, pp. 366-370;De immenso, Opera Il pp. 210 e 21,4-215;Iai, I'-.
.t-t t OperaV p. a0.
to1Tbesesde magia, p. 481.
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162 LEEtr- SPRLTIT
4. Magia .e conoscenza:
la <<cogìtatiua>>e i <<rectoresactuunt>>
102In queste opere Bruno stabilisce che l'anima, per poter arrivare alla conoscenzaade-
guata, si dovrebbe dirigerc ' in allo', cioè \'erso oggetti qualificati dalla loro posizione
ontologica.
103Theses de magia, pp. 472-473, p. 485. Per l'asffazione nel senso platoni'co, si veda
Sigillus sigillorum, p. 2!2 ss.
Iu Tbesesde magia, p, 481.
10sDe la causa, p. 151. L'immagine della scala era gíà usata nel Da umbris idearurn,
pp. D-26 e neTl'ExplicatioXXX sigillorunt, p. I27. L'immagine risale a Dionisio e Scoto Eriugena,
ancheLullo I'uttlizza; cfr. F.A. Yares. The Art ol Memory. London 196C.,Frp.178 181. Ncl De
l:':ii;::o, p1r.355 e 21,50Rr:unola li.licolizza.1'rc,l"'rrbìlrr.reirie il .'o111i,51.
l-,crcl'ró co:rnrologico
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:.,.i ltt'li-,11' 11i; iiii:cl. t dc i s Lr c ir c lr - iiir lr r i l t c l L r i 's f o t , a t i L t l j i r r r r l : ì 1 i 'ì l l t . i l , , .
1 1!'lr ( - J iii: ) lr r p, r s iz ì , r nt i1i iir r ir r o e . i i r . r s l r l r i . l l r t : l ì . r t i i l l r i : 'r ; t r l l i , i r i : " i , , 'c r l r l
1ú De Ia causa, p. 1,25.
loÌ De umbris idèarum, p. 25 e De la causa,p. L54.
1@Cfr. De magia, p. 40i ss. e p. 435 ss.; Tbeses de magia, p. 457: De magia nathe-
tnatica, p. 493.
110De magia, p. 452,
1/ ,
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LE E N S P R U I1
f.iÉii.ì..',:..,,
coritro eventuali azioni magiche; ogni intervento magico inizia e finisce con
lJ'ia:r:i':-t: i::i .,.
:1..!.:€:,'
la cogitatiuat". Le potenze superiori sono infatti fuori dal raggio d'azione
::..- 12.
.- : :
dell'agire magico
Éoiché le facoltà superiori trascendonola conoscenzapratica e appli-
a
.-;.
-
*l; cabile al corpo, Ia magia per definizione si identifica con la suprema del1e
facoltà inferiori o) se si vuole, con f infima delle superiori. In questo modo
'il'tt
'.. lt l essascuotel'anima al livello della irruaginatio, della fides, opinio e phantasia
*s+
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che tutte tenta di dominare. Elaborando anche i risultati di una conoscenza
di un livello superiore,Ia magiaquale cogitatiuanon è in grado,in se stessa,
:rì-11,
-
-
di produrla; deve perciò attraversole facoltà inferiori manipolarela cono-
:,i.i
-
"
scenzaptafica verso il corpo, o tentare anche attfaveîso lo spiritus uniuersi,
1i.'..r., di influenzarcle facoltà inferiori e il corpo di altri individui. Tra il livello
lÌ-, del1a magia e le facoltà superiori Bruno costruisce un rapporto d'azione
reciprocacon diverse sfaccettature.Da un lato la magraè ancilla della facoltà
superiori senza poterle influenzare o oggettívamentedeterminare, dall'altro
è in grado, grazie a1 suo stato di cogitatiua,di svolgereuna funzione cen-
trale nel processoformativo della conoscenz a adeguata,preparandoneil ter-
reno. Questo dato ci riporta quindi ancorauna volta ad un conftonto con
gli altri rectores actuum del SigiVus sigillorum, cioè mathesis,a,rs e amor
che ci conducea chiarire ulteriormenteil rapporto tra Ia prassi operativa e
quella conoscitivadell'anima.
La magiaè legata con doppio filo alla matemattca;quale rector prepara
il terreno alla conoscenzaadeguata,così come \a matematicamedia ffa gli
t2t. La magia
oggetti della percezione sensibile e gli intelligibilia, le idee
matematica,in questo modo, media tra Ia magia naturale e quella divina e
corrisponde quindi al terzo mondo, quello della tazionalrtà umanat". Al
pari della conoscenzaumana) \a magia matematica può sbagliare, portare
alla conoscenzaadeguatao a quella inadeguata,risultato questo ultimo di
una valutazione erronea dei dati dell'esperienzattt.Con Ia magia e la mate-
matica l'uomo raggiunge l'ultimo gradino prima della conoscenzavera e
propria; allorché egli aniva a questa conoscenzasatà,sempre la cogitatiua
a renderla ptatica e operativa. Così \a magia matematicaè un mezzo pre-
zioso, anche se rischioso e difficile nello stesso tempo, per aîrivare alla
conoscenzaaàeguata,e in quanto cogitatiua è lo strumento per eccellenza
platonica,II.7, Opera, p. 101; cfr. ancheIvi, IV.l, Opera, p. 746; In E,nneades V.8.5, Opera, l
:.1
,l
,l',
:ì"1
L'intenzionefilosoficadi Bruno nelle opere magicheè duplice. In primo :,.J
luogo va notato che vuole dare una spiegazionefisica e naturalisticadi feno-
meni che non risultavano essereoggetto di ricerca della scienzaufficiale.
Egli cercaquindi delle causeoggettiveper 91í innumerevolifenomeni straor-
dinari che riscontravaripetutamentenelle sue letture. Nella sua analisi uti-
Iizza categoriee principi chiarificatori che abbiamo già incontato nelle opere
precedenti,come tI mundus triplex,la corrispondenza dei gradi dell'essere,
Ia similitudine universale,l'animismo, la gerarchiadelle facoltà conoscitive
e \a Íunzionalità pratica de1lefacoltà centrali. Anzi, per ciò che riguarda gii
elementi teorici ne1leopere magiche,non è stato aggiunto molto di nuovo.
Sin dai primi scritti di Bruno, infatti, fino agli ultimi, abbiamopotuto con-
statare una fondamentalecontinuità concettualetou.
Va inolme notato, in secondoluogo, che Ia comprensionedella strut-
tura ideale della realtà non solo fonda ogni conoscenza, ma fornisce anche
una salda base teoiica per ogni agireta'.Bruno fa diventare Ia magia un
controllo íntellettuale della natura e dell'uomo. L'anrma umana non è un
qualsiasíente tra gli altri enti, ma un mondo colr una relativa autonomia;
essaè aperto a tutti i gradi dell'essere,raccogliein se <<tutte le speciede
1o ente >>ed è quíndi in grado di ascenderee discenderelungo la scah
della natura per questo motivo i margini del suo campo conoscitivo ed
opetativo sono praticamenteíllímitati. È doverosoperò sottolinearequesto
' praticamente', perché Bruno delimita accrfiatàmenteil raggro d'azionedella
magia.Egli prima di tutto 1e impone dei limiti pragmatici: Bruno è, infatti,
solo interessatoa ponderate applicazionídell'agire magíco a scienzepositive
come la medicinae Ia chimica,e respingequalsiasibroglio o praestigiatoria,
dove contano solamentei risultati apparenti.Bruno impone poi anche dei
limiti teorici alla potenziahtà,della magía.La magia ha 1o scopo di compren-
dere la tealtà natutale, il regno del movimento)per poi poterlo dominare e
manipolare.In quanto la magiaè anchestrumento di riflessionesulla natuÍa,
essa è sapie,ntiaesupplementumo: rector actuurn In questa prassi cono-
:.]
.1
.i,1
16 Cfr. F. Tocco, Le opere inedite di Giordano Bruno, Napoli 1891, p. 138. ::1
1j
147De nzagia,F. 408; Tbeses de rnagia,p. 462,
,il
j
1
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M AGIA: S OC IA N A TU R A E 1.69