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(Cassazione civile, Sez. 2, Sentenza n. 6714 del 19/3/2010)
Fonte:www.plentedamaggiulli.it
In tema di delibere condominiali aventi ad oggetto la ripartizione delle spese c
omuni, “sono affette da nullità - che anche il condomino il quale abbia espresso il
voto favorevole può fare valere - quelle con cui a maggioranza sono stabiliti o mo
dificati i criteri di ripartizione delle spese comuni in difformità da quanto prev
isto dall’articolo 1123 c.c. o dal regolamento condominiale contrattuale, essendo
necessario, a pena di radicale nullità, il consenso unanime dei condomini, mentre
sono annullabili e, come tali, suscettibili di essere impugnate nel termine di d
ecadenza, di trenta giorni di cui all articolo 1137 c.c., u.c., le delibere con
cui l’assemblea, nell’esercizio delle attribuzioni previste dall articolo 1135 c.c.,
nn. 2 e 3, determina in concreto la ripartizione delle spese medesime in diffor
mità dei criteri di cui al citato articolo 1123 c.c.”.
In tema di spese condominiali, si veda: Condominio: spese per le parti comuni e
criteri di ripartizione e Spese condominiali e potere dell’amministratore di richi
edere il decreto ingiuntivo.
È questo il principio di diritto annunciato dalla Corte di cassazione con la pronu
ncia in commento.
Ad avviso degli Ermellini è necessario distinguere tra:
- le delibere con le quali l’assemblea condominiale stabilisce o modifica i criter
i di ripartizione in difformità da quanto previsto dall’art. 1123 c.c. o dal regolam
ento condominiale contrattuale (cfr. Le clausole del regolamento contrattuale ha
nno sempre natura contrattuale? e Regolamento di condominio e limiti all’uso della
cosa comune.);
- le delibere con le quali, nell’esercizio delle attribuzioni assembleari previste
dall’art. 1135 c.c., nn. 2 e 3, vengono in concreto ripartite le spese medesime.
Secondo un consolidato orientamento della giurisprudenza di legittimità, soltanto
quest’ultime delibere, ove adottate in violazione dei criteri già stabiliti, devono
considerarsi annullabili e la relativa impugnazione va proposta nel termine di d
ecadenza di 30 giorni previsto dall’ultimo comma dell’art. 1137 c.c.
Al contrario, l’adozione di criteri diversi da quelli previsti dalla legge o dal r
egolamento contrattuale, incidendo sui diritti individuali dei singoli condomini
, può essere assunta soltanto con una convenzione alla quale aderiscano tutti i co
ndomini, non rientrando nelle attribuzioni dell assemblea che concernono la gest
ione delle cose comuni (cfr. Cass. 126/2000; 2301/2001; 17101/2006).
Ne consegue, a parere della suprema Corte, la nullità della delibera condominiale
con cui l’assemblea procede ad una modifica dei criteri di riparto non in via defi
nitiva ma soltanto contingente e riferita a spese straordinarie: “l’assemblea, in ma
ncanza di un accordo unanime dei condomini, non ha il potere di stabilire o modi
ficare i criteri di riparto delle spese in violazione delle prescrizioni stabili
te dall’art. 1123 c.c., secondo cui i contributi devono essere corrisposti dai con
domini in base alle tabelle millesimali (3), atteso che tale determinazione non
rientra nelle attribuzioni conferite all’assemblea dall’art. 1135 c.c.”.
In tema di tabelle millesimali, si veda CONDOMINIO: revisione e modifica delle t
abelle millesimali
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