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meccanismi e origini
b) trasporto
Chester, 1990
c) deposizione
Esistono essenzialmente 2 processi di deposizione:
Deposizione secca Deposizione umida
caduta di particelle per perdita di discesa di particelle
carico del vento ad opera delle precipitazioni
Dipende da: Dipende da:
- dimensioni delle particelle - quantità e intensità delle
- intensità del vento precipitazioni
- scavenging ratio
Importante in aree vicino alla
sorgente Importante in aree lontane
dalla sorgente
Concentrazione
di dust sopra gli
oceani
!
misure da
satellite
(AVHRR)
Materiali terrigeni fini: argille clay
I più comuni minerali argillosi presenti nei sedimenti marini sono:
kaolinite, chlorite, illite, montmorillonite.
Tali minerali compresa anche la montmorillonite, in parte di derivazione
autigenica, messi in rapporto con le potenziali aree continentali di
provenienza possono essere utilizzati come indicatori del meccanismi di
trasporto e di dispersione.
Frecce a linea
continua: correnti
di fondo
Frecce a linea
tratteggiata:
correnti di
torbidità
Volcaniclastic sediments
Origine vulcanica:
vulcanoclastici >60 % silicoclastici, neritici e pelagici < 40 %
da vulcani emersi o sottomarini
Tipologie:
breccia vulcanica >64 mm
lapilli >2-64 mm
ceneri < 2mm
Sedimenti vulcanogenici
!
Nell'ambito dei prodotti vulcanici (breccia
vulcanica, lapilli e cenere) sono essenzialmente le
ceneri ad avere una più ampia diffusione.
!
Si tratta dei prodotti di emissione legati alle fasi
esplosive dell'attività. La dispersione di questi
prodotti è condizionata dalla direzione ed intensità
dei venti.
In tutti i casi l'arrivo di tali prodotti sulla superficie
marina può essere considerato praticamente
contemporaneo all'attività di emissione.
Inoltre la loro deposizione anche con profondità
elevate è anch'essa praticamente istantanea.
Questo rende i livelli di cenere (tephra) utilizzabili
come strumento di correlazione stratigrafica,
almeno per l'area interessata dalla loro diffusione.
!
Per quanto riguarda la loro identificazione le L'immagine mostra un livello di cenere
caratteristiche morfologiche dei vetri e delle pomici vulcanica presente nei primi centimetri di
e la composizione chimica rendono chiare quali sedimenti da un box-core prelevato a circa
siano state le fonti di emissione e quindi tramite 1000 metri di profondità sul Medina Rise, tra il
datazioni assolute o riferimenti storici (per gli ultimi Canale di Sicilia ed il Mar Ionio. L'analisi
5000-6000 anni) è possibile datare i diversi livelli ed
chimica e la morfologia dei vetri vulcanici
utilizzarli per le correlazioni.
attribuiscono questo livello cineritico ad una
eruzione dell'Etna del 122 a.C.
Eruzione del Pinatubo nel 1991
- Fanghi a Pteropodi
- scheletri calcitici
Fanghi a foraminiferi
Fanghi a foraminiferi e
coccoliti
(Coccolitoforide S.E.M.)
Fango a coccoliti
(L.N.P.)
-scheletri silicei: Radiolari, Diatomee, spicole di spugne silicee
Radiolari (zooplancton)
Diatomee (fitoplancton)
Componenti minori in
sedimenti pelagici
Detrito vegetale
pollini e spore
CCD: tasso di accumulo della calcite = tasso di dissoluzione
ACD: tasso di accumulo dell’aragonite = tasso di dissoluzione
Lysocline: profondità al di sotto della quale la dissoluzione dei
carbonati aumenta in modo consistente.
Fattori che
controllano
l’accumulo di
sedimenti
in area equatoriale
ad alta
produttività
CCD= profondità
di compensazione
carbonati
Distribuzione schematica della localizzazione
dei principali tipi di sedimento relativamente
alla posizione della CCD e alla produttività
superficiale.
Sedimenti misti
Sedimenti autigeni ed idrotermali
(noduli e croste
ferromanganesifere)
Sono depositi di precipitazione
chimica; i primi sembrano legati ad
aree dove si ha una velocità di
sedimentazione estremamente
bassa. I secondi sono strettamente
legati all'attività delle dorsali medio
oceaniche o a centri vulcanici
sottomarini.
Nei vari modelli proposti per la
formazione di tali depositi due sono
i più seguiti.
Il primo vede i due fenomeni
separati ed indipendenti facendo
derivare gli ioni Mn e Fe
direttamente dalla colonna d'acqua
e la formazione dei noduli alla bassa
velocità di sedimentazione al fondo
degli oceani.
Il secondo mette in
relazione le
emissioni
idrotermali, come le
sorgenti degli ioni di
Mn ed He, nella
massa d'acqua, qui
avverrebbero i
fenomeni di cattura
e di mescolamento di
questi ioni con quelli
provenienti dagli
strati più superficiali
(Fe altri metalli in
tracce e Th-230) e la
loro precipitazione
in aree a bassa
velocità di
sedimentazione.
Torbiditi e torbiditi: il caso del Mediterraneo orientale
Componente grossolana alla base
della sequenza torbiditica: sedimenti neritici
Componente grossolana alla base della
sequenza torbiditica
Torbiditi e torbiditi: il caso del Mediterraneo orientale
L’evento scatenante: 3500 anni B.P.
L’esplosione della caldera di Thera e
lo tsunami provocato.